L’ALLUCE VALGO - eurtorrinolive.it · Quando mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo...

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L’alluce valgo è una delle patologie più diffuse a carico del piede. È caratterizzato da una deformità dell’alluce che comporta una de-viazione laterale della falange, con lussazione dei sesamoidi, due piccole ossa entro le quali si trova l’articolazione dell’alluce. In gene-re, questa deformità è accompagnata da una tumefazione dolente della parte interna del piede, la cosiddetta “cipolla” o “patata” (in base alle regioni geografiche), che altro non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura.La deformità dell’alluce valgo si associa spesso al piede piatto, in quanto la ridotta curvatura della pianta porta a sovraccaricare in modo esagerato la parte anteriore del piede, e può causare, oltre a lesioni cutanee (callosità, ulcerazioni), anche deformazioni al secon-do e terzo dito, definiti “a martello” e meta tarsalgie associate, con conseguenze quindi sulla deambulazione e sulla postura.Chi maggiormente soffre di alluce valgo è la donna (dieci volte più dell’uomo), in genere di età matura o senile, e soprattutto se vi sono casi di ereditarietàPer correggere alluce valgo, dita a martello, metatarsalgie e altre frequenti problematiche del piede oggi scende in capo la chirurgia mininvasiva con tutti i vantaggi che ne derivano, a partire dal recu-pero più veloce e al minor rischio di complicazioni. L’importante, però, è intervenire al momento giusto perché se la situazione de-genera bisogna optare per soluzioni più impegnative dal punto di vista chirurgico. Introdotta in Europa, da Mariano De Prado, questa nuova tecnica chirurgica, messa a punto da Stephen Isham negli anni ’90, utilizza dei piccoli forellini cutanei attraverso i quali vengono introdotte del-le frese con le quali si eseguono delle osteotomie (tagli dell’osso) per correggere le deformità e la fastidiosa cipolla.Questa tecnica non prevede, contrariamente alle altre metodiche in uso, l’utilizzo di nessun mezzo di stabilizzazione esterna (fili metallici semirigidi) o interni(viti o placche), ma semplici fasciature applicate con tecnica particolare che vengono rinnovate una volta alla setti-mana per tre settimane al termine delle quali si può passare all’uti-lizzo di una calzatura comoda, ma chiusa. Questo tipo di intervento chirurgico si effettua con anestesia loco-regionale (ankle block), assicurando un minore stress e un rapido recupero funzionale an-che grazie l’utilizzo di anestetici a lunga durata che eliminano com-pletamente il dolore post-operatorio tanto da poter far camminare immediatamente dopo il paziente con una semplice scarpa piatta in modo da eseguire questo intervento in regime di day hospital.Grazie a questo tipo di approccio, inoltre, il piede si gonfia meno e il dolore è nettamente minore rispetto alle altre tecniche. Non solo, anche il rischio di infezioni diminuisce notevolmente. Pertanto una breve durata dell’intervento, in media 20 minuti (circa 1 ora negli interventi tradizionali), un post-operatorio più semplice e meno do-loroso, una deambulazione praticamente immediata, con apposita calzatura, e le minori complicanze la rendono oggi una tecnica par-ticolarmente gradita dal paziente.D’altro canto però non tutti gli alluci valghi sono uguali e la soluzio-ne mininvasiva può essere proposta solo se l’angolo di deviazione dell’alluce verso l’esterno non supera una certa soglia. Ecco perché prima di scegliere l’approccio chirurgico più adatto è fondamentale un attento studio radiografico del piede in appoggio e un controllo specialistico, in quanto non va dimenticato che è il chirurgo a dover scegliere l’intervento più appropriato per ogni piede e che qualun-que sia la tecnica, tradizionale, percutanea od “ibrida”, un misto delle due, deve essere la più risolutiva e vantaggiosa per il paziente.

L’ALLUCE VALGO:NOVITA’ SUL TRATTAMENTO CHIRURGICO

Dott. Fabio Treia, Specialista in Ortopedia e Traumatologia

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Editoriale 4

Amianto negli edifici pubblici, ancora elevata la presenza 6

Francofilm: il cinema francese a Roma 10

Le idi di Marzo 14

Intervista all’On. Daniela Valentini 20

L’On. Luigi Abate e la pres della L. smaltimento amianto 22

Riflettori accesi sulla Violenza di Genere 30

Danza: Omaggio a... Viviana Durante 34

Municipio XII Informa 38

News da ilperiodico.it 40

Consiglio Regionale Informa 42

Eur Torrino Newspubblicazione mensileANNO X n° 3 marzo 2012

Editrice: Service & Business 2001Direttore responsabile:Sergio Di MambroRedazione: V.le degli Eroi di Rodi, 214 Tel. 06.5083731Grafica: Fabio ZaccariaStampa: Spazio Stampa S.a.S.

Hanno collaborato:Irene Giarracca, Corinna Lucianelli, Manuela Giambuzzi, Valeria Torre,Stefano Coccia

Concessionaria pubblicitaria:Media Live s.r.l.

Tel.: 06.5084224Cell.: 380.3965716 e-mail: [email protected]

La direzione si riserva il diritto di valutare i testi pervenuti.Il materiale non verrà restituito.

Finito di stampare nel mese di:marzo 2012

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Editoriale: ] di Sergio Di Mambro [

Cari Lettori,

Torniamo questo mese per offrirvi come di consueto un’informazione a tutto campo. Molti i temi affrontati in questo numero, anche se abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione su un problema che riguar-da i cittadini del Lazio in particolare, la persi-stenza in molti edifici pubblici di un materiale dannoso per la nostra salute: l’amianto. Tanti e complessi sono i problemi derivanti dall’im-piego negli anni passati di questo materiale su larga scala, e ad oggi risultano ancora a rischio scuole, edifici pubblici e luoghi fre-quentati ogni giorno da migliaia di persone. Si tratta dell’ennesimo capitolo di una triste storia, quella italiana, che sembra costellata da persistenze del passato, problemi che la classe politica non riesce e non vuole risol-vere, con l’ombra del malaffare ad oscurare il processo di smaltimento accurato e tecno-logicamente avanzato che le aree investite da questo problema necessitano per essere bonificate. Ad ogni modo qualcosa inizia a muoversi: proposte di legge, discussioni nelle apposite sedi legislative. L’unica speranza è che gli organi competenti riescano a percepi-re l’urgenza e la necessita di fare presto, per il bene delle generazioni attuali e, soprattut-to, future. Non solo di salute e inquinamen-

to parleremo, il cinema, l’arte, la cultura e la danza saranno presenti ampiamente tra le pagine del nostro mensile. Presenti anche le nostre finestre sull’informazione Regiona-le, con una rubrica dedicata alle attività del

Consiglio Regionale del Lazio, e locale: con la consueta rubrica dedicata al piccolo mondo a noi più prossimo: il Municipio XII.

Buona lettura

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Quando mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo sulla chirurgia della cataratta ho pensato di descrivere, nel limitato spazio a disposi-zione, qualcosa che tornasse utile a chi è in procinto di sottoporsi a tale intervento e che, al contempo, soddisfacesse la mia malcelata esigenza di propormi quale oculista che si occupa, in modo specifico, di tale chirurgia.Ho voluto pertanto produrre un documento di facile lettura e con in-formazioni utili a rendere i pazienti più consapevoli di ciò che si appre-stano ad affrontare e convincente a tal punto da ridurre il comprensibile stato d’ansia che inevitabilmente comporta un prossimo intervento su di un organo così delicato e prezioso come il nostro occhio.Scusandomi fin d’ora della incompletezza di queste note, dovuta spero esclusivamente ai pur ragionevoli limiti di spazio imposti dalla redazione, sono disponibile ad ogni ulteriore chiarimento anche telefonico o via e-mail.Sia per la crescita della vita media della popolazione, sia per l’incre-mento della necessità di una buona capacità visiva richiesta dal miglio-ramento della qualità della vita, l’intervento di cataratta è oggi così dif-fuso che risulta essere, nei paesi industrializzati, uno dei più frequenti interventi chirurgici effettuati. In Italia, ad esempio, se ne contano circa 300.000 ogni anno. Ciò ha inevitabilmente comportato un notevole svi-luppo delle tecniche operatorie ed una sensibile crescita della manualità dei chirurghi che se ne occupano in modo costante, fatto questo non trascurabile se si tiene conto del fatto che le attuali tecniche chirurgiche, essendo particolarmente raffinate, richiedono curve di apprendimento piuttosto lunghe e laboriose. Pertanto, pur trattandosi di un intervento molto delicato (complicanze diverse si riscontrano nel 2% dei casi) può essere affrontato con relativa serenità e questo è tanto più importante se si tiene conto dell’età dei pazienti che solitamente si trovano ad affron-tare tale percorso.

La presenza di una cataratta deve essere sospettata quando si lamenta una riduzione della capacità visiva, soprattutto per lontano, che può apprezzarsi come un senso di appan-namento più o meno spiccato di uno o di entrambi gli occhi. Anche una visione disturbata dalla luce può co-stituirne spesso il primo sintomo. È pertanto buona norma, specie se si è di età non più giovane, autovalutare periodicamente la funzionalità dei

propri occhi prendendo un riferimento lontano, anche coprendoli in modo alternato. Se si apprezza una differenza di visione sarà utile sotto-porsi ad una visita oculistica che di solito sarà sufficiente sia a porre la diagnosi di cataratta sia, nel contempo, a valutarne anche i molti e spe-cifici aspetti clinici che devono essere considerati ai fini dell’intervento stesso. Per questo motivo sarà utile, se possibile, che la visita venga ef-fettuata dallo stesso specialista che si prevede possa eseguire l’eventuale intervento.Prima dell’intervento il paziente dovrà sottoporsi alla ecobiometria, un esame non invasivo necessario per la scelta del cristallino artificiale più idoneo allo specifico caso, disponendo oggigiorno di lentine intraocu-

