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5 L’italiana in Algeri Dramma giocoso per musica in due atti Libretto di Angelo Anelli Musica di Gioachino Rossini PERSONAGGI Mustafà, Bey o Dey d’Algeri basso Elvira, moglie di Mustafà soprano Zulma, schiava confidente d’Elvira mezzosoprano Haly, capitano de’ corsari Algerini basso Lindoro, giovine Italiano, schiavo favorito di Mustafà tenore Isabella, signora Italiana contralto Taddeo, compagno d’Isabella basso Coro: Eunuchi del Serraglio, Corsari Algerini, Schiavi Italiani, Pappataci Comparse: Femmine del Serraglio, Schiavi Europei, Marinari La scena si finge in Algeri. Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro, in collaborazione con Casa Ricordi, Milano, a cura di Azio Corghi.

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L’italiana in AlgeriDramma giocoso per musica in due atti

Libretto diAngelo Anelli

Musica diGioachino Rossini

PERSONAGGI

Mustafà, Bey o Dey d’Algeri bassoElvira, moglie di Mustafà sopranoZulma, schiava confidente d’Elvira mezzosopranoHaly, capitano de’ corsari Algerini bassoLindoro, giovine Italiano, schiavo favorito di Mustafà tenoreIsabella, signora Italiana contraltoTaddeo, compagno d’Isabella basso

Coro: Eunuchi del Serraglio, Corsari Algerini,Schiavi Italiani, PappataciComparse: Femmine del Serraglio,Schiavi Europei, Marinari

La scena si finge in Algeri.

Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro,in collaborazione con Casa Ricordi, Milano,

a cura di Azio Corghi.

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[Sinfonia]

ATTO PRIMO

[1. Introduzione]

Scena IPiccola sala comune agli appartamenti del Beye a quelli di sua moglie. Un sofà nel mezzo.

Elvira seduta sul sofà. Presso a lei Zulma. A l -l’intorno un coro di Eunuchi del serraglio. I n -di Haly, poi Mustafà.

EunuchiSerenate il mesto ciglio:del destin non vi lagnate.Qua le femmine son natesolamente per soffrir.

ElviraAh comprendo, me infelice!che il mio sposo or più non m’ama.

ZulmaCi vuol flemma: e ciò ch’ei bramaora è vano il contraddir.

Eunuchi Qua le femmine son natesolamente per servir.

Haly(voce interna)Il Bey.

ZulmaDeh! signora...vi scongiuro...

ElviraChe ho da far?

(Entra Mustafà.)

Eunuchi (Or per lei quel muso duromi dà poco da sperar.)

MustafàDelle donne l’arroganza,il poter, il fasto insano,qui da voi s’ostenta invano,lo pretende Mustafà.

ZulmaSu: coraggio, mia signora.

HalyÈ un cattivo quarto d’ora.

ElviraDi me stessa or più non curo:tutto omai degg’io tentar.

Eunuchi (Or per lei quel muso duromi dà poco da sperar.)

ZulmaSu: coraggio, mia signora.

ElviraSignor, per quelle smanieche a voi più non nascondo...

MustafàCara, m’hai rotto il timpano:ti parlo schietto e tondo.

ElviraOhimè... ohimè...signor... ma... se...

MustafàNon vo’ più smorfie:di te non so che far.

Tutti(Oh! che testa stravagante!Oh! che burbero arrogante!)Più volubil d’una fogliava il mio/suo cor di voglia in vogliadelle donne calpestandole lusinghe e la beltà.

[Recitativo]

MustafàRitiratevi tutti. Haly, t’arresta.

Zulma(Che fiero cor!)

Elvira(Che dura legge è questa!)

(Escono tutti; restano soli Mustafà ed Haly.)

Scena IIMustafà e Haly.

MustafàIl mio schiavo Italian farai che tostovenga, e m’aspetti qui... Tu sai che sazioio son di questa moglie,che non ne posso più. Scacciarla... è male.Tenerla... è peggio. Ho quindi stabilitoch’ella pigli costui per suo marito.

HalyMa come? Ei non è Turco.

MustafàChe importa a me? Una moglie come questa,dabben, docil, modesta,che sol pensa a piacere a suo marito,per un Turco è un partito assai comune;ma per un Italiano (almen per quanto

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intesi da lui stesso a raccontare)una moglie saria delle più rare.Sai, ch’amo questo giovine:vo’ premiarlo così.

HalyMa di Maomettola legge non permette un tal pasticcio.

MustafàAltra legge io non ho, che il mio capriccio.M’intendi?

HalySignor sì...

MustafàSentimi ancora.Per passar bene un’oraio non ritrovo una fra le mie schiaveche mi possa piacer. Tante carezze,tante smorfie non son di gusto mio.

HalyE che ci ho da far io?

MustafàTu mi dovrestitrovar un’Italiana. Ho una gran vogliad’aver una di quelle signorine,che dan martello a tanti cicisbei.

HalyIo servirvi vorrei, ma i miei corsari...l’incostanza del mar...

MustafàSe fra sei giorninon me la trovi, e segui a far lo scaltro,io ti faccio impalar.

(Si ritira nel suo appartamento.)

HalyNon occorr’altro.

(Via.)

[2. Cavatina]

Scena IIILindoro solo, indi Mustafà.

LindoroLanguir per una bellae star lontan da quella,è il più crudel tormento,che provar possa un cor.Forse verrà il momento:ma non lo spero ancor.

Contenta quest’almain mezzo alle penesol trova la calma

pensando al suo bene,che sempre costantesi serba in amor.

[Recitativo]

Ah, quando fin ch’io possa in Italia tornar? Ha omai tre mesi,che in questi rei paesigià fatto schiavo, e dal mio ben lontano...

MustafàSei qui? Senti, Italiano,vo’ darti moglie.

LindoroA me?... Che sento!... (Oh Dio!)Ma come?... in questo stato...

MustafàA ciò non dêi pensar. Ebben?...

LindoroSignore,come mai senza amoresi può un uomo ammogliar?

MustafàBah! bah!... in Italias’usa forse così? L’amor dell’oronon c’entra mai?...

LindoroD’altri no’l so: ma certoper l’oro io no’l potrei...

MustafàE la bellezza?...

LindoroMi piace: ma non basta...

MustafàE che vorresti?

