L’Alchimista · L’Alchimista “Mentre gli Apostoli e Maria erano riuniti a Gerusalemme nel...

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Oratorio Maria Ausiliatrice Taranto Una Domenica speciale... 25/05/2020 Volume1, Numero 8 L’Alchimista Mentre gli Apostoli e Maria erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come un ven- to gigante che si abbatte, e riempì tutta la casa. Apparvero loro lingue di fuoco che si dividevano, e si posarono, su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue,come lo Spirito dava loro di esprimersi”… Domenica 31 maggio ricorre la festa di Pentecoste. È la festività nella quale si ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Aposto- li, riuniti con la Madonna nel Cenacolo, avvenuta cinquanta giorni dopo la Resurrezione di Cristo. E’ una festa cristiana in cui si celebra l’effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la nascita della Chiesa. Poiché cade nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, di domeni- ca, è una festa mobile,dipendente dalla data della Pasqua. Du- rante la Messa di Pentecoste, il colore dei paramenti è il rosso, simbolo dell’amore, dello Spirito Santo e del colore delle lingue di fuoco. Il tuo Spirito, Signore, su di noi Soffia su di noi, Signore risorto! Soffia su di noi il tuo potente Spirito. Spirito di vita, che fa scaturire il nuovo dalla morte. Spirito di luce, che dissolve le tenebre più cupe. Spirito d’amore, che rinnova gli abissi. Soffia su di noi il tuo Spirito, Signore risorto, perché in noi la vita danzi, sempre; perché in noi il deserto fiorisca, ogni giorno; perché in noi la pace germogli e si offra, zampillando come acqua da sorgente.

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Oratorio Maria Ausiliatrice

Taranto Una Domenica speciale...

25/05/2020 Volume1, Numero 8

L’Alchimista

“Mentre gli Apostoli e Maria erano riuniti a Gerusalemme nel

Cenacolo, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come un ven-

to gigante che si abbatte, e riempì tutta la casa. Apparvero loro

lingue di fuoco che si dividevano, e si posarono, su ciascuno di

loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a

parlare in altre lingue,come lo Spirito dava loro di esprimersi”…

Domenica 31 maggio ricorre la festa di Pentecoste. È la festività

nella quale si ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Aposto-

li, riuniti con la Madonna nel Cenacolo, avvenuta cinquanta

giorni dopo la Resurrezione di Cristo. E’ una festa cristiana in

cui si celebra l’effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la

nascita della Chiesa.

Poiché cade nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, di domeni-

ca, è una festa mobile,dipendente dalla data della Pasqua. Du-

rante la Messa di Pentecoste, il colore dei paramenti è il rosso,

simbolo dell’amore, dello Spirito Santo e del colore delle lingue di

fuoco.

Il tuo Spirito, Signore, su di noi

Soffia su di noi, Signore risorto! Soffia su di noi il tuo potente Spirito. Spirito di vita, che fa scaturire il nuovo dalla morte. Spirito di luce, che dissolve le tenebre più cupe. Spirito d’amore, che rinnova gli abissi.

Soffia su di noi il tuo Spirito, Signore risorto, perché in noi la vita danzi, sempre; perché in noi il deserto fiorisca, ogni giorno; perché in noi la pace germogli e si offra, zampillando come acqua da sorgente.

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Nuova vita o nuove abitudini?

re i propri amici, prendere un

caffè in un bar o mangiare in

un ristorante anziché dover

optare per il cibo d’asporto, è

ancora necessario che venga-

no rispettate alcune misure

come continuare a utilizzare

mascherine e guanti ed evita-

re assembramenti, sia

all’interno dei locali che nei

luoghi all’aperto. Inoltre, an-

che a livello economico vi so-

no stati cambiamenti, pur-

troppo non del tutto positivi

per il cittadino consumatore:

prezzi aumentati in numero-

se attività commerciali, dai

parrucchieri ai quasi 2€ per

una tazzina di caffè.

Guardando la situazione da

un’ottica prettamente socia-

le, però, sarà ora possibile,

sempre mantenendo le giuste

accortezze, ritornare a fre-

quentare gli amici, aspetto di

fondamentale importanza

per molti giovani; via libera,

quindi, a visite e cene con gli

amici purché si evitino as-

sembramenti e si rispettino

distanze e misure di sicurezza.