lari che possono soddisfare le più diverse esigenze refrattive. (esistono infatti lentine tradizionali, per astig-matici e multifocali cioè per la con-temporanea correzione per lontano e vicino). Peraltro va tenuto pre-sente che dopo l’asportazione della cataratta può comunque rendersi necessario l’uso dell’occhiale, non essendo, l’intervento stesso, esegui-to a scopo puramente refrattivo. Gli interventi di chirurgia refrattiva sa-ranno oggetto di un prossimo analogo redazionale.Nella settimana precedente l’intervento il paziente dovrà solitamente seguire una terapia preparatoria instillando uno o più colliri come spe-cificamente prescritto e propedeuticamente all’intervento verranno ese-guite le analisi ematochimiche di routine ed un elettrocardiogramma.L’intervento solitamente eseguito in anestesia topica (cioè mediante istillazione di colliri), risulta essere totalmente indolore e la attuale tec-nica della facoemulsificazione non richiede punti di sutura e consente l’ambulatorialità dello stesso, cosicchè il paziente può essere dimesso quasi subito. Ciò che viene richiesto al paziente è una posizione supina ed una certa immobilità dello sguardo il più possibile mantenuto verso la luce del microscopio operatorio per i 15/20 minuti necessari all’inter-vento stesso. Finito l’intervento l’occhio viene bendato per le prime ore successive ed i controlli postoperatori sono previsti a 24 ore, a sette e trenta giorni dall’intervento stesso. Per il medesimo periodo il paziente seguirà la terapia postoperatoria con i colliri prescritti di volta in volta. Nell’ultimo dei controlli programmati potrà pianificarsi l’intervento per la cataratta nell’altro occhio, nel caso in cui anche questo ne sia affetto.Per terminare, una raccomandazione molto importante: le tecniche chi-rurgiche attuali consentono infatti un intervento sicuro e, tutto som-mato, confortevole, tanto più quanto più è corretto lo stadio evolutivo della cataratta stessa. In altre parole l’effettuazione dell’intervento deve avvenire nel giusto stadio evolutivo della cataratta perché gli ultrasuoni utilizzati durante l’intervento riescono a “mangiare” il cristallino cata-rattoso con più facilità e con minor rischio quando questo non sia molto indurito e questo processo di indurimento della cataratta è graduale con il perdurare della stessa. Ciò significa che quando si sospetta di essere affetti da cataratta, e maggiormente se ce ne è consapevolezza, non bisogna ritardare di rivolgersi allo specialista affinchè questo abbia la possibilità di pianificare i tempi dell’intervento in modo idoneo, an-che tenendo conto delle liste di atte-sa che solitamente affliggono i nostri ospedali, sia in generale sia relativa-mente all’intervento di cataratta. Per lo stesso motivo è preferibile, come già detto, rivolgersi direttamente ad un oftalmologo che si occupi in modo specifico di tale chirurgia.

L’INTERVENTOdi CATARATTA:a cura del Dott. Massimo Petrilli

DOTT. MASSIMO PETRILLI OCULISTACHIRURGIA AMBULATORIALE DELLA CATARATTA (in convenzione SSN ed in Casa di Cura)CHIRURGIA REFRATTIVA ALTA DIAGNOSTICA STRUMENTALE (OCT, campimetria computerizzata, topografia corneale)RIABILITAZIONE REVITALVISION(per occhio pigro, miopia lieve, presbiopia)

via BERNA 3, 00144 Roma – tel. 06/5915796 – 335/[email protected]/www.massimopetrilli

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Ancora allarme amianto nel Lazio. Secondo i dati resi noti da Legambiente sarebbero 1.175 gli edifici pubblici presenti sul territorio che contengono la pericolosa sostanza, per un totale di 2.907 tonnellate disseminate in punti diversi della regione. Se si incrociano queste informazioni con quelle contenute nel rapporto annuale sulle condizioni generali di sicurezza dell’edilizia scolastica regionale, anche questo a cura di Legambiente, il quadro che ne esce è poco rassicurante. Perché tra i fattori che maggiormente minano lo stato di salute delle scuole, c’è sempre lui: l’amianto. E, triste primato, Roma e Viterbo sono le città in cui si registrano le maggiori criticità, con il 39% di plessi scolastici in cui è stata riscontrata la presenza dell’insidioso minerale.I rischi per la salute connessi all’esposizione all’amianto sono ben noti da anni: in tutti i casi il bersaglio principale sono i polmoni, con danni più o meno gravi a seconda della quantità di fibre sprigionate nell’aria e, quindi, inalabili. Ciò che costituisce un pericolo, in fatti, non è la presenza in sé dell’amianto. Il danno si genera quando le microfibre di asbesto di cui esso è costituito si liberano nel-l’ambiente, con l’inevitabile conseguenza di essere inalate da chi frequenta l’area contaminata. L’accumulo di queste micro particelle in bronchi e polmoni determina gravi malattie, con un’incidenza significativa per il mesotelioma pleurico e per il tumore polmonare, o altri gravi processi degenerativi sempre a carico dei polmoni. Per questo l’amianto, largamente impiegato nelle costruzioni edili nel corso degli anni ‘80, è stato bandito in Italia già nel 1992 con la legge n.257. La stessa che pone alle regioni l’obbligo di quantificare la presenza di amianto negli ambienti di vita e di lavoro per procedere ad una graduale dismissione del materiale. Eppure, vent’anni dopo, il numero degli edifici incriminati nel Lazio è ancora alto. È questione delle ultime settimane la polemica in regione tra

maggioranza e opposizione sul problema amianto. Alla Polverini, che intervistata sull’argomento alla trasmissione di La7 L’aria che tira, ha dichiarato che «è attualmente in corso il censimento delle costruzioni con amianto ancora presenti nel Lazio», il capogruppo Pd in regione, Esterino Montino, ha risposto in un comunicato che «la mappatura già c’è, grazie al lavoro della ASL di Viterbo», e che «il problema, piuttosto, è come intervenire», riferendosi evidentemente alle modalità di smaltimento del materiale.Sull’argomento è intervenuto anche Antonio Paris, a capo del gruppo misto in consiglio regionale, il quale in una nota ha voluto precisare che il lavoro, comunque prezioso, condotto sinora dalla ASL di Viterbo, è stato quello di registrare le segnalazioni provenienti da terzi, ovvero enti, scuole o comuni cittadini. «L’operazione da portare avanti, invece», ha detto Paris, quella cui si riferisce secondo lui anche la Polverini, «è un vero e proprio censimento ad opera di istituti preposti».Certo, sul ritardo clamoroso con cui si è arrivati ad affrontare la questione, le re spon-sabilità possono es -se re distribuite in ma niera del tutto equa tra le diverse amministrazioni che nel corso degli anni si sono succedute alla guida della regione. Detto questo, che adesso si vada avanti. I cittadini aspettano.

Amianto: ancora elevata la presenzanegli edifici pubblici

ATTUALITà

] di Valeria Torre [

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Torna a Roma, dal 16 al 23 marzo 2012, per il terzo anno conse-cutivo, il Francofilm – Festival del Film Francofono di Roma, che presenta – a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – il me-glio della recente cinematografia proveniente dai Paesi francofo-ni di tutto il mondo presentati da registi e interpreti. Organizzato dall’Institut Français – Centre Saint-Louis di Roma, presso cui si ter-ranno le proiezioni e gli incontri (Largo Toniolo 21 -22), il festival presenterà una variegata selezione di pellicole – in gran parte ine-dite in Italia - provenienti da paesi quali Belgio, Ungheria, Maroc-co, Lussemburgo, Canada Quebec, Romania, Svizzera, ma anche Tunisia, Libano, Egitto, Haiti, Slovacchia e Ciad. A seguito di ogni proiezione, il pubblico potrà votare per decretare il film vincitore del Premio del pubblico. Apertura e chiusura del festival saranno affidate a due concerti: inaugurazione il 16 marzo con il quartetto AkliD e chiusura il 23 marzo con la cantante Awa Ly accompagnata dal trombettista Aldo Bassi come ospite d’onore. Tra i film presen-tati, il rumeno Europolis, diretto da Cornel Gheorghita, un dramma fantasy basato sulla tradizione rumena che ritiene che l’anima ri-percorra i momenti vissuti in vita durante i quaranta giorni di lutto. Ma anche il lussemburgese Le Refractaire, del regista Nicolas Steil, che esplora un aspetto poco conosciuto della storia del Lussem-burgo durante la Seconda Guerra Mondiale: l’esistenza di uomini che si sono rifiutati di partire per il fronte dalla parte dei tedeschi in seguito all’annessione del Paese al Terzo Reich. Saranno inoltre presentati lo svizzero La petite chambre diretto da Stéphanie Chuat e Véronique Reymond e Et maintenant on va où? (tit. ita E ora dove andiamo?) della regista libanese Nadine Labaki. Una giuria presie-duta da Romano Milani, segretario generale del Sindacato Nazio-nale Giornalisti Cinematografici Italiani, consegnerà il Premio della Giuria al miglior film e la Menzione speciale della Giuria.

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dalle migliori insegne, da 30 cafè e ristoranti, dai più accurati servizi (tra i quali un parcheggio di oltre 4.000 posti auto), in un mix capace di incontrare le esigenze dei visitatori più esigenti.Euroma2 poi ha un carattere speciale: vivace, gla-mour, aperto, accogliente, un carattere che arricchi-sce l’offerta commerciale, andando a costruire una shopping experience esclusiva, irripetibile.Euroma2: un ponte tra la tradizione, tipica dell’of-ferta delle più importanti piazze e vie centrali delle nostre città, e la modernità dei più rinomati mall commerciali internazionali.

Tra i valori distintivi di Euroma2 vi è la sua localizzazione, all’EUR, un quartiere residenziale e d’affari di grande prestigio, collocato nel contesto urbano di Roma e facilmente accessibile. Euroma2 è situato all’incrocio tra Viale Cristoforo Colombo e Via dell’Oceano Pacifico, comodamente raggiungibile sia dal Grande Raccordo Anulare che dal centro città, attraverso Via Cristoforo Colombo, arteria di grande scor-rimento. Sull’asse viario che serve Euroma2 transitano giornalmente oltre 200.000 veicoli.Euroma2 si inserisce in un nuovo comprensorio immobiliare, che com-prende edifici residenziali di elevato valore ed un centro direzionale di rilievo nazionale che ospita, tra gli altri, il Ministero della Salute, Procter&Gamble Italia, e che accoglierà prossimamente Provincia di Roma e ATAC.

