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LA VALUTAZIONE, UNA RESPONSABILITÀ DIFFUSA E CONDIVISA a cura della D.S. Daniela Magno Indice UNA SCUOLA DI QUALITÀ PER TUTTI. LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA VALUTAZIONE QUADERNO BIANCO SULLA SCUOLA (Ministero della Pubblica Istruzione-Ministero dell’Economia, settembre 2007) La centralità della valutazione, il ritardo italiano. L’esperienza internazionale. La costruzione di un sistema nazionale di valutazione. La diagnosi. L’IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE ESTERNA ATTI DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE “PERCHÉ L’ACQUA BOLLE” (ADI, 29 febbraio - 1 marzo 2008) Intervento del presidente del servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (invalsi): - Conta la valutazione esterna? Per gli studenti, per le scuole, per le decisioni politiche, per le valutazioni interne - Dove va l’INVALSI: valutazione delle e con le scuole, valutazione esami di stato, valutazione dirigenti scolastici LA SPERIMENTAZIONE BIENNALE. INDICAZIONI DEFINITE, MA NON DEFINITIVE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (Ministero della Pubblica Istruzione, settembre 2007) Presentazione: testo come strumento di lavoro. DIFFUSIONE DI UNA CULTURA VALUTATIVA AI FINI DI UN MIGLIORAMENTO COSTRUTTIVO L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO (Ministero della Pubblica Istruzione, settembre 2007) Rispetto e valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche Valutazione: le responsabilità a livello di micro, meso, macro-sistema PUNTI DI FORZA / CRITICITÀ Il parere degli estensori, G. Domenici e F. Frabboni: - Protagonismo di una scuola reale. - Alcune impurità… tra esse la valutazione.

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LA VALUTAZIONE,

UNA RESPONSABILITÀ DIFFUSA E CONDIVISA

a cura della D.S. Daniela Magno

Indice

UNA SCUOLA DI QUALITÀ PER TUTTI. LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA VALUTAZIONE

QUADERNO BIANCO SULLA SCUOLA (Ministero della Pubblica Istruzione-Ministero dell’Economia, settembre 2007)

La centralità della valutazione, il ritardo italiano.

L’esperienza internazionale.

La costruzione di un sistema nazionale di valutazione.

La diagnosi.

L’IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE ESTERNA

ATTI DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE “PERCHÉ L’ACQUA BOLLE” (ADI, 29 febbraio - 1 marzo 2008)

Intervento del presidente del servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (invalsi):

- Conta la valutazione esterna? Per gli studenti, per le scuole, per le decisioni politiche, per le valutazioni interne

- Dove va l’INVALSI: valutazione delle e con le scuole, valutazione esami di stato, valutazione dirigenti scolastici

LA SPERIMENTAZIONE BIENNALE. INDICAZIONI DEFINITE, MA NON DEFINITIVE

INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (Ministero della Pubblica Istruzione, settembre 2007)

Presentazione: testo come strumento di lavoro.

DIFFUSIONE DI UNA CULTURA VALUTATIVA AI FINI DI UN MIGLIORAMENTO COSTRUTTIVO

L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO (Ministero della Pubblica Istruzione, settembre 2007)

Rispetto e valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche

Valutazione: le responsabilità a livello di micro, meso, macro-sistema

PUNTI DI FORZA / CRITICITÀ

Il parere degli estensori, G. Domenici e F. Frabboni:

- Protagonismo di una scuola reale.

- Alcune impurità… tra esse la valutazione.

QUADERNO BIANCO SULLA SCUOLA

Ministero della Pubblica Istruzione - Ministero dell’Economia e delle Finanze

settembre 2007

La centralità della valutazione, il ritardo italiano

Il prolungato insuccesso nell'avviare un sistema nazionale di valutazione sugli apprendimenti, anche dopo l'avvio del decentramento, è un fattore importante del ritardo italiano. Ha impoverito gli strumenti a disposizione degli insegnanti per orientare la propria attività; ha privato le autorità di governo della scuola della possibilità di apprezzare i risultati del sistema e di fissare operativamente standard di apprendimento; non ha permesso l'adozione di strumenti innovativi per monitorare e favorire i progressi delle singole scuole; ha tolto, assieme alle incertezze sulla credibilità dei titoli, uno strumento di guida per studenti, famiglie e interessi del territorio.