Piano piano si sta cominciando

ad assaporare di nuovo la

“normalità”, quella che fino

all’8 marzo avevamo dato tutti

per scontata, ma soprattutto

sopravalutata, prima di quella

fatidica data pensavamo che

qualsiasi cosa ci fosse dovuta, e

che i tempi per averla dovesse-

ro essere i più brevi possibili.

Il lockdown ci ha insegnato a

saper aspettare e ad apprezza-

re le piccole cose dandole più

valore.

Il punto ora è, quando si sarà

tornati davvero alla normalità,

cosa ci rimarrà?

Solo le nuove abitudini , di-

stanziamento sociale e ingressi

“contigentati” nei negozi ?

E soprattutto ci chiederemo,

questa pandemia ha cambiato

solo il nostro stile di vita, o ha

cambiato anche noi stessi?

-Sara Palumbo e L’ Incesso Angela

S.C.N. VIDES

Da qualche giorno ormai è

iniziata la tanto attesa “fase

2”. In molti sono tornati a la-

voro, altri non hanno ma

smesso, come medici, infer-

mieri, operatori sanitari in

generale, ma anche chi lavo-

ra nei supermercati o chi

consegna gli acquisti on-line

a domicilio, i quali forse non

hanno mai lavorato così assi-

duamente e alacremente co-

me in questo periodo.

Dall’8 marzo tutti abbiamo

cambiato il nostro modo di

vivere, le nostre abitudini, ci

siamo letteralmente chiusi

nelle nostre case, non solo

per salvaguardare la nostra

salute ma in primis per pre-

servare la comunità il più

possibile dai danni causati

dall’epidemia. Questa storia

ha mostrato come, in questa

occasione, il primo aspetto

che ha prevalso su tutto è

stato il bene comune, il senso

di comunità e di appartenen-

za ad un’unica grande Nazio-

ne; proprio come il titolo del

nostro INNO NAZIONALE,

siamo stati tutti “fratelli

d’Italia”.

Ora siamo alla prova più im-

portante, ovvero quella di

convivenza con quel virus che

ha sostanzialmente cambiato

anche il nostro modo di pen-

sare, parlare, scherzare e re-

lazionarci con gli altri.

Sebbene sia ora possibile spo-

starsi senza l’utilizzo

dell’autocertificazione, vede-

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Sport e salute... solo due giocatori, uno per squadra (saranno gli unici a contendersi per pri-mi il pallone). Al col-po di fischietto di uno dei due arbitri, viene lasciato galleg-giare il pallone al centro della piscina e tutti i giocatori nuoteranno velocis-simi alla conquista della palla. Sui lati lunghi del rettangolo di gioco della vasca si trovano i due arbitri assi-stiti da un cronometrista che deve bloccare il tempo ad ogni fischio dell’arbitro. I giocatori di ogni squadra indossano cuffie, o calotte, di colo-re bianco e blu scuro; le calotte dei portieri, invece, sono di colore rosso. Una squadra ha 30 secondi per andare al tiro e completare la propria azione offensiva; se questo non avviene, la palla passa agli avversari che impostano la loro azione d'attacco. Alcune scorrettezze commesse dai giocatori vengono punite con la sospensione temporanea dell'atleta dalla gara

Storie di…ragazzi

Pallanuoto come stile di vita L’esperienza raccontata questa settimana è quella di Antonio. R: Com’é nata la tua passione per la pallanuoto e che posizio-ne ricopri all’interno della squadra? A: La passione per la pallanuoto è nata quando avevo 6 anni, decisi di provare e mi piacque tantissimo, infatti pratico que-sto sport da 15 anni. Fare uno sport di squadra è qualcosa che aiuta a crescere inoltre, la pallanuoto diciamo che è abbastan-za sport di squadra dove,bisogna contare sull’aiuto di ogni membro della squadra;mi sono innamorato anche di questo R: Come si articola la vita di un ragazzo della tua età tra sport, vita sociale e studio? A: La vita è abbastanza difficile perché gli allenamenti sono molto stancanti. Gli orari sono molto impegnativi perciò ci vuole dedizione e concentrazione in quello che si fa, solo con l’impegno il risultato è assicurato. R: I tuoi traguardi più importanti ? A: Sono stato capitano della prima squadra in serie B ,due anni fa feci un provino in una squadra di serie A2 Mi presero e subito presi una posizione rilevante in squadra. R:Cos’é per te la pallanuoto? A: La pallanuoto è uno stile di vita, mi ha insegnato molto nella vita e mi ha aiutato a capire cosa sia il gioco di squa-dra.

