L’ARTE DI ASCOLTARE · 2018. 10. 29. · MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 11 N. 105 - OTTOBRE 2018 L’ARTE DI ASCOLTARE L’incontro coi componenti i consigli pastorali diocesano e vicariali, svolto all’inizio di otto- bre, ha avviato il processo di recezione di quanto approfondito nello scorso convegno ecclesiale diocesano e di reazione alle propo- ste e suggestioni avanzate in quel contesto. La metodologia è stata già sperimentata negli anni passati e pure ogni volta affinata. Il per- corso avrà una fase di ritorno per convergere, infine, nel convegno diocesano, già fissato per gli inizi del giugno 2019. È un circolo «virtuo- so» che – se la parola latina virtus ha davvero il significato di forza, valore e capacità, spe- cialmente spirituali e interiori – aiuterà a fare crescere la vita della nostra Chiesa, a irrobu- stirla e anche a renderla più virtuosa e con- forme alla volontà di Dio. Cosa si farà in tutti questi incontri? Soprattutto ascoltare! Vi pro- pongo, allora, di riflettere qualche momento su questa, ch’è una vera e propria arte: l’arte di ascoltare. Offro qualche spunto. Francesco ripete che la sinodalità comincia con l’ascolto e precisa subito che è un «ascolto reciproco». Fatto è che spesso ci capita di parlare senza ascoltare. Anche quando lo facciamo, siamo inquietati dalla voglia di parlare. Parlare sen- za ascoltare, però, è come tagliare in due un filo elettrico e poi infilare ugualmente la spi- na nella presa illudendosi che, in qualche modo, qualcosa si accenderà ugualmente. L’ascolto che intendo è, ovviamente, quello della voce umana! Non i suoni che ci giungono dai mezzi elettronici, ma la voce diretta che procede da un volto vero, che potremmo an- che accarezzare. Ascoltare è la prima forma di attenzione e di rispetto per l’altro. Ascoltare vuol dire prenderlo sul serio, riconoscerlo. Ed è sempre l’ascolto a qualificare come autenti- che e serie le nostre relazioni. Per un cristia- no, poi, c’è dell’altro. Dietrich Bonhoeffer, te- stimone di Cristo in un lager, ha scritto che ascoltarlo è il primo servizio da rendere al prossimo: «Come l’amore di Dio incomincia con l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio del- l’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà più ascoltare Dio e anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare». X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 nuovi parroci 2 sport e lavoro 3 milleflash 4 canto e liturgia 5 il sinodo dei giovani 6 lesperienza diocesana 7 community e comunità 8 verso la sierra leone 9 rubrica biblica 10 giornata dellinfanzia 11

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 11 N. 105 - OTTOBRE 2018

L’ARTE DI ASCOLTAREL’incontro coi componenti i consigli pastoralidiocesano e vicariali, svolto all’inizio di otto-bre, ha avviato il processo di recezione diquanto approfondito nello scorso convegnoecclesiale diocesano e di reazione alle propo-ste e suggestioni avanzate in quel contesto.La metodologia è stata già sperimentata neglianni passati e pure ogni volta affinata. Il per-corso avrà una fase di ritorno per convergere,infine, nel convegno diocesano, già fissato pergli inizi del giugno 2019. È un circolo «virtuo-so» che – se la parola latina virtus ha davveroil significato di forza, valore e capacità, spe-cialmente spirituali e interiori – aiuterà a farecrescere la vita della nostra Chiesa, a irrobu-stirla e anche a renderla più virtuosa e con-forme alla volontà di Dio. Cosa si farà in tuttiquesti incontri? Soprattutto ascoltare! Vi pro-pongo, allora, di riflettere qualche momentosu questa, ch’è una vera e propria arte: l’artedi ascoltare. Offro qualche spunto. Francescoripete che la sinodalità comincia con l’ascoltoe precisa subito che è un «ascolto reciproco».Fatto è che spesso ci capita di parlare senzaascoltare. Anche quando lo facciamo, siamo

inquietati dalla voglia di parlare. Parlare sen-za ascoltare, però, è come tagliare in due unfilo elettrico e poi infilare ugualmente la spi-na nella presa illudendosi che, in qualchemodo, qualcosa si accenderà ugualmente.L’ascolto che intendo è, ovviamente, quellodella voce umana! Non i suoni che ci giungonodai mezzi elettronici, ma la voce diretta cheprocede da un volto vero, che potremmo an-che accarezzare. Ascoltare è la prima forma diattenzione e di rispetto per l’altro. Ascoltarevuol dire prenderlo sul serio, riconoscerlo. Edè sempre l’ascolto a qualificare come autenti-che e serie le nostre relazioni. Per un cristia-no, poi, c’è dell’altro. Dietrich Bonhoeffer, te-stimone di Cristo in un lager, ha scritto cheascoltarlo è il primo servizio da rendere alprossimo: «Come l’amore di Dio incominciacon l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio del-l’amore per il fratello sta nell’imparare adascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello benpresto non saprà più ascoltare Dio e anche difronte a Dio sarà sempre lui a parlare».

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 12

nuovi parroci 2

sport e lavoro 3

milleflash 4

canto e liturgia 5

il sinodo dei giovani 6

l’esperienza diocesana 7

community e comunità 8

verso la sierra leone 9

rubrica biblica 10

giornata dell’infanzia 11

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“Siete prontia partiredi nuovo?”

recita una pubblici-tà di questi giorni.La domanda inter-pella tutti, partico-larmente quanti so-no chiamati al ser-vizio dell’annuncio edella catechesi. Inogni parrocchia,questo è il tempo di

inizio dell’anno catechistico. Ed è anche il tempo di ripartirecon la formazione dei catechisti, convinti che “la qualificazio-ne è un compito vitale” e consapevoli del proprio bisogno for-mativo “in vista di un costante e fruttuoso impegno nella ca-techesi” (cf IG 78-79). La pastorale, infatti, “è un servizio al-l’azione dello Spirito che feconda di seme nuovo il nostro cuo-re e ci spinge come Chiesa alla missione oggi”. Per questo,l’ufficio Catechistico propone diversi Percorsi che riguardano,in ordine di avvio: la formazione di base, già iniziata nelle trezone pastorali; la catechesi delle persone con disabilità a no-vembre; l’accompagnamento nella fede di giovani e adulti, inparticolare di coloro che chiedono il completamento dell’Ini-ziazione cristiana; l’Apostolato biblico; la qualificazione deicoordinatori dei gruppi di catechisti. Un momento importan-te, inoltre, per ripartire con una grazia in più è il Mandato chesarà dato dal vescovo Marcello Semeraro ai nuovi catechisti,domenica 28 ottobre nella celebrazione eucaristica delle 18 inCattedrale, “segno dell’appartenenza responsabile alla co-munità diocesana e riconoscimento di questa specifica voca-zione (cf. IG 78).