L’esperienza internazionale

In base all'esperienza internazionale, la limitazione della misurazione degli apprendimenti alle sole conoscenze e competenze misurabili e la sofisticazione dei metodi con cui valutare il contributo della scuola a questi risultati (scontando le origini sociali degli studenti e il contesto territoriale) richiedono che l'utilizzo della valutazione, qualunque esso sia (per azioni rimediali, promozione di voice o exit degli studenti, incentivazione delle scuole e degli insegnanti, integrazione dell'autovalutazione), non avvenga con automatismi. Gli automatismi, specie se perduranti e rigidi nel tempo, tendono a produrre effetti perversi sulla qualità della scuola, quali la distorsione dei contenuti dell'insegnamento, la penalizzazione delle eccellenze e delle situazioni di massimo ritardo, fino all'emarginazione delle sezioni più deboli della popolazione studentesca. È tuttavia possibile utilizzare in modo appropriato la valutazione degli apprendimenti e del valore aggiunto della scuola. A questo fine è opportuno:

- misurare sia conoscenze e abilità, sia competenze; - valutare i progressi degli studenti nel tempo, anziché effettuare confronti fra scuole

o nel tempo di aggregati studenteschi diversi; - assicurare flessibilità e modificabilità nelle regole di impiego dei risultati della

valutazione; - combinare utilizzi diversi dei risultati, attivando, a un tempo, l'azione rimediale

disegnata con insegnanti e scuola, l'incentivo contrattuale e la promozione dell'attivismo da parte degli utenti del servizio;

- fornire alle scuole e agli insegnanti un supporto affinché i risultati delle valutazioni divengano parte del miglioramento concreto dell'azione educativa.

UNA SCUOLA DI QUALITÀ PER TUTTI

LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA VALUTAZIONE

La costruzione di un sistema nazionale di valutazione

I tentativi di costruire un sistema nazionale di valutazione in corso da oltre quindici anni non hanno ancora sortito un risultato. La reazione degli insegnanti non è mancata: in molte realtà, in larga misura del Nord, la realizzazione di percorsi di autovalutazione, la costruzione di reti fiduciarie fra scuole, i rapporti con il tessuto economico territoriale (per gli istituti tecnici e professionali), il ricorso esteso a OCSE-PISA o a valutazioni esterne ad hoc hanno dato impulso e strumenti per indirizzare l'azione formativa e migliorarne l'efficacia. Ma, oltre alla natura territoriale circoscritta, queste esperienze non possono permettere quella verifica e tutela di standard nazionali di apprendimento e quel confronto su dati condivisi che è proprio di un sistema scolastico nazionale. Sono le debolezze che hanno concorso alla sofferenza del sistema italiano.

La diagnosi

L'esperienza italiana mostra comunque che:

- la valutazione (anche esterna) è richiesta dalla maggioranza degli insegnanti, anche se esiste una minoranza contraria che la vede come uno strumento di controllo, anziché un mezzo per migliorare;

- nelle esperienze locali, dove si manifesta l'autonoma volontà delle scuole di ricorrere alla valutazione, anche esterna, vi è grande attenzione alle modalità di circolazione dei risultati;

- l'insuccesso dei tentativi di costruire un sistema nazionale di valutazione è legato in forte misura all'assenza di chiarezza circa il suo utilizzo e ad una sottovalutazione dello straordinario impegno di ricerca, organizzativo e professionale necessario per raggiungere quel risultato;

manca una base informativa di riferimento: i risultati delle indagini esistenti non sono tutti facilmente accessibili e in generale si è fatta troppo poca valutazione degli effetti della valutazione (A.A.V.V., 2007).

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M.P.I., Slide n. 25, 21 settembre 2007

ATTI DIEL SEMINARIO INTERNAZIONALE “PERCHÉ L’ACQUA BOLLE”

ADI, 29 febbraio - 1 marzo 2008

Il parere del presidente del servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI)

Conta la valutazione esterna? Per gli studenti, per le scuole, per le decisioni politiche, per le valutazioni interne

