LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il...

30
LA VIOLENZA DOMESTICA CONTRO LE DONNE E LE BAMBINE IL QUADRO DELLA SITUAZIONE LA PORTATA DEL PROBLEMA LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA LE CAUSE DELLA VIOLENZA DOMESTICA CONSEGUENZE IL CALCOLO DEI COSTI SOCIO ECONOMICI DELLA VIOLENZA STRATEGIE ED INTERVENTI: UN APPROCCIO INTEGRATO LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA: GLI OBBLIGHI DELLO STATO INNOCENTI DIGEST No.6 - Giugno 2000 United Nations Children's Fund Centro di Ricerca Innocenti Firenze, Italia

Transcript of LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il...

Page 1: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

LA VIOLENZA

DOMESTICACONTRO

LE DONNE E LE BAMBINE

■ IL QUADRO DELLA SITUAZIONE

■ LA PORTATA DEL PROBLEMA

■ LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA

■ LE CAUSE DELLA VIOLENZA DOMESTICA

■ CONSEGUENZE

■ IL CALCOLO DEI COSTI SOCIO ECONOMICI DELLA VIOLENZA

■ STRATEGIE ED INTERVENTI:UN APPROCCIO INTEGRATO

■ LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA:GLI OBBLIGHI DELLO STATO

I N N O C E N T I D I G E S T

N o . 6 - G i u g n o 2 0 0 0

United Nations Children's FundCentro di Ricerca InnocentiFirenze, Italia

Page 2: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

INDICEEDITORIALE 1

IL QUADRO DELLA SITUAZIONE 2

LA PORTATA DEL PROBLEMA 3

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA 4

Maltrattamenti fisici 4

Vessazioni sessuali e stupro nelle relazioniintime 4

Vessazioni psicologiche ed emozionali 4

L’uccisione della donna 6

Vessazioni sessuali di bambini e adolescenti 6

Coercizione alla prostituzione 6

Aborto selettivo del sesso, infanticidiofemminile e disparità di accesso al cibo eall’assistenza medica 6

Pratiche tradizionali e culturali che mettonoin pericolo la salute e la vita delle donne 6

LE CAUSE DELLA VIOLENZA DOMESTICA 7

CONSEGUENZE 8

Negazione dei diritti fondamentali 8

Un ostacolo allo sviluppo umano 9

Conseguenze sulla salute 9

Ripercussioni sui bambini 9

IL CALCOLO DEI COSTI SOCIOECONOMICIDELLA VIOLENZA 12

STRATEGIE ED INTERVENTI: UN APPROCCIO INTEGRATO 13

La famiglia 14

La comunità locale 15

La società civile 15

L’apparato dello Stato 17

Le organizzazioni internazionali 19

CONTATTI 20

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 25

Contiene anche:LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA:GLI OBBLIGHI DELLO STATO

di Radhika Coomaraswamy

EDITORIALELe donne ed i bambini spesso corrono grandi pericoli proprio nel luogo in cui dovreb-

bero essere più al sicuro: nella loro famiglia. Per molte e molti di loro, la casa è dominatada un regime di terrore e violenza per mano di qualcuno che è loro molto vicino, qualcu-no nel quale dovrebbero poter avere fiducia. Le vittime soffrono fisicamente e psicologi-camente. Non sono in grado di prendere le decisioni che le riguardano, dar voce alle loroopinioni o proteggere loro stesse e i loro bambini per paura delle ulteriori ripercussioni. Iloro diritti umani vengono calpestati, e le loro vite vengono loro annientate dalla costanteminaccia della violenza.

Questo numero di Innocenti Digest esamina in maniera specifica il problema della violenzadomestica. Il termine “domestica” si riferisce al fatto che l’autore della violenza è il partnerintimo della vittima o un altro membro del suo gruppo familiare, indipendentemente da dovesi manifesta la violenza e dalla forma che essa assume. Questo numero del Digest si fondaanche sui risultati del lavoro di ricerca svolto dal Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEFper un precedente numero dedicato al tema dei Bambini e la Violenza.

Negli ultimi anni, la comprensione del problema della violenza domestica, delle suecause e delle sue conseguenze, ha fatto notevoli progressi; ed è andato emergendo un con-senso internazionale sull’esigenza di trovare una soluzione al problema. La Convenzionesull’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Contro le Donne adottata dallaAssemblea Generale delle Nazioni Unite una ventina di anni fa, la Convenzione sui Dirittidell’Infanzia, che ha compiuto dieci anni, e la Piattaforma di Azione adottata in occasionedella Quarta Conferenza Internazionale sulle Donne a Pechino nel 1995, sono tutte espres-sioni di questo consenso. Ma il ritmo dei progressi è stato lento, perché i comportamentivessatori hanno radici profonde e, in una certa misura, anche perché devono ancora esse-re completamente definite delle strategie efficaci per far fronte alla violenza domestica. Diconseguenza, in tutto il mondo le donne continuano a soffrire, in percentuali che varianodal 20 al 50 per cento a seconda del paese.

Questo impressionante dato non subirà riduzioni fino a che le famiglie, i governi, le isti-tuzioni e le organizzazioni della società civile non affronteranno direttamente il problema.Le donne e i bambini hanno diritto alla protezione dello Stato, anche all’interno delle muradomestiche. La violenza contro le donne viene commessa laddove la legge, le autorità e ilsistema giudiziario condonano oppure non riconoscono come reato la violenza domestica.Una delle principali sfide è quella di porre fine all’impunità dei colpevoli. A tutt’oggi, sola-mente una quarantina di paesi circa hanno adottato una legislazione specifica per far fron-te alla violenza domestica.

Come dimostra questo numero del Digest, la violenza domestica è un problema che chia-ma in causa considerazioni sanitarie, legali, economiche, educative, dello sviluppo e,soprattutto, dei diritti dell’uomo. Si è fatto molto per creare consapevolezza e per dimo-strare che cambiare non solo si deve, ma anche si può. Adesso che le strategie di lotta allaviolenza stanno diventando più chiare, non vi sono più scuse per la mancanza di azione.

Mehr KhanDirettore, Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF

Innocenti Digest no. 6 United Nations Children's FundCentro di Ricerca InnocentiFirenze, Italia

LA VIOLENZA DOMESTICACONTRO LE DONNE E LE BAMBINE

Page 3: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

2

Gli argomenti

La violenza contro le donne e le bambi-ne è una piaga globale che continua aduccidere, torturare e mutilare, sia fisicamen-te che psicologicamente, sessualmente edeconomicamente. È una delle violazioni deidiritti umani più diffuse, che nega il dirittodelle donne e delle bambine all’uguaglian-za, alla sicurezza, alla dignità, all’autostimae il loro diritto di godere delle libertà fon-damentali.

La violenza contro le donne esiste intutti i paesi, attraversa tutte le culture, leclassi, le etnie, i livelli di istruzione, di red-dito e tutte le fasce di età. Nonostante ilfatto che la maggior parte delle societàcondanni la violenza contro le donne, larealtà è che le violazioni contro i dirittiumani delle donne vengono spesso tollera-te come pratiche culturali oppure graziealla errata interpretazione dei principi reli-giosi. Inoltre, quando la vessazione si veri-fica all’interno della casa, come molto spes-so avviene, il crimine viene di fattocondonato grazie al silenzio e alla passivitàmostrata dallo Stato e dall’apparato di tute-la dell’ordine.

La dimensione globale del fenomeno èallarmante, come viene indicato dagli studisull’incidenza e la prevalenza dei comporta-menti vessatori. Nessuna società può affer-mare di esserne indenne: l’unica variazioneconsiste nelle forme e nelle tendenze esi-stenti nei vari paesi o regioni. Alcuni gruppidi donne sono più vulnerabili alle vessazio-ni: le donne appartenenti a minoranze,quelle indigene o migranti, le profughe ecoloro che si trovano in situazioni di con-flitto armato, le donne negli istituti e indetenzione, le donne invalide, le bambine ele anziane.

Questo numero del Digest concentra l’at-tenzione sul problema specifico della vio-lenza nell’ambiente domestico, la formaprevalente di vessazione contro le donne ele bambine, anche se relativamente nascostae ignorata. Nonostante la difficoltà didisporre di dati statistici, si stima che tra il20 e il 50 per cento delle donne abbia subi-to una qualche vessazione fisica per manodel partner intimo o di un membro dellafamiglia.1

Il temine “violenza domestica” si riferiscequi alla violenza commessa contro le donnee le bambine da una persona intima dellavittima, compreso il partner convivente, e

da altri membri del gruppo familiare; sia chela vessazione avvenga dentro oppure fuoridalle mura domestiche. Pur riconoscendoche ci sono altre forme di violenza da con-siderare, questo numero del Digest non sioccupa della violenza inflitta alle donne daestranei al di fuori della casa, in luoghi pub-blici quali strade, nel luogo lavoro o didetenzione, oppure nelle situazioni di con-flitto civile o di guerra. Neanche il proble-ma delle vessazioni contro i lavoratoridomestici viene preso in esame, dato che sitratta di una forma di violenza esercitata daindividui che non hanno rapporti di paren-tela con le loro vittime. In altre parole, iltermine “domestica” in questo contesto si

riferisce al tipo di relazione tra responsabilee vittima, piuttosto che al luogo in cuiavviene la vessazione.

Il presente lavoro ha l’intento di illustra-re le dimensioni ed il carattere di universa-lità del fenomeno della violenza domesticacontro le donne e le bambine, e l’impattoche essa ha in relazione ai loro diritti. Mettein evidenza l’esigenza di risposte politichecoordinate ed integrate; la necessità dirafforzare le collaborazioni; di creare mec-canismi per il monitoraggio e la valutazionedei programmi e delle politiche; di dareattuazione alla legislazione esistente; e diassicurare maggiore trasparenza e responsa-bilità dei governi in modo da eliminare il

IL QUADRO DELLA SITUAZIONE▼

Definizioni e concetti chiaveNon esiste una definizione universalmente accettata della violenza contro le donne. Alcuni

attivisti dei diritti dell’uomo preferiscono definire il concetto in maniera più ampia, facendovirientrare anche le “violenze strutturali”, come la povertà oppure la disparità di accessoall’assistenza sanitaria ed all’istruzione. Altri invece hanno sostenuto l’opportunità di adottareuna definizione più restrittiva, per non perdere l’incisività descrittiva del termine.2 Comunque,è stata riconosciuta da tutti l’esigenza di dotarsi di specifiche definizioni operative, in modo darendere la ricerca ed il monitoraggio più specifici e più facilmente applicabili alle varie culture.

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla Eliminazione della Violenza Contro le Donne del1993 definisce la violenza contro le donne come “qualunque atto di violenza in base al sesso,o la minaccia di tali atti, che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali, opsicologiche, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privatadelle donne.”3

Questa definizione presenta la violenza nella sua dimensione di rapporto di forza tra i sessi, eparte dalla constatazione che “la violenza contro le donne è uno dei principali meccanismi socialitramite i quali le donne vengono costrette in una posizione subordinata dagli uomini.” Ladefinizione della violenza viene così ampliata, facendovi rientrare sia le sofferenze fisiche che quellepsicologiche subite dalle donne, e sia gli atti compiuti nella vita pubblica che in quella privata. LaDichiarazione individua tre principali contesti nei quali si manifesta la violenza contro le donne: laviolenza in famiglia, quella nella comunità e la violenza commessa o condonata dallo Stato.

La violenza domestica, secondo la definizione di questo lavoro, comprende gli atti divessazione compiuti dal partner intimo o da altri membri del nucleo familiare, e consistenti in:

Maltrattamenti fisici, come schiaffi, percosse, torsione di braccia, accoltellamento,strangolamento, bruciature, soffocamento, calci, minacce con un oggetto o un’arma, el’omicidio. Sono comprese anche le pratiche tradizionali che recano danno alle donne:mutilazione dei genitali femminili e l’ereditabilità della moglie (la pratica di trasmettere ineredità la vedova e tutte le sue proprietà al fratello del marito deceduto).

Vessazioni sessuali, come la costrizione al rapporto sessuale tramite minacce, intimidazioneo forza fisica, rapporti sessuali estorti contro volontà, o coercizione ad avere rapporti sessualicon altri.

Vessazioni psicologiche, che comprendono comportamenti volti ad intimidire e perseguitaree che prendono la forma di minacce di abbandono o di maltrattamenti, segregazione in casa,sorveglianza, minaccia di allontanamento dai figli, distruzione di oggetti, isolamento,aggressione verbale e umiliazione continua.

Vessazioni economiche, tra le quali atti come il rifiuto di concedere soldi, rifiuto dicontribuire finanziariamente, privazione del cibo e delle esigenze di base, controllodell’accesso all’assistenza sanitaria, all’occupazione, eccetera.

Anche gli atti di omissione sono stati inclusi qui, come forma di violenza contro le donne ele bambine.4 Le discriminazioni nell’alimentazione, nell’istruzione e nell’accesso all’assistenzasanitaria dovute al sesso di una persona equivalgono a violazioni dei diritti delle donne. Danotare che anche se le categorie sopra esposte sono elencate separatamente, esse non siescludono a vicenda, anzi spesso si applicano allo stesso caso.

“La violenza contro le donne è la manifestazione di una disparità storica nei rapporti di forza tra uomo e donna, che ha portato al dominio dell’uomo sulle donne e alla discri-minazione contro di loro, ed ha impedito un vero progresso nella condizione delle donne…”

Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla Eliminazione della Violenza Contro le Donne, Risoluzione dell’Assemblea Generale, dicembre 1993.

Page 4: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

delitto di maltrattamenti contro le donne ele bambine.

Da tempo i gruppi delle donne esercitanopressioni in questa direzione, e con il lorointervento sono riusciti a porre i diritti delledonne all’ordine del giorno dell’attività inter-nazionale in difesa dei diritti umani. In parti-colare negli anni novanta, si è assistito nellacomunità internazionale ad una concentra-zione degli sforzi per dare legittimità e rico-noscimento al problema. La ConferenzaMondiale sui Diritti dell’Uomo di Vienna(1993) ha riconosciuto che i diritti delledonne e delle bambine sono “parte inaliena-bile, integrale e indivisibile dei diritti umaniuniversali.” L’Assemblea Generale delleNazioni Unite dello stesso anno (dicembre1993) ha adottato la Dichiarazione sullaEliminazione della Violenza Contro leDonne. È il primo strumento dei diritti umaniinternazionali che tratta esclusivamente dellaviolenza contro le donne, un documento cheha aperto la strada e che è divenuto il puntodi partenza di molti altri processi paralleli.

Nel 1994 la Commissione sui Dirittidell’Uomo ha nominato il primo RelatoreSpeciale delle Nazioni Unite sulla Violenza

Contro le Donne, affidandole il compito dianalizzare e documentare il fenomeno, attri-buendo ai governi la responsabilità delle ves-sazioni contro le donne. La QuartaConferenza Mondiale sulle Donne, nel 1995a Pechino, ha individuato nelle varie formedi violenza contro le donne uno dei suoidodici obiettivi strategici, ed ha redatto unalista di azioni concrete da realizzare da partedei governi, delle Nazioni Unite, di organiz-zazioni internazionali e non governative.

Mentre la Convenzione sulla Elimi-nazione di Ogni Forma di DiscriminazioneContro le Donne (CEDAW) del 1979 nonfaceva specifico riferimento alla violenza digenere, nel 1992 il Comitato di verifica del-l’attuazione della Convenzione ha adottato laRaccomandazione Generale numero 19, cheafferma che la violenza contro le donne è unaforma di discriminazione che inibisce la capa-cità di una donna di godere dei propri dirittie della propria libertà a pari titolo degli uomi-ni. Chiede che i governi tengano conto diquesto aspetto nella revisione delle loro leggie politiche.

Con la ratifica del Protocollo Opzionalealla CEDAW, adottato dall’Assemblea

Generale nell’ottobre 1999, uno Stato rico-nosce l’autorità del Comitato di ricevere edesaminare denunce da parte di individui ogruppi entro la giurisdizione di quello Stato.Sulla base di queste denunce, il Comitatopuò condurre indagini confidenziali e ema-nare urgenti richieste rivolte ad un governo,invitandolo ad agire per proteggere le vitti-me. Questo allinea la Convenzione con glialtri strumenti di difesa dei diritti dell’uomo,come la Convenzione Contro la Tortura.

Questo crescente movimento ha impo-sto una migliore comprensione delle cause edelle conseguenze della violenza contro ledonne, ed in alcuni paesi sono stati fatti deipassi positivi, con riforme e modifiche dileggi che trattano delle vessazioni contro ledonne. Alcune regioni hanno sviluppatodelle loro proprie Convenzioni sulla violen-za contro le donne; ne sono un esempio laConvenzione Inter-Americana sulla Preven-zione, la Punizione, la Punizione e l’Elimi-nazione della violenza contro le donne, e laConvenzione Africana sui Diritti dell’Uomoe dei Popoli, comprendente il ProtocolloAggiuntivo sui Diritti delle Donne.

Gli argomenti

3

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

La famiglia viene spesso identificata conun luogo di protezione, dove le persone cer-cano amore, accoglienza, sicurezza e riparo.Ma come mostrano le evidenze, per molti èinvece un luogo che mette in pericolo la vitae produce alcune delle più drammaticheforme di violenza commesse sulle donne esulle bambine.

La violenza nell’ambiente domestico è disolito opera degli uomini che con le vittimehanno, o hanno avuto, un rapporto di fiducia,di intimità e di potere: mariti, fidanzati,padri, suoceri, patrigni, fratelli, zii, figli, oaltri parenti. La violenza domestica nellamaggioranza dei casi viene commessa dagliuomini contro le donne. Anche le donne pos-sono essere violente, ma i loro atti ammonta-no ad una percentuale minima dei casi.

La violenza contro le donne è spesso unciclo di vessazione che si manifesta in molteforme nel corso della loro vita (vedi Tabella 1).Persino all’inizio della sua vita, una bambinapuò essere oggetto di un aborto selettivo delsesso del nascituro, o infanticidio femminile,in quelle culture dove prevale la preferenzaper un figlio maschio. Nel corso dell’infanzia,le forme di violenza contro le bambine posso-no comprendere la malnutrizione forzata, lamancanza di accesso all’assistenza sanitaria eall’istruzione, incesto, la mutilazione genitale

femminile, il matrimonio precoce, e la costri-zione alla prostituzione o al lavoro coatto.

Alcune proseguono poi una vita adulta disofferenze, percosse, stupri e anche omicidiper mano di persone intime. Altri delitti diviolenza praticati contro le donne compren-dono la costrizione alla gravidanza, all’abor-

to o alla sterilizzazione, e pratiche tradizio-nali vessatorie quali la violenza legata alladote, sati (il rogo della vedova sulla pirafunebre del marito), e l’omicidio in nomedell’onore. E poi, nell’ultima parte della vita,anche le vedove e le donne anziane possonosubire gravi vessazioni.

LA PORTATA DEL PROBLEMA▼

Tabella 1 - Esempi di violenza contro le donne nell’arco della vita

Fase Tipo di violenza

Prima della nascita Aborto selettivo del sesso; conseguenze sul feto delle percossesubite dalla madre

Prima infanzia Infanticidio femminile; vessazioni fisiche, sessuali e psicologiche

Infanzia Matrimonio precoce; mutilazione genitale femminile; vessazionifisiche, sessuali e psicologiche; incesto; prostituzione e pornografiainfantile

Adolescenza Violenza nel corteggiamento, per esempio attacchi con l’acido e ed età adulta stupro; sesso legato a ragioni economiche (per es. studentesse che

hanno rapporti sessuali con uomini più maturi in cambio deldenaro per gli studi); incesto; vessazioni sessuali sul lavoro; stupro;molestie sessuali; prostituzione e pornografia forzata; tratta didonne; violenza da parte del partner; stupro coniugale; vessazioni eomicidio legato alla dote; uccisione da parte del partner; vessazionipsicologiche; maltrattamenti di donne invalide; gravidanza forzata

Vecchiaia “suicidio” forzato oppure omicidio di vedove per ragionieconomiche; vessazione sessuale, fisica e psicologica

Fonte: “Violence Against Women”, OMS (FRH/WHD/97.8)

Page 5: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

L’estensione, la validità e l’affidabilità deidati disponibili sono aspetti fondamentalinel determinare l’ordine di grandezza delproblema e nell’identificare aree prioritariedi intervento. Gli studi di frequenza su cam-pioni di popolazione rappresentativa sonorelativamente nuovi nei paesi in via di svi-luppo. Tali ricerche sono state inizialmentecondotte nei paesi industrializzati, negliStati Uniti, in Canada e in Europa. Unaindagine molto autorevole è stata realizzatain Canada nel 1993, con il patrocinio delgoverno canadese. L’indagine è stata realiz-zata in collaborazione con le organizzazio-ni delle donne e metteva a disposizionedelle donne che vi prendevano parte soste-gno e servizi adeguati.

Nell’impostare un’attività di ricerca sullaviolenza contro le donne, è importante chel’indagine stessa non costituisca un rischioper le donne. L’Organizzazione Mondialeper la Sanità (OMS) ha fissato alcune speci-fiche raccomandazioni di etica e di sicurez-za, che tra le altre cose, prendono in consi-derazione la sicurezza delle personeintervistate e dei ricercatori, tutelando lariservatezza a vantaggio sia della incolumitàdelle donne che della qualità dei dati rac-colti, e prevedono una formazione specia-lizzata per gli intervistatori.6

La maggior parte dei dati disponibilisulla violenza contro le donne sono ritenutinon solo eccessivamente conservatori, maaddirittura inaffidabili. Gli studi varianograndemente nel dimensionamento delcampione e nel modo di porre le variedomande. È difficile comparare i risultatiper via della mancanza di omogeneità nelladefinizione della violenza domestica e neiparametri impiegati, che possono variare dalsemplice maltrattamento fisico alla gravevessazione fisica, sessuale e psicologica.

L’individuazione delle dimensioni delfenomeno viene inoltre ostacolata dal fattoche la violenza domestica è un reato chenon viene documentato o denunciato.Quando le donne sporgono una denuncia o

si fanno medicare, si trovano spesso adavere a che fare con funzionari di polizia odel servizio sanitario che non hanno unaformazione che li metta in grado di rispon-dere adeguatamente o di registrare i casi inmodo utile per la ricerca. D’altra parte, lavergogna, la paura di subire rappresaglie, lamancanza di informazione sui propri diritti,la scarsa fiducia nel sistema giuridico, o lapaura di esso, nonché i costi legali implica-ti, rendono le donne riluttanti a riferire inci-denti di violenza.

