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Laboratorio di Tecniche Microscopiche Modulo: Zoologia A.A. 2015-2016 Esercitatore - Dott.ssa Giovanna Pannunzio Dipartimento MeSVA

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Laboratorio di Tecniche Microscopiche

Modulo: Zoologia

A.A. 2015-2016

Esercitatore - Dott.ssa Giovanna Pannunzio

Dipartimento MeSVA

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Il microscopio rappresenta il mezzo diagnostico, probabilmente,

tra i più impiegati nelle scienze biologiche e mediche.

MICROSCOPIO

I microscopi maggiormente impiegati in campo biologico/medico

che sfruttano diverse modalità di utilizzazione della luce sono:

Microscopio a campo chiaro

Microscopio a campo scuro

Microscopio a contrasto di fase

Microscopio a fluorescenza

Stereomicroscopio o microscopio da dissezione.

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MICROSCOPIO ELETTRONICO

a scansione

a trasmissione

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E’ la distanza minima entro la quale due oggetti

risultano separati.

POTERE DI RISOLUZIONE

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DIMENSIONI BIOLOGICHE E DIVERSITÀ DELLE CELLULE

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Il microscopio ottico deve compiere tre fondamentali funzioni:

1) Produrre un'immagine ingrandita del preparato.

2) Separarne i particolari.

3) Rendere quest’ultimi visibili all’occhio umano.

Essenzialmente è composto da una parte meccanica o

stativo, da una parte ottica (costituita da oculari e obiettivi) e

da un apparato di illuminazione.

MICROSCOPIO

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IMMAGINE AL MICROSCOPIO

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I microscopi hanno ottiche che possono raggiungere ingrandimenti

elevati, dai 20x fino a 1000x o anche 2000x (virtuali) nel caso di

strumenti più professionali.

Sono utilizzati per l'osservazione di cellule, funghi, batteri, polline, e

comunque di vetrini preparati. Non sono adatti all'osservazione di

corpi opachi o con spessore elevato.

Esistono sia monoculari (si osserva con un solo occhio),

binoculari (si osserva con entrambi gli occhi) e trioculari

(consentono l'aggiunta di videocamera o macchina fotografica).

L'obiettivo, posto vicino all'oggetto da osservare produce

un'immagine reale, ingrandita e capovolta, che viene a sua volta

osservata attraverso l'oculare; quest’ultimo riceve questa immagine

nel proprio fuoco e la trasforma nell'immagine finale, che è virtuale,

nuovamente ingrandita e diritta rispetto alla prima (capovolta rispetto

all’oggetto).

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luce

oculari

obiettivo

vetrino

condensatore

-Strumentazione

• Parte meccanica o stativo

• Parte ottica (oculari e obiettivi)

• Apparato di illuminazione

-Preparazione di campioni

dir

ezio

ne

de

lla lu

ce

manopole della

messa a fuoco

MICROSCOPIA IN CAMPO CHIARO

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MICROSCOPIA IN CAMPO SCURO

Nella microscopia in campo scuro, invece,

viene usato un condensatore che impedisce

alla luce trasmessa di illuminare direttamente

il campione: questo è raggiunto dalla luce

diffusa solo se obliqua e risulta stagliato su

uno sfondo nero. Il potere di risoluzione è 10

volte maggiore di quello della microscopia in

campo chiaro (arriva a distinguere dettagli di

0,02 micron) e consente di identificare i

batteri più sottili. L’obiettivo riceve la luce

diffusa o riflessa dalle strutture del

campione da analizzare di modo che i

microrganismi appaiono luminosi in un

campo nero.

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DIATOMEA

Campo chiaro Campo scuro

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L’esemplare vivo è stato fotografato in

campo oscuro tra frammenti di capelli.

Pediculus capitis humanus, De Geer (pidocchio del capello)

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Piccolo predatore che vive in corsi d’acqua, ruscelli e

sulle rive di piccoli laghi. Sospeso a testa in giù sotto il

livello dell’acqua.

Immagine in campo nero

Notonecta glauca L. (ninfa di emittero acquatico)

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Questa tecnica permette l’osservazione

di oggetti o organismi incolori, e quindi

invisibili con il normale campo chiaro,

aumentandone considerevolmente il

contrasto.

