L’essenziale è visibile - Parrocchie Rivoli · bene, ma sono gioiosa e contenta e con l’aiuto...

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Maria Maddalena si reca al sepolcro e lo trova vuoto. Voleva trovare un po’ di pace davanti alla tomba del Maestro amato, diremo noi era lì per rielaborare il lutto e per poter piangere in pace e affrontare e vivere l’unica certezza rimasta: Gesù è morto. E invece lo sgomento, il vuoto, la caduta di quell’unica sicurezza, le attanagliano il cuore… la tomba è aperta e il corpo morto di Gesù non c’è più! Maria Maddalena urla subito al furto del corpo del maestro; la giustificazione più semplice, quella che non doveva metterla in gioco, che le permetteva di scaricare su altri il dolore e la fatica che stava vivendo, che le permetteva di evitare la verità, le parole di Gesù sulla sua fine, la sua inadeguatezza alla complessità del momento.Mi sembra che in questo periodo in cui la nostra vita è sempre meno legata a certezze, a situazioni solide e si trova in un flusso di notizie ed esperienze diverse, destabilizzanti e veloci che non ci permettono di gustare il qui e ora, ma ci vedono sempre proiettati sul futuro incerto e in continuo cambiamento e a rimpiangere un passato falsamente idealizzato, anche noi ci possiamo trovare nella situazione di Maria Maddalena: sgomenti, schiacciati dalla solitudine e dal vuoto, privi di certezze e pronti ad urlare la colpa su cose esterne, di individuare soluzioni che ci anestetizzano e non ci mettono in gioco. Questo sia nella nostra vita personale, in cui affrontare

la complessità degli avvenimenti e delle implicazioni, sembra ogni giorno non trovarci adeguati. Sia nella vita pubblica dove urlare per trovare un capro espiatorio (su cui gettare le colpe e soluzione semplicistiche), che ci faccia trovare sicuri, come se non ci interessi affrontare e risolvere i problemi, ma trovare paraventi che non ci facciano scorgere oltre il nostro naso o la nostra frontiera… perché tutto troppo complesso, troppo pesante e con soluzioni non immediate.All’urlo di Maria Maddalena si contrappone la voce di Gesù, che chiama la Maddalena, la chiama con amore, senza voler giudicare la fatica della donna e il suo desiderio di soluzioni facili, senza farla scontrare con la sua inadeguatezza dovuta al non essersi fidata della Parola di Gesù che aveva annunciato che al terzo giorno sarebbe risorto. La chiama con amore e quell’amore riempie il cuore della donna, quell’amore la riporta nel qui e nell’ora, quell’amore le permette di affrontare la complessità della risurrezione (la Maddalena è il primo essere umano che incontra un risorto e per di più il Signore Risorto!), quell’amore le permette di non buttarsi in un’altra soluzione immediata e anestetizzante (il trattenere Gesù), ma le permette di lasciarlo e di diventare la prima testimone della risurrezione, con tutte le fatiche nel dover annunciare per la prima volta al mondo: Gesù è risorto!

L’essenziale è visibile

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RIVOLI Parrocchie nella Città

Sentiamo anche noi, ognuno di noi, il nostro nome chiamato da Gesù, chiamato con calma, con profondità, chiamato con amore che ci riporta al qui e ora, capaci di godere della gioia della risurrezione senza aver paura del futuro, delle sue difficoltà e della sua complessità… Un qui e ora che ci dice che non saremo soli ad affrontare i problemi e le fatiche della vita, che ci dice che non basta per star meglio chiudersi dietro a paraventi o ai confini nazionali o a soluzioni che non considerano il bene di tutta l’umanità. Donna, chi cerchi? Un qui e ora che ci dice che dobbiamo essere testimoni della Risurrezione con scelte concrete, pubbliche, che non siano solo vivere la concretezza della carità (cosa che come comunità di Rivoli facciamo molto e in tanti campi), ma che diventi per tutti noi con i ruoli, i talenti e le diversità che ci contraddistinguono, possibile impegno civile e politico, per poter far vivere qui a Rivoli, in Piemonte, in Italia, in Europa e nel Mondo intero la voce di Gesù che ci chiama e ci ama. E così affrontare la complessità della società moderna con i suoi squilibri e ingiustizie, ma con le sue grandi possibilità e bellezze, cercando il volto di Dio su ogni

donna/uomo sulla Terra, creando un vivere civile animato dalla giustizia e dalla pace che permetta ad ognuno di esprimere, nella libertà e nella pienezza, ciò che è: essere creato a immagine e somiglianza del Padre, amato e salvato dalla Risurrezione di Gesù, accompagnato e sospinto dalla presenza ristoratrice dello Spirito Santo.

Pasqua buona!

don Claudio

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Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? Un vasetto pieno di profumo prezioso, di grande valore, che viene rotto e versato sul capo di Gesù. E’ il gesto semplice di una donna che sente l’urgenza di “sprecare” ciò che ha di più prezioso per il suo Signore. Il desiderio che accompagna il mio sì per sempre al Signore è proprio lo stesso di questa donna: quello di “sprecare” ciò che possiedo di più prezioso, la mia vita, per donarla a Dio e, in Dio, ad ogni fratello e sorella che saranno miei compagni di viaggio. È un sì di risposta a un amore più grande che Qualcuno ha rivolto per primo nei miei confronti. Se mi fermo a contemplare il crocifisso, con quelle braccia spalancate, sento ripetute le parole di un’antica omelia che si legge il sabato santo: "Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce". Mi piace fermarmi e ascoltare tutti questi “per te”! Chi di noi non vorrebbe essere destinatario di un amore così grande? Di un amore capace di andare “fino alla fine”, nel senso letterale del termine? Chi di noi non vorrebbe sentirsi importate per qualcuno fino a questo punto?

SPRECO COME PIENEZZA DI VITAGuardo la croce … e mi sento importante per il Signore! Davanti alla follia della croce, davanti ad un amante che dà tutto per colei che ama, non posso non rispondere con il dono della mia vita a Dio e a coloro che lui ama: i suoi figli. È una risposta che ha preso forma, poco alla volta, in questi anni di formazione e di preghiera, anni di alti e bassi, di domande e di risposte, di luce e buio. Solo ora, guardandomi indietro, mi rendo conto di come tante cose vissute, anche quelle che più faticavo a comprendere, erano già parte di una storia più grande (e siamo solo all’inizio!). In questi anni è cresciuto in me il desiderio e la necessità di mantenere lo sguardo fisso su Gesù. Uno sguardo che sa andare oltre a quei tanti nodi che fanno da ostacolo al nostro cammino e che spesso ci portano a dimenticare che siamo amati, accompagnati e cercati da Dio. Sto imparando a gustare la libertà e la pace che nascono dalla certezza di essere amata e accolta nella mia semplicità e fragilità: dalla certezza di essere figlia “legata” al Padre da una dipendenza d’amore. È con questi occhi che leggo il brano di Vangelo con cui ho cominciato queste poche righe, e sotto questa luce, quello che per molti è uno spreco inutile, per me, oggi, è pienezza di vita! È una pienezza e una gioia che desidero condividere con tutti voi Domenica 19 Maggio alle ore 15.30 presso la parrocchia della Stella e vi invito già da ora ad accompagnare questo mio sì anche con la vostra preghiera perché possa tradursi ogni giorno in amore donato.

Suor Chiara Pozzi Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth

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Il dono più grande

Un “sì” per sempre… un “sì” di tutti i giorni

Per tutte le persone che non mi hanno ancora conosciuta, mi presento: mi chiamo Suor Maria Agostina Burdeos, sono entrata in monastero quando avevo ancora 15 anni, quest’anno ne compirò 27. Ho trascorso questi anni della mia vita in monastero, non vi dico la contentezza che ho avuto e sto vivendo. Non tutti i giorni sono stata sempre bene, ma sono gioiosa e contenta e con l’aiuto di Dio vado avanti, nonostante tutto.Tante le persone che mi dicevano: “Non ti annoi? Non ti senti una prigioniera?…” Nella mia esperienza non ho mai sentito di essere una prigioniera, perché amo la mia vocazione e amo Gesù. Qualche volta avverto in me la noia, sento di non essere gioiosa. Per me è normale che accadano queste cose, perché fanno parte della mia chiamata per avvicinarmi di più al Signore.In questo periodo si sta avvicinando il momento più importante della mia vita: in questo anno, il 28 agosto ci sarà la mia Professione Solenne! Adesso mi sto preparando per vivere questo momento bello e importante. Pensando alla mia Professione Solenne, non capisco più che cosa c’è dentro il mio cuore, non

so se piango o salto per la contentezza, perché il Signore mi ha chiamata a questa vita. Per me la mia vocazione è il dono più grande che ho ricevuto, facendo la Professione solenne non vuol dire che finisce qui la chiamata del Signore, la mia chiamata non finisce in questo momento, ma si rinnova per sempre e fino all’ultimo respiro.Ringrazio continuamente il Signore del dono che mi ha fatto, la mia vocazione, e sono lieta per questo. Pregherò per voi tutti che conosco e anche per quelli che non conosco, pregherò per tutti e porterò tutto il mondo nelle mie preghiere, anche voi pregate per me, affinché rimanga sempre fedele alla mia vocazione.Ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che mi hanno dato questa possibilità di scrivere l’esperienza della mia vocazione. Anche se non sono presente tra voi, non mi vedete e non mi sentite, però con questa possibilità sono contenta, perché in questo modo posso far arrivare la mia testimonianza a tutti i giovani.Grazie

Suor Maria Agostina Burdeos

Mi chiamo Sr. Maria Ferdinanda Bacule, ho 26 anni, sono stata a Rivoli in Via Querro per 5 anni, adesso sono nelle Filippine nel nostro nuovo monastero.Nella mia vita ho avuto l’esperienza di gioia, di dolore, la crisi spirituale e anche la malattia, ho capito che tutto questo fa parte della mia vita per aiutare a far crescere la mia fede.In questo momento mi sto preparando per il giorno più importante della mia vita, il giorno del rispondere “Sì” per sempre alla chiamata del Signore. Non è un “Sì” una volta per sempre, ma un “Sì” di tutti i giorni, perché il Signore chiama continuamente, l’importante è che io non faccia finta di non sentire.La professione Solenne è come un’alleanza tra me e Dio. Sicuramente lui sarà sempre fedele alla sua promessa, invece io, con la mia debolezza, sono consapevole che non sarò sempre fedele, ma con la Sua fedeltà, il Signore mi aiuterà a tirarmi su ogni volta che sbaglio.Ringrazio per questa opportunità di scrivere la mia esperienza e colgo l’occasione di invitare tutti voi a pregare per me. Sono consapevole che non tutti voi potete venire fisicamente nelle Filippine per partecipare

alla mia professione, ma la vostra preghiera arriva anche qui, a migliaia di chilometri di distanza. Anche io prego e pregherò per tutti voi.Grazie per la vostra attenzione

Suor Maria Ferdinanda Bacule

Monastero di Butuan nelle Filippine

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La Dottrina sociale della Chiesa si presenta come corpus dottrinale ampio e complesso, che si è venuto formando come un edificio, mattone dopo mattone, e nel quale le lettere encicliche Caritas in Veritate e Laudato Si’ s’integrano mirabilmente a mo’ di tetto (provvisorio).Con quest’edificio – che ovviamente ha risentito delle varie esperienze e delle varie crisi che l’umanità ha vissuto nel corso della costruzione dell’edificio stesso – la Chiesa cattolica si pone come il più autorevole esponente religioso che vuole fare fino in fondo i conti con la modernità, tenendo conto delle varie crisi che attraversano il mondo e delle enormi difficoltà che l’uomo incontra nel dare risposte ai problemi economici e sociali che quotidianamente deve affrontare e risolvere. Lo fa dando un quadro completo delle diverse problematiche sociali (politiche, economiche,

sociologiche, civiche, culturali, naturalistiche), guardando nella profondità dei tempi in cui viviamo e che ci aspettiamo di vivere e fornendo un poderoso ausilio all’umanità nel fronteggiare le enormi difficoltà che essa incontra, dando risposte di fede e razionali ai problemi attuali della società umana.Della Dottrina sociale della Chiesa si può presentare la seguente sintesi di grande massima iniziando col dire che essa ha il suo focus nell’annuncio evangelico proclamato da Gesù, che può essere sintetizzato nei seguenti valori:• l’amore come legge fondamentale;• la verità come fonte di significato nella vita;• la libertà della persona come base dello sviluppo personale e sociale;• la giustizia come base della politica e dell’economia;

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA UNA RICCHEZZA POCO CONOSCIUTA

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• la pace come fondamento delle relazioni sociali. E sulla base di questi valori i cristiani svolgono la loro missione di compartecipazione alla costruzione del Regno di Dio.Ne consegue che ogni uomo, ogni donna, dal concepimento è persona (non individuo o oggetto), creata a “immagine e somiglianza” di Dio, persona inserita in una comunità di persone come soggetto libero, che la società organizzata riconosce soggetto di diritti e di doveri e quindi soggetto socialmente responsabile. La persona umana è al centro della Dottrina sociale della Chiesa: essa è il vero sostegno della società, quindi la persona ha priorità in tutto quello che viene fatto a livello sociale. La Dottrina sociale della Chiesa si sviluppa incentrandosi sui principi fondanti della centralità della persona umana e della fraternità; due principi fra di loro profondamente connessi. L’uomo e la donna non sono individui isolati, bensì persone aperte alla trascendenza in Dio; create tutte da un unico Padre, quindi fratelli fra di loro, e la fraternità è il collante dell’umanità. Senza di essa, la persona non è completa: le manca quella connessione essenziale che rende completo il legame con il Creatore unico di tutte le persone. Icona evangelica, è un valore etico profondo e un obiettivo grandioso: costruire una comunione responsabile fra le persone, a motivo del fatto che ci sentiamo uno per l’altro e responsabili uno dell’altro, uguali nella dignità, pur nella diversità delle singole persone. Ciò comporta che le società umane, fondate sulla fraternità, non composte da estranei fra di loro, ma da amici e prossimi, abbiano innato il principio della solidarietà, della condivisione dei beni della Terra, creati da Dio perché servano a tutti gli uomini e donne, e non soltanto ad alcuni o alcune. L’antropologia della fraternità non disconosce la presenza della violenza; soltanto si rifiuta di accettare che pluralità e diversità siano sinonimo esclusivo di conflittualità e scontro: l’altro come necessario nemico. Al contrario, pluralità e diversità creano l’occasione e l’opportunità del dialogo e della convivenza che arricchisce. La fraternità completa la centralità della persona, dando dignità completa alla persona, e la Dottrina sociale della Chiesa assume pienamente la centralità e la dignità della persona, al punto di assumerli quali assiomi di base delle proprie argomentazioni, assieme al terzo assioma dello sviluppo umano integrale: la centralità e la dignità della persona sono l’unico modo attraverso il quale si realizza lo sviluppo umano integrale (che coinvolge tutti gli aspetti della persona e tutte le persone).Da questi discendono tutti gli altri valori sviluppati nella Dottrina sociale della Chiesa: la difesa della vita, la salvaguardia del creato, la destinazione universale dei beni, la pace, la giustizia, l’amore, la solidarietà, l’opzione preferenziale per i poveri, il perdono ecc. Discende anche il modello di sviluppo che la Chiesa propone, il quale si articola sulla collaborazione fra le classi sociali, la preminenza del bene comune, la preminenza dei valori morali su quelli materiali, la funzione strumentale

dei beni economici, il diritto al lavoro e a un giusto salario, il diritto alla proprietà privata e alla libera iniziativa economica che non sia d’impedimento alla realizzazione degli altri valori predetti ecc., e ha come presupposto che l’azione umana si debba muovere ispirata dall’altruismo e non dall’egoismo; un modello di sviluppo incentrato sulla giustizia sociale – assai più che sulla crescita economica – e volto pertanto a costruire una società giusta, nella quale le dinamiche di potere non diano la precedenza alla supremazia delle grandi imprese e ai guadagni immediati di queste, a discapito dell’innovazione di prodotto (e di processo) e dello sviluppo di lungo periodo. Il protagonista non è l’homo oeconomicus, ma l’uomo nella sua interezza; le attività economiche rappresentano una realtà importante della realtà umana, ma non la esauriscono affatto. In questo contesto, la Chiesa riconosce allo Stato un ruolo di garanzia e di promozione, pur nel necessario rispetto del principio di sussidiarietà, stando al quale appaiono come ingerenze indebite gli interventi pubblici in àmbiti entro i quali le singole persone e le comunità intermedie (famiglie, associazioni locali e regionali) possono agire liberamente, con autosufficienza e vantaggiosamente.È dovere di ogni donna e di ogni uomo impegnarsi, in prima persona, per lo sviluppo della propria sfera di diritti ma, allo stesso tempo, aprirsi ai problemi della propria comunità locale e nazionale, ai problemi dell’intera comunità umana, per cui l’autentico sviluppo dell’uomo e della società deve rispettare e promuovere la persona in tutte le sue dimensioni.

