LA VERA DIFFERENZA

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Italy ONLY 5.50 - Austria 11.00 - Spagna 9.00 - La rivista è distribuita anche in Brasile, Polonia, Repubblica Ceca e Taiwan Mensile - Anno XXII - numero 2 - Febbraio 2012 ISSN 1121-5313

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Italy ONLY € 5.50 - Austria € 11.00 - Spagna € 9.00 - La rivista è distribuita anche in Brasile, Polonia, Repubblica Ceca e Taiwan

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LA VERA DIFFERENZADal 1995 AVID HI-FI realizza giradischi avvalendosi di proce-dimenti di lavorazione all’avanguardia e di una progettazionesenza compromessi. Sicuramente tra le migliori macchine ana-logiche disponibili sul mercato. Moderni stabilimenti di produ-zione, impiego di apparati a controllo numerico allo stato del-l’arte e grandi investimenti nella ricerca di nuovi materiali hannoreso i giradischi AVID veri esempi di alta tecnologia. Una pro-duzione che si estende alla realizzazione di stadi alimentazione

separati per i modelli di riferimento, phono stage e una serie diaccessori per l’analogico. Tutto questo si traduce in un’esperienzad’ascolto a cui sarà poi difficile rinunciare: la riscoperta del vo-stro patrimonio musicale in vinile, come non l’avevate mai sen-tito. Dal modello Diva II, entry level della gamma, agli straordi-nari Acutus e Acutus Reference, i giradischi AVID offrono unariproduzione all’insegna della purezza assoluta del messag-gio sonoro. Senza aggiungere e senza togliere nulla alla musica.

www.audiogamma.it

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uesto scritto vuole essere sol-tanto il diario di tre mesi di con-vivenza con queste elettroniche,ospitate nella mia sala d’ascoltopersonale in un momento di in-

tenso traffico di apparecchi da testare, pertentare di capire fino in fondo, e senzatroppi dubbi, quale sia quell’indefinibileallure che circonda questi prestigiosi, e co-stosi, oggetti audio.Ogni tanto, ogni qualvolta avrò la venturadi poter ascoltare in grande rilassatezzaapparecchi audio di questa levatura ve neriferirò su queste pagine. Sul mio diariod’ascolto, senza fretta, senza sottostare aitempi di stampa, prendendomi tutto iltempo che serve.

Manuel Huber, proprietario e progettistadella FM Acoustics, per tornare alla do-manda iniziale, deve essere un tipo parti-colarmente goloso a tavola, qualunque siail famigerato ingrediente segreto, perchéda più di trent’anni le sue creature popo-lano i sogni audiofili più inconfessabili.Nella sua carriera, dapprima specializzatain amplificazioni per uso professionale dacui ancora derivano le creazioni più re-centi, Huber ha dimostrato al mondo cosavolesse dire il termine alta fedeltà nel suosenso più pieno.Fedeltà assoluta alla forma d’onda cheviene posta in ingresso all’amplificatorefino a che questa non venga inviata aimagneti dell’altoparlante.

Punto e basta.Per riuscire in ciò i suoi progetti, che nonprevedono alcunché di esoterico, sono in-formati ai criteri più stringenti in materiadi selezione dei componenti, al controllodelle impedenze interne, alle dissipazionitermiche e magnetiche dei trasformatori,alla linearità della risposta in frequenza alvariare del carico. Insomma la filosofia diFM Acoustics è quella di ricercare unsuono che sia la risultante di tutte le pos-sibili attenzioni volte ad evitare di spor-care, seppure minimamente, il flusso dielettroni da aumentare in potenza.Lo so, questo è anche il credo di centinaiadi altri costruttori.Il fatto è che moltissimi dei suoi competi-

FM ACOUSTICS FM155 & FM108

Cosa mangiano gli Svizzeri? Mi chiedo quale sia il loro cibo preferito perché deve esserci un qualche in-grediente che, una volta ingerito, spinge a ricercare, ad ogni costo, la perfezione. Un Paese che nei suoiquattro cantoni ha una popolazione che non arriva a otto milioni di individui, come potrebbe altrimenti es-sere la patria di molte delle più esclusive realizzazioni nei campi, fra gli altri, dell’orologeria e dell’alta fe-deltà di più alto livello? Non sarà mica solo la cioccolata, vero?

