La Via Crucis della settimana Santa · La Via Crucis della settimana Santa di Michela e Ferruccio...

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La Via Crucis della settimana Santa di Michela e Ferruccio Berghi, Maria Teresa e Francesco Pederiva Gli attentati di Bruxelles, il dramma dei migranti bloccati alle frontiere, le vittime della valanga in Valle Aurina e dell'incidente in Spagna, ma anche la bella storia di Lizzy e della sua famiglia tra le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù. Il Triduo Pasquale vissuto con la sensibilità delle famiglie che intercettano le notizie degli ultimi giorni con lo sguardo rivolto alla Luce della Risurrezione che squarcia le tenebre della morte. Le stazioni sono illustrate con l'opera di Marco Morelli, prete trentino, docente di filosofia e storia nei licei, scultore e poeta (foto Gianni Zotta).

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La Via Crucis della settimana Santa

di Michela e Ferruccio Berghi, Maria Teresa e Francesco Pederiva

Gli attentati di Bruxelles, il dramma dei migranti bloccati alle frontiere, le vittime della valanga

in Valle Aurina e dell'incidente in Spagna, ma anche la bella storia di Lizzy e della sua famiglia

tra le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù.

Il Triduo Pasquale vissuto con la sensibilità delle famiglie che intercettano le notizie degli ultimi

giorni con lo sguardo rivolto alla Luce della Risurrezione che squarcia le tenebre della morte.

Le stazioni sono illustrate con l'opera di Marco Morelli, prete trentino, docente di filosofia e

storia nei licei, scultore e poeta (foto Gianni Zotta).

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I STAZIONE

GESU' LAVA I PIEDI AI DISCEPOLI

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e

a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse

attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei

discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Quando ebbe lavato

loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Capite quello che ho

fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se

dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri (Giovanni 13, 3-5;12-13)

Un asciugamano sui fianchi, segno del servizio, "un gesto inatteso e sconvolgente" ci ha

ricordato papa Francesco all'udienza di sabato 12 marzo: "L'amore è il servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri". Gesù ci ha dato l'esempio perché nessuno si tiri indietro.

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All'interno di una famiglia il servizio è quello di mamma e papà che accompagnano la crescita

dei figli o il lento declino dei genitori anziani, o quello dei figli più grandi che contribuiscono secondo le loro capacità.

Nella Chiesa, famiglia di famiglie, è il servizio di tanti, preti, religiosi e laici che si adoperano

per rendere viva la loro comunità parrocchiale, ma è anche quello del pastore che guida una

diocesi con paterno discernimento cui va la riconoscenza di tutti, come al vescovo Luigi che

oggi, ricordo dell'istituzione del sacerdozio, viene ringraziato dall'intera comunità trentina, mentre sta per lasciare il testimone.

Aiutaci, Signore, a far spazio nella nostra vita alle necessità di quanti ci stanno accanto, a

metterci nelle loro scarpe per condividere gioie e alleviare sofferenze, ad abbandonare il nostro

egoismo, per cingerci anche noi i fianchi e lavare, più spesso nel silenzio, con umiltà

Padre Nostro ...

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II STAZIONE

GESU' NELL'ORTO DEGLI ULIVI

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi

qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire

paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e

vegliate». Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse

possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te:

allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi

venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?» (Marco 14, 32-37)

La fretta delle nostre giornate ci impedisce di fermarci a riflettere, di rivolgere un pensiero a Dio.

E' un tema caro anche a papa Francesco che ha più volte sottolineato come questo tempo

quaresimale sia adatto a trovare il coraggio di fermarci e pensare alla nostra vita. Il primo

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interrogativo da porsi ha spiegato a Santa Marta (19 febbraio 2015) è questo: «Chi è Dio per

me? Io scelgo il Signore? Com'è il rapporto con Gesù?». E il secondo: «Com'è il rapporto con i

tuoi; con i tuoi genitori; con i tuoi fratelli; con la tua sposa; con tuo marito; con i tuoi figli?». Bastano «queste due domande, e sicuramente troveremo cose che dobbiamo correggere».

Tante volte Papa Francesco ci ha stupito con la semplicità usata per spiegare concetti

complessi, con molti esempi concreti per la vita di noi famiglie. Citando le parole del Salmo

«Beato l'uomo che confida nel Signore» ci ricorda che Dio non ci abbandona mai anche quando il calice da bere è proprio amaro.

Santo amore divino donaci la consapevolezza della Tua presenza nella nostra vita, rendici capaci di testimoniare nella nostra famiglia e nella società il Tuo amore infinito

Padre Nostro ...

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III STAZIONE

GESU' E' CONDANNATO DA PILATO

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

La folla gridò più forte: « Crocifiggilo! ». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla

moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegno

perché fosse crocifisso (Marco 15, 14-15)

E' facile in questi giorni puntare il dito contro le tante famiglie islamiche che popolano il

quartiere di Molenbeek-Saint Jean, la 19° municipalità di Bruxelles. E' vero che Salah

Abdeslam, il terrorista super-ricercato è stato arrestato lì dove aveva trovato protezione, ma

non sono jihadisti tutte le persone che popolano la zona. Non possiamo incolpare loro per il

terribile attacco avvenuto nella capitale d'Europa il 22 marzo che ha causato tante vittime.

Nel quartiere abitano famiglie di emigranti provenienti inizialmente perlopiù dal Marocco e

giunti in Belgio negli anni '70: gli uomini per lavorare all'ampliamento della metropolitana, le

donne nei panifici e pasticcerie (nel Paese hanno sostituito la comunità italiana che lavorava

nelle miniere di carbone). Le giovani generazioni sono nate lì, sono integrate come le loro

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famiglie, eppure la loro vita non è facile: la disoccupazione per loro è doppia rispetto a quella

dei belgi e alto è il rischio di criminalità.

Aiutaci, Signore, a discernere le situazioni, ad evitare le facili generalizzazioni che inchiodano le persone a etichette impietose. Aiutaci a vederti nei fratelli in difficoltà

Padre Nostro ...

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IV STAZIONE

GESU' E' CARICATO DELLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo (Marco 15,20)

A causa di una lunga serie di errori, che dura da decenni, e della troppa indifferenza della

comunità internazionale (noi compresi), le popolazioni di Siria, Nordafrica e di quella sub-

sahariana sono costrette ad abbandonare nella disperazione le loro terre in cerca di un posto

sicuro dove vivere, più spesso solo sopravvivere. Difficoltà inimmaginabili sono quelle

affrontate dalle famiglie che non si rassegnano alla mancanza di un futuro dei loro figli

crocifissi fin dalla nascita, come Bayane, nato in una tenda del campo di Idomene senza alcuna assistenza medica e lavato alla buona con una semplice pompa dell'acqua.

Aiutaci, Signore, a non caricare sui fratelli fardelli troppo pesanti da portare, ma soprattutto a

vincere l'indifferenza che ci impedisce di vederli. Fa' che possiamo adoperarci, ciascuno secondo le sue possibilità, per rimuovere le troppe croci che affaticano il cammino di troppi

Padre Nostro ...

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V STAZIONE

GESU' E'AIUTATO DAL CIRENEO

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo (Marco 15,21)

Quotidianamente ascoltiamo notizie di profughi che affrontano viaggi disperati per fuggire dai

loro paesi in guerra, di intere famiglie che trovano la morte in mare, di migliaia di persone

ammassate in condizioni indegne nei campi alle frontiere della ricca Europa. Sono fratelli che portano la loro croce ed il nostro essere cristiani ci impone di aiutarli come Simone di Cirene.

Riusciamo ad evitare che le nostre coscienze si addormentino? A comprendere la gravità delle

notizie che ci raggiungono dai media? A manifestare nei rapporti quotidiani con gli amici, i

colleghi, i vicini la giusta indignazione cristiana per il dilagare dell'egoismo e dell'indifferenza?

