Laboratori BES - Regione Lombardia Progetto di formazione ... · DISABILITÀ INTELLETTIVA E...
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G I O R N A T A D I A T T I V I T À L A B O R A T O R I A L E
M O D U L O C I N Q U E
PRESA IN CARICO, CONTINUITÀ E STRATEGIE DIDATTICHE PER
L’INCLUSIONE DI ALUNNI CON DISABILITÀ INTELLETTIVA E
DISABILITÀ GRAVE
T U T O R R E M O O M A R C I N Q U A N T A
Laboratori BES - Regione Lombardia Progetto di formazione 2014-15 CTS-MIUR (DM 821/2013)
3 marzo 2015
SCALETTA
Le PROSPETTIVE, i MODELLI OPERATIVI, l’AMBIENTE e il
CONTESTO EDUCATIVO
in riferimento
al Progetto e alla Qualità di Vita
in ottica inclusiva
Come guardare oggi le DI e gravi?
Riferimenti bibliografici
AAIDD, Disabilità intellettiva. Definizione, classificazione e sistemi di sostegno [2010], tr. it. a cura di M. Leoni, Vannini Editoria Scientifica, Gussago 2012
AAMR, Ritardo mentale. Definizione, classificazione e sistemi di sostegno [2002], tr. it. a cura di M. Leoni, Vannini Editoria Scientifica, Gussago 2005
APA, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-5, [2013], tr. it. a cura di M. Biondi, Raffaello Cortina Editore, Milano 2014
OMS, Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati, ICD-10-GM 2010 [Edizione italiana Agosto 2011]
Feuerstein R., Non accettarmi come sono. Un approccio nuovo per affrontare la sindrome di Down [1988], tr. it. a cura di A. Picco, G. Carlo Bonansea, S. Canavese, Sansoni Editore, Firenze 1995
Sandrone G., L’educazione, la persona umana, la disabilità, in Sandrone G. (ed.), Pedagogia speciale e personalizzazione. Tre prospettive per una scuola che “integra”, La Scuola, Brescia 2012, pp. 27-92
Studio di caso [Tratto da Reuven Feuerstein, Y. Rand, J.E. Rynders, Non accettarmi come sono, Sansoni Editore, Firenze. pp. 1-2 ]
Il caso di Joel
Da un’idea della Dott.ssa Mabel Giraldo
Il caso di Joel [Tratto da R. Feuerstein, Non accettarmi come sono, pp. 1-2]
Joel, 16 anni, veniva descritto come un soggetto «irrecuperabile», il cui comportamento precludeva ogni possibilità di vita autonoma; comunicava con difficoltà, il suo linguaggio era molto povero, la memoria, a breve e lungo termine, estremamente limitata; mostrava inoltre scarsa capacità di autonomia nelle azioni.
Questo quadro era complicato da comportamenti irrazionali: come l’inclinazione a rubare francobolli e a nasconderli, o a sottrarre il cibo per poi buttarlo via. Gli scatti d’ira del ragazzo avevano reso così pericoloso stargli vicino che gli effetti causati dai danni cerebrali divennero di secondaria importanza rispetto a quelli del comportamento deviante; eppure, a volte, questo ragazzo poteva essere docile e remissivo, con un «sì» sulle labbra ancor prima che la domanda fosse completata.
A cura della Dott.ssa Mabel Giraldo
Il caso di Joel
Joel aveva anche alcune "isole" di competenza molto interessanti:
se, per esempio, gli si dava un disegno da copiare, egli lo ricalcava su un foglio trasparente con rapidità e precisione (...).
Ma se gli si chiedeva di riprodurre, per esempio, da uno schizzo, una semplice figura, un volto umano, un corpo, un fiore, era totalmente incapace di farlo.
La stessa cosa accadeva se si tentava di superare la sua limitata capacità di comunicazione: non riusciva a pronunciare molte parole, anche se gli venivano ripetute più e più volte.
Il caso di Joel
La lettera con la richiesta della mamma scritta da diversi membri della comunità di Joel, sottolineava il fatto che pochi di essi ritenevano che si potesse fare qualcosa per cambiare il corso della vita del ragazzo.
Sensibili, tuttavia, all'estremo desiderio della madre, avevano trasmesso la sua ultima richiesta all'Istituto, come ultima possibilità per Joel.
La lettera - prosegue Feuerstein - ci diede l'impressione che tutti si aspettassero di sentirsi dire da noi che non c'era alcuna possibilità di intervento e di recupero per Joel, specialmente dopo che ci avevano descritto dettagliatamente le difficoltà incontrate per sistemarlo in una casa di cura e in una comunità di giovani»’’.