Lucia Orizio

Il vescovo Marcello Semeraro haufficializzato alcuni avvicenda-menti pastorali nelle parrocchie e

nuove nomine negli uffici pastorali dicuria. Don Felipe Gil Canaveral ha ri-nunciato, per ragioni di salute, allaguida della parrocchia San Giuseppein località Frattocchie e assume ilministero di collaboratore parroc-chiale a San Pietro in Formis in Apri-lia. Al suo posto, è amministratoreparrocchiale don Patricio CedenoVargas. A Nettuno, don Carmel Villavarayer rinuncia alla gui-da della parrocchia San Paolo in località Tre cancelli, conser-vando la guida delle parrocchie Santa Lucia e Santa Mariamadre del buon consiglio, e della rettoria della chiesa del-l’Immacolata. A Tre cancelli, lascia anche il vicario parroc-

chiale, don Alfonso Perez Arango (ora vicario a SanBenedetto, a Pomezia), mentre il nuovo amministrato-re parrocchiale è don Josè Ambrosio Martin Valadez.Don Antonio Salimbeni, parroco a Fontana di papa, èora anche amministratore parrocchiale alla Sacra Fa-miglia a Cancelliera. Su indicazione dei loro superiorireligiosi, ci sono nuovi parroci in tre parrocchie affida-te a istituti di vita consacrata: a Santa Maria del Pozzoin Nemi (fra Vincenzo Pennella), a Santa Teresa delBambin Gesù ad Anzio (padre Jayanand Vittorio Ra-cheti) e al Sacro Cuore di Gesù in Anzio (don GiuseppeBisceglia). Infine, Semeraro ha comunicato anche al-

cune nuovi direttori di uffici pastorali della curia: don Miche-al Romero (Pastorale della salute), don Salvatore Surbera(Problemi sociali e del lavoro), e don Luis Fernando LopezGallego (Migrantes).

Valentina Lucidi

dalla diocesi2

La Pastorale fa-miliare dioce-sana, comunità

in cammino che cer-ca di trovare rispostee luce di fronte a in-terrogativi profondisul futuro della fami-glia e in particolaredei giovani, si è fer-mata a riflettere sa-

bato 13 e domenica 14 ottobre soprattutto su una doman-da: “Maestro buono, cosa devo fare per avere la vita? -Accompagnare i figli a trovare la rotta!”. Lo ha fatto nelcorso del weekend di spiritualità con sposi e famiglie, adAriccia, guidato - fino al cuore del tema, tra il fascino del-l’innovazione informatica e informatizzante e il surrogatodi relazioni - fra Paolo Benanti, frate del terzo ordine re-golare francescano, esperto in etica, bioetica ed eticadelle tecnologie.Si tratta di dover aiutare i giovani, soprattutto gli adole-scenti, a gestire il rapido cambiamento antropologico inatto, che porta a vivere il tempo come un eterno presen-te e lo spazio come una navigazione e non più come uncammino fatto di regole certe. Questa generazione poneinterrogativi non solo all’intero sistema educativo e so-ciale, ma soprattutto alla famiglia, che è chiamata a indi-care la rotta. La sfida per la famiglia di oggi è accompa-gnare i giovani alla ricerca dell’autonomia, che rimandaalla scoperta della legge interiore e della chiamata di Dio,per differenziarli dal “gregge social” a cui si sentono diappartenere. Si tratta di aiutarli a trovare un senso al lo-ro esserci ed essere per loro mediatori di speranza in Dio.

Fabio e Romina Zin

FAMIGLIE IN ASCOLTOIn cammino con i figli per trovare la giusta rotta

RIPRESA DEI PERCORSIUno sguardo alle proposte di formazione

NUOVE NOMINE PER LA NOSTRA DIOCESILo scorso 4 ottobre il vescovo ha reso pubbliche le nuove nomine e incarichi

don Antonio Salimbeni

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dalla diocesi 3

Venerdì 5 ottobre il seminario ve-scovile di Albano ha aperto i por-toni di piazza San Paolo al Conve-

gno “Lo Sport: passione, studio, lavo-ro”. L’iniziativa, frutto della collabora-zione tra l’ufficio pastorale Sport delladiocesi di Albano, il liceo scientificosportivo “Leonardo Murialdo” e il Cen-tro sportivo italiano (comitato provinciale di Roma), ha per-messo agli studenti di quarta e quinta superiore, frequentan-ti il liceo, di trascorrere una mattinata all’insegna dell’orien-tamento post-diploma e delle future opportunità professio-nali, in ambito sportivo. Per parlare di questo hanno gratui-tamente partecipato Maurizio Chiamori, esperto formatoredi aziende ed ex calciatore professionista, Francesco Trani,praticante avvocato e atleta della nazionale di scherma, Da-niele Pasquini, laureato in matematica ex allenatore di palla-volo e attuale presidente del Centro sportivo italiano comita-to provinciale di Roma, Luigi Pannone, ex motociclista titola-to, ora concessionario ufficiale Suzuki, Pierpaolo Narciso exatleta di canottaggio, ora rappresentante della “Narcisogroup”, azienda di attrezzature e impianti sportivi, ClaudioTanturri referente della Pastorale sport della diocesi di Roma,

giornalista ed esperto in comunicazio-ne, nonché ciclista urbano “convinto”.I relatori presenti, durante la manife-stazione, hanno raccontato i loro vissu-ti sportivi, i loro sogni, le loro difficoltà,ma anche il loro impegno, la loro pas-sione e la capacità di risolvere situazio-ni impreviste che li hanno portati a in-

traprendere una soddisfacente carriera nei settori professio-nali dove operano attualmente. Praticare lo sport ha dato lo-ro abilità quali autonomia, fiducia in se stessi, flessibilità eadattabilità, resistenza allo stress, capacità di pianificare eorganizzare, attenzione ai dettagli, apprendere in manieracontinuativa, conseguire obiettivi, gestire le informazioni,spirito d’iniziativa, capacità comunicativa, problem solving,team working e leadership. Tali sono le “soft skills”, caratte-ristiche personali importanti e fondamentali da mettere inpratica in qualsiasi contesto lavorativo. L’incontro si è con-cluso nel migliore dei modi, con la voglia di incontrarsi anco-ra. Questa è “Missione sport”.

Gilberto StivalDocente di Sc. Motorie - Fisioterapista

Direttore Uff. Pastorale Sport

SPORT: PASSIONE, STUDIO E LAVOROUn convegno per allargare le prospettive verso possibilità occupazionali

IL DISCERNIMENTO E I CONSIGLI PASTORALIIl vescovo ha delineato il percorso del nuovo anno pastorale

«Il discernimento è l’arte dileggere in quale direzione tiportano i tuoi desideri. È un

processo che ti aiuta a comprende-re quale è la verità della tua inten-zione. Ecco, allora, che la “cernita”(dis-cernere) non viene fatta perscartare qualcosa, ma piuttosto perunire, ricomporre, ordinare i fram-menti: è ricerca di connessioni, re-lazioni». Lo ha detto il vescovo Mar-cello Semeraro nel corso dell’incontro di venerdì 5 ottobrescorso, presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad Aprilia,con i componenti del consiglio pastorale diocesano e degliotto consigli vicariali. L’appuntamento ha dato l’avvio alle ri-flessioni sul percorso della chiesa di Albano nel nuovo pasto-rale, sul tema del convegno diocesano dello scorso giugno:“Tra il dire e il fare. Un discernimento incarnato e inclusivo”.«Prendo spunto – ha detto Semeraro – dall’omelia del Papaper la messa di apertura del Sinodo. Francesco ha detto cheil segno che la parola di Dio ha toccato il nostro cuore “è lanostra capacità di sperare e di sognare”. Siamo noi adulti coni nostri sogni che dobbiamo contagiare le nuove generazioni.Da questo riferimento trovo un richiamo al nostro convegno

diocesano: Abramo che esce dallatenda per guardare le stelle. Questauscita viene dal desiderio che nasceda una mancanza. Senza desiderinon si parte, non si va da nessunaparte. Senza la percezione dellamancanza non si troverà mai nulla».Semeraro ha quindi spiegato che undiscernimento è “incarnato” quandoè capace di essere nella storia, nonsubendola: «Quando siamo disponi-

bili – ha detto il vescovo – ad assumercene la responsabilità.Questa è generatività». È poi “inclusivo” quando dà spazio aifedeli laici nella Chiesa “accanto” ai sacerdoti. Dopo l’inter-vento di Semeraro, il vicario per la Pastorale monsignorGualtiero Isacchi ha presentato il lavoro da svolgere nei Vica-riati territoriali e nelle comunità parrocchiali, illustrando an-che le schede pastorali preparate dagli uffici diocesani perfavorire il confronto e la riflessione, con l’obiettivo di mante-nere l’attenzione orientata sul discernimento. Già nel corsodel mese di ottobre, quindi, è iniziata la seconda fase del per-corso diocesano, con il lavoro nelle comunità, coordinato daiconsigli pastorali vicariali insieme ai consigli parrocchiali.