-Roberta Pizzolla S.C.N. VIDES

La pallanuoto nacque in In-ghilterra e in Scozia verso la metà del XIX secolo. Nel 1877 vennero stilati i primi regolamenti di gioco anche grazie a William Wilson che prendendo ispirazione dal calcio mise in acqua delle porte simili a quelle usate nel gioco del calcio, permet-tendo così ai giocatori di po-ter lanciare la palla in porta. Nel 1900 la pallanuoto ma-schile fece la sua prima com-parsa ai Giochi Olimpici nel-la Seconda Olimpiade tenuta a Parigi.Nel 1929 venne co-stituita una commissione, formata da quattro rappre-sentanti della pallanuoto bri-tannica e da alcuni loro pari della Federazione Internazio-nale di Nuoto .La commissio-ne elaborò nuove regole per le partite internazionali, che vennero attuate solo nel 1930. La pallanuoto è uno sport di squadra , ogni squadra è co-stituita da 7 giocatori in ac-qua, compreso il portiere, e un massimo di 6 giocatori di riserva che potranno dare il cambio agli altri in qualsiasi momento della partita. Da entrambi i lati, sulla li-nea di fondo, vi sono due por-te galleggianti che misurano 90 cm di altezza per una lar-ghezza di 3 metri. Una partita è costituita in genere di 4 tempi da 8 minu-ti. L'obiettivo del gioco è quello di segnare punti man-dando il pallone nella porta avversaria. La partita comincia sempre con le due squadre schierate sulla linea di porta con cia-scun giocatore posizionato di fianco ad un suo compagno. Tra i montanti delle due por-te si trovano rispettivamente

In foto Antonio, 23 anni

La pallanuoto

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Lunedì 25 maggio è la Giorna-ta Mondiale dell’Africa, giorno in cui ricorre l’anniversario della fondazione dell’ Orga-nizzazione dell’Unità Africa-na, fondata il 25 maggio 1963, quando i capi di 30 dei 32 sta-ti indipententi del continente firmarono lo statuto Adis Abe-ba in Etiopia. Il nome e la da-ta della Giornata dell’Africa sono stati mantenuti come ce-lebrazione dell’ Unità africa-na. Questa giornata si celebra per ricordare l’importanza del continente nero e aiutarlo a superare le difficoltà. L’africa è considerata la “culla dell’umanità”, la terra in cui la nostra specie ha mosso i primi passi per poi diffondersi in tutto il pianeta. L’obiettivo della giornata è mettere in luce i gravi problemi che af-fliggono il continente africano come la povertà e l’esclusione sociale. Quest’anno, a causa della pandemia, questa gior-nata è stata celebrata su un parco virtuale in diretta su Facebook e Youtube, sul quale si sono esibiti molti artisti fa-mosi. Non è la prima volta che gli artisti si uniscono a favore dell’Africa. A tal propo-sito, mi torna in mente, una canzone composta nel 1985 e cantata da un super gruppo di 45 grandi artisti chiamato “USA for Africa”. La canzone è “We are the world”, un inno di fratellanza, amore e solida-rietà, e fu il numero 1 nelle classifiche degli Stati Uniti per molte settimane. Il ricavato delle vendite fu de-voluto in favore della risolu-zione dei problemi dell’Africa, in particolare una carestia

che stava colpendo la popola-zione Etiope. Tra i cantanti che aderirono a questa iniziativa ci furono: Bob Dylan, Michael Jackson, Billy Joel, Cindy Lauper, Dia-na Ross, Paul Simon, Bruce Springsteen, Tina Turner, Dionne Warwich e Stevie Wonder. There comes a time When we heed a certain call When the world must come together as one There are people dying Oh, and it's time to lend a hand to life The greatest gift of all We can't go on Pretending day-by-day That someone, somewhere so-on make a change We're all a part of God's great big family And the truth, you know, love is all we need We are the world We are the children We are the ones who make a brighter day, so let's start gi-ving There's a choice we're making We're saving our own lives

