«La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino … · Ama la tua Parrocchia 50 anni de...

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«La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] ANNO 49/50 - N° 9 - SETTEMBRE 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo” Camminare insieme Ama la tua Parrocchia 50 anni de “La Voce” Carissimi, dicono che in Italia va tutto bene... ma è vero? Anche per noi responsabili de “La Voce” finora è andato tutto bene. Ma ora... purtroppo dobbiamo riflettere e ripensarci. Perché? “La Voce” è uscita regolarmente tutti i mesi e siamo ormai al 50° anno (mancano solo tre mesi). Tanti l’hanno fatta rilegare per conservarla, per- ché vi ritrovano una storia viva e cittadina che è sempre più preziosa con il passare del tempo, e capita anche a me che l’ho iniziata e portata avan- ti. Finora è stata sempre accolta e gradita. Siamo arrivati a stamparne circa 4.500 copie. Poi, vedendo che tanti la ricevevano, ma non si preoccupavano di dare il loro modesto, spontaneo contributo, siamo stati costretti a diminuire un po’ la quantità. “La Voce” si è sempre mantenuta con le offerte libere dei lettori per cui non abbiamo avuto mai bisogno di mettere un prezzo di abbonamento. D’altra parte siamo riusciti ad andare avanti perché in città veniva, ed è, dis- tribuita da alcuni volontari: il gestore del negozio in Via S. Lucia Filippini per molti anni si è assunto il compito di scrivere gli indirizzi, via per via, città per città, in Italia e quelli per l’estero; ma... con il nuovo anno... Prima di lui dobbiamo ringraziare la signora Vittoria Paoletti che, facendosi aiutare anche dalle sue amiche, ha fatto in modo da distribuirla in città, mettere gli indirizzi per fuori e spedirla. Un “lavorone” compiuto per molti anni e tutti i mesi dell’anno... gratuitamente! Grazie... grazie... grazie. “La Voce” è sempre uscita regolarmente e le spese tipografiche e di spedizione sono state sovvenzionate dalla libera offerta dei lettori. Ad oggi non abbiamo alcun debito, né con la tipografia né con la posta per le spedizioni. Bisogna dire che né il Direttore Responsabile Don Angelo Gargiuli che ringraziamo di cuore, né il Direttore che si è sobbarcato il lavoro di iniziarla 50 anni fa e di portarla avanti ogni mese fino ad oggi, senza mai utilizzare per le sue neces- sità i soldi offerti per il giornale. Ho iniziato il lavoro “gratis” e “gratis” l’ho portato avanti fino ad oggi: contento del risultato per il bene dei cittadini e per la mia missione di apostolato sacerdotale e ringrazio il Signore di avermi dato costanza e buona volontà. Sento il dovere di ringraziare tutte le persone che ci hanno sempre incoraggiato generosamente, comprese quelle che si sono prese l’incarico di distribuirla gratuitamente. A completamento della riflessione sulla nostra Parrocchia e sul nostro impe- gno di costruirla con la nostra testimonianza e collaborazione, propongo ora questa splendida Omelia del Beato Paolo VI. Interroghiamoci tutti e, se necessario, generiamo in noi una radicale conversione. Lino Fumagalli Vescovo Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerar- la come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Dà il tuo contributo di azione perché questo si realizza in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l’occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdo- ni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comu- nità eucaristica, che l’Eucaristia sia “radice viva del suo edificarsi”, non una radice secca, senza vita. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggia- re, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai! La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà: E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione! Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farme un dram- ma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessunio te la condizio- na e te la può togliere. Ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative. Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, inve- ce che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un’autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri. Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani. (Paolo VI, 23 febbraio 1964 dall’Omelia di Inaugurazione della Parrocchia “N.S. di Lourdes”, Roma) (segue a pag. 2)

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«La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo GargiuliDirezione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

ANNO 49/50 - N° 9 - SETTEMBRE 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo”

Camminare insieme

Ama la tua Parrocchia

50 anni de “La Voce”

Carissimi,dicono che in Italia va tutto bene... ma è vero?

Anche per noi responsabili de “La Voce” finora èandato tutto bene. Ma ora... purtroppo dobbiamoriflettere e ripensarci.

Perché?“La Voce” è uscita regolarmente tutti i mesi e

siamo ormai al 50° anno (mancano solo tre mesi).Tanti l’hanno fatta rilegare per conservarla, per-

ché vi ritrovano una storia viva e cittadina che èsempre più preziosa con il passare del tempo, ecapita anche a me che l’ho iniziata e portata avan-ti.

Finora è stata sempre accolta e gradita.Siamo arrivati a stamparne circa 4.500 copie.

Poi, vedendo che tanti la ricevevano, ma non sipreoccupavano di dare il loro modesto, spontaneocontributo, siamo stati costretti a diminuire un po’la quantità. “La Voce” si è sempre mantenuta conle offerte libere dei lettori per cui non abbiamoavuto mai bisogno di mettere un prezzo diabbonamento. D’altra parte siamo riusciti adandare avanti perché in città veniva, ed è, dis-tribuita da alcuni volontari: il gestore del negozio inVia S. Lucia Filippini per molti anni si è assunto ilcompito di scrivere gli indirizzi, via per via, città percittà, in Italia e quelli per l’estero; ma... con ilnuovo anno...

Prima di lui dobbiamo ringraziare la signoraVittoria Paoletti che, facendosi aiutare anchedalle sue amiche, ha fatto in modo da distribuirlain città, mettere gli indirizzi per fuori e spedirla.

Un “lavorone” compiuto per molti anni e tutti imesi dell’anno... gratuitamente!

Grazie... grazie... grazie.“La Voce” è sempre uscita regolarmente e le

spese tipografiche e di spedizione sono statesovvenzionate dalla libera offerta dei lettori. Adoggi non abbiamo alcun debito, né con latipografia né con la posta per le spedizioni.Bisogna dire che né il Direttore ResponsabileDon Angelo Gargiuli che ringraziamo di cuore,né il Direttore che si è sobbarcato il lavoro diiniziarla 50 anni fa e di portarla avanti ogni mesefino ad oggi, senza mai utilizzare per le sue neces-sità i soldi offerti per il giornale.

Ho iniziato il lavoro “gratis” e “gratis” l’hoportato avanti fino ad oggi: contento del risultatoper il bene dei cittadini e per la mia missione diapostolato sacerdotale e ringrazio il Signore diavermi dato costanza e buona volontà. Sento ildovere di ringraziare tutte le persone che ci hannosempre incoraggiato generosamente, compresequelle che si sono prese l’incarico di distribuirlagratuitamente.

A completamento della riflessione sulla nostra Parrocchia e sul nostro impe-gno di costruirla con la nostra testimonianza e collaborazione, propongo oraquesta splendida Omelia del Beato Paolo VI. Interroghiamoci tutti e, senecessario, generiamo in noi una radicale conversione.

Lino FumagalliVescovo

Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerar-la come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che siacasa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti.Dà il tuo contributo di azione perché questo si realizza in pienezza.

Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità difede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sonoi delegati di Cristo per te. Guardali con l’occhio della fede, non accentuare iloro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdo-ni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno perloro.

Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comu-nità eucaristica, che l’Eucaristia sia “radice viva del suo edificarsi”, non unaradice secca, senza vita. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle dellatua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l’inerziadella tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che tiviene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggia-re, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, nontollerarli mai!

La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, nonavere ambizioni, servi nell’umiltà: E accetta anche di essere messo da parte,se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare lebraccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non tisalti in mente di fondare un partito di opposizione!

Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farme un dram-ma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dovequalunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, imalati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settorie la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessunio te la condizio-na e te la può togliere.

Ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualunqueverità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che ferma ognipasso ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigettodelle migliori iniziative.

Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, inve-ce che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tueresponsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un’autocritica,severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.

Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno digente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa atutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente perla santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria dellenostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.

(Paolo VI, 23 febbraio 1964dall’Omelia di Inaugurazione della Parrocchia “N.S. di Lourdes”, Roma)

(segue a pag. 2)

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 2

Per il momento intendiamo continuare. Vi porto questo esempio da comprendere senza troppe parole:

La crisi economica si fa sentire:

(dalla prima pagina)

GIUGNO 2017CAVALIERI: Giorgini Silvia, Giraldo Mario, SpinelliEgidio. Versati alle poste (solo la data del versamento,non c’è nome): 6/3 - da Venezia, 9/3 - da Internet, 11/3- da Firenze, 15/3 - da Firenze, 21/3 - da Firenze, 28/3- da Firenze.BENEMERITI: Egidi Giovanna, Ceccariglia Onorina,Cortonesi Anna, Rosetto Giuseppe, Moretti FanteraMargherita, Vignoli Ennio, Vittorini Gino, RosettoMario, Ceccarelli Agostino, Uvini Germano, AntonelliMaria Vittoria, Chiricotto Gall iano, BellacimaGianfranco, Manzi Anna, Teofilo Anna, Ricci Aldo,Savelli Mario, Fetoni Iliana, Solinas Stefano. Versatialle poste: 21/3 - da Venezia, 30/3 - da Firenze.AMICI: Moisè Giovannino, Menghini Guido, ScagnettiLeda, Bacchiarri Maria Antonietta, Dominici Quinta,Carloni Angelo, Pontillo Emanuele, Stefanoni Marco,Banella Giuseppa, Ranucci Ferdinando, De SantisRiziero, Paoletti Rodolfo, Ciucci Marcella, FetoniAlessandro, Chiodo Franco, Bracaccino Luigi, CicoriaFlaviano.

LUGLIO 2017CAVALIERI: AVISMontefiascone, CarnevaliniAlfonso, Giraldo Mario,Forno Romeo, Braguti Anna.

BENEMERITI: PerazziSantina, Campanell iAnnalisa, Solinas Stefano.

AMICI: Marzetti Giuseppe,Ceccarelli Pio, StefanoniFelice, Fumagalli Graziella,Carloni Giuseppe, Fil ièMarcella, Liberti Paolo,Crocetti Augusto, MorincasaNotazio, Bellacima Carla,Centro Anziani.

AGOSTO 2017CAVALIERI: Perazzi Maria Antonio,Fiorelli Dina, Mezzetti Lucia, BragutiMaria, Ricci Massimo, Tito Giuseppe,Santini Vittorio, Crocoli Vera, BragutiAntonio, Marziali Luigi.BENEMERITI: Rosetto Maria Elena,Rosetto Chiara, Rosetto Pietro Felice,Minciotti Lorenzo, Paoletti Giovanni,Cevolo Andrea, Tofanicchio Silvano,Paoletti Gigliola, Azzolini Claudio,Pieretti Miriam, Lenti Nazzareno.AMICI: Guerra Francesco, LombardiMirco, Tornatore Gianfilippo, CastellaniGabriele, Cappannella Anna Rita,Cappannella Fernando, RoncellaRenato, Rodolico Ettore, CamiciaAlfredo, Pecci Felice, Durantini Carlo,Andreani Delio, Scoparo Graziella,Pigliavento Corrado, Dominici Marisa,Carini Pietro, Buzzi Giuseppe.