MICROSCOPIA A CONTRASTO DI FASE

Il principio alla base di questo tipo di

microscopia è che il campione ha un

indice di rifrazione differente dal

mezzo circostante. L'obiettivo del

microscopio a contrasto di fase amplifica

questo effetto e porta alla formazione di

una immagine scura su campo chiaro,

se l’indice di rifrazione dell’oggetto è più

alto del mezzo, oppure, chiara su campo

scuro, se l’indice di rifrazione dell’oggetto

è più basso del mezzo.

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MICROSCOPIO A CONTRASTO DI FASE

Euplotes patella, Muller Paramecium caudatum, Ehrenberg

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Si utilizza con dei campioni trattati in modo da essere in grado

di emettere luce di una specifica lunghezza d'onda (quindi di

un unico colore) quando eccitati con luce di una lunghezza

d'onda inferiore. Il fenomeno di emissione si verifica se nella

cellula sono presenti delle sostanze fluorescenti oppure se il

campione viene trattato con composti fluorescenti in grado di

emettere luce una volta eccitati.

MICROSCOPIO A FLUORESCENZA

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Nel microscopio a fluorescenza la luce incidente sul

campione è emessa tipicamente da una lampada a vapori

di mercurio che emette radiazioni nella regione bassa del

visibile e nel vicino ultravioletto. Il vantaggio dell’uso della

fluorescenza è che il campo di osservazione è scuro e gli

elementi fluorescenti risultano ben contrastati, inoltre l’uso di

lunghezze d’onda più basse consente di superare il limite di

risoluzione della microscopia ottica ottenendo immagini ad

alta definizione.

MICROSCOPIO A FLUORESCENZA

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Studio di morfologia nucleare: colorazione con arancio di

acridina che è un colorante fluorescente per gli acidi nucleici,

in particolare colora in verde il DNA e in rosso l’RNA.

MICROSCOPIO A FLUORESCENZA

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Nuclei e cromosomi di un anfibio anuro

colorati con il DAPI, un fluorocromo che

lega le basi AT del DNA.

MICROSCOPIO A FLUORESCENZA

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oculari

tubo del corpo

obiettivi

piano portaoggetti

braccio

basamento

manopole della

messa a fuoco

STEREOMICROSCOPIO

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• Lo stereomicroscopio, poiché ha due

obiettivi e due oculari, è come se fosse

costituito da due microscopi distinti, uno

per ciascuno degli occhi dell’osservatore.

• Entrambi i microscopi puntano sulla stessa

zona dell’oggetto in esame, ma da due

angolazioni leggermente diverse.

• In questo modo si formano due immagini

diverse sulle due retine; ciascun occhio

osserva la stessa cosa ma da una

direzione diversa.

• Questo sdoppiamento dell’immagine

consente di percepire la tridimensionalità degli

oggetti.

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

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STEREOMICROSCOPIO

Di solito questi tipi di strumenti hanno ingrandimenti che

variano da 10x a 90x, ma possono arrivare fino a 180x ed

oltre nel caso di strumenti più sofisticati e per scopi

professionali.

Gli stereomicroscopi sono adatti all'osservazione di insetti,

foglie, pietre e comunque oggetti opachi e dotati di un certo

spessore. Sono molto utili anche per osservazione di

circuiti elettronici, fibre o tessuti.

Lo stereomicroscopio è quindi molto utilizzato nei settori dell’

entomologia, della botanica, della mineralogia, in

numerosi campi di ricerca come anche in numerosi settori

della produzione industriale.

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MICROSCOPIO E STEREOMICROSCOPIO

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La differenza tra il microscopio ottico “convenzionale”

chiamato anche microscopio composto e quello

stereoscopico sta nel fatto che, mentre il primo osserva il

campione attraverso un'unica direzione, l’altro lo osserva

da due angoli leggermente diversi. In questo modo, il

primo fornisce un’immagine piatta, senza volume, mentre

l’altro fornisce una visione tridimensionale degli oggetti.

