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1 Tutti i segreti del risvoltino Piccoli artisti crescono Sport: Intervista agli atleti La redazione della 2^E ringrazia tutte le classi per la collaborazione QUESTO NUMERO E’ DEDICATO AI DIRITTI UMANI LA GALILEI ALL’EXPO La Voce di Galileo www.icsgalilei. it LE TERZE RACCONTANO…...

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Tutti i segreti del risvoltino

Piccoli artisti crescono

Sport: Intervista agli atleti

La redazione della 2^E ringrazia tutte le classi per la collaborazione

QUESTO NUMERO E’ DEDICATO AI DIRITTI UMANI

LA GALILEI ALL’EXPO

La Voce di Galileo

www.icsgalilei.it

LE TERZE RACCONTANO…...

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SOMMARIO

Pag. 2 Sommario

Pag. 3 Editoriale

Pag. 4-5 Rubrica: viaggi e dintorni. La 3^B va all’Expò

Pag. 6 Destinazione Milano, EXPO 2015; Nutrire il pianeta: energie per la vita

Pag. 7 Raga tutti all’Expò

Pag. 8 Circoliamo anche a Pesaro

Pag. 9 Approfondimento: I diritti umani

Pag. 10–11 Le persone dietro i numeri. Incontro SPRAR

Pag. 12-13 Caro diario

Pag. 14-15 I diritti umani

Pag. 16-17 Adotta l’autore

Pag. 18-19 Intervista allo scrittore Francesco D’Adamo

Pag. 20-22 Recensioni

Pag. 23-27 Poesie

Pag. 28-29 Disegni

Pag. 30-35 Scrittori di classe

Pag. 36–40 Rubrica: piccoli artisti crescono, riproduzioni di opere d’arte

Pag. 41-44 Rubrica: scrittura creativa, parole in libertà: poesie e racconti

Pag. 45 Progetto: Crei-amo in cucina, laboratorio di cucina

Pag. 46 Englesh corner: brownies

Pag. 47 Too many man in China

Pag. 48 Stomp

Pag. 49 What a cute family!

Pag. 50 You can’t eliminate Christmas happiness

Pag. 51-52 SPORT: interviste agli atleti, Un amore indomabile

Pag. 53 La passione a cinque

Pag. 54 Moda: semplici segreti per fare I risvoltini!

Pag. 55 Le barzellette

Pag. 56 Disegni comici

REFERENTE DEL PROGETTO: Prof.ssa Zaffini Maruska

PARTECIPANTI: alunni delle classi 1^, 2^, 3^ della Scuola Secondaria di primo grado “G.Galilei”, Pesaro

REDAZIONE: alunni della classe 2^E

RESPONSABILE DEL PROGETTO: IL Dirigente Scolastico Prof. Lorenzo Blasi

Stampato in proprio

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EDITORIALE

Cari lettori, quest’anno abbiamo deciso di

riprendere l’attività del giornalino con un nuovo titolo

“La Voce di Galileo”, iniziando con questo primo nume-

ro.

A tal proposito ringraziamo la classe 3^A che ci ha da-

to, attraverso un concorso interno all’Istituto, il nome

e il logo.

Continuiamo con ringraziare tutte le classi per la colla-

borazione e i docenti che ci hanno dedicato alcune

delle loro ore di lezione per continuare il progetto.

Questo numero abbiamo deciso di dedicarlo al tema dei

”DIRITTI UMANI”, approfondito dalle classi terze.

All’interno proponiamo diverse rubriche ad esempio

quella della moda, piccoli artisti crescono, sport, scrit-

tori di classe, viaggi e dintorni... Non mancheranno le risate!

Il nostro intento è quello di farvi riflettere attraverso

i nostri articoli e di riempire i vostri momenti di svago

con qualche risata.

La Redazione 2^E

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Giorno lunedì 12 ottobre le clas-

si terze della scuola G.Galilei di

Villa Fastiggi hanno fatto

un’uscita didattica all’Expo

2015 a Milano.

La mattina presto le classi sono

giunte in pullman a destinazio-

ne. Le terze si dividono e la 3B

decide di iniziare a visitare

qualche padiglione. Assistono

allo spettacolo con musiche,

acqua e fumo colorato

dell’albero della vita, simbolo

dell’Expo, situato vicino al pa-

diglione dell’Italia.

Il primo padiglione visitato è

stato quello dell’Austria: una

vera e propria immersione nella

foresta austriaca. L’aria è fresca

e pura, come quella di monta-

gna, inoltre il percorso è arric-

chito dalla presenza di speciali

binocoli interattivi che, puntati

sulle diverse piante, forniscono

le informazioni essenziali sulle

singole specie e sul loro habitat;

sulle pareti in legno ci sono pan-

nelli illustrativi dedicati all'am-

biente boschivo austriaco. In

questo padiglione si potevano

acquistare prodotti locali, come

il cibo Un altro padiglione che è

stato visitato è stato il Kuwait,

che ha accolto le persone pre-

senti con dei giochi d’acqua:

con cui era stata realizzata la

scritta “l’acqua è la chiave per

la sopravvivenza”. Uno schermo

che circonda gli spettatori rap-

presenta il volo di un aquila at-

traverso il mondo. Una ricostru-

zione tra passato e presente, do-

ve sono stati ricreati sapori e

profumi, in diverse fragranze e

contenuti in ampolle dalle quali

poterli annusare, ed esposti stru-

menti musicali e oggetti tradi-

zionali, varietà di datteri, tessuti

e abiti. Per esempio: scaffali con

piante originarie del Kuwait e

un plastico che lo rappresenta. Il

soffitto è decorato con bandierine

rosse, nere e bianche e in una pa-

rete i ragazzi hanno potuto vedere

una vasca enorme con tante specie

diverse di pesci provenienti dal

Kuwait.

Il padiglione dell’Ungheria è uno

di quelli che rappresenta la cultura

e l’agricoltura del luogo, con una

distesa di piantine di paprika sul

soffitto. Inoltre c’è un piccolo pal-

co con l’orchestra e un pianoforte.

All’ultimo piano si trova un picco-

lo ristorante con le specialità un-

gheresi tra i quali marmellate e

peperoncini.

La classe ha, inoltre, visitato il

padiglione Europa, che raccomuna

tutti gli Stati europei con il pane,

perché è un alimento presente in

tutta Europa, ma che è diverso in

tutti gli Stati. In questo padiglione

i ragazzi hanno visto una proiezio-

ne di una storia, quella di Alex e

Sylvia, lui che ama la sua terra, lei

che ama la scienza. Una donna

vuole insegnare a Sylvia a fare il

pane, ma lei non ne voleva sapere,

così la porta da Alex. All’inizio

Sylvia pensava di potercela fare

da sola, ma con l’aiuto di Alex

riesce ad aprire una panetteria. Il

padiglione è anche munito di gio-

chi interattivi sull’alimentazione.

Per l’Uganda c’è un padiglione

molto piccolo ma pieno di decora-

zioni, quadri, cartine, oggetti tra-

dizionali, molto colorato e con un

buon odore di caffè nell’aria.

L’Africa qui è rappresentata con

tappeti, decorazioni e disegni co-

lorati.

I ragazzi hanno proceduto la visita

in un padiglione il cui alimento

principale è il cacao: il Camerun.

Qui viene mostrato come sono le

coltivazioni delle fave di cacao, e

statuette in legno e argilla, inoltre

c’era un piccolo negozietto che

vende alimenti tutti fatti di cacao,

anelli e collane colorate.

Il padiglione della Lituania acco-

glie la classe con la sua bandiera

all’esterno, mentre all’interno si

può vedere una grande sfera divi-

sa in scomparti nei quali si trova-

no immagini e video sulla Litua-

nia. Nella seconda stanza invece,

in una struttura simile, ci sono

giochi interattivi per tutti, e un

bar dove si acquistano prodotti

originari del luogo.

Il padiglione preferito dalla 3B è

stato quello del Brasile. I ragazzi

si sono divertiti, nonostante due

ore e mezza di fila, ad arrampi-

carsi su una grande rete accessibi-

le a tutti, ma non è tutto il Brasile

illustra anche le proprie eccellen-

ze nei campi dell'agricoltura e

della tecnologia. Sulle lunghe pa-

reti ci sono proiezioni che mo-

strano i prodotti dell'agricoltura

brasiliana, le materie prime, le

tecniche di coltivazione. Sotto la

rete invece si possono ammirare

tutte le piante originarie del Bra-

sile.

Come ultimo padiglione la classe

ha visitato il Nepal, il cui tema è

la meditazione e la pace. Infatti è

a forma di pagoda con pilastri

decorati in stile antico, e al suo

interno si trova una statua di Bud-

dha circondata da oggetti orna-

mentali.

Per la classe 3B questa è stata

un’esperienza bellissima e indi-

menticabile e i ragazzi si sono

arricchiti grazie all’Expo.

La 3^ B va all’Expo.

