LACOLONIZZAZIONE SARA ALPOLOSUD - corriere.it · siamo in grado di affrontare la Luna, ma se...

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Chi è stato il primo astronauta a sbarcare sulla Luna? a) Neil Armstrong b) Edwin Aldrin c) Eugene Cernan Quale cineasta ha girato nel 1902 «Viaggio nella Luna», il primo film di fantascienza della storia a parlare dello sbarco sulla Luna? a) I fratelli Lumière b) Georges Méliès c) D.W. Griffith Come si chiamava il modulo di sbarco LEM con cui gli astronauti sono arrivati sulla Luna? a) Civetta b) Aquila c) Sparviero In uno dei libri più famosi del genere fantascientifico, scritto nell’Ottocento, si prevede che l’uomo lancerà la missione per la Luna da una base della Florida, che l’equipaggio sarà di tre uomini e che il modulo di comando prende il nome da Colombo. Successe veramente così. Di quale libro si tratta? a) «I primi uomini sulla Luna» di H. G. Wells b) «Dalla terra alla Luna» di Jules Verne c) «Attraverso la porta magica» di Arthur Conan Doyle Quali furono le prime parole pronunciate dall’astronauta dopo il primo sbarco? a) «La Terra è la culla dell’umanità ma l’uomo non può rimanere per sempre nella culla» b) «L’arrivo sulla Luna dell’uomo è come la conquista della Terra da parte dei primi pesci» c) «Un piccolo passo per l'uomo, ma un grande balzo per l'umanità» «Un lupo mannaro americano a Londra» è un film del 1981 che riadatta le classiche storie di licantropi ai tempi moderni. Chi ha diretto questo film su un ragazzo che, quando c’è la luna piena, diventa un lupo? a) Steven Spielberg b) Brian De Palma c) John Landis Quanto è durato il viaggio di andata sulla Luna? a) 3 giorni b) 6 giorni c) 12 giorni 1a - 2b - 3b - 4b - 5c - 6c - 7a - 8c - 9b - 10b - 11b - 12a - 13b - 14c - 15b - 16b - 17c - 18c - 19b - 20a La conquista della Luna in 20 domande Un test tra scienza, cinema, letteratura, musica a cura di Giovanni Caprara e Matteo Persivale grafica e illustrazioni di Michele Tranquillini PROFILI: da 8 a 15 Distintivo da astronauta La dimensione spaziale è conquistata ma la Luna rimane lontana da 16 a 20 Passaporto da selenita Allunaggio riuscito: sei pronto per il viaggio interplanetario da 0 a 7 Foglio rosa da pilota L’aspirazione allo spazio c’è, ma non si oltrepassa l’atmosfera terrestre RISPOSTE: PARTENZA DA MOONFIRE ED. TASCHEN 4 5 6 7 3 2 1 Nuovo sbarco nel 2020. E il prossimo ottobre, la prova del ghiaccio A quarant’anni dal primo sbarco nel Mare della Tranquillità la meta è il ritorno sulla Luna, per rimanerci. Con una colonia che ospiti astronau- ti-scienziati. A tal fine si sta lavorando da cinque anni, da quando nel gennaio 2004 il presidente George W.Bush lanciò il pia- no. Il successore Barack Obama nei mesi scorsi ha approvato in linea di principio la strategia ma ha formato una commissione per vedere nei dettagli come procedere. Al- la fine di agosto sapremo, e la previsione è che la Casa Bianca voglia coinvolgere nel- l’iniziativa anche altre nazioni analoga- mente a quanto è stato fatto per la stazio- ne spaziale internazionale. Il programma Constellation che la Nasa ha in corso potrebbe dunque subire delle variazioni anche in base ai finanziamenti che la nuova amministrazione è disposta a concedere. Di certo Obama non può ignorare il fatto che Cina e India si siano poste l’obiettivo lunare per arrivare intor- no al 2025, pur non avendo ufficializzato alcun progetto. «La domanda non è se noi siamo in grado di affrontare la Luna, ma se possiamo ignorarlo» scrive Krish- naswamy Kasturirangan, ex presidente dell’agenzia spaziale indiana Isro e ora in- fluente deputato al Parlamento di New Delhi. Sullo stesso tono sono le dichiara- zioni di Pechino. La colonia, dunque, si farà e la Nasa ha già individuato un luogo ideale collocato nel Polo Sud, sui bordi del cratere Shackle- ton. La scelta dipende dal fatto che nel grande vallo regnano ombre perenni e mai il Sole riesce a raggiungere le profon- dità nelle quali dovrebbe essersi così con- servato il ghiaccio d’acqua portato dalle comete in epoche remote. Dal ghiaccio sa- rebbe ricavato l’ossigeno e l’idrogeno uti- le alla vita della colonia e ai razzi delle astronavi che dovranno