MICROSCOPIO E STEREOMICROSCOPIO

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CONFRONTO TRA IL

MICROSCOPIO OTTICO

ED ELETTRONICO

pa

ram

eciu

m

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STIMA DEL NUMERO DI SPECIE ESISTENTI

NEI PRINCIPALI GRUPPI DI ORGANISMI

VIVENTI

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VARIETA’ DI SPECIE

NEL MONDO

ANIMALE

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VERTEBRATI

INVERTEBRATI

REGNO ANIMALE

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INVERTEBRATI

Microinvertebrati: organismi le cui

dimensioni sono raramente superiori

al millimetro (es.: crostacei cladoceri,

ostracodi e copepodi; idracari;

tardigradi).

Macroinvertebrati: organismi le cui

dimensioni sono raramente inferiori al

millimetro (es.: crostacei anfipodi e

isopodi; insetti quali plecotteri,

efemerotteri, tricotteri, ditteri; molluschi

bivalvi e gasteropodi).

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INVERTEBRATI

Phylum Artropodi

Il Phylum Artropodi comprende circa l’80% dei viventi sulla

terra e sono quelli che vengono maggiormente utilizzati

negli studi faunistici, in particolare gli insetti, animali con

grande diversificazione adattativa, dovuta alla versatilità

della struttura morfologica di base che si modifica per

permettere la sopravvivenza in tutti gli ambienti.

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LA MICROSCOPIA IN CAMPO ZOOLOGICO

Analisi e valutazione di caratteri morfologici a fini

tassonomici (chiavi dicotomiche).

Analisi delle strutture morfologiche in relazione alla

funzione e alla nicchia ecologica (caratteri adattativi).

Analisi filogenetica ovvero analisi dei caratteri

filogeneticamente significativi allo scopo di individuare

relazioni di parentela tra i taxa in esame.

Analisi della qualità ambientale attraverso lo studio

della componente faunistica.

Analisi di comunità animali di un territorio.

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LA BIODIVERSITA’

La biodiversità di specie sulla Terra

La biodiversità entomologica

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Ciascuna specie riveste in una comunità un

ruolo differente ed il verificarsi di un

cambiamento nella struttura in specie, in molti

casi, indica la presenza di squilibri

nell’ecosistema.

E’ molto importante valutare la qualità delle

specie per sistemare il pregio naturalistico di

un territorio.

LA LISTA DI SPECIE

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SPECIE GENERICHE

SPECIE RARE/ENDEMICHE/RELITTE

SPECIE INDICATRICI

SPECIE BERSAGLIO

SPECIE DI IMPORTANZA LOCALE

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Barbitistes yersini, Brunner von

Wattenwyl, 1878. Distribuita lungo le

coste dalmate, mentre in Italia è

presente solo in poche località del

Friuli Venezia Giulia e dell’ Appennino

Centrale.

SPECIE RARE

Le specie rare sono quelle non comuni,

scarse di numero e difficilmente

rinvenibili, possono essere legate ad

habitat particolari o nel caso di insetti

legate ad entità botaniche non comuni.

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Specie endemiche sono quelle esclusive di un territorio come

ad esempio Otiorhynchus abruzzensis, Stierlin,1893, un

coleottero Curculionide esclusivo del Gran Sasso, che vive ad

alta quota (1880-2400m).

Otiorhynchus sp.

SPECIE ENDEMICHE

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Le specie relitte, sono elementi di fauna in passato ampiamente

distribuite e attualmente limitate a zone o ambienti ristretti, e il

cui areale può risultare perciò frammentario; sono

particolarmente interessanti come testimonianze viventi di

antiche situazioni ecologiche o paleogeografiche.

Podisma sp.

Italopodisma sp.

SPECIE RELITTE

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Raccolta in campo.

Smistamento ovvero separazione della componente biotica da quella

abiotica; prima separazione degli organismi a basso livello di dettaglio.

Conservazione degli esemplari animali in agenti fissanti.

In laboratorio smistamento vero e proprio del campione e prima determinazione

degli esemplari a livello di ordine/famiglia/genere con l’ausilio dello stereo-

microscopio attraverso l’utilizzo di chiavi dicotomiche.

Allestimento di preparati (vetrini) per l’osservazione al microscopio

ottico e la diagnosi specifica attraverso l’utilizzo di chiavi dicotomiche.

Redazione di una lista faunistica (elenco dei taxa raccolti e classificati).

Studio della lista faunistica per analisi ecologiche, biogeografiche,

filogenetiche ed evoluzionistiche.

