Fa’ che chi mi guarda non veda che Te. Adorazione ... AE... · Ora vado sulla mia strada con...

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Fa’ che chi mi guarda non veda che Te. Fa’ che Chi mi ascolta non senta che Te e chi pensa a me, fa’ che nel cuore pensi a Te e trovi quell’amore che hai dato a me. Ora vado sulla mia strada con l’amore tuo che mi guida o Signore ovunque io vada resta accanto a me. (ancora una volta) resta accanto a me. (Fine) Adorazione Eucaristica Diciottenni e Giovani “Ecco l’agnello di Dio!” (Gv1, 35-42) 16

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Fa’ che chi mi guarda non veda che Te. Fa’ che Chi mi ascolta non senta che Te e chi pensa a me, fa’ che nel cuore pensi a Te e trovi quell’amore che hai dato a me.

Ora vado sulla mia strada con l’amore tuo che mi guida o Signore ovunque io vada resta accanto a me. (ancora una volta) resta accanto a me. (Fine)

Adorazione Eucaristica

Diciottenni e Giovani

“Ecco l’agnello di Dio!” (Gv1, 35-42)

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LA VIA DELL’ABITARE

Chiamati a rimanere… “Quel giorno rimasero con lui”

(Gv1,35-42)

1. Entrare in preghiera Entrò nella città. Padre buono, ti ringrazio per avermi chiamato alla tua presenza questa sera. Ti ringrazio perché mi raccogli nel silenzio e nella pace per ascoltare la tua Parola e contemplare tuo figlio Gesù: da lui imparo a vivere e ad amare. Tu che scruti e conosci il mio cuore mostrami i passi da fare per rinnovare con decisione il mio cammino spirituale. Guidami ancora sulla via della vita. Signore Gesù, Sapienza che si lascia conoscere da quanti la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano, ascolta la mia preghiera. Desidero entrare nella tua casa per contemplare la tua bellezza e per stare con te. Vorrei rimanere in te, nel tuo amore. Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”, “Venite e vedrete”. Il tuo volto Signore, io cerco, ogni giorno. Non nascondermi il tuo volto. Spirito santo, che abiti nel mio cuore e mi insegni a pregare: tieni vivo in me il desiderio di conoscere ogni giorno Gesù. Illumina il mio sguardo perché possa riconoscere il Signore quando mi passa accanto. Donami il coraggio di seguirlo, donami la sincerità del cuore per rispondere alle sue domande e l’umiltà di lasciarmi condurre da lui ai miei fratelli nella fede. Spirito santo, tienimi vicino a Gesù.

Canto d’invocazione: invochiamo la tua presenza Invochiamo la tua presenza vieni signor

invochiamo la tua presenza scendi su di noi vieni consolatore dona pace ed umiltà

acqua vi va d'amore questo cuore apriamo a te vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi

vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi

scendi su di noi. (RIT)

Alcune cadono addirittura sulla Terra Abbiamo molto da imparare Dio sa che ne vale la pena

No, non mi arrenderò Non voglio essere qualcuno che scappa via così facilmente Sono qui per rimanere e fare la differenza che posso fare…

Canto: ora vado sulla mia strada

Ora vado sulla mia strada con l’amore tuo che mi guida o Signore ovunque io vada resta accanto a me. Io ti prego, stammi vicino ogni passo del mio cammino ogni notte, ogni mattino resta accanto a me.

Il tuo sguardo puro sia luce per me e la tua parola sia voce per me. Che io trovi il senso del mio andare solo in Te, nel tuo fedele amare il mio perché.

Ora vado sulla mia strada con l’amore tuo che mi guida o Signore ovunque io vada resta accanto a me. Io ti prego, stammi vicino ogni passo del mio cammino ogni notte, ogni mattino resta accanto a me.

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bisogna lasciarli soli. Una nuova capacità di abitare le relazioni – un “nuovo umanesimo” – si collega e si esprime anche nella partecipazione e nell’impegno per una vera cittadinanza attiva.

