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Miscellanea sanità e non solo tessere per il tuo mosaico Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico 27 Febbraio 2007 a cura di [email protected] L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected] Questo numero di Miscellanea ha 3.341 destinatari. Miscellanea è consultabile anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...) 1 I duri e puri e l’onestà morale – Una scelta inevitabile per l’incoerenza di una politica di controriforma. – Speriamo che non sia un Prodino riscaldato. 2 Taranto. Truffa al Servizio Sanitario – Lazio risparmi antitruffa: ricette ai raggi X - Diminuzione selenio plasmatico porta declino cognitivo nell'anziano. 3 In Inghilterra niente operazioni a fumatori e obesi prima smettano di fumare e dimagriscano. – In Italia invece il Cdm approva il piano "Guadagnare in salute". 4 Cdm approva piano "Guadagnare in salute". 5 In Calabria la truffa dell'ospedale fantasma, pronto dal '99, mai aperto per non danneggiare una clinica privata. – La ragnatela delle parentele nelle Usl, nelle case di cura convenzionate e nelle Procure. - Sono stati assunti 53 medici per lavorare nelle guardie mediche. Invece operano nell'ospedale. E nella guardia medica lavorano medici assunti con contratti trimestrali. 6 Come sono regolati nel mondo il matrimonio e la convivenza. http://www.democrazialegalita.it/coppiefatto_sett05.htm 7 Illegale l'esternalizzazione Telecom-HP – Nelle manovre di esternalizzazione esistono ampi spazi legali per impugnare quelle che sono solo manovre per ridurre e pagare meno il personale. 8 Rapporto Osservasalute 2006: con devolution la salute al Sud peggiora - Dolo non è assicurabile . 9 Droga. Il ministro Amato denuncia il fallimento dell'attuale politica sulle droghe. legalizzare e controllare il mercato unica via d'uscita. 10 Un pieno Usb di software. - L'Île de France regala agli studenti delle superiori una chiavetta USB con free software. Lo sciovinismo francese premia una volta di più. 11 Un museo a Venezia per Hugo Pratt … sottoscrivi la petizione … 12 Insediata la Commissione nazionale per le cure primarie. Obiettivo: continuità assistenziale 24 ore su 24. 13 007 taliani e stranieri “non possono comportarsi come banda dei sardi”. 14 San Raffaele-Turro, inchiesta dei PM sui falsi ricoveri - Laziogate, primi patteggiamenti - In Toscana. Primo albo dei medici 'alternativi' - Per il caso Longostrevi, 50 sospesi 10 anni dopo. 15 Insediato il Siveas: il sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria. 16 Calabria, il gioco di 864 milioni per l’ambiente: 41 dipendenti fantasma, parcelle ad avvocati amici, bilancio su foglietti. Credevano di giocare coi soldi finti del Monopoli, al Commissariato per l'Emergenza Ambientale in 1

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico27 Febbraio 2007 a cura di [email protected]

L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected]

Questo numero di Miscellanea ha 3.341 destinatari.Miscellanea è consultabile anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...)

1 I duri e puri e l’onestà morale – Una scelta inevitabile per l’incoerenza di una politica di controriforma. – Speriamo che non sia un Prodino riscaldato.

2 Taranto. Truffa al Servizio Sanitario – Lazio risparmi antitruffa: ricette ai raggi X - Diminuzione selenio plasmatico porta declino cognitivo nell'anziano.

3 In Inghilterra niente operazioni a fumatori e obesi prima smettano di fumare e dimagriscano. – In Italia invece il Cdm approva il piano "Guadagnare in salute".

4 Cdm approva piano "Guadagnare in salute".5 In Calabria la truffa dell'ospedale fantasma, pronto dal '99, mai aperto per non danneggiare una clinica

privata. – La ragnatela delle parentele nelle Usl, nelle case di cura convenzionate e nelle Procure. - Sono stati assunti 53 medici per lavorare nelle guardie mediche. Invece operano nell'ospedale. E nella guardia medica lavorano medici assunti con contratti trimestrali.

6 Come sono regolati nel mondo il matrimonio e la convivenza. http://www.democrazialegalita.it/coppiefatto_sett05.htm 7 Illegale l'esternalizzazione Telecom-HP – Nelle manovre di esternalizzazione esistono ampi spazi legali per

impugnare quelle che sono solo manovre per ridurre e pagare meno il personale.8 Rapporto Osservasalute 2006: con devolution la salute al Sud peggiora - Dolo non è assicurabile.9 Droga. Il ministro Amato denuncia il fallimento dell'attuale politica sulle droghe. legalizzare e controllare il

mercato unica via d'uscita.10 Un pieno Usb di software. - L'Île de France regala agli studenti delle superiori una chiavetta USB con free

software. Lo sciovinismo francese premia una volta di più.11 Un museo a Venezia per Hugo Pratt … sottoscrivi la petizione … 12 Insediata la Commissione nazionale per le cure primarie. Obiettivo: continuità assistenziale 24 ore su 24.13 007 taliani e stranieri “non possono comportarsi come banda dei sardi”.14 San Raffaele-Turro, inchiesta dei PM sui falsi ricoveri - Laziogate, primi patteggiamenti - In Toscana. Primo

albo dei medici 'alternativi' - Per il caso Longostrevi, 50 sospesi 10 anni dopo.15 Insediato il Siveas: il sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria.16 Calabria, il gioco di 864 milioni per l’ambiente: 41 dipendenti fantasma, parcelle ad avvocati amici, bilancio

su foglietti. Credevano di giocare coi soldi finti del Monopoli, al Commissariato per l'Emergenza Ambientale in Calabria. Scrivevano su un foglietto: entrate. Su un altro: uscite. Fine. Senza «un bilancio vero e proprio». Senza una «documentazione giustificativa». Senza un controllo della Ragioneria. Hanno speso così, in otto anni, 864 milioni di euro.

17 Brevi dall’Europa.18 Il Senato abolisce il ticket da 10 euro. Le Regioni possano individuare forme alternative al ticket previsto per

alcune prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.19 Quando il nutrizionista è un impostore...20 I rumori del piano di sopra.21 Tetti di spesa delle strutture sanitarie - Calabria: appalti e sanità, maxi retata - Menopausa, riabilitata la

"cimicifuga" - Per il caso Longostrevi, 50 medici sospesi 10 anni dopo.22 Canone/tassa Rai. i metodi più comuni per estorcerlo a chi non ha la tv.23 Arriva il cerotto al testosterone per riaccendere il desiderio nelle donne. Non è il "Viagra rosa", ma un

farmaco destinato alle donne con menopausa chirurgica che soffrono di questo disturbo.24 Malasanità e carenze ospedaliere? E’ colpa dei Direttori, basta con le accuse ai medici.25 In breve.26 E’ sempre Corea - Cesare Previti è stato affidato ai servizi sociali, ma ancora non decaduto da senatore.27 Il rimpallo di Telecom tra utenti e concorrenti. Sempre più utenti di altri gestori vengono rimandati da questi

all'ex monopolista per protestare contro ritardi. - La responsabilità eventuale di intervenire presso Telecom e

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sanzionarla, a difesa del proprio cliente, è solo del gestore che ne ha acquisito il contratto.28 Celiachia, la cura è nel grano che la provoca.29 Ricariche TLC, abolizione confermata ed estesa. L'eliminazione dei costi di ricarica non coinvolgerà solo la

telefonia mobile, ma anche altri servizi del mondo delle TLC, come quelli di telefonia fissa e televisivi,Tra le proposte cassate, le due avanzate dall'onorevole Mario Valducci di Forza Italia: con la prima si proponeva un rinvio di 60 giorni per l'entrata in vigore del divieto, mentre la seconda prevedeva l'esclusione del settore del digitale terrestre dall'abolizione dei costi fissi di ricarica.

30 Non siamo le badanti del Servizio Sanitario Regionale.31 Istituzioni migliori, evasione minore.32 Rapporto Osservasalute 2006 sullo stato di salute e qualità dell'assistenza nelle regioni italiane.33 Ictus: inquinamento atmosferico nelle stagioni calde connesso a mortalità - Trafigura di cacca.34 Italia senza valori. Arrivano i volenterosi. www.lavocedellacampania.it 35 Grande successo per le cooperative di medici di famiglia. Garantiscono l'apertura di uno studio medico anche nei

giorni festivi e prefestivi per patologie non gravi e per evitare di ricorrere al Pronto Soccorso quando non è necessario.

36 PartecipaSalute: un progetto per partecipare alle decisioni sulla salute37 Campagna ACQUA PUBBLICA - Khaled, il giusto - Cervello: dormire aiuta la memoria - Viagra, rivoluzione

per 64% di uomini.38 Conseguenze penali per la certificazione di una visita medica mai avvenuta.39 Guida alle linee guida.40 Lombardia. Sperpero di risorse, aumenta il ricorso a collaboratori esterni conferiti 45 mila incarichi per una

spesa di oltre 185 milioni di euro.41 Sprechi e clientele. Accuse a Comuni, Regione e Asl. Le truffe all'Erario. Dai falsi ricoveri agli assenteisti.42 Le finestre rotte43 E «reactive» diventò «negativo». - Il loro dramma è la mia condanna.44 Caso trapianto organi con HIV: errore umano evitabile, più livelli controllo - Italiani, spagnoli e greci pazienti

con meno diritti.45 Poco caffè non nuoce al bebè.46 In aumento le aggressioni fisiche a medici, infermieri e ausiliari frutto spesso della tensione e

dell'esasperazione.47 Infortuni sul lavoro. Per prevenire non basta disporre, bisogna controllare che si metta in pratica. Sulla

responsabilità per la caduta del dipendente ASL in servizio al 118.48 Farmacie: boom esercizi 'figli' DL Bersani, ma solo 20% in supermarket.49 Curiosità. Il primo lanciafiamme - Spese staff premier: +186% - Nuova frutta: la pescugna e la prugnocca - I

rifiuti rimossi con gli asini.50 Liste d'attesa. Le due Italie della Tac: 8 giorni contro 60.51 Sfida all'idrogeno di Jeremy Rifkin - Il pianeta è in pericolo. Non c'è più tempo da perdere. L'economista

americano spiega in cinque punti come si può aprire l'era del dopo-carbonio. - L'energia di origine fossile e il nucleare hanno caratteristiche elitarie ... al contrario, le fonti energetiche rinnovabili esistono ovunque sulla Terra... sono accessibili a tutti, in ogni parte del mondo.

52 Poveri di salute. Rapporto Ceis - Chi paga l'invecchiamento degli italiani. Il nostro sistema sanitario non è in grado di difendere le famiglie dall'impatto economico della malattia cronica, tanto che chi la affronta con un reddito medio-basso è spesso trascinato sotto la soglia di povertà. A pesare sono, soprattutto, le spese farmaceutiche (che rappresentano fino al 54 per cento della cosiddetta spesa sanitaria “out of pocket”), poi la medicina specialistica e, appena una famiglia inizia a potersela permettere, la spesa dentistica.

Nota - Ai sensi dell'art. 13 legge 31/12/96 n. 675 e succ. : questa e-mail è stata spedita da una rubrica personale creata contattando precedentemente questo indirizzo, e si può richiedere la cancellazione se non si gradisce ricevere altri messaggi. Alternativamente si tratta di:- un primo contatto a questo indirizzo;- un indirizzo pubblico o pubblicato;- un messaggio richiesto/autorizzato dal ricevente.In ogni caso, questa comunicazione non è intesa come "spam", e non contiene promozioni commerciali. Se d'ora in poi non si desidera ricevere ulteriori comunicazioni, ritornare questo messaggio al mittente con la scritta "cancella", e si sarà prontamente rimossi dalla rubrica.Nota importante sulla cancellazione - Si richiede gentilmente che le richieste di cancellazione indirizzate a [email protected] contengano l'indirizzo originale a cui il messaggio é stato spedito. Grazie.Nota – Miscellanea è automaticamente e individualmente controllata all'uscita da Norton antivirus system,

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Detti e ridetti.

Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo. - Giovenale

L’urbanistica ha il compito di impedire che il vantaggio di pochi si trasformi in danno di molti. – Antonio Cederna

It is error alone which needs the support of government. Truth can stand by itselfE’ solo l'errore che ha bisogno del sostegno del governo. La verità si regge da sola - Thomas Jefferson

Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero. – Aristotele

E’ meno male non avere leggi, che violarle ogni giorno - Ugo Foscolo

Bisogna servire il popolo e non cercare di piacergli; il miglior modo di guadagnarsene il favore è fargli del bene. - Napoleone Bonaparte

1 I duri e puri e l’onestà morale – Una scelta inevitabile per l’incoerenza di una politica di controriforma. – Speriamo che non sia un Prodino riscaldato.

I duri e puri e l’onestà moraleSi capisce, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l'onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c'erano anche i baciapile anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo. Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d’oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un bell'applauso ai Cavalieri dell'ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia?  Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento. - Da l’Amaca di Michele Serra del 22 febbraio 2007

Lettera aperta del senatore Franco Turigliatto: sono stato costretto ad una scelta inevitabile.Ho votato la fiducia al Governo Prodi secondo il mandato ricevuto sul programma dell'Unione, che non comprendeva nè la guerra infinita in Afghanistan, nè il raddoppio della base USA a Vicenza.A prescindere dai disastri sociali derivanti dalla permanenza delle leggi 30, Moratti e Bossi-Fini e da una finanziaria liberista, la tripletta dell'impennata delle spese militari, dell'impegno a Kabul almeno fino al 2011 e del supporto logistico alla guerra con la nuova base di Vicenza, segna una profonda rottura con una qualsiasi pur blanda opzione di sinistra e di Pace.Alle richieste di ripensamento sulla base dopo la Manifestazione del 17 febbraio si è risposto che "tireremo dritto" (Prodi), "ogni ripensamento sarebbe un gesto di ostilità agli USA" (D'Alema) e Padoa- Schioppa aggiunge: " faremo la TAV".Uno schiaffo dopo l'altro alle richieste dei Movimenti per questo ho scelto di non partecipare al voto operando in tal modo in piena coerenza non solo con le mie idee ma, anche con il programma storico del mio Partito. Per questo lo rifarei.L'operazione di D'Alema, Cossiga, Andreotti e Pininfarina è solare e il nuovo esecutivo con Follini è la premeditata conseguenza per la "Fase 2" del Governo dopo che nella "Fase 1" la sinistra, apparsa come vincente e nello stesso tempo corresponsabile di tutti i malumori sociali aveva ottenuto in realtà ben poco. Il governo, la cui discontinuità, era indicata nella permeabilità ai movimenti sociali, ha preventivamente criminalizzato le lotte sindacali e pacifiste in vista dell'attacco alla Previdenza e all'offensiva di guerra in Afghanistan.E' troppo comodo per i dirigenti del PRC e altri farmi passare come "capro espiatorio" per non ammettere il fallimento del progetto di condizionamento a sinistra dell'Unione.Con la mia espulsione si finisce di accreditare la tesi falsa della caduta del Governo nascondendo la manovra centrista.Il clima da caccia alle streghe contro di me e tutta l'area di sinistra critica oltre ad essere demodè, ha del grottesco.Vengo persino accusato di "scissione" dopo essere stato cacciato dal gruppo parlamentare e obbligato dal Regolamento ad aderire al gruppo Misto.In attesa per altro delle dimissioni che per coerenza politica avevo annunciato prima del voto e confermato subito dopo.Non accetto il linciaggio mediatico veicolato anche dal mio partito. Soprattutto non credo che possa essere valida una politica che il sabato sfila contro la guerra e il mercoledì successivo sulla base di un presunto realismo e della "concretezza" vota politiche di intervento militare. Molti mi accusano di fare l'anima bella, anche se le solidarietà politiche e l'affetto ricevuto superano ogni mia aspettativa, ma se non si recupera l'unità tra azione coscienza la politica è destinata ad essere

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una pura tecnica di esercizio del Potere.L'incoerenza tra i comportamenti e le scelte istituzionali e gli intenti sociali propagandati, questa sì che costituisce l'autoreferenzialità e l'autismo politico; essa è una delle cause della crisi della Politica e non può che favorire la demoralizzazione e la disgregazione dei movimenti che si vorrebbero costituire.Questi concetti, Rifondazione li ha difesi per molti anni salvo poi convertirsi al Pragmatismo. Per questo confermo che non voterò mai le guerre nè qualsiasi controriforma delle pensioni o la TAV, non tradirò le ragioni che mi hanno portato in questo luogo che non è "il centro della Politica" - per me resta il conflitto sociale, a partire dai lavoratori e lavoratrici - soprattutto se non smette, come accade oggi, di rimanere impermeabile a quel conflitto. – F.T.

Prodino riscaldatoProdi bis o elezioni anticipate? Nessuna alternativa, avremo entrambe. Le dimissioni di Romano Prodi confermano la debolezza dell'esecutivo e della sua guida. Messi ko da una votazione meno importante di tante altre ma resa decisiva dalla presentazione di Massimo D'Alema: "in caso di voto sfavorevole al Senato andiamo a casa". Come trasformare una partita amichevole in una finale dei Mondiali. Il voto negativo sulla missione italiana in Afghanistan è arrivato e a trarre le conseguenze delle parole di D'Alema non è stato il ministro degli Esteri bensì il premier. Uno scivolone quello del presidente Ds? Meglio definirlo uno sgambetto. A meno di volerlo dipingere come lo stupido o l'ingenuo che non è mai stato. Tirare fuori dal sarcofago il padrone di Mediaset è sempre stata la sua specialità. Ormai siamo alla respirazione assistita ma tant'è.Sembra di rivedere lo stesso film del 1998: Prodi sconfigge Berlusconi alle elezioni, poi viene fatto fuori in Parlamento dall'azione combinata di Rifondazione (ieri Bertinotti, oggi qualche senatore) e Ds (ieri e oggi D'Alema). Basterebbe questo per dichiarare la morte politica del Professore. Le sue dimissioni, stavolta come nove anni fa, danno la misura della serietà e della dignità dell'uomo ma, apparentemente, anche della sua fragilità e dell'incapacità a dominare e mettere ordine in quel monumento di inconcludenza e doppiogiochismo che è il centrosinistra italiano. Lì sì sarebbe servito, più che una guida, un padrone. Alla Berlusconi.Le dimissioni in realtà sono l'ultima carta giocata da Prodi per salvare se stesso. Preso atto dell'impossibilità di trasformare in squadra da Champions league un manipolo di attempati scarponi, che faticherebbe a salvarsi pure in serie B, Prodi dopo aver perso la faccia prova almeno a salvare la panchina. Ci riuscirà. Perché chi l'ha fatto fuori nel centrosinistra non potrà negargli l'appoggio e, di fatto, mettere la propria firma sulla caduta del governo. Perché nel centrodestra sono tutti consapevoli che se si va a votare subito il candidato premier sarà nuovamente Berlusconi e questa è una prospettiva che spaventa Fini e gli altri più dell'elettorato di centrosinistra. Dimettersi per salvare il posto è la prima delle due scommesse di Romano Prodi. La seconda è inventarsi una maggioranza che sostenga l'esecutivo. Le strade sono due: accordo politico con l'Udc o campagna acquisti di singoli senatori. In entrambi i casi le cambiali da pagare saranno grosse e non è detto che l'azione di governo risulti meno stentata e contraddittoria di quella vista sinora. L'ultimo atto politico del primo governo Prodi porta la firma del ministro per le Riforme, Luigi Nicolais: una circolare che cancella il tetto di 272 mila euro, previsto dall'ultima Finanziaria, per i compensi alle star e starlette della Rai. Provvedimento "necessario" per la salvezza del festival di Sanremo dei suoi protagonisti. Che priorità e ricette del governo Prodi siano le stesse dell'esecutivo precedente è la vera sconfitta di questa maggioranza. Che non solo ha dimostrato di non sapere governare ma nemmeno di avere mezza idea su come avrebbe dovuto farlo. Avanti così. - Gianni Serra

2 Taranto. Truffa al Servizio Sanitario – Lazio risparmi antitruffa: ricette ai raggi X - Diminuzione selenio plasmatico porta declino cognitivo nell'anziano.

Taranto. Truffa al Servizio Sanitario(Il Mattino: pag. 10 - 20 febbraio 2007) I Carabinieri hanno scoperto una truffa da 400.000 euro a danno del SSN che, in vari comuni della provincia di Taranto, ha portato all'arresto di 2 farmacisti e 10 medici di base. L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata a truffe sistematiche, falso, furto, ricettazione e contraffazione di atti pubblici. Su ricette destinate a persone all'oscuro di tutto venivano applicati bollini di farmaci già pagati che erano stati invece rubati.Risparmi antitruffa: ricette ai raggi X(Il Messaggero Roma: pag. 32 - 20 febbraio  2007)Nel Lazio verrà messo a punto un sistema di lettura e archiviazione digitale delle ricette. L'intervento di gestione dei dati farà capo alla società informatica regionale, eliminando così i controlli ad opera di un soggetto privato e garantendo una maggire privacy dei dati. Il vantaggio sarà anche economico: 4 mln di euro in meno all'anno grazie all'eliminazione del costo per lo spazio necessario allo stoccaggio delle ricette cartacee, cui si affiancherà una maggiore velocità di gestione della ricetta e della spesa farmaceutica entro 60 giorni contro i 90-120 attuali.Diminuzione selenio plasmatico porta declino cognitivo nell'anziano.I livelli di selenio tendono a diminuire con l'età, e potrebbero contribuire al declino nelle funzioni neuropsicologiche nell'anziano. Dato che lo stress ossidativo cerebrale è una causa di danno cognitivo, il selenio, che è un antiossidante, potrebbe proteggere dal declino cognitivo. In questo contesto, è necessario ora valutare gli effetti preventivi dell'integrazione del selenio a livelli nutrizionali con studi su vasta scala. Questo approccio dinamico potrebbe gettare nuova luce sui potenziali benefici delle integrazioni di alcuni elementi per quanto riguarda il rallentamento del declino cognitivo. (Epidemiology 2007)

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3 In Inghilterra niente operazioni a fumatori e obesi prima smettano di fumare e dimagriscano. – In Italia invece il Cdm approva il piano "Guadagnare in salute".

Londra, niente mutua per obesi e fumatori(la Repubblica - 13 febbraio 2007) La Sanità pubblica inglese potrebbe negare le cure a quei cittadini, obesi e fumatori, che hanno uno stile di vita dannoso per la salute. Il Ministro della Salute Patricia Hewitt ha ribadito questo nuovo indirizzo politico, attribuendogli un valore medico oltrechè economico: 'inutile operarli se non cambiano stile di vita'. Curare l'obesità costa alla Sanità pubblica britannica 10 mld di euro l'anno. Le malattie provocate dal fumo determinano una spesa di oltre 20 mld di euro. Questa misura, presentata come un nuovo approccio medico, sembra essere dettata dalle crescenti difficoltà per le casse pubbliche.In GB gli interventi per i fumatori e gli obesi non sono prioritari. Prima smettano di fumare e dimagriscano12.2.07 - Il governo Blair è pienamente d'accordo: i medici del servizio sanitario nazionale hanno il diritto di negare operazioni chirurgiche a fumatori incalliti e obesi fino a quando questi pazienti non la facciano finita con il vizio della sigaretta o non intraprendano un'energica cura dimagrante. ''E' un approccio che fa senso sotto il profilo clinico'', ha sottolineato nel corso di un'intervista la ministro della Sanita' Patricia Hewitt. A suo avviso numerose operazioni hanno un tasso di riuscita molto inferiore alla media se compiute su gente che fuma da mattino a sera o e' eccessivamente sovrappeso.Senza contare che un paziente rischia molto di piu' se non e' in forma quando finisce sotto i ferri. Patricia Hewitt considera ''logico'' che un medico tenga presenti fattori importanti come il peso e la dipendenza dal tabacco quando deve decidere se indirizzare un paziente verso il bisturi. La politica di ''discriminazione'' nell'accesso alle sale operatorie e' gia' realta' in alcune circoscrizioni del 'National Health Service' (Nhs), la mutua britannica. Mai prima d'ora la ministro della Sanita' l'aveva pero' avallata in un modo cosi' chiaro e netto. Questa linea dura - limitata agli interventi chirurgici non urgenti - non fa pero' l'unanimita': qualche medico sospetta che sia un approccio deciso anche per contenere la spesa sanitaria pubblica in forte ascesa. Non mancano nemmeno gli esperti convinti che in effetti facendo cosi' si negano a fumatori e obesi operazioni in grado di migliorare il loro stile di vita. Una volta tanto i conservatori, principale forza d'opposizione, sono pero' d'accordo con i laburisti: ''L'idea - ha dichiarato il ministro-ombra della Sanita' Andrew Lansley - e' buona. Incoraggia la gente a perdere peso o a smetterla con il fumo. Ovviamente se l'operazione e' urgente va fatta senza indugi''. Tra i primi ad applicare questa politica sono stati gli ospedali del Suffolk, dove e' stata rinviata la sostituzione dell'anca ad alcune persone sovrappeso. I fumatori rischiano invece di dover aspettare soprattutto nel caso che abbiano bisogno di bypass cardiaci.La decisione del Governo Inglese ha suscitato un vivace dibattito anche nel nostro Paese. Secondo il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Amedeo Bianco, se tali provvedimenti attengono ad una sfera di buona pratica clinica, allora sono più che accettabili. Infatti, se prima di effettuare un intervento si raccomanda al paziente di perdere peso o ridurre il fumo, siamo appunto nell'ambito delle buone pratiche mediche. Al contrario, se la decisione del Governo Inglese dovesse in qualche modo essere collegata ad un voluto atteggiamento punitivo nei confronti di queste categorie di cittadini, allora si tratterebbe di una posizione eticamente non valida, anche a fronte di un problema di scarsità di risorse economiche.