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CINEMA

I tempi sembrano ormai maturi, affinché non ci debba più affan-nare a perorare la causa del fascinoso George Clooney, pun-tualizzando come non sia soltanto un divo da copertina o un sorriso da sfoderare nella pubblicità del Martini (“no Martini, no Party”), bensì un attore di prim’ordine (il meglio lo ha dato

probabilmente nei film del sodale Steven Soderbergh, da Out of Sight al mini ciclo inaugurato con Ocean’s Eleven) e una testa pensante in grado di fare ottimo cinema. A dimostrarlo ci sono ovviamente le sue prime regie, sia lo scoppiettante esordio avvenuto nel 2002 con Confes-sioni di una mente pericolosa che il successivo Good Night, and Good Luck (2005), dove il nostro ha saputo mettere alla berlina in modo acu-to e penetrante uno degli spettri più ingombranti della società ame-ricana, la stagione del “maccartismo”, rendendo ancora più evidente quel suo posizionarsi sul fronte più progressista. In questo Le idi di marzo, suo quarto lungometraggio (trascuriamo pure il più effimero In amore niente regole del 2008), George Cloney sembra seguire ancora una volta come un “padawan” di talento le orme del “maestro Jedi” Soderbergh, che nel 2003 aveva portato avanti per la HBO una serie televisiva, K Street, in cui venivano ugualmente a galla gli aspetti più torbidi del sistema elettorale americano. Sì, perché in Le idi di marzo lo scenario validamente tratteggiato sulla falsariga del testo di Beau Willi-mon, che ha poi collaborato con Grant Heslov e con lo stesso Clooney alla sceneggiatura, ha come sfondo le primarie del Partito Democratico negli Stati Uniti.Il racconto si snoda tra discorsi ruffiani, accordi sottobanco, ciniche incursioni nella vita privata dei protagonisti, ideali traditi, giornalisti di grido appostati ai margini come avvoltoi, sconfinamenti dei poteri forti in campagne elettorali concepite così da ibridare un grande show mediatico e gli incontri, più o meno clandestini, tra i rappresentanti di rapaci comitati d’affari. L’epicentro dello scontro in atto è lo spostarsi

delle primarie in Ohio. Ma da questo frammento della campagna, che vede affrontarsi i due ipotetici candidati Democratici alla Presidenza, è l’intero sistema elettorale statunitense ad uscirne a fettine. Se infatti Clooney non nasconde, di rimando, il proprio disprezzo per le idee rea-zionarie e autoritarie dei Repubblicani, ciò che emerge amaramente è la profonda disillusione nei confronti del partito da cui dovrebbe sentirsi più rappresentato: considerando proprio le simpatie di Clooney per la parte Democratica, azzarderemmo un paragone forse impossibile, attraverso la constatazione che il suo ruolo di “grillo parlante” ricorda un po’ quello di Citto Maselli in Italia, anche lui come cineasta parte integrante di una sinistra riformista della quale ha però brillantemente intuito, specie negli ultimi film, l’opportunismo e il carattere sterile, im-belle, rassegnato. Le idi di marzo è quindi una specie di psicodramma elettorale che pone in primo piano, al di là dei discorsi fumosi e ruffiani dei due candidati, l’attività incessante di quei comitati elettorali e dei rispettivi addetti stampa, dalle cui spregiudicate manovre scaturiscono soprattutto colpi bassi. Fino a propiziare conseguenze drammatiche o comunque prive di qualsiasi etica. A parte un paio di ingenuità nello script (suona strano che la stagista figlia di importante uomo politico non disponga di poche centinaia di dollari per risolvere un problema personale), ciò che ne consegue è il ritratto livido, disincantato di un sistema ormai completamente alienato e senza dubbio ipocrita, cui danno voce accanto allo stesso Clooney (nei panni di uno dei candi-dati) attori strepitosi come Ryan Gosling (un protagonista coi fiocchi, esattamente come lo era stato in Drive), Paul Giamatti, Marisa Tomei, Philip Seymour Hofman, Max Minghella e la giovanissima Evan Rachel Wood, una rivelazione per quanto già apprezzata in Across the Univer-se e The Wrestler. A condire il tutto lo score musicale nervoso e in ciò azzeccatissimo di Alexandre Desplat, che assicura un ritmo sincopato a questo intenso “thriller” elettorale.

LE IDIDIMARZO] di Stefano Coccia [

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La Protezione Civile è una struttura costituita di molteplici organismi, che per essere sfruttati a pieno hanno bisogno di un coordinamento e di strumenti adeguati. A livello na-zionale è coordinata dal Dipartimento per la Protezione Civile alle dirette dipendenze del Consiglio dei Ministri.

È un organismo decentrato, che coinvolge enti locali, strutture pro-fessionali, ma anche la popolazione tramite organizzazioni di volon-tariato. A livello locale il responsabile dell’operatività degli organismi coinvolti è il Sindaco. Come anticipato pur agendo come corpo unico la Protezione Civile è costituita da diverse realtà: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, Forze armate, Polizia, Cor-po Forestale dello Stato, CNR, e altre strutture fra le quali il Servizio Sanitario Nazionale. La Protezione Civile ha il compito di intervenire a seguito di disastri causati dall’uomo o da calamità naturali; tuttavia il suo principale obiettivo è quello di fare azioni di prevenzione e pre-visione. Guardando alla nostra Regione e ai fenomeni metereologici che hanno caratterizzato il periodo invernale (le piogge intense che hanno bloccato la capitale o le nevicate delle passate settimane) sono emerse le carenze del servizio e la necessità di un suo riordino.

Proprio di questo abbiamo parlato con Daniela Valentini consigliere regionale del Partito Democratico, che di recente ha presentato una proposta di legge per il riordino del sistema della Protezione Civile. La proposta, al vaglio della Commissione competente insieme a quel-la presentata dalla Giunta, è stata studiata e definita con l’intenzione di porre rimedio alle lacune del servizio.Per rendere efficaci gli interventi della struttura è necessario provve-dere al rafforzamento delle attività di prevenzione; per questo – di-chiara la Valentini – la nostra proposta punta all’attivazione e al raffor-zamento di un’attività di monitoraggio del territorio, che comprenda l’analisi delle condizioni degli argini dei fiumi, un’analisi dell’idoneità delle strutture pubbliche, e ancora una mappatura dell’impianto urba-nistico dei molti paesi che costituiscono la nostra Regione, e che nelle passate settimane sono rimasti isolati anche a causa di strade inadegua-te ad accogliere il passaggio dei mezzi di soccorso e pulizia. Si tratta naturalmente di una proposta ambiziosa – prosegue la Consigliera re-gionale – che per essere implementata avrà bisogno di tempo e fondi.A tal proposito – aggiunge – è necessario sfruttare di più e meglio le risorse messe a disposizione dell’Unione Europea. Non meno im-portante è lo sviluppo di una cultura della prevenzione e della colla-borazione: l’efficacia della Protezione civile dipende da un corretto e attento coordinamento di tutte le realtà coinvolte, e in questo i Sindaci svolgono un ruolo di primo piano.

Il lavoro della protezione civile si rivolge alla tutela della salute, alla sicurezza delle persone e dell’ambiente. La regione Lazio sta provve-dendo all’implementazione del Piano Rifiuti, anch’esso strettamente collegato alla tutela della sicurezza e della salute dei cittadini. Qual è la sua opinione in merito alle decisioni adottate?Nella Capitale è essenziale portare la raccolta differenziata al 60%, altrimenti non solo avremo ancora bisogno della discarica di Malagrot-ta, ma saremo costretti ad aprirne altre, purtroppo però raggiungere questo obiettivo entro la fine dell’anno sarà alquanto difficile visto che oggi siamo solo al 24%. Adottare un piano improntato allo sviluppo del ciclo dei rifiuti è fondamentale se si vuole salvaguardare la salute dei cittadini e tutelare il patrimonio naturale e agricolo della nostra Regione.

Vista l’esperienza maturata come Assessore all’Agricoltura, cosa ne pensa dei provvedimenti adottati dall’amministrazione in proposito?Di recente il Consiglio regionale si è trovato a discutere due propo-ste di legge sulla tracciabilità dei prodotti agricoli, una d’iniziativa

della Giunta l’altra delle forze d’opposizione. Il provvedimento della maggioranza, indubbiamente utile, si concentra però esclusivamente sull’indicazione dell’origine del prodotto, sarebbe invece più oppor-tuno emanare una legge che informi il cittadino anche sui sistemi di produzione. La norma prevede poi di affidare l’attività di verifica ad un organismo privato, non adatto secondo noi a garantire assoluta im-parzialità ai cittadini. Riteniamo che debba essere l’Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio, a ricoprire questo ruolo, essendo un Ente pubblico e avendo tutti gli strumenti necessari per svolgere questa funzione di garanzia. Purtrop-po però sembra che l’intenzione della Giunta sia quella di depotenzia-re la struttura più che migliorarla.

Alcune settimane fa si sono tenute le elezioni del Coordinatore regio-nale del Partito Democratico, con l’elezione di Enrico Gasbarra. Lei cosa ne pensa, è l’uomo giusto?Sono molto soddisfatta del-l’elezione di questo candi-dato che è stato eletto con una maggioranza del 70%. Dato che indica la capacità di Enrico Gasbarra di fare da collante fra le correnti del Partito. C’è bisogno di una maggiore unità, di discutere più dei territori e meno delle dinamiche in-terne, come ha dichiarato lo stesso Gasbarra.

IntervIsta all’On. DanIela valentInI:PrOPOsta DI leGGe sUl sIsteMa DI rIOrDInODella PrOteZIOne CIvIle nel laZIO

] di Irene Giarracca [

Daniela Valentini, attuale Consigliere regionale del Partito Democratico, è una rappresentante politica d’esperienza, nel 1985 era consigliere al Comune di Roma fra le forze d’opposizione, dove in seguito ricopre la carica di Presidente della Commissione Commercio; nel 1998 entra nel Consiglio di Amministrazione di Ama dove viene eletta Presidente; durante la precedente legislatura ricopre infine la carica di Assessore regiona-le all’Agricoltura. Il suo percorso la porta a una conoscenza approfondita della struttura economica e del patrimonio ambientale del Lazio, che oggi l’ha spinta alla presentazione della Proposta di riordino del Sistema della Protezione Civile.

POLITICA

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Alla fine degli anni ’90 l’Unione Europea ha votato una legge di mes-sa al bando dell’amianto, una sostanza che disperdendo nell’aria le sue spore risulta altamente nociva per la salute, causa dell’insorgen-za di diverse patologie polmonari fra cui il mesotelioma maligno. Russia, Cina, India e Svizzera continuano ad utilizzare l’amianto per la produzione di manufatti, che possono essere importati anche nel nostro Paese.Purtroppo anche se il minerale è stato messo al bando manca una direttiva che imponga la bonifica dei territori inquinati; nella mag-gioranza delle regioni d’Italia non sono ancora stati operati censi-menti dei siti contaminati. Secondo un’indagine realizzata da Lega Ambiente nella nostra Regione ci sono circa 1 milione di tonnellate di amianto, ma dal censimento ne risultano all’incirca 23mila. Se gli edifici pubblici contaminati sono stati individuati, circa 1550 strut-ture, la gran parte dei territori interessati rimangono sconosciuti.Per quanto riguarda lo smaltimento del materiale, in Italia esiste un unico sito autorizzato che ad oggi ha raggiunto la capacità massi-ma, pertanto chi agisce nella legalità è costretto a smaltire i propri rifiuti in Germania con un conseguente aggravio di spese. L’Inge-gner Luigi Abate, Consigliere regionale del Lazio, ha a tal proposito presentato una proposta di legge rivolta alla costituzione di impianti di stoccaggio dell’amianto nella Regione. La legge 27 Marzo del 1992 n. 257, impone alle regioni di provvedere all’individuazione di siti idonei allo smaltimento dell’amianto. La proposta del Consigliere Abate, prende ispirazione dalla Legge emanata in proposito dalla Regione Puglia che sull’esempio tedesco individua nelle cave i siti di stoccaggio del minerale.Con la seguente legge si propone di riempire le cave con rifiuti di amianto, appropriatamente isolati per evitare l’inquinamento dell’ambiente circostante; al riempimento della cava, di provvedere

alla copertura della stessa con un eventuale rimboschimento della zona, o con l’installazione d’impianti per la produzione di energia rinnovabile, dal cui ricavato è possibile prevedere dei fondi per in-centivare lo smantellamento del materiale da siti contaminati. La legge sarà unificata ad una d’iniziativa della Giunta Polverini, che disciplina le procedure di smantellamento: dalla rimozione alla presa in carico del vettore.