di Andrea Della Sala

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tors, però, non resistono alla tentazione diimprimere una seppur lieve impronta so-nica al lavoro delle loro amplificazioni.E, aggiungo, li posso anche capire.Anzi, mi chiedo cosa sarebbe della nostrapassione se non potessimo giocare, al-meno un poco, a combinare tra loro, ov-viamente con tolleranze bassissime, lediverse voci dei diversi prodotti.Cosa sarebbe stato di Conrad Johnsonsenza la sua voce calda e soffiata o diAudio Research senza la sua capacità dipilotaggio e lucidità?Punti di vista, quindi.Tanto quello di FM quanto quello, maiapertamente dichiarato, di moltissimi altri.Punti di vista che nel caso di FM Acou-stics, per assurdo che possa sembrare,hanno comunque partorito un’improntasonica di famiglia.L’impronta della linearità assoluta. Del si-lenzio. Della forza. Della dinamica.Il suono meno colorato che si possa im-maginare è infatti pur sempre uno deisuoni possibili.Terribilmente affascinante, anche se nonscevro da particolarità e non privo di con-troindicazioni.

L’APPROCCIOI tre apparecchi, appartenenti alla serie Re-solution, sono realizzati utilizzando un te-laio di dimensioni molto ridotte, piùpiccolo di quello di molte radiosveglie einquietantemente vicino per foggia, rap-porti dimensionali e colore della finituraesterna a quello di molti rack giapponesiin esposizione nelle grandi superfici com-merciali.Un contatto più ravvicinato tuttavia svelaimmediatamente la perizia costruttiva e laperfezione raggiunta da questi scatolotti.Accoppiamenti tra i lamierati (di spessorenotevole date le dimensioni) curatissimi,viti a vista perfettamente a filo con i fron-tali, satinatura e lucidatura delle altre su-perfici semplicemente di un altro pianetainformano immediatamente anche il piùsprovveduto degli avventori che qui si stamaneggiando roba che, a dispetto del pesoe delle dimensioni, non deve essere parti-colarmente economica.E infatti non lo è.Circa diecimila euro per il pre e più di ot-tomila euro a finale sono una somma ditutto rispetto per qualsiasi elettronicaaudio, figurarsi per oggetti che tutti in-sieme non arrivano a pesare molto più didieci chili.Non so come dire, per giunta, che questisono solo gli apparecchi più economici dellistino del costruttore svizzero.Gli altri compagni di scuderia, dal bassoverso l’alto, cominciano a costare dal dop-pio di queste cifre in su.

Ma vediamoli un poco più da vicino.Il preamplificatore 155, operante inclasse A senza controreazione, è dotatodi una piccola alimentazione separata (lastessa che alimenta il pre phono 122),oltre alle manopole per il controllo divolume e la selezione degli ingressi, pre-senta tre pulsanti rettangolari con i qualisi selezionano l’uscita tape out, l’ascoltoin mono e il muting che attenua di 20 dbil guadagno.Posteriormente sono presenti gli ingressilinea, tutti rca, così come rca sono leuscite, la doppia connessione tape out e ilconnettore proveniente dall’alimenta-zione separata.Il finale è un apparecchio completa-mente bilanciato, a cominciare dagli in-gressi esclusivamente xlr, per cuiqualora si decida di accoppiarlo al predi famiglia occorre procurarsi un cavoche preveda la doppia connessionerca/xlr o degli adattatori.Anche se così il segnale non è bilanciatoperché proveniente da un apparecchio chebilanciato non è, il finale automatica-mente lo rende tale.Per i miei ascolti ho utilizzato un cavo disegnale FM realizzato proprio per colle-gare fra loro il pre 155 con i finali 108, rcaa monte e xlr a valle.I finali erogano 70 W RMS su otto ohm esono dichiarati stabili fino a 1 Ohm.Sia il pre che il finale, come tutta laproduzione FM, sono costruiti a normemilitari.Sul frontale dei 108 c’è solo il pulsantedi accensione e il logo retroilluminatoin verde.Sul pannello posteriore, oltre all’ingressodi linea bilanciato e a delle piccole alettedi raffreddamento, troviamo un piccolo,piccolissimo, potenziometro blu cheserve a regolare il guadagno del finalemedesimo.A parte il fatto che è così stramaledetta-mente minuscolo da avere la testa con unintaglio a vite onde poter essere regolatocon un cacciavite tipo quelli da orologiaio(strano, eh?), esso rappresenta la cosa piùimportante in vista della regolazione fi-nale di un suono che, grazie ad esso, puòessere finemente modellato sulle proprienecessità.Si perché questo controllo, come vedremopiù avanti, modificando il guadagno, agi-sce in maniera apprezzabile anche sullosmorzamento del basso, sulla maggiore ominore capacità di resa delle armoniche e,in qualche modo, anche sulla sensazionedi velocità del finale.Purtroppo, essendo questo pirulino blucosì piccino (l’ho già detto?), è anche dif-ficile riuscire a settare i due apparecchiallo stesso modo e questa è invece