O Dio, che hai voluto rivelarti nel tuo Figlio, Rivolgi a noi il tuo sguardo misericordioso e prepara nei nostri cuori una degna dimora alla tua santa sapienza. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Traduzione tratta dal testo di Jason Mraz – I Won’t Give up

Quando guardo dentro i tuoi occhi E’ come vedere il cielo di notte O una bellissima alba C’è così tanto in loro possesso E proprio come le vecchie stelle Vedo che ne hai fatta tanta di strada Per essere qui esattamente dove sei Quanti anni ha la tua anima? Non voglio rinunciare a noi Anche se i cieli si fanno difficili Ti sto dando tutto il mio amore Che sto continuando a cercare

E quando hai bisogno del tuo spazio Per fare qualche navigata Sarò qui in paziente attesa Per vedere cosa trovi Perché anche le stelle bruciano

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor invochiamo la tua presenza, scendi su di noi

vieni luce dei cuori, dona forza e fedeltà fuoco eterno d'amore, questa vita offriamo a te.

vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi

vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi vieni Spirito vieni Spirito scendi su di noi

scendi su di noi. (RIT)

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2. IN ASCOLTO DELLA PAROLA Cercava di vedere chi era Gesù…

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e osservando che essi lo seguivano, disse loro: “che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì –che, tradotto, significa Maestro- dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse. “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro. (Gv1,35-42)

Canto: DALL’AURORA IO CERCO TE

Dall'aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l'anima mia come terra deserta Non mi fermerò un solo istante sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio il mio riparo mi proteggerai all'ombra delle tue ali

Dall'aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l'anima mia come terra deserta. Fine

7. LO SPIRITO NELA CHIESA Anch’egli è figlio di Abramo…

Da tutti i gruppi è emerso con chiarezza che “abitare” è un verbo che, come viene mostrato anche nella Evangelii Gaudium, non indica semplicemente qualcosa che si realizza in uno spazio. Non si abitano solo luoghi: si abitano anzitutto relazioni. (…) L’abitare, per il cattolico, è anzitutto un “farsi abitare da Cristo”, perché solo a partire da qui può essere fatto spazio all’altro. Ma in che cosa consistono, concretamente, queste relazioni buone che ci troviamo ad abitare, e che dobbiamo rilanciare e praticare nella vita di tutti i giorni? Esse possono venire sintetizzate da alcuni verbi, che sono utilizzati, tutti o solo alcuni, dai vari gruppi. Questi verbi sono: ascoltare, lasciare spazio, accogliere, accompagnare e fare alleanza. La prima cosa da fare – vera pedagogia dell’incontro – è acquisire la disponibilità ad ascoltare. L’ascolto è l’unico modo per uscire dall’autoreferenzialità, che è presente spesso, anche nelle famiglie, dove in molti casi la capacità di ascolto si va perdendo. Abitare le relazioni, anche in famiglia, significa però essere capaci di lasciare spazio all’altro. L’accoglienza, poi, è l’atteggiamento a cui siamo tutti chiamati nei confronti degli altri, e in particolare delle persone più fragili: bisogna far emergere la dignità delle persone, bisogna metterle in grado di sentirsi utili, di sentirsi in grado di restituire qualcosa di ciò che hanno ricevuto. Accogliere significa anche, sempre, accompagnare e fare alleanza: accompagnare le persone che hanno bisogno di noi. Tutto questo si verifica – molti lo hanno sottolineato – nelle relazioni che, a partire da quella fondante con Dio e avendo a modello i comportamenti di Gesù, sperimentiamo quotidianamente. Lo sappiamo bene, e tutto ciò è stato ulteriormente sottolineato. Queste relazioni si costruiscono nella natura e nel mondo – il creato come casa comune da custodire -, nei luoghi in cui studiamo, lavoriamo, viviamo i nostri impegni e il nostro tempo libero, nei nostri spazi reali e negli ambienti virtuali. Emerge la necessità di un impegno diffuso, di un cristianesimo vissuto a tutti i livelli e testimoniato quotidianamente, nella trasparenza dei comportamenti. Questo chiede anche un uso dei beni e di ciò che la Chiesa amministra secondo la radicalità evangelica. Un ultimo aspetto è stato infine sottolineato da tutti i gruppi: si tratta della necessità di ripensare l’impegno a favore della propria comunità. Si tratta di ripensare la politica, e di farlo in una chiave che sia davvero comunitaria. Alcuni hanno detto: non bisogna semplicemente delegare, e poi disinteressarsi di ciò che viene deciso in nostro nome. Bisogna accompagnare i decisori, che sono i nostri rappresentanti; non