Laboratorio
Esercitazione
Secondo la precedente formazione o il proprio bagaglio culturale, si elenchino punti di forza e di debolezza, utili al fine di ipotizzare un percorso programmato di interventi
- Suddivisione e discussione in piccoli gruppi
- Restituzione e dibattito
- Tempo: 20’’
?
… è possibile ridurre a un’unica causa
la Disabilità Intellettiva?
A cura della Dott.ssa Mabel Giraldo
Lo SGUARDO RETROSPETTIVO delle Scienze dell’Educazione
Il testo a quale prospettiva fa riferimento?
NEUROFISIOLOGIA
Da un’idea della Dott.ssa Mabel Giraldo
L’orientamento
Contro ogni infausta previsione proponemmo di valutare le sue possibilità di cambiamento (...). Quando iniziammo a valutare Joel, divenne chiaro che avevamo di fronte un individuo pluri-minorato (...). Ci voleva uno sforzo enorme per fargli imparare a memorizzare la più semplice parola o frase. La valutazione di Joel durò venti giorni. Al termine di quel periodo fummo in grado di osservare piccoli cambiamenti. La convinzione che Joel fosse modificabile, nonostante tutti i suoi problemi, ci indusse a insistere nel nostro lavoro. Senza questa convinzione, avremmo lasciato perdere (...). La gioia che provammo quando Joel imparò a contare, senza sbagliare fino a 20, poteva essere paragonata alla sensazione dei genitori che vedono il figlio ricevere la laurea. Quando fu in grado di ripetere parole plurisillabe, o di ricostruire le esperienze vissute, sentimmo che una buona parte della battaglia era stata vinta. (...) Attualmente Joel lavora in un piccolo negozio di artigianato in legno e vive in una comunità per giovani adulti, dove è considerato una delle persone meglio adattate.
Dalle scienze dell’educazione alla pedagogia
‘‘Quando iniziammo a valutare Joel, divenne chiaro che avevamo di fronte un individuo pluri-minorato […] ?
La convinzione che Joel fosse modificabile, nonostante tutti suoi problemi, ci indusse a insistere nel nostro lavoro.
Senza questa convinzione, avremmo lasciato perdere’’.
A cura della Dott.ssa Mabel Giraldo
Come interpretare i suoi progressi?
‘‘La determinazione della madre di Joel
ci costrinse ad intervenire.
Grazie alla sua iniziativa venne condotta una accurata valutazione individuale, che permise di scoprire alcune
delle reali capacità di Joel.
Non solo era possibile modificarlo,
ma molti anni di intervento trasformarono Joel in un individuo auto-affermato, ben integrato e capace’’
Le proposte a confronto
Quali implicazioni
educativo-didattiche?
Quali analogie e quali differenze tra un approccio pedagogico e uno neurofisiologico?
I MODELLI OPERATIVI
Tra gli aspetti più significativi dell'intervento educativo a favore di alunni con deficit intellettivo tre, fra tanti, sono i modelli che hanno influenzato fortemente le prassi di didattica speciale e inclusiva, dando vita a tecniche e strategie largamente utilizzate nei sistemi educativi di tutto il mondo
Didattiche efficaci per l'alunno con DI che tengono conto: delle potenzialità di apprendimento rispettare gli stili di insegnamento
Compito dell’insegnante è scegliere e/o trovare il giusto equilibrio tra i diversi modelli
I MODELLI OPERATIVI: il modello comportamentale
Tra i più classici, il modello comportamentale ha l'obiettivo di modificare il comportamento, di sviluppare le abilità e di ridurre i comportamenti problema, per mezzo del rinforzo dei successi.
Si basa sull'osservazione diretta del comportamento dello studente.
Si compone di 3 elementi declinati ciclo istruzionale:
stimolo
risposte
conseguenza (rinforzante o punitiva)
I MODELLI OPERATIVI: la proposta di Feuerstein
La teoria della MCS postula che la modificabilità cognitiva strutturale è applicabile nonostante la presenza di gravi ostacoli nell’individuo stesso, o nelle sue condizioni di vita.
Il caso di Joel, infatti, riflette il superamento di tre barriere, considerate da molti come fattori importanti, permanenti e negativi, che precludono possibili cambiamenti nel livello di funzionamento dell’individuo:
1. l’età dell’individuo (stadi evolutivi Piaget)
2. le cause della disabilità
3. la gravità della disabilità
I MODELLI OPERATIVI: la proposta di Feuerstein
La persona è concepita come un sistema globale, con visione olistica, in cui favorire lo sviluppo cognitivo attraverso: contatto con se stessi e le proprie risorse aumentare l’autostima la competenza emotiva la capacità di relazione con gli altri
L’intelligenza è vista come la propensione dell’organismo a modificarsi nella propria struttura in risposta ai bisogni di adattarsi ai nuovi stimoli (int. & est.)