Giovanni Salsano

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milleflasha cura di GIOVANNI SALSANO

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La reatà della casa circondariale di VelletriDue appuntamenti, tra informa-zione e solidarietà, saranno de-dicati alla realtà della casa cir-condariale di Velletri nel mesedi novembre. Domenica 4 e do-menica 11, su iniziativa dellaCaritas diocesana, sarà effet-tuata in tutte le parrocchie unaraccolta straordinaria di mate-riale per l’igiene personale

(shampoo, dentifrici, spazzolini, saponi, asciugamani, ciabat-te) e biancheria da destinare ai detenuti del carcere. Venerdì9 novembre alle 16, con ingresso libero presso l’aula polifun-zionale del Tribunale di Velletri, si svolgerà il convegno “Ver-so una giustizia di comunità. Pene alternative al carcere, ri-parazione del danno, sicurezza e giustizia”, a cura delle Ca-ritas delle diocesi di Albano e Velletri-Segni e della onlusVol.a.re, con il patrocinio della camera penale di Velletri.

Corso di leadership per giovani sacerdotiÈ iniziato giovedì 25 ottobre, in Seminario, un corso di forma-zione per il programma di sviluppo della leadership per gio-vani sacerdoti, dedicato a presbiteri entro i dieci anni di ordi-nazione sacerdotale. Gli incontri saranno tenuti da Gianmar-co Machiorlatti, coach professionista che da anni si occupa diquesti temi. «La proposta – spiega don Alessandro Mancini,rettore del Seminario di Albano – è un percorso di formazio-ne sul tema della leadership nell’esperienza pastorale, conl’obiettivo di avere strumenti e chiavi di lettura nell’eserciziodel proprio ruolo di guide e accompagnatori di una comuni-tà. L’esperienza dell’anno scorso ha confermato la qualità ela opportunità della proposta».

La formazione dei direttori di curiaAvrà inizio venerdì 16 novembre, nelle sale del seminariovescovile di Albano, un percorso di formazione per lo svi-luppo delle capacità relazionali e gestionali per i direttoridegli uffici pastorali della Curia diocesana. Tra gli obietti-vi prefissati, vi sono quelli di accrescere le competenze dileadership e di relazione interpersonale e acquisire stru-menti operativi efficaci per migliorare la gestione dei rap-porti con se stessi e con le altre persone della propria edelle altre direzioni. La metodologia utilizzata sarà unacombinazione di tecniche innovative chiamate “Action le-arning”, “Team coaching” e “Indoor games”. I successiviincontri sono in calendario il 14 dicembre, il 18 gennaio eil febbraio prossimi.

La Gmg di PanamaIn occasione dellaXXXIV Giornata Mon-diale della Gioventù,in calendario dal 22al 27 gennaio 2019 aPanama, il Servizioper la Pastorale gio-vanile ha predispo-sto una proposta dipartecipazione al-

l’evento (dal 16 al 31 gennaio). Entro il 31 ottobre possonoiscriversi i giovani della diocesi di Albano di età compresatra i 18 anni (compiuti il entro il giorno della partenza) e i 30anni, inviando un’email al direttore del Servizio diocesanoper la pastorale giovanile, don Valerio Messina, all’[email protected]. La proposta, che ha un costo di1500 euro, comprende il volo aereo, i trasferimenti, il ge-mellaggio e il pacchetto della Gmg. L’alloggio sia in Costa-rica che a Panama sarà presso le famiglie selezionate daiparroci e collaboratori.“Perfetta Letizia” a Santa Palomba

Venerdì 6 ottobre, presso lacasa canonica di via del Soda-no è andato in scena lo spetta-colo “Perfetta letizia”. I fedelidella parrocchia Sant’Antonioda Padova hanno allestito unarivisitazione del più famoso“Forza venite gente”, il musi-cal incentrato sulla vita di San

Francesco d’Assisi. Nei panni del patrono d’Italia MatteoChiavaroli, che ha ripercorso le tappe dalla guerra di Peru-gia fino alla morte, passando per la conversione, il proces-so davanti al vescovo, la predicazione, l’approvazione di pa-pa Innocenzo III. Nel ruolo di Santa Chiara Emanuela D’Ovi-dio, che ha incantato gli spettatori con la sua voce.

Corso di gestione della parrocchiaPer accompagnare i nuovi parroci (sacerdoti di nuova o recen-te nomina a parroco o amministratore parrocchiale) ad affron-tare la complessa gestione di una parrocchia, anche quest’an-no la diocesi di Albano organizza dal 6 al 9 novembre, in semi-nario, quattro mattinate di studio su temi pratici e utili per losvolgimento del proprio ministero di pastori-amministratori. Aguidare la formazione saranno il vescovo Marcello Semeraro,l’economo diocesano monsignor Gualtiero Isacchi, il cancel-liere vescovile don Andrea De Matteis e i direttori degli ufficipastorali della curia don Jourdan Pinheiro (Catechistico), donGabriele D’Annibale (Caritas), don Valerio Messina (Pastoralegiovanile), monsignor Carlino Panzeri (Pastorale familiare) emonsignor Adriano Gibellini (Liturgico).

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dal territorio 5

Si è svolta al santuario di Nettu-no, il 16 ottobre scorso, la gior-nata celebrativa per il 128° anni-

versario della nascita di Santa MariaGoretti, incentrato sul tema “Perdo-nare è”: un progetto fortemente volu-to dal Rettore padre Antonio Coppolae dal gruppo “Ragazzi del Santuario”.Per circa un mese, in precedenza, glialunni delle scuole di Nettuno sonostati coinvolti dalle insegnanti nella realizzazione di elaboratisul tema del perdono, esposti in una mostra sotto le arcatedella basilica, composta dai loro cartelloni. Tutti i plessi sco-lastici della città, nessuno escluso, hanno scelto di aderiremandando una o più classi in rappresentanza della loro scuo-la. Gli allievi, oltre 500, sono stati accolti in santuario alle 10e, dopo aver avuto modo di conoscere la storia della piccolamartire e di cantare festose canzoni, si sono recati in cripta esuccessivamente sul sagrato, dove felici hanno ammirato ilfrutto del loro impegno ricevendo un attestato di partecipa-zione all’evento. «Ringrazio tutti i dirigenti scolastici – ha det-to padre Coppola – tutto il corpo insegnanti e il comune diNettuno per la messa a disposizione di alcuni scuolabus per

farci raggiungere dalle scuole più distanti».Parole di gratitudine anche da parte di Anneli-sa Devito, coordinatrice del gruppo Ragazzi delSantuario e ideatrice dell’iniziativa insieme apadre Antonio: «Questo progetto – ha detto – ènato poiché desideravamo che fossero i piccolia spiegare a noi cosa fosse il perdono, loro chesono maestri, perché il loro cuore puro e sem-plice non conosce rancore». La giornata è pro-seguita con la messa solenne presieduta dal

vescovo Marcello Semeraro che nella sua omelia ha fatto ri-ferimento al tema trattato per questo 128° compleanno:«Perdonare – ha detto – non significa far finta di niente o can-cellare la colpa, ma anzi ricordare con una memoria diversa.Marietta, come Gesù, ha perdonato e basta, senza chiedere. Ilsegnale autentico che siamo nel perdono e quando imparia-mo a saper dire “grazie”». La festa è poi proseguita con unconcerto in onore della Santa (“Il Sì di Marietta”) a cura delsoprano Genny Bramato con la partecipazione della corale“Città di Nettuno” che ha animato la liturgia eucaristica e conla presentazione da parte di Padre Giovanni Alberti del “Sen-tiero di Marietta”, l’itinerario gorettiano.