Restituisce consapevolezza agli studenti

In primo luogo restituisce consapevolezza agli studenti. Una valutazione esterna permette un posizionamento su una scala assoluta piuttosto che su una scala relativa. Mi spiego con un esempio. Se io fossi un insegnante in una classe difficile, cosa potrei fare? Non potrei che aggiustare la soglia rispetto agli alunni che mi trovo di fronte. E questo spiega perché non si riscontrano grandi differenze nei punteggi fra le varie aree del paese. Non si possono bocciare 20 alunni nelle classi difficili del mezzogiorno o delle aree povere deindustrializzate del nord. Gli insegnanti cercano di aiutare chi sta più in basso. Però capita che il posizionamento su quella soglia relativa non tiene mai presente l'eccellenza. E non è un caso che in Italia abbiamo ovunque pochissime eccellenze. Ad esempio i dati PISA del Veneto sono straordinari in termini di rendimenti medi, ma anche in questa regione ci sono pochissime eccellenze. Perché? Ci dobbiamo interrogare su questo. L'assenza di un parametro standardizzato e uniforme rischia di non far correre i cavalli che potrebbero correre.

Restituisce consapevolezza alle scuole

E ancora restituisce consapevolezza alle scuole, trasformandosi in un grande stimolo al miglioramento, indipendentemente dai meccanismi istituzionali che si possono adottare nell'utilizzo delle valutazioni. Ci sono meccanismi istituzionali che ricorrono più al mercato: si pubblicano i dati, perché le famiglie conoscano le scuole che hanno di fronte e possano scegliere. Ce ne sono altri più cauti, si inviano ad esempio gli ispettori, che insieme agli insegnanti ragionano e ricercano strategie per migliorare la situazione. In ogni caso, l'elemento portante è dare a tutti cognizione e consapevolezza di chi si è. La valutazione esterna è uno specchio fondamentale per le scuole.

Restituisce consapevolezza ai decisori politici

È uno strumento indispensabile per i decisori politici, perché la conoscenza del sistema li aiuta a identificare le priorità.

L’IMPORTANZA DI UNA VALUTAZIONE ESTERNA

Restituisce credibilità alle valutazioni interne delle scuole

Infine la cosa che più mi preme sottolineare è che non esiste contraddizione tra valutazione esterna e valutazione interna. In presenza di una valutazione esterna, anche la valutazione interna, che le scuole fanno su se stesse, riacquista credibilità . E' questo l'elemento che io considero più importante di tutti: il fatto che le due valutazioni si parlino e, come dicono gli economisti, siano complementari.

Dove va l'INVALSI ?

In conclusione voglio indicarvi alcune linee strategiche su cui stiamo lavorando all'INVALSI. Esse sono così sintetizzabili:

1. Valutazione degli apprendimenti per singola scuola

2. Valutazione delle prove naturali degli esami di stato

3. Valutazione dei dirigenti scolastici:

Valutazione degli apprendimenti per singola scuola

Stiamo lavorando alla definizione di un sistema di valutazione degli apprendimenti per singola scuola, che vorrebbe avere le seguenti caratteristiche:

a) Valutazione con le scuole.

Siamo convinti che se la valutazione non diventerà un elemento che aiuta le scuole nella loro azione, difficilmente si potrà costruire una valutazione utile. Peraltro con indagini di grandi dimensioni non è possibile pensare a somministratori esterni, ad un sistema di controllo esterno che garantisca la qualità dei numeri. Non è possibile per un problema di organizzazione e per un problema di costi. Allora solo una valutazione fatta con le scuole, che valorizzi la necessità per le scuole di avere un punto di riferimento esterno, potrà funzionare.

b) Valutazione come elemento diagnostico

al servizio delle scuole, come elemento fondamentale di conoscenza per consentire alle scuole di intervenire in modo adeguato e coerente

c) Valutazione del valore aggiunto

(in fase di progettazione), per capire e valutare qual è il contributo che, depurato dei vari condizionamenti, la singola scuola di per sé dà (o non dà) agli apprendimenti dei ragazzi.

Valutazione delle prove naturali degli esami di stato

Stiamo lavorando alla valutazione delle prove naturali degli esami di stato, i risultati saranno disponibili fra breve. Quello che abbiamo fatto è stato chiedere ad alcune commissioni degli esami di stato di rinviarci le prove.

Ora le stiamo riesaminando, cercando di capire che cosa si può imparare da queste prove naturali.

E questo per venire incontro a chi dice: "I test di PISA sono lontani dalla nostra tradizione, il modo naturale di esprimersi dei nostri ragazzi sono queste prove legate al nostro modo di insegnare ".

Stiamo cercando di capire se da questi elaborati si possa imparare qualcosa al riguardo.