assicurare i viaggi con la Terra. Secondo il piano Nasa il primo sbarco è fissato per il 2020 con il modulo abitato Altair che avrà a bordo quattro astronauti. Le prime missioni dureranno sei mesi e in- tanto con il grande razzo Ares-V allo stu- dio arriverebbero anche i moduli d’abita- zione e gli impianti necessari alla forma- zione della base. Nel 2025 la colonia sareb- be pronta e servirà per attività scientifi- che, dall’astronomia a ricerche in condi- zioni di gravità ridotta (lassù è un sesto rispetto alla nostra). In prospettiva si vo- gliono utilizzare pure le risorse minerarie, ma non tutti sono d’accordo, e proprio nei mesi scorsi la sonda giapponese Kaguya ha scoperto la presenza dell’uranio. Intanto bisogna stabilire la presenza del ghiaccio d’acqua perché altrimenti il piano cambia. Finora alcune sonde han- no raccolto indizi indiretti ma la Nasa ha spedito due sonde (LRO e LCROSS) per raccogliere la prova definitiva. Una di que- ste il 9 ottobre prossimo si schianterà al suolo assieme all’ultimo stadio del razzo con cui è partita, sollevando una grande nube. L’altra sonda ne scruterà i contenu- ti cercando le molecole d’acqua. Se le tro- verà, l'insediamento sulla Luna sarà certa- mente accelerato perché risulterà più eco- nomico. E così al Polo Sud si imparerà a come compiere il prossimo balzo verso Marte. I testimoni / Dov’ero quella notte di GIOVANNI CAPRARA LA COLONIZZAZIONE SARA’ AL POLO SUD Quella notte ero a Milano. Preparavo con tre amiche il secondo esame all’Università, diritto internazionale. Cristiana, Josine, Paola e io eravamo un po’ in ansia. Accendemmo la tv: la Luna ci apparve in bianco e nero sullo schermo. Ricordo immagini sobrie, suoni ovattati, l’emozione e la solennità della grande impresa. La Luna entrava nelle nostre vite e noi, giovani donne, la guardavamo con meraviglia e stupore. Una luce nuova quella sera illuminava la Luna, e ci sembrava illuminasse anche il nostro futuro. Avevo quattordici anni e abitavo in via Tevere, vicino alla casa dove era nato Michael Collins, uno dei «pionieri» di quella spedizione nello spazio. Il ricordo più forte è quello dell’attesa che precedette la notte magica. C’era speranza. Speranza di qualcosa che ci facesse diventare migliori, più forti, più fiduciosi verso il futuro. Ero solo in casa, davanti alla tv, e le immagini di quegli uomini simili ad alieni loro stessi, con le tute argentee, si sarebbero incise nella mia memoria. Ero a Punta Ala, al mare. Non volevo lasciarmi coinvolgere da quella specie di invasamento collettivo, alimentato dalla televisione. Ma fu inevitabile. E quando vidi quel piede umano che calcava per la prima volta il suono lunare, nel suggestivo bianco e nero della vecchia tv, beh, l’emozione fu molto forte. Quella volta non vedemmo solo la concretizzazione di un vecchio luogo letterario. Vedemmo anche la Terra come non l’avevamo mai vista: piccola piccola. Letizia Moratti Io volevo fare l’americano e quella storia dei russi e di Gagarin non mi andava proprio giù. Facevo il tifo per le stelle e le strisce: delle varie Laika non volevo sentir parlare. Ecco perché quella notte («la» notte) mollai Milano, dove conducevo «Speciale per voi» e volai a Roma, per assistere all’evento. Il ricordo più forte è l’emozione che provai nell’annuncio del primo passo. Più che le immagini, ho in testa la voce di Stagno e Orlando. Finiva un’epoca, sì: lo sentivamo tutti. La luce del futuro sui nostri libri Ero lì. Ero a Houston, inviata di «Paese Sera». Ho assistito alla conquista dello spazio in presa diretta. Ricordo l’ansia per l’evento, decisivo nella storia. Ricordo quella capsula gigantesca che si sollevava per aria come un palazzo lanciato nel vuoto. C’erano centinaia di giornalisti e migliaia di persone in fila per assistere a quel lancio storico. La tensione era qualcosa di concreto. Ecco perché oggi rido quando sento dire da qualcuno che gli americani, sulla Luna, non ci sono mai stati. Walter Veltroni C’era un ragazzo in via Tevere... Raffaele La Capria Mi rintanai al mare ma la tv mi rapì Renzo Arbore Volai a Roma per tifare Usa Dacia Maraini Ero a Houston in presa diretta II Sabato 18 Luglio 2009 Corriere della Sera