Maltrattamenti fisiciUna crescente serie di studi di ricerca

conferma la prevalenza della violenza fisicain tutte le parti del mondo. Si stima che ledonne che hanno avuto esperienze di vio-lenza domestica siano, a seconda del paese,tra il 20 ed il 50 per cento.7 Le statistichesono preoccupanti in qualunque angolodella terra si volga lo sguardo. I dati deipaesi industrializzati, di quelli in via di svi-luppo, ed anche dei paesi in transizione(vedi Tabella 2), forniscono una panoramicadella dimensione globale del problema. Idati di questa tabella riguardano esclusiva-mente le aggressioni fisiche. Comparabilistatistiche sulla violenza psicologica, sullevessazioni sessuali, e sull’omicidio di donnead opera del partner intimo o di altri mem-bri della famiglia sono scarsissime. Comegià detto, la violenza fisica è spesso accom-pagnata da vessazioni psicologiche e, inmolti casi, anche da aggressione sessuale.

Vessazioni sessuali e stupronelle relazioni intime

Le vessazioni sessuali e lo stupro adopera di un partner intimo non sono consi-derati reato nella maggioranza dei paesi delmondo, e in molte società le donne nonconsiderano il sesso forzato come stupro sesono sposate, o coabitano, con chi glielo

impone. Il presupposto è che una volta chela donna si vincola con un contratto dimatrimonio, il marito ha il diritto di avereaccesso sessuale illimitato alla moglie.Indagini svolte in molti paesi dimostranoche circa il 10-15 per cento delle donneriferisce di venire costretta ad avere rappor-ti sessuali con il partner intimo contro lapropria volontà.8

Alcuni paesi hanno iniziato a legiferarecontro lo stupro coniugale. L’elenco com-prende l’Australia, l’Austria, le Barbados, ilCanada, Cipro, la Danimarca, la RepubblicaDominicana, l’Ecuador, la Finlandia, laFrancia, la Germania, l’Irlanda, il Messico, laNamibia, la Nuova Zelanda, la Norvegia, leFilippine, la Polonia, il Regno Unito, laRussia, la Spagna, gli Stati Uniti, il SudAfrica, la Svezia e Trinidad & Tobago. Però,anche se l’adozione di queste leggi costitui-sce un progresso, è spesso difficile per unadonna sporgere denuncia dato il regimeprobatorio in cui rientra il reato.

Vessazioni psicologiche ed emozionali

Dato che la violenza psicologica è piùdifficile da inquadrare negli studi, sfuggeall’indagine e non può essere quantificatouno dei livelli più profondi e più insidiosi diviolenza. Le vittime riferiscono che la con-tinuata violenza psicologica, la tortura emo-tiva e la vita passata nel terrore, è spesso piùinsostenibile della brutalità fisica; e lo stressmentale provoca un’alta incidenza di suicidie tentativi di suicidio. Una stretta correla-zione tra violenza domestica e suicidio èstata individuata grazie a studi compiuti inBangladesh, India, Isole Figi, PapuasiaNuova Guinea, Perù, Sri Lanka e StatiUniti. Una donna che ha subito gravi vessa-zioni ha dodici volte più probabilità di ten-tare il suicidio rispetto ad una che non hasubito violenze.9 Negli Stati Uniti il 35-40per cento delle donne che sono state pic-chiate in casa tenta il suicidio.10 Nello Sri

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

4

Gli argomenti

Se da una parte le conseguenze della vio-lenza fisica sono più “visibili” delle feritepsicologiche, dall’altra forme di violenzacome le ripetute umiliazioni e i continuiinsulti, l’isolamento forzoso, le limitazionidella mobilità sociale, le costanti minacce diviolenza e di percosse, la privazione dirisorse economiche proprie, sono più sottilied insidiose. La natura intangibile di questeforme di violenza le rende più difficili da

definire e da denunciare, e spesso la donnaviene portata ad una situazione di instabilitàed impotenza mentale.

I giuristi e gli esperti e gli attivisti deidiritti umani sostengono che la violenzafisica, sessuale e psicologica inflitta alledonne, a volte con esito fatale, è paragona-bile alla tortura sia come natura che comegravità. Può essere inflitta intenzionalmen-te, e finalizzata ad una specifica punizione,

intimidazione, e controllo dell’identità e delcomportamento della donna. Si verifica insituazioni nelle quali la donna può apparen-temente disporre della libertà di andarsene,ma in realtà viene tenuta prigioniera dallapaura di subire ulteriori violenze contro leistessa e contro i suoi bambini, oppure dallamancanza di risorse o di sostegno da partedella famiglia, della comunità o da parte delsistema giuridico. 5

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA▼

Page 6: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Gli argomenti

5

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Tabella 2. Violenza domestica contro le donnePaesi industrializzatiCanada● Il 29% delle donne (campione rappresentativo su scala nazionale di 12.300 donne) ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche dai sedici anni

in poi da parte del partner attuale o precedente.Giappone

● Il 59% di 796 donne interpellate nel 1993 ha dichiarato di essere stato oggetto di maltrattamenti fisici da parte del partner.Nuova Zelanda

● Il 20% delle 314 donne intervistate ha dichiarato di subire percosse o maltrattamenti da parte di un partner di sesso maschile.Regno Unito

● Il 25% delle donne (un campione scelto a caso di donne di un solo distretto) è stato colpito almeno una volta con pugni o schiaffi da un partnero un ex partner.

Stati Uniti● Il 28% delle donne (un campione rappresentativo su scala nazionale) ha dichiarato di aver subito almeno una volta atti di violenza fisica da parte

del partner.Svizzera

● Il 20% di 1.500 donne interpellate in una indagine del 1997 ha dichiarato di avere subito aggressioni fisiche.

Asia e PacificoCambogia

● Il 16% delle donne (campione rappresentativo su scala nazionale) ha dichiarato di aver subito maltrattamenti fisici da un coniuge; l’8% hariportato ferite.

Corea● Il 38% delle mogli ha dichiarato di avere subito maltrattamenti fisici da parte del coniuge, in una indagine su di un campione casuale di donne.

India● Fino al 45% degli uomini coniugati ha ammesso di sottoporre la moglie a maltrattamenti fisici, secondo una indagine del 1996 su 6.902 uomini

nello Stato dell’Uttar Pradesh.Tailandia

● Il 20% dei mariti (un campione rappresentativo di 619 uomini coniugati) ha ammesso di aver maltrattato fisicamente la moglie almeno una volta.

Medio OrienteEgitto

● Il 35% delle donne (un campione rappresentativo su scala nazionale) ha dichiarato di essere stato picchiato dal marito almeno una volta.Israele

● Il 32% delle donne ha dichiarato di aver subito almeno una volta maltrattamenti fisici da parte del partner ed il 30% di aver subito coercizionesessuale da parte del marito nell’anno precedente, secondo una indagine del 1997 su 1.826 donne arabe.

Africa Kenya

● Il 42% di 612 donne interpellate in un distretto ha dichiarato di essere stato picchiato almeno una volta da un partner, il 58% di queste hadichiarato di venire picchiato spesso o occasionalmente.

Uganda● Il 41% delle donne ha dichiarato di essere stato picchiato o di aver subito danni per mano di un partner; il 41% degli uomini ha affermato di

picchiare la propria partner (Un campione rappresentativo di donne e dei loro partner in due distretti).Zimbabwe

● Il 32% di 966 donne di una provincia ha dichiarato di avere subito maltrattamenti fisici da parte di un membro della famiglia a partire dai 16anni di età, secondo ad una indagine del 1996.

America Latina e CaraibiCile

● Il 26% delle donne (un campione rappresentativo a Santiago) ha riferito almeno un episodio di violenza da parte del partner, l’11% ha riferitoalmeno un episodio di grave violenza ed il 15% delle donne ha riferito almeno un episodio di violenza di gravità minore.

Colombia● Il 19% di 6.097 donne interpellate ha subito almeno una volta aggressioni fisiche del partner.

Messico● Il 30% di 650 donne interpellate a Guadalajara ha riferito almeno un episodio di violenza fisica da parte di un partner; il 13% nell’anno

precedente, secondo una indagine del 1997.Nicaragua

● Il 52% delle donne (un campione rappresentativo a León) ha riferito di avere subito almeno una volta maltrattamenti fisici da parte del partner;il 27% nell’anno precedente, secondo un rapporto del 1996.

Europa Centrale ed Orientale/CSI/Stati BalticiEstonia

● Il 29% delle donne tra i 18 e i 24 anni teme la violenza domestica, e la percentuale aumenta con l’età, raggiungendo il 52% delle donne di 65anni ed oltre, secondo una indagine del 1994 su 2.315 donne.

Polonia● Il 60% delle donne divorziate interpellate nel 1993 dal Centro per l’Analisi dell’Opinione Pubblica ha dichiarato di essere stato colpito almeno

una volta dall’ex marito; un ulteriore 25% di donne ha riferito di aver subito ripetute violenze.Russia (San Pietroburgo)

● Il 25% delle bambine (ed l’11% dei bambini) ha riferito di contatti sessuali non desiderati, secondo una indagine compiuta su 174 bambini e172 bambine tra 14 e 17 anni di età.

Tagikistan● Il 23% di 550 donne tra i 18 e i 40 anni ha dichiarato di avere subito maltrattamenti fisici, secondo una indagine.

(Da “Violence Against Women”, OMS, FRH/WHD/97.8, da “Le Donne e il Processo di Transizione”, Rapporto di Monitoraggio Regionale, UNICEF 1999, e da uno studio del Centro di Ricerca sulla Violenza Domestica, Giappone.)

Page 7: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

6

Gli argomenti

Lanka, il numero dei suicidi di ragazze edonne tra i 15 e i 24 anni è di cinquantacin-que volte superiore delle morti dovute allagravidanza e al parto.11

L’uccisione della donnaL’uxoricidio, l’uccisione della donna da

parte di colui che la maltratta, è un altrofenomeno che dovrebbe essere registratocome categoria separata della violenzadomestica. Ricerche realizzate in Australia,Bangladesh, Canada, Kenya, Tailandia enegli Stati Uniti, hanno documentato l’inci-denza dell’uxoricidio nell’ambiente domesti-co.12 In Sud Africa, i gruppi delle donnehanno iniziato a documentare i sempre piùnumerosi casi di uxoricidio, e sono disponi-bili dati dal Botswana, Sud Africa,Swaziland, Zambia e Zimbabwe.13 Un’analisicomparativa dell’omicidio coniugale, fonda-ta su dati del 1991, arrivava alla conclusioneche le donne russe avevano due probabilità emezzo in più di essere uccise dal partnerdelle donne americane. In ogni modo, ledonne americane hanno già il doppio di pro-babilità di essere uccise dal partner delledonne dei paesi dell’Europa occidentale.14

Vessazione sessuale di bambini e adolescenti

Dato il tabù che nella maggioranza deipaesi circonda l’incesto o le molestie sessua-li nei confronti dei bambini e degli adole-scenti nell’ambiente familiare, questa è unadelle forme di violenza meno visibili. Datoche spesso il reato viene compiuto da unpadre, patrigno, nonno, fratello, zio, o altroparente di sesso maschile che ha una posi-zione di fiducia, i diritti del bambino ven-gono di solito sacrificati per proteggere ilbuon nome della famiglia e quello dell’adul-to responsabile. Tuttavia, la ricerca hadimostrato che tra il 40 ed il 60 per centodelle violenze sessuali nella famiglia vengo-no commesse contro ragazze di 15 anni omeno, senza differenze di regione o cultu-ra.15 Un recente studio nei Paesi Bassi hamostrato che il 45 per cento delle vittime diviolenza sessuale in ambiente domestico hameno di 18 anni. Di queste, le bambinehanno molte più probabilità di essere vitti-me dell’incesto che non i bambini.16

Coercizione alla prostituzione

La coercizione alla prostituzione o altritipi di sfruttamento economico da parte delpartner o dei genitori è un’altra forma diviolenza contro le donne e le bambine dif-fusa in tutto il mondo. Le famiglie più pove-

re, incapaci di offrire sostentamento ai lorobambini, spesso danno a nolo o vendono ifigli, che poi possono finire nella prostitu-zione. Spesso la bambina viene mandata aservizio come lavoratrice domestica, e poiviene sfruttata sia fisicamente che sessual-mente dai suoi datori di lavoro. Si riferisceper esempio che in Africa Occidentale, dalSenegal alla Nigeria, decine di migliaia dibambini di famiglie in miseria vengonomandati in Medio Oriente ogni anno, dovemolti di loro finiscono nel circuito dellaprostituzione.17 In Sud Africa, la prostituzio-ne infantile è in aumento ed è divenutaun’attività sempre più organizzata. In alcunidistretti di montagna del Nepal, la prostitu-zione è divenuta una fonte di reddito quasi“tradizionale”. Donne e bambine vengonoingannate o costrette dai mariti e dai paren-ti a cadere preda della tratta delle donne dadestinare alla prostituzione in India. Nellezone di povertà rurale della Tailandia, dovela miseria ha fatto nascere il fenomeno dellaschiavitù per debiti, si ritiene che la figliaabbia il dovere di sacrificarsi per il benesse-re della famiglia. Gli sfruttatori acquistanola “manodopera” di giovani donne e bambi-ne in cambio di soldi. L’elevata incidenzadell’AIDS nel paese è stata attribuita a que-sta tratta delle ragazze.18 Nel GhanaSettentrionale e in alcune parti del Togo, leragazze vengono “regalate” ai sacerdoti deisantuari e vengono costrette a vivere come“mogli” sottoponendosi ai loro desideri ses-suali in cambio di protezione per la fami-glia. Una pratica simile esiste anchenell’India meridionale, dove giovani donnee bambine (devadasis) vengono “date indono” per servire in un tempio, finendospesso poi per fare le prostitute.

Aborto selettivo del sesso,infanticidio femminile edisparità di accesso al ciboe all’assistenza medica

In società nelle quali si attribuisce moltovalore ai figli di sesso maschile, la discrimi-nazione contro le bambine può assumereforme estreme quali gli aborti per seleziona-re il sesso del nascituro. In India, una recen-te indagine ha rivelato l’esistenza di 10.000

casi di infanticidio femminile all’anno. Lacifra non prende in considerazione il nume-ro di aborti effettuati al fine di prevenire lanascita di un bambino.19 Una indagine uffi-ciale in Cina ha rivelato che con la politicadi un solo figlio per famiglia, il 12 per centodi tutti gli embrioni di sesso femminileviene eliminato con l’aborto o in altromodo.20 Ed in molti paesi la mancanza diattenzioni e di cure nei confronti delle bam-bine provocata dalla discriminazione rap-presenta la principale causa di malattia e dimorte delle bambine tra i due e i cinqueanni di età.21 In molti paesi in via di svilup-po, le bambine ricevono meno cibo deibambini ed hanno maggiori probabilità diavere invalidità mentali o fisiche, o anche dimorire, in conseguenza della cattiva alimen-tazione. Anche la minore possibilità diavere accesso ai servizi sanitari fa aumenta-re il tasso di mortalità tra le bambine, moltosuperiore di quello dei bambini.

L’aborto selettivo del sesso, l’infanticidiofemminile, e l’accesso sistematicamente dif-ferenziato al cibo e alle cure mediche hannoportato al fenomeno conosciuto come “imilioni mancanti” di donne e bambine. Ilnumero di donne mancanti dalle statisticheviene stimato intorno ai 60 milioni. Ciòsignifica che nel mondo ci sono 60 milionidi donne vive in meno di quelle che cidovrebbero essere in base alle proiezionidella statistica demografica. Il fenomeno èosservabile principalmente nell’Asia delSud, in Africa del Nord, in Medio Orienteed in Cina.22

Pratiche tradizionali e culturali che mettono in pericolo la salute e la vita delle donne

In tutto il mondo, le donne e le bambinesoffrono e a volte muoiono a causa di prati-che tradizionali e culturali che sopravvivo-no grazie al conformismo culturale e socialee alle credenze religiose. Alcuni esempi:

Mutilazione Genitale Femminile (MGF). Sistima che quasi 130 milioni di donne intutto il mondo vengano sottoposte a questapratica, e che circa due milioni la subiscanoogni anno. La mutilazione genitale viene

Uccidere in nome dell’onoreIl problema degli omicidi in nome dell’onore è stato messo all’ordine del giorno della

politica in Pakistan nel corso del 1999, in seguito ad una crescente spinta delle ONG, deimezzi di informazione, degli attivisti, e delle agenzie delle Nazioni Unite, compreso l’UNICEF.Il 21 aprile 2000, in occasione di un Congresso Nazionale sui Diritti dell’Uomo e sullaDignità Umana, il generale Pervez Musharraf, capo esecutivo del Pakistan, ha annunciato chetali delitti saranno considerati come omicidio. “Il Governo del Pakistan condanna con fermezzala pratica del cosiddetto ‘delitto d’onore’. Atti del genere non sono ammessi dalla nostrareligione o dalla nostra legge.” Le uccisioni continuano ma qualcosa si sta faccendo peraffrontare il problema.

Page 8: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

praticata in 28 paesi in Africa (sia orientaleche occidentale), in alcune regioni dell’Asiae del Medio Oriente, ed in alcune comunitàdi immigrati in America Settentrionale,Europa e Australia. La pratica può provoca-re la morte e l’infertilità; ed è causa di estre-ma sofferenza fisica accompagnata da trau-ma psicologico a lungo termine.

Violenza correlata alla dote. Nonostante ilfatto che l’India abbia legalmente abolito l’i-stituzione della dote, questo tipo di violen-za è di fatto in aumento. Più di 5000 donnevengono uccise ogni anno dai mariti e dallefamiglie acquisite, facendole ardere inincendi “accidentali” della cucina se nonvengono soddisfatte le crescenti richieste dipagare un prezzo per la sposa o una doteprima e dopo il matrimonio. Muoiono cosìcinque donne al giorno in media, e moltialtri casi non vengono denunciati.

Le morti dovute agli incendi in cucinasono in aumento anche, per esempio, inalcune regioni del Pakistan. La Commis-sione per i Diritti dell’Uomo del Pakistanriferisce che almeno quattro donne ognigiorno vengono uccise con il fuoco da mari-ti e da membri della famiglia in seguito adalterchi domestici.

Attacchi con l’acido. L’acido solforico èmolto usato come arma a basso costo e facil-mente reperibile per sfigurare e talvoltauccidere donne e bambine per una varietà diragioni, dalle faide familiari, all’incapacità disoddisfare le richieste di dote, al rifiuto diproposte di matrimonio. In Bangladesh sistima che vi sia un totale di più di 200 attac-chi con l’acido ogni anno.

Uccisioni nel nome dell’onore. In diversi paesidel mondo, tra i quali il Bangladesh,l’Egitto, la Giordania, il Libano, il Pakistane la Turchia, le donne vengono uccise persalvaguardare l’onore della famiglia.Qualunque ragione, presunto adulterio,relazione prematrimoniale (con o senzarapporti sessuali), stupro subito, innamora-mento disapprovato dalla famiglia, è ragio-ne sufficiente per uccidere la donna. Nel1997, più di 300 donne sono cadute vittimadi questi cosiddetti crimini “dell’onore” inuna sola provincia del Pakistan. InGiordania, le cifre ufficiali indicano unaumento e in realtà i numeri sono superiori,dato che molti di questi omicidi vengonoregistrati come suicidi o incidenti. Le vitti-me sopravvissute a tentativi di omicidiosono costrette a vivere sotto custodia pro-tettiva, sapendo che rinunciarvi significhe-rebbe la morte per mano della famiglia. Ilcodici penali che in Giordania regolamen-tano i delitti d’onore di fatto tollerano que-sti omicidi comminando sanzioni spropor-zionatamente miti, specialmente se ilresponsabile ha meno di 18 anni.

Matrimonio precoce. Il matrimonio in teneraetà, con o senza il consenso della bambina,costituisce una forma di violenza poichémina la salute e l’autonomia di milioni dibambine e ragazze. L’età minima previstadalla legge per il matrimonio è di solito infe-riore per le femmine che per i maschi. Inmolti paesi l’età legale minima è notevolmen-te inferiore in presenza del consenso deigenitori; più di 50 paesi consentono il matri-

monio con ragazze di 16 anni o meno, con ilconsenso dei genitori.23 Il matrimonio preco-ce conduce a gravidanze infantili o adole-scenziali, e può esporre la bambina al virusdell’HIV e ad altre malattie sessualmente tra-smesse. La pratica è anche associata a effettiavversi per la salute dei figli, per esempio,insufficienza di peso alla nascita. Inoltre, haun effetto rovinoso sulle possibilità di istru-zione e di occupazione delle ragazze.

Gli argomenti

7

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Tabella 3 - Fattori che favoriscono la sopravvivenza della violenza domestica

Culturali ● Socializzazione separata per sessi● Definizioni culturali dei ruoli sessuali appropriati● Attribuzione di ruoli nella relazione● Idea della inerente superiorità dei maschi● Sistema di valori che conferisce agli uomini il diritto di proprietà su donne e

bambine● Concezione della famiglia come sfera privata assoggettata al controllo dell’uomo● Tradizioni matrimoniali (prezzo per la moglie, dote)● Ammissibilità della violenza come modalità di risoluzione dei conflitti

Economici ● Dipendenza economica delle donne dagli uomini● Restrizioni di accesso al denaro o al credito● Leggi discriminatorie per l’eredità, il diritto della proprietà, l’uso delle terre

comuni e il mantenimento in seguito a divorzio o a vedovanza● Restrizioni di accesso all’occupazione sia nel settore formale che in quello

informale● Restrizioni di accesso per le donne all’istruzione e alla formazione

Giuridici ● Stato giuridico inferiore delle donne, secondo la legge scritta oppure quellaconsuetudinaria

● Leggi sul divorzio, affidamento dei figli, conservazione o eredità di patrimoni● Definizioni legali dello stupro e dei maltrattamenti domestici● Basso tasso di alfabetizzazione legale tra le donne● Brutalità del trattamento di donne e bambine da parte della polizia e della

magistratura

Politici ● Sottorappresentanza delle donne al potere, nella politica, nei mezzi diinformazione e nelle professioni mediche e giuridiche

● La violenza domestica non viene presa sul serio● Concezione della famiglia come dimensione privata al fuori del controllo dello

Stato● Rischio di mettere in discussione lo status quo oppure le leggi religiose● Scarso livello di organizzazione delle donne in quanto forza politica● Scarsa partecipazione delle donne nei sistemi politici organizzati

(Fonte: Heise, 1994)

LE CAUSE DELLA VIOLENZA DOMESTICA▼

Non esiste un unico fattore al qualericondurre la violenza nei confronti delledonne. In misura sempre crescente, la ricer-ca si è concentrata sulla interrelazione didiversi fattori per cercare di migliorare lanostra comprensione del problema neidiversi contesti culturali.

Molteplici fattori, complessi e intercon-nessi, di natura sia istituzionale che sociale oculturale, hanno mantenuto le donne in unaposizione di particolare vulnerabilità alla vio-lenza rivolta contro di esse. Tutti questi fat-tori sono manifestazioni di rapporti di forza

storicamente squilibrati tra i sessi. Tra di essitroviamo: le forze socioeconomiche, l’istitu-zione della famiglia nella quale trovanoespressione i rapporti di forza, la paura ed ildesiderio di controllo della sessualità femmi-nile, idea della inerente superiorità delmaschio, e leggi e culture tradizionali chehanno sempre negato a donne e bambineuno stato giuridico e sociale di indipendenza.