Valutazione dei dirigenti scolastici

Stiamo lavorando a un modello di valutazione dei dirigenti scolastici. In questo siamo solo consulenti del ministero. Il nostro ruolo è quello di progettare un modello che poi sarà passato al ministero, il quale ne farà presumibilmente oggetto di trattativa. (P. Cipollone, 2008)

PRESENTAZIONE DELLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO: TESTO COME STRUMENTO DI LAVORO

Il testo si presenta come uno strumento di lavoro. In altre parole, come più volte ho ricordato, intendiamo promuovere un processo costante di innovazione, fatto di buone pratiche, di piccoli passi concreti di miglioramento; una via alternativa alla prospettiva sempre un po’ aleatoria di una grande riforma, che finisce per invecchiare ancora prima di realizzarsi.

Il rinnovamento della scuola non può essere solo l’esecuzione o l’applicazione di direttive e decreti, calati dall’alto e imposti dalla norma. Lo escludono la natura stessa dei processi di insegnamento/apprendimento che si realizzano nel vivo di dinamiche relazionali assai complesse, in cui agli operatori scolastici viene riconosciuta un’ampia autonomia professionale.

Il testo che oggi presentiamo costituisce appunto un momento qualificante di questo processo. Le scuole sono infatti chiamate a “ mettere alla prova” le indicazioni nella progettualità e nella quotidianità delle attività di aula. (G.FIORONI, 31 luglio 2007)

LA SPERIMENTAZIONE BIENNALE DELLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO.

INDICAZIONI DEFINITE, MA NON DEFINITIVE

INDICAZIONI PER IL CURRICOLO

per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione

Ministero della Pubblica Istruzione

settembre 2007

L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO: RISPETTO E VALORIZZAZIONE DELL’AUTONOMIA DELLE SCUOLE

Le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole

Valutazione: le responsabilità a livello di micro, meso, macro-sistema

Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.

Alle singole istituzioni scolastiche spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che emergono da valutazioni esterne.

L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione ha il compito di rilevare la qualità dell’intero sistema scolastico nazionale, fornendo alle scuole, alle famiglie e alla comunità sociale, al Parlamento e al Governo elementi di informazione essenziali circa la salute e le criticità del nostro sistema di istruzione, e questo all’interno di un confronto internazionale che oggi va assumendo sempre più rilevanza.

Il punto di forza: protagonismo di una scuola reale

Protagonismo della scuola reale: della periferia, in carne ed ossa. Quest’ultimo punto/qualità - forse il più prestigioso - fa tutt’uno con la richiesta alla scuola militante (agli allievi, agli insegnanti, ai genitori, alle forze sociali) di co-gestire il biennio di

L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

sperimentazione delle Indicazioni per il curricolo. Il che significa non solo democratizzare l’istruzione di base offerta alle giovani generazioni, ma anche dare un salutare giro di manovella alla scuola dell’autonomia : finalmente chiamata a valutare e a decidere la qualità delle conoscenze e delle dinamiche relazionali che intende promuovere nei propri circuiti formativi. (G.DOMENICI, F.FRABBONI,2007)

Le criticità: alcune impurità…tra esse la valutazione

Alcune impurità non permettono di far sì che tutto brilli alla luce intensa nelle Indicazioni per il curricolo. Ci riferiamo a tre parole al maiuscolo dell’alfabeto della scuola che avremmo voluto meglio fondare sul piano teorico e più ricche di suggerimenti empirici: l’ambiente, i disabili, la valutazione.

Nei prossimi due anni di messa-in-forma didattica del Testo Ministeriale, siamo certi che la scuola dell’Autonomia potrà rivolgere particolari attenzioni e proposte di protagonismo formativo a queste tre frontiere educative che sono determinanti per la qualità dell’offerta di istruzione nella nostra scuola di base… Le indicazioni definite, ma non definitive, come è stato più volte ribadito, si arricchiranno non già demagogicamente degli esiti di un tanto improbabile quanto impari dibattito tra le scuole, docenti e più o meno esperti opinionisti a livello nazionale, ma dei risultati di analisi critiche teorico-culturali ed empiriche, immediate, persino preventive, in itinere ed ex post cui potranno partecipare tutti, scuole, famiglie, esperti, enti locali e di ricerca secondo modalità utili per l’affiancamento e l’accompagnamento della prova sul campo. (G.DOMENICI, F.FRABBONI,2007)