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Chi è stato il primo astronauta a sbarcare sulla Luna? a) Neil Armstrongb) Edwin Aldrinc) Eugene Cernan

Quale cineasta ha girato nel 1902 «Viaggio nella Luna», il primo filmdi fantascienza della storia a parlare dello sbarco sulla Luna?

a) I fratelli Lumière b) Georges Mélièsc) D.W. Griffith

Come si chiamava il modulo di sbarco LEM con cui gli astronauti sono arrivati sulla Luna?

a) Civettab) Aquilac) Sparviero

In uno dei libri più famosi del genere fantascientifico, scritto nell’Ottocento, si prevede che l’uomo lancerà la missione per la Luna da una base della Florida, che l’equipaggio sarà di tre uomini e che il modulo di comando prende il nome da Colombo. Successe veramente così. Di quale libro si tratta?

a) «I primi uomini sulla Luna» di H. G. Wellsb) «Dalla terra alla Luna» di Jules Vernec) «Attraverso la porta magica» di Arthur Conan Doyle

Quali furono le prime parole pronunciate dall’astronauta dopo il primo sbarco?

a) «La Terra è la culla dell’umanità ma l’uomo non può rimanere per sempre nella culla»b) «L’arrivo sulla Luna dell’uomo è come la conquista della Terra da parte dei primi pesci»c) «Un piccolo passo per l'uomo, ma un grande balzo per l'umanità»

«Un lupo mannaro americano a Londra» è un film del 1981 che riadatta le classiche storie di licantropi ai tempi moderni. Chi ha diretto questo film su un ragazzo che, quando c’è la luna piena, diventa un lupo?

a) Steven Spielbergb) Brian De Palmac) John Landis

Quanto è duratoil viaggio di andata sulla Luna?

a) 3 giornib) 6 giornic) 12 giorni

1a - 2b - 3b - 4b - 5c - 6c - 7a - 8c - 9b - 10b - 11b - 12a - 13b - 14c - 15b - 16b - 17c - 18c - 19b - 20a

La conquista della Luna in 20 domandeUn test tra scienza, cinema, letteratura, musica a cura di Giovanni Caprara e Matteo Persivalegrafica e illustrazioni di Michele Tranquillini

PROFILI:

da 8 a 15Distintivo da astronautaLa dimensione spaziale è conquistata ma la Luna rimane lontana

da 16 a 20Passaporto da selenitaAllunaggio riuscito: sei pronto per il viaggio interplanetario

da 0 a 7Foglio rosa da pilotaL’aspirazione allo spazio c’è, ma non si oltrepassa l’atmosfera terrestre

RISPOSTE:

PART

ENZA

DA

MO

ONF

IRE

ED. T

ASCH

EN

4 5 6

7

3

2

1

Nuovo sbarco nel 2020. E il prossimo ottobre, la prova del ghiaccio

A quarant’anni dal primo sbarco nelMare della Tranquillità la meta è ilritorno sulla Luna, per rimanerci.

Con una colonia che ospiti astronau-ti-scienziati. A tal fine si sta lavorando dacinque anni, da quando nel gennaio 2004il presidente George W.Bush lanciò il pia-no. Il successore Barack Obama nei mesiscorsi ha approvato in linea di principio lastrategia ma ha formato una commissioneper vedere nei dettagli come procedere. Al-la fine di agosto sapremo, e la previsione èche la Casa Bianca voglia coinvolgere nel-l’iniziativa anche altre nazioni analoga-mente a quanto è stato fatto per la stazio-ne spaziale internazionale.

Il programma Constellation che la Nasaha in corso potrebbe dunque subire dellevariazioni anche in base ai finanziamentiche la nuova amministrazione è dispostaa concedere. Di certo Obama non puòignorare il fatto che Cina e India si sianoposte l’obiettivo lunare per arrivare intor-no al 2025, pur non avendo ufficializzatoalcun progetto. «La domanda non è se noisiamo in grado di affrontare la Luna, mase possiamo ignorarlo» scrive Krish-naswamy Kasturirangan, ex presidentedell’agenzia spaziale indiana Isro e ora in-fluente deputato al Parlamento di NewDelhi. Sullo stesso tono sono le dichiara-zioni di Pechino.

