L’almanacco di Casa Padre Pio · poi tostarle in forno a 140° per circa 10 minuti. Lasciarle...

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L’almanacco di Casa Padre Pio Ottobre, novembre e dicembre 2017

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L’almanacco di

Casa Padre Pio

Ottobre, novembre e dicembre 2017

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LA VIGNETTA

La vignetta di questo numero si ispira al Natale e agli addobbi di Casa Padre Pio. Come tutti gli anni, in corrispondenza dell’8 dicembre si tirano fuori gli addobbi natalizi e tutti gli ospiti collaborano nel fare l’albero e il presepe. Il clima che si respira è molto allegro e collaborativo; divisi in due gruppi, uno per l’albe-ro e uno per il presepe, ogni ospite ha un suo compito: qualcuno sceglie le palline e le passa a chi le mette sull’albero, qualcuno si occupa delle luci, qualcuno pulisce continuamente lo sporco che inevitabilmente si crea sul pavimento. Il salone di Casa Padre Pio diventa un via vai di colori, voci e stelle filanti molto ordi-nato e piacevole.

BUON NATALE

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OTTOBRE, CADONO LE FOGLIESiamo al 27 di ottobre e ancora possiamo godere delle belle giornate piene di sole; il vento però inizia a far cadere le foglie, soprattuto quelle di un bel colore rossastro, un miscuglio tra il verde, il giallo e il marrone. A terra, le foglie si vanno a posare formando un tappeto piacevole da guardare(Gea).In autunno la campagna diventa più triste: gli alberi si spoglia-no delle loro foglie più fragili, che cadono a terra di tutti i colori: gialle, rosse e marroni; alcune foglie, quelle più forti, rimango-no attaccate all’albero come se aspetassero l’inverno. Da bambina ricordo che a volte andavo in campagna e, quando mi sentivo triste, raccoglievo le foglie, le ricopiavo e le coloravo (Rosanna).MI ricordo da bambino che quando soffiava il maestrale buttava giù tutte le foglie; allora, il lattaio che abitava difronte a casa mia le raccoglieva con il rastrello e le portava dentro la stalla per farne un giaciglio per le mucche e le pecore (Biagio).Dalla finestra guardavo le foglie che, con il tempo, cambiavano colore fino a sembrare secche; a questo punto, staccate dal vento, cadevano sulle tegole di una casetta, creando un gran via vai di foglie (Lanfranco).Il vento in autunno fa cadere le foglie. Io avevo un piccolo vigne-to e ricordo che in questo periodo il terreno si riempiva di foglie che, una volta passata la zappatrice, diventavano concime per la vite. Passato l’autunno, le piante restano spoglie e rimane solo il fusto...questo mi sembra triste (Piero).

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NOVEMBRE: SAN MARTINO, FALO’, VINO NOVELLO E CASTAGNEDa giovane, abitavo ancora a Ponte Valleceppi, ricordo che nel pomeriggio dell’11 si radunava la legna e poi, verso le 8 di sera, si accendeva il falone davanti alla chiesa. Aspettando la mezza-notte, si cuocevano le castagne e si beveva il vino nuovo; a mez-zanotte, suonavamo la raganella, costruita da noi con una can-na di bambù lunga circa 80 centimetri e una rotellina fissata ad una estremità (Fulvio).Quando ero bambina, per san Martino ci riunivamo nella casa di campagna. Qui era tradizione che le donne ta-gliassero le castagne (accom-pagnate dalla consueta di-scussione se il taglio dovesse essere orizzontale o verticale) e il vecchio di casa, Menchino, le cuoceva. Quando Menchino le riteneva cotte, poneva le castagne in uno strofinaccio di iuta e lo chiudeva con un nodo affinché si mantenessero calde fino al momento di mangiarle; faceva un fagotto per ogni commensale. Si mangiavano accompagna-te dal vino nuovo, la vernaccia; io e mia cugina avevamo 9 anni ma ricordo che il vino, in questa occasione, era consentito anche a noi (Mirella).Andavo dai parenti a San Martino in Col-le; si mangiava tutti insieme e poi si an-dava in piazza e si faceva il falò intorno al quale si ballava, si mangiavano le casta-gne e si beveva il vino nuovo (GIovanna).