La salute si insegna senza bocciareIl Ministro della salute ha nuovamente affrontato il tema dello stile di vita nella prevenzione delle principali malattie. Ma ha escluso sistemi ritorsivi, all'inglese, per chi non segue le regole."Vogliamo rendere facili agli italiani le scelte salutari, senza interventi punitivi come quelli adottati in Gran Bretagna" questo uno dei passaggi salienti del commento di Livia Turco al programma interministeriale Guadagnare salute. Il testo è stato approvato venerdì dal Consiglio dei ministri.Obesità, sovrappeso e cattivi stili di vita sono un'emergenza per tutti i Paesi occidentali, impegnati nell'adozione di misure per combatterli. "Paesi come la Gran Bretagna - spiega la Turco - sembrano aver imboccato una via 'punitiva' verso i cittadini recidivi nell'abbandonare vizi e cattive abitudini, nonostante siano stati avvertiti per tempo dei rischi per la salute". Per esempio, fumatori incalliti, obesi o alcolisti potrebbero vedersi rifiutare le cure per malattie cardiovascolari o tumori. Per la Turco, "è una via drastica, quasi vendicativa o comunque di stampo giustizialistico nei confronti dei cittadini, senza tener conto dei fattori economici, sociali e mentali alla base di comportamenti a rischio. In ogni caso, è contraria - sottolinea - a quella visione di tutela e diritto inalienabile alle cure, che è uno dei grandi principi costituenti del nostro Paese". Quindi, senza punizioni o ritorsioni, vanno responsabilizzati i cittadini e le stesse istituzioni sanitarie, perchè si rendano conto che "non provare a invertire queste abitudini dannose per la nostra salute sarebbe assurdo e criminale. E l'arma più importante è la prevenzione"."Quasi nove decessi su 10 e oltre il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sono causati da diverse malattie legate ai cattivi stili di vita". Lo ha sottolineato il ministro della Salute Livia Turco, presentando 'Guadagnare salute', il documento programmatico interministeriale approvato dal Consiglio dei ministri. Si combattono i cattivi stili di vita, convincendo gli italiani ad abbracciare abitudini salutari, attraverso azioni comuni di più ministeri e un accordo con le aziende e il resto della filiera alimentare. Quattro i fattori di rischio su cui agire: cattiva alimentazione, inattività fisica, fumo e abuso di alcolici. "Disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, malattie respiratorie

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croniche, disturbi mentali e muscolo-scheletrici - ricorda la Turco - sono i sei killer più pericolosi per la nostra salute, responsabili del 77% degli anni di vita persi in buone condizioni psicofisiche. Ma sono anche ampiamente prevenibili grazie a stili di vita salutari". Nell'attuale situazione, insomma, la prevenzione è un punto sul quale il ministero insiste, vedendovi anche una via per ridurre la spesa sanitaria.

4 Cdm approva piano "Guadagnare in salute".Il Consiglio dei ministri ha dato "via libera" al piano del Governo per promuovere stili di vita sani, favorire l'attività fisica e combattere l'obesità partendo dai piccoli italiani. Il documento programmatico 'Guadagnare salute', promosso e coordinato dalla Salute, coinvolge diversi ministeri, fra cui Agricoltura, Istruzione, Famiglia, Sport e Sviluppo economico, tutti chiamati a fare la propria parte per la tutela e la promozione della salute degli italiani. Fra le principali novità introdotte dal Piano interministeriale: un'ora di educazione alla salute nelle scuole italiane, frutta fresca nei distributori automatici di uffici e aziende, menù salutari al ristorante e spot pubblicitari a prova di bambini, senza informazioni ingannevoli sui benefici di alcuni alimenti per la salute. In particolare, sono tre le azioni "concrete", ha precisato il ministro della Salute Livia Turco, illustrando "Guadagnare salute".Innanzitutto "campagne di comunicazione per rendere più consapevoli i cittadini, indicazioni su come poter promuovere stili di vita salutari e su quello che il Ssn può fare in questo campo". Secondo punto, "un'alleanza con il mondo della scuola. E su questo - ha precisato il ministro - c'è già un accordo con il collega dell'Istruzione Giuseppe Fioroni per inserire, fra le materie, l'ora di educazione alla salute. A breve sarà emanato un atto di indirizzo, rivolto alle scuole e alle aziende sanitarie". Terzo, una politica di alleanze più complessiva. "E' già stata avviata la discussione - ha detto la Turco - con tutta la filiera alimentare perché le aziende si assumano la propria responsabilità nella promozione di un'alimentazione sana e nella prevenzione del fumo o dell'abuso di alcolici. Arriveremo a una piattaforma sottoscritta dal Governo e dal mondo delle imprese. E se i vari interventi allo studio saranno adottati in modo convinto dalle industrie, sarà un'iniziativa molto importante per il Paese". Sono stati, infatti, già predisposti protocolli d'intesa con le associazioni della filiera alimentare (Federalimentare, Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori, Acli terra, Copagri, Confesercenti, Confcommercio, Legacoop e Confcooperative), centrati su obiettivi specifici. Per esempio, sviluppare la ricerca tecnologica per prodotti e processi produttivi innovazioni per rendere più facile la diffusione sul mercato di alimenti salutari: un'idea sono i menù alternativi, più sani, in mense e ristoranti. Per sostenere politiche commerciali orientate a favorire comportamenti salutari, si pensa a intervenenti sui prezzi e incentivi fiscali.Allo studio inoltre codici di autoregolamentazione della pubblicità per migliorare la qualità dell'informazione, con particolare attenzione agli spot rivolti ai bambini ed eliminando espressioni ingannevoli su eventuali benefici di alcuni alimenti. Infine, si punta a sostenere il consumo dei prodotti ortofrutticoli freschi, anche mettendo la frutta nei distributori automatici aziendali. Altri protocolli sono stati predisposti con le organizzazioni dei consumatori e degli utenti e con Cgil, Cisl e Uil per azioni efficaci di sensibilizzazione e sostegno a un'alimentazione sana e responsabile.

5 In Calabria la truffa dell'ospedale fantasma, pronto dal '99, mai aperto per non danneggiare una clinica privata. – La ragnatela delle parentele nelle Usl, nelle case di cura convenzionate e nelle Procure. - Sono stati assunti 53 medici per lavorare nelle guardie mediche. Invece operano nell'ospedale. E nella guardia medica lavorano medici assunti con contratti trimestrali.

Si dice che viste dall’alto, certe cose, risultino più chiare. Dal belvedere di Gerace, a nove chilometri da Locri, risulta chiaro un solo dato: la sanità calabrese è un groviglio inestricabile. Istituzioni, ‘ndrangheta, medici, politici, economia pubblica e privata: un puzzle complicato. Composto da migliaia di tessere. Spesso tessere di partito. Un groviglio dal quale nessuno sembra escluso: persino il presidente della Regione, Agazio Loiero, è indagato perché «in qualità di presidente della giunta, e anche prima delle elezioni», sarebbe stato «colluso con i componenti di un sodalizio criminale». Secondo il pm Luigi De Magistris avrebbe indicato, alla società Ital-Tbs, persone e modalità con le quali «conseguire profitti illeciti nel settore della sanità». Ma la giunta tira dritto: l’assessore Doris Lo Moro scrive che «l’obiettivo principale è costruire un sistema sanitario normale». Evidentemente il sistema, qui, è a-normale. E dal belvedere di Gerace lo vedi chiaramente: basta guardare quei tre casermoni in basso, sulla sinistra, recintati e lambiti da una curva d’asfalto. E’ un ospedale. Qualcuno l’ha progettato, finanziato, costruito, ultimato. Persino collaudato. Eppure è una scatola vuota. Trent’anni «I lavori iniziarono nel 1977 – dice il sindaco di Gerace, Salvatore Galluzzo – con i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno: tre padiglioni, 120 posti letto, un poliambulatorio e finanche l'impianto foto-voltaico. Nel 1996 furono completati e trasferimmo la proprietà all'Asl di Locri. Svuotammo persino i nostri reparti di geriatria, lungo-degenza e riabilitazione, che erano nel vecchio ospedale. Ma i tecnici dell’Asl dissero che gli impianti non erano a norma, che non c’erano fondi per ripristinarli. Eppure avevamo consegnato l'ospedale con il certificato di collaudo». Nel 2004 giunge uno spiraglio dal ministero della Giustizia. «L'ospedale sarebbe diventato un centro di psichiatria per detenuti. In cambio, una parte della struttura, sarebbe stata destinata alla cittadinanza». Sanità pubblica: senza convenzione con i privati? «Senza convenzione. Il ministero avrebbe investito sette miliardi di vecchie lire. Eravamo pronti a firmare: noi, il ministero, l'Asl, la provincia di Reggio Calabria». Ma sia il sindaco, sia Paolino Quattrone, del Dipartimento amministrazione penitenziaria, raccontano che l'assessore regionale alla Sanità, il giorno prima della firma, annunciò che l'appuntamento era rimandato: a

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data da destinarsi. La ragnatelaL’assessore regionale alla sanità, nel 2004, si chiamava Giovanni Luzzo. Anch'egli indagato dal pm Luigi De Magistris, in concorso con Giovanni Filocamo (anche lui assessore regionale, poi commissario straordinario dell’Asl), Luigi Giugno (medico) e Manuela Stroili (direttore generale della Asl). Tra le accuse: «Arrecavano intenzionalmente a Francesco Fortugno un danno ingiusto». Come? Dividendo il presidio di pronto soccorso, di cui Fortugno – prima d'essere ammazzato - era primario. E «creando illegittimamente il reparto di medicina d'urgenza». Il reparto – secondo l'accusa – sarebbe stato poi affidato a Giugno con la creazione di un «concorso ad hoc». Insomma, tra il 2000 e il 2005, pare che Filocamo e Luzzo s'impegnino strenuamente per creare un «doppione» del pronto soccorso. Ma per l'ospedale di Gerace, che avrebbe dovuto ospitare geriatria e lungo-degenza, entrambi non muovono un dito. Eppure, già allora, l'Asl spendeva milioni di euro per la lungo-degenza. A chi andavano? Un esempio: alla società «Villa Vittoria», accreditata dalla Regione nel 2003, come residenza sanitaria assistenziale, per 40 posti letto. Fino al 2005 avrebbe incassato rette per 8,4 milioni di euro. Se l'ospedale di Gerace avesse funzionato, chissà, forse l'Asl avrebbe speso di meno. Ma chi troviamo tra i soci di «Villa Vittoria»? Vittoria e Francesca Filocamo: entrambe figlie di Giovanni Filocamo. Sì, proprio lui, l'assessore regionale alla Sanità, poi commissario straordinario della Asl di Locri. Insomma: dal suo stesso ospedale transitavano milioni di euro (pubblici) in un'azienda (privata) partecipata dalle sue figlie. Nello stesso periodo Fortugno presentava, alla procura di Locri, numerosi esposti sugli sprechi che, per lungo tempo, sembrano finire nel dimenticatoio. A dirla tutta - ma senza insinuare nulla - precisiamo che in quella stessa procura, all'epoca, c'era un nipote dell'assessore: il pm Fulvio Filocamo. Che la resse per circa sei mesi. Un fiume di denaro Ma non finisce qui. L'Asl spende milioni anche per le convenzioni di radio-diagnostica. La Nuova Radiodiagnostica Polifroni, per esempio, avrebbe incassato, tra il 2000 e il 2005, circa 5,5 milioni di euro. A chi appartiene? Rappresentante legale: Iemma Rosanna, moglie di Luigi Giugno. Proprio lui: il candidato primario del reparto «doppione». Nella stessa società troviamo anche Vincenzo Mollace: fratello di un procuratore a Reggio Calabria. Villa Vittoria e Nuova Radiodiagnostica: due società private, con due strette parentele in ospedale, e due strette parentele in procura. Tutto normale? Intanto lasciamo il belvedere di Gerace, con il suo ospedale fantasma, e scendiamo a Locri, dove qualcuno sta cercando di «normalizzare» la sanità locale. Antonio De Luca, commissario straordinario dell'Asl di Locri, racconta: «Quando mi sono insediato ho chiesto immediatamente la pianta organica: non c'era. Ho trovato il vuoto assoluto». In tutti i sensi: il passivo dell'Asl ammonta a ben cento milioni di euro. Intanto i medici ospedalieri, normalmente, si dovrebbero assumere per concorso. «In questi anni – continua De Luca - sono stati assunti 53 medici per lavorare nelle guardie mediche. Invece operano nell'ospedale». E nelle guardie mediche chi c'è? «Altri medici. Assunti con contratti trimestrali». Nel frattempo i farmacisti – qui come nel resto della provincia di Reggio Calabria – minacciano serrate: gli ospedali non pagano i medicinali da mesi, se non da anni, e anche De Luca ammette: «L'Asl non paga le medicine da giugno 2006». Le coscheE le infiltrazioni della 'ndrangheta? «Le cito un caso esemplare: mi tocca pagare lo stipendio a un tizio che è stato condannato per traffico di droga. Dovrebbe essere interdetto dai pubblici uffici, ma nonostante tutti i miei tentativi, è ancora qua». De Luca è comunque ottimista. Dice che l'assessore Lo Moro è fortemente determinata. Resta il fatto, però, che qui a Locri le convenzioni private continuano a prosciugare le casse: circa 9 milioni di euro l'anno, e pare che, solo per Villa Vittoria, la spesa ammonti a circa 1,3 milioni. Senza contare gli esborsi per la Fiscer, che si occupa di radio-diagnostica, come la Polifreni. L'Asl conta 1.600 dipendenti, ma finché non avrà una risonanza magnetica, una Tac funzionante, e magari anche l'ospedale di Gerace, toccherà rivolgersi sempre ai soliti (noti) privati. – la Stampa 19.2.2007 Antonio Massari Locri.

6 Come sono regolati nel mondo il matrimonio e la convivenza. Da http://www.democrazialegalita.it/coppiefatto_sett05.htm Paesi (o Stati federati) del mondo dove sono regolamentate le coppie di fatto sia etero che omosessuali (comprese forme di unioni legali assai simili - talvolta identiche -  al matrimonio propriamente detto, e compresa l'adozione):Australia, Canada, California, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Israele, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo, Slovenia, Svezia, Svizzera, Sud Africa, Ungheria,  più il Governatorato di Buenos Aires (Argentina) e il Vermont (e, con diversi gradi e condizioni, molti altri stati USA)Paesi del mondo dove il diritto al matrimonio è esteso a persone dello stesso sesso:Belgio, Gran Bretagna, Massachussetts, Paesi Bassi, Spagna più tre province federali canadesi (Quebec, Ontario, Columbia Britannica)Paesi del mondo dove la monarchia è assoluta, le donne non possono accedere a nessuna carica di governo, le elezioni non sono previste, sono vietate altre religioni oltre quella unica ufficiale, il monarca è anche capo della religione, che considerano illegali o illegittimi le coppie di fatto, il sesso prematrimoniale e l’omosessualità, che si ergono però come guida morale e che dettano lezioni di etica al resto dell’umanità: Arabia Saudita, Vaticano Paesi proni: Italia

7 Illegale l'esternalizzazione Telecom-HP – Nelle manovre di esternalizzazione esistono ampi spazi legali per

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impugnare quelle che sono solo manovre per ridurre e pagare meno il personale.A Roma il Tribunale giudica illegale l'esternalizzazione dei servizi informatici Telecom Italia a HP: è un precedente che fa testo anche per Wind. - ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-02-2007 - Come è noto i lavoratori Wind sono in stato di agitazione, con uno sciopero nazionale svoltosi il 5 febbraio che ha avuto una fortissima adesione, contro l'esternalizzazione del call center Wind di Sesto S. Giovanni, che verrebbe ceduto alla Omnia, un'azienda che utilizza soprattutto contratti a tempo determinato, part-time e con inquadramenti professionali inferiori a Wind. Ora una buona notizia arriva per questi lavoratori: il Tribunale di Roma, con sentenza del 31 gennaio 2007, ha annullato l'esternalizzazione dei servizi di informatica interna di Telecom Italia, che circa 3 anni fa sono stati ceduti alla HP, obbligando Telecom alla riassunzione dei tecnici suoi ex dipendenti che hanno fatto causa. Il giudice infatti ha ritenuto che si tratta di una "esternalizzazione" fittizia, perché comunque la nuova società HP DCS ha continuato a svolgere, esclusivamente per Telecom, la stessa attività di manutenzione dei sistemi informativi che i dipendenti svolgevano all'interno di Telecom con modalità operative pressochè identiche. Questa sentenza segue altre che hanno riguardato l'esternalizzazione di altri servizi come l'immobiliare e la logistica, sempre sfavorevoli a Telecom Italia, e spiazza i sindacati confederali che avevano concordato e contrattato le cessioni. Questa sentenza dimostra peraltro che, anche senza riformare l'articolo del codice civile che regola le cosidette "cessioni di ramo d'azienda", cioè le esternalizzazioni, ci sono ampi spazi legali per impugnare quelle che sono solo manovre per ridurre e pagare meno il personale.

8 Rapporto Osservasalute 2006: con devolution la salute al Sud peggiora - Dolo non è assicurabileRapporto Osservasalute 2006: con devolution la salute al Sud peggiora.Roma, 15 feb. - La devolution acuisce il divario fra Nord e Sud, e nel mezzogiorno d'Italia la salute dei cittadini peggiora. E' questo il dato più evidente che emerge dal rapporto 'Osservasalute 2006', presentato questa mattina all'università Cattolica di Roma. Fattori di rischio e stili di vita sbagliati, organizzazione e assistenza sanitaria carente, medicina del territorio pressoché assente, mancanza di screening e politiche di prevenzione sono il 'cocktail velenoso' che determina un netto peggioramento per i cittadini del mezzogiorno.Le regioni meridionali sono localita' in cui il numero delle malattie aumenta a causa della cattiva alimentazione e del fumo. Ad eccezione della Sardegna e del Molise, tutte le regioni del sud presentano tassi di mortalita' per il diabete superiori alla media nazionale.Dolo non è assicurabile14 Febbraio 2007 - ANSA - Palermo - Le polizze assicurative che tutelano medici e infermieri non possono coprire anche i casi di dolo o colpa grave. Lo ha sancito il Tar di Palermo, rigettando il ricorso di una compagnia assicurativa contro l'ospedale S.Antonio Abate di Trapani. La compagnia aveva portato la polizza da 700.000 a 1,5 milioni di euro, perche' aveva inserito tra le coperture rischi anche i casi di dolo e colpa grave. Clausole contro legge per l'ospedale, che ha annullato la gara d'appalto.

9 Droga. Il ministro Amato denuncia il fallimento dell'attuale politica sulle droghe. legalizzare e controllare il mercato unica via d'uscita

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato, nel denunciare il consumo "gigantesco" di cocaina in Italia, ha gia' attirato numerosi appelli ad una politica di maggiore contrasto e repressione. Eppure, quello che il ministro denuncia e' innanzitutto il fallimento dell'attuale politica sulle droghe. A fronte di due milioni di italiani che hanno fatto uso di cocaina almeno una volta nella loro vita, davvero l'unica risposta mantenere la rotta ("staying the course"), per usare una espressione cara al presidente americano George Bush? Davvero la soluzione e' incarcerare o rinchiudere in una comunita' di recupero due milioni di cittadini? Noi riteniamo che la strada da seguire sia tutt'altra, ovvero riconoscere che le droghe (dall'alcool alla cocaina) fanno parte da sempre della storia e della natura umana. Proibirne l'uso equivale a vietare l'adulterio o l'ingordigia, comportamenti individuali che non ledono la liberta' altrui, e quindi non sanzionabili in una democrazia liberale. E' invece urgente limitare il danno delle droghe, prima di tutto non punendone il consumo, legalizzandone (e quindi controllando) la vendita, ed informando sui suoi reali effetti. Oggi invece, a causa di una politica che vuole imporre alla societa' modelli "virtuosi" irrealizzabili e che appartengono alla vecchia concezione etica dello Stato, si preferisce lasciare alla malavita il monopolio della vendita di sostanze stupefacenti. Cosi' la droga dilaga in ogni angolo delle nostre citta' ed in ogni scuola, senza alcun controllo medico e senza alcuna certezza sulla sua composizione chimica (spesso, sono piu' nocive le sostanze additive della droga stessa che si vorrebbe eliminare). Non ci aspettiamo che la politica attuale cambi a breve, anche se ce lo auguriamo. Ma sarebbe illogico e non scusabile, nel cercare soluzioni piu' efficaci, non includere nel dibattito anche l'ipotesi che larga parte dei disastri della droga sono frutto dell'attuale politica.

10 Un pieno Usb di software. - L'Île de France regala agli studenti delle superiori una chiavetta USB con free

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software. Lo sciovinismo francese premia una volta di più.Mentre l'Europa allargata si barcamena tra le offerte collaborative di Microsoft e le spinte sempre più pressanti verso il software libero, l'Île de France (cioè il dipartimento regionale che comprende Parigi e dintorni) rompe gli indugi e doterà gli studenti delle superiori di 175.000 chiavette USB da 1 GB, comprendenti tutto quanto occorre per connettersi e lavorare su internet. Lo rivela LExpansion, precisando che questo ufficio mobile comprenderà tra l'altro "una completa suite per l'ufficio, un browser per internet, un client per la posta elettronica, un programma di chat e uno di audio/video". In sostanza, gli studenti potranno navigare con Firefox e postare con Thunderbird anche su quei PC che non ne fossero dotati, come precisa J. B. Roger, consigliere tecnico delle Tecnologie Innovative. "Con una spesa (che è da considerare un investimento) di 2,6 milioni di euro, presidi e capi d'istituto potranno distribuire queste chiavette fin dall'inizio del prossimo anno scolastico." Roger ovviamente non lo precisa, ma c'è da scommettere che almeno una parte della spesa sarà finanziata con fondi comunitari. A noi non resta che piangere, per due motivi. Il primo e il più evidente, non ha neppur bisogno di commento. Il secondo è che nel Belpaese le chiavette USB 2.0 da 1 GB a meno di 15 euro non son facili da trovarsi, a parte il costo aggiuntivo di eventuale software preinstallato o il fastidio di installarselo da sé. Veramente, di motivi ce ne sarebbe anche un terzo, me è meglio far finta che non esista; perché anche avendo la chiavetta, da noi le aule informatiche dove sono? - ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-02-2007

11 Un museo a Venezia per Hugo Pratt … sottoscrivi la petizione …L'associazione Giovani Veneziani, in accordo con alcune librerie storiche di Venezia (La Toletta, Mare di Carta e altre) hanno lanciato un'iniziativa on line per riappropriarsi del materiale contenuto in casse giacente nel Museo del Fumetto di Serre, in Svizzera, che altro non è se non la biblioteca di Hugo Pratt ("Non era la biblioteca di un intellettuale normale,... " dice Guido Fuga "... era la biblioteca di uno a cui piacevano le figurine") per poter allestire un museo permanente. Il museo sarebbe da allestire a Venezia e le firme si raccolgono sul sito www.giovaniveneziani.com/petition.Contemporaneamente i nostri cugini oltralpe hanno evidenziato l'iniziativa su un loro sito ( http://venise-serenissime.com http://venise-serenissime.com). Questo non solo per valorizzare un aspetto culturale proprio dell'artista veneziano (si tratta anche degli studi preparatori del maestro) ma anche per il tentativo di limitare la vendita indiscriminata delle sue tavole originali da parte di coloro che hanno la fortuna di possederne. Continua infatti Guido Fuga "Ovvio che la tentazione di vendere anziché lasciare tutto a un museo possa essere forte."

12 Insediata la Commissione nazionale per le cure primarie. Obiettivo: continuità assistenziale 24 ore su 24Attuazione della continuità assistenziale extra ospedaliera 7 giorni su 7 e 24 ore su 24; sviluppo delle iniziative di assistenza per le persone non autosufficienti; aggiornamento dei modelli professionali indispensabili a servire nuovi bisogni, con particolare riferimento alla medicina generale; ridefinizione degli assetti istituzionali per favorire l'integrazione socio-sanitaria (relazioni, ruoli, responsabilità, funzioni di Regioni ed enti locali, sanitario e sociale, ecc.); miglior raccordo tra servizi e professionisti (esempio: medici di medicina generale e di guardia medica). Questi i principali obiettivi della Commissione nazionale per le cure primarie e l'integrazione socio sanitaria istituita dal Ministro della Salute Livia Turco. "La richiesta di continuità dell'assistenza da parte dei cittadini nell'arco delle 24 ore, sette giorni su sette, rappresenta - ha detto il Ministro - una priorità assoluta. Il rapporto di fiducia tra cittadini e Ssn si basa essenzialmente sulla capacità di esserci e di esserci nel modo giusto, quando serve. In altre parole il nostro obiettivo è quello di costruire e garantire una offerta adeguata di assistenza sul territorio, il più vicino possibile al domicilio e in grado di rispondere ai nuovi bisogni di assistenza: un vero e proprio secondo pilastro della sanità pubblica da affiancare all'ospedale. Ciò significa anche ripensare l'offerta di prestazioni da parte del medico di medicina generale. Dovremo infatti abituarci a pensare a questa figura anche in chiave di equipe costituita da più professionisti che si danno il cambio nell' arco delle 24 ore e della settimana". La Commissione, di cui fanno parte rappresentanti del mondo medico e delle altre professioni sanitarie coinvolte nei servizi di medicina e assistenza territoriale ed esperti del settore, ha avuto un mandato preciso dal Ministro per arrivare in tempi brevi a un vero e proprio Piano d'azione per la promozione delle cure primarie e dell'integrazione socio-sanitaria. Il primo passo sarà quello di fotografare lo stato dell'arte delle diverse esperienze regionali e in proposito si svolgerà a Roma il prossimo 1 marzo un convegno nazionale sulle "Case della Salute", dove saranno illustrate le proposte di otto Regioni e si aprirà un primo confronto pubblico con tutte le professioni che opereranno nella nuova articolazione della medicina territoriale. Prossima tappa sarà la prima Conferenza nazionale sulle cure primarie e l'integrazione socio sanitaria che si svolgerà a Bologna il prossimo mese di maggio.