LindoroUna donna che fosse a genio mio.

MustafàOrsù: ci penso io. Vieni, e vedraiun bel volto, e un bel cor con tutto il resto.

Lindoro(Oh povero amor mio! che imbroglio è

[questo!)

[3. Duetto]

Se inclinassi a prender moglieci vorrebber tante cose.Una appena in cento sposele potrebbe/le può tutte combinar.

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MustafàVuoi bellezza? vuoi ricchezza?grazie?... amore?... ti consola:trovi tutto in questa sola.È una donna singolar.

LindoroPer esempio la vorreischietta... e buona...

MustafàÈ tutta lei.

LindoroPer esempio, io vorreidue begl’occhi...

MustafàSon due stelle.

LindoroChiome...

MustafàNere.

LindoroGuance...

MustafàBelle.

LindoroChiome...

MustafàNere.

LindoroVolto...

MustafàBello.

Lindoro(D’ogni parte io qui m’inciampo/io mi

[confondo,che ho da dire? che ho da fare?)

MustafàCaro amico, non c’è scampo,se la vedi, hai da cascar.

Lindoro(Ah mi perdo: mi confondo.Quale imbroglio maledetto:sento amor, che dentro il pettomartellando il cor mi va.)

MustafàPresto, andiamo! Vieni, andiamo!Sei di ghiaccio? sei di stucco?Vieni, vieni: che t’arresta?

Una moglie come questa,credi a me, ti piacerà.

(Viano.)

[4. Coro e Cavatina]

Scena IVSpiaggia di mare. In qualche distanza un va -scello rotto ad uno scoglio e disalberato dallaburrasca che viene di mano in mano cessan -do. Varie persone sul bastimento in atto di di -sperazione.

Arriva il legno dei Corsari:altri Corsari ven -gono per terra con Haly e cantano a vicendai cori. Indi Isabella, e poi Taddeo.

CorsariQuanta roba! quanti schiavi!

Haly, CorsariBuon bottino! Viva, bravi!Ci son belle?

Corsari Non c’è male!

Haly, Corsari Starà meglio Mustafà.

Corsari Ma una bella senza egualeè costei che vedi qua.

( Tra lo stuolo degli schiavi e persone che sbar -c a n o, comparisce Isabella. Haly co’ suoi os -servandola cantano a coro:)

Haly, Corsari È un boccon per Mustafà.

IsabellaCruda sorte! Amor tiranno!Questo è il premio di mia fé:non v’è orror, terror, né affannopari a quel ch’io provo in me.

Per te solo, o mio Lindoro,io mi trovo in tal periglio.Da chi spero, oh Dio!, consiglio?chi conforto mi darà?

Corsari È un boccon per Mustafà.

IsabellaQua ci vuol disinvoltura,non più smanie, né paura:di coraggio è tempo adesso,or chi sono si vedrà.

Già so per praticaqual sia l’effetto

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d’un sguardo languido,d’un sospiretto...So a domar gli uominicome si fa.

Sian dolci o ruvidi,sian flemma o foco,son tutti similia’ presso a poco...

Tutti la chiedono,tutti la bramanoda vaga femminafelicità.

[Recitativo]

Già ci siam. Tanto fa. Convien portarlacon gran disinvoltura.Io degl’uomini alfin non ho paura.

(Alcuni Corsari scoprono ed arrestano Ta d d e o. )

TaddeoMisericordia... aiuto... compassione...io son...

HalyTaci, poltrone.Uno schiavo di più.

Taddeo(Ah! son perduto!)

IsabellaCaro Taddeo...

TaddeoMisericordia... aiuto!

IsabellaNon mi conosci più?

TaddeoAh!... sì... ma...

HalyDimmi.Chi è costei?

Taddeo(Che ho da dir?)

IsabellaSon sua nipote.

TaddeoSì, nipote... Per questoio devo star con lei.

HalyDi qual paese?

TaddeoDi Livorno ambedue.

HalyDunque Italiani?

TaddeoCi s’intende.

IsabellaE me ne vanto.

HalyEvviva, amici,evviva.

IsabellaE perché mai tanta allegria?

HalyAh! non so dal piacer, dove io mi sia.D’un’Italiana appuntoha gran voglia il Bey. Con gli altri schiaviparte di voi, compagni,venga con me; l’altra al Bey, fra pococondurrà questi due. Piova, o signora,la rugiada del cielosopra di voi. Presceltada Mustafà... sarete, se io non sbaglio,la stella e lo splendor del suo serraglio.

(Via con alcuni Corsari.)

Scena VTaddeo, Isabella e alcuni Corsari (indietro).

TaddeoAh! Isabella... siam giunti a mal partito.

IsabellaPerché?

TaddeoNon hai sentitoquella brutta parola?

IsabellaE qual?

TaddeoSerraglio.

IsabellaEbben?...

TaddeoDunque bersagliotu sarai d’un Bey? d’un Mustafà?

IsabellaSarà quel che sarà. Io non mi voglioper questo rattristare.

TaddeoE la prendi così?

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Alcuni bozzetti di Jean-Pierre Ponnelle per L’italiana in Algeri, Teatro alla Scala, stagione 1973-74.

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IsabellaChe ci ho da fare?

TaddeoO povero Taddeo!

IsabellaMa di me non ti fidi?

TaddeoOh! veramente.Ne ho le gran prove.

IsabellaAh! maledetto, parla.Di che ti puoi lagnar?

TaddeoVia: via: che serve?Mutiam discorso.

IsabellaNo: spiègati.

TaddeoPresom’hai forse, anima mia, per un babbeo?Di quel tuo cicisbeo...di quel Lindoro... Io non l’ho visto mai,ma so tutto.

IsabellaL’amaiprima di te: no’l nego. Ha molti mesich’ei d’Italia è partito: ed ora...

TaddeoEd orase ne gìa la signoraa cercarlo in Gallizia...

IsabellaE tu...

TaddeoEd iocol nome di compagnogliela dovea condur...

IsabellaE adesso?...

TaddeoE adessocon un nome secondovo in un serraglio a far... Lo pensi il mondo.

[5. Duetto]

IsabellaAi capricci della sorteio so far l’indifferente.Ma un geloso impertinenteio son stanca di soffrir.