Il COnsIGlIere lUIGI abatePresenta la PrOPOsta DI leGGesUllO sMaltIMentO Dell’aMIantO

POLITICA

Il Presidente dellaCommissione specialeSicurezza e prevenzione degli infortunisui luoghi di lavorodella Regione Lazio

Luigi Abate

] di Irene Giarracca [

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Quando utilizzare questa tecnica

Nella vastità delle tecniche sull’utilizzo degli impianti, una particolarmente utilizzata è quella di inserire l’im-pianto contestualmente all’ estrazione dell’elemento dentario, tecnica denominata appunto POST - ESTRAT-TIVA. Va premesso che tale tecnica presuppone una adeguata anamnesi prima dell’ intervento in quanto la zona interessata deve essere completamente priva di ogni tipo di rarefazione ossea dato che l’osso circo-stante sarà completamente sfruttato per l’inserimento dell’impianto anche oltre l’apice naturale dell’ele-mento dentario che sarà estratto. Molto spesso questa tecnica si fa preferire nella sostituzione di elementi mono- radicolati o anche premolari mentre sui molari risulta leggermente più complesso dato che per la struttura pluriradicolata risulta più difficoltoso reperire una quantità sufficiente a dare stabilità primaria all’im-pianto che è poi il principale problema in questo tipo di riabilitazione implantare.Va specificato che molto spesso risulta necessario anche effettuare una piccola ricostruzione ossea per non lasciare magari non coperte di osso alcune parti dell’impianto con conseguente compromissione della sua stabilità. Proprio per questo motivo a mio avviso la parte più importante dell’intervento risulta essere l’e-strazione del dente in quanto bisogna preservare asso-lutamente la corticale sia vestibolare che linguale per aumentare la stabilità primaria dell’impianto e diminu-ire così la quantità di tessuto osseo da ricostruire. Ana-lizziamo ora vantaggi e svantaggi di questa tecnica:

Concluderei quindi dicendo che, sebbene questa tecnica sembra farsi preferire da un punto di vista della velocità del completamento del percorso terapeutico, rende necessario una attentissima valutazione in quan-to bisogna comunque assicurare all’impianto condizio-ni di stabilità che favoriscano guarigione, integrazione ma soprattutto DURATA!!

IMPIANTI POST-ESTRATTIVI

VANTAGGI

• Unico accesso chirurgico

• Completamento del lavoro in tempi più brevi

• Possibilità di carico im-mediato con provvisori

• Conservazione della cresta

• Eventuali protesi mobili provvisorie da portare per tempi brevi

• Spesso costi minori

SVANTAGGI

• Valutazione molto approfondita con varie tecniche radiologiche

• Preservazione volumi os-sei durante l’estrazione

• Riassorbimento perim-plantare

• Necessità di ricostruzione ossea comunque

• Grande duttilità dell’impianto

a cura del Dott. Fabrizio Ferrazza

situazione prima dell'intervento con l'elemento dentario prima di essere estratto

rx prima dell’intervento

rx endorale ad intervento concluso

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I recenti fatti di cronaca, che nuovamente hanno visto donne più o meno giovani vittime della spregiudicatezza di estranei, ma molto più spesso di quella dei loro mariti, compagni, fidanzati, ex, hanno richiamato l’attenzione generale su questa drammatica realtà, nell’ambito della quale, secondo i dati annuali, in Italia si registra un episodio di morte ogni 3 giorni. E nella maggior parte dei casi il responsabile è proprio lui: il partner. La morte, dunque, come tragico epilogo di storie in cui l’amore si è progressivamente trasformato in luogo di violenza e terrore. Situazioni estreme che, però, quasi sempre hanno lasciato lungo la strada una serie non indifferente di indizi. Percosse, abusi, maltrattamenti fisici e psicologici, sono tutti elementi che nella maggior parte dei casi hanno accompagnato per anni la vita della vittima.

Dott.ssa De Masi, ci sono dati ufficiali in merito al numero delle donne che subiscono violenza nel Lazio e nello specifico a Roma?

«Posso dire che al nostro servizio nel 2011 si sono rivolte 250 donne. È un numero molto alto, se pensiamo che non siamo l’unico servizio antiviolenza presente nel territorio di Roma e che molte delle violenze rimangono nascoste». Qual è, dai vostri riscontri, la percentuale delle donne che subisce violenza domest ica (da parte di mariti, compagni, ex) rispetto ai casi di violenza ad opera di estranei?«Si tratta di una percentuale molto significativa, che arriva all’ 85%- 90% per quanto riguarda le donne vittime di violenza domestica, rispetto a una percentuale minima di violenze che avvengono da parte di persone completamente estranee alle donne. Lo slogan del movimento delle donne a tal proposito è molto calzante: l’assassino non bussa, ha le chiavi di casa».

C’è in queste donne un impatto emotivo diverso rispetto a quelle che subiscono violenza da un estraneo?

«Le donne che subiscono violenza da parte di persone a loro vicine hanno molta più difficoltà nel denunciare le violenze subite, e nel far emergere all’esterno il problema che vivono. Spesso si tratta di donne che hanno investito molto nella creazione di una famiglia, e che vivono come fallimento il non essere riuscite a “cambiare” il proprio partner. Subire violenza da parte di una persona amata ha conseguenze molto pesanti sul benessere psico-fisico di queste donne».

Che cosa è cambiato da quando è stato introdotto il reato di stalking?

«L’introduzione del reato di stalking è stata una forte innovazione nel panorama legislativo italiano. Tuttavia il suo utilizzo appare ancora in fase di “rodaggio”, proprio perché istituito in tempi recenti. Mi spiego meglio: a volte si tende a mettere nel grosso calderone del “reato di stalking” una serie di altri reati che hanno pure essi una loro drammaticità e una loro rilevanza penale. Sui giornali si parla molto più spesso di stalking che di maltrattamenti, un reato considerato molto grave dall’ordinamento italiano, tanto che la denuncia scatta d’ufficio e non a querela di parte. Spesso lo stalking è una delle fasi della violenza: se una donna attualmente subisce stalking da parte dell’ex, è molto probabile che in passato abbia subito maltrattamenti, o altri tipi di violenze».

Che tipo di lavoro viene portato avanti dal vostro centro?«Il Servizio interviene attraverso operatrici specializzate nell’accoglienza a donne vittime di violenza di genere, abuso, maltrattamenti, stupro in famiglia, stupro occasionale, al fine di sostenere le donne che vi si

rivolgono nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza. Garantiamo gli interventi, l’accoglienza ed il sostegno necessari sia su richiesta diretta delle donne, sia su invio o indicazione dei servizi e delle istituzioni territoriali, quali i servizi sociali, le forze dell’ordine, i presidi ospedalieri, le associazioni del privato sociale, ecc. Questi possono richiedere, in tutte le ore del giorno e della notte in tutti i giorni feriali e festivi, l’intervento delle operatrici del Servizio direttamente presso i loro presidi, in caso di contatto con donne vittime di violenza».

Quali sono le figure professionali che lavorano all’interno del vostro centro (medici, psicologi, ecc…)?

«L’equipe è multidisciplinare ed è composta da due psicologhe, una assistente sociale, una mediatrice culturale, due sociologhe. Abbiamo, tuttavia, tutte una formazione specifica sulla violenza di genere: la formazione accademica “classica”, infatti, spesso non contempla un tipo di formazione focalizzata sulla violenza di genere intesa come fenomeno culturale, diffuso trasversalmente rispetto alle classi sociali, alle appartenenze religiose o di na -zionalità, e con conseguenze psi-co-fisiche gravissime sulle donne che la subiscono.Pertanto, ognuna di noi ha fat to dei corsi di formazione spe cifici per di ventare operatrice spe-cializzata nel sostegno alle donne vittime di violenza».

C’è anche un’assistenza di tipo legale?

«Abbiamo un’equipe di av vocate specializzate sul fenomeno della violenza di genere, che seguono l’ ambito penale (nel caso in cui la donna voglia sporgere denuncia-querela per il maltrattamenti subiti), civile (nel caso di separazioni), minorile (nel caso di coppie conviventi, per le quali competente per le problematiche relative all’affidamento dei minori è il Tribunale per i Minorenni), lavorativo (per casi di mobbing o molestie sul lavoro), o in diritto dell’ immigrazione. Si tratta di avvocate iscritte alle liste del gratuito patrocinio, e che possono quindi garantire assistenza gratuita alle donne che si rivolgono al servizio».

Quali sono i riscontri positivi registrati negli ultimi tempi nell’ambito del fenomeno e quali, invece, i punti su cui bisogna ancora lavorare?

«Il taglio a diversi servizi pubblici, centri d’accoglienza e in generale la mancanza di finanziamenti sicuramente ha un effetto a cascata negativo sui progetti di uscita dalla violenza di cui sono protagoniste le donne: a causa delle difficoltà economiche e della precarietà lavorativa che tutte noi viviamo, per una donna diviene sempre più difficile poter decidere rispetto alla rottura della relazione con l’uomo violento, poiché il futuro diviene incerto, soprattutto in presenza dei bambini. Anche i servizi sociali si vedono i fondi dimezzati, e questo ha un impatto certamente negativo sul contrasto alla violenza di genere. Per quanto riguarda i riscontri positivi, possiamo af fermare che sicuramente rispetto a 20 anni fa c’è un’attenzione diversa rispetto al fenomeno della violenza, anche se molta strada deve ancora esser fatta».

RIFLETTORI ACCESI SULLA VIOLENZA DI GENEREIntervista a Francesca De Masi, vice responsabile del Servizio Antiviolenza SOS DONNA H24 di Roma Capitale gestito da Be Free Cooperativa Sociale.

] di Valeria Torre [

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Il sorriso illumina il volto e trasmette emozioni. Il sorriso ha il volto di mamma per il bambino: il sorriso che vale molto e costa poco.

Il sorriso ha tante età, quello del neonato senza denti, quello del bambino con le ‘finestrelle’ e quello dell’adolescente che vuole un sorriso perfetto e soffre per quel dente non proprio alline-ato.

