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L'"Amaldi": come cambia un libro di testo Apprendimento e stile di comunicazione dagli anni Cinquanta ad oggi di GIUSEPPE FERRARI Capita di rado che, a distanza di anni, ci si ricordi il nome dell'autore di un libro di scuola sul quale abbiamo studiato. Pensandoci, può forse venire in mente la copertina, come era fatta la pagina, se aveva immagini o era molto scritta. Ci sono però alcuni libri che è difficile dimenticare, perché hanno un'identità forte, a cui resta legato il nome dell'autore. Uno di questi è l'Amaldi, il corso di fisica per licei, istituti tecnici e professionali. Dagli anni Quaranta a oggi, molte generazioni di studenti hanno avuto il primo contatto con la fisica sulle pagine dell'Amaldi.

Il libro nasce da un corso per licei che Enrico Fermi aveva scritto per la Zanichelli nel 1929, nove anni prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Nel 1947 Edoardo Amaldi, allievo e collaboratore di Fermi nella scuola di via Panisperna, rielabora e riscrive il testo insieme alla moglie Ginestra, astronoma e divulgatrice scientifica. Da allora, di questo libro sono state pubblicate numerose edizioni per diversi tipi di scuole. Dopo la scomparsa di Edoardo nel 1989 e di Ginestra nel 1994, gli Amaldi sono firmati dal figlio Ugo, anch'egli fisico, che ha lavorato per diversi anni al Cern di Ginevra. Dai dati di vendita si può stimare che più di due milioni di studenti, nell'arco di oltre cinquant'anni, hanno studiato sull'Amaldi. Che cos'è cambiato dalle prime edizioni a quelle attuali? Non tanto i contenuti, perché allora come oggi a scuola si studia soprattutto la fisica classica, quella che va da Galileo a Maxwell, dal Seicento alla fine dell'Ottocento. È invece cambiato il modo di presentare la materia. Negli anni Cinquanta si studiava in bianco e nero, su libri sottili con pagine dense di testo e disegni poco più grandi di francobolli. Erano gli anni della televisione in bianco e nero, che arriva in Italia nel 1954, e della scuola per pochi, nella quale meno del 20% dei ragazzi di quattordici anni proseguiva gli studi. Oggi si studia a colori, su libri in cui le immagini sono numerose, ricche di dettagli e ben visibili nella pagina. Sono libri più articolati, che oltre al testo vero e proprio contengono molti apparati didattici: esempi svolti, glossari, tabelle di sintesi, esercizi suddivisi per livelli di difficoltà.

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Anche il linguaggio è cambiato: i periodi sono diventati più brevi e ciò che si dice è spesso visualizzato con un disegno o una foto. Mentre nelle prime edizioni le immagini si aggiungevano al testo, nel senso che erano un di più a ciò che era scritto, nelle attuali edizioni testo e immagini si integrano e si supportano a vicenda: se si togliessero le figure, il testo perderebbe in chiarezza e comprensibilità. Tutti queste innovazioni di formato consentono di scegliere come studiare, a seconda del proprio stile di apprendimento: lo studente può leggere in sequenza il testo e guardare le immagini, oppure partire dalle immagini per poi studiare il testo, iniziare dagli esempi svolti e successivamente affrontare la teoria, scorrere i concetti importanti, che la grafica mette in evidenza, per dare un primo sguardo all'argomento. In ogni nuova edizione l'autore deve ripensare a come presentare la materia, in modo da renderla comprensibile a studenti che apprendono in modo diverso da chi li ha preceduti. Oltre alle innovazioni di formato, bisogna che l'autore individui nuovi esempi e situazioni per rendere tangibili i concetti.

"Per far capire il principio di inerzia - sostiene Ugo Amaldi - serve più l'esempio della cintura di sicurezza che la tradizionale argomentazione del piano inclinato proposta da Galileo: in un tamponamento, senza cinture continueremmo a muoverci a velocità costante, come prescrive il principio di inerzia, andando a sbattere sul parabrezza"

Oltre a immettere esempi di tecnologie e fenomeni che fanno parte della vita quotidiana, nelle nuove edizioni compaiono aggiornamenti scientifici (in particolare sulla fisica delle alte energie, settore nel quale Ugo Amaldi fa ricerca) e nuove idee didattiche. Dieci anni fa, per esempio, sono state introdotte le schede di laboratorio, che guidano gli studenti nella realizzazione degli esperimenti e nell'elaborazione dei dati con il computer. Nel 1997 sono stati realizzati tre CD-ROM, ad opera di Federico Tibone, che presentano la fisica mediante lezioni filmate, esercizi interattivi ed esperimenti virtuali. Questi supporti integrano e non sostituiscono il libro, che resta lo strumento fondamentale di apprendimento. La storia dell'Amaldi si sviluppa in parallelo a quella della scuola italiana, che da scuola di élite, nella quale si studia in bianco e nero, con il gesso e la lavagna, si trasforma in scuola di massa, all'esterno della quale i mezzi di comunicazione hanno un ruolo sempre più importante (oggi un ragazzo sta davanti alla televisione un tempo paragonabile a quello speso a scuola). Di fronte a queste trasformazioni radicali l'Amaldi si è rinnovato nel modo di presentare la materia, ma ha conservato lo stile e l'impianto didattico originario ideato da Edoardo e Ginestra: nell'Amaldi ogni affermazione ha un perché, niente è dato per scontato o è calato d'autorità dall'alto. È questa, forse, una delle ragioni di un successo che continua da molti decenni.