Daniele Ciravegna

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Con il termine “casa” non si intende solo una struttura fisica ma, come ci ha detto papa Francesco, essa rappresenta “un luogo di accoglienza, una dimora, un ambiente umano dove stare bene, ritrovare se stessi, sentirsi inseriti in un territorio, in una comunità". La “casa” allora rappresenta la ricchezza umana più preziosa, quella dell’incontro, quella delle relazioni tra le persone, diverse per età, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere. Proprio per questo, la “casa” è un luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si può realizzare, perché è un luogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore. Questa è la “casa”.Da alcuni anni i centri di ascolto caritativi presenti sul territorio Italiano registrano un forte aumento delle richieste di aiuto nel settore della casa. Quasi il 30%, di chi si rivolge ai centri, deve fare fronte a problemi abitativi e alloggiativi. Il difficile accesso alla casa e l’impossibilità di condurre la propria esistenza in condizioni abitative dignitose, rappresenta uno tra i problemi più gravi. Il problema abitativo non riguarda solamente le persone senza dimora o le fasce socialmente più marginali del territorio. Perdono l’alloggio famiglie povere, caratterizzate da lunghe storie di redditi insufficienti, di sottoccupazione e disoccupazione protratta. Restano in mezzo a una strada famiglie fino a ieri benestanti che non riescono più a pagare il mutuo con cui stavano acquistando la villetta a schiera perché hanno dovuto chiudere l’azienda di cui erano titolari o hanno perso lavori ben remunerati e faticano a ricollocarsi. Per finire, ma l’elenco è solo esemplificativo, sono in mezzo a una strada famiglie di immigrati con un regolare contratto di lavoro che però i potenziali padroni di casa stimano insufficiente a garantire il regolare pagamento dell’affitto o semplicemente non sono graditi. Cresce pure il numero di persone che risiedono in auto, baracche, roulotte, tende o abitazioni simili. Un problema

complesso può e chiede di essere trattato su più fronti. Tanti soggetti si misurano con il problema della casa, soggetti anche poco avvezzi a relazionarsi  tra loro: i servizi sociali e i costruttori immobiliari, le banche e il terzo settore, gli Ufficiali Giudiziari e le associazioni di inquilini, gli enti gestori dell’edilizia popolare e le fondazioni bancarie. Una cosa risulta immediatamente agli occhi: c'è una sovrapproduzione incredibile di appartamenti. Se il gioco del mercato fosse veramente quello della "domanda/offerta" il prezzo degli immobili, sia in compravendita che in affitto, sarebbe infinitamente più basso dell'attuale. Il problema della mancanza e dell’inadeguatezza degli alloggi si è aggravato anche a causa della mancanza di risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica. La questione centrale su cui operare per incidere sul problema degli sfratti è principalmente una: aumentare l’offerta di alloggi a canone moderato. È necessario rendere effettivamente disponibili gli alloggi privati sfitti che sono numerosi. Il problema può essere affrontato potenziando sistemi di garanzie ai locatari, rendendo più flessibili le forme contrattuali, facendo leva sulla pressione fiscale, facilitando sistemi di incontro domanda-offerta. Anche il patrimonio edilizio pubblico fa i conti con problemi grandi: capita spesso che i Comuni dispongano di alloggi vuoti non assegnabili perché necessitano di lavori di ristrutturazione che gli enti locali non riescono a sostenere. Mancano invece dati sistematici sull’uso irrazionale o improprio delle case popolari. Capita che alloggi grandi siano abitati da persone che sono rimaste sole, o che siano assegnati a persone e nuclei che non ne hanno più diritto perché nel frattempo hanno acquistato una propria abitazione altrove. I bilanci comunali possono trovarsi costretti a sostenere l’onere gravoso di spese alberghiere per dare temporanea ospitalità a famiglie con minori o persone in particolare difficoltà, ma non riescono a trovare le risorse per rendere effettivamente agibili alloggi di proprietà che devono essere ristrutturati. Talvolta la soluzione a uno sfratto può essere un’abitazione temporanea: un alloggio che non risponde al requisito della stabilità, ma che può comunque offrire una sistemazione provvisoria che però può dare modo ad una famiglia di prendersi un tempo per rimettersi in gioco avendo comunque un tetto sulla testa ed una grave preoccupazione in meno. Le strade percorse sono diverse: appartamenti messi a disposizione spesso da enti no profit, strutture di accoglienza temporanea per famiglie, alloggi in co-housing con servizi in comune, appartamenti destinati a questo scopo messi a disposizione degli enti locali all’interno di complessi. Questi dati costituiscono un’occasione per riflettere sulla capacità dei nostri servizi di intercettare nuovi bisogni, di adeguarsi al mutamento dei fenomeni di povertà e di fare rete per non disperdere energie preziose e puntare all’efficacia

LA CASA è UN DIRITTO?

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degli interventi. È fondamentale sentirsi responsabili di chi si incontra e credere fortemente che ancora esistono persone che, anche in questo difficile momento economico, siano disposte ad ascoltare, aiutare, sostenere chi ne ha più bisogno. Per un cristiano, si tratta di rispondere al comando evangelico dell’amore verso i fratelli; per un cittadino, si tratta di adempiere al dovere di solidarietà sociale sancito dalla nostra Carta costituzionale.

E a Rivoli?Anche a Rivoli le problematiche riportate sono tutte presenti. I centri di ascolto dei nostri gruppi caritativi sono chiamati a sostenere interventi economici a sostegno alle spese relative alla casa, e molte volte tali sostegni non possono essere differiti se non con la conseguente perdita della casa. Presso l’Ufficio Casa del comune ci si può rivolgere per avere informazioni su problematiche abitative in genere e in particolare sulle iniziative esistenti per l’aiuto al mantenimento o alla possibilità di avere una abitazione. Parliamo dell’iniziativa Salvasfratti, un fondo che interviene, nel caso di sfratto per morosità incolpevole dovuta a perdita o diminuzione della capacità reddituale della famiglia, al fine di evitare l’esecuzione dello sfratto; a quella di Aslo, iniziativa finalizzata a incentivare la locazione con contratti concordati offrendo contributi economici e agevolazioni fiscali alle parti contraenti. Sempre presso l’Ufficio Casa del Comune vengono fornite informazioni sui requisiti di partecipazione al Bando, quando presente, per l’assegnazione delle abitazioni di edilizia sociale e sulle domande che possono presentare i cittadini in emergenza abitativa.Gli alloggi di edilizia sociale presenti sul nostro territorio sono circa 700. Esiste una buona presenza di proposte per sistemazioni temporanee o prolungate per famiglie

e persone non in grado di avere una autonomia abitativa per limiti di reddito o perdita della propria abitazione. Sono presenti proposte di Housing Sociale, di alloggi di convivenza, appartamenti messi a disposizione, senza dimenticare il dormitorio per le persone senza fissa dimora. In queste realtà è presente, in modo forte, l’impegno delle nostre parrocchie, di gruppi e associazioni caritative. Il Servizio Socio Assistenziale del CISA ha fornito per l’anno 2018 le seguenti presenze: Convivenze Abitative 9 adulti; Alloggi parrocchia San Martino 15 adulti e 11 minori; Ostello, Social Housing e pensioni 20 adulti e 6 minori; Alloggio Casa Sagum 7 adulti e 2 minori; Casa Capello 16 adulti e 14 minori.Ma la situazione di maggiore difficoltà rimane quella di reperire appartamenti disponibili per essere affittati, anche da parte di chi non dispone di tutte le garanzie richieste, a fronte di numerosi alloggi che rimangono per lungo tempo vuoti. Non si tratta di colpevolizzare i proprietari ma di trovare soluzioni che rispondano alle esigenze sia di chi cerca casa sia di chi la possiede e sarebbe disponibile ad affittarla.Questa situazione non poteva passare inosservata alle nostre comunità parrocchiali; i Consigli Pastorali Parrocchiali ne hanno discusso chiedendosi:• quale sensibilità e quale impegno concreto può mettere in atto una singola persona o una comunità cristiana?• quali proposte di prevenzione o di sostegno si possono mettere in atto?Concorde è stata la proposta dell’apertura di uno “Sportello Casa” a servizio di tutta la comunità rivolese, gestito da volontari delle sette parrocchie di Rivoli, che sia di accompagnamento, vicinanza e informazione per le famiglie in difficoltà ma anche per collaborare e informare i piccoli proprietari di alloggi sulle loro possibilità e convenienze ad affittare. Stiamo partendo: chi volesse dare la sua disponibilità per questo servizio può informarsi presso i parroci.

Michele Burzio

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Quando il silenzio non è più una virtù“Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità (...).

Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche (...).”(dal preambolo della Dichiarazione dei Diritti umani dell’Onu del 1948)

e considerato che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (...) e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” (art 2 della Costituzione)

come possiamo stare zitti di fronte a scelte e azioni che non solo offendono la sensibilità delle nostre comunità cristiane ma toccano nel profondo la nostra identità di cittadini e di uomini e donne?

Stiamo parlando del Decreto Sicurezza diventato legge il 1° dicembre scorso che è, tra il resto, la risposta politica attuale al complesso fenomeno migratorio che inevitabilmente coinvolge il nostro Paese. Il Decreto prevede una riduzione significativa delle possibilità di essere accolti in Italia e misure più dure nel periodo di permanenza prima del rimpatrio, che di fatto nella maggioranza dei casi non avverrà: l’abolizione della protezione umanitaria è sostituita con la protezione detta speciale che dura un solo anno e riguarda solo alcuni casi minoritari. La legge prevede inoltre il

raddoppio dei tempi di trattenimento nei centri per il rimpatrio, lo smantellamento dei centri SPRAR (Sistema per i richiedenti asilo e rifugiati) affidati ai Comuni, la soppressione dell’iscrizione anagrafica, l’esclusione all’iscrizione del servizio sanitario nazionale e revoca della cittadinanza in caso di reati gravi. Tale revoca non è prevista per i cittadini italiani, riguarda unicamente i migranti che l’hanno precedentemente ottenuta, sottintendendo quindi che vi siano differenti qualità di cittadinanza. Questi provvedimenti stanno generando una massa di invisibili senza diritti che aumenterà inevitabilmente la frangia di marginalità sociale e di devianza. L’enfasi stessa sul termine “sicurezza” dirotta verso un immaginario di paura. Ma “la paura ci fa pazzi!” ha detto recentemente il Papa parlando del muro del Messico, altra espressione di legittimazione dell’esclusione e del respingimento presentati come valori. La paura e la percezione dell’altro come minaccia intaccano il senso di appartenenza alla comunità degli uomini e sono antitetici al Vangelo.

Ecco perché non possiamo stare zitti.

L’indignazione, la rabbia giusta che ci impone di non tacere, ha mosso già molti intellettuali, uomini di chiesa, persone del mondo civile e dello spettacolo a esporsi personalmente con parole nette che sicuramente possono ispirare le nostre. Il sacerdote comboniano Alex Zanotelli definisce anticostituzionale questa legge perché “nega i principi di solidarietà e di uguaglianza

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che

sono alla base della nostra Costituzione; rappresenta inoltre un veleno micidiale per la nostra democrazia. Di fatto il decreto è profondamente ingiusto perché degrada la persona dei migranti e crea due classi di cittadini, rendendo lo ‘straniero’ una minaccia, un nemico.” Il sacerdote aggiunge che “entro il 2020 si prevedono oltre 130.000 irregolari per strada. E gli irregolari verranno rinchiusi nei nuovi lager, i CPR. A questi verrà ingiunto, entro sette giorni, di ritornare nei loro paesi. Ma né i migranti né il governo hanno i mezzi per farlo. Così rimarranno in Italia mano d’opera a basso prezzo per il caporalato del nord e del sud.”Seicento psicanalisti italiani hanno firmato una lettera rivolta al Presidente Mattarella. Scrivono: “Non si può tacere sulle complesse e gravi condizioni in cui versano i migranti in Italia. Concordiamo con quanto Lei afferma: "La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza". Ed è proprio a partire da questa Sua dichiarazione che pensiamo di poter affermare che la convivenza non è un dato, ma una paziente tessitura da costruire nel quotidiano, sfidando paure e diffidenze reciproche inevitabili. L'accoglienza e la convivenza possono essere prove difficili quanto l'esilio ed è per questo che vanno sostenute attraverso politiche e azioni sociali capaci di dare ascolto anche al disagio della popolazione residente, evitando che si radicalizzi quel cieco rifiuto che si sta attivando (...). Gestire il fenomeno migratorio come una pura questione di ordine pubblico è segno di pericolosa miopia. Noi pensiamo che sia urgente ripensare completamente anche le politiche migratorie, riaprendo, ad esempio, i canali regolari della migrazione da lavoro, come opportunità per avvalersi dell'apporto di energie nuove che sempre le migrazioni riuscite hanno rappresentato e che sono alla base di ogni autentico processo di integrazione”.L’attore bolognese Bergonzoni affronta il tema muovendo le corde della poesia, della riflessione sul vissuto profondo di ciascuno di noi e sulle responsabilità di educarci all’accoglienza: “Certo, il demandare alla politica è giusto perché è vero che sono il Governo e l’Europa a dover decidere. Ma in fondo chi sono l’Italia e l’Europa se non noi cittadini? Noi siamo

libici, siamo lampedusani, siamo francesi, inglesi. All’Europa mancano gli stati d’animo. Ecco perché parlo di anime: è un tema spirituale. Poi dopo parliamo di dove li metteremo. (….) È un lavoro che viene prima, nel governo interiore. È un tema di costituzione interiore. La conoscenza passa attraverso la coscienza. L’etica passa attraverso la poetica. Se non c’è questo lavoro interiore non servono a nulla la piazza e la protesta.” Anche l’Agesci Piemonte, unendo la propria voce a quella delle altre Regioni, sente l’urgenza di comunicare: “Come educatori cristiani condividiamo le parole del cardinale Bagnasco, già Presidente della CEI: “Nessuno vuole essere sovversivo ma ci sono problemi che richiedono giudizi di coscienza”.Non possiamo tacere. Parlare nei nostri ambienti quotidiani a volte è l’azione più difficile ma anche la più fertile. Condividiamo pensieri che aiutino prima di tutto noi stessi nell’impegno della testimonianza, nella condanna esplicita di ciò che non è accettabile.Non possiamo tacere. Cerchiamo occasioni per esporci insieme, con altri cittadini e cittadine. Il silenzio dei distratti o degli indifferenti è stato elemento determinante nei capitoli più bui della Storia. Non possiamo tacere. Il silenzio non è sempre una virtù.

Maria Fernanda Vacirca e Lidia Zanette

Rima della rabbia giusta di Bruno TognoliniTu dici che la rabbia che ha ragioneÈ rabbia giusta e si chiama indignazioneGuardi il telegiornaleTi arrabbi contro tutta quella genteMa poi cambi canale e non fai nienteIo la mia rabbia giustaVoglio tenerla in cuoreIo voglio coltivarla come un fioreVedere come cresceCosa ne esceCosa fiorisce quando arriva la stagioneVedere se diventa indignazioneE se diventa, voglio tenerla tesaCome un’offesaCome una brace che resta accesa in fondo E non cambia canale Cambia il mondo

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Restiamo umani

LE STORIEAbbiamo ascoltato storie di persone diverse, provenienti da paesi diversi, ma nonostante questa diversità, possiamo sentire come queste storie abbiano in comune la speranza, la speranza di una vita migliore, per se stessi in primis, e anche per i propri famigliari. Certe storie sono molto forti: non immagineresti mai che un essere umano possa arrivare a tanto pur di vivere una vita che si possa definire tale. Abbiamo sentito di persone in fuga: chi dalla povertà, chi da calamità naturali, chi per abusi e molte altre ragioni (e proprio per questo motivo crediamo che sia importante aiutare queste persone, per far sì che anche loro possano essere felici).

GLI INCONTRIOltre ad ascoltare storie personali, passare tempo con dei migranti e fare servizio per aiutare strutture che li ospitano, abbiamo fatto degli incontri con persone che vivono ogni giorno con loro, per cercare di aiutarli. Ci hanno spiegato come funzionano, o funzionavano, i C.A.S. (centri di prima accoglienza per richiedenti asilo) e gli S.P.R.A.R. (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il processo per ottenere la cittadinanza italiana, abbiamo anche discusso sulle

ripercussioni che potrebbe avere (e che ha avuto) il decreto sicurezza, abbiamo anche preso dei dati dal XXVII Rapporto Caritas Migrantes, quanti stranieri registrati sono presenti sul suolo italiano, numeri di sbarchi negli anni e i vari gruppi etnici che ne fanno parte.

L'ESPOSIZIONESiamo stati da molti gruppi scout, da Amnesty, e siamo andati davanti al comune a esporre le nostre idee e opinioni davanti a molte persone, che, come noi, sostenevano il fatto che queste persone che vengono in Europa debbano essere accolte, e non lasciate in alto mare, guardandoli affondare. Il messaggio che vogliamo far passare non è dire chi ha ragione e chi no, ma che bisogna pensare a quello che queste persone affrontano per venire qui, e di guardare il tutto sotto un punto di vista diverso, un punto di vista più umano, senza badare alla nazionalità di qualcuno, non di aiutarlo perché migrante, ma perché è un essere umano. E in più, vi chiediamo di intervenire se doveste sentire qualcuno che parla senza sapere, se parla senza essersi mai informato, di intervenire per fare chiarezza, per far capire come stanno veramente le cose, e che migrare è umano.