La colonia, dunque, si farà e la Nasa hagià individuato un luogo ideale collocatonel Polo Sud, sui bordi del cratere Shackle-ton. La scelta dipende dal fatto che nelgrande vallo regnano ombre perenni emai il Sole riesce a raggiungere le profon-dità nelle quali dovrebbe essersi così con-servato il ghiaccio d’acqua portato dallecomete in epoche remote. Dal ghiaccio sa-rebbe ricavato l’ossigeno e l’idrogeno uti-le alla vita della colonia e ai razzi delle

astronavi che dovranno assicurare i viaggicon la Terra.

Secondo il piano Nasa il primo sbarco èfissato per il 2020 con il modulo abitatoAltair che avrà a bordo quattro astronauti.Le prime missioni dureranno sei mesi e in-tanto con il grande razzo Ares-V allo stu-dio arriverebbero anche i moduli d’abita-zione e gli impianti necessari alla forma-zione della base. Nel 2025 la colonia sareb-be pronta e servirà per attività scientifi-che, dall’astronomia a ricerche in condi-zioni di gravità ridotta (lassù è un sestorispetto alla nostra). In prospettiva si vo-gliono utilizzare pure le risorse minerarie,ma non tutti sono d’accordo, e proprio neimesi scorsi la sonda giapponese Kaguyaha scoperto la presenza dell’uranio.

Intanto bisogna stabilire la presenzadel ghiaccio d’acqua perché altrimenti ilpiano cambia. Finora alcune sonde han-no raccolto indizi indiretti ma la Nasa haspedito due sonde (LRO e LCROSS) perraccogliere la prova definitiva. Una di que-ste il 9 ottobre prossimo si schianterà alsuolo assieme all’ultimo stadio del razzocon cui è partita, sollevando una grandenube. L’altra sonda ne scruterà i contenu-ti cercando le molecole d’acqua. Se le tro-verà, l'insediamento sulla Luna sarà certa-mente accelerato perché risulterà più eco-nomico. E così al Polo Sud si imparerà acome compiere il prossimo balzo versoMarte.

I testimoni / Dov’ero quella notte

di GIOVANNI CAPRARA

LA COLONIZZAZIONESARA’ AL POLO SUD

Quella notte ero a Milano.Preparavo con tre amicheil secondo esame all’Università,diritto internazionale. Cristiana,Josine, Paola e io eravamo un po’in ansia. Accendemmo la tv:la Luna ci apparve in bianco e nerosullo schermo. Ricordo immaginisobrie, suoni ovattati, l’emozionee la solennità della grande impresa.La Luna entrava nelle nostre vite enoi, giovani donne, la guardavamocon meraviglia e stupore. Una lucenuova quella sera illuminava laLuna, e ci sembrava illuminasseanche il nostro futuro.

Avevo quattordici anni e abitavoin via Tevere, vicino alla casadove era nato Michael Collins,uno dei «pionieri» di quellaspedizione nello spazio.Il ricordo più forte è quellodell’attesa che precedettela notte magica. C’era speranza.Speranza di qualcosa che cifacesse diventare migliori, piùforti, più fiduciosi verso il futuro.Ero solo in casa, davanti alla tv,e le immagini di quegli uominisimili ad alieni loro stessi,con le tute argentee, si sarebberoincise nella mia memoria.

Ero a Punta Ala, al mare. Nonvolevo lasciarmi coinvolgereda quella specie di invasamentocollettivo, alimentato dallatelevisione. Ma fu inevitabile.E quando vidi quel piede umanoche calcava per la prima voltail suono lunare, nel suggestivobianco e nero della vecchia tv,beh, l’emozione fu molto forte.Quella volta non vedemmo solola concretizzazione di un vecchioluogo letterario.Vedemmo anche la Terra comenon l’avevamo mai vista:piccola piccola.

Letizia Moratti

Io volevo fare l’americanoe quella storia dei russi e diGagarin non mi andava propriogiù. Facevo il tifo per le stellee le strisce: delle varie Laikanon volevo sentir parlare. Eccoperché quella notte («la» notte)mollai Milano, dove conducevo«Speciale per voi» e volai aRoma, per assistere all’evento.Il ricordo più forte è l’emozioneche provai nell’annunciodel primo passo. Più chele immagini, ho in testa la vocedi Stagno e Orlando. Finivaun’epoca, sì: lo sentivamo tutti.

La luce del futurosui nostri libri

Ero lì. Ero a Houston, inviatadi «Paese Sera». Ho assistitoalla conquista dello spazioin presa diretta. Ricordo l’ansiaper l’evento, decisivo nella storia.Ricordo quella capsula gigantescache si sollevava per aria comeun palazzo lanciato nel vuoto.C’erano centinaia di giornalistie migliaia di persone in fila perassistere a quel lancio storico.La tensione era qualcosadi concreto. Ecco perché oggi ridoquando sento dire da qualcunoche gli americani, sulla Luna,non ci sono mai stati.