un’operazione da fare con molta atten-zione onde evitare sbilanciamenti nel-l’immagine stereo.Unico, piccolo difetto che mi sento di im-putare alla FM (a parte la cronica man-canza di telecomando nei pre) che,abituata evidentemente con l’orologerianazionale, non tiene necessariamente inconto chi come me ha delle mani da fab-bro e una vista da talpa.Nessuno dei tre apparecchi prevede lapossibilità di sostituire i cavi di alimen-tazione perché in casa FM Acoustics iprogetti vengono messi a punto nella lorointerezza.Anzi, nei modelli di amplificatori finalidel resto del listino del costruttore sviz-zero, non è possibile neanche scegliere deicavi di potenza a proprio piacimento, es-sendo le terminazioni per questi realizzatiin maniera da poter allacciare solo i cavidella casa.Il 108 ospita invece dei normali morsettiper non obbligare il loro proprietario aspendere le non poche migliaia di euro ne-cessarie per portarsi a casa i cablaggi FM.

ASCOLTOQuesto “Diaro d’Ascolto” è stato decisocosì, su due piedi, in occasione della visitache ho effettuato presso Audio Graffiti,importatore del marchio elvetico, per lapresentazione del nuovo lettore cd dellaSpectral lo scorso ottobre.Ho visto questi tre apparecchietti che pi-lotavano delle sontuose casse Magico Q5(avete presente?) e non ho resistito, nonavendo mai avuto l’opportunità di ascol-tare in maniera controllata, in casa, i pro-dotti di Manuel Huber.Visto anche che tutti e tre insieme non su-perano i dodici chili di peso, li ho messi inmacchina e con molta calma me li sonoascoltati fino ad oggi, evitando di portarliin redazione, e quindi, come appare evi-dente dalle foto neanche in sala fotogra-fica (non ho neanche tolto la plasticaprotettiva ai frontali).Questi oggetti hanno avuto la ventura dicapitarmi in sala d’ascolto in un momentoin cui la dotazione di altri oggetti in provaera particolarmente ricca.Per cui, inseriti nel mio impianto d’ascoltopersonale, sostituendo una volta il pream-plificatore Klimo Merlin LS+, una voltauna doppia coppia di finali Klimo Beltainee una volta sia il primo che i secondi perpilotare i diffusori Merlin VSM MXR, sisono interfacciati anche con il preamplifi-catore Spectral 30SS G2, i finali CaryAudio Cad 805 Anniversary (di cui prestopotrete leggere le relative schede d’ascolto)e con i diffusori Wilson Audio Duette (lacui prova è stata pubblicata sullo scorsonumero di Fedeltà del Suono).

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Dunque, iniziamo dal preamplificatoreFM 155.In tutte le configurazioni d’ascolto il suocarattere sonico è stato sempre facilmenteindividuabile, carattere che è in manieraincontrovertibile definibile come chiaro,linearissimo, e metronomicamente infles-sibile.Immaginate di togliere a qualsiasi pro-gramma musicale una leggerissima patinadi lordura, che evidentemente è presenteanche quando non sembra affatto possi-bile che ci sia, e otterrete il suono del 155.Il suo ingresso in campo è tale da far ap-parire tutte le altre elettroniche, e special-mente il Klimo Merlin, come dotate di unleggero effetto loudness.Il 155 rende il messaggio sonoro media-mente più asciutto, controllato, veloce. In associazione con i suoi finali, i qualisono stati lasciati in un primo momentocon il controllo di guadagno al massimocosì come mi erano stati consegnati, lamanopola del volume non ha mai supe-rato le ore nove di apertura.In questa configurazione l’unico paragonesonico che mi viene da fare è quello ti-pico dei registratori DAT. Un suono ultraveloce, stentoreo, raffinatissimo ingamma alta, aperto in gamma media econ un basso solido, dal notevole clan-gore, tremendamente a fuoco e control-lato.Talmente tanto controllato che, franca-mente, dopo un po’, ho cominciato ad ar-meggiare con il cacciavite per regolare ilguadagno dei finali verso posizioni menoestreme.Si perché, anche se li per li, la sensazionedi pulizia, di nitore, di apertura è davverostraordinaria e spinge ad ascoltare moltidei dischi che si amano di più, anchequelli non esattamente ben registrati pervia della capacità di queste macchine diriuscire a cesellare finemente anche leasprezze più dure, a lungo andare ci si ri-trova a chiedere di più in termini di coin-volgimento emotivo.Prima ancora di dedicarmi al settaggio delguadagno dei finali però, ho provato ascollegare il pre 155 e a far suonare i fi-nali 108 con il preamplificatore Klimo.