13 007 taliani e stranieri “non possono comportarsi come banda dei sardi”

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Di Pietro: Governo sbaglia su estradizione Abu Omar. Il ministro dell'Idv difende la richiesta avanzata dalla Procura di Milano.New Delhi, 15 feb. (Adnkronos/Ign) - "Il governo Berlusconi prima e il governo attuale poi sbagliano a non dare soluzione a quel provvedimento, a mio avviso anche sul piano politico" perché "così si mette la palla in mano agli americani che si devono assumere le responsabilità". Così il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, riguardo alla richiesta avanzata dalla Procura di Milano per l'arresto degli agenti della Cia coinvolti nel rapimento di Abu Omar."L'Italia - ha aggiunto il leader dell'Idv parlando a margine di una conferenza stampa in India - è già in ritardo dal giorno dopo in cui la richiesta di estradizione è stata formulata dalla Procura di Milano". Per l'ex pm "in questo modo facciamo da connivenza e copertura a una operazione illegale, quella appunto del sequestro di persona".Ma non solo. Di Pietro replica infatti alle critiche formulate dal leader della Margherita, spiegando che ''il vicepremier Rutelli parla a titolo personale quando afferma che i giudici di Milano avrebbero bruciato 85 agenti dei servizi segreti italiani. I giudici hanno invece scoperto delle azioni illegali ed è un grave errore farli passare per colpevoli". "Gli agenti segreti italiani e stranieri - ha aggiunto il ministro - non possono pensare di comportarsi come la banda dei sardi, sequestrando persone e violando tutti i diritti". Per l'ex pm ''l'Italia non deve usare 007 per coperture, connivenze e complicità con i rapitori". Inoltre "esiste un principio costituzionale per la corretta collaborazione fra poteri dello Stato, un principio che il governo in questo momento, come nel recente passato, non sta rispettando visto che la Procura di Milano chiede l'esecuzione di un provvedimento a cui il governo non da' seguito. Provvedimento, peraltro che non ha nulla a che vedere con il segreto di Stato", taglia corto Di Pietro.E a chi gli chiede chi dovrebbe formulare la richiesta di estradizione, Di Pietro replica: "Sul piano formale spetta al ministro della Giustizia, ma in un caso così particolare, se il Guardasigilli non provvede è perché ha un avallo più alto".

14 San Raffaele-Turro, inchiesta dei PM sui falsi ricoveri - Laziogate, primi patteggiamenti - In Toscana. Primo albo dei medici 'alternativi' - Per il caso Longostrevi, 50 sospesi 10 anni dopo

San Raffaele-Turro, inchiesta dei PM sui falsi ricoveriCorriere della Sera Milano: pag. 1, la Repubblica Milano: pag. I - 16 febbraio 2007) La Procura di Milano ha avviato un'inchiesta su presunti falsi ricoveri eseguiti nella Casa di Cura San Raffaele-Turro. Il legale rappresentante della Fondazione San Raffaele Mario Cal, il Direttore Sanitario della Casa di Cura Ville Turro ed i responsabili del reparto di Neurologia e del Centro di Medicina del Sonno sono indagati con l'accusa di truffa ai danni del SSN e falso in atto pubblico. La Procura sospetta che esami realizzati a domicilio siano stati fatti passare come eseguiti in regime di ricovero.Laziogate, primi patteggiamenti(la Repubblica: pag. 28, Il Messaggero: pag. 15 -  16 febbraio 2007) Si parla ora di patteggiamento nella querelle giudiziaria che vede coinvolto l'ex-Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, per lo spionaggio alla lista di Alessandra Mussolini alle elezioni regionali del 2005. Pare infatti che la persona che ha accusato Storace ora sia disposta a uscire di scena patteggiando una pena di soli 3.000 euro. Secondo Storace si tratta quindi di una montatura. Per la Mussolini, invece, il patteggiamento è proprio la prova dello spionaggio.In Toscana. Primo albo dei medici 'alternativi'Corriere della Sera - 16 febbraio 2007 - La Toscana ha approvato, per la prima volta in Italia, una normativa sulla medicina complementare che garantisce il principio delle libertà di scelta terapeutica del paziente e del medico utilizzando ed integrando le varie filosofie di cura. Gli ordini dei medici, degli odontoiatri, dei farmacisti e dei veterinari istituiranno elenchi in cui sarà certificata l'attività di quei professionisti che hanno i requisiti per esercitare la medicina complementare.Per il caso Longostrevi, 50 sospesi 10 anni dopo(la Repubblica Milano: pag. VII - 16 febbraio 2007) Furono 460 i medici della mutua iscritti nel registro degli indagati per corruzione nell'ambito del caso Longostrevi. L'Ordine dei medici ha, finora, portato a conclusione i primi 50 provvedimenti disciplinari. Una trentina di medici hanno subito sospensioni variabili da un minimo di un mese fino a un massimo di sei mesi. Altri 50 casi verranno esaminati quest'anno.

15 Insediato il Siveas: il sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria2 febbraio 2007 - Il ministro della Salute Livia Turco ha insediato il gruppo di lavoro di esperti e centri di consulenza, attraverso i quali, il Ministero assicurerà il supporto al Sistema di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (Siveas). Il Sistema ha lo scopo di coordinare le attuali attività di controllo e verifica affidate a diversi organismi ed enti al fine di facilitare la raccolta dei dati provenienti dal sistema informativo sanitario ma anche da altri enti (Ministeri Economia e Finanze, ISTAT, Agenzia per i servizi sanitari regionali, Regioni, Asl, NAS, ecc.). Il SIVEAS potrà effettuare proprie analisi affidandole ad esperti o a centri di ricerca pubblici o privati su aspetti specifici dell’assistenza.Il SIVEAS collaborerà anche per la verifica degli indicatori previsti dal Patto per la Salute con le Regioni e finalizzati al rispetto dei parametri di qualità e di spesa delle Regioni. Ogni anno saranno definiti specifici obiettivi di verifica su proposta del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea (un comitato “misto” Governo-Regioni) ma potranno anche essere attivate verifiche ad hoc in base a particolari emergenze.Il SIVEAS promuoverà anche attività di formazione e tutoraggio specifiche per il personale delle Regioni che hanno sottoscritto gli accordi per il rientro dei disavanzi gestionali e per altri operatori impegnati nelle attività di controllo a livello locale. Gli ambiti di intervento- Livelli di qualità delle prestazioni sanitarie attraverso verifica dei risultati di salute. Esempi: efficacia degli interventi chirurgici, correttezza delle prescrizioni

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico27 Febbraio 2007 a cura di [email protected]

farmaceutiche, appropriatezza dei percorsi diagnostici, qualità nelle prestazioni di riabilitazione - Tempi di attesa per le prestazioni sanitarie urgenti - Protocolli di sicurezza per evitare errori medici o della struttura sanitaria nel corso di un ricovero o comunque durante una terapia - Erogazione dei Lea per determinati obiettivi di salute. Esempi: abbassamento indici di mortalità o morbosità per particolari patologie, raggiungimento di standard nazionali di screening preventivi, apertura di determinati servizi sanitari per rispondere a nuovi bisogni di assistenza - Livelli di spesa soprattutto in quelle aree del Paese e per quelle branche di prestazioni a più alto rischio di sfondamento dei bilanci. Esempi: farmaceutica, esami diagnostici, convenzioni varie con strutture sanitarie private, acquisti di beni e servizi con costi sopra la media - Procedure di appalto e fornitura di beni e servizi per verificare la congruità delle spese effettuate rispetto alle medie nazionali - Tempi di esecuzione dei lavori di costruzione o ammodernamento di ospedali e strutture sanitarie - Utilizzazione delle risorse stanziate per progetti obiettivo del Piano sanitario nazionale Aspetti specifici delle attività di verifica Tali attività sono finalizzate alla verifica dei criteri di appropriatezza ed efficienza nell’erogazione dei Lea, ma potranno anche riguardare altri ambiti specifici quali: - i livelli minimi di sicurezza nell’assistenza (ad esempio in caso di gravi inconvenienti igienico-sanitari e di assenza requisiti minimi strutturali, teconologici e organizzativi) - violazioni di carattere amministrativo, contabile, finanziario e gestionale - mancata attuazione del Piano sanitario nazionale, scarsa qualità delle prestazioni e non equità nell’accesso ai servizi.http://www.sanita.ilsole24ore.com/doc.asp?t=Notizie%20Flash&iddoc=867346&sezi_id=24&albe_id=7000

16 Calabria, il gioco di 864 milioni per l’ambiente: 41 dipendenti fantasma, parcelle ad avvocati amici, bilancio su foglietti. Credevano di giocare coi soldi finti del Monopoli, al Commissariato per l'Emergenza Ambientale in Calabria. Scrivevano su un foglietto: entrate. Su un altro: uscite. Fine. Senza «un bilancio vero e proprio». Senza una «documentazione giustificativa». Senza un controllo della Ragioneria. Hanno speso così, in otto anni, 864 milioni di euro.

Lo dice la relazione finale, esplosiva, dell'ultimo commissario. Che se ne va con una chiusa amarissima: «E molto altro ancora potrebbe essere illustrato, se valesse la pena di raccontare, avendo tempo e modo. E soprattutto scopo». Questo è il punto: c'è ancora un senso, nel radiografare una situazione amministrativa di confine tra la sciatteria e la criminalità? La denuncia, 50 pagine da far ribollire il sangue, è stata mandata al premier Romano Prodi, al ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, al governatore Agazio Loiero e al capo della protezione civile Guido Bertolaso. Ed è firmata da Antonio Ruggiero, un prefetto che da anni viene sbattuto qua e là per l'Italia a farsi carico delle situazioni più rognose. Come quella di Isola Capo Rizzuto, dove il comune era andato in bancarotta, un terzo dei dipendenti municipali aveva precedenti penali o era stato indagato, il 93% non pagava la tassa sui rifiuti, il 97% non pagava l'acqua, il 30% non pagava l'Ici ed erano abusive perfino alcune tombe di famiglia costruite a ridosso del cimitero. Insomma: stiamo parlando di un funzionario che dalle bombe ai tralicci in Alto Adige ai primi sbarchi di albanesi a Brindisi ne aveva viste tante. Come al Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, però, mai. O almeno così pare di capire dal rapporto con cui, dopo due mesi e mezzo, ricostruisce la sua esperienza alla guida dell'organismo voluto nel '97, dopo l'ennesima emergenza, per mettere ordine nel caos totale che in cui agonizzava il mondo dei depuratori, dei rifiuti, delle discariche. Sette capi ha avuto, in una manciata di anni, quel Commissariato. Quattro presidenti regionali e tre prefetti. Con proroghe su proroghe di poteri speciali usati, stando anche all'inchiesta giudiziaria intitolata a «Poseidone», malissimo. Al punto che un anno e mezzo fa, tra i numerosi indagati per una serie di reati che vanno dalla truffa aggravata all'abuso d'ufficio, finì anche l'ex governatore Giuseppe Chiaravalloti. «Avete rilevato interessi di politici nazionali nella vicenda?», chiesero i membri della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti ai giudici titolari delle indagini, Salvatore Murone, Isabella De Angelis e Luigi de Magistris. La risposta dei giudici fu eloquente: «Prima di rispondere vorremmo disattivaste il circuito audio-visivo interno».Come finirà l'iter processuale si vedrà. Ma il rapporto di Ruggiero, al di là degli aspetti penali, dice già tutto. Dal 1998 al 2006 il Commissariato figura aver avuto entrate complessive per 692 milioni e mezzo di euro e uscite per quasi 645 milioni, tanto che al passaggio di consegne fu detto al nuovo commissario, con una «certificazione da parte della Tesoreria provinciale dello Stato» ( sic) che c'era perfino un saldo di cassa di 45 milioni di euro. Una bufala: neanche il tempo di metter mano ai conti e saltava fuori «una pesante situazione debitoria»: oltre 223 milioni. Che non figuravano «né nei vari passaggi di consegne né nelle precedenti rendicontazioni». Possibile che non se ne fossero accorti? Ma certo che se n'erano accorti. Solo che tutto era stato occultato in una inestricabile selva contabile. «Lo scrivente ha rilevato la mancanza di un bilancio vero e proprio e la distinzione delle somme in soli tre capitoli di contabilità speciale che rende oltremodo difficoltosa la verifica dell'andamento delle spese relative ad ogni singolo intervento, perché di fatto la gestione delle suddette contabilità è tipo conto corrente finalizzato», accusa il prefetto, ricordando di aver denunciato tutto alla Corte dei Conti. Per capirci, c'erano solo dei «foglietti»: di qua le entrate, di là le uscite. Fine. Si trattava di «emergenze», perché tener nota di tutto? Le «emergenze» sono «emergenze», no? Lo dice la parola stessa... Ed ecco centinaia di migliaia di euro (quanti? «Non siamo ancora riusciti a fare le somme») dati ad avvocati amici infischiandosene della regola che ogni vertenza doveva essere passata all'Avvocatura dello Stato. Ecco i buchi nel bilancio lasciato dai comuni calabresi in larghissima maggioranza riottosi a pagare al Commissariato quanto dovevano per la gestione dei deputatori dato che nessuno di fatto chiedeva loro i soldi, parzialmente recuperati solo adesso con la creazione di 127 commissari ad acta che sono riusciti a rastrellare in 127 comuni 21 milioni di euro mai versati.

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Ecco la scoperta che «il programma di elaborazione dei dati contabili» è di fatto inutilizzabile e non ha neppure un contratto di assistenza: anzi, non si trova più manco il «carteggio relativo al contratto a suo tempo stipulato». Ecco infine i ritardi dovuti a una prassi burocratica che, nel casino totale di competenze e priorità, era «sostanzialmente finalizzata a ritardare tutto il ritardabile». Insomma, un disordine tale che nel settore dei rifiuti (che vede la Calabria buttare in discarica ancora il 50% della spazzatura!) «non si è ancora riusciti ad accertare una situazione complessiva e analitica dei debiti pregressi delle gestioni precedenti sulle quali non esiste una contabilità sistematica, né relazioni tecnico-economiche». Per non dire del personale. Oltre ai 64 dipendenti in organico, compresi contrattisti ed esperti, il prefetto ha scoperto che c'erano a carico del commissariato 41 fantasmi di cui non sapeva assolutamente nulla. Mai visti in faccia. Mai impegnati in una pratica. Assunti con «contratti stipulati da dirigenti del Ministero dell'Ambiente, nei quali è espressamente stabilito che il corrispettivo per la prestazione resa sarà corrisposto dal Commissario delegato dietro attestazione del committente che il lavoratore ha regolarmente adempiuto agli obblighi contrattuali». Traduzione: ogni mese arrivava da Roma l'ordine di pagare quegli sconosciuti senza che il Commissariato fosse in condizione «di indicare l'attività prestata dai dipendenti in questione». Domanda: ma nessuno controllava? Risposta, no: «Non risultano allegati né gli atti che avrebbe dovuto produrre il servizio di controllo interno né i verbali della verifica amministrativa e contabile». Peggio: «Le pezze d'appoggio» a giustificare i conti, da parte della Ragioneria competente, «non è stata mai richiesta». Gian Antonio Stella

17 Brevi dall’EuropaGERMANIA / I call center bombardano di offerte pubblicitarie gli utentiSecondo un sondaggio di GfK svolto tra 4.500 famiglie, nei primi nove mesi del 2006 il numero di contatti pubblicitari via telefono sono stati 220 milioni, il 31,3% in piu' rispetto allo stesso periodo del 2005. I piu' frequenti sono state le promozioni per lotterie e giochi a premi, seguiti da compagnie telefoniche, libri e media. Il 95% delle persone interpellate giudica il bombardamento pubblicitario molesto e fastidioso.GERMANIA / La polizia non può eseguire intercettazioni via InternetSecondo il Tribunale federale tedesco, la polizia non puo' eseguire intercettazioni via Internet. Lo spionaggio online nei confronti di persone sospette manca di basi legali, dice la sentenza della suprema corte. Poiche' la decisione toglie un'arma importante alle forze di sicurezza, soprattutto contro il terrorismo, il ministro degli Interni, W.Schaeuble, sollecita un provvedimento legislativo a breve termine che colmi la lacuna.ITALIA / Antitrust: troppo costosi i conti correntiDopo la Banca d'Italia anche l'Antitrust bastona le banche per i costi troppo alti dei conti correnti. I correntisti italiani spendono in media 182 euro l'anno, molto piu' che nel resto d'Europa, accusa l'autorita' presieduta da Antonio Catricala'. In Olanda la spesa per i conti correnti e' in media di 35 euro, 65 in Belgio e Regno Unito, 99 euro in Francia ecc. E questo perche' il sistema creditizio italiano e' meno competitivo.U.E. / No a obiettivi obbligatori per le fonti energetiche rinnovabiliLa maggior parte dei Paesi membri dell'Ue respinge la proposta della commissione di "fissare obiettivi obbligatori" in materia energetica, come quello di raggiungere il 20% di fonti rinnovabili entro il 2020. I Governi vogliono che la proposta sia solo indicativa, non obbligatoria, e cio' rende fragile il pacchetto energetico inteso a combattere il cambio climatico, presentato dell'Esecutivo presieduto da J.M.Durao Barroso.

18 Il Senato abolisce il ticket da 10 euro. Le Regioni possano individuare forme alternative al ticket previsto per alcune prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.

Marino, presidente della commissione Sanità: «Le Regioni potranno individuare nuove forme di partecipazione alla spesa sanitaria»È stato approvato in Senato un emendamento al decreto 'mille proroghe' che cancella il ticket di dieci euro previsto dalla Finanziaria. Il provvedimento prevede che le Regioni possano individuare forme alternative al ticket previsto per alcune prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Marino, presidente della commissione Sanità, è primo firmatario dell'emendamento che cancella proprio le norme che avevano introdotto il nuovo ticket: «L'applicazione di queste misure - ha spiegato in una nota - ha permesso di capire che era necessaria una correzione di rotta. Ci siamo resi conto che si trattava di un tema molto sentito dai cittadini e che è necessario trovare strumenti nuovi. Con l'emendamento di oggi affidiamo alle Regioni il compito di individuare, concertandoli con il governo, nuove modalità alternative di compartecipazione alle spesa sanitaria» Sanità, in Lombardia il ticket si moltiplica. E' protesta.(Corriere della Sera Milano: pag. 1 - 12 febbraio 2007)Da aprile la riabilitazione non sarà più gratuita. Curarsi a Milano costerà di più. Inoltre non potranno più essere eseguiti i ricoveri diagnostici in regime di day-hospital e per un chek-up con visita specialistica, prelievo del sangue e Tac ci vorranno 150 euro. Gli interventi per la cataratta e per il tunnel carpale, prima gratuiti, avranno un costo di 56 euro e la biopsia alla mammella 100 euro. Gli aumenti scatenano le proteste dei pazienti, che con i sindacati hanno raccolto 25.000 firme contro il caro-salute.Sardegna: alt al ticket di 10 euro sulle specialistiche(Il Sole 24 Ore: pag. 28 - 9 febbraio 2007)

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico27 Febbraio 2007 a cura di [email protected]

La Giunta regionale ha sospeso il ticket da 10 euro per le prestazioni specialistiche in attesa della ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle stesse. Secondo l'Assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Nerina Dirindin, questo dovrebbe eliminare gli effetti distorsivi soprattutto per alcune prestazioni dal costo molto ridotto.Giudice di pace Autovelox: multa annullata al medicoIl sanitario non sottraendosi alle responsabilità di specialista della rianimazione, si recava con la sua autovettura in tutta fretta presso il reparto, in quanto chiamato dal primario ad intervenire con la massima urgenza per un caso di vita o di morte. Pertanto, pur affermandosi la piena legittimità del limite di velocità (Km 30 orari), bisogna riconoscere che il medico si trovava in uno stato di necessità, volendo prestare assistenza rianimativa nei confronti di un ricoverato, bisognoso di cure immediate. (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

19 Quando il nutrizionista è un impostore...A cura de Il Pensiero Scientifico Editore - Vivere sani e belli. Un mito dei nostri tempi. Anche per questo i media sono prodighi di consigli e di pseudoesperti che, a vario titolo, che si fanno promotori di un’alimentazione sana ed equilibrata e che traggono le loro informazioni dalla letteratura scientifica ma senza realmente comprenderla. Preciso e laconico Ben Goldacre, medico e scrittore britannico, sostiene questa tesi in un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista British Medical Journal. Lo fa commentando una trasmissione televisiva molto famosa in Inghilterra in onda su Channel 4 condotta dal dottor Gillian McKeith. Il "dottor" McKeith tanto per cominciare si fregia di un titolo che non ha: ha seguito un corso di dottorato in nutrizione per corrispondenza presso un’anonima università statunitense; questo corso non è riconosciuto in Inghilterra. Per continuare, il dottor McKeith a sostegno delle sue tesi cita la letteratura scientifica dimostrando una scarsa preparazione. Un esempio: nell’ultima puntata ha tessuto le lodi delle doti antitumorali della curcuma, in particolare nei confronti del cancro alla prostata. "Le ricerche oggi disponibili basate sulla medicina delle evidenze hanno verificato un’azione antitumorale della curcuma su cellule coltivate in laboratorio o su topi; ciò vuol dire che la spezia potrebbe avere un principio attivo che ha caratteristiche antitumorali ma questo è ancora da dimostrare, perciò semplificare il messaggio non è solo cattiva informazione è scorretto", sostiene Goldacre. Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti dell’alimentazione è cresciuta esponenzialmente anche perché la letteratura scientifica si è arricchita di ricerche che hanno dimostrato come il comportamento più adeguato per la salvaguardia della salute è proprio quello che si tiene a tavola. Ma l’attenzione sul tema ha portato con sé anche la proliferazione di pareri di esperti, di consigli che a volte distolgono l’attenzione da argomenti altrettanto importanti e delicati. "La scorretta informazione mediatica danneggia il cittadino non solo perché si traduce in disinformazione ma soprattutto perché copre altri tipi di messaggi che sono più importanti: la disuguaglianza sociale, per esempio, fa molti più malati di qualunque cibo", conclude Goldacre. Fonte: Goldacre B. Tell us the truth about nutritionists. BMJ 2007;334:292.

20 I rumori del piano di sopra - Henry Terry è pazzoI rumori del piano di sopraRosa e Olindo, i precursori di una Nuova Italia che in questi giorni si sta svelando a sé stessa, hanno ucciso quattro persone per il rumore che veniva dal piano di sopra. Sono usciti fuori di matto. Alessandro ha accoltellato venti volte la sua vicina. Perchè i suoi cani abbaiavano.Il rumore può essere fragoroso, come quello dei camion della spazzatura al mattino alle sei. Molesto come i clacson dei rompicoglioni che si ostinano a entrare in centro città con l’auto e si trovano imbottigliati. Ieri ho visto persino una Smart strombazzare a una signora sulle strisce perchè non camminava velocemente. Il rumore può essere nauseante come la pubblicità a tutto volume in televisione. Stile tappezzeria come i programmi che hanno parlato della coppianzianabollita a tutte le ore. O l’antifurto implacabile di un appartamento con il proprietario in ferie. Il suono. Pronunciate lentamente questa parola: s – u – o – n – o. Spegnete la radio, la televisione, mettete i doppi vetri, insonorizzate l’appartamento. E ascoltate solo le parole. Vostre, dei vostri amici, dei vostri figli. Non è meraviglioso? Il rumore ci rende sordi. E’ stimato che la capacità auditiva di chi vive in città o in ambienti rumorosi si riduca del 30%. Chi grida, alza la sua autoradio, alza il volume della pubblicità va multato. Severamente. Propongo rilevatori di decibel a disposizione dei vigili e degli amministratori di condominio. Nei cartelli all’ingresso delle città e dei paesi, oltre ai limiti di velocità, vanno inseriti anche i decibel massimi consentiti. Il rumore è una violazione della nostra privacy. Nessuno dà il diritto a un deficiente di spararci 100 decibel nei timpani. Il rumore è anche un sottofondo, un rumore bianco, che non percepiamo più, ma che ci corrode la mente. La violazione di domicilio vale anche per il rumore. Se un rumore non è autorizzato a entrare nelle nostre case deve stare fuori dalla porta. E se si ostina a ritornare, giorno dopo giorno, può capitare che la fonte del rumore venga soppressa. In fondo è solo un problema di privacy. - http://www.beppegrillo.it/2007/02/i_rumori_del_piano_di_sopra.html Henry Terry è pazzoCosi' pazzo che si crede di essere un poliziotto. Va in giro per New York con uniforme, manette e ricetrasmittente, mostrando un distintivo falso.Nella sua casa ha organizzato una stazione di Polizia, dove ogni tanto invita ignari passanti per controlli di documenti, perquisizioni, interrogatori. Sulla sua scrivania campeggia la scritta "Caporale H. Terry, Supervisor".