Walter Veltroni

C’era un ragazzoin via Tevere...

Raffaele La Capria

Mi rintanai al marema la tv mi rapì

Renzo Arbore

Volai a Romaper tifare Usa

Dacia Maraini

Ero a Houstonin presa diretta

II Sabato 18 Luglio 2009 Corriere della Sera

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DA MOONFIRE ED. TASCHEN

Di cosa parla la canzone "Moonshiner" di Bob Dylan?

a) Di un astronautab) Di un alienoc) Di un alcolizzato

Come era stata battezzata la prima missione per lo sbarco sulla Luna? a) Apollo 9 b) Apollo 11c) Apollo 13

Quale tra questi personaggi, il 21 luglio 1969, ha elogiato «i pensatori e gli eroi della favolosa impresa» dicendo che «... non si tratta di sogni. La fantascienza diventa realtà»?

a) Richard Nixonb) Papa Paolo VIc) Giuseppe Saragat

Come si chiama il luogo sulla Luna nel quale sono sbarcati i primi astronauti?

a) Mare delle tempesteb) Mare della tranquillitàc) Mare delle nebbie

Da quale libro viene questa citazione: «L’avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata: quand’era il plenilunio notti chiare come di giorno, ma d’una luce color burro, pareva che ci schiacciasse».

a) Le Cosmicomiche di Italo Calvinob) Io Robot, di Isaac Asimovc) Il gioco dei pianeti, di Ray Bradbury

Quanti astronauti sono sbarcati in tutto sulla Luna? a) 10b) 12c) 15

«Il mondo della luna» è un’opera buffa di Joseph Haydn il cui libretto è stato scritto da un grande autore. Chi?

a) Metastasiob) Lorenzo Da Pontec) Carlo Goldoni

I russi sono andati sulla Luna?

a) Con gli uominib) Con i robotc) Non sono andati

Nel telefilm di culto anni ’70, «Spazio 1999», un’esplosione nucleare sposta la Luna dalla sua orbita spedendo nello spazio il satellite, sul quale c’è una base militare. La serie narra le avventure degli occupanti di questa base. In quale data, che compariva a grandi caratteri nei titoli di testa di ogni episodio, gli autori immaginano che avvenga l’esplosione?

a) 11 settembre 1999b) 13 settembre 1999c) 17 settembre 1999

Quando è nata la NASA?

a) 1946b) 1950c) 1958

Stanley Kubrick, in «2001 Odisseanello Spazio», immagina, con lo scrittore Arthur J. Clarke, il ritrovamento di un monolite sepolto sulla luna quattro milioni di anni fa da misteriosi alieni. La comparsa del monolite è accompagnata nel film da un famosissimo brano di musica classica. Quale?

a) Carmina Burana di Carl Orffb) Lachrymosa, dal Requiem di Mozart c) Così parlò Zaratustra di Richard Strauss

Perché Kennedy ha deciso di andare sulla Luna?

a) Perché voleva entrare nella storiab) Per rispondere al lancio del primo Sputnik russoc) Perché amava l’esplorazione spaziale

Un famoso scrittore americano ha pubblicato di recente un romanzo dal titolo «Lunar Park».Di chi si tratta?

a) Bret Easton Ellisb) William Gibsonb) Jay McInerney

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ARRIVO

I giovani / I miei sogni spaziali

Quando ero piccolo, mia ziami regalò un cannocchiale.Ebbene stetti quindici giorni,al mare, a guardare la Luna.Non ero ancora nato quandol’uomo la conquistò, ma per mela Luna è stata sempre il gioielloargentato che vedevo attraversoquelle lenti. Vidi anche quel filmdi Georges Méliès, «Viaggionella Luna», in cui l’astro avevaun enorme occhio al centro.E quando mia sorella mi spiegòche gli americani erano arrivatiper primi, mi sentii un po’americano anche io.

Beh, certo che, dopo aver sognatola Luna per millenni, non soquanti siano rimasti soddisfattinel vedere che, in fondo,era solo una landa desolata.Ecco, dalle immagini(cinematografiche e televisive)che mi hanno raccontatol’allunaggio, ho ricavatodisincanto. Ci aspettavamo ominiargentei, ma non c’era niente.Ecco perché oggi per me l’iconache più rappresenta l’astro èl’omino dei titoli di testa dei filmdella Dreamwork, sedutosu uno spicchio, appunto, di Luna.