Manuel De Santis

BUON COMPLEANNO A MARIA GORETTIAl Santuario di Nettuno i festeggiamenti per la nascita della santa della purezza

Per tre venerdì nel mese di ottobre,la comunità parrocchiale NomeSantissimo della Beata Maria Ver-

gine, in Fontana di Papa, è stata coinvol-ta in un progetto con al centro la musi-ca. Dal sacerdote ai catechisti, dagli ani-matori liturgici e musicali agli strumen-tisti e ai coristi della parrocchia, sonostati protagonisti del percorso di forma-zione liturgico-musicale organizzato perloro dalla sezione Musica sacra dell’uffi-cio Liturgico diocesano. Già in passatol’ufficio, diretto da don Franco Ponchia,ha realizzato un corso base per anima-tori della musica e del canto, ma rispetto agli anni scorsi,per la prima volta è stato esteso a tutti gli operatori pa-storali che servono questo particolare ambito nella comu-nità parrocchiale di Fontana di Papa.Il primo dei tre incontri si è svolto il 12 ottobre ed è inizia-to una breve introduzione generale, per poi focalizzarsi inparticolare sulla musica e canto presente nella Bibbia,sugli insegnamenti del Magistero e sul rapporto simbioti-co tra la musica e la Liturgia.La settimana successiva, invece, al centro dell’incontrosono stati gli animatori e gli attori del canto e della musi-

ca. In questo secondo appunta-mento si è parlato della distinzionetra animazione liturgica e anima-tore liturgico, del ruolo degli ani-matori musicali, con una partico-lare attenzione sul progetto cele-brativo e sulla preparazione.Al centro dell’ultimo incontro, chesi è svolto il 26 ottobre, sono statimessi la celebrazione eucaristica el’animatore dei canti liturgici: ap-profondendo i temi da come prepa-rare un programma alla scelta deicanti, passando per le singole par-

ti della Messa e la direzione e animazione dei canti. Ri-spetto agli altri, quest’appuntamento è stato il più “prati-co”, e i partecipanti, già dalla funzione successiva, po-tranno applicare tutto ciò che hanno imparato da que-st’esperienza.L’iniziativa potrà essere estesa, su richiesta dei parroci,anche nelle altre parrocchie della diocesi di Albano, con-tattando la sezione Musica sacra dell’ufficio Liturgico dio-cesano o attraverso il numero 0693268401 o mandandouna e-mail a [email protected].

Matteo Lupini

LITURGIA E MUSICA PER LA PASTORALEIl percorso nella parrocchia Nome Santissimo della Beata Maria Vergine in Fontana di Papa

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il modello della chiesa in cammino6

QUALCHE PENNELLATA D

«Cristo ha santificato la giovinezza per il fatto stessodi averla vissuta. Egli si è fatto “giovane tra i giova-ni per divenire esempio per i giovani e consacrarli

al Signore” (Ireneo di Lione)» (n. 70). Questo affondo cristolo-gico, estrapolato dal documento finale dell’Assemblea dei ve-scovi che sta per concludersi, può restituirci qualcosa del cli-ma vissuto nei ventisei giorni del “Sinodo dei giovani”.

Qualche pennellata da sinodoMentre scrivo, l’Assemblea è alle sue battute finali. Parlare “acaldo” è sempre rischioso. Manca la distanza cronologica ne-cessaria per un giudizio obiettivo. Per questo, più che offrirevalutazioni circostanziate, preferisco limitarmi a qualche“pennellata” che possa consentire anche a chi fisicamentenon era presente di respirare l’aria del Sinodo. Aria nuova efresca, perché quando si parla di giovani si ha a che fare perdefinizione con l’età della novità e della freschezza.

Un sano e prezioso rumore di fondo che riscalda il cuoreLa prima pennellata è il rumore. Le Congregazioni generali –cioè le “riunioni plenarie” – sono i momenti più importantidel Sinodo, ma qualche volta anche quelli più noiosi. I Padrisinodali tengono i loro interventi in successione, mentre glialtri ascoltano in silenzio. I giovani presenti in aula come“uditori” – oltre trenta – sono riuscire a “forzare” questo

meccanismo, scandendo con applausi e ova-zioni gli interventi più significativi. Hannofatto rumore: un rumore benefico, che hacontagiato molti vescovi “riscaldando” l’at-mosfera. Quando poi gli uditori hanno presola parola – perché anch’essi, a dispetto delnome, possono farlo – si sono comportatiesattamente come il Papa aveva chiesto lo-ro: sono stati franchi nel raccontarsi e co-raggiosi nel domandare una Chiesa più al lo-ro fianco, più “giovane” essa stessa.

La passione dei giovani coinvolge tuttiLa seconda pennellata è la passione. La passione con cui i ra-gazzi hanno parlato di loro stessi, ma ancor prima quella concui gli stessi vescovi – anche i più anziani! – hanno parlato dei“loro” giovani, quelli che vivono nelle loro Chiese, compresi ipiù lontani dalla vita cristiana. Ha ragione il Papa quando –nella costituzione apostolica “Episcopalis communio”, in cuiha profondamente riformato l’organismo sinodale – affermache «benché nella sua composizione si configuri come un or-ganismo essenzialmente episcopale, il Sinodo non vive sepa-rato dal resto dei fedeli. Esso, al contrario, è uno strumentoadatto a dare voce all’intero popolo di Dio proprio per mezzodei vescovi, costituiti da Dio “autentici custodi, interpreti e te-

Il Sinodo sui giovani non può lascia-re indifferenti i nostri territori e,pertanto, siamo chiamati ad inter-

rogarci sulla nostra capacità di entra-re in dialogo con i giovani della nostraregione. Da dove partire? Dalle lorodomande! Su questo aspetto non v’èdubbio che dobbiamo abbandonareun modello consolidato, ovvero, quel-lo di una Chiesa che offre un saperespirituale e umano notevole, ma a senso unico. Serve invecefavorire un modello di “Chiesa in cammino” e disposta a undialogo fatto di relazione personale. È indubbiamente una fa-tica in un contesto in cui il 55,9% dei giovani si dichiara cre-dente, ma solo il 24% praticante. Ciò significa che il rappor-to perso segna profondamente il percorso da intraprendere.Cosa serve? Educatori stabili! I giovani ci chiedono figureeducative credibili, stabili nel loro ruolo, pazienti nel semina-re e nell’attendere i tempi di crescita, disponibili al cammino,aperti al dialogo senza pregiudizi e con la fretta di chiuderecon dei risultati. Come renderci utili? Rispettando la lorosensibilità! I giovani hanno bisogno di una fede autentica, nonpreconfezionata, ma incarnata, in una vita che sempre menooffre loro certezze e prospettive di futuro nella valorizzazio-ne delle loro persone, degli affetti e del lavoro. Attraverso

quale modalità? Il di-scernimento! Una pa-rola che dice il meto-do di lavoro, per capi-re se stessi, i propribisogni, i sogni auten-tici e le strade da per-corre, sia sul pianoumano che su quellospirituale. I giovani

del Lazio hanno bisogno di un Chiesa che comprenda il loroambiente così vario e difficile. Dalla Città Metropolitana alleperiferie dei quartieri dormitorio, dalla povertà dei quartieripopolari alla ricchezza dei patrimoni culturali e paesistici,dai collegamenti frammentati alla fibra, vivono un forte squi-librio tra opportunità e carenze. È chiaro però che se alcunerisposte spettano alla società civile, alla Chiesa spetta il ruo-lo dell’accompagnamento, anche là dove le risposte nongiungono in tempi accettabili. Per questo servono educatoriappassionati e competenti, servono sacerdoti disponibili ecomunità cristiane aperte, con laici che sappiano spendersial fianco dei pastori, sapendo che in gioco è il patrimonio piùprezioso: la fede. Quella fede che abbiamo ricevuto e siamochiamati a consegnare alle nuove generazioni.