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Qualche giorno si e' autoarrestato. - Ansa

21 Tetti di spesa delle strutture sanitarie - Calabria: appalti e sanità, maxi retata - Menopausa, riabilitata la "cimicifuga" - Per il caso Longostrevi, 50 medici sospesi 10 anni dopo

Tetti di spesa delle strutture sanitarieUna struttura sanitaria privata siciliana, convenzionata con il SSN, ha citato in giudizio la ASL di riferimento per ottenere il pagamento dei compensi che superavano il tetto di spesa preventivato, denunciando l'illegittimità del provvedimento della Regione Sicilia che, secondo la ricorrente, non poteva unilateralmente ed autoritativamente determinare il tetto di spesa e la contrattazione non doveva essere fatta con le organizzazioni di categoria, ma con le strutture sanitarie private ed i professionisti convenzionati. La Corte di Cassazione, con una sentenza depositata l'11 gennaio scorso, ha risolto la vertenza, respingendo il ricorso. Secondo la Suprema Corte, infatti, il provvedimento con il quale la Regione determina il tetto di spesa per un determinato anno finanziario prescinde da qualsiasi contrattazione con le strutture sanitarie pubbliche o private. Non è pensabile, infatti, che il limite di spesa erogabile dall'ente pubblico, legato alle disponibilità finanziarie ed alle esigenze di bilancio, possa formare oggetto di contrattazione con altri soggetti. Trattasi, dunque, di provvedimento che, seppur adottato dopo aver sentito i soggetti interessati, mantiene la tipica struttura di atto autoritativo che non incide su diritti soggettivi, involgendo apprezzamenti assolutamente discrezionali della Pubblica Amministrazione. E anche il piano annuale preventivo, diretto a stabilire in via preventiva la quantità e la tipologia delle prestazioni sanitarie che possono essere erogate nelle strutture sanitarie pubbliche e private, nei limiti del massimo di spesa sostenibile, non è atto pattizio e, in mancanza di specifico accordo con i soggetti interessati, prevalgono i criteri automatici di determinazione del budget fissati autoritativamente dalla Regione.Calabria: appalti e sanità, maxi retata(Il Messaggero: pag. 14, la Repubblica: pag. 31 - 7 febbraio 2007) - C'erano le mani della 'Ndrangheta sull'ospedale in cui morì Federica, la ragazza deceduta per una banale appendicite nell'ospedale di  Vibo Valentia. I boss mafiosi pilotavano gli appalti e le forniture ospedaliere verso aziende 'amiche' grazie a 'talpe' infiltrate negli uffici-chiave dell'ospedale. La Procura ha emesso 22 provvedimenti di fermo, a carico di membri di una cosca mafiosa e di tre dipendenti dell'Azienda Sanitaria. Notificato un avviso di garanzia anche al Vice Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Borrello, per voto di scambio.Menopausa, riabilitata la "cimicifuga" La Cimicifuga, altrimenti della 'erba delle indiane' (nome scientifico Cimicifuga racemosa rizoma) usata per lenire i disagi dati dalla menopausa, è stata riabilitata. Lo rende noto l' associazione nazionale dei medici fitoterapici (Anmfit) con il suo presidente, Fabio Firenzuoli. La Cimicifuga era stata esclusa dai farmaci fitoterapici perché accusata dall' Agenzia europea per il farmaco di essere tossica per il fegato. La decisione è rientata nei giorni scorsi, rendo noto l' Amfit, con una circolare del direttore generale del dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti, Silvio Borriello, che "valutati gli elementi disponibili e viste le posizioni assunte negli altri Paesi" concorda "con la riammissione della Cimicifuga racemosa rizoma" con l' unica avvertenza di "non somministrare la pianta in caso di malattie epatiche". "Siamo soddisfatti di questa decisione - ha sottolineato Firenzuoli -. Purtroppo assistiamo spesso ad attacchi indiscriminati alle erbe medicinali con argomenti che hanno poco di scientifico, minano la credibilità e la serietà della fitoterapia, facendo volutamente di ogni erba un fascio". (ANSA).Per il caso Longostrevi, 50 medici sospesi 10 anni dopola Repubblica Milano - 16 febbraio 2007 - Furono 460 i medici della mutua iscritti nel registro degli indagati per corruzione nell'ambito del caso Longostrevi. L'Ordine dei medici ha, finora, portato a conclusione i primi 50 provvedimenti disciplinari. Una trentina di medici hanno subito sospensioni variabili da un minimo di un mese fino a un massimo di sei mesi. Altri 50 casi verranno esaminati quest'anno.

22 Canone/tassa Rai. i metodi più comuni per estorcerlo a chi non ha la tvCi sono giunte migliaia di segnalazioni (*) in cui sono descritti i metodi intimidatori e talvolta truffaldini con cui la Rai cerca di costringere i cittadini a pagare il canone/tassa anche quando non si e' in possesso di un apparecchio tv. Secondo la Rai, non e' credibile che vi siano cittadini senza la televisione, ma solo cittadini che evadono le tasse. Ecco i metodi piu' comuni con cui, talvolta, si e' anche costretti a pagare malgrado non si possiede la tv. I. Visita a domicilio di un funzionario Rai. Questi chiede di entrare in casa per controllare se esistono apparecchi televisivi. Alla fine della visita consegna un cedolino per il pagamento del canone/tassa e chiede una firma per ricevuta. Ma attenzione: quella firma non e' per ricevuta del cedolino, ma una vera e propria dichiarazione in cui si ammette di avere una Tv. Sulla base di questa firma, la Rai intimera' il pagamento del canone, con minaccia di pignoramenti, fermi amministrativi, ecc. Come difendersi1. il funzionario Rai non ha alcun diritto di entrare in casa di un privato cittadino. Lo possono fare solo le forze dell'ordine su mandato dell'autorita' giudiziaria. Pertanto, si potra' invitare il funzionario Rai ad andarsene. Se insistesse, chiamare il 113. 2. Non firmare MAI tutto cio' che e' offerto da un funzionario Rai. Ritirare eventualmente il cedolino, qualora il funzionario insistesse, e farne l'uso che si crede (segnalibro, carta da riciclare, ecc.).

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3. Per i cittadini piu' indignati. Se possibile, invitare un testimone ad assistere alla conversazione con il funzionario. Quando e se chiedera' la firma "per ricevuta" del cedolino (nascondendo il fatto che in realta' vi spinge con l'inganno a firmare un'autodichiarazione di colpevolezza), fare un esposto alla Procura della Repubblica (il testimone potra' corroborare questa versione dei fatti). II. Invio annuale del cedolino per il pagamento del canone/tassa per posta, con tanto di lettera intimidatoria, nonostante si sia gia' inviata in passato una lettera raccomandata (o una diffida) in cui si e' dichiarato di non avere la tv. Se ogni anno non si risponde per raccomandata, cominciano ad arrivare lettere della Rai sempre piu' intimidatorie, come la minaccia di un fermo amministrativo dell'auto se non si paga il canone entro 20 giorni. Come difendersi1. Inviare alla Rai la diffida "Non ho la tv e non vi pago" (**)2. Ogni successiva missiva della Rai, se consegnata per posta ordinaria, puo' essere ignorata. 3. Se vi fosse recapitata una ulteriore richiesta di pagamento del canone/tassa per raccomandata, rispondere subito con una diffida come sopra (**). In questa sede, formulare anche una richiesta di risarcimento del danno (costi della raccomandata, perdite di tempo, ecc.). III. Dopo aver risposto per lettera raccomandata o con una diffida alle richieste di pagamento del canone/tassa, la Rai contrattacca facendo richiesta di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' con cui si dovrebbe dichiarare di “non essere in possesso di alcun apparecchio atto od adattabile alla ricezione di programmi televisivi, compresi personal computer, decoder digitali ed altri apparati multimediali”. Come difendersi: 1. prima di tutto, non e' necessaria alcuna dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta'. Basta una lettera raccomandata in cui si dichiara di non avere la tv (**). Quello della Rai e' solo un tentativo di sfiancare il cittadino e costringerlo a pagare per stanchezza. 2. Contrariamente a cio' che dice la Rai, il canone/tassa lo si deve pagare solo per il possesso della televisione o di un computer con scheda Tv (ovvero, dove vi sia una scheda che permette l'allaccio diretto dell'antenna tv al computer). Ignorare pertanto la richiesta per il possesso di un computer solo perche' connesso ad internet, di un videofonino, et similia. 3. Se la lettera della Rai e' stata recapitata per posta ordinaria, si puo' ignorarla. 4. Se la richiesta dell'atto di notorieta' giungesse per raccomandata, rispondere con una diffida (**). (*) Pubblicate sul nostro sito: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=canone+rai&tipo=cara(**) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40167

23 Arriva il cerotto al testosterone per riaccendere il desiderio nelle donne. Non è il "Viagra rosa", ma un farmaco destinato alle donne con menopausa chirurgica che soffrono di questo disturbo.

15.2.07 - Riscoprire le fantasie sessuali e superare il disagio del rapporto con il partner, causato dalla menopausa chirurgica. E' ciò che promette il cerotto transdermico a base di testosterone, che arriverà in Italia a maggio. Si tratta del primo farmaco approvato per le donne con calo del desiderio associato a disagio. Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (HSDD) colpisce almeno la metà delle donne con menopausa chirurgica, cioè di coloro che subiscono l'asportazione delle ovaie, a cui si associa spesso anche a quella dell'utero. In Italia sono oltre un milione, di cui 100mila con un'età compresa tra i 35 e i 40 anni. Il cerotto (inserito in fascia 'C') contiene testosterone, che svolge un ruolo chiave nella regolazione del desiderio sessuale femminile. "E' l'ormone della libido. Nella donna è importante la componente psicologica nel rapporto di coppia ma resta fondamentale il 'motore biologico', appunto il testosterone prodotto dalle ovaie", sottolinea Rossella Nappi, ricercatrice presso l'Unità di endocrinologia ginecologica & della menopausa IRCSS- Università di Pavia.Non si tratta dunque del 'viagra rosa', ma di un farmaco indicato per coloro che vogliono riscoprire la propria sessualità, dopo un intervento chirurgico dalle forti ripercussioni fisiche e psicologiche. Entro pochi giorni dall'intervento infatti "il testosterone si riduce anche del 50%", afferma Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia medica al San Raffaele di Milano. Il disturbo HSDD causa nelle donne preoccupazione e infelicità, fa sentire meno femminili e il 90% afferma che il disagio provoca impatti negativi sulla relazione di coppia e sulla qualità di via del partner. Poiché la mancanza di informazione rende più grave e difficile affrontare questo disturbo del desiderio, parte in questi giorni il 'Progetto Lei', con il patrocinio della Società internazionale di ginecologia endocrinologica (ISGE), della Società italiana per la menopausa (SIM) e della Società della Ginecologia della Terza Età (Si. Gi. T. E). E' un'indagine, la prima in Italia, che coinvolge 100 ginecologi e 400 donne tra i 35 e i 69 anni, per avere una fotografia reale nel nostro Paese sulla conoscenza del calo del desiderio sessuale nelle donne in menopausa chirurgica. – da la Repubblica A. Caperna

24 Malasanità e carenze ospedaliere? E’ colpa dei Direttori, basta con le accuse ai medici. Basta accusare i medici di tutte le carenze del sistema ospedaliero italiano. I chirurghi non ci stanno. E in una lettera aperta ai cittadini, che domani sarà pubblicata su un quotidiano nazionale, mettono "nero su bianco" la propria posizione. "I chirurghi italiani - si legge nella missiva firmata dal Collegio italiano dei chirurghi, cui aderiscono 48 delle oltre 50 società di chirurghi con varie specializzazioni - sono attualmente sottoposti a un attacco che tende ad attribuire loro tutti i disservizi

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e le deficienze strutturali degli ospedali". Ma la verità, sottolineano i "camici verdi", è che "ai medici è stata tolta ogni possibilità di gestire risorse umane e materiali negli ospedali. Tutti gli appalti per edilizia, vitto, pulizie, farmaci, presidi medici, vigilanza, assicurazioni e i concorsi sono di pertinenza esclusiva degli amministratori, nominati direttamente dal potere politico: una corporazione di 297 direttori generali gestisce 560 mila dipendenti, di cui poco più di 100 mila medici, e amministra circa 100 miliardi di euro all'anno", puntualizzano. "Si è arrivati persino a sostenere - prosegue la lettera - che negli ospedali italiani si prelevino clandestinamente organi da cadaveri nei sotterranei, un orrore che lascia attoniti, e che le infezioni ospedaliere, in Italia nettamente inferiori a quelle di molti Paesi europei, siano determinate dall'incuria e dal disimpegno dei medici".Ma guardando ai fatti, "nell'ultima Finanziaria è stato sottratto ai medici specialisti anche ogni giudizio di qualità sugli acquisti di attrezzature medicali". Il Collegio evidenzia inoltre che "il 95 per cento dei medici chirurghi in Italia è in rapporto esclusivo con il Servizio sanitario nazionale. E che, nonostante lo Stato destini alla sanità una percentuale del Pil nettamente inferiore a quella degli altri Stati Europei, il sistema sanitario italiano è ai vertici della classifica dell'Organizzazione mondiale della sanità".Chirurghi italiani: malasanita'? E’ colpa dei DirettoriLettera aperta al quotidiano la RepubblicaRoma, 8 feb. (APCom) - I chirurghi italiani scendono in campo per sottolineare come nei loro confronti è in atto un vero e proprio attacco di deleggittimazione. In una lettera aperta al quotidiano la "Repubblica", i camici bianchi sottolineano di essere "sottoposti ad un attacco che tende ad attribuire loro tutti i disservizi e le deficenze strutturali degli ospedali". Fronte compatto, quindi, contro quelli che i medici considerano i veri responsabili dei disservizi negli ospedali italiani: "Gli amministratori, nominati direttamente dal potere politico". Ai medici, infatti, "è stata tolta ogni possibilità di gestire risorse umane e materiali negli ospedali quindi malati troppo gravi non ricoverati per mancanza di posti letto, lunghe liste di attesa per scarsità di risorse umane, dimissioni troppo rapide senza un'adeguata assistenza sul territorio sono il frutto malato di scelte che considerano la salute merce, il tempo della cura un semplice strumento di produzione, la corsia una catena di montaggio e l'obiettivo finale la restrizione dei costi ed il risparmio finanziario". Ai medici, invece, sottolineano le associazioni di medici chirurghi nella lettera aperta pubblicata su 'Repubblica', rimangono "enormi responsabilità senza strumenti di partecipazione nè di controllo sulla qualità organizzativa e gestionale dell'assistenza ospedaliera". "Orrore che lascia attoniti", poi, quello per le accuse di prelevare clandestinamente organi dai cadaveri, considerando che "le infezioni ospedaliere in Italia sono nettamente inferiori a quelle di molti paesi europei". Contro i 297 direttori generali che gestiscono circa 560 mila dipendenti (di cui poco più di 100 mila medici) e ben 100 miliardi di euro l'anno, i chirurghi italiani concludono: "Deve essere chiaro che al di là di ogni accusa rimaniamo a servizio dei pazienti e del sistema sanitario nazionale". Basta quindi, concludono i camici bianchi, "delegittimare" la professionalità dei medici, "iniziamo a puntare il dito contro la gestione totalmente politica" della sanità italiana.

25 In breveDopo 23 anni James Douglas Waller risulta innocente!Dopo aver passato 23 anni della sua vita, di cui 10 in prigione, con l'etichetta di maniaco sessuale, James Douglas Waller, afro-americano, è ora un uomo libero. Il test del DNA lo ha infatti scagionato dall'accusa di violenza sessuale su un bambino. Dal 1989, quando i test del DNA sono diventati prassi nelle indagini della Polizia, vedi CSI, negli Usa hanno portato allo scagionamento di 192 innocenti, 12 casi solo negli ultimi 5 anni. 123 di questi innocenti sono stati salvati da una condanna capitale. Per aiutare i detenuti nell'iter burocratico per ottenere la riapertura dei casi e i test del DNA e' nato qualche anno fa "Innocence Project", una clinica legalmente riconosciuta che oggi sta esaminando altri 250 casi simili a quello di Waller. - Peacereporter.netL'ambiente s'impara a scuolaIl dipartimento per l'Istruzione di Londra ha deciso di riformare i programmi scolastici di Geografia inserendo il tema dei cambiamenti climatici. La proposta sara' presentata la settimana prossima e, se approvata, potrebbe entrare in vigore gia' dall'anno scolastico 2008. Per far posto a ecologia e salvaguardia ambientale verranno eliminati i capoluoghi di provincia. Non servira' piu' impararli a memoria. - Corriere.itLa giornata nazionale del finto malatoSecondo una ricerca dell'inglese Employment Law Advisory Services il primo lunedi' di febbraio e' il giorno in cui un numero esorbitante di lavoratori si finge malato per prendersi un giorno di vacanza.Secondo le stime, nel 2007 sono stati circa 300mila. I sindacati rispondono che non si tratta di finti malanni ma di un periodo particolarmente favorevole per raffreddori e influenze. Soprattutto tra le 7 e le 9 di mattina. – AnsaAnche i corvi si bacianoE' quanto ha scoperto, dopo lunghe osservazioni, Amanda Seed, psicologa (!) dell'Universita' di Cambridge, in Gran Bretagna. I corvi maschi che finiscono per litigare con i "vicini di nido" per questioni di cibo, o per un rametto, quando tornano al nido vengono accolti dai baci becco contro becco delle femmine (ricordiamo che i corvi sono monogami).Questo permetterebbe loro di abbassare la tensione e mantenere buoni rapporti nella comunita'. Un comportamento, ipotizza

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la Seed, paragonabile a quello di altri mammiferi, in particolare di alcuni primati, come i bonobo (che arrivano a "rappacificarsi" fino a trenta volte al giorno!) e gli scimpanze', che copulano per sedare risse e tensioni del gruppo.Avremmo solo da imparare! - Current Biology, InternazionaleUn quarto di secolo di ritardo: sbaglia autobus e rivede i suoi dopo 25 anni.Da ieri sta facendo il giro del mondo la storia di Jaeyaena Beurraheng, una signora malese, oggi 76enne, che a causa di un autobus sbagliato è rimasta lontana da casa, vivendo esperienze anche traumatiche, per 25 anni. Per meglio comprendere come sono andate le cose dobbiamo fare due premesse: Jaeyaena Beurraheng è analfabeta e, poichè appartiene a una minoranza musulmana dell'estremo sud della Thailandia, non parla la lingua ufficiale del paese.Nel 1982 va a trovare alcuni parenti ma quando è ora di tornare a casa sbaglia autobus e invece di andare nella provincia di Narathiwat finisce a Bangkok, 1200 chilometri piu' a nord.Accortasi dall'errore e con un filo di panico, dal momento che nessuno la capiva, non poteva telefonare e nemmeno scrivere un biglietto, sale su un altro autobus e neanche questa volta il destino è clemente: il secondo mezzo la porta ancora più lontano. Per cinque anni vive come una vagabonda, dormendo all'aperto ed elemosinando un po' di cibo. Nel 1987 viene arrestata e condotta in un centro di accoglienza per senzatetto. I gestori del Centro la scambiano per muta e lei, per i successivi 20 anni, non parla. Poi un giorno il miracolo: la donna riconosce il dialetto di tre ragazzi che lavorano nella struttura, provengono dalla sua stessa provincia. Lei piange, ride, è contenta. Riesce con fatica a spiegare la situazione e con un quarto di secolo di ritardo, a ritornare a casa e riabbracciare gli otto figli e conoscere, per la prima volta, i nipoti.da Repubblica.

26 E’ sempre Corea - Cesare Previti è stato affidato ai servizi sociali.Qualunque sia lo schema, se in campo ci sono dei brocchi, la sconfitta è certa. E se giocano fuori ruolo. Il centravanti da portiere, il mediano da regista. La sconfitta si trasforma in un disastro.Il programma non basta, è necessario che gli elettori conoscano la squadra di governo. Prima di votare. Se Prodi avesse detto che le riforme della Giustizia le attuava Mastella avrebbe perso le elezioni. Il cittadino, preso per il c..o, avrebbe optato per Castelli o, in preda a conati di vomito, si sarebbe astenuto. Per evitare situazioni imbarazzanti è sufficiente dare, in tutta trasparenza, durante le elezioni, la lista dei ministri. PRIMA ai cittadini e POI al presidente della Repubblica. I datori di lavoro non sarebbero più gli ultimi a sapere e a essere cornificati. Il problema non è solo politico, ma anche di competenze. I migliori al governo non deve essere una bestemmia. Ai posti ministeriali vanno invece, sempre, i fedelissimi di partito. Gentiloni è lì perchè lo ha voluto Rutelli. La Turco e la Melandri sono di nomina dalemiana. La confusione è tale che la squadra la fanno gli allenatori in seconda e non il presidente del Consiglio. Noi, dagli spalti, guardiamo una squadra impresentabile, senza giocatori di ruolo. E perdiamo, perdiamo sempre. Ultimi in classifica in Europa. Quali sono le credenziali di Fioroni, Santagata, Pollastrini, Lanzillotta, De Castro, Chiti e Mussi? Le parentele? Le correnti? Il collegio elettorale? E a noi cosa ce ne frega? Giochino nel cortile di casa del partito. Il cittadino ha il diritto di scegliere chi decide del suo futuro. Basta sorprese. Basta brutte sorprese. - http://www.beppegrillo.it/2007/02/e_sempre_corea.htmlCesare Previti è stato affidato ai servizi socialiLo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Roma. Previti svolgera' attivita' di consulente legale presso il Centro Italiano di Solidarieta' di Castel Gandolfo, che fa riferimento a Don Picchi. In base a quanto deciso dal tribunale di sorveglianza, l'ex ministro potra' uscire dalla casa-famiglia di adozione alle 7 del mattino e rientrare non oltre le 23. Ma, purtroppo, nonostante la condanna definitiva in cassazione il parlamento non ha trovato un minuto per farlo decadere dalla carica di “onorevole senatore”.

27 Il rimpallo di Telecom tra utenti e concorrenti. Sempre più utenti di altri gestori vengono rimandati da questi all'ex monopolista per protestare contro ritardi. - La responsabilità eventuale di intervenire presso Telecom e sanzionarla, a difesa del proprio cliente, è solo del gestore che ne ha acquisito il contratto.

08-02-2007 - Un cliente sceglie Infostrada o Fastweb come primo nuovo gestore e dopo qualche tempo di acquisizione del suo contratto si sente rispondere dal suo gestore che non si può procedere all'attivazione del nuovo impianto o al distacco da Telecom per colpa di quest'ultima. Spesso si tratta della verità: sono quei ritardi che hanno portato con insistenza i competitor di Telecom a chiedere lo scorporo della rete. Ma non è questo il punto. Sempre più è invalso nel personale dei servizi clienti di gestori alternativi il vizio di rimandare il cliente a protestare direttamente presso Telecom per questo disservizio. Si tratta di un malcostume: il personale Telecom non ha alcun titolo legale per interloquire con gli utenti di un altro gestore per questi motivi, non ha la competenza e la possibilità di incidere sui ritardi che impediscono a un altro gestore di fornire i servizi richiesti. La responsabilità eventuale di intervenire presso Telecom e sanzionarla, a difesa del proprio cliente, è solo del gestore che ne ha acquisito il contratto. Sembrano cose scontate e banali ma in Italia non è niente di scontato.

28 Celiachia, la cura è nel grano che la provocaUn peptide del frumento di grano duro contrasta gli effetti tossici della gliadina, la proteina del glutine responsabile della malattia celiaca. La scoperta, la prima del genere, è stata ottenuta nei laboratori dell'Istituto Superiore di Sanità da un

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gruppo di studiosi coordinati da Massimo De Vincenzi, ricercatore del reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute."L'identificazione di questo peptide, non tossico e in grado di inibire la risposta immunitaria patologica che si scatena nei soggetti celiaci", spiega De Vincenzi, responsabile della ricerca pubblicata su Pediatric Research, "potrebbe rappresentare una strategia terapeutica alternativa alla dieta, unico strumento finora a disposizione per evitare i sintomi della malattia. In questo studio siamo riusciti a descrivere, per la prima volta, gli effetti antagonisti di questo peptide che, a differenza di altre molecole individuate in studi precedenti, tutte sintetizzate artificialmente, è presente in natura nella farina di grano duro, ovvero in un cereale assolutamente bandito da una dieta priva di glutine".La molecola in questione si chiama 10-mer, è fatta di soli dieci aminoacidi e si ricava da una frazione proteica di grano duro solubile in alcol. Come hanno potuto osservare in vitro i ricercatori, 10-mer previene nei celiaci l'attivazione e la proliferazione dei linfociti messi in moto nell'intestino di questi pazienti proprio dalla presenza del glutine, considerato dal loro sistema immunitario alla stregua di un agente infettivo, quindi da distruggere. La sequenza di aminoacidi interferisce proprio con i linfociti T che reagiscono alla gliadina, diminuendo la produzione dell'IFN-gamma e del TNF-alfa, due delle maggiori citochine infiammatorie che si attivano proprio in reazione alla presenza del glutine, e abbassa l'espressione dei CD25, marker dell'attivazione linfocitaria. "Modificando il Dna", conclude De Vincenzi, "si potrebbe ottenere un tipo di frumento non tossico per i celiaci. Il risultato sarebbe un cereale dotato delle stesse qualità nutritive di quelli prodotti in natura, ma privo del potere di scatenare la malattia".