RUBRICA: VIAGGI E DINTORNI

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L’Esposizione Universale ha ormai i giorni contati ma continua ad inghiottire ai cancelli ancora centinaia

di migliaia di visitatori. Il giorno 12 Ottobre 2015 tante pettorine gialle fosforescenti, si sono allegramente

spostate tra cancelli, padiglioni e un mare di gente. Mentre la città dormiva, noi alunni delle classi terze

della Scuola Secondaria di I° Galilei, ci siamo riversati come ruscelli impetuosi in due possenti pullman a

due piani. Abbiamo salutato Pesaro mentre il cielo mutava e, tra nuvole di brace ardente, foschia, cielo ter-

so e paesaggi affacciati sul nero serpente d’asfalto autostradale, scivolavamo verso Milano, verso una bel-

lissima giornata. Una volta arrivati a destinazione abbiamo visitato EXPO dal vero, con le nostre emozioni,

con i nostri pensieri, con le nostre opinioni, con le nostre sensazioni. Abbiamo VISSUTO EXPO, non più

una fotografia, un’immagine, un video, ma la folla, il vocio, i colori, i profumi, i sapori. Un’esperienza a

cinque sensi, come i cinque continenti che lì erano insieme, vicini, uno accanto all’altro. Un tunnel soprae-

levato bianco ci ha regalato la magnifica vista dell’Albero della Vita, ci siamo tuffati tra padiglioni e clu-

ster, tra orti verticali e occhiali interattivi, tra miele, sale, fiori, spezie e culture. Abbiamo scoperto tradizio-

ni, riflettuto sulla fame, la povertà e la sete nel mondo, visto costumi tradizionali, assaggiato pietanze. Era-

vamo in piena armonia a vivere insieme quell’esperienza, senza uno stacco di diffidenza tra professori e

ragazzi. In una parola? Fantastico. Purtroppo la giornata è passata in fretta e così siamo ripartiti, con

un’esperienza in più nel nostro bagaglio culturale. I due pullman sfrecciavano sotto le stelle. Nel cuore E-

XPO. Un’esperienza indimenticabile. Un’avventura meravigliosa.

Pascucci Margherita, 3^ C

Il 12 ottobre, noi delle classi terze dell’Istituto “G.Galilei”, siamo andati all’Expo di Milano.

Siamo partiti alle 4:00, il viaggio è stato lungo ma divertente: fra risate, canzoni e sonnellini, abbiamo viag-

giato per cinque ore.

Appena arrivati, dopo i controlli di routine, siamo entrati all’esposizione: eravamo emozionati e desiderosi

di conoscere quello che avevamo già visto dalla TV.

Il primo padiglione che abbiamo visitato dopo una fila di appena 15 minuti è stato quello dell’Austria: al

suo interno c’era una foresta naturale ed alcuni microscopi.

Il secondo padiglione è stato quello del Kuwait dove, all’entrata, c’era una cascata che riproduceva una fra-

se in italiano, inglese e arabo che diceva “l’acqua è la chiave della sopravvivenza”. Al suo interno c’era la

rappresentazione della natura del paese e delle coltivazioni tipiche.

Ad un certo punto sentivamo un certo languorino così abbiamo pranzato seduti davanti all’albero della vita

che emetteva delle bolle di sapone.

Poi ci siamo recati al Padiglione 0, un padiglione molto bello che rappresentava, attraverso dei video,

l’evoluzione della vita, dell’uomo e dell’agricoltura. Il Padiglione successivo è stato quello della Corea do-

ve abbiamo visto uno splendido spettacolo di due robot e ci hanno insegnato a dire qualche parola in corea-

no, questo padiglione è stato molto interessante soprattutto perché era molto tecnologico. Gli ultimi due

paesi che abbiamo “visitato” sono stati la Spagna e l’Ungheria, due padiglioni abbastanza piccoli che non

ci sono piaciuti molto perché li abbiamo ritenuti poco interessanti. In generale i padiglioni che ci sono pia-

ciuti maggiorente sono stati la Corea e il Kuwait, che erano molto grandi e interessanti.

Siamo stati molto felici che la scuola ci abbia dato la possibilità di andare a Milano a vedere questa enorme

esposizione mondiale, dove ci siamo divertiti molto e dove abbiamo capito l’importanza del cibo e

dell’acqua.

Giulia Piferi, Erica Sorbini, Giulia Alessandrini,Giacomo Gasparri, Giacomo Gasalini 3^D

Nutrire il pianeta: energie per la vita

Destinazione Milano, EXPO 2015

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piedi nudi sul sale; quello del Kuwait che presenta-

va video sull’utilizzo del vento in agricoltura, quel-

lo marocchino con una scenografia particolarmente

ospitale e caratteristica; quello statunitense con le

sue fontane, con i suoi esempi di agricoltura verti-

cale e con la sua visione dall’alto di tutta la fiera;

quello francese coi suoi prati coltivati e “brucati”

da grosse sagome a forma di mammiferi, e coi suoi

prodotti agricoli ed alimentari appesi al soffitto.

Insieme ai nostri professori

abbiamo percorso il Cardo e

il Decumano più volte in

mezzo ad una folla incredibi-

le, ma non prima della classi-

ca foto di gruppo sotto

l’Albero della Vita, scenogra-

fico e spettacolare come an-

che tutte le architetture dei

padiglioni. Ogni tanto una

pausa alle fontanelle che di-

stribuivano acqua potabile

e…last but not le-

ast…capatina inevitabile

all’esposizione della Nutella!

Di ritorno, raccontando alla

mamma: “Sembrava proprio

di essere in quei luoghi lonta-

ni, perché ti ospitavano perso-

ne originarie di lì. Spesso ab-

biamo dovuto parlare inglese

per farci capire” parola di

Bianca Pasqualini, che, come

tutti a mezzanotte era stanca

ma entusiasta.

Speriamo che dietro tanta

spettacolarità ci sia veramente, come scritto sulla

Carta di Milano, l’intento a combattere la fame nel

mondo, a difendere il diritto al cibo, ad imparare il

rispetto per tutti i popoli nelle loro peculiarità, nel-

le loro ricchezze e povertà.

3^F

Il 12 Ottobre di tanti anni fa Cristoforo Colombo gri-

dò:

“Terra, terra!”. Nello stesso giorno, 523 anni dopo, noi

ragazzi della “Galilei” abbiam gridato “Expo, Expo!”.

Il grande esploratore aveva scoperto solo l’America,

noi …tutto il mondo!

Milano da maggio ospita l’esposizione universale

“Nutrire il pianeta” e noi, le Terze della Scuola Secon-

daria di I grado dell’I.c.s.

G.Galilei non potevamo lasciar-

ci sfuggire l’occasione di cono-

scere le tradizioni alimentari di

tanti popoli. Gli Stati parteci-

panti avevano allestito un pro-

prio padiglione che, almeno in

parte, abbiamo visitato.

USA, Brasile, Francia, Olanda,

Marocco, Austria, Italia, Mol-

davia, Vietnam, Regno Unito,

Ungheria, Spagna, Corea, Ar-

gentina, Costa d’Avorio, Afgha-

nistan, Uzbekistan, Sri Lanca,

Nepal, Lituania, Kuwait, Came-

roon, Slovenia, Giappone, Gre-

cia, Malta e Gabon, Padiglione

Zero, cluster del riso, del cioc-

colato e del caffè.

Tutti ci hanno accolto

all’interno delle loro “case” of-

frendo alla nostra vista e al no-

stro gusto cibi e prodotti delle

loro terre davvero particolari,

tradizionali e moderni: baguette,

hot dog, cous cous, frutti vari

ecc…

I padiglioni inoltre esponevano proprie tradizioni agri-

cole, metodi di irrigazione e strategie per il risparmio

delle risorse, attraverso video o giochi interattivi.

Molto graditi da noi ragazzi sono stati: il padiglione

brasiliano al quale si accedeva percorrendo una rete

sospesa; quello sloveno che prevedeva un percorso a

RAGA, tutti ALL’EXPO!

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"CIRCOOLIAMO ANCHE A PESARO!" Le classi seconde della scuola media “G. Galilei” hanno partecipato in Piazza del Popolo,

ad una manifestazione riguardante il riciclo dell'olio.

Attraverso giochi interattivi al computer, gli organizzatori della manifestazione, ovvero

quelli del "COOU","Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati", ci hanno insegnato il pro-

cesso che dovranno seguire gli oli usati per essere di nuovo utilizzabili.

Gli oli devono essere smaltiti adeguatamente, perché sono molto inquinanti per l'ambiente:

un litro di olio gettato in mare si estende per l'equivalente di un campo da calcio.

Inoltre, se smaltiti male, essi possono essere corrosivi per la pelle e possono provocare ma-

lattie gravi. Per fare sì che non succeda, se il cambio si effettua in casa, l’olio si deve getta-

re in appositi contenitori nelle isole ecologiche che, in seguito, la"COOU" raccoglie per il

riciclo; oppure se si effettua dal meccanico egli si preoccuperà di smaltirlo adeguatamente.

È stata una giornata interessante e, da ora in poi, noi alunni, con i nostri genitori, sappiamo

di dover contribuire a riciclare adeguatamente se vogliamo dare un contributo a salvare il

nostro territorio.

Bacchiani Emma 2^E

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Disegno preparato nell’ambito del concorso interno per “la copertina del POF

2015/16”: Ceccaroli Giada 2^E

I DIRITTI UMANI

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LE PERSONE DIETRO I NUMERI

Incontro SPRAR

Nel nostro Istituto, nel mese di novembre, si sono tenuti due incontri

con lo S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati),

un'associazone che aiuta i rifugiati a sistemarsi e trovare un lavoro nel

paese che li accoglie. Gli incontri si sono svolti nell’aula audio-video e

vi hanno partecipato tutte le classi terze.

Durante il primo incontro i referenti ci hanno spiegato il significato di

alcune parole che spesso vengono usate in modo improprio, come ad e-

sempio “PROFUGO”, “RIFUGIATO”, “RICHIEDENTE ASILO”,

“IMMIGRATO”, “CLANDESTINO”, “EXTRACOMUNITARI” e ab-

biamo capito la giusta accezione di ogni vocabolo e il giusto valore da

attribuirgli e abbiamo appreso che soprattutto esistono dei volti e delle

persone dietro queste parole.

Ci hanno inoltre illustrato come e perchè queste persone scappano dal

loro paese, abbandonando la loro terra e la loro famiglia. Queste perso-

ne ci hanno mostrato dei video e delle immagini di come questi immi-

grati arrivano nel nostro paese: prima attraversano il deserto del Sahara,

sopra dei camion, con scarsità di viveri e pensano che una volta arrivati

ci sia una nave che li attende per portarli in Europa ma la beffa è che si

tratta solo di “CARRETTE DEL MARE”, sovraccaricate più del dop-

pio delle persone che possono contenere, così quei pochi che riescono

ad attraversare il deserto, sono costretti ad imbarcarsi in un’attraversata

che, con molta probabilità li porterà alla morte.

