LA VOCE E L’ECO La Posta di Padre Mariano - 5/2007 Armida ... · “Sacro Cuore di Gesù, io mi...

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70 La Posta di Padre Mariano - 5/2007 LA VOCE E L’ECO Pace e bene a tutti! C on una frase si può stroncare la vita di un uomo, ma se ne può anche spiegare la vita. La frase è questa: Stillstand bedeutet Ruckscritt: fermarsi nella vita spirituale significa tornare in- dietro”. La frase è tedesca e la donna invece è italiana, è milanese: Armida Barelli 1 , una donna fra le più forti che l’Italia ebbe nella prima metà del nostro secolo. Bella fisicamente, vivace di spirito, intelligen- te, colta: sarebbe diventata un’ottima madre di famiglia. Aveva del resto l’esem- Armida Barelli pio della sua famiglia: laboriosa, ottimi- sta, serena, leale, retta, e poi aveva rice- vuto un’eccellente formazione cristiana dalle suore della Santa Croce di Menzin- gen nella Svizzera. Da quelle suore aveva imparato questo proverbio: “Chi si ferma nella vita spirituale torna indietro”. Ed essa in cuor suo decise di andare sempre avanti. Ed ecco che nella preghiera, umil- mente obbedendo a chi la dirige nel- lo spirito, scopre qual è la sua vera vo- cazione personale. La sua segreta consa- crazione a Dio nel fiore della giovinezza scaturì dalla volontà precisa di progredi- re fino alla perfezione con l’aiuto di quel- la grazia che non manca alle anime di buona volontà. Dunque: non madre di famiglia, sia pure di numerosa famiglia (appartene- va ad una famiglia di sei figliuoli, ma es- sa ne avrebbe desiderato anche dodici, come diceva alle compagne) e neppure suora col velo, ma laica nel mondo, nel- l’ambiente sociale in cui la Provvidenza l’aveva posta, consacrandosi totalmente a Dio per quell’apostolato che il Signore via via le avrebbe aperto; e questo apo- stolato è stato immenso, gigantesco. Le opere È nota a tutti, in Italia, la Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Eb- bene, per volontà di Benedetto XV la Ba- relli è stata l’audace iniziatrice, la sapien- te organizzatrice e, direi, l’affettuosa gui- da (essa voleva farsi chiamare soltanto la sorella maggiore) di questa organizza- La Venerabile Armida Barelli, “una donna che occupa un posto eccezionale nella storia religiosa del nostro secolo”

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La Posta di Padre Mariano - 5/2007LA VOCE E L’ECO

Pace e bene a tutti!

C on una frase si può stroncare lavita di un uomo, ma se ne può

anche spiegare la vita. La frase è questa:“Stillstand bedeutet Ruckscritt: fermarsinella vita spirituale significa tornare in-dietro”.

La frase è tedesca e la donna invece èitaliana, è milanese: Armida Barelli 1,una donna fra le più forti che l’Italia ebbenella prima metà del nostro secolo. Bellafisicamente, vivace di spirito, intelligen-te, colta: sarebbe diventata un’ottimamadre di famiglia. Aveva del resto l’esem-

Armida Barellipio della sua famiglia: laboriosa, ottimi-sta, serena, leale, retta, e poi aveva rice-vuto un’eccellente formazione cristiana

dalle suore della Santa Croce di Menzin-gen nella Svizzera. Da quelle suore

aveva imparato questo proverbio:“Chi si ferma nella vita spiritualetorna indietro”. Ed essa in cuor suodecise di andare sempre avanti.

Ed ecco che nella preghiera, umil-mente obbedendo a chi la dirige nel-

lo spirito, scopre qual è la sua vera vo-cazione personale. La sua segreta consa-crazione a Dio nel fiore della giovinezzascaturì dalla volontà precisa di progredi-re fino alla perfezione con l’aiuto di quel-

la grazia che non manca alle anime dibuona volontà.

Dunque: non madre di famiglia, siapure di numerosa famiglia (appartene-

va ad una famiglia di sei figliuoli, ma es-sa ne avrebbe desiderato anche dodici,come diceva alle compagne) e neppuresuora col velo, ma laica nel mondo, nel-l’ambiente sociale in cui la Provvidenzal’aveva posta, consacrandosi totalmentea Dio per quell’apostolato che il Signorevia via le avrebbe aperto; e questo apo-stolato è stato immenso, gigantesco.