E qui le cose sono migliorate per quantoconcerne la risposta in basso, non in ter-mini di estensione ma di contenuto ar-monico, perdendo però il clangore e unaparte delle velocissime prerogative dicontrollo del pre svizzero, e di piacevo-lezza generale.Ovvero, come un ascolto senz’altro menoaccurato e preciso può, in talune circo-stanze, essere battuto da un suono menoraffinato e corretto ma senz’altro più ac-condiscendente e meno stancante. Qualesia il migliore è un autentico dilemma.Per contro, il collegare il 155 ai finaliKlimo rendeva la prestazione molto vicinaal mio ideale sonico, fatto di ariosità, det-taglio, raffinatezze distribuite su tutta lagamma.Soltanto che con i Beltaine non riuscivoad estrarre granché dalle Wilson. E sic-come le Duette erano in prova proprio inquei giorni ho deciso di incrociare i duefinali 108 con il pre Spectral 30 SS G2.Così facendo ho ottenuto un suono lieve-mente più carnoso pur in un ambito diestrema linearità e compostezza dove è ildettaglio fine e la perfetta messa a fuocodel messaggio sonoro a rendere memora-bile qualsiasi ascolto.Molti appassionati tendono a considerareSpectral, specialmente nei pre, come ap-parecchiature ingessate, legnose, tendentiall’azzurrino, in una parola, fredde.Niente di più sbagliato! Leggende metropolitane...Lo Spectral 30SS è un pre che se nonfosse per via di un basso tellurico, pro-fondissimo e sempre molto controllato,potrebbe, in un ascolto al buio, esserescambiato per un valvolare di granderazza.L’ariosità estrema, la totale e assoluta as-senza di grana, la mancanza di qualsiasiforma di artificialità elettronica che pos-siede questo pre si sono dimostrate carat-teristiche vincenti nell’accoppiamento coni finali FM in prova.E veniamo dunque a parlare un poco diquesti straordinari oggetti.Io, devo dire la verità, dopo tanti anni diascolti di oggetti audio di tutti i tipi sonoun poco confuso.

Si perché non capisco più quali siano lecose davvero importanti in un’elettronicadi altissimo livello.Ascoltando i 108 si scopre che un telaioda trenta chili è forse del tutto inutile, cheil fatto di produrre copiosamente calore èindice forse solo di spreco di corrente, chele lunghe teorie di dispositivi di potenzaviste tante volte in amplificatori che pos-siedono la metà della spinta di questisvizzeri forse è addirittura fuorviante.Non sono un tecnico, ho sempre rifiutatodi approfondire certe tematiche, probabil-mente sbagliando, non saprei.Per me è sempre stato importante soltantoil suono finale di un determinato appa-recchio a prescindere da forma, conte-nuto, aspetto, peso, caratteristichetecniche dichiarate.Ebbene, anche se qualcuno potrà darmiuna bella lezione di elettronica applicataall’audio, assumendo che la mia scarsis-sima preparazione scientifica me la possafar comprendere a fondo, resterà per sem-pre nella storia dell’audio questo piccoloamplificatore mono svizzero che conti-nuerà beatamente a fregarsene di tutte leteorie, di tutte le discussioni fra appassio-nati, di tutti i pregiudizi di chi pensa cheun finale potente debba essere grande.Come la mettiamo?Questi gingilli dal peso inferiore ai cinquechili cadauno hanno pilotato le Wilsoncome se stessero muovendo un fuscello e,letteralmente, hanno fornito una grinta(non disgiunta da grazia sopraffina) allemie torri di riferimento, quelle MerlinVSM che molti sbandierano essere adattesolo per le valvole. Ma se non avessi vistocoi miei occhi e sentito con le mie allena-tissime (consentitemelo) orecchie chel’importatore fa suonare egregiamente idiffusori Magico Q5 con i finali 108 di FMAcoustics, stenterei ancora a credere acosa siano stati capaci di fare nella miasala d’ascolto.Con lo Spectral a pilotarli, Spectral che inquest’ultima incarnazione del suo pre topdi gamma ha pensato bene di abbassarneil guadagno, e con il controllo di guada-gno dei finali settato nella posizione mas-sima, semplicemente ho goduto delmigliore ascolto della mia vita nella miasala d’ascolto.In un ambito di assoluta correttezza ge-nerale, la microdinamica, il dettaglio ela ricostruzione spaziale sono a livellialtissimi, con un controllo e una pro-fondità delle basse frequenze da lasciaresbigottiti.Il medio e l’acuto vengono resi con un’in-credibile dose di aria tutt’intorno.I transienti, mai violenti seppure velocis-simi, fulminei, spaventosamente matericie mirabilmente collocati nella scena tri-