ANALISI FAUNISTICA

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Per la raccolta degli insetti si possono utilizzare:

Pinzette entomologiche (particolari pinzette molto

morbide che consentono di non rovinare gli esemplari).

Aspiratore per gli organismi più piccoli e veloci.

Pennellino per quelli ancora più minuti e delicati.

Retini di vario tipo, trappole luminose, ombrelli

entomologici, ecc..

METODI CHE DI CAMPIONAMENTO

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ASPIRATORE E PINZETTE

L’aspiratore è composto di un

barattolo di vetro o plastica il cui

tappo è munito di due fori

attraverso i quali si fanno

passare due tubetti del diametro

di circa 8 mm; ponendo in

bocca la canna più lunga e

aspirando con forza si faranno

entrare nell’altra canna e quindi

nel barattolo i vari insetti che vi

rimarranno prigionieri.

Pinzette entomologiche

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L’operatore, prestando attenzione a tenersi

di fronte il sole può iniziare a “falciare” il

terreno. E’ necessario che la propria ombra

non venga proiettata innanzi perché gli

insetti metterebbero in atto un particolare

comportamento antipredatorio che

renderebbe meno proficua la cattura. La

tanatosi, ossia il farsi cadere e mostrarsi

morti, è una strategia che gli insetti

utilizzano in caso di presenza di un

possibile predatore. Gli insetti immobili a

terra sono più difficili da catturare con un

retino falciatore e la stima che verrebbe

eseguita risulterebbe sottodimensionata

rispetto la popolazione.

RETINO FALCIATORE

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RETINO FALCIATORE

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La raccolta a seconda delle varie specie,

deve essere attuato a diverse altezze.

Alcuni lepidotteri vivono sulle cime sommitali

degli alberi (canopea) e per questo

occorrono retini aventi manici molto lunghi.

RETINO PER FARFALLE

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ASPIRATORE E RETINO

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OMBRELLO ENTOMOLOGICO

Sistema molto semplice di

cattura, viene posto alla

base degli arbusti o degli

alberi. L’operatore si pone al

di sotto della vegetazione e

provoca la caduta degli

animali presenti su di essa.

Solitamente la tanatosi viene

messa in atto anche in

questo caso dagli insetti i

quali cadono sul telo, quindi

l’operatore può prelevare gli

animali con un aspiratore.

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Le modalità per creare una trappola luminosa sono molteplici.

Esse sono legate alle caratteristiche del luogo di raccolta. Se

abbiamo a disposizione energia elettrica si possono utilizzare

lampade a vapori di mercurio. Nella maggior parte dei casi si

opera in luoghi sprovvisti di corrente, in queste circostanze si

usano, in genere, neon funzionanti con batterie a 12 V.

In genere la trappola è costituita da un secchio di plastica dal

diametro di circa 30 cm, sul quale viene ancorata la fonte

luminosa e posizionato un imbuto di plastica dello stesso

diametro per permettere la caduta degli insetti nel secchio.

Gli insetti, attratti dalla luce cadono nel secchio sul fondo del

quale viene messo un piccolo contenitore con del cotone

idrofilo imbevuto di etere. Si crea in questo modo un ambiente

saturo di vapori di etere che intontisce gli insetti e ne consente

la cattura.

TRAPPOLE LUMINOSE

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Le trappole luminose

consentono di effettuare

campionamenti notturni e

crepuscolari catturando

gli insetti che vengono

attirati da una luce.

Trappole di questo tipo si

usano per studiare la

dinamica

dell’entomofauna in una

determinata località.

TRAPPOLE LUMINOSE

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TRAPPOLA A CADUTA

Si tratta di semplici contenitori cilindrici

aperti ad un’estremità (es. barattoli,

bicchieri), che vengono piantati nel

terreno coi bordi dell’imboccatura a livello

del piano di campagna.

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TRAPPOLA A CADUTA

Gli organismi, camminando sul

terreno, vengono intercettati e

cadono all’interno della trappola

che contiene un liquido

preservante (acido acetico, glicole

etilenico o propilenico, ecc; la

formaldeide risulta molto efficace

ma è fortemente tossica ed è da

sconsigliare) per la

conservazione degli esemplari e

per evitare fenomeni di

predazione e mutilazione. Sono

utilizzate per artropodi del terreno

come coleotteri carabidi e

stafilinidi, ragni, opilioni, ecc.