Le opereÈ nota a tutti, in Italia, la Gioventù

Femminile di Azione Cattolica. Eb-bene, per volontà di Benedetto XV la Ba-relli è stata l’audace iniziatrice, la sapien-te organizzatrice e, direi, l’affettuosa gui-da (essa voleva farsi chiamare soltanto lasorella maggiore) di questa organizza-

La Venerabile Armida Barelli, “unadonna che occupa un posto eccezionalenella storia religiosa del nostro secolo”

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pianto, con altri, Armida Barelli, ma subi-to disse: “Domani ricominceremo da ca-po e la faremo più bella”. E quando negliultimi mesi della sua vita, ormai impedi-ta da un male inesorabile a muoversi e aparlare, in una adunanza della Giuntaamministrativa si pensò di chiedere al Si-gnore che venisse finalmente l’attesissi-ma Facoltà di Medicina e si disse: “Fare-mo la Facoltà di Medicina se il Signore ri-darà la voce alla signorina Barelli”, essaprese la sua matita e scrisse sul suoblock-notes: “Rinuncio alla voce ma vo-glio la Facoltà di Medicina”.

Tutti conoscono l’Università Cattolica,ma forse non tutti conoscono l’Operadella Regalità di nostro Signore Ge-sù Cristo, di cui la Barelli fu l’anima e l’a-nimatrice per tanti anni, opera che ha loscopo di portare non solo alle classi altema anche alle classi umili, a tutti gli uo-

mini di buona volontà, la cono-scenza della liturgia, della vi-

ta religiosa: di qui pubbli-cazioni, periodici, riu-nioni, Case di EserciziSpirituali (le famose“Oasi” disseminate unpo’ qua un po’ là, in

Italia), che hanno ri-portato alla conoscen-

zione così vasta, che oggi comprende1.200.000 iscritte: bambine, adolescenti,giovani donne, che senza distinzione diclassi sociali, nel rispetto di quella che èla più squisita femminilità, contro tutte leesagerazioni del femminismo, nell’amoredella patria, dei valori più alti, riceve unaformazione religiosa seria, profonda, chetenga conto del campo naturale e delcampo soprannaturale in cui vive il cri-stiano, e che si prepara così ad esseredomani la sposa e la madre di famigliacristiana, per lievitare così di bene la so-cietà. Ed è immenso il bene che è venuto,che viene e che verrà da questo silenzio-so esercito giovanile.

Tutti conoscono l’Università Catto-lica del Sacro Cuore. Oh certo, questaè nata grazie alle energie riunite di un Lu-dovico Necchi, di un padre Gemelli e diun mons. Olgiati: ho fatto così tre nomiche sono tra i più cari al nostro cuore dicattolici; questi sono stati, direi, lamente e il cuore dell’Ateneo, mala Barelli ne è stata il fuoco, lafiamma, l’apostola instancabi-le, geniale, generosissima. Ba-sterebbe pensare a quellache è la “Giornata Universi-taria” che essa ottenne daPio XI, nella quale tutti icattolici fanno unagenerosa offertaper il loro Ateneo.

E quando, nel1943, sotto i terri-bili bombardamen-ti anche la “Cattoli-ca” fu schiantata,tra le macerie fu-manti accorse in

Il francescanoP. Agostino

Gemelli,fondatore

dell’UniversitàCattolica delSacro Cuore

Busto bronzeocustodito

nell’Ateneo diMilano

za della vita liturgica migliaia e anche mi-lioni di persone, soprattutto alla cono-scenza della santa Messa.

Pochi, poi, conoscono quella grandefamiglia spirituale della quale essa è sta-ta maestra e madre: quella delle Missio-narie della Regalità, cioè quelle animeche soltanto Iddio conosce (perché han-no una consacrazione segreta), numero-

sissime in Italia e ormaianche in molte na-zioni del mondo,che vivono nelmondo e porta-no al mondo ilfrutto di questaconsacrazionein opere innu-merevoli di be-ne, di bontà

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La basilica di s. Ambrogio a Milano (379).Nell’attiguo monastero, ristrutturato, dal

1932 c’è la sede centraledell’Università Cattolica.

Altre sedi sono aBrescia, Piacenza e

Cremona, Roma eCampobasso

in tutti i campi dell’attività nei quali sipuò muovere oggi una donna, per lievi-tarli, per diffondere il regno di Cristo.