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DICEMBRE: IL PRESEPE DI UNA VOLTANoi il presepe lo facevamo non molto grande, anzi piuttosto piccolo e lo facevamo dentro il caminetto. La capanna la faceva-mo con la corteccia dell’albero, le casette con il cartone e dopo le coloravamo; le statuine invece le compravamo (Iolanda).Io con la carta da pacchi facevo le rocce, i personaggi li costruivo con la creta; andavo poi a cercare il muschio da mettere un po’ sparso e con la farina facevo le strade. Mio nonno mi aveva inse-gnato a fare il fuoco mettendo una lucina in mezzo a dei piccoli pezzi di legno (Mirella).Noi nel presepe mettevamo i re magi prima sui cammelli un po’ distanti, poi a piedi e infine in ginocchio davanti a Gesù Bam-bino. Queste statue, così come quelle dei pastori e della Sacra Famiglia, le compravamo. Le pecorelle, invece, le facevamo noi con la creta adatta che trovavamo non lontano da casa: una volta asciutte le pitturavamo; le case le facevamo con il cartone; la capanna di sughero e con dei piccoli rami freschi facevamo gli alberi. Infine, mettevamo un po’ di muschio e di erba fresca (Raffaela).Nella mia famiglia i personaggi e gli animali li facevamo im-pastando terra e acqua, poi li coloravamo con la calce; la bocca e gli occhi venivano fatti con dei bastoncini di legno (GIovanna)Noi facevamo le sagome di stoffa e poi le riempivamo con la se-gatura. La capanna era fatta con due bastoni e la stoffa (Adele)Il muschio era la base di tutto il presepe. Le case erano costruite con le tegole, le strade con il fieno e in mezzo alla strada princi-pale che portava alla capanna di Gesù ci mettevamo mandarini, noci, bucciottini di zucchero. Si facevano poi dei buchi con un bastoncino per fare le orme dei somari: si pensava infatti che quei doni li lasciasse Gesù passando con i somarelli (Irma).

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DICEMBRE: I REGALI DI UNA VOLTAUna volta, quando noi eravamo bambini, sull’albero al posto delle palline e delle lucine c’erano cioccolatini e mandarini; il regalo più bello che io ricordi è stata la bicicletta, normalmente però ricevevo un trattorino con cui mi divertivo a giocare con i miei cugini (Piero).Io ricordo quando ho ricevuto la bambola della Furga, normal-mente però ricevevvo dolcetti o mandarini (Iolanda).Io ricevevo spesso una bambola, era fatta di cartone con le brac-cia e le gambe di stoffa riempita con la paglia. Di solito era bion-da (Rosa).Normalmente portava dei dolcetti; qualche volta la bambola, di stoffa (Alba).A me portava cioccolatini o altri tipi di dolcetti, ogni tanto una bambolina fatta con ritagli di stoffa da mia nonna (Felicetta).Io ero fortunata, mia madre lavorava ai tabacchi e qindi portava sempre dei giochi per tutti noi figli(RIna).Anche io ero fortunata, noi stavamo abbastanza bene per cui molto spesso ci portava dei vestiti, qualche volta il cicciobello per me e mia sorella e la macchinina per mio fratello (Marisa).A me Gesù Bambino portava noci, mele, dolcetti e una bamboli-na fatta di stoffa e riempita con il cartoccio della pannocchia di granturco; i capelli erano fatti con la peluria che si trova dentro la pannocchia (Rosanna).Noi ervamo cinque figli, ricordo che i regalini per Natale li rice-vevamo tutti ma non ricordo cosa (Silvana).Io sono entrata in collegio da piccola e ricordo che Gesù Bambino portava sempre qualche vestitino (Bianca F.).Gesù bambino portava per lo più dolci (taralli, biscottini) e qualche volta dei vestiti; eravamo 9 figli (Biagio).