TaddeoHo più flemma, e più prudenzadi qualunque innamorato.Ma comprendo dal passatotutto quel che può avvenir.

IsabellaSciocco amante è un gran supplizio.

TaddeoDonna scaltra è un precipizio.

IsabellaMeglio un Turco che un briccone.

TaddeoMeglio il fiasco che il lampione.

IsabellaVanne al diavolo in malora!Più non vo’ con te garrir.

TaddeoBuona notte: sì... signora,ho finito d’impazzir.

Isabella(Ma in man de’ barbari... senza un amicocome dirigermi?... Che brutto intrico!Che ho da risolvere? che deggio far?/che

[brutto affar!)

Taddeo(Ma se al lavoro poi mi si mena...come resistere, se ho poca schiena?)

Isabella, Taddeo(Che ho da risolvere? che deggio far?)

TaddeoDonna Isabella?...

IsabellaMesser Taddeo...

Taddeo(La furia or placasi.)

Isabella(Ride il babbeo.)

TaddeoStaremo in collera?

IsabellaChe ve ne par?

Isabella, Taddeo Ah! no: per sempre uniti,senza sospetti e liti,con gran piacer, ben mio,sarem nipote e zio;e ognun lo crederà.

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TaddeoMa quel Bey, signora,un gran pensier mi dà.

IsabellaNon ci pensar per ora,sarà quel che sarà.

Isabella, TaddeoAh! no: per sempre uniti ecc.

(Viano.)

[Recitativo]

Scena VIPiccola sala, come alla Scena I.

Elvira, Zulma e Lindoro.

ZulmaE ricusar potrestiuna sì bella e sì gentil signora?

LindoroNon voglio moglie, io te l’ho detto ancora.

ZulmaE voi, che fate là? Quel giovinottonon vi mette appetito?

ElviraAbbastanza provai, cosa è marito.

ZulmaMa già non c’è riparo. Sposo e sposavuol che siate il Bey. Quando ha decisoobbedito esser vuole ad ogni patto.

ElviraChe strano umor!

LindoroChe tirannia da matto!

ZulmaZitto. Ei ritorna.

Scena VIIMustafà con sèguito, e detti.

MustafàAscoltami, Italiano,un vascel Venezianoriscattato pur or deve a momentidi qua partir. Vorrestiin Italia tornar?...

LindoroAlla mia patria?...Ah! qual grazia, o signor!... Di più non chiedo.

MustafàTeco Elvira conduci, e tel concedo.

Lindoro(Che deggio dire?)

MustafàCon essa avrai tant’oroche ricco ti farà.

LindoroGiunto che io sianel mio paese... allor... forse sposareio la potrei...

MustafàSì, sì: come ti pare.Va’ intanto del vascelloil capitano a ricercare, e digliin nome mio, ch’egli di qua non partasenza di voi.

Lindoro(Pur ch’io mi tolga omaida sì odiato soggiorno...tutto deggio accettar.) Vado e ritorno.

(Via.)

Scena VIIIMustafà, Elvira, Zulma, indi Haly.

ElviraDunque deggio lasciarvi?

MustafàNell’Italiatu starai bene.

ElviraAh! dovunque io vadail mio cor...

MustafàBasta, basta:del tuo cor e di te son persuaso.

Zulma(Se c’è un burbero egual, mi caschi il naso.)

HalyViva: viva il Bey.

MustafàE che mi rechi, Haly?

HalyLiete novelle.Una delle più bellespiritose Italiane...

MustafàEbben?...

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HalyQua spintada una burrasca...

MustafàSbrìgati...

HalyCadutatesté con altri schiavi è in nostra mano.

MustafàOr mi tengo da più del gran sultano.Presto: tutto s’aduni il mio serraglionella sala maggior. Ivi la bellariceverò... ah! ah!... cari galanti,vi vorrei tutti quantipresenti al mio trionfo. Elvira, adessocon l’Italian tu puoiaffrettarti a partir. Zulma, con essitu pure andrai. Con questa signoriname la voglio goder, e agli uomini tuttiogg’insegnare io vogliodi queste belle a calpestar l’orgoglio.

[6. Aria]

Già d’insolito ardore nel pettoagitare, avvampare mi sento:un ignoto soave contentomi trasporta, brillare mi fa.(ad Elvira)Voi partite... Né più m’annoiate.(a Zulma)Tu va’ seco... Che smorfie... Obbedite.(ad Haly)Voi la bella al mio seno guidate.V’apprestate a onorar la beltà.

Al mio foco, al trasporto, al desio,non resiste l’acceso cor mio:questo caro trionfo novelloquanto dole quest’alma sarà.

(Parte con Haly e sèguito.)

[Recitativo]

Scena IXElvira, Zulma, indi Lindoro.

ZulmaVi dico il ver. Non so, come si possavoler bene ad un uom di questa fatta...

ElviraIo sarò sciocca e matta...ma l’amo ancor!

LindoroMadama, è già dispostoil vascello a salpar, e non attendealtri che noi... Voi sospirate?...

ElviraAlmenoche io possa anco una voltariveder Mustafà. Sol questo io bramo.

LindoroPria di partir dobbiamocongedarsi da lui. Ma s’ei vi scaccia,perché l’amate ancor? Fate a mio modo:affrettiamoci a partire allegramente.Voi siete finalmentegiovine, ricca e bella, e al mio paesevoi troverete quantipuò una donna bramar mariti e amanti.

[7. Finale I]

Scena XSala magnifica.A destra un sofà pe’l Bey. Inprospetto una ringhiera praticabile, s u l l aquale si vedono le femmine del Serraglio.

Mustafà seduto. All’intorno Eunuchi ch ecantano il coro, indi Haly.

EunuchiViva, viva il flagel delle donne,che di tigri le cangia in agnelle.Chi non sa soggiogar queste bellevenga a scuola dal gran Mustafà.

HalySta qui fuori la bella Italiana...

MustafàVenga... venga...

Eunuchi Oh! che rara beltà.

Scena XIIsabella, Mustafà, gli Eunuchi.

Isabella(Oh! che muso, che figura!...quali occhiate!... Ho inteso tutto.Del mio colpo or son sicura.sta’ a veder quel ch’io so far.)

Mustafà(Oh! che pezzo da sultano!Bella taglia!... viso strano...Ah! m’incanta... m’innamora.ma convien dissimular.)