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VAGLIO ENTOMOLOGICO (WINKLER)

Utilizzato quando si vogliono

analizzare le caratteristiche del

popolamento animale del suolo.

Rimossa la parte più superficiale

costituita per lo più da copertura

erbacea e dalla lettiera, si

raccoglie la terra che viene

setacciata attraverso una rete le

cui maglie misurano ½ o 1 cm.

Ciò che resta è costituito da

piccole particelle e invertebrati

del suolo che possono essere

identificati.

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Questo è un metodo di

estrazione dinamico che

sfrutta la reazione di fuga

della fauna del suolo dalla

luce e dall’essiccamento

provocato da una sorgente

luminosa. Gli organismi che

presentano per lo più

fototassia negativa, si

dirigono verso il fondo

cadendo nell’imbuto al fondo

del quale si trova un

contenitore di raccolta.

SELEZIONATORE DI BERLESE

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Retino immanicato

Retino surber

RETINO PER RACCOLTE DI

MACROINVERTEBRATI ACQUATICI

I macroinvertebrati sono quegli organismi facenti

parte di diversi taxa di animali invertebrati aventi

le dimensioni maggiori di 1 mm.

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Utilizzato per la cattura di

macroinvertebrati che vivono

in ambiente acquatico, ha le

maglie costituite da materiale

alquanto resistente. Al fondo

della rete si trova, in genere,

un contenitore in plexiglass

che può venire smontato per

la raccolta del materiale

campionanto.

RETINO PER RACCOLTE DI

MACROINVERTEBRATI ACQUATICI

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Numero cumulativo di specie catturate mediante campioni

successivi nella medesima stazione di campionamento

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PRIMO SMISTAMENTO

DEL MATERIALE CAMPIONATO

Vaschetta di smistamento per

materiale acquatico

Telo bianco per materiale

terrestre

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In contenitori contenenti formalina o alcool.

Questo metodo viene usato per conservare invertebrati a

corpo molle (ad esempio lombrichi, bruchi, larve, ecc.).

Ciò che ci serve sono tubetti di varie dimensioni e della

formalina al 7% o alcool al 70% (che non dovrebbe essere

denaturato per evitare un eccessivo indurimento degli

esemplari).

CONSERVAZIONE E TRASPORTO

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CONSERVAZIONE E TRASPORTO

Gli insetti terrestri, soprattutto Coleotteri,

Emitteri ovvero Artropodi con

esoscheletro fortemente sclerificato

sono conservati in tubetti di plastica a

bocca larga con tappi di sughero e con

all’interno un certo quantitativo di

segatura di faggio o pioppo oppure

trucioli di sughero a cui va aggiunta

qualche goccia di etere acetico (etile

acetato) che ha la proprietà di uccidere

gli insetti senza irrigidirli ed agisce anche

come fungicida ed battericida.

Altri insetti, aracnidi, altri artropodi vanno

conservati in flaconi con alcool 70%.

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ETICHETTATURA DEI CONTENITORI

- Stazione di rinvenimento

- Altitudine

- Data

- Località

- Nome raccoglitore

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Smistamento vero e proprio

Preparazione

Determinazione

LABORATORIO

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PREPARAZIONE DEGLI INSETTI PRIMA DI ESSERE

OSSERVATI AL MICROSCOPIO

Gli esemplari disidratati per lunga permanenza

nei contenitori di raccolta o per esaurimento

dell’etere acetico vanno reidratati attraverso:

-Camera umida

-Bollitura (ammorbidimento rapido tenendo

l’insetto per qualche minuto in acqua bollente)

-Siringa (ammorbidimento rapido iniettando nel

torace dell’insetto una goccia d’acqua calda)

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Camera umida

La camera umida si può realizzare

con un qualsiasi recipiente di

materiale plastico, a tenuta, sul cui

fondo viene posizionata della carta

assorbente inumidita con acqua,

sopra la quale poseremo l’esemplare

per il tempo necessario perché si

ammorbidisca. Generalmente una

giornata è sufficiente, ma per gli

esemplari più grandi a volte il tempo

richiesto è superiore.