L’ho appreso dai fumetti.Topolino, per esempio.Sin da piccola questo eventoè un’immagine che miaccompagna nelle fantasie:l’uomo che vola, che raggiungelo spazio. Ai miei occhi non è unaconquista, piuttosto un’avventura,come certi romanzi picareschiche leggevo da ragazzina.È stato un sogno per tuttoil mondo. Ma adessoun sogno ce l’ho io: voglio andarcianch’io sulla Luna.Non è una fantasia. Lo farònon appena sarà possibile.

Filippo Timi

Sin da ragazzino ho in mentequelle immagini tremolanti:cosmonauti in scafandroche calcano il suolo lunare.Un po’ sogno, un po’ no.Li ho visti nei film, come «2001Odissea nello spazio», ma anchenei telefilm, che, quando eroragazzino, proponevano spessola metafora della conquista dellospazio. Poi giornali e racconti,ma la voce di Tito Stagno,che oggi sembra così lontana,ci ha in qualche modo avvicinatiad una leggenda. E la scienzac’entra poco.

Un gioiellonel cannocchiale

Canzoni, film, fumetti. Ecco comeho imparato che l’uomo eraandato sulla Luna. Ricordo inparticolare una canzone, «La terzaluna», di Neil Sedaka, la cui ecoè arrivata fino a me dai dischi dei«grandi», ma come dimenticarequel bellissimo pezzo che è«La settima luna» di Lucio Dalla?Ecco la suggestione che miarrivava, finché non vidi anche io,anni dopo, alla tv, le immaginidello sbarco. Sembrava un film.Erano immagini che della cronacamantenevano ben poco.Quasi un sogno in fiction.

Fabio Novembre

L’omino sedutosullo spicchio

Carolina Kostner

Voglio andarciappena possibile

Giuseppe Culicchia

Una leggendada fantascienza

Federico Zampaglione

Il suo riflessonelle canzoni

a cura di Roberta Scorranese

IIILa Luna quarant’anni dopoCorriere della Sera Sabato 18 Luglio 2009

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Dino Buzzati, Eugenio Montale eOriana Fallaci raccontarono così,nei loro commenti e reportage,gli eventi che in quei giorniscandirono l’impresa dell’Apollo 11

Eugenio Montale Già i futuristi si erano scagliati contro la pallida Selene

Lo status poetico della Lunatra scienza e legittimi dubbi

Quei dialoghi «segreti»prima del ritorno a casa

Un momento sublimenel regno delle ombre

G iorni fa mi fu chie-sto da un cortese in-tervistatore qualepotrebbe essere lo

status poetico della luna dopoil fatto compiuto dell’allunag-gio. Gli risposi che la scopertadell’ombrello non aveva impe-dito a Debussy e a D’Annunziodi mimare la pioggia in due lo-ro celebri composizioni. Ag-giunsi pure che la poeticità del-la luna era già in ribasso moltoprima che i futuristi scatenasse-ro la loro offensiva contro lapallida Selene. Nessun poetamoderno si rivolgerebbe alla lu-na col famoso interrogativo«che fai tu in ciel» etc. Detroniz-zata da gran tempo, la luna so-pravvive come parola d’uso. Esopravvivranno all’allunaggiole numerose connotazioni mi-sterico-negromantiche chehanno fatto del nostro vicinosatellite un inquietante perso-naggio astrale.

Accomiatatomi dall’intervi-statore mi resi conto di esser-mela cavata a buon mercato. In-fatti quella sua domanda neconteneva un’altra ben più im-portante. L’interrogativo veroera questo: le scoperte tecnolo-giche e scientifiche avrannouna portata rivoluzionaria an-che nel campo dell’arte e, speci-ficamente, in quellodella poesia? E qui ilproblema si faceva piùdifficile. Esso partivadal presupposto che iviaggi spaziali conside-rati come invenzione escoperta fossero la più alta me-ta raggiunta dall’uomo. Su que-sto punto i dubbi di un vero uo-mo di scienza potrebbero esse-re più che legittimi. L’uomo hacompiuto fin dal suo avventosulla terra un’infinità di scoper-te assai più impressionanti.Lescoperte e invenzioni da lui fat-te hanno mutato il volto della

terra; il mondo è diventato unsuo dominio ed ora l’uomovuole entrare in altri mondiinabitabili creandovi condizio-ni di vita che siano (sia pureper breve tempo) analoghe aquelle della terra. Non dubitodel suo successo. Più dubbiosomi lascia il fatto ch’egli ha an-che scoperto di essere un Dio,

il dio di se stesso. Manon vorrei divagare (iltema è immenso) e tor-no al mio tema: luna earte, trionfo della scien-za e suoi possibili rifles-si sui mondo della crea-

zione artistica, della poesia.L’arte d’oggi è un’arte orga-

nizzata e sempre più professio-nale. E quest’arte si è certamen-te avvalsa di strumenti che l’uo-mo è andato via via inventan-do e perfezionando. Non perquesto si può sostenere che l’ar-te faccia progressi. Unico pro-gresso, semmai, è stato quello

di piegare i nuovi strumenti al-le sue leggi intrinseche, serven-dosene o addirittura rifiutando-li.