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vi sono tanti giovani che ogni settimana si diffondono per la città portatori di consolazione e di aiuto. Vengono visitati ammalati e poveri: e ci esercitiamo nella bellezza della vera e soprannaturale fraternità di Gesù. Ma tutto questo è poi veramente un perdere o un guadagnare? Io opto per quest’ultimo: se il sacrificio vostro di non vedermi ormai che con tanta rarità è compensato da opere di bene, quanto ve ne sarà grato il Signore! (…) Abbracciatemi con affetto lo zio e ditegli che non manco di fare per lui l’unica cosa che posso: pregare! Gesù benedetto lo guardi ed a sé dolcemente lo stringa. Baciatemi Adeluzza, Pierino, la zia, lo zio: a voi mille auguri di bene. Canto: Misericordias Domini Misericordias Domini in aeternum can ta bo. 5volte

3. L’INTELLIGENZA DELLE SCRITTURE Salì su un sicomoro…

L’evangelista Giovanni, dopo il solenne prologo che annuncia il mistero dell’Incarnazione del Verbo, racconta la testimonianza di Giovanni Battista e l’incontro con Gesù con i suoi primi discepoli. Il nostro brano si apre con la figura del Battista che, come dice il testo, “stava ancora là con i suoi discepoli”. Egli continua a dare testimonianza a Gesù, fedele alla missione che gli è stata affidata da Dio. Giovanni sta, come una sentinella che attende “colui che deve venire dopo” (Gv1,27). Ad un certo punto il suo sguardo attento coglie il passaggio di Gesù e annuncia apertamente: “Ecco l’Agnello di Dio!”. Con queste parole permette ai suoi discepoli di riconoscere Gesù e dona loro la possibilità di mettersi in cammino dietro di lui. I due discepoli, “sentendolo parlare così, seguirono Gesù”: le parole del testimone convincono questi uomini a intraprendere un nuovo cammino, a lasciare i legami del passato per iniziare una nuova vita. I due discepoli seguono Gesù ma è lui, in realtà, che prende l’iniziativa dell’incontro: l’ascolto, nella fede, precede sempre il “vedere”, che accade solo quando Gesù stesso si manifesta. Gesù si volta verso i discepoli e chiede loro: “che cosa cercate?” La prima parola che Gesù rivolge agli uomini nel suo cammino terreno non è una dichiarazione, non è un’affermazione ma è una domanda, una domanda che va in profondità, che fa emergere i desideri del cuore. “Maestro, dove dimori?” domandando i discepoli manifestando così che a loro interessa soprattutto entrare in relazione con lui. Sappiamo, infatti, che il termine dimorare nel Vangelo secondo Giovanni non indica tanto un luogo fisico-materiale, quanto un luogo spirituale, interiore. Gesù risponde con un invito e una promessa: “venite e vedrete”. Venire è sinonimo di credere e indica la fede che apre alla sequela, il vedere è un vedere profondo. È come se Gesù dicesse: credete in me, abbiate fede, rimanete con me e vedrete dove sono, gusterete la comunione con me e con il Padre. I discepoli “andarono”, “videro dove dimorava” e “rimasero con lui”. “Erano circa le quattro del pomeriggio”, l’ora del compimento della giornata, l’ora di un nuovo ed indimenticabile inizio. Il Vangelo continua dicendo che Andrea, uno di questi due discepoli, incontra suo fratello Simone e lo conduce da Gesù: egli non può che rendere partecipe il fratello di un incontro così importante. Simone, dal canto suo, si lascia condurre dal fratello a conoscere il Messia. Gesù, quando lo incontra, lo guarda con intensità, gli dimostra di conoscerlo da sempre “Tu sei Simone” e gli dona un nome nuovo “sarai chiamato Pietro”. Gesù compie nei confronti di Pietro un atto creativo: cambiandogli nome gli dona una nuova identità e una nuova missione. Lo chiama ad essere pietra, roccia di fede e di fortezza su cui Dio costruirà la sua casa. Anche per Pietro, dopo aver incontrato Gesù, la vita non sarà come prima.

