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La Vita Teologale in Madre Maria Maddalena dell’ Incarnazione Fondatrice dell’ Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.mo Sacramento 7

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La Vita Teologale

in Madre Maria Maddalena

dell’Incarnazione

Fondatrice dell’Ordine

delle Adoratrici Perpetue

del SS.mo Sacramento

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© Federazione delle Adoratrici Perpetuedel SS.mo SacramentoAnno dell’Eucaristia 2004-2005

Le Virtù Teologali uniscono a Dio permezzo di Gesù Cristo e ci fanno parte-cipare alla Vita Divina.Sono nelle stesso tempo unificanti e tra-sformanti

(Tanquerey Compendio Teol. n. 1168)

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INTRODUZIONE

Madre Mar ia Maddalena del l ’ Incarna-zione (Cater ina Sordini ), Fondatr ice del-l ’O rd ine de l l e Ado ra t r i c i Pe rpe tue de lSantissimo Sacramento, nella sua vita ter-rena ha realizzato lo stesso desiderio delSignore di «attirare tutti a Sè»1 attra-verso i l suo Corpo e Sangue realmentepresente nella Santissima Eucaristia.

«Adorando in spir i to e veri tà»2 hasvi luppato a pieno i l germe della santitàdeposto in lei nel giorno del suo Battesi-mo, dove lo Spirito Santo, l ’ha resa figl iadi Dio.

Questo tesoro portato in vasi d’argi l laè cresciuto nel «tempo umano», ma uni-camente proiet tato nel l ’etern i tà, perchécosì è la vita divina: una trasf igurazionedi quella umana.

Le sue virtù sia teologali, che cardinali,e tutte quel le annesse, hanno raggiuntonel la sua vita terrena un «grado eroico»

1 Cfr. Gv. 12, 322 Cfr. Gv. 20, 23

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ta le, da poter essere r iconosciute dal laSanta Madre Chiesa.

Così che, la bellezza della sua vita spi-r i tuale, i l suo «mist ic ismo», quel grandee ardente amore «appassionato» per Dioè oggi quel «nuovo lume» su cui le f igl iee i fede l i l a ic i camminano a l la luce d iquel «Sole Eucaristico» che mai tramonta.

Invest i ta di «una chiamata nel la chia-mata», quel la del la santità, Madre MariaMadda lena non sc iupò nessuna de l l eg raz ie e la rg i te g ra tu i tamente per con-quistare la meta. Anche se in c lausurasapeva bene che la « luce» avrebbe i r-radiato al di là del le grate, perché se i lsuo corpo era, di fatto, «prigioniero d’a-more» non lo era di certo i l suo cuore, l i-bero di essere «missionario» nel mondo.

Per questo chi aveva modo di avvici-narla r iconosceva in lei la santità di vitache conduceva e non poteva non r ima-nerne at t ra t to : «Att irami dietro a Te,corriamo!»3.

I l tema sviluppato i l lustrerà le testimo-nianze raccolte nei processi per la cau-sa d i bea t i f i caz i one i ne ren t i i n modospecif ico al la vita teologale, cioè al suorapporto diretto con Dio (virtù teologali) eal suo agire morale (virtù cardinali); esserappresentano le «sette lampade» dellavita cristiana, così come le nominava Pa-pa Giovanni XXII I.

3 Ct. 1, 4

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Si sp iega pr ima brevemente i l s ign i-f icato teologico del le virtù prese in esa-me e poi come in Madre Maria Maddale-na sono cresciute, si sono svi luppate ear r ivate a l la per fez ione ne l corso de l lasua vita: nella sua infanzia, adolescenza,nel monastero di Ischia, a Roma nel pri-mo periodo, nel suo esil io a Porto S. Ste-fano e a Firenze, nell ’ult imo periodo a Ro-ma fino al la sua morte, dove negli ult imiquaranta giorni di v i ta la pienezza del levirtù «rifulse» in tutta la sua bellezza.

Inf ine una conclusione ed uno sguar-do ad imitare nella via della santità coleiche, nel nostro speci f ico car isma, c i èMadre e guida, dietro le orme di coloroche nel la sua profonda umiltà chiamavai ve r i « fondator i » de l l ’Opera : Gesù eMaria.

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VIRTÙ,VIRTÙ TEOLOGALI

E VIRTÙ CARDINALI 4

La virtù è una disposizione abituale eferma a fare i l bene, consentendo a l lapersona che la pratica non solo di com-piere att i buoni, ma di dare i l megl io disé. La persona tende d i conseguenzaverso i l bene scegliendolo in azioni con-crete.

Nella Sacra Scrittura più che della vir-tù si parla del l ’uomo virtuoso, del la per-sona giusta e perfetta che si incamminadocilmente sul la via tracciata dal Signo-re seguendo la volontà divina.

La teologia presenta var ie d ist inz ionitra le diverse virtù: si hanno così virtù na-tural i e v i r tù soprannatural i , v i r tù acqui-s i te e v i r tù infuse dove la v i r tù è « infu-sa» da Dio e «acquisita» tramite lo sfor-zo umano per vivere i l vangelo.

Le pr incipal i vir tù infuse sono le v i r tùteologali: la fede, la speranza e la carità;

4 Cfr. A. ROYO MARIN «Teologia del la perfezione cri-st iana», Ed. Paol ine, Roma 1965.«Catechismo del la Chiesa Cattol ica», Libreria Edi-tr ice Vaticana, Città del Vaticano 1992.

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quel le moral i sono la prudenza, la g iu-stizia, la fortezza e la temperanza.

Le virtù teologali così nominate per-ché si r iferiscono direttamente a Dio, di-sponendo l’anima cristiana a vivere in re-lazione con la Santissima Trinità, sono in-f use da D io ne l l ’ an ima de i f ede l i pe rrenderl i capaci di agire qual i suoi f igl i emeritare la vita eterna.

La fede è l a v i r t ù t eo loga le pe r l aquale noi crediamo in Dio e a tutto ciòche ha detto e r ive lato e che la SantaChiesa ci propone a credere. I l vero di-scepolo è colui che non solo custodiscei l dono del la fede, ma v ive d i essa, lap ro fessa , dà tes t imon ianza con f r an -chezza e inf ine la diffonde; è capace divedere le cose e di giudicarle dal puntodi vista divino.

La speranza è la v i r tù teologale perla quale desideriamo i l Regno dei ciel i ela vita eterna come nostra fel ici tà, r ipo-nendo la nostra f iducia nel la Miser icor-dia Divina. Nulla scoraggia le anime chesperano in Dio. La speranza è un fortesostegno, dona una pace e una sereni-tà ina l te rab i le ed un des ider io d i rag-giungere presto la patria celeste.

La carità è la v i r tù teo loga le per laquale amiamo Dio sopra ogni cosa e i lprossimo per amor di Dio: è la virtù cherimane in eterno perché ci donerà la pie-nezza dell ’amore della Santissima Trinità.

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Le v ir tù cardinal i , cos ì nominateperché hanno proprio la funzione di «car-dine», sono quattro e da esse nasconotutte le a l t re. Sono diverse dal le teolo-gali che riguardano Dio perché riguarda-no i l nostro agire morale.

La prudenza dispone la ragione a di-scernere in ogni circostanza i l nostro ve-ro bene e a scegl iere i mezz i adeguat iper compierlo.

La giustizia consiste nel la costantee ferma volontà di dare a Dio e al prossi-mo ciò che è loro dovuto.

La fortezza nelle diff icoltà assicura lafermezza e la costanza nel la r icerca delbene, rendendo capaci di vincere la pau-ra, la morte, persecuzioni e prove.

La temperanza modera l’attratt iva deipiaceri e rende capaci di equi l ibr io nel-l ’uso dei beni creati.

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TAVOLA CRONOLOGICA

16 Aprile 1770: Caterina nasce a PortoSanto Stefano (Gr) da Lorenzo Sordini eTeresa Moizzo.

Febbraio 1788: entra in monastero a Ischiadi Castro (Vt) tra le Terziarie Francescane.

26 Ottobre 1788: veste l ’abito France-scano assumendo i l nome di Suor MariaMaddalena dell ’ Incarnazione.

19 Febbraio 1789: i l Signore manifesta aSuor Maria Maddalena la sua volontà cheessa fondi l ’Opera del l ’Adoraz ione Per-petua del Santissimo Sacramento (vede inv is ione angel i vest i t i in b ianco e rossoche adorano i l Santissimo Sacramento).

28 Ottobre 1789: emette la Professio-ne Religiosa.

20 Aprile 1802: Suor Maria Maddalenaviene eletta Badessa del Monastero deiSS. Fil ippo e Giacomo in Ischia di Castro.

1806: Madre M. Madda lena s tende leprime Costituzioni della futura fondazione.

31 Maggio 1807: Madre M. Maddalena condue monache dal monastero di Ischia di Ca-stro parte per Roma per la Fondazione del-l ’Opera dell ’Adorazione Perpetua di GesùSacramentato.

1807 terza domenica di Settembre - Fe-sta dell’Addolorata - : prima esposizione delSantissimo Sacramento nel la chiesa deiSanti Gioacchino ed Anna a Roma.

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2 Febbraio 1808: sono approvate le Re-gole dal Cardinale Della Somaglia, Vicariodi Papa Pio VII.1811: perquisiz ione dei f rancesi a l mo-nastero di Sant’Anna. - Madre Maria Mad-dalena è mandata in esil io prima a PortoSanto Stefano nella casa paterna e poi aFirenze sotto la sorveglianza della polizia.1812: Madre Maria Maddalena prepara le« Istruzioni di pratiche virtuose» per le fu-ture Adoratrici.19 Marzo 1814: r ien t ro da l l ’es i l io ne lmonastero di Roma.1814: Madre M. Maddalena dà alle stam-pe il «Direttorio per l’Adorazione Perpetuaa Gesù Sacramentato» e il libro del «Ritiro».18 Settembre 1817: Madre M. Madda-lena riceve da Mons. Menochio i l nuovoabito religioso di Adoratrice (quello visto du-rante la visione estatica nel monastero diIschia).12 Maggio 1818: Madre Maria Madda-lena emette la solenne Professione di A-doratrice Perpetua.22 Luglio 1818: approvazione Aposto-l ica de l l ’Ord ine de l le Adorat r ic i Perpe-tue, delle Regole e delle Costituzioni.1820: Madre Maria Maddalena detta aduna noviz ia i l commento ai «26 Avvert i-menti di perfezione».29 Novembre 1824: Madre M. Maddale-na muore in concetto di santità lasciandoalle sue figl ie come testamento spiritualel’amore scambievole e l’amore al patire.

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NASCITA,INFANZIA E ADOLESCENZA

Caterina Sordini ha i l pr iv i legio di na-scere in un ambiente famil iare profonda-mente cristiano. Soprattutto i l padre, Lo-renzo Sordini, trasmette alla f igl ia sin dal-la più tenera età i l profondo amore perGesù Eucaristia.

I l suo carattere « i rrequieto» viene tem-perato sempre più con i l passare degl ianni; dopo alcuni incidenti, che mettonoin pericolo la sua vita di bambina, si no-ta in lei un cambiamento. Lo racconta i lconfessore don Baldeschi nella biografiaa lei dedicata: «…si vide Caterina non piùvivace del suo naturale, ma tutta umile,obbediente, e solo intenta al la devozio-ne. Tutte le mattine voleva andare con lamadre in chiesa, per ascoltare insieme laSanta Messa, in tempo del la quale os-servò la madre in lei alcuni del iqui, chesuccedevano specialmente dopo la con-sacrazione fatta dal sacerdote…

«…poi quando stava Cater ina davant ia Gesù Sacramentato, che i l padre d ivolta in volta faceva esporre a pubbl icavenerazione per la grande devozione che

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aveva, e per la v iva brama che nutr iva,che da tutt i fosse amato e adorato, edal lora ta l i del iqui erano in le i più fort i elunghi. Particolarmente poi ne soffr iva neigiorni del giovedì grasso, in cui i l padrelo teneva esposto con maggiore solenni-tà, e siccome questo giorno era per le ila del iz ia del suo cuore, così d iceva a lsuo padre : – Babbo m io , pe rché nonpossono esse re t u t t i i g i o r n i g i o ved ìgrasso? –. Ma né i l padre, e né la ma-dre, ed altr i poterono comprendere, per-ché essa così diceva, e perché le acca-devano tal i deliqui»5.

I l fratel lo Giovanni Sordini, più piccolodi Caterina di undici anni, racconta i l pe-r iodo del l ’adolescenza del la sorel la: « Ioero di età assai minore di Suor M. Mad-dalena, e mi ricordo, che l’accompagna-vo la matt ina al la pr ima messa, e r ima-neva in chiesa finché non si fosse ricon-dotta in casa… Ritornata a casa si appli-cava a l le cose domest iche, e d is impe-gnava ordinariamente tutte le faccende difamig l ia senza dare d is tu rbo a lcuno a igenitori. Vestiva modestamente, e giravacoperta d’un manto nero, come allora u-sava. Non mi accorsi mai che avesse com-

5 «Breve Is to r ia de l la Fondaz ione de l le Re l ig iosePe rpe tue Ado ra t r i c i d i Gesù ne l d i v i n Sac ra -mento del l ’a l tare», DON GIOVANNANTONIO BALDESCHI ,Napoli 1839, pagg. 11-12.

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messo a lcun mancamento contro i co-mandamenti di Dio, e della Chiesa, e con-tro i l r ispetto avuto ai genitori»6.

Pr ima d i prendere la dec is ione, chedarà una svolta definit iva alla sua vita, ac-cade un episodio che rivela l ’ indole dellagiovane Caterina e la grazia del Signorecapace di trasformare la sua anima: «…ilpadre… pensò di collocare in matrimonioCaterina giunta al l ’età di sedici anni. A-vrebbe voluto tener la con sé amandolateneramente; ma s iccome o l t re essereEl la p iut tosto bel la d’aspetto, era sem-pl ic iss ima, perc iò amava d i mar i ta r la…quindi i l padre conosceva un giovane diSorrento e si adoperò che questi avesserelazione di questa sua figl ia… il giovaneprocurò di veder la e subito se ne inva-ghì… furono pertanto eseguit i i sponsa-l i , ma restò sospeso i l matr imonio per i lmotivo che i l detto giovane aveva da sbri-gare un affare molto importante a Costan-t inopol i… lasciò a Cater ina una scatolacon molte e bel le gioie, che essa gradìassai, e si compiacque grandemente»7.

Caterina non resiste al la tentazione diindossare i g io ie l l i e d i essere da tut t iammirata presentandosi proprio in chiesa

6 « I n f o rma t i o » , Bea t i f i ca t i on i s e t Canon i za t i on i sServae Dei Mar iae Magdalenae ab Incarnat ione,Luigi Porsi, Roma 1982, pg. 99.

7 «Baldeschi», op. cit., pg. 12-13.

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accanto a l l ’acquasant iera. I l padre noncompiaciuto di questo atteggiamento, do-po averla rimproverata, le ordina di r ien-trare a casa.

È propr io lo specchio, ogget to del lesue compiacenze, a svelare i l volto del-l ’Amato: «Oh meravigl ia! Oh stupore! Ohgrazia! Da ciò che le apparve vide e sen-t ì inter iormente, capì lo sdegno del Si-gnore per le sue vanità, e per i l t imorecadde tramortita per terra. Rivenutasi poitutta piena di dolore, di vergogna di sestessa, e di aborr imento a secolareschiabbig l iament i , s i spogl iò subi to d i ess ine domandò perdono a Dio, e rimise nel-la sua scatola le gioie, vestita del suo a-bi to sempl ice di casa andò da suo pa-dre, al quale inginocchiatasi disse: - Bab-bo mio beneditemi, eccovi la scatola del-le gio ie datemi. Esse non sono più perme - . I l padre r imase sorpreso, e nonpotè capirne la ragione»8.

Cosa accade dinnanzi al lo specchio loraccon ta I sabe l l a Ba ldesch i ne l l a suapreziosa test imonianza: «Nelle occasioniin cui la Serva di Dio vedeva noi ragaz-ze un poco studiose nell ’abbigliarci… perd is tog l ie rc i da l le van i tà de l seco lo av-vert iva di essere noi piuttosto amanti diGesù Crocif isso, e così comunicò a noiquanto avvenne ne l lo specch io ; d isse

8 «Baldeschi», op. cit., pg 14.

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pertanto, che un giorno era innanzi al lospecchio per vedersi abbigl iata, v ide inluogo del la propr ia immagine, quel la d iGesù Crocif isso col capo chino, e tuttopieno di sangue: le parlò i l Crocif isso Si-gnore, e le ingiunse di prendere lo statorel igioso, e le r ivelò l ’opera del la Adora-z ione Perpetua, a cui la aveva dest ina-ta»9.

Le virtù cristiane di Caterina cresconoins ieme a que l le umane e s i per fez io-nano sempre più, man mano che i l rap-porto con i l suo Dio diventa sempre piùintimo.

I l solo fatto di fare un «salto» per en-trare in clausura è segno che la sua fe-de, la sua speranza e la sua carità van-no a l d i la de l le «cose v is ib i l i» perchépercep isce g ià i l p ro fumo de l le «coseinvisibi l i», e nella primavera della sua vi-ta decide l iberamente di «rinchiudersi» inclausura lasciando i l padre meravigl iatodella sua audacia.

9 Cfr. « Informatio» op. cit. , pg. 101.

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«…TU SEI NELL’EUCARISTIA

LA MIA FEDE,LA MIA SPERANZA

E IL MIO AMORE…» 10

10 Cfr. «Diret tor io per l ’Adoraz ione Perpetua a Ge-sù Sacramentato» , MA D R E MA R I A MA D D A L E N A D E L-L’ INCARNAZIONE, Ed. F. Bourl iè, Roma 1814, pg. 58.

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« QUESTE DUNQUE LE TRE COSE

CHE RIMANGONO: LA FEDE…

La fede di Madre Maria Maddalena e-ra davvero grande e profonda, la sua a-nima era elevata unicamente al le real tàsoprannatural i e i l car isma del la sua u-nione intima con Dio, si trasmetteva so-lo nel guardarla o nel parlare con lei.

Al solo parlare di Dio mostrava esse-re « innamorata» o addirittura « invaghita» ecoloro che ebbero a che fare con lei dif-f ici lmente nella loro vita riscontrarono ungrado così alto in questa virtù.

La fede nelle verità rivelate e in tutto ciòche la Santa Madre Chiesa affermava, erat rasmessa non solo a l le sue monache,ma anche a persone estranee att raver-so istruzioni cristiane ed esortazioni. L’u-nico oggetto dei suoi pensieri era, per i lgrande amore che portava a Gesù Eu-caristia, istituire qui in terra l ’Opera dellaPerpetua Adorazione; depone Suor Ma-ria Raffaella: «Era devotissima del Santis-s imo Sacramento, e quando par lava d iGesù Cristo pareva che quelle parole le u-scissero dal cuore, i l quale sembrava ac-

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ceso de l l ’ amore d i Gesù Sacramenta-to»11.

Dinnanzi a Gesù Eucaristia era poi «ra-pita» completamente dalla sua luce inac-cessibile che pareva «fuori dei sensi», inuna santa contemplazione. Mai sarebbevoluta uscire dal coro; al lontanarsi anchesolo con i l corpo dall ’adorazione era perlei un grande dispiacere. Testimonia an-cora Suor Maria Raffaella: «Stava nell ’at-to dell ’Adorazione immobile come pietra,e tutta per la sua modestia e compostez-za ammirabile»12.

Nei giorni di solennità, in Quaresima ein Avvento i l suo volto quot idianamentegioviale e i l suo umore sempre allegro, di-veniva di un’intensità e di un’i larità straor-dinaria13.

La sua «passione» nei confronti di Ge-sù Eucaristia, la sua «smania» (desideriointenso) di starGli accanto, perché certadella presenza reale del suo Corpo e delsuo Sangue, era tale da renderla ben l ie-ta di essere sacrestana, occuparsi deglioggetti sacri, del decoro della Chiesa.

Innamorata oltremodo del mistero del-l’ Incarnazione, meditando in periodo di Av-vento alcuni punti su questo argomento, do-vette interrompersi tanto fu i l suo coinvol-gimento interiore.

11 «Informatio», op. cit. , pg. 143.12 Ibidem, pg. 143.13 Cfr. « Informatio», op. cit. , pg. 108.

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Per i sacerdoti, poi, i l r ispetto era gran-de. Ministri di Dio in terra, si doveva par-lare di loro con r ispetto e venerazione.Depone a questo r iguardo Isabel la Bal-deschi: «Aveva gran r ispetto dei Sacer-doti, e Dio guardi se avessimo accenna-to qualche difetto anche naturale, oppu-re r iso di alcuni di essi, e per farcel i r i-spettare ripeteva sovente, che Maria San-t issima baciava la terra dove i sacerdotierano passati…»14; senza parlare poi delr ispetto che aveva per i l Santo Padre eper i suoi Superiori.

I l Giovedì Santo si metteva ad adora-re dinnanzi a l «sepolcro» r imanendo si-no al giorno seguente senza mangiare esenza dormire.

I suoi d iscors i su l la Passione di Ge-sù, sul la meditazione del venerdì eranocosì appassionati e fervorosi, che chi laascoltava, pareva ascoltare un l inguag-gio non naturale, ma angelico, suscitan-do nel cuore altrui gl i stessi sentimenti,e le sue lacrime dinnanzi al le atroci sof-ferenze d i Gesù vero-Uomo non eranosentimentalismo o pietismo.

Test imonia ancora Isabel la Baldeschi:«Quando poi erano le solennità del Cor-pus Domini e le fest iv i tà d i Mar ia San-t issima si mostrava giul iva. Nel l ’Assuntao t to g io r n i p r ima incominc iava a fa rc i

14 «Informatio», op. cit. , pg. 138.

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recitare, e di tanto in tanto si presentavaa no i pe r fa rc i r ipe te re ques te g iacu-latorie - Si ral legra i l cuor mio teco, Ma-ria, più che se la tua gloria fosse la mia,Signora mia dammi per buona sorte, cheio ti goda nel ciel dopo la morte -. Ma ta-l i parole in bocca del la Serva di Dio e-rano proferite con tale e tanta enfasi chepareva di essere la Serva di Dio in Para-diso, e parlare in presenza della VergineSant i ss ima. Ch iamava ques ta ed a l t resolennità la festa della nostra Mamma»15.

A Maria consacrò tutta la sua vita co-me «schiava d’amore» esortando le f igl iea fare lo stesso, scegliendo come Patro-na e Protettr ice dell ’Ordine la Vergine Ad-dolorata.

Narra Suor Maria Arcangela: «Indizio del-la sua fede fu la devozione, che dimo-strava verso la Madonna, e con l’essersiconsacrata totalmente come schiava adessa Madre di Dio, offrendole tutte le sueopere, ed oraz ioni , i l che fu nel l ’u l t imoperiodo della sua vita, (…) non solo esor-tò tutte le sue f ig l ie ad imitar la in que-sta consacraz ione, ma a l t res ì in t rodus-se, che ciascuna portasse al collo sottolo scapolare, una catenella di trenta ma-gl ie col cuore di Maria in una lamina diottone dove sono impressi i nomi di Ge-sù, e di Maria, in segno della loro schia-vitù donata a Maria Santissima»16.

15 «Informatio», op. cit. , pg. 137.16 Ibidem, pg. 140.

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In ogni sua più grande tr ibolazione ooppressione di spir i to, mai esternamen-te dava segni di ciò che soffr iva, ma tut-to accettava dal le mani amorevol i del laDivina Provvidenza.

Racconta Suor Costante Gelt rude unpart icolare sul la fede di Madre M. Mad-dalena a Ischia: « (…) mi fu r i fer i to quelche poco prima era avvenuto ad un re-l ig ioso Passionista venuto per st raordi-nario nel nostro monastero, (…) domandòegl i a l la Badessa i l nome del la monacache aveva comunicata nel quinto o sestoluogo, ed avuta la r isposta essere statala Sordini soggiunse averle veduto i l vol-to r isplendente nel l ’at to del la Comunio-ne di un chiarore soprannaturale»17.

La fede eccellente e sublime della Ma-dre, non poteva essere nascosta alle per-sone che non vivevano dentro i l mona-stero, perchè tutto ciò che lei viveva nelsuo intimo era visibi le anche esteriormen-te, e questa era la coerenza della sua vi-ta: «Se i l tuo occhio è chiaro, tuttoil tuo corpo sarà nella luce»18.

Madre M. Maddalena aveva una cosìgrande confidenza in Dio che la portavaad essere sempre certa che tutte le co-

17 «Informatio», op. cit. , pg. 109.18 Cfr. Mt. 6, 22

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se, anche le più di f f ic i l i , sarebbero r iu-scite bene: «Tutto è possibile per chicrede»19, anzi sembrava che le i stessaavrebbe to l to da l le man i que l la g raz iachiesta o a Dio o a qualche altro santo (e-ra molto devota di Santa Veronica Giu-l iani).

Malata e sofferente dopo aver passa-to tante notti affannose a causa delle sueinfermità e della salute debole, pur di r i-ceve re Gesù Euca r i s t i a , s i a l zava da lletto e dopo averlo ricevuto, si notava inle i una ta le t rasformazione in vol to nonnaturale. Una delle ult ime volte che rice-vette l ’Eucaristia quasi strappò dalle ma-ni la pisside al sacerdote.

Narra Suor Maria Arcangela: «Mi ricor-do che in una delle ult ime volte, che rice-veva la Santa Eucar is t ia mi t rova i pre-sente, e v id i , che essa, avendo inf iam-mato i l volto, stese le mani in atto di strin-gere la S. Pisside, e quasi toglierla dallemani del Confessore, i l quale dovette dir-le che stesse quieta e ferma; i l che di-most rava la g rande ans ie tà d i un i rs i aGesù Sacramentato»20.

Ricevette dal Papa la grazia di potersicomunicare dopo la mezzanotte, perchénon poteva mantenere i l digiuno per lun-go tempo.

19 Cfr. Mc. 9,2320 «Informatio», op. cit. , pg. 141.

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Ella cercava in primo luogo sempre esolo i l Regno dei ciel i, poteva comunquegodere del sovrappiù che i l S ignore ledonava in virtù della sua fiducia nei suoiconf ront i . Questo perché aveva l ’ in tu i -z ione d i r iconoscere neg l i event i de l lasua stor ia concreta, i segni d i una co-stante presenza divina e di conseguenzaimpegnava t u t t e l e sue r i so r se pe r i lRegno di Dio.

Chiamata dal Signore a fondare un’O-pera, i l cui cuore era l ’Eucar ist ia, i l p iùgrande «mistero di fede», Madre M. Mad-dalena visse tutta la sua vi ta seguendoquesta luce. I l « lume» della fede, come leistessa lo chiamava, non si spense mai,ma crebbe a tal punto da i l luminare, neltempo, tutti:

«Oh! Fede santaoccupa i nostri cuori,fa’ che siano tutti accesidi fiamma tale,che anelino tutti i momentidi unirsi a questo bene infinito,nostra gioiae nostro vero riposo…»21.

21 «Esortaz ione» d i MADRE M. MADDALENA DELL ’ INCAR-NAZIONE, Serie Oro N° 2, Tip. Nazionale Sai, Vige-vano 1987, pg. 15.

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…LA SPERANZA…

La viva speranza di Madre Maria Mad-dalena si basava sul fatto che Dio «no-s t r o Pad r e » 22 , come lei conf idenzial-mente Lo chiamava, non avrebbe mai de-luso le sue attese; i l suo esempio in que-s t a v i r t ù e r a cos ì g r ande che non s iperdette mai di coraggio, perchè semprela mano di Dio sarebbe stata per lei si-cura forza.

La terra era diventata per la Madre so-lo un «pellegrinaggio», perché i l suo spi-rito era unicamente «rapito» dalle cose e-terne e parlava spesso della bellezza delCielo.

I l suo totale abbandono in Dio, comeuna bambina tra le braccia di suo Padre, i lprofondo distacco dal le cose del la terrae quel suo anel ito celestiale, che era inun certo qual modo la «dolce inquietudi-ne» del suo cuore, erano le caratter ist i-che della sua speranza cristiana.

22 Cfr. «Di ret tor io per l ’Adoraz ione Perpetua a Ge-sù Sacramentato», op. cit., pg. 59.

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Così testimonia Suor Costante Geltru-de: «Non notai in Suor Maria Maddalenamai alcun desiderio dei beni terreni o deicomodi di questa vi ta; sembrava intera-mente occupata delle cose celesti ed a-nelante i l S. Paradiso. Indirizzava i nostrides ider i , spec ia lmente se eravamo in-ferme, al le cose eterne»23.

C’era in Madre M. Maddalena un desi-derio profondo di voler morire per incon-t ra re « faccia a faccia»24 il Signore, edera inolt re certa che, grazie ai meri t i diGesù Cristo, si sarebbe salvata. Quandovedeva qualche religiosa mancare controquesta virtù, soprattutto quel le che sta-vano passando al l ’altra vita, al lora si di-spiaceva molto, spronandole a confidarenell ’ inf inita misericordia del Signore, cheper ciascuno dei suoi f igl i aveva prepara-to un «posto»25.

Questa speranza raggiunse i l grado e-ro ico dinnanzi a tut te quel le prove chedovette superare per l ’ ist i tuzione del l ’O-pera come la persecuzione, lo sfratto sot-to Napoleone, l ’esi l io a Firenze, la man-canza di mezzi economici per la Fonda-zione da real izzare; ma lei senza scom-porsi, serena nel la sua «certa speran-za», sapeva che i l suo «Re con tanto diborsa»26, non solo avrebbe provveduto ai

23 «Informatio», op. cit., pg. 112.24 1 Cor. 13, 1225 Cfr. Gv. 14, 226 Cfr. «Baldeschi», op. cit., pg. 38.

32

mezzi material i per la Fondazione, ma a-vrebbe dissipato tutt i gl i ostacol i che sisarebbero presentati: dove un’altra crea-tura si sarebbe scoraggiata, lei no.

Madre Mar ia Madda lena conoscevabene la pedagogia del suo Sposo i l qua-le , av rebbe mantenuto s icuramente lesue parole: «Pensa a Me, che io penso ate»27, sentì interiormente nel suo cuore.

Confidava nella misericordia del Signo-re e nelle promesse della vita eterna; Egliera, infatti, morto per salvare tutti, prontoa perdonare chiunque era realmente pen-tito dei propri peccati. I l fatto che si r ico-nosceva la «vera peccatrice», era segnoche la sua speranza non si appoggiavasui suoi merit i, ma su quell i di Gesù.