Nel secondo incontro, invece, sono venuti a parlare della loro storia due

rifugiati SPRAR: Mamadou ed Erik. Queste persone sono arrivate in I-

talia in modo completamente diverso, infatti Mamadou è arrivato in a-

ereo dopo essere stato in Francia per un concerto con la sua band; egli

ha preferito andare in Italia piuttosto che tornare in Senegal per potersi

curare visto che ha una protesi alla gamba e per questo usufruisce della

protezione umanitaria. Erik, invece, è arrivato in Italia a bordo di un

barcone e per questo ha lo status di rifugiato.

Questi incontri sono stati importanti per riflettere, soprattutto per cono-

scere e quindi poter farsi un parere personale su una questione di cui ul-

timamente si sta parlando molto e di cui si sta perdendo il controllo.

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Abbiamo letto negli occhi di questi uomini la disperazione, la stessa di-

sperazione che li ha spinti ad abbandonare il proprio Paese e la propria

famiglia, tutti i loro affetti, il loro passato. Abbiamo capito di essere

fortunati, noi possiamo scegliere il nostro futuro. Non dobbiamo la-

mentarci di quello che abbiamo qui in Italia. Spesso qualche nostro co-

etaneo protesta magari solo perchè non ha l’ultimo modello di un cellu-

lare o vestiti firmati, scarpe all’ultima moda, videogames, ecc...quando

in altri Paesi ci si considera fortunati solo ad avere un paio di scarpe.

Spesso noi adolescenti inoltre ci lamentiamo della nostra poca libertà

ma sentendo queste crude storie abbiamo compreso che noi siamo LI-

BERI.

Libertà non vuol dire poter uscire la sera con gli amici ma avere libertà

nel proprio paese sapendo che ci sarà un futuro per noi.

Noi possiamo godere di tutti i DIRITTI: diritto alla vita, ad un proces-

so, alla salute, all’istruzione, alla libertà di pensiero, di espressione, di

parola, di azione. Non dovrebbero esistere le parole SCHIAVITU’,

TORTURA, DISCRIMINAZIONE. Sentendo le storie di Mamadou ed

Erik abbiamo riflettuto molto sul fatto che spesso la verità è diversa da

quella che ci viene proposta dai mass media, non tutto è come sembra:

sono persone che devono combattere mille difficoltà, che devono rinun-

ciare al loro passato per guadagnarsi il proprio futuro, la VITA.

Per la classe 3^ A: Garofalo Luca, Santi Alessia, Ruggeri Giacomo,

Cambrini Matteo, Badioli Filippo, Colonesi Andrea, El Aliky Mo-

hamed, Gaudenzi Francesco, Grasso Mattia, Ridolfi Niccholas, Ro-

berti Filippo.

.

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Caro diario finalmente ce l'ho fatta!

Sono arrivato in Italia con la mia famiglia. E' stato un viaggio lunghis-

simo, quattro giorni che

sono sembrati un'eternità.

Era incredibile che una barca così piccola potesse trasportare così tante

persone...

Purtroppo, però, le condizioni in cui abbiamo viaggiato sono state pes-

sime.

Eravamo tutti ammucchiati, mancava l'aria e addirittura finivo con il

trovarmi sopra gli altri.

Questo interminabile viaggio, sembrava non finisse mai, e allora, per

ingannare il tempo, mi

sono messo a pensare...

Chissà, cosa mi aspetterà? Magari una bella classe, con compagni che

mi accetteranno per quello che sono, o una bella casa in cui stare con la

mia splendida ma numerosa famiglia.

E se invece...

In quel momento tutti i buoni propositi a cui avevo pensato svanirono.

Le paure cominciavano ad essere forti, e sempre più domande

affollavano la mia mente.

E se non sarò accettato, e se tutti mi prenderanno in giro, o ancora peg-

gio, non avremmo un posto in cui stare? Ci ritroveremmo a dormire

sotto i ponti!

All'inizio dell'anno scolastico la prof.ssa di italiano, in prepa-

razione dell'esame finale, ci ha fatto esercitare nella

scrittura di alcune pagine di diario; una volta ci ha chiesto di

immedesimarci in un giovane profugo scampato ad un viaggio

terribile...Ecco la mia pagina di diario.

CARO DIARIO

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In questo modo il tempo trascorreva, ma iniziavo ad avere an-

sia, tanti timori stavano ormai

impossessandosi di me.

Mancava ormai poco all'arrivo, si vedeva già la splendida vi-

sta della Sicilia, ma noi in ogni

caso dovevamo sbarcare un po' più in sù, a Napoli.

Finalmente arrivammo a destinazione, mi sembrava di aver

viaggiato per anni!

Mancavano pochi minuti ma...

La vista non era bellissima.

C'erano cinque o sei ambulanze.

E fu in quel momento che mi sono accorto che molti di noi

non c'erano più o erano in cattive condizioni.

Fortunatamente però, noi stavamo tutti bene, e una volta scesi

dalla barca, ho subito chiesto a

papà dove saremmo andati a vivere.

Papà ha risposto che saremmo andati a vivere, per il momento,

in un convento di suore.

All'idea non ero proprio contento, però non mi lamentavo.

Arrivati al convento, la prima cosa che ho visto furono tanti

bambini, uno si avvicinò a me e

mi chiese come mi chiamassi, quanti anni avessi e da dove ve-

nissi.

Io ho risposto:"mi chiamo Yousef, sono il piu grande di tanti

fratelli e ho dodici anni, vengo

dalla costa d'Avorio. E tu invece?"

Abbiamo parlato per ore e così siamo diventati amici...

Oggi ho capito che le mie paure sono infondate e che qui in I-

talia mi farò tanti amici.

Ti saluto caro diario, tornerò a scriverti presto.

Il tuo Yussuf

Giuseppe Rinaldi 3^D

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I DIRITTI UMANI

Noi ragazzi trascorriamo le giornate con spontaneità, credendo che tutto ciò che abbiamo e

che possiamo fare sia normale e molto semplice.

Ma per ottenere quello che abbiamo oggi, ci sono voluti tantissimi sacrifici che, purtroppo,

sono stati la base per stipulare un trattato che garantisse i diritti essenziali di tutti gli uomini,

senza i quali non c’è vita dignitosa: la Dichiarazione dei Diritti Umani. Essa nasce da un

evento che ha sconvolto l’intera umanità e cioè la Seconda Guerra Mondiale e il dominio di

Hitler: il genocidio, il razzismo, l’abominio di quegli anni hanno fatto sì che, al termine del

conflitto, le potenze vincitrici (USA, URSS, Cina, Gran Bretagna, Francia) sentissero la ne-

cessità di porre l’attenzione sui diritti degli uomini e sulla pace. L’Assemblea generale delle

Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, vota la Dichiarazione Universale dei Diritti

dell’Uomo, documento con lo scopo di tutelare i diritti fondamentali di tutti gli uomini sulla

terra, nessuno escluso; è di grande importanza perché ribadisce i diritti e le libertà fonda-

mentali dell’uomo e sottolinea l’impegno da parte di tutti i popoli e delle nazioni a farli ri-

spettare, garantendone l’universale ed effettivo riconoscimento.

In seguito l’ONU, il 20/11/1989 approva la Convenzione dei Diritti sull’ Infanzia che se-

gue la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo del 1959. Ognuno di questi trattati focalizza

l’attenzione sull’importanza del rispetto dei diritti essenziali dell’ uomo: quello alla vita, al-

la salute, alla libertà, all’uguaglianza, alla giustizia. Vengono evidenziati la necessità di vi-

vere nella pace, di poter nascere, crescere in famiglia e in ambienti sani, in armonia, perché

ogni persona è uguale agli altri anche se nasce in posti diversi. Tutti gli individui hanno il

diritto di essere curati in strutture idonee, di poter essere aiutati nei momenti di difficoltà; le

persone hanno il diritto di muoversi, migrare ed essere accolti da altri popoli, tutti hanno la

libertà di pensiero, di parola, di azione e di religione, poiché ognuno può credere in qualun-

que Dio senza essere perseguitato per le proprie scelte.

Gli individui hanno il diritto di poter accedere ai tribunali indipendenti ed imparziali per

stabilire in maniere adeguata eventuali colpe, senza distinzione di sesso, razza, religione.

Nei confronti dei diritti umani ci sono persone che lottano per far sì che questi vengano tu-

telati, anche con l’aiuto di tante associazioni come Amnesty International che interviene

ovunque ci sia bisogno, si batte contro la tortura, gli abusi, la pena di morte, le detenzioni

per motivi razziali, di guerra o a causa delle diverse opinioni politiche. Purtroppo ci sono

molti paesi che, nonostante abbiano firmato la Dichiarazione, non la rispettano, permetten-

do, ad esempio, lo sfruttamento del lavoro minorile e gli abusi sulle donne.

Ognuno di noi può agire per permettere a tutti di avere quello che solo in alcuni paesi è ga-

rantito: con piccoli contributi, adozioni a distanza, volontariato, partendo dal proprio picco-

lo, rispettando tutti coloro che ci circondano.

I Diritti umani sono fondamentali e dobbiamo lottare per mantenerli e fortificarli, come

hanno fatto tanti eroi prima di noi.

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Per capire meglio questi argomenti, nel mese di novembre noi ragazzi delle classi 3^, ab-

biamo incontrato alcuni operatori di Amnesty International e del Sistema Protezione Richie-

denti Asilo Rifugiati (SPRAR) che si battono per la difesa dei diritti umani: ci hanno fatto

capire quanto siamo fortunati perché ci sono, nel mondo, nostri coetanei che vengono sfrut-

tati e schiavizzati fin da piccoli, non scolarizzati per impedire loro ogni presa di posizione

contraria a quella imposta dall’alto.

