In te mi sono compiaciuto

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TAV. 4

Omaggio a Gesù e a Cimabue , 1971Collage su tela, cm 100x70

Il collage, che, come abbiamo veduto, caratterizza l’opera di Orler in quegli anni(vedi tav. 49), impiegando in parte anche le stesse carte a parziale supporto (si notinole raggiere verdi, rosse e gialle su fondo nero), si incentra su una immagine del Cristodi Cimabue, conservata nella chiesa francescana di Santa Croce a Firenze (pesante-mente danneggiata nell’alluvione di cinque anni prima), e su un suo particolare corri-spondente al volto. Le due raggiere che si irradiano dal crocifisso e dal volto di Cristosono tagliate da una fascia diagonale, qualificata da elementi astratti in oro, ar gento erosso che si richiamano, in un certo senso, alle raf figurazioni sacre medievali su tavo-la a fondo oro. I colpi veloci di colore nei toni del rosso, del verde e del bianco rosa-ceo, impresse sulle carte applicate per simulare le aureole, si ricollegano ancora adesperienze della Pop Art italiana del decennio precedente, come pure la fascia azzurrain basso che si conclude sulla sinistra con l’apposizione di quelle sette monete, riferi-mento al tradimento di Giuda. La commistione tra figurativo ed astratto sembra esse-re sottolineata proprio dal cielo che si inserisce in basso nell’opera.

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TAV. 5

Ecce Homo con paesaggio di nubi , 1972Tecnica mista su tela, cm 60x80Firmato e datato in basso a destra: “’72 - Orler”

Un altro collage di Orler dominato dall’ampia superficie ar gentea del cielo consegni guizzanti e radi in celeste a farci intuire delle nubi; in basso un prato d’erba verdeè realizzato con una treccia di paglia a rilievo, come in paglia è il girasole che emer gedal prato. All’estrema sinistra, in basso, un quadrato azzurro richiama alla mente gliabissi del mare, mentre in alto, sempre a sinistra, è inserito il ritratto sof ferente diCristo, dipinto dal maestro nei toni caldi dell’ocra e del giallo, fortemente graf fiato ecorroso nel colore, così da assumere la parvenza di un’immagine sacra antica.

La composizione, dove si contrappone il realismo sacro e lontano nel tempo delvolto di Gesù all’astrazione degli elementi naturali che lo circondano, pone in relazio-ne il Creatore e Signore dell’universo con la natura attraverso la donazione del Figlio.Ma sui due elementi naturali della terra (con prati e fiori) e del mare, fonte della vitanel mondo, prevale nettamente quello del cielo, luogo del divino, del diverso (dall’uo-mo), del dono (dal cielo, ad esempio, viene il dono della pioggia che fa germogliare icampi e crescere l’erba). I cieli rappresentano, infatti, tutto ciò che non è l’uomo ed ilmondo terreno e simboleggiano l’affidamento remissivo dell’uomo stesso (il girasole)alla potenza divina che tutto plasma e redime attraverso la Passione, la Morte e laResurrezione di Cristo.

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TAV. 6

Deposizione, 1997Smalti su tela, cm 140x200Firmato e datato in basso a destra: “Orler / ‘97”

Un’altra deposizione di Cristo dalla croce, con le tre Marie e Giuseppe d’Arimatea.Compositivamente la tela si richiama ad analoghe raf figurazioni, sia di epoca medie-vale (si pensi al gruppo ligneo nel duomo di Volterra del XIII) e ai Sacri Monti, siarinascimentali (da Rosso Fiorentino al Pontormo); parallelamente alcuni elementi sonotratti dall’iconografia orientale (come la figura di Cristo avvolto interamente nel suda-rio).

A sinistra ci sono due figure femminili stanti, di lato alla croce, mentre MariaMaddalena è inginocchiata ai piedi del Redentore, il cui sudario è sorretto da Giusepped’Arimatea. La bassa croce, molto dilatata nei bracci orizzontali, pare derivare dallatradizione orientale, pur non essendovi rappresentate la corona di spine, la lancia e lacanna, sempre presenti nella simbologia delle icone con il Compianto; dalla croce,secondo l’uso occidentale, pende la striscia di stoffa usata per calare Cristo. Il paesag-gio retrostante non è roccioso, come spesso veniva rappresentato, per ricordare losconvolgimento naturale dopo la morte di Gesù, ma verdi colline abbracciano il dram-matico evento.