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DICEMBRE: I REGALI DI UNA VOLTAFacevo finta di dormire e invece guardavo la mamma che an-dava nel canterano e prendeva il regalo per me. Il mio regalo era una corona di frutta secca e miele inframezzata da uno zucche-rino, sembrava un gloria padre. Una volta ricordo che mi ha por-tato le ciabattine con lo striscino dietro: le aveva fatte mamma, era una brava sarta (Gea).Io sono nata durante la guerra, nel ‘41, quindi fino ai 5 anni ho sempre ricevuto solo arance e mandarini avvolti nella carta argentata. Dopo, ricordo che Gesù Bambino mi portò una bambo-la di carta pesta: ero felicissima. Mamma si era raccomandata di non lavarla, cosa che io invece feci subito: si sciolse in acqua; ho odiato la bambola profondamente e mamma cambiò genere (pallone, corda, cerchio) (Mirella)Io ero fortunata, Gesù Bambino mi portava le bambole di porcel-lana, la cucina, giochi di questo tipo (Bianca B.).Noi eravamo poveri, non avevamo regali. Ricordo che quando avevo 5 anni una vicina di casa mi regalò una bambola bellissi-ma: aveva un abito azzurro plissettato bianco ed era bionda; ho conservato questo regalo fino ai 18 anni circa (Bruna).Purtroppo le risorse erano poche quindi Gesù Bambino lasciava ben poco: qualche dolcetto fatto da mamma o delle nocciole che servivano anche per giocare, però eravamo contenti e gioiosamen-te festeggiavamo (Mimmo).

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ASPETTANDO NATALE...FACCIAMO L’ALBERO E IL PRESEPE

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ALCUNI MOMENTI DELLA VITA DENTRO LA CASA

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CREARE DECORAZIONI CON I SASSIOCCORRENTE- Sassi piuttosto piatti- nastro carta- tavoletta di legno o compensato- Colla a caldo- colori acrilici- pennelli

PROCEDIMENTO- ricoprire con il nastro carta la parte del sasso che si colora in un secondo momento (facoltativo, se si intende colorare il sasso tutto di un colore).- Colorare con l’acrilico le due parti del sasso e, una volta sciuga-te, fare le decorazioni secondo il modello scelto.- Colorare con l’acrilico la tavoletta e farla asciugare molto bene.- Incollare con la colla a caldo i sassi sulla tavoletta.

Con questi sassi colorati è possibile creare diversi tipi di paesag-gi: paesaggi marini, campagne, paesaggi notturni, ecc.Queste creazioni possono essere dei quadretti da appendere in casa e, mettendo dei gancetti, possono essere dei portachiavi da parete.

LABORATORIO CREATIVO

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LABORATORIO CREATIVO

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TORCIGLIONE DI LANFRANCODOSI1 kg di mandorle1 kg di zucchero10 albumi1 tuorlo100 gr di farina

PER DECORARE2 chicchi di caffèbuccia di arancia

PROCEDIMENTOPelare le mandorle immergendole in acqua bollente per qual-che minuto (in alternativa, comprare le mandole già pelate) e poi tostarle in forno a 140° per circa 10 minuti. Lasciarle fred-dare e subito dopo frullarle grossolanamente. In una ciotola mettere lo zucchero e le mandorle. Montare le chiare a neve e incorporarle, poco per volta e delicatamente, al composto di mandorle e zucchero. Per ultimo aggiungere la farina. L’im-pasto deve risultare duro. Lavorare l’impasto delicatamente con le mani per dargli la forma di un serpente (direttamente sulla teglia su cui è stata posta la carta da forno). Decorarlo facendo gli occhi con i due chicchi di caffè e la lingua con una striscia di buccia di arancia. Mettere in forno preriscal-dato a 180°. Dopo tre minuti, spennellare il torciglione con il tuorlo d’uovo sbattuto. Rimettere in forno e completare la cottura (deve assumere un bel colore dorato).

RICETTA

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RICETTA

IL CROSTINO UMBRO DI LUCIANADOSI3 fegatini3 ventricoli50 gr di prosciutto crudo4 cucchiai di olio1 noce di burro1/2 limone3 foglie di salvia1 cucchio di capperi sottaceto1 pezzo di cipolla

PROCEDIMENTOPulire le rigaglie togliendo il fiele ai fegatini e aprendo i ven-tricoli per asportare il sacchetto. A questo punto fare a pezzi e sbollentare in acqua calda e salata per circa 5 minuti.Porre i ventricoli con i fegatini in una pentola, aggiungere tutti gli altri ingredienti (tranne il prosciutto) e cuocere per circa un’ora.Lasciare raffreddare. Togliere la salvia e il limone e mettere tutto nel mixer. Aggiungere il prosciutto e frullare fino ad ottenere la consistenza desiderata.