Intelligenza come elemento che si trasforma in base alle «epoche evolutive» (nuovo concetto rispetto alle «età evolutive» di Piaget)
Una intelligenza che è in grado di esprimersi al meglio non solo in riferimento alle capacità presenti, ma di attingere a risorse ancora inespresse e di crearne nuove! (Zona Sviluppo Prossimale di Vygotskij Esperienza di Apprendimento Mediato di Feuerstein)
Ricordando il… COME
L’inclusione è
“un approccio dinamico per rispondere positivamente alla diversità degli alunni e di vedere le differenze individuali non come problemi, ma come opportunità per arricchire l’apprendimento”
UNESCO 2005
… concetto riconfermato, poi, nella 48esima Conferenza Internazionale sull’Educazione, Inclusive Education: The way of the future, come principio fondamentale per promuovere l’educazione a tutti i livelli
UNESCO 2008
L’orientamento AC
Cos’è l’Apprendimento Cooperativo?
Vedere slide
«L’Approccio Cooperativo a scuola»
Il Gruppo di Lavoro
https://www.youtube.com/watch?v=wSRVw5tzS4M
Da una idea del Prof. Giovanni Zampieri
La Prospettiva Pedagogica
Riassumendo …
la prospettiva pedagogica impone, in un sistema come il nostro, centrato sul concetto di persona, un’attenzione non a «categorie» divise da incerti discriminanti, ma a ciascuna persona e alla diversità che la caratterizza e che la rende unica e irripetibile
… pertanto è con tale prospettiva che la diversità viene intesa come ricchezza e non come mancanza, e «compresa» proprio perché è in relazione con l’altro!
Laboratorio
Esercitazione
Secondo la precedente formazione o il proprio bagaglio culturale, si elenchino punti di forza e di debolezza, utili al fine di ipotizzare un percorso programmato di interventi
- Suddivisione e discussione in piccoli gruppi
- Restituzione e dibattito
- Tempo: 20’’
Il contesto educativo come Ambiente
Contesto educativo è un concetto chiave di ogni concezione di educazione che interpreti i processi di apprendimento come “situati”, cioè come strettamente collegati ad un insieme di relazioni che coinvolgono, in maniera reciproca, educatori ed alunni in un ambiente determinato. Il contesto educativo, in particolare, è un elemento centrale per la pedagogia istituzionale che considera la relazione educativa come "situata" nel qui ed ora di un “gruppo classe” e di esso si dovrebbe tener conto all'interno di un progetto educativo.
Il ruolo dell’ambiente
L’intelligenza è per definizione la capacità di rispondere in modo originale agli stimoli dell’esperienza, e di assicurare un buon adattamento
In questo senso la condotta disadattiva è un aspetto intrinseco della Disabilità Intellettiva
… un QI che è di Ambiente
… pertanto un QI ≠ dalla vita reale!
Il ruolo dell’ambiente
Una richiesta dell’ambiente può trovare una risposta adeguata in un cervello “normale”, ma per i ragazzi con deficit cognitivi le richieste dell’ambiente spesso sono TROPPO DIFFICILI
Possono, quindi, determinare un rifiuto e un evitamento
Talvolta possono essere TROPPO FACILI e determinano inerzia e regressione
Il ruolo dell’ambiente
A parità di intervento educativo e abilitativo l’inserimento in una classe normale produce risultati migliori dell’inserimento in una classe speciale
I ragazzi italiani con sindrome di Down, per es., conseguono risultati migliori nei test d’intelligenza di quelli riportati in letteratura, perché traggono beneficio dall’inserimento in classe
In ogni ragazzo c’è un ampio margine di progresso raggiungibile (Zona Sviluppo Prossimale di Vygotskij Esperienza di Apprendimento Mediato di Feuerstein) attraverso adeguati interventi educativi, scolastici e familiari
Il fondamentale “ruolo” dell’Ambiente [Fonte: Studio Abilmente - Brembati - Unibg]
A cura della Dott.ssa Brembati
… e il nostro futuro?
… è forse nella «buona scuola»?
Norme per migliorare la qualità dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali
http://parlamento17.openpolis.it/singolo_atto/30059
A cura della Dott. Biagio Diliberto
Progetto di vita & Qualità della vita … un futuro possibile?
CoorDown Onlus
https://www.youtube.com/watch?v=Ju-q4OnBtNU
«21 marzo» = Giornata Mondiale della sindrome di Down
Progetto di vita
È innanzitutto un «pensare» in prospettiva futura, o meglio un pensare doppio, nel senso di:
1. Immaginare, fantasticare, desiderare, aspirare, volere…
2. Preparare le azioni necessarie, prevedere le varie fasi, gestire i tempi, valutare i pro e i contro, comprendere la fattibilità…
Un pensiero progettuale «caldo» e un pensiero progettuale «freddo»!
Progetto di vita
Perché la progettualità è un valore debole nel contesto famigliare?