I l periodo dell ’esil io non servì altro chea rafforzare maggiormente le sue virtù; u-na delle caratteristiche della speranza cri-stiana è infatt i la «pazienza», cioè la for-za di r imanere «fermi» qualsiasi avversitàsi attraversi, sapendo attendere quanto i lSignore permette. Senza questa pazien-za la speranza non reggerebbe.

A Porto Santo Stefano, durante l ’esi-l io, nella casa dell ’amato fratello Giovan-ni, con la presenza di Madre Maria Mad-dalena si respirava un’aria soprannatura-le: r i t i rata nel la sua camera o in chiesa

27 «Informatio», op. cit., pg. 147.

33

dinnanz i a l suo «Sol i ta r io Amore» , e l la«spera contro ogni speranza»28, pregan-do più intensamente e unendosi a l suoDio; è nella croce, «talamo nuziale» per o-gni Sposa, che lo Sposo la investe anco-ra maggiormente dei suoi doni. È nell ’ab-bandono e nella solitudine apparente chela Madre si fa più audace.

Così racconta i l g ià ci tato fratel lo: « I ltenore di vita di mia sorel la qui in PortoSanto Stefano fu esemplarissimo. Si trat-teneva lungamente ogni giorno ad adora-re in chiesa ed in casa r i t i ratas i per lopiù in camera (…)».

Prosegue la nipote Suor Maria Cheru-bina: « In quei pochi mesi, nei quali dopola sua espulsione da Roma stette in casanostra, (…) io che ero ragazza di sette an-ni dormivo nel let to ad essa dest inato;(…) rit irandosi ambedue in camera, essami diceva di mettermi a letto, ed essa simetteva a pregare, e tanto pregava, chevedevo venir g iorno senza che si fossecoricata nel letto».29

Sotto la sorveglianza della polizia, accu-sata, Madre Maria Maddalena non si tur-ba, non s i sgomenta, ma con una pa-zienza inf inita se ne sta tranquil la, testi-moniando di essere un’anima di orazionee ripiena dello Spirito di Dio.

28 Rm. 4, 1829 «Informatio», op. cit., pg. 126.

34

Nel bu io de l la not te, mentre l ’Amatopurif ica la sua Amata, el la rivolta verso i lcielo guarda le stel le e fa sue le paroledi Dio profer i te ad Abramo: «Guarda inc ie lo e conta le s te l le , se r iesc i acontarle… tale sarà la tua discenden-za»30 .

Solo la certezza del la vita eterna, se-gno di speranza, le donò di poter viverela sua esistenza e morire con una tale al-legria in cuore che a chi la vedesse, pa-reva suonare i l tamburello in segno di e-sultanza per l ’ imminente incontro con loSposo, una creatura ormai non più abi-tante di questo mondo, ma degna dell ’e-ternità:

«O mio diletto Gesù,se non avessi io mai datoil mio cuore che a Te solo,o amore dell’anima mia,o mia Speranza!».31

30 Gen. 15, 531 «Aspirazioni amorose» del la Ven. MADRE M. MADDA-

LENA DELL’ INCARNAZIONE, Serie Oro n° 8, Tip. Nazio-nale Sai, Vigevano 1998, pg. 36.

35

…. E LA CARITÀ; MA DI TUTTE

PIÙ GRANDE È LA CARITÀ!».32

Parlare della carità di Madre Maria Mad-dalena è veramente toccare i l vertice del-la perfezione di una creatura umana.

I l suo amore non solo si estendeva ver-t icalmente verso Dio, ma orizzontalmen-te, quasi a voler abbracciare tutta l ’uma-nità in un segno di croce: era i l suo spi-r i to ecumenico, universa le e miser icor-dioso che la portava ad amare tutti colo-ro che «vivevano immersi nella cecitàe nell’empietà»33.

Racconta Suor Mar ia Teresa: «Dimo-strava vivo desiderio, che gli Ebrei, e gl iinfedeli, si convertissero alla cattol ica re-l igione, aff inché potessero salvar l ’animaloro, ed offr iva spesso i l sangue di Ge-sù Cristo per la loro conversione e salu-te. Quando sentiva passare vicino al Mo-nastero qualche Ebreo, ella diceva: - Si-gnore, convertite questo poverino-»34.

32 1 Cor. 13, 1333 Cfr. «Esortazione», op. cit., pg. 15.34 «Informatio», op. cit., pg. 150.

36

I l suo pr imo «Grande Amore» era ov-viamente Gesù Eucaristia e, in fondo l’ i-st i tuz ione del l ’Opera era per r ipagare i lpoco o niente amore, che i l Signore rice-veva dagli uomini, dal loro cuore troppofreddo, per cui anche un solo cuore in-f iammato d’amore di una sua Sposa l ’a-vrebbe glorif icato. Ed era ovvio che que-sto fuoco ardeva in le i anche esterna-mente tanto da infiammarle i l volto: «So-no venuto a portare il fuoco sulla ter-ra; e come vorrei che fosse già acce-so!»35.

Racconta a questo proposito Suor Ma-r ia Concetta: «…mi pare certo che, nelsort ire dal la santa adorazione ed ancoraaltre volte, la vedevo tutta infiammata nelvolto…»36.

La scelta del suo nome da religiosa fuuna scelta d’amore: Maria Maddalena,sull ’esempio di colei che nell ’amore «vin-se» tutt i ; i l mistero del l ’ Incarnazione, unbambino, poi un Uomo e infine un «pez-zo di pane» da amare e contemplare pertutta la vita.

Così i l Baldeschi r iferisce: « I l nome cheassunse fu quello di Suor Maria Madda-lena dell ’ Incarnazione, di cui era devotis-s ima, e che sempre pregava di a iutar la

35 Lc. 12, 4936 «Informatio», op. cit., pg. 149.

37

con la sua protezione bramando essa diimitarla per quanto l ’era possibi le nel l ’A-more, che aveva per Gesù; di fatt i i l suoamore verso di Lui era grande, e si cono-sceva dalle lacrime, che spargeva, quan-do p ronunz i ava i l suo do lc i ss imo no-me»37.

I l suo amore per Gesù cos ì a rdentenon poteva non essere r iversato in ma-niera traboccante nei confronti del pros-simo, nel quale e l la vedeva i l vo l to delsuo Sposo, volto Crocif isso di quel le a-nime lontane, che lei, a costo del la suavita, voleva riportare all ’amore di Dio Pa-dre.

Ma questo amore s i es tendeva nonsolo nei confronti di coloro che l’amava-no, i l che sarebbe già stato una grandecosa, ma anche verso i suoi nemici; de-pone a questo r iguardo Suor CostanteGeltrude: «…in alcune volte, in cui noi laeccitavamo a risentirsi delle ingiurie, chele venivano arrecate, essa si meravigl ia-va grandemente di noi e diceva: - Che vipare, Gesù Cristo perdona tanto a noi, enoi non vogl iamo per amor suo soppor-tare tal i piccole cose? -»38.

Quando le fu aff idato l ’uff icio di infer-miera pur di non abbandonare le sue am-malate passava le notti addormentata so-pra una sedia. Malata e sofferente si al-

37 «Baldeschi», op. cit., pg. 25-26.38 «Informatio», op. cit., pg. 112.

38

zava dal letto per assistere gli ult imi att i-mi di vita terrena di qualche consorel la,che desiderava la sua materna presenzaprima di morire.

I l suo insegnamento era prat icato piùcon l ’esempio che con le paro le, SuorMaria Cherubina testimonia questo fatto:«…ed in part icolare mi r icordo, che es-sendo essa molto gravemente oppressadal mal di petto, trovandosi nel letto, e dinotte, le venne riferito che una Religiosavicino a morire desiderava grandemented’aver la Serva di Dio accanto a lei neisuoi ult imi momenti, ed el la nonostante,che le altre Religiose cercassero di impe-dirla, non curando la propria sanità, né i lper icolo cui s i esponeva, si a lzò dicen-do, che la carità così voleva, andò dallamor ibonda, e l ’ass istet te s ino a l l ’u l t imorespiro»39.

La sua car i tà aveva sempre un f inespi r i tua le, pregava per i peccator i cheportava nel cuore come f igl i , e aspetta-va la loro conversione, al lo stesso modocome il Padre Misericordioso aspettava i lr i torno del f ig l io , e grande era la g io iaquando ciò avveniva.

Racconta Suor Maria Teresa: «Accad-de una volta, che un peccatore trovando-si nella nostra chiesa in tempo della mes-

39 «Informatio», op. cit., pg. 152.

39

sa conventuale al canto del la Salve Re-gina, si sentì internamente commosso epentito dei suoi peccati per modo, che siconvertì, e si diede a menar vita buona. LaServa di Dio, avendo ciò inteso dal Con-fessore, chiamò tutte le Monache, e ciraccontò i l fat to dimostrandosi piena digiubilo e di contento. Ugual giubilo, e con-tento mostrò pure di provare, al lorché ciraccontò la conversione di un soldato, i lquale trovandosi nel la nostra chiesa do-po la benedizione, e sentendo leggere unpunto di meditazione, diede segni mani-fest i d i pent imento, e s i portò quindi afar la sua confessione»40.

Nella solennità del Corpus Domini chie-se al Signore la conversione di tutt i quel-l i che sarebbero entrati in chiesa in quelgiorno. E spesso «pagava» lei con la sof-fe renza queste r ich ies te ma nu l la t ra -spar iva a l l ’esterno, perché l ’Amore nonconosceva alcun sacrif icio.

Considerata una sovversiva, le autori-tà francesi, sperando di spegnere i l « fuo-co» acceso intorno a lei, la mandano inesil io a Firenze, ma non sanno, che quel« fuoco divino» che le arde dentro i l pet-to, non si può spegnere, perché el la èdisposta a dare la sua vita pur di vederein questa terra real izzata l ’Opera del Si-

40 Cfr. « Informatio», op. cit., pg. 150-151.

40

gnore: «Forte come la morte è l’amore…Le grandi acque non possono spegnerel’amore né i f iumi travolgerlo…»41.

Esortava tutti a condurre una vita inte-riore, a frequentare i sacramenti, a tener-si lontano dal peccato.

Depone Suor Mar ia Teresa: «Era, laServa d i D io ze lante de l la sa lu te de l leanime, ed al lorché le occorreva di sen-tire, che qualche persona era traviata dalretto sentiero della virtù, ne sentiva gran-dissimo dispiacere, pregava essa, e fa-ceva pregare da tutte le Monache in co-mune per la conversione di quel l ’anima.Al Marchese Ercolani in part icolare sug-ger ì e consigl iò di essere più frequentea i Sacrament i , perché da l la f requenzadei Sacrament i dipendeva l ’esi to del l ’e-terna salute; e difatt i i l Sig. Marchese, cheprima non era tanto frequente ai Sacra-menti, l i frequentò poi moltissimo dopo iconsigli della Serva di Dio, e si diede aduna vita rit irata e spirituale»42.

Ascoltava i dubbi e le di f f icol tà del lesue figl ie e le consolava con un cuore co-sì materno che andavano via sollevate dispirito.

Come il «buon samaritano» si preoccu-pava anche dei bisogni material i; aiutò i l

41 Cfr. Ct. 8, 6-742 «Informatio», op. cit., pg. 150.

41

f ra te l lo d i una monaca, co lp i to da unagrave malattia, con i l permesso delle con-sorel le e dei superiori, fornendogli i l de-naro per i l v iaggio, l ’a l loggio e tutto ciòche necessitava per recuperare la salu-te43.

Ella stessa si privava del suo vitto perdarlo ai poveri e tutt i ammiravano comecon la sua carità prodigiosa potesse prov-vedere a tutto; era i l suo buon cuore e lasua generosità che veniva moltipl icata.

Depone Isabella Baldeschi: «Per i po-veri era portata in modo da non potersir id i re ; quan t i pove re t t i cap i tavano ne lMonastero di Roma, tutti avevano i l pran-zo, e se le cose preparate non bastava-no faceva cuocere delle altre, molti ne soc-correva con forti elemosine. Come pote-va arr ivare a dist r ibui re tanto, era cosaprodigiosa…»44.

Parlava solo di Dio, viveva solo di Dio.Per questo le sue consorel le non pote-vano d is tacca rs i da le i , ment re , neg l iult imi giorni della sua vita terrena, racco-mandava l ’amore scambievole, secondoi l comandamen to che Gesù l asc iò a isuoi: «Amatevi…. come Io vi ho ama-to»45.

43 Cfr. “ Informatio”, op. cit., pg. 151.44 Ibidem, pg. 155.45 Gv. 13, 34

42

«Ah! Mio Dio,io Ti amo con tutto il cuore,con tutta l’anima mia,con tutto il mio spiritoe con tutte le mie forze,non avendo in me altra brama,che quella di amarTi.Sì, o mio Signore,io non ho che un cuoree questo è tutto per Te»46.

46 «Direttorio per l ’Adorazione Perpetua a Gesù Sa-cramentato», op. cit. , pag. 51-52.

43

«LA SAPIENZA INSEGNA

LA TEMPERANZA E LA PRUDENZA,LA GIUSTIZIA E LA FORTEZZA,

DELLE QUALI NULLA È PIÙ UTILE

AGLI UOMINI NELLA VITA»47

47 Cfr. Sap. 8, 7

44

45

PRUDENZA

Anima discreta, perspicace, sagace, di-mostra in tutta la sua vita soprattutto nelgoverno come Super iora dei monaster i ,pr ima di Ischia (dove viene eletta a sol i32 anni) e poi di Roma, la sua eccellen-te prudenza: seguendo la voce della sua«retta coscienza».

La virtù della prudenza in Madre MariaMaddalena non è mancanza di coraggio,anzi, misura ogni si tuazione perché tut-to si compia secondo la volontà del Si-gnore. Governa con saggezza non in mo-do dispotico e tutte le monache sono pie-namente soddisfatte; la ubbidiscono, la te-mono, l ’amano, la ossequiano, la conso-lano e la confor tano per so l levar la ne isuoi disturbi di salute.

È considerata e chiamata la Fondatr i-ce, per i l modo singolare di governare per-chè in lei colpisce lo spirito soprannatu-rale unicamente diretto al servizio di Dioe a l la propr ia sant i f icaz ione, senza maidimostrare fini umani.

46

Narra Sr. Maria Concetta: «È vero chetutto mostrava di non cercare se stessa,ma l ’adempimento dei propr i dover i edi l vantaggio del la sua Fondazione, ondesempre più consolidarla a gloria di GesùSacramentato, non curando la sua soddi-sfazione, né i l proprio comodo. E su talproposito mi ricordo aver detto la Serva diDio che, se qui non si fosse servito Dioperfettamente, avrebbe essa stessa pre-gato i l Signore di distruggere questo mo-nastero»48.

Concretamente le sue azioni r ivelava-no una grande prudenza, depone Sr. Ma-ria Teresa: «…quando si trattava di qual-che cosa di r i l ievo r i f lettente la Comuni-tà, prendeva consiglio dal Superiore, dalPadre Confessore, e dal le stesse corre-l igiose; prima d’intraprendere qualche co-sa pregava e ci faceva pregare per ave-re da Dio i lumi necessari, e per cono-scere la sua volontà»49.

Testimonia ancora Suor Maria Teresa:«La stessa prudenza la dimostrava nella e-lezione degli uff izi, cercando di assegna-re a ciascuna monaca quegli uff izi, di cuila credeva più capace, e procurava poi,che nell’esercizio delle proprie cariche nonfossero aggravate più delle loro forze. E-ra prudente nel correggere. Era suo stu-

48 «Informatio», op. cit., pg. 157-158.49 Ibidem, pg. 158.

47

dio di procurare, che nel maneggio del-la Comunità tut te le Monache s i t rovassero soddisfatte…»50.

La Madre era disposta a tutto, pur diconservare nel monastero quella pace equella tranqui l l i tà che deve esistere nel-la Casa del Signore.

Era ovvio che tale prudenza non soloveniva osservata in monastero, dove lemonache si r iferivano a lei per le cose dispir i to o come esprimersi con i l confes-sore, ma anche dalle persone di fuori; co-sì accorrevano a lei per essere dirett i eper avere i suoi consigli persino cardinalie i l Papa Pio VII in persona.

La regola dell ’Ordine fu redatta da unospir i to prudente come era i l suo, senzatroppe penitenze per i l fat to del l ’adora-zione perpetua. Tutte le monache, soddi-sfatte della loro Madre, erano della stes-sa opinione: «Vedete quanto è mai gran-de la prudenza della nostra Superiora intutte le cose»51.

50 Cfr. « Informatio», op. cit., pg. 158.51 «Informatio», op. cit., pg. 160.

48

GIUSTIZIA

L’abito straordinar io di questa vir tù sir i levò nel la v i ta di Madre Mar ia Madda-lena che fu giusta con Dio, con se stes-sa e con tutti.

Ebbe r ispet to e veneraz ione verso imin ist r i d i Dio, s i genuf let teva a l la loropresenza secondo l ’usanza di quel pe-riodo.

Pagava tut t i i debi t i con esat tezza equando le mancavano i mezzi sapeva ri-correre al la carità dei benefattori, r icom-pensandoli non solo con piccoli doni con-fezionat i dal le monache stesse, ma so-prattutto con la preghiera. Testimonia Sr.Maria Teresa: «…tanto le stava a cuore lav i r tù del la g iust iz ia, che pr ima di int ra-prendere qualche opera, o fare qualchespesa, considerava prima, se aveva i mez-zi di soddisfarvi»52.

Procurava che le monache avesserotut to c iò che occorreva d is t r ibuendo i lnecessar io in tutt i i loro bisogni in mo-

52 «Informatio», op. cit., pg. 162.

49

do imparziale. Giusta nel correggere masempre clemente.

Depone il professor Pietro Sciarra: «Rap-porto al la virtù del la giust iz ia posso diredi non aver mai udito, che la Serva di Dioabbia recato danno, offesa a qualcuno siacon le parole che con i fatt i. Non ho maiudito dalla sua bocca una sola parola, chepotesse of fendere l ’a l t ru i st ima, fama ereputazione. Era poi Ella semplicissima, diun carattere schietto, senza equivoci, dop-piezze, falsità. Non ho mai udito fare la-menti da parte degli operai, o che fosse-ro ritardati o negati i loro interessi. Mi co-sta aver dimostrato un cuore magnif ico,senza secondi f ini, ma bensì dimostravagratitudine e riconoscenza verso chi ave-va fatto qualche beneficio al l ’ Ist ituto…»53.

Come era prudente così era giusta nel-l ’assegnare gli uff ici al le monache senzausare parzial ità, anche con la nipote SuorMaria Cherubina; continua a raccontare i lprof. Sciarra: «…non usava parzial ità perquanto io mi sono accorto verso alcunadel le sue Rel ig iose compresa la n ipoteSuor Maria Cherubina, ma le trattava tut-te ugua lmente con car i tà e d isc rez io-ne»54.

Fu giusta in tutto perché rispettò e a-mò la dignità altrui, impegnandosi sem-

53 Cfr. « Informatio», op. cit., pg. 162.54 «Informatio», op. cit., pg. 162.

50

pre per i l bene comune e mai per quel-lo personale e questo la al lontanava daogni forma di egoismo o superbia, conuna disponibil i tà evangelica davvero stra-ordinaria.

La giustizia del la Madre nel la sua vitaterrena consistette nel dare a Dio i l cultoe l ’onore che gli era dovuto e al prossi-mo i l r ispetto dei suoi dir itt i.

Per questo nel suo intimo regnò sem-pre la pace e la letizia: «…giustizia e pa-ce si baceranno»55.

La sua «fame e sete di giustizia»56

era quel la di r iportare tutt i gl i uomini adincontrarsi con la giustizia divina: i l per-dono.

E l la non s i sent ì ma i in pace f inchénon adempì f ino in fondo questa nobi lev i r tù: ret t i tud ine d i cuore, d i mente, d ipensier i , des ider i , sent iment i ed inten-zioni, sopportando con pazienza tutte le« ingiustizie» che incontrò nella sua vita.

55 Sal. 85, 1156 Mt. 5, 6

51

FORTEZZA

Questa v i r tù, insieme a tutte le al t re,br i l la maggiormente nel la v i ta d i MadreMaria Maddalena nel periodo dell ’esil io enel consolidamento dell ’Opera.

Non si alterò mai in tante tr ibolazioni,con t radd i z ion i , pa t iment i ma d imos t ròsempre la sua fortezza d’animo e prontaadesione a l la vo lontà d i Dio. I l medicodel la Comunità prof. Sciarra, che cono-sceva bene la v i ta de l la Madre, nar ra:«Dove un’altra donna si sarebbe atterritaa l so lo pens iero d i in t raprendere un’o-pera che aveva bisogno di appoggi e dimezzi di ogni sorta senza averne alcuniin presente e dove i l medesimo suo di-rettore sentiva e dimostrava tutte le dif-f icoltà, essa ferma sempre nel l ’ ispirazio-ne e i l lustrazione avuta, mai dubitò dellavolontà di Dio e della sua provvidenza, laquale difatt i l ’assistette sempre, in premiodella sua grande fiducia»57.

57 «Informatio», op. cit., pg. 163.

52

Br i l lò la sua fo r tezza d i sp i r i to ne l lasottomissione al la div ina volontà, quan-do fu mandata in esi l io da Roma a Por-to Santo Stefano, e da Porto Santo Ste-fano a Fi renze, soff rendo tutto con pa-zienza.

Ancora si nota la sua fortezza nel por-tare i l peso ed i l pensiero di tutto ciò cheoccorreva per mettere le basi al l ’ Ist ituto,quindi avviar lo s ia formalmente s ia ma-terialmente.

Testimonia ancora sulla virtù della for-tezza i l medico prof. Sciarra: «Apparve lasua fortezza di spir ito nel sostenere conpazienza e rassegnazione tutt i g l i inco-modi di un’ infermità così compl icata; inquesto stato d’ infermità passò ci rca unanno in cella senza mai trascurare gli af-fari del monastero e si impegnò aff inchéper questo motivo l ’osservanza non su-bisse un calo»58.

Narra Suor Maria Clot i lde a propositodella malattia: «La Serva di Dio dimostròanche la virtù della fortezza, nel soppor-tare non solo con pazienza e rassegna-zione, ma anche con i larità d’animo i lun-ghi e dolorosi suoi incomodi di salute; incui el la non dimostrò mai né impazienza,né cattivo umore; anzi interrogata dalle in-fermiere se el la molto soffr isse, null ’altrorispondeva, che: - Facciamo la volontà

58 Cfr. “ Informatio», op. cit., pg. 164.

53

di Dio -, e questa fortezza d’animo con-t inuò a mostrar la f ino al la f ine del la suavi ta senza nessun lamento»59. Talmenteaccettava tutto con pace, contentezza, di-sinvoltura, coraggio che pareva non sof-fr isse niente.

Infine apparve la sua fortezza di spir i-to nella costanza a condurre una vita edi-f icante e rel igiosa come la sua.