It's true we'll make a better day, just you and me Oh, send them your heart So they know that someone cares And their lives will be stron-ger and free As God has shown us by tur-ning stones to bread And so we all must lend a hel-ping hand We are the world We are the children We are the ones who make a brighter day, so let's start gi-ving Oh, there's a choice we're ma-king We're saving our own lives It's true we'll make a better day, just you and me When you're down and out, there seems no hope at all But if you just believe there's no way we can fall Well, well, well, well let us re-alize Oh, that a change can only come When we stand together as one, yeah, yeah, yeah

-Verdiana Massante O.C.G.

Lo sapete che...

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Programma

Lunedì 25: giornata mondiale

dell’Africa

Giovedì 28: Giornata mondiale

contro la Sclerosi multipla

Venerdì 29: giornata interna-

zionale dei Peace Keeper

Domenica 31: Pentecoste

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maggio 2020

mamma Mar-

gherita si recò

all’oratorio di

Valdocco e fece

un po’ da mam-

ma a tutti quei

ragazzi. In una

piovosa sera del

mese di maggio

1847, ella ospitò

per la notte, un

povero ragazzo

sperduto e nacque così la vera a casa salesiana. Mamma Mar-

gherita fu la prima e la più importante come cooperatrice di Don

Bosco. Tutto quel lavoro però la stancava ed una sera chiese al

figlio di farla tornare nella sua casa perché non ce la faceva più,

ma il suo amato figlio, nella sua santità, le indicò in silenzio il

crocifisso ed ella capì che il suo posto era lì in mezzo ai ragazzi

dell’oratorio.

E fu proprio lì che, nel 1856, ella morì all’età di 68 anni, e tanti

ragazzi la piansero proprio come una “mamma”. Mamma Mar-

gherita è stata dichiarata “venerabile” nel 2006, nel 150º anni-

versario della sua morte.

-Silvana La Chiesa O.C.G.

Nel mese di maggio, dedicato alle rose, alle

mamme, e alla Madonna, non possiamo non

approfondire la conoscenza di una grande

mamma; Margherita Occhiena, la mamma

di San Giovanni Bosco. Ella è stata una per-

sona molto importante nella grande opera

salesiana fondata da Don bosco. “Mamma

Margherita“, come affettuosamente la chia-

mavano i ragazzi dell’oratorio, era una con-

tadina che restò vedova e con tre figli da sfa-

mare, a soli 29 anni, e con coraggio si rim-

bocca le maniche e riuscì a dare ai suoi figli

una vita dignitosa. Era una donna molto

religiosa e fu proprio lei ad insegnare al suo

piccolo Giovanni le prime preghiere e la de-

vozione per Gesù e la madonna. Per Marghe-

rita fu una vera gioia quando suo figlio di-

venne sacerdote; ma gli disse che se fosse

diventato un prete ricco, lei non sarebbe mai

andata a stare nella sua casa. E così, quando

Giovanni si ritrovò a fare il “prete povero” in

mezzo a tanti ragazzi da accudire in oratorio

egli ricordò alla sua mamma proprio quelle

parole e disse che dato che era povero, lei

poteva andare ad aiutarlo! Ovviamente

Partiamo dalle radici...

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Il gioco dell’imparare

Tutti prima ancora di imparare l’alfabeto, imparano a disegnare e scarabocchiare. La mag-

gior parte di noi abbandona il pennarello durante la crescita e si dedica a videogiochi e tv.

L’apprendimento dell’arte figurativa sono sempre raccomandate per lo sviluppo

dell’intelligenza creativa.

L’arte insegna ai nostri bambini a liberare le emozioni, infatti i sono naturalmente portati

all’arte e alla creatività come espressione dei sentimenti.

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A cura di: Schiavone Natalia

Sebastio Francesca S.C.N. VIDES