29 Ricariche TLC, abolizione confermata ed estesa. L'eliminazione dei costi di ricarica non coinvolgerà solo la telefonia mobile, ma anche altri servizi del mondo delle TLC, come quelli di telefonia fissa e televisivi,Tra le proposte cassate, le due avanzate dall'onorevole Mario Valducci di Forza Italia: con la prima si proponeva un rinvio di 60 giorni per l'entrata in vigore del divieto, mentre la seconda prevedeva l'esclusione del settore del digitale terrestre dall'abolizione dei costi fissi di ricarica.

Alla fine, per quanto riguarda i costi di ricarica, un emendamento al decreto Bersani è stato effettivamente approvato: la commissione Attività produttive della Camera ha infatti dato semaforo verde non solo alla cancellazione dei costi fissi di ricarica per i telefoni cellulari ma anche per altri servizi del settore delle TLC.L'articolo 1 del decreto è stato infatti approvato con le variazioni proposte dal relatore, l'onorevole Andrea Lulli (l'Ulivo), che prevedono l'estensione del divieto di introdurre costi fissi di ricarica a tutto il settore delle TLC, e quindi per servizi internet, di telefonia fissa, TV. Il relatore del decreto sulle liberalizzazioni riferisce inoltre l'accoglimento di "due emendamenti dell'opposizione" proposti dal forzista onorevole Luigi Lazzari: nel primo si stabilisce che il termine già fissato dall'articolo 1 (30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto) valga anche per l'obbligo, rivolto agli operatori, di evidenziare le voci che compongono il costo effettivo del traffico nelle offerte tariffarie; il secondo recepisce il terzo comma del primo articolo: in caso di recesso dal contratto, l'utente non sarà assoggettato a vincoli temporali, né a spese non giustificate da costi dell'operatore, includendo in questi anche gli investimenti commerciali da esso sostenuti.Sono stati invece bocciati alcuni emendamenti e sub-emendamenti. Tra le proposte cassate, le due avanzate dall'onorevole Mario Valducci di Forza Italia: con la prima si proponeva un rinvio di 60 giorni per l'entrata in vigore del divieto , mentre la seconda prevedeva l'esclusione del settore del digitale terrestre dall'abolizione dei costi fissi di ricarica. Scartati anche gli emendamenti che volevano l'abolizione dei costi delle carte di credito prepagate, benché l'onorevole Lulli si sia dichiarato disponibile ad una valutazione ulteriore.

30 Non siamo le badanti del Servizio Sanitario RegionaleArticolo di fondo del mensile "Firenzemedica" di gennaio 2007 organo della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) Sezione di Firenze - Viale Milton, 3 - 50129 Firenze - tel. 055-486391 fax: 055-470216E-mail: [email protected] Pagina web: www.fimmgfirenze.org No, non lo siamo. Ci stiamo avviando verso un affidamento di un sistema in affanno, che mostra tutte le sue incongruenze: liste di attesa ipertrofiche, assalto ai pronti soccorso, libera professione selvaggia, totale scollamento ospedale territorio, dove al territorio è richiesta solo una massa enorme di certificazioni, richieste, trascrizioni ecc.Non esiste reparto che non si inventi moduli, percorsi di accesso, ostacoli i più disparati ed i più incongrui, con rimando continuo del paziente fra noi e loro, con infinite e defatiganti discussioni su chi fa cosa (ma non c'era la delibera 1038?).Pazienti allo sbando, sempre più sballottati fra la struttura ed il territorio con percorsi fantasiosi ed impraticabili.Dello stesso ITT che avrebbe dovuto semplificare la vita dei pazienti oncologici, non ne troviamo traccia e da Careggi continuano ad arrivarci chilometriche richieste di follow-up e pazienti senza un minimo di percorso per la loro effettuazione. Tutta la nostra attività si concentra sul "si faccia fare".Anche le recenti note (come le vecchie) sono totalmente sconosciute al sistema. I colleghi ospedalieri candidamente (ed in buona fede) dichiarano una non trasmissione di informazione da parte delle strutture dedicate.Paziente quindi affetto da ricettaziosi acuta che nessuno vuole curare nell'ambito del pubblico (con amorevole carità nella via privata si trovano subito le cure) e che quindi, barcollante da overdose, viene affidato a quella badante che è il medico di famiglia.

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Medico sempre più centrale nel sorreggere con l'appropriatezza, i risparmi, il costante contatto con le famiglie.Questo naturalmente ha un premio, il sistema sta mettendo sotto accusa molti medici per aver prescritto farmaci (su indicazione degli specialisti) fuori nota o senza specifica indicazione. Ci vengono richiesti indietro i costi e aperti presso gli Ordini fascicoli per valutare violazioni deontologiche.Non contenti si dichiara, nell'ultima circolare regionale sulla riorganizzazione dei pronto soccorso, che le H12 e i punti di primo soccorso dei medici di famiglia sono falliti e quindi bisogna sempre di più attrezzarsi per rispondere ai bisogni del cittadino con ambulatori per i codici bianchi ipertrofici, ma presso le strutture.La medicina generale non fa, ne' deve fare il, pronto soccorso; noi dobbiamo curare (bene) la cronicità e quanto altro fa parte della medicina di famiglia. Le acuzie le devono fare gli altri, mancano le strutture ed il personale per altri tipi di intervento. (Bisogna investire in personale anche sul territorio, ma non a spese dei medici, ma delle strutture).Per le UCP in via sperimentale si sono stanziati 2,4 milioni di ? per tutta la regione. Per riorganizzare il pronto soccorso solo a Prato si investiranno 2,5 ml di ?.Investimenti sottratti al territorio, che non permetteranno di fare i progetti di crescita della medicina generale.Come mai, siamo l'unica Regione che ancora non ha un sistema informativo? (tutte le altre sono partite), che poi permetterebbe un collegamento con la continuità e quindi un miglioramento delle prestazioni.Bisogna evitare l'uso improprio della Continuità Assistenziale come 118 di seconda scelta che rende impraticabile la vera continuità delle cure che, invece, l'area della medicina generale, se opportunamente riorganizzata e guidata dai MMG, è perfettamente in grado di garantireSi potrebbe realizzare il progetto di continuità delle cure da tutti auspicato, che non è fare ambulatorio il sabato e la domenica.Progetto di apertura degli ambulatori che ci trova contrari perché non serve: è inutile e non fa parte di un progetto assistenziale.Non vogliamo il pronto ricetta per quelli che vanno a fare i fatti loro e poi all'uscita della messa o dalla ex casa del popolo vanno a farsi ripetere le cure.Ambulatori no, progetti sì, ma articolati con la continuità, con investimento su personale di supporto ed informatica, altrimenti è demagogia. Il pericolo è che questa badante dica basta e lasci il vecchio sulla panchina di qualche ASL.Il Vice Segretario Nazionale FIMMG - Dott. Mauro Ucci

31 Istituzioni migliori, evasione minore.“Cosa si può rilevare in merito all’associazione tra tasse più o meno occulte, da un lato, e quota di evasione, dall’altro?” A domandarselo è Maurizio Bovi in un articolo pubblicato su www.lavoce.info e intitolato “Quelle tasse occulte che favoriscono l'evasione”.I risultati dello studio di Bovi sono sintetizzati in un tabella che mette a confronto i diversi sitemi europei e riporta i paesi in ordine di (quota di) evasione crescente. “Sorprendentemente(?) – scrive Bivi - i sistemi relativamente insufficienti in quanto a evasione fiscale non sono quelli con i peggiori voti nella "materia fiscale", ma sono quelli che stentano di più nelle "materie istituzionali": la maggiore evasione tende ad associarsi più al "rosso" istituzionale e regolamentare che alle aliquote più elevate. Evasione, aliquote e tasse occulte (media 1990-2003)

 

Squota % di sommerso sul Pil totale

Ivoto alle istituzioni

RVoto alle regolamen-tazioni

TT/(1-s)

Svizzera 7,8 8,9 6,4 28,1 30,5USA 8,9 8,7 7,2 27,9 30,6Giappone 10,1 8,0 5,9 27,1 30,1Austria 10,5 8,9 5,6 42,4 47,4Nuova Zelanda 10,9 8,9 7,7 35,0 39,3Olanda 12,4 9,1 6,3 40,2 45,9Regno Unito 12,9 8,8 7,1 35,4 40,6Francia 12,9 7,8 5,8 43,4 49,8Australia 13,2 8,9 6,6 29,0 33,4

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Irlanda 13,7 8,6 6,5 31,2 36,2Canada 14,6 8,9 6,8 35,6 41,7Danimarca 14,8 9,1 6,4 48,2 56,6Germania 15,9 8,9 5,4 36,5 43,4Norvegia 15,9 8,9 6,0 41,2 49,0Svezia 16,9 8,8 5,9 50,1 60,3Finlandia 17,0 9,1 6,2 45,7 55,1Portogallo 18,1 7,7 5,3 32,0 39,1Belgio 19,2 8,0 5,8 43,9 54,3Spagna 20,5 7,3 5,7 33,2 41,8Grecia 24,7 6,3 4,7 33,6 44,6Italia 24,9 7,0 4,8 41,1 54,7

S=quota % di sommerso sul Pil totale, I,R=voto alle istituzioni (I) e alle regolamentazioni (R): voto più alto=cittadino/impresa più soddisfatto/a (0<I,R<10). (gettito totale Pil). (1-s)="pressione" fiscale % sugli onesti. s="S/100." Fonte: S="Schneider;" I,R="Fraser" Institute; T="pressione" Maggiori dettagli nelle note.>< P>La stima della quota di economia sommersa (indicata con S nella tabella 1) è tratta da Schneider ed è calcolata con varie e sofisticate tecniche econometriche. (1) In particolare, confrontando le aliquote fiscali vigenti in Italia con quelle dei paesi scandinavi, si vede – sottolinea l’autore - che in questi ultimi paesi lo Stato riesce a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti in modo molto più vorace/capace che da noi. Il risultato non cambia neppure correggendo l’aliquota per tener conto del fatto che solo i redditi dichiarati pagano le tasse (il che porta gli italiani onesti a fronteggiare un’imposizione maggiore di quella media. Cfr. le ultime due colonne della tabella). Perché, allora, per dirla con Colbert, "è più facile spennare le oche nordiche che quelle italiane?" Una risposta – e questo è il punto – potrebbe risiedere nelle altre cifre della tabella. Esse infatti informano che, da loro più che da noi, lo Stato "rimette" nelle tasche dei cittadini istituzioni e servizi pubblici maggiormente graditi e di qualità. È questo il senso dei due "nove+" ottenuti da Finlandia e Danimarca alla voce "I". Simili considerazioni valgono anche se queste economie vengono comparate con Spagna e Grecia, gli altri due paesi in rosso più evasivo che fiscale. Altrimenti detto, le tasse occulte, nel gioco tra governo ed evasori – conclude Bovi - sembrano costituire un ingrediente addirittura più importante delle tasse propriamente dette.

32 Rapporto Osservasalute 2006 sullo stato di salute e qualità dell'assistenza nelle regioni italiane15.2.07 - "Vicini, ma non abbastanza": questo in estrema sintesi ciò che emerge dalla quarta edizione del Rapporto Osservasalute sullo stato di salute e la qualità dell'assistenza nelle regioni italiane presentato questa mattina a Roma presso il Policlinico universitario Agostino Gemelli. La vicinanza, e implicitamente la distanza sono le direttrici lungo le quali si gioca il successo e si misurano le inevitabili difficoltà del processo della devolution, cioè della prossimità tra istituzioni e cittadini. Il Rapporto (di 453 pagine), suddiviso in due parti principali - la prima dedicata alla salute e ai bisogni della popolazione, la seconda ai sistemi sanitari regionali nonché alla qualità dei servizi - è stato presentato dalla Direzione e dalla Segreteria scientifica dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma: prof. Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica e direttore dell'Osservatorio; prof. Americo Cicchetti, docente di Organizzazione aziendale alla Facoltà di Economia dell'Università Cattolica; prof. Gianfranco Damiani, docente dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica. In termini di sopravvivenza, l'Italia è tra i paesi più longevi del mondo, tanto per gli uomini quanto per le donne. I livelli di sopravvivenza così elevati sono il frutto dei continui progressi in medicina e delle migliori condizioni di vita della popolazione che hanno contribuito a ridurre notevolmente i rischi di morte a tutte le età della vita. Al 2004, la speranza di vita alla nascita, mostra l'ormai noto vantaggio delle donne rispetto agli uomini, con un'aspettativa di vita mediamente di 6 anni più elevata per le prime rispetto ai secondi (83,7 anni per le donne contro i 77,7 per gli uomini). La speranza di vita presenta da molto tempo un andamento positivo con un aumento progressivo dell'aspettativa di vita media. Tanto per gli uomini quanto per le donne sono le Marche a godere di una più alta aspettativa di vita alla nascita, mentre la Campania si trova nella condizione più svantaggiata. Tuttavia, il quadro che emerge dalla Quarta edizione del Rapporto sottolinea la stazionarietà se non l'acuirsi delle variazioni regionali - la distanza appunto, o quantomeno la non sufficiente vicinanza - sia rispetto alla diffusione di alcuni fattori di rischio e stili di vita, che favoriscono più elevati tassi di morbosità e mortalità, sia nei confronti di aspetti legati alla

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programmazione e all'organizzazione dei servizi sanitari. Sul fronte degli stili di vita si aggravano alcuni fattori di rischio, quali fumo e obesità su tutti. I dati del 2006 confermano il progressivo decremento della prevalenza dei fumatori, ma il fumo rimane un'abitudine ancora molto diffusa in particolare tra i più giovani. Sul fronte del soprappeso, solo poco più di metà della popolazione italiana ha un peso normale, il 42,6% è in soprappeso e, rispetto al rapporto dello scorso anno, gli obesi sono aumentati dall'8,5 al 9% della popolazione, in particolare nelle Regioni meridionali. "Regioni in cui - ha affermato il prof. Ricciardi - aumenta il carico di malattia per questi fattori di rischio, cui se ne aggiungono di altri: a eccezione della Sardegna e del Molise, tutte le Regioni del Sud presentano, a esempio, tassi standardizzati di mortalità per diabete mellito considerevolmente superiori rispetto alla media nazionale e un progressivo avvicinamento ai dati delle Regioni del Nord, ma avviene su un fronte negativo. Le malattie tumorali vedono un progressivo avvicinamento epidemiologico delle Regioni del Sud tradizionalmente meno colpite, rispetto a quelle del Nord. Anche in questo caso vi è la convinzione che un importante determinante delle tendenze negative nelle Regioni meridionali, a fianco dell'inadeguato contrasto al tabagismo, sia la progressiva sostituzione della dieta mediterranea con una dieta più "nordica" associata a un maggior rischio oncologico". E differenze notevoli permangono sul fronte della diffusione dei programmi di screening per la prevenzione secondaria dei tumori, in particolare della cervice uterina, della mammella e del colon-retto, con alcune Regioni del Sud ancora terribilmente in ritardo nella attivazione di programmi di questo tipo. La progressiva devoluzione delle competenze del Servizio Sanitario Nazionale ha favorito lo sviluppo di modelli istituzionali e organizzativi molto differenti tra le Regioni italiane con soluzioni molto differenziate, tra realtà e realtà, che rendono sempre più difficoltoso un sistematico confronto tra i modelli e i loro conseguenti risultati. "Particolarmente rilevante è lo svantaggio accumulato da alcune Regioni, soprattutto meridionali, nella riorganizzazione dei propri servizi, sia ospedalieri che territoriali - ha affermato il prof. Gianfranco Damiani - Emblematico è, ad esempio, lo squilibrio Nord-Sud per i servizi per le fasce di popolazione più fragili, anziani e disabili fisici e psichici in primis. Per questi ultimi, a esempio le persone assistite, sia con interventi educativo-assistenziali, sia dai centri diurni, sono nel Nord-Est circa10 volte quelle assistite nel Sud e nelle Isole". Anche sul fronte dello "stato di salute" dei sistemi sanitari delle Regioni Italiane emergono dal Rapporto Osservasalute distanze e differenze di approccio. A fronte di una spesa sanitaria complessivamente in aumento dell'8% tra il 2005 e il 2006 le Regioni continuano ad avere performance economico finanziare fortemente eterogenee. La maggior parte delle Regioni del Nord sembrano ormai aver raggiunto l'equilibrio strutturale. A fronte di situazioni di squilibrio strutturale palese, sancite dai provvedimenti di affiancamento intervenuti durante il 2006 (vedi Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Liguria), i casi positivi di alcune Regioni del Sud come la Basilicata e la Puglia dimostrano ancora una volta che i buoni risultati derivano dall'adozione di politiche di riequilibrio attivate grazie alla mobilitazione massiccia di tutte le competenze professionali disponibili per l'organizzazione e la programmazione sanitaria a supporto di scelte politiche difficili ma risolutive. La devoluzione delle responsabilità nel campo della sanità è stata assunta in modo diverso da Regione a Regione. Non va dimenticato che nell'economia delle Regioni la sanità ha un peso sostanzialmente diverso: se la Regione Lombardia riesce ad assicurare i Lea spendendo il 4,75% del suo PIL, la Campania deve dedicare l'8,95% del PIL alla spesa sanitaria. Il differenziale chiaramente è tolto alle politiche di sviluppo e di riequilibrio del sistema economico complessivo. "Questo - ha sottolineato il prof. Americo Cicchetti - assegna necessariamente al Governo centrale la responsabilità di una gestione attenta del processo devolutivo per controllare le spinte centrifughe a beneficio di uno sviluppo equilibrato dell'intero sistema". Sul fronte delle scelte organizzative Osservasalute, grazie alla collaborazione con il Ministero della Salute ha quest'anno preso in esame il processo di dipartimentalizzazione ospedaliera per monitorare i cambiamenti in corso. "Dall'osservazione di 1800 dipartimenti ospedalieri distribuiti su più di 300 aziende sanitarie - ha affermato Cicchetti - emerge che ancora oggi una larga parte dei dipartimenti appare costruita non intorno a percorsi di cura riferiti a raggruppamenti omogenei di pazienti, ma secondo il criterio della specializzazione, ovvero privilegiando ancora le esigenze degli operatori piuttosto che quelle dei pazienti che imporrebbero, invece, la presenza di team multidisciplinari e concordanza intorno a linee guida e standard assistenziali secondo il paradigma dell'Evidence based medicine". In conclusione, le Regioni rappresentano il fulcro decisionale delle attività sanitarie e nella maggior parte dei casi svolgono questo ruolo con buoni e, in qualche caso, ottimi livelli di efficacia ed efficienza. "Proprio per questo è stridente il ritardo di alcune realtà regionali che faticano, per diversi motivi, a stare al passo con le Regioni più dinamiche - ha sottolineato Ricciardi - anche se questo, d'altra parte, è un fenomeno tipico dei sistemi sanitari con elevati livelli di devoluzione che, pur garantendo una buona prossimità tra i cittadini e i livelli decisionali in tema di salute, alimentano forti elementi di disuguaglianza e di possibile 'inequità', soprattutto a sfavore delle persone e delle aree geografiche socio-economicamente meno avvantaggiate". I meccanismi di compensazione a questi squilibri vanno ricercati in attività di verifica e coordinamento che aiutino a superare i ritardi e a supportare le Regioni, in particolare quelle in difficoltà, a stare al passo con la complessa evoluzione dei sistemi sanitari. "Spetterà alle stesse Regioni - ha concluso - concordare le modalità di costruzione di rapporti sinergici con le Istituzioni centrali perchè solo l'aggregazione delle migliori competenze a livello nazionale e la leale collaborazione

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con i decisori regionali possono aiutare a dare risposte adeguate ai problemi sempre più complessi dei moderni sistemi sanitari". Il Rapporto Osservasalute 2006, con le sue 453 pagine di analisi di dati sulla salute e la qualità dell'assistenza nelle Regioni italiane, è frutto del lavoro di oltre 200 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che collaborano con l'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma, e che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Ministero della Salute, Istat. A questa quarta edizione dell'Osservasalute hanno collaborato anche Caritas e Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap). Il Rapporto Osservasalute è frutto del lavoro di oltre 200 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano, che collaborano con l'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Salute, Istat. A questa quarta edizione dell'Osservasalute hanno collaborato anche Cittadinanza Attiva, Caritas e Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap).

33 Ictus: inquinamento atmosferico nelle stagioni calde connesso a mortalità - Trafigura di cacca.

Ictus: inquinamento atmosferico nelle stagioni calde connesso a mortalitàE' stata rilevata una connessione fra il rischio di ictus letale ed il particolato fine ed ultrafine dell'inquinamento atmosferico, ma la correlazione risulta significativa solo durante la stagione calda. Questo dato ha implicazioni per la popolazione anziana, ed i medici dovrebbero informarla del rischio. Nei giorni in cui i livelli di inquinamento sono particolarmente elevati, gli anziani dovrebbero evitare di trascorrere più tempo del necessario nel traffico, sia in macchina che a piedi, soprattutto se affetti da malattie cardiovascolari, onde ridurre l'esposizione agli agenti inquinanti. In questi stessi giorni gli anziani dovrebbero anche evitare di fare esercizio all'aria aperta. (Stroke online 15.2.2007 )Trafigura di merda10 miliardi di franchi CFA, pari a circa 152-154 milioni di euro. E' quanto la Trafigura Ltd. ha accettato di pagare in cambio del fatto che il governo della Costa d'Avorio non proceda legalmente in merito allo scandalo per i rifiuti tossici scaricati lo scorso agosto in alcune zone della citta' ivoriana di Abidjan.I soldi andranno a finanziare la bonifica di una dozzina di siti inquinati e la costruzione di un impianto per il trattamento dei rifiuti tossici.Il governo invece provvedera' ai risarcimenti danni per le vittime di avvelenamenti (10 decessi e migliaia di intossicazioni piu' o meno gravi).La 'Trafigura Ltd' ha complessivamente 55 uffici commerciali in 36 paesi del mondo e nel 2005 il suo fatturato ha sfiorato i 30 miliardi di dollari.Non e' pero' finita qui. Anche se il governo ivoriano ha accettato un accordo extragiudiziale, un gruppo di avvocati inglesi, rappresentanti di 4-5000 ivoriani intossicati dalle esalazioni, sta portando avanti un'altra causa contro la multinazionale.La Trafigura non puo' dare tutte le responsabilita' alla societa' Tommy (che ha materialmente scaricato i rifiuti, ovviamente per conto della multinazionale), poiche' era consapevole di cio' che sarebbe avvenuto, dal momento che la Costa d'Avorio non ha alcun impianto per il trattamento dei rifiuti chimici. - Fonte: misna.org

34 Italia senza valori. arrivano i volenterosi. www.lavocedellacampania.itFebbraio 2007 di Andrea Cinquegrani - Bingo bongo, il nostro è proprio il Paese che si trasforma come il pongo. E mentre una finanziaria “tagli e sacrifici” mette quasi sul lastrico la stragrande maggioranza degli italiani, gli altri stanno a contare i soliti milioni facili (di euro). Sono quelli che fanno sempre Bingo, lorsignori. Bingo per i tangentisti, che a 15 anni esatti dallo scoppio di Mani pulite (ricordate quel 17 febbraio ‘92 quando venne arrestato a Milano lo sconosciuto Mario Chiesa del Pio Albergo Trivulzio?) festeggiano con i tric e trac i loro successi. Perché niente è cambiato, le mazzette restano la regola, si sono solo “modernizzate” le modalità, a base di prestanome e, soprattutto, di comode società fiduciarie. L’emblema dello sfascio? Il sempre gongolante Antonio Di Pietro, che aprì quella stagione, improvvisamente ne disertò i campi allora difficili di battaglia, preferendo la comoda poltrona politica, trasformandosi per incanto in amico dei suoi grandi accusati, ‘o ministro Pomicino in prima fila. Bingo per i trasformisti. E guarda caso riprendiamo proprio da un eletto nelle accoglienti fila dell’Italia dei Valori (sic!), Sergio De Gregorio, che dalla strenua difesa dei camorristi doc della Campania (vedi alla voce clan Nuvoletta) sul finire degli anni ottanta, ora passa al servizio della Patria, dei connazionali all’estero e gronda ogni giorno sudore per la sua Difesa. Adesso gongola, De Gregorio, per il ribaltone al Senato: ma poteva mai non sapere, il superpoliziotto Di Pietro, di che panni vestiva il suo pupillo? Bingo Italia, ecco la ricetta per risolvere i problemi del Paese decotto. Rullano i tamburi, è pronto a scendere in campo il Partito dei Volenterosi, l’ultima boutade mediatica messa in piedi per buggerare il solito popolo bue (che prima o poi però

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s’incazza e fa un bel ’68, sarebbe ora). Ma chi sono i portabandiera? A Milano svetta il gonfalone di Paolo Pillitteri, il sindaco-cognato di Craxi. Da Napoli risponde Paolo Cirino Pomicino, che torna ad essere super-presente. O’ Ministro, infatti, è fresco componente della Commissione Antimafia, insieme a mister centomila Alfredo Vito, l’uomo che aveva giurato davanti ai giudici di voler abbandonare per sempre la politica (dopo Tangentopoli). Arieccoli tutti e due, l’andreottiano e il gavianeo doc, a rappresentare gli italiani nella lotta contro mafie e camorre! I dorotei, comunque, sono capaci di mettere a segno un altro colpo. Lo sapete chi è oggi al vertice dell’Antiracket nazionale? Raffaele Lauro, prima portaborse e poi segretario particolare dell’ex ministro delle Poste e degli Interni Gava. Cin cin. Bingo Berlusconi, che riesce a mettere gli italiani nel sacco per giorni con le sue liti familiari. Incredibile ma vero: tutte le reti televisive, tutti i giornali dietro al reality di Macherio mentre i conti pubblici vanno a rotoli e il paese rischia l’Argentina. Vista la “complicità” di Repubblica con apertura e paginata per poche righe più foto, va in scena l’ennesimo, annunciato Inciucio Maximo? E’ l’anticamera della Grosse Koalition indorata al punto giusto per i soliti scemi? Bingo Napoli, con il ministro Amato e le sue ricettine al Mulino bianco per contrastare la camorra. Ma sanno lorsignori che il territorio è ormai sotto il tallone della criminalità organizzata? Che i quattro quinti dell’economia sono di stampo camorristico? Che il 90% delle amministrazioni comunali sono colluse o a fortissimo rischio? Che è uno straparlare decennale di monitoraggio sugli appalti e non viene mai mosso un dito? Che le confische restano regolarmente lettera morta? Che la magistratura - a parte rare eccezioni - chiude quasi sempre un occhio se non tutti e due? No, vince la solita cartolina. Tutta Ranieri, D’Alessio e mandolini. Scurdammoce ‘o presente.

