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sommario

Periodico delle SuoreDiscepole di Gesù Eucaristico

Direttore responsabile:Suor Marcella Antonelli

Direttore editoriale e redattore:Suor Anna Beatrice

Redazione e Amministrazione:Istituto Suore Discepoledi Gesù Eucaristico

00145 RomaVia delle Sette Chiese, 91tel. 06 5126150 - fax 06 [email protected]/c 57471005

autorizzazione del tribunale Civiledi Roman. 00140/97 del 14/03/1997

Hanno collaborato:Monsignor Bruno ForteAldo Basso

AbbonamentoOrdinario € 15

Progetto grafico, realizzazionee stampa:Tipografia EurosiaPiazza S. Eurosia, 3 - Tel. 06 5135057

Avviso ai lettori:Gentile lettore/lettriceil suo indirizzo fa parte dell’archivio della nostra ri-vista. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n.675/1996 per la tutela dei dati personali, comuni-chiamo che tale archivio è gestito dall’Istituto delleSuore Discepole di Gesù Eucaristico. I suoi dati,pertanto, non saranno oggetto di comunicazione odiffusione a terzi. Per essi lei potrà chiedere, inqualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, in-tegrazione o cancellazione scrivendo al nostro indi-rizzo: Istituto Suore Discepole di Gesù Eucaristico,Via delle Sette Chiese, 91 - 00145 Roma.

Monsignore RaffaelloDelle Nocche,fondatore delle SuoreDiscepole di GesùEucaristico.

GMG 2011 pag. 3

La parola del Santo PadreIl Papa anima i giovani dalla Croaziaad assistere alla GMG pag. 5

Programma GMGIl programma dal 16 agosto 2011 pag. 7

Inno del C.E.N.Signore, da chi andremo? pag. 11

Programma Congresso Eucaristico 2011Settimana C.E.N. pag. 12

Cenni storiciLa storia dei Congressi Eucaristici pag. 13

Preghiera Congresso Eucaristico 2011Preghiera per il Congresso Eucaristico pag. 17

Monsignor Raffaello delle Nocchee Congresso Eucaristico del 1938Il Congresso Eucaristico del 1938 pag. 18

Giornata dei sacerdotiL’icona di Mosè e la testimonianza sacerdotaledi Mons. Raffaello Delle Nocche pag. 21Bruno Forte

Silenzio e vita spiritualeSilenzio e vita spirituale per un recupero dell’anima pag. 31Aldo Basso

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GMG 2011

A Madrid il 30 luglio 2009, si è resopubblico il logo che rappresenterà laprossima giornata Mondiale dellaGioventù., che si celebrerà dal 16 al21 agosto 2011. Il suo autore è JosèGil-Noguès, disegnatore grafico chelavora a Madrid e a Oviedo.L’autore José Gil-Nogués, ha spiegatoche lo sfondo del disegno simboleg-gia “giovani di tutto il mondo che siuniscono per celebrare la propria fe-de accanto al Papa, ai piedi della Cro-ce, e formano la corona della Verginedi Almudena, patrona di Madrid”.Nella corona, ha aggiunto il disegna-tore, spicca la “M” di Maria, inizialeanche di Madrid, luogo dell’incontro.

La Croce, segno del cristiano, presie-de l’appuntamento del Papa con igiovani, che rendono visibile con laloro testimonianza il tema dellaGMG: “Radicati e fondati in Cristo,saldi nella fede”.Il messaggio del logo, ha aggiuntoGil-Nogués, è “una catechesi, un’op-portunità di evangelizzazione: la viarapida e sicura per arrivare a Cristo èla Vergine Maria, Madre di Dio e degliuomini. I giovani hanno, nella fede diMaria, l’esempio e il modello per ar-rivare a Cristo e realizzare la finalitàprioritaria della GMG: far conoscereal mondo il suo messaggio”.

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Benedetto XVI vive la sua particolareconta alla rovescia verso la GiornataMondiale della Gioventù (GMG) di Ma-drid. Durante questo fine settimana, ilSanto Padre è stato in Croazia, nell’ul-timo dei viaggi che lo hanno portatofuori dall’Italia prima della GMG.Come in alcuni dei suoi ultimi viaggi, ilPapa ha voluto riunirsi con i giovanilocali, che ha animato affinché pren-dino parte all’appuntamento di Ma-drid ad agosto. In questa occasioneBenedetto XVI ha vissuto una vigilia dipreghiera nella piazza centrale di Za-greb, la capitale croata. Da li ha ricor-dato parte del suo messagio ai giovaniin occasione della prossima GiornataMondiale della Gioventù: “La Vostragiovinezza è un tempo che il Signore vida per poter scoprire il significato del-l’esistenza. È il tempo dei grandi oriz-zonti, dei sentimenti vissuti con inten-sità e anche delle paure di fronte alleopzioni che compromettono e duratu-re, delle difficolta’ nello studio e nel la-voro, degli interrogativi sul mistero deldolore e della sofferenza”. Il Papa ha

presentato Gesù come la risposta aquesti aneli, “al desiderio di una vitache meriti la pena di essere vissuta”.Benedetto XVI ha anche dedicato deltempo al tema scelto per la GiornataMondiale della Gioventù: “Radicati inCristo potrete vivere in pieno ciò chesiete”. Il Papa inoltre ha avvertito igiovani che “il cammino con Lui ri-chiede sforzo e sacrificio personale,pero ne vale la pena”.Il Santo Padre ha animato i giovani avivere positivamente questo cammi-no: “Non cediate alla tentazione diconfidare in maniera assoluta sui pos-sedimenti terreni, sulle cose materiali,rinunciando a scoprire la verità che vapiù in la, come una stella nell’alto deicieli, dove Cristo vuole portarvi. La-sciatevi guidare alle altezze di Dio”.Croazia è uno dei paesi dell’Europaantica dell’Est da cui più giovani parti-ranno per Madrid: circa 4.000 giovanisi sono già iscritti alla Giornata Mon-diale della Gioventù, che riunirá a Ma-drid più di un miglione di persone adagosto di quest’anno.

Il Papa anima i giovani dallaCroazia ad assistere alla GMG

Cristo come la risposta “al desiderio di una vita che meriti la pena di esse-re vissuta” (Madrid, 4 giugno 2011)

La parola del Santo Padre

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martedì 16 agosto 2011 Festival della GioventúDurante la giornata avranno luogo differenti attivitá del programma culturaledella GMG: concerti, mostre, visite guidate a musei, opere teatrali e molto altresorprese che sveleremo poco a poco...08:00 Arrivo a Madrid

Sin dalle prime ore del mattino i pellegrini e i gruppi iscritti alla GMGpotranno ritirare i loro accrediti e gli zaini nei luoghi indicati dagli orga-nizzatori.

20:00 Messa di inaugurazione della GMG La Giornata Mondiale inizia alle 20:00 con una Messa nella piazza Ci-beles di Madrid presieduta dall’arcivescovo di Madrid e concelebratadai vescovi e dai sacerdoti che partecipano alla GMG

mercoledì 17 agosto 2011Festival della GioventúDurante la giornata avranno luogo differenti attivitá del programma culturaledella GMG: concerti, mostre, visite guidate a musei, opere teatrali e molto altresorprese che sveleremo poco a poco...10:00 Catechesi dei vescovi

I pellegrini della GMG, suddivisi per gruppi linguistici, parteciperanno adelle sessioni di catechesi con i vescovi arrivati da tutto il mondo. Lesessioni avranno luogo nelle chiese, nelle scuole, negli auditori e neicentri sportivi di Madrid.

giovedì 18 agosto 2011Festival della GioventúDurante la giornata avranno luogo differenti attivitá del programma culturaledella GMG: concerti, mostre, visite guidate a musei, opere teatrali e molto altresorprese che sveleremo poco a poco...

Il programma dal 16 agosto 2011

Programma GMG

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Programma GMG

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10:00 Catechesi dei vescovi I pellegrini della GMG, suddivisi per gruppi linguistici, parteciperanno adelle sessioni di catechesi con i vescovi arrivati da tutto il mondo. Lesessioni avranno luogo nelle chiese, nelle scuole, negli auditori e neicentri sportivi di Madrid.

12:00 Arrivo del Papa all’aeroporto di Barajas Cerimonia di benvenuto nel padiglione di Stato.

12:40 Entrata del Papa a Madrid Percorso di entrata in città con la papamobile e arrivo alla Nunziatura.