Antonio Scigliuzzo

IL CAMMINO DELLA NOSTRA REGIONELe domande dei giovani del Lazio

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un testo rivolto al popolo di dio 7

QUALCHE PENNELLATA DAL SINODO DEI GIOVANIstimoni della fede di tutta la Chiesa”» (n. 6).Se si comprende che i vescovi sono per man-dato divino i rappresentanti delle loro Chie-se, non è esagerato affermare che nei 267presuli presenti in aula tutti i giovani hannoavuto voce: erano presenti nel cuore e sullelabbra dei loro pastori, qualche volte con ac-centi commossi, altre volte preoccupati, altreancora carichi di speranza.

Ogni uomo ha una sua vocazione da discernereL’ultima pennellata è, immancabilmente, vo-cazione. Uno dei meriti fondamentali di que-

sto Sinodo consiste nell’ampliamento del concetto tradizionaledi “vocazione”. Ci troviamo, in un certo senso, di fronte al-l’emergere di una nuova “grammatica”, dietro cui si riconoscel’emergere di una nuova mentalità: ogni uomo è un chiamato,dunque ogni uomo ha una vocazione da dover discernere. Poi-ché il tempo del discernimento vocazionale coincide soprattut-to con l’età della giovinezza, in cui la persona si trova a opera-re le scelte fondamentali della vita (di tipo affettivo, formativo,professionale…), ne consegue che non può esservi vera pasto-rale giovanile che non sia al contempo vera pastorale vocazio-nale. Si deve evitare un duplice pericolo: quello che la pastora-le giovanile, da sola, si riduca a giovanilismo, esaurendosi nel-

la volontà di contattocon i giovani; e quel-lo che la pastoralevocazionale, da sola,si riduca a elitari-smo, dando l’ideache solo alcuni sonochiamati, quelli cioè“tagliati” per diven-tare preti e suore. Èuno sviluppo chechiama in causa davicino gli uffici pa-storali delle diocesi, reclamando un’alleanza “strutturale” frapastorale giovanile e pastorale vocazionale.Davvero, come recita il documento finale del Sinodo, la giovi-nezza è una «grazia» e una «benedizione». L’auspicio è che neltempo a venire – in cui le parole dovranno diventare “carne”nella vita delle nostre Chiese – tutti possiamo diventare piùconsapevoli di ciò: gli adulti, chiamati a fare spazio ai giovaniper “svecchiare” le comunità, e gli stessi giovani, chiamati a oc-cupare il posto che a loro compete per contribuire a “riforma-re” la Chiesa con il “nuovo” di cui sono portatori.

Pasquale BuaOfficiale della Segreteria generale del Sinodo

Il 6 ottobre scorso ha avuto luo-go, nell’aula Paolo VI in Vatica-no, l’incontro tra i giovani delle

diocesi di tutto il mondo e papaFrancesco, in occasione del per-corso del Sinodo dei giovani. «Voi,giovani, ragazzi e ragazze, voi nonavete prezzo! Non siete merce al-l’asta! Per favore, non lasciatevicomprare, non lasciatevi sedurre,non lasciatevi schiavizzare dallecolonizzazioni ideologiche che ci mettono idee nella testa ealla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voinon avete prezzo: questo dovete ripetervelo sempre: io nonsono all’asta, non ho prezzo. Io sono libero, sono libera!»:sono queste le parole rivolte ai giovani da Francesco duran-te l’incontro. È stato un appuntamento strutturato del tuttosui giovani, come ha confermato Emanuele Lanzillo, ven-tottenne della parrocchia San Bonifacio di Pomezia: «È sta-ta una giornata, si può dire, cucita sui giovani! – ha dettoEmanuele Lanzillo –. Non un incontro pesante, ma un gior-no pieno di balli e canti, alternati ai racconti delle tanteesperienze di giovani che, nonostante le scelte sbagliate ele vite difficili, alla fine hanno potuto dire “Ce l’ho fatta!”perché hanno avuto la forza di chiedere aiuto a chi ha sapu-

to mostrargli l’amore di Dio». Ha poicontinuato parlando dell’emozione diincontrare il Papa: «Vederlo per laprima volta dal vivo è stata un’emo-zione unica, come uniche sono statele sue parole di incoraggiamento pertutti noi: ci ha spronato a credere neinostri sogni e a non vivere la vita die-tro a uno specchio o a una tastiera,perché le persone che vivono solo difantasia non possono realizzarsi pie-

namente. Ciò che fa la differenza – ha concluso – è avere fi-ducia di realizzare i propri sogni per poter compiere queldisegno più alto che ha in serbo Dio». Abbiamo sentito an-che don Nicola Riva, direttore della Pastorale universitaria:«Innanzitutto, voglio subito condividere il fatto che, a quel-l’evento sono andato insieme ad altri giovani studenti dellaPastorale Universitaria – ha detto don Nicola – ciò ha aiu-tato a dare il clima della nostra partecipazione e del nostroascolto. Le testimonianze di alcuni giovani hanno lasciatouna traccia profonda in noi, traccia che ancora ci obbliga ariflettere e ci spinge ad uscire dalla propria comodità perandare a incontrare gli altri senza paura e con fiducia».

Irene Vilani

L’INCONTRO DEI GIOVANI DI TUTTO IL MONDOIl 6 ottobre il Papa ha incontrato i ragazzi di tutte le nazioni nell’aula Paoo VI

don Pasquale Bua

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attualità8

COMMUNITY E COMUNITÀVian (Osservatore romano): «Chiesa sempre all’avanguardia nella comunicazione»

Si avvicina ilnuovo anno e,in preparazio-

ne della 53a Giorna-ta Mondiale delleComunicazioni So-ciali, la Santa sedeha pubblicato il te-ma scelto da PapaFrancesco per il2019: «Siamo mem-bra gli uni degli al-tri» (Ef 4,25). Dalle community alle comunità. Il Santo padreesorterà i fedeli a uscire dal world wide web per riscoprire labellezza dell’incontro offline. «Il tema sottolinea l’importanzadi restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fonda-ta sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione in-tesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro conl’altro. La scelta del tema del messaggio del 2019 confermal’attenzione di papa Francesco per i nuovi ambienti comunica-tivi e, in particolare, per le reti sociali dove il Pontefice è pre-sente in prima persona con l’account @Pontifex su Twitter e ilprofilo @Franciscus su Instagram». La riflessione proposta èfondamentale e sicuramente darà da pensare a giornalisti edesperti di comunicazione. Fino a che punto si può parlare di ve-

ra comunità di frontealle logiche che carat-terizzano alcune com-munity nei social net-work? Lo abbiamochiesto al direttoredell’Osservatore ro-mano Giovanni MariaVian. «L’importanzache il Papa riserva allacomunicazione – ha ri-sposto il direttore Vian

– è sotto gli occhi di tutti. Il Santo padre è molto attento all’utiliz-zo delle nuove tecnologie. Lo abbiamo visto misurarsi con le di-rette video, le conferenze stampa sull’aereo papale. Il tema del-la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di quest’anno èincentrato sulla comunità digitale: una dimostrazione della sen-sibilità della Chiesa, sempre all’avanguardia. Ad esempio il gior-nale che io dirigo, l’Osservatore romano, è frutto dell’intuizionedi papa Pio IX, che capì le potenzialità della stampa. Oggi papaFrancesco è chiamato a misurarsi con il digitale. Vorrei sottoli-neare però le sue raccomandazioni: mette sempre in guardiadall’isolamento. Perché nessun mezzo di comunicazione è catti-vo in sé per sé, ma l’uso che ne si fa potrebbe esserlo».