GENNAIO 2017CAVALIERI: Moscetti Luigi,Severini Vincenzo, N.N., BousquetLuciano, Perugini Paolo, BiancariniAlessandro, Rosetto Duilio, DantiAurelia, Ricci Ermanno, CicoriaAntelio, Mezzetti Giorgio, GargiuliM. Cecilia, Rocchi Vera, MoranoGino e Rita, Salvatori Elio, FrankClaudio e Pamela, Fioretti Paolo,Camicia Agostino, CacalloroFausto, Testa Finamore.BENEMERITI: Lanzi Danilo, TashiAurela, Ricci Armando, Tiro asegno, S. Giuseppe, PadreUmberto Liberti, Monia Cosimi,Iacoponi Giovanni, CeccariniAlessandro, Fossati Silvia,Zampetta Elia, Tarantello Vania,Pelliccioni Maria Vincenza, MaiucciGuido, Baciarello Anna, AltorioDario, Schina Agnese, CiricaSandro e Adele, Manzi Tommaso,Nami Lina, Zucchi Luigi, GiulianoGiuliano, Lampani Patrizia,Andreini Angelo, Donati Mauro,Tassoni Alessandro, GuerraFrancesco, Onofri Nando, NotazioMiranda, Cricco Francesco,Tarantello Otello, Notazio Duilio,Pepponi Mirella, Mocini Lodovico,Bracoloni Evangelista, BrachinoScoponi, Piergiovanni Clementina,Pezzato Elia, Pozzi Fernando,Ceccobello Ida, Marziantonio(Altavil la), Maurizi Alberto,Dominici Maria Pia, Lanzi Agusta,Tassoni Massimo, PeleccaAnnarita, Lucchi Arduino, CagnucciAdele, Paolini Carmelo, MarzettiMassimiliano.AMICI: Turno Fagiolo, MossoCaterina, Pascucci Odoardo,Pasquali Rita, Fidati Giovanna,Todini Giorgio, Di Luigi Elisabetta,Stefanoni Pietro, Nardi Mario,Merlo Letizia, Merlo Fabiana,Manzi David, Stefanoni Pericle,Bellacima Irma, Tacchi Giancarlo,Torrigiani Margherita, AlbanesiWalter, Dominici Marisa, ConestàMargherita, Camicia Bruno, GiustiRo berto, Porroni Roberto, PorroniFerdinando, Stefanoni Felice,Pepponi Dora.

MARZO 2017CAVALIERI: Bellatreccia Angelo, Ferlini FoscariniMaria, Paparello Gianluigi, Cicoria Graziella, FoscariniRoberta, Silvi Giancarlo, Barbini Mario, Catasca Marisa,Zampetta Antonio, Pesci Elio, Gigliozzi Serenella,Marchi Agostino, Piergiovanni Giovannina, SerminiSantini, Mosca Antonio e Marina, Ceccarelli Luigi,Ranucci Bernardino, Menghini Roberto, Silvestri Davide,Cacalloro Zelindo, Marozzi Graziella, Notazio Renata, ifamiliari in suffragio di Fra Lorenzo Presciuttini, AdalgisaPiciollo, Mocini Bruno Filippo, Scarponi Salvatore,Camicia Enrico, Sacca` Giuseppe.BENEMERITI: Menichelli Maria Luisa, CappannellaAugusto, Bertuccini Anna, Belella Cesare, PaolettiPaolo, D’Onofrio Maddalena, Chiatti Anna Maria,Marzetti Amedeo, Catarcia Silvana, Brachino Antonio,Cappelloni Roberto, Mura Franco, Napoli Giuseppe,Capotosto Fausto, Ceccarini Lucia, Porroni Gaetano,Nevi Margherita, Iacono Lina, Silvestri Barbara, RanaldiFrancesco, Napoli Sandra, L. B., L. BA., UgoliniMargherita, Ranucci Franco, Menghini Mario, MorettiMaria, Stefanoni Anna Rita, Monanni Daniela, BallarottoFranco, Paoletti Fausto, Brodo Onorio, Rossi Maria,Ugolini Arcangelo, Ceccarelli Romolo, Ferri Angela,Scagnetti Vittoria, Ferri Pietro, Tacchi Antonio, ChiodoAdriana, Marenghi Vincenzo, Nami Marco, Trape`Francesco, Mezzetti Gianna, Cicoria Dino, GianlorenzoRaffaela, Ferri Aldo, Coralloni Renata, Coralloni Bruno,Pezzato Gabriele, Cicoria Alfiero, Mencio Marcella,Onofri Valentina, Bassi Enrico, Ugolini Dario, CastellaniValentina, Andreoli Mirella, Torrigiani Gina, BurinelloFlaviano, Carelli M. Antonietta, Scoponi Flaviano,Campitell i Pietruccia, Chiricotto Zena, MarricchiAlessandro, Morleschi Fernando, Napoli Enzo, FantinFederica.AMICI: Giusti Fiorella, Cicoria Roberto, Donati FrancoRemo, Nencioni Umberto, Pascucci Cesare, CatterucciaCrocetti Rita, Paciucchi Luciano, Ciripicchio Bruno,Nami Giuseppe, Iacoponi Renato, Burla Assunta,Paoletti Antonio, Menghini Maria, Bellacima Sandro,Manzi Corrado, Sinibaldi Ermanna, Tarantello Moreno,Filie` Maria, Romanelli Lino, Rosetto Rinaldo, BellacimaMaria Paola, Cicoria Maria, Nami Giuseppe, Filie` Lucia,Carelli Maria Pia, Saraca Marisa, Pagliaccia Fausto,Mocini Giuseppe, Frilicca Giancarlo, Trape` Giorgio,Pagliaccia Lucia, Cappannella Maria, Tabarrini Felicetto,Chiodo Carlo, Burla Vincenzo, Carelli Teresa, TabarriniPierdomenico, Burla Moira, Fetoni Marisa, Luzzi Oreste,Patrizi Vittoria, Burla Giovanni, i figli di Moise` Assunta,Rosati Rosa, Napoli Cesarina, Galli Maria Antonietta,Filie` Silvano, Starnini Arianna, Tofanicchio Giancarlo,Angeli Antonio, Zama Olga Maria, Chiricotto Cecilia,Ceccarelli Lucio, Direttore Filie` Primo, BracoloniAngelo, Ugolini Vincenza, Ugolini Giuseppe, BracoloniEvandro, Cacalloro Tiziana, Buzzi Franco.

Forse è ora di smettere?!?Dipende da me, che 50 anni fa ero più giovane e ora sto invecchiando e dipende dalla generosità dei lettori. D’altra parte

per un giornale locale come il nostro, arrivare al 50° anno, uscendo tutti i mesi (compreso agosto), è un buon risultato!

APRILE 2017CAVALIERI: Catasca Armando, Bianchi Angela,Ricci Delio, Bruni Franco, Andreani Franco, M.A.,Giuliani Anna, Moretti M. Luisa, Marinelli Anna,Grottanelli Graziella, Casadei Giovannino, FabeneSante, Lanzi Enrico e Daniela, Pii Luciano e AnnaSensi, Onofri Elveria, Cannavacciolo Raimondo,Pezzato Emilio, Ranucci Lidia, Danti Giuliana, LottiColombo, Castellani Caterina, Micheletti Vittorio.BENEMERITI: Cicoria Augusta, Andolfi Sergio, NamiDiana, Ceccarelli Luigi, Pelabasto Gennarina,Pezzato Enrico, Trape` Mirella, Cotemme Felice,Pezzato Pietro, Menghini Vincenzina, MauriziMargherita, Giusti Franco, Rosetto Mauro, BarGiusti, Micheletti Giampietro, Iacoponi Maria Luisa,Iacoponi Massimo, Pietraggi Nicola, Anselimi Nando,La Corte Gaetano, Carelli Giorgio, CannavaccioloMaria, Lozzi Roberto, Manzi Franco, Cintio Annarita,Bracoloni Nazzario, Dominici Roberto, BartoleschiGraziella, Mancini Angelo, Capocecera Giovanni,Nencioni Mirella, Della Rosa David, CastellaniFilippo, Ciarmatori Sandro, Marzetti Giuseppa,Chioso Antonio, Ciucci Carlo, Brachini Duilio,Rosetto Margherita, Lozzi Gianpiero, SeveriniCostantino, Maurizi Francesco, Moise` Assunta,Maurizi Francesco, Fico Adelio, Fulvi Angelo,Menghini Margherita, Trape` Aldo, PiacentiniAssunta, Menghini Mario, Paoletti Ardelio, FranciniAnna Maria, Andreani Mauro, Carlaccini Franca,Fiorini Maria Piera, Starnini Bianca, Del Citto Adelia,Cevolo Livio, Cicoria Sisto, Guerrini Alvaro, BartoliAntonietta, Pezzato Davide, Manganozzi Luciano,Cosimati Antonio, Bruti Eugenia, Sacripanti Dante,Catasca Margherita, Pompei Roberto, BonifaziPaola, Giubilei Enea e Vilma.AMICI: Severini Vincenzo, Ugolini Sante, CeccariniEmanuela, Materazzini Giulio, Castiglione Antonio,Mocini Giancarlo, Mocini Stefano, Coralloni Dario,Bartoleschi Augusto, Cicoria Mirella, PrudenziGiuseppe, Costantini Santina, Marenghi Laura,Carloni Antonio, Trape` Antonio, Menghini Silvia,Stefanoni Maria Giuseppa, Tofanicchio Elia, SelviMarco, Ugolini Eneide, Bertuccini Anna, RicciCesarina, Stefanoni Felice, Ciafrino Pier Paolo,Sbarra Odorico, Sciuga Duilio, Panichi Luigi, Trape`Mirella, Giraldo Claudia, Agostini Enzo, MarianelloLuigina, De Simone Adriana, Piergiovanni Renato,Bartoleschi Marcella, Visentini Rolanda, FemminellaMaria Luisa, Salvatori Nello, Paradiso Maurizio,Lozzi Massimo, Gianlorenzo Paola, PepponiRosanna, Roncella Giuseppe, Angeli Antonio,Piergiovanni Marcella, Gianlorenzo Rosa, MecucciAngelo, Marianello Marisa, Pepponi Lodovico,Piergiovanni Marco, Nuccio Pina, Menghini Renata,Marianello Emilio, Ceccarelli Giuseppe, MarianelloMilena, Menichelli Gianni, Galletti Marcello.

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 3

VECCHIE FOTO

Probabilmente fu proprio la dinamica personalità diquesto sacerdote a determinare la scelta diMontefiascone quale sede del secondo convegnodei democratici cristiani della “Regione cimina”.Convegno che si svolse, domenica 5 ottobre 1902,nel salone delle Accademie del seminario e che siconcluse con il seguente ordine del giorno:

Il Convegno, convinto dei vantaggi che pos-sono derivare dal coordinamento delle singoleforze e attività esistenti nelle varie regioni delLazio, propone di promuovere la FederazioneD. C. del Lazio, divisa in due rami, militanteed, economica, e di incaricare la commissio-ne a questo scopo già eletta a Viterbo nelpassato convegno di mettersi in relazionecolle altre organizzazioni e specialmente colGruppo D. C. di Roma e colla C. E. centraledella Lega Cattolica del lavoro di Roma.Dietro il suggerimento del Sig. Carlo Ricca diRoma fu aggiunto al precedente il seguentetratto; A facilitare il lavoro di propaganda e diincremento del movimento D. C. aderisce find’or a al Congresso Laziale, promosso per laprossima primavera, in Roma.D. Latino Salotti fece seguire la presente pro-posta.Considerato il grande ascendente che lamusica opera sulle masse, fa voti che quantoprima il Gruppo romano bandisca l’inno uffi-ciale della Democrazia Cristiana Italiana.