Persino la morte non fu per lei un o-stacolo tanto era « intrepido» e forte i l suospirito, r iuscendo così a fondere le ener-gie del l ’anima e del corpo al solo servi-z io d i D io, at t raversando, superando edando un senso ad ogni sofferenza f isi-ca, morale e spir i tuale. È ovvio che co-me creatura umana sentì i l peso di tuttele diff icoltà incontrate nella sua vita, per-ché chi conosceva e vedeva quelle ester-ne poco sapeva del le ar idità, pene spi-rituali, «notti dell ’anima» che la Madre peramore era così brava a nascondere; mala virtù della fortezza sta proprio nel nonperdere la serenità di fronte a tutto. Leilo fece perché sapeva che così s i sa-rebbe unita maggiormente al suo Dio, cheprova coloro che più ama.

59 Cfr. “ Informatio”, op. cit., pg. 164.

54

TEMPERANZA

La vir tù del la temperanza la portò adun dominio totale dei sensi interni ed e-sterni.

Racconta Suor Maria Concetta: «Ben-ché fosse di un carattere vivace, ciò no-nostante era i l r itratto della modestia, tan-to nei sentimenti, quanto in ogni sua a-zione, o parola, e con tale disinvoltura, edimmancabil ità, che pareva lo facesse na-turalmente: segno di un lungo esercizio…Alcune volte ce la vedevamo comparire a-vanti senza averla sentita affatto cammi-nare e questo non che lo facesse appo-sta, ma per essere suo costume; i l suoparlare era generalmente a bassa voce edi cose soltanto necessarie adattandosiperò ai tempi, ed al le persone, ma conbrevità, e se qualcosa, che le veniva rac-contato, era part icolarmente cur ioso di-ceva: -Ma davvero?-, e rideva. Anche allaricreazione comune ascoltava tutte, r ide-va, ma di solito diceva poche parole»60.

60 Cfr. « Informatio», op. cit., pg. 165.

55

Era quindi moderata in tutto e, se qual-che volta la sua natura voleva prevalere,i l suo dominio era tale che con un sor-r iso o con un atto di rassegnazione ce-deva tranquil lamente.

Racconta Suor Maria Teresa: «…Era a-mat iss ima ed esat ta osservat r ice de l lap iù r i go rosa modes t i a ; anz i l o s tessoConfessore me ne faceva grandissimi e-logi in proposito della sua modestia, con-tegno e riservatezza, con cui sempre trat-tava in ogni occorrenza, sia con le rel i-giose, che con le persone secolari»61.

Parlava solo se la necessità lo chiede-va, restringendo i l discorso a meno paro-le possibi l i , come se i l suo Di letto, che«r iposava» beatamente nel suo cuore, nondoveva essere «svegliato» da parole, ru-mori o chiasso: tutte cose che non si ad-dicono ad una monaca.

Continua a raccontare Suor Maria Te-resa: «Una grande moderazione nel son-no prat icava la Serva di Dio nel Mona-stero d i Roma. Usava nei pr imi anni d itrovarsi costantemente al primo atto co-mune del la matt ina sebbene non stessemolto bene in salute, e molte volte la se-ra si intratteneva a consigl iare le sue f i-gl ie o a lavorare per gli affari material i delmonastero»62 .

61 «Informatio», op. cit., pg. 166.62 Cfr. « Informatio», op. cit., pg. 167.

56

Mangiava pochissimo, desiderava perla sua comunità v ivande sempl ic i e co-muni a tutte senza mai far mancare nien-te.

Riuscì così a raggiungere l’equil ibrio sianella sua vita interna sia in quella ester-na, senza per questo chiudersi in se stes-sa, ma ad indir izzare tutte le sue «pas-sioni» unicamente verso Colui che ama-va al di sopra di tutto e di tutt i.

Da questa virtù la Madre imparò a pra-ticare la sobrietà, la castità, la modestiacontenendo, moderando e temperando i lsuo agire.

57

CONCLUSIONE

«…Voglio veder BEATE CON ME, tut-te queste mie figlie Adoratrici».63

Se questo era i l grande desider io d iMadre Mar ia Maddalena, dovrebbe es-sere sicuramente i l desiderio di ogni A-dorat r ice e d i tut t i co loro che s i «avv i-cinano» al la sua spiritualità.

Com’è possibi le dopo tanti anni tenervivo quest’anelito?

Se att raverso i suoi scr i t t i e le test i-monianze inerenti al la sua vita, si r iesceancora a respirare questo «soave odoredi sant i tà», s igni f ica che tutt ’oggi è an-cora valido questo invito.

È la Chiesa stessa che ardisce: «Tuttinella Chiesa sono chiamati al la santità»64.

È logico che i l contesto storico, uma-no, monastico è del tutto diverso in unasocietà secolarizzata come la nostra.

Ma se la Madre è riuscita a «tr ionfare»in un’epoca come la sua, la nostra rispo-sta non deve essere meno «audace».

63 «Esortazione», op. cit., pg. 15-16.64 Documenti del Conci l io Vaticano I I°, Costituzione

«Lumen Gentium» N° 39.

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«Nel Battesimo siamo diventat i f ig l i diDio, compartecip i del la natura d iv ina eperciò realmente santi»65; a ciascuno dinoi i l compito di far fruttare questa gra-zia.

Tutto colpisce nel la v i ta del la Madre,ma è la carità la virtù che risplende mag-giormente. Ferita nel profondo da questo«Amore» visse unicamente la sua vita dibattezzata, nella specif ica missione di A-dora t r ice, con i l so lo des ider io d i t ra-smettere questo amore al l ’umanità: «Oh!Amore, amore, si i da tutti conosciuto, a-do ra to e r i ng raz i a to ogn i momento i nquesto divinissimo Sacramento»66.

Una delle «profezie», r iportate nella pic-cola biograf ia di Suor Mar ia Teresa delSacro Cuore, fu appunto che ci sarebbe-ro state Adoratrici di tutte le nazionalità.

L’espansione dell’Ordine nel mondo con-ferma questa tesi, ma ancora i l Signoredesidera attraverso la testimonianza gio-iosa della nostra vita, aumentare i l nume-ro delle sue Spose.

Si sa che la Madre non perse mai lasua «santa al legrezza», neanche di fron-te alle prove più dure e questo in lei ov-viamente non era superficial ità.

65 «Lumen Gentium» N° 40.66 «Esortazione», op. cit., pg. 15.

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Per tutte le Adoratr ici è un fare teso-ro spesso del l ’eredità lasciata dal la no-stra Madre, r icordare che i l dono del lavocazione non è mai scontato o meritato,anzi, persino lei lo riconosceva con tuttaumiltà:

«Ti ringrazio pertanto dell’amore,con il quale sin dall’eternomi eleggesti per Tua Sposa,e perpetua Tua Adoratrice,anteponendomi a tante,che Ti avrebberoservito e adoratomeglio di me»67.

67 «Rit iro» 1814, pg. 15, Ed. F. Bourl iè, Roma.

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BIBLIOGRAFIA

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CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, Libre-ria Editr ice Vaticana, Città del Vaticano 1992.

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F I N I T O D I S TA M PA R E I L 26 GI U G N O 2005

- G I O R N O A N N I V E R S A R I O D E L L A P R O M U L G A Z I O N E

D E L DE C R E T O D I A L L A R G A M E N T O D E L L A FE D E R A Z I O N E

A I MO N A S T E R I SPA G N O L I (1985) -

C O I T I P I D E L L A T I P OL I T O G R A F I A

NAZIONALE SAI D I V I G E VA N O

INDICE

Introduzione Pag. 5

Virtù, virtù teologali e virtù cardinali » 9

Tavola cronologica » 12

Nascita, infanzia e adolescenza » 15

Queste dunque le tre cose che ri-

mangono: la Fede » 23

la Speranza » 30

e la Carità: ma di tutte più gran-

de è la carità! » 35

Prudenza » 45

Giustizia » 48

Fortezza » 51

Temperanza » 54

Conclusione » 57

Bibliografia » 61