UN PO' DI NUMERIIN ITALIA

5.144.440stranieri residenti in italia

55.339.533residenti italiani

residenti stranieri8,5%della popolazione totale

popolazione residente in italia divisa per fasce d'età

stranieri italianiprincipali motivi di ingresso dal 2008 al 2016

gli ingressi per motivi di lavoro toccano il minimo storico nel 2016 con il 5,7% del totale dei nuovi permessi .

gli ingressi totali sono passati da 600.000 nel 2010 a poco più di 200.00 nel 2016.

i tre gruppi etnici non europei maggiormente rappresentati in Italia sono quello romeno (23,1%), quello albanese (8,6%) e quello marocchino (8,1%), seguiti da quello cinese, ucraino e filippino

la quantità di immigrati initalia non e' un reale allarme

stranieri

Da: XXVII Rapporto Caritas Migrantes (28 settembre 2018)

gruppo scout - rivoli 4clan dreaming

NOI, i componenti del clan "dreaming", del gruppo scout Rivoli 4, abbiamo scelto di informarci sull'immigrazione in Italia in questi tempo, perché crediamo sia un argomento di cui tutti parlano, ma di cui non molti si informano, partendo, per esempio, dal fatto che non siamo in emergenza migranti e che gli sbarchi, negli ultimi anni, sono diminuiti drasticamente, quindi abbiamo deciso di informarci, cercare dati su immigrati in Italia, ascoltare storie di chi cerca di aiutare queste persone e di chi effettivamente è scappato dal proprio paese per cercare fortuna in Europa.

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RIVOLI Parrocchie nella Città

UN PO' DI NUMERIIN ITALIA

5.144.440stranieri residenti in italia

55.339.533residenti italiani

residenti stranieri8,5%della popolazione totale

popolazione residente in italia divisa per fasce d'età

stranieri italianiprincipali motivi di ingresso dal 2008 al 2016

gli ingressi per motivi di lavoro toccano il minimo storico nel 2016 con il 5,7% del totale dei nuovi permessi .

gli ingressi totali sono passati da 600.000 nel 2010 a poco più di 200.00 nel 2016.

i tre gruppi etnici non europei maggiormente rappresentati in Italia sono quello romeno (23,1%), quello albanese (8,6%) e quello marocchino (8,1%), seguiti da quello cinese, ucraino e filippino

la quantità di immigrati initalia non e' un reale allarme

stranieri

Da: XXVII Rapporto Caritas Migrantes (28 settembre 2018)

gruppo scout - rivoli 4clan dreaming

IL VIAGGIOArrivare in Europa clandestinamente non é facile: é l'ultima (e spesso l'unica) scelta di chi lo affronta, costretto a scappare da povertà, carestie e disastri naturali, guerre e persecuzioni, o anche solamente per avere una possibilità di una vita migliore. Il viaggio é costoso e rischioso, c'é bisogno di affidarsi a trafficanti nella maggior parte dei casi e non c'é nessuna garanzia di essere al sicuro da violenze e abusi psicologici e fisici; a seconda della modalità di trasporto si corre il rischio di annegare sui barconi o di morire soffocati in camion e treni, senza poi contare la terribile fatica e la scarsità di cibo e acqua. Tutto questo per arrivare ad una frontiera dove non é detto che si sarà accolti, specie se mancano i giusti documenti.

PRE DECRETO SICUREZZAAbbiamo cercato di riassumere le diverse fasi del percorso che un immigrato deve attraversare per ottenere il permesso di soggiorno in Italia. Dopo essere stato registrato in strutture dette hot spot, il migrante viene indirizzato verso uno dei due servizi per l'immigrazione presenti in Italia, i CAS (centri di accoglienza straordinaria) e gli SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati); queste due organizzazioni si occupano essenzialmente di offrire servizi quali alloggio, corsi di italiano, corsi professionali, visite mediche e un aiuto nella compilazione della domanda di protezione. Tale domanda viene esaminata da una commissione territoriale, la quale può: concedere lo status di rifugiato

(valido per 5 anni e rinnovabile a vita), concedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari (valido per 2 anni) oppure rigettare la domanda, con la possibilità di fare ricorso gratuitamente.

POST DECRETO SICUREZZAAbbiamo parlato del nuovo decreto sicurezza, ora legge a tutti gli effetti, evidenziando i punti che ci hanno colpito di più. All'accoglienza dei nuovi arrivati viene consultata la lista dei "paesi sicuri", tra i quali vi sono anche paesi parzialmente in guerra, e se il migrante proviene da uno di questi paesi il suo caso non viene nemmeno esaminato. Le commissioni territoriali che prendono in esame le storie personali non possono più concedere la protezione umanitaria, che permetteva alla maggioranza dei migranti la permanenza in Italia per i primi due anni. Tutte queste persone "rifiutate" vengono dirottare verso i centri di permanenza per il rimpatrio, vere e proprie carceri dove si è detenuti per 6 mesi. Dopo i 6 mesi il "rimpatrio" consiste in un foglio di via, semplice pezzo di carta, che comunica al profugo che non ha più nessun diritto in Europa e che quindi deve tornare, coi suoi mezzi, nel suo paese. In altre parole, egli diventa un clandestino.

Clan Dreaming Agesci Rivoli 4

IL VIAGGIOCOME E PERCHÉ

GUERRA

VIOLENZA

di GENERE

CALAMITA'

NATURALICARESTIE

RELIGIONE

POVERTA'

MIGRAZIONE

Pagare i

TRAFFICANTI

Compiere il

VIAGGIOSubireVIOLENZE

Raggiungere la

FRONTIERA EUROPEA

Rischio di

ESSERE ARRESTATI

-ESECUZIONI

-STUPRO-MUTILAZIONI-RITI VOODOO

-MINACCE

Pericolo diMORTE

-Malnutrizione

-Disidratazione

-Soffocamento

-Annegamento

Raggiungere la

FRONTIERA EUROPEA

gruppo scout - rivoli 4clan dreaming

decreto sicurezza cosa cambierà?

diminuzione delle possibilità di ottenere l'asilo come protezione umanitaria, concesso solo in "casi speciali"calamità naturali nel paese di origine, dimostrazione di valore civile...

estensione del tempo di permanenza nei cpr (centri di permanenza per il rimpatrio) da un massimo di 90 giorni a un massimo di 180

chiusura della maggior parte dei centri sprar

apertura di nuovi centri riservati a coloro che hanno ottenuto la protezione umanitaria per casi speciali

i richiedenti asilo non possono iscriversi all'anagrafe

la domanda per la cittadinanza può essere respinta anche se la persona è sposata con un italiano

il decreto sicurezza di salvini è entrato in vigore in italia il 28 novembre 2018, insieme a ciò che era già stato attuato dal vecchio governo, ecco cosa accadrà:

non si può entrare in italia per lavorare, nè per scappare dalla fame

alla fine della permanenza nei cpr il migrante ha l'obbligo di rimpatrio autonomo, ma non avendo i mezzi per tornare a casa diventa latitante

senza servizi d'integrazione, il migrante non può inserirsi nella società

revoca o diniego della protezione, dello stato di rifugiato o della cittadinanza in caso di reato

i casi speciali sono:

se si proviene da un paese "sicuro" l'unica opzione è il rimpatrio es: nigeria

gruppo scout - rivoli 4clan dreaming

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Nel Branco del Rivoli 1 è volato ad aiutare un avvoltoio un po' speciale: Charles, per i Lupetti Chil, è un seminarista dei Missionari della Consolata, arrivato in Italia dall'Uganda. Ad Alpignano sta studiando per poter diventare un giorno un prete e nel frattempo ha deciso di mettersi in gioco e scoprire insieme ai bambini del Branco il mondo dello scoutismo. All'inizio non è stato facile per lui: un'altra realtà, un'altra lingua, un po' di timidezza che però è riuscito a superare grazie all'affetto dei Lupetti, che l'hanno coinvolto fin da subito con il loro entusiasmo e l'hanno fatto sentire a casa.

Ci sta accompagnando in tutte le nostre attività e viene in Caccia con noi, condividendo la fatica del camminare con lo zaino e rendendosi sempre disponibile ad aiutare chi è in difficoltà.Questo clima di Famiglia Felice lo ha portato a fare la scelta di essere uno scout a tutti gli effetti: a fine febbraio ha deciso di recitare la Legge e la Promessa davanti ai bambini e ragazzi del gruppo ed ora è contento di sfoggiare la sua camicia azzurra e il suo fazzolettone rosso e blu!Ci auguriamo che un giorno saprà aiutare i bambini e i giovani della sua Parrocchia, proprio come ha imparato volando e osservando dall'alto quest'anno insieme a noi, come ben si addice ad un avvoltoio!

 Bagheera Rivoli 1

Un seminarista nella famiglia scout!

La promessa scout

Con l'aiuto di Dio,prometto sul mio onore di fare del mio meglio

per compiere il mio dovere verso Dioe verso il mio Paese,

per aiutare gli altri in ogni circostanza,per osservare la legge scout.

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RIVOLI Parrocchie nella Città

Tre giorni di lavori vicino a Roma a oltre tre anni dall’appello di papa Francesco: “di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi (...) il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta (...). Pertanto, (...) rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa a esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”. Eravamo in cinquecento, espressione di parrocchie e comunità di tutta Italia, a confrontarci nel meeting “Comunità accoglienti: liberi dalla paura” organizzato dalla Caritas, dalla Fondazione Migrantes e dal Centro Astalli.Il Papa è stato con noi, e ci ha ricordato che “tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie responsabilità” e che “rinunciare a un incontro non è umano”.Tutti abbiamo imparato che accogliere è un’esperienza di condivisione ricca, per noi e le nostre comunità, che chiede di coniugare la complessità del fenomeno migratorio con la complessità del reale, la disponibilità con il coraggio di affrontare l’imprevisto.Abbiamo riflettuto sul fatto che il nostro mondo sembra sempre di più attraversato dalla paura, e che non c’è paura più insidiosa di quella che nasce dalla diffidenza e si alimenta della mancanza di speranza: vediamo l’altro non più come un fratello, ma come un contendente, un avversario, fino a trasformarlo in una minaccia, un nemico. Abbiamo paura dei poveri, che ci ricordano che la loro condizione domani potrebbe essere la nostra, in una società che si disinteressa sempre di più delle persone e delle loro esistenze.Ci condanniamo a una solitudine che ci rende più fragili e impotenti, e spesso dimentichiamo che la paura è esperienza anche dei migranti: crea ansia l’arrivare in un luogo nuovo, che a volte si rivela ostile, come pure agita la paura di deludere le persone care, di fallire nel progetto migratorio; si ha paura di perdere il permesso di soggiorno, paura di essere considerati impostori e criminali.Come cristiani, la nostra fede ci chiede di non abbandonarci alle nostre paure e di comprendere le

paure che abitano i nostri fratelli e le nostre sorelle. Come cittadini crediamo profondamente nella dignità di ogni persona e vogliamo, con solidarietà, impegnarci a restituirla a coloro ai quali è stata tolta, secondo il sentire della nostra Costituzione.L’accoglienza per le nostre comunità è un dono, perché ci offre l’occasione di guardare al futuro con più speranza. Accogliere crea comunità, ci aiuta a metterci in rete perché costruisce uno stile non solo di collaborazione ma anche di partecipazione e condivisione.Possiamo tutti lasciarci liberare dalla paura, sperimentare la gioia dell'incontro, e “annunciare questo sui tetti, apertamente, per aiutare altri a fare lo stesso”, perché “il piccolo passo fa il grande cammino della storia! Avanti! Non abbiate paura, abbiate coraggio!”, come ci ha detto papa Francesco alla fine della Messa.

Dal Documento conclusivo del Meeting“Liberi dalla paura”, svoltosi a Sacrofano (Roma)dal 15 al 17 febbraio, su iniziativa di Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Centro Astalli

Volontari di casaMIA

Liberi dalla paura

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Oltre tre anni fa le nostre parrocchie hanno aderito all’appello di papa Francesco e del nostro vescovo Cesare, che invitavano le comunità parrocchiali ad accogliere i profughi.L’alloggio di Maria Immacolata Ausiliatrice, prima utilizzato per ritiri e settimane comunitarie, è diventato un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Tecnicamente era un CAS – centro di accoglienza straordinaria – in forza di una convenzione fra la Prefettura di Torino e la cooperativa Terremondo (che collabora con l’Associazione ASAI e l’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino).Quell’alloggio è diventato un luogo di incontro nel senso più ampio del termine: incontro fra culture differenti, fra una dozzina di lingue diverse, fra religioni, … ma anche fra tutti i volontari che si sono avvicendati e tutti coloro che sono passati anche solo una volta.È stato occasione di scoperta e incontro per il territorio, perché conoscere le persone ha permesso di oltrepassare le paure per il colore della pelle, e i ragazzi ospitati sono ridiventati ciò che erano, con le loro emozioni e i loro pensieri, le loro speranze e i sogni per un futuro migliore.In collaborazione con Terremondo, li abbiamo aiutati nello studio, nella formazione e nella ricerca del lavoro, li abbiamo accompagnati nelle infinite pratiche burocratiche, o in ospedale quando ci sono stati problemi di salute.Abbiamo capito che le piccole accoglienze permettono di restituire dignità alle persone, di costruire progetti personali per ciascuno, di incontrare il territorio

senza spaventare nessuno, di attivare dei percorsi di inserimento e integrazione nel rispetto di tutti.La maggior parte di loro ha ottenuto la licenza media, molti hanno frequentato o stanno frequentando corsi professionali, finora hanno avuto la possibilità di accedere a borse-lavoro; diversi ragazzi accolti a casaMIA ora lavorano (anche con contratti a tempo indeterminato!), e alcuni di loro affittano casa per conto proprio.C’è però una novità: a inizio di febbraio la Prefettura non ha rinnovato il contratto con la Cooperativa, che era in scadenza, richiedendo il trasferimento dei ragazzi da noi accolti in altre strutture ancora accreditate e con posti disponibili. Che cosa significa questo? Che non ci sarà più l’intervento economico dello Stato per la nostra accoglienza.Chiuderà casaMIA? Abbiamo deciso di no, d’accordo con la cooperativa Terremondo e l’Ufficio Pastorale Migranti. Continueremo in forma privata, con i finanziamenti che riusciremo a trovare, senza il sostegno dello Stato.I ragazzi ospiti, che troverete a casaMIA, avranno deciso di continuare il percorso con noi, anche se questo li costringerà a uscire dall’accoglienza garantita dallo Stato.Insomma, ci sarà da fare più di prima, e vorremmo che sempre più questa esperienza diventi un’occasione di incontro e crescita per tutte le nostre comunità. Ci sarà bisogno di tutti.

Volontari di casaMIA

Casa MIA

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RIVOLI Parrocchie nella Città

Due anni fa, 29 gennaio 2017, era una creatura neonata,ma oggi festeggiamo tutti insieme il secondo compleanno

della Bottega della Solidarietà di Rivoli.Appena nata era una creatura fragile, ma con il passare dei mesi attraverso l’impegno dei Volontari, aiutati da tanti amici e sostenitori generosi, si è irrobustita e ora dopo due anni sta man mano crescendo sia nell’offerta di nuovi prodotti sia nella possibilità di accogliere un numero sempre crescente di famiglie bisognose.Qui di seguito diamo un resoconto sintetico delle attività della Bottega, che ha potuto crescere e irrobustirsi grazie alle molteplici attività di auto finanziamento organizzate dai volontari con molti amici e associazioni che collaborano con noi; ha potuto crescere grazie alla generosità di tante persone, enti e alla Fondazione Magnetto. Ci auguriamo che questo aiuto non venga mai meno così da poter estendere a un numero sempre più ampio di famiglie l’aiuto che la bottega può offrire.