PREPARAZIONE DEGLI INSETTI PRIMA DI ESSERE

OSSERVATI AL MICROSCOPIO

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Si prende quindi uno spillo entomologico della

misura adeguata alle dimensioni dell’animale e

lo si inserisce perpendicolarmente al centro della

parte anteriore dell’elitra di destra, lasciandolo

sporgere superiormente per circa 1-1,5 cm.

PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE

OSSERVATO AL MICROSCOPIO

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Dopo averlo posto su un piano di lavoro

con l’aiuto di una pinzetta a punte sottili si

posizionano le zampe e le antenne in

modo adeguato e le si fissano con una

serie di spilli i quali vengono tolti non

appena l’animale è secco, sarà così

pronto per essere messo in collezione.

PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI ESSERE

OSSERVATO AL MICROSCOPIO

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I coleotteri più piccoli si preparano

generalmente incollandoli su appositi

cartellini con una goccia di colla

entomologica ed utilizzando uno

stereomicroscopio per posizionarli

qualora fosse necessario.

PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI

ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO

Colla entomologica

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PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI

ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO

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Per i Lepidotteri si procede ponendo

la bustina contenente l’esemplare

secco nella “camera umida”.

Si inserisce uno spillo entomologico

nel centro del torace della farfalla

quindi si pone il corpo nel solco

centrale di un apposito stenditoio.

Sulle assicelle laterali dello

stenditoio abbiamo in precedenza

fissato due strisce di carta

pergamena sotto le quali si

posizioneranno le ali.

PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI

ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO

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Si puntano degli spilli intorno alle ali per non farle muovere e

si lascia seccare l’esemplare per alcuni giorni dopodiché,

tolte con cura le strisce di carta, lo si può inserire in

collezione.

PREPARAZIONE DELL’INSETTO PRIMA DI

ESSERE OSSERVATO AL MICROSCOPIO

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Insieme ad ogni esemplare si mette un cartoncino su cui viene

riportato:

- il nome scientifico

- la data di raccolta

- la località, altitudine

- l'habitat

- Il raccoglitore

esempio:

Cetonia aurata pisana (Heer, 1841)

20 Luglio 2009 Villa Minozzo (RE)

Campo fiorito, 700 m

Legit Mario Rossi

In questo modo qualsiasi persona si trovasse a studiare la specie in

questione avrà a disposizione più informazioni possibili.

ETICHETTATURA

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Le collezioni scientifiche hanno da

sempre avuto la funzione di archivi della

biodiversità e rappresentano oggi una

grande risorsa non soltanto per la ricerca

e la didattica, ma anche per la

divulgazione della cultura scientifica, delle

problematiche di tutela e di conservazione

dell’ambiente naturale.

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CLASSIFICAZIONE DEI TAXA ANIMALI

Regno

Phylum

Classe

Ordine

Famiglia

Genere

Specie

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Regno: Animalia

Phylum: Arthropoda

Classe: Insecta

Ordine: Trichoptera

Famiglia: Limnephilidae

Genere: Anabolia

Specie: Anabolia nervosa

CLASSIFICAZIONE DEI TAXA ANIMALI

Adulto

Larva

Anabolia nervosa (Curtis, 1834)

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Plecotteri

Chrysomelidae: Gastrophysa viridula (De Geer, 1775)

Coleotteri

Mantidae: Mantis religiosa Linnaeus, 1758

Mantodea

Leuctridae: Leuctra sp.

Libellulidae: Crocothemis erythraea (Brullé, 1832)

Odonati

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Pyrrhocoridae: Pyrrhocoris apterus Linnaeus, 1758

Ortotteri

Emitteri

Acrididae: Chorthippus sp. Lygaeidae: Spilostethus pandurus (Scopoli, 1763)