C’è una fase d’eclissi tra i trenta e i qua-ranta anni per poi tornare a specchiarsi e vedere i segni del tempo sui propri denti, l’usura e il colore sbiadito come una vecchia foto e il desiderio di riappropriarsi della propria immagine e riguada-

gnare il sorriso perduto.

È bello sapere che esiste l’odontoiatria estetica che può, dopo uno studio del volto, eseguire il progetto di un nuovo sorriso (smile design), pronto effetto, senza anestesia e senza dolore.

Sono faccette in ceramica che ridonano la luce al volto ed il desiderio di sorridere e sentirsi più sicuri di sé senza dover mettere le mani davan-ti al viso o fare sorrisetti che mandano improbabili mes-saggi subliminali.

Il volto si riaccende, il desi-derio di truccarsi e di trovare un nuovo sex-appeal: è la magia del sorriso.

Gli occhi vedono cose nuove gli altri sentono nuove attra-zioni.

Il valore Del sorriso

prima dopo

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Allieva della scuola del  Teatro dell’Opera di Roma, su consiglio della ballerina russa Ga-lina Samsova (che la nota nel gruppo di bam-

bini coinvolti nell’allestimento della  Bella Addor-mentata nel Bosco di André Prokovsky) si trasferisce a Londra all’età di 10 anni per frequentare la Royal Ballet School  a White Lodge nel  Richmond Park. Un anno dopo è protagonista di un documentario della Thames Television intitolato “I really want to dance”. Nel 1983 è accettata alla Upper School della Royal Ballet School a Barons Court e poco dopo, a soli 17 anni, le viene offerto un contratto per la pre-stigiosa  Royal Ballet  Company del  Covent Garden. Nominata solista a 19 anni, all’età di 21 raggiunge il titolo di principal dancer affermandosi in breve tem-po come una delle beniamine più amate dal pubblico e dalla critica della Royal Opera House di Londra.

Grazie ad una brillante combinazione di passione latina ed elegan-za britannica, la Durante si impone nei ruoli principali dei balletti classici (Giselle, Il lago dei cigni, La Bella Addormentata, Lo Schiac-cianoci, La Bayadère, Raymonda) ed anche nel repertorio più tipica-mente inglese dei coreografi sir Frederick Ashton (Cinderella, La Fille mal Gardée, Rhapsody, Ondine, A Month in the Country, The Dre-am, Symphonic Variations, Les Patineurs, Birthday Offering, Scènes de Ballet, Thaïs pas de deux) e sir Kenneth MacMillan (Manon, Ro-meo and Juliet e Winter Dreams). In particolare, nel 1992 MacMillan crea per la Durante l’unico ruolo femminile della sua ultima creazio-ne The Judas Tree accanto all’eccezionale russo Irek Mukhamedov.Nel 1993, con la collega Darcey Bussell, è ospite del New York City Ballet e nel 1997 riceve una nomination al Lawrence Olivier Award per il ruolo di Anastasia nell’omonimo balletto di MacMillan. L’anno seguente, grazie a Galina Samsova, la Durante torna a Roma come applaudita protagonista del medesimo allestimento della Bella Addor-mentata in cui fu piccola debuttante tanti anni prima.Lasciato il Royal Ballet nel 1999 in circostanze burrascose, la Durante continua una carriera internazionale che la vede ospite di numerose compagnie di balletto tra cui l’American Ballet Theatre, l’English Na-tional Ballet, la Scala di Milano, il Dresden Semperoper, il Teatro di

San Carlo  a Napo-li  e soprattutto il K-Ballet  giapponese di Tetsuya Kuma-kawa. Nel 2007 de-butta come attrice in Escaping Hamlet di Giampiero Borgia al Fringe Festival di Edim-burgo  e nel 2010, ancora al Fringe, presenta in veste di coreografa la Viviana Durante Company.Questa in grande linee la vita e gli studi di una eccellenza della danza tutta italiana. Negli ultimi anni è stata ospite del Teatro dell’Opera di Dresda, dove ha danzato Il rosso e il nero, dall’omonimo romanzo di Stendhal, con le coreografie di Uwe Scholz, suo partner, Vladimir Derevianko. Sempre a Dresda, ha interpretato La bisbetica domata di John Cranko e Il Lago dei cigni di John Neumeier. Ha inoltre danzato al Lincoln Center di New York in Rhapsody di Frederick Ashton per il New York Festival e in Francia con Cassandra di Luciano Cannito, accanto al ballerino Eric Vu An.  All’apice della sua carriera, la Duran-te ha scelto di tornare a danzare in Italia: a Napoli, a Torino, a Todi e a Roma, sua città natale. Per il teatro partenopeo, che l’ha ammirata e applaudita in ruoli classici come La bella addormentata nel bosco e Coppelia, la Durante è stata protagonista di numerosi balletti contem-poranei, tra cui Duke Ellington Ballet di Roland Petit e Omaggio a Sir Frederick Ashton. In tempi recenti è stata anche Carmen, coreografia di Luciano Cannito portata trionfalmente a Roma la scorsa estate con la compagnia del Teatro Nuovo di Torino. Sempre nel luglio 2005 la Durante è stata l’unica ospite femminile di un gala di danza ideato da Vittoria Ottolenghi, dal titolo L’Amour et son Amour. Nel corso della serata ha danzato con Roberto Bolle nel duetto d’amore di Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan e con Vladimir Derevianko nel passo a due da Le Rouge et le Noir di Uwe Scholz.Ben tre volte in Inghilterra, una in Cile e una in Italia le è stato asse-gnato dalla critica il titolo di miglior danzatrice dell’anno. Questo a significare come in Italia poco si valorizzano i nostri talenti, che come in molti altri settori, scappano dal nostro Paese. Per la danza in par-ticolare c’è stato un drastico calo per un problema culturale imposto dalla televisione e dai drastici tagli finanziari per le compagnie teatrali e di balletto.

Omaggio a…VivianaDurante

DANzA

] di Corinna Lucianelli [

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Il genere umano si confronta con un momento storico incre-dibile dove le opportunità spesso risiedono nelle complessità ambientali. Le materie prime scarseggiano, a volte alcuni pro-blemi sembrano insormontabili, e la montagna impossibile da scalare. È proprio così? Questa volta vogliamo parlare dei rifiuti

cosiddetti inerti. Sono gli scarti e le rimanenze di materiali da costru-zione o derivanti da demolizioni e scavi. Riciclarli e riutilizzarli per le costruzioni costituisce un importante contributo per l’ambiente. Ad affermarlo è una recente ricerca pubblicata dalla rivista scientifica «Resources, Conservation and Recycling» che ha analizzato come poter riciclare il materiale edile di un edificio in demolizione. Il riciclo degli inerti è una grande risorsa economica perché dopo apposita lavorazione è possibile riutilizzarli per la realizzazione di:

• corpo dei rilevati di opere in terra• sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali civili e

industriali• strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto• recuperi ambientali, riempimenti e colmate

Potremmo continuare elencando ulteriori opportunità dall’opera di riciclo dei materiali inerti come il riuso di quelli ferrosi presenti.Altro aspetto importante è l’attenzione alla natura e alla qualità della vita, riutilizzare il materiale inerte implica una grande attenzio-ne all’ambiente, uno straordinario senso civico e spesso un grande risparmio per i comuni e la collettività, alla lunga un vantaggio eco-nomico per la nazione e di conseguenza per il singolo cittadino. La globalizzazione e la crisi economica comportano economie di scala nazionali, collegate direttamente all’attenzione dell’individuo verso consuetudini proficue allo sviluppo di un’economia ambientale as-solutamente ecologica.Da una recente pubblicazione dell’ISPRA, dell’undicesimo Rapporto Rifiuti, si è avuto conferma che, mentre si rileva una contrazione della produzione pro-capite dei rifiuti in generale, la produzione di macerie edilizie e rifiuti inerti da C. & D. è incrementata, superando la soglia di oltre cinquanta milioni di tonnellate, una mole enorme. Riutilizzare l’intera produzione di rifiuti inerti prodotta in un anno

consente di rispettare la natura anche perché l’ag-gregato riciclato dalla natura non prende nien-

te, il processo di produzione è completamente sostenibile ed è riutilizzabile all’infinito. Rimane comunque bassa la percentuale dei rifiuti inerti avviati al recupero, mentre in al-cuni stati europei si supera abbondantemen-

te la soglia del 70%, in Italia si evidenzia una

disparità per aree geografiche che raggiunge percentuali medie dal 5% (meridione) al 15% (settentrione). Sviluppare le attività di recu-pero consente agli operatori di raggiungere margini operativi soddi-sfacenti e, con il reimpiego, limitare notevolmente l’uso di materiali vergini da destinare a utilizzi più redditizi. Oggi, gli studi e la tecnologia hanno permesso di ricavare da ciò che normalmente verrebbe scartato materiali betonabili, miscelabi-li, e quindi impiegabili direttamente per costruzioni e riempimen-ti. L’Università “La Sapienza” di Roma, assieme ad alcune aziende laziali, ha testato, sviluppato e infine approvato per l’introduzione sul mercato due nuovi materiali: il Duremix ed il Becomix. Entram-bi rappresentano due importanti step evolutivi nella ricerca volta all’implementazione dello sfruttamento di tutto ciò che entra nel ciclo del recupero degli inerti. Il Duremix, gia da qualche anno di-sponibile per gli impieghi edili, si ottiene miscelando a inerti natu-rali particolari leganti idraulici: le sue principali caratteristiche sono quelle di essere leggero, autolivellante, stabile volumetricamente e facilmente demolibile. Tutto ciò lo rende particolarmente utile per i riempimenti di cavità e per la realizzazione di sottofondazioni stra-dali. Il Becomix, di ultima introduzione, possiede le stesse caratte-ristiche fisiche e meccaniche del Duremix ma con il vantaggio di provenire dallo sfruttamento di inerti riciclati. Le sperimentazioni più recenti prevedono inoltre la possibilità che nei leganti idraulici, ovve-ro nella parte fluida necessaria per realizzare la miscela, si utilizzino i percolati (liquidi che si depositano sulla base delle discariche degli inerti) appositamente depurati, andando quindi a chiudere un circo-lo virtuoso che consente di riutilizzare ogni elemento che compone la catena di gestione dei rifiuti inerti.

RIfIUtI InERtI:da emergenza a risorsa per il territorio?

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Il quartiere diMezzocamminoAbbiamo ascoltato il Presidente del Consi-glio del Municipio XII, Marco Cacciotti, per parlare del nuovo quartiere tutto dedicato al mondo del fumetto: Mezzocammino. La zona conosciuta anticamente per essere e-sattamente a metà strada fra il centro di Ro-ma e Ostia, oggi ospita uno dei quartieri più all’avanguardia della città, l’area a vocazione residenziale ospiterà a pieno regime 13.000 residenti, ma già oggi con soli 4.000 abitanti è dotata di tutti i servizi necessari.