La scissioneIl 20 luglio 1903 morì Leone XIII e il 4 agosto fueletto Pio X. Dal 10 al 13 novembre di quell’annosi tenne a Bologna il Congresso dell’Opera. Inquell’occasione prevalsero i giovani democratici-cristiani di don Romolo Murri, e il dissidio tra lacorrente dei vecchi intransigenti e i giovani siacuì maggiormente. L’avversione della curia a unimpegno politico dei cattolici provocò la separa-zione delle due correnti e Pio X, con una letteradel 30 luglio 1904, decretò lo scioglimentodell’Opera dei Congressi. L’anno dopo, 1905, PioX promulgò una enciclica, fornendo le indicazioniper una riorganizzazione generale del movimentocattolico, tradotte in pratica nel 1906 attraverso ilvaro di nuovi statuti che configurano l’associazio-nismo cattolico attorno a quattro grandi organiz-zazioni indipendenti l’una dall’altra: Unione popo-lare, Unione economico-sociale, Unione elettora-le, Società della gioventù cattolica.Fu in quell’anno che le strade di Romolo Murri e Luigi Sturzo si separaro-no. Il 28 luglio, Pio X aveva infatti pubblicato l’enciclica “Pieni l’animo” incui deplorava lo spirito d’insubordinazione e d’indipendenza, che si mani-festa qua e là in mezzo al clero, imponendo il divieto di aderire ad attivitàpolitiche non coordinate per via gerarchica e in particolare alla LegaDemocratica Nazionale di Murri. Don Sturzo, invece, pur propugnando lapartecipazione dei cattolici alla vita politica, fu rispettoso del non expedit,concentrando la sua attività nell’ambito amministrativo siciliano.Il futuro cardinale Carlo Salotti, che abbiamo visto quale membro parti-colarmente attivo nel primo congresso dei democratici cristiani dellaregione Cimina, si allineò, come la quasi totalità del clero locale, sulleposizioni di don Sturzo.Così si legge nella sua biografia: Purtroppo il programma della democra-zia cristiana, che lo spirito acuto e previggente di Papa Leone avevabenedetto, subì funeste deviazioni per l’atteggiamento indiscreto di alcu-

ni propagandisti, capeggiati dal sacerdoteRomolo Murri, che gli fu caro condiscepolo nellaR. Università [Romolo Murri e Carlo Salotti eranoentrambi nati nel 1870] e dal quale amichevol-mente si separò quando egli, con dolore di tantagioventù, si allontanava dalla via maestra, segna-ta dalla suprema autorità ecclesiastica.

Socialisti e modernistiNel giugno di quello stesso anno, 1906, Giolittitornò al potere, iniziando quel suo lungo ministeroche permise all’azione dei socialisti di conseguireutili risultati, specialmente sul terreno dei diritti dilibertà e della legislazione sociale. E sempre in quel fatidico 1906, il mutato climapolitico spinse la Federazione IntercollegialeSocialista di Viterbo a iniziare la pubblicazione diun proprio organo - LA SCINTILLA - che si collocavain posizione antitetica a SPERANZE NUOVE, il fogliodei democratici cristiani che aveva cessato lapubblicazione. Il settimanale, che frequentementecitava Edmondo De Amicis e Giuseppe Mazzini,era animato da un polemico anticlericalismo,come in questo stralcio di poesia pubblicata nelnumero del 11 agosto 1907:

Trovano qui le fraterie fetenti / il terren che civuole / qui tra noi, dove crescono i conventi / ecalano le scuole. / E i giudici del Re servon lamessa / col candelotto in mano / e la bandieradell’Italia è messa di guardia al Vaticano! / Èpronta la prigion per chi non crede / alla virtùdei santi… / Che bel paese per la santa sede /e i frati zoccolanti!

Gli anni che andarono dallo scioglimentodell’Opera dei Congressi e dei comitati cattolicialla prima guerra mondiale furono densi di cam-biamenti e di rischi. Negli uffici vaticani, ad esem-pio, era di casa la paura del modernismo.Modernisti divennero, per il censore ecclesiastico,tanti giovani preti, anche di campagna, che uscitidai seminari s’erano dedicati a fondare leghe con-tadine, a sostenere la causa degli operai contro ilpadrone, ad appoggiare l’attività delle Camere dellavoro o a diffondere la stampa della Lega demo-cratica cristiana di Murri. La condanna ufficiale almodernismo, accusato di essere troppo ammic-cante alle istanze socialiste, arrivò nel 1907 conl’enciclica “Pascendi dominici gregis” di Pio X.Nel 1912, il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadi-

ni maschi alfabeti di oltre 21 anni e a coloro che avessero compiuto ilservizio militare; il corpo elettorale, con l’annessione delle grandi massepopolari, crebbe da tre a circa otto milioni e mezzo, e il voto cattolicodivenne determinante. La preoccupazione di conquistare i nuovi elettorinelle successive elezioni politiche del 1913, spinse Giolitti – che dovettevincere il proprio istintivo anticlericalismo - a venire a patti con il presi-dente dell’Unione elettorale cattolica, Gentiloni. In base all’accordo,siglato con l’indispensabile avallo del pontefice, i cattolici si impegnava-no a votare per quei candidati liberali che, nella nuova Camera, avesse-ro accettato di opporsi alle leggi non favorevoli agli interessi cattolici. Fu,di fatto, la fine del non expedit. In quelle elezioni, Giorgio Guglielmi, marchese di Vulci, già eletto nel1911 durante la XXIII Legislatura del Regno nel collegio diMontefiascone, fu riconfermato nel medesimo collegio proprio grazie agliaccordi del patto Gentiloni.

(2-segue)

LE ORIGINI DEL PARTITO CATTOLICO A MONTEFIASCONE E NEL VITERBESEdi GIANCARLO BRECCOLA

CARLO SALOTTI (Grotte di Castro 25-07-1870 - Roma 24/10/1947)Studia al seminario di Orvieto poi a Romapresso il Pontificio Ateneo e la RoyalUniversity. Ordinato sacerdote il 22 set-tembre 1894, termina i suoi studi nel 1897.Nel 1902 diventa professore pressol’Ateneo Pontificio di S. Apollinare. Il 20luglio 1915 è nominato Prelato Domesticodi Sua Santità ed entra nellaCongregazione dei Riti; Promotore dellaFede nel 1925. I l 30 giugno 1930, èArcivescovo titolare di Philippopolis inTracia e Segretario della Congregazioneper la Propagazione della Fede e quindirettore della Pontificia Università. Ricevela consacrazione episcopale il 6 lugliodello stesso anno. Il 13 marzo 1933 è pri-vatamente nominato cardinale e, il 16dicembre 1935, ufficialmente cardinale diSan Bartolomeo. Il 14 settembre 1938 ènominato Prefetto della Congregazione deiRiti e nel 1939 partecipa al conclave cheeleggerà Pio XII papa.

Una bella foto!Tutti personaggi rispettati ed amati.

È un mondo scomparso!

Dr. Mario Piergiovanni; Prof. e PresidePietro Volpini; ex primo Preside dellaScuola Media iniziata a MontefiasconeAntonio Clausi Schettini; prof.ssa di mate-matica Lea Schettini, sposa del Preside;prof.ssa di lettere Ida Minciotti; il Direttoredi banca Giuseppe Ferlizzi.

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 4

Sono gli sposetti Antonio e Alfonsina Masi che festeg-giano con gioia il trentacinquesimo anniversario di matri-monio, sabato 29 luglio 2017.Gli sposi sono in attesa, già pronti a rinnovare il loro sìd’amore, prima dell’orario fissato.

Un evento sempre bello e accogliente

Al termine della Santa Messa la signora Benedetti Laura,cognata dell’ex preside Pietro Volpini,sorella della moglieMarisa, legge una poesia di auguri per gli sposi.

Gli sposi sono impegnati a rinnovare il loro consensomatrimoniale dinanzi a Sua Ecc.za Mons. Fabio Fabene,che celebra per loro la Santa Messa.

Dopo la cerimonia religiosa, in attesa di una lautacenetta offerta dagli sposi ai numerosi invitati, tra iquali anche il decano parroco Don luciano, il sacerdo-te Don Giario venuto dal Venezuela per la triste situa-zione che vi regna, l’ex parroco Don Agostino chevive ormai da anni presso le Monache Benedettine eda anni amico degli sposi, e il giovane Don Marco,sono continuati gli auguri e i complimenti agli sposi.

È stata una serata invidiabile, naturalmente non pote-va mancare il fratello dello sposo Pietro Masi con lagentile consorte Luisa Ficari (figlia del famoso prof.Antelio), sposati il 18 luglio 1977 nella chiesa di S.Chiara a Roma e ricchi di due figli: Elena e Andrea eil nipote David.

Al termine della

Santa Messa gli sposi

si sono fatti fotografare

con il Vescovo Fabene

e il fratello Antoniocome ricordo ufficiale della

cerimonia religiosa.

Vediamo che era presente anche il sacer-dote straniero che Sua Ecc.za ha portatoda Roma per essere concelebrante eassistente durante la Messa.

Antonio e Alfonsina Masifesteggiano con gioia il trentacinquesimo anniversario

del loro matrimonio sabato 29 luglio 2017

La celebrazione eucaristica è stata officiata da Sua Eccellenza Monsignor Fabio Fabene alle ore 18,00

nella chiesa del Divino Amore in Montefiascone, Corso Cavour.

Al termine una cena sulla terrazza del Convento

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 5

Il mese di Agosto costituisce ormai anche tradizionalmente un periodo importante di iniziati-ve e di risultati per l'Avis di Montefiascone; anche quest'anno infatti la Festa Sociale, che siè tenuta il 20 Agosto, è stata preceduta da manifestazioni ricche di significati associativi e dimomenti di promozione.In particolare lunedì 7 agosto è stata effettuata una donazione straordinaria grazie alla col-laborazione con l'Associazione sportiva Montefiascone Baseball- Softball che, nell'ambitodei festeggiamenti per il 50°anniversario della fondazione, ha inteso nobilitare la ricorrenzacoinvolgendo i propri sportivi ad esprimere il valore della solidarietà e senso civico; non ètardata la risposta: sono stati raccolti ben 21 flaconi di sangue.— Giovedì 10 agosto si è svolta la nona edizione "Una Corsa per la Vita", una gara podisti-ca per le vie del paese organizzata dall'Avis in collaborazione con l'Atletica Di Marco Sportche ha visto la partecipazione di circa 170 atleti di livello agonistico sempre più elevatorispetto alle passate edizioni. La manifestazione, inserita nel programma della Fiera delVino, ha avuto un vivo successo di pubblico ed è stata un'occasione per sensibilizzare par-tecipanti e spettatori al valore delle donazioni di sangue.— Lunedì 14 agosto inoltre, nell'ambito delle donazioni ordinarie di calendario, sono statiraccolti presso il Punto fisso di prelievo all'Ospedale 14 flaconi di sangue.La Festa Sociale quest'anno si è caratterizzata per una connotazione più locale che ilConsiglio Direttivo ha inteso scegliere, rispetto all'ampia partecipazione delle Consorelle edegli ospiti provenienti da tutta Italia degli anni passati, volendo privilegiare i rapporti con ilterritorio, a partire dai donatori, ma coinvolgendo anche le Istituzioni e l'associazionismolocale. La Festa ha mantenuto peraltro i tradizionali momenti significativi dello spiritoAvisino, dalla santa Messa presso la Cattedrale, alla deposizione della corona ai Caduti,alla consegna delle benemerenze ai donatori (sono stati premiati ben 46 soci tra cui tremedaglie d'oro per il raggiungimento delle 50 donazioni). Non è mancato naturalmente iltradizionale pranzo sociale che ha visto la partecipazione di numerosi donatori e di moltigiovani. L'Avis di Montefiascone desidera, proprio in occasione della Festa, ringraziare inprimo luogo i generosi donatori di Montefiascone e tutti coloro che, vicini all'Associazione,hanno contribuito alla realizzazione dei risultati sicuramente soddisfacenti, e non soltanto intermini di flaconi raccolti, ma che possono essere ulteriormente migliorati concretizzandopiù compiutamente le potenzialità del paese.In tal senso è opportuno rivolgere un invito a donare, ma anche più semplicemente ad avvi-cinarsi all'Avis, per la grave situazione di carenza di sangue in questo periodo che interessatutta l'Italia e che penalizza particolarmente la Regione Lazio in quanto non autosufficiente:meglio non aspettare il verificarsi delle emergenze, ma cercare di realizzare ordinariamentele condizioni di garanzia che consentano di disporre del sangue necessario per tutti.