IsabellaMaltrattata dalla sorte,condannata alla ritorte...ah, voi solo, o mio diletto,mi potete consolar.

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Mustafà(Mi saltella il cor nel petto.Che dolcezza di parlar!)

Isabella(In gabbia è già il merlotto,né più mi può scappar!Oh! che muso ecc.)

Mustafà(Io son già caldo e cotto,né più mi so frenar.Ah! m’incanta ecc.)

Scena XIITaddeo respingendo Haly, che vuole tratte -nerlo, e detti.

TaddeoVo’ star con mia nipote,io sono il signor zio.M’intendi? sì, sì, son io.Va’ via: non mi seccar.Signor... Monsieur... Eccellenza...(Ohimè!... qual confidenza!...Il Turco un cicisbeocomincia a diventar.Ah, chi sa mai, Taddeo,quel ch’or ti tocca a far?)

HalySignor, quello sguaiato...

MustafàSia subito impalato.

TaddeoNipote... ohimè... Isabella...senti, che bagattella?

IsabellaEgli è mio zio.

MustafàCospetto!Haly, lascialo star.

IsabellaCaro, capisco adessoche voi sapete amar.

MustafàNon so che dir, me stesso,cara, mi fai scordar.

Taddeo(Un palo addirittura?Taddeo, che brutto affar!)

Haly(Costui dalla pauranon osa più parlar.)

Scena ultimaLindoro, Elvira, Zulma, e detti.

Elvira, Zulma, LindoroPria di dividerci da voi, signore,veniamo a esprimervi il nostro core,che sempre memore di voi sarà.

Isabella(Oh ciel!)

Lindoro(Che miro!)

Isabella(Sogno?)

Lindoro(Deliro?Quest’è Isabella!)

Isabella(Quest’è Lindoro!)

Lindoro(Io gelo.)

Isabella(Io palpito.)

Isabella, Lindoro(Che mai sarà?Amore, aiutami per carità.)

Mustafà, Elvira, Zulma, Haly(Confusi e stupidi, incerti pendono;non so comprendere tal novità.)

Isabella, Lindoro(Oh! Dio, che fulmine! non so rispondere;Amore, aiutami per carità.)

Taddeo(Oh! Dio, che fremito! oh! Dio, che spasimo!Che brutto muso/ceffo fa Mustafà.)

IsabellaDite: chi è quella femmina?

MustafàFu sin ad or mia moglie.

IsabellaEd or?...

MustafàIl nostro vincolo,cara, per te si scioglie:questi, che fu mio schiavo,si dêe con lei sposar.

EIsabellaCol discacciar la moglie

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da me sperate amore?Questi costumi barbariio vi farò cangiar.Resti con voi la sposa...

MustafàMa questa non è cosa...

IsabellaResti colui mio schiavo.

MustafàMa questo non può star.

IsabellaAndate dunque al diavolo.Voi non sapete amar.

MustafàAh! no... m’ascolta... acchètati...(Ah! costei mi fa impazzar.)

Elvira, Zulma, Lindoro(ridendo)(Ah! di leone in asinolo fe’ costei cangiar.)

[Stretta del Finale I]

TuttiVa sossopra il suo/mio cervello,sbalordito in tanti imbrogli;qual vascel fra l’onde e i scogliio sto/ei sta presso a naufragar.

Isabella, Elvira, ZulmaNella testa ha un campanelloche suonando fa dindin.

MustafàCome scoppio di cannonela mia testa fa bumbum.

TaddeoSono come una cornacchiache spennata fra crà crà.

Lindoro, HalyNella testa un gran martellomi percuote e fa tac tà.

TuttiVa sossopra il mio cervello ecc.

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ATTO SECONDO

[8. Introduzione]

Scena IPiccola sala come nell’Atto I.

Elvira, Zulma, Haly e coro di Eunuchi.

EunuchiUno stupido, uno stoltodiventato è Mustafà.Questa volta amor l’ha colto:gliel’ha fatta come va.

Elvira, Zulma, HalyL’Italiana è franca e scaltra,la sa lunga più d’ogni altra.Quel suo far sì disinvoltogabba i cucchi ed ei no’l sa.

Eunuchi Questa volta amor l’ha colto:gliel’ha fatta come va.

[Recitativo]

ElviraHaly, che te ne pare? avresti maiin Mustafà credutoun sì gran cangiamento, e sì improvviso?

HalyMi fa stupore e insiem mi muove a riso.

ZulmaForse è un bene per voi. Sua moglie intantovoi siete ancor. Chi sa che dalla belladileggiato e schernito,egli alfin non diventi un buon marito?

HalyEi vien... Flemma... Per orasecondate, o signora, i suoi capricci.La bontà vostra, il tempo e la ragioneforse la benda gli trarran dal ciglio.

ZulmaTu parli bene.

ElviraMi piace il tuo consiglio.

Scena IIMustafà, e detti.

MustafàAmiche, andate a dire all’Italianache io sarò tra mezz’oraa ber seco il caffè!Se mi riceve a quattr’occhi...

buon segno... il gioco è fatto.Allor... Vedrete allor,com’io la tratto.

ZulmaVi serviremo.

ElviraFarò per compiacervitutto quel ch’io potrò.

ZulmaMa non crediatecosì facil l’impresa. È finta...

ElviraÈ scaltrapiù assai che non credete.

MustafàEd io sono un baggian? sciocche che siete.Dallo schiavo Italian, che mi ha promessodi servir le mie brame, ho già scopertol’umor di lei. Le bruttenon farian nulla, e prima d’avvilirsicerto son io che si faria scannare.L’ambizion mi pareche possa tutto in lei. Per questa viala piglierò. Quel goffo di suo ziotrar saprò dalle mie. Vedrete insommaquel ch’io so fare. Haly, vien meco, e voirecate l’ambasciata. Ah! se riescequello che già pensai,la vogliam veder bella.

HalyE bella assai.

(Via tutti.)

Scena IIIIsabella e Lindoro.

IsabellaQual disdetta è la mia! Onor e patriae fin me stessa oblio; su questo lidotrovo Lindoro, e lo ritrovo infido!

LindoroPur ti riveggo...(a Isabella che va per partire)Ah no, t’arresta.Adorata Isabella, in che peccaiche mi fuggi così?