35 Grande successo per le cooperative di medici di famiglia. Garantiscono l'apertura di uno studio medico anche nei giorni festivi e prefestivi per patologie non gravi e per evitare di ricorrere al Pronto Soccorso quando non è necessario.

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore 06/02/2007 - L'iniziativa. Grande successo in provincia di Modena per le cinque cooperative di medici di famiglia presenti: garantiscono l'apertura di uno studio medico anche nei giorni festivi e prefestivi per patologie non gravi e per evitare di ricorrere al Pronto Soccorso quando non è necessario. Complessivamente gli utenti potenziali sono circa 400mila, per un'esperienza presa come riferimento a livello nazionale. L'esperienza. La prima, MDF, ha aperto lo studio nel 2000 a Modena. La più recente, MeMo3, è stata inaugurata sempre a Modena poche settimane fa, andandosi ad aggiungere a Meditem (Carpi), MDF7 (Nonantola) e Medibase Area Nord (Medolla). Sono le cinque cooperative dei medici di famiglia che costituiscono una realtà importante per la provincia modenese, ma di eccellenza anche a livello nazionale. Complessivamente, infatti, si rivolgono ad un bacino di circa 400.000 utenti con il comune obiettivo di consentire a chi ne ha bisogno di rivolgersi ad un medico di famiglia anche nei giorni festivi ed in quelli prefestivi, quando la patologia non è grave (ad esempio, mal di gola, mal di schiena, cistite), il caso non è urgente e non è, quindi, necessario andare al Pronto Soccorso. Il servizio - con accesso libero, gratuito e  rivolto a tutti i cittadini, adulti e bambini - sta riscuotendo un gradimento crescente, tanto che lo scorso 3 febbraio MDF7 ha inaugurato un altro studio medico a Castelfranco Emilia, i cui orari si integrano con quello di Nonantola per consentire un'apertura più ampia per gli utenti del distretto sanitario. Tutto questo è stato possibile grazie all'interesse e alla piena disponibilità manifestata dall'Azienda USL fin dall'inizio del progetto e, in particolare, al “salto” culturale compiuto da molti medici di famiglia che hanno accettato la sfida di lavorare in gruppo per fornire ai cittadini un servizio di continuità assistenziale ambulatoriale. Il servizio, concordato con la direzione del distretto sanitario, risponde, quindi, alle necessità del paziente nei giorni in cui lo studio del medico di famiglia è chiuso, e opera da “filtro” contribuendo a ridurre il ricorso improprio al Pronto Soccorso per problemi sanitari definiti come “codici bianchi”.La tipologia di utenti. Alcuni dati fanno comprendere con chiarezza la tipologia degli utenti di queste cooperative: per quanto riguarda il distretto di Modena, nel 2006 si sono rivolti ai medici di MDF ben 4066 persone, oltre 600 in più rispetto alle 3435 dell’anno precedente. La fascia di età che ha usufruito maggiormente del servizio è quella dai 15 ai 44 anni (41 per cento dei pazienti), seguita da quella che va dai 45 ai 64 anni (31 per cento dei pazienti), mentre la percentuale degli over 65 è di gran lunga inferiore (22 per cento). Interessante è anche considerare quali sono i disturbi che, sempre nel distretto di Modena, hanno indotto le persone a chiedere un consulto medico nei giorni festivi: al primo posto vengono le patologie otorinolaringoiatriche, influenza compresa (18 per cento dei casi), al secondo posto le patologie osteoarticolari (10  per cento), seguite da quelle dermatologiche (8 per cento). Regione Emilia-Romagna 2007.

36 PartecipaSalute: un progetto per partecipare alle decisioni sulla saluteIl progetto PartecipaSalute - dal titolo originale "Costruire un’alleanza strategica tra associazioni di pazienti e cittadini e comunità medico scientifica" - è un progetto di ricerca interdisciplinare tra associazioni di pazienti e cittadini, società medico-scientifiche, ricercatori ed esperti di comunicazione e divulgazione scientifica. Il progetto è coordinato dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e si svolge in collaborazione con il Centro Cochrane Italiano e l'agenzia di giornalismo scientifico Zadig. E' realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino e si avvale di un Comitato tecnico scientifico multidisciplinare di supporto alle attività. E' sostenuto anche dal gruppo GRAL, un gruppo di rappresentanti di associazioni di cittadini & pazienti e membri laici di comitati etici che hanno partecipato alle attività formative del progetto e che collaborano a molti progetti in corso. Il progetto PartecipaSalute nasce con questi obiettivi: orientare i pazienti, i cittadini e le loro associazioni a una partecipazione attiva in ambito sanitario e delle scelte in medicina,

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affiancandoli in un percorso di formazione e informazione (basato sui loro bisogni); orientare le organizzazioni professionali e scientifiche a un rapporto costruttivo con pazienti e cittadini, per accogliere i loro bisogni in particolare riguardo alla ricerca clinica e alla diffusione delle informazioni scientifiche; creare un tavolo di confronto tra le associazioni di pazienti e cittadini e le organizzazioni scientifiche su tematiche di interesse comune; favorire la nascita di una partnership trasparente tra il paziente/cittadino e i servizi sanitari, che aiuti a superare i punti critici di questo rapporto.  Con il raggiungimento di questi obiettivi ci si attende l'avvio di una collaborazione diffusa tra associazioni di pazienti e cittadini e ambiente medico-scientifico, sulla base di una cultura condivisa della metodologia scientifica e della comunicazione efficace, oltre che del ruolo dei pazienti e dei cittadini in ambito sanitario. Il progetto è attivo dal 2003 e si è sviluppato lungo tre direttive di ricerca e attività: conoscenza, empowerment e partnership. 

37 Campagna ACQUA PUBBLICA - Khaled, il giusto - Cervello: dormire aiuta la memoria - Viagra, rivoluzione per 64% di uomini

Campagna ACQUA PUBBLICASiamo fatti di acqua e di un po' di polveri. Ogni volta che sprechiamo acqua, sprechiamo noi stessi. La citazione è di Erri De Luca, scrittore che si autodefinisce "artista per l'acqua". Se lo spreco di questa risorsa vitale è come buttare via un pò della nostra vita, anche la privatizzazione e lo sfruttamento incontrollato delle fonti è una negazione alla vita stessa. Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha raggiunto le 50mila firme necessarie per presentare una proposta di legge d'iniziativa popolare contro la privatizzazione degli impianti idrici. La prima tappa del progetto è stata raggiunta ma la raccolta firme continua. L'obiettivo è raccoglierne almeno 100mila.Per maggiori informazioni sulla campagna http://www.acquabenecomune.org/Khaled, il giustoDal 1963 la Fondazione che gestisce il museo di Gerusalemme ha istituito il "Giusto tra le Nazioni", un riconoscimento per coloro che, pur non essendo ebrei, hanno difeso questo popolo dallo sterminio nazista della Seconda Guerra mondiale.Quest'anno, per la prima volta, il titolo potrebbe andare a un arabo, il tunisino Khaled abd al-Wahab.La Fondazione e' composta da un gruppo di studiosi che raccoglie documenti e prove su una persona che viene segnalata da testimoni dell'epoca. Ad aver segnalato  Khaled e' stata Anny Boukris, una ebrea tunisina che ha trovato scampo proprio nascondendosi nella fattoria di Khaled, insieme alla madre e ad altre 23 persone. Rimasero li' fino a quando i nazisti abbandonarono il paese, nel 1943.Oggi Anny rende merito a quell'uomo coraggioso, ricordandolo e candidandolo per essere eletto tra i "Giusti". Khaled e' morto nel 1997. Nota di cronaca: il riconoscimento consiste nel piantare un albero, dedicato alla persona, sulla collina dei Giusti. Ne rimarra' memoria e contribuira' alla riduzione di CO2 nell'atmosfera. -Peacereporter.net Cervello: dormire aiuta la memoriaDormire e' la migliore ginnastica per la memoria: una buona notte di sonno e' indispensabile per predisporre il cervello a memorizzare. Lo dimostra uno studio della Harvard Medical School di Boston pubblicato su Nature Neuroscience, che da' ancora piu' importanza al sonno, finora considerato importante per mettere ordine tra le cose gia' apprese. Gli esperti Usa hanno visto per la prima volta che la privazione di sonno per una notte mina le performance mnemoniche i giorni successivi.Viagra, rivoluzione per 64% di uominiIn Italia consumate 46 milioni pastiglie, record a Roma.Con 46 milioni di pillole blu consumate nel nostro paese fino ad oggi, il Viagra ha rivoluzionato la sessualita' degli italiani. A sostenerlo una ricerca coordinata dal sociologo Giampaolo Fabris, secondo cui per il 64% degli uomini e il 58% delle donne il farmaco ha modificato la vita sessuale come la pillola anticoncezionale. Il 74% delle donne e il 70% degli uomini, inoltre, considera il Viagra un medicinale. Il record di consumi spetta a Roma, seguita da Pistoia e Rimini.

38 Conseguenze penali per la certificazione di una visita medica mai avvenutCassazione penaleIl certificato rilasciato dal medico convenzionato con la U.S.L. per la parte relativa al giudizio diagnostico e prognostico ha natura di certificato, essendo basato sulle conoscenze scientifiche del sanitario, mentre riveste qualità di atto pubblico per quelle parti concernenti la provenienza del documento dal pubblico ufficiale e le attestazioni relative, come nella specie, all'attività svolta (visita medica) nonchè ai fatti avvenuti alla sua presenza, quali, in particolare, la presentazione del paziente.   Si configura, pertanto, nel caso di specie, il reato di falsità ideologica in atto pubblico con condanna alla pena prevista dalla Legge. ( Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

39 Guida alle linee guidaLe linee guida sulla pratica clinica sono finalizzate a aiutare i medici e i pazienti a prendere le decisioni migliori sulla salute. Possono essere controverse per molte ragioni: sono state criticate perché raccomandano troppo o troppo poco oppure perché contraddicono dogmi o forniscono alle assicurazioni sanitarie degli appigli per negare rimborsi dei costi di farmaci o dispositivi.

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Le linee guida hanno subito delle critiche in merito ai consistenti finanziamenti per il loro  sviluppo e implementazione elargiti da grandi ditte produttrici di farmaci e dispositivi medici. Quando viene reso noto che i membri dei board delle linee guida hanno dei legami finanziari con l’industria, inevitabilmente sorgono ulteriori dubbi. Attualmente tali legami sono notevoli.Un approccio alternativo sarebbe la sponsorizzazione da parte delle autorità sanitarie, sebbene ciò non garantisca che i membri dei comitati siano immuni da interessi commerciali. Nel 2004 il National Cholesterol Education Program ha aggiornato le sue linee guida per la rilevazione, valutazione e trattamento  dell’ipercolesterolemia negli adulti. Successivamente si è scoperto che la maggior parte dei membri del board presentava legami finanziari con le ditte produttrici di statine, cui è stato assicurato un aumento degli utili grazie all’incremento dell’impiego di questi farmaci. Esistono diversi approcci per migliorare la qualità delle linee guida e minimizzare il conflitto di interessi.Dal 1999, il NICE (www.nice.org.uk) fornisce linee guida sulla pratica clinica nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale britannico.Il NICE è un’organizzazione indipendente con un budget annuale di circa 50 milioni di sterline; fra il 2003 e il novembre 2006, ha pubblicato 39 linee guida, così come molte valutazioni sulla tecnologia e documenti per procedure interventistiche.Alcune linee guida sono state criticate. Di recente, ad esempio, la Pfizer e l’Eisai, una compagnia giapponese di biotecnologie, hanno chiesto alla corte britannica di bloccare le linee guida poichè limiterebbero l’utilizzo di certi farmaci nel Morbo di Alzheimer.Il NICE ha fatto in modo di evitare potenziali conflitti di interesse, chiedendo ai suoi membri di dichiararli.Negli Stati Uniti, il Consensus Development Program del National Institutes of Health (NIH) (www.consensus.nih.gov), dal 1977, sponsorizza la valutazione basata sulle evidenze di importanti item medici. I membri del panel non possono avere conflitti di interesse economici o di altro tipo e devono essere indipendenti sia dal NIH sia dal Department of Health and Human Services.Le linee guida sulla pratica clinica ispirerebbero maggiore fiducia se fossero sviluppate da esperti indipendenti senza finanziamenti  dall’industria o da altre fonti. Un approccio potrebbe essere quello di allargare il NIH Consensus Development Program a più soggetti.In alternativa, gli Stati uniti potrebbero creare un proprio NICE o una nuova agenzia per supervisionare e pubblicare i risultati di efficacia comparativa tra i vari trattamenti e interventi. Fonte: Steinbrook R. Guidance for guidelines. N Engl J Med 2007; 356: 331-3. - SIMGNEWS

40 Lombardia. Sperpero di risorse, aumenta il ricorso a collaboratori esterni conferiti 45 mila incarichi per una spesa di oltre 185 milioni di euro.

Corriere della Sera 7 febbraio di Giuseppe Guastella -Sotto accusa Comuni, Province e Asl. Spadaro: sperpero di risorse, aumenta il ricorso a collaboratori esterni che può compromettere la trasparenzaLa Corte dei conti: conferiti 45 mila incarichi per una spesa di oltre 185 milioni di euro«Sprechi e clientele». La Corte dei conti accusa gli enti locali: «Consulenze inutili. Conferiti 45 mila incarichi nel 2004 per una spesa di 185 milioni di euro». Rapporti di lavoro stabiliti per i più disparati motivi, spesso «ingiustificati per l'assenza dei presupposti fissati dalla legge».Un allarme. Lanciato dal procuratore regionale della Corte dei conti Domenico Spadaro durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il procuratore si è soffermato anche sulle collaborazioni coordinate e continuative oltre al ricorso ai manager esterni: «In misura sempre maggiore, le funzioni nobili vengono svolte da collaboratori di fiducia degli organi politici o di direzione». La Corte dei Conti: consulenze inutili negli enti pubblici. Spesi 185 milioni di euroUn fiume di denaro pubblico si disperde in Lombardia in migliaia di rivoli risucchiato da incarichi per le più disparate consulenze, spesso del tutto «ingiustificate per l'assenza dei presupposti fissati dalla legge». Enti locali, province, università e Asl nel 2004 (ultimo dato disponibile proveniente dalla presidenza del consiglio dei ministri) hanno conferito ben 45 mila incarichi per una spesa complessiva di oltre 185 milioni di euro, il 21% di quella nazionale. A lanciare l'allarme è il procuratore regionale della Corte dei Conti Domenico Spadaro nella sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, inaugurato ieri dal presidente Giuseppe Nicoletti.Pur riconoscendo che la Regione ha già avviato iniziative per contenere questa spesa, Spadaro ritiene che il fenomeno delle consulenze si aggravi sempre di più a causa del «proliferare di una miriade di società per azioni a capitale pubblico per la gestione dei servizi», ma anche di «sigle e nomi, talvolta nuovi, circondari, consorzi, parchi nazionali, bacini infrastrutturali, unioni territoriali e via dicendo, dotati di presidenti, direttori generali, consigli di amministrazione» e di «consulenti».Di fronte a manovre finanziarie che di anno in anno chiedono ai cittadini sempre più sacrifici per fronteggiare le difficoltà economiche del Paese, la gravità delle «devianze», dello «sperpero di pubbliche risorse» è sempre più accentuata a parere del procuratore regionale Spadaro. L'azione della Procura, nel 2006 ha portato all'apertura di oltre 100 vertenze (le indagini) relative a consulenze, dodici delle quali si sono già chiuse con la citazione in giudizio contabile dei presunti responsabili. I quali, se condannati, dovranno mettere mano al portafoglio per rifondere i danni subiti dall'Erario. Due inchieste coinvolgono altrettante università, una delle quali è il Politecnico di Milano.Un altro fenomeno è quello degli enti che ricorrono ai Co.Co.Co., le collaborazioni coordinate continuative, per mascherare vere e proprie consulenze esterne. Grazie a una recente norma inserita nel decreto Bersani, il campo di applicazione di

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questi contratti nell'amministrazione pubblica è ora molto limitato. È ormai un dato di fatto che gli enti pubblici assumono manager esterni. «In misura sempre maggiore — sottolinea Spadaro — le funzioni nobili vengono portate all'esterno o svolte da collaboratori di fiducia degli organi politici o di direzione». Così diviene sempre meno netta la separazione tra politica e burocrazia, che viene costituita facendo ricorso a soggetti esterni talvolta selezionati senza rispettare regole che «assicurino trasparenza nelle scelte». Alcune indagini aperte dalla Procura riguardano proprio il ricorso a questi soggetti quando il loro numero supera, con «scostamenti significativi», la percentuale stabilita dalla legge rispetto alla pianta organica. È il caso della vertenza aperta contro il Comune di Milano sull' assunzione di una sessantina di dirigenti da parte della giunta comunale guidata dal sindaco Letizia Moratti.Le irregolarità, le connivenze, i favoritismi superano indenni i controlli interni agli enti locali. Dopo la soppressione dei controlli esterni, le verifiche sulla regolarità di stanziamenti e spese sono assegnate ai revisori dei conti. «Si tratta di controllori nominati e pagati dai controllati che, per quanto onesti, possono subire dei condizionamenti», aggiunge Spadaro. «Un problema serio — prosegue — dato inviano alla magistratura contabile solo sporadiche segnalazioni». Più di una volta la Procura si è trovata di fronte a revisori che addirittura si erano complimentati con gli amministratori pubblici per iniziative che, finite sotto inchiesta, si sono poi rivelate «dannosissime per l'Erario».

41 Sprechi e clientele. Accuse a Comuni, Regione e Asl. Le truffe all'Erario. Dai falsi ricoveri agli assenteisti Centinaia di truffe all'Erario.

È un campionario di varia umanità truffatrice o quantomeno disattenta quello esposto nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti Domenico Spadaro: dalle inchieste sulle corruzioni, sfociate in indagini contabili per milioni di euro, al professore assenteista; dal dirigente pubblico di manica larga ai falsi ricoveri.Le inchieste penali sugli scandali Enipower ed Enelpower, con pubblici ufficiali che hanno preso denaro per favorire imprese private negli appalti, hanno provocato ad Eni e Enel danni per decine di milioni di euro che la Procura ha chiesto ai corrotti. C'è poi l'insegnante calabrese che si assenta dalla scuola media milanese per lunghissimi periodi senza subire conseguenze. Le prime indagini su questa vicenda, segnalata dal Corriere della Sera,hanno «evidenziato come i ritardi nella comminazione di sanzioni, più accentuati nelle istituzioni scolastiche » garantiscono quasi l'impunità. Ed è per questo che il magistrato fa propria l'affermazione del ministero della pubblica istruzione e della Corte dei conti centrale in un rapporto al Parlamento sui procedimenti disciplinari: «Nel pubblico impiego ci sono norme troppo rigide e garantiste» al punto che troppo spesso si giunge all' assoluzione. La Procura si è dovuta arrendere e archiviare la posizione di un medico che per 400 giorni consecutivi non si è presentato in ospedale. C'è una «sorta di ipergarantismo della salute del paziente/dipendente pubblico da parte del comparto medico», annota Spadaro per spiegare che il sanitario assenteista aveva presentato giustificazione medica che «non era contestabile», nonostante certificasse che l'uomo, in preda a una «reazione depressiva breve», aveva assolutamente bisogno di fare viaggi, meglio se a Capri o alle Maldive. Una terapia «seguita con entusiasmo dal professionista», chiosa Spadaro.Nel capitolo «truffe e falsi», si inseriscono altri episodi, anche questi finiti in inchieste penali: l'ambulanza che risultava trasportare un paziente alla volta e invece ne caricava cinque; i falsi ricoveri; le tangenti per forniture mediche ad aziende sanitarie pubbliche. Anche un grande ospedale pubblico milanese finisce sotto la lente di ingrandimento dei magistrati contabili. Dopo aver costituito una società con privati, in cui ha mantenuto la maggioranza, i dirigenti hanno assegnato incarichi di progettazione per oltre 4 milioni senza indire una gara di appalto. Anche su questo è aperta un'inchiesta, mentre è in via di chiusura quella sui medici iperprescrittori accusati di aver firmato ricette con poca parsimonia. Uno ha accettato di risarcire 11.456 euro di danni.

42 Le finestre rotte.La finestra rotta, dall’inglese 'broken window', descrive un comportamento sociale. Se viene spaccata la finestra di un edificio è probabile che ne verrà spaccata un’altra. Se le finestre rotte sono due le probabilità che se ne aggiunga una terza aumentano. Se la finestra è invece riparata, il processo di solito si ferma.L’Italia è il Paese delle finestre rotte. Ogni volta che una nuova finestra viene danneggiata c’è subito la fila per:- romperne un numero illimitato- trovare una giustificazione per il nuovo comportamento antisociale - e, se necessario, legalizzarlo. La legalizzazione del comportamento antisociale, detto più semplicemente reato, dipende dalla sua dimensione. Più gente pratica il reato, più è probabile che il Parlamento legiferi per renderlo ammissibile, o almeno non punibile. Di norma però questo non è necessario. E’ sufficiente alzare il livello di tolleranza. Oppure inserire dei procedimenti di natura burocratica per bloccare eventuali rimostranze e denunce. Se qualche ingenuo cittadino protesta gli vanno spiegate le regole della convivenza incivile. Dargli del populista, demagogo, qualunquista aiuta. Pretendere l'applicazione della legge nel caso in cui non sia rispettata in Italia è un esercizio antidemocratico, un po’ fascista. Ogni giorno si esplorano nuove vie, nuove finestre rotte. I pionieri, se riescono a fare proseliti, diventano persone di successo, intoccabili. Talvolta latitanti. Può succedere che gli siano perfino intitolate piazze e vie. E siano chiamati statisti. L’italiano è antropologicamente affascinato dalle finestre rotte tranne in un caso: quando la finestra rotta è sua. Ma, in questo caso, dopo l’indignazione iniziale, si rassegna e va alla ricerca di una pietra. http://www.beppegrillo.it/2007/02/le_finestre_rot.html

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43 E «reactive» diventò «negativo». - Il loro dramma è la mia condanna.FIRENZE — La macchina non sbaglia, l'uomo sbaglia. Antigeni e anticorpi per epatite B e C: quattro numeri compresi tra lo 0 e lo 0,1; alla quinta voce c'è scritto Hiv, esame unico. Accanto c'è una cifra che non lascia spazio ad interpretazioni: 564,16. E una dicitura: «Reactive». L'esame viene effettuato il 13 febbraio, ore 10.47. La macchina stampa i dati in automatico, l'uomo esamina la strisciata dei numeri e certifica. Sul referto con carta intestata del Laboratorio di sieroimmunologia c'è scritto «negativo» accanto ad ogni voce, compresa l'ultima. In calce, uno scarabocchio veloce a penna, la certificazione dell'errore. È tutto qui il disastro.