Retro del preamplificatore FM155: da sinistra a destra il connettore per l’alimentazione separata, il selet-tore per la messa a terra, le uscite di segnale, ingresso e uscita del tape monitor e la teoria dei 4 ingressi.

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dimensionale risultano, nonostante que-sto, dolcissimi nell’aprire e spargere lecode armoniche successive all’impatto.Le voci sono vere, presenti, stagliate su unfondo nero come la notte, sfondo che rie-sce a rendere anche le più impercettibilisfumature godibili e reali come pochevolte ho ascoltato nella vita.Tornando ad ascoltare i finali con il loropre, noto ancora una qualche eccessivaforma di ritegno armonico, come se cifosse un freno a mano tirato nella capa-cità di librare nell’aria tutto il timbro,tutta la luminosità, tutta la presenza cheinvece la registrazione possiede.Armeggiando con il foruncolino blu delcontrollo di guadagno ho cominciato acapire.Con questo portato al massimo, i finali di-ventano delle micidiali macchine daguerra per quello che riguarda essenzial-mente la capacità di pilotaggio, che au-menta a dismisura, e la resa armonica.Abbassandolo invece, il suono dei 108 di-viene più umano, perdendo rigidezza euna qualche forma di legnosità che colpre della Spectral e con il Klimo Merlinviene sapientemente mitigata.La vera meraviglia si ottiene con il pre155 che pilota i propri finali con il gua-dagno regolato a tre quarti.Il suono si ingentilisce lievemente, queltanto che basta per poter godere fino infondo delle casse armoniche degli stru-menti, della molla del basso, del respirodei cantanti.E per ogni diffusore, e ogni lettore o gi-radischi (e perfino per ogni cavo) che do-vesse cambiare rispetto a una datacatena, occorre spendere del tempo ondetrovare la migliore sinergia fra la spinta,la forza, la dinamica e la grazia, la sci-volosità, l’immensa facilità di emissioneche queste macchine sanno donare aqualsiasi diffusore.Il tempo speso per girare la microscopicamanopolina blu ripagherà con ascolti af-fascinanti, così diversi dal main streamaudio odierno fatto di estremi in evi-denza, di dinamiche esplosive ma prive diquella gentilezza propria che è la caratte-ristica principale di qualsiasi ascolto dalvivo, anche quando si stesse ascoltandouna tromba a tre metri di distanza.Per tentare di essere più chiaro credo chela distorsione prodotta dal trittico svizzerosia bassissima, dannatamente bassa.E la capacità dinamica tremendamentealta.Come altissima è quella sensazione di fe-deltà assoluta al timbro che ci fa sedere difronte all’impianto, chiudere gli occhi evenire teletrasportati in una qualche salaprove dove i nostri beniamini risuonanoper la milionesima volta il loro repertorio.