IsabellaLo chiedi ancora?Tu che sposo ad Elvira?...

LindoroIo! di condurla,non di sposarla ho detto, e sol m’indussiper desio d’abbracciarti.

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IsabellaE creder posso?

LindoroM’incenerisca un fulmine, se maipensai tradir la nostra fede.

Isabella(pensosa)Hai core?T’è caro l’amor mio, l’onor ti preme?

LindoroChe far degg’io?

IsabellaFuggir dobbiamo insieme.Quell’istesso vascel... Qualche raggiroqui bisogna intrecciar. Sai che una donnanon v’ha di me più intraprendente e ardita.

LindoroCara Isabella, ah! tu mi torni in vita.

IsabellaT’attendo nel boschetto. Inosservaticoncerteremo i nostri passi insieme.Separiamci per or.

LindoroVerrò, mia speme.

(Isabella parte.)

[9. Cavatina]

Oh come il cor di giubiloesulta in questo istante!Trovar l’irata amante,placar sua crudeltà.Son questi, amor, tuoi doni,son questi i tuoi diletti.Ah! tu sostien gli affettidi mia felicità.

(Parte.)

[Recitativo]

Scena IVMustafà,indi Taddeo, poi Haly con due Mòrii quali portano un turbante, un abito Turco,una sciabola, e coro di Eunuchi.

MustafàAh! se da solo a solam’accoglie l’Italiana... Il mio puntigliocon questa signorinaè tale ch’io ne sembro innamorato.

TaddeoAh! signor Mustafà.

MustafàChe cosa è stato?

TaddeoAbbiate compassion d’un innocente.Io non v’ho fatto niente...

MustafàMa spiègati... cos’hai?

TaddeoMi corre dietroquell’amico del palo.

MustafàAh!... ah... capisco.È questa la cagion del tuo spavento?

TaddeoForse il palo in Algeri è un complimento?Eccolo... Ohimè...

MustafàNon dubitar. Ei viened’ordine mio per onorarti. Io vogliomostrar quanto a me cara è tua nipote.Perciò t’ho nominatomio grande Kaimakan.

TaddeoGrazie, obbligato.

[10. Coro, Recitativo e Aria]

(Haly mette l’abito Turco a Ta d d e o, poi ilt u r b a n t e ; indi Mustafà gli cinge la sciabola.Intanto i Turchi, con gran riverenza ed inchi -ni, cantano il coro:)

TurchiViva il grande Kaimakanprotettor de’ Mussulman.Colla forza dei leoni,coll’astuzia dei serpenti,generoso il ciel ti donifaccia fresca e buoni denti.Protettor de’ Mussulman,viva il grande Kaimakan.

[Recitativo]

TaddeoKaimakan! Io non capisco niente.

MustafàVuol dir Luogotenente.

TaddeoE per i meritidella nostra nipote a questo impiegola Vostra Signoria m’ha destinato?

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MustafàAppunto, amico mio.

TaddeoGrazie: obbligato.(Oh povero Taddeo.) Ma io... signore...se debbo aprirvi il core,son veramente un asino. V’accerto,che so leggere appena.

MustafàEbbene! che importa?Mi piace tua nipote, e se sapraimettermi in grazia a lei non curo il resto.

Taddeo(Messer Taddeo, che bell’impiego è questo!)

[Aria]

Ho un gran peso sulla testa;in quest’abito m’imbroglio.Se vi par la scusa onesta,Kaimakan esser non voglio,e ringrazio il mio signoredell’onore che mi fa.

(Egli sbuffa!... Ohimè!... che occhiate!)Compatitemi... ascoltatemi...(Spiritar costui mi fa.

Qua bisogna far un conto:se ricuso... il palo è pronto.E se accetto?... è mio doveredi portargli il candeliere.Ah! Taddeo, che bivio è questo!Ma quel palo?... Taddeo, che ho da far?)

Kaimakan, signore, io resto,non vi voglio disgustar.

TuttiViva il grande Kaimakan,protettor de’ Mussulman.

TaddeoQuanti inchini!... quanti onori!...Mille grazie, miei signori,non vi siate a incomodar.Per far tutto quel ch’io posso,signor mio, col basto indosso,alla degna mia nipoteor mi vado a presentar.

(Ah Taddeo! quant’era meglioche tu andassi in fondo al mar.)

Grazie, quanti onori!...Alla degna mia nipote ecc.

TurchiViva il grande Kaimakan ecc.

(Via Taddeo.)

[Recitativo]

Scena VAppartamento magnifico a pian terreno conuna loggia deliziosa in prospetto, che corri -sponde al mare. A destra l’ingresso a variestanze.

Isabella innanzi ad uno specchio grande por -t a t i l e, che finisce d’abbigliarsi alla Tu r c a . E l -vira e Zulma, poi Mustafà,Taddeo e Lindoro.

Zulma(Buon segno pe’l Bey.)

Elvira(Quando s’abbigliala donna vuol piacer.)

IsabellaDunque a momentiil signor Mustafà mi favoriscea prender il caffè? Quanto è graziosoil signor Mustafà.Ehi... Schiavo... Chi è di là?

LindoroChe vuol, signora?

IsabellaAsinaccio, due volteti fai chiamar?... Caffè.

LindoroPer quanti?

IsabellaAlmen per tre.

ElviraSe ho bene intesocon voi da solo a solavuol prenderlo il Bey.

IsabellaDa solo a sola?...E sua moglie mi fa tali ambasciate?

ElviraSignora...

IsabellaAndate... andate...Arrossisco per voi.

ElviraAh! se sapesteche razza d’uomo è il mio.

ZulmaPiù di piacerglisi studia, e più disprezzo ei le dimostra.

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IsabellaFinché fate così la colpa è vostra.

ElviraMa che cosa ho da fare?

IsabellaIo v’insegnerò. Va in bocca al lupochi pecora si fa. Sono le moglifra noi quelle che formano i mariti.Orsù: fate a mio modo. In questa stanzaritiratevi.

ElviraE poi?

IsabellaVedrete comea Mustafà farò drizzar la testa.

Zulma(Che spirito ha costei!)

Elvira(Qual donna è questa!)