Il lavoro, frutto della collaborazione fra il Comitato di quartiere, il Consorzio Mezzo-cammino e l’Amministrazione municipale, è un ottimo esempio di responsabilità e senso civico, un progetto di riconciliazione fra cit-tadini e Istituzioni.

Il Collegio dei tecnici costituito dal Consor-zio ha lavorato per il rispetto di un’armonia progettuale fra insediamenti urbani e spazi verdi, costituiti da parchi giochi e piste cicla-

bili, che conducono anche alle strutture sco-lastiche esistenti.

Da Dicembre il quartiere è stato aperto al traffico urbano ed è stato dotato di una li-

nea di autobus propria che mette in colle-gamento il territorio alla fermata Tor di

Valle, alla linea B della metropolita-na in corrispondenza della fermata Magliana, e al resto del Municipio.

Come affermato dal Dott. Nicastro Presidente del Consorzio a breve sarà

attivata anche una struttura di sorveglianza, e i cittadini potranno usufruire di un nume-ro telefonico a cui rivolgersi per qualsiasi e-sigenza, sarà inoltre presente un sistema di telecamere.

Una delle problematiche più comuni riguar-da il numero delle strutture scolastiche, generalmente in quantità inferiore alla do-manda del territorio, ma come accennato il nuovo quartiere Mezzocammino è un fiore all’occhiello, sono infatti presenti: un Asilo Nido che dal prossimo anno sarà affiancato da un’altra struttura, due Scuole Materne e una terza attiva dal prossimo settembre, e una Scuola Media.

Il Corridoiodella MobilitàAbbiamo rivolto la nostra attenzione ai la-vori per la realizzazione del Corridoio della Mobilità, nel tratto che riguarda la linea Lau-rentina – Tor Pagnotta – Trigoria. Il progetto prevede la costituzione di un percorso, in sede protetta, dedicato alla circolazione di Filobus che metteranno in comunicazione le aree periferiche del Municipio alla linea B della Metropolitana.

Con il Presidente del Consiglio Municipale Marco Cacciotti e con il Consigliere Augusto Culasso esponente delle forze di opposizio-ne siamo stati in prossimità del cantiere sulla Via Laurentina, dove i lavori sono in fase di

conclusione.

Il Corridoio Laurentina – Tor Pagnot-ta – Trigoria è lungo circa 5 Km, e prevede la costituzione di una corsia in sede protetta per la circolazione dei Filobus, si tratta di trasporti bi-modali, ossia di mezzi di trasporto che hanno la possibilità di sfruttare l’alimentazione a diesel, come un normale autobus, e quella ad elet-tricità. Il veicolo viaggerà, infatti, in sede protetta per quasi tutto il per-corso, tranne nel tratto che riguarda

l’intersezione con Viale dell’Umanesimo do-ve si muoverà in sede promiscua.

Proprio su questo punto sono sorti contra-sti tra maggioranza e opposizione, come dichiara il Consigliere Augusto Culasso, che si dice favorevole alla realizzazione del pro-getto ma che sottolinea i possibili svantaggi della scelta operata.

Scelta obbligata, racconta il Presidente Mar-co Cacciotti, a seguito del confronto con i residenti che hanno preferito salvaguardare l’assetto urbanistico esistente.

La tempistica dei lavori sulla Via Laurentina è stata rispettata, prosegue Marco Cacciotti, dove la prima fase delle operazioni si è con-clusa, per lasciare il passo alla seconda che si svilupperà nel tratto che va dalla Laurentina (in corrispondenza di Via Ignazio Silone) a Tor Pagnotta, e che richiederà la deviazione del traffico in Via Sapori dal prossimo Mag-gio al prossimo Ottobre.

Per quanto riguarda lo snodo verso il quar-tiere Tor Pagnotta, a breve dovrebbe essere dato avvio alla procedura di gara, che dure-rà un massimo di 3 mesi, per l’assegnazione dei lavori della sopraelevata che consentirà al Filobus di attraversare il Grande Raccordo Anulare.

Nel secondo tratto, dice il Presidente Marco Cacciotti, sono state apportate delle modifi-che al progetto iniziale, che avrebbe dovuto includere Vallerano, ma che nel rispetto dei vincoli sulla tutela dell’Agro Romano non sa-rà interessato dai lavori.

Fra circa un anno si terranno le elezioni poli-tiche, abbiamo pertanto chiesto al Presiden-te del Consiglio se per quel periodo saranno concluse le operazioni del Corridoio della Mobilità: “La linea Laurentina- Tor Pagnot-ta – Trigoria sarà certamente attivata entro Gennaio 2013. Riteniamo di poter rispettare anche le date d’apertura del Centro Congres-si dell’Eur e dell’Acquarium Mare Nostrum”.

MUNICIPIO XII Informa

] di Irene Giarracca [

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Da oltre 40 anni sul mercato, Autodecima è nata quando ancora dovevano sorgere gli attuali quartieri di Decima, Mostacciano, Torrino nord e Torrino Sud, Torrino Mezzo-

cammino, quando tutto era coperto da una distesa verde e quando l’unico rumore a far da sottofondo al paesaggio naturale arricchito da un piccolo lago, era solo il sibilo della vecchia ferrovia che passava dietro l’officina. Fondata da Dino Beccaceci, l’Autodeci-ma, che offre anche il servizio di carrozzeria e di elettrauto, occupa una vasta area di 800 mq, tra spazi interni ed esterni. L’attività di famiglia è stata proseguita dalle figlie del sig. Dino: Bruna, Paola e Rosella che con la loro lunga esperienza acquisita negli anni, hanno portato avanti l’intera attività, vantando oggi un portafoglio clienti di oltre 5000 contatti, grazie al Consorzio Autoriparatori riuniti (CAR), di cui Autodecima fa parte da circa 20 anni e di cui Dino Beccaceci fu uno dei primi fondatori. Il CAR offre gli strumenti e i servizi di supporto e gestione delle attività che operano nel settore dell’Autoriparazione mettendo a disposizione, all’esigenza, consulenti esperti e all’avanguar-dia che seguono il soci passo dopo passo, informandolo sugli aggiornamenti riguardo le normative in materia di licenze, smaltimen-to rifiuti e variazione della legge 626, ecc… Dotata delle più moderne attrezzature, la carrozzeria dispone anche del nuovo sistema di verniciatura ad acqua, a basso impatto ambientale, per essere al passo con i tempi e garantire qualità, competenza e serietà nel settore delle auto nel rispetto dell’ambiente.

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Nel corso degli ultimi 60 anni la popola-zione mondiale è passata da circa 2 miliar-di agli attuali 7. La rivoluzione industriale, il progresso e il benessere hanno generato questo veloce incremento demografico che è destinato ad aumentare. Secondo un rap-porto dell’Unesco preparato per il World Water Forum, da qui al 2050 la popolazio-ne potrebbe crescere di ulteriori 9 miliardi. Il nostro pianeta però non è in grado di reg-gere il ritmo. Il 70% dell’acqua è utilizza-ta dal settore agricolo, e nonostante questo nel mondo ci sono circa 2 miliardi di perso-

ne che non hanno accesso all’acqua, al cibo, e vivono sotto la soglia della povertà. Nel Sud-est Asiatico e in Africa il cambiamen-to climatico, ha già prodotto crisi alimenta-ri, il 60% della popolazione mondiale vive proprio in questi territori, ma queste regio-ni ospitano solo 1/3 delle risorse idriche presenti sulla terra. Negli ultimi 50 anni ab-biamo triplicato lo sfruttamento delle falde acquifere. Il consumo d’acqua non è soste-nibile e se le Istituzioni non provvederanno ad adottare strategie comuni, il futuro di-venterà sempre più incerto, basti pensare

che secondo le previsioni nel 2070 l’Euro-pa sarà un terra arida.

Fonte: ScientificAmerican.com

Secondo uno studio realizzato di recente dalla Nasa, ci sono ulteriori prove a supporto della teoria per cui la vita ha avuto origine grazie all’arrivo di frammenti dallo spazio.Il gruppo di ricerca ha analizzato 14 meteo-riti composti in prevalenza di monossido di carbonio. Sui campioni sono stati trovati de-gli aminoacidi, elementi che costituiscono la proteina, responsabile del processo chimico necessario alla produzione di tessuti come i capelli, le unghie o la pelle. Gli scienziati han-no sempre ipotizzato che gli aminoacidi po-tessero essere prodotti unicamente da una re-azione chimica dovuta alla presenza di basse temperature ed elementi chimici quali l’adlei-de, il chetone, ma soprattutto l’acqua. Gli a-strobiologi della Nasa hanno invece scoperto che questi 14 meteoriti sono stati sottoposti a temperature elevatissime, fino ai 2000 gradi

Fahreneit; la scoperta è quindi assolutamente rivoluzionaria poiché fino ad ora si era sempre pensato che a certe temperature gli aminoaci-di bruciassero e che fosse necessaria l’acqua per la loro costituzione. Esiste invece un’altra reazione chimica che può generarli, prodotta dalla presenza d’idrogeno, monossido di car-bonio, azoto, e innescata da temperature che vanno dai 200 ai 1000 gradi Fahreneit. L’ipo-tesi degli scienziati è che pertanto la vita sulla terra abbia avuto origine grazie ad una colli-sione fra un meteorite e un asteroide che ha provocato l’atterraggio di uno di questi fram-menti sul pianeta, e che attraverso l’incontro dell’acqua allo stato liquido abbiano dato luo-go quella serie di reazioni a catena che hanno portato alla nascita di forme di vita viventi.

Fonte: ScienceDaily.com

Vita nello spazio? Più probabile di quanto si pensi

World Water Forum: le previsioni si fanno allarmanti

La Corte Suprema degli Stati Uniti, a giu-gno scorso, ha riconosciuto i video giochi una forma d’arte. Un riconoscimento im-portante, ha dichiarato Chris Melissinos, curatore della mostra “The Art of Video Games” allo Smithsonian American Art Museum dal 16 marzo al 30 Settembre, che celebra i primi 40 anni di questo gene-re d’intrattenimento.La mostra includerà video game a scher-mata, cassette con interviste agli autori, le prime forme di console, e la possibilità di utilizzare i primi Joystick, e i controller delle prime PlayStation. In mostra ci sa-ranno 80 video giochi scelti fra i più no-ti, e agli spettatori non sarà concessa solo

la possibilità di distruggere eserciti o ru-bare macchine, ma anche quella di arare campi, costruire ospedali, dirigere il ven-to, assaporare la bellezza della natura. Il video gioco è una delle forme interattive più coinvolgenti, negli ultimi anni poi, gio-chi e film si sono avvicinati ed influenzati sempre di più, rendendo l’esperienza del giocatore ancora più realistica. I visitato-ri avranno l’opportunità di giocare a Flo-wer, acclamato come una delle più subli-mi esperienze che si possano fare in un appartamento. Il gioco riproduce la natu-ra a cielo aperto non dimenticando di far assaporare al giocatore tutte le esperienze visive e sonore che offre il paesaggio; l’idea

dichiara – l’autore Jenova Chen – è venuta percorrendo l’autostrada Los Angeles San Francisco, guardando le sconfinate colline e il cielo blu. Purtroppo – ha dichiarato – una fotografia non può catturare il rumo-re del vento o l’ondeggiare dell’erba; così ha realizzato un codice che contiene circa 200 mila fili d’erba 3 D.