La forma ellissoidale della testa di Gesù, come anche quella del suo corpo, avvoltonelle fasce mortuarie, giocando sapientemente con la pennellata ellittica, così cara adOrler, paiono interpretare il corpo di Cristo come chiuso nel bozzolo dal quale risor-gerà glorioso. Nonostante la drammaticità e l’uso prevalentemente dei colori freddi, lascena è risolta e pervasa da un senso di contenuto dolore e di pacata meditazione.

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TAV. 7

Gesù con la Maddalena il mattino di Pasqua , 1997Smalti su tela, cm 94x192Firmato e datato in basso a sinistra: “Orler ‘97”

“Maria Maddalena andò al sepolcro la mattina presto […]. Mentre stava di fuori a piangerevicino al sepolcro […] si voltò e vide Gesù in piedi” (Gv . 20, 1; 11; 14).

La figura di Cristo risorto, avvolta nella rosata e raggiante veste, ha di fronte Mariadi Magdala, che indossa un manto rosso vinaccia e una tunica rosa. Nei pressi delsepolcro, con il masso rotolato a destra, è una pianta di ulivo che, crescendo là, indicala vittoria della vita sulla morte, mentre la pianta fiorita, a sinistra della Maddalena,rappresenta il giardino del Paradiso.

La luminosità dell’intera scena, che trova un contrappunto nel nero antro del sepol-cro, è interamente retta dalle due figure, al centro, rese con un gioco di equilibrate lineemosse, quasi armonicamente rispondenti le une alle altre in una sorta di danza. Il vor-tice sinuoso della figura di Maria Maddalena, rivolta verso il Cristo, è frenato dal ver-ticalismo delle braccia dello stesso Salvatore, nell’allusione al Noli me tanger e. Leimmagini, anatomicamente indefinite e più che altro intuibili, diventano icone metafi-siche ed interpreti non solo della scena sacra specifica, ma coralmente dell’intera uma-nità.

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TAV. 8

L’adultera, 1997Smalti e olio su tela, cm 94x192Firmato e datato in basso a destra: “Orler . ‘97”

“Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra […]. Si alzò e disse loro: Chi di voi è senza peccato , scagli la prima pietra contro di lei” (Gv . 8, 6-7).

Come in alcuni esempi precedenti, la tela è suddivisa in due parti: a sinistra Cristo,reso con la consueta ed ampia pennellata sinuosa, mentre traccia alcuni segni a terra;a destra l’adultera e i suoi accusatori, restituiti per linee verticali diritte, formanti unasorta di coni. Su tutte le figure domina quella maestosa e mossa di Cristo e anche l’am-biente è interpretato con poche linee di colore, ruotanti attorno ai segni tracciati daGesù in una composizione che ha la valenza di un lirismo astratto. Questa tecnica pit-torica esprime bene l’ansia che sgor ga quasi dal cuore del pittore, in un irrefrenabilemoto creativo, straripante e vorticoso. Il moto d’amore che pare scaturire da Cristotrova il suo contrappunto nella staticità delle altre figure che osservano immoti e silen-ti quanto Gesù sta scrivendo per terra. I colori vivaci divengono si fanno rarefatti nellatela, in corrispondenza del terreno, sul quale fluttuano le figure.

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TAV. 9

La tempesta sedata, 1999Smalti su tela, cm 94x192Firmato e datato in basso a destra: “Orler ‘99”

“Alzatosi,[Gesù] comandò ai venti e al mare e si fece una grande bonaccia” (Mt 8, 26); “Gesù, svegliatosi sgridò il vento e le onde agitate; quelle si calmarono e si fece bonaccia”

(Lc. 8, 24).

L’intera opera, in una visione alquanto allungata in orizzontale, è interamente domi-nata dalla semiellisse che definisce la barca nella quale si trovano Cristo e gli Apostoli.La concitata e consueta pennellata, fortemente ispirata, di Orler crea un vorticosointreccio tra le figure nella barca, che ha un contrappunto nei colpi di pennello nervo-si, con i quali ci sono rappresentate le onde in tempesta. Il settore alto della tela, piùstatico, ci raffigura le teste ovoidali dei personaggi contro un paesaggio dipinto sullosfondo, di morbide e brulle colline che attorniano il lago di Tiberiade.

Le cromie blu, azzurre, verdi acqua e rosse dominanti la scena in primo piano siaccendono nell’ocra e nel giallo del paesaggio, contribuendo a dare contrasto e pro-fondità all’opera; come sempre, notiamo anche qui un equilibrato ed armonico rap-porto tra forme e colori, quasi dolcemente musicale.