Mirko Giustini

LA NUOVA STAGIONE CULTURALE DEL MUDICorsi, presentazione di libri e mostre artistiche al Museo Diocesano

Con il mese di ottobre si è aperta lanuova stagione culturale del Museodiocesano di Albano, che si prospetta

come sempre ricca di appuntamenti. Diversigli eventi già in programma che vedrannocome sempre il polo mussale coinvolto in at-tività di diverso tipo, come il corso di legato-ria che prosegue con un approfondimentodelle tecniche di lavorazione rispetto allaprima stagione. Numerosi i libri che verran-no presentati dagli autori davanti a un pub-blico che si è sempre dimostrato, nelle pre-cedenti stagioni, sempre interessato. Tornaanche quest’anno, domenica 28 ottobre alle17, “Libri e Rose”, un evento particolare,giunto all’ottava edizione, in cui il romanticoprofumo dei fiori si mischierà all’inebrianteodore di pagine, storie e parole. Condotto da Maria AugustaRicci, con la direzione artistica di Bruna De Felici e inter-mezzo musicale a cura di Alberto Annarili e le voci recitan-ti di Giuditta Maselli e Terenzio Cincarelli, l’evento vedrà lapresentazione di due opere che incanteranno il pubblico: “IlPostino di Neruda” di Antonio Skármeta (dal quale Troisiprese ispirazione per il film premio Oscar del 2004) e “Ca-ligula”, di Maria Grazia Siliato, sull’enigma delle navi roma-ne del lago di Nemi e sull’imperatore romano. Al termine

dell’evento come sempre gli uomini done-ranno una rosa alle donne presenti che ri-cambieranno donando loro un libro. L’inizia-tiva nasce nel 2010 come progetto didatticodi promozione alla lettura per il liceo classi-co Ugo Foscolo.Anche l’arte sarà protagonista nei prossimimesi. La stagione sarà inaugurata da Simo-ne Piccioni, sabato 27 ottobre alle 18, chepresenterà con l’esposizione “Madre tela,Padre Colore”. L’incontro tra il direttore delMuDi, Roberto Libera, con l’arte di SimonePiccione, artista romano con esperienza in-ternazionale, è avvenuto qualche anno fa,proprio in una mostra dell’autore. Colpitodall’iperrealismo impressionante di SimonePiccioni, Libera ha pensato a una mostra

per continuare nel solco del dialogo, non semplice, ma ne-cessario, tra arte sacra e arte contemporanea. Sarannouna quindicina le opere che si accosteranno alla collezionepermanente del MuDi, che riprendono immagini chiare,sebbene: «L’impegno del visitatore – commenta RobertoLibera – sarà più complesso: saper leggere il messaggioche si nasconde dietro la piacevole estetica delle tele saràun’esperienza non priva di sorprese».

Emanuele Scigliuzzo

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Quando il cielo ti ab-braccia, quando icolori ti riempiono

gli occhi, quando gli odo-ri, il calore, le persone ele storie ti travolgono, saidi essere arrivato in Sier-ra Leone. Il tempo si dila-ta, le giornate sembranoinfinite, le albe e i tra-monti si rincorrono sullaterra dove riscoprire labellezza del donarsi, lagrazia del lasciarsi toccare, di restare al buio abbandonandoogni certezza e abbracciando la vera sicurezza, il sentire. Dal16 ottobre, dieci volontari dei Giovani costruttori per l’uma-nità, insieme al direttore del centro missionario diocesanomonsignor Pietro Massari, al vicario territoriale di Anzio,don Andrea Conocchia, a suor Loretto Egonu delle Piccolediscepole di Gesù e al dottor Danilo Badiali, sono volati inSierra Leone, nella missione di Makeni. Conquistati dallagioia dei bambini nelle strade e nelle scuole, dai loro sorrisie dalla semplicità stanno vivendo (fino al 31 ottobre) attimi diautentica felicità. I genitori dei bambini hanno mostrato gra-titudine e gioia in occasione dell’inaugurazione delle due

nuove scuole, simbolo di una forte volontà di ri-scatto della popolazione sierraleonese. La digni-tà, la speranza per un futuro migliore, il senso diresponsabilità che si vedono nei loro occhi è ciòche i giovani volontari porteranno a casa, per im-pegnarsi ancor di più e sognare un futuro nuovoper l’amata Sierra Leone. Le idee sono tante,l’impegno vuole essere un camminare insieme,garantendo continuità nell’istruzione e nella for-mazione della persona, attraverso anche unnuovo dialogo con i giovani dell’università di Ma-keni, Unimak e la condivisione di materiale, ideee opinioni per dare risonanza alla loro voce. Que-

sto scambio permetterà di raccogliere informazioni concre-te e indirizzare i futuri progetti secondo le necessità da lorosollevate. In questa ottica, parte del gruppo costituita daneolaureati e laureandi in medicina ha avuto l’opportunità dipartecipare alle attività dell’ospedale Holy Spirit di Makenicostruito dalla diocesi di Albano ed effettuare un’attività discreening pediatrico presso le scuole a Ropolon e a Stocco. Igiovani missionari hanno sperimentato la gioia del mettersia servizio, del prendersi cura dell’altro, riconoscendolo co-me uomo e come fratello. Senza la presunzione di poter gua-rire, ma con la consapevolezza di poter curare.

Giovani costruttori per l’umanità

sierra leone - la missione diocesana 9

LA BELLEZZA DEL DONARSIA Makeni per continuare il lavoro della missione e farsi trasportare dall’accoglienza africana

MISSIONRUN: CORRERE È MISSIONE!

MissionRun ès t a t a

un’idea pazza:nessuno, tragli organizza-tori, aveva laminima idea dicome si orga-nizzasse una

corsa podistica, ma tutti erano decisi a fare qualcosa di diver-so. Per questo i Giovani costruttori per l’umanità sono anda-ti fino in fondo e, grazie al sostegno della città di Grottaferra-ta, e del suo sindaco Luciano Andreotti, del vescovo Marcel-lo Semeraro e al supporto di tanti sponsor come la Bcc Col-li Albani, sono riusciti a donare alla missione in Sierra Leonecirca 3.500 euro. Sabato 13 ottobre oltre 400 podisti amato-riali e amici della missione hanno partecipato a questa festache per l’ufficio Missionario diocesano è stata soprattutto oc-casione di sensibilizzazione. Con Mission Run si è voluto“gridare” che la diocesi di Albano ha un cuore missionariopulsante fatto di sacerdoti, adulti e giovani che si impegnanoaffinché il futuro dell’Africa possa essere più giusto, fatto digioia, di sanità, di educazione e studio. Persone che credonoche un nuovo futuro sia possibile se ogni giorno si combattel’indifferenza, spendendo tempo ed energie a costruire unmondo migliore, un pezzettino alla volta.