16:00 Benvenuto al Papa Cerimonia di ricevimento del Santo Padre

19:30 Atto di benvenuto dei giovani nella piazza Cibeles Nella plaza de la Independencia attraverserà la Porta di Alcalá con gio-vani dei cinque continenti. Dopo questo atto, salirà sulla papamobile,che lo porterà fino alla piazza Cibeles.

venerdì 19 agosto 2011 Festival della GioventúDurante la giornata avranno luogo differenti attivitá del programma culturaledella GMG: concerti, mostre, visite guidate a musei, opere teatrali e molto altresorprese che sveleremo poco a poco...10:00 Catechesi dei vescovi

I pellegrini della GMG, suddivisi per gruppi linguistici, parteciperanno adelle sessioni di catechesi con i vescovi arrivati da tutto il mondo. Lesessioni avranno luogo nelle chiese, nelle scuole, negli auditori e neicentri sportivi di Madrid.

11:30 Incontro del Papa al Monastero de El EscorialIncontro con giovani religiose nel Patio dei Re del Monastero de ElEscorial.

12:00 Incontro del Papa al Monastero de El EscorialIncontro con 1.000 giovani professori universitari nella Basilica.

19:30 Via CrucisInizierà la Via Crucis della GMG. In ogni stazione ci sarà un carro dellaSettimana Santa spagnola che rappresenterà la scena. I carri proven-gono da diverse parti della penisola

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sabato 20 agosto 201110:00 Messa per i seminaristi nella cattedrale della Almudena16:00 Momento preparativo a Cuatro Vientos

I giovani arriveranno a poco a poco all’aerodromo e occuperanno i variposti. Nel frattempo, sul palco avranno luogo diverse attività (testimo-nianze di giovani, esibizioni musicali, preghiere alla Madonna, etc.) inpreparazione alla Veglia.

19:40 Visita alla Fondazione Instituto San JoséCentro di attenzione a persone disabili dell’Ordine Ospedaliero di SanGiovanni di Dio.

20:30 Veglia con il PapaI giovani incontreranno il Santo Padre nell’aerodromo di Cuatro Vientos.

23:00 Notte a Cuatro VientosI partecipanti alla GMG trascorreranno la notte nell’aerodromo di Cua-tro Vientos. Per chi lo desidera ci saranno vari tendoni dove si potràadorare il Santissimo Sacramento

domenica 21 agosto 201109:00 Arrivo del Papa a Cuatro Vientos 17:30 Incontro del Papa con i volontari

Benedetto XVI avrà un breve incontro con i volontari della GMG nella zo-na feriale IFEMA.

18:30 Saluto del PapaAvrà luogo un breve saluto ufficiale al Santo Padre nell’aeroporto di Ba-rajas

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1 Sulle strade del nostro camminosuona ancora l’antica domanda:quale senso ha la vita, la mortee l’esistere senza orizzonte?

2 Venne un Uomo e si fece vicino,ai fratelli egli tese la mano:era il Verbo che illumina il mondoed incarna l’amore di Dio.

Rit. Signore, da chi andremo?Tu solo hai parole di vita eterna.

3 Egli disse con grande coraggio: “Ascoltate! Il pane non basta!È profonda la fame del cuore, solo Dio può il vuoto colmare”.

4 Si chiamava Gesù: “Dio salva”!È venuto per dare la vita,per spezzare la forza del maleche la gioia ci spegne nel cuore.

Rit.5 Nella sera dell’Ultima Cena,

nel convito di nuova Alleanza,fece dono di sé agli amicicon l’amore che vince la morte.

6 La sua Croce non fu la sconfitta, ma sconfisse il peccato del mondo: aprì il varco ad un fiume di graziache dell’uomo redime la storia.

Rit.

7 Crocifisso per noi e risorto,il Signore tra noi è presente!Nella Chiesa, suo mistico corpo,si attualizza il divino comando:

8 “Fate questo in mia memoria!Ripetete il mio gesto d’amore:voi avrete la luce e la forzaper curare le umane ferite”.

Rit.9 O Gesù, noi vogliamo seguirti!

Noi ti amiamo davvero, Signore,e vogliamo nutrirci al tuo Paneche sconfigge per sempre la fame.

10 Radunati attorno all’altare,ascoltando parole di vita,accogliendo il tuo dono d’amorenoi saremo più forti del male.

Rit.11 Resta sempre con noi, Signore!

Mentre il buio ci colma di ango-sciasolo tu sei la luce che brillae ci apre un cammino di vita.

12 In memoria di te celebriamoquesto evento che accresce la fede;il tuo amore è la “buona Notizia”che nel mondo diffonde speranza.

Rit.

Inno del C.E.N.

Signore, da chi andremo?Inno per il Congresso Eucaristico Nazionale – Ancona 2011Testo a cura della Conferenza Episcopale ItalianaMusica a cura di Pasquale Impagliatelli

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Programma Congresso Eucaristico 2011

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Giovani Delegati:2 giovani per ogni diocesi, associa-zione, e istituto religioso sono invitatia partecipare e a svolgere un serviziodal 3 all’11 settembre ad Ancona du-rante il Congresso eucaristico nazio-nale. I giovani delegati animeranno loSpazio Giovani.I giovani saranno ospitati gratuita-mente presso le famiglie di Ancona.I giovani interessati possono rivol-gersi ai propri incaricati diocesaniper la Pastorale giovanile o ai propriresponsabili delle aggregazioni lai-cali.

Programma completo del XXV Con-gresso Eucaristico Nazionale

venerdì 2 settembre 2011Mostra artistica “Alla Mensa del Si-gnore. Capolavori dell’Arte Europeada Raffaello a Tiepolo”

sabato 3 settembre 2011Accoglienza del Legato Pontificio einaugurazioni

domenica 4 settembre 2011Solenne apertura del CEN

lunedì 5 settembre 2011EUCARISTIA: PASSIONE DI DIO PERL’UOMO - Eucaristia per l’affettività

martedì 6 settembre 2011EUCARISTIA: PRESENZA DI MISERI-CORDIA- Eucaristia per la fragilità

mercoledì 7 settembre 2011EUCARISTIA NEL TEMPO DELL’UOMO- Eucaristia per il lavoro e la festa

giovedì 8 settembre 2011EUCARISTIA PANE DEL CAMMINO:Eucaristia per la tradizione

venerdì 9 settembre 2011EUCARISTIA: LUCE PER LA CITTÀ -Eucaristia per la cittadinanza

sabato 10 settembre 2011Inizio celebrazioni conclusive

domenica 11 settembre 2011Visita del S. Padre e conclusione delC.E.N.

Settimana C.E.N.

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Cenni storici

Dieci anni dopo il Congresso Interna-zionale di Lille, l’Opera dei CongressiEucaristici mise salde radici anche inItalia. L’introduzione di questa formadi culto eucaristico in Italia lo si deveall’impulso dato direttamente dallaSede apostolica. Dopo il Congressotenuto a Venezia, il quinto della serie,per dare maggiore continuità e su ri-chiesta del Congresso dei sacerdotiadoratori, venne istituito il Comitatopermanente dei Congressi eucaristi-ci nazionali, quale sotto-comitatoper i Congressi internazionali.Al Comitato si diede una consistenzacon l’approvazione degli statuti(1927) e l’affiancamento della Con-gregazione del Santissimo Sacra-mento. Dopo il Congresso di Milano(1983), la Conferenza Episcopale Ita-liana assunse il Comitato tra le nor-mali espressioni della sua attività ene nominò il presidente nella perso-na di uno dei suoi vice presidenti,nella circostanza il card. SalvatorePappalardo. Dopo i Congressi Eucari-stici Nazionali di Reggio Calabria del1988, e di Siena del 1994, si ravvisò lanecessità di rivedere lo Statuto ap-provato dal Consiglio permanente

della CEI nel 1988. Il nuovo Statuto fuapprovato il 25 gennaio 1996.La responsabilità diretta nella ge-stione del Comitato da parte dellaCEI ha segnato una svolta importan-te nella storia dei Congressi italianiperché ha inserito questa manifesta-zione all’interno della programma-zione del cammino dell’intera Chiesanazionale.L’Italia è stata la prima nazione delmondo a celebrare un Congresso na-zionale. Il primo, infatti, fu celebratoa Napoli dal 19 al 22 novembre 1891.Presero parte i cardinali Sanfelice,Capecelatro e Rende e 45 vescovi IlCongresso si rivelò “una grandiosamanifestazione della fede e pietà delpopolo cattolico”.Seguì, tre anni dopo, dal 2 al 6 set-tembre del 1894, quello di Torino. Aconclusione del Congresso era statapreparata, come a Napoli, una solen-ne processione che fu poi impeditadal governo liberale. Il provvedimen-to, tuttavia, non riuscì a ostacolarel’accalcarsi di una folla di oltre cen-tomila persone che, al momento del-la Benedizione impartita sulla portedel Duomo, si prostrarono in adora-

La storia dei CongressiEucaristici

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Cenni storici

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zione. Erano presenti 2 cardinali e 47arcivescovi e vescovi.Il terzo Congresso si tenne a Milanodal 31 agosto al 6 settembre 1895.Il quarto Congresso Nazionale si ten-ne a Orvieto, dal 5 all’8 settembre1896, nella città che conserva il Cor-porale intriso del Sangue miracoloso.Leone XIII con la lettera Monumentapietatis del luglio 1896 aveva indettoun giubileo straordinario da lucrarsinel Duomo di Orvieto e nella chiesa diSanta Caterina in Bolsena, durantela celebrazione del Congresso.Il quinto Congresso, preparato conun anno di preghiere e di predicazio-ni si tenne a Venezia dall’8 al 12 ago-sto 1897.Successivamente, la mancanza diuna vera organizzazione nazionaleimposero una battuta d’arresto cheparve dovesse cessare allorché il 10settembre 1913 i Sacerdoti Adorato-ri, riuniti a Roma nel loro primo Con-gresso Nazionale, approvarono unvoto riguardante l’istituzione di uncomitato per i Congressi EucaristiciNazionali, con funzione di sottocomi-tato per i Congressi Internazionali.Pio X infatti, il 22 ottobre 1913, nomi-nava il primo presidente nella perso-na del vescovo di Cremona, mons.Padovani. Trascorsero però altri setteanni prima che i Congressi Eucaristi-ci in Italia riprendessero il loro cam-mino.