Se la vita scorre vuol direche muta; se muta (primo erro-re) vuol dire che progredisce,che va verso il meglio, sia pureattraverso inevitabili errori. Eperché allora non dovrebbel’artista adeguarsi allo Spiritodel Tempo? Mi riferisco all’in-terpretazione sedicente ottimi-stica di ciò che oggi avvienenel mondo: venga pure il peg-gio purché qualcosa muti.

Per ora non siamo a tanto ela luna, la fredda, buia, disabita-ta luna, il pianeta che forse sidistaccò dalla terra quandoquesta era ancora in uno statodi semi-fluidità, potrà ancorasuggerire ai poeti le immaginidella falce, del corno, del velo,dello specchio oscurato; e dallevarie fasi delle lunazioni i pe-scatori, gli aruspici e i viaggia-tori sedentari potranno trarrepresagi, auguri e tutto un vastorepertorio di ciò che in altritempi fu detto «poesia».

(Tratto dall’articolopubblicato sul Corriere

il 17 luglio del 1969)Eugenio Montale

L’ alba si levòcon l’ango-scia, quellunedì 21

luglio. A mezzogiornoe cinquantacinque ilLM avrebbe acceso i

motori e il destino dei primi due uominigiunti alla Luna si sarebbe deciso, insiemealla loro leggenda. Vie di mezzo non ne esi-stevano: o il LM si alzava o non si alzava.Se non si alzava, o si alzava male, nonc’era nulla da fare fuorché sperare che mo-rissero bene e senza troppe sofferenze.

Armstrong e Aldrin furono svegliati al-le otto, ora di Houston. Dai computer sisapeva che avevano fatto un buon sonnoe che non c’era stato bisogno di pilloletranquillanti. Alle prime battute conEvans apparvero riposati, tranquilli. Lepulsazioni erano normali: tra 70 e 80. «Co-me si dorme lassù?» chiese Evans. «Oh,non c’è male,» rispose Aldrin «se si è mol-to stanchi si dorme benissimo. Neil si è fat-to una specie di amaca tra lo sportello e ilcoperchio del motore, io mi sono raggomi-tolato sul pavimento. »

Gran parte del dialogo fra il LM e la Ter-

ra però non venne trasmessa pubblica-mente. E se prima del decollo gli astronau-ti accennarono all’eventualità di morirenon lo sapremo mai.

E l’ora difficile, la più difficile, giunse.L’ora in cui due tonnellate e mezzo di car-burante avrebbero incominciato a brucia-re nel motore d’ascesa del LM e a spinger-lo verticalmente a una velocità di 6.068piedi al secondo, fino a portarlo a 60 milapiedi dalla superficie lunare, metterlo inorbita, farlo agganciare all’astronave diCollins, iniziare il lungo viaggio di ritornoalla Terra. Ora tutti potevano udire, i mi-steri erano finiti. E le voci erano limpidementre i numeri della conta a rovescio sivedevano veloci sul monitor.

Ron Evans: «Tranquillità, vi mancano

dieci minuti e tutto va bene. Potete inseri-re il modulo automatico».

Buzz Aldrin: «Roger. Inserito moduloautomatico».

Neil Armstrong: «Ambedue le batterieED (Explosive Device) sono sul go. Chiu-do».

Ron Evans: «Neil, ti leggo sul VHF (Ve-ry-High-Frequency, cioè frequenza altissi-ma) e hai l’aria di sentirti a posto». NeilArmstrong: «Sissignore, non potrebbe an-dar meglio».

Ron Evans: «Tranquillità. Qui Houston.Meno due minuti e tutto va bene».

Aldrin: «Controllate la direzione di gui-da sull’AGS. Chiudo».

Armstrong: «Tutti i segnali di navigazio-ne sono sul go. Chiudo».

Ron Evans: «Qui Houston. Tranquillità:meno cinquanta secondi. Pronti per l’ac-censione. Chiudo».