Isabella(alle schiave)Voi restate: (a momentiei sarà qui) finiamo d’abbigliarsi.Ch’egli vegga... ah! sen viene:or tutta l’arte a me adoprar conviene.

(Si mette ancora allo specchio abbigliandosi,servita dalle sch i a v e. M u s t a f à , Ta d d e o, L i n -doro restano indietro, ma in situazione di ve -der tutto.)

[11. Cavatina]

Per lui che adoro,ch’è il mio tesoro,più bella rendimi,Madre d’amor.

Tu sai se l’amo,piacergli io bramo:Grazie, prestatemivezzi e splendor.

(Guarda, guarda, aspetta, aspetta...Tu non sai chi sono ancor.)

Mustafà(Cara!... Bella! Una donnacome lei non vidi ancor.)

Taddeo, Lindoro(Furba!.../Ingrata! Una donnacome lei non vidi ancor.)

IsabellaQuesto velo è troppo basso...quelle piume un po’ girate...

no, così... voi m’inquietate...meglio sola saprò far.Bella quanto io bramereitemo a lui di non sembrar.

Per lui che adoro ecc.

(Turco caro, già ci sei,un colpetto e dêi cascar.)

Mustafà, Taddeo, Lindoro(Oh che donna è mai costei!...faria ogn’uomo delirar.)

(Isabella parte, le schiave si ritirano.)

[Recitativo]

Scena VIM u s t a f à ,Ta d d e o, L i n d o r o, poi Isabella e Elvira.

MustafàIo non resisto più: quest’Isabellaè un incanto: io non possostar più senza di lei...Andate... conducetela.

LindoroVo tosto.(Così le parlerò.)

(Esce.)

Mustafà(a Taddeo)Vanne tu pure...fa’ presto... va’... che fai?

TaddeoMa adesso... or io,che son Kaimakan... vede...

MustafàCercarla,chiamarla e qui condurla è tuo dover.

TaddeoIsabella... Isabella... (Oh che mestier!)

Lindoro(rientra)Signor, la mia padronaa momenti è con voi.

Mustafà(Dimmi: scopertohai qualche cosa?)

Lindoro(In confidenza... accesoè il di lei cor: ma ci vuol flemma.)

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Mustafà(Ho inteso.)Senti, Kaimakan, quando io starnutolèvati tosto, e lasciami con lei.

Taddeo(Ah! Taddeo de’ Taddei, a qual cimento...a qual passo sei giunto!...)

MustafàMa che fa questa bella?

LindoroEccola appunto.

(Entra Isabella.)

[12. Quintetto]

MustafàTi presento di mia manSer Taddeo Kaimakan.Da ciò apprendi quanta stimadi te faccia Mustafà.

IsabellaKaimakan? a me t’accosta.Il tuo muso è fatto a posta.Aggradisco, o mio signore,questo tratto di bontà.

TaddeoPe’ tuoi meriti, nipote,son salito a tanto onore.Hai capito? Questo corepensa adesso come sta.

Lindoro(a Mustafà in disparte)Osservate, quel vestitoparla chiaro a chi l’intende;osservate, osservate,a piacervi adesso attende,e lo dice a chi no’l sa.

IsabellaAh! mio caro.

MustafàEccì...

Isabella, LindoroViva.

Taddeo(Ci siamo.)

IsabellaAh!...

MustafàEccì...

Taddeo(Crepa, crepa.)

MustafàEccì, eccì...

Taddeo(Fo il sordo.)

Mustafà(Maledetto! quel balordonon intende e ancor qui sta.)

Taddeo(Ch’ei starnuti finché scoppia:non mi movo via di qua.)

Isabella, Lindoro(L’uno spera, l’altro freme,di due sciocchi uniti insiemeoh! che rider si farà!)

IsabellaEhi!... Caffè...

(Due Mòri portano il caffè.)

LindoroSiete servita.

IsabellaMia signora, favorite.

(Va a levar Elvira.)

È il marito che v’invita:non vi fate sì pregar.

Mustafà(Cosa viene a far costei?)

IsabellaColla sposa sia gentile...

Mustafà(Bevo tosco... sputo bile.)

Taddeo(Non starnuta certo adesso.)

Lindoro(È ridicola la scena.)

Mustafà(Io non so più simular.)

IsabellaVia guardatela...

Mustafà(sottovoce ad Isabella)(Briccona!)

IsabellaÈ sì cara!...

Mustafà(E mi canzona!)

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In questa pagina e nelle due seguenti, alcuni figurini di Jean-Pierre Ponnelle per L’italiana in Algeri,Teatro alla Scala, stagione 1973-74.

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ElviraUn’occhiata...

MustafàMi lasciate.

LindoroOr comanda?...

IsabellaCompiacenza...

ElviraSposo caro...

IsabellaBuon padrone...

Taddeo(Non starnuta...)

Elvira, Isabella, Lindoro, TaddeoCi/La dovete consolar.

MustafàAndate alla malora.Non sono un babbuino...Ho inteso, mia signora,la noto a taccuino.Tu pur mi prendi a gioco,me la farò pagar.Ho nelle vene un foco,più non mi so frenar.

Elvira, Isabella, Lindoro, Taddeo, MustafàSento un fremito... un foco, un dispetto...Agitata/o, confusa/o... fremente...il mio core... la testa... la mente...delirando... perdendo si va.In sì fiero contrasto e perigliochi consiglio, conforto mi dà?

[Recitativo]

Scena VIIPiccola sala, come alla Scena I dell’Atto II.

Haly solo.

HalyCon tutta la sua boriaquesta volta il Bey perde la testa.Ci ho gusto. Tanta smaniaavea d’una Italiana... Ci vuol altrocolle donne allevate in quel paese,ma va ben ch’egli impari a proprie spese.

[13. Aria]

Le femmine d’Italiadon disinvolte e scaltre,e sanno più dell’altrel’arte di farsi amar.

Nella galanterial’ingegno han raffinato:e suol restar gabbatochi le vorrà gabbar.

(Via.)

[Recitativo]

Scena VIIITaddeo e Lindoro.

TaddeoE tu speri di togliere Isabelladalle man del Bey?

LindoroQuesta è la trama,ch’ella vi prega e brama,che abbiate a secondar.

TaddeoNon vuoi?... per bacco!Già saprai chi son io.

LindoroNon siete il signor zio?

TaddeoAh! ah! ti pare?