Fonte:Smithsonianmag.com

“The Art of Video Games” allo Smithsonian American Art Museum

news da www.ilPeriodico.it

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Cons ig l io Re gionale in forma

Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, e quello dell’As-sociazione degli ex consiglieri, Enzo Bernar-di, hanno consegnato questa mattina alla signora Stefania Giannattasio, vedova del sergente maggiore Roberto Valente, ucciso in Afghanistan il 17 settembre 2009, un contributo economico per gli studi del figlio Simone.“Ho accolto – ha affermato Mario Abbruz-zese – con grande favore quest’iniziativa per ribadire la vicinanza della Regione Lazio a Stefania ed al piccolo Simone, e con loro simbolicamente anche a tutte le famiglie dei nostri caduti in missione. Famiglie che, in alcune occasioni, si trovano ad affrontare la durezza della perdita senza l’ausilio ed il supporto delle Istituzioni, la cui latitanza molto spesso si estrinseca con la mancata garanzia dei benefici previsti dalla vec-chia legge 336. Proprio per stigmatizzare simili mancanze e per garantire il rispetto non solo a parole, ma con comportamenti coerenti – dei valori essenziali che stanno alla base della Repubblica - l’associazione degli ex consiglieri e questa presidenza del Consiglio hanno deciso di fare la propria parte facendosi promotori di questo pegno sincero di gratitudine. Un gesto, questo contributo agli studi, che riafferma però la volontà dell’istituzione regione di sostenere

il piccolo Simone nel suo percorso di for-mazione, che gli auguriamo possa essere rapido e pieno di grandi soddisfazioni.Concludo – ha chiosato il presidente dell’Assemblea regionale, Abbruzzese – rin-graziando in maniera sentita il presidente Bernardi, il segretario Romano e la consi-gliera Rauti per il prezioso supporto che hanno fornito ai nostri uffici nell’organizza-

re questo evento. Il mio plauso va dunque a loro, con l’ auspicio sincero che simili occa-sioni di vicinanza e di sostegno alle famiglie dei nostri militari possano istituzionalizzarsi, garantendo la maggior attenzione possibile anche a tanti altri ragazzi ed a tante altre famiglie che hanno perso i propri cari in missione”.

Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese: “Importante sostenere chi ha il coraggio di denunciare”Parte dalla Scuola Media Leonardo Albertini di Fiumicino la seconda edizione del Tour ‘Essere Italiani’, il progetto itinerante che lo scorso anno ha portato il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese nelle scuole del Lazio per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Quest’anno il pro-gramma prevede sei incontri con altrettanti istituti della regione, incentrati sul tema della legalità. Presenti all’iniziativa, oltre al presidente Abbruzzese, il consigliere segre-tario del Consiglio regionale Isabella Rauti, l’assessore alla Cultura e alla scuola del Comune di Fiumicino Giovanna Onorati, il Comandante dei Carabinieri del Coman-do di Torrimpietra Massimiliano Salerno e Ferdinando Secchi dell’associazione Libera

– coordinamento provinciale di Roma. Ad aprire l’incontro alcuni alunni dell’Albertini, che hanno condiviso con gli oltre 90 stu-denti presenti pensieri e riflessioni sul tema dell’incontro. Subito dopo, l’associazione ‘Il palco e la cornice’ ha portato in scena la rappresentazione teatrale “La mano sulla spalla”, che racconta la storia vera di una vittima di usura. Presente in sala anche il protagonista della vicenda – Antonio Anile – che con il presidente di SOS Impresa Pasquale Busà si è prestato a rispondere alle tante domande dei ragazzi, sollecitate anche dalla visione del videoclip “L’ombra del denaro”, il documentario vincitore del concorso ‘Report contro l’usura’ bandito da SOS Impresa.“Abbiamo deciso di andare nelle scuole perché dobbiamo investire sui giovani per costruire un paese più ricco e più forte –

Regione; abbruzzese: Consegnato contributo studial piccolo Simone Valente

Lazio. al via tour “essere Italiani” progetto itinerante sulla legalità

] di Irene Giarracca [

] di Irene Giarracca [

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Cons ig l io Re gionale in formaha commentato il presidente Abbruzzese – Oggi, in particolare, abbiamo voluto parlare di usura e di quella linea che sepa-ra le persone che vivono rispettando le regole da chi si arricchisce a scapito degli altri. Dai dati diffusi da SOS Impresa (XII Rapporto ‘Le mani della criminalità sulle imprese’ – 2009) emerge che il fenome-no dell’usura coinvolge nel Lazio 28 mila commercianti, circa il 35% del totale degli attivi, e produce un giro d’affari di 3,3 miliardi di euro, mentre il rapporto dell’Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità nel Lazio ci dice che nel 2010 sono state presentate 32 denunce. La Regione e la presidente Polverini è fortemente impegnata nella

lotta contro l’usura: è stato istituito un numero verde che aiuta le vittime ed sono stati stanziati ben 11 milioni di euro. E con la stessa forza dobbiamo continuare ad impegnarci insieme per debellare un fenomeno che sta distruggendo il nostro paese. Per questo ho deciso di portare in tutto il territorio regionale un messaggio di attenzione e solidarietà nei confronti di chi denuncia e che, allo stesso tempo, possa essere di stimolo per chi non ha ancora trovato il coraggio di farlo”.“Questa è la prima di una serie di inizia-tive che il Consiglio regionale ha organiz-zato nelle scuole, e non solo, per com-battere l’usura e tutte le forme di mafie, a sostegno della legalità e dell’impegno

delle forze dell’ordine – ha aggiunto il consigliere segretario Rauti. È importante che le istituzioni contribuiscano a rifonda-re l’idea di uno stato sociale che difende e aiuta chi è vittima di ricatti, prepotenze e violenze ed è un dovere morale e politico per le istituzioni difendere il valore della legalità in tutte le sue forme”.In occasione dell’evento è stato distribuito ai ragazzi l’opuscolo ‘Dalla parte giusta – la legalità, le mafie e noi’ realizzato, con il patrocinio del Consiglio regionale, dalla casa editrice Giunti e in collaborazione con l’Associazione Libera. La pubblicazio-ne contiene le introduzioni del presidente di Libera Don Luigi Ciotti e del presidente del Consiglio regionale Abbruzzese.

Sono stati ascoltati stamani nella commis-sione Sanità del Consiglio regionale del Lazio il garante dell’infanzia e dell’adole-scenza, Francesco Alvaro, e il presidente regionale della società italiana di pediatria, Giorgio Bragaglia. L’audizione era stata chiesta dai membri della commissione per avere un parere su una proposta di legge, la numero 36 del 2010, primo firmatario Romolo Del Balzo, che ha per oggetto “disposizioni in materia di tutela e salute dei bambini e degli adolescenti”. “Con queste norme - ha spiegato la presi-dente della commissione, Alessandra Man-darelli (Lista Polverini) - si vogliono evitare che i bambini possano essere oggetto, a loro insaputa, di sperimentazioni e sommi-nistrazioni di sostanze psicotrope”.Per Francesco Alvaro “ogni tentativo di pro-

teggere i minori e, in pariticolare, i soggetti con disagio psichico è da apprezzare”. In particolare, il garante dell’adolescenza e dell’infanzia ha voluto sottolineare la situa-zione dei 1774 minori che nel Lazio sono ospiti di comunità: “Vanno messi al riparo da questi fenomeni”, ha dichiarato.Carlo Bragalia, da parte sua ha evidenziato “la difficoltà di diagnosi di questo tipo, che devono essere effettuate da un neuropsi-chiatra infantile di una struttura pubblica o accreditata. Si tratta sempre di una scelta difficile, che il medico valuterà con attenzio-ne. Deve sottoporre ai genitori del bambino un piano terapeutico. Deve esserci, infine, un monitoraggio costante di queste terapie, che può essere realizzato creando una rete degli istituti abilitati e facendo riferimento a strutture già esistenti, come il garante

dell’infanzia”. La presidente Mandarelli, concludendo le audizioni, ha invitato i consiglieri proponenti a tenere conto delle valutazioni dei due esperti, predisponendo gli emendamenti necessari”.

tutela della salute dei bambini,audizione in commissione sanità

Parere favorevole, all’unanimità, da parte della commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio - presieduta da Rober-to Carlino (Udc) - alla proposta di legge

regionale “Norme in materia di educazione all’ambiente, alle politiche energetiche, alla mobilità e allo sviluppo sostenibile”. Il testo è frutto dell’unificazione di due proposte di legge a firma rispettivamente di Claudio Bucci (Idv) e Francesco Pasquali (Fli).Nel corso della seduta odierna l’assessore Marco Mattei ha espresso apprezzamento verso dell’iniziativa, ferme restando - però - la necessità di armonizzarla con quanto esiste già nel Lazio e di verificarne la com-patibilità di bilancio. Aspetto quest’ultimo particolarmente sottolineato dal presidente Carlino. Introdotte diverse modifiche sem-pre all’unanimità alla proposta originaria. Filiberto Zaratti (Sel) ha motivato i propri

emendamenti in base alla necessità che la normativa si armonizzi con le attività in corso e le strutture già operative in questo campo. Altri interventi emendativi sul testo sono stati approvati su iniziativa di Antonio Paris (Gruppo Misto), Andrea Bernaudo (Pdl) e Daniela Valentini (Pd).“Grazie ad una corretta educazione ed informazione, soprattutto verso le nuove generazioni - aveva osservato il presidente Carlino a margine della prima seduta sulla proposta - avremo sicuramente significativi miglioramenti nella salvaguardia dell’am-biente in futuro”. Hanno partecipato alla seduta anche il consigliere Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella).