Avis Montefiascone

Con gli amici per festeggiare insieme, rideree scherzare... questa è la classe del 39!All’insegna di questo spirito, anche que-st’anno i nati del 39 si sono riuniti il giorno19 agosto 2017.La cerimonia religiosa si è svolta presso lachiesa dei Cappuccini dove il celebrante,padre Silvio, ha benedetto i partecipantiricordando anche gli amici defunti.In seguito la festa è proseguita tra chiac-chiere e ricordi con la promessa di rivedersiil prossimo anno, come scritto nella poesiacomposta per l’occasione dall’organizzatoreArcangelo Ugolini.Con gli amici per festeg-giare insieme, ridere e scherzare... questa è la classe del 39!La cerimonia religiosa si è svolta presso la chiesa dei Cappuccini dove il celebrante, padre Silvio, ha benedetto ipartecipanti ricordando anche gli amici defunti.In seguito la festa è proseguita tra chiacchiere e ricordi con la promessa di rivedersi il prossimo anno, comescritto nella poesia composta per l’occasione dall’organizzatore Arcangelo Ugolini.

ASSOCIAZIONE VOLONTARI SANGUE

Comunale Montefiascone

Una festa-incontro che si rinnova ogni annoCon gli amici per festeggiare insieme, ridere e scherzare... questa è la classe del 39!Se ogni tanto, ripensando al passato,vedi viole e rose con le spine,immagina il tuo futuro,fiori che ancora sbocceranno.Dona agli altri l’esempio di una vitad’amore che non muore mai.In questa chiesetta, riuniti a pregare,il padre cappuccino ci benedica.E noi ci impegniamoa riunirci il prossimo anno per festeggiare.

Arcangelo Ugolini

La fortunaChi ha fortuna nella vitagioca bene la partita.

Se non l’ha per qualche voltadelle volte poco importa.

Se rimane un po’ turbatocerca sempre un po’ di aiuto.

Se qualche volta ha il malumorecerca sempre un po’ d’amore.

Se la ruota gira benela fortuna ci sostiene.

Quando invece gira maleè un peccato un po’ veniale.

Chi non ce l’ha ne tenga contochi non l’ha faccia il confronto.

Stando sempre a ripensareper potersi consolare.

Tutti quelli fortunatidalla dea son baciati.

Mentre quelli sfortunatisono pure malmenati.

Vincenzo Severini

Piromani come terroristi ISISEstate significa per molti periodo di ferie, di svago, di staccare la spina, alsolito tran-tran quotidiano. Da quanto detto tale stagione dell’anno dovrebbeessere la più spensierata, ma purtroppo ci sono molti che non la pensanocosì ed approfittano del periodo di vacanze per manifestare gli elementi piùnegativi che posseggono, spinti da forze maligne.Ecco che, allora, si vedono aggirare per i nostri meravigliosi Parchi naturali,persone che sembrano all’apparenza turisti, nelle cui tasche però si nascon-dono accendini, fiammiferi ed altro, tutto atto ad appiccare il fuoco alla vege-tazione, già fortemente provata da una siccità biblica, come quella di que-st’anno, da venti sahariani e da temperature che superano i livelli normali.Tutto questo alimenta devastanti incendi che spesso nemmeno i VV.FF. coni canadai riescono a spegnere del tutto, anzi, riattivandosi e distruggendoancora di più quel poco che si era salvato. Povera natura! Poveri animali,spesso morti nel rogo, ma ancor più poveri noi, che dobbiamo respirareun’aria sempre più inquinata, non più filtrata dalla funzione clorofilliana deivegetali.Cosa pensano quei terroristi della natura che metto sul livello di quellidell’ISIS che hanno fatto la strage a Barcellona ed ho paura non sarà l’ultima

se l’Europa, unita, non ferma quei demoni... Cosa pensa, dicevo, quel crimi-nale piromane di aver fatto se non un notevole danno anche a se stesso?Si dice pure che qualche “mente eccelsa in pazzia” per guadagnare spe-gnendolo successivamente, appiccava roghi immani a boschi, anche conabitazioni umane. Capito a che punto si arriva per quattro Euro? Queste, aparer mio, sono persone (si possono chiamare così?) che meriterebbero difare la stessa fine che procurano alla natura, o di essere spediti su un piane-ta senza atmosfera, dove sperimenterebbero come si sta senza l’ossigenosviluppato dalle piante. Ottima soluzione per i piromani catturati, sarebbe costringerli per un lungoperiodo, ovviamente sotto controllo, al rimboschimento delle vaste aree cheil fuoco ha devastato. Così si placherebbe un po’ la grave ferita inferta dagente che, invece di proteggere quel che Dio ha creato, rendendosi colpevolianche di attentato alla salute pubblica ed assassinio plurimo premeditato.Per questo, tali elementi vanno puniti nel modo più radicale e devono estir-parsi come l’erba cattiva, prima che, senza boschi, rendano la terra un pia-neta come Venere, mercurio, bruciati da un sole implacanile, dove la vita èimpossibile. Salviamo dunque il salvabile prima che sia troppo tardi ed i figli,nipoti ecc. ce ne saranno davvero grati!

Paparello Gianluigi

IL NUOVO CONSIGLIO SEZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI

L’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione diMontefiascone ha rinnovato le proprie cariche dirigenziali.Venerdì 16 giugno, infatti, si è riunita l’assemblea per elegge-re il nuovo consiglio sezionale.Presidente è stato riconfermato l’App. sc. U.P.G. SandroCirica, riconfermato come vicepresidente anche l’App.Salvatore Cacalloro. Ci sono stati due nuovi eletti: il M.M. “A”Gilberto Ceccariglia e il M. Capo Roberto Fareri. Gli altri con-siglieri che compongono il direttivo sono il Brig. CapoGiovanni Zazzu, il C/re aus. Angelo Caprio e il C/re aus.Nando Salvatori. Sono riconfermati i due revisori dei continelle persone di C/re aus. Dott. Gianpaolo Conti e il C7reaus. Andrea Pesci. Nuovo ingresso nel consiglio in qualità diSegretario del Brig. Capo Mario Buzi.A tutti loro auguriamo un proficuo e buon lavoro.

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 6

Cara Dott.ssa Cosimi,Buongiorno, le scrivo in quanto ho un disagio da molto tempoma che non mi si è mai risolto. Di aspetto sono una personacurata, sempre impeccabile e che si presenta bene, una bellacasa, un marito che mi rimane accanto da tempo e non cisono particolari problemi, ma io non mi sento serena. Quandovado in giro, tra la gente, se devo chiedere qualcosa mi sentotimida, inutile, da chiudermi in un buco e non uscire più. Misembra che gli altri siano meglio di me, più carini, spigliati,che dicano le cose giuste e con il modo giusto. Non credoche il mio carattere si può cambiare ma almeno attenuare ilmio disagio se possibile. Grazie

Cara Lettrice,a molte persone capita di provare emozioni di insicurezza ocome comunemente si è soliti chiamarli di timidezza. Latimidezza infatti non un aspetto così raro da riscontrare ma adifferenza di quello che si crede non ci si nasce. Non è infattiuna caratteristica genetica ma un apprendimento, un qual-cosa cioè che abbiamo imparato da quando siamo al mondo.Quando si nasce entriamo infatti in contatto con i nostri geni-tori, un ambiente, una cultura che ci insegna cosa siamo,cosa possiamo fare, come dobbiamo comportarci, quali sonoi nostri limiti e doveri. Se ben stimolati cominciamo a strut-turare le basi di una buona stima di sé. Non c’entra né quan-to siamo stati amati o quante cose abbiamo ricevuto ma diquanto siamo stati nell’attenzione benevola ed emotiva deinostri genitori e di chi ci circonda. Il periodo si struttura tra i 3e i 7 anni, momento in cui si struttura l’idea di sé. La timidez-za nasce dalla mancanza di sicurezza in se stessi, dalla sen-sazione di non meritare l’attenzione o la considerazione deglialtri oppure di non avere il diritto di essere riconosciuto. Inquesto modo, il timido si vergogna di se stesso e dà troppovalore all’opinione altrui. Tuttavia, questo non significa inalcun modo che chi è timido è condannato a fallire. Nondestreggiarsi con disinvoltura nelle relazioni sociali non haniente a che vedere con il successo in ambito intellettuale,lavorativo o affettivo. Il miglior momento per iniziare adiminuire la timidezza è oggi stesso. Senza provarci e senzaaffrontare le vostre paure non sarà possibile migliorare.Ricordate che il tempo non ci fa cambiare, i cambiamenti siverificano perché attraverso il tempo viviamo molte esperien-ze che ci modellano, mentre se non ci si confronta con questeesperienze non si potrà avanzare. Alcuni suggerimenti:• A tu per tu con voi stessi: fate degli esercizi quando siete

da soli. Potete prendere un giornale e leggere a voce altacon un tono deciso e sicuro oppure riprendervi come sesteste parlando di fronte a un pubblico. In questo modo lavostra mente si prepara e si abitua a questo atteggiamentosicuro, e quando vi capiterà di fare qualcosa di simile nellavita reale, già avrete il dovuto allenamento per compierlo almeglio.

• Continuate ad avere pensieri positivi su voi stessi: fissatenella vostra mente tre pensieri positivi su voi stessi di cuidovrete ricordarvi nei momenti in cui vi ritrovate in situ-azioni di disagio.

• Abbiate un atteggiamento di amore e accettazione versovoi stessi: è dimostrato che l’amore fa bene e cambia. Lepersone che crescono in un ambiente pieno d’amore e diaccettazione di solito hanno una buona autostima eriescono a superare la timidezza molto presto.Se malgrado non vi stiate arrendendo a combattere le situ-azioni preoccupanti, non notate miglioramenti, sono anniche ci provate e non ci riuscite, forse non avete ben individ-uato l’origine del problema.La timidezza non è sempre uguale per tutti, ogni caso è asé stante. Ad alcuni può suscitare timidezza la mancanzadi autostima e un complesso di inferiorità, mentre ad altripossono suscitarla altre cose, come il perfezionismo.Grazie per la sua lettera.