LindoroCome?... Come?...

TaddeoTu sai quel che più importae ignori il men? D’aver un qualche amantenon t’ha mai confidato la signora?

LindoroSo che un amante adora: è per lui soloch’ella...

TaddeoEbben. Sono quell’io.

LindoroMe ne consolo.(Ah, ah.)

TaddeoTi giuro, amico,che in questo brutto intrico altro confortoio non ho che il suo amore. Prima d’adessonon era, te’l confesso,di lei troppo contento. Avea sospettoche d’un certo Lindoro,suo primo amante, innamorata ancora,volesse la signorafarsi gioco di me. Ma adesso ho vistoche non v’ha cicisbeoche la possa staccar dal suo Taddeo.

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LindoroViva, viva: (ah!... ah!...) ma zitto: appuntovien Mustafà. Coraggio,secondate con arte il mio parlare.Vi dirò poi quel che avete a fare.

Scena IXMustafà, e detti.

MustafàOrsù: la tua nipote con chi creded’aver che far? Preso m’avria costeiper un de’ suoi babbei?

LindoroMa perdonate.Ella a tutto è disposta.

TaddeoE vi lagnate?

MustafàDici davvero!

LindoroSentite. In confidenzaella mi manda a dirviche spasima d’amor.

MustafàD’amore?

TaddeoE quanto!...

LindoroChe si crede altrettantocorrisposta...

Mustafà(per partire)Oh, sì, sì.

LindoroMa dove andate?

MustafàDa lei.

TaddeoNo, no: aspettate.

LindoroSentite ancora.

MustafàEbben?

LindoroM’ha detto infin,che a rendervi di lei sempre più degno,ella ha fatto il disegno,

con gran solennità fra canti e suoni,e al tremolar dell’amorose faci,di volervi crear suo Pappataci.

[14. Terzetto]

MustafàPappataci! che mai sento!La ringrazio. Son contento.Ma di grazia, Pappataciche vuol poi significar?

LindoroA color che mai non sannodisgustarsi col bel sesso,in Italia vien concessoquesto titol singolar.

TaddeoVoi mi deste un nobil posto.Or ne siete corrisposto.Kaimakan e Pappatacisiamo là: che ve ne par?

MustafàL’Italiane son cortesi,nate son per farsi amar.

Taddeo, Lindoro(Se mai torno a’ miei paesi,anche questa è da contar.)

MustafàPappataci...

LindoroÈ un bell’impiego.

TaddeoAssai facil da imparar.

MustafàMa spiegatemi, vi prego:Pappataci, che ha da far?

Lindoro, TaddeoFra gli amori e le bellezze,fra gli scherzi e le carezze,dêe dormire, mangiare e bere,ber, dormire e poi mangiar.Pappataci ha da dormir,Pappataci ha da mangiar.

MustafàBella vita!... oh che piacere!...Io di più non so bramar.

(Via tutti.)

[Recitativo]

Scena XHaly e Zulma.

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HalyE può la tua padronacredere all’Italiana?

ZulmaE che vuoi fare?Da tutto quel che pare, ella non curagli amori del Bey; anzi s’impegnadi regolarne le sue pazze vogliesì, che torni ad amar la propria moglie.Che vuoi di più?...

HalySarà. Ma a quale oggettodonar tante bottiglie di liquoriagli Eunuchi ed aï Mòri?

ZulmaPer un gioco,anzi per una festa,che dar vuole al Bey.

HalyAh! Ah! scommettoche costei gliela fa.

ZulmaSuo danno. Ho gusto.Lascia pur che il babbeo faccia a suo modo.

HalyPer me... vedo, non parlo, e me la godo.

(Via tutti.)

Scena XIAppartamento magnifico come alla Scena V.

Taddeo, Lindoro, indi Isabella, e un coro diSchiavi Italiani.

TaddeoTutti i nostri Italianiottener dal Bey spera Isabella?

LindoroE li ottiene senz’altro.

TaddeoAh! saria bella!Ma con qual mezzo termine?

LindoroPer farla cerimonia.

TaddeoIh... ih... ih...

LindoroDi loroaltri saran vestitida Pappataci, ed altriqui a suo tempo verran sopra il vascello.

TaddeoIh... ih... gioco più bellonon si può dar. Ma eccola... Per bacco!Seco ha gli schiavi ancor.

LindoroN’ero sicuro.

TaddeoQuanto è brava costei!

LindoroCon due paroleagli sciocchi fa far quello che vuole.

[15. Coro, Recitativo accompagnatoe Rondò]

SchiaviPronti abbiamo e ferri e maniper fuggir con voi di qua.Quanto vaglian gl’Italianial cimento si vedrà.

[Recitativo accompagnato]

IsabellaAmici, in ogni eventom’affido a voi. Ma già fra poco io spero,senza rischio e contesa,di trarre a fin la mediata impresa.(a Taddeo)Perché ridi, Taddeo? Può darsi ancorach’io mi rida di te,(a Lindoro)Tu impallidisci,schiavo gentil? ah! se pietà ti destail mio periglio, il mio tenero amor,se parlano al tuo corepatria, dovere e onore, dagli altri apprendia mostrarti Italiano; e alle vicendedella volubil sorteuna donna t’insegni ad esser forte.

[Rondò]

Pensa alla patria, e intrepidoil tuo dover adempi:vedi per tutta Italiarinascere gli esempid’ardir e di valor.

(a Taddeo)Sciocco! tu ridi ancora?Vanne, mi fai dispetto.(a Lindoro)Caro, ti parli in pettoamore, dovere, onor.

Amici, in ogni evento...

SchiaviAndiam. Di noi ti fida.

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IsabellaVicino è già il momento...

SchiaviDove ti par ci guida.

IsabellaSe poi va male il gioco...

Schiavi L’ardir trionferà.

IsabellaQual piacer! Fra pochi istantirivedrem le patrie arene.(Nel periglio del mio benecoraggiosa amor mi fa.)

Schiavi Quanto vaglian gl’Italianial cimento si vedrà.

(Via tutti.)

[Recitativo]

Scena XIITaddeo, indi Mustafà.

TaddeoChe bel core ha costei! Chi avria mai dettoche un sì tenero affettoportasse al suo Taddeo?... Far una trama,corbellar un Bey, arrischiar tuttoper esser mia...