Marco Badiali

TRA IL DIRE E IL FARE... C’È DI MEZZO IL MARE

Nella Giornata mis-sionaria mondia-le, all’inizio del la-

voro diocesano di questoanno pastorale su “Undiscernimento incarnatoed inclusivo”, metto incomune alcune conside-razioni di questo viaggio(o meglio, pellegrinag-gio) missionario. Il no-stro ufficio vede ora im-pegnati diversi adulti a edificare un Ponte di umanità, e unacinquantina di giovani instancabili Costruttori di umanità. Èproprio qui, in Sierra Leone, che ho scoperto il mare che c’ètra il dire e il fare. Gesù ci ricorda che le barche sono statefatte per solcare i mari della vita e affrontare anche le tem-peste, nella certezza che non siamo soli. Il mare ci ricordache Gesù non sopporta chi sta fermo, chi rinuncia a vivere,chi guarda l’altra riva del dire (che è il fare) come un oriz-zonte di morte, e non come un’opportunità per crescere. Lamissione serve a ricordarci che vivere con Gesù e insiemeagli altri significa non solo dire, ma anche fare il Vangelo etutto ciò si tocca con mano in Sierra Leone: nel serviziopresso la Nursery school Marcello Semeraro e nella Pri-mary school Guglielmo Grassi, tra le bambine orfane di Ye-le e insieme alle ragazze madri di Port Loko.

Pietro Massari

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rubrica biblicaa cura di ombretta pisano

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Quando ci si trova un libro tra le mani, soprat-tutto se vuole insegnarci qualcosa, vienespontaneo interrogarsi sull’autore: “di chi si

tratta?”, “che autorità ha per scrivere quello chescrive?”. Questo atteggiamento rispecchia la no-stra mentalità, di matrice greco-latina, che appli-chiamo anche alla Bibbia. Così, pensiamo che ognilibro biblico (o addirittura tutta la Bibbia nel suoinsieme) abbia un “autore”, una personalità singo-la, che ha messo per iscritto il suo pensiero; chedall’identità di questo singolo “autore” dipenda lacredibilità del testo; che i libri biblici siano nati di-rettamente come testi scritti.

Il concetto di “autore” biblicoIn realtà, il fatto che la Bibbia sia stata in gran par-te scritta in lingua ebraica, e che sia nata nella re-gione medio-orientale palestinese, ci ricorda cheessa è espressione del mondo semitico, orientale, un mon-do che non conosceva il concetto di “autorialità” che la civil-tà greca ha diffuso più tardi, a partire dal IV secolo a.C., an-che nel Medio Oriente mediterraneo. Il discorso vale per gliscritti dell’Antico Testamento, ma anche fondamentalmenteper gli scritti neotestamentari, il cui retroterra è sempre pa-lestinese. In ebraico biblico, il termine usato per indicarel’“autore” è shofer, scriba, colui che scrive, copia. Nell’epo-ca degli scritti biblici l’“autore” era in primo luogo un copi-sta con il compito di tramandare per iscritto un racconto chein origine era trasmesso solo per via orale. Gli attuali libribiblici, quindi, nacquero principalmente da racconti o inse-gnamenti orali successivamente scritti, e i libri di Isaia, oGeremia, solo per fare un esempio, sono la messa per iscrit-to degli insegnamenti orali facenti capo a questi profeti. Perla mentalità semitica soggiacente alla Bibbia, che possiamoquindi chiamare “mentalità biblica”, l’autorità di un libronon dipendeva da chi lo aveva “scritto”, ma dalla catenaininterrotta di generazioni che lo hanno ascoltato, interpre-tato e tramandato (ciò che noi chiamiamo tradizione, e cheviene dal latino tradere, cioè trasmettere). Tuttavia, chi ha fissato il testo scritto come lo conosciamo èintervenuto in certa misura anche creativamente, con le suefacoltà e capacità compositive, perché si è espresso in base

alla comprensione che il suo popolo, nel suo tempo, avevadella storia della salvezza, che è il nucleo centrale di tutta laScrittura. Ciò è il caso soprattutto dei Vangeli, nei quali iquattro evangelisti raccontano in modo diverso, ciascunonel suo stile, gli stessi episodi o anche episodi diversi del-l’insegnamento e dell’opera di Gesù, tenendo conto delle lo-ro comunità, dalle quali dovevano farsi capire. Questa tra-smissione creativa è certamente l’atto di un autore, che pe-rò non inventa dal nulla, ma resta fedele a un messaggio chelo ha preceduto. La Bibbia, quindi, ha molteplici “autori” diquesto tipo. Chi vuole capire la Bibbia deve chiedersi innan-zitutto “quando”, “dove” e “per chi” sono stati scritti i libribiblici: quesiti che ci aiutano a capirne il contesto, cioè l’am-biente storico e religioso, le coordinate geografiche, il lin-guaggio e i suoi significati. Da questo punto di vista, la Bib-bia nella sua composizione scritta attuale di AT e NT, ab-braccia un arco temporale che va dal VI sec. a.C. a tutto il Isec. d.C. radicandosi in tradizioni anche molto più antiche.

Dio, primo Autore della BibbiaLa scrittura è un atto di memoria, il mezzo che permette didivulgare una storia senza che si perda nel tempo. L’insiemedei libri che compongono la Bibbia è il racconto scritto del-l’esperienza che un popolo, attraverso i secoli, ha fatto di

Dio, della sua presenza e della sua azione nella storiaumana. Attraverso di essa Dio stesso si fa conoscere,parla al suo popolo “molte volte e in diversi modi” (Eb1,1), è rivelazione. Tutta la catena delle generazioni chehanno tramandato la Bibbia attesta che è Dio stesso ilprimo Autore delle Scritture che, per questo, sono rico-nosciute “Sacre”. Nella Bibbia, Dio ha assunto la “carne”della parola scritta, parola vivente e salvifica perchéfrutto dell’azione dello Spirito divino (2Pt 1,16-21; 2 Tm3,14-17) il quale “scelse e si servì di uomini nel posses-so delle loro facoltà e capacità affinché, agendo Egli inessi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori tuttee soltanto quelle cose che Egli voleva fossero scritte”(Costituzione Dei Verbum 11).