Armstrong: «Pronti per l’accensione».Aldrin: «Avanti. Otto. Sette. Sei. Cin-

que. Quattro. Motore di ascesa inserito.Tre. Due. Uno. Accendo. Su! Andiamo su!Eccolo là il nostro cratere».

Armstrong: «Mille piedi. Duemila. Due-miladuecento. Tremila. Ce l’abbiamo fat-ta!».

Ron Evans: «Dio ti ringrazio. Il mondointero, ragazzi, vi stava tirando su. Dio, tiringrazio».

(Tratto dal libro«Quel giorno sulla Luna»

edizioni Bur Rizzoli)Oriana Fallaci

Oriana Fallaci Gli omissis su alcune conversazioni fra la Nasa e gli astronauti

C iò che è avve-nuto lascia intutti un senti-mento strano

e potente, che non eraprevisto. Dopo il decollodalla Luna, il ricongiun-

gimento e il rientro dei due nella navicellaprincipale, la tensione è caduta, ogni pauro-so dubbio è stato superato dalla forza degliuomini e dalla perfezione delle macchine. Sipuò dire che iersera sia già cominciato iltrionfo.

Sull’altare della gloria tutte le iperboli, tut-ti i superlativi, tutto il repertorio della no-menclatura epica e apologetica, finalmenteusati a proposito, sono stati ormai bruciati.Nel cielo immenso e nero, rimane quella sca-toletta solitaria con dentro i tre uomini, checorre verso casa. La precisione pressoché so-vrumana con cui si è realizzato un program-ma che fino a ieri sembrava utopia ci ha per-fino risparmiato gli spasimi di una vera su-spense.

La discesa di Armstrong sulla Luna erastata promessa per le ore tre. Poi si è parlatodelle tre e tre quarti, delle quattro, dellequattro e mezzo. C’è stata sì una mezz’ora di

incertezza abbastanza tormentosa perchésembrava che dalla Luna nessuno più ri-spondesse. Quindi i nervi si erano di nuovoafflosciati, era subentrata una stanchezza su-daticcia, una specie di opaco intorpidimen-to mentale, complici forse certe trasmissio-ni di contorno per cui queste ore solenni mi-nacciavano di trasformarsi in una stentatasagra, in una «Canzonissima» di serie C.

Quand’ecco, sullo schermo dietro lo spe-aker, è comparsa una immagine nuova, unconfuso intreccio di sagome nere oscillanti,simile ai quadri di Kline; era, rovesciato, ilprimo piano della scaletta e dei tralicci dellacapsula lunare, con Armstrong che scende-va gradino per gradino: di per sé incompren-sibile.

Eppure tutti di colpo hanno capito, tutti,anche gli scettici, sono stati presi da unosgomento sconosciuto. Si è avuta la sensa-zione di essere passati oltre una porta fatalee proibita, di avere varcato una delle ultimefrontiere: del mondo? della conoscenza? del-la vita? Come quando durante una sedutaspiritica, dopo una lunga attesa, all’improv-viso, con energia selvaggia, si rivela lo spiri-to, o meglio ciò che si usa chiamare spirito,e ai presenti par di oltrepassare il confinedella comune esistenza, a contatto col regnodelle ombre. Sì, Armstrong e Aldrin ci aveva-no portati in una sorta di aldilà che vedeva-mo coi nostri occhi e in cui tuttavia la no-stra mente si smarriva. Sì, era una visionesimile a quelle degli iniziati e dei santi. Tut-to stava a dimostrare che era vera. E la favo-la, il mito, la poesia, anziché venir distruttidai computers, dai transistor, dai sapientiordigni tecnologici, rinascevano in propor-zioni gigantesche.

La sensazione, ripeto, di essere condottiin un aldilà arcano, da cui potranno scende-re, sulla Terra, smisurate cose avvenire. Ec-co, secondo me, il motivo della scossa visce-rale e struggente che gli uomini, per la pri-ma volta nella storia del mondo, hanno pro-vato l’altra notte alle ore 4.57 dinanzi ai tele-visori, che non può immaginare chi non havisto, e che non si ripeterà mai più nel futu-ro.

(Tratto dall’articolo pubblicatosul Corriere della Sera

il 22 luglio del 1969)Dino Buzzati

Dino Buzzati Armstrong e Aldrin ci hanno portati in una sorta di aldilà

Ristampa«Quel giorno sullaLuna» è un libro del1970, riproposto nellacollana Bur per i 40anni dell’allunaggio(pag 228, 10 euro)

Tre grandi firmee le storiedi una nuova era

IV La Luna quarant’anni dopo Sabato 18 Luglio 2009 Corriere della Sera