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TAV. 10

Gesù cammina sulle acque , 2000Smalti su faesite, cm 85x75Firmato e datato in basso a destra: “Orler . 2000”

“Alla quarta vigilia della notte Gesù andò verso di loro camminando sul mare […] Pietro sceso dalla barca, cominciò a camminare sulle acque per andare verso Gesù”

(Mt. 14, 25; 29).

Tutta la tavola è dominata dall’elemento delle acque, rese per pennellate blu, azzur-re e bianche, cromia che si estende al cielo, uniformandolo al mare. In questo guizzantemondo di acque sono immersi la grande figura di Cristo, tratteggiato con ampie pen-nellate bianche, rosse e arancione, quella bianca e rosa di Pietro, in lontananza (comeun luminoso ed esile ectoplasma), e la barca con gli apostoli, quasi guscio di nocevasculante. Due semplici pennellate verde e gialla ci fanno intuire per sintesi il pae-saggio lungo la sponda del lago. Tutto gli elementi (dalle onde azzurre ai piedi diCristo) sembrano pesci e avannotteri che nuotano in acque pregne di vita e proprio ilsenso avviluppante del liquido amniotico materno emer ge prepotente dall’opera.

Gli smalti brillanti, la pennellata blu, senza sfumature, ancora ricordano alcune teledi Mario Schifano nel suo ritorno alla pittura, dopo le esperienze delle tele emulsiona-te. Una visione, tutto sommato, ‘fanciullesca’, nell’accezione dell’ingenuo stuporedella purezza di un sogno.

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TAV. 11

Emmaus, 2000Smalti su faesite, cm 85x75Firmato e datato in basso a destra: “Orler · 2000”

Un’altra interpretazione della cena in Emmaus, così cara al sentire di Davide Orler.Le figure si fanno sempre più sintetiche e l’ambientazione tende a sparire ridotto sola-mente alla presenza del tavolo e di una finestra sullo sfondo, restituitoci con pennella-te scure nere e blu, a ricordarci lo scendere della sera. Toni freddi, che si vivificanosolo nel rosso (simbolo del martirio) della figura di Cristo, graficismi in giallo a peri-metrare i discepoli, che a tratti rasentano un’astrazione lirica (si osservi l’angolo infe-riore sinistro, con una gamba di un discepolo e l’accenno ad una sedia, sul fondo blu).L’immagine allungata di Gesù può richiamare alcune opere di Chagall, come ReDavide, del 1951, sebbene l’assenza del volto in una sorta di metafora dechirichiana loallontani da un senso di favola onirica, per assur gere al tono mistico simbolo di fede.La composizione è di grande intensità e spiritualità, dalla potente forza comunicativae Cristo diviene protagonista in grandezza e in quotidiana debolezza. Accanto a Luinella tavola vi è tutto quello che è in Lui e che fa parte di Lui come il pane spezzatocon i discepoli.

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TAV. 12

Guarigione della donna cananea 2 , 2001Smalti su faesite, cm 85x75Firmato e datato in basso a destra: “2001 / Orler”

Un’altra interpretazione del miracolo di Cristo, eseguita nel medesimo anno, maquesta volta in forme maggiormente realistiche. Gesù, sulla sinistra del quadro, è resoancora una volta nei toni di un rosso brillante, mentre la Cananea, nei colori del rosa,del celeste, del blu e di verde cupo, è maggiormente intuibile nella sua figura genu-flessa di fronte al Salvatore, ma con il volto astrattamente rappresentato.

Tutta l’immagine ed il paesaggio che le ruota attorno assume la forza di un ellissedisposta diagonalmente e conver gente nell’inflessa figura del Cristo che pare acco-glierla. Il dinamismo delle due immagini, rese con un movimento morbido e avvol-gente, decisamente meno impetuoso e gestuale rispetto alla tavola precedente, ha unpunto di riscontro nel mosso paesaggio sullo sfondo, nel quale tuttavia bene si ricono-scono colline e costruzioni, in un grigio-azzurro illuminato da tocchi di arancio che sistaglia in controluce su un luminoso cielo, lievemente nuvoloso e dove le nubi seguo-no, dolcemente morbide, l’andamento sinuoso dei colli. Il rammentato movimentodinamico, sottolineato dall’uso dell’ampia pennellata nera, rappresenta simbolicamen-te, in un certo senso, il movimento universale di tutto (uomini e natura) nel suo pro-tendere verso la rossa luce divina del Salvatore.