Emitteri

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Pentatomidae: Eurydema ventralis Kolenati, 1846 Pyrrhocoris apterus Linnaeus, 1758

in accopiamento

Emitteri

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CHIAVI DICOTOMICHE

Le chiavi dicotomiche consistono in un elenco di

caratteri che si escludono a vicenda (bianco o nero,

presenza o assenza…). Mediante una

osservazione guidata del campione in esame si

procede a successive eliminazioni, restringendo il

campo delle possibilità, finché non si giunge ad una

unità tassonomica come l’ordine, la famiglia o, più

difficilmente, il genere attraverso l’ausilio dello

STEREOMICROSCOPIO

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Macroinvertebrati

CHIAVI DICOTOMICHE PER MACROINVERTEBRATI

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Larve

di

insetti

CHIAVI DICOTOMICHE ORDINI

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La determinazione a livello di specie prevede

oltre all’analisi di caratteri morfologici esterni

anche lo studio di caratteri interni, come la

morfologia degli apparati genitali (edeago,

spermateca, ovopositori), boccali, ecc.. In

quest’ultimi casi è necessaria l’estrazione

dell’elemento di interesse con stereomicroscopio

o microscopio da dissezione e successiva

preparazione del vetrino che sarà osservato al

microscopio ottico

DETERMINAZIONE DELLE SPECIE

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Il materiale dissezionato da preparare deve essere

diafanizzato. Si può utilizzare acido lattico (o KOH al

10% per gli insetti) a freddo per alcune ore, o a caldo

per pochi minuti se gli animali sono delicati

(Oligocheti), o per un tempo maggiore per animali di

grosse dimensioni (grossi Ditteri, Tricotteri). Il materiale

diafanizzato è poi lavato con acqua distillata e montato

in liquido di Faure. I preparati in Faure si conservano a

lungo, ma non sono permanenti. Per conservare i

vetrini per un tempo illimitato bisogna disidratare gli

esemplari con la serie degli alcoli, o con un passaggio

in acido acetico glaciale, seguito da un passaggio in

alcol butilico (o alcool etilico assoluto). Infine gli

esemplari si montano in resine (Balsamo del Canada,

Euparal).

DETERMINAZIONE DELLE SPECIE

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DETERMINAZIONE DELLE SPECIE

Apodema metafemorale

di Serraphula puncticollis,

Bryant

La venatura alare forma una rete più

o meno fitta in funzione della

ramificazione delle nervature. Il

sistema delle nervature delimita

areole circoscritte dette cellule alari. Il

decorso delle nervature e la forma

delle cellule sono importanti elementi

di determinazione tassonomica in

alcuni ordini, in particolare nei Ditteri e

negli Imenotteri.

Ditteri

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Set biologico da dissezione Microscopio da dissezione

DETERMINAZIONE DELLE SPECIE

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Allestimento di preparati microscopici

DETERMINAZIONE DELLE SPECIE

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CONSERVAZIONE DEI VETRINI PERMANENTI

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ETICA DELLA RICERCA NATURALISTICA

Molte specie di animali come pure molte specie di piante sono

protette dalla legge, pertanto ne è vietata la raccolta. Prima di

partire per una spedizione di raccolta bisogna informarsi su quali

sono gli organismi animali e vegetali protetti.

Nelle aree protette e nei parchi naturali è vietata la raccolta di

qualunque specie animale e vegetale.

Prelievi occasionali di fauna ad invertebrati in natura

indubbiamente non arrecano alcun danno alle comunità, poiché

gli organismi che vi possiamo raccogliere sono solo una

piccolissima frazione di quelli esistenti. Si pensi ad esempio che

durante le piene possono venir trascinati all’aperto, e destinati a

morte certa, migliaia di organismi per ogni metro cubo d’acqua

che fuoriesce da una risorgenza carsica; un prelievo manuale

raramente fornisce più di qualche decina di esemplari, ed il suo

impatto sull’ecosistema è pertanto insignificante.

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Pyrrhocoris apterus L.

EMITTERI

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Per quanto riguarda i Vertebrati esistono precise norme di legge

che ne vietano la raccolta, l’uccisione, la detenzione e

commercializzazione, nonché il danneggiamento dei siti di sosta e

riproduzione, per i quali, pertanto, le tecniche di studio possono

riguardare solamente il censimento, la fotografia e le osservazioni

sul comportamento e l’alimentazione.

La necessità di condurre le ricerche con oculatezza, evitando sia

l’eccessivo o inopportuno prelievo, sia le tecniche che possano

alterare l’ambiente fisico (quali scavi o manomissioni eccessive dei

siti), trova la sua motivazione oltre che nelle ovvie esigenze di

tutela, anche in quell’etica della ricerca che ogni studioso o

semplice appassionato dovrebbe seguire nel rispetto dell’ambiente

e degli organismi che studia.

ETICA DELLA RICERCA NATURALISTICA