Quest'anno Papa Francesco durante la Messa del Giovedì Santo lava i piedi a dei profughi

ospitati al Centro Cara: una testimonianza che ci interpella su un tema che spesso, tempestati

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dalle notizie, tendiamo a considerare ormai come "normalità". "Tanti non si assumono

responsabilità sul destino dei rifugiati", ha detto con amarezza la Domenica delle Palme. E noi?

Aiutaci Signore a renderci disponibili per aiutare il prossimo.

Aiutaci a non credere che i grandi problemi dell'umanità debbano essere risolti dagli altri.

Aiutaci a capire quanto sia grave la nostra indifferenza e quanto sia importante il nostro piccolo quotidiano contributo

Padre Nostro ...

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VI STAZIONE

GESU' IN CROCE, AI SUOI PIEDI MARIA E GIOVANNI

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di

Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo

che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé (Giovanni 19,25-27)

Presso la Croce sta la Madre, accompagna il Figlio nell'estremo sacrificio e condivide il suo dolore.

Maria patisce il più grande dolore per una madre: quello di vedere il proprio figlio morire.

La cronaca riporta molti casi di madri e padri che affrontano questo dolore: tra gli ultimi quello

di Matthias, 16 anni, rimasto sotto una valanga in valle Aurina o di Elisa, Serena, Valentina,

Elisa, Francesca, Elena, Lucrezia, le 7 studentesse morte nell'incidente in Spagna.

Lascia sconvolti il solo pensiero di quanto possa essere devastante un simile evento per dei

genitori, un evento in grado di distruggere la stabilità di un'intera famiglia. Solo la Fede può

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contribuire a superare queste disgrazie, solo la speranza nel Risorto può aiutarci ad accettare le Croci e

forse attivarci perché altri genitori non siano costretti a seppellire i loro figli, a causa della nostra

indifferenza.

Tu Spirito Santo rendici capaci di accettare le croci della vita

fa' che lo sguardo sulle nostre piaghe non ci induca a pensare solo alla morte,

donaci il coraggio di riconoscere l'amore totale che è nella Pasqua

Padre Nostro ...

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VII STAZIONE

GESU' RISORTO

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

L'angelo disse alle donne: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso.

Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era

stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi

precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto".

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare

l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a

voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù

disse loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea:

là mi vedranno" (Matteo 28,5-10)

In questa Settimana Santa si avvera il sogno della piccola Lizzy, 5 anni - affetta da una grave

sindrome di Usher e destinata a perdere definitivamente la vista - che aveva espresso il

desiderio di venire a Roma dalla sua casa in Ohio per conoscere papa Francesco. La sua

famiglia, mamma Christine, papà Steve e la sorellina Kayla, ha ricevuto aiuti da ogni parte e,

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con un volo messo a disposizione da Turkish Airlines e l'accompagnamento dei volontari

dell'Unitalsi, Lizzy può ricevere la carezza del papa e, negli anni futuri, alla Luce della Risurrezione, la forza per affrontare la sua malattia.

Aiutaci, Signore, a diventare strumenti del Risorto, testimoni della Tua vittoria sulla morte che, ormai lo sappiamo, non avrà mai l'ultima parola.

Aiutaci a non restare paralizzati al pensiero dello scandalo della Croce e di tutte le sofferenze

del mondo, ma, come le donne della Pasqua o i discepoli di Emmaus, correre senza indugio ad

annunciare l'amore che abbiamo ricevuto e darci da fare per rimuovere, per quanto sta nelle nostre possibilità, le croci dalle spalle dei fratelli

"Evangelizzare come famiglie, vivendo l'unità e la semplicità, è già un annuncio di vita, una

bella testimonianza" ci ricorda papa Francesco: aiutaci, o Padre, a compiere la nostra missione quotidiana

Padre Nostro ...

Pasqua

Che tu sia vivente

che di noi oggi Tu sappia e curi

questo è il problema

dell'essere e del non essere.

Atroci il dubbio e la domanda

se anche Tu del tutto estinto.

Se hai spezzato la pietra

le hai tolto l'ultima parola

e con lampo d'oro fuso

dalla crepa si è accesa

la torcia al viandante.

Marco Morelli

(in Parole a dei tu, ed. Stella Rovereto, Trento 2000)