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Canto: Vocazione

Era un giorno come tanti altri e, quel giorno, Lui passò. Era un uomo come tutti gli altri e, passando, mi chiamò.

Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello, come mai volesse proprio me nella sua vita, non lo so. Era un giorno come tanti altri e, quel giorno, mi chiamò.

Tu, Dio, che conosci il nome mio, fa’ che, ascoltando la tua voce, io ricordi dove porta la mia strada nella vita, all’incontro con Te. fine

6. LA TESTIMONIANZA DELLA SANTITÀ Oggi per questa casa è venuta la salvezza…

Nato a Pozzallo, in Sicilia, nel 1904, ma legato a Firenze prima come docente universitario, poi come sindaco, Giorgio La Pira ha lasciato un segno distintivo nella politica italiana. Il suo impegno, come protagonista della Costituente, sottosegretario, sindaco e deputato, è stato segnato da una forte tensione morale e da una costante attenzione per i temi della pace e della giustizia sociale. Terziario domenicano e francescano, appartenente all’Istituto Secolare dei Missionari della Regalità, vedeva nella preghiera la “forza motrice” della storia. È morto a Firenze nel 1977. È in corso la causa di beatificazione.

Carissima zia, ebbi la vostra lettera alla quale rispondo con non poco ritardo… Lavorare per l’azione cattolica, lavorare per la Chiesa nell’opera di apostolato e nella carità spirituale e materiale è diventata l’esigenza fondamentale della mia vita. Trarre occasione da tutte le circostanze per proclamare al mondo che se ne è dimenticato la dolce verità di Gesù Cristo, di un Dio fatto uomo e morto in croce per noi, è opera che commuove profondamente la mia anima. E vorrei che il fuoco che brucia nella mia anima bruciasse nelle altre: affinché il Cielo e la gioia venissero infine a prendere stanza nelle anime. Vi assicuro, quanto è bella la vita cristiana! Essa ci fa angeli sopra la terra: spettacolo, anzi, come dice S. Paolo, agli angeli stessi! E si capisce: se Gesù stesso abita nelle nostre anime sempre vive del Suo amore, come queste anime non acquisteranno allo sguardo di Dio un valore preziosissimo? ...Mio dio, dico spesso, quanto bene avete fatto a me che non ne ero degno: e spesso le mie pupille non mancano di riempirsi di lacrime di gratitudine. Quando vedo il quadro della mia vita, la linea della divina misericordia mia appare netta: quanta profondità di trasformazione in pochi anni! Ed è stato esclusivamente opera della Grazia. Lo stato attuale mio si esprime in una sola parola: sono un libero apostolo del Signore, felice di amarne e di proclamarne l’ineffabile bellezza e misericordia. Sotto questo aspetto è forse vero l’aggettivo “perduto” che avete usato per me: è vero, c’è ormai in me un cuore che si è allargato un po’ verso tutti i fratelli: c’è come il desiderio di una soprannaturale paternità che ci fa generare figli al Signore mediante la parola e l’opera. Che il Signore abbia messo nella mia anima il desiderio delle grazie sacerdotali non c’è dubbio: solo, però, che Egli vuole da me che io resti col mio abito laico per lavorare con più fecondità nel mondo laico lontano da Lui. Ma la finalità della mia vita è nettamente segnata: essere nel mondo il missionario del Signore: e quest’opera di apostolato va da me svolta nelle condizioni e nell’ambiente in cui il Signore mi ha posto. Ho qui la presidenza di una Conferenza di S. Vincenzo dè Paoli:

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Che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio

è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. Perché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria,

non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità.