Il segreto della sua attivitàSe uno legge le biografie che sono sta-

te scritte sulla Barelli, rimane colpito daun fatto sbalorditivo: come ha fatto que-sta creatura a svolgere un’attività cosìintensa? Viaggi, conferenze, riunioni,scritti, colloqui, convegni! E ha saputonon soltanto operare (e tanto!) ma far la-

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è un atto di volontà che, sotto la mozio-ne della grazia, dice a Cristo: “Mio Dio emio tutto”. Perché questa è la fede cri-stiana, è prevalentemente adesione alCristo. Scrivendo alle sue sorelle spiri-tuali essa diceva così: “Breve è tanto lavita, sorelline mie, spendetela bene,spendetela per Colui che solo ne è de-gno”. E allora si spiega perché l’Universi-tà Cattolica di Milano porti il nome delSacro Cuore.

Ma come ha potuto riempire di ore dipreghiera la sua giornata già così densadi attività? Ebbene, direi che essa riassu-meva tutto il suo anelito di colloquio in-teriore con Dio in quella sua giaculatoria

che essa chiamava “il talismano della suafelicità” e consigliava a tutti come tale:“Sacro Cuore di Gesù, io mi affido a te, ioconfido in te, io mi fido di te”.

La sorgente della fedeDonde ha attinto Armida Barelli que-

sta fede così adamantina in Gesù? Certodalla gran devozione alla Madre di Gesù,che essa invocava col titolo di “Immaco-lata”. E poi dalla sua spiritualità france-scana. Non dimentichiamo che fu unaTerziaria francescana, un modello di Ter-ziaria francescana del nostro ’900. Per-ché, è bene saperlo, il francescanesimonon è soltanto distacco assoluto da tutti

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vorare; anche questo è un gran-de segreto che pochissimi han-no: saper suscitare delle energiein altri, sì che la seguano, la imi-tino, qualche volta anche la sor-passino!

Certo, si deve dire che la Barel-li ha avuto delle doti naturali ec-cezionali. Anzitutto il senso deltempo, tutto saturo di attività, dipreghiera, di bene; e poi capacitàorganizzativa eccezionale, capa-cità nel campo della finanza, co-stanza nelle imprese che assume-va fino a portarle all’ultimo svi-luppo e senza scoraggiarsi mai,anzi cercando e riuscendo a cam-biare in bene anche gli ostacoliche inevitabilmente si incontra-no, su questa povera terra, adogni opera di bene.

Soprattutto una fede d’ac-ciaio ha avuto Armida Barel-li! Fede che non è sentimento,emozione dell’anima, no; la fede

“Sacro Cuore di Gesù, io mi affido a te, io confido in te”Michele Gianfrancesco, Sacro Cuore, Chiesa dell’Immacolata

Concezione, Roma

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vissuto realmente la sua consacrazioneal Signore. Una donna che visse nel mon-do, rinunciando a farsi una famiglia per-ché aveva un grande ideale segreto nelcuore: portare Gesù a tutte le anime.

PADRE MARIANO DA TORINO(dalla commemorazione in TV del 13 marzo 1962)

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1) Nata a Milano il 1º dicembre 1882, muore a Varese il 15 agosto 1952. Il processo di canonizza-zione è iniziato nel 1960; il 1º giugno c.a. è stata dichiarata Venerabile da Benedetto XVI; pro-babilmente verrà beatificata nel 2008, nel 140º anniversario della fondazione dell’Azione Cat-tolica. Segnaliamo la bella biografia, “Armida Barelli”, scritta da M.R. Del Genio, Lev, Città delVaticano 2002.

Cristo c’è la soluzione di tutte le difficol-tà.

Anima genuinamente francescana, haimparato dal Poverello di Assisi ad ope-rare bene, senza tregua, col cuore distac-cato dal mondo e ricco unicamente diamore a Dio e alle anime, sempre col sor-riso sul volto.

È stata una donna di sacrificio, che ha

i beni materiali e spiri-tuali, non è soltantoumiltà abissale che cifa considerare nullaanche i posti di co-mando che ArmidaBarelli raggiunse, maè concretezza, reali-smo, è semplificazio-ne della vita. San Fran-cesco è stato il grandesemplificatore dellavita spirituale: bastaguardare a Gesù, ba-sta amare in Lui, maveramente, non a pa-role, tutti gli uomini. Èrealizzare quel gridodi san Bonaventurache la Barelli conosce-va bene (perché ave-va approfondito an-che lo studio di tuttigli autori francescanipiù importanti): “So-lutio omnium difficul-tatum Christus”: in L’esperienza mistica di Francesco d’Assisi orientò

le scelte esistenziali della Venerabile ArmidaCamillo Catelli, San Francesco (1998),

Chiesa s. Francesco d’Assisi, Latina