***La biologa in lacrime: “Tutta colpa di fretta e ripetitività”, sono distrutta, non dormo la notte da quando è successo, e questo patimento è appena cominciato». E’ una signora abbastanza alta, con i capelli lisci, un po’ a caschetto sul volto, una donna così normale da rendere quasi dolente la sensazione di vederla e di parlarci. Per uno strano caso del destino è la quarta vittima della storia dei trapianti con l’Hiv, perché come gli altri è stata catapultata all’improvviso da una speranza di vita anche banale a una tragedia, infettata anche lei a modo suo, sospinta anche lei davanti a questo precipizio che è appena cominciato, come confida agli amici, a un cronista che l’avvicina. La sola differenza è che lei è la responsabile di tutto. Un errore inspiegabile, un lapsus, quando «leggi una cosa e ne scrivi un’altra», uno sbaglio dettato forse dall’abitudine, da un automatismo indotto, dall’impossibilità che possa accadere quella cosa che invece è già accaduta, trascritta dalla macchina, già reale. Una biologa «affermata e esperta», come l’hanno definita i colleghi e i superiori, 53 anni, un matrimonio felice, due figli, una tranquilla vita borghese. Fino a quel giorno, al 13 febbraio, se i numeri hanno un senso, la fortuna e la sfortuna, o la cabala. Da quel momento non dorme più, imbottita di sedativi, attonita dai farmaci più potenti, «da quando è venuta qui e stava svenendo davanti alla mia scrivania», come ha raccontato ai cronisti il direttore sanitario di Careggi, Mauro Marabini, da quando s’è seduta lì tenendosi ai braccioli e ha farfugliato che era stata lei: «Mi sono sbagliata, mi odio».Quel giorno «era stata rispettata tutta la procedura», e cioè, come spiegano i colleghi della biologa, «lavorando noi in urgenza, avevamo passato le comunicazioni via fax, ma non i risultati del laboratorio: quelli rimangono presso di noi». Era stato inviato, dunque, solo il dato trascritto. Per quelli che ricevevano era impossibile verificare l’errore, accorgersi che l’indicazione positiva al virus Hiv della donatrice dei reni e del fegato era diventata negativa. A loro era arrivata solo l’ultima segnalazione. Adesso il direttore generale di Careggi, Edoardo Majno, dice che «non è stato un errore di leggerezza, ma un black-out comportamentale avvenuto durante una procedura d’urgenza». Cambia qualcosa nella sostanza? Forse no. Black-out o distrazione, alla fine sono soltanto le due facce della stessa medaglia. Majno sostiene anche che «l’operatore non avrebbe rispettato i tempi di completamento gestionale della procedura, per accelerarli recuperando tre o quattro minuti, senza attendere il dato finale assolutamente preciso e indicativo della positività all’Hiv». Ma non sarebbe andata così. La biologa ha spiegato che nel caso dei donatori i risultati sono già controllati a monte, migliaia e migliaia di volte, che c’è uno screening accurato, c’è la cartella clinica e ci sono i referti. E migliaia e migliaia di volte c’è rarissimamente un donatore positivo. Per assurdo, la biologa non ne aveva mai quasi incontrato uno: o forse solo una volta, ha detto, un caso estremo, quando non c’era più tempo, bisognava intervenire subito su un traumatizzato e si è preso il primo donatore che c’era. E’ successo quella volta, ma soprattutto questa, la prima e l’unica, e la più terribile, perché lei, ricopiando automaticamente il dato che sempre aveva trascritto, ha rovinato la sua vita e rischiato di infettare quella di altre tre persone, in un attimo, nella percezione di un secondo che ha diviso il bene dal male, la fortuna dalla sciagura, la felicità dal dolore. «Devo pensare», ha detto Majno, «che essendo l’operatore in questione persona di grande esperienza, abbia avuto una sorta di black-out comportamentale, come quando ci diciamo di girare a destra e invece andiamo a sinistra».

La biologa è andata a sinistra, «non lo so spiegare, è come ripetere un gesto che fai sempre e accorgerti dopo che è quello sbagliato». E ci ha portato dietro tre pazienti, un ragazzo e due donne. Il giovane, che abita a Massa Carrara, è stato operato a Pisa e gli hanno trapiantato un rene donato dalla commessa di 41 anni morta per un trauma cerebrale senza sapere di essere sieropositiva. Lui è quello che dice che si sente rinascere lo stesso, che per ora sta bene, che comunque la sua situazione è molto meglio di prima. E anche l’altra paziente ricoverata a Pisa, quella con il fegato nuovo, ha reagito bene, spaventata solo dall’idea di dover ripetere l’operazione: «Se mi dite che posso vivere con questo...», ha mormorato. Franco Filipponi, il medico che aveva eseguito l’intervento, spiega che «i pazienti hanno consapevolezza di quanto è successo e si rendono conto che in questi anni dovranno gestire la loro malattia. Ma hanno come dato positivo di avere un organo che funziona. Noi ragioniamo come persone sane. E vediamo l’aspetto tragico di questa vicenda. I pazienti invece hanno un altro approccio, perché hanno altre priorità e stanno conoscendo una qualità della vita che prima non avevano. Sanno che le terapie e le cure impediranno lo sviluppo della malattia e che avranno una aspettativa di vita nei parametri normali. Intanto, non dovranno più fare dialisi o attendere la morte per un tumore al fegato». Solo che non è tutto così semplice. I familiari di due pazienti sono già sul piede di guerra, chiedono danni e protestano: per legge possono farlo anche da soli. Poi, la signora bulgara ricoverata a Firenze, quando le hanno dato la notizia, non ha reagito come il ragazzo che ha chiesto di non dirlo ai genitori e se poteva sperare di vivere a lungo. Lei ha protestato, ha detto che «questo incubo non lo voglio», e non importa che sia stato un errore o chissà che altro, ma questo non è giusto, è una cosa incredibile. Il fatto è che è proprio così, è semplicemente tutto incredibile, come dicevano i colleghi della biologa, ieri mattina. E come ripete lei a stessa. A suo marito dice che «continuo a vedere quelle tre persone, i loro familiari, il

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dramma che stanno vivendo. E non riesco a cancellarmi dagli occhi il loro dolore e questo peso». In fondo, è lo stesso precipizio. Un po’, lo stesso futuro. –la Stampa 22.2.2007 Pierangelo Sapegno

44 Caso trapianto organi con HIV: errore umano evitabile, più livelli controllo - Italiani, spagnoli e greci pazienti con meno diritti.

Italiani, spagnoli e greci pazienti con meno dirittiI pazienti più penalizzati in Europa? Italiani, spagnoli e greci. Sono loro, infatti, i malati che con maggiore frequenza vedono calpestati i loro diritti. Tra le difficoltà più frequenti con cui devono fare i conti: "lunghi tempi di attesa, ritardi negli esami e nei trattamenti, poca attenzione alle terapie del dolore". Va molto meglio, invece, per i pazienti del Belgio e dei Paesi Bassi, unici Stati a non presentare "scarsa attenzione" verso i diritti fondamentali dei malati. E' la 'fotografia' scattata dal Rapporto di 'Active Citizenship Network', programma europeo di Cittadinanzattiva, presentato ieri a Roma. L'analisi, realizzata a cinque anni dalla presentazione della 'Carta europea dei diritti del malato', ha passato ai raggi X i sistemi sanitari di: Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Gran Bretagna. Dall'indagine è emerso che Italia, Spagna e Grecia sono accomunate da uno scarso livello di attenzione generale: "lunghi tempi di attesa, ritardi negli esami e nei trattamenti, poca attenzione alle terapie del dolore". In particolare i tempi di attesa rappresentano una realtà preoccupante in Italia, dove ad esempio per la sostituzione di una protesi dell'anca si può aspettare anche un anno o per un bypass coronarico circa 4 mesi, mentre in paesi come l'Irlanda tali operazioni vengono effettuate immediatamente o al massimo dopo 60 giorni.Caso trapianto organi con HIV: errore umano evitabile, più livelli controllo"Gravissimo e inaccettabile". Ignazio Marino, senatore dell'Ulivo e presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, nonché trapiantologo di fama internazionale, commenta con queste parole il trapianto di tre organi prelevati da una donatrice sieropositiva all'Hiv avvenuto all'ospedale Careggi di Firenze. Secondo Marino l'episodio, dovuto a un errore umano, "non è inevitabile, come sento dire, e non deve mai accadere, in nessun modo". Per questo suggerisce "più livelli di controllo e di intervento, così da eliminare ogni possibilità di errore". Per questa ragione il senatore chiede "sia fatta piena chiarezza sulle cause che hanno condotto a un fatto che non possiamo non definire tragico". A partire dalle "responsabilità individuali e dalle cause materiali di quanto è accaduto. Al tempo stesso - prosegue l'esponente dei Ds in una nota - occorre riflettere con serietà e tempestività su quanto accaduto per capire come procedere a una revisione dell'intero sistema". Avendo vissuto e lavorato per molti anni negli Stati Uniti - prosegue - posso dire che il sistema americano prevede in questi casi sanzioni severissime, che possono andare dal licenziamento del responsabile fino alla chiusura del centro". Il presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama ricorda che un episodio analogo è avvenuto nel 2003 in North Carolina. "I provvedimenti allora furono immediati, e il protocollo clinico del centro trapianti e di tutti gli altri centri del Nord America (la rete più vasta del mondo) aggiornato in modo tempestivo e sostanziale. Anche nel nostro Paese - suggerisce - occorre la capacità di intervenire tempestivamente sul versante dei controlli e delle sanzioni, per rassicurare i cittadini, per non far venire meno la fiducia nelle strutture sanitarie e la cultura della donazione degli organi".

45 Poco caffè non nuoce al bebèA proposito di gravidanza i decaloghi si sprecano. Che cosa fare, che cosa mangiare, quanto dormire e via di questo passo. Uno dei luoghi comuni più diffusi riguarda l’assunzione di caffè che, dicono comunemente gli esperti, sarebbe da limitare al massimo. Si tratta, infatti, di una sostanza eccitante e come tale potrebbe provocare tachicardia al feto o basso peso alla nascita. E nelle ipotesi più allarmistiche ci sono studi che hanno ventilato il rischio, solo con assunzioni particolarmente alte per la verità, di aborto spontaneo o di morte del bambino durante il parto. Mancano però le prove, gli studi disponibili infatti non sono uniformi. A colmare questa lacuna hanno pensato dei ricercatori danesi, in una ricerca apparsa sul British Medical Journal on line, per arrivare a concludere che il caffè non fa male al feto e dunque può essere bevuto anche in gravidanza. A patto di non esagerare. Fino a tre tazzine al giorno non sembrano avere alcun effetto sul nascituro, ne nascite premature ne neonati sottopeso, perciò. L’azione del caffèIl fatto è, premettono i ricercatori danesi, che l’esposizione alla caffeina avviene principalmente con l’assunzione di caffè e che nelle donne in gravidanza l’emivita della caffeina in circolo è maggiore, soprattutto nella fase terminale. La caffeina è rapidamente assorbita dall’apparato digerente e passa liberamente attraverso la placenta. In più il feto metabolizza con difficoltà la sostanza eccitante. Da qui tutti i sospetti sui potenziali pericoli: la caffeina aumenta i livelli di catecolamine circolanti, il che potenzialmente può determinare vasocostrizione a livello della placenta e ipossia fetale, con possibile compromissione della crescita fetale. Ma anche lo sviluppo cellulare potrebbe essere influenzato. E alcuni studi hanno confermato questi timori. Non quello danese che considera un nuovo presupposto: le donne che bevono molti caffè spesso fumano di più, bevono più alcolici e hanno un livello di istruzione inferiore. Fattori che, dicono i ricercatori, potrebbero interferire. Come si è svolto lo studioLo studio ha preso in esame ben 1207 donne in gravidanza che bevessero almeno tre tazze di caffè al giorno, reclutate entro la ventesima settimana di gestazione. Le donne considerate sono state divise in due gruppi, uno formato da 568 donne che bevevano caffè istantaneo con caffeina e le rimanenti decaffeinato. I parametri considerati sono stati il peso alla nascita e la

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lunghezza della gestazione. Ebbene non sono stati riscontrati particolari differenze tra i due gruppi negli esiti della gravidanza considerati. Quanto basta agli autori per concludere che sono solo le donne che bevono molti caffè ad avere conseguenze sul peso dei neonati o sul momento della loro nascita. Ma non è tanto colpa della caffeina quanto della coesistenza di altre cattive abitudini come fumare. Quindi, concludono i ricercatori, ridurre moderatamente l’assunzione di caffè nella seconda fase della gravidanza non ha alcun effetto sul peso alla nascita e sulla durata gestazionale. Detto questo, non bisogna esagerare e resta valida la raccomandazione della Food and Drug Adminstration di “evitare i cibi, le bevande e i medicinali che contengono caffeina se possibile, o comunque consumarli solo raramente”. - Marco MalaguttiFonteOlsen J et al. Effect of reducing caffeine intake on birth weight and length of gestation: randomised controlled trial. BMJ, doi:10.1136/bmj.39062.520648.BE

46 In aumento le aggressioni fisiche a medici, infermieri e ausiliari frutto spesso della tensione e dell'esasperazione

Lo rende noto l'inail che, in un'analisi, rende noto come lo scarso rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro nelle strutture sanitarie italiane é, insieme alle irregolarità assistenziali e alle carenze igieniche e strutturali, uno degli aspetti su cui si sono concentrate negli ultimi mesi le indagini dei Nas dei Carabinieri per conto del ministero della salute. Risultato: il 54% dei 321 ospedali pubblici controllati presentano irregolarità più o meno gravi.Le difficoltà operative del settore, che in italia dà lavoro a più di mezzo milione di persone, incidono anche sugli infortuni sul lavoro. Nella sanità, infatti, a fronte di una crescita degli addetti pari a circa il 10%, nel quinquennio 2001-2005 si é assistito a un aumento del 20,6% degli infortuni, in contrasto con la contrazione generale registrata negli ultimi anni in italia per il complesso delle attività. Nel 2005, gli infortuni sul lavoro hanno superato quota 34mila, 19mila dei quali nei servizi ospedalieri. Il 70% delle denunce ha riguardato le donne. In calo, invece, i casi mortali, che nel 2005 sono stati una decina.Ma come si fa male chi lavora in corsia? l'inail informa che tra gli episodi più frequenti c'é lo scivolamento, soprattutto per impiegati e portantini, e la perdita di controllo di macchinari e utensili, che miete la maggioranza delle vittime tra medici e infermieri. Più curioso, e per molti versi inquietante, é il fenomeno delle aggressioni fisiche da parte di pazienti e dei loro parenti, frutto spesso della tensione e dell'esasperazione che possono nascere in un ambiente come quello della corsia ospedaliera. Nel 2005 sono stati più di 400 i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari coinvolti, loro malgrado, in questo tipo di episodi.

47 Infortuni sul lavoro. Per prevenire non basta disporre, bisogna controllare che si metta in pratica. Sulla responsabilità per la caduta del dipendente ASL in servizio al 118.

Benché il responsabile del servizio affermasse di aver compiutamente operato, disponendo tutto quanto era necessario per garantire l'incolumità di chiunque si trovasse ad attraversare i locali dell'ospedale, ivi compreso il cortile, teatro dell'incidente (nel caso di specie predisponendo l'appalto per lo sgombero della neve, il posizionamento dei sacchi di sale, l'affidamento al giardiniere del compito di spargerlo sul piazzale) e con ciò ritenendo di avere esaurito i propri doveri e, dunque, di non avere responsabilità alcuna per quanto accaduto.   Suo compito, in realtà, non era esclusivamente quello di intervenire e dare disposizioni affinchè i pavimenti delle aree in uso all'ospedale, destinate al passaggio di persone, fossero mantenute in condizioni tali da garantire l'incolumità di quanti, dipendenti dell'azienda e non, vi si trovassero a transitare, ma anche quello di verificare che le disposizioni adottate fossero puntualmente ed esattamente osservate.   Il profilo di colpa a carico del responsabile del servizio è da individuarsi nell'avere egli omesso tale controllo e nell'avere ritenuto che bastasse impartire ai dipendenti adeguate disposizioni per garantirne il rispetto e, con esse, l'incolumità dei terzi. (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

48 Farmacie: boom esercizi 'figli' DL Bersani, ma solo 20% in supermarketRoma, 8 feb. (Adnkronos Salute) - E' l'anno delle parafarmacie o 'esercizi di vicinato', i punti vendita di medicinali da banco diversi dalle farmacie tradizionali, nati dopo la liberalizzazione sancita dal decreto Bersani. I nuovi esercizi stanno nascendo in tutta la penisola, oltre 770 hanno ufficialmente comunicato l'intenzione di aprire. E potrebbero essere più di mille alla fine del 2007. Non si tratta, però, solo dei 'corner' nei supermercati, più 'pubblicizzati' ma minoritari visto che rappresentano appena il 20% del totale. La maggioranza è formata da nuove aziende, avviate da farmacisti - laureati non titolari di farmacia - che puntano a fornire servizi e prodotti sanitari oltre che farmaci senza ricetta. E la strada, per loro, è tutta in salita. Difficile infatti avviare un'attività in un settore dove dominano aziende solide con una clientela 'fedele' e senza le 'spalle coperte' della Grande distribuzione: i supermercati, infatti, ammettono che i 'corner' non permettono eccezionali guadagni, e il loro obiettivo resta il ''servizio ai cittadini'. Per darsi forza i titolari dei nuovi punti vendita hanno deciso di unirsi in una federazione (Federazione esercizi farmaceutici, Fef), nata alla fine del 2006 e che appena un mese dopo il suo battesimo raccoglieva già 100 aziende iscritte. "Sarà una

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lobby al contrario, non per difendere interessi particolari, ma in favore della concorrenza e della competitività'', aveva detto Pietro Marino, presidente della Fef, presentando alla stampa la 'neonata' federazione. Promossa e sostenuta dal Movimento nazionale liberi farmacisti, con obiettivi anche pratici: dare rappresentanza alle nuove aziende, favorire il confronto delle capacità, favorire i rifornimenti dei prodotti superando gli ostacoli iniziali, stimolare i gruppi di acquisto per comprare a prezzi competitivi, promuovere una immagine pubblica comune, informare ed aggiornare, fornire gli strumenti gestionali. Ufficialmente il numero degli esercizi che intendono aprire è, dunque, di 770 punti vendita - come risulta dalle comunicazioni inviate al ministero della Salute per ottenere il codice Aifa di tracciabilità del farmaco, indispensabile per l'apertura - e di queste circa 400 hanno già terminato tutte le procedure richieste. ''Ma in realtà - spiega il vicepresidente del Mnlf Fabio Romiti all'ADNKRONOS SALUTE - si potrebbe arrivare a 900, se teniamo conto anche di tutte le persone che si sono rivolte a noi per informazioni e aiuto sulle procedure di apertura. Una stima cauta ci porta a prevedere l'apertura di mille esercizi alla fine dell'anno''. Ma per i nuovi esercizi, nonostante la liberalizzazione, sono molti gli ostacoli che rendono difficile l'ingresso nel mercato. ''All'inizio abbiamo denunciato - spiega Romiti - il boicottaggio da parte dei distributori che ci negavano, con diverse scuse, i farmaci. Per questo abbiamo raccolto un centinaio di lettere di diniego e le abbiamo inviate all'Antitrust che le ha vagliate e ha aperto la procedura d'infrazione nei confronti di sette aziende di distribuzione''. Dopo l'intervento del Garante ''gli atteggiamenti sono cambiati nella forma, anche se nella sostanza restano ancora dei problemi. Non ci rifiutano più i farmaci ma ci offrono margini di guadagno molto bassi (non confrontabili con quelli delle farmacie), condizioni di pagamento vessatorie, seppure legali e legittime, perché vogliono il pagamento immediato dei prodotti, cosa che non accade per le farmacie che hanno pagamenti a 30, 60, 90 giorni. Insomma, strategie dissuasorie'' Ed anche per questo è stata costituita la Federazione (Fef) ''per avere una maggiore forza contrattuale''. Ma anche per attuare ''comportamenti pratici comuni - spiega Romiti - come l'indicazione agli associati di non esporre i medicinali stile self service''. L'ambizione delle nuove aziende è quella di non limitarsi a vendere farmaci e prodotti sanitari. ''Ci piacerebbe offrire servizi, e non solo la misurazione di peso, pressione, test di autoanalisi. Vorremmo anche collaborare per consigliare i cittadini sulle scorte di medicinali che non sanno se tenere o buttare, essere punto di riferimento gratuito per servizi offerti da infermieri o altri operatori sanitari. Puntiamo anche alla distribuzione di cibi speciali per patologie come diabete e celiachia, con l'obiettivo di contribuire, con una maggiore concorrenza, all'abbassamento dei prezzi''. Su questo punto però c'è l'ostacolo del rimborso, garantito ad alcune categorie di malati solo se l'acquisto viene fatto in farmacia, con ricetta. ''E' un meccanismo da rivedere, bisognerebbe - conclude Romiti - trovare un sistema diverso per permettere l'acquisto in punti vendita dove c'è più concorrenza. Noi siamo assolutamente pronti a fare la nostra parte e non vogliamo ripristinare in alcun modo il monopolio''. I distributori intermedi, però, non ci stanno a passare per 'paladini' del monopolio delle farmacie. ''Come associazione abbiamo sostenuto fin dal primo apparire il decreto Bersani - spiega all'ADNKRONOS SALUTE Sergio Sparacio, direttore dell'Associazione distributori farmaceutici (Adf) - sin dai tempi antecedenti della conversione in legge, e abbiamo suggerito, consigliato e raccomandato alle imprese distributrici nostre associate, che rappresentano circa l'80% del mercato della distribuzione, di aderire con pieno senso di responsabilità alla nuova legge che apriva nuovi canali di vendita per i farmaci da banco''. Un ''fatto'', questo, che ''abbiamo dimostrato all'Antitrust ottenendo il riconoscimento per la condotta assolutamente trasparente sia da parte nostra e - in corso di accertamento - anche da parte dei nostri associati''. I distributori, inoltre, precisano che il mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta li interessa solo per il 50%. ''L'altro 50% delle vendite è 'diretto', dall'industria alle farmacie''. In questo caso ''credo che le condizioni praticate tengano conto del ruolo delle farmacie e dell'approccio che queste hanno direttamente con i pazienti. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di condizioni di vendita nettamente più agevolate anche rispetto a quelle accordate agli stessi grossisti''. Per i distributori, inoltre, questo mercato ''è tutt'altro che conveniente''. In pratica ''i grossisti compravano dall'industria Sop e Otc con uno sconto massimo del 33% sul prezzo di vendita al pubblico. Con la la Finanziaria questo sconto è stato ulteriormente ridotto. Molte industrie vendono ora con lo sconto del 30% sul prezzo di vendita, margine dovuto al fatto che la Finanziaria obbliga le aziende farmaceutiche ad assicurare almeno un margine del 25% ai punti di vendita al dettaglio. Questo vuol dire che tutti gli esercizi commerciali hanno, quantomeno, uno sconto del 25% sul prezzo massimo di vendita. Ai grossisti, invece, resta solo un margine del 5% per le attività di carattere logistico''. Nel settore, dunque, ''spesso ci limitiamo a fare una 'distribuzione' di servizio, a procurare determinati farmaci quando il punto vendita al dettaglio ne è sfornito''. I distributori, assicura Sparacio, ''non favoriscono nessuno per partito preso, e non fanno due pesi e due misure''. ''Giusto evitare ogni forma di discriminazione tra i clienti ma, in un regime di libera concorrenza, è altrettanto lecito scegliere le strategie commerciali che si ritengono più idonee'', sottolineano dal canto loro i produttori di farmaci da banco. ''La normativa parla chiaro - spiega Angelo Zanibelli, presidente dell'Associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione (Anifa) - e stabilisce che nessuno può ingiustificatamente rifiutarsi di servire un cliente. Le aziende da sempre utilizzano entrambi i sistemi di fornitura: quello diretto e quello attraverso un distributore intermedio. Sta poi a ciascuna impresa individuare il mix più appropriato''. E se va evitata una politica 'discriminatoria' ''sarebbe altrettanto sbagliato - continua Zanibelli - non riconoscere che possono esserci obiettive differenze tra i vari esercizi abilitati alla vendita di questi medicinali, e che in un regime di libera concorrenza i vari attori applichino le proprie strategie commerciali e di mercato''. Più in generale Zanibelli sottolinea la