Dall’8 al 12 settembre del 1920 si cele-brò a Bergamo il sesto Congresso. I te-mi generali dei lavori furono i seguenti:L’Eucaristia e la santificazione perso-nale; L’apostolato individuale e la san-ta Eucaristia; L’influenza dell’Eucari-stia nelle associazioni cattoliche.Venne, poi, nel 1923, la volta di Geno-va. Il settimo Congresso fu celebratodal 5 al 9 settembre. La fastosità diquesto Congresso è facilmente de-sumibile anche dal numero dei corri-spondenti dei giornali che in queigiorni arrivarono a 280; dal fatto cheper la prima volta le rappresentanzedel governo, insieme a tutte le autori-tà, con a capo il duca di Genova, vipresero entusiastica parte; e infinedal fatto che per la prima volta neiCongressi Eucaristici nazionali figu-ra il legato pontificio, nella personadel card. Gaetano de Lai.L’ottavo Congresso che si tenne a Pa-lermo il 1924 dal 4 all’8 settembre, fucaratterizzato dal primo congressinodei bimbi, commovente manifesta-zione che resterà in tutti i Congressisuccessivi.Il nono Congresso Nazionale fu cele-brato a Bologna, dal 7 all’11 settem-bre del 1927 ed ebbe quale card. le-gato Pio Boggiani. Preceduto da unapreparazione spirituale intensissimae celebrato con splendore e ricchez-za di mezzi, si inserì tra i Congressinazionali meglio riusciti.

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A Loreto, città della santa Casa, il 10-14 settembre 1930 si celebrò il deci-mo Congresso. Il tema del Congressofu La santissima Eucaristia e la fami-glia cristiana. Fu in questa occasioneche il Papa elargì l’indulgenza plena-ria per la recita dell’Ufficio divino da-vanti al SS. Sacramento.L’undicesimo Congresso si tenne aTeramo il 4-8 settembre 1935 sul te-ma del Congresso fu L’Eucaristia nel-la Sacra Scrittura.Il Congresso di Tripoli, dodicesimodella serie, presieduto dal legato pon-tificio card. A. M. Dolci, fu celebrato il10- 14 novembre 1937 e fece riviverenella terra di s. Agostino gli splendoridella Chiesa dei primi secoli.Se gli eventi bellici non l’avessero im-pedito, nel 1941 si sarebbe dovutotenere a Pompei il Congresso com-memorativo del cinquantesimo del-l’Opera dei Congressi Eucaristici inItalia. Ma una pausa di quattordicianni si frappose, e soltanto nel 1951si potè riprendere il cammino col tre-dicesimo Congresso Nazionale di As-sisi. Come legato pontificio, con lalettera In urbe Assisiensi del 2 ago-sto 1951, fu nominato il card. I. Schu-ster, arcivescovo di Milano.Nella lettera Quinto jam expleto del15 agosto 1953, Pio XII annunziava lafutura celebrazione del quattordice-simo Congresso di Torino (6-13 set-tembre 1953). Tema del Congresso fu

L’Eucaristia nella società moderna, euna delle illustrazioni più commo-venti del tema la diedero i 1.500 ope-rai partiti da Roma a bordo di 30 pul-mann, scortanti il SS. Sacramentoesposto in un’auto adibita a cappella.Poi venne la volta di Lecce, capoluo-go del Salento, che, dal 29 aprile al 6maggio 1956, accolse il quindicesi-mo Congresso Eucaristico Naziona-le. L’insegnamento fondamentale im-partito agli ascoltatori durante quel-le feconde giornate di adorazione, dipreghiera e di studio fu L’Eucaristia,sacramentum unitatis, vinculumcharitatis”.A trentacinque anni dall’ottavo Con-gresso Eucaristico di Palermo (1924),le celebrazioni nazionali tornarono inSicilia con il sedicesimo Congresso,tenutosi a Catania dal 6 al 16 set-tembre 1959 sul tema Dacci oggi ilnostro pane quotidiano. È stato chia-mato un Congresso Eucaristico emariano insieme, perché congiunseall’adorazione dell’Eucaristia la con-sacrazione dell’Italia al Cuore Imma-colato di Maria.Dal 6 al 13 giugno 1965, a conclusio-ne delle celebrazioni del settimocentenario della bolla Transiturus,con cui Urbano IV estendeva a tuttala Chiesa la festa del Corpus Domini(11 agosto 1264), si celebrò a Pisa ildiciassettesimo Congresso Eucari-stico d’Italia.

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Cenni storici

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Il 10-17 settembre 1972 si celebrò aUdine il diciottesimo Congresso, pri-mo dopo il Concilio Vaticano II, sul te-ma Eucaristia e comunità locale.Il diciannovesimo Congresso fu cele-brato a Pescara, 11-18 settembre1977 su tema Il giorno del Signore èla Pasqua settimanale del popolo diDio. Attorno a questo tema si sonoarticolati gli otto Convegni e i venti-due incontri nazionali che si sonosucceduti nella settimana conclusi-va del Congresso. La novità fu la pre-senza personale del Papa nella gior-nata conclusiva.Il ventesimo Congresso si tenne a Mi-lano dal 14-22 maggio 1983 sul temaL’Eucaristia al centro della comunitàe della sua missione. Il Congresso havisto la presenza del papa per duegiorni e mezzo, con una fitta rete diincontri con tutti gli stati della socie-tà civile, religiosa, culturale, operaiae imprenditoriale.Il tema del ventunesimo CongressoL’Eucarista segno di unità, è un invitoa tutti i cattolici italiani a considerarel’Eucaristia come una continua do-nazione di sé da parte di Cristo perfavorire una vita più solidale nellaChiesa e nella società. Il Congressofu celebrato Reggio Calabria il 5-12giugno 1988.

Siena, città di una dei 18 miracoli eu-caristici verificatisi in Italia (nel mon-do sono circa 123), è la città dove sitiene dal 28 maggio al 5 giugno 1994il ventiduesimo Congresso sul temaL’Eucaristia dalla comunione al ser-vizio. È stato un momento significati-vo di quella “grande preghera” per l’I-talia e l’Europa che Giovanni Paolo IIaveva proposto a vescovi italiani il 15marzo 1994 durante la preghiera sul-la tomba di San Pietro.Il ventitreesimo Congresso, sul temaGesù Cristo, unico salvatore delmondo, ieri,oggi e sempre è stato ce-lebrato a Bologna 20-28 settembre1997 nel contesto della preparazioneal Giubileo del 2000. Quello di Bolo-gna è stato definito il “primo Con-gresso Eucaristico multimediale” perla vasta presenza degli operati dellacomunicazione. Infatti uno dei mo-menti più emblematici, è stato l’in-contro del Santo Padre con oltre300.000 persone, in gran parte giova-ni. È stata un’esperienza di preghierae di festa, animata dal canto e dallamusica. La novità dell’incontro ha at-tirato l’attenzione dei grandi mezzi dicomunicazione sociale anche per lapresenza di artisti conosciuti a livellomondiale.

(Agenzia Sir)

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Preghiera Congresso Eucaristico 2011

Signore Gesù,di fronte a Te, Parola di veritàe Amore che si dona,come Pietro ti diciamo:“Signore, da chi andremo?Tu hai parole di vita eterna”.Signore Gesù,noi ti ringraziamoperché la Parola del tuo Amoresi è fatta corpo donato sulla Croce,ed è viva per noi nel sacramentodella Santa Eucaristia.Fa’ che l’incontro con Tenel Mistero silenzioso della Tua pre-senza,entri nella profondità dei nostri cuorie brilli nei nostri occhi

perché siano trasparenza della Tuacarità.Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucari-stiacontinui ad ardere nella nostra vitae diventi per noi santità, onestà, ge-nerosità,attenzione premurosa ai più deboli.Rendici amabili con tutti,capaci di amicizia vera e sinceraperché molti siano attratti a cammi-nare verso di Te.Venga il Tuo Regno,e il mondo si trasformi in una Eucari-stia vivente.Amen.

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Preghiera per il CongressoEucaristico

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Monsignor Raffaello Delle Nocchee Congresso Eucaritstico del 1938

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Il 1938 fu per la diocesi di Tricaricoun anno indimenticabile per la cele-brazione del primo Congresso euca-ristico, voluto dal vescovo Delle oc-che per la centralità che egli attribui-va a Gesù Eucaristia nella vita dellaChiesa. Annunciato il 14 gennaio, fe-sta di S. Potito, patrono della diocesie della città di Tricarico, fu aperto incattedrale il 7 settembre con la lettu-ra della lettera pontificia.Le manifestazioni si conclusero l’11settembre, allorquando in un’affolla-tissima piazza Garibaldi per la pre-senza di fedeli provenienti dalla Dio-cesi, l’arcivescovo di Catanzaro e giàvescovo di Tricarico. mons. GiovanniFiorentini, tenne il solenne pontifica-le, mentre nel pomeriggio una lungaprocessione si snodò dal convento diSant’Antonio fino al centro cittadino,con un carro trainato da dodici buoisu cui l’arcivescovo di Taranto, mons.Ferdinando Berardi, portava l’Eucari-stia nel grande ostensorio realizzatoper l’occasione con la fusione dell’oroe dell’argento offerto dalle donnedella diocesi. Il Congresso coincisecon l’incoronazione della Madonnadel Carmelo, venerata nell’omonimo

convento di Tricarico e la ripresa del-la stampa del Bollettino Diocesano,organo di preparazione spirituale eculturale all’evento. Il giovane sacer-dote Angelo Mazzarone, al quale ilvescovo aveva affidato il ruolo di se-gretario responsabile organizzativodel Congresso, curò poi la pubblica-zione del volume degli Atti. AI termi-ne del secondo conflitto mondiale,Delle Nocche avrebbe promosso il 2°Congresso eucaristico mariano (5-8settembre 1947).

Monsignor Raffaello Delle Nocche:Come state facendo la preparazioneal nostro Congresso Eucaristico? Pen-sate all‘importanza che esso ha per lanostra Diocesi? Ho chiesto ai Sacer -doti di mettere come seconda inten-zione a tutte le Messe quella dellabuona riuscita spirituale del Congres-so. La riuscita spirituale è l’essenziale:che la parte esteriore riesca o no, a mepoco importa: quella che voglio è latrasformazione spirituale di tutta laDiocesi. Questo dovete chiedere al Si-gnore: [pag. 210] che dal CongressoEucaristico si debba contare per tuttele anime della Diocesi un’epoca nuova

Il Congresso Eucaristicodel 1938

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di vita spirituale, di fervore eucaristicoe di devozione alla Madonna, perchénoi insieme con Gesù Redentore stu-dieremo Maria Corredentrice e Me-diatrice e a Gesù Eucaristico andremoper mezzo di Maria.Per ottenere queste grazie, pregateper davvero; ma ricordate: Si non pla-ces non placas, cercate di essere co-me Gesù vi vuole ed allora potretechiedergli le grazie con autorità e fi-ducia.Fin dal 7 Aprile, come avete visto, so-no state ag giunte alla Messa le dueorazioni: per ottenere il dono delle la-grime e per ottenere la carità: medita-tele e recitatele con fervore. Doman-date la vera compunzione del cuore ericordate: un cuore contrito, compun-to per davvero, non finge mai; un cuo-re contrito, compunto per davveronon si scusa mai; un cuore contrito,compunto per davvero ama di esseremortificato e umiliato.E poi domandate la carità perfetta.L’orazione comincia col dire che tuttogiova a coloro che amano; tutto, com-menta S. Agostino, anche il peccato.

Amate assai e siate molto umili pernon cadere.Pregate fervorosamente con la Chie-sa, con i Sacerdoti e secondo le mieintenzioni ed otterrete dal Signore labuona riuscita del Congresso.

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L’icona di Mosè e la testimonianza sa-cerdotale di Mons. Raffaello DelleNocche Alla luce dell’icona di Mosé,amico di Dio e guida del suo popolo,vorrei ora leggere alcuni tratti dellatestimonianza sacerdotale di Mons.Raffaello Delle Nocche, Vescovo di Tri-carico, fondatore delle Suore Disce-pole di Gesù Eucaristico (1877-1960).Raccoglierò le mie riflessioni intorno atre nuclei, scanditi sulle tappe dellavita di Mosé e riletti alla luce del mododi Mons. Delle Nocche di relazionarsiad essi specialmente nel suo compitodi guida e maestro spirituale:a) Mons. Delle Nocche e il tempo del-l’utopia: il formatore spirituale,guida nel discernimento vocazio-nale e nella vita di fede;

b) Mons. Delle Nocche e il tempo deldisincanto: il pastore e il fondato-re, al timone della comunità nellestagioni dell’entusiasmo e dellaprova;

c) Mons. Delle Nocche e il tempo del-la fede e dell’amore più grande: ilPadre, testimone luminoso e acco-gliente del Padre celeste.

a) Mons. Delle Nocche e il tempo del-l’utopia: il formatore spirituale,guida nel discernimento vocazio-nale e nella vita di fede.

L’opera di Mons. Raffaello Delle Noc-che, quale risulta visibile agli occhidel mondo specialmente attraversola famiglia religiosa da lui fondata, èsolo la “punta di iceberg” di un mini-stero lungo, paziente e profondo diformatore delle coscienze, di testi-mone della fede e di sapiente guidanel discernimento vocazionale com-piuto dalle persone affidategli dallaProvvidenza. La storia di molti suoifigli e figlie spirituali è partita - comeogni “vita di Mosè” - dal tempo dell’u-topia, pervaso di sogni e di aspirazio-ni ben lontani dalla realtà. Come si èposto Delle Nocche di fronte a que-sto punto di partenza? Le testimo-nianze che si ricavano da quanti lohanno conosciuto e dal ricco episto-lario1 sono concordi nel mostrarci inlui la coniugazione di tre atteggia-menti fondamentali: l’accoglienzadella persona; la proposta della metaalta della santità e la pazienza di ac-

L’icona di Mosè e latestimonianza sacerdotale diMons. Raffaello Delle Nocche

Giornata dei sacerdoti

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compagnare il passaggio dall’umiltàdel reale all’altezza della misura diCristo.Mons. Delle Nocche non ha mai de-monizzato i sogni: al contrario, li haascoltati, rispettati e perfino - dovepossibile - assecondati. Ciò che nonè mai mancato è stato, però, losguardo in avanti, la chiarezza dellameta, l’impegno a fare sempre e finoin fondo la volontà di Dio.Questa “pedagogia della santità”, cheparte dal tempo dell’utopia e sa valo-rizzarlo, purificandone le astrattezzee le immaturità in una paziente ope-ra di discernimento spirituale, è rico-noscibile in due campi fondamentali:quello della formazione del suo po-polo, ed in particolare dei suoi sacer-doti; e quello della nascita e dellosviluppo della comunità di consacra-te da lui fondata. Rivolto in modospeciale ai primi Delle Nocche scrive:“L’uomo, fratelli e figli carissimi, nonha parole adeguate per esprimeretutta la sublimità dell’augusto Sacri-ficio dell’Altare, che è veramente epropriamente la rinnovazione e lacontinuazione - sebbene in manieradifferente [diremmo più precisamen-te: la ripresentazione o attualizza-

zione] - del Sacrificio della Croce.Uno e lo stesso è il sacerdote, una ela stessa è la vittima: Gesù Cristo no-stro Signore, che si offre per la sal-vezza degli uomini, e perché essi permezzo suo possano offrire a Dio gliomaggi di adorazione, di ringrazia-mento, di espiazione e di supplicache gli debbono per la loro qualità dicreature, infinitamente beneficate,colpevoli e bisognose di tutto. Parte-cipare quindi con fede ed amore alsanto sacrificio dell’Altare significapartecipare ai meriti infiniti dellaPassione e morte di Gesù, per offrirliall’Altissimo a nostra santificazione”(Lettere, 60).L’eucaristia è proposta in questo te-sto al tempo stesso come mezzo emeta di santità: è nell’incontro conGesù vivo che il nostro cuore inquietopotrà trovare pace; ed è dall’acco-gliere Lui nel sacrificio dell’altare chesi aprirà alle sorprese e ai doni dellaSua grazia. La continuità nella varie-tà delle tappe e delle stagioni saràassicurata dalla fedeltà di Cristo, chesi è offerto una volta e per sempreper noi: “Uno e lo stesso è il sacerdo-te, una e la stessa è la vittima: GesùCristo nostro Signore”.