CONCLUSIONIProdotti seri questi FM Acoustics. Talmente tanto da potere essere immessisul mercato senza nessun riguardo perquelle che gli audiofili considerano coseirrinunciabili: circuitazioni complesse,telai disegnati dal Capitano Spock, pesiingestibili.Non sono del tutto sicuro del fatto chesiano prodotti capaci di conquistarefrotte di appassionati.Qui il gioco si riduce all’osso. Nonostantela possibilità di condire il suono al con-torno scegliendo diffusori e sorgenti chein un modo o nell’altro converganoverso il proprio ideale sonico, la cifra sti-listica di questi apparecchi è l’assoluta li-nearità, un’ampiezza di banda incredibilee una forza nel pilotaggio che può de-stabilizzare chi ricerca un suono inter-pretativo (cosa rispettabilissima e inalcuni casi addirittura raccomandabile).Mi sembra di poter dire che i finali sianomolto più universali del pre, in virtù delcontrollo di guadagno che ne cambia inqualche modo la modalità di funziona-mento senza alterarne il grande rispettoche questi hanno per i timbri, le armoni-che, le dinamiche dei diversi programmimusicali.Il preamplificatore è molto vicino aquello che potrei definire il filo con gua-dagno ideale. Un apparecchio di rara si-lenziosità, capace di porre in evidenza isoggetti sonori in maniera ectoplasma-tica, veloce e raffinatissimo ma che, perla somma di tutti questi superlativi, po-trebbe perfino risultare un poco troppocrudo per una certa parte di appassionati.Se l’impianto già di per sé vira versol’asetticità, la velocità e la trasparenzaestrema si corre il rischio di ottenere so-norità, per quanto realistiche e inappun-tabili, un tantino boreali.Come al solito, la sinergia la fa da pa-drone.Un trittico come questo associato ad undiffusore lievemente scuro, generoso,dal suono grande come le Wilson Duettepuò lasciare tramortiti per sempre, senzapiù possibilità e volontà di cambiare. Ifinali 108 associati ad un pre che va

nella stessa direzione del pre svizzeroma che lascia, nonostante la grande au-torevolezza e linearità, un po’ di spazioal versante romantico della riproduzione(come lo Spectral che ho avuto comecompagno di merende per un lungo pe-riodo) riesce di nuovo a chiudere il cer-chio, spostando la riproduzione versosonorità maggiormente carnose e tur-gide, meno rarefatte ma altrettanto raf-finate.Insomma, è inutile girarci intorno, il preFM 155 e i finali FM 108 rischiano, nonappena portati in casa, di togliere algioco audiofilo un bel po’ del suo fascinoperché immediatamente se ne capiscel’enorme caratura.Ci si siede e ci si domanda cos’altro chie-dere di più e, un secondo dopo, o si de-cide di tenerli per sempre o,coscientemente, li si riporta in negozioper continuare a giocare ancora un po’.Anche se, prima o poi, credo di poter af-fermare che è qui che arriverà chi vuolesolo ascoltare musica ai più alti livelli.Non mi resta che invitare a cena ManuelHuber e vedere cosa ordina...

CARATTERISTICHE TECNICHEFM155Tipo: preamplificatoreCircuitazione: Classe A, assenza di controreazioneIngressi linea: 4 rca, tape monitorControlli: Muting a -20 dB, uscita tape out, mono-stereoPeso: 1,9 KgTelecomando: noPrezzo IVA inclusa: euro 9.990,00FM108Tipo: amplificatori finali monoPotenza di uscita di picco: 140 W @ 8 Ohms; 260 W @4 Ohms; 400 W @ 2 Ohms; Potenza di uscita RMS: 70 W @ Ohms; 130 W @ 4 Ohms; 200 W @2 Ohms Corrente massima all’uscita: 15 A Distorsione: 0,005% THDAmpiezza di banda: 1 Hz to 60 kHz; Settaggio interno per Passa Basso a 1 kHz e 60 kHz e Passa Alto da 1 Hz a 1 kHzTempo di salita: 3 uS Hum & Noise: Migliore di -100 dB Sensibilità di ingresso: 0.9V Impedenza di ingresso: 40 kOhmImpedenza di carico: Da 1 Ohm a 10.000 Ohm. Possibilità di gestire comunque carichi anche inferiori a 1 Ohm. Note: protezione elettronicaPrezzo IVA inclusa: euro 8.280,00 cad.Distributore: Audio Graffiti - Tel. 0373 97.04.85Web: www.audiograffiti.com

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Retro del finale FM108: da sinistra a destra, i morsetti per i diffusori, le alette di raffreddamento, il famigerato pirulino blu e il connettore XLR.

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