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necessità, per favorire la reale concorrenza, di puntare a progetti più globali. ''E' fuori di dubbio che la Legge Bersani si sia posta l'obiettivo di aumentare la competitività e la concorrenza in questo settore - afferma - e in questo senso non si può che prenderne atto, fermo restando che i 'nuovi canali' dovranno comunque rispettare quanto stabilito dalla Bersani in termini di presenze professionali e organizzazioni degli spazi''. Piuttosto, ''bisogna evitare il rischio di pensare che basti aprire qualche punto vendita in più per risolvere i problemi di competitività di questo comparto del farmaco e, mi sia concesso, che la farmacia non sia un luogo adatto per sviluppare e promuovere maggiore concorrenza. In altre parole, ci si è posti poco il problema di quali potevano essere le leve su cui agire affinché questi medicinali venissero finalmente messi nelle condizioni di poter svolgere a pieno il proprio ruolo all'interno dell'offerta farmaceutica a disposizione dei cittadini: come strumento in grado di rispondere alla crescente domanda di salute e di autonoma responsabilità con le modalità di qualità, sicurezza ed efficacia tipiche del prodotto farmaceutico''. Bene quindi che la Legge Bersani ''abbia previsto la presenza continuativa di un farmacista - anche per evitare banalizzazioni di questi prodotti - ma resta ancora molto da fare affinché le imprese siano messe nelle condizioni di poter investire in nuovi farmaci senza ricetta, che è la vera chiave per promuovere la concorrenza e la competitività di un settore''. I farmacisti titolari, infine, gettano acqua sul fuoco della polemica e si dicono più che disponibili ad accettare la sfida della concorrenza. ''C'è chi è convinto - spiega all'ADNKRONOS SALUTE, Giorgio Siri, presidente di Federfarma - che il farmacista debba combattere tutta la vita contro il decreto Bersani. Nulla di più sbagliato. La legge, nei suoi 'inconvenienti' per la categoria, come le evidenti ripercussioni di carattere economico, ci ha dato uno stimolo. Vedo le farmacie molto più attente, meglio organizzate, che curano di più il rapporto con il cliente. La concorrenza determina un rischio ed è giusto che questo rischio faccia rendere conto che bisogna adoperare tutte le armi in proprio possesso per garantire il massimo dell'efficienza. Anche queste sono opportunità che, se usate bene, creano dei miglioramenti''. Nessuna 'paura' anche per il boom di nuove aperture. ''La legge dello Stato che ha indicato di mettere su libero mercato alcune categorie di prodotti - precisa Siri - va rispettata e applicata al meglio. Ma sarà lo stesso mercato ad 'assorbire' solo una parte degli esercizi. Mille nuovi punti vendita mi sembrano il tetto massimo, poi tutto si stabilizzerà secondo le normali fasi economiche: all'inizio ci sarà un aumento di vendita dei prodotti, senza riduzione per gli esercizi precedenti, perché c'è un migliore accesso e più curiosità, poi ci sarà una riduzione e successivamente una stabilizzazione''. Infine la distribuzione. ''Le aziende ci 'trattano meglio? Anche questa è legge di mercato - conclude il presidente di Federfarma - il grande è avvantaggiato rispetto al piccolo. Quando ci saranno nuovi esercizi commerciali che avranno una vasta offerta e un adeguato assortimento di questi prodotti, le cose potrebbero anche capovolgersi

49 Curiosità. Il primo lanciafiamme - Spese staff premier: +186% - Nuova frutta: la pescugna e la prugnocca - I rifiuti rimossi con gli asini

Il primo lanciafiammeIl primo lanciafiamme di cui si abbia notizia risale al 674 d.C. utilizzato dalla città di Bisanzio in guerra contro Damasco. Inventato da Callinicus, architetto e alchimista siriano.Spese staff premier: +186%"Dobbiamo tagliare", diceva Berlusconi. E le spese di funzionamento di Palazzo Chigi sono passate in pochi anni, nei «suoi» bilanci, da 214 a 302 milioni di euro. Fino a toccare nel 2006, secondo i conti ulivisti (ma la responsabilità va divisa: metà alla destra, metà alla sinistra) i 373 milioni. Continua su http://www.francarame.it/?q=node/259Nuova frutta: la pescugna e la prugnoccaNei mercati ortofrutticoli americani hanno fatto il loro ingresso due nuove varietà di frutta: la pescugna e la prugnocca. Niente ogm, solo innesti in laboratorio sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. - greenplanet.netI rifiuti rimossi con gli asiniA Castelbuono, paese delle Madonie in provincia di Palermo, verranno utilizzati degli asini con speciali ceste di legno per trasportare i rifiuti fuori dal centro storico.In questo modo si ottengono diversi effetti positivi:1) Riduzione dell'inquinamento (anche acustico) causato dai mezzi di raccolta attuali.2) Risparmio sui costi.3) Utilizzare una risorsa tradizionale, naturale appartenente alla cultura della nostra regione.Per maggiori informazioni http://www.comune.castelbuono.pa.it - Gabriele Civinini

50 Liste d'attesa. Le due Italie della Tac: 8 giorni contro 60 di Marzio Bartoloni, Paolo Del Bufalo, Celestina Dominelli, Barbara Gobbi, Manuela Perrone, Sara Todaro (da Il Sole-24 Ore) - Da un minimo di 8 giorni (Bolzano)a un massimo di 30 (in sei Regioni) per la visita oncologica, da 8 (ancora Bolzano) a 60 (7 Regioni) per la Tac torace, da 20 (Campania) a 60 (Puglia) per l'intervento chirurgico per tumore alla mammella, da 20 (Friuli) a 90 (Puglia)per il bypass aortocoronarico, da 60 (Campania) a 180 giorni (in sei Regioni) per l'intervento alla cataratta.Regione che vai, tempi d'attesa per le prestazioni sanitarie che trovi. Messe alle strette per codificare e stabilire i tempi massimi di coda nelle Asl e negli ospedali, le Regioni stanno arrivando generalmente in orario all'appello lanciato dal ministero della Salute. Ciascuna, però, secondo modalità e tempi propri, cadenzati in base alla

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propria organizzazione e alle capacità organizzative e strutturali.All'appello entro gennaio. L'appuntamento, peraltro non perentorio, era per mercoledì 31 gennaio. Data entro la quale inviare al ministero della Salute le proprie decisioni, con tanto di delibere sui tempi massimi d'attesa, per una lista di 54 prestazioni sanitarie. Nel mirino specifiche aree critiche di bisogni assistenziali con fortissime differenze d'accesso: oncologia, cardiovascolare, materno infantile, geriatrica, visite specialistiche di maggior impatto. All'appuntamento sono arrivate, o stanno arrivando con delibere da votare nelle prossime ore, già 14 Regioni. Liguria, Lazio, Molise, Calabria, Bolzano e Marche formalizzeranno i propri "pacchetti" entro metà febbraio. Solo la Sicilia segna il passo.Iprogetti saranno adesso valutati dal ministero sulla base di una griglia ad hoc messa a punto verso la fine del 2006. poi ci sarà la fase caldissima:l'applicazione delle delibere — e, dunque, il rispetto dei tempi massimi d'attesa — da parte di ospedali e Asl. Quella sarà la scommessa delle scommesse. Anche perché in prospettiva analoga operazione dovrà essere fatta per almeno altre 50 prestazioni sanitarie.Federalismo delle priorità.A fare il punto sulle liste d'attesa sanitarie è un'inchiesta a e un'analisi a tutto campo che sarà pubblicata sul prossimo numero del settimanale «Il Sole24 Ore Sanità». Sul tappeto le delibere già approvate e quelle che arriveranno le prossime settimane. Un quadro dettagliatissimo, il più aggiornato finora disponibile. E attesissimo alla prova dei fatti. Senza scordare che, insieme, le Regioni saranno chiamate senza più appelli a regolamentare gli spazi per l'esercizio dell'attività libero professionale dei medici Ssn. Partita, quest'ultima, che viaggia in qualche modo in parallelo con la riduzione delle liste d'attesa per ricoveri e prestazioni.Molto diversi tra di loro, i piani regionali spesso non ricalcano le indicazioni dell'accordo col ministero che fissava anche tetti "possibili" — o "graditi"— dei tempi massimi d'attesa per garantire le prestazioni. Con un importante dato comune, però: i tempi d'attesa per le urgenze«indifferibili », quelle che non possono restare in coda, che praticamente tutte le Regioni si impegnano a garantire entro duetre giorni dalla prescrizione da parte dello specialista. E con cadenze temporali che in più casi considerano una graduatoria dei tempi d'attesa legati ai casi specifici: prognosi gravi,casi "d'attenzione", di routine e dilazionabili. Nella speranza naturalmente che la gestione delle liste sia sempre trasparente.Alcune Regioni indicano prestazione per prestazione i tempi massimi di attesa. Altre, invece, suddividono le prestazioni secondo "pacchetti terapeutici" e, ancora, separano le prestazioni ambulatoriali da quelle chirurgiche, assegnando per le prime (ambulatoriali) un tetto massimo di giorni di attesa e per le seconde (chirurgiche) un range di giorni collegato al percorso diagnostico del paziente per la singola patologia. Anche per questo, al di là dell'effettiva capacità di tradurre la teoria in pratica,sarebbe allo stato dell'arte un errore tentare un range tra Regioni rapide e realtà lumaca. Anche se nei fatti, è noto che il Sud è da sempre in coda. Senza dire che a determinare il vero range, sarà appunto la prova sul campo: la sfida (e la scommessa) è tutta in capo ad Asl e ospedali.Iniziative di supporto. La mappa delle scelte regionali è variegata e spesso legata ad altre iniziative in programma. I Cup sono gettonatissimi. Ma in Piemonte, ad esempio, è previsto l'avvio da giugno di un'area del portale regionale interamente dedicato alle attese in Sanità. La Lombardia ha già comunicato al ministero di essere in possesso anche dei piani di governo per tutte le aziende sanitarie e tutti gli Irccs per il primo semestre dell'anno. E ancora: Trento fissa un elenco con 11 prestazioni in più, in Veneto sta per arrivare una doppia lista (se residenti o meno nella Asl), in Toscana (ma non solo) sarà d'obbligo trovare soluzioni alternative o scatta il risarcimento per mancato rispetto dei tempi, il Lazio s'affida alle prenotazioni on line, la Sardegna lavora al nuovo sistema informativo. I progetti, insomma, sulla carta non mancano.Ma la scommessa è ora tutta da vincere.

51 Sfida all'idrogeno di Jeremy Rifkin - Il pianeta è in pericolo. Non c'è più tempo da perdere. L'economista americano spiega in cinque punti come si può aprire l'era del dopo-carbonio. - L'energia di origine fossile e il nucleare hanno caratteristiche elitarie ... al contrario, le fonti energetiche rinnovabili esistono ovunque sulla Terra... sono accessibili a tutti, in ogni parte del mondo.

6.2.2007 - In questi giorni a Parigi viene pubblicato il rapporto, da tempo preannunciato, del panel intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC). Le sue conclusioni sono infauste. Si prevede che entro la fine di questo secolo, in conseguenza delle attività umane, la temperatura globale aumenterà probabilmente di 3 Celsius, per arrivare a un livello non più raggiunto dal pianeta Terra dall'era del Pliocene, ben tre milioni di anni fa. Gli scienziati ci avvertono che un cambiamento climatico di questa portata metterà a repentaglio la stessa civiltà umana e il futuro del pianeta. La domanda che sorge nella mente di tutti è dunque: che fare?Sono cinque i principali pilastri da costruire per rispondere a questa sfida e porre le basi di un'era del dopo-carbonio. -1-Dovremo rendere ottimale l'efficienza dell'uso dei combustibili fossili; -2-ridurre le emissioni dei gas responsabili del riscaldamento globale; -3-creare le migliori condizioni per la commercializzazione delle energie rinnovabili; -4-perfezionare la tecnologia delle fuel cells (celle a combustibile) all'idrogeno per lo stoccaggio delle energie rinnovabili, e-5-costruire sistemi di 'reti intelligenti' per la distribuzione dell'energia da un capo all'altro dei continenti. Nel loro insieme, questi cinque pilastri costituiranno la base portante della terza rivoluzione industriale.A breve termine, il modo più rapido per far fronte al problema del riscaldamento globale è ridurre di almeno il 20 per cento i nostri consumi di combustibili fossili, grazie all'introduzione di nuove tecnologie per un uso più efficiente dell'energia e

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l'adozione di una serie di accorgimenti da parte di tutti i consumatori, dalle famiglie alle utenze industriali e pubbliche.In secondo luogo, ogni governo dovrà stabilire i tetti massimi delle emissioni di CO2 e di altri gas responsabili del riscaldamento globale, e garantire il rispetto di questi limiti attraverso meccanismi di controllo efficaci, per arrivare entro il 2020 a una riduzione del 30 per cento (con riferimento ai livelli del 1990). È il minimo indispensabile per poter sperare di contenere l'aumento della temperatura globale, da qui alla fine del XXI secolo, sotto la soglia di 2 Celsius. Terzo: ogni paese ha un potenziale ingente di energie rinnovabili, sotto forma di energia solare, eolica o geotermica, da biomasse o dalle onde del mare. Ciascun governo dovrebbe porsi una serie di obiettivi realistici, per arrivare entro il 2020 a coprire con energia da fonti rinnovabili il 33 per cento del fabbisogno nazionale di elettricità e il 25 per cento del consumo energetico complessivo.Quarto: ogni paese dovrà impegnarsi in un'azione a lungo termine per compiere la transizione all'era dell'energia da idrogeno. L'idrogeno è il più leggero degli elementi, il più abbondante nell'universo, che utilizzato come fonte energetica non dà luogo a scorie né a sottoprodotti, al di fuori dell'acqua pura e del calore. Sono ormai più di trent'anni che usiamo pile a idrogeno high-tech per le nostre navi spaziali. Quella dell'idrogeno è la partita finale da vincere per entrare nell'era del dopo-carbonio.Perché l'idrogeno? Perché è il mezzo migliore per lo stoccaggio dell'energia da fonti rinnovabili, da destinare sia all'erogazione di corrente elettrica che ai trasporti. È importante sottolineare che una società fondata sulle energie rinnovabili sarà possibile solo a condizione di riuscire ad accumulare l'energia sotto forma di idrogeno. Le fonti rinnovabili sono infatti intermittenti: il sole non splende sempre, il vento a volte non soffia, l'acqua scarseggia nei periodi di siccità, i raccolti variano a seconda delle annate. Le celle a combustibile all'idrogeno rendono possibile lo stoccaggio dell'energia rinnovabile, e consentono quindi di garantire l'approvvigionamento delle reti elettriche e dei sistemi di trasporto. Quinto: sarà necessario riconfigurare in ogni paese le reti per la distribuzione dell'energia elettrica. Gli stessi principi di progettazione, le stesse tecnologie intelligenti che hanno consentito di creare Internet e di sviluppare le grandi reti decentrate della comunicazione globale sono oggi applicabili per ridisegnare le reti nazionali di erogazione dell'energia elettrica, consentendo un uso più efficiente dell'energia alle industrie e a tutte le utenze, e aprendo a tutti la possibilità di produrre direttamente energia da fonti rinnovabili, e di poter rivendere le proprie eccedenze al gestore della rete. In alcune realtà locali, negli Usa e in Germania, l'Ibm sta già sperimentando una tecnologia di 'rete intelligente' (smart power grid) di questo tipo.Alcuni esperti avanzano proposte diverse: c'è chi parla di una nuova generazione di impianti a 'carbone pulito', o propone di catturare il diossido di carbonio emesso dalle centrali a carbone per isolarlo nel sottosuolo o nei fondali marini. Molti scienziati dubitano che queste tecnologie di stoccaggio possano essere realizzate su scala commerciale nei prossimi decenni, e si dimostrino tanto affidabili da escludere ogni rischio di fuga dei gas inquinanti nell'atmosfera. Altri vorrebbero rilanciare l'uso dell'energia nucleare. Ma in tal caso si accumulerebbero quantitativi sempre maggiori di scorie radioattive pericolose; in materia di sicurezza, si correrebbero rischi particolarmente gravi in tempi di terrorismo, e il costo dell'energia andrebbe incontro a forti rincari a carico degli utenti e dei contribuenti. Oltre tutto, l'attivazione di centinaia di nuovi impianti nucleari richiederebbe tempi lunghi, per cui la produzione di energia non potrebbe iniziare prima del 2025- 2030: troppo tardi per far fronte al problema delle crescenti emissioni di diossido di carbonio.La creazione di un sistema basato su fonti di energia rinnovabili, sulla tecnologia delle celle a combustibile all'idrogeno e sulle reti di distribuzione intelligenti apre la porta a una terza rivoluzione industriale, i cui effetti moltiplicatori sul piano economico non saranno inferiori a quelli delle due grandi rivoluzioni del XIX e del XX secolo: la rivoluzione del carbone e delle macchine a vapore, e quella del petrolio e dei motori a combustione interna.Oggi le celle a combustibile all'idrogeno sono già in fase di commercializzazione per vari usi, sia nelle strutture produttive e amministrative che per i consumi privati. Stabilimenti industriali e aziende di servizi stanno già acquistando celle a combustibile all'idrogeno fisse di grandi dimensioni, per garantirsi l'approvvigionamento energetico nei periodi di sovraccarico della rete e per far fronte al rischio di cali di tensione o di blackout. Ad esempio, l'aeroporto di Monaco dispone di una cella a combustibile fissa all'idrogeno.Grandi società quali Hitachi o Toshiba prevedono di lanciare sul mercato fin dal 2007 le prime celle a combustibile all'idrogeno portatili, per l'alimentazione di telefoni cellulari, computer portatili, macchine fotografiche digitali, lettori Mp3 e PDA: la durata di una cartuccia potrà variare da otto a 35 ore. Le maggiori case automobilistiche hanno speso miliardi di dollari per mettere a punto modelli di vetture, camion e autobus a idrogeno. Attualmente le vetture e i bus di questo tipo sono già in rodaggio sulle strade di vari paesi europei, e i primi modelli della produzione in serie saranno in vendita tra il 2012 e il 2014.La California, al sesto posto nel mondo per l'importanza della sua economia, è ormai decisamente avviata, al pari di varie altre regioni del mondo, verso un "futuro a idrogeno". La riconfigurazione delle infrastrutture energetiche di ogni paese darà vita a una vasta gamma di nuove tecnologie, beni e servizi, creando milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi 25 anni. I paesi più innovativi, che arriveranno per primi su questo mercato, si aggiudicheranno la possibilità di esportare in tutto il mondo le nuove tecnologie per le energie da fonti rinnovabili, l'H2 e le reti distributive intelligenti.L'energia di origine fossile e il nucleare hanno caratteristiche elitarie: quelle della vecchia modalità di gestione centralizzata

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e autoritaria delle risorse che ha improntato il XIX e il XX secolo. Il carbone, il petrolio, il gas naturale e l'uranio si trovano solo in determinati luoghi e hanno richiesto non solo gli enormi capitali necessari alla loro lavorazione e commercializzazione, ma anche investimenti militari altrettanto ingenti per metterli in sicurezza. Il risultato è l'abisso che ha diviso sempre più i detentori del potere dai tanti che ne sono privi, nel senso letterale e in quello figurato del termine.Al contrario, le fonti energetiche rinnovabili esistono ovunque sulla Terra. L'irradiazione solare, l'energia eolica, idrica e geotermica, i prodotti di scarto dell'agricoltura e delle attività forestali, i rifiuti solidi urbani sono accessibili a tutti, in ogni parte del mondo. Se potranno essere convogliate e immagazzinate in forma di idrogeno, e quindi erogate attraverso reti distributive intelligenti, le energie da fonti rinnovabili si prestano a essere ampiamente diffuse e condivise su basi paritarie, come già avviene oggi per l'informazione e la comunicazione attraverso Internet. Nel XXI secolo sarà un'economia dell'idrogeno, verde e sostenibile, a incarnare il duplice significato dello slogan 'Power to People'. Potere, ma anche energia al popolo. traduzione di Elisabetta Horvat

52 Poveri di salute. Rapporto Ceis - Chi paga l'invecchiamento degli italiani. Il nostro sistema sanitario non è in grado di difendere le famiglie dall'impatto economico della malattia cronica, tanto che chi la affronta con un reddito medio-basso è spesso trascinato sotto la soglia di povertà. A pesare sono, soprattutto, le spese farmaceutiche (che rappresentano fino al 54 per cento della cosiddetta spesa sanitaria “out of pocket”), poi la medicina specialistica e, appena una famiglia inizia a potersela permettere, la spesa dentistica.

05.02.2007 di Nicola Nosengo - C'è uno zoccolo duro di povertà, inefficienza, iniquità nel nostro sistema sanitario: milioni di persone che il servizio pubblico pianta in asso. Famiglie che povere non sarebbero, ma lo diventano proprio a causa delle spese sanitarie, per garantirsi quella salute che la Costituzione riconosce come un diritto. E sono, in grande maggioranza, le famiglie con membri anziani, malati cronici, o non autosufficienti. A mettere il fenomeno sotto la lente è l'annuale Rapporto Sanità del Ceis, il Centro di Studi Internazionali sull'Economia e lo Sviluppo della facoltà di Economia dell'Università di Roma Tor Vergata. Il volume arriva, come ogni anno, ad analizzare l'evoluzione della spesa e del governo del sistema sanitario, i diversi indicatori di efficienza dei servizi regionali e nazionali, lo scenario del prossimo anno delineato dalla nuova Finanziaria. E già su questo punto, arriva la prima bocciatura: secondo le elaborazioni del Ceis, la Finanziaria non riuscirà nel suo obiettivo di portare la spesa sanitaria al 6,7 per cento del Pil, a meno di un gettito da ticket oltre le previsioni. Più probabilmente la spesa sanitaria pubblica rimarrà sopra l'8 per cento del Pil, quindi lontana dall'equilibrio finanziario. Riducendo sì, in media, la quota a carico delle famiglie (di 25-48 Euro procapite), ma andando paradossalmente a colpire (con l'introduzione del ticket sulla specialistica) proprio le famiglie più in difficoltà. Proprio l'equità del Servizio Sanitario Nazionale è infatti al centro di uno dei capitoli del rapporto, che la valuta con i parametri usati a livello mondiale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: il confronto tra la spesa sanitaria “out of pocket” (cioè in tutto e per tutto di tasca propria) sostenuta dalle famiglie e la loro “capacity to pay”, ovvero il reddito restante una volta sostenute le spese di sussistenza. “In questo modo” spiega Federico Spandonaro, docente all'Università di Tor Vergata e principale autore del rapporto, “si può valutare se il Servizio Sanitario Nazionale soddisfa davvero entrambe le sue funzioni: non solo promuovere la salute, ma anche proteggere i cittadini dai rischi economici della malattia”. E i risultati non sono davvero rassicuranti. Il nostro sistema sanitario non è in grado di difendere le famiglie dall'impatto economico della malattia cronica, tanto che chi la affronta con un reddito medio-basso è spesso trascinato sotto la soglia di povertà. In Italia, documenta il rapporto, oltre a un 11 per cento circa di famiglie povere (secondo la definizione dell'Istat), sono quasi 300.000, l'1,3 per cento della popolazione, le famiglie impoverite. “Famiglie” spiega Spandonaro, “che in termini di reddito assoluto non sarebbero sotto la soglia di povertà, ma che ci ricadono una volta sottratta al loro reddito la spesa sanitaria”. E la grande maggioranza (il 65 per cento) ha almeno un membro sopra i 65 anni. Dati alla mano, scrivono gli autori del rapporto, a parità di altre condizioni la presenza di un anziano in famiglia da sola aumenta del 42 per cento la probabilità di impoverimento. La presenza di due anziani la fa raddoppiare. A pesare sono, soprattutto, le spese farmaceutiche (che rappresentano fino al 54 per cento della cosiddetta spesa sanitaria “out of pocket”), poi la medicina specialistica e, appena una famiglia inizia a potersela permettere, la spesa dentistica. “Qualcuno potrebbe chiedersi: ma queste famiglie non dovrebbero essere esenti dalla spesa farmaceutica?” anticipa Spandonaro. “Il problema è che anche chi è esente paga la cifra fissa sulle ricette, e questa può incidere pesantemente sul bilancio di una famiglia già al limite della povertà se al suo interno c'è un malato cronico. Quel malato ha bisogno di molti farmaci, e bastano 10/20 ricette in un mese per scivolare sotto la soglia di povertà. E nel 2007, con la nuova Finanziaria, la situazione peggiora, perché viene introdotto il ticket in cifra fissa anche per le prestazioni di medicina specialistica”. A questo si aggiunge un altro problema: il nostro sistema sanitario non copre le spese di odontoiatria e assistenza domiciliare, spese ingenti per le famiglie in cui ci sono anziani e malati cronici, in particolare non autosufficienti. “Chi se le può permettere le paga, e pagandole scivola verso l'impoverimento. Chi non se le può permettere rimanda il problema o, nel caso dell'assistenza domiciliare, fa da sé”. Questo significa che i problemi sono ancora più grandi di quanto non emerga dalle cifre: anche chi non denuncia spese per la non autosufficienza spesso ha semplicemente posticipato il problema, il che può comportare maggiori costi, diretti e indiretti, in futuro. Come rimediare? Secondo Spandonaro, perché il nostro sistema sanitario garantisca davvero equità servirebbe prima di tutto una revisione generale dell'attuale sistema di ticket ed esenzioni. “Il sistema dei ticket in cifra fissa non funziona,

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico27 Febbraio 2007 a cura di [email protected]

perché colpisce proprio le famiglie più in difficoltà. In più il nostro sistema di esenzioni non è graduale. Chi è sotto una certa soglia di reddito è esente, chi è sopra no. Ma questo crea discriminazioni inaccettabili tra chi è poco sopra e poco sotto”.

Sulla non autosufficienza, il problema è più complesso. Dopo essere stato oggetto di molti buoni propositi, dalla Finanziaria 2007 è rimasto fuori il Fondo per la Non Autosufficienza che doveva garantire alle Regioni gli strumenti finanziari per assicurare i servizi essenziali (in particolare l'assistenza domiciliare) ai pazienti non autosufficienti. “La proposta si è arenata sulla mancanza di fondi” spiega Spandonaro. “Ma bisogna decidere una volta per tutte se riteniamo l'assistenza di chi non è autosufficiente un problema dei singoli, o un diritto che deve essere garantito. Dopodiché si potrebbero cercare molte strade per garantirlo”. Il problema della copertura finanziaria, certo, non è trascurabile. Attualmente il costo dell'assistenza domestica è tenuto basso dal fatto che le badanti lavorano quasi tutte in nero. In un regime diverso, in cui l'assistenza fosse in qualche modo garantita dal Sssn e quindi regolarizzata, il costo crescerebbe ulteriormente. A questo punto, comunque, se ne riparla nel 2008.

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