Cf. la biografia scritta da Pancrazio Perrone, Raffello Delle Nocche, Vescovo di Tricarico,Fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, Edizioni Paoline, Cinisello Balsa-mo 1990, dove si possono trovare anche i riferimenti bibliografici alle varie raccolte del-le lettere che si citeranno in seguito.

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La stessa coniugazione di propostaalta e di suggerimenti pratici si trovanel ministero di direzione spirituale,che Mons. Delle Nocche svolse versoinnumerevoli figlie, in specie quelleche costituirono le prime Discepoledi Gesù Eucaristico: il rapporto epi-stolare con Madre Maria Machinapuò considerarsi esemplare in talsenso. Scrive il Fondatore in una del-le tante lettere: “Il coro è così vicinoalla stanza tua e non ti dà sollievo?Quante volte vai a rifugiarti innanziallo Sposo Sacramentato? Figlia mia,Egli ti sta purificando con tutta ener-gia e ti sta distaccando da te stessasempre più perché possa apparte-nergli sempre più completamente,esclusivamente; geme la natura, malo spirito deve godere di questo lavo-ro dell’Amante geloso” (Lettere allaMadre Maria Machina, 622). L’asso-lutezza del fine - riconoscere al Si-gnore il ruolo dell’Amante esclusivo,geloso - si unisce in queste parole al-la concretezza della guida, che con-siglia ed esorta: “Quante volte vai arifugiarti innanzi allo Sposo Sacra-mentato?”. L’ardore un po’ utopicodella Figlia, messo alla prova dall’ari-dità purificatrice, è compreso e so-stenuto dalla saggezza e dalla ten-sione spirituale del Padre. Nellastessa linea Mons. Delle Noccheguarda alla nascente Congregazionereligiosa: “Spero che la Congregazio-

ne si rinnovi nello spirito e si dia inte-ramente all’adorazione e alla ripara-zione… Oh se tutte capissero la mis-sione che il Signore ha affidato adesse!” (ib., 640). E alla Fondatrice ilPadre consiglia di rivolgersi così aduna Figlia in ricerca: “Tu falle com-prendere che le Discepole sono pri-ma di tutto adoratrici e riparatrici”(ib., 372).La saggezza del formatore si ricono-sce nella capacità di fornire ricetteappropriate, semplici e ardite nellostesso tempo, come ad esempio que-sta: “Il giorno 27 corrente, festa di S.Giovanni Evangelista… farai un’ora diadorazione cercando di stare anchetu col capo appoggiato sul petto diGesù, come il discepolo predilettonella sera in cui l’Eucaristia uscì dalSuo Cuore per la nostra salute. Ti ter-rai in un’amorosa e semplice e tran-quilla attenzione alla presenza diGesù Sacramentato e ne ascolteraila voce. Che se Egli tacesse o non di-cesse nulla, tu non cambierai meto-do, né ti allarmerai per il silenzio diGesù; ma lo benedirai e ringrazieraiegualmente, perché ti concede alme-no di stare alla sua presenza e di farela sua volontà” (ib., 36). Facendo ecoad una tradizione cara ai Padri dellaChiesa, soprattutto d’Oriente, Mons.Delle Nocche suggerisce qui alla Fi-glia spirituale di imitare il Discepolodell’amore che durante l’Ultima Cena 23

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poggiò il capo sul petto del Maestro,perché - come dice Origene - “potevacomprendere il senso delle parole diGesù, soltanto colui che riposò sulpetto di Gesù” (In Joannem 1,6: PG14,31).b) Mons. Delle Nocche e il tempo deldisincanto: il pastore e il fondato-re, al timone della comunità nellestagioni della prova.

Di fronte alla sfida del disincanto -che si presenta in ogni “vita di Mosé”,e cioè in ogni esistenza credente chevoglia avanzare sulla via di Dio -Mons. Delle Nocche non si tira indie-tro, come testimoniano queste paro-le: “Per la Diocesi ora posso offriresolo la sofferenza, e la offro per ilSanto Padre, per il Concilio e per tuttii bisogni della Chiesa” (Lettere, 267).Il dolore e la fatica delle prove sonotrasformati in offerta d’amore, non

una volta, ma in un costante cammi-no di offerta, come mostra questastruggente dichiarazione di fedeltàamorosa al Papa: “Dica al Santo Pa-dre che offro tutte le mie sofferenze -e le ore sono lunghe, lunghe, lunghe -per le sue intenzioni e specialmenteper il Concilio” (Lettere, 267).Questa tensione mistica non impedi-sce al Pastore di richiamare i suoi

con molta concretezza alnecessario impegno dellafatica quotidiana, che de-ve essere sostenuto dametodo, entusiasmo, fe-deltà, e deve puntaresempre e solo all’essen-ziale e al vero: “Il lavoroche ci attendiamo dai no-stri sacerdoti deve esseresvolto con metodo, tena-cia e zelo. Le anime nondevono essere… attrattedal senso della novità,

della curiosità per un avvenimentoinsolito, ma solo dal bisogno interioredi riconoscere e glorificare il DivinMistero Eucaristico. Quante benedi-zioni discendono su quel popolo cheaccentra la sua fede nella Santissi-ma Eucaristia!” (Lettere,74). Nellastessa linea, il Direttore spiritualenon trascura di raccomandare laperseveranza, così necessaria pernon far prevalere l’emotività sulla so-lidità della nuda fede: “Insisti, figlia

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mia, - scrive a Madre Maria - e che ilSignore ti conceda di far rivivere ilprimo fervore della nostra Congrega-zione per l’adorazione e per lo zelo difar conoscere ed amare Gesù nellaSantissima Eucaristia e la MadonnaSanta” (Lettere alla Madre Maria Ma-china, 671).L’educazione del popolo affidatogli èper Mons. Delle Nocche una costantepreoccupazione, perché solo dove c’ècontinuo impegno le prove che di vol-ta in volta si affacciano potranno es-sere superate: “In diversi paesi diquesta Diocesi, ed io spero che pre-sto si farà in tutti, l’adorazione si fapiù volte al mese e la si fa di solitonelle prime ore della notte e vi inter-vengono fedeli di ambo i sessi, spe-cialmente donne; ma vi è pure un’as-sociazione di adorazione notturna diuomini i quali, nel secondo giovedì diogni mese, fanno l’adorazione dalle21 alle 23 e nel sabato che precedel’ultima domenica del mese la fannodalle 22 alle 2 del mattino. Special-mente questa è frequentata molto”(Lettere, 723). Nell’insegnamento delVescovo Delle Nocche l’eucaristia sipone come fonte e insieme culminedi tutta la vita della Chiesa, nutri-mento fedele nel pellegrinaggio dellavita, sorgente vivificante soprattuttonel tempo del disincanto: su questaconvinzione si costruisce la Sua ope-ra pastorale e l’intera spiritualità che

egli vive e comunica ai Suoi: “Siamoun corpo solo noi che ci nutriamodello stesso pane. Chi rompe questaunità non appartiene a Gesù, nonpuò partecipare al Sacramento delCorpo e del Sangue del Redentore”(Lettere, 151).La forza che si irradia dall’eucaristiaè per il Fondatore delle Discepole diGesù Eucaristico tutt’altro cheastratta e generica: situata nel tem-po e nello spazio, essa alimenta lacomunità reale, carica della vita, del-la storia, della fatica e della speran-za delle donne e degli uomini che lacompongono. Lo mostra un testo co-me il seguente: “Un nostro illustreconterraneo profondamente religio-so e animato da ardente carità perDio e per il prossimo, faceva osserva-re che specialmente quelli che con-corrono con il loro lavoro, con il lorosudore, con i loro sacrifici alla produ-zione del grano e dell’uva debbonosentire il privilegio che dà ad essi diprodurre materia dell’Eucaristia… Evoi, figli di Tricarico, quasi interamen-te votati alla produzione del grano edel vino, come dovreste sentire la di-gnità, la santità del vostro lavoro, co-me dovreste amare Gesù, sentirlo vi-cino, nutrirvi spesso di Lui…” (Letterep. 151). Quello che insegna ai suoi sa-cerdoti e al suo popolo, Mons. DelleNocche lo affida come consegna de-cisiva alle Discepole: “La vita Eucari-