La mancanza di risorse economicherafforza la vulnerabilità delle donne e la lorodifficoltà di sottrarsi ad una relazione vessa-toria. Tra la violenza, la mancanza di risorse

Page 9: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

8

Gli argomenti

economiche e la dipendenza esiste una rela-zione circolare. Da una parte, la minaccia ela paura delle violenza impedisce alle donnedi cercare lavoro o, nel migliore dei casi, lecostringe ad accettare lavori sottopagati, adomicilio, nei quali vengono sfruttate.Dall’altra, avendo una indipendenza econo-mica estremamente limitata, le donne nonhanno alcuna possibilità di uscire da unarelazione vessatoria.24

In alcuni paesi è vero anche il contrario:la crescente importanza del ruolo economi-co e della indipendenza delle donne vienepercepita come una minaccia e stimola unincremento della violenza maschile.25

Questo è particolarmente vero quando ilpartner maschile è disoccupato, e sentesfuggirsi di mano il potere nella famiglia.

La ricerca ha anche individuato l’esisten-za di una correlazione tra l’aumento dellaviolenza e la destabilizzazione degli schemieconomici di una società. Politiche macroe-conomiche quali i programmi di adegua-mento strutturale, la globalizzazione, e lecrescenti disparità che hanno causato sonostati messi in relazione con un aumento dellivello di violenza in diverse regioni, tra lequali l’America Latina, l’Africa e l’Asia.26 Neipaesi dell’Europa Centrale ed Orientale enell’ex-Unione Sovietica, il periodo di tran-sizione è stato accompagnato dall’incre-mento della povertà, della disoccupazione,della disparità salariale, dello stress e dell’a-buso di alcool. Questa situazione ha provo-cato a sua volta l’aumento della violenzanella società, compresa la violenza contro ledonne. Tali fattori intervengono indiretta-mente anche sulle donne rendendole anco-ra più vulnerabili, poiché incoraggiano icomportamenti a rischio, l’abuso di alcool edi stupefacenti, il crollo delle reti di soste-gno sociale, e la dipendenza economicadelle donne dai loro partner.27

Le ideologie culturali, sia nei paesi indu-strializzati che in quelli in via di sviluppo,conferiscono “legittimità” alla violenza con-tro le donne in determinate circostanze. Letradizioni religiose e storiche in passatohanno approvato le punizioni e le percossealle mogli. La punizione fisica della moglie èconsiderata accettabile nel contesto del con-cetto della sua appartenenza al marito. Ilcontrollo maschile del patrimonio familiareconferisce inevitabilmente all’uomo l’auto-rità decisionale, il predominio sulla famigliae un diritto di proprietà su donne e bambine.

Il concetto di proprietà, a sua volta,legittima il controllo sulla sessualità femmi-nile, considerato da molti codici di legge unaspetto essenziale ai fini del mantenimentodella linea ereditaria paterna. In moltesocietà la sessualità della donna è anche vin-colata al concetto di onore familiare. Lenorme tradizionali di queste società consen-

tono l’uccisione delle figlie “fuorviate” edelle mogli sospettate di macchiare l’onorefamiliare con rapporti sessuali illeciti, o chesi sposano o divorziano senza il consensodella famiglia. Secondo la stessa logica, l’o-nore di un gruppo etnico o di una societàrivale può essere corrotto con atti di violen-za sessuale compiuti sulle sue donne.

Esperienze avute durante l’infanzia,come l’aver assistito a scene di violenzadomestica o aver subito vessazioni fisiche esessuali, sono stati identificati come fattoridi rischio per i bambini. Da esperienze delgenere i bambini a volte imparano a ricorre-re alla violenza come modo di affrontare iconflitti e di affermare la propria virilità.

Anche il consumo eccessivo di alcool e dialtri stupefacenti è stato individuato comefattore scatenante di un comportamentoaggressivo e violento dell’uomo nei confron-ti delle donne e dei bambini. Un’indaginesulla violenza domestica in Russia ha rivela-to che la metà dei casi di maltrattamenti fisi-ci è associata con un consumo eccessivo dialcool da parte del marito.28

L’isolamento delle donne nelle loro fami-glie e comunità contribuisce notoriamente afavorire la violenza, specialmente se ledonne in questione hanno limitate possibi-lità di entrare in contatto con la famiglia ocon le organizzazioni locali. D’altra parte, lapartecipazione delle donne nelle reti socialidi contatto si è rivelata un fattore crucialenel ridurre le loro vulnerabilità ai comporta-menti vessatori e nello stimolare la lorocapacità di superare l’esperienza della vio-lenza domestica. Tali reti possono averecarattere informale (famiglia e vicini di casa)oppure formale (organizzazioni della comu-

nità, gruppi di sostegno tra donne, affilia-zione a partiti politici).29

La mancanza di protezione legale, inparticolare all’interno della sovranità dome-stica, è un fattore determinante dellasopravvivenza dei comportamenti violenticontro le donne. Fino a tempi recenti, ladistinzione tra pubblico e privato che staalla base della maggioranza dei sistemi giu-ridici ha costituito un grande ostacolo perl’affermazione dei diritti della donna.Tuttavia, sempre più Stati vengono conside-rati responsabili della tutela dei diritti delledonne, anche per le violazioni commessenell’ambiente domestico. D’altra parte, inmolti paesi la violenza contro le donnetrova un fertile terreno nella legislazione,nell’applicazione della legge e nel sistemagiudiziario, che non considerano reato laviolenza domestica. La sfida è quella diporre fine all’impunità degli autori delle ves-sazioni, anche come efficace strumento perprevenirne altre in futuro.

Le indagini di Human Rights Watchhanno rivelato che nei casi di violenzadomestica spesso avviene che i funzionariincaricati di applicare la legge si schierino afianco del responsabile dei maltrattamentinel suo tentativo di controllare e svilire lasua vittime. Anche se diversi paesi adessohanno leggi che condannano la violenzadomestica, “quando viene commessa controuna donna in una relazione intima, questeaggressioni vengono più spesso tolleraticome norma che perseguiti in base allalegge… In molti luoghi, gli autori della vio-lenza domestica subiscono punizioni piùmiti rispetto ad autori di violenze paragona-bili, ma rivolte contro degli estranei.”30

CONSEGUENZE▼

Negazione dei dirittifondamentali

Forse la conseguenza più significativadella violenza contro le donne e le bambineè la negazione dei loro diritti umani fonda-mentali. Gli strumenti internazionali deidiritti dell’uomo come La DichiarazioneUniversale dei Diritti dell’Uomo, adottatanel 1948, la Convenzione sull’Eliminazionedi Ogni Forma di Discriminazione Contro leDonne, adottata nel 1979, e la Convenzionesui Diritti dell’Infanzia, adottata nel 1989,affermano il principio dei diritti e dellelibertà fondamentali di ogni essere umano.Le due convenzioni sono ispirate da unaconcezione ampia dei diritti dell’uomo, cheva al di là dei diritti civili e politici per

affrontare le questioni cardinali della soprav-vivenza economica, della salute e dell’istru-zione, che determinano la qualità della vitaquotidiana della maggior parte delle donne edelle bambine. Le due convenzioni afferma-no il diritto che le donne hanno di essereprotette dalla violenza e dall’abbandono chevengono loro inflitti dall’altro sesso.

La forza di questi trattati risiede nel con-senso internazionale, e nell’idea che tutte lepratiche che danneggiano le donne e lebambine, non importa quanto profonda-mente radicate nella cultura siano, devonoessere eliminate. Giuridicamente vincolantiai sensi del diritto internazionale per igoverni che li hanno ratificati, questi tratta-ti sui diritti dell’uomo obbligano i governinon solo a proteggere le donne dal delitto

Page 10: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

di maltrattamenti, ma anche a indagare sulleviolazioni, quando esse avvengono, e porta-re i responsabili davanti alla giustizia.31

Un ostacolo allo sviluppo umano

Si diffonde la consapevolezza che i paesinon possono pienamente sviluppare le pro-prie potenzialità fino a che vengono negatele potenzialità di piena partecipazione delledonne nella loro società. I dati sui costisociali, economici e sanitari della violenzanon lasciano dubbi sul fatto che la violenzacontro le donne ostacola il progresso dellosviluppo umano ed economico. La parteci-pazione delle donne è divenuta un elemen-to centrale di tutti i programmi di svilupposociale, che siano ambientali, di lotta controla povertà o volti a migliorare le struttureamministrative. Ostacolando la piena parte-cipazione delle donne, i paesi gettano alvento la metà del capitale umano della loropopolazione. I veri indicatori dell’impegnodi un paese a favore della parità uomo-donna sono le sue azioni per eliminare laviolenza contro le donne in tutte le sueforme e in tutti i campi della vita.

Conseguenze sulla saluteLa violenza domestica e sessuale sulle

donne provoca profonde conseguenze fisi-che e psichiche, alcune con esito fatale (vediTabella 4). Anche se le ferite rappresentanosolamente una parte degli effetti avversi sullasalute delle donne, sono una delle conse-guenze più visibili della violenza. Il Dipar-timento di Giustizia degli Stati Uniti ha rife-rito che il 37 per cento di tutte le donne chesi sono fatte medicare nel pronto soccorsodegli ospedali per ferite correlate alla violen-za era stato ferito dal coniuge, dal partner odall’ex-partner.32 La tipologia dei danni subi-ti andava dagli ematomi e le fratture all’inva-lidità permanente, come la perdita parzialedell’udito o della vista, o lo sfiguramentodovuto alle bruciature. Le complicanzemediche derivanti dalle mutilazioni genitalifemminili possono andare dall’emorragia e lasterilità al grave trauma psicologico. In moltipaesi gli studi hanno rilevato elevati livelli diviolenza durante la gravidanza, con gravirischi per la salute sia della madre che delfeto. Nei casi peggiori, tutti questi esempi diviolenza domestica possono portare allamorte della donna per mano del suo partnero ex-partner.

Le aggressioni sessuali e gli stupri posso-no provocare gravidanze indesiderate, e lepericolose complicanze conseguenti allapratica dell’aborto illegale. Le ragazze chehanno subito vessazioni sessuali nella loro

infanzia hanno maggiori probabilità di tene-re comportamenti a rischio come rapportisessuali precoci, e sono soggette ad un mag-giore rischio di avere gravidanze indesidera-te o precoci.33 Le donne che subisconosituazioni violente hanno minori probabilitàdi ricorrere a metodi di contraccezione o diriuscire a ottenere l’impiego di precauzioninei rapporti sessuali, correndo così un ele-vato rischio di contrarre malattie sessual-mente trasmissibili e l’HIV/AIDS.34

L’impatto della violenza sulla salute men-tale delle donne ha conseguenze gravi e fata-li. Le donne che sono state percosse subisco-no elevati livelli di stress e di malattie legateallo stress, come la sindrome da stress post-traumatico, attacchi di panico, depressione,disturbi del sonno e dell’alimentazione, eleva-ta pressione sanguigna, alcolismo, abuso distupefacenti e scarsa autostima. Per alcunedonne, fatalmente depresse e svilite dai mal-trattamenti, non sembra esistere altra via difuga da una relazione violenta che il suicidio.

Ripercussioni sui bambiniI bambini che hanno assistito a scene di

violenza domestica o che ne sono stati vitti-ma in prima persona, denotano problemi disalute e di comportamento, tra cui disturbidi peso, di alimentazione o del sonno.39

Possono avere difficoltà a scuola e non riu-scire a sviluppare relazioni intime e positive.Possono cercare di fuggire o anche mostra-re tendenze suicide.

Gli argomenti

9

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Tabella 4 – Conseguenzedella violenza contro le donnesulla salute

ESITO NON FATALEEffetti sulla salute fisica:● Ferite (dalle lacerazioni alle fratture e

danni agli organi interni)● Gravidanza indesiderata● Disturbi ginecologici● Malattie sessualmente trasmesse

compreso l’HIV● Aborto spontaneo● Disturbo infiammatorio della pelvi● Dolore cronico della pelvi● Emicranie● Invalidità permanenti● Asma● Sindrome di irritabilità intestinale● Comportamenti autolesionisti

(tabagismo, sesso senza protezione)

Effetti sulla salute mentale:● Stati depressivi● Paura● Ansietà● Scarsa autostima● Disfunzioni sessuali● Disturbi dell’alimentazione● Disturbi ossessivo-compulsivi● Disturbi da stress post-traumatico

ESITO FATALE● Suicidio● Omicidio● Mortalità materna● HIV/AIDS

(Fonte “Violence Against Women”, Consultazione OMS, 1996)

La violenza domestica e l’AIDS

Quasi 14 milioni di donne oggi hanno contratto l’infezione da HIV, ed il tasso di donnecontagiate è in aumento. Uno studio di prossima pubblicazione dell’OMS individua nelpartner regolare la maggiore fonte di rischio di contagio da HIV per molte donne, aggravatodalla disparità della relazione che rende per le donne difficile, se non impossibile, adottareprotezioni nel rapporto sessuale. Per molte donne il sesso non è una scelta.35

In uno studio su donne di più di 18 anni di una provincia dello Zimbabwe, il 26 per centodelle donne coniugate ha dichiarato di essere stato costretto ad avere rapporti sessuali controla propria volontà. È noto che anche quando una donna è consapevole del fatto che il partnerha altre relazioni sessuali oppure ha contratto l’HIV, può non avere la possibilità di insisteresull’impiego di un preservativo e di pretendere la monogamia. Questi sono, però, i duemetodi raccomandati dalla maggior parte dei programmi di prevenzione contro l’HIV/AIDS.Molte donne temono che qualunque tentativo di proporre tali misure di prevenzioneprovocherebbe ulteriori violenze.36

Altri studi hanno rilevato che la diffusione dell’HIV/AIDS in alcune parti dell’Africa vieneaggravata dal fatto di considerare la donna una “proprietà” dell’uomo. Per esempio, latradizione della trasmissione ereditaria della vedova è molto diffusa nell’Africa Orientale e inquella del Sud. Quando il marito muore, la moglie e le sue proprietà passano spesso in ereditàal fratello più anziano. Nel Kenya Occidentale le donne vengono costrette a risposarsi anchese il marito è morto di AIDS, se loro stesse sono contagiate, oppure se il futuro marito hal’AIDS. Non ci sono leggi in Kenya che si oppongano a questa pratica.37

La purificazione sessuale è un fenomeno più recente, che deriva dalla presenza dell’HIV/AIDSe ne favorisce la diffusione. Viene praticata nel Kenya Occidentale, in Zimbabwe e in alcune partidel Ghana nell’ambito della famiglia allargata, e si fonda sulla credenza che un uomo possaessere curato dall’AIDS se ha un rapporto sessuale con una ragazza giovane che sia vergine. Peressere sicuri della loro purezza, vengono scelte bambine anche di appena otto anni.38

È necessario un nuovo approccio al problema, che prenda atto del rapporto esistente traviolenza contro le donne e diffusione dell’HIV/AIDS, e traduca questa consapevolezza inpolitiche e programmi di prevenzione e cura dell’HIV.

(continua a pagina 12)

Page 11: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

La violenza domestica, che venga commes-sa dai cittadini o dallo Stato, costituisce unaviolazione dei diritti dell’uomo. Gli Statihanno il dovere di fare in modo che coloro chene sono responsabili non rimangano impuniti.Spesso, in seguito alla politica degli Stati o allamancanza di azione da parte loro la violenza inambito domestico viene di fatto condonata. Inbase alla normativa internazionale dei dirittidell’uomo, gli Stati hanno un duplice dovere:non solo devono astenersi dal commettere vio-lazioni dei diritti dell’uomo, ma hanno anchel’obbligo di prevenirle e dare una risposta effi-cace alle violenze.

In passato, la tutela dei diritti dell’uomo erainterpretata in senso restrittivo, e la mancanzadi iniziativa da parte di uno Stato nel preveni-re e punire le violazioni non veniva considera-ta come una omissione del suo dovere di tute-la. Oggi, il concetto di responsabilità delloStato ha subito una evoluzione: si ritiene cheagli Stati incomba anche l’obbligo di adottaremisure preventive e punitive a fronte di viola-zioni dei diritti ad opera dei privati cittadini.

La normativa giuridicainternazionale

Nel trattare del problema della violenzacontro le donne da parte di privati, è necessa-rio tenere presenti tre dottrine, elaborate dastudiosi e attivisti dei diritti dell’uomo. Laprima è che gli Stati hanno la responsabilità diesercitare la debita diligenza nel prevenire,indagare e punire le violazioni del diritto inter-nazionale, pagando un equo risarcimento allevittime.Debita diligenza

Nel 1992, il Comitato per la Eliminazionedella Discriminazione Contro le Donne haadottato la Raccomandazione Generale numero19, nella quale confermava che la violenza con-tro le donne costituisce una violazione dei dirit-ti umani e sottolineava che “Gli Stati possonoessere responsabili anche degli atti commessidai privati, se vengono meno al loro dovere didebita diligenza nel prevenire le violazioni onell’indagare e punire gli atti di violenza, edhanno la responsabilità di pagare un risarci-mento alle vittime”.1 Il Comitato ha emanatodelle raccomandazioni sulle misure che gli Statidevono adottare per mettere in atto una effica-ce protezione delle donne contro la violenzanei confronti del loro sesso, che comprende:1) misure legali efficaci, comprendenti sanzio-ni penali, azioni giudiziarie civili e disposizio-

ni di risarcimento, per proteggere le donne datutti i tipi di violenza, inclusa, tra le altre, laviolenza e i maltrattamenti nell’ambito dellafamiglia, le aggressioni sessuali e le molestiesessuali sul lavoro;2) misure di prevenzione, comprendenti pro-grammi di informazione e di educazione pub-blica miranti a modificare la concezione deiruoli e della relativa posizione di uomini edonne;3) misure di protezione, comprendenti l’istitu-zione di centri di accoglienza, assistenza psi-cologica, azioni di riabilitazione e servizi disostegno per le donne che hanno subito vio-lenze o che corrono il rischio di subirne.

Anche la Dichiarazione delle NazioniUnite sulla Eliminazione della ViolenzaContro le Donne invita gli Stati a “mettere inatto con tutti i mezzi adeguati e senza ritardiuna politica di eliminazione della violenzacontro le donne” ed inoltre, “ad esercitare ladebita diligenza nel prevenire, indagare e puni-re ai sensi della legislazione nazionale gli atti diviolenza contro le donne, siano essi compiutidallo Stato o dai privati”.2

Il concetto di debita diligenza ha subito unaevoluzione grazie alla sentenza della CorteInter-Americana dei Diritti dell’Uomo in meri-to al caso Velasquez Rodriguez. La Corte haimposto al governo “di adottare ragionevolimisure per prevenire le violazioni dei dirittidell’uomo e di fare uso dei mezzi a sua disposi-zione per condurre una approfondita indaginesulle violazioni compiute all’interno di questagiurisdizione, individuando i responsabili,infliggendo le pene adeguate e assicurando unadeguato risarcimento alla vittima”.3

Quindi, l’esistenza di un sistema giuridicoche criminalizza e commina pene per leaggressioni domestiche non viene consideratasufficiente di per sé; si attribuisce allo Stato ildovere di svolgere il proprio compito “assicu-randosi effettivamente” che i casi di violenzanella famiglia vengano effettivamente investi-gati e puniti.4

Parità di tutela della leggeQuesta seconda dottrina è collegata al con-

cetto di uguaglianza e di parità del diritto allatutela. Se può essere dimostrato che l’applica-zione della legge risulta in una discriminazionenei confronti delle vittime nei casi di violenzacontro le donne, allora lo Stato può essere rite-nuto responsabile di violazione delle norme diparità dei diritti dell’uomo internazionali.

La Convenzione sulla Eliminazione di OgniForma di Discriminazione Contro le Donne,

nell’articolo 2, impone agli Stati firmatari di“attuare con ogni mezzo adeguato e senzaritardi una politica volta all’eliminazione delladiscriminazione contro le donne”. Ciò com-prende il dovere di “astenersi da ogni atto opratica discriminatoria contro le donne e diassicurare che le autorità e le istituzioni pub-bliche agiscano in conformità con quest’obbli-go”, e “di adottare tutte le misure adeguate,anche legislative, per modificare o abrogareleggi, regolamenti, consuetudini e pratiche esi-stenti che abbiano carattere discriminatorio neiconfronti delle donne”.Equivalenza tra violenza domestica e tortura

In questa terza dottrina si riconosce unascuola di pensiero che sostiene che la violenzadomestica è una forma di tortura e come taledeve essere trattata. L’argomentazione è che aseconda della gravità e delle circostanze chemettono in gioco la responsabilità dello Stato,la violenza domestica può configurarsi cometortura o trattamento crudele, disumano edegradante, ai sensi dell’Intesa Internazionalesui Diritti Civili e Politici, e della ConvenzioneContro la Tortura ed Altri Trattamenti oPunizioni Crudeli, Disumani o Degradanti.

Si sostiene che la violenza domestica pre-senta le quattro caratteristiche fondamentaliche qualificano la tortura: (a) provoca gravedolore fisico o mentale, (b) viene inflitta inten-zionalmente, (c) per fini specifici e (d) ha unaqualche forma di implicazione ufficiale, sia essaattiva o passiva.

I sostenitori di questo punto di vista chie-dono che la violenza domestica venga conside-rata e trattata come una forma di tortura e, neicasi meno gravi, come maltrattamento. Questaposizione merita di essere presa in considera-zione da parte dei relatori e dagli organidell’Intesa che indagano sulle violazioni, maga-ri approfondendone l’esame insieme agli esper-ti e ai giuristi delle ONG.

Modalità della lotta alla violenza domestica

Oggi, molti Stati riconoscono l’importanzadi proteggere la vittima dalle vessazioni e dipunire il responsabile. Uno dei principali inter-rogativi che si pongono ai riformatori dellalegislazione è se “criminalizzare” le percossealla moglie. C’è il fatto che la violenza dome-stica è un delitto che si verifica tra personelegate da un rapporto di intimità. Il problema

LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA:GLI OBBLIGHI DELLO STATOdi Radhika CoomaraswamyRelatore Speciale delle Nazioni Unite sulla Violenza contro le donne*

Innocenti Digest 6 – La violence domestique a l’egard des femmes et des filles

10

Forum

Page 12: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

dell’intimità, cioè se il malmenare la mogliedebba essere considerato alla stregua di un reatoordinario oppure se non sia invece necessariodare maggiore preminenza all’intervento basatosull’assistenza e sulla mediazione, costituisce ungrande dilemma per i responsabili politici.Criminalizzazione

I sostenitori dell’approccio penale mettonol’accento sulla forza simbolica della legge eaffermano che l’arresto, l’imputazione e la penadi detenzione esprimono una chiara condannada parte della società della condotta dell’ag-gressore e permettono di metterne in risalto laresponsabilità personale. Una ricerca svolta dalDipartimento di Polizia di Minneapolis ha rile-vato che il 19 per cento degli aggressori con iquali si era seguita la via della mediazione e il24 per cento di quelli che avevano ricevutol’ordine di lasciare il domicilio coniugale, inseguito hanno ripetuto l’aggressione; mentresolamente il 10 per cento di coloro che eranostati arrestati è stato poi recidivo.5 Comunque,è essenziale che chi prende le decisioni politi-che in questo settore tenga conto delle realtàculturali, economiche e politiche del paese.Una politica che non riconosca la natura indi-viduale di questi reati e che non venga accom-pagnata dal tentativo di fornire assistenza allevittime e agli aggressori è destinata a fallire.Legislazione

La legislazione sulla violenza domestica èun fenomeno moderno. Si diffonde la convin-zione che debbano essere scritte leggi apposite,contenenti tutele e procedure speciali. Il primoproblema che si pone dal punto di vista legisla-tivo è come perseguire gli aggressori delle pro-prie mogli quando queste, sottoposte a pressio-ne, dichiarano poi di voler ritirare la denuncianei confronti del marito. In risposta a questoproblema, in alcuni paesi la polizia e i magistra-ti hanno istruzione di procedere con l’imputa-zione anche nel caso in cui la donna affermi divoler ritirare la denuncia.6 Inoltre, dato che ladonna deve fare da teste principale, in alcunegiurisdizioni sono state adottate legislazioniche prevedono la possibilità di obbligare ladonna a testimoniare, con l’eccezione di alcunesituazioni. Altri paesi, come gli Stati Uniti, simuovono verso il sostegno al diritto alla difesa.

Diversi paesi applicano anche tipi di azionegiudiziaria a carattere intermedio tra il civile e ilpenale. I più importanti di questi sono le ordi-nanze di “protezione” o di “vincolo comporta-mentale”. Si tratta di una procedura nella qualein seguito alla denuncia di un episodio di vio-lenza un magistrato o un giudice ingiunge all’ag-gressore di rispettare la pace in casa, “vincolan-dolo” ad un comportamento corretto. Questosistema, che può rappresentare una risposta ade-guata alla situazione di alcune donne, prevedeun grado della prova inferiore rispetto a quellodella procedura penale normale, e l’ordinanzadel tribunale può essere ottenuta anche solo inbase alla plausibilità della denuncia. Il mancatorispetto dell’ordinanza di protezione costituisceun reato, e la polizia può intervenire arrestandosenza mandato il responsabile.

Possono essere utilizzate anche le azioni

giudiziarie del diritto civile, come un’ingiun-zione usata a sostegno di una causa primaria,come un divorzio, un annullamento o unaseparazione legale. In alcune giurisdizioni sonostate adottate leggi che permettono di fare ameno della richiesta dell’azione primaria, econsentono alla donna di chiedere un’azioneingiuntiva indipendentemente da ogni altraazione legale.7 Un altro tipo di azione giudi-ziaria utilizzabile in alcuni stati degli U.S.A. èl’azione in torto: la richiesta di risarcimentodella vittima a carico del coniuge.8

Azione di poliziaNella maggioranza delle giurisdizioni i

poteri che ha la polizia di introdursi in una pro-prietà privata sono limitati. Nel contesto dellaviolenza domestica questo può avere l’effetto diproteggere l’aggressore a spese della sua vitti-ma. Alcune legislazioni consentono alla poliziadi entrare su richiesta di una persona apparen-temente residente nella proprietà, oppure quan-do l’agente di polizia ha ragione di ritenere cheuna persona che si trova nella proprietà vieneaggredita o stia per esserlo.9 In molti casi di vio-lenza domestica, l’immediato rilascio dietrocauzione dell’aggressore può rappresentare unserio pericolo per la vittima, e certamente rila-sciare l’aggressore senza prima avvertire la vitti-ma può avere gravi conseguenze per questa.Diverse giurisdizioni australiane cercano dimantenere un equilibrio tra gli interessi dell’ag-gressore e quelli della vittima, associando all’at-to di rilascio dell’aggressore specifiche condi-zioni che mirano a proteggere la vittima.10

Servizi di formazione e di supportodella comunità

La maggioranza degli agenti di polizia, deimagistrati, dei giudici e dei medici aderisce aivalori tradizionali favorevoli alla famiglia comeistituzione, e alla posizione dominante delpartner di sesso maschile al suo interno. È per-ciò necessario dare una formazione a coloroche devono far applicare la legge, ai legali e aimedici che vengono in contatto con le vittime,in modo che essi siano di in grado di capire ilproblema della violenza nei rapporti tra i sessi,si rendano conto del trauma subito dalla vitti-ma e sappiano come rilevare le prove necessa-rie per il procedimento penale. I medici e gliavvocati sono spesso restii a questo tipo di for-mazione e poco disposti ad imparare da qual-cuno che non fa parte del loro ambito speciali-stico. Per migliorare l’efficacia sarebbe quindiutile puntare sul coinvolgimento di altri pro-fessionisti nei programmi di formazione.

La natura del delitto della violenza dome-stica richiede l’intervento della comunità perassistere e sostenere le vittime. Gli operatoridelle comunità devono ricevere una formazio-ne che li metta in grado di informare la vittimasulla legge e la sua applicazione, disponibilitàdi assistenza finanziaria e di altro tipo offertadallo Stato, le procedure per ottenerla, eccete-ra. Gli operatori della comunità possono svol-gere anche un altro importante ruolo denun-ciando la violenza, sensibilizzando allaproblematica e indirizzando le vittime verso lecorrette procedure di risarcimento.

Ogni intervento di assistenza per i casi diviolenza domestica dovrebbe sempre com-prendere anche l’assistenza psicologica, sia perla vittima che per l’aggressore. Programmi diquesto tipo possono anche servire come solu-zioni alternative rispetto ad una sentenza,soprattutto in quei casi in cui le donne preferi-scono che il loro coniuge venga “aiutato”, inve-ce di essere punito. Per essere efficaci, questemetodologie devono utilizzare metodi sia for-mali che informali per l’educazione e la diffu-sione delle informazioni.Collaborazione

La stragrande maggioranza dei governi nondispone delle conoscenze necessarie per elabo-rare e mettere in atto politiche contro la vio-lenza domestica. Per questo motivo, bisognacostruire un rapporto di maggiore collaborazio-ne tra governi e società civile, con l’obiettivocomune di combattere la violenza contro ledonne.

La soluzione migliore è costituita da unmodo di affrontare il tema che sia integrato emultidisciplinare, fondato sulla collaborazionetra avvocati, psicologi, operatori sociali, medicie altre figure interessate dal problema, per riu-scire ad acquisire una comprensione globale diogni singolo caso e delle esigenze della singolavittima. Ogni metodologia deve essere fondatasulla attenta considerazione del contesto dellavita reale delle donne vittime della violenza,rendendosi conto della loro disperazione, dellaloro dipendenza, della limitatezza di possibi-lità, e della necessità che ne deriva di impadro-nirsi della propria vita. Lo scopo è quello dilavorare insieme alla vittima, per rafforzare lasua capacità di decidere del proprio futuro.

*Il Relatore Speciale sulla Violenza Contro leDonne è stato nominato dalla Commissione sui Dirittidell’Uomo nel 1994, con il mandato di: reperire e rac-cogliere da governi, organizzazioni ed individui infor-mazioni sulla violenza contro le donne; raccomandaremisure per eliminarla e porre rimedio alle sue conse-guenze; e realizzare visite sul campo.

1. Comitato sulla Eliminazione della Violenza Controle Donne, Undicesima Sessione, RaccomandazioneGenerale 19, Resoconto Ufficiale dell’AssembleaGenerale, Quarantasettesima Sessione, Supplemen-to n. 38 (A/47/38), Cap. 1.

2. Assemblea Generale, Risoluzione 48/104 del 20dicembre 1993, articolo 4.

3. Caso Velasquez Rodriguez (Honduras), 4Inter.Am.Ct.HR, SerC, n.4, 1988, par.174.

4. Ibid., par. 167.5. Minneapolis Domestic Violence Experiment.6. “Affrontare la Violenza: Un Manuale di Azione per

il Commonwealth”, Programma Donne e Sviluppo,Gruppo di Sviluppo delle Risorse Umane,Secretariato del Commonwealth, Londra, giugno1992.

7. Australia, Legge sulla Famiglia, 1975, sez. 114, 70 C;Hong Kong, Ordinamento sulla ViolenzaDomestica, 1986; Legge sulla Cause Matrimoniali,1989, sez. 10.

8. “Sviluppi nella legge – Risposte giuridiche alla vio-lenza domestica”, 106 Harvard Law Review, 1993,pag. 1531.

9. Justices Act, 1959 (Tas) sez. 106F; Crimes Act 1900(NSW), sez. 349A.

10. Bail Act 1978 (NSW), sez. 37; Bail Act 1980 (Qld);Bail Act 1985 (SA), sez. 11.

Forum

11

Innocenti Digest 6 – La violence domestique a l’egard des femmes et des filles

Page 13: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

12

Gli argomenti

Vedere o il subire delle violenze dabambino può anche provocare una interio-rizzazione della violenza come modo dirisolvere i conflitti. Le bambine che assi-stono ai maltrattamenti nei confronti della

* Nelle sue stime, la Banca conteggia ogni anno perduto per morte prematura come un DALY, un anno di vita calcolato in base all’incidenza di mortalità e morbilità (DisabilityAdjusted Life Year), e ogni anno trascorso in condizione di malattia o di invalidità come una frazione di un DALY, il cui valore dipende dal grado di invalidità.

IL CALCOLO DEI COSTI SOCIOECONOMICI DELLA VIOLENZA▼

madre hanno maggiori probabilità diaccettare la violenza come la norma in unmatrimonio rispetto a quelle che proven-gono da famiglie non violente. Mentremolti bambini di famiglie violente non

diventano violenti crescendo, quelli chehanno assistito a violenze durante l’infan-zia hanno maggiori possibilità di diventareadulti con comportamenti vessatori siadentro che fuori casa.

La violenza in famiglia riduce la sopravvivenza infantile

Uno studio realizzato a León, in Nicaragua, ha rilevato che i bambini di donne che avevano subito violenze fisiche e sessuali da parte delpartner avevano sei volte più probabilità di morire prima dell’età di cinque anni.40 Allo stesso modo, i figli di donne che avevano subito percosseavevano maggiori probabilità di altri bambini di essere malnutriti, di aver avuto un recente episodio di diarrea, e minori probabilità di averricevuto una terapia orale di reidratazione e di essere vaccinati. (vedi Figura 1). Lo studio è stato attentamente controllato per escludere altripossibili fattori di influenza sulla sopravvivenza dei neonati e dei bambini.

In uno studio negli Stati indiani del Tamil Nadu e dell’Uttar Pradesh è emerso anche che le donne che avevano subito percosse avevanoprobabilità nettamente maggiori delle donne che non avevano subito vessazioni di avere avuto una interruzione della gravidanza, volontaria oinvolontaria, un feto nato morto, oppure aver perduto unbambino. Lo studio valutava anche altre influenze sullamortalità infantile, come il livello di istruzione della madre,la sua età, e la parità di opportunità.41 Nella regione ruraledel Karnataka, in India, uno studio ha rilevato che ibambini delle madri che subivano maltrattamentiricevevano meno cibo di altri bambini, il che suggerivache queste donne non erano in grado di difendere gliinteressi dei loro bambini nei confronti del marito.42

Anche se non si conosce il modo esatto in cui laviolenza sulle donne influenzi la sopravvivenza deibambini, una spiegazione possibile è che i bambini dellemadri che hanno subito vessazioni hanno maggioriprobabilità di nascere sottopeso, e quindi hanno maggioririschi di morire durante l’infanzia. Un’altra spiegazione èche le donne che subiscono una relazione violenta hannominore autostima, una posizione contrattuale meno forte,meno accesso alle risorse e al cibo, e quindi sono meno ingrado di prendersi cura dei figli.43

Figura 1 - Violenza domestica e salute infantile, Nicaragua

Mortalitàinfantile

Mortalità al disotto dei 5 anni

Diarrea Malnutrizione Percentuale deibambini vaccinati

Madre che subisceviolenze

Madre che nonsubisce violenze

Tutte le differenzesignificative al livello dip<.05;Fonte: Rosales Ortiz 1999;citato in Heise (1999).44

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Il calcolo dei costi della violenza costi-tuisce un intervento strategico che rende iresponsabili politici più consapevoli dell’im-portanza e dell’efficacia della prevenzione.Studi realizzati in Canada, negli Stati Unitie in Australia calcolano i costi impiegandoparametri differenti.45 In Canada lo studio,che ha stimato i costi della violenza controle donne nel più ampio contesto della vio-lenza sia dentro che fuori l’ambiente dome-stico, conclude che lo Stato spende più diun miliardo di dollari canadesi all’anno per iservizi, inclusa la polizia, il sistema di giu-stizia penale, assistenza psicologica e for-mazione.46 Per gli Stati Uniti, uno studiostima i costi tra 5 e 10 miliardi di dollariall’anno.47 Da notare che questi studi si rife-riscono solamente ai costi per i servizi diret-ti, non tengono conto del costo umanodella violenza.

Nel 1993, la Banca Mondiale ha stimatoche nei paesi industrializzati il costo dellaviolenza e degli stupri in ambito domesticoin termini di salute corrispondeva a quasi

uno dei cinque anni di vita calcolati in baseall’incidenza di mortalità e morbilità(DALY)* perduti dalle donne di età tra i 15e i 44 anni.48 Il costo in termini di salutedella violenza e dello stupro in ambientedomestico è lo stesso nei paesi industrializ-zati e nei paesi in via di sviluppo, ma poichéla generale incidenza delle malattie è moltosuperiore nei paesi in via di sviluppo, allevittime della violenza da parte dell’altrosesso viene attribuita una percentuale infe-riore. Si stima che nei paesi in via di svilup-po siano riconducibili alla violenza domesti-ca, a seconda della regione, dal 5 al 16 percento degli anni di vita in salute perdutidalle donne in età riproduttiva.49

La Banca per lo Sviluppo Inter-Americano (IDB) ha recentemente realizza-to degli studi in sei paesi dell’America Latina(Brasile, Colombia, El Salvador, Messico,Perù e Venezuela), esaminando in modo piùglobale il costo socioeconomico della vio-lenza domestica.50 Ai fini dell’analisi, l’IDBha suddiviso i costi della violenza domesti-

ca e sociale in quattro categorie secondo icriteri seguenti (vedi Tabella 5)51:(i) Costi diretti, che prendono in conside-razione le spese per l’assistenza psicologicae per le cure mediche (pronto soccorso,ospedalizzazione, cure in clinica e in ambu-latorio, trattamento delle malattie sessual-mente trasmissibili); il costo dei servizi dipolizia, contando anche il tempo dedicatoagli arresti e a rispondere alle chiamate dipronto intervento; i costi gravanti sul siste-ma giudiziario (custodia, prigione, istruzio-ne di processi); il costo dell’accoglienza ealloggio delle donne e dei loro bambini; e laspesa per i servizi sociali (programmi di pre-venzione e di sensibilizzazione, formazionedel personale di polizia, medico, giudiziarioe dei mezzi di informazione).(ii) Costi non monetari, che non gravanosui servizi medici ma che colpiscono pesan-temente le vittime sopravvissute, con l’au-mento degli stati patologici e della mortalitàcausata da omicidi e suicidi, delle dipenden-ze da stupefacenti e alcool, e di altri distur-

Page 14: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

bi depressivi. Questi sono i costi intangibiliche secondo le stime della Banca Mondialesono comparabili a quelli di altri fattori dirischio e patologie, come l’AIDS, la tuber-colosi, il cancro, le malattie cardiovascolari,e la sepsi nel parto.(iii) Effetti di moltiplicazione economica,che per esempio comprendono la riduzionedella partecipazione delle donne nel mondodel lavoro, della loro produttività e del lororeddito. Negli Stati Uniti il 30 per centodelle donne vittime di vessazioni ha perdu-to il posto di lavoro in diretta conseguenzadella violenza subita.52 Uno studio aSantiago, in Cile, stima che le donne chenon subiscono violenze fisiche guadagninoun salario medio di 385 dollari USA almese, mentre le donne sottoposte a graviviolenze a casa ne guadagnano soltanto 150,in altre parole meno della metà.53 Lo studioprende anche in esame l’impatto macroeco-nomico della riduzione del reddito di questedonne.

Un altro effetto rientrante in questacategoria è il potenziale impatto della vio-lenza domestica sulle future capacità deibambini di trovare un impiego adeguato. Aparte la perdita di capitale umano, sono ingioco costi diretti gravanti sul sistema dell’i-struzione, in virtù dei probabili scarsi risul-tati dei bambini di famiglie violente chepossono dover ripetere un anno scolastico.Secondo uno studio della IDB, in Nicaraguail 63 per cento dei bambini delle famiglie incui le donne sono vittime di maltrattamentiripete un anno e in media lascia la scuolaall’età di nove anni, invece dei dodici anni dimedia dei bambini di donne non soggette agrave violenza.54

(iv) Effetti moltiplicatori sociali, che inclu-dono l’impatto intergenerazionale della vio-lenza sui bambini, l’erosione del capitalesociale, la riduzione della qualità della vita edella partecipazione nella vita democratica.Questi effetti sono difficili da misurarequantitativamente, ma hanno un impattonotevole sullo sviluppo sociale ed economi-co di un paese.

Appare chiaramente come tutti i settoridella società subiscano profondamente l’in-fluenza della violenza contro le donne, e nepatiscano le conseguenze. È necessarioeffettuare ulteriori studi, sia nei paesi indu-

strializzati che in quelli in via di sviluppo,per stimare meglio il costo della violenzadomestica e fornire argomenti concreti afavore di politiche nazionali volte all’elimi-nazione di questo crimine, in larga misuraprevenibile.

Esiste anche un’importante carenza diconoscenze sul rapporto tra costi ed effica-cia degli interventi sulla violenza domesti-ca.55 Si tratta di una importante area di ricer-ca che fornirebbe orientamenti utili per deiprogrammi efficaci, realistici e replicabili, econtribuirebbe a convogliare le risorse e leenergie nella giusta direzione.

Gli argomenti

13

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Tabella 5 - Costi socioeconomici della violenza: una tipologia

(Fonte: Buvinic et al, 1999)

● Assistenza medica● Polizia● Sistema giudiziario● Alloggio● Servizi sociali

● Aumento degli stati patologici● Aumento della mortalità dovuta a omicidi e suicidi● Abuso di alcool e stupefacenti● Disturbi depressivi

● Riduzione della partecipazione nel mercato del lavoro● Ridotta produttività nel lavoro● Minore reddito● Aumento dell’assenteismo● Impatto di produttività intergenerazionale dovuto alla

ripetizione di anni scolastici e minore livello di istruzioneraggiunto dai bambini

● Riduzione degli investimenti e del risparmio● Fuga di capitali

● Trasmissione della violenza da una generazione all’altra● Minore qualità della vita● Erosione del capitale sociale● Minore partecipazione alla vita democratica

Costi diretti: valore dei benie servizi impiegati nel trattamento e nellaprevenzione della violenza

Costi non monetari: dolore e sofferenze

Effetti moltiplicatorieconomici: macroeconomia,mercato del lavoro, impatto di produttivitàintergenerazionale

Effetti moltiplicatori sociali:impatto sulle relazioniinterpersonali e sulla qualità della vita

STRATEGIE E INTERVENTI: UN APPROCCIO INTEGRATO

La violenza domestica è un problemacomplesso e non esiste un’unica strategiache possa essere applicata a tutte le situa-zioni. Tanto per cominciare, la violenza puòverificarsi in contesti molto diversi dellasocietà, ed il grado in cui viene tollerata dauna comunità avrà naturalmente influenzasul tipo di strategia da adottare.

Considerando le correlazioni tra i fattoriresponsabili della violenza domestica (cul-tura ed economia dei rapporti tra i sessiimprontate a dinamiche di forza), le strate-gie e gli interventi devono essere concepiticome facenti parte di un contesto integrato.L’unica strategia che assicuri la sostenibilità

e abbia la potenzialità di eliminare questapiaga è una strategia a più livelli, che per-metta di affrontare le cause strutturali dellaviolenza contro le donne offrendo allo stes-so tempo la disponibilità dei servizi imme-diati necessari alle vittime.

Nella pianificazione delle strategie edegli interventi, è necessario tener conto diuna varietà di soggetti. La collaborazionecon essi può svilupparsi contemporanea-mente a vari livelli.● A livello della famiglia, i soggetti impli-

cati sono le donne, gli uomini, gli adole-scenti ed i bambini.

● Nell’ambito della comunità locale, devono

essere sviluppate delle collaborazioni congli anziani, i capi religiosi, i gruppi dellacomunità, le associazioni di quartiere, igruppi degli uomini (per esempio, leassociazioni locali degli agricoltori), iconsigli locali e gli organismi di villaggio.

● Nella società civile, i soggetti sono igruppi professionali, i gruppi delle donnee degli uomini, le ONG, il settore privato,i mezzi di comunicazione, le università, ei sindacati.

● A livello dello Stato, le strategie devonoessere concepite in collaborazione con ilsistema giudiziario penale (polizia,magistratura e giuristi), il sistema sanitario,

Page 15: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

14

Gli argomenti

il parlamento e gli organismi legislativiregionali, ed il settore educativo.

● A livello internazionale, i soggetti impli-cati sono le organizzazioni internazionali(gli organismi delle Nazioni Unite, laBanca Mondiale, e le banche di svilupporegionale).La violenza domestica è un problema

sanitario, legale, economico, dell’istruzione,dello sviluppo, e dei diritti dell’uomo. Lestrategie devono essere concepite per essereapplicate in una grande diversità di aree aseconda dei vari contesti. Le principali areedi intervento sono:● sensibilizzazione e creazione di consape-

volezza● educazione alla costruzione di una cultura

della non violenza● formazione● sviluppo delle risorse● diretta prestazione di servizi di assistenza

alle vittime e ai responsabili● sviluppo di reti di contatti e mobilitazione

delle comunità● interventi diretti per aiutare le vittime a

ricostruire la propria vita● riforma giuridica● monitoraggio degli interventi e delle

misure adottate● raccolta e analisi dei dati● individuazione precoce di famiglie,

comunità, gruppi e individui “a rischio”.Queste aree non si escludono a vicenda,

gli interventi possono riguardarne più diuna allo stesso tempo.

Soprattutto, tutte le strategie e gli inter-venti per cercare di lottare contro la violen-za domestica devono essere guidate da cin-que principi di fondo:● prevenzione● protezione● tempestività dell’intervento ● ricostruzione della vita delle vittime● assunzione delle proprie responsabilità.

In questa sezione del Digest si tenta di for-mulare il quadro di riferimento per un’azionecoordinata a livello di politiche e di pro-grammi. Per essere efficace, una strategiadeve essere concepita in maniera specificaper una determinata cultura e regione, deveoffrire alle vittime facile accesso ad un’ampiagamma di servizi, e deve coinvolgere lacomunità e gli altri soggetti individuali nellaconcezione degli interventi. Concentrandosisui soggetti interessati e dando preminenzaalla responsabilità della famiglia, della comu-nità locale, della società civile, dello Stato edelle organizzazioni internazionali, in questoquadro di riferimento si segnalano alcunerilevanti aree di azione.

La famigliaLE DONNE. Poiché sono in gioco la loro

stessa vita e dignità, le donne sono emersecome uno dei più importanti agenti di cam-biamento nella lotta contro la violenza neiconfronti del loro sesso. Se da una parte leorganizzazioni delle donne hanno svolto unruolo fondamentale (vedi la sezione sullasocietà civile), dall’altra è stata notevole laforza collettiva ed il coraggio dimostrato dasingole donne nel combattere molte forme diviolenza. Donne povere, spesso analfabete esenza alcun potere, sono in qualche modoriuscite a mobilitare centinaia di altre donne,hanno raccolto risorse, elaborato strategie eobbligato i politici a rivedere le leggi e leloro politiche. Deve essere compiuto unosforzo sistematico per ascoltare la voce delledonne dei movimenti di base e delle donneche hanno vissuto sulla loro pelle l’esperien-za della violenza domestica, accogliendo lesoluzioni che esse hanno da proporre. Il loropunto di vista rappresenta un contributo pre-zioso alla realizzazione di programmi e servi-zi adeguati alle loro esigenze.

Le donne devono essere messe in gradodi affermare i loro diritti, attraverso l’istru-zione, le opportunità di impiego, una for-mazione giuridica di base ed il riconosci-mento del loro diritto all’eredità. Ènecessario istruire le donne sui diritti umanie informarle sulla violenza domestica, per-ché sono in gioco i loro diritti fondamenta-li. Per le situazioni di violenza, devono esse-re creati dei servizi di sostegno integrativo,di intervento legale e dei sistemi di risarci-mento. Una strategia di intervento devecomprendere l’accompagnamento delledonne nel ricostruire e riprendersi la propriavita, oltre all’assistenza psicologica, all’aiutonella ricerca di una nuova sistemazione, diun lavoro e alle facilitazioni di credito.

Un aiuto concreto alle donne deve venireda tutti i settori implicati: il sistema giudizia-rio, il settore sanitario, quello previdenziale equello privato. Esse devono poter trovaresostegno anche nelle loro relazioni sociali,come per esempio la famiglia, gli amici, ivicini, e i gruppi della comunità locale.

Le comunità locali e le istituzioni delloStato devono ricevere una formazione chepermetta loro di identificare donne, uomini,ragazzi e ragazze adolescenti soggetti alrischio di violenza domestica, mettendo aloro disposizione servizi che garantiscanoriservatezza e facilità di accesso. Laddovetali servizi non sono disponibili, le comunitàdevono essere aiutate a creare meccanismidi supporto adeguati alla cultura locale.

GLI UOMINI. C’è un numero crescente diprofessionisti di sesso maschile che si occu-pa della concezione e della realizzazionedelle iniziative a favore della parità tra isessi, ivi compreso anche il problema dellaviolenza. Alcuni di essi cercano insieme adaltri uomini di riconsiderare il comporta-

mento maschile e di sviluppare nuovimodelli di virilità (vedi la sezione sullasocietà civile). In tutto il mondo, vi sonoammirevoli esempi di leadership maschilenelle iniziative contro la violenza nei rap-porti tra i sessi, e la partecipazione degliuomini è un dato essenziale per riuscire acambiare i comportamenti.

Gli uomini devono ricevere un messag-gio coerente e chiaro da parte di tutti i set-tori e i livelli della società: che i violentidovranno rispondere del loro operato. Ilsistema giudiziario deve attivarsi per raffor-zare questo messaggio intentando azionilegali contro gli autori delle violenze, edanche offrendo loro delle possibilità di ria-bilitazione. Devono essere creati servizi cheoffrano la possibilità di modificare i com-portamenti vessatori. Questi servizi, offertia livello locale, devono essere in gradi diaffrontare anche i problemi collegati dell’al-colismo e delle tossicodipendenze.

Spetta agli uomini spingere gli altriuomini a porre fine alle vessazioni nei con-fronti delle donne, e a cambiare le normeche favoriscono la violenza. Per questo ènecessario dare loro sostegno, in modo chepossano fare da figure modello per i più gio-vani, incoraggiando l’educazione dei ragaz-zi in un clima di non violenza e di rispettodel sesso femminile.

LE RAGAZZE E I RAGAZZI ADOLESCENTI.Le adolescenti hanno bisogno dello stessosostegno e della protezione che spetta alledonne adulte. Hanno bisogno di riceveredalla società e dal sistema dell’istruzionemessaggi chiari riguardo ai loro diritti. Il pro-gramma di studi scolastici deve comprenderelinee educative miranti a rafforzare l’autosti-ma delle ragazze e la loro capacità di difen-dere i propri interessi, favorendo l’assunzioneda parte loro di ruoli di leadership.

Agli adolescenti maschi servono modellipositivi e chiari messaggi da parte degliuomini della loro famiglia e di tutta lasocietà, che insegnino loro che la violenzacontro le donne non è accettabile e che iviolenti devono rispondere dei loro atti.Come gli adulti, anche i ragazzi adolescen-ti hanno bisogno di servizi che li aiutino agestire e a controllare i loro eventuali com-portamenti aggressivi.

I servizi di sostegno devono anche occu-parsi dei problemi comportamentali asso-ciati, come le tossicomanie o l’alcolismo,oppure i comportamenti sessuali a rischioche possono insorgere nelle o negli adole-scenti in seguito alla violenza subita.

I BAMBINI. È necessario che venganoriconosciuti come possibili vittime dellaviolenza domestica, e si deve garantire laloro sicurezza. Ciò richiede la protezionedelle madri e la disponibilità nei centri diaccoglienza per le donne di strutture di

Page 16: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

custodia dei bambini. Le comunità e loStato devono sviluppare dei programmiadeguati per aiutare i bambini a superare laviolenza e le vessazioni che hanno subito oalle quali hanno assistito.

La comunità localeNelle società tradizionali, le famiglie si

sono sempre affidate a meccanismi di soste-gno fondati sulla comunità per risolvere iproblemi o i conflitti. Perciò la comunitàlocale deve essere mobilitata per contrap-porsi alla violenza domestica nel suo stessoambiente. Eventuali azioni da parte di sog-getti locali possono comprendere la sorve-glianza nelle situazioni di maltrattamento, ilsostegno per le vittime, e pressioni sugliuomini perché essi pongano fine ai lorocomportamenti vessatori.

Alla tolleranza nei confronti della vio-lenza deve sostituirsi l’intervento attivo el’educazione. Devono essere sviluppati pro-grammi di informazione e di educazionedelle comunità sulla natura e la inaccettabi-lità della violenza domestica. Tali program-mi devono fare i conti con culture nellequali i comportamenti aggressivi degliuomini come percosse, punizioni e maltrat-tamenti sulle donne sono considerati accet-tabili. Le pratiche delle culture tradizionali,come la mutilazione genitale femminile, cheviolano l’integrità delle donne, devono esse-re riconsiderate e messe in discussione. Lacultura non è statica, e devono essere svi-

luppate nuove norme culturali che rispetti-no le donne e promuovano la loro dignità esicurezza.

Gli anziani e i capi religiosi della comu-nità hanno la responsabilità di guidare ilprogresso in questo campo. Per esempio, icapi religiosi devono essere incoraggiati ariesaminare le dottrine religiose e le prati-che culturali che sono all’origine dellasubordinazione delle donne e della violazio-

ne dei loro diritti. Gli organi consultivilocali (come per esempio il sistema dei pan-chayat in India) hanno un importante ruoloda svolgere nella diffusione di una culturadella non violenza, fissando sanzioni, elabo-rando di comune accordo risposte culturalilocali per prevenire la violenza, e control-lando il rispetto e l’attuazione delle sanzio-ni stabilite.

Creare consapevolezza riguardo all’im-patto che la violenza domestica ha sulle lorocomunità significa far capire l’importanzadella prevenzione della violenza contro ledonne e i bambini. Sviluppare risposte inte-grate alla violenza domestica tramite ilcoinvolgimento dei gruppi delle comunitàlocali, degli operatori sanitari della comu-nità e delle donne, serve a creare sostenibi-lità e senso di responsabilità per i propri atti,il che è di per sé un progresso significativo.Tuttavia, dato che accettare il cambiamentoè difficile, deve essere garantita protezioneagli attivisti, ai difensori dei diritti dell’uo-mo e agli operatori delle comunità. In defi-nitiva, la disponibilità di risorse umane efinanziarie è essenziale per lo sviluppo e l’e-secuzione dei programmi.

La società civileLE ORGANIZZAZIONI DELLE DONNE. Per

quasi un quarto di secolo, le organizzazionidelle donne hanno guidato il processo divisibilità della violenza contro le donne;dando alle vittime la possibilità di far senti-re la propria voce attraverso i tribunali e letestimonianze personali; mettendo a dispo-sizione forme innovative di sostegno per le

Gli argomenti

15

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

La mutilazione genitale femminileLa mutilazione genitale femminile viene condonata dai capi religiosi, ma non è raccomandata

né dal Corano né dalla Bibbia. Trattandosi di “una pratica tradizionale dannosa per la salute dellebambine”, i governi hanno adesso l’obbligo di adottare delle misure per abolirla, ai sensi degliimpegni da loro assunti sottoscrivendo la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (articolo 24.3).

Se da una parte è importante la legislazione nel combattere questa pratica, dall’altra lacooperazione a livello della comunità è essenziale nella sua eliminazione. Le campagne dimaggiore successo degli ultimi anni avevano solide radici nei villaggi e nelle comunità,laddove tradizionalmente viene praticata la mutilazione genitale femminile.

Uno dei più notevoli esempi di cambiamento si è verificato in Senegal, dove il movimentodi lotta alla mutilazione genitale è nato dalle donne di un villaggio, Malicounda Bambara. Inseguito al loro coraggio, 148 comunità hanno adesso pubblicamente rinunciato alla pratica edè stata adottata una legislazione nazionale che la mette al bando.

Nel 1995, le donne di Malicounda hanno iniziato a discutere in pubblico diquest’argomento, precedentemente passato sotto silenzio, nel corso di una serie di dibattiti suiproblemi dei diritti dell’uomo e della salute organizzati dalla ONG Tostan (La Svolta). Unavolta iniziata la discussione, non è stato più possibile fermarla, ed essa ha coinvolto amici,mariti, capi villaggio, la levatrice locale e i mutilatori professionisti, mentre l’intero villaggioammetteva per la prima volta l’entità del problema. Anche i capi religiosi hanno avuto unruolo attivo e fondamentale. Entro la metà del 1997, la pratica era stata abolita a Malicoundae i mutilatori erano stati aiutati a trovare fonti alternative di reddito.

Incoraggiate da questo successo, le donne hanno diffuso la notizia negli altri villaggi, con ilcostante sostegno di Tostan, dell’UNICEF e del Governo. Questo lavoro ha così permesso diarrivare alla Dichiarazione di Diabougou nel febbraio 1998, quando i rappresentanti di 13comunità hanno rinunciato pubblicamente e formalmente alla mutilazione genitale femminile.Nell’aprile 2000, le donne, gli uomini e i bambini di 26 isole del fiume Sine-Saloum si sonoriuniti sull’isola di Niodior per festeggiare la fine della mutilazione. I tradizionali mutilatoriprofessionisti delle isole hanno avvolto le loro mistiche lame da mutilazione in panni pernasconderli dagli sguardi. Poi, in processione, le hanno deposte in un tradizionale paniere persimbolizzare la fine della loro attività.57

Il punto di vista dei bambini sulla violenza domestica

Una recente ricerca delle università del Regno Unito ha preso in esame la percezione che ibambini e i giovani hanno della violenza domestica, e come l’affrontano e la risolvono coloroche ne hanno fatto esperienza. La ricerca ha coinvolto 1.395 bambini tra gli 8 ed i 16 anni,ed ha rilevato che:● la grande maggioranza dei giovani nella scuola secondaria, e poco più della metà dei bambini

nella scuola primaria, desidera sapere qualcosa di più sulla violenza domestica: che cos’è ecome si può fermare, e vuole anche capirne le cause.

● i bambini che devono convivere con la violenza domestica affrontano la situazione in modidiversi, cercano di tenersene al riparo e di proteggere la madre e i fratelli, oppure cercanoaiuto all’esterno e intervengono direttamente, per esempio chiamando la polizia.

● la maggior parte dei bambini che avevano vissuto un’esperienza di violenza domestica ha dettoche si sono trovati davanti operatori professionisti che ignoravano o non credevano a quello cheloro raccontavano, fatta eccezione per gli operatori dei centri di accoglienza. I bambini voglionoessere ascoltati, vogliono essere presi sul serio e prendere parte alle decisioni che riguardano laloro vita. Vogliono ricevere sostegno, comprensione e rassicurazione, vogliono sentirsi al sicurocon le loro madri e avere intorno a sé le loro cose e anche i loro animali.Questa ricerca ha rappresentato un raro esempio di attenzione al punto di vista dei bambini e

dei giovani, e in essa è emerso che i bambini non sono vittime silenziose e passive della violenza.I bambini di tutte le età si sono dimostrati molto attivi nelle loro risposte e nei modi di far frontealla violenza, talvolta dimostrando una comprensione e iniziative molto al di là della loro età.

Lo studio è arrivato alla conclusione che nell’elaborare le relative politiche e pratiche nellasanità, nei servizi sociali, nell’istruzione e nel sistema giudiziario, come anche nei servizispecializzati per le donne e i bambini, si deve incorporare il punto di vista e le idee deibambini e dei giovani. La loro tenacità e le loro capacità di recupero sono risorse preziose perchi si occupa del problema della violenza.56

Page 17: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

16

Gli argomenti

vittime della violenza; e obbligando i gover-ni e la comunità internazionale a riconosce-re il loro fallimento nel proteggere ledonne. Da una azione a carattere locale, ledonne sono riuscite a trasformare la lorolotta contro la violenza in una campagna diportata globale.

La difesa degli interessi delle donne haspinto i settori formali (sistema legale e giu-diziario, e il settore della sanità) a iniziare adare una risposta ai bisogni delle donne chesubiscono violenze. Le donne hanno fattopressione per ottenere cambiamenti dellepolitiche e la creazione di meccanismi isti-tuzionali, riforme della legislazione, forma-zione di forze di polizia, disponibilità distrutture di accoglienza per le donne e i lorobambini. Cercando di affrontare le causestrutturali della violenza, le organizzazionifemminili hanno lavorato per mettere ingrado le donne di difendere i propri interes-si tramite l’educazione sui diritti umani, iprogrammi di facilitazione del credito, e irapporti con reti di contatti più grandi. Èessenziale che siano le organizzazioni chedifendono i diritti delle donne a continuarea condurre il processo, svolgendo soprattut-to un ruolo di controllo e di responsabiliz-zazione, e che i governi incrementino lecollaborazioni con esse.

LE ORGANIZZAZIONI MASCHILI. Anchequeste possono svolgere un ruolo di guidanella comunità globale per opporsi alla vio-lenza contro le donne, collaborando con leorganizzazioni delle donne che hanno espe-rienza e conoscenza del problema. Le orga-nizzazioni di servizio possono mettere adisposizione le loro risorse e le loro struttu-re, e le organizzazioni sportive nazionali elocali possono svolgere un ruolo special-mente efficace nel rendere consapevoli gliuomini del problema.

LE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI. I medi-ci, gli avvocati, gli psicologi, gli infermieri, glioperatori sociali ed altre figure professionalisono attori cruciali nella lotta contro la vio-lenza domestica. Senza rendersene conto,questi membri delle associazioni professio-nali possono venire regolarmente a contattocon situazioni di violenza domestica e nonriconoscerne i segni per via dei loro pregiu-dizi, delle loro abitudini culturali oppure permancanza di una formazione adeguata. Èessenziale che queste organizzazioni inseri-scano i temi della violenza domestica e deidiritti dell’uomo nei loro programmi di for-mazione professionale, e che anche i profes-sionisti che esercitano vengano formati conregolarità. Queste associazioni devonodotarsi di protocolli che facilitino l’identifi-cazione e il rinvio dei casi di violenza dome-stica agli organi appropriati, e creare stru-menti diagnostici che consentano diindividuare i casi e di intervenire tempesti-

vamente. Tali protocolli devono essere svi-luppati in collaborazione con gli esperti delproblema della violenza domestica.

LE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE.Le ONG svolgono un ruolo fondamentalefacendo pressione sui governi perché essiratifichino, o ritirino le loro riserve suglistrumenti dei diritti internazionali dell’uo-mo, quali la Dichiarazione Universale deiDiritti dell’Uomo, la Convenzione sull’Eli-minazione di Ogni Forma di Discrimi-nazione Contro le Donne e la Convenzionesui Diritti dell’Infanzia.

Le ONG hanno svolto un ruolo essen-ziale nel controllare l’attuazione degli stru-menti non rientranti nei trattati, come laDichiarazione delle Nazioni Unite sullaEliminazione della Violenza contro leDonne, la Dichiarazione e il Programma diAzione di Vienna, e la Dichiarazione ePiattaforma d’Azione di Pechino. Le ONGdevono continuare la loro attività alla guidadelle iniziative per fare adottare ai governiuna legislazione che tuteli i diritti delledonne, delle ragazze e dei bambini.

IL SETTORE PRIVATO. Ha un suo propriorendiconto nell’affrontare il problema, poi-ché i costi della violenza domestica per lasocietà, e per l’industria in particolare, sonoenormi in termini di scarsa produttività,assenteismo, e avvicendamento del persona-le. Il settore privato potrebbe trarre moltivantaggi identificando e fornendo aiuto aidipendenti che sono vittime o autori dellaviolenza domestica. La consapevolezza delproblema della violenza tra i sessi dovrebbefar parte della formazione aziendale, edovrebbero essere eliminate le vessazioni,incluse le molestie sessuali, dal luogo dilavoro. Il settore privato dovrebbe ancheessere incoraggiato a finanziare servizi diprevenzione e di assistenza nella comunitàlocale.

I SINDACATI devono sostenere questeazioni del settore privato, utilizzando leloro risorse per promuovere tra gli affiliatiuna cultura della non violenza verso ledonne e incoraggiando i propri aderenti acercare adeguata assistenza.

I MEZZI DI INFORMAZIONE svolgono unruolo cardine, influenzando e modificandole norme e i comportamenti sociali. Uneccesso di esposizione alla violenza presen-tata dai mezzi di informazione è stato asso-ciato con un aumento degli incidenti e del-l’aggressività, soprattutto nei bambini. Nelcampo della violenza domestica, le campa-gne di informazione possono essere moltoutili per modificare gli atteggiamenti socialidi tolleranza nei confronti della violenzacontro le donne, mettendo in discussionegli schemi di comportamento vessatoriocomunemente accettati.59 La collaborazionecon i mezzi di informazione dovrà esserefinalizzata alla creazione di messaggi erisposte nuove. Ecco perché uno sforzoconsapevole per sensibilizzare i professioni-sti dell’informazione può dare un contributoimportante alla lotta contro la violenza con-tro le donne.

I canali alternativi di comunicazione,come i gruppi teatrali, gli spettacoli dimarionette, le emittenti radiofoniche dellecomunità, i musicisti e gli artisti di tutti itipi, hanno un loro ruolo da svolgere facili-tando la diffusione della consapevolezza ecreando dei modelli per gli uomini e i gio-vani della comunità.

I CAPI RELIGIOSI E GLI INTELLETTUALI

devono dare una nuova interpretazione aitesti religiosi e alle dottrine, promuovendol’uguaglianza e la dignità delle donne. Moltiuomini che maltrattano le donne giustifica-no il loro comportamento in base alla reli-gione, e molte pratiche tradizionali di ves-sazione e violazione delle donne vengono

Ripensare i ruoli maschiliMolti uomini stanno riconsiderando il loro ruolo nella famiglia e nella società. Alcuni si

domandano perché gli uomini siano violenti, e come possono essere aiutati a porre fine al lorocomportamento. L’UNICEF ha lanciato iniziative per lavorare con gli uomini al miglioramentodelle conoscenze sul ruolo maschile nella famiglia.58 E in molti paesi, i gruppi di uomini hannoaperto la strada ad un riesame dei presupposti socioculturali della natura maschile, eall’elaborazione di strategie per aiutare gli uomini a controllare i loro impulsi alla violenza.

Nel 1993 in Messico, per esempio, un gruppo di uomini ha creato il Collettivo di Uominiper Relazioni Basate sull’Uguaglianza (CORIAC), per dare agli uomini aggressivi lo spazio in cuiautoesaminarsi e rieducarsi. I partecipanti vengono aiutati a comprendere la natura della loroviolenza, ad assumere la responsabilità delle proprie azioni e ad esprimere le proprie emozioniin modi non violenti.

La Campagna del Nastro Bianco (White Ribbon Campaign) in Canada è unaorganizzazione di uomini che opera per porre fine alla violenza nei confronti delle donne. LaWRC ha sviluppato dei pacchetti di educazione e di azione che sono stati distribuiti nellescuole, nelle università, dalle corporazioni e dai sindacati. Il loro lavoro ha superato le frontiereed ha raggiunto altri paesi, inclusi alcuni paesi europei.

In Australia sono in corso molte iniziative per aiutare gli uomini a rinunciare alla violenza,tra le quali: campagne d’informazione che parlano agli uomini dell’esigenza di assumere leproprie responsabilità; una linea di assistenza telefonica con volontari di sesso maschile dotatidi specifica formazione per aiutare gli uomini e indirizzarli ai servizi disponibili; e i programmiche aiutano gli uomini a superare i comportamenti violenti.

Page 18: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

giustificate in nome della religione. I capireligiosi a tutti i livelli hanno una responsa-bilità speciale nel fare in modo che le inter-pretazioni religiose non vengano utilizzateper opprimere le donne.

LE ISTITUZIONI ACCADEMICHE E DI

RICERCA devono affrontare il problemadella cronica mancanza di statistiche sullaviolenza domestica, carenza che agisce dafreno per il cambiamento delle relative poli-tiche. La mancanza di dati e di documenta-zione sulla violenza contro le donne, e inparticolare sulla violenza domestica, conso-lida il silenzio dei governi. In assenza di daticoncreti, i governi hanno potuto negare l’e-sistenza della violenza, e quindi la lororesponsabilità di intervenire sul problema.60

Nel campo della ricerca vi sono diversepriorità. Avere a disposizione dati affidabilisulle dimensioni, sulle conseguenze e suicosti economici e sanitari del fenomeno saràdi grande aiuto nel porre la questione all’at-tenzione dei responsabili politici. I ricerca-tori devono identificare le migliori pratichedi prevenzione e cura, e valutarne l’efficaciae la replicabilità.

È necessaria una maggiore collaborazio-ne tra istituzioni accademiche e di ricerca,organizzazioni delle donne, ONG e forni-tori di servizi, nella realizzazione di ricer-che qualitative volte ad approfondire lanostra comprensione delle cause della vio-lenza domestica, ed il suo impatto fisico epsichico sulle donne. Tali ricerche devonopoi essere comunicate alle comunità, inmodo da stimolare la consapevolezza e latrasformazione.

L’apparato dello StatoLa violenza contro le donne coinvolge

tutti i settori dello Stato, con implicazioniper tutte le politiche. Richiede nuovi livelli

di coordinamento e di integrazione tra unavarietà di settori: il sistema giudiziario,quello sanitario, la pubblica istruzione el’occupazione.Il sistema giudiziario

RIFORMA GIURIDICA. I governi chehanno ratificato le convenzioni internazio-nali e gli strumenti per i diritti dell’uomohanno la responsabilità di allineare le legginazionali con questi strumenti. Un passo inavanti sulla strada dell’affermazione deldiritto delle donne di essere tutelate dallalegge in modo uguale agli uomini è rappre-sentato dall’adozione di una legislazioneche colpisca in maniera specifica la violenzacontro le donne. Tale legislazione devetutelare le donna dalle minacce e dagli attidi violenza, deve garantirle la salvaguardiaper sé stessa, i suoi congiunti e le sue pro-prietà, e assistenza per continuare la sua vitasenza sconvolgimenti eccessivi.

In conformità con i loro obblighi ai sensi

Gli argomenti

17

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Legislazione sulla violenza domestica

Negli anni novanta, vari fattori hanno contribuito a provocare significativi cambiamentinella legislazione sulla violenza domestica in molti paesi. Il successo delle campagne delledonne a favore dei loro diritti ha richiamato l’attenzione sul problema della violenza contro ledonne, e in varie conferenze delle Nazioni Unite (Vienna 1993, Cairo 1994 e Pechino 1995)i diritti delle donne sono stati riconosciuti come parte inalienabile dei diritti universalidell’uomo. In seguito alla nuova consapevolezza generatasi, in molti paesi sono state adottateleggi sulla violenza domestica.

Fino ad oggi, sono circa un quarantina i paesi che hanno adottato una legislazionespecifica per la violenza domestica; 13 di questi si trovano in America Latina: Argentina,Bolivia, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Messico, Nicaragua, Perù, PuertoRico, Uruguay e Venezuela. La firma della Convenzione Inter-Americana sulla Prevenzione,Punizione ed Eliminazione della Violenza Contro le Donne, nel 1994, ha dato l’impulsoall’applicazione di queste leggi.

La Legge del 1998 sulla Violenza domestica del Sud Africa, ha una caratteristicaparticolarmente innovativa: prevede l’emissione di un’Ordinanza di Protezione temporanea neicasi in cui il giudice ritiene che gli atti dell’aggressore presentino il rischio di “rischioimminente” per il querelante. Questa decisione consente di tutelare la salute, la sicurezza e ilbenessere dell’istante, e dispone anche l’allontanamento dell’aggressore dal domicilioconiugale, pur restando il suo obbligo di pagare per il sostentamento della vittima.

Stazioni di polizia per le donne

Stazioni di polizia speciali per le donne, con personale femminile multidisciplinare in gradodi rispondere alle diverse esigenze delle vittime, sono state create in vari paesi per cercare direndere le stazioni di polizia più accessibili alle donne. La prima stazione di polizia per ledonne è stata istituita nel 1985 a San Paolo, in Brasile, in risposta alle lamentele delle donneche affermavano di non poter denunciare le violazioni nelle normali stazioni di polizia perchévi venivano trattate con mancanza di rispetto ed incredulità. Il successo dell’esperienzabrasiliana ha poi incoraggiato l’Argentina, la Colombia, il Costa Rica, il Perù, l’Uruguay ed ilVenezuela a creare le loro proprie unità specializzate.

Anche la Malesia, la Spagna, il Pakistan e l’India hanno introdotto le loro versioni dell’idea.In India, in ogni stazione di polizia si trovano delle operatrici civili che sono in grado di offrireconsigli e sostegno alle donne, indirizzandole a reti di assistenza e proponendo loro altresoluzioni. Dato che queste stazioni di polizia sono concepite per offrire alle donne sostegno alargo raggio, comprendente gli aspetti sociali, legali, psicologici, sanitari, la ricercadell’alloggio, e servizi di cure ambulatoriali, esse rispondono ai molti livelli di sostegno di cuiha bisogno una vittima della violenza domestica.

Tuttavia, uno studio recente in India rileva l’esistenza di diversi problemi legati a questestazioni di polizia; il più evidente è che viene scoraggiata la presentazione di denunce delledonne nelle altre stazioni di polizia. Di conseguenza, le vittime devono coprire grandi distanzeper andare a sporgere denuncia in una delle speciali stazioni di polizia per le donne, e nonviene loro più garantita la protezione da parte delle normali stazioni di polizia della loro area.61

della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia(articolo 24.3), i governi devono denuncia-re e riformare tutte le leggi e le politicheche consentono pratiche culturali dannosecome la mutilazione genitale femminile, idelitti commessi nel nome dell’onore, e ladiscriminazione in base alla preferenza per ifigli maschi. Una volta adottata la legisla-zione, la priorità passa alla sua applicazione.Far rispettare la legge richiede la coopera-zione e la sensibilizzazione della polizia edel sistema giudiziario.

LA POLIZIA si trova in posizione partico-larmente adatta per fornire assistenza allevittime, ma molto spesso i pregiudizi, lamancanza di adeguata formazione, e la rilut-tanza ad intervenire nei casi di violenzadomestica impediscono un’azione efficace.È necessario istituzionalizzare la formazio-ne e la sensibilizzazione delle forze di poli-zia a tutti i livelli, e devono essere elaboratiorientamenti e criteri in base ai quali moni-torare la risposta della polizia. Le forze dipolizia devono essere rese responsabili deiloro comportamenti nei confronti delle vit-time, in modo da evitare la vittimizzazionesecondaria delle donne ad opera loro.

LA MAGISTRATURA ha la possibilità dirafforzare notevolmente il messaggio che laviolenza è un delitto grave di cui i responsa-bili devono rispondere davanti alla legge. Ilgiudice stabilisce il tono del processo eprende decisioni decisive per la vita dellavittima, dell’aggressore, e dei bambini: deveperciò essere molto sensibile alle dinamichedella violenza domestica per poter emetteresentenze giuste. Quindi, la sensibilizzazio-ne della magistratura ai problemi dei rap-porti tra i sessi è essenziale, e le scuole deldiritto dovrebbero includere corsi sull’argo-mento nei loro programmi di studio.

MISURE PROTETTIVE. La protezione e la

Page 19: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

18

Gli argomenti

sicurezza delle vittime deve essere l’obietti-vo prioritario dei sistemi legali. È importan-te che vengano messe a disposizione dellevittime delle misure protettive, in modo danon lasciarle allo scoperto e non far correreloro il rischio di subire nuove aggressioni.Nei paesi industrializzati, i centri di acco-glienza per le donne hanno offerto sostegnoalle vittime della violenza domestica sindagli anni settanta. In genere essi mettono adisposizione delle vittime una linea di assi-stenza telefonica attiva 24 ore su 24, gruppidi sostegno, basilari servizi di custodia deibambini, e servizi sociali e legali. Centrisimili sono stati creati in molti paesi in via disviluppo a partire dall’inizio degli anniottanta, la maggior parte di essi gestita dalleONG. Dato che i centri di accoglienzasono costosi, le ONG nei paesi in via di svi-luppo non riescono a finanziarli e sonocostrette a concentrarsi invece sui servizi diassistenza legale, psicologica e sociale.

Questo è un campo in cui è necessario ilsostegno da parte dei governi locali e regio-nali per riuscire a creare centri funzionaliper permanenze di breve e di lungo perio-do, servizi di orientamento verso altri setto-ri (sanità, giustizia, polizia) e assistenza perle esigenze correlate, come per esempio l’al-loggio, il lavoro e la custodia dei bambini. Igoverni creano sempre più servizi di soste-gno in collaborazione con le ONG, nel-l’ambito di una risposta integrata alla vio-lenza domestica.

In Namibia, per esempio, le unità di pro-tezione delle donne e dei bambini sono stateistituite in collaborazione con la polizia, ilministero della sanità e dei servizi sociali, ele ONG. Gli operatori sociali assegnati alleunità hanno il compito di assicurare la pro-tezione e la sicurezza delle donne durante edopo la crisi, e anche di assisterle nella pre-parazione dei rapporti per il tribunale, nellecomparizioni davanti alla corte, e negliesami medici necessari ai fini del processo.

L’attività delle ONG si è concentrata sul-l’assistenza alle donne nel ricostruire la lorovita e la loro autostima. Molte di queste cer-cano di emancipare le donne tramite l’istru-zione, una formazione giuridica di base e

programmi di autosufficienza economicaall’interno dei centri di accoglienza, per aiu-tare le donne a farsi carico della propria vitae della loro sicurezza personale. Questi pro-grammi prevedono anche assistenza psico-logica e lo sviluppo di contatti con altre retidi donne. È chiaro che quando le vittimehanno l’opportunità di entrare in contattocon altre donne che hanno subito le stesseesperienze, riescono a uscire dal loro isola-mento, senso di vergogna e paura, ed inizia-no a ricostruire la loro vita con maggioreefficacia.

Anche le linee di assistenza telefonica, ingenere create dalle ONG, hanno avuto unagrande diffusione in molti paesi dell’Ame-rica Latina (Argentina, Cile, El Salvador,Uruguay) e nell’Asia del Sud. Tuttavia, datala scarsità di telefoni nelle aree rurali, questoservizio riesce a raggiungere solamente lapopolazione urbana.

È essenziale che ogni donna che hasubito maltrattamenti o che rischia disubirne abbia accesso immediato e costan-te a servizi di sostegno che offrano assi-stenza senza esprimere giudizi e senzavoler dettare i comportamenti. In qualun-que momento, la donna deve essere aiutataa assumere un atteggiamento attivo nel rap-porto con il sistema giudiziario, in modoche essa possa valutare le soluzioni possibi-li e scegliere il modo migliore per garantirela propria sicurezza.Il sistema sanitario

Il sistema sanitario si trova in posizioneottimale per identificare le donne chehanno subito violenze e per indirizzarleverso altri servizi, dato che una grandissima

maggioranza di donne fa visita ad una strut-tura di assistenza sanitaria in un qualchemomento della sua vita, per esempio duran-te una gravidanza, oppure per far curare séstesse o i figli. Però la realtà è che invece disvolgere un ruolo attivo, il sistema sanitarioin genere si è rivelato insensibile alle soffe-renze delle donne in seguito ai maltratta-menti nell’ambiente domestico. È necessariala formazione degli operatori del sistemasanitario per diffondere le capacità di dia-gnosi precoce e di identificazione delledonne che subiscono violenze in casa.Questa formazione dovrebbe, per quantopossibile, essere integrata nei programmi diformazione esistenti invece che essere crea-ta come programma separato. L’OMS haidentificato i seguenti problemi da risolverenell’ambito dell’opera di sensibilizzazionedegli operatori sanitari:● i loro eventuali sentimenti negativi,

compreso il senso di inadeguatezza, diimpotenza e di isolamento, specialmentenei campi nei quali esistono pochi serviziverso cui indirizzare le vittime;

● alcune credenze tradizionali, tra le qualil’idea che la violenza domestica sia unafaccenda privata;

● eventuali idee sbagliate sulle vittime, peresempio l’idea che la violenza vengaprovocata dalle donne.62

La formazione deve essere affiancata daprotocolli che guidino gli operatori sanitarinell’applicazione delle norme. I protocollidevono contenere procedure di documenta-zione a fini legali, medici e statistici, infor-mazioni sugli aspetti giuridici, etici e suldiritto alla riservatezza, ed anche informa-zioni aggiornate sui servizi di sostegno loca-li. Questi protocolli devono essere concepi-ti tenendo conto del carattere specificodella cultura locale e dedicando specialeattenzione al rispetto dei diritti delledonne.63

IstruzioneL’insegnamento della non violenza, la

risoluzione dei conflitti, i diritti dell’uomo el’uguaglianza tra i sessi, devono far parte deiprogrammi della scuola elementare e secon-daria, dell’università, degli istituti professio-nali e degli altri percorsi di istruzione. Laviolenza contro le donne può essere preve-

Sensibilizzazione della magistratura sui problemi dei rapporti tra i sessi

Un’opera di formazione della magistratura, che si tratti di giudici della Corte Suprema o didifensori d’ufficio, di pubblici ministeri o di operatori sociali e personale di supporto, è statasvolta con successo in Costa Rica, India e negli Stati Uniti. In Costa Rica, la formazione è statauno degli aspetti di una iniziativa del governo per affrontare il problema della violenzadomestica, mentre in India e negli Stati Uniti le attività sono state principalmente condottedalle organizzazioni non governative.

Questi seminari di formazione si sono concentrati sulla dinamica della violenza domestica edi specifici tipi di vessazione, sui rapporti di potere tra i sessi, sull’analisi della legislazionerilevante, sulle procedure e i servizi giuridici a disposizione delle vittime, e sulle strategie peraiutare sia le vittime che gli aggressori. È chiaro come sia necessaria la partecipazione di tutti ilivelli della magistratura, compresi quelli più elevati, se le leggi e le azioni che combattono laviolenza domestica devono essere efficacemente promosse, applicate e monitorate.

Accesso delle donne ai servizi sanitariL’accesso ai servizi sanitari rappresenta un serio problema per l’esame medico delle vittime.

Per esempio, in Pakistan, nelle due città principali di Karachi e Lahore c’è un solo centromedico-legale dove vengono effettuate visite con valore probatorio di vittime di aggressionisessuali. La difficoltà di spostarsi nelle città, oltre ad altre limitazioni, rende difficile per ledonne l’accesso a questi servizi. A Mosca, c’è un solo centro che rimane aperto dalle 9 alle 14,con notevole limitazione dell’accesso al servizio per le donne. Altrove, le vittime della violenzanelle zone rurali possono dover viaggiare per giorni prima di trovare un centro medico.Inoltre, in molti paesi le donne che sono state maltrattate e violate si sentono estremamente adisagio nel farsi visitare da un medico di sesso maschile. In genere, si tratta degli stessi paesiche hanno pochissimi medici di sesso femminile.

Page 20: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

nuta ed eliminata solamente se se ne affron-tano le cause di fondo e se si mettono indiscussione norme culturali e atteggiamentitradizionalmente accettati. Un passo impor-tante da fare sulla strada della uguaglianzatra i sessi è una riforma dei programmi distudio che elimini dalla scuola gli stereotipidella discriminazione tra i sessi: insegna-mento del contributo delle donne nella sto-ria, eliminazione degli stereotipi dai libri ditesto, promozione della partecipazionedelle femmine nelle attività sportive.

Oltre alla riforma dei programmi, igoverni devono anche affrontare un proble-ma più di fondo: quello della scolarizzazio-ne delle bambine. In Asia del Sud, nelMedio Oriente e in Africa, per esempio, iltasso di scolarizzazione delle bambine nellascuola elementare è notevolmente inferiorea quello dei bambini, un fenomeno che con-tribuisce a mantenere le donne in posizionesubordinata.

Le organizzazioniinternazionali

Le organizzazioni internazionali come leNazioni Unite, i suoi organismi ed agenziespecializzate, la Banca Mondiale, e la BancaInter-Americana di Sviluppo, hanno messoall’ordine del giorno il problema della vio-lenza contro le donne. I loro programmiconcentrano l’attenzione sul rapporto tra idiritti dell’uomo, la salute e la partecipazio-ne delle donne nella politica e nell’econo-mia nel più ampio contesto della violenzacontro le donne come problema dello svi-luppo. Queste organizzazioni possono svol-gere un ruolo essenziale impiegando la lorocompetenza e credibilità per acquisiresostegno a favore della causa dell’elimina-zione della violenza contro le donne.Interpellando i governi nazionali e soste-nendo programmi gestiti da organizzazionisia governative che non, esse stanno giàoperando su più livelli per prevenire e ridur-re la violenza domestica nelle varie regionidel mondo.

Nei seguenti esempi sono presentatealcune delle iniziative delle organizzazioniinternazionali.● L’UNICEF opera insieme a partner diversi

per lottare contro la violenza domestica inmolti paesi. Alcuni esempi delle sueattività sono: l’assistenza nell’elaborazionedel Piano Nazionale per la Prevenzione el’Eliminazione della Violenza Contro leDonne (1994) e l’adozione della Legge1674 contro la violenza nella famiglia onell’ambiente domestico (1995) dellaBolivia; concezione di spot televisivi sullaviolenza contro le donne in collabo-razione con la Televisione NazionaleGiordana; e assistenza nella creazione diun movimento attivo contro la violenzasulle donne in Afghanistan ed in altri paesinell’Asia del Sud.67

● Le campagne regionali delle NazioniUnite per eliminare la violenza contro ledonne, coordinate dall’UNIFEM, a partiredal 1998 hanno stimolato nuovi rapporti dicollaborazione tra alcuni organismidell’ONU (tra i quali l’UNICEF), i governi,le ONG nazionali e regionali, i gruppidelle comunità locali e le organizzazionidei mezzi di informazione.68

● UNFPA sostiene la ricerca sul fenomeno

della violenza domestica ed ha fornito lacreazione di centri per la salute delledonne in aree negli quali tale violenza ècomune. Opera anche in collaborazionecon governi, ONG e società civile persostenere i programmi per l’eliminazionedella mutilazoine genitale femminile.

● L’OMS coordina una ricerca in più paesisulla salute delle donne e la violenzadomestica, con il fine di svilupparemetodologie per la misurazione dellaviolenza contro le donne e delle sueconseguenze sulla salute nelle diverseculture di sei paesi.69

● L’Organizzazione della Sanità Pan-Americana (PAHO) e la Banca Inter-Americana di Sviluppo (IDB) collaboranoper favorire una risposta coordinata emultisettoriale al problema della violenzacontro le donne in tutta l’AmericaLatina.70

● Il Fondo Fiduciario a Sostegno di Azioniper l’Eliminazione della Violenza Controle Donne, creato presso l’UNIFEM nel1996 da una risoluzione dell’AssembleaGenerale delle Nazioni Unite, ha datosostegno a progetti innovativi in tutto ilmondo per lottare contro tutte le forme diviolenza nei rapporti tra i sessi.71

Gli argomenti

19

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Disponibilità di armi: un problema in aumentoUno dei principali rischi collegati alla violenza sociale e domestica è rappresentato dalla

disponibilità di armi. Con l’aumento dei conflitti civili dopo la fine della Guerra Fredda, e ladisponibilità in molti paesi dei facili capitali del narcotraffico, le armi leggere sono divenutepiù facilmente reperibili. Il ruolo delle armi da fuoco nella violenza domestica può essereillustrato dai dati degli Stati Uniti, dove una donna ha 2,5 più probabilità di essere uccisa conun’arma da fuoco dal suo partner intimo di sesso maschile che di essere uccisa con qualunquealtra arma e in qualunque altro modo da un estraneo.64

Le armi da fuoco si prestano ad essere usate anche in altri modi: per costringere unadonna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà, per esempio, o per intimidirla eacquisire il controllo su di lei.

Negli Stati Uniti i tentativi di commercializzare armi da fuoco destinate in maniera specificaalle donne non hanno avuto molto successo,65 e da decenni la maggioranza dei cittadini èfavorevole a controlli più rigorosi sulla circolazione delle armi da fuoco.66 Diversi recentiincidenti dovuti alle armi hanno dato impulso ad un vasto movimento d’opinione. Si èstimato che fossero 750.000 i manifestanti, per la maggior parte donne, che hanno presoparte alla Marcia del Milione di Mamme, tenutasi l’11 maggio 2000 a Washington. In questostesso giorno, nel quale ricorreva la tradizionale Festa della Mamma, si sono verificate marcesimili anche in altri luoghi degli Stati Uniti, per dare voce alla richiesta pubblica di un piùrigoroso controllo sulle armi.

Page 21: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

20

Contatti

Questa sezione contieneinformazioni su alcune delleprincipali organizzazioni

intergovernative e ONG interna-zionali e regionali attive in campicorrelati alla violenza domestica.L’elenco non pretende di esserecompleto, e le organizzazioni vengo-no presentate senza un particolarecriterio gerarchico. Lo scopo è quellodi fornire indicazioni utili a mettersiin contatto con altri tipi diorganizzazioni, in particolare ONGnazionali e locali, organizzazioniprofessionali e delle comunità,istituzioni accademiche ed enti degliStati, che svolgono un lavoroattinente al problema della violenzadomestica oppure all’emancipa-zione delle donne e delle ragazzeattraverso l’istruzione, la formazioneo il lavoro. Vengono fornite ancheinformazioni relative ai sito web lequali, pur essendo il più aggiornatepossibile, possono naturalmenteessere soggette a modifica.

LE NAZIONI UNITE E LE LORO AGENZIESPECIALIZZATE

United Nations Children’sFund (UNICEF)(Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia)3 UN PlazaNew YorkNY 10017U.S.A.Tel: +1 212 326 7000Fax: +1 212 888 7465

AttivitàCome indicato dal suo mandato, eispirandosi alla Convenzione suiDiritti dell’Infanzia (CDI) e allaConvenzione sull’Eliminazione diOgni Forma di Discriminazionecontro le Donne (CEDAW), l’UNICEFpromuove la parità di diritti delledonne e delle ragazze e si adoperaper favorire la loro pienapartecipazione allo sviluppo delleloro comunità. Collabora con altreorganizzazioni per lottare contro laviolenza nei confronti delle donne edelle ragazze, per migliorare le loropossibilità di accesso all’assistenzasanitaria, all’istruzione, al credito, eper diffondere la consapevolezza deiloro diritti.Sito web: www.unicef.org

United Nations DevelopmentFund for Women (UNIFEM)(Fondo di Sviluppo delle NazioniUnite per le Donne)304 East 45th Street, 15th floorNew York NY 10017U.S.A.Tel: +1 212 9066400 Fax: +1 212 9066705E-mail: [email protected]

AttivitàL’UNIFEM ha messo i diritti umanidelle donne al centro della propriaprogrammazione. Si occupa delcoordinamento di campagneregionali di lotta contro la violenzanei confronti delle donne, al fine diconferire visibilità al problema. Aquesta iniziativa collaborano noveagenzie delle Nazioni Unite, varieONG nazionali e regionali, e 22governi dell’Africa, dell’Asia edell’America Latina. Dal 1996,l’UNIFEM gestisce il Fondo Fiduciariodi Sostegno alle Azioni di Lotta allaViolenza contro le Donne, creatodall’Assemblea Generale delleNazioni Unite, che finanzia progettiche affrontano il problema in modoinnovativo. L’UNIFEM organizza suInternet un gruppo di lavoro sullaviolenza contro le donne(www.unifem.undp.org/campaign/violence ). Nel sito si possono trovare itesti dei passati dibattiti e le istruzioniper partecipare al gruppo di lavorovirtuale.Sito web: www.unifem.undp.org Contiene informazioni sullecampagne regionali delle NazioniUnite per lottare contro la violenzasulle donne, collegamenti ad altreorganizzazioni delle Nazioni Uniteche partecipano alla campagna, einformazioni per chiederefinanziamenti al Fondo Fiduciario.

United Nations DevelopmentProgramme (UNDP)(Programma delle Nazioni Unite perlo Sviluppo)1 UN PlazaNew YorkNY 10017U.S.A.Tel: +1 212 906 5558Fax: +1 212 906 5001

AttivitàUno dei contributi dell’UfficioRegionale dell’UNDP per l’AmericaLatina e i Caraibi nella CampagnaInteragenzia delle Nazioni Unite sui

Diritti Umani delle Donne è stata lacreazione di un sito web contenentemateriali informativi di agenzieaffiliate, tra cui gli uffici nazionalidello stesso UNDP. Attualmente, sonodisponibili sul sito web otto dei 19rapporti che l’UNDP sta preparando:Argentina, Bolivia, Brasile, Cile,Giamaica, Nicaragua, Trinidad eTobago e Venezuela.Sito web:www.undp.org/rblac/gender

United Nations Division forthe Advancement of Women(DAW)(Divisione delle Nazioni Unite per ilProgresso delle Donne)2 UN Plaza, DC2-12th FloorNew York NY 10017 U.S.A.Fax: +1 212 963 3463E-mail: [email protected]

AttivitàLa DAW effettua ricerche, elaborasoluzioni politiche e fornisce servizi diconsulenza sulle politiche delle pariopportunità, comprendentivalutazione dei bisogni, studidiagnostici e assistenza nellaformazione delle competenzenecessarie a favorire lapartecipazione delle donne nei paesiin via di sviluppo. La Divisionepubblica anche ricerche e dati sulledonne e sui problemidell’uguaglianza tra i sessi, operandoin stretta collaborazione conorganizzazioni intergovernative e nongovernative. Presta assistenza allaCommissione sulla Condizione delleDonne (CSW) e al Comitato sullaEliminazione della DiscriminazioneContro le Donne (CEDAW) nei compitiprevisti dal loro mandato.Sito web:www.un.org/womenwatch/daw Contiene varie informazioni sullaCEDAW e sul Comitato che ha ilcompito di monitorarne l’attuazione: iltesto completo della Convenzione,informazioni sulla ratifica e rapportisu singoli paesi, il lavoro della CSW, iltesto della Piattaforma di Azione,informazioni sulla Quarta ConferenzaMondiale sulle Donne e la conferenzadi revisione Pechino +5.

United Nations HighCommissioner for HumanRights (UNHCHR)(Alto Commissariato delle NazioniUnite per i Diritti dell’Uomo)Relatore Speciale sulla Violenza

Page 22: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Contro le DonneUfficio dell’Alto Commissario per iDiritti dell’UomoNazioni Unite CH - 1211 Ginevra 10 SvizzeraTel: +41 22 917 9150Fax: +41 22 917 0212E-mail: [email protected] Contattare: Ms RadhikaCoomaraswamy

AttivitàIl Relatore Speciale raccoglie ericeve informazioni sulla violenzacontro le donne da un’ampia varietàdi fonti, comprendenti i governi, gliorganismi dei Trattati e delleConvenzioni, altri Relatori Speciali,enti specializzati e le organizzazionidelle donne. Il Relatore Specialeemana raccomandazioni di misureda adottare a livello nazionale,regionale e internazionale pereliminare la violenza contro le donnee le sue cause, e per porre rimedioalle sue conseguenze.Sito web: www.unhchr.ch/huridocda Contiene le risoluzioni del ConsiglioEconomico e Sociale delle NazioniUnite sulla violenza contro le donne,ed anche i rapporti presentati dalRelatore Speciale alla Commissionesui Diritti dell’Uomo (in linguainglese, francese e spagnola).

United Nations PopulationFund (UNFPA)(Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione)220 East 42nd StreetNew YorkNY 10017U.S.A.Tel: +1 212 297 5020Fax: +1 212 557 6416E-mail: [email protected]

AttivitàL’UNFPA sostiene attività di ricerca eindagini miranti a valutare ladiffusione della violenza domestica,ed anche a elaborare metodologieper l’identificazione dei problemilocali e regionali collegati allaviolenza contro le donne. Effettuavalutazioni sulle ripercussioni dellaviolenza sulla capacità delle donnedi esercitare il proprio diritto allariproduzione e di avere accessoall’assistenza sanitaria. Ha aiutato acreare dei centri sanitari per ledonne che forniscono sostegno epacchetti integrati di servizi nellearee dove le vessazioni contro ledonne sono più diffuse. In

collaborazione con i governi, le ONGe le comunità locali, l’UNFPA offresostegno a programmi miranti aridurre e ad eliminare la praticadella mutilazione genitale femminile.Sito web: www.unfpa.org

World Health Organization(WHO)(Organizzazione Mondiale dellaSanità - OMS)Programma Globale di Verifica dellePolitiche Sanitarie (GPE)CH-1211 Ginevra 27 SvizzeraTel: +41 22 791 4353Fax: +41 22 791 4328E-mail: [email protected]

AttivitàLe attività dell’OMS nel campo dellaviolenza contro le donne, iniziate nel1995, si concentrano sul ruolo che hail settore sanitario nella prevenzionee nel far fronte alle conseguenze, concrescente attenzione per gli stupri ele aggressioni sessuali. L’OMS starealizzando uno studio esteso a piùpaesi sulla diffusione, sulleconseguenze sanitarie, e sui fattori dirischio e di prevenzione dellaviolenza contro le donne. Ha creatouna banca dati che raccoglie laricerca esistente sulla violenza controle donne, ed ha avviato un’attività dianalisi delle iniziative diprevenzione, di identificazione e diassistenza alle vittime della violenza,e di varie modalità e materiali per laformazione.Sito web: www.who.ch/frh-whdContiene dati sanitari globali relativia problemi come la violenza controle donne, la mutilazione genitalefemminile, e l’HIV/AIDS; schedeinformative sulle donne; segnalazionidi fonti quali documenti,pubblicazioni, banche dati ecomunicati stampa; e collegamentiad altre risorse e organizzazioni.

ALTRE AGENZIEDELLE NAZIONI UNITE

Anche le attività di varie altreagenzie delle Nazioni Unite hannorilevanza per questo problema. Traqueste, l’OrganizzazioneInternazionale del Lavoro (OIL), ilProgramma Comune delle NazioniUnite per l’HIV/AIDS (UNAIDS),l’Organizzazione delle Nazioni Uniteper l’Istruzione, la Scienza e laCultura (UNESCO) e l’Alto

Commissario delle Nazioni Unite peri Rifugiati (UNHCR). Per avereinformazioni su questeorganizzazioni, si possono visitare iloro seguenti siti web:OIL: www.ilo.org UNAIDS: www.unaids.org UNESCO: www.unesco.org UNHCR: www.unhcr.ch

ALTRE ORGANIZZAZIONIINTERGOVERNATIVE

Inter-American DevelopmentBank (IDB)(Banca Inter-Americana di Sviluppo)1300 New York Avenue, NWWashington DC 20577 U.S.A.Tel: +1 202 6231000

AttivitàLa IDB realizza progetti regionali dicooperazione tecnica per combatterela violenza contro le donne. Siconcentra sia sulla prevenzione chesul trattamento delle vittime. Tra isuoi progetti vi sono attività dieducazione pubblica realizzate incollaborazione con i mezzidell’informazione, la formazione dimagistrati e di altro personalegiudiziario, la creazione di retinazionali di sostegno per le donne ela partecipazione alle iniziativeregionali di concezione di progettiper ridurre la violenza domestica.Sito web: www.iadb.org Contiene informazioni in linguainglese, francese, portoghese espagnola sull’organizzazione, suisuoi programmi, sulle pubblicazionie alcuni dati di riferimento.

Pan American HealthOrganization (PAHO)(Organizzazione Pan-Americanadella Sanità)525 23rd Street, NWWashington DC 20037 U.S.A.Tel: +1 202 9743458 Fax: +1 202 9743143E-mail: [email protected]

AttivitàLa PAHO, ufficio regionale dell’OMS inAmerica Latina e nei Caraibi, lavora astretto contatto con le organizzazioni dibase e nazionali di 10 paesi dellaregione sul problema della violenzacontro le donne. A livello locale, sioccupa della creazione di reticoordinate delle comunità, delle quali

Contatti

21

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Page 23: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

22

Contatti

fanno parte il sistema sanitario equello giuridico, le chiese, le ONG, e leassociazioni locali. A livello nazionale,si dedica al rafforzamento dellecapacità istituzionali e promuovel’adozione di norme e politicheconformi con la legge.Sito web: www.paho.org Contiene informazioni in linguainglese e spagnola sui programmi,servizi e pubblicazionidell’organizzazione, ed anchecollegamenti a banche dati sullasanità.

ONG INTERNAZIONALI E REGIONALI

Center for Health and GenderEquity (CHANGE)(Centro per la Sanità e l’Uguaglianzatra i Sessi)6930 Carroll Ave., Suite 910Takoma Park, MD 20912 U.S.A.Tel: +1 301 2701182 Fax: +1 301 2702052E-mail: [email protected]

AttivitàIl Centro coordina la Rete di RicercaInternazionale sulla Violenza Controle Donne (INRVAW), un gruppo diricercatori ed esperti della difesa deidiritti che scambia le proprieesperienze di ricerca sulla violenzafisica e sessuale. Oltre a fare daosservatorio per l’attuazione delProgramma di Azione dellaConferenza Internazionale sullaPopolazione e lo Sviluppo del 1994(ICPD), il Centro produce monografiesulle politiche e i programmi dialcuni paesi, avvia iniziative diricerca e progetti dimostrativi,collabora con ricercatori e attivisti, epubblica articoli e studi.Sito web: www.genderhealth.org Contiene informazioni sui programmie sulle pubblicazioni del Centro, concollegamenti ad altri siti.

Center for Women’s GlobalLeadership(Centro per La Leadership Globaledelle Donne)Rutgers, L’Università Statale del NewJersey 160 Ryders Lane New Brunswick, NJ 08901 U.S.A.Tel: +1 732 9328782 Fax: +1 732 9321180E-mail: [email protected]

AttivitàIl Centro promuove un ruolo di guidadelle donne nella difesa dei lorodiritti umani e della giustizia socialein tutto il mondo, tramite istituti dileadership globale delle donne,attività di pianificazione strategica,campagne di mobilitazioneinternazionale, monitoraggio delleNazioni Unite, iniziative globali perl’istruzione, pubblicazioni e il propriocentro di documentazione.Sito web: www.cwgl.rutgers.eduContiene informazioni suiprogrammi, le pubblicazioni, gliarticoli e le risorse del Centro, oltre acollegamenti a organizzazioni affini.

CHANGE: Non-Consensual Sexin Marriage Programme(CHANGE: Programma sui RapportiSessuali Non Consensuali nelMatrimonio)106 Hatton Square16 Baldwins GardensLondra EC1N 7RJRegno UnitoTel: +44 20 7430 0692Fax: +44 20 7430 0254E-mail: [email protected]

AttivitàCHANGE produce e diffondeinformazioni sulle disuguaglianze trai sessi nella legge, nelle pratiche enelle tradizioni culturali, crea reti ecoalizioni internazionali per loscambio di strategie, e si adopera afavore del riconoscimento dei dirittiumani per le donne. Attualmente,l’organizzazione sta effettuando unaindagine su scala mondiale sulleleggi e sulle politiche pubblicherelative ai rapporti sessuali nonconsensuali nel matrimonio, edanche campagne e ricerche sulletradizioni locali.Sito web: www.ncsm.net

European Policy ActionCentre on Violence Against Women(Centro di Azione per la PoliticaEuropea sulla Violenza Contro leDonne)LEF18, rue HydrauliqueB - 1210 BruxellesBelgioTel: +32 2 2179020Fax: +32 2 2188451E-mail: [email protected]

AttivitàIl Centro mette a disposizione delleONG delle donne un foro dal qualeconvincere i politici a farsi carico delproblema della violenza contro ledonne. Svolge una funzione dicentrale di coordinamento perinformazioni, studi, ricerche e per loscambio di pratiche esemplari tra gliStati membri dell’Unione Europea,oltre ad esercitare pressione politicaa favore di azioni sul tema dellaviolenza contro le donne in tuttaEuropa. Il Centro ha creato unabanca dati sulle ONG che lavoranosu questo tema, che viene pubblicatasotto forma di annuario: “AzioneContro la Violenza Contro le Donne”.Ha inoltre prodotto uno studio:“Svelare i Dati Nascosti sullaViolenza Domestica”, che contiene idati ufficiali sulla violenza domesticanei 15 Stati membri dell’UE.Sito web:www.womenlobby.org/en/themes/violence/centre.htmlContiene documenti programmatici,un elenco di pubblicazioni e unapagina di notizie, in lingua inglese efrancese.

Human Rights Watch –Women’s Rights Division(Osservatorio dei Diritti dell’Uomo –Divisione dei Diritti delle Donne)1630 Connecticut Avenue, N.W., Suite 500 Washington DC 20009 U.S.A.Tel: +1 202 6124321Fax: +1 202 6124333E-mail: [email protected]

AttivitàLa Divisione si occupa di violazionidei diritti umani compiute sulledonne, o nelle quali esse vengonocoinvolte. Nelle sue attività piùrecenti si è occupata della trattadelle donne e delle bambine neibordelli della Tailandia, dellevessazioni sessuali sulle detenutenegli Stati Uniti, dello stupro comecrimine di guerra in Bosnia eRuanda, del controllo statale sullaverginità delle donne in Turchia,della violenza nei confronti delledonne profughe e dellediscriminazioni in base al sesso nellemaquiladoras messicane; oltre aprodurre il suo Rapporto Globale suiDiritti Umani delle Donne.Sito web: www.hrw.org Contiene informazioni sulle suepubblicazioni e comunicati stampa

Page 24: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

sulle attualità dei diritti dell’uomo.Fornisce informazioni approfonditesu problemi di interesse per HumanRights Watch, e comprende deicollegamenti ad altre risorse suInternet.

International Center forResearch on Women (ICRW)(Centro Internazionale di Ricercasulle Donne )1717 Massachusetts Avenue, NW,Suite 302Washington DC 20036,U.S.A.Tel: +1 202 7970007Fax: +1 202 7970020E-mail: [email protected]

AttivitàIl Centro raccoglie informazioni efornisce assistenza tecnica sul ruoloproduttivo e riproduttivo delle donne,la posizione che esse hanno nellagerarchia della famiglia, il loro ruolodi leadership nella società, e il modoin cui gestiscono le risorseambientali. Difende i loro interessipresso governi e organizzazionimultilaterali, riunisce esperti, e portaavanti programmi attivi dipubblicazione e di informazione perpromuovere i diritti e le opportunitàdelle donne, soprattutto nei paesi invia di sviluppo e in transizione. IlCentro sta attualmente svolgendo unprogramma triennale sulla violenzadomestica in India in collaborazionecon ricercatori di organizzazioniindiane, con lo scopo di individuaree riprodurre soluzioni che si sianodimostrate efficaci.Sito web: www.icrw.org Contiene informazioni sulle ricerche,sulle pubblicazioni e sui programmidel Centro, ed anche una sintesidello studio sull’India. Il sito offreanche collegamenti con altreorganizzazioni che operano nelcampo dei rapporti tra i sessi.

International Women’s RightsAction Watch Asia Pacific(IWRAW-AP)(Osservatorio Internazionale sulleAzioni per i Diritti delle Donne inAsia e Pacifico)2nd Floor, Block F, Anjung Felda, Jalan Maktab, Off Jalan Semarak 54000 Kuala Lumpur Malesia Tel: +60 3 2913292 Fax: +60 3 2984203E-mail: [email protected]

Attivitàl’IWRAW-AP è un programma dicollaborazione per facilitare emonitorare l’attuazione dellaConvenzione sull’Eliminazione diOgni Forma di Discriminazionecontro le Donne, con progetti in 13paesi asiatici.Sito web:www.womenasia.com/iwraw

Isis-Women’s InternationalCross Culture Exchange (Isis-WICCE)(Centrale Internazionale di ScambioTransculturale delle Donne – Isis)Plot 32 Bukoto Street, Kamwokya PO Box 4934 Kampala UgandaTel: +256 41 543953 Fax: +256 41 543954 E-mail: [email protected]

AttivitàLa Centrale Isis raccoglie e diffondeinformazioni su di una grandevarietà di argomenti, collegati aiproblemi delle pari opportunità, alfine di promuovere l’affermazione deidiritti delle donne, la parità tra isessi, lo sviluppo e la pace in Africa.Offre alle donne africanel’opportunità di sviluppare contatti intutto il mondo, per comunicare le loroesperienze e avere accesso a unagrande quantità di informazioni.Sito web: www.isis.or.ugContiene rapporti di ricerca,periodici scaricabili, notiziari diattualità della regione, una sezionesulle donne nei conflitti armati, ecollegamenti con altreorganizzazioni.

Latin American andCaribbean Women’s Networkagainst Domestic and SexualViolence (ISIS-Chile)(Rete delle Donne dell’AmericaLatina e dei Caraibi contro laViolenza Domestica e Sessuale)Casilla 2067, Correo CentralSantiago CileTel: +562 633 4582Fax: +562 638 3142E-mail: [email protected]

AttivitàISIS-Cile è attiva nella maggior partedei paesi della regione dell’AmericaLatina e dei Caraibi. Ha richiamatol’attenzione sul problema dellaviolenza contro le donneorganizzando seminari, coordinando

campagne regionali, e facendopressione presso i governi eorganizzazioni internazionali.Sito web: www.isis.cl (in spagnolo)

Women in Law and Development in Africa(WILDAF)(Le Donne nella Legge e lo Sviluppoin Africa)2nd Floor Zambia House Box 4622 Harare Zimbabwe Tel: +263 4 751189 / 752105 Fax: +263 4 781886E-mail: [email protected]

AttivitàLa WILDAF promuove e sostienestrategie che mettono in relazionelegge e sviluppo con l’aumento dellapartecipazione e dell’influenza delledonne a livello della comunità,nazionale e internazionale. Creaoccasioni di contatto tra i suoimembri tramite seminari ecollaborazioni con organizzazioniche in tutto il mondo sono attive nelcampo delle donne, del diritto e dellosviluppo. Pubblica un bollettinotrimestrale e manuali di formazioneper i gruppi di difesa dei diritti.Effettua iniziative di formazione epresta assistenza tecnica perconsolidare le capacità dei gruppiattivi a favore dei diritti delle donne.Svolge anche azioni di affermazionedei diritti e pressione politica a livelloregionale e internazionale.Sito web: www.wildaf.org.zw Contiene informazioni sui membri esu argomenti di interesse, oltre chesulle pubblicazionidell’organizzazione. Il sito offre inoltreun canale di discussione per Internetsui diritti umani per le donne.

Contatti

23

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

Page 25: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

ALTRE RISORSE WEB

The Global ReproductiveHealth Forum South Asia(Foro Globale sulla SaluteRiproduttiva nell’Asia Meridionale)www.hsph.harvard.edu(inglese, francese e spagnolo)Il Foro, situato ad Harvard, mira ariunire il dibattito sulla saluteriproduttiva e i diritti delle donnenella regione meridionale dell’Asia.Il suo sito offre accesso agli ultimirisultati della ricerca delleorganizzazioni e delle universitàdell’Asia meridionale. Incollaborazione con il Centro per gliStudi sullo Sviluppo delle Donne diNuova Delhi, e l’Università delleDonne SNDT di Mumbai, il sito offremoduli approfonditi sulla violenzadomestica, sul problema della dote, esu altre forme di violenza contro ledonne. Contiene elenchi diorganizzazioni, letture raccomandateed altre risorse, oltre allo stesso Forocostituito da un sito di discussione.

Human Rights Web(Rete dei Diritti Umani)www.hrweb.orgContiene una informazione completasui diritti dell’uomo, con unadefinizione del termine, un esposizionedei temi di maggiore attualità, i testicompleti della documentazione suidiritti dell’uomo, e informazioni sucome denunciare eventualiemergenze umanitarie. Vi si trovanoanche risorse e informazioni utili percoloro che vogliono contribuire allapromozione dei diritti dell’uomo.

International Women’s RightsAction Watch(Osservatorio Internazionale sulleAzioni per i Diritti delle Donne)www.igc.apc.org/iwraw Si occupa di monitorare e farconoscere il lavoro del Comitato delleNazioni Unite sulla Eliminazione dellaDiscriminazione Contro le Donne.Presta assistenza tecnica e sostegno diricerca ai progetti per i diritti umanidelle donne e pubblica Women’sWatch, un bollettino trimestrale chetratta degli sviluppi nel diritto e nellapolitica che hanno ripercussioni per ledonne in tutto il mondo. Il sito contieneinformazioni sulle pubblicazioni, guideper le ONG, ed anche informazionisulla CEDAW, il Comitato sui DirittiEconomici, Sociali e Culturali e sullesessioni del Comitato sui Dirittidell’Uomo.

Women’sNet(Rete delle Donne)womensnet.org.za La Rete delle Donne aspira arendere accessibile le tecnologiedell’informazione e dellacomunicazione alle donne delSudafrica, in particolare a quelle chesono state storicamente svantaggiate,con iniziative di formazione e con ilsostegno a progetti, persone,strumenti, in modo da creare unapiattaforma dalla quale far sentire levoci e i problemi delle donne. Siadopera per diffondere leinformazioni in formati accessibilialle donne che non sonodirettamente collegate all’Internet,svolge azioni di formazioneall’Internet per le donne, e crea centridi supporto tecnico regionali. Il sitocontiene risorse sulla prevenzionedella violenza contro le donne, coninformazioni statistiche e di base,servizi e risorse per chi ha bisogno diaiuto, elenchi di organizzazioni attivesul campo, informazioni su leggi epolitiche rilevanti, ed un annuariodelle organizzazioni sudafricanedelle donne.