Dott.ssa Monia Cosimi(Psicologo, Consulente Familiare,

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Potete scrivere a:Dott.ssa Monia CosimiVia zepponami n°6/F 01027 Montefiasconewww. centromind.itEmail: [email protected] 3394151301 - 0761831212

Taccuino economico e tributarioa cura della Dott.ssa Paola Ciripicchio e del Rag. Paolo Radicati

Questo mese affronteremo due tematiche di interesse come la tassa sui rifiuti e i beniconsiderati impignorabili dal Fisco.

Tassa sui rifiuti: la TARI, o tassa sui rifiuti, è il tributo destinato a finanziare i costi rela-tivi al servizio di raccolta e smaltimento; deve essere pagata da chi occupa oppure detienegli immobili che producono rifiuti a qualsiasi titolo (sia esso proprietario o locatario).Tuttavia alcuni cittadini, in presenza di determinate condizioni, possono essere sollevati dalversamento di tale quota; nello specifico, è possibile richiedere al proprio Comune l’esen-zione del pagamento nei seguenti casi: la detenzione breve dell’immobile di durata nonsuperiore a sei mesi (in tal caso la tassa non è dovuta dall’utilizzatore ma resta esclusiva-mente in capo al possessore, ossia il proprietario o titolare di usofrutto, uso, abitazione osuperficie); il possesso di aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili o occu-pate in via esclusiva (es. scale, portici ecc.); le superfici non suscettibili di produrre rifiuti oper le quali vi è l'obbligo di provvedere autonomamente allo smaltimento degli stessi, comequelle dove si producono in via continuativa e prevalente rifiuti speciali non assimilati. Sonopreviste delle riduzioni, la cui somma varia in base al Comune di residenza, quando la rac-colta della spazzatura non funziona bene o è sospesa, oppure quando il punto di raccoltadei rifiuti è lontano dall’immobile del contribuente. Inoltre il box auto non paga la Tari se ilcontribuente riesce a dimostrare che il locale non produce rifiuti. A confermarlo anche unarecente ordinanza della Cassazione, la n. 17623/2016, che ha stabilito che: "nel caso delbox auto l'esenzione del pagamento della tassa sui rifiuti è subordinata alla dimostrazioneche il locale adibito a box auto non è idoneo in nessun modo alla produzione degli stessi";pertanto l'onere della prova della dimostrazione di ciò al Comune, ricade sul contribuentefornendo un’apposita dichiarazione che può assumere la forma di denuncia originaria o divariazione. Infatti proprio perchè l'esenzione non opera in modo automatico, il contribuentedovrà attestare con apposita documentazione l'impossibilità oggettiva a produrre rifiuti pervia particolare uso del locale o della natura dello stesso, o per via di obiettive e sopravve-nute circostanze di non utilizzabilità.

Debiti Fiscali- Beni Impignorabili: Dopo le procedure cautelari (fermo e ipoteca), ilpignoramento è il primo atto esecutivo che l'ente riscossione avvia previa comunicazione,con l'obiettivo di vincolare determinati beni del debitore al soddisfacimento del diritto delcreditore. Scatta nel caso in cui, dopo 60 giorni (120 giorni per i debiti fino a 1.000 euro),non si paghi o rateizzi la cartella esattoriale legittimamente notificata, a meno che non cisia un provvedimento di sospensione o annullamento del debito; esistono però dei limitialla pignorabilità dei beni dei debitori nei confronti dell'Erario. Le proprietà immobiliari sonoimpignorabili per debiti inferiori a 20 mila euro, e prima dell'ipoteca è necessario un preav-viso di almeno 30 giorni; inoltre prima del pignoramento è necessario iscrivere l'ipoteca eattendere 6 mesi; se il debito complessivo è inferiore a 120 mila euro e la somma degliimmobili di proprietà è inferiore a tale soglia la casa non si può pignorare; analogamenteaccade ciò se il debito fosse superiore ai 120 mila euro e il debitore abbia l'unico immobiledi proprietà dove risiede. Per quanto riguarda gli stipendi e le pensioni vi sono alcuni limitida rispettare per l'eventuale pignoramento; infatti non possono essere pignorati in bancal'ultimo stipendio o l'ultima pensione accreditati, e sia che lo stipendio sia pignorato pressoil datore di lavoro o presso l'ente di previdenza, oppure che avvenga in banca, non puòeccedere la quota di un quinto. Per la pensione pignorata presso l'ente di previdenza, ilquinto pignorabile va calcolato al netto del minimo vitale pari a 1,5 volte l'assegno sociale(euro 672,10), mentre in banca non possono essere pignorati i risparmi accreditati primadel pignoramento fino a 1.344,21 euro (il pignoramento si estende solo alla parte ecceden-te a tale soglia). Tra i beni impignorabili rientrano, a meno che non abbiano un significativopregio artistico o di antiquariato, i beni indispensabili al debitore e alle persone della suafamiglia conviventi come letti, tavoli da pranzo con relative sedie, armadi guardaroba, cas-settoni, frigoriferi, stufe, fornelli da cucina anche se a gas o elettrici, lavatrici e utensili.Sono inoltre considerate impignorabili anche le polizze vita, da parte di qualsiasi creditore(privato o Fisco), mentre il fermo auto non è considerato legittimo solamente se il veicolo èfunzionale all'attività di lavoro e il contribuente è un imprenditore o un professionista. I benie i patrimoni cointestati sono pignorabili fino al limite del 50 per cento; in caso di proprietàimmobiliare, il Fisco sottopone ad esecuzione forzata solo il 50 per cento se questa è divi-sibile, altrimenti il bene viene venduto per intero e una metà del ricavato viene restituita alcontitolare non debitore.

INADEGUATA

Un tuffo nel passato tra pizzi e merletti con Perle d’Autore. Nello splendido scena-rio della Rocca dei Papi a Montefiascone, domenica 10 settembre alle ore 16,30.

BUFFET di FINE EVENTO- INGRESSO LIBERO

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 7

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi, 28giugno 2017, riflettiamo sulla speranza cristia-na come forza dei martiri. Quando, nel vangelo,Gesù invia i discepoli in missione, non li illudecon miraggi di facile successo; al contrario, liavverte chiaramente che l’annuncio del Regnodi Dio comporta sempre una opposizione. Eusa anche un’espressione estrema: “Sareteodiati - odiati - da tutti a causa del mio nome”(Mt 10,22). I cristiani amano, ma non sempresono amati. Fin da subito Gesù ci mette davan-ti questa realtà: in una misura più o meno forte,la confessione della fede avviene in un clima diostilità.

I cristiani sono dunque uomini e donne«controcorrente». È normale: poiché il mondoè segnato dal peccato, che si manifesta in varieforme di egoismo e di ingiustizia, chi segueCristo cammina in direzione contraria. Non perspirito polemico, ma per fedeltà alla logica delRegno di Dio, che è una logica di speranza, esi traduce nello stile di vita basato sulle indica-zioni di Gesù.

E la prima Indicazione è la povertà.Quando Gesù invia i suoi in missione, sembrache metta più cura nello “spogliarli" che nel“vestirli"! In effetti, un cristiano che non siaumile e povero, distaccato dalle ricchezze e dalpotere e soprattutto distaccato da sé, nonassomiglia a Gesù. Il cristiano percorre la suastrada in questo mondo con l'essenziale per ilcammino, però con il cuore pieno d’amore. Lavera sconfitta per lui o per lei è cadere nellatentazione della vendetta e della violenza,rispondendo al male col male. Gesù ci dice: «Iovi mando come pecore in mezzo a lupi» (Mt10,16). Dunque senza fauci, senza artigli,senza armi. Il cristiano piuttosto dovrà essereprudente, a volte anche scaltro: queste sonovirtù accettate dalla logica evangelica. Ma laviolenza mai. Per sconfiggere il male, non sipossono condividere i metodi del male.

L'unica forza del cristiano è il Vangelo.Nei tempi di difficolta, si deve credere cheGesù sta davanti a noi, e non cessa di accom-pagnare i suoi discepoli. La persecuzione non

è una contraddizione al Vangelo, ma ne faparte: se hanno perseguitato il nostro Maestro,come possiamo sperare che ci venga rispar-miata la lotta? Però, nel bel mezzo del turbine,il cristiano non deve perdere la speranza, pen-sando di essere stato abbandonato. Gesù ras-sicura i suoi dicendo: «Perfino i capelli delvostro capo sono tutti contati» (Mt 1030). Comedire che nessuna delle sofferenze dell'uomo,nemmeno le più minute e nascoste, sono invisi-bili agli occhi di Dio. Dio vede, e sicuramenteprotegge; e donerà il suo riscatto. C'è infattiin mezzo a noi qualcuno che è piu forte delmale, più forte delle mafie, delle trame oscure,di chi lucra sulla pelle dei disperati, di chischiaccia gli altri con prepotenza... Qualcunoche ascolta da sempre la voce del sangue diAbele che grida dalla terra.

I cristiani devono dunque farsi trovare sem-pre sull'«altro versante» del mondo, quelloscelto da Dio: non persecutori, ma persegui-tati; non arroganti, ma miti; non venditori difumo, ma sottomessi «alla verità: non impo-stori ma onesti.

Questa fedeltà allo stile di Gesù - che è unostile di speranza - fino alla morte, verrà chiamatadai primi cristiani con un nome bellissimo: «mar-tirio», che significa «testimonianza». C’eranotante altre possibilità, offerte dal vocabolario: losi poteva chiamare eroismo, abnegazione, sacri-ficio di sé. E invece i cristiani della prima ora lohanno chiamato con un nome che profuma didiscepolato. I martiri non vivono per sé, noncombattono per affermare le proprie idee, eaccettano di dover morire solo per fedeltà alvangelo. Il martirio non è nemmeno l’idealesupremo della vita cristiana, perché al disopra di esso vi è la carità, cioè l'amore versoDio e verso il prossimo. Lo dice benissimo l'a-postolo Paolo nell’inno alla carità, intesa comel'amore verso Dio e verso il prossimo. Lo dicebenissimo l’Apostolo Paolo nell’inno alla carità:«Se anche dessi in cibo tutti i miei beni e conse-gnassi il mio corpo per averne vanto, ma nonavessi la carità, a nulla mi servirebbe» (1 Cor13.3). Ripugna ai cristiani l’idea che gli attentato-

ri suicidi possano essere chiamati “martiri”: nonc’è nulla nella loro fine che possa essere avvici-nato all'atteggiamento dei figli di Dio.

A volte, leggendo le storie di tanti martiri diieri e di oggi - che sono più numerosi dei martiridei primi tempi -, rimaniamo stupiti di fronte allafortezza con cui hanno affrontato la prova.Questa fortezza è segno della grande spe-ranza che li animava: la speranza certa cheniente e nessuno li poteva separare dall'amoredi Dio donatoci in Gesù Cristo (cfr Rm 8,38-39).

Che Dio ci doni sempre la forza di esseresuoi testimoni. Ci doni di vivere la speranzacristiana soprattutto nel martirio nascostodi fare bene e con amore i nostri doveri diogni giorno. Grazie.