Domenica 29 gennaio 2017 il pezzo di pane lasciato a disposizione del prossimo è diventato realtà a Rivoli, grazie all’impegno della comunità Masci (Movimento Adulti Scout) del Rivoli 2, che con don Giovanni Isonni, parroco di Santa Maria della Stella e San Martino, e con l’aiuto di tutte le altre parrocchie rivolesi, hanno ideato e realizzato il progetto di una «Bottega della solidarietà» chiamata appunto «Il pane sul muricciolo». La realtà è che, anche a Rivoli, le attività dei gruppi Caritas e Vincenziani delle Parrocchie cittadine non riescono ad aiutare completamente le famiglie che richiedono sostegno per generi di prima necessità (circa 500 famiglie sono quelle assistite, per un totale di circa 1300 persone). Da qui l’idea di creare a un progetto che fosse complementare alle iniziative già presenti, intervenendo dove le Parrocchie non riescono ad arrivare. Nella nostra Bottega, “Il pane sul muricciolo”, ci sono generi alimentari di prima necessità ma anche prodotti per la pulizia e l’igiene personale e della casa. Semplice il meccanismo per ’fare la spesa’: i gruppi caritativi delle parrocchie individuano le famiglie più in difficoltà e distribuiscono loro delle tessere con cui possono acquistare i prodotti. In questo modo cerchiamo di ribaltare la logica della “borsa” distribuita

ai bisognosi: sono loro stessi a scegliere come usare il credito (= punti) a disposizione, in un ambiente che garantisce accoglienza e riservatezza. La Bottega (25 a oggi i volontari, tra adulti scout del Masci R2 e parrocchiani rivolesi) è aperta due giorni la settimana (mercoledì dalle 16-18 e sabato dalle 9 -11). All’apertura nel 2017, la Bottega assisteva ogni mese circa 50 nuclei familiari rivolesi in difficoltà e a fine 2017 eravamo a 75 nuclei/mese; per un totale di 150 famiglie che si sono avvicendate con 650 ingressi nel 2107. In Bottega c’erano sugli scaffali per la spesa 70 tipi di prodotti diversi e abbiamo “distribuito” 14500 prodotti (7200 Kg) pari a 29000 punti e a un valore commerciale di 14500 €, di cui 4500 prodotti (2200 Kg) donati e 10000 prodotti (5000 Kg) acquistati con le offerte ricevute; a scorta di Magazzino avevamo 3000 prodotti (1300 Kg) pari a 3000 €. Alle 150 famiglie abbiamo distribuito prodotti per un valore medio di 190 punti cadauna.Alla fine del 2018, dopo due anni, assistiamo circa 90 nuclei/mese; per un totale di 252 famiglie che si sono avvicendate con 1050 ingressi in tutto l’anno 2018. In Bottega ci sono sugli scaffali per la spesa 103 tipi di prodotti diversi; in questo anno abbiamo “distribuito” 21165 prodotti (10000 Kg) pari 44700 punti e a un valore commerciale di 20200 €, di cui 7000 prodotti (2800 Kg) donati e 14165 prodotti (7200 Kg) acquistati con le offerte ricevute; a scorta di Magazzino abbiamo 6000 prodotti (4200 Kg) pari a 6200 €. Alle 252 famiglie abbiamo distribuito prodotti per un valore medio di 180 punti cadauna.Nel 2017 le spese di ogni famiglia erano registrate su un documento cartaceo.Dal 2018 usiamo una registrazione informatica con una APP, sviluppata da un gruppo dei nostri volontari, che ci aiuta ad essere più veloci e più precisi.L’obiettivo è quello di ampliare ancora la nostra accoglienza, adattandola alle esigenze delle famiglie; vorremmo possibilmente aprire a tutte quelle in difficoltà. Oltre a questo i volontari si dedicano all’accoglienza,

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servendo e orientando persone che vengono in Bottega per fare la spesa, ma fanno anche tutto il lavoro di preparazione, riunioni di formazione e organizzative che ci consentono di avere sempre tutti i prodotti sugli scaffali, in ordine e con la necessaria pulizia.Fra i volontari si sta sviluppando anche una rete di condivisione, amicizia e riflessione che sfocia nella volontà di dare una testimonianza evangelica, ma non solo! Il reale valore aggiunto di questo progetto, infatti, risiede nel concorrere alla produzione di una nuova cultura sociale e proporre un percorso educativo rivolto all’intera Comunità Rivolese affinché sempre più si faccia prossima attraverso l’atteggiamento del “prendersi cura” delle situazioni più difficili della collettività. La Bottega, che attraverso la sua presenza diventa strumento e testimonianza concreta della carità, lo è in quanto risponde all’opera di misericordia di dar mangiare agli affamati, nel senso più ampio del termine, considerando cioè anche il pane della parola, dell’ascolto, della speranza che le tante solitudini fanno mancare nel quotidiano e che tante persone si trovano a dover vivere.

Lanciamo quest’anno una nuova iniziativa denominata:ADOTTA UNA FAMIGLIA E DONA UNA SPESA MENSILE PER ALMENO QUATTRO MESI.Se vuoi aderire, vieni in Bottega negli orari di apertura o contattaci al 3899073640.

Visita in Bottega del 29 dicembre 2018di S.E. Cesare Arcivescovo Nosiglia

«Nel povero, Gesù bussa al nostro cuore e, assetato, ci domanda amore, l’omissione è il grande peccato nei confronti dei poveri e assume un nome preciso: indifferenza - afferma Papa Francesco - Chi accumula tesori per sé non si arricchisce presso Dio». E aggiunge: «Tutti siamo mendicanti dell’essenziale, dell’amore di Dio, che ci dà il senso della vita e una vita senza fine. Perché per il cielo non vale ciò che si ha, ma ciò che si dà». Perciò «nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri».

Parrocchia Santa Maria della Stella “il pane sul muricciolo” Bottega della Solidarietà di Rivoli, IBAN: IT77L0335901600100000149437

http://www.ilpanesulmuricciolo.it - [email protected]://www.facebook.com/Il-Pane-sul-Muricciolo-bottega-solidale-di-Rivoli

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RIVOLI Parrocchie nella Città

BEN-ESSERE4 amici al bar

Cosa significa per un cristiano impegno sociale e politico? Con chi mi devo schierare? Cosa implica nella mia vita? Nel vangelo a queste domande c’è una risposta semplicissima “Vieni e seguimi”. Schieriamoci con Cristo e seguiamolo nella nostra vita.Ma le risposte semplici spesso sembrano di difficile attuazione nella nostra vita, talmente difficile che poi non riusciamo a calarle nel concreto delle azioni e decisioni di ogni giorno.Il primo giugno 2018 si è formato un gruppo in cui oltre a don Claudio e le suore operaie ci sono diversi laici a vario titolo impegnati in volontariato parrocchiale. Questo era l’invito: sarebbe bello che l’impegno sociale e politico fosse affrontato nei gruppi parrocchiali, in parallelo alle azioni ed ai progetti concreti di carità in cui le nostre parrocchie sono già attive con tante importanti iniziative. Sarebbe anche bello provare a lanciare alcuni stimoli alle forze politiche che candideranno un sindaco nelle prossime elezioni.Già dalla prima sera abbiamo deciso di farlo in un clima informale e conviviale e quindi ci siamo chiamati “4 amici al bar”.Torniamo alle domande iniziali: cosa significa per un cristiano impegno sociale e politico? Con chi mi devo schierare? Cosa implica nella mia vita? Da secoli la Chiesa si interroga, chiedendo aiuto allo Spirito Santo, su che cosa significa calare “Vieni e Seguimi” nella sfera politico sociale della nostra vita.Da qui è nata la Dottrina Sociale della Chiesa che è l’insieme di domande, criteri di giudizio e direttrici di azione, che ci permettono di interpretare la realtà, ed esaminarla per capire la conformità o difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo sull’uomo e sulla sua vocazione; per orientare, quindi, il comportamento cristiano. Ha come fondamento generale il comandamento dell’Amore e si basa su cinque principi: • La dignità della persona umana: ciascuno ha

pari dignità perché siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Non dipende da cosa si sa fare, dalle caratteristiche, dall’agire, dagli averi, dipende dal fatto che abbiamo dentro di noi il Signore e che siamo suoi figli. La dottrina sociale ha come fine ultimo la dignità della persona. Gli uomini dovrebbero essere costruttori di dignità.

• Il bene comune: significa porre le condizioni che permettono a ciascuno di essere pienamente se stesso e vicino al progetto che il Signore ha su di lui. Le condizioni per stare bene insieme.

• La solidarietà: la determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune e fare il meglio per sé e per gli altri.

• La sussidiarietà: è illecito togliere agli individui la responsabilità di ciò che essi possono compiere con le proprie forze ed è ingiusto rimettere ad una maggior e più alta società quello che ciascuno può fare deresponsabilizzandosi.

• La partecipazione: conseguenza della sussidiarietà. Ciascuno di noi è chiamato a partecipare, contribuire. È un dovere da esercitare responsabilmente in vista del bene comune.

Abbiamo quindi deciso di chiedere all’associazione OL3 di Roma di supportarci con una giornata di formazione su questi principi domenica 7 ottobre 2018. Pensavamo di annoiarci e invece la giornata è stata densa, faticosa, entusiasmante, non noiosa.Per mantenere questo clima di leggerezza, abbiamo deciso di inventare un gioco che permettesse a ciascun gruppo delle parrocchie di riflettere su questi temi profondi e importanti in modalità giocosa. Ogni gruppo dedica una serata, diventa l’immaginario consiglio comunale di un paese inventato e deve prendere alcune decisioni. Già 6 gruppi hanno giocato e il risultato per loro è stato utile e positivo. Nelle prossime settimane altri gruppi giocheranno.Abbiamo poi deciso di proporre un’attività su questo tema anche ai bambini del catechismo delle quattro parrocchie in occasione della Festa Della Pace, il 27 gennaio. I bambini nelle settimane prima hanno ispezionato i parchi delle città e censito le attrezzature rotte o da mantenere. Hanno preparato dei cartelloni e hanno raccontato, durante le Messe del mattino a San Francesco, alla Stella e a San Bernardo, che cosa hanno trovato nei parchi. Hanno fatto votare tutti i partecipanti alla Messa chiedendo di indicare quali fossero i beni da mettere a posto con più urgenza e hanno raccolto delle offerte.Nel pomeriggio hanno fatto un gioco dell’oca con alcune prove a tema e poi hanno fatto la votazione finale in cui, con una serie di criteri, hanno deciso loro quale fra tutti i beni fosse quello più urgente: una fontana. Hanno quindi consegnato a un Assessore della Città di Rivoli le offerte da loro raccolte come donazione simbolica, con la richiesta di utilizzarla sistemare la fontana.L’Assessore si è impegnato a mettere a posto la fontana e comunicare alle catechiste e ai bambini quando il lavoro sarà fatto.Il gruppo “4 amici al bar” continua a trovarsi periodicamente. Se siete interessati o se avete proposte contattateci alla mail:[email protected]

Per il gruppo “4 amici al bar”,Felice Di Luca

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PROPOSTA PER I GIOVANIESPERIENZA MISSIONARIA IN BRASILE:Dal 5 al 26 Agosto per i Giovani dai 18 anni in poi.Referenti: don Filippo e Sr. Chiara

Missione BrasileQuest'estate le nostre parrocchie vivranno una nuova ed intensa esperienza di missione. Andremo, infatti, con una quindicina di persone in Brasile: una settimana al Sermig a San Paolo e due settimane in una scuola a Trancoso, sulla costa atlantica. Porteremo con noi la nostra allegria, la nostra voglia di conoscere, le nostre energie belle... e soprattutto porteremo i nostri cuori: come Gesù si è fatto "missionario" per noi, venendo ad abitare ed imparare la nostra umanità, così anche noi cercheremo di portare il nostro entusiasmo per Dio che ci spinge e sospinge ancora una volta a metterci al servizio... portando anche un po' di Rivoli... e per questo chiediamo la vostra preghiera.

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RIVOLI Parrocchie nella Città

PROGETTO ESTATE 2019PROPOSTA PER I BAMBINI DELLE ELEMENTARI

PROPOSTA PER I RAGAZZI DELLE MEDIE

ESTATE RAGAZZI: bambini dalla 1^ alla 5^ ElementarePer 7 settimane dal 10 Giugno al 12 Luglio e dal 26 Agosto a 6 Settembre, h. 8.00-17.00, presso gli Oratori Stella e S. Bernardo Costo: 35 €/settimana (comprensivo di merenda per 4 pomeriggi, gita settimanale e materiali per le attività) + 20 € /settimana per i 4 pasti (no giorno della gita)Referenti: don Filippo, Donatella e Elena CAMPO 4^-5^ ELEMENTARE Presso la Colonia Viberti (Exilles) da Lunedì 24 a Sabato 29 Giugno. Costo: 150 € comprensivo di vitto, alloggio e trasporto di andata in bus privato(iscrizione con acconto di 40 Euro). Il campo può accogliere al massimo 50 ragazzi.Referente: don Filippo, Simona e don Giovanni

ESTATE MEDIE: ragazzi dalla 1^ alla 3^ MediaPer 5 settimane dal 10 Giugno al 12 Luglio, h. 8.00-17.00Ha come punto di riferimento l’Oratorio S. Martino e Oasi Santa Monica e Sant'AgostinoCosto: 35 €/settimana (comprensivo di merenda per 3 pomeriggi, gite settimanali e materiali per le attività) + 15 € /settimana per i 3 pasti (no giorni delle gite)È necessario che ciascun ragazzo abbia la bicicletta.Referenti: don Filippo e Simone

CAMPO 1^- 2^ MEDIAPresso la Colonia Viberti (Exilles) da Lunedì 1 a Sabato 6 Luglio Costo: 150 € comprensivo di vitto, alloggio e trasporto di andata in bus privato(iscrizione con acconto di 50 Euro). Il campo può accogliere al massimo 50 ragazzi.Referenti: don Filippo e Simone CAMPO 3^ MEDIA Presso la Colonia Viberti (Exilles) da Lunedì 8 a Sabato 13 Luglio Costo: 150 € comprensivo di vitto, alloggio e trasporto di andata in bus privato(iscrizione con acconto di 50 Euro). Il campo può accogliere al massimo 50 ragazzi.Referenti: don Filippo, Simone, Animatori Gruppo Predò 3^ Media

- Dal Lunedì al Venerdì, dal 6 al 31 Maggioh. 16.00-19.00 presso la Segreteria dell’Oratorio Stella- Mercoledì, dall’8 Maggio al 29 Maggio,dalle 16.30 alle 18.30 presso l’Ufficio Parrocchiale di San BernardoAll’atto dell’iscrizione verrà chiesto, oltre al saldo della prima settimana frequentata e l’acconto per i Campi, un contributo una tantum di 10.00 € per la maglietta, le spese assicurative e le spese di segreteria.Per la richiesta di diete speciali è necessario presentare all’atto dell’iscrizione copia del certificato medico.PER INFO CONTATTARE:• Don Filippo: 349-4460026• Donatella, Simone, Silvia: presso la Segreteria dell’Oratorio Stella• Elena: presso Ufficio Parrocchiale di San BernardoPer una buona organizzazione è necessario che l’iscrizione venga fatta per tempo, oltre il 31 Maggio non saranno più accolte iscrizioni per la prima settimana di attività e non saranno accolte iscrizioni per la settimana in essere.

MODALITÀ d’ISCRIZIONE: SEGRETERIA UNICA!!!

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PROPOSTA PER GLI ADOLESCENTI DI 1^- 5^ SUPERIORESUPER-ESTATE: ragazzi dalla 1^ alla 3^ SuperiorePer 3 settimane dal 10 al 28 Giugno, h. 14.30-18.00. Ha come punto di riferimento l’Oratorio Stella Costo: 40€/settimana (comprensivo di merenda, gita e materiali). Referenti: Don Filippo e Silvia ESPERIENZA di VOLONTARIATO per ADOLESCENTI e GIOVANI:ANIMAZIONE:Nelle varie esperienze estive, a servizio dell’Estate Ragazzi e dell’Estate Medie (per chi ha fatto formazione durante l’anno nei Gruppi Giovani/Scout e ha partecipato al Corso Animatori)

GRUPPO “MANOVALI”Esperienza congiunta alla “Super-Estate” con servizio mensa, logistica, … a supporto dell’Estate Ragazzi e Estate Medie

PERCORSO DI FORMAZIONE PER ANIMATORI:PER LE NEW ENTRY DI 1^ SUPERIORE:1-15-29 Marzo e 5-12 Aprile; Esperienza di Animazione nella Primavera Ragazzi 2019.

FORMAZIONE E PROGETTAZIONE:- 3, 10, 17, 24, 31 Maggio e 7 Giugno - 9 Giugno: h. 18.00 Messa di Mandato Animatori presso la Chiesa della Stella

CAMPO 1^- 2^ SUPERIORE:Presso la Colonia Viberti (Exilles) da Lunedì 15 a Sabato 20 LuglioCosto: 150 € comprensivo di vitto, alloggio e trasporto di andata in bus privatoReferenti: don Filippo, Donatella, Animatori Gruppi 1^-2^ Superiore

CAMPO 3^- 4^ - 5^ SUPERIORE:Presso la Colonia Viberti (Exilles) da Martedì 23 a Sabato 27 LuglioCosto: 140 € comprensivo di vitto, alloggio e trasporto di andata in bus privatoReferenti: don Filippo, Donatella e Animatori di 3^-4^-5^ Superiore

ESPERIENZA MISSIONARIA IN BRASILE:Dal 5 al 26 Agosto per i Giovani dai 18 anni in poi.Referenti: don Filippo e Suor Chiara

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Progetto “Pomeriggi Insieme:tra Scuola e Oratorio”Il progetto, giunto alla sua seconda edizione, si rivolge ai ragazzi frequentanti le Scuole Medie Gobetti, Matteotti e Salotto&Fiorito di Rivoli. Si sviluppa secondo il calendario scolastico dal 1° Ottobre al 7 Giugno nei pomeriggi di Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì presso l’Oratorio Stella. Il gruppo ha raggiunto quota 30 ragazzi iscritti nel giro di 2-3 settimane.