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RIMEDI DI UNA VOLTA

MALVA: IL RIMEDIO ANTICO MULTI-FUNZIONALEUna volta non si aveva l’abitudine di prendere tutte le medicine che si prendono ora, si cercava di sfruttare la bontà delle pian-te. Come ad esempio la malva. Ancora oggi, quando è il periodo giusto, vado a raccogliere le foglie non rovinate della malva che cresce intorno a casa mia. Le lavo per bene e dopo le faccio bollire fino a quando diventano tenere. Poi utilizzo il tutto per diverse necessità: le foglie messe in mezzo a una garza sterile aiutano a sfiammare le emorroidi o i brufoli; la tisana è un diuretico e fa molto bene all’intestino; con l’acqua tiepida si possono fare gli sciacqui per alleviare il mal di denti o per sfiammare le gengive (Rita)

Curiosità da internetLe virtù emollienti della malva sono conosciute e apprezzate fin dai tempi antichi. Il suo nome, infatti, deriva dal termine latino “mollire” cioè “capace di ammorbidire”. La malva è una pianta ricca di mucillagini che le conferiscono una potente azione leni-tiva dalle proprietà benefiche su intestino e gola; in particolare le foglie ne sono ricche e ciò le rende preziose come antifiamma-tori ed emollienti. L’uso della malva è indicato pertanto contro la tosse ma anche per sfiammare il colon e depurare l’intestino (oltre che regolarne le funzioni grazie alla sua dolce azione las-sativa). Le sue proprietà lenitive la rendono inoltre un prezioso rimedio contro il mal di denti; grazie alla sua componente tan-ninica svolge inoltre un’azione vasocostrittiva in caso di piccole perdite di sangue gengivali.

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FIORI E PIANTE, CHE PASSIONE

FIORI E PIANTE, CHE PASSIONEIn questo periodo dell’anno le piante sono a riposo e i fiori sono veramente pochi.Parlando un po’ con gi ospiti di Casa Padre Pio è emerso che una pianta che pressocché tutti collegano al periodo delle feste nata-lizie è l’agrifoglio. QUalcuno lo chiama pungitopo. Quasi tutti però raccontano che fin da bambini hanno sempre visto utilizzare que-sta pianta per addobbare la porta di casa nel periodo di Natale. A tutti sfugge il motivo di questa tradi-zione.

Curiosità da internetL’agrifoglio racchiude in sè i tipici colori del Natale. Ancora prima del Natale, però, l’agrifoglio era utilizzato come pianta decorativa poiché ritenuto un prezioso portafortuna: l’essere sempre verde lo rende pianta simbolo di eternità men-tre le foglie spinose simboleggiano la difesa da tutto ciò che è pericoloso ed ostile. Durante la festa celtica di Yule, al solstizio d’inverno, veniva celebrata la rinascita del sole rappresentata simbolicamente da una lotta tra la quercia estiva e l’agrifoglio invernale le cui bacche rosse rappresentavano la prosperità du-rante il cupo inverno, il ritorno della luce dopo le tenebre. Da ciò deriverebbe l’uso decorativo dell’agrifoglio nel Natale Cristiano come simbolo del perdurare della vita durante l’oscurità e il fred-do invernale. Nella tradizione cristiana, però, le foglie pungenti dell’agrifoglio riconducono anche alla corona di spine di Cristo e i frutti rossi al suo sangue.

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FILASTROCCA

ARRIVA NATALE: UNA FILASTROCCAGesù bambino, piccolo amico,a te parlo con tutto il cuore.Son biricchino a casa e a scuola,capricci e grilli io so ben fare,ma tu che vedi i miei difettibuon Gesùfammi buono come sei tu(Rita)

...E UNA NINNA NANNAE’ Natale,è Natalee gli angioletti cantano Osannae il bambino fa la nanna tra le braccia del babbo e la mamma.Fa la nanna.Ecco pastori e pastorellicon capre e cani e pecorellihan lasciato paesi lontani portan uova, formaggio e dei pani.Fa la nanna.Nella capanna c’è il buee sulla paglia c’è l’asinelloche riscalda il Bambinellodorme e sorride sto bimbo bello.(Rita)

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COMPLEANNI

COMPLEANNI FESTEGGIATI IN OTTO-BRE, NOVEMBRE E DICEMBRE

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RICORRENZA

E’ NATO GESU’In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si faces-se il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giusep-pe, che era della casa di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incin-ta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro in albergo (Vangelo di Luca 2, 1-7)C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di not-te facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “non temete, ecoo, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Luca 2, 8-12)I pastori andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dice-vano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodan-do Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro (Vangelo di Luca 2, 16-20).