Nel discorso in lingua italiana il Papa si èsoffermato sul tema: "La speranza, forza deimartiri" (cfr Mt 10,16-17.21-22).

All’Angelus del 9/7/2017l’invito a cercare ristoro in Cristo,

ad aprirsi a Lui«Forse ci sono zone della

nostra vita che sono rimasteoscure, perché non hanno mai

visto la sua luce»Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel

Vangelo di oggi Gesù dice: «Venite a me. Voitutti che siete stanchi e oppressi, e io vi daròristoro» (Mt 11,28). Il Signore non riserva que-sta frase a qualcuno dei suoi amici, no, la rivol-ge a “tutti" coloro che sono stanchi e oppressidalla vita. E chi può sentirsi escluso da questoinvito? Il Signore sa quanto la vita può esserepesante. Sa che molte cose affaticano il cuore:delusioni e ferite del passato, pesi da portare etorti da sopportare nel presente, incertezze epreoccupazioni per il futuro.

Di fronte a tutto questo, la prima parola diGesù è un invito, un invito a muoversi e reagire:“Venite". Lo sbaglio, quando le cose vanno male,è restare dove si è, coricato lì. Sembra evidente,ma quanto è difficile reagire e aprirsi! Non è faci-le. Nei momenti bui viene naturale stare con séstessi. Rimuginare su quanto è ingiusta la vita,su quanto sono ingrati gli altri e com’è cattivo ilmondo, e così via. Tutti lo sappiamo. Alcunevolte abbiamo subito questa brutta esperienza.

Ma così, chiusi dentro di noi. vediamo tutto nero.Allora si arriva persino a familiarizzare con la tri-stezza, che diventa di casa: quella tristezza ciprostra, è una cosa brutta questa tristezza. Gesùinvece vuole tirarci fuori da queste “sabbie mobi-li" e perciò dice a ciascuno: «Vieni!» - «Chi?» -«Tu, tu, tu...». La via di uscita è nella relazione,nel tendere la mano e nell’alzare lo sguardoverso chi ci ama davvero.

Infatti uscire da sé non basta, bisognasapere dove andare. Perché tante mete sonoillusorie: promettono ristoro e distraggono soloun poco, assicurano pace e danno divertimen-to, lasciando poi nella solitudine di prima, sono“fuochi d'artificio» Per questo Gesù indica doveandare: «Venite a me». E tante volte, di frontea un peso della vita o a una situazione che ciaddolora, proviamo a parlarne con qualcunoche ci ascolti, con un amico, con un esperto...È un gran bene fare questo, ma non dimenti-chiamo Gesù! Non dimentichiamo di aprirci aLui e di raccontargli la vita, di affidargli le per-sone e le situazioni. Forse ci sono delle “zone”della nostra vita che mai abbiamo aperto a Luie che sono rimaste oscure, perché non hannomai visto la luce del Signore. Ognuno di noi lala propria storia. E se qualcuno ha questa zonaoscura, cercate Gesù, andate da un missiona-rio della misericordia, andate da un prete,andate... Ma andate a Gesù, e raccontate que-sto a Gesù. Oggi Egli dice a ciascuno:

«Coraggio, non arrenderti ai pesi della vita,non chiuderti di fronte alle paure e ai pecca-ti, ma vieni a me!».

Egli ci aspetta, ci aspetta sempre, non perrisolverci magicamente i problemi, ma per ren-derci forti nei nostri problemi. Gesù non ci leva ipesi dalla vita, ma l’angoscia dal cuore; non citoglie la croce, ma la porta con noi.

E con Lui ogni peso diventa leggero (cfr v.30), perché Lui è il ristoro che cerchiamo.Quando nella vita entra Gesù, arriva la pace,quella che rimane anche nelle prove, nelle sof-ferenze. Andiamo a Gesù, diamogli il nostrotempo, inconrtiamolo ogni giorno nella preghie-ra, in un dialogo fiducioso, personale; familia-rizziamo con la sua Parola, riscopriamo senzapaura il suo perdono, sfamiamoci del suo Panedi vita: ci sentiremo amati, ci sentiremo conso-lati da Lui.

È Lui stesso che ce lo chiede, quasi insi-stendo. Lo ripete ancora alla fine del Vangelodi oggi: «Imparate da me [...] e troverete ristoroper la vostra vita» (v. 29). E così, impariamo adandare da Gesù e, mentre nei mesi estivi cer-cheremo un po’ di riposo da ciò che affatica ilcorpo, non dimentichiamo di trovare il ristorovero nel Signore. Ci aiuti in questo la VergineMaria nostra Madre, che sempre si prende curadi noi quando siamo stanchi e oppressi e ciaccompagna da Gesù.

Francesco

È il Vangelo la forza del cristiano

Francesco: nei momenti bui impariamo a cercare Gesù«Il Signore non ci leva i pesi dalla vita ma l’angoscia dal cuore, non ci toglie la croce ma la porta con noi»

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 10

Quattro serate indimenticabili

Un lavoro prezioso e utile

La Festa della Birra, con il patrociniodell’Amministrazione Comunale, la qualeper il valore turistico che ogni anno vaincrementato sempre di più, sarebbemeglio chiamarla Festival della Birra.

Questa manifestazione, organizzatadallo staff dell’Associazione Libera Vocedel presidente Manuel Pezzato, con ladirezione artistica del vice presidenteFabrizio Mecali, coadiuvati da altri, circaventi ragazzi acquisiti con il progetto scuo-la lavoro dell’Istituto C. A. Dalla Chiesa,tenutasi nelle serate di giovedì, venerdì,sabato e domenica della terza settimanadi luglio, ha fatto rivivere il centro storico diMontefiascone come non mai.

Dire che un fiume di birra,, per circaquattromila litri, ha inondato il caratteristi-co borgo della Porticella, in pieno centrostorico, rapportato al fiume di persone,circa undicimila, pervenute da tutti i paesicircumlacuali ed oltre, che sono state pre-senti, in queste quattro serate, sul collevulsineo, è certamente la dicitura giusta.

Una manifestazopme ben organizzatain ogni suo aspetto che ha comportato unnotevole lavoro degli organizzatori, anchemanuale, rispettosa dell’ambiente e degliabitanti locali, attenta alla valorizzazione, ilpiù possibile del centro storico della cittàdi Montefiascone, spesso dimenticato e avolte, forse, anche bistrattato a favore dialtri siti, come le rive del lago, poichéMontefiascone è la testimonianza dellastoria più antica.

Un gruppo di giovani che devono sol-tanto che essere applauditi ed incoraggia-ti, i quali, senza se e senza ma, si sonorimboccati le maniche, sia nei tre giorni dipreparativi che nelle quattro serate sia neigiorni successivi per rimettere tutto aposto e risistemare tutti gli spazi usati, edhanno lavorato con entusiasmo e profes-sionalità. In tutto questo movimento diprsone e birra, l’Associazione Libera Voce

ha anche cercato, per quanto è stato pos-sibile, di ridurre al massimo i disguidi allapopolazione residente; ma, si sa, purtrop-po le grandi manifestazioni come questa,qualche piccolo inconveniente di percorsolo creano; a volte ci vuole ed è auspicabileche ci sia anche un po’ di comprensione.

Una manifestazione, questa della birra,che ormai è alla sua settima edizione ed inquesti anni è andata crescendo sempre dipiù con i suoi tredici espositori di birra arti-gianale, tra i quali uno del lontano Friuli,riservato ai celiaci, con sette ristorantiall’aperto per il cibo.

Tanti i giovani presenti, ma non è venu-ta meno anche una grande fetta di perso-ne mature e degli stessi anziani. Quattroserate di sereno e spensierato divertimen-to nella legalità e tranquillità. Con la degu-stazione della birra delle più svariate qua-lità, tutte di alto valore, senza dimenticareche vi era la possibilità di gustare piattitipici di vario genere, preparati sul postoda esperti cuochi. I vari complessini musi-cali raggruppati nel genere del Rock indi-pendente e dislocati in punti salienti delpercorso, hanno dato un tono particolarealla manifestazione, rendendola più viva efestosa.

Il ballo conclusivo di ogni serata suPiazzale L. Boccadoro, oltre ad unanovità, è stata una vera e propria chiccache ha dato a tutti la possibilità di ammira-re la Valle Perlata ed il lago in notturna: unluccicare di migliaia di luci dei paesi rivie-raschi riflettentisi in esso, rendendolo

quasi un presepio, con le stelle osservatri-ci speciali dall’universo, ma ha fatto gusta-re a tutti il piacere di divertirsi al graditofresco della notte, specialmente in questoperiodo caratterizzato dalle caldissime edafose giornate che stiamo vivendo.

Pietro Brigliozzi

Sono ormai tre le nuove fontanelle chesono state installate in diversi punti dellaparte nuova del cimitero con grande soddi-sfazione del consigliere delegato A. Merloe delle molte persone che, durante i lavori,sono passate nelle zone interessate edhanno espresso il loro parere molto positi-vo.

Il tutto è stato possibile grazie ad unaoperazione condotta con saggezza inquanto qualche fontanella è stata acqui-stata con il ricavato della vendita dei vec-chi cassonetti in ferro ormai al limite delladecenza e sostituiti con i più moderni edefficienti fornit i dall ’azienda ViterboAmbiente e, così, contestualmente, si èiniziata anche la raccolta differenziataall’interno del cimitero stesso; altre duesono state acquistate dall’AmministrazioneComunale.

Per quanto riguarda la mano d’opera,intendo ringraziare sentitamente il tecni-

co idraulico Emiliano Cacalloro ed ilmuratore fornito dalla ditta AntonioSaraca, che hanno effettuato i lorospecifi interventi gratuitamente. Ungrazie lo voglio estendere anche acoloro che, in futuro, donando unafontanella, vorranno così contribuire,insieme all’Amministrazione comuna-le, quest’opera.

L’attuale situazione che vige dallacostruzione del cimitero con i rubinettiattaccati in modo solo che detestabilea spuntoni arrugginiti di ferro da costruzio-ne, non è più sostenibile - ha commentatoil Merlo - e per questo ho voluto porre unaparticolare attenzione al risanamento del-l’intera situazione. Quello che mi meravi-glia - continua il Merlo - sta nel fatto chetanti addetti al cimitero si sono susseguitinel tempo e nessuno si è posto questoproblema non comprendendo, forse,anche la pericolosità che esiste nel

momento in cui vengono usate.Nei prossimi mesi ne verranno installa-

te altre, poiché è mio intento arrivare allatotale eliminazione dell’attuale situazione.Non va dimenticato che anche questosignifica dare al cimitero quel decoro chela gente desidera e che l’Amministrazioneha il dovere di dare.

P.B.

C’era una voltauna fonte

in fondo al CarpineAl Carpine nacque una fonte dissetantedal centro della frazione non lontanasgorgava una fontanella zampillanteche ora l’acqua sua versa invano.Io mi ricordo quanto era importantetanto per il pastore ed il villano.Specie nella stagione della calurasmorzava con piacere la grande arsura.Ora di lei nessun più se ne curapian piano è chiusa la sua sorgentenon è più quel tesoro di natura,ha lasciato il ricordo a tanta genteper la sua acqua fresca e puraquel zampillar suo non più si senteè triste veder moscia la cannellettaa tutti, o chiunque empiva la fiaschetta.Intorno una collinetta l’adornavadove ora, sparse cespugli vi crescevale donne la biancheria vi lavavasopra della pietra al sol la stendevamentre noi bambini intorno si giocavacome una festa, ognun si credeva.Ora son grande: chi l’avrebbe immaginatoquel piccolo oasi avrebbero abbandonato.Passando davanti sembra tutto mortoquell’acqua sua mai potrai più gustarlati guarda, ma non parla, ti da conforto.