Women Watch(Osservatorio delle Donne)www.un.org/womenwatch Il gateway elettronico delle NazioniUnite per l’informazione sulle donne,inaugurato nel 1997, viene gestitocon una collaborazione tra l’UNIFEM,la Divisione delle Nazioni Unite per ilProgresso delle Donne (DAW) el’Istituto Internazionale di Ricerca eFormazione per il Progresso delleDonne (INSTRAW). Fornisceinformazioni sul lavoro dell’ONU edegli enti intergovernativi che sioccupano dei problemi delle donne,sulle attività di preparazione perPechino +5, sui piani nazionali diazione elaborati dai governi inseguito alla Quarta ConferenzaMondiale sulle Donne, sui rapportipreparati per il Comitato CEDAW, esulla documentazione ufficiale dellaCommissione sulla Condizione delleDonne. Attualmente ospita una seriedi siti di discussione elettronicaglobale su problemi emersi nellaPiattaforma di Azione di Pechino(PFA), per mettere in comune gliinsegnamenti acquisiti e le strategieche si sono rivelate più efficaci.

The University of MinnesotaHuman Rights Library –Women’s Human Rights Site(Biblioteca di Diritti dell’Uomodell’Università del Minnesota –Sito sui Diritti Umani delle Donne)www.umn.edu/humanrts/instree/auoe.htm Questo sito contiene i testi completidegli strumenti per i diritti umanidelle donne, in lingua inglese,francese e spagnola, oltre adinformazioni sulla ratifica. Contieneinoltre una guida di riferimento aidocumenti delle Nazioni Unite, conun elenco degli articoli relativi aidiritti delle donne.

Women’s Human RightsResources – DIANA database(Risorse sui Diritti Umani delleDonne – Banca Dati DIANA)www.law-lib.utoronto.ca/Diana Questo sito è concepito per assistereindividui ed organizzazioninell’utilizzare le risorse del dirittointernazionale dei diritti umani nellapromozione dei diritti delle donne. Faparte della banca dati sui dirittiinternazionali dell’uomo DIANA, checontiene un esauriente elenco dimateriali elettronici essenziali per laricerca sui diritti umani. Il sito offreuna bibliografia selezionata eaccompagnata da alcuneannotazioni di documenti sui dirittiumani delle donne.

Women’s Human Rights Net(WHRNet)(Rete per i Diritti Umani delle Donne)www.whrnet.org Il sito presenta una rassegna diaspetti dei diritti dell’uomo,informazioni su strategie di difesa eaffermazione dei diritti, notizie edeventi nel campo dei diritti umanidelle donne, e informazioni sullerisorse per l’acquisizione dicompetenze e la formazione.Contiene anche utili collegamentiverso organizzazioni e documentirelativi ai diritti dell’uomo, ed offre unsito di discussione on-line. Leinformazioni sono disponibili inlingua inglese, francese e spagnola

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

24

Contatti

Page 26: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Riferimenti bibliografici

1 OMS (1996) “Violence Against Women”. WHO Consultation,Ginevra, Organizzazione Mondiale della Sanità.

2 Heise L.L, Pitanguy J. e Germaine A. (1994) Violence againstWomen. The Hidden Health Burden. Discussion paper No 225,p.46, Washington DC: Banca Mondiale.

3 Risoluzione dell’Assemblea Generale 48/104 del 20 dicembre1993.

4 Hayward, Ruth F. (In stampa) Breaking the Earthenware Jar:Lessons from South Asia to End Violence against Women,New York: UNICEF.

5 Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, Rapportodel Relatore Speciale sulla Violenza Contro le Donne,E/CN.4/1996/53.

6 OMS (1999) “Putting Women’s Safety First: Ethical and SafetyRecommendations for Research on Domestic Violence again-st Women”. WHO/EIP/GPE/99.2 Ginevra: OrganizzazioneMondiale della Sanità.

7 OMS (1996). 8 Heise (1994). 9 “Violence against Women in the Family”, United Nations

(ST/CSDHA/2), New York, 1989. 10 Back et al., “A study of battered women in a psychiatric set-

ting,” in Women and Therapy 13 (1982). 11 Hayward (1999). 12 Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, Rapporto

del Relatore Speciale sulla Violenza Contro le Donne,E/CN.4/1996/53.

13 Watts C., Oslam S. e Win E. (1995), The Private is Public: AStudy of Violence in Southern Africa, Harare, Women in Lawand Development in Africa.

14 UNICEF (1999). Le Donne e il Processo di Transizione,Rapporto di Monitoraggio Regionale No. 6, Firenze: CentroInternazionale per lo Sviluppo del Bambino - ICDC.

15 The World’s Women 1995: Trends and Statistics. Nazioni Unite,1995.

16 Ministero Olandese della Giustizia, 1997.17 “La Situation de la Femme Malienne: Cadre de Vie,

Problèmes, Promotion, Organisations”, Associazione per ilProgresso e la Difesa delle Donne del Mali (APDS) eFondazione Friedrich Ebert—Ufficio Mali, 2000.

18 Benninger-Budel C. e Lacroix A. (1999), Violence againstWomen: A Report, Ginevra: Organizzazione MondialeContro la Tortura.

19 Rassegna annuale sui diritti dell’uomo del Dipartimento diStato degli Stati Uniti, pubblicato il 25 febbraio 2000.

20 Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, Rapportodel Relatore Speciale sulla Violenza Contro le Donne,E/CN.4/1995/42.

21 State of the World’s Children 2000, New York: UNICEF, 2000. 22 UNICEF (1999). Progress of Nations.23 Benninger-Budel C., et al. op. cit. (1999).24 Schuler S.R., Hashemi S.M., Riley A.P., e Akhter S., Credit

Programs, Patriarchy and Men’s Violence against Women inRural Bangladesh, Soc. Sci. Medicine Vol 43, No 12, pp 1729-1742, 1996.

25 ECLAC (Commissione Economica per l’America Latina e iCaraibi), 1992, “Domestic Violence against Women in LatinAmerica and the Caribbean: Proposals for Discussion”,Social Development Division, Santiago, Chile.

26 UNICEF (1989). “The invisible adjustment: Poor women andeconomic crisis”, UNICEF, Ufficio Regionale per le Americhee i Caraibi, Santiago, Cile. “La Situation de la FemmeMalienne: Cadre de Vie, Problèmes, Promotion” op. cit.Mazumdar, V. et al. (1995) Changing Terms of Political

Discourse: The Women’s Movement in India, 1970s-1990s,Economic and Political Weekly, vol. XXX: 29, pp 1866-1878.

27 UNICEF (1999). 28 Ibid.29 Sen P., Enhancing Women’s Choices in Responding to

Domestic Violence in Calcutta: A Comparison of Employmentand Education, The European Journal of DevelopmentResearch, Vol 11, No 2, dicembre 1999, pp 65-86.

30 Rapporto Globale sui Diritti Umani delle Donne del TheHuman Rights Watch, New York,1995.

31 Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, Rapportodel Relatore Speciale sulla Violenza Contro le Donne,E/CN.4/1996/53 para 33.

32 Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, “Violence byIntimates: Analysis of Data on Crimes by Current or FormerSpouses, Boyfriends, and Girlfriends”, marzo 1998.

33 Heise (1994).34 Ibid.35 García-Moreno C. e Watts C., Violence against Women: its

importance for HIV/AIDS prevention. OMS, marzo 2000.36 Ibid.37 Macharia J.K., Women, Law, Customs and Practices in East

Africa: Laying the Foundation.38 Dalle ricerche di Henry Maina per il Daily Nation, Kenya,

febbraio 2000.39 Jaffe P.G., Wolfe D.A. e Wilson S.K. (1990) Children of Battered

Women. Developmental Clinical Psychology and Psychiatry,Volume 21, Sage Publications, California.

40 Asling-Monemi, et al. (1999) “Violence against womenincreases the risk of infant and child mortality. A case refe-rence study in Nicaragua, 1999”. Citato in PopulationReports, Serie L, No 11, Baltimore: Johns Hopkins University.

41 Jeejeebhoy, S. J. (1998) Associations between wife beating,and foetal and infant death. Impressions from a survey inrural India, Studies in Family Planning 29 (3), 300-308. Citatoin Population Reports, 1999.

42 Ganatra, B. R. et al. (1998) Too Far, Too Little, Too Late. A com-munity-based case-controlled study of maternal mortality inrural-west Maharastra, India, Bollettino dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità, 76 (6), pp 591-598. Citato in PopulationReports, 1999.

43 Heise, L., Ellsberg, M. and Gottemoeller, M. (1999) EndingViolence against Women. Population Reports, Serie L, No 11,Baltimore, Scuola di Sanità Pubblica della Johns HopkinsUniversity.

44 Ortiz R. at al. (1999), “Encuesta Nicaraguense de demografiay salud”, 1998 (SPA) p. 319. Managua, Nicaragua: InstitutoNacional de Estadisticas y Cebsos.

45 Per studi sui costi vedere:Blumel D.K. et al. (1993). Who Pays? The Economic Costs ofViolence Against Women. Queensland, Australia: Women’sPolicy Unit, Office of the Cabinet.Day T. (1995) The Health-related Costs of Violence AgainstWomen in Canada: The Tip of the Iceberg. London, Ontario:Centro di Ricerca sulla Violenza Contro le Donne e iBambini.Kerr R. et al. (1996) Paying for Violence: Some of the Costs ofViolence Against Women in B.C. Ministero delle PariOpportunità, Colombia Britannica, Canada.Stanko A. et al. (1998) Counting the Costs: Estimating theImpact of Domestic Violence in the London Borough ofHackney. Crime Concern, Londra.Yodanis C.L. e Godenzi A. (1999) Report on the economiccosts of violence against women, Friburgo, Svizzera:Università di Friburgo.

46 Greaves, Lorraine (1995) “Selected Estimates of the Costs of

Riferimenti bibliografici

25

Innocenti Digest 6 – La violence domestique a l’egard des femmes et des filles

2abo

zza

- 5

lugl

io 2

000

Page 27: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violence domestique a l’egard des femmes et des filles

26

Riferimenti bibliografici

Violence against Women”. London, Ontario: Centro diRicerca sulla Violenza Contro le Donne e i Bambini.

47 Laurence L. e Spalter-Roth R. (1996) “Measuring the costs ofdomestic violence against women and the cost-effectivenessof interventions: an initial assessment and proposals forfurther research”, Washington DC: Istituto per la Ricercasulle Politiche per le Donne.

48 Banca Mondiale (1993) World Development Report 1993:Investing in Health. New York: Oxford University Press.

49 Ibid.50 Buvinic M., Morrison A.R., e Shifter M. (1999) “Violence in the

Americas: A Framework for Action” in Too Close to Home:Domestic Violence in the Americas, Morrison A.R. Biehl M.L.(eds.), Washington DC: Banca Interamericana di Sviluppo.

51 Buvinic M., Morrison, A.R., e Shifter M. (1999) op. cit.52 Morrison A.R. e Orlando M.B. (1999) “Social and Economic

Costs of Domestic Violence: Chile and Nicaragua” in TooClose to Home: Domestic Violence in the Americas, op. cit.

53 Ibid.54 Hayward (1999).55 Garcia-Moreno C. (1999) Violence Against Women, Gender

and Health Equity, Centro di Harvard per gli Studi sullaPopolazione e sullo Sviluppo, Working Paper Serie 99.15,Cambridge, Massachuesetts.

56 Consiglio di Ricerca Socio-economica, Programma di Ricercasui Bambini dai 5 ai 16 anni, realizzato dalle Università diWarwick, Bristol, Londra nord e Durham, numero 12. Per avereulteriori informazioni contattare Audrey Mullender, Universitàdi Warwick, [email protected]

57 Tortured Tradition, di Lauren Goldsmith, The Baltimore Sun,26 marzo 2000; La Dichiarazione di Niodior di rinuncia allamutilazione genitale femminile, di Molly Melching, Direttricedi Tostan, Senegal, 7 aprile 2000.

58 Hayward, Ruth F. (1997) “Needed: A new model of masculi-nity to stop violence girls and women”, Ufficio RegionaleUNICEF per l’Asia meridionale, Kathmandu, Rapporto n. 17;(1997) “The Role of Men in the Lives of Children. A Study ofHow Improving Knowledge about Men in Families HelpsStrengthen Programming for Children and Women”, UNI-CEF, New York.

59 Poppe, P. “Partnerships with the Media to Prevent DomesticViolence”, in Too Close to Home: Domestic Violence in theAmericas, op. cit.

60 Human Rights Watch (1995). 61 Mitra, Nishi (1999) Best Practices among Responses to

Domestic Violence in Maharashtra and Madhya Pradesh,Washington, DC, Centro Internazionale di Ricerca sulleDonne (ICRW).

62 OMS (1996).63 Ibid. 64 Kellermann A.L., Mercy, J. A. (1992) Men, women, and mur-

der: gender-specific differences in rates of fatal violence andvictimization. Journal of Trauma, 33 (1), pp 1-5.

65 Smith T.W., (1995) Changes in Firearm Ownership amongWomen, 1980-1994. Journal of Criminal Law and Criminology,86, pp133-149.

66 Smith T.W., (1980) The 75% Solution: an Analysis of theStructure of Attitudes on Gun Control, 1959-1977. Journal ofCriminal Law and Criminology, 71, pp 300-316. Anche SmithT.W. 1999 Gun Policy Survey of the National OpinionResearch Center: Research Findings. Chicago: Università diChicago, aprile 2000.

67 Per informazioni, consultare www.unicef.org 68 Per informazioni, consultare www.unifem.undp.org

69 OMS (1999) “WHO Multi-country study of women’s healthand domestic violence. Core protocol”. WHO/EIP/GPE/99.3,Ginevra: OMS.

70 OMS (1996) “Violence against women: WHO Consultation”,pp 26- 27, Ginevra, OMS.

71 Per informazioni, contattre il Fondo di Sviluppo delle NazioniUnite per le Donne (UNIFEM) presso [email protected], oppure consultare il sito web www.unifem.undp.org.

2abo

zza

- 5

lugl

io 2

000

Page 28: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Bibliografia selezionata

Le seguenti opere, non elencate tra i riferimenti bibliografici,costituiscono risorse preziose sui problemi della parità tra isessi e/o sulla violenza domestica

Bauer H., and Rodriguez M.A. (1995), Letting Compassion Openthe Door: Battered Women’s Disclosure to Medical Providers.Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics, Vol 4, pp 459-465.

Brasileiro A. M. (1997), Women Against Violence: Breaking theSilence. New York: UNIFEM.

Bunch C. (1997) The Intolerable Status Quo: Violence againstWomen and Girls, in The Progress of Nations. New York: UNICEF.

Carillo R. (1992) Battered Dreams: Violence against Women asan Obstacle to Development. New York: UNIFEM.

Clarke R. (1998) Violence Against Women in the Caribbean:State and Non-State Responses. Barbados: UNIFEM.

Cook R. (ed.) (1994) Human Rights of Women: National andInternational Perspectives. Philadelphia: University ofPennsylvania Press.

Corrin C. (1996) Women in a Violent World: Feminist Analysesand Resistance Across Europe. Edinburgh: EdinburghUniversity Press.

Davies M. (ed.) (1994) Women and Violence: Realities andResponses Worldwide. London: Zed Books.

Edelson J.L. (1999) Children Witnessing Adult Domestic Violence,Journal of Interpersonal Violence No 14 (8), pp 839-870.

Ellsberg M. et al. (1997) The Nicaraguan Network of WomenAgainst Violence: Using Research and Action for Change.Reproductive Health Matters, No. 10, pp 82-92.

Human Rights Watch (1999) Crime or Custom? Violence againstWomen in Pakistan. New York: Human Rights Watch.

International Women’s Tribune Centre (1998) Rights of Women:A Guide to the Most Important United Nations Treaties onWomen’s Human Rights. New York: International Women’sTribune Centre.

Kabeer N. (1998) Money Can’t Buy Me Love? Evaluating Gender,Credit and Empowerment in Rural Bangladesh. IDS DiscussionPaper 363. Brighton: University del Sussex.

Kelly L. (1996) When Woman Protection is the Best Kind of ChildProtection: Children, Domestic Violence and Child Abuse.Administration, Vol 44, No. 2 pp 118-135.

Konishi T. (2000) Cultural Aspects of Violence against Women inJapan, articolo comparso su The Lancet, Vol. 355, No 9217, pp1810-12.

Landsberg-Lewis I. (1998) Bringing Equality Home.Implementing the Convention on the Elimination of All Forms ofDiscrimination Against Women. New York: UNIFEM.

Rete dell’America Latina e dei Caraibi sulla Salute delle Donne(1996) The Right to Live Without Violence: Women’s Proposalsand Actions. Santiago: Latin American and CaribbeanWomen’s Health Network.

Mertus J., Flowers N. and Dutt M (1999) Local Action, GlobalChange. Learning about the Human Rights of Women andGirls. New York:UNIFEM e il Centro per la Leadership Globaledelle Donne.

Segal L. (1997) Slow Motion: Changing Masculinities, ChangingMen. Londra: Virago.

Sen A. (1990) More than One Million Women are Missing. NewYork Review of Books, 20 dicembre 1990.

Nazioni Unite (1993) Strategies for Confronting DomesticViolence: A Resource Manual. New York: Nazioni Unite.

UNICEF (1999) Programming for Safe Motherhood: Guidelinesfor Maternal and Neonatal Survival. New York: UNICEF.

UNIFEM (1999) Women @ Work against Violence: Voices inCyberspace. New York: UNIFEM.

Organizzazione Mondiale della Sanità (1997) ‘Violence AgainstWomen. Information Kit’. WHO/FRH/WHD/97.8. Ginevra: OMS.

Women, Law and Development International (1996) ‘StateResponses to Domestic Violence: Current Status and NeededImprovements’. Washington, D.C: Women, Law andDevelopment International.

Riferimenti bibliografici

27

Innocenti Digest 6 – La violence domestique a l’egard des femmes et des filles

2abo

zza

- 5

lugl

io 2

000

Page 29: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

Innocenti Digest 6 – La violenza domestica contro le donne e le bambine

28

In bacheca

GLI INNOCENTI DIGEST

Il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF è stato istituito nel 1988 con sede a Firenze perpotenziare le capacità del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) nell’attività diricerca e nella promozione di una nuova etica globale a favore dell’infanzia. Il Centro (noto inprecedenza con il nome di Centro internazionale per lo sviluppo del bambino - ICDC) contri-buisce all’individuazione e all’approfondimento analitico delle future aree di lavoro dell’UNICEF.I suoi obiettivi primari sono migliorare la comprensione internazionale dei problemi relativi aidiritti dei bambini e incoraggiare l’efficace applicazione della Convenzione delle Nazioni Unitesui Diritti dell’Infanzia, tanto nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo.

Gli Innocenti Digest vengono prodotti dal Centro come strumenti di informazione affidabile eaccessibile su specifici problemi dei diritti dei bambini.

Questo numero di Innocenti Digest è frutto del lavoro di ricerca di Sushma Kapoor, consulentedel Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF. La ricerca si è avvalsa del contributo di più di ventiesperti internazionali che hanno partecipato alla Consultazione sulla Violenza Domestica, tenu-tasi presso il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF nell’aprile 2000.

Particolari ringraziamenti a:Radhika Coomaraswamy, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla Violenza Contro le

Donne, le sue cause e le sue conseguenze.Il Centro ringrazia per la loro collaborazione:Shahida Azfar, Rosa Bernal, Kiran Bhatia, Misrak Elias, Ruth Finney Hayward, Nigel Fisher,

Claudia Garcia Moreno, Srilakshmi Gururaja, Dale Hurst, Tomoko Ishii, Takako Konishi,Soledad Larrain, Nicoletta Livi-Bacci, Neill McKee, Njoki Ndung’u, Monica O’Connor, MichaelRodriguez, Rima Salah, Lavinia Shikongo, Fatoumata Siré Diakité, Susan B. Sorenson, StephenH. Umemoto, Rukhsana Zia.

Il Digest è stato realizzato sotto la supervisione di Nigel Cantwell, Maryam Farzanegan eMehr Khan.

I numeri precedenti di Innocenti Digest hanno trattato di:■ Il Difensore Civico per l’Infanzia■ Infanzia e Violenza■ Giustizia Minorile■ Adozione Internazionale■ Bambini che lavorano in ambiente domestico (Child Domestic Work)Per ulteriori informazioni e per prelevare in formato elettronico queste ed altre pubblica-

zioni, visitare il sito web: www.unicef-icdc.org

Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEFPiazza SS. Annunziata 1250122 FirenzeTel.: 055 203 30Fax: 055 244 817E-mail (informazioni generali): [email protected] (ordinazioni di pubblicazioni): [email protected] web: www.unicef-icdc.org

Le opinioni espresse in questa pubblicazione sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente la politicae le opinioni dell’UNICEF.

Parti estratte da questa pubblicazione possono essere riprodotte liberamente, fatta salva la dovuta citazione dellafonte e dell’UNICEF.

Saremo lieti di ricevere qualsiasi commento sul Digest e suggerimenti su come migliorarlo nella sua funzione di stru-mento di informazione.

Curatore: Angela HawkeCopertina, progetto grafico: Miller, Craig & Cocking, Oxfordshire - UKFoto di copertina : © Bernard Chazine, 2000Traduzione dall’originale inglese: Francesco PiccardiImpaginazione e fotolito: Bernard & Co. Siena - ItaliaStampa: Arti Grafiche Ticci - Siena - Italia

ISSN 1028-3528Giugno 2000

Page 30: LA VIOLENZA DOMESTICA - unicef-irc.org · la violenza domestica contro le donne e le bambine il quadro della situazione la portata del problema le dimensioni del problema le cause

LA VIOLENZA DOMESTICA CONTROLE DONNE E LE BAMBINE

Questo numero di Innocenti Digest affronta il tema della violen-

za domestica, una delle forme globalmente più diffuse di violenza

contro le donne e le bambine, che però rimane relativamente nasco-

sta e ignorata. Il problema della violenza domestica chiama in causa

una varietà di ambiti: la sanità, la giustizia, l’economia, l’istruzione,

lo sviluppo e, soprattutto, i diritti dell’uomo. Il Digest esamina le

dimensioni e la diffusione del problema, e le ripercussioni che esso

ha sui diritti delle donne e dei minori. Sottolinea l’esigenza di forni-

re risposte politiche coordinate e integrate: con una più efficace

applicazione della legislazione esistente e con un impegno più diret-

to e visibile nella lotta contro questa violenza da parte dei governi.

Lo studio contiene inoltre informazioni sulle ONG regionali e inter-

nazionali attive su questo tema, oltre che indicazioni bibliografiche

utili per approfondire l’argomento.

Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEFPiazza SS. Annunziata, 1250122 Firenze, Italia

Tel.: 055 203 30Fax: 055 244 817E-mail (informazioni generali): [email protected] (ordinazioni di pubblicazioni): [email protected]

Sito web: www.unicef-icdc.org

ISSN: 1028-3528