Il Progetto nasce con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della solitudine tra i ragazzi della fascia d’età 11-13 anni, ormai lasciati a casa da soli nel pomeriggio dopo l’uscita da scuola. Un tempo che potenzialmente può essere utilizzato per annoiarsi, bighellonare su social e videogiochi, alimentare il disimpegno scolastico…Al contrario in Oratorio trovano compagni e amici, figure adulte di riferimento, e sono stimolati a vivere in modo attivo e strutturato il pomeriggio. Grazie all’aiuto dei giovani in Servizio Civile Volontario i ragazzi sono prelevati alle 13.30-13.40 all’uscita dalle scuole ed accompagnati con il Piedibus in Oratorio, qui trovano già pronto il pranzo preparato dalla cuoca Debora. Il pomeriggio prosegue con un intervallo post-pranzo in cui i ragazzi possono sfruttare gli spazi e i giochi offerti dall’oratorio fino alle ore 15.00. A partire da

questo orario fino alle 17.00 ha inizio un momento più strutturato, in cui la maggior parte del tempo è dedicato allo svolgimento dei compiti e una parte è impiegata per svolgere attività ludico-educative di gruppo, al fine di favorire un clima familiare e lo svilupparsi di legami amicali. Referente del Progetto è Silvia, un’Educatrice Professionale che si occupa del coordinamento delle attività, è punto di riferimento per i ragazzi e per le famiglie. Oltre a lei il progetto ha il pregio di annoverare tra le sue fila un buon numero di collaboratori: 23 tra ragazzi e ragazze frequentanti le classi terza e quarta dell’I.I.S.S. Oscar Romero presenti grazie al progetto di Alternanza Scuola Lavoro, i giovani del Servizio Civile Volontario operanti all’interno dell’oratorio stesso e altri volontari adulti che gravitano intorno all’ambiente parrocchiale. Il progetto è considerato un punto di riferimento per molte famiglie e rappresenta un ponte tra le famiglie stesse e la scuola, intervenendo laddove emergano problematiche scolastiche rilevanti e cercando di supportarle nei momenti di difficoltà.Al fine di coinvolgere le famiglie, in occasione delle festività, sono organizzate merende aperte ai genitori, accolte sempre con molto interesse.

Silvia e Donatella

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Gruppi Predò 2^ e 3^ media: per gustare insieme la bellezza del viaggio!Il gruppo del Predò (letteralmente pre-adolescenti) è una proposta aggregativa e formativa per i ragazzi, ma è ben di più: diventa la vera occasione per continuare a crescere insieme, come gruppo di amici e come persone di fede nella Chiesa. La proposta del Gruppo Predò si divide in due: il gruppo della seconda media e il gruppo della terza media. L'esperienza non è solo il "proseguimento del catechismo", si cresce insieme come gruppo, specie nella cura da parte degli animatori per i ragazzi, accompagnati dalla Parola di Dio. Per entrambi i gruppi il filo conduttore di quest'anno è: il cibo, il nutrimento e la tavola. Dentro questa dimensione ci si avvicina concretamente agli interrogativi della vita quotidiana, come ad esempio ciò di cui abbiamo veramente FAME e ciò che invece è un semplice appetito o bisogno superfluo. Stiamo scoprendo sempre di più un Gesù che è pane ed Eucarestia, nutrimento vero non solo per il nostro corpo, ma soprattutto per lo spirito. Tutto contribuisce all'insieme delle relazioni che si identificano in quella "tavola" a cui prendiamo parte nei nostri pasti e nella condivisione del cibo.

"Con chi condivido non solo il cibo, ma anche il mio tempo? Di chi mi prendo cura o chi si prende cura di me, preparandomi del cibo, buono e sano?" Questi sono solo alcuni degli interrogativi più forti dell'intera proposta. Il gruppo continua a camminare insieme, non tanto in vista della meta, ma per gustare insieme le bellezze del viaggio.

Simone e gli Animatori dei Gruppi Predò

Noi ragazzi di 2^ Superiore abbiamo voluto vivere il Natale aprendo gli occhi sul mondo e abbiamo voluto metterci in aiuto di chi ne aveva bisogno; così con i nostri animatori e l'aiuto di Suor Sabrina siamo entrati in contatto con don Antonello Taccori, responsabile della Pastorale Giovanile della Diocesi di Susa e Parroco di Villarfocchiardo e abbiamo sperimentato la gioia e la fatica dell'Emergenza Freddo. Al pomeriggio ci siamo trovati con i volontari e i giovani dell'Oratorio di Villarfocchiardo e abbiamo preparato panini, buste alimentari e predisposto coperte, maglie, giacche... dopo la Messa e una cena veloce ci siamo spostati in centro a Torino.Abbiamo incontrato (purtroppo) davvero tante tante persone.Camminare per le strade di Torino, parlare con i volontari e con i poveri per strada ci ha fatto capire quanto siamo fortunati e che, per migliorare la giornata, bastano un gesto e un sorriso: questa è la vera ricchezza!

Gruppo 2^ Superiore - Team '03

"Avevo freddo e mi avete vestito,avevo fame e mi avete sfamato"

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Domenica 23 Dicembre con i Gruppi di 4^-5^ Superiore e la Comunità Giovani “Paradiso” (dai 19 ai 28 anni) abbiamo celebrato la Messa di Natale con i ragazzi del Carcere Minorile Ferrante Aporti di Torino.L'obiettivo della partecipazione alla Messa in carcere non è tanto fare una visita e vedere un posto nuovo...e poter dire di esserci stati, ma vivere il Natale insieme ad altri giovani, con storie diverse dalle nostre, ma che desiderano respirare normalità e famiglia, portando la notizia che il Signore nasce davvero ovunque e per chiunque. Per questo abbiamo vissuto la Messa insieme cercando di renderla il più bella possibile per i cristiani presenti, per i musulmani e per chi non crede in Dio, ma c’è stato, magari, perché nutre un desiderio di bellezza per la propria vita.Dopo la Messa, celebrata dal cappellano del carcere don Domenico Ricca, c’è stato un momento di incontro e conoscenza con i ragazzi detenuti, un incontro spontaneo e allegro nel quale abbiamo avuto la possibilità di presentarci e scambiare qualche parola.Da questo primo incontro, in particolare per i ragazzi del Gruppo di 4° Superiore, è nato il desiderio di dare continuità e di ritornare a trovare questi ragazzi che abbiamo scoperto avere gli stessi sogni e desideri di vita. È nata un’“amicizia di lettera” ed in primavera torneremo a trovarli per un pomeriggio di gioco e sport.

Gruppi 4^-5^ Superiore e Comunità Giovani Paradiso

“Ero carcerato e siete venuti a trovarmi” (Matteo 25,36)

la nostra visita ai ragazzi del carcere minorile Ferrante Aporti

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Gruppo 5^ Superiore e percorso PolicoroIl Gruppo Adolescenti di 5° Superiore, da Settembre a Febbraio, grazie al contributo delle animatrici della diocesi Ilaria ed Alessia, ha partecipato al Progetto Policoro.Il Progetto Policoro è un progetto nazionale della CEI che nasce nel 1995 dall'intuizione di don Mario Operti, prete operaio torinese. Un progetto per e con i giovani sulle tematiche del lavoro. Il progetto vede infatti come parole chiave: Giovani. Lavoro. Vangelo.A collaborare nelle varie Diocesi partecipanti vi sono tre uffici: l'ufficio di Pastorale Giovanile, l'ufficio Caritas e l'Ufficio di Pastorale Sociale e del lavoro.Il progetto è seguito da uno o più animatori di comunità, i quali, oltre ad essere appunto anch'essi giovani,

hanno un incarico triennale.Tra gli obiettivi macro del progetto vi è il connettere le realtà presenti su ogni territorio, tra cui associazioni, cattoliche e non, e istituzioni, per dare vita a una comunità sempre più in sinergia e pronta a spendersi per i giovani nei loro interrogativi rispetto al mondo del lavoro.Si tratta dunque di una possibilità innovativa e diversa di accompagnare/orientare e ragazzi e le ragazze nelle loro scelte formative e professionali.Un incontro prima di tutto con la persona per fare scoprire e valorizzare i talenti che ognuno di noi ha e può mettere a servizio della società.

Alessandra, Giuseppe, Mattia con Ilaria e Alessia

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ALLEDUCATORI A SAN MARTINO!!Già, si fa presto a dire: ”Cosa vuoi che sia, far giocare a calcio qualche ragazzo, è perfino un divertimento…”, diremo di più, è talmente divertente che con l’aria che tira a quanto pare pochi vogliono davvero divertirsi…A San Martino c’è l’università del divertimento: da 52 anni cerchiamo di far divertire, e poco importa se per cercare di ottenere lo scopo bisogna ottemperare a un sacco di obblighi burocratici: Tesseramenti, Visite mediche, Copertura con personale abilitato alla gestione BLS, Dichiarazioni, Privacy, Organizzazione dell’attività (allenamenti, gare ufficiali, riunioni, corsi di abilitazione e aggiornamento); per non citare la gestione di ben 2 strutture sportive: Il “Don Luigi Ghilardi” della strada omonima e il “Santa Maria d’Ovorio” di via Villarbasse. Sul primo si svolge l’attività di calcio a 11 + l’attività “Under 8” della Scuola Calcio, e sul secondo l’attività di calcio a 7. E quando parliamo di gestione strutture, dobbiamo mettere in conto la manutenzione ordinaria nonché quella straordinaria, con tutte le migliorie che in questi anni sono state apportate (illuminazione, ristrutturazione della logistica e cura terreni di gioco).Abbiamo bisogno di uno sport che faccia sognare giovani e non più giovani; abbiamo bisogno di veri uomini e veri cristiani, magari anche di modelli da seguire e perché no di veri campioni. La forza di un progetto si vede nella sua storia. L'Italia è un paese di allenatori, tutti sanno come si fa, chi far giocare e chi no, quali tattiche usare per ottenere sempre la vittoria… beh, noi dell’U.S. San Martino

abbiamo fatto una scelta diversa, crediamo che per usare lo sport a scopo educativo, formativo, aggregativo e agonistico ci vogliano “ALLEDUCATORI”. Da sempre siamo impegnati su questi binari, che condividiamo con il CSI (Centro Sportivo Italiano), ente di promozione sportiva di ispirazione Cristiana riconosciuto dal CONI.Per ottenere risultati importanti è necessario seminare e coltivare il terreno dello sport che parte dal basso, lo sport a misura di persona, proposto e gestito da miriadi di piccole società sportive, popolate da dirigenti eroici, ben coscienti di non avere nulla da guadagnare ma molto da spendere, ai quali da sempre, in forma esplicita o implicita, si affida un compito entusiasmante ma difficile.Non commettiamo l’errore di pensare che un alleducatore di settore giovanile, di qualsiasi disciplina, sia poco importante, oppure che un presidente di società sportiva – che tenga insieme generazioni e generazioni di bambini, ragazzi e giovani lontano dai pericoli della droga, dell’alcool, del bullismo, e di tante altre deviazioni – non sia decisivo nella crescita della comunità.Senza lo sport di base, degli oratori, delle piccole società sportive, senza spirito di sacrificio non c’è più niente. Solo un drammatico deserto sociale. Ricordiamoci di Don Luigi Ghilardi (nostro fondatore e anima) e dei suoi insegnamenti: Maratoneta di Cristo e per la gioventù; raccoglitore di carta, stracci, ferro vecchio; guaritore di anime; costruttore di uomini; lavoratore instancabile; seminatore del Vangelo,

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esemplare di orso bergamasco, rude uomo dei boschi ma anche attento alla sofferenza fisica e morale DI TUTTI; sempre disponibile e sempre reperibile (uomo delle “3C”: Cristo, Chiesa, Campo sportivo). Ecco, nell’ambito del nostro progetto educativo, uno specchietto delle attività concernenti la stagione 2018/2019:

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“ECCOMI”: LA RISPOSTA DEI CRESIMANDI AL SERVIZIO

I Ragazzi che stanno camminando verso il sacramento della Cresima hanno fatto un percorso che li ha avvicinati al servizio. Durante quest’anno, insieme ai loro catechisti, si sono rimboccati le maniche, hanno aperto gli occhi e il loro cuore e sono andati a conoscere delle realtà di Servizio presenti sul territorio rivolese.A gruppetti sono andati nella parrocchia della Stella dove hanno incontrato il gruppo di volontari che gestisce la mensa “Aggiungi un posto a tavola” che dona dai 20 ai 30 pasti caldi tutti i sabati e domeniche; con loro hanno preparato un antipasto e hanno apparecchiato per il pranzo in modo che il salone potesse essere il più accogliente possibile. Con i volontari hanno scoperto l’importanza dell’esserci e del servizio non come evento sporadico ma come impegno continuativo. Hanno incontrato Maria Antonia del gruppo Vincenziano presente nella parrocchia di San Bernardo che ha fatto scoprire ai ragazzi che la carità non è elemosina ma è amore, dedizione, generosità e con lei i ragazzi hanno simulato il momento in cui i volontari si ritrovano per fare le “buste della spesa” per le famiglie che vivono dei momenti di grossa difficoltà. I ragazzi hanno potuto capire l’importanza, la cura e l’amore che Maria Antonia e tutti i volontari della San Vincenzo hanno per la singola persona che bussa alla loro porta.

Questi incontri sono stati significativi sia per i ragazzi, sia per le loro famiglie che hanno avuto l’occasione di conoscere delle realtà di servizio presenti nelle nostre parrocchie.Nel mese di Febbraio i ragazzi si sono recati a Torino a visitare il SERMIG (SERvizio MIssionario Giovani) e hanno potuto vedere e conoscere ”L’arsenale della pace” il sogno divenuto realtà di Ernesto Olivero. Hanno visto tanti giovani impegnati ogni giorno ad accogliere e donarsi agli altri e con loro i ragazzi si sono messi in gioco e hanno dato del loro tempo per un piccolo servizio utile a tanti.

Hanno imparato che “non è con il tanto di pochi ma è con il poco di molti che si fanno le cose”, che ognuno nel suo piccolo può essere portatore di pace, di amore e testimone del Vangelo. Un “Grazie di cuore” va ai volontari che ci hanno accolto con entusiasmo e ci hanno dato la possibilità, con questa esperienza, di vivere in prima persona le parole di Gesù «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». (Matteo 25,40)

Federica, Daniele, Cristiana, Giulia e Maria

Cresimandi delle 4 Parrocchie ad Assisi

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Un Thinking Day di solidarietà

Non volevamo però fare tutto da soli, quindi abbiamo deciso di coinvolgere la cittadinanza rivolese. Ecco allora che già dai primi giorni di febbraio sono spuntati qua e là dei volantini e delle locandine che invitavano i rivolesi a cercare in casa vestiti usati, ma ancora in buono stato, e tappi di plastica da poter donare: saremmo passati noi a recuperarli a domicilio.Finalmente sabato 16 febbraio da Piazza Cavallero sono partite ben 13 squadre composte da Lupetti, Esploratori e Guide e Rover e Scolte. Ogni squadra ha pattugliato approfonditamente il nostro quartiere e nessun campanello è riuscito a evitare lo scampanellio!Molte persone hanno accolto le squadre fin dentro casa e molti hanno anche offerto la merenda; qualcuno ha cercato per casa i pochi tappi in plastica che poteva donare, in modo da partecipare ugualmente all’iniziativa, mentre altri avevano preparato buste e buste di vestiti. Fortunatamente in queste circostanze interveniva il “Furgone Caricone”: le squadre troppo appesantite infatti potevano chiamare il servizio di recupero e in pochi minuti i Capi Scout arrivavano a bordo di un mezzo e caricavano le buste di vestiti e/o tappi permettendo alle squadre di riprendere il “gioco” con più leggerezza.

Dopo due ore di raccolta tutto il gruppo si è ritrovato insieme e si è proceduto alla pesa del materiale raccolto. Tra vestiti e tappi le squadre hanno recuperato circa 170 Kg di materiale. A questi si devono aggiungere quelli portati dai rivolesi direttamente al centro di raccolta finale, raggiungendo l’incredibile risultato di circa 250Kg!La giornata si è conclusa con una merenda tutti insieme, la S. Messa e la premiazione delle squadre che più avevano raccolto.È stata una bella giornata di impegno sociale e un’esperienza che ha emozionato: tutti i ragazzi sono rimasti soddisfatti del risultato e si sono sentiti protagonisti nel lasciare un segno concreto in questa giornata speciale per noi Scout.Ringraziamo di cuore le famiglie rivolesi per la loro solidarietà: hanno permesso un risultato che ha superato le nostre aspettative. Ringraziamo anche le Parrocchie di Rivoli, che ci supportano sempre e che sostengono i progetti ai quali ci siamo appoggiati, il MASCI per il progetto Malenga Tappi e tutti i volontari che quotidianamente portano avanti questi progetti di solidarietà.

La Comunità Capi del Rivoli 2

Il 22 febbraio tutti gli scout del mondo festeggiano il Thinking Day (o Giornata del Pensiero): la data scelta non è casuale, ma è stata scelta perché è il giorno del compleanno del fondatore degli scout, Robert Baden Powell. In questa giornata tutti gli Scout del mondo festeggiano la ricorrenza dedicandosi al Prossimo con ancora maggiore attenzione. Per questo motivo spesso vengono organizzati eventi speciali o manifestazioni che coinvolgano il Territorio.Quest'anno noi del gruppo Scout RIVOLI 2 abbiamo deciso di aiutare concretamente due progetti di solidarietà che sono già attivi da tempo anche sul nostro territorio:• Progetto MALENGA TAPPI per la costruzione di pozzi e acquedotti in zone aride della Tanzania. https://www.mascipiemonte.it/il-masci-piemonte/progetto-malenga/67-progetto-malenga.html• Cooperativa LAVORO e SOLIDARIETÀ per il RI-USO e per il RI-CICLO degli indumenti usati. https://www.cooperativals.it/raccolta-indumenti-usati.html

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Anche quest'anno, grazie al lavoro instancabile delle nonne del Gruppo "Ore Serene", le signore del Gruppo "Scuci e Ricuci", i tanti papà e mamme amici dell'Oratorio e agli Animatori, abbiamo partecipato alla sfilata dei carri cittadina con un gruppo a piedi a tema clown.Il titolo che abbiamo voluto dare al carro è "Oratorio: influencer della gioia!".In una società dove tutti dicono come vestirsi, come parlare e come scegliere, anche noi vogliamo dirlo "influenzando" tutti con un messaggio che parli di ACCOGLIENZA, AMICIZIA, CONDIVISIONE, ALLEGRIA, GIOIA E SPERANZA!Chissà che, prima o poi, questo modo di pensare non diventi davvero di moda!

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Servizio Civile in TanzaniaSiamo Sara e Christian, abbiamo 23 anni e siamo in Tanzania. La storia comincia ad agosto 2017 grazie all’esperienza di servizio organizzata da Don Andrea Zani con la Parrocchia della Stella di Rivoli. Appoggiandoci ai Missionari della Consolata abbiamo potuto incontrare diverse comunità locali a Morogoro, Iringa e Dar Es Salaam. Tra queste anche Ilembula, un villaggio rurale della regione di Njombe. Qui, siamo stati ospiti al Centro Orfani Renato Grandi, nel quale abbiamo prestato servizio per due settimane. Ci hanno accolti Maurizio, la signora Fausta e Don Tarcisio. Durante questo periodo abbiamo sperimentato l’importanza del mettersi al servizio e la gioia di donare, oltre che la possibilità di conoscere e vivere una cultura diversa dalla nostra. La voglia di conoscere, sperimentarci e crescere ci ha portato a scegliere di intraprendere la strada del Servizio Civile all’estero, il quale il 28 gennaio ci ha riportati in Tanzania per i prossimi dodici mesi. In questo

primo mese di permanenza abbiamo svolto il corso di lingua swahili, il quale ci ha permesso di avvicinarci alla cultura locale ed iniziare ad approcciarci alla vita del Centro Orfani Tumaini di Ilunda, dove siamo stati ospiti fino al 23 di febbraio. Dal 24 noi e i nostri venti compagni ci siamo divisi nelle diverse sedi a noi assegnate in fase di selezione. Christian è tornato al Centro Orfani Renato Grandi di Ilembula e Sara si trova ad Inuka CBR, un centro di riabilitazione su base comunitaria situato a Wangin’ombe.

Sara e Christian

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RIVOLI Parrocchie nella Città

Grandi novità per il gruppo teatrale "Lune di sera"!Dopo aver diretto il laboratorio di musical per 6 anni, mi vedo costretta a lasciarne la regia, per motivi lavorativi.... Ma niente paura! I ragazzi in questi anni le ossa se le sono fatte a dovere e proseguiranno il loro cammino, sempre all'interno del progetto di Pastorale Giovanile, in modo autonomo.Se guardo indietro in questi anni, rifarei tutto. Penso a ogni ragazzo che si é messo in gioco sul palco, li ricordo a uno a uno, con le loro paure e le loro insicurezze, che poi sono anche le mie e di tutti noi. Ognuno di loro mi ha regalato emozioni preziose e grandi soddisfazioni. Dal primo progetto, "Jamme a cantà", poi con "Sicuramente amici", per continuare col musical scritto da noi, "Raccontami una storia", fino ad arrivare a dicembre 2018 con "Ma che spettacolo!?"... Ognuna di queste imprese ci ha aiutati a crescere e ci ha fatto misurare con noi stessi.Ora, organizzatissimi, i miei attori (scusate se li chiamo ancora miei) hanno eletto uno staff di regia, capitanato da Giorgia, aiutata da Jose e Federica. Tutto il gruppo collaborerà e darà man forte ai tre temerari che si sono

assunti l'oneroso impegno. Li vedremo presto in scena. Infatti, senza perdersi d'animo, hanno già formato dei gruppi di lavoro per la stesura di un nuovo copione inedito, che ci farà viaggiare nel tempo mettendo a confronto il vecchio e il nuovo e diverse generazioni. (Per qualsiasi cosa, contate su di me, ragazzi!)Che dire ancora? Largo ai giovani! Sono la nostra ricchezza!

Tutto procede nella norma invece per il gruppo teatro dei giovanissimi. Andremo in scena al Teatro San Martino sabato 25 maggio alle 21 e domenica 26 alle 16 con "Esopo Opera Rock!"Quest'anno i ragazzi sono ben 32 e lo staff, oltre a me, è composto da Mariangela, Laura, Giorgia, Paolo e Raffaella.Non ve lo perdete!

Sara

Novità Dietro Le Quinte

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Ultima puntata della rassegna teatrale al Cine Teatro Borgonuovo con la compagnia “Sotto il Castello”

Sabato 13 Aprile ore 21,15 e Domenica 14 Aprile ore 16,00 al Cine Teatro Borgonuovo, la compagnia teatrale “Sotto il Castello”, guidata da Giovanni Barolo (vedi foto), concluderà la quarta rassegna amatoriale dei gruppi Rivolesi, non poteva essere diversamente visto che la compagnia gioca in casa. La manifestazione a cadenza mensile, anche in questa stagione ha consolidato il suo successo con 16 spettacoli accompagnati sempre dal tutto esaurito. Questo è accaduto grazie al lavoro di quaranta volontari, che dedicano parte del loro tempo libero non solo al Cinema, ma anche all’organizzazione

della Rassegna e alla gestione della sala. Una splendida bomboniera, unica nella zona, dove tutti si sentono a proprio agio, ormai punto di riferimento per molti Rivolesi e non. La commedia che verrà rappresentata sarà “13 a Tavola” due atti brillanti di G.M. Sauvajon. Strepitoso successo in Francia, è stata allestita in Italia per la prima volta da Ernesto Calindri nel 1954 e in seguito da Gastone Moschin. L’incasso sarà devoluto alla Caritas di Rivoli e al Pane sul Muricciolo.È gradita la consegna di un pacco di caffè da 250 gr.

Prenotazioni 320 7875879 Posto Unico 6 Euro, mail: [email protected]

NUOVO GRUPPO SPOSI 2018 - 2019

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L’Abbadia dei ceriotinella parrocchia di San Martino

di RivoliImmagini e momenti

di una storia secolare

Con questo piccolo libro mi sono proposto di fornire notizie sulla Abbadia dei cerioti. Si tratta di un gruppo parrocchiale dalle origini antiche che ancora ai giorni nostri continua a esercitare buona parte delle attività per le quali è nato. L’associazione ha svolto per lunga tradizione il ruolo assegnato nel mondo cristiano ai “ceraioli” per onorare il Santo patrono di una comunità parrocchiale e di una chiesa: quella di San Martino Vescovo in Rivoli. Nei momenti in cui la liturgia festiva lo prevedeva, diventavano portatori della cosiddetta macchina processionale con la statua del santo e di un

seguito di torce accese che le facevano corona. Nel trattare questo argomento collocandolo nella più estesa e lunga storia della parrocchia, mi sono reso conto quanto sia difficile oggi avere coscienza di come in passato i fedeli che partecipavano alle funzioni religiose e alla vita della parrocchia si organizzassero per rendere più viva la loro presenza, dando vita a forme associative e alle attività caritative nel corso di periodi storici dove le condizioni di indigenza erano particolarmente diffuse.

Paolo Sibilla

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La forza della preghieraNei Paesi Bassi una maratona religiosa salva dall’espulsione una famiglia armena Alla fine la preghiera e la concreta solidarietà della comunità cristiana hanno salvato la famiglia Tamrazyan dall’espulsione. Potrà infatti rimanere nei Paesi Bassi il nucleo familiare armeno — padre, madre e tre figli — che dallo scorso 26 ottobre è stato protetto dall’espulsione grazie ad una celebrazione religiosa non stop che centinaia di pastori hanno officiato, per oltre tre mesi, nella chiesa protestante di Bethel. Una legge nazionale, come è noto, vieta infatti alle forze di polizia di entrare in una chiesa mentre si sta svolgendo un servizio religioso. Di qui la decisione della locale comunità cristiana di dare vita a una straordinaria maratona religiosa che ha coinvolto diverse centinaia di pastori e predicatori olandesi e stranieri, appartenenti ad almeno venti denominazioni differenti. Di fronte a una mobilitazione così eccezionale, con un’eco di rilevanza mondiale, il governo ha infatti accettato di riesaminare le domande di asilo dei minori cresciuti sul territorio nazionale. Questo significa che anche la famiglia Tamrazyan — profughi armeni arrivati nei Paesi Bassi quasi nove anni fa — non dovrà essere espulsa, come era stato deciso la scorsa estate. Insieme al caso della famiglia armena il governo si è impegnato a rivedere anche la posizione di altri 700 minori. «Abbiamo mantenuto la speranza e ora questa speranza si sta avverando», ha detto Theo Hettema, presidente del consiglio generale della Chiesa protestante dell’Aja.

L’Osservatore Romano - 1 febbraio 2019

Orassion silenziosaL’é bel parlé con Ti, sensa dì nienteAnche se i stago ciùt sai che T’ëm senteLe tante còse che l’avrìa da dìlo sai che T’jë conosse mej che mì.

Ti ‘t sas che ant j’ore grame i l’hai pregatee anti ij moment ëd gòi l’hai dësmentiatedë ‘d nans a Tì l’hai niente da sterméun pr’un it jë conòsse ij mè pensé.

Ti t’jë conòsse tute mie mancanse,mei seugn, e mie miserie, e mie speranseTi ‘t sas ël me passà e dcò ‘l me avnì.Nosgnor, i sai mach dite: sta con mì!

Mario Paris (poeta dialettale)

Orazione silenziosaÈ bello parlare con Te, senza dire nulla.Anche se sto zitto so che Tu mi senti.Sono tante le cose che vorrei dirtilo so che mi conosci meglio di me.

Tu sai che nelle ore difficili ti ho pregatoe nei momenti di gioia ti ho dimenticato.Davanti a te non ho niente da nascondereuno per uno tu conosci i miei pensieri.

Tu conosci tutte le mie mancanze,i miei sogni, e le mie miserie, e le mie speranze.Tu sai il mio passato e anche il mio avvenireSignore, so solo dirti: sta con me!

A cura di B.Z. (Bruno Zanini)

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In carcere "condannati" allo studio?La pena non cancella la dignità dell'uomo, non lo priva dei suoi diritti fondamentali quali il rispetto, il nutrimento, l'istruzione, la famiglia, la libertà, la solidarietà.

Carlo Maria Martini, Sulla giustizia

«Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».Così recita l'articolo 27 della Costituzione italiana che riflette una attenzione particolare anche verso quelli che la società considera ormai solo detenuti, prigionieri, delinquenti da escludere dal vivere civile e rendere inoffensivi.Si tratta certamente di un ideale poco realizzato. In questo momento storico si sta piuttosto verificando un ritorno alla pena cosiddetta «vendicativa» che accentua piuttosto la segregazione, aumenta la detenzione.Tra i tentativi di realizzare quella teoria e mettere in pratica un articolo della Costituzione si distingue il Polo universitario per studenti detenuti iniziato nel 1998, che celebra nel 2018 i vent'anni di attività in carcere a Torino. Questa è l'esperienza che Lilli Pichetto ha praticato per vent'anni come insegnante e per dodici delegata del Rettore, contribuendo al concretizzarsi, almeno per un piccolo numero di detenuti, gli obiettivi dei padri costituenti.Con questo libro racconta la sua avventura e cerca di spiegare la singolarità di questa esperienza, unica in Italia e forse anche in Europa, nata e realizzata proprio a Torino. Il libro ripercorre brevemente il dibattito sulla funzione della pena e le proposte di riforma delle carceri nel Piemonte dell'Ottocento: Carlo Alberto, affiancato da giuristi, pubblicisti, funzionari statali e l'impegno caritativo dei santi sociali piemontesi, ha svolto un ruolo importante nella nascita di questo "Polo", deciso a dare applicazione al dettato dell'art. 27.Già nel Settecento la riflessione sociale ha affrontato il problema della funzione della pena, soprattutto sul carcere come strumento di punizione. Ma solo in tempi più recenti, riprendendo le riflessioni di Cesare Beccaria (1738-1794), si è cominciato a considerare con maggiore sensibilità la condanna più radicale della pena di morte, e in parallelo la possibilità di ricupero alla società di chi si era macchiato di gravi reati.Le considerazioni di Beccaria sull'abolizione della pena di morte poggiano su due princìpi: la pena di morte andrebbe abolita perché inefficace come deterrente e quindi inutile alla società, e perché illegittima dal punto di vista giuridico.Fino al XVIII secolo la prigione non era considerata luogo di pena, ma semplice luogo di custodia provvisoria in attesa di giudizio: il concetto di pena, invece, si riferiva a pene pecuniarie, corporali, esilio o condanna a morte. Solo più tardi si fece largo il concetto di «prevenzione» dei crimini, non solo «repressione», e anche l'idea che il carcere non dovesse essere un semplice luogo di reclusione, bensì un luogo di rieducazione e di correzione. La prigione moderna è diventata forma dominante di pena soltanto nell'Ottocento e da allora molti si sono interrogati sulla sua utilità sociale, però il

dibattito pubblico sembra avere pochissimi dubbi che il carcere sia il principale, se non l'unico, strumento di lotta alla criminalità.Ma un carcere socialmente utile dovrebbe invece forgiare degli individui meno inclini a violare le leggi. In realtà gli alti tassi di recidiva dei detenuti fanno dubitare dell'efficacia della detenzione, se non per una funzione puramente emarginativa, ma ciò in contrasto con il principio costituzionale. Che cosa significa auspicare un maggior uso della detenzione se non legittimare la funzione meramente neutralizzativa della pena, contraddicendo il principio costituzionale dello scopo rieducativo della pena?La pena può tradursi, infatti, anche per reati di non lieve entità, in altri strumenti di controllo sociale, come prevede la riforma dell'ordinamento penitenziario del 1975. E il carcere dovrebbe costituire l'extrema ratio delle modalità punitive, riservato ai reati più gravi.Queste alcune delle considerazioni che hanno spinto i docenti delle Facoltà di Scienze politiche e di Giurisprudenza di Torino a istituire il Polo universitario per studenti detenuti. Il numero dei detenuti che hanno studiato al Polo in questi vent'anni, quello di coloro che si sono laureati con ottimi risultati, la recidiva zero di coloro che qui hanno studiato e hanno scontato la pena, la possibilità di reinserimento sociale che hanno ottenuto attraverso il lavoro, confermano che  è possibile un «altro carcere»!Il carcere può essere, cioè, una istituzione dove non solo si scontano le pene, ma dove avvengono incontri formativi e dove si possono sperimentare forme di comunicazione valide ed efficaci anche per il mondo esterno. E ruolo significativo può avere la cultura come occasione di crescita, di evoluzione personale, di potente fattore di cambiamento della storia e della vita di ciascuno. Quando si investe sulle persone si tocca con mano che è possibile cambiare vita e rimettersi in gioco: lo dimostra il crollo della recidiva laddove si offrono opportunità di lavoro e di studio all'interno del carcere e di reinserimento all'esterno.Come ha affermato don Marco Pozza, cappellano del carcere «Due Palazzi» di Padova: «Ciò che fa venire voglia di maturare è sapere che c'è qualcuno che scommette su di me proprio quando tutto tenderebbe a dire che sono un fallimento completo della mia vita».MARIA TERESA PICHETTO, già docente ordinario di Storia del pensiero politico presso la Facoltà di Scienze politiche di Torino, ha dedicato i suoi studi alla storia dell'Utopia, al pensiero politico francese e inglese, al dibattito sull'antisemitismo in Italia e a momenti e figure del Risorgimento. Ha seguito dall'inizio l'esperienza del Polo universitario per studenti detenuti come insegnante e, per dodici anni, come delegata del Rettore dell'Università di Torino.

Silvano Giordani

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Padre Giordano Rigamonti, missionario della Consolata, nato nel 1938, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 27 dicembre 1964 a Torino. La sera del 30 dicembre scorso ha raggiunto la casa del Padre, dopo 54 anni di instancabile ministero, di cui gli ultimi dodici trascorsi a Rivoli, nella stessa casa dove il beato Allamano incontrava e formava i suoi missionari. Durante l’Omelia del suo Cinquantesimo di Ordinazione sacerdotale, lui stesso ricordava che la casa paterna sorgeva a poche decine di metri dal Santuario della Madonna di Bevera. In paese si diceva che tra la sua abitazione e il Santuario fosse installato un semaforo che spesso diventava rosso: pare che quel “Signore”, che sovente faceva visita alla propria Mamma, in presenza del divieto di passaggio, bussasse alla famiglia Rigamonti. E così prima don Giulio, sacerdote diocesano, poi la sorella suor Giovanna, quindi padre Giordano lo hanno seguito; una sola sorella è rimasta a casa.Nel 1967 inizia la collaborazione con Mani Tese e dal ’74 la presenza in Kenya, inizialmente nella diocesi di Marsabit e poi nella parrocchia della Consolata in Nairobi, fino al 1981. Da lì in avanti, rientrato in Italia, inizia l’esperienza di animazione missionaria che prosegue fino all’ultimo, prima nel Centro di Animazione Missionaria dell’Istituto a Torino, poi curando l’Expo Missionaria del Giubileo 2000 a Roma, poi nuovamente in Piemonte. Significativa nel 1997 la nascita di Impegnarsi Serve, una associazione da lui voluta per poter sostenere le missioni e “fare missione” qui. Intraprendente, ricco di iniziative e di una speciale capacità nel leggere i segni del suo tempo, padre Giordano sapeva ascoltare, condividere e discernere le azioni e le sfide, facendosi sollecitare e interpellare dall’umanità di oggi. La sua attenzione si rivolgeva sempre a quella porzione di umanità sofferente e assetata, a cui si avvicinava con stili di consolazione vecchi e nuovi. Nella sua azione missionaria ha

sostenuto la costruzione di scuole e dispensari, ha favorito la scolarizzazione di bambini e adulti, ha portato una gelateria nel nord del Kenya, ha trovato finanziatori per le lampade solari per i pastori Samburu, tanto per fare degli esempi. Ma ha anche fortemente voluto la stesura di libri che rendessero imperiture le tradizioni di minoranze fortemente minacciate, ha promosso campagne, ha accompagnato centinaia di giovani a fare esperienza viva di missione, contagiandoli con il suo entusiasmo e il suo ottimismo. Ha bussato a tante porte, per arrivare a quei luoghi (quotidiani, università, Istituzioni, fino al Parlamento) che permettessero di denunciare gli enormi problemi che angustiavano uomini e donne dei Paesi in cui operavano i suoi confratelli: la violenza indotta dalla coltivazione della coca in Colombia e la possibilità di sostituirla con il cacao, la distruzione della foresta amazzonica, la pandemia e lo stigma dell’Aids in Africa, la piaga dell’alcol in Italia e in Africa. Quest’ultima sfida l’ha lanciata proprio a partire dalla città di Rivoli, dove ha vissuto i suoi ultimi anni. Alcune mamme e nonne gli avevano confidato le loro preoccupazioni per figli e nipoti, avvezzi a bere per divertirsi, pronti a sballarsi incuranti dei rischi che ne conseguivano. Ne è nata la Campagna AlcolOltre che vede un impegno concreto rivolto ai ragazzi italiani e quelli di alcuni paesi africani. I giovani sono sempre stati la sua grande passione, perché sono il futuro del mondo. Per loro ha sognato e realizzato mostre, convegni, percorsi formativi, esperienze teatrali…Pur abitando per lunghi anni in Italia è riuscito ad arrivare in Africa, America del Sud, Europa e anche un po’ in Asia. Mons. Hélder Camara aveva enunciato una nuova beatitudine: “Beati coloro che sognano, porteranno speranza a molti uomini e correranno il dolce rischio di vedere i loro sogni realizzati”. Padre Giordano ha sognato tanto e ha visto molti dei suoi sogni già realizzati, altri sta a noi completarli. Durante il periodo della malattia, non appena le forze glielo permettevano, continuava a informarsi sui progetti in corso e a sognarne di nuovi. L’eredità che ci lascia è grande, sta a ciascuno di noi raccogliere il testimone.Durante gli esercizi spirituali del giugno del 1989, a Bedizzole, aveva redatto il suo testamento spirituale, che riportiamo, così come ne è stata data lettura al suo funerale.

Ciao,Padre Giordano

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AI termine di questa esperienza di fraternità e di Dio, dopo i vari eventi successimi negli ultimi mesi ed alla luce di essi, io Giordano Rigamonti, figlio di Giovanni e Teresa, figlio di Dio, sacerdote e missionario della Consolata dico:- Grazie a Dio, ai miei genitori, alla mia famiglia per tutto il bene che mi hanno voluto. A chi è in Paradiso, papà, mamma e don Giulio un arrivederci; a suor Giovanna, Anna Maria, Agostino e Gianluigi buon cammino nella fede e nell'amore. Non si sbaglia mai a seminare amore.- Grazie al mio Istituto, a questa mia famiglia a cui ho dato tutto quanto potevo anche se tante volte forse in forma errata ma non intenzionalmente così. A chi ho fatto del male chiedo perdono. A tutti un arrivederci nella Casa del Padre per contemplare per sempre la sua gloria con la Consolata e il Fondatore.- Dico grazie ai tanti laici che ho incontrato nella mia vita sacerdotale in Italia e in Kenya. Da essi ho imparato moltissimo. Con essi ho percorso strade di santità, di profondità spirituale, di profezia per il Regno. Mi sono sempre sentito debitore nei loro confronti e chiedo a Dio e alla Consolata di benedirli mentre a loro chiedo preghiere per la piena purificazione della mia anima e tutto il perdono di cui ho bisogno.Quale messaggio sono venuto a portare nel mondo? Dio mi ha creato e chiamato perché lo facessi conoscere così come io avrei dovuto averlo conosciuto. Non ci sono riuscito, ma tanto, tanto e tanto ho desiderato che ci fosse amore e misericordia. Un amore semplice,

umile e nel contempo rischioso, da gesti anche grandi - eroici; una misericordia da rendere capaci di perdono e mai di condanna. Quante volte per cercare questa misericordia ho atteso troppo a lungo, ho errato non decidendo. Ma non volevo giudicare!Guardo con speranza al mio futuro:- Se Dio mi chiamerà a sé presto gli dico fin da ora "Eccorni". Ho voglia - desidero stare con te per sempre. Quando mi chiamerà chiedo, se possibile, niente fiori, solo carità, una bara semplice e tante opere di carità - amore.

- Se devo restare ancora in "esilio" su questa terra mi impegno a donare il meglio che ho per la gioia degli altri e per la mia santificazione. Voglio essere più missionario, perciò più santo, più figlio di Dio. La Consolata e Dio Padre mi aiutino. In fede.

Padre Giordano Rigamonti

Nota: Il testamento olografo è scritto su due fogli da lettera che riportano in basso delle montagne e le frasi: "La forza dell'amore è saper sacrificare"e "Vivere è CREDERE".

Bedizzole 24 giugno 1989Esercizi spiritualiTestamento

Vogliamo anche noi portare la nostra piccola esperienza vissuta attraverso Padre Giordano.Facciamo parte del gruppo “Ore Serene”, che tutti i martedì pomeriggio si ritrova in oratorio per passare alcune ore in compagnia tra di noi, cercando anche di conoscere realtà di amore e di servizio agli altri, attraverso la loro esperienza e collaborando come possiamo ai vari progetti.Padre Giordano, missionario della Consolata che ha vissuto per molti anni nella casa di Rivoli del fondatore Giuseppe Allamano, è stato per noi punto di focalizzazione per poter vivere e attualizzare in questi anni le varie realtà di una missione sempre in cammino e in rinnovamento. Con Padre Giordano abbiamo abbracciato tante proposte di sostegno nei vari luoghi di missione, cercando nel nostro piccolo di fare anche noi la nostra parte.Le sue proposte erano sempre attuabili, nella semplicità e nella gioia che lui trasmetteva, con l’entusiasmo di un giovane, anche se la sua salute non

gli permetteva tanto.Volentieri il nostro gruppo terminava l’anno per la chiusura dell’estate con una Messa celebrata nel parco della casa missionaria di via I Maggio. Tutto il gruppo attendeva con gioia quel pomeriggio, immersi nel verde, tra pannelli di storia vissuta dai missionari in questi 110 anni nei vari paesi di missione per annunciare il bello di essere figli di Dio amati e fratelli di tutti.Grazie, Padre Giordano, per la tua accoglienza e per il tuo farci partecipi dei bei progetti per chi, meno fortunato di noi, vive realtà difficili. La tua gioia e il tuo entusiasmo hanno saputo trasmettere al gruppo il bello di collaborare e tutto il gruppo non abbandonerà i vari progetti che verranno proposti dai tuoi collaboratori e, se sarà possibile, verremmo ancora a chiudere il nostro anno di attività nel silenzio e nella frescura di quel giardino/parco.

Le animatrici del gruppo “Ore Sarene”

“L’oasi tra le case”

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Il 5 gennaio 2019, dalla comunità “Maria Ausiliatrice” di Giaveno, è stata chiamata alla Casa del Cielo la nostra carissima Suor Enedina FELISIO.Nata ad Avigliana il 23 febbraio 1929, professa a Pessione il 5 agosto 1948, appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” – Italia, Enedina era la secondogenita di tre sorelle e un fratello. In famiglia, soprattutto dalla sua santa mamma, ricevette esempi di fede e di pratica assidua della carità cristiana. Da novizia, su invito della Maestra, aveva rivolto alle superiore la domanda missionaria. Dopo la prima professione, a Torino “Maria Ausiliatrice” conseguì il Diploma di Maturità Magistrale e nello stesso anno, il 22 settembre 1949, partì per il Venezuela. Dal 1949 al 1967 visse a Teques e a Caracas Altamira come insegnante, assistente e vicaria. Nel frattempo, continuò a studiare per convalidare i suoi titoli, conseguendo la Laurea in Lettere. Nel triennio trascorso a Roma aveva conseguito il Diploma di Sociologia Religiosa. Suor Enedina iniziò l’animazione biblica per le consorelle, per altre religiose, giovani e laici. Questa diventò la sua missione specifica. Infatti, per tanti anni si dedicò con impegno e amore a far conoscere e apprezzare la Parola di Dio. Nelle comunità “Madre Mazzarello” e “S. Cuore” di Torino, evangelizzava con la catechesi, l’insegnamento, l’animazione liturgica, formando

gruppi per la condivisione della Parola di Dio anche con le allieve della scuola. Nelle comunità di Rivalta, Rivoli e Torino “S. Giuseppe”, dedite alle opere parrocchiali, continuò ad essere missionaria della Parola di Dio in tanti modi. L’amore per la Parola si traduceva in un concreto interessamento per le giovani più povere. Suor Enedina non temeva di cercarle e avvicinarle ai margini delle strade e di aiutarle concretamente a trovare un lavoro onesto, anche con il rischio di dover affrontare i loro “protettori”. Fu una delle prime FMA a dedicarsi all’accoglienza delle giovani immigrate peruviane nella casa “Madre Mazzarello” di Torino e alla loro integrazione nel mondo del lavoro. Il suo slancio missionario, in particolare la sua passione per la diffusione del Vangelo, sembrava non avere limiti, neppure con l’avanzare dell’età.Nel 2014, per necessità di salute, dovette essere accolta nella comunità di Giaveno, in riposo. Il suo cammino di docilità si è reso visibile soprattutto negli ultimi due mesi, in cui fisicamente si sono alternati giorni di agonia e altri di miglioramento. Alla Vigilia dell’Epifania brillò ai suoi occhi la Luce splendida del Signore, svelata al suo sguardo per l’eternità.

(tratto dallo scritto dell’Ispettrice)Suor Elide Degiovanni

Suor Enedina, grazie!La nostra conoscenza con Suor Enedina risale agli anni ‘90, quando abbiamo incominciato a frequentare gli incontri del mercoledì nei quali lei approfondiva le letture della Messa domenicale.Nel commentarle, lei ci trasmetteva il suo spirito di ricerca, che non aveva confini dogmatici, ma era libera di riflessioni, confronti e scambi esperienziali.Si è trattato di un cammino arricchente, di una catechesi indiretta, dimostrata dal fatto che, quando la Liturgia dopo il ciclo di tre anni ci ripresentava le stesse letture, queste ci apparivano sempre diverse, con sfaccettature e significati sempre nuovi.Ciò dimostrava che lei era riuscita ad ampliare la nostra mente, permettendoci di comprendere meglio la Parola; questa penetrava in noi coinvolgendoci sempre più nel profondo e rinforzando la nostra Fede.Quanto ci ha trasmesso del suo “camminare con la Parola” (era un po’ il suo motto) è stato per noi di una importanza

incredibile e non ci stancheremo mai di ringraziare il Signore di avercela fatta conoscere.Grazie Suor Enedina, ti saremo sempre grati e sarai sempre nei nostri cuori.

Aldo e Nella

Grazie!Ti ringraziamo, Signore, per il dono della vita dato a suor Enedina, che dal 1996 al 2012, instancabilmente, veniva da noi tutti i mercoledì al nostro Monastero di Santa Croce in Rivoli, per condividere con noi la Parola facendoci crescere sempre di più in amore per te e con le persone che frequentavano il Monastero.Grazie, suor Enedina e fa’ che continuiamo anche noi, come hai fatto tu, a vivere e portare la Parola agli altri anche se in un continente diverso.

Suore Canonichesse di Sant’Agostino(ora nelle Filippine)

Suor EnedinaFELISIO

Suor Enedina, una di noi in mezzo a noi

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Testimone della ParolaSuor Enedina, era una vera testimone della Parola di Dio.Ricordo la sua Bibbia “usata”, “sottolineata”, segno della frequentazione che aveva con essa. Io la ringrazio per avermela fatta gustare e amare.

Nella

Ciao Suor Enedina!Grazie per avermi insegnato a rendere attuale la Parola. Quanti incontri con davanti la Bibbia e i quotidiani per capire come vedere l’opera del creatore incarnata nel nostro tempo e guardare con occhi diversi gli avvenimenti belli e brutti del nostro tempo!Dicevi di non ricordare il passato ma di essere curiosa del futuro. Adesso sarai felice! Arrivederci!

Anna Maria Suor Enedina,la missionaria innamorata della “Parola che vive”Non smetterò mai di ringraziare, prima di tutto il Signore, che mi ha guidato attraverso 25 anni, tanti anni, ad una conoscenza sempre più bella della Sua Parola. Grazie a quella suora, suor Enedina, che non temeva di portare una novità, e in quel tempo a volte provocava disagio nelle persone, che si sentivano chiesa strutturata da secoli di idee sempre uguali, non pronte ad accogliere chi ci cerca e ci ama per primo. In tutti questi anni mi sono resa conto che il bello ricevuto da questo suo amore per la Parola viva è stato ed è una realtà che anche Papa Francesco vive annunciando e proclamando senza stancarsi: il bello di essere amati e di amare."I mercoledì della Parola" mi hanno accompagnata nel capire il grande messaggio di amore che Gesù è venuto a portare e ad annunciare attraverso il grande legame che unisce Lui al Padre e a noi. Questa parola suor Enedina la sminuzzava, pezzo per pezzo ce la faceva gustare, approfondire e in più occasioni ci incoraggiava ad assaporarla e a viverla. Per lei era importante “ruminare” ciò che ci veniva detto attraverso la lettura.Persona semplice ma colta, si informava leggendo molto e confrontandosi con più pensieri, era veramente piacevole ascoltarla: ore passate senza accorgerci, cercando il senso del nostro vivere quotidiano in mezzo agli altri.Non smetterò mai di dire grazie per questo grande dono che ci ha offerto, incoraggiandoci a non smettere, a ricominciare nuovamente.La sua settimana era piena di incontri, al mattino per le mamme e le nonne che erano più libere dagli impegni familiari, al pomeriggio dalle suore e alla sera da tutti coloro che lavorando di giorno potevano esserci nelle ore serali, da Torino a Rivoli, passando nelle varie parrocchie che la invitavano.Termino questa mia piccola testimonianza facendo partecipi anche voi del saluto finale avvenuto nella casa di Giaveno dove lei da oltre cinque anni viveva.Quando siamo arrivati per il funerale abbiamo avuto la grazia di poterla salutare prima della chiusura della cassa. Per me è stata una grande gioia ringraziarla e vedere stretto tra le sue mani non una corona del rosario, ma un vangelo. Grazie a chi ha dato, attraverso quel segno, testimonianza di chi era suor Enedina.Grazie, suor Enedina e buona strada a tutti noi attraverso la Parola viva!

FrancaRicordi…Era l’anno 1990, la diocesi di Torino istituiva i corsi per operatori pastorali e suor Enedina era docente di Teologia. In quell’anno la nostra famiglia ha fatto la sua conoscenza, tramutatasi da subito in grande stima e poi in sincera amicizia. Patrizia frequentava i corsi nelle varie sedi. In parrocchia a Santa Maria Goretti di Moncalieri era nato il gruppo famiglie, con la finalità di condividere la parola di Dio confrontandola con il quotidiano vivere. Enedina accettò l’invito di animare e stimolare alcune giornate. Entrò con forza nei pensieri e nei cuori di tutti i partecipanti. Contemporaneamente, a Chieri lei seguiva un gruppo di ragazzi giovani, alcuni fidanzati. Ebbe l’intuizione di unire i due gruppi, dai giovani sarebbe uscita la voglia di fare e dal gruppo famiglie l’esperienza vissuta. La sede, per anni, è stato il Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana, dove Padre Fiorenzo fungeva da confessore. E poi seguimmo la sua catechesi nei successivi luoghi dove lei andava a condividere la Parola.Nonostante i suoi titoli, lei è sempre stata a fianco dei più piccoli, aumentando in tutti la voglia di conoscenza e di stile di vita di Gesù, e non ha mai sfoggiato atteggiamenti da cattedra: una di noi in mezzo a noi.In chiunque abbia avuto l’occasione di conoscerla o frequentarla lei ha lasciato una traccia indelebile di Dio.

Vittorio e Patrizia

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RIVOLI Parrocchie nella Città

CELEBRAZIONIDELLA SETTIMANA SANTA

DOMENICA DELLE PALME

TRIDUO PASQUALE

14 aprile 2019Sante Messe secondo orario festivo e prefestivo S. Messe precedute dalla benedizionee processione degli ulivi9,30 – da S. Bartolomeo (dove non ci sarà la Messa del-le 9) a S. Francesco con Messa alle 109.15 - Gesù Salvatore (piazza Aldo Moro)9.30 – S. Martino (cappella Beato Antonio Neyrot)10,30 - S. Maria della Stella (piazza Martiri)11.00 - M.I.A. (piazza Cavallero)11,30 - S. Bernardo (cortile dell’oratorio)

GIOVEDI’ SANTO – 18 aprile 2019Messa Crismale con la benedizione degli oli9.00 - Duomo di Torino – Chiesa CattedraleTriduo Pasquale: Messa in Coena Domini17.00 – S. Bernardo: Liturgia per i bambinidelle 4 Parrocchie17.00 - S. Martino 18.00 – S. Bartolomeo - S. Maria della Stella 21.00 – S. Bernardo - Gesù Salvatore - Maria Immaco-lata Ausiliatrice Visita ai “SETTE SEPOLCRI”Dopo le celebrazioni nelle chiese di: S. Martino, M.I.A., Gesù Salvatore, S. Maria della Stella, S. Bernardo, S. Bartolomeo e S. Rocco. Tutte le chiese saranno aper-te fino alle 24.00, S. Rocco fino all'una di sabato e poi dalle 6 alle 13

VENERDI’ SANTO – 19 aprile 2019Liturgia della Passione16.45 – S. Bernardo17.00 – S. Bartolomeo – S. Martino18.00 – S. Maria della Stella

Via Crucis cittadinaPartenza alle 20.45 da tre punti: da via Legnano da-vanti ai giardini Kranj (per S. Bernardo e S. Bartolomeo che partiranno insieme), da Maria Immacolata Ausiliatrice e da Gesù Salvatore, per convergere tutti, attraverso 6 stazioni, alla Stella. SABATO SANTO – 20 aprile 2019Veglia Pasquale21.30 – S. Bernardo (per S. Bartolomeo e S. Bernardo) 21.00 – S. Maria della Stella, S. Martino

PASQUA DI RISURREZIONEdomenica 21 aprile 2019

Sante Messe - orario festivo

Confessioni personali per tutti

Lunedì Santo 15 aprileore 9-11.00 Stella don Paoloore 9.30-11.00 S.Bartolomeo don Claudioore 16-18.00 Stella don Filippoore 18-19.00 S. Bernardo don Claudio

Martedì Santo 16 aprileore 10-11.30 S. Martino don Filippo ore 16-18.00 S. Bernardo don Mauro Stella don Paolo

Mercoledì Santo 17 aprileore 9-11.00 S. Bernardo don Paolo Stella don Filippoore 15,30-17.30 S. Francesco don Claudio Stella don Paolo

Giovedì Santo 18 aprileore 17-18.00 S. Bartolomeo don Claudio

Venerdì Santo 19 aprileore 9-11.00 S. Bartolomeo don Claudio S. Bernardo don Filippo Gesù Salvatore don Paoloore 9,30-11.00 San Martino don Giovanni Stella padre ConsolataOre 15-18.00 Stella don Paolo

Sabato Santo 20 aprileore 9-11.00 S. Bartolomeo don Filippo S. Bernardo don Claudio S. Rocco padre Consolata Stella don Paoloore 9,30-11.00 S. Martino don Giovanniore 15-16.00 M.I.A. don Giovanni S. Francesco don Claudioore 16-19.00 Stella don Fabio, don Filippo don Paolo

SACRAMENTODELLA RICONCILIAZIONE

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Cresima per Giovani e AdultiCelebrazione il 28 aprile 2019 alle ore 11 alla Stella

Da lunedì 29 aprile a venerdì 5 maggioh17 - S. Messa nella Cappella del Beato in via Querroh 18 - S. Messa alla Stella nella Cappella dove è custodita l’urna del Beato

Venerdì 3 maggio h 21 - Chiesa Beata Vergine delle Grazie - Tetti Neirotti

Concerto "Le immagini della musica"Domenica 5 maggioh 16 - Teatro Beato Neyrot

Concerto "Le immagini della musica"h 18 - Santa Messa alla Stella

Lunedì 6 maggioh 10 - Santa Messa San Martino con la presenza dei Ceriotie presentazione del libro di Paolo Sibilla sull'Abbadia dei Cerioti di San Martino

Festa Beato Antonio Neyrot

Gruppi anziani 2019ETÀ D’ORO - San Martino / Chiesa di MIA - giovedì 14.30 - 17.30ORE SERENE – Stella - martedì dalle 14.30 alle 17.30PROPOSTE lunedì 6, martedì 7 e mercoledì 8 maggio 2019 grande PELLEGRINAGGIO: visita di Spoleto, Cascia e Assisigiovedì 30 maggio 2019 - h.14,30 – 18Pellegrinaggio mariano alla Consolata e al Cottolengo di Torino

MINISTRI DELLACOMUNIONE A CASASe in qualche famiglia delle nostre comunità ci fossero persone anziane o ammalate che desiderano ricevere la Comunione in casa, ci si può rivolgere ai parroci o alle segreterie parrocchiali per concordare gli incontri con i Ministri della Comunione.

Il Servizio per il lavoro a Rivoli opera presso l’Oratorio della Stella, via Fratelli Piol 44, con il seguente orario: martedì 16-19. Punto di contatto telefonico 333.332.0073 (negli orari di apertura dello sportello e via sms)

SERVIZIO PER IL LAVORO - "Ci siamo quasi"

BATTESIMI 2019

San MartinoPASQUA 2019SABATO SANTO 20 aprile 2019Battesimi nella Veglia pasquale - ore 21PASQUA 21 aprile 2019Battesimi nella messa delle - ore 10Domenica 12 maggio 2019 ore 15Domenica 26 maggio 2019 ore 15Domenica 16 giugno 2019 ore 15Domenica 8 settembre 2019 ore 15Domenica 22 settembre 2019 ore 15Domenica 20 ottobre 2019 ore 15Festa dell’Immacolata – 8 dicembre 2019Battesimi ore 11,15 nella Messa a MIA

San BernardoSabato 20 aprile 2019 ore 22Domenica 21 aprile 2019 ore 11,30Domenica 12 maggio 2019 ore 11,30incontro famiglie bimbi battezzati + pranzoDomenica 26 maggio 2019 ore 17Domenica 9 giugno 2019 ore 16Domenica 23 giugno 2019 ore 11,30Domenica 7 luglio 2019 ore 17Domenica 22 settembre 2019 ore 11,30Domenica 20 ottobre 2019 ore 11,30

San Bartolomeo(Chiesa di San Francesco)Domenica 21 aprile 2019 ore 10Domenica 26 maggio 2019 ore 16Domenica 9 giugno 2019 ore 17Domenica 23 giugno 2019 ore 10Domenica 7 luglio 2019 ore 16Domenica 29 settembre 2019 ore 10Domenica 10 novembre 2019 ore 10

Santa Maria della StellaPASQUA 2019SABATO SANTO 20 aprile 2019Battesimi nella Veglia pasquale - ore 21PASQUA 21 aprile 2019Battesimi nella messa delle ore 11Domenica 5 maggio 2019 ore 15,30Domenica 9 giugno 2019 ore 15,30Domenica 23 giugno 2019 ore 15,30FESTA – SANTA MARIA DELLA STELLADomenica 15 settembre 2019 ore 11Domenica 29 settembre 2019 ore 15,30Domenica 27 ottobre 2019 ore 15,30Festa dell’Immacolata – 8 dicembre 2019Battesimi ore 15,30

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RIVOLI Parrocchie nella Città

San BartolomeoCosta Marianna - Taliercio Antonio FerdinandoSan BernardoSchinocca Jacopo - Fuoruito EmmaSanta MartinoConfalone Alessio - Confalone Mia – Dalmasso Sofia – Franchetto LudovicoSanta Maria della StellaLuongo Nicole - Chiarappa Leon Alessandro - Cimino Melissa - Fabbiano Vittorio - Martinotti Pietro Santiago - Schindler Stella Janice - Scordi Sara - Verlato Francesco, Aldo - Giovinco Leonardo - Carollo Ilaria - Spolittu Giovanni - Catenazzo Alessandro - Rossino Simone - Tamburrano Matteo - Campagnoli Rodriguez Pietro

San BernardoGaetani Liseo Francesco e Coriasso FrancescaSan MartinoBorgiattino Carlo e Brunero Francesca – Chiappalone Giuseppe e Traina Rosa

San BartolomeoPerotti Cristina - Viassone Pierina (88) - Beccari Fortunato (85) - Rovoletto Guerrino (71) - Moglia Rosalia (96) - Abbà Melchiorre (92) - Barella Rosetta (88) - Ambrosino Anna Teresa (94) - Fiorello Gaetano (86) - Maccarone Ignazia (75) - Rattalino Carlo (89) - Mungo Antonio (66) - Neirotti Maria (84) - Mastromatteo Anna (87) - Giardino Giuseppe (87) San BernardoVolpe Malvina In Casabona (89) - Surace Natale (83) - Mancin Dante (85) – Nicola Margherita ved. Ghizzardi (79) - Mancin Maria in Filipozzi (75) – Maltese Maria in Di Martino (83) – Tinivella Rosa ved. Ramponi (95) - Guercio Immacolata ved. Tesoniero (75) – Bonato Guerrino (75) – Ballarotto Maria ved. Corbianco (92) - Vaudano Riccardo (84) - Ferdino Rosa in Bondesan (76) – Forte Carmela ved. Salerno (92) - Cimino Pasquale (81) San MartinoAimerito Giancarlo (77) – Saltarin Giuseppina (72) – Aghemo Margherita (86) – Buono Clelia (97) – Tapparo Gio-vanni (88) – Buson Graziella (81) – Bin Teresa – Artus Alessandrina (97) – Tonioli Angelina (87) – Pinton Delfina (87) – De Michele Giovanni (90) – Capizzi Maria Anna (64)Santa Maria della StellaBorghi Mirta ved. Buono (86) - Pisani Immacolata ved. Borghezio (89) - Molteni Caterina (89) - Ramella Piero (68) - Niccoletti Dantina ved. Anelli (97) - Bonon Gian Carlo (80) - Dato Maria Vincenza ved. Nicosia (89) - Cevolin Stefania (49) - Migliore Franco (81) - Calanni Fraccono Rosaria (86) - Muccioli Emilia ved. Fanti (89) - Naronte Annibale (86) - D’Ottavio Armando (99) - Bussone Madeleine Danielle in Leperdi (75) - Summa Laura Cinzia in Onofrio (47) - Querio Maria Luisa in Grandi (71) - Nardo Giuseppe (71) - Gaido Roberto (86) - Fillini Emma ved. Arancio (71) - Vercellino Maria Domenica ved. Comelli (85) - Quattrone Carmelo (84) - Giardino Piero (66) - Santoiemma Bartolomeo (91) - Padre Giordano Rigamonti (80) - Alessio Germana (75) - De Palo Marcella in Bardella (82) - Chiaravalloti Antonio (39) - Cravotto Mario Gioacchin (62) - Samparisi Filippa in Gueli (69) - Bicocca Ezio (88) - Lupo Severina (63) - De Nard Amabile (94) - Cini Maresa in Dal Pino (79) - Fasson Wanda ved. Venturello (91) - Bergamini Arrigo (90) - Long Anna Maria ved. Baroni (84) - Borla Anna ved Pizzica (84) - Grandi Sergio (71) - Bisceglia Antonia in Rubino (91) - Binacchi Leda ved. Lavagnini (88) - Ponte Maria ved. Berrino (78) - Pichetto Silvana ved. Manzon (76) - Martina Anna Maria ved. Viglino (89) - Corbito Ynot Angelina ved. Zema (63) - Pitarresi Maria ved. Gulino (86) - Santoni Livio (79) - Bonato Massimo (68) - Farruggia Lorenzo (83) - Cupertino Caterina ved. Veroli (98) - Falco Alessandro (80)

ANAGRAFE PARROCCHIALEdal 1° novembre 2018 al 28 febbraio 2019

Battezzati

Sposi

Defunti

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Santa Maria della StellaVia Fratelli Piol, 44tel. 011.9586479 - fax [email protected]: da lunedì a sabato ore 9-12Succursale: Gesù Salvatore - Via Cavour, 40

San Bartolomeo ApostoloVia Roma, 149 - tel. e fax 011.9580245

San Bernardo AbateVia Beltramo, 2 - tel. 011.9584950Orari: da martedì a venerdì ore 10-11

San Martino VescovoVia S.Martino, 3 - tel. e fax 011.9587910Orari: martedì ore 9-11;mercoledì ore 16-18;giovedì 9.30-11; sabato 9-11.Succursali: San Rocco - P.za S. RoccoM.I.A. - P.za Cavallero

Religiosi e religiose

Missionari della ConsolataVia 1° Maggio 3 - tel. 011.9534909e-mail: [email protected]

Padri Giuseppini del MurialdoCorso Francia, 15 - telefono: [email protected]

Figlie della Carità di S.Vincenzo De’ PaoliVia Grandi, 5 - tel. [email protected]

Suore Operaie della Santa Casa di NazarethCasa Chiara Luce – Viale Beltramo, 2Diaconi

Giovanni Bommaci - cell. 349.8180004Lorenzo Cuccotti - tel. 011.9585914Giuseppe Peca - cell. 327.0598222Bruno Zanini - cell. 349.2304161

Sacerdoti

don Giovanni Isonni - cell. 339.6604141e-mail: [email protected] Filippo Massarenti - cell. 349.446.00.26e-mail: [email protected]

don Mauro Petrarulo

cell. 328.546.69.34cappellano ospedale di Rivoli

e-mail: [email protected] Paolo Ravarini - cell. 339.4585808

don Claudio Furnari - cell. 339.5348418e-mail: [email protected]

CHIESEFERIALI F ESTIVE

LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM

San Bartolomeo 09.00 09.00 09.00

San Francesco 15.00 10.00

San Bernardo 18.00 18.00 08.30 18.00 18.30 09.00 11.30

09.00 17.00 10.00

San Rocco

San Martino

08.00 19.00

M.I.A. 09.00 11.15

Santa Maria della Stella 18.00 18.00 18.00 18.15 18.00 08.00 11.00 18.00

Gesù Salvatore 09.00 09.30

Ospedale 15.00

Collegio San Giuseppe

Missionari della Consolata

06.30

18.00

06.30 06.30 06.30 06.30 07.00

www.parrocchierivoli.itwww.oratorio.parrocchierivoli.it

INFORMAZIONI UTILI

ORARIO SANTE MESSE

Lunedì ore 9,30 – 11,30Martedì, venerdì e sabato ore 9,00 – 11,00Giovedì ore 18,00 – 19,00 (Parroco)Succursale: San Francesco - Via Adamello, 6Cinema Teatro 011 9564946Email: [email protected]

Lunedì 18,00 – 19,00 (Parroco)

Vener

ORARI APERTURA ORATORIO STELLADa lunedì a giovedì ore 16 -19

dì ore 15 - 19 Sabato e Domenica ore 16 - 18

Da Lunedì 10 Giugno a Domenica 14 Luglio(Estate Ragazzi):Lun-Ven ore 17.00-18.30Sab-Dom ore 16-18Da Lunedì 15 Luglio a Domenica 4 Agosto:Lun-Ven ore 16-19Sab ore 16-18Domenica: chiuso

Da Lunedì 19 a Domenica 25 Agosto:Lun-Ven ore 16-19Sab ore 16-18Domenica: chiusoDa Lunedi 26 Agosto a Domenica 8 Settembre(Estate Ragazzi):Lun-Ven ore 17-18.30Sab-Dom ore 16-18

Apertura estiva Oratorio Stella

Da Lunedì 5 a Domenica 18 Agosto: chiuso