Il figlio del vateCarmelo Paolini

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 11

Le BenedettineLe nostre Madri Benedettine in una foto scattataqualche anno fa quando le giovani presenti (6provenienti tutte dall’Ecuador) non erano ancorainserite definitivamente nella comunità monastica.Il sacerdote è P.Salvatore Piga, conosciuto dalleMadri quando è venuto a tenere il triduo di prepa-razione per la festa di S. Margherita ed era loroospite.Era ancora vivente la Madre Priora Metilde adestra di P. Salvatore.

Il Vescovo Emerito di ViterboMons. Chiarinelli è venuto nelmese di agosto a tenere unbreve corso di spiritualità alleMaestre Pie.Non poteva mancare unbreve incontro con le MadriBenedettine del Monastero S.Pietro, dove è stato fotografa-to con a fianco il parroco D.Luciano, mentre D. Agostinose ne sta seduto, essendocappellano delle Benedettinepresso le quali vive.D. Marco è dietro la macchi-na fotografica.

Visita gradita di Sua Ecc.za Mons. Chiarinelli Vescovo Emerito di Viterbo

50 anni di professione monastica

Un volto nuovo tra le BenedettineLe isole Galapagos, a mille km dalla costa dell’Ecuador, non sono solo unpatrimonio dell’umanità e una meta-viaggi sponsorizzata per chi ama il girodel mondo: sono anche la patria della giovanissima sorellina che ora prega elavora tra le Benedettine di San Pietro, avendo lì iniziato il suo cammino diintegrazione nella famiglia monastica. I volti delle persone in formazione nellacomunità possono variare a motivo di vicende varie e imprevedibili, ma èsempre una gioia quando una giovane donna credente, già salda nella suafede cristiana, chiede di entrare a sperimentare la vita monastica. La sapienza millenaria della Chiesa cattolica sa che il cammino sarà scrittodallo Spirito santo, dal soggetto e dalla comunità. All’inizio è solo una prova,ma abbraccia con cuore largo e impegno grande: perciò tutti i nostri auguripiù affettuosi vanno a Dayana, con l’assicurazione della preghiera, cui chie-diamo a tutti gli amici del Monastero di unirsi.

srmcarla

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 12

S.O.S. Salvate la Chiesa della Madonna del Borgale

PARROCCHIA S. GIUSEPPEMontefiascone - Le Mosse Montefiascone, 22/07/2017

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 13

Posta a circa 4 km dalla città, sulla viaVerentana, è una chiesa che ha un particolarevalore e che la popolazione di Montefiasconetiene in grande devozione.

Della Madonna del Borgale (così denomi-nata da un borgo di case che sorgeva attorno)si ha una prima memoria nel 1581, anno in cuisi stava restaurando la chiesa che era statacostruita precedentemente. Il Comune conces-se il carreggio di tutto il materiale necessarioaffinché la chiesa li dia fine e se accomodi.1

Pochi anni dopo l’edificio minacciava dicadere ed il Comune si addossò le spese dialcuni restauri rivelatisi, purtroppo, poco effica-ci. La manutenzione della chiesa non era,comunque, di competenza della comunità, madel Capitolo della Cattedrale, e l’interesse anon lasciarla “ruinare”, com’è scritto in una deli-bera del 6 giugno 1610, nasceva soltanto dallavolontà del Consiglio Comunale di “non perde-re una devotione così grande et antiqua di que-sta città”,2 qualora la costruzione fosse lasciataalla deriva.3

L’iniziativa comunale non fu vana e la chie-sa, prontamente restaurata, fu salvata.4

Questa era la situazione nella prima metàdel 1600:

L’altare maggiore venne costruito addossa-to alla parete posteriore. L’icona dell’altare èdipinta nel muro che divide la navata centraledalla sacrestia, nel quale muro fu ricavata unanicchia con le immagini della Beata Vergineche porta in seno Gesù Bambino. Si ha notiziache sulle pareti ai lati dell’altare furono dipintele immagini di Santa Margherita, Santa Marta,Santa Lucia e Santa Felicita, “le quali pitturesono tollerabili”, che ora non sono più visibili.

Vi si celebrava spesso durante l’anno perdevozione e, specialmente nella domenicaseconda dopo Pasqua, domenica in Albis, nelqual giorno si faceva la festa di questa chiesaalla quale, una volta, il Capitolo, si soleva reca-re in processione.5

Il 6 maggio 1668, il Capitano Falisco Falisci

assegnò al Capitolo ifrutti di 100 scudi annuicon l’obbligo di provve-dere alla manutenzionedella chiesa e delle sup-pellettili.6 Il giorno 3 set-tembre 1704, il cardinaleBarbarigo, vescovo diMontefiascone, la visitò,la trovò di “competentestruttura e grandezzacontenendo tre navatecon archi” e ordinò alcunilavori di restauro emanutenzione.

Il giorno 5 apri le1705, il Vicario generale,insieme al sacrista donAngelo Vittori e convisi-tatore, si recò alla chiesaove fu ricevuto da donPietro Bizzarri, economo della stessa chiesa e,fatta una breve orazione, la visitò e la trovò:

Semplice e decorosa, essa sorge ancora amezza via, tra Montefiascone e Marta, ed èmeta tutti gli anni, la seconda Domenica dopoPasqua, ad un pio pellegrinaggio di devoti, cheanche di quella Vergine ricordano l’intercessio-ne potente in circostanze di pubbliche e privatecalamità.

Per la circostanza la Confraternita dellaMadonna del Borgale, pensava alla manuten-zione, al decoro della chiesa e organizzava ifesteggiamenti.

Nel secolo scorso la chiesa risentì molto deidanni della umidità e per la penetrazione delleacque dalla adiacente strada provincialeVerentana, costruita a ridosso della porta prin-cipale della chiesa, rialzando di 2 metri circa ilpiano della strada e coprendo così più di metàdel portale in pietra del 1700.

Nel 1927, con la erezione canonica dellaparrocchia e chiesa di San Giuseppe alleMosse da parte del Vescovo Mons. GiovanniRosi, la chiesa del Borgale passò alla dipen-denza giuridica e pastorale di predetta nuovaparrocchia, che insieme alla confraternita necurava la manutenzione e il culto. Ma intantonella chiesa aumentava il degrado del tetto,che veniva spesso riparato alla meglio ecomunque permetteva fino a qualche anno fa,l’officiatura del tempio.

In seguito ai danni della infiltrazione delleacque e alla caduta di alcune tegole, il parrocopro-tempore Don Giuseppe Trapè, richiedevauna verifica della stabilità del tetto da parte deiVigili del Fuoco di Viterbo, che nella relazionel’hanno dichiarata inagibile.

Da alcuni anni la festa religiosa e civile nonè stata celebrata per l’inagibilità della chiesa.

1. Antonelli, Mercurio, Il culto della Vergine aMontefiascone nei secoli passati , Anno I,Montefiascone (25 giugno 1905), p. 43.2. ASCM, Riformanze 1609-1613, vol. 19.3. Alcuni dei problemi statici della chiesa sono regi-strati nella visita pastorale del 1630: “Il Corpo dellachiesa è grandissimo, cosicché la larghezza non èproporzionale alla lunghezza: da ciò avviene che letravi che sostengono il tetto si spezzino e perciò, adevitare la rovina, fu necessario rafforzare le travi tra-verse con altre travi.”4. Antonelli 1905, cit.5. AVM, Visita pastorale del 16306. Musolino, Giovanni, Le confraternite diMontefiascone, Vitorchiano 1993.

Chiesa della Madonna del Borgale- Un poco di storia -

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 14

E’ giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm. 4,6)

Voglio attenderti, SignoreVoglio attenderti nella veglia.Contando le stelle delle tue promesse,incastonate nella mia storia, ricca e povera.

Voglio attenderti nelle cose da fare.Nella quiete del riposo.Nelle luci della festa.

Voglio attenderti nello sguardo di chi amo.Nella distanza di chi non capisco.Nella fiducia di abbracci da tentare ancora.

Voglio attenderti, Signore.Come tu attendi me.Con la stessa appassionata speranza.

Il 25 giugno 2017, il maestro Giovanni Liguori hatenuto un concerto per pianoforte in memoria delCapitano Paolo Lozzi nello splendido scenario deisaloni della Rocca dei Papi in Montefiascone, suopaese natale.Con il patrocinio del Comune, Giovanni organizzaormai da quattro anni tale evento per non dimenticarePaolo, un giovane ufficiale scomparso prematuramen-te il 23 gennaio 2014, in un incidente di elicotterodurante una missione di aìddestramento al volo tattico,nella provincia di Viterbo.Qui Paolo viene trasferito nel settembre 2012 a 15 kmda casa, dove viene assegnato al Centro Addestrativodell’Aviazione dell’Esercito (AVES). In seguito alla fre-quenza del corso S.E.R.E. (sopravvivenza, resistenza,evasione e fuga), viene inviato presso il 72° Stormo diFrosinone alla scuola elicotteristi dell’aeronautica militare dove, il 30 luglio 2013, consegue il brevetto da Pilotadi Elicottero. Tornato al centro addestrativo, inizia a seguire i corsi per il conseguimento del brevetto da PilotaOsservatore di Elicottero dell’E.I.Gli viene assegnato il grado di Capitano e il Brevetto alla memoria.Al termine del concerto, durante il quale il maestro si è esibito in un recital pianistico di musica classica, in unasala gremita di colleghi, parenti e amici, sono state consegnate quattro borse di studio.La prima istituita dai colleghi di Paolo, ufficiali del 189° Corso “ORGOGLIO” e giunta alla quarta edizione. Apartire dal 2014 sono state tutte assegnate a studenti maturandi del quinto liceo scientifico e classico dell’IISS“Dalla Chiesa” di Montefiascone.Quest’anno è risultato vincitore l’alunno Ramacci Giovanni del 5°C Liceo Scientifico, ammesso all’esame dimaturità con il massimo dei voti.Paolo Fabene, Capitano dell’E.I. e amico fraterno di Paolo, durante la consegna ha sottolineato come l’amici-zia, quella che ti lega oltre la vita, rappresenti per questi giovani ufficiali un valore basilare ed ha invitato i gio-vani presenti a riflettere sul loro nobile gesto.Inoltre tre assegni di studio sono stati istituiti dal fratello gemello Andrea, dalla cognata Elena e dai genitori inoccasione del loro matrimonio, celebrato lo scorso 22 aprile. Sono stati assegnati a tre alunni meritevolidell’Istituto Comprensivo “A. Molinaro” di Montefiascone, alla scuola secondaria di primo grado “A. Manzoni”,dove la mamma Ariana insegna.Gli alunni meritevoli sono stati scelti tra quelli ammessi a sostenere l’esame finale di licenza media che si sonodistinti per profitto, assiduità, diligenza, buona condotta e impegno.L’iniziativa, il cui fine principale resta quello di mantenere viva la memoria di Paolo, caduto nell’adempimentodel proprio dovere, vuole costituire un piccolo aiuto e un giusto riconoscimento ai ragazzi che hanno dimostra-to il necessario impegno nel loro percorso formativo e che inizieranno a muovere i primi passi per realizzare iloro sogni, proprio come Paolo si è sempre distinto per determinazione e merito.