CHI HA SCRITTO LA BIBBIA?Piccolo percorso di formazione biblica - 2

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mondialità e cultura 11

GIORNATA PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZADal 1989 al lavoro per costruire un mondo a misura e tutela dei più piccoli

Il 20 novembre è laGiornata internazionaleper i diritti dell’infanzia

e dell’adolescenza, checelebra la data in cui l’As-semblea generale delleNazioni unite, nel 1989,approvò la Convenzionesui diritti dell’infanzia.Sono ancora milioni i bambini nel mondo che vedono lesi ipropri diritti. Tra guerre, povertà, fame e sfruttamento, è an-cora altissimo il tasso di mortalità infantile.Secondo i dati diffusi a settembre da Unicef, Organizzazionemondiale della sanità (Oms) e Divisione delle Nazioni unite perla popolazione e dalla Banca mondiale, nel 2017 sono morticirca 6,3 milioni di bambini sotto i 15 anni. Uno ogni cinque se-condi. La maggior parte di questi decessi avviene nei primi cin-que anni di vita, in circa la metà dei casi entro il primo anno.In Africa, un bambino su 13 muore prima del suo quinto comple-anno. Nei paesi ricchi, invece, questo numero è pari a uno su 185. «Senza un’azione immediata, di qui al 2030 moriranno 56 mi-lioni di bambini sotto i cinque anni, metà dei quali neonati», èl’allarme lanciato da Laurence Chandy, direttore per Data re-search and policy all’Unicef. «Dal 1990 abbiamo compiuto no-tevoli progressi nella sopravvivenza infantile, ma a milionicontinuano a morire a causa delle circostanze e del luogo in

cui sono nati. Con solu-zioni semplici come me-dicine, acqua pulita,energia elettrica e vacci-ni, possiamo modificarequesto destino per ognibambino».La maggior parte deibambini sotto i cinque

anni muore per complicazioni durante la nascita, polmonite,diarrea, sepsi neonatale e malaria. Tra i cinque e 14 anni, in-vece, la principale causa di mortalità sono gli infortuni, so-prattutto annegamenti e incidenti stradali.Il luogo di nascita fa la differenza. Un bambino dell’Africa sub-sahariana, ad esempio, corre un rischio di morte precoce 15volte più alto rispetto a un coetaneo europeo.«È assurdo che ogni anno milioni di neonati e bambini debba-no ancora morire perché non hanno accesso all’acqua potabi-le, all’igiene, a una alimentazione adeguata o ai servizi sani-tari di base» attacca Princess Nono Simelela, dell’Oms.«Dobbiamo dare la massima priorità a garantire a tutti i bam-bini l’accesso a servizi sanitari di qualità, in particolare nel pe-riodo vicino alla nascita e nei primi anni di vita, se vogliamo cheabbiano le condizioni ottimali per sopravvivere e crescere».

Francesco Minardi

Ospitata attualmente nella collezione del Museo dioce-sano di Albano, la tela della Madonna della Letteraproviene dalla cattedrale di San Pancrazio.

Datato al XVIII secolo, il dipinto raffigura una tipologia piut-tosto originale e poco conosciuta della Madre di Dio: “La Ma-donna della Lettera”. L’autore, ignoto, rappresenta Maria se-condo la consueta iconografia, veste rossa e manto azzurro,con una corona sul capo; con la mano destra è nell’atto del-la benedizione alla “latina”, con la sinistra mostra una lette-ra aperta in cui si legge: “Maria Vergine Figlia di Gioacchino, la più umile (figlia) di Dio,Madre di Gesù Cristo Crocifisso, della Tribù di Giuda e dellaStirpe di Davide, a tutti i Messinesi salute e benedizione di DioPadre Onnipotente. Risulta evidente che voi tutti con grandefede a Noi abbiate inviato Ambasciatori e Messi come pubbli-ca testimonianza è evidente. Confessate che nostro Figlio,Generato da Dio, è Dio e uomo e che in Cielo è asceso dopo laResurrezione, conoscendo la via della verità dalla predicazio-ne di Paolo Apostolo eletto per la qual cosa...”*La lettera mostrata dalla Madonna testimonia il vincolo chela unisce alla comunità di Messsina. Il particolare legame siriferisce ad una antichissima tradizione religiosa che narra diuna sosta nella città siciliana da parte di Paolo di Tarso, in-torno al 42 d. C. L’Apostolo, durante il viaggio che lo condus-

se a Roma, predicò agli abi-tanti di Messina, raccontandola vita di Gesù di Nazareth.Secondo questa tradizione, imembri della locale comunitàcristiana, dopo le parole del-l’Apostolo, decisero di inviarealcuni loro rappresentanti inTerra Santa, per rendereomaggio alla Madre di Cristo.Maria accolse gli ambasciato-ri messinesi e, al termine del-l’incontro, consegnò loro unalettera diretta all’intera città incui esprimeva la sua felicità per la fede abbracciata e assicu-rava la sua perpetua protezione. Il contenuto della lettera mo-strata dalla Madonna del quadro di Albano Laziale è in realtàuna sintesi della lettera “originale”, tuttavia risulta esseremolto chiaro il richiamo all’evento messinese, lasciando aper-ta la curiosità sull’origine del quadro conservato al Museo dio-cesano di Albano e sul suo rapporto con la terra di Sicilia.

* Traduzione dal latino a cura dell’autore del presente articolo

Roberto Libera

LA MADONNA DELLA LETTERAAntropologia del sacro

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appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 11, numero 105 - ottobre 2018

APPUNTAMENTI01 NOVEMBRESolennità di tutti i santi

02 NOVEMBRECommemorazione di tutti i fedeli defunti

06-09 NOVEMBREFormazione per i nuovi parrociLe giornate di formazione per i nuovi parroci si ter-ranno presso il Seminario diocesano - Piazza sanPaolo, 5 - Albano Laziale.

09 NOVEMBREVerso una giustizia di comunitàLe caritas dele diocesi di Velletri e Albano e L’On-lus Vol.A.Re hanno organizzato un convegno dal ti-tolo “Verso una giustizia di comunità” alle ore16.00 presso il Tribunale di Velletri. L’incontro vuo-le discutere sulla possibilità di pene alternative, lariparazione del danno, la sicurezza e la giustizia.

15 NOVEMBREAggiornamento mensile del cleroL’incontro si terrà alle ore 9.30 in seminario.

16 NOVEMBREFormazione per i direttori degli uffici pastoraliPrimo di quattro incontri di formazione per i diret-tori di curia per lo sviluppo dele capacità relazio-nali e gestionali. Gli incontri iniziano alle ore 9.00 eterminano alle ore 13.00.

17 NOVEMBREPellegrinaggio degli studenti universitariIl pellegrinaggio ha come meta Orvieto. Per glistudenti della diocesi è possibile iscriversi o avereinformazioni contattando i numeri 3497614154(don Nicola), 3663678828 (Martina) o 3398531453

(Riccardo) o scrivendo un’email a [email protected]. Il costo del viaggio è di 10 euro e ilpranzo è al sacco.

18 NOVEMBREPercorso di vita e di fede nella crisi matrimonialeL’incontro dal titolo “Il vino migliore” (Gv 2,10), orga-nizzato dall’Ufficio per la pastorale della famiglia,sarà giudato da padre Alfredo Feretti o.m.i. e da donCarlino Panzeri.

19-23 NOVEMBREEsercizi spirituali del cleroGli esercizi spirituali saranno guidati da mons. Ermene-gildo Manicardi, rettore delll’Almo collegio capranica edocente presso la Pontificia Università Gregoriana. Cen-tro Ad Gentes dei Verbiti, Via dei laghi bis, 52 - Nemi.

24 NOVEMBRERitiro spirituale dei diaconi permanentiL’incontro si terrà presso il Seminario vescoviledalle ore 15.30.

25 NOVEMBRESolennità di Cristo Re dell’UniversoGiornata del seminario

26 NOVEMBRERiunione dei vicari territorialiCuria diocesana, ore 10.00.

27 NOVEMBREXIV Anniversario dell’inizio del ministero pastoraledel vescovo Marcello

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Marco Badiali, Pasquale Bua, Antonio Coppola, MirkoGiustini, Roberto Libera, Valentina Lucidi, Matteo Lupi-ni, Pietro Massari, Francesco Minardi, Monia Nicoletti,Lucia Orizio, Antonello Palozzi, Ombretta Pisano, Gio-vanni Salsano, Antonio Scigliuzzo, Emanuele Scigliuz-zo, Gilberto Stival, Irene Villani, Fabio e Romina Zin.

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Questo numero è stato chiuso il 25.10.2018

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