Ci hanno chiarito la situazione alcuni ragazzi immigrati o rifugiati. Ciò che si sente dire su

di loro è, spesso, sbagliato, dovuto solo a pregiudizi e idee razziste.

Gabriele Bartolucci 3^D

COMMENTI SUGLI ARTICOLI DELLA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI

DELL’UOMO

GABRIELE BARTOLUCCI, commento all’ Art. 1: “Questo articolo è la base fondamenta-

le di tutti i diritti in quanto viene focalizzata l’importanza dell’essere umano che è dotato di

ragione e quindi ha la capacità di esprimere le sue opinioni in modo da non essere sottomes-

so da altri pensieri. La coscienza, invece, gli permette di capire cosa è giusto e cosa è sba-

gliato e di distinguere le varie possibilità. La ragione e la coscienza permettono quindi di

agire e l’art. 1 spiega che l’uomo deve agire per aiutare gli altri in spirito di fratellanza. Così

facendo gli uomini sono uguali e la loro libertà finisce dove inizia quella degli altri”.

LORENZO IMOLA, commento all’ Art. 2: “Io sono dello stesso parere dell’articolo, ma

secondo me, sentendo quello che succede nel mondo, queste leggi non sono rispettate, al

telegiornale si sentono moltissime notizie di persone di religione, colore della pelle o etnia

diverse, che, ancora oggi, sono perseguitate”.

LORENZO GORINI, commento all’ Art. 2: “Questo articolo mi ha informato su come

comportarsi con persone di lingua e opinione diverse, di sesso diverso, ecc. Mi ha fatto ri-

flettere su alcuni episodi in cui però questo articolo non viene rispettato, come la violenza

sulle donne da parte degli uomini che le maltrattano o anche nel caso di insulti alle persone

con diverso colore della pelle”.

ERIKA SORBINI, commento all’ Art. 5: “Questo articolo dice che le persone non possono

essere maltrattate. Di fronte alla legge siamo tutti uguali, quindi non bisogna torturare per-

sone perché sono di colore o di religione diverse o perché hanno opinioni differenti dalle

nostre. Secondo me questo diritto non viene sempre rispettato. A volte si sente dire che

qualcuno è maltrattato perché diverso dagli altri. Anche nel nostro piccolo questo articolo ci

rappresenta: come le prese in giro continue oppure gli episodi di bullismo”.

NICOLAS SEMPRUCCI, commento all’ Art. 7: “Secondo me, se questo articolo fosse ri-

spettato parola per parola, il mondo vivrebbe nello splendore e nella pace, ma, in realtà, an-

cora oggi tra i vari popoli, ci sono continui conflitti e massacri a causa delle differenze so-

ciali, economiche, religiose, culturali e politiche che causano la perdita della vita di persone

innocenti, la perdita del diritto più importante”.

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Durante l’anno scolastico 2014-2015 abbiamo aderito al Progetto

“Adotta l’autore”.

Insieme alle nostre insegnanti di Italiano, abbiamo scelto l’ autore

Francesco D’Adamo e, fin dai primi mesi di scuola, ci siamo impegnati

a leggere i suoi “classici” : “Storia Di Iqbal” ,”Storia Di Ismael “ e in-

fine … “Oh , Freedom!”.

Nel mese di novembre ci siamo recati in libreria allo scopo di acquisi-

re competenza nella scelta dei libri da leggere e formarci come let-

tori autonomi ed informati.

Dopo aver svolto un percorso di lettura a voce alta, coadiuvati

dall’esperta Stefania Lanari della Libreria ” Le foglie d’oro”, nel mese

di febbraio abbiamo dedicato una serata ai genitori, nel corso della

quale abbiamo letto ad alta voce alcuni brani tratti dai libri

dell’autore.

E per finire, al termine dell’anno scolastico, abbiamo sfidato i nostri

genitori in un’appassionante gara di domande quiz e prove pratiche sui

libri letti.

Abbiamo dedicato un intero anno a questo progetto: partendo dalle

vicende narrate nei romanzi scelti, abbiamo affrontato temi molto

attuali, che l’autore tratta e vuol far conoscere a noi lettori e che ci

hanno fatto riflettere, in particolare, sulla violazione dei diritti

dell’infanzia. E’ stato un progetto entusiasmante!!!

Gli alunni della 2^A

ADOTTA L’AUTORE

17

18

INTERVISTA A……FRANCESCO D’ADAMO

A conclusione del progetto “Adotta l’autore”, realizzato nell’anno scolastico 2014-

2015, il 25 novembre noi alunni delle classi 2^A, 2^B e 2^D abbiamo avuto il piacere

di incontrare lo scrittore Francesco D’Adamo, autore dei romanzi che abbiamo letto

l’anno scorso. Abbiamo approfittato dell’occasione per tempestarlo di domande sul

mestiere di scrittore e sui suoi romanzi che lui stesso ha definito “ i suoi figli “ .

Questo scambio di battute è iniziato con alcuni consigli e curiosità che D’Adamo ha

dato a noi giovani per essere dei lettori onnivori: ci ha suggerito di “andarci a

cercare le storie”, perché non esistono libri belli o libri brutti, ma “storie che ci

piacciono e storie che non ci piacciono”. Per questo motivo un bravo lettore deve

essere un “pasticcione” cioè deve leggere di tutto, come fa lui (fumetti, horror,

polizieschi, romanzi storici, thriller, romanzi famosi e non, fantasy, ecc…)

Subito dopo ha anticipato alcune nostri interrogativi spiegandoci qualcosa di più dei

suoi capolavori: lui stesso li definisce “romanzi realistici” perché partono dalla

realtà, trattando temi di grande attualità e importanza (lo sfruttamento minorile, i

bambini soldato, le tragedie dei migranti, la schiavitù, la violazione dei diritti dei

minori). La sua scelta dipende innanzitutto dal fatto che sono temi poco trattati

dagli altri autori (forse perché sono argomenti “difficili”), inoltre perché lui è una

persona che “non è capace di stare zitta”e prova dolore e rabbia di fronte a queste

tematiche, quindi vuole dire “no” alle storie tristi e tragiche di cui sente parlare

ogni giorno.

A questo punto è iniziata la nostra intervista:

D. -Quando ha deciso di fare lo scrittore?

R. –L’ispirazione di scrivere mi è venuta in tenera età tra i banchi di scuola, quando il

mio maestro, Ugo, nell’ultima mezz’ora di lezione, leggeva un libro per far rilassare

noi alunni. A diciotto anni mi sono trasferito a Milano seguendo i miei sogni di

scrittore e il mio istinto, avendo l’appoggio dei miei genitori che non mi hanno mai

ostacolato.

D.- Perché afferma che scrivere è un mestiere?

R.- Perché contrariamente a quanto si pensa, lo scrittore non è una persona

ispirata, ma ha bisogno anche lui di attrezzi, cioè delle tecniche narrative che gli

permettono di costruire una storia.

D.- Che metodo segue quando inizia a scrivere?

R.- A differenza di altri scrittori, non scrivo nessuna scaletta; parto da un’idea

(leggo un articolo, un’intervista, mi soffermo su un fatto), comincio a pensare ad una

trama, immagino i personaggi e l’ambientazione e, solo qualche mese dopo, comincio a

scrivere seguendo rigorosamente un ordine cronologico.

19

D.- Quanto è importante l’incipit nelle sue storie?

R.- E’ una parte molto rilevante, insieme alla descrizione dei luoghi e dei personaggi.

Secondo me infatti, la parte iniziale può far decidere ad un lettore se continuare a

leggere la storia, per cui non può essere limitata a poche righe, ma deve occupare

molte pagine, se non l’intero primo capitolo. Anche il finale è fondamentale perché

sarà la parte che rimarrà per sempre impressa nella mente del lettore, e quindi non

può deludere.

D.- E’ mai stato nei luoghi in cui sono ambientate le sue storie?

R.- No, in verità non sono mai stato in Pakistan, non ho mai visitato il villaggio di I-

smael, né ho mai attraversato le “Underground Railroad” del Nord America lungo le

quali si svolge la vicenda di “Oh Freedom!”, tuttavia ho cercato di immaginare questi

luoghi nei dettagli, stando attento alla cultura del Paese, alle tradizioni e al periodo

storico in cui sono ambientati i romanzi.

D.- Sono passati tanti anni dalla pubblicazione di “Storia di Iqbal”, eppure nulla

è cambiato in molti Paesi nello sfruttamento dei bambini. Lei pensa che questo

problema potrà essere mai risolto?

R.- Ho affrontato questo tema anche nel mio ultimo romanzo “Dalla parte sbaglia-

ta”( il sequel di Storia di Iqbal n.d.r.): si tratta di un fenomeno che durerà ancora

nel tempo, fino a quando esisterà il lavoro sottopagato che sfrutta le condizioni di

miseria di molte famiglie. Non dobbiamo dimenticarci che a contribuire a questa pia-

ga siamo noi occidentali, che tanto ci commuoviamo e ci stupiamo di fronte a tale si-

tuazione, ma al tempo stesso acquistiamo oggetti e abbigliamento a prezzi irrisori,

ben sapendo che tali prezzi sono dovuti al sudore, al lavoro disumano di tanti bambi-

ni che avrebbero il diritto di giocare, ridere, correre e soprattutto studiare e che,

solo grazie allo studio, potrebbero sperare in un futuro migliore.

Gli alunni delle classi 2^A, 2^B, 2^D

20

STORIA DI ISMAEL

Come in tutti i suoi romanzi, anche in “Storia di Ismael”, Francesco

D’Adamo tratta un tema di grande attualità per spiegare ai lettori dagli 11

anni in su cosa ci sia dietro gli sbarchi di cui sentono parlare ogni giorno.

E lo fa attraverso le vicende del protagonista, Ismael, un quindicenne che

vive lungo le coste del nord Africa, insieme a sua madre, beduina delle sab-

bie, le sue sorelline e al padre pescatore di cui deve seguire le orme.

Il ragazzo, sin da piccolo, ha stabilito un forte legame con il mare, ma non

sa che sarà proprio questo a portargli via il padre durante una tempesta.

Dopo questa tragedia sarà costretto a prendere una difficile decisione: la-

sciare la sua mamma e le sue sorelline e imbarcarsi per arrivare in un luogo

dove potersi rifare una nuova vita: la"Talia”.

Lo attende un viaggio drammatico: unico sopravvissuto, dopo una tempe-

sta, sbarca sulle coste di una delle isole della "Talia", ma il suo sogno non si

avvera: Ismael è solo uno dei tanti clandestini che vengono "rinchiusi" nei

Centri di identificazione e alla fine verrà rimandato nel suo Paese.

E’ un romanzo da leggere e da “meditare”: con un linguaggio semplice e un

ritmo veloce, D’ Adamo porta i lettori, guidati dagli occhi, dalle parole e dai

ricordi di Ismael, attraverso tutti i problemi, i drammi, le angosce e le spe-

ranze degli immigrati che tentano di sbarcare dalla parte “giusta” del mon-

do.

Uomini, donne, ragazzi disposti a tutto per il desiderio di una vita migliore.

Vittoria Piermaria 2^ A

21

OH, FREEDOM

"Oh, Freedom" e' un libro scritto da Francesco D'Adamo, adatto a tutti,

anche a chi non ama leggere. E' un libro molto bello che ti invoglia ad

andare avanti e a leggerlo finché la testa non esplode!

In questo bellissimo romanzo scoprirai la storia di Tommy, figlio

di schiavi neri, che viveva in Alabama nel 1800.

Una sera Tommy, mentre pescava al fiume, fece uno strano incontro

che gli cambiò la vita. La persona che incontrò si chiamava Peg Leg

Joe, una guida che liberava gli schiavi.

Leggerete così la storia del protagonista e della sua famiglia che, guida-

ta da Peg Leg Joe, tenta di fuggire in Canada dove la schiavitù è fuori

legge.

Inoltre scoprirete i linguaggi segreti usati per fuggire, come la canzone

che faceva : " FOLLOW THE DRINKING GROUND".

Cosa vuole dire..... leggete il libro e lo scoprirete.

COSTANTINI FILIPPO 2^ D

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STORIA DI IQBAL

Iqbal, venduto a Hussain Khan per estinguere il debito dei genitori, si trova

tutti i giorni ad affrontare un lavoro disumano in un’arbitraria “fabbrica di

tappeti”: una piccola stanza, con tetto in lamiera e pavimento di terra battu-

ta.

Il padrone, a dir poco intransigente, pretende lavori impeccabili e non am-

mette errori. Iqbal e i suoi piccoli compagni iniziano il lavoro all’alba e

concludono al tramonto, dopo continue ore di fatica e vesciche sulle dita.

Chi non esegue bene il lavoro e non rispetta le regole, viene rinchiuso in un

contenitore detto “la tomba” sotto il sole cocente senza la possibilità di bere

e mangiare.

Iqbal, essendo cosciente del fatto che il debito non si estinguerà mai, decide

di scappare e salvare così tutti i bambini che vivono la sua stessa situazione.

Dopo un primo tentativo di fuga fallito, Iqbal, grazie ad un volantino trova-

to in città intitolato “Fronte per la liberazione dello sfruttamento minorile”,

decide di riprovare a scappare, questa volta con l’aiuto dei suoi compagni.

Rivolgendosi alla persona giusta, Eshan Khan, rappresentante sindacale,

Hussain Khan viene denunciato e con lui tutta la mafia dei tappeti.

Diventato famoso in tutto il mondo, Iqbal decide di incontrare la sua fami-

glia e, proprio in quel giorno la mafia dei tappeti si prende la sua rivincita

…. Iqbal muore a 13 anni nel 1995.

La storia di Iqbal Masih ha colpito tutti noi facendoci capire come è prezio-

sa la vita, quanto sia importante non dare nulla per scontato, quanto quei

bambini abbiano sofferto. Siamo inoltre consapevoli che tanti altri ancora

stanno vivendo questa barbarie. Siamo davvero fortunati!

Gli alunni della 2^ B

23

DIRITTO AL GIOCO

Fammi correre, solo per gioco

senza scarpe, solo per poco

senza voglia di imparare

con il bisogno di socializzare;

voglio stare con tanti bambini,

senza adulti, sempre vicini.

Solo per finta, solo per festa

questo correre mi darà alla testa.

Fammi correre solo per gioco

per trovare un amico affettuoso.

Tommaso Ligi 2^ A

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GIOCARE, SOGNARE … LIBERTA’

La libertà di giocare ….

mi vien da sorridere al solo pensare!

Se io voglio un castello,

nei miei sogni viene sempre bello;

è bello parlare …

con gli amici che vogliono ascoltare!

Se non avessi questo privilegio,

mi sentirei chiusa in un collegio.

Per i bambini questa è libertà

e nessuno mai gliela toglierà!

Sara Costantini 2^A

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GIOCARE INSIEME!

I bambini devono giocare

perché grandi devono diventare,

tutti insieme che allegria

perché sono in compagnia;

sin da piccoli son allenatori

per diventare bravi giocatori.

I bambini devono giocare

per il tempo far passare.

Sofia Meliffi 2^ A

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BISOGNO DI GIOCARE

Fammi giocare solo per gioco

non chiedo per sempre, ma per poco;

non ti dico di scherzare

ma almeno di giocare

o con la palla o con le mani

basta fino a dopodomani;

con un inizio, ma senza fine

e con tanti bambini e bambine,

senza capire, senza imparare

ho solo bisogno di giocare

Martina Federici 2^A

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IL DIRITTO AL GIOCO

Il diritto è giocare

ed è quello che vorrei fare:

tutti i giorni ballare

e con le amiche scherzare;

nel cortile col pallone

si aggira contento il mattacchione;

macchinine, trottole e palloncini

rendono felici tutti i bambini.

Del diritto al gioco ecco la filastrocca

che adesso ascoltare vi tocca

2^A

28

29

30

Ecco i racconti elaborati per il concorso “Scrittori di classe”: dato un incipit, noi

ragazzi abbiamo continuato....

COME DUE GOCCE D’ACQUA NEL MARE

Appena il padre si allontanò, arrivò di corsa Jessica, la sorella maggiore di Milo

e Valentina.

-Ehi, che succede? Cos’è tutta questa confusione?- domandò.

-Valentina è scomparsa mentre facevamo un giro in canoa e papà si è precipitato

a cercarla! –rispose Milo, ancora in preda al panico per l’accaduto.

-Cooosa?! Presto! Andiamo subito anche noi! –Propose la sorella agitata e pre-

occupata.

-Papà mi ha detto chiaramente che non mi vuole fra i piedi e…-

-E allora?! –insistette Jessica, senza neanche lasciar finire Milo di parlare – No-

stra sorella è scomparsa e noi dobbiamo assolutamente ritrovarla! –Così i due,

disubbidendo al padre, lasciarono la loro tranquilla esistenza nella villa, presero

le loro canoe e s’inoltrarono alla ricerca dell’amata sorella.

-Andiamo nel luogo dove l’ho vista per l’ultima volta, prima che sparisse: ma-

gari lì troveremo degli indizi– consigliò astutamente Milo.

31

-E se fosse scappata di sua volontà nel bosco? Non hai pensato a questa eventua-

lità? –Ribattè Jessica non molto convinta all’idea del fratello.

-E’ impossibile, Valentina non è così stupida da entrare nel bosco da sola: sa be-

nissimo che è un pericolo! Di sicuro è successo qualcosa di grave–

-E va bene, ma facciamo in fretta: non sopporto l’idea di non sapere come sta!–

In men che non si dica, giunsero nel posto consigliato da Milo, che in effetti a-

veva ragione: notarono delle macchioline di sangue, la canoa e i remi di Valenti-

na giacevano lì come abbandonate.

-Oddio, guarda Milo! L’hanno ferita! –Gridò terrorizzata Jessica indicando il

sangue.

-Io non ne sarei così sicuro: ricordo benissimo che si era tagliata un dito con una

stecca di legno di un remo della sua canoa. - Guarda, lo vedi?– disse indicando

“lo spuntone” nel remo di Valentina-

Era già ferita e sanguinava ancora quando si è diretta verso il bosco…-

-Come nel bosco?- Intervenne la sorella.

-Sì esatto nel bosco. Non vedi dove vanno a finire le tracce di sangue? È sicura-

mente da qualche parte lì dentro- riflettè Milo.

-Allora dai, andiamo!-

-Ma sei matta? - E’ pericolosissimo! –rispose immediatamente contrariato.

-No, non è pericolosissimo, è solo pericoloso-. Per la prima volta Milo affronta-

va le sue paure.

Milo si soffermò a lungo pensando a come fare: nonostante le numerose incer-

tezze, il coraggio e l’amore per la sorella ebbero la meglio. Jessica era fiera di

lui e un sorriso compiaciuto illuminò il suo volto.

Intanto il padre si stava convincendo del fatto che Valentina fosse scappata o

fosse stata costretta a farlo da Milo e girovagava sconsolato a caccia di un indi-

zio, ma senza successo.

Milo e Jessica invece erano sulla pista giusta. Seguendo le tracce di sangue

giunsero in un vecchio ospedale dall’aspetto sinistro: la facciata mostrava delle

mura crepate, la vernice era scrostata, il portone sconnesso. I ragazzi entrarono

da un piccolo varco di una finestra del vetro rotto. Erano veramente impauriti. Si

guardarono intorno. Avanzarono a lenti passi. Era buio, solo una flebile luce pro-

veniva da una lanterna appesa ad un gancio sul muro. In fondo ad uno stretto

corridoio si accese ad un tratto una luce più forte in lontananza. Raggiunsero la

fonte luminosa ed entrarono in una stanza. Era uno studio medico, c’erano

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lettini da ospedale, strumenti, lastre appese alle pareti. Una di queste attirò

l’attenzione di Milo: -E’ proprio la lastra della mia gamba! Guarda c’è il mio no-

me e la firma del mio medico, il Dottor Frankling.

Un libro molto antico attirò l’attenzione di Milo. Era in pelle ed arricchito da in-

tarsi di seta e pietre preziose. Lo estrasse dalla libreria e come per magia il pavi-

mento ruotò e si aprì un passaggio segreto.

-E’ veramente misterioso tutto ciò…- sussurrò Valentina quando venne interrotta

da un suono, o meglio, da una voce che proveniva al di là della parete. Si accor-

sero della presenza di un passaggio segreto, una libreria girevole. Dovevano tro-

vare il libro giusto che gli avrebbe rivelato l’accesso.

In fondo ad uno stretto corridoio si accese ad un tratto una luce più forte in lon-

tananza. Raggiunsero la fonte luminosa ed entrarono in una stanza. Era uno stu-

dio medico, c’erano lettini da ospedale, strumenti, lastre appese alle pareti. Una

di queste attirò l’attenzione di Milo: -E’ proprio la lastra della mia gamba! Guar-

da c’è il mio nome e la firma del mio medico, il Dottor Frankling.

-E’ veramente misterioso tutto ciò…- sussurrò Valentina quando venne interrotta

da un suono, o meglio, da una voce che proveniva al di là della parete. Si accor-

sero della presenza di un passaggio segreto, una libreria girevole. Dovevano tro-

vare il libro giusto che gli avrebbe rivelato l’accesso.

-Ecco, entriamo presto!- sussurrò Milo, e chi videro? Proprio Valentina.

-Valentina! Come stai? Cosa ti è successo?- ansimò Milo.

-Il Dott. Frankling mi ha rapito e mi ha rinchiuso qui dentro!-

In quell’istante entrò proprio il malintenzionato.

– Perché ha fatto questo dottore!- esclamò Milo.

-Da quando ho conosciuto la tua famiglia, ho escogitato un piano. Voi vivete in

una splendida villa e conducete una vita agiata, mi è sembrata un’ottima oppor-

tunità per arricchirmi. Avrei potuto farti guarire tempo fa ma non l’ho fatto per-

ché avrei perso un ottimo cliente che mi pagava profumatamente. Poi ho pensato

ad un rapimento con tanto di riscatto ed a una fuga in terre lontane col bottino-

In quel preciso istante irruppero nella stanza dei poliziotti che ammanettarono il

dottore. Si erano appostati dietro la libreria e avevano ascoltato tutta la dichiara-

zione-confessione del dottore.

Il dottore si irrigidì come pietrificato sentendosi incastrato e fu allontanato da u-

na scorta numerosa di agenti armati.. -Ora vi riportiamo a casa dove vi aspettano

con ansia i vostri genitori . Un anziano signore ci ha segnalato dei movimenti

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sospetti all’interno dell’ospedale abbandonato così per fortuna siamo giunti in

tempo da voi-

-Grazie, il vostro intervento è stato provvidenziale. Portateci subito al sicuro-

Arrivati alla loro villa trovarono il padre in lacrime seduto su una poltrona.

-Papà! Milo e Jessica mi hanno salvata!- gridò Valentina correndo a braccia a-

perte verso di lui.

-Valentina! Sei viva! Milo, Jessica, grazie mille, sono davvero fiero di voi! Veni-

te qui ragazzi, fatevi baciare- singhiozzò il padre tra le lacrime. Poi si rivolse a

Milo e si complimentò con lui per il suo coraggio e la sua tenacia.

La famiglia si abbracciò. Da quel giorno Milo entrò nel cuore di suo padre che

finalmente lo apprezzò perché aveva dimostrato di essere capace nella vita, di

saper superare le ostilità e di combattere. Milo aveva vinto i sui suoi timori e le

sue incertezze e la vita cominciava a sorridergli.

La famiglia era più unita che mai. Viaggiarono per tutto il mondo, finchè un bel

giorno trovarono un medico fantastico, un vero angelo custode, che riuscì final-

mente a trovare una cura per la gamba “secca” di Milo.

Da quel giorno, Milo e la sua famiglia, cominciarono a godersi la loro meritata

felicità.

Autori:

Banini Elisa, Pollastrelli Maria Grazia, Stefani Attilio Brancorsini Joseph,

Dini Manuel, 1^ C.

34

DIVERSITA’

Milo disse piangendo: “So che non mi vuole bene, ho capito, vado via!”.

Si fece sera e Milo era pronto per partire: con lo zaino in spalla e la pagaia in

mano, andò alla caletta e partì contro corrente, ma il fiume era troppo forte e si

lasciò trascinare.

Il mattino seguente si svegliò alla foce e pensò di accamparsi in spiaggia, prese

la canoa e la pagaia, appoggiò una sull' altra per ottenere un tetto e stese lì sotto

una coperta che aveva nello zaino: “Ecco, è pronto!”,esclamò Milo.

Si fece sera e Milo andò a dormire sotto il suo riparo. Durante la notte Milo eb-

be moltissimi pensieri che non lo facevano dormire, la paura di non farcela e so-

prattutto di non rivedere più la sorella. Cominciò a sentire freddo e pensò di ac-

cendere un fuoco, ma senza successo, quindi si accontentò di coprirsi con la co-

perta, che fino a quel momento aveva usato come pavimento per isolarsi

dall’umidità del suolo.

Il mattino seguente Milo decise di partire per mare, però prima di partire cercò

risorse sulla spiaggia ma trovò solo quattro bastoncini, non sapeva a cosa gli po-

tevano servire ma, previdente come al solito –cosa per la quale spesso il padre lo

derivedeva- li portò con sé. Salì sulla canoa e partì verso mezzogiorno.

Quando era in mare aperto cominciò ad avere fame.

Dopo poco tempo che era in mare aperto, vide un galeone: era enorme!

Milo esclamò: “Cosaaa?!! Che diavolo è?!!!”. Il galeone gli stava andando incontro,

come se dalla barca l' avessero notato, vide sulla prua un pirata con la barba lunga fi-

no a terra che gridava: “ARGGG! Ecco il nostro nuovo mozzo! Fatelo salire!”. Quin-

di gli altri pirati calarono una scala di corda per farlo salire, ma Milo chiese al pirata

dalla barba lunga: “Mi darai da mangiare?” e lui: “Sì, se te lo meriti, ovviamente”,

allora Milo ribatté: “No, mi devi assicurare che mangerò!” e il pirata: “Non te lo assi-

curo, però è molto probabile che mangerai!”, e Milo rispose: “ Allora no!” e cominciò

a remare allontanandosi.

Fu sera e Milo cominciò a pensare a come dormire: con un tetto oppure no. Milo scel-

se la prima opzione; prese i quattro bastoncini che aveva trovato, la pagaia e appoggiò

l’una sugli altri e vi appoggiò sopra la coperta, si mise sotto e cominciò a dormire.

Il mattino seguente ebbe troppa fame e pensò di tornare al galeone per chiedere di la-

vorare in cambio di cibo.

Arrivò lì dopo cinque minuti di viaggio.

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Appena giunto, lanciò un urlo fortissimo per richiamare l' attenzione dei pirati e tutti

si misero a guardare Milo, dicendo: “Vuoi salire?” e Milo rispose: “ Sì!”. Calarono

una scala e Milo salì, arrancando per via della sua gamba secca.

Una volta a bordo chiese al pirata dalla barba lunga cosa doveva fare, lui gli disse di

dare lo straccio nella stiva.

Milo scese nella stiva e non poteva credere ai suoi occhi, una cosa incredibile! Vide in

una gabbia sua sorella Valentina e disse: “Va- Va- Va- Valentina, sei proprio tu?” e Va-

lentina rispose piangendo: “Milo se proprio tu?” e lui: “Sì, che piacere rivederti, ma

cosa ci fai qui?” e lei rispose: “Sono scappata di casa e ho chiesto aiuto ai pirati ma

mi hanno ingannata, e questa sarà la tua stessa fine!”. Milo si sentì prendere dalla pa-

ura e dalla rabbia, “Veramente?!!” disse fuori di sè.

Si sentì un cigolio, era la porta, si vide un’ ombra enorme, era del pirata dalla barba

lunga, aveva una gabbia e disse: “Vieni qui, piccolo caccianaso!” e Milo, balbettan-

do, disse: “ Cosa vuoi da me?” e il pirata: “Catturarti!!”. Milo cercò di fuggire ma

non ci riuscì.

Il giorno dopo il pirata tornò con una spada e disse: “Oggi morirete!”. Milo e Valenti-

na piangevano mentre il pirata si avvicinava fino a che Milo. . . si svegliò nel suo letto

e disse: “Era solo un sogno per fortuna!”. “Che cosa erano tutti quei lamenti che hai

fatto durante il sonno?”, gli chiese con la solita faccia simpatica e rassicurante il pa-

dre che era venuto a dargli la sveglia, “Devi proprio aver fatto un brutto sogno!”. “Eh

sì!”, rispose Milo, pensando a quanto era fortunato a non trovarsi in pericolo e ad ave-

re un padre che lo amava e lo apprezzava. ‘’E valentina dov’è?’’, domandò Milo, an-

cora confuse dall’ incubo.’’E’ già in piedi e pronti per la colazione! Forza!’’. Milo si

alzò e veramente quella mattina non vedeva l’ora di salutare sua sorella . Corse fino

in cucina con le sue gambe normali.

“Devi proprio aver fatto un brutto sogno!”. “Eh sì!”, rispose Milo, pensando a

quanto era fortunato a non trovarsi in pericolo e ad avere un padre che lo amava

e lo apprezzava. “E Valentina dov’è?”, domandò Milo, ancora confuse

dall’incubo. “E’ già in piedi e pronta per la colazione! Forza!”. Milo si alzò e ve-

ramente quella mattina non vedeva l’ora di salutare sua sorella. Corse fino in cu-

cina con le sue gambe normali.

1^A

36

Rubrica: piccoli artisti crescono …

Riproduzione di un’opera d’arte

“Canestra di frutta” di Caravaggio rielaborata con tecnica chia-

roscuro a matite colorate.

LORENZO IMOLA 3^D

37

Tecnica: matite colorate con chiaroscuro.

Titolo dell’opera: Yvonne e ChristineLerolle al piano (1897-1898)

Autore: Renoir.

Francesca Galasso 3^E

38

Tecnica: matite colorate con chiaroscuro.

Titolo dell’opera: La condizione umana

Autore: Magritte

Chiara De Simone3^E

39

Tecnica: matite colorate con chiaroscuro.

Titolo dell’opera:

Autore: Aldo Rossi

Vladik Tontini 3^E

40

Tecnica: matite colorate con chiaroscuro.

Titolo dell’opera: l’Urlo

Autore: Munch

Alex D’Alessandro 3^E

41

O INFINITO (portoghese)

Sempre cara me foi esta erma altura

Com esta sebe que por tanta parte

Do último horizonte a visão exclui.

Sentado aqui, e olhando, intermináveis

Espaços para além, e sobre-humanos

Silêncios, e profunda quietude,

Eu no pensar evoco; onde por pouco

O coração não treme. E como o vento

Ouço gemer nas ervas, eu àquele

Infinito silêncio esta voz

Vou comparando: e sobrevem-me o eter-

no,

E as idades já mortas, e a presente

E viva, e seu ruído... Assim, por esta

Imensidade a minha ideia desce:

E o naufragar me é doce neste mar.

Guilherme Gusmao Santos

L’infinito …pesarese…

M’è sempre piaciuta ‘sta collina

E ‘sta fratta che en fa veda

Cu c’è dria.

Stag a seda e a guard el spazi

Che sembra che an fnisc’

C’è un gran silenzi e tanta de cla pèc’

Che, sol a imaginè l’infinit sal pensier,

guesi me chiappa un colp.

El rapascet del vent fra le piant

Me fa confrontè el su rumor

Sa chel silenzi infinit: me vien in ment

L’eterne, e i ann pasèt, la stagion de adès

Sa tutt el chiass che fa.

A cla via, tramesa ‘st’immensità

El pensier mia s’afoga

Mo me dà gust un bel po’

a sentim pers

dentra ‘ste mer.

Quelli di 3^ F e i loro nonni

Scrittura creativa: parole in libertà

Il nostro Infinito....visto con gli occhi della terza F

42

IL FUTURO

Guardando dalla finestra,

Vedendo la collina con gli olivi,

Sento la brezza del vento

Che mi accarezza.

Immagino dietro la collina

Il nuovo mondo che verrà

E questo futuro mi inquieta.

Gidas Umbri

La pioggia non è triste

Un velo mi copre la vista,

è bianco e tutto rattoppato,

mi immagino cosa ci possa essere

al di là.

Penso un mondo

Dove tutto è possibile

Dove piove sempre

Ma l’acqua non è triste.

All’improvviso

Un grido ruvido mi ferma

E io torno alla realtà della mia stanza

“Lorenzo sbrigati

Piove

prendi l’ombrello”

NOBILI LORENZO

Il freddo sole d’autunno

E guardando il freddo sole

D’autunno e le foglie cadenti

Degli alberi ormai spogli,

la mia fantasia vola,

lì dove non posso sapere.

Il pensiero e la mente

si aprono, chiudo gli occhi,

immagknino un disteso prato verde

e qualche accenno

di bianche margherite.

Diego Marcheggiani

Il freddo sole d’autunno

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PAROLE IN LIBERTA’

PIERI GABRIEL 3^A

IL SOGNO PERDUTO

IL SOGNO NON SE NE VA

CON IL GIORNO

CAMMINA SULLA STRADA

UNA VOLPE GLI AZZANNA

IL MANTELLO

DUE BANDITI GLI STRAPPA-

NO LA BORSA

MA UN PASTORE GENTILE

LO PRENDE CON SE’

SI ILUMINA IL FUOCO

E SI BEVE DEL LATTE

LE STELLE SCINTILLANO

AL SUONO DEL FLAUTO

SU UN LETTTO DI FOGLIE

GIACE IL PASTORE CON IL

SUO SOGNO

MA AL MATTINO SVANISCE

NEL SOLE

L’ AUTUNNO FELICE

UNA NUVOLA SI E’ PERSA

IL CIELO LA GUARDA TRI-

STE

IL SOLE L’ ACCAREZZA

LE ANATRE CANTANO

SULLA RIVA

GLI UCCELLI PIANGONO

LACRIME DI PIOGGIA

SI INGROSSA DI TRI-

STEZZA IL FIUME

MA CON L’ALBA TORNA

LA FELICITA’

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IL FANTASMA CURIOSO

Era la notte di Halloween ed ero fuori con gli amici in discoteca. Dopo tanto di-

vertimento ho preso la macchina per tornare a casa. Durante il tragitto ad una

curva ho sbandato con la macchina e sono andato giù in un burrone. Proprio do-

po questo brutto incidente sono diventato il fantasma curioso. Ho iniziato a toc-

carmi ma mi sono subito reso conto che ero invisibile, tutti non riuscivano a ve-

dermi ma io vedevo loro. Mi sono accorto che potevo volare e sono andato subi-

to verso il cimitero dove era sepolto il mio cane Max. Lì ho iniziato a ricordare

tutti i bellissimi momenti passati insieme quando lui era vivo ed io non ero an-

cora un fantasma. Gli ho promesso di tornare a trovarlo tutte le sere. Dopo sono

tornato a casa dove c’era la mia mamma che dormiva e dopo averle dato un ba-

cino sono andato a letto. Mi sono accorto che potevo attraversare i muri ed era

molto divertente. Inoltre ho scoperto che non potevo né mangiare né bere. Sono

andato subito a letto perché ero sconvolto. Dopo qualche ora mi sono svegliato

credendo e sperando di aver fatto un brutto sogno e invece mi sono accorto che

ero realmente un fantasma. Ho deciso, allora, di andare a disturbare qualche per-

sona facendo qualche scherzetto, proprio come facevo quando non ero un fanta-

sma. Mi sono divertito molto perché gli altri non potevano vedermi e io invece

potevo vedere loro e fargli scherzi. Dopo lunghe giornate a far scherzi, la sera

tornavo sulla tomba del mio cane Max come gli avevo promesso.

Elia Ciamaglia 2^ E

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PROGETTO: Espri-AMIAMOCI IN CUCINA

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BROWNIES This morning we made brownies in the school canteen.

They probably were made for the first time in Chicago in 1892 to celebrate the 400th anniversary of the dis-

covery of America. An aristocratic lady, Bertha Palmer asked his chef to make a “take away” cake.

Of course they are called “brownies” because of their colour.

They are delicious!!!

Here’s a QUICK and EASY recipe:

INGREDIENTS

gr 400 sugar

gr 225 butter (melted)

gr 60 cocoa powder

4 eggs

gr 225 flour

½ teaspoon baking powder

a pinch of salt

gr 60 walnut halves

METHOD

Mix all ingredients in the order given.

Bake at 180° for 20-25 minutes in a rectangular 23x33 cm greased baking tin.

Cool, and slice into equal square portions.

Class 3^A (the girls)

RUBRICA:ENGLISH CORNER

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TOO MANY MEN IN CHINA

40,000,000 boys in China are facing life without a wife. With more than a billion people, China has too

many men. According to the latest census, an average of 120 boys are born for every 100 girls, the greatest

imbalance in the world.

WHY? One-child policy started in China in the late 1970s in order to reduce the growth of population.

Taxes were imposed to families who had a second child.

Since most families were restricted to have one child, parents preferred to have a boy instead of a girl be-

cause in China sons take care of elderly people. So there was a very careful birth control and even female

infanticides.

Another consequence of the one-child policy was a growing proportion of elederly people. One third of

population will be over the age of 60 by 2050. Now, about 10 percent of the population is 65 or older.

The Chinese Government realized that the one-child policy wasn’t good any more so last month China de-

cided to end it allowing all married couples to have two children but the problem won’t be solved in a short

time.

We think China should abolish the family planning system and let people decide how many children they

want to have.

Moreover, we don’t understand the preference for boys. A girl is as important as a boy!

Margherita Pascucci, Alberto Del Chierico (3^C )

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STOMP

Stomp performed at Rossini Theatre in Pesaro on 22nd Nvember.

Stomp is a group created by Luke Cresswell and Steve McNicho-

las in Brighton, United Kingdom, in 1991. The performers use a variety of eve-

ryday objects as percussion instruments in their shows.

With strofinii beats and percussion of all kinds, the formidable dancers-

percussionists-actors-acrobats Stomp give voice to common everyday objects:

cans, tires, sinks, brooms, brooms by recycling use of choice, in “frienzy” of ar-

tistic irony overwhelming.

Their mission?

Liberate, through rhythm, sounds, the most common and thefore the most un-

known of the contemporary age. It is the violence and intensity of the rhythm

that moves the world of the millenium.

Elisa Bastianoni and Dylan Guidi – 2^C

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WHAT A CUTE FAMILY!

Prince William was born on 21st June 1982. His father is Prince Charles

(Queen Elizabeth II’s son) and his mother was Princess Diana.

Kate Middleton was born on 9th January 1982 (she doesn’t come from an aristo-

cratic family).

William and Kate met at University in 2001. They fell in love each other and

they got married on April 29th 2011 (it was a fairy tale wedding!).

Two years later their first son was born, his name is George.

George was two years old when her sister Charlotte Elizabeth Diana was born

on 2nd May 2015.

English people love them very much!

We also love this family: young and beautiful parents and cute children!