Ok in commissione a norme per l’educazione all’ambiente

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Approfondire il ruolo determinante delle donne lungo tutti i 150 anni dell’Unità d’Italia, guardando al futuro. Partendo da questo spunto di riflessione, la Consulta femminile regionale per le pari opportunità ha animato oggi, al Tempio di Adriano a Roma, la manifestazione “150 anni di sto-ria: prosegue il cammino delle donne”.Ad aprire i lavori, dopo la lettura da parte della presidente della Consulta Persichetti, dei saluti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di sua moglie Clio, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, ha reso omaggio alle eroine del Risorgimento e della Resistenza, nonché alle spose, madri, figlie e sorelle degli uomini divenuti famosi per aver con-tribuito a scrivere la storia del nostro Paese. Un omaggio che oggi va concretizzato nella netta convinzione che la maggiore parteci-pazione delle donne alla vita produttiva sia determinante per contribuire a rilanciare la crescita. “Le recenti stime della Banca d’Italia - ha dichiarato Abbruzzese - ci dicono che por-tando l’occupazione femminile al 60%, così come previsto dal trattato di Lisbona, si avrebbe un aumento del Pil del 7%. Il premier Monti ha più volte fatto suo questo concetto e noi siamo senz’altro sulla sua stessa lunghezza d’onda”. Abbruzzese ha poi denunciato la triste consuetudine di pretendere dimissioni in bianco dalle giovani donne all’atto dell’as-sunzione, in vista di possibili gravidanze. “E’ è ora di invertire la rotta e porre fine a questa inciviltà, che rappresenta un’eviden-te disparità di trattamento nell’accesso al mercato del lavoro”, ha detto.“Nonostante le resistenze di una tradizio-ne maschile radicata nel tempo e che ha

ostacolato l’inserimento delle donne nel campo lavorativo, imprenditoriale, sociale e politico, oggi quest’ultime hanno rag-giunto importanti traguardi e in moltissimi casi hanno dimostrato di saper fare meglio degli uomini. Non è un caso che le imprese ‘in rosa’ continuino a crescere ad un ritmo superiore a quello medio dell’imprenditoria nazionale, soprattutto nel Lazio e più in generale nelle regioni del Centro Italia”. “Autorevoli economisti - ha continuato Abbruzzese - sostengono che il lavoro delle donne sia oggi il più importante motore dello sviluppo mondiale, teoria economica sintetizzata anche dal termine Womecono-mics. Se da un lato le stime della Banca d’I-talia ci dicono che portando l’occupazione femminile al 60% otterremmo un aumento del 7% del prodotto interno lordo, dall’al-tro assistiamo in Italia ad un aumento della disoccupazione femminile. Condivido quindi ciò che ha voluto sottolineare anche il premier Monti in un suo intervento a que-sto proposito sull’importanza che le donne rivestono nel nostro Paese, in termini di benessere per le famiglie, ma anche per l’e-

conomia. E’ da qui che dobbiamo ripartire evitando qualsiasi forma di esclusione dal mondo del lavoro”.“La Consulta femminile del Lazio che esiste dal 1976 - ha concluso Abbruzzese -, ha sempre dato un importante contributo in tal senso e lavora anche oggi per facilitare questo rinnovamento culturale. Dobbiamo dunque continuare su questa strada, cre-ando proposte di politiche femminili e di welfare a misura di famiglia”.

Nella relazione introduttiva, la presidente della Consulta femminile Donatina Persi-chetti, ha esaltato il ruolo fondamentale dell’Italia in Europa tra gli Stati membri garantendo progetti di pace, stabilità e di cooperazione per lo sviluppo e la competi-tività internazionale. “Su questi presupposti - ha sottolineato Persichetti - la Consulta ha promosso questa giornata-evento per far emergere il ruolo delle donne nella costru-zione dell’Italia Unita, rimaste all’ombra della memoria storica e della gloria, pur avendo compiuto gesta di vitale importanza nel processo di Unità”.

Audizione in commissione Agricoltura dei vertici dell’assessorato all’Agricoltura e dell’Arsial sulla situazione dell’agenzia regionale. Il presidente Francesco Battistoni (Pdl) ha tenuto a ricordare che la seduta è stata convocata dopo che il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzze-se mercoledì scorso ha sospeso l’esame in Aula della legge sulla tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari “anche per consentire un approfondimento” circa

donne, 150° Italia. abbruzzese:“e’ con voi che può ripartire lo sviluppo”

tracciabilità e arsial, audizione in commissione agricoltura

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gli emendamenti a quel testo presentati dalla Giunta. A questo ultimo proposito il vicepresidente del Consiglio, Raffaele D’Ambrosio (Udc), ha chiesto all’assessore Angela Birindelli una ulteriore riflessione in vista della discussione dell’articolo 9 della proposta, domani all’ordine del giorno dell’Aula, affinché si arrivi speditamente all’approvazione dell’intera normativa. Il testo, infatti, dopo esser stato votato all’u-nanimità in commissione Agricoltura, aveva visto la presentazione di una prima serie di proposte di modifica a firma dell’assessore ha determinato un rallentamento dei lavori tra verifiche di numero legale e approfondi-menti. La scelta era stata infatti interpretata dalla minoranza consiliare come un tenta-tivo di congelare l’Arsial o di sminuirne il ruolo. Si tratta di modifiche - quelle con-tenute nell’emendamento Birindelli, così come subemendato dallo stesso assessore nel corso del dibattito - le quali prevedono che qualora l’Arsial non possa garantire le funzioni di controllo sul marchio regionale di qualità, la Giunta abbia il potere di indivi-

duare altri organismi pubblici per svolgerle. Nel corso dell’audizione odierna i consi-glieri Mario Perilli e Giuseppe Parroncini - entrambi del Pd - hanno fatto però notare che l’Assessorato possiede già i poteri per intervenire sull’agenzia in situazioni come queste e quindi l’emendamento può essere ritirato. La consigliere Annamaria Tedeschi (Idv) ha evidenziato l’opportunità che le scelte sull’Arsial siano palesi, fatte quindi con un piano di riorganizzazione e non con gli emendamenti.Alla domanda del presidente Battistoni circa la richiesta avanzata dal consigliere D’Ambrosio, l’assessore Birindelli ha ricor-dato che la sua riflessione è già iniziata in aula con la proposta di modifica dell’emen-damento iniziale. La responsabile dell’A-gricoltura della Regione Lazio, nel proprio intervento iniziale, aveva rammentato le cattive condizioni finanziarie in cui ha trova-to l’Arsial, la volontà di riorganizzarla affin-ché torni a compiere la missione originaria, quella prevista dalla legge istitutiva. E quin-di che si tratta di un’operazione di rilancio e

non di sminuimento. Il presidente di Arsial, Erder Mazzocchi, ha da parte sua illustrato alla commissione Agricoltura la manovra che si è compiuta per ovviare allo sbilancio di circa 13 milioni di euro e ha inoltre fatto appello alla commissione per un intervento finanziario a favore dell’agenzia in occasio-ne del prossimo assestamento di Bilancio. Servirebbero ulteriori 3,6 milioni di euro, da aggiungere agli 11 già in bilancio dell’Arsial per far fronte alle spese obbligatorie.Nel corso della seduta la consigliera Gina Cetrone (Pdl) ha chiesto lumi circa i criteri di distribuizione degli aiuti economici agli agricoltori colpiti dalle fitopatie del kiwi. Il direttore regionale Agricoltura Roberto Ottaviani ha risposto che c’è stato un accordo con le organizzazioni professionali, gli accertamenti del Servizio Fitosanitario Regionale e una serie di criteri obiettivi.Hanno partecipato all’audizione i consiglieri Roberto Buonasorte (La Destra) e Claudio Bucci (Idv).

Primo sì alla Pisana per la proposta di legge dell’assessore Teodoro Buontempo che ha l’obiettivo di fare chiarezza su requisiti e modalità per l’iscrizione al Cruc - Comitato regionale degli utenti e dei consumato-ri - da parte delle associazioni e che, con una norma transitoria, interviene anche sui finanziamenti pubblici, prorogando i termi-ni di scadenza di due bandi.La commissione Tutela dei consumatori del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Stefano Galetto (Pdl), infatti, ha votato all’unanimità dei presenti la proposta di legge n. 269 e gli emendamenti presen-tati dall’assessore alle Politiche per la casa, terzo settore, servizio civile e tutela dei consumatori. Il testo ora passa all’Aula per l’esame definitivo. E’ stato lo stesso Teodoro Buontempo a illustrare le finalità e gli obiettivi di questo provvedimento. “Si tratta - ha spiegato l’assessore - di una cor-rezione necessaria alla legge n. 44 del 1992 che, con riferimento alla composizione del Comitato regionale degli utenti e dei con-sumatori, poneva alle associazioni un requi-sito che dopo vent’anni andava adeguato. Potevano, infatti, essere iscritte al Cruc, e quindi esprimere un rappresentante, solo quelle associazioni costituite da almeno un anno dall’entrata in vigore della legge del 1992. E’ evidente che quella norma ha avuto grosse difficoltà di attuazione per-

ché in questo ventennio molte associazioni sono sparite e altre nuove si sono costitui-te”. Se il Consiglio dovesse confermare la modifica approvata oggi, il nuovo requisito richiesto alle associazioni per l’iscrizione al Cruc sarà quello di avere almeno un anno di vita, fermo restando l’altro requisito della costituzione senza fini di lucro. La modifi-ca è molto importante perché secondo la legge n. 44 del 1992 possono accedere ai finanziamenti pubblici solo le associazioni rappresentate nel Cruc. Per questo motivo, la legge approvata oggi contiene anche una norma transitoria che interviene su due bandi pubblici attualmente in corso*, pro-rogandone i termini di scadenza in modo da poter far partecipare anche le associazioni di utenti e consumatori non ancora iscritte al Cruc, che però abbiano già presentato domanda di iscrizione non respinta o che lo facciano entro 30 giorni dalla entrata in vigore della nuova legge. Da quella data, il Presidente della Regione avrà 15 giorni di tempo per nominare, con proprio decreto, i nuovi rappresentanti nel Cruc. A quel punto, entro 20 giorni dall’adozione del decreto, la Giunta, con propria delibera-zione, provvederà a riaprire i termini per la presentazione dei progetti volti ad ottenere i benefici economici previsti dai due bandi, “purché - si legge nella proposta - tale riapertura sia compatibile con la tempistica

prevista dal decreto del Ministero dello Svi-luppo Economico”. Hanno partecipato alla seduta, oltre al presidente Galetto e all’as-sessore Buontempo, i consiglieri Carlo De Romanis (Pdl), Alessandro Vicari e Maurizio Perazzolo della Lista Polverini, Rodolfo Gigli (Udc) e Luciano Romanzi (Psi).* Si tratta del bando pubblico per la realiz-zazione dell’intervento n. 1 del programma denominato “La Regione Lazio per il citta-dino consumatore III”, ai sensi del decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 28 maggio 2010, approvato con delibera-zione della Giunta regionale del 9/10/2010 n. 440 e pubblicato sul Burl n. 26 del 14/07/2011 parte III, nonché del Program-ma di attività per l’anno 2011, approvato con deliberazione della Giunta regionale del 14/10/2011 n. 457 e pubblicato sul Burl n. 41 del 7/11/2011 parte I e II.

Via libera in commissionea riapertura bandi per associazioni consumatori

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