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stica dovrà essere il fondamento ditutto” (Lettere alla Madre Maria Ma-china, 46). “Lo scopo speciale dellanostra Congregazione, è quello diadorare Gesù in Sacramento e ripa-rare alle offese che gli si fanno. Voisiete chiamate ad essere adoratrici e

riparatrici. Pensate se nostro Signorepoteva chiamarvi a uno scopo più al-to. Il vero adoratore è Gesù Sacerdo-te: Egli però chiama anche le creatu-re a cooperare con Lui. Esse in tantosaranno adoratrici, in quanto si uni-ranno a Lui, lo imiteranno in tutto eper tutto... L’essenziale è adorare,ringraziare, riparare con Gesù… Tuttele nostre azioni sono un nulla se nonle compiamo uniti a Gesù” (Tratteni-menti, 94-96).Perché la Discepola viva fedelmentela sua vocazione, serva Dio e la Chie-sa con amore fedele e superi i tempidel disincanto e della frustrazione,non c’è, dunque, che un cammino da

fare: “Tra le osservanze regolari luogoprincipe deve avere l’adorazione alSantissimo Sacramento: scopo pre-cipuo e fondamentale dell’Istituzionedi codesta Casa è il consolare il Cuo-re Eucaristico di Gesù e il glorificarlonel sacramento del suo amore e per-

ciò questo dovete cercareprima di ogni altra cosa”(Lettere alla Madre MariaMachina, 92). Perseverarenella fedeltà, superare l’o-ra del disincanto, vuol direanche tener fermo il sensodella bellezza e della sa-cralità della propria voca-zione, vero tesoro nasco-sto in vasi di creta: “Seogni religiosa è cosa sa-

cra, in modo speciale dovete esserlovoi, Discepole di Gesù Eucaristico…Sì, figlie mie, voi siete ‘vasa Domini’. Ilcalice è simbolo dell’offerta, essoserve ad offrire la vittima, così voi vioffrite tutte al vostro Sposo; il caliceinoltre indica il sacrificio. Meglio sa-rebbe che il calice fosse distrutto,piuttosto che venir profanato. Cosìvoi dovete preferire la morte al peri-colo di tradire Gesù. Ma la Discepoladeve essere anche ciborio; nel cibo-rio nascostamente si custodisce Ge-sù; cosi voi adorate in voi semprepresente la Santissima Trinità, cu-stodite gelosamente il vostro Sposo.E quando sarete piene di Lui, diven-

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terete ostensorio. L’ostensorio espo-ne il Divin Sacramento all’adorazionedei fedeli. Così anche voi dovete por-tare Gesù alle anime” (Trattenimenti,67-68). Una vita eucaristica fedel-mente vissuta è calice, ciborio edostensorio: accoglie fedelmente ildono, lo custodisce e lo irradia con lavita. Nella prova e nella consolazio-ne, nell’ora dell’entusiasmo come inquella della prova, chi si lascia abita-re da Dio e resta nascostocon Cristo nel cuore del Pa-dre non ha nulla da temere:le nuvole passano, il soledorato, Cristo, resta e portaa compimento la Sua vitto-ria in chi gli apra incondi-zionatamente leporte del cuore.c) Mons. Delle Nocche e iltempo della fede e dell’a-more più grande: il Padre,testimone luminoso e accoglientedel Padre celeste.

Al di sopra di tutto, però, Mons. DelleNocche fu padre dolcissimo nella fe-de, anzitutto dei suoi sacerdoti, aiquali non si stancava di raccoman-dare lo spirito di adorazione e di con-templazione, che la familiarità conl’eucaristia esige: “Noi sacerdoti, acui Gesù ha affidato la Santa Eucari-stia… dobbiamo meditare assidua-mente sugli altissimi misteri di cuil’Eucaristia è il compendio…, dobbia-

mo conversare con Gesù special-mente prima e dopo la celebrazione,nella visita pomeridiana e nell’adora-zione che faremo più di frequente epiù a lungo, nella recita degna, atten-ta e devota del breviario.Se ameremo trattenerci con Gesù cisarà facile parlare di Gesù alle animea noi affidate, e la nostra parola ri-uscirà efficace perché sarà vivificatadalla grazia che a Gesù abbiamo

chiesto e dall’esempio che abbiamodato” (Lettere, 76). Colpisce in questotesto l’altezza di visione - lo sguardofisso alla meta della santità, cui ilmistero celebrato chiama chi ha lagrazia di celebrarlo - e la concretezzadei mezzi e dei tempi indicati perrealizzare il disegno divino: medita-zione, preghiera vocale, celebrazioneliturgica, adorazione, ministero dievangelizzazione e di testimonianza,diventano sotto la penna del Pastoreattento alla crescita dei suoi figli le 27

… E quando sarete piene diLui, diventerete ostensorio.L’ostensorio espone il DivinSacramento all’adorazione deifedeli…

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tappe concrete di un cammino conti-nuo di perfezione e di rinnovamento.L’ispirazione profonda che anima laspiritualità e il carisma di RaffaelloDelle Nocche, padre del suo popolo e

della Congregazione nata dal suocuore, è la vita eucaristica, nutrita difede e di adorazione: “L’Eucaristiacapolavoro del Cuore divino ne è l’ul-tima parola d’amore e la suprema at-trattiva; e possiamo dire perciò esse-re il cuore stesso del Cristianesimo.L’affratellamento tra gli uomini, lumi-noso e costante ideale della ChiesaCattolica, riceve nella partecipazioneal Cuore Eucaristico la restaurazio-ne, l’accrescimento e la perfezione. Eciò, nei disegni divini, deve essere

una realtà per tutti” (Lettere, 24). Daquesto convincimento è breve il pas-so all’esperienza dello stupore, all’e-sigenza di contemplare e lasciarsiamare da Gesù, presente nell’eucari-stia: lo esprime con grande semplici-tà Mons. Delle Nocche richiamandol’esperienza del santo Curato d’Ars:“Il paesello di Ars conobbe la prospe-rità e la pace e si lasciò conoscereesso stesso nel mondo, che prima loignorava, solamente perché ebbeun’anima ardente, piccola ostia conl’Ostia divina, che non si stancò diaprire il Sacro Ciborio dalle quattrodella mattina alle dieci di sera, chia-mando quei buoni villici, da primaignoranti e indifferenti, alla comu-nione quotidiana, alla visita al San-tissimo Sacramento, alle offerte spi-rituali al Divino Prigioniero! Oh seogni Parroco diventasse un piccoloCurato d’Ars!” (Lettere, 74).Tale fu certamente Mons. Delle Noc-che in mezzo ai suoi: e questa fedeviva, adorante, nutrita di eucaristiaproclamata, celebrata e vissuta, lorese padre accogliente, riflesso lumi-noso del Padre celeste. Nella gioia enel dolore tutto in lui seppe trasfigu-rarsi in offerta d’amore unita al sa-crificio eucaristico: “Per ora offro tut-to… per la Congregazione perché di-venti sempre più eucaristica, semprepiù devota della Madonna, semprepiù ordinata e fervente” (Lettere alla

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Madre Maria Machina, 772). Così, dalsuo cuore innamorato di Dio, sgorga-rono fiumi di acqua viva, che non soloraggiunsero tanti, ma seppero farsentire ciascuno amato d’un amorespeciale, come unicamente l’amoredivino sa fare.“Ho pregato tanto per te… - scrive aMadre Maria agli albori della na-scente famiglia religiosa -ed ho chiesto che questosia l’anno della tua perfettaconsacrazione al Signorenella ricerca unica edesclusiva della sua maggiorgloria e del maggior beneper le anime” (ib., 2gennaio1931). Come Mosé col suopopolo, così Mons. DelleNocche condusse i suoi inun unico viaggio, l’esododalla schiavitù della vita priva o po-vera di Dio, all’esistenza illuminata enutrita dalla fede: “Amate la volontàdi Dio ed insieme abbiate grande spi-rito di fede: questo è il migliore e ilpiù fecondo apostolato. Fate tutto

con spirito di preghiera, tutto per Dio.Ricordate: noi siamo niente, Dio nonha bisogno di noi. Dobbiamo lavoraresolo in quanto Egli lo vuole, se lo vuo-le e come lo vuole” (Trattenimenti,92). Delle Nocche fu, insomma, unPadre che testimoniava e rifletteval’unico Padre di tutti e a Lui solo indi-rizzava lo sguardo, sulla via di Gesù.