*Signore degli eserciti,

beato l’uomo che in te confida.* (assieme)

-Salmo 84(83) – Canti: Kumbaya e Dona la pace Kumbaya kumbaya my Lord kumbaya kumbaya my Lord kumbaya kumbaya my Lord kumbaya Oh Lord Kumbaya Vieni a noi Signor vieni a noi Vieni a noi Signor vieni a noi Vieni a noi Signor vieni a noi Oh Signore vieni a noi Dona la pace Dona la pace dona la pace Ai nostri cuori o Signore. Dona la pace dona la pace Ai nostri cuori o Signore. Resta qui insieme a noi (2 volte) E la pace regnerà.

4. IN DIALOGO CON IL SIGNORE Oggi devo fermarmi a casa tua…

Signore Gesù, anch’io questa sera sono qui come i discepoli di Giovanni per cercare il tuo volto e rimanere con te. Nella mia vita ho sentito parlare di te dalle persone che, in diversi modi, mi hanno introdotto alla fede: uomini e donne che mi hanno preceduto nel cammino, che hanno visto prima di me e che hanno saputo, come Giovanni Battista, trasmettermi la tua Parola ed indicarmi il tuo passaggio. Per loro, Gesù, io ti ringrazio, e per me, per la mia vita, questa sera ti chiedo il coraggio di qualche decisione concreta che mi permetta di rinnovare il cammino spirituale ed approfondire la relazione personale con te. Dalle parole del Vangelo imparo che se avrò il coraggio di seguirti, lasciando qualcosa, sarai tu stesso a voltarti verso di me per farti incontrare e per rivelarmi il tuo volto e il tuo cuore. Osservando i passi del mio cammino tu stesso mi aiuterai a fare verità nella mia vita, a fare chiarezza nei miei desideri: che cosa cerco davvero Gesù? Chi cerco? Anch’io come i discepoli vorrei sapere dove abiti, quale posto occupi nell’ordinarietà della vita, in quale luogo dell’anima devo recarmi per rimanere con te. Tu stesso, Gesù, Maestro e Signore, mi inviterai a venire con te. Mi inviterai a venire con te, a seguirti, per vedere che in ogni luogo e momento della mia vita quotidiana posso rimanere con te e abitare nel tuo amore. La tua casa è la comunione d’amore che ti unisce al Padre nello Spirito santo. È in questa comunione che tu, Gesù, mi inviti a dimorare. Rimanendo in questo amore imparerò a vedere le meraviglie di Dio e il futuro di bene che hai preparato per me e per i miei fratelli nella fede.

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Canto: Cantico dei redenti

Il Signore è la mia salvezza, e con lui non temo più, perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me.

Ti lodo Signore perché un giorno eri lontano da me, ora invece sei tornato e mi hai preso con Te.

Il Signore è la mia salvezza, e con lui non temo più, perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me. (ancora una volta e fine)

perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me. (fine)

5. I SALMI, PREGHIERA DEL POPOLO lo accolse pieno di gioia…

Il Salmo 84 è la preghiera di un pellegrino che, nel corso di uno dei pellegrinaggi prescritti dalla Legge, lascia prorompere la propria gioia di ritrovarsi presso Dio nel Tempio di Gerusalemme. Nel desiderio di “abitare” nella casa di Dio, il salmista – in realtà – esprime un profondo desiderio di Dio. La meta del suo cammino e della sua ricerca è Dio, è la relazione con lui, perché è convinto che la sua compagnia valga più di ogni altra cosa: “sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a che cammina nell’integrità”, a chi ha le sue vie nel proprio cuore e lo segue dovunque egli vada.

A cori alterni (I ragazze – II ragazzi – ultimo assieme*) Quanto sono amabili le tue dimore,

Signore degli eserciti! L’anima mia anela

E desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne Esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova una casa, e la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli,

presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.

Beato che abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi!

Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio E ha le tue vie nel suo cuore.

Passando per la valle del pianto La cambia in una sorgente,

anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni.

Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.

Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo Guarda il volto del tuo consacrato. Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri.

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