Mustafà(entrando)Kaimakan...

TaddeoSignor?

MustafàTua nipote dov’è?

TaddeoSta preparandoquello ch’è necessarioper far la cerimonia. Ecco il suo schiavo,che qui appunto ritorna, e ha seco il corode’ Pappataci.

MustafàE d’onorarmi adunquela bella ha tanta fretta?

TaddeoÈ l’amor che la sprona.

MustafàOh! benedetta.

[16. Finale II]

Scena XIIILindoro con un coro di Pappataci, e detti.

LindoroDei Pappataci s’avanza il coro:la cerimonia con gran decoroadesso è tempo di cominciar.

PappataciI corni suonino, che favoritison più dei timpani nei nostri riti,e intorno facciano l’aria eccheggiar.

TaddeoLe guancie tumide, le pancie piene,fanno conoscere che vivon bene.

Lindoro, Taddeo(Ih... ih... dal ridere sto per schiattar.)

MustafàFratei carissimi, tra voi son lieto.Se d’entrar merito nel vostro cetosarà una grazia particolar.

Pappataci Cerca i suoi comodi chi ha sale in zucca.Getta il turbante, metti parrucca,leva quest’abito, che fa sudar.

(Levano il turbante e l’abito a Mustafà e glimettono in testa una parrucca e l’abito diPappataci.)

MustafàQuest’è una grazia particolar.

Lindoro, Taddeo(Ih... ih... dal ridere sto per schiattar.)

Scena XIVIsabella, e detti.

IsabellaNon sei tu che il grado elettobrami aver di Pappataci?Delle belle il predilettoquesto grado ti farà.Ma bisogna che tu giurid’eseguirne ogni dovere.

MustafàIo farò con gran piaceretutto quel che si vorrà.

Pappataci Bravo, ben: così si fa.

LindoroState tutti attenti e chetia sì gran solennità.

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(a Taddeo dandogli un foglio da leggere)A te: leggi.(a Mustafà)E tu ripetitutto quel ch’ei ti dirà.

( Taddeo legge e Mustafà ripete tutto versoper verso.)

Taddeo, MustafàDi veder e non veder,di sentir e non sentir,per mangiare e per goderdi lasciare e fare e dir,io qui giuro e poi scongiuroPappataci Mustafà.

PappataciBravo, ben: così si fa.

Taddeo, Mustafà(leggendo come sopra)Giuro inoltre all’occasiondi portar torcia e lampion.E se manco al giuramentopiù non abbia un pel sul mento,io qui giuro e poi scongiuroPappataci Mustafà.

Pappataci Bravo, ben: così si fa.

LindoroQua la mensa.

(Si porta un tavolino con vivande e bottiglie. )

IsabellaAd essa siedanoKaimakan e Pappataci.

Pappataci Lascia pur che gli altri facciano:tu qui mangia, bevi e taci.Questo è il rito primo e massimodella nostra società.

(I Pappataci partono.)

Taddeo, MustafàBuona cosa è questa qua.

IsabellaOr si provi il candidato.Caro...

LindoroCara...

MustafàEhi!... che cos’è?

TaddeoTu non fai quel ch’hai giurato!Or t’insegno. Bada a me.

IsabellaVieni, o caro.

TaddeoPappataci.

(Mangia di gusto senza osservar gli altri.)

LindoroIo t’adoro.

TaddeoMangia e taci.

MustafàBasta, basta... Ora ho/Aver capito,saper far meglio di te.

Lindoro, Taddeo(Che babbeo, che scimunito!Me la godo per mia fé.)

IsabellaCosì un vero Pappatacitu sarai/resterai da capo a pié.

Scena XVComparisce un vascello, che s’accosta allaloggia con marinai, e Schiavi Europei, ch ecantano il coro:

SchiaviSon l’aure seconde, son placide/tranquille

[son l’onde.Su presto salpiamo: non stiam più a tardar.

LindoroAndiam, mio tesoro.

IsabellaSon teco, Lindoro.

Isabella, LindoroC’invitano adesso la patria e l’amor.

TaddeoL i n d o r o ! . . . che sento? quest’è un tradimento. . .Gabbati, burlati, noi siamo, o signor.

MustafàIo son Pappataci.

TaddeoMa quei...

MustafàMangia e taci.

TaddeoMa voi...

MustafàLascia far.

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TaddeoMa io...

MustafàLascia dir.

TaddeoOhimè!... che ho da far? restare o partir?V’è il palo, se resto: se parto, il lampione.Lindoro, Isabella: son qua colle buone,a tutto m’adatto, non so più che dir.

Isabella, LindoroFa’ presto, se brami con noi di venir.

Scena ultimaE l v i r a , Z u l m a , H a l y, M u s t a f à , e coro d’Eu -nuchi.

Zulma, HalyMio signore.

ElviraMio marito.

Elvira, Zulma, HalyCosa fate?

MustafàPappataci.

Elvira, Zulma, HalyNon vedete?

MustafàMangia e taci.Pappataci.Mangia e taci.Di veder e non veder,di sentir e non sentir,io qui giuro e poi scongiuroPappataci Mustafà.

Elvira, Zulma, HalyEgli è matto.

Isabella, Lindoro, TaddeoIl colpo è fatto.

Elvira, Zulma, HalyL’Italiana se ne va.

MustafàCome... come... ah! traditori.Presto Turchi... Eunuchi... Mòri.

Elvira, Zulma, HalySon briachi tutti quanti.

MustafàQuesto scorno a Mustafà?

SchiaviChi avrà cor di farsi avantitrucidato alfin cadrà.

MustafàQuesto scorno a Mustafà?

Sposa mia; non più Italiane.Torno a te. Deh! mi perdona...

Elvira, Zulma, HalyAmorosa, docil, buonavostra moglie ognor sarà.

Isabella, Lindoro, TaddeoAndiamo, padroni,possiamo contenti lasciar queste arene.Timor, né periglio per noi più non v’ha.

Elvira, Zulma, Haly, MustafàBuon viaggio, stian bene,potete contenti lasciar queste arene.Timor, né periglio per voi più non v’ha.

TuttiLa bella Italiana venuta in Algeriinsegna agli amanti gelosi ed alteri,che a tutti, se vuole, la donna la fa.