Entrata in crisi della «capacità generativa» (come il legarsi-a e prendersi cura-dei figli) [Dollehite, 1998]
La nascita di un figlio problematico evidenziano un impatto negativo sulla famiglia - in modo particolare sulla figura materna [Montobbio, Lepri et all., 2000]
Condizione di stress
Difficoltà a progettare
Iniziale chiusura…
…poi ribaltamento di atteggiamento all’ingresso della scuola
Progetto di vita
La scuola valorizza la progettualità anche della famiglia?
Nei primi mesi di vita di una persona disabile l’educazione che ruolo ha?
Qual ruolo pedagogico gioca «L’elaborazione del Sé come persona accettata» soprattutto durante la fase di personalizzazione? [Winnicott, 1970]
L’importanza della storia familiare, l’alleanza tra genitori, il ruolo del padre, la fam. di origine, …
La rete di sostegno: i Servizi e l’approccio multidimensionale
I Servizi possono sostenere la progettualità con:
la comunicazione della diagnosi e di tutte quelle azioni, quegli atteggiamenti che convergono alla qualità di vita sufficientemente buona per l’intero nucleo familiare, ancorché sulla crescita del bambino.
Il rischio di «curare senza curare»
La parcellizzazione/frammentazione degli interventi
La riabilitazione infantile e gli interventi terapeutici devono tener conto che i deficit sono di tipo molare, e non molecolare, pertanto devono seguire una prassi multidimensionale
medica, psicologica, educativa, tecnologica, assistenziale
[Moretti, 2006]
Progetto di vita a scuola: un’azione collettiva
Perché il PEI ha come orizzonte il progetto di vita?
Progetto di vita a scuola: un’azione collettiva
1. Avere un approccio educativo rivolto al Progetto di vita significa necessariamente avere anche un ampliamento di orizzonte rispetto gli «attori» di questo processo …
2. Realizzando una rete di collegamenti, alleanze, accordi, patti, comunicazioni … sviluppo di visioni comuni.
Qualità della vita: il Modello pentagonale [Fedeli e Taburri, 2005]
Benessere fisico Movimento autonomo, salvaguardare la propria salute fisica da
eventuali pericoli presenti nell’ambiente (ambito sanitario)
Benessere materiale Condizioni abitative, reddito, qualità dell’ambiente di vita, rete dei
trasporti …
Benessere sociale Relazioni interpersonali, rapporti di amicizia, gestione del tempo
libero, partecipazione ad eventi …
Benessere emozionale Autostima, autoefficacia, presenza di eventuali psicopatologie
(dimensione psicologica)
Funzionalità sociale Competenze a ricoprire ruoli sociali in ambito scolastico, lavorativo…
(adattamento all’ambiente)
Approfondimenti
Sviluppare il pensiero nella disabilità intellettiva Dal ragionamento induttivo alla metacognizione
di Pier Luigi Baldi Che cosa caratterizza i processi di pensiero delle persone con disabilità intellettiva, e che cosa li differenzia da quelli delle persone con sviluppo intellettivo regolare? Questo libro si propone di fornire un metodo d’intervento per la maturazione di competenze ritenute centrali all’interno dei processi di pensiero, ragionamento e memoria degli individui, sia con sia senza difficoltà cognitive. La cornice teorica di riferimento è offerta dalla teoria triarchica dell’intelligenza di Robert J. Sternberg, che prende in esame le caratteristiche tipiche e le modalità di funzionamento cognitivo in una prospettiva ampia e aperta all’interazione individuo-ambiente. Il programma di lavoro, nella sua nuova edizione rivista e ampliata, prevede l’utilizzo di 196 schede operative, illustrate e fotocopiabili, costruite in modo da non risultare troppo semplici né troppo complicate, così da stimolare gli alunni alla soluzione del problema senza creare frustrazione. Esse sono destinate principalmente a bambini e adolescenti con difficoltà cognitive di grado lieve e medio; tuttavia, le attività più impegnative possono essere proposte anche ai bambini normodotati dei primi anni della scuola primaria. Il training è mirato specificamente allo sviluppo di competenze nelle seguenti aree: - relazioni funzionali tra oggetti - classificazioni - completamenti di serie - ragionamento analogico - ricerca della causa di un evento - problem solving - uso di immagini mentali - acquisizione del significato di vocaboli - programmazione di azioni - memoria e metamemoria - capacità attributive - funzioni metacognitive. Questo testo è strettamente legato a Educare al ragionamento. Le schede raccolte nei 2 volumi costituiscono un unico programma, il cui scopo è stimolare e sviluppare alcune competenze, che si ipotizza siano centrali nell’ambito dell’organizzazione cognitiva, in particolare disabili intellettivi di grado lieve e medio, bambini e adolescenti.