Come tale, a lui vale la pena di ritor-nare ancora, per imparare sempre dinuovo dove si trova l’unico necessa-rio e come si fa a vivere di esso solo,per amore di tutti.[seconda parte] Monsignor Bruno Forte

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… Per ora offro tutto… per laCongregazione perché diventisempre più eucaristica, semprepiù devota della Madonna,sempre più ordinata e fervente…

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In due casi almeno è difficile e ri-schioso scrivere: quando l’argomentopreso in considerazione è già statoampiamente trattato (si corre il ri-schio di ripetere e dire cose scontate)e quando l’argomento è del tuttonuovo e inesplorato (è necessariodocumentarsi scrupolosamente,avere sguardo critico, provare ciò chesi afferma).Mettersi a scrivere del significato edell’importanza del silenzio rientranel primo caso; aggiungo ancheun’annotazione, che accentua la per-plessità di chi scrive, riportata all’ini-zio di un pregevole libretto recente-mente pubblicato e dedicato a que-sto tema: “del silenzio bisognerebbe‘tacere’ più che ‘parlare’”1. Mi limiterò, dunque, a richiamare al-cune considerazioni e spunti pratici,attingendo a quel ricco patrimonio diriflessione e di sapienza che nel cor-so dei secoli si è andato realizzandosul tema del silenzio.Il silenzio: significati e condizioni

È facile immaginare che vi sono diver-si tipi di silenzio, alcuni dei quali sonosenz’altro da apprezzare, mentre altrihanno una valenza negativa. “Il silen-zio – scrive Chialà – è una realtà am-bigua”2: può essere espressione di at-tenzione e concentrazione, ma anchedi mutismo e rifiuto; può metacomu-nicare vicinanza intensa e affettuosa,ma anche aggressività mascherata;può essere un mezzo per recuperareintima forza vitale, ma anche forma didifesa e fortezza protettiva. Nella riflessione che segue farò rife-rimento a quel tipo di silenzio cherappresenta un’esperienza positiva enecessaria per una sana igiene men-tale e per un recupero dell’anima, asalvaguardia di una vita interiore au-tentica. A proposito di esso, Guardiniscrive che “essere padroni del pro-prio silenzio è una virtù”3: occorre im-pararlo e richiede impegno. Silenzio significa tacere, solitudine,quiete, attesa, pace; può essere favo-rito dal trovarsi in luoghi appartati e

Silenzio e vita spirituale per unrecupero dell’anima

Silenzio e vita spirituale

311Sabino Chialà, Silenzi, Magnano (Biella), Edizioni Qiqajon, 2010, p. 7.2 Ibidem, p. 11.3 Romano Guardini, Virtù, Brescia, Morcelliana, 1972, p. 198.

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tranquilli, spesso richiede di ritirarsie ‘fuggire’ dai luoghi dove si svolge lavita quotidiana. Una cosa, però, sonole condizioni esteriori che favorisconoil silenzio e altra cosa è il silenzio in-teriore dell’anima. Ancora Guardini faquesta annotazione: “Dobbiamo darcida fare. Dobbiamo difenderci control’ininterrotto fiume di chiacchiere chepercorre il mondo, difenderci comeuno che ha il petto oppresso e cercadi assicurarsi il respiro. Altrimentiqualcosa inaridisce in noi. Ma ilchiasso esteriore è soltanto una me-tà, e forse neppure quella più difficileda superare. L’altra metà è quella in-teriore: il caos dei pensieri, il grovigliodei desideri, le inquietudini e le ango-sce dello spirito, il peso delle depres-sioni, il muro delle ottusità, e tutte lealtre cose che si ammucchiano nelnostro mondo intimo come detriti so-pra una sorgente occlusa”4.Soffermiamoci allora su alcuniaspetti riguardanti il silenzio.TacereSilenzio significa anzitutto tacere, ri-durre e controllare la comunicazioneverbale. Tacere non è naturalmente

cosa da preferirsi sempre e comun-que, come ricorda l’autore sacro: “C’èun tempo per tacere e un tempo perparlare”5. È noto quanto nella Bibbia sisottolinei l’importanza di saper vigila-re sul proprio parlare. Basti questa ci-tazione di s. Giacomo: “Se uno nonmanca nel parlare, è un uomo perfet-to, capace di tenere a freno anche tut-to il corpo”6. Il tacere al quale faccio ri-ferimento nasce da motivazioni validee da una disciplina interiore. In tanti nel corso dei secoli si sono dif-fusi sull’importanza dell’imparare atacere7. Il giovinetto A.G. Roncalli (ilfuturo Giovanni XXIII) ogni volta cheentrava nella casa canonica del suoparroco di Sotto il Monte posava il suosguardo su un’iscrizione, incorniciatae appesa alla parete, le cui parole gli sidicevano essere di s. Bernardo e chenon si cancellarono più dalla suamente. Vi si leggeva tra l’altro: “Non credere a tutto ciò che senti;non giudicare tutto ciò che vedi…;non dire tutto ciò che sai.Prega, leggi, fuggi, taci, sta in pace”8.C’è dunque un tacere che nasce dalcontrollo di quell’impulso così diffu-

4 Ibidem, p. 203.5 Qo 3,7.6 Gc 3,2.7 Anni fa è stato ripubblicato un opuscoletto del 700 dell’abate Joseph Antoine ToussaintDinouart, L’arte di tacere, Palermo, Sellerio editore, 1989.8 Giovanni XXIII, Il giornale dell’anima, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1964, p. 485.

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so a dare giudizi e a pronunciarci susituazioni, cose e persone per lequali non abbiamo competenza ocomunque circa le quali semplice-mente non è necessario che ci pro-nunciamo.C’è un tacere che frena la tendenzaall’esibizionismo, al chiacchieraresuperficiale e al pettegolezzo, allavolontà di imporre agli altri le nostreconvinzioni se non anche la nostravolontà, al bisogno compulsivo di ri-mediare ad una nostra ferita narcisi-stica (ad esempio, un rimproveroaspro o uno sfogo aggressivo per ri-affermare il nostro valore e non ap-parire deboli).C’è un tacere che nasce dal controllodell’ansia e dalla capacità di resiste-re sotto la tensione (causata, adesempio, dalle preoccupazioni dellavita o da problemi personali), comepure dal bisogno più o meno incon-scio di cercare continuamente com-prensione e ascolto da parte degli al-tri (qualcuno ha dato questo suggeri-mento un po’ cinico, ma da non tra-scurare: “Non raccontare i tuoi guaialla gente: all’ottanta per cento noninteressano e l’altro venti per centogode che tu li abbia”). O. Wilde anno-ta con il suo stile tagliente che “a vol-

te è meglio tacere e sembrare stupidianziché aprire bocca e togliere ognidubbio”.L’Imitazione di Cristo dà questo sug-gerimento: “Procurati un luogo ap-partato, ama di stare solo con testesso, non andar cercando di chiac-chierare con nessuno; effondi, inve-ce, la tua devota preghiera a Dio perconservare compunzione d’animo epurezza di coscienza”9.C’è anche un tacere di fronte alle sof-ferenze altrui: è un silenzio che na-sce dalla consapevolezza dell’inutili-tà, in certe situazioni tragiche e di-sperate, di ogni parola umana e dallavolontà di evitare il rischio di dire pa-role che servono a chi le pronuncia enon a chi le ascolta. Due immagini (o ‘icone’, come s’usadire oggi) tornano alla mente mentresi fa l’elogio del tacere. Una è quelladi Cristo che, come attesta il Vangelo,di fronte all’incalzare dei suoi accu-satori e all’ingiusta condanna non ri-sponde nulla, tace10: un tacere che,come sottolineano gli evangelisti,desta grande meraviglia. È il silenzio,misterioso, dell’innocente oppresso.L’altra immagine è quella di p. Cristo-foro il quale, recatosi nel palazzo didon Rodrigo per motivi di carità e di

339 Imitazione di Cristo, L. III, 53,1. Si può vedere, di questo prezioso libretto, anche il c. 10 delL. I: “Del fuggire i discorsi inutili”.10 Cf: Mt 26,63; 27,14; Mc 15,5; Lc 23,9.

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giustizia e trovandosi suo malgradonel bel mezzo delle vacue discussio-ni che animavano il pranzo a palazzo,provocato in modo insolente e can-zonatorio dai commensali rimane inun dignitoso silenzio, come annotacon fine ironia Manzoni: “Che si pote-va mai rispondere a ragionamentidedotti da una sapienza così antica esempre nuova? Niente: e così fece ilnostro frate”11. È il silenzio dell’umilee della persona saggia - se è vero ilproverbio cinese secondo il quale: “ilsaggio tace, l’intelligente ascolta, lostolto discute”.SolitudineLa solitudine è spesso condizioneimportante, se non necessaria, pervivere il silenzio. “Un’espressione ti-pica della solitudine è lo stato di si-lenzio. Solitudine e silenzio si rin-corrono. La solitudine aspira al si-lenzio, il silenzio conduce alla soli-tudine. Chi non è solitario non puòessere silenzioso e viceversa”12. Èdunque importante riuscire a viveremomenti di solitudine, ma ciò sup-pone una certa stabilità interiore e

(dura) disciplina; anche le esperien-ze famigliari e sociali attraverso lequali siamo passati hanno il loro pe-so. Lo psicologo Castellazzi affermache “l’esperienza della solitudineimplica sempre la presenza di unapersona: la madre interiorizzata…Sperimentare la capacità di esseresoli, prima in presenza della madree in un secondo momento in sua as-senza, è una premessa per essere ingrado, inizialmente da bambino epoi da adulto, di entrare piacevol-mente in relazione con il propriomondo interiore e di gestirlo senzadover rendere conto al mondo ester-no del proprio stato d’animo. La ca-pacità di essere soli si rivela il verocontenitore della nostra esisten-za”13. Per apprezzare la solitudine ènecessario darsi del tempo, rallen-tare il ritmo della propria esistenza(la lentezza educa la sensibilità epermette di gustare il sapore dellavita), stabilire priorità, programmarecon intelligenza le proprie attività. Ènecessario anche “trovare e averel’umiltà, il coraggio di riposare”14.