Ancora un ricordo... non sembra vero!Don Roberto Burla

15.9.1945 - 17.6.2017

Mia adorata nonna, è già pas-sato un anno, da quando unmale incurabile ti ha strappatodalle braccia e della vita deituoi cari.Nonna il gran vuoto che hailasciato non riusciamo proprioa colmarlo; tu che sei stata unesempio per tutti di bontà, dicompassione e di dedizione allavoro e alla famiglia.Hai sopportato il dolore per unfiglio invalido, lo hai accuditosenza mai un lamento, anzi,con ancor più amore verso dilui.Nonna adesso sei in cieloinsieme agli angeli e al tuoadorato figlio Luigi, ma perme, il nonno e la mamma ècosì difficile non averti più connoi.Ci manchi, come manca l’ariain un giorno di caldo torrido, cimanca i l tuo ridere, i l tuoessere sempre pronta allo

scherzo, la tua allegria.Nonna, veglia su di noi e pro-teggici sempre.Con tutto il mio amore.

Tua nipote Laura

È il terzo della famiglia Fioravanti che si unisceper l’eternità ai fratelli Attilio e Paolo, lasciandovivere in questo mondo la sorella Maria Pia e idue fratelli Giuseppe e Domenico.Lui per circa 40 anni è stato l’idraulico comu-nale, quindi conosciuto ed apprezzato dai suoiconcittadini. Chissà se in cielo ci sarà bisognodi un bravo idraulico?L’importante è che viva felice lui e che sia pro-tettore della sposa, delle figlie e dei nipoti.

Oride Olimpieriin Farina

27.8.1929 - 24.8.2016

Carlo Fioravanti22.12.1938 - 20.6.2017

Era una cugina di CarloFioravanti, deceduta 2 mesiprima di lui, vissuta al nord,ma venuta nella sua cittadinafalisca per salire a Dio persempre.Si sono voluti bene in vita epenso che continuerannoancora!

Cara mamma, qualche mese fahai festeggiato i tuoi 100 anni contanta gioia e felicità insieme a tuttala tua famiglia. Poi ti sei ammalata,è stata una malattia breve che tiha portato in cielo.Hai lasciato un vuoto immenso,passeranno mesi, anni, ma tu,mamma, rimarrai sempre neinostri cuori.

Tua figlia Rosa

A metà agosto mi è giunta lanotizia della salita al cielo diAndreani Franco. Ho telefonatocon la speranza di avere unasua fotografia, perché siamostati grandi amici d’infanzia.È giunta troppo tardi.Pubblicheremo nel prossimonumero.

Maria Rolletta31.5.1928 - 9.4.2017

Rachele Pezzato6.5.1917 - 19.7.2017

Sulle ali della musica... per non dimenticare

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017 pag. 15

Fino alla prima metà del Settecento il bivio esistente sulla StradaCassia, nell’area detta ancor oggi delle Cannelle, consentiva ai viaggia-tori provenienti da Viterbo, di proseguire verso Bolsena, deviare versoOrvieto oppure salire verso la città di Montefiascone.

E’ quest’ultima strada di risalita verso il centro città che qui interessaanalizzare. In quel periodo, essa era una via abbastanza dritta che dallafonte delle Cannelle consentiva di salire fino a Borgariglia per poi scen-dere ripidamente verso la Verentana. Segnava, di fatto, i confini dimezza città e per la sua lunghezza è stata inevitabilmente conosciutasotto più nomi: Cannelle, Posta Vecchia, Guadiana/o, S. Agostino,Bandita, Borgariglia, Via dei Pini.

Quella lunga strada, non a caso detta anche Lungara o Longara, eraun percorso quasi rettilineo che fu interrotta per sempre nell’anno 1736per l’intervento del Cardinale Pompeo Aldrovandi (1734-1752) allorquan-do dette ordine di modificare la viabilità esterna della città facendocostruire un ponte a ridosso di una vecchia e decrepita porta d’accessoalla città che egli intendeva sostituire con una nuova e monumentaleche, una volta edificata, diverrà poi nota come Porta del Borgo (1744).Quel nuovo ponte, conosciuto ai nostri giorni come “Ponte della Tibetta”dal nomignolo di una signora che nei pressi gestiva una rivendita ditabacchi, all’epoca era chiamato indifferentemente “Ponte Arminio” o“Erminio”1. Questo nome, che probabilmente ha ricalcato quello di unapiccola altura nelle vicinanze, è riferito nel dettagliato conteggio giustifi-cativo del pagamento presentato alla Comunità di Montefiascone per la“Fabbrica del Ponte di Monte Erminio 1736”. Il titolo esatto del documen-to è “Misura del nuovo Ponte fatto su per la strada nuova che da MonteArminio conduce alla città di Montefiascone fatto a sola fattura da meMastro Flaviano Rinaldi questo dì 28 Luglio 1736”.

Dai dettagli delle misurazioni e dei singoli costi elencati emerge che ilmuro costruito verso M. Arminio e il relativo muro di contro era lungosessanta palmi e alto dieci fino al parapetto. Un nuovo muro risulta poicostruito verso Montefiascone dalla parte di sopra lungo palmi sessantamentre il muro dalla parte di sotto era lungo palmi sessantasei e altododici. Un altro muro a sostegno della volta dal lato di M. Arminio si rive-la lungo palmi ventisei così come il muro di contro; inoltre il muro delparapetto risulta lungo centoventidue palmi da un lato e centoventi dal-l’altro. Segue la descrizione di altri piccoli lavori quali la sistemazione del“muro della memoria” e la mettitura delle lastre sopra i parapetti, ricciatu-ra e colla per un conto totale di scudi 39,30.

La dettagliata specifica dei lavori effettuati da Mastro Flaviano Rinaldievidenzia l’edificazione completa di un vero ponte in piena regola conrampe d’accesso, arcata centrale di scorrimento, entrambi i parapettilaterali e quindi proprio ciò che giustifica e prova definitivamente queldubbioso “extructo ponte” inserito nell’iscrizione in latino sulla lapidemarmorea posta sopra l’arco della Porta del Borgo dal Card. Aldrovandi.

L’acquisizione di questo documento modifica sostanzialmente ladistratta visione moderna che si ha del luogo. Oggi la sensazione dovutaal traffico intenso non è quella dell’attraversamento di un ponte ma dipercorrere un posticcio consolidamento del terreno portante con incon-gruo dislivello tra la parte destra e sinistra d’una strada che si ritienesempre esistita. Invece, nonostante i successivi interventi di cui si dirà inseguito, è ancor oggi ben visibile la sagoma dell’arco2 di sostegno delponte concepito allo scopo di facilitare il transito verso la nuova direttriceCittà - Coste/Bolsena la qual cosa da un lato consentì indubbiamenteimportanti agevolazioni viarie mentre dall’altro modificò, e per sempre,l’assetto direzionale della strada Cannelle/Borgariglia.

La struttura di quel ponte, tuttavia, si rivelò a breve non ben edificatatanto che solo dopo dieci anni fu necessario un intervento per apportarealcune importanti riparazioni. Dalla dettagliata descrizione dei nuovi lavo-ri fatti al Ponte Arminio dal capo mastro muratore Domenico Sermini èevidente il problema di rinforzo alle fondamenta nonché gli importantilavori per l’imboccatura dell’acqua e lo sbocco della medesima al fine di

dare al ponte la solidità portante ai muri diligentemente arrovesciati.Antecedentemente alla costruzione del ponte il deflusso delle acqueavveniva mediate lo scorrimento naturale verso la più bassa area delleCannelle ma, in conseguenza di una parziale ostruzione viaria dovutaalla struttura del cavalcavia oppure a causa d’inadeguate misure preven-tive di sfogo, trovavano ora un ostacolo allo scorrimento che creava pro-blemi e danneggiava il ponte stesso.

I lavori di riparazione, come da conteggio del 26 luglio 1746 verificatodai periti Marco Giammarini e Antonio Lanzi, comportarono un costo diScudi 46,47 che fu superiore a quello della prima edificazione. Oltre adette spese, tra le cui voci è evidenziata anche l’accomodatura di unmuro che reggeva l’arma [lo stemma] del cardinale Aldrovandi, si hadocumentazione di altri costi pari a scudi 7,20 reclamati dal capo mastroDomenico Sermini per il “risarcimento del Ponte” e per le giornate occor-se a scavare le lastre di peperino a squadra che coprono il parapetto delponte, il carreggio effettuato con nove somari con relativa posa in opera,nonché il carreggio di acqua e calce dal Castagno a Monte Arminio3.

Del ponte per un periodo abbastanza lungo non si hanno più notizie.E’ possibile che dopo la costruzione e il conseguente maggiore e praticoutilizzo viario, la vecchia strada diretta verso la fontana delle Cannelleandasse sempre più in disuso e deperimento. Il fatto poi che nel traccia-to di quella strada andassero a confluire abbondanti acque reflue e discolo quasi sicuramente determinò la nascita del toponimo “Fosso” inaggiunta a quello di Guadiana/o già utilizzato per indicare la zona circo-stante4 quest’ultimo peraltro probabilmente connesso al latino vadum,vocabolo latino di provenienza germanica con il quale si indicava unguado o, più genericamente, un pic-colo corso d’acqua5.

Dell’area del ponte tornò adoccuparsene l’amministrazione cit-tadina nella seconda metàdell’Ottocento, epoca in cui la zonadel “Fosso” vicina al ponte era giàstata utilizzata quale comoda disca-rica con conseguente danno alleproprietà private confinanti e mag-giore disincentivo a curarne l’agibi-lità.

Il conseguente deterioramentodella strada del Fosso, tuttavia,risultò maggiore non nel lato sini-stro, verso la Porta del Borgo masul lato opposto “precisamente dallaparte della Posta vecchia” il cuinome traeva origine da una stazio-ne di posta e relativa osteria ubicataall’imbocco di Via del Lago nell’o-dierno casamento Jacopini-Scoppola e che successivamente fuutilizzata come caserma dei dragonipontifici e, infine, come privata abitazione.

1 Nella mappa del Patrimonio di S. Pietro (1696) è registrata l’Osteria di MonteArminio, risalente probabilmente al 1300, all’altezza del bivio per la Commendatra Viterbo e Montefiascone. L’omonimia e l’incompatibilità dei due siti sono quindidel tutto evidenti. 2 Massimiliano Marzetti, L’astiludio di S.Flaviano, Biblioteca e Società, fascic. 2-3/2009.3 Conteggio datato 16 luglio 1746. Gli scalpellini erano Domenico Calzacane,Antonio Callone, mastro Giuseppe Lomarini più altri nomi illeggibili.4 L’attuale Via Oreste Borghesi variò il secolare nome di Via Guadiana nel 1924per onorare il ritorno della salma del Sindaco della città morto durante la I^ GuerraMondiale. 5 Precisazioni dovute alla cortesia di Massimiliano Marzetti.

PONTE DELLA TIBETTA E VIA DEL FOSSO/1ªdi Normando Onofri

Resti dell’arco nel Ponte del Fosso

“Ponte della Tibetta”

Piantina del 1879

Fosso

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2017pag. 16