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RICORRENZA

LE RADICI DEL NATALEE’ nato oggi per noi il Salvatore.

E’ sorto pertanto oggi su tutto il mondo il vero sole.Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio.

Sant’Agostino

La data di nascita di Cristo non è nota. I vangeli non ne indi-cano né il giorno né l’anno. Secondo la Nuova enciclopedia cat-toica dell’Ordine Francescano, fu assegnata la data del solstizio d’inverno perché in quel giorno, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti, cioè il giorno della na-scita del Sole Invincibile. Il termine solstizio viene dal latino e significa sole fermo; infat-ti nei giorni dal 22 al 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo in quanto raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale: il buio della notte diventea più lungo della luce del giorno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno inizia gradatamente ad aumentare e proprio il 25 dicembre sembra rinascere a nuova vita, ha quindi un nuovo “natale”. Per tale motivo, il 25 dicembre, prima di diventare celebre come “comple-anno di Gesù”, è stato un giorno di festa per popoli con culture e religioni diverse tra loro sin dall’antichità.Anche la tradizione di addobbare l’albero di Natale affonda le sue radici nei tempi passati e precisamente nell’antico Egitto. Qui, durante il culto del dio Sole, si usava addobbare una pira-mide. Questa tradizione è stata ripresa dai popoli del Nord che, non avendo una piramide, decisero di addobbare un abete. In particolare, arricchire l’albero di Natale con luce colorate simbo-leggia, come nel culto del dio Sole, la “luce della vita” e quindi Gesù.

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IN COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO

IN COLLABORAZIONE CON IL TERRI-TORIOCASA PADRE PIO AL MERCATINO NATALIZIO DI BAGNAIAIn occasione del mercatino natalizio di Bagnaia Casa Padre Pio ha allestito una bancarella con alcuni dei lavori fatti con gli ospiti della struttura. Bagnaia è piccola e il freddo è stato mol-tissimo, ma in questi tre giorni di esposizione (8,9,10 dicembre) tutti coloro i quali si sono fermati alla bancarella hanno potuto ammirare i nostri lavori com-plimentndosi con i nostri ospiti. Noi operatori ringraziamo tutti gli ospiti (e amici degli ospiti) per aver realizzato i lavori espo-sti, dandoci quindi la possibilità di partecipare al mercatino.

SANTA MESSA DIOCESANA IN PREPARAZIO-NE DEL NATALE PER I MALATI ALZHEIMERIn collaborazione con l’associazione AMATA Umbria, martedì 12 dicembre ci siamo ritrovati tutti nella chiesa di San Pio per pregare per i malati di Alzhei-mer, i familiari, i volontari, gli operatori e gli amici. Il momento di preghiera è stato allietato da un coro che ha accompagnato tutti i presenti nei canti natalizi tradizionali.

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LABORATORI MANUALI

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IN AGENDA

ATTIVITA’ IN AGENDA PER IL PERIODO GENNAIO, FEBBRAIO E MARZOIn questo trimestre gli ospiti saranno molto impegnati nelle at-tività riprese in autunno. In particolare, lavoreranno sulle favole negli incontri settimanali con il teatro; riprenderanno gli in-contri con bibliobus e le letture ad alta voce; saranno coinvolti in un nuovo laboratorio manuale/creativo.

In chiusura...tutti noi, operatori e volontari, auguriamo a tutti voi e ai vostri cari BUON NATALE E UN SERENO ANNO NUOVO dedican-dovi una filastrocca di Rodari:

Filastrocca di Capodannofammi gli auguri tutto l’anno:voglio un gennaio col sole d’aprile,un luglio fresco, un marzo gentile,voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fior del pesco,che siano amici il gatto e il cane,che diano latte le fontane.Se voglio troppo non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente.

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Tel: 075 5149214; e-mail: [email protected]; www.casapadrepioperugia.it

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