LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME STRUMENTO PER LA GESTIONE ... · Istituto Zooprofilattico...

LE ALLERTE NEL SETTORE ALIMETNARE ASPETTI LEGISLATIVI E GESTIONALI

V. Cibin (IZSVe) Vicenza, 11 ottobre 2013

Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie · Laboratorio Analisi del Rischio

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME STRUMENTO PER LA GESTIONE DELLE ALLERTE

Dott.ssa Veronica Cibin

SCS1- Laboratorio di Analisi del Rischio, IZSVE

LE ALLERTE NEL SETTORE ALIMENTARE:ASPETTI LEGISLATIVI E GESTIONALI_Vicenza 11 ottobre




ARGOMENTI

• La valutazione del rischio in sicurezza alimentare: perché, come chi

• La valutazione del rischio in situazioni emergenziali ed ordinarie

• I casi: E.coli O104:H4 e Salmonella Stanley

• Il modello danese: importazione carne fresca di pollame




Obiettivo: evitare l’uso di misure sanitarie & fitosanitarie come barriereingiustificate al commercio, riconoscendo nel contempo il diritto deipaesi a proteggere la salute delle persone, degli animali e delle piante

The WTO Agreement on the Application of Sanitary and

Phytosanitary Measures (SPS Agreement) http://www.wto.org/english/tratop_e/sps_e/spsagr_e.htm

Art5_Assessment of Risk and Determination of the Appropriate Levelof Sanitary or Phytosanitary ProtectionMembers shall ensure that their sanitary or phytosanitary measures arebased on an assessment, as appropriate to the circumstances, of the risksto human, animal or plant life or health, taking into account riskassessment techniques developed by the relevant internationalorganizations.

http://www.wto.org/english/tratop_e/sps_e/spsagr_e.htm




SPS Agreement

Sicurezza alimentare: (FAO&WHO Codex Alimentarius)

Sanità animale (OIE)

Sanità delle piante (FAO)

http://www.codexalimentarius.org/

PRINCIPLES AND GUIDELINES FOR THE CONDUCT OF MICROBIOLOGICAL RISK

ASSESSMENTCAC/GL-30 (1999)

http://www.codexalimentarius.org/




VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Stima della probabilità e della gravità con cui il pericolo si concretizza

in un evento avverso per la salute

• Definizione

ANALISI ≠ VALUTAZIONE




• Obiettivi

Fornire strumenti al RM per prendere decisioni su basi

scientifiche

Rischio accettabile /

non accettabile

Elaborare e implementare strategie per

gestire il rischio

RISK MANAGER

Piano politico-decisionale

RISK ASSESSOR

Piano tecnico-scientifico




• Principi

Prendere decisioni su base

scientifiche

Valutazione del rischio

Obiettiva

Indipendente

Trasparente




• La valutazione del rischio qualitativa

Mancanza dati scientifici

Tempo e risorse limitate

OUTPUT

• Rischio alto• Rischio medio• Rischio basso

Approccio qualitativo




• L’approccio quantitativo deterministico

Approccio quantitativo deterministico

VALORE PUNTUALE

Trascura la variabilità

Trascura l’incertezza

Semplicità computazionale




• L’approccio quantitativo stocastico

Include variabilità

Include l’incertezza

Complessità computazionale

Approccio quantitativo stocastico

Maggiore aderenza alla realtà




Distribuzione del rischio

• La simulazione stocastica, in pratica

MEDIA

MODA

MEDIANA

VARIANZA

PERCENTILI

MINIMO

MASSIMO




LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

STIMA DEL RISCHIOCaratterizzazione del rischio OUTPUT QUANTITATIVO

Identificazione del pericolo

Caratterizzazione del pericolo

AGENTE

CAUSA EFFETTO

GRAVITA’ E DURATA

FATTORI

DOSE - RISPOSTA

PROBABILITA’ ESPOSIZIONE

MODELLO DI RISCHIO

DAT

I & Q

UA

LITA

’

Valutazione dell’esposizione




Costruzione della risk pathway

Struttura del problema

Analisi relazioni tra “eventi”

La valutazione dell’esposizione

Analisi “eventi” coinvolti

Eventoavverso

Fonte dipericolo




Come presentare i risultati

STIMA DEL RISCHIO INCERTEZZA

ASSUNTI

VALIDAZIONE

ANALISI SENSIBILITA’

Confrontare il risultato della valutazione del rischio con dati raccolti in modo indipendente

- confronto con dati epidemiologici

Confronto con dati reali




PERCHE’, COME……CHI

Laboratorio di Analisi del Rischio – SCS1




VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN SITUAZIONI EMRGENZIALI E SITUAZIONI ORDINARIE

Nelle situazioni emergenziali la valutazione el rischio prevede di assemblare in modo rapido e sistematico tutte

le informazioni disponibili




Principi della valutazione del rischio applicata al commercio

• Il rischio zero è incompatibile con il commercio attivo

• Un paese è libero di definire il proprio ALOP

• Le restrizioni devono essere supportate dall’evidenza scientifica ed essere in linea con gli

ALOP di quel paese

• Il processo dev’essere trasparente

IL MODELLO DANESE: importazione carne fresca di pollame

Relatore

Note di presentazione

The transparent part means that someone should be able to perform a risk analysis without having to reinvent the wheel. While it should be rigorous, it should also be country independent, i.e. what you require of exporters to your country should be required of you to theirs.




IL MODELLO DANESE: importazione carne fresca di pollame“RISK ASSESSMENT OF CAMPYLOBACTER IN FRESH MEAT”

Articolo 50 “Sistema di allerta rapido” del Reg. 178/2002

3. …gli Stati membri notificano immediatamente allaCommissione quanto segue:c) Qualsiasi situazione in cui l’Autorità Competente abbiarespinto una partita, un container o un carico di alimentio di mangimi ad un posto di frontiera dell’Unine Europeaa causa di un rischio diretto o indiretto per la saluteumana.




stimare il livello di rischio di campilobatteriosi a seguito del consumo di carne di pollame in termini

di differenza rispetto ad una situazione di base

Obiettivo

National Food Institute




SITUAZIONE DI BASE

DATI LOTTO IMPORTATO

RAM

STIMA INCREMENTO DI RISCHIO RISPETTO ALLA

SITUAZIONE BASE

BASELINE




DATI LOTTO IMPORTATO

RAM

11/12 campioni positivi (91%)

ufc/g da 500 a 26.000

Rischio stimato 13.4 > rispetto al baseline




Modello complesso di rischio

Descrive in termini di prevalenza e concentrazione la trasmissione del patogeno nelle fasi successive all’allevamento

Suddivisione del processo in sub‐unità costituite dalle fasi: macello+trasformazione, consumo.

Rosenquist et al., 2003. Int J Food Microbiol 83, 87‐103




CONSIDERAZIONI SUL MODELLO ROSENQUIST E COLL.

Relazione lineare traprevalenza di gruppi positivie % di animali positivi allafine della macellazione erelazione lineare traprevalenza di gruppi positivie casi umani

Relazione lineare tra % di persone che non lavano il tