L'acqua non è una merce

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Ordine del Giorno a cura del PD Martinsicuro per ribadire la nostra contrarietà alla privatizzazione dell'Acqua

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CD~\l'Pres.Lon5. COMUNEDI MARTINSICURO

PIJparti~emocratico

Circolo di MartinsicuroI 2 2 SET2010

fPROT.~~....?~~.:rr=........Martinsicuro 16 SETTEMBRE2010

AI Geom. Berardo Ferri Presidentedel Consiglio Comunale

Oggetto: proposta di ordine del giorno: L'ACQUANON E' UNA MERCE

Con la presente ai sensi dell'art. 13 del Regolamentodel ConsiglioComunale si chiede di

inserirela propostain oggetto,allegataalla presente,nel prossimoConsiglioComunale

come punto all'ordine del giorno.

I ConsiglieriComunali

MauroPaciOOHH))l~O?~OHHOOOHOO"

Ignazio Caputi . 00 HO 00 OOOH""",,,, H'"'''' o.. OH, H OOO

Romano Antonini ... """ ... """"

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" Si pone l'attenzione del Consiglio un'importante argomento per la collettività, riguardante il processo di

privatizzazione del servizio idrico che nell'ultimo periodo ha subito notevoli progressi".

Da poco più di dieci anni è in atto sul territorio nazionale il processo di privatizzazione di una serie di servizi, tra

cui quelli idrici. Un meccanismo avviato e giustificato con le difficoltà riscontrate dal settore pubblico nella

gestione del servizio idrico, nella manutenzione delle reti, nell'efficienza delle prestazioni ecc.

In molti settori il processo di privatizzazione potrebbe portare, attraverso azioni imprenditoriali, a importanti

risvolti positivi, perché permetterebbe il miglioramento, la riqualificazione e il recupero del governo e della

gestione di un servizio.

In questo caso, però, stiamo parlando del servizio idrico e quindi dell'acqua. L'acqua è vita, l'acqua è un bene

prezioso e indispensabile per qualsiasi essere vivente, che non può essere proprietà di nessuno e che pertanto

non può sottostare alle regole del mercato e alle leggi che lo governano, ma deve essere garantita a tutti come

diritto inviolabile.

Come bene sappiamo l'acqua è una risorsa ben presente sul nostro pianeta ma utilizzabile solo in minima parte

dall'uomo per scopi vitali, e che pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione antropica può esaurirsi, pertanto

va tutelata, utilizzata con saggezza e conservata affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le

future generazioni. Va detto, inoltre, per sottolineare l'importanza del bene, che in alcune parti del globo

terrestre la risorsa idrica è anche motivo di conflitti bellici.

Ora, se pensiamo ad un soggetto privato che entra a far parte della gestione di un servizio idrico, considerate le

condizioni non eccelse in cui versa la maggior parte degli acquedotti italiani, dovuti a scarsi e mal indirizzati

investimenti passati, possiamo facilmente prevedere che esso sarà costretto necessariamente ad operare una

serie di costosi investimenti che in qualche modo dovranno essere ammortizzati.

Inoltre, per definizione d'impresa, il privato dovrà massimizzare i profitti. Non è difficile immaginare, quindi, che

la prima conseguenza di queste azioni sarà quasi sicuramente l'aumento delle tariffe con consequenziali gravose

ricadute sul cittadino. Per di più, il privato, al fine di incrementare gli utili d'impresa spingerà gli utenti ad

aumentare il consumo di acqua ( incrementare le vendite).

In questo modo l'acqua sarebbe trattata come una merce.

E' evidente che la gestione privata del servizio idrico contrasta con principi di umanità e solidarietà, nonché con

le politiche di ecosostenibilità e risparmio della risorsa idrica (dettate dall'impoverimento della risorsa idrica,

dai cambiamenti climatici, ecc. ) tanto decantate a destra e sinistra, politiche che il nostro Comune vuole

adottare e perseguire, e che ogni governo dovrebbe far proprie.

Dopo queste considerazioni, e visto il recente art. 15 del D.L 135/09, approvato definitivamente dalla Camera

dei Deputati, che introduce alcune modifiche all'art. 23 bis della legge 133/08 e muove passi più decisi verso la

privatizzazione dei servizi idrici, riconoscendo l'acqua come bene di rilevanza economica, che va sul mercato e

sottostà alle leggi che lo regolano e governano, e vista la proposta di legge avanzata dal movimento per l'acqua

bene comune che giace ferma in qualche cassetto del parlamento:

si propone al Consiglio Comunale di aderire al movimento per l'acqua bene comune e, considerato che i Comuni

alla luce del Trattato di Lisbona possono, attraverso i loro statuti e regolamenti consiliari, disciplinare i modelli

di gestione, e dichiarare in conformità con il diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status

dell'acqua come bene pubblico. Nonostante il decreto convertito in legge, questa modifica costituirebbe un

paletto giuridico, oltre che politico, ai processi di privatizzazione in corso sulla base dei principi di autonomia e

decentramento garantiti dalla Costituzione e dal diritto europeo. "

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Premesso cheja gestione del servizio idrico integrato in Italia è attualmente normata dall'Art. 23bis della Lg.133/2008 che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblicilocali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamenteall'ingresso di privati;che in base alla suddetta legge era comunque data facoltà alle amministrazioni locali e ai loroconsorzi di poter esercitare questa gestione attraverso società interamente pubbliche e sullequali l'ente locale o il consorzio esercitasse un indirizzo e un controllo come se si trattasse di unsuo ufficio interno o una municipalizzata;il recente Art. 15 del D.L. 135/2009, che ha modificato l'Art. 23Bis,muove passi ancor più decisiverso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici, ivi compreso quello integratoper la raccolta dei rifiuti, prevedendo:- affidamento della gestione dei servizipubblici a rilevanzo economica a favore di imprenditorio di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive adevidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata concapitale privato non inferiore al 40%;-la cessazione degli affidamenti "in house" a società totalmente pubblica, controllate daicomuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del31 dicembre 2011;-la cessazione di tutte le restanti modalità di affidamento al 31 dicembre 2010, ivi compresi gliaffidamenti diretti a società con capitale sociale nella totalità pubblico.

Valutato che con questa legge:si smantella l'impianto e l'ispirazione riformatrice della 36/94 (legge Galli) eludendo del tutto iltema, oggi presente nel dibattito internazionale, del profilo pubblico connaturato alla gestionedelle risorse idriche e riducendone la complessità della materia solo all'affidamento dellagestione;si disattende all'impostazione federalista poiché toglie ai territori la possibilità di scegliere ilproprio modello gestionale;il settore idrico è un settore ad alta intensità di capitale e con tempi di immobilizzo lunghi nonconciliabili con la sola logica del profitto per cui gli oneri non remunerativi rimarranno a caricodella collettività: si socializzano i costi e si privatizzano i guadagni ponendo in secondo piano laqualità del servizio e degli investimenti da realizzare a scapito dell'intera collettività.

Ritenutoche- la privatizzazionedell'acqua sia un epilogo da scongiurare, per un concetto inviolabile cheannovera l'acqua come un diritto universale e non come merce, perché espropria l'acquapotabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini e consegna il bene comune" acqua" almercato, con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare;- con l'approvazione della legge i ConsigliComunali ed i Sindaci eletti dai cittadini sarannoespropriati dalla gestione dell'acqua potabile, avviando così la mercificazione di un beneessenziale per ogni essere vivente contrariamente ai valori che sempre di più si vannoaffermando anche a livello internazionale;- l'acqua è un bene comune essenziale per la vita di ogni uomo, un diritto umano universaleche non può divenire risorsa esclusiva e che pertanto il servizio idrico dovrebbe esseredichiarato privo di rilevanza economica;- non è l'Europa ad imporre la privatizzazione del servizio idrico;- due diverse risoluzionidel Parlamento Europeo affermano il principio che l'acqua è un "benecomune dell'umanità" mentre gli organismi della U.E.hanno più volte evidenziato che "alcunecategorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza";le Istituzioni (Stato, Regioni, Comuni) hanno la libertà e l'autonomia di scegliere se fornire inprima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a altro Ente(pubblico, privato), in piena legittimità e coerenza con le vigenti direttive europee sui servizipubblici locali.- Èfondamentale mantenere un assettodei servizipubblici locali che ne incentivi una semprecrescentequalificazionee chesappianogarantireservizidiqualitò,unambientesostenibile,

diritti per cittadini e per i lavoratori, a tariffe eque. JO'auA..c~Ordine del giorno: L'ACQUA NON E' UNA MERCE SETTEMBRE.Mb Pag.2 AI]

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- gli organismi dell'UE hanno a più ripreseevidenziato che "alcune categorie di servizinon sonosottoposte al principio comunitario della concorrenza" e, quindi, che la gestione dei servizipubblici locali non deve necessariamente sottostare alle regole del mercato interno e leautorità pubbliche competenti (stato, Regioni, Comuni) hanno la libertà di scegliere "se fornirein prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente(pubblico o privato)".

Ritenutoinoltre che- i Comuni sivedranno privati delle numerosefunzioni prima di competenza in particolare:

. organizzazione dell'attività di ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, difognatura e depurazione esistenti;

. approvazione del programma degli interventi e del piano tecnico-finanziario per lagestione integrata del servizio idrico;

. scelta della forma di gestione del servizio;

. affidamento del servizio idrico integrato a gestori;

. determinazione della tariffa del servizio idrico integrato;

. attività di controllo e vigilanza sui servizi di gestione.

Tuttociò premesso e considerato, Il CONSIGLIOCOMUNALEnella consapevolezza che nei Paesi dell'Unione Europea, dopo diversi tentativi diprivatizzazione di alcuni servizi pubblici locali e aver constatato l'abbassamento della qualitàdei servizi ed un vertiginoso incremento delle tariffe, si è registrata una decisa e fermainversione di marcia e lo ripubblicizzazione degli stessi,nonché lo conseguente nascita disoggetti economici che rappresenteranno i veri concorrenti e/o acquirenti dei servizi:

l. Riconosce il Diritto umano all'acqua, ossia l'accesso all'acqua come diritto umano,universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico e,conseguentemente, impegna la Giunta affinché tale riconoscimento sia riportato in tempirapidissimi nell'ambito dello Statuto comunale così come hanno fatto e stanno facendo innumerosi Comuni italiani;

2. Riconosce il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanzaeconomica e si impegni ad inserire questo principio nel proprio Statuto Comunale in quantoservizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti e pari dignità umana atutti i cittadini, la cui gestione va quindi attuata attraverso un Ente di Diritto pubblico;

3. Dà mandato al Sindaco affinché intraprenda tutte le azioni opportune al fine di contrastare iprovvedimenti previsti dall' art. 23bis Lg. 133/2008, come modificato dal'Art. 15 D.L 135/2009,che condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato e lo invita arelazionare sull'argomento alla prima occasione utile;

4. Invita i parlamentari teramani e abruzzesi ad operare il riconoscimento dell'acqua comediritto umano universale e , pertanto, a garantirne il libero accesso mantenendo lo status delservizio pubblico locale privo di rilevanza economica.

5. Dà mandato al Sindaco affinché intraprenda tutte le azioni opportune al fine delmantenimento pubblico dei servizi erogati dagli attuali Enti d'Ambito;

Constatato che:

L'acqua è uno dei beni più preziosi dell'umanità e deve essere garantito a tutti nel rispetto deivincoli ambientali, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità perpreservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni.L'acqua è un bene pubblico e pubbliche devono essere le infrastrutture del servizio idrico(acquedotti, depuratori e fognature etc.), da gestire con criteri di efficienza ed economicità ingrado di assicurare costi sostenibili e qualità del servizio.

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L'acqua è un bene scarso e va preservata attraverso la cura del territorio, e la manutenzionedelle reti di distribuzione, combattendo ogni forma di spreco e governando l'uso della risorsa eda sua assegnazione per i diversi usi.Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: l'acqua non può essere proprietà di nessuno, bensìbene condiviso giustamente da tutti.

Considerato cheL'economicità e l'efficienza della gestione sono obiettivi irrinunciabili per garantire un usorazionale della risorsa, l'equità delle tariffe e la massima qualità del servizio e non mancanoaree del nostro territorio nazionale in cui la gestione del servizio idrico è ancora caratterizzatada sprechi e inefficienze.CON voto espresso nei modi di legge,

DELIBERADI IMPEGNARSI:Ad aderire al vasto movimento costituito da comuni, associazioni e cittadini contro laprivatizzazione dell'acqua, perché la sua gestione non sia affidata alle regole del profittocome una normale merce da mettere sul mercato.A dare il proprio sostegno alle iniziative contro quelle norme della legge 6 agosto 2008, n. 133,che limitano in modo irreversibile l'uso comune dell'acqua attraverso l'attribuzione del servizioa imprenditori e società private.A contrastare ogni forma di politica e di sviluppo che, di fatto, possa comportare, direttamenteo indirettamente, un impoverimento quantitativo/qualitativo del patrimonio "acqua".A confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e chetutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubblichee costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà.A sostenere azioni per ridurre il consumo e gli sprechi di acqua potabile a livello dicomportamenti e usi quotidiani, privilegiando per bere il consumo di acqua di rubinetto in casae a sollecitarne l'uso nei luoghi pubblici.A promuovere azioni per sollecitare i gestori affinché garantiscano una buona qualitàdell'acqua del rubinetto.A riconoscere nel proprio Statuto Comunale il Diritto umano all'acqua, ossia l'accessoall'acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua comebene comune pubblico.A sottoporre ai soggetti gestori l'approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamatioltre a sollecitarli affinché adottino misure tese a migliorare le reti e ridurre i consumi idrici,evitando gli sprechi con aggravio di costi per i cittadini contribuenti.

Impegnando inoltre ILSINDACOl. a riaffermare, attraverso ogni proposta gestionale e di principio all'interno dell' ATO

provinciale di competenza, la titolarità dei Comuni ad esercitare il potere di indirizzo, dicontrollo e di determinazione del piano tariffario, in coerenza con il riconoscimento delprincipio dell' acqua come diritto umano essenziale;

2. a dichiarare il servizio idrico privo di rilevanza economica;3. a proporre gli stessiimpegni all' l'Ato provinciale, del quale il Comune fa parte;4. a promuovere l'affidamento del servizio idrico integrato con modalità "in-house" a società

a totale capitale pubblico così come previsto dalla vigente normativa europea utilizzandoanche i criteri sanciti nello schema di decreto del Presidente della Repubblica del 12dicembre 2009 recante regolamento di attuazione dell'art. 23 bis del d.l. n. 112/2008,convertito con modificazioni, dalla Legge. n. 133, ss.mm., in materia di servizi pubblicilocali;

5. a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica attraversole seguenti azioni: informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sulnostro territorio, sia ambientali che gestionali, e promozione dell'uso dell'acquadell'acquedotto a scapito del crescente uso delle acque minerali.

6. a inviare la presente delibera al Presidente della Giunta Regionale e all'Assessorato

Regionalealla Gestionedel ServizioIdricointegrato; ),1J~ ~~Ordine del giorno: L'ACQUA NON E' UNA MERCE SETTEMBRE20 lO Pag.4

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