Sofia Meliffi, Ilenia Baldantoni, Martina Federici - 2^A

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YOU CAN’T ELIMINATE CHRISTMAS HAPPINESS

We know, the situation in Italy and on our planet is awful: terrorism, wars, violence, immigrants and refu-

gees, economic crisis, poverty, unemployment, pollution, global warming, etc…..

But we want to hope in a better world, full of love, humanity and freedom.

We want to live our life in peace.

Let’s start from Christmas!

Let’s spend our holidays happily and joyfully with our families and friends!

Let’s spread joy and love everywhere!!!

YOU CAN’T ELIMINATE CHRISTMAS HAPPINESS!

(Francesco Pazzaglia, Christian Paperi , Mattia Rizzi)

Classe 2^C

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UN AMORE INDOMABILE

La campionessa italiana di 3D Giulia Mattioli è stata intervista perché pratica uno sport particolare:

l’equitazione.

1) Che cos’è l’equitazione?

L’equitazione è uno sport in cui si crea un forte legame tra il cavallo e il fantino .

2) A che età hai iniziato a praticare questo sport?

A quattro anni ma già da due anni lo desideravano.

3) Perché è nata questa passione?

Tutto ha avuto inizio quando, a due anni, ho visto per la prima volta la foto di un cavallo e me ne

sono subito innamorata.

4) Quali sono le regole di questo sport?

L’equitazione si divide in varie parti:

1. salto a ostacoli (ed è quello che pratico)

2. dressage ( un lavoro che si svolge in una zona di terreno rettangolare dove si fanno degli esercizi

e delle forme e ognuno di questi vene giudicato con un voto)

3. completo (dove si svolgono salto a ostacoli, dressage e cross-country cioè il salto ad ostacoli in

campagna)

4. endurance ( le gare di resistenza in campagna)

5. gli attacchi che si svolgono in carrozza

Nel salto ad ostacoli è importante il rispetto per il cavallo altrimenti si rischia l’eliminazione, occorre

fare attenzione al percorso e ai consigli dell’istruttore.

5) Hai un allenatore?

Sì, si chiama Giulio Cocchi che ha cominciato a seguirmi sei anni fa quando ho iniziato a gareggiare.

6) Hai qualche sponsor?

Per ora no, però c’è un’azienda interessata.

7) Quanti cavalli hai?

Ho due cavalli.

8) Come si chiamano?

Il pony si chiama Jerome e il cavallo adulto si chiama Nicos.

9) Di che colore sono?

Jerome è grigio con criniera nera e mantello bianco e Nicos è baio con i crini neri e il mantello marrone.

10) Quali sono le caratteristiche fisiche e comportamentali dei tuoi cavalli?

Jerome per essere un pony è molto alto, infatti è al limite di altezza, è muscoloso e spesso in gara

gli fanno i complimenti, ama mangiare soprattutto i cachi, ha un carattere molto giocoso e vivace e

gli piace rosicchiare le cose.

Nicos è coccolone e dolce, anche lui molto alto e muscoloso e gli occhi sono di un nocciola chiaro

che attirano spesso l’attenzione.

11) Ti prendi cura tu oppure altre persone dei tuoi cavalli?

Mi prendo cura io dei miei cavalli però, del pasto e della pulizia dei box si occupa un servizio che

pone il centro ippico.

SPORT: interviste agli atleti

52

12) Dove e quando ti alleni?

Mi alleno nel centro ippico “Val dell’Isauro” tutti i giorni dalle tre alle sei.

13) Quando hai vinto il tuo primo trofeo? E quali emozioni ha provato?

Ho vinto il mio primo trofeo sei anni fa con il mio primo pony Beauty ed ero molto soddisfatta per

aver ottenuto quel risultato anche perché era la mia prima gara.

14) Quando hai provato la soddisfazione più grande?

La soddisfazione più grande l’ho provata quando ho vinto i campionati italiani con Jerome l’anno

scorso.

Intervista di Marco Rulli e Eugenio Ugolini 2^E

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LA PASSIONE A CINQUE

Abbiamo saputo che nell’Istituto c’è un campione nazionale di pentathlon: Elia Zenobi della classe 3^D,

quindi abbiamo voluto intervistarlo.

1. In questo sport rientrano cinque attività, quali?

In questo sport ci sono: l’equitazione (che io ancora non posso praticare perché questa attività si inizia a

diciotto anni), il tiro a segno, il nuoto, la scherma e la corsa.

2. Ci spieghi le regole principali?

Nel tiro a segno, ci si posiziona nella postazione, si hanno a disposizione venti colpi a piombini, un colpo

per ogni round, i round sono venti. Si hanno quindici minuti a disposizione per sparare .

Nella scherma si trova solo un round, si ha un minuto per colpire l’ avversario, si può colpire lo sfidante in

ogni parte del corpo; in questo sport, come in molti altri, esiste il fallo tecnico che può portare anche al ri-

schio di espulsione.

Nella corsa ci sono due tipi di partenza: la partenza handicap e la partenza regolamentare e non bisogna

mai cambiare di corsia .

Nel nuoto ti possono squalificare se esegui una virata sbagliata o se arrivi male al traguardo, anche se ti

muovi nel posto di blocco prima del via.

3. Nel nuoto quale stile utilizzi prevalentemente?

Nell’allenamento uso qualsiasi stile, mentre, nelle gare, utilizzo lo stile libero.

4. Quali sport preferisci?

Tra tutti gli sport, preferisco il nuoto.

5.A che età hai iniziato a praticare questo sport?

Ho iniziato a praticare questo sport all’età di nove anni.

6.Chi te lo ha fatto conoscere?

Questo sport me lo ha fatto conoscere un mio amico che già lo praticava.

7.Dove ti alleni?

Per il nuoto mi alleno al Parco della pace; per il tiro a segno mi alleno al poligono; per la corsa mi alleno al

campus o faccio il giro di tutta Baia Flaminia e, per la scherma, in palestra.

8. Che emozioni provi prima di iniziare una gara?

Provo tensione e ansia.

9. Hai mai vinto dei titoli? Quali?

Sì, sono campione regionale e nazionale.

10.Come ti sei sentito quando hai vinto il primo titolo della carriera?

Non me lo aspettavo, ero molto emozionato.

11. Hai mai partecipato a gare all’estero?

No, mai, ho sempre partecipato a gare in Italia.

12. Hai mai stabilito qualche record?

Sì, ho stabilito solo dei record personali.

13. Lo consiglieresti? Perché?

Sì, perché è molto emozionante ma, allo stesso tempo, è impegnativo.

Da questa intervista abbiamo capito che è davvero emozionante ed aiuta a migliorare il fisico. Per ogni

sport la cosa più importante è comunque e sempre la correttezza, il rispetto ed il divertimento.

Intervista di Lorenzo Lucarelli e Lorenzo Scavolini 2^E

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I risvoltini possono

trasformare un qualsiasi paio

di jeans in un capo

d’abbigliamento fashon.

Qui sotto troverai dei

semplici modi per realizzare

dei fantastici risvoltini ma

per farli ti serviranno:

-righello

-spille

-specchio.

Ora segui il tutorial

RISVOLTO ADERENTE:

per questo tipo di risvoltino

scegli dei jeans aderenti.

Gira l’orlo inferiore della

gamba per una lunghezza di

circa 2,5 o 5 cm livellandolo

con il righello e, quando la

parte inferiore dell’orlo è

sopra la caviglia, smetti di

rigirare. Infine piega l’orlo

schiacciandolo tra il pollice

e l’indice.

DOPPIO RISVOLTO:

arrotola il fondo del jeans di

circa 1,5 – 2,5cm livellandolo

con il righello, appiattisci la

parte inferiore della piega e

gira di nuovo il risvolto.

RISVOLTO INTERNO:

prendi un paio di jeans che non

ha l’orlo cucito. Arrotola l’orlo

sotto, invece che verso

l’esterno, schiaccia la parte

inferiore con il pollice e

l’indice e, mi raccomando,

controlla la lunghezza allo

specchio! Puntalo con uno

spillo per maggior sostegno.

RISVOLTO BOMBATO:

scegli dei jeans aderenti o dei

pinocchietti, arrotola la parte

inferiore dell’orlo di circa

2,5cm ma non appiattirla.

Arrotola verso l’esterno una

seconda volta e assicurati, allo

specchio, che il rotolino sia

della stessa lunghezza su

entrambi i lati.

Vi sono sembrati utili

questi suggerimenti?

Qual è il vostro risvoltino

ideale? Attendiamo la

vostra risposta in

redazione.

Ora divertitevi a

realizzare il vostro

preferito o anche tutti

quelli proposti.

E mi raccomando! Fatelo

davanti allo specchio: lui

saprà consigliarvi quello

più fashion!

Beligotti Elisa

D’Alessandro Emily

De Rosa Angela

Fabbri Mila

2^E

Rubrica: moda

Il risvoltino:la moda del 2015/2016!!

Semplici segreti per fare i risvoltini!

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Le barzellette:

Due topoline chiacchierano: “Come sta tuo figlio?”

“Bene! Ora lavora in America nel campo dell’informatica”

“Wow! E di cosa si occupa?”.

“Fa il mouse”.

La maestra dice: “Pierino mi sapresti dire il nome di un

mammifero senza denti?”

Pierino: “Sì, mio nonno!”

Pierino alla mamma: “Mamma, dov’è la nonna?”

La mamma: “ E’ in cielo!”

“Davvero?”

“Sì. Un giorno è caduta dal balcone!”

“Caspita, che rimbalzo!”

Pierino dice alla mamma: “Mamma che verso fa l’asino?”

“Raglia”

“E la pecora?”

“Bela”

“E i poeti?”

“Che cosa centrano i poeti?”

“La maestra ha detto che fanno i versi!”

Ceccaroli Giada, Fiori Sofia 2^E

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DISEGNI COMICI

Mojra Vicarelli 2^E

MORRI LORENZO 2E