11 Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, c. V,65.12 Vittorio Luigi Castellazzi, Dentro la solitudine, Roma, Città Nuova Editrice, 1998, p. 65.13 Ibidem, p. 35.14 Espressione usata da Benedetto XVI dialogando con i sacerdoti durante una veglia dipreghiera in piazza s. Pietro (10 giugno 2010). [ho proposto una breve riflessione a partireda questo suggerimento del papa in: “Testimoni” 15 (2010), pp. 16-18: Tutti utili, nessunonecessario]

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Come per il silenzio, anche della soli-tudine si deve dire che essa ha duevolti: può essere fonte di pace, maanche motivo di tormento e ango-scia; occasione per attingere allaprofondità del proprio essere, ma an-che terreno favorevole alla tentazio-ne. Alcuni sono piuttosto portati pertemperamento personale a stare so-li; per altri ciò può essere una fatica,che si deve imparare a sopportareper goderne progressivamente i frut-ti. È noto un pensiero di Pascal, chescrive: “Quando mi sono messo, tal-volta, a considerare le varie agitazio-ni degli uomini e i pericoli e le penecui si espongono… ho scoperto chetutta l’infelicità degli uomini derivada una sola causa: dal non saper re-starsene tranquilli in una camera”15. Essere soli vuol dire qualcosa di piùche non avere nessuno presso di sé:significa essere chiusi in una propriapienezza: chi è solo si riconquista,‘torna in sé’. Il biografo di s. Benedet-to elogia la capacità di solitudine delsanto: “secum vivebat” (viveva standocon se stesso). Solitudine non è cer-tamente selvatichezza o abbandono,così come silenzio non è semplice-

mente stare muti. Noi abbiamo biso-gno certamente degli altri, ma nondobbiamo correre dietro al gregge. Lasolitudine fa tutt’uno con lo stare insocietà, come il silenzio con il discor-so. L’amore, la parola buona, il gestosoccorrevole, la capacità di entrarein contatto profondo con le personepossono nascere solo dall’intimaprofondità del cuore, il quale può es-sere ascoltato e conosciuto soltantonella solitudine e nel silenzio. La cura della vita interiore, oggi: qual-che considerazioneNon è sufficiente e non si dura a lun-go se ci si limita soltanto a bloccarel’impulso a parlare e a chiacchierare,né basta sforzarsi di stare semplice-mente da soli: bisogna imparare il si-lenzio interiore, bisogna nutrire lospirito, è necessario alimentare lesorgenti dove affondano le radici delnostro essere. In una parola: occorrecurare e arricchire la vita interiore:“Finché non si sarà ritrovata l’interio-rità, non si sarà ritrovato nulla”16.Non si può trattare in questa sede iltema così vasto della vita interiore:mi limito quindi a qualche spunto diriflessione prendendo in considera-

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15Blaise Pascal, Pensieri, Milano, Rizzoli editore, 1952, p. 65 (Pensiero139). Questo pensie-ro richiama l’annotazione che troviamo nell’Imitazione di Cristo, L. I, c. 20,5: “cella continua-ta dulcescit, et male custodita taedium generat” (la cella frequentata indolcisce, mal cu-stodita genera noia).16Jean Guitton, Il secolo che verrà, Milano, Bompiani, 1997, p. 28.

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zione alcuni aspetti della culturacontemporanea che più hanno atti-nenza con il tema che stiamo consi-derando e mi rifaccio per questo adun pregevole lavoro di M. Lacroix17.Egli presenta come caratteristicadella cultura contemporanea il cultodell’emozione e ne descrive alcunemanifestazioni. Sottolinea tra l’altroche oggi c’è una preferenza per leemozioni forti a detrimento delleemozioni calme. La nostra epocaama l’eccesso. La nostra vita affetti-va soffre di uno squilibrio dovuto a uneccesso di ‘emozioni-shock’ e a undeficit di ‘emozioni-contemplazione’.“Siamo spesso spinti ad abbandona-re le emozioni contemplative. Gli af-fetti disordinati prevalgono sul rac-coglimento. Il veleno dell’intempe-ranza rode la nostra interiorità...‘Sempre più eccitazione, agitazione,furore’, questa è la parola d’ordinedella nostra epoca”18.Un altro aspetto della crisi della sen-sibilità contemporanea è l’oblìo delnaturale. “L’emozione-shock va dipari passo con l’artificialismo... L’e-mozione-contemplazione si accon-tenta dello sguardo di un bambino,del frusciare del vento tra gli alberi,

del canto di un uccello, dello sciabor-dìo di un fiume, di una poesia, di unquadro. Ma per l’appassionato disensazioni forti, questi oggetti sonoprivi di fascino”19. Diventa più difficileemozionarci per delle cose semplici;dimentichiamo che ‘piccolo è bello’.Siamo freneticamente alla ricercacontinua di nuovi contatti ‘virtuali’, diimmagini e informazioni che i nuovimezzi informatici mettono generosa-mente a nostra disposizione; siamovittime di una specie di bulimia per leimmagini digitali, le trasmissioni te-levisive. La nostra sensibilità diventatecnodipendente, rischiamo di di-ventare indisponibili per la bellezzadel mondo ed è meno facile fremeredavanti a ciò che è naturale. Di fronte a quell’eccesso di stimoli, discelte, di informazioni che caratteriz-za la nostra epoca, appare senz’altroopportuno il richiamo di BenedettoXVI, il quale afferma che “come esisteun inquinamento atmosferico, cheavvelena l’ambiente e gli esseri viven-ti, così esiste un inquinamento delcuore e dello spirito, che mortifica edavvelena l’esistenza spirituale”20. La vita interiore è nutrita dalla dispo-nibilità alla contemplazione e deve

17Michel Lacroix, Il culto dell’emozione, Milano, Vita e Pensiero, 2002. 18 Ibidem, pp. 90-91.19 Ibidem, p. 112. 20 Benedetto XVI, Omelia per il giorno di Pentecoste (31 maggio 2009)

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essere rifornita dall’esterno. L’animasi costruisce grazie alle bellezze chesi incontrano attorno a noi. “Le perso-ne che ‘emanano interiorità’ devono illoro tesoro interiore alle impressioniricevute dall’esterno. Per una, sarà unsentimento d’estasi provato davanti aun quadro; per un’altra, l’ammirazio-ne sentita davanti a un paesaggio,una gioia condivisa con un bambino,una conversazione con unessere amato, un momentodi raccoglimento nel corsodi una cerimonia religiosa...La vita interiore si formamediante l’accumulazionedei ricordi d’istanti in cui si èdata accoglienza al mon-do”21. Fa parte di questo sti-le di vita anche la cura dellalettura: i libri ci sostengononella solitudine e ci evitanodi essere un peso a noistessi. Torna, dunque, attuale il richiamoche l’ascetica dei secoli passati ri-cordava spesso: la custodia dei sen-si. “Viviamo in una società in cui ogni

spazio, ogni momento sembra debbaessere ‘riempito’ da iniziative, da atti-vità, da suoni; spesso non c’è il temponeppure per ascoltare e per dialoga-re… Non abbiamo paura di fare silen-zio fuori e dentro di noi”22. Silenzio, solitudine, quiete: sono al-trettante vie per penetrare in quellaprofondità che chiamiamo anima esono premesse perché l’incontro

umano si faccia comunicazione pro-fonda, condivisione di vita, sensibili-tà e delicatezza.

Aldo Basso

21Michel Lacroix, Il culto dell’emozione, Milano, Vita e Pensiero, 2002, p. 113.22Benedetto XVI, Omelia pronunciata nel corso dell’Eucaristia celebrata a Sulmona il 4 lu-glio 2010.

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Preghieraper ottenere dal Signorela beatificazionedel Servo di DioMonsignor RaffaelloDelle Nocche

O SS. Trinità per la tua maggior gloria

e per la nostra edificazione,

ti preghiamo di glorificare

il tuo servo Raffaello, che,

con umiltà e carità, molte anime guidò

nelle vie del tuo amore.

Se la sua glorificazione è conforme

alla tua santa volontà, concedici la grazia

che ti chiediamo. Amen.

ImprimaturRoma 24-10-1963 Bruno M. Pelaia Vescovo

Coloro che ricevono grazie sono pregati di darne notiziaalla Postulazione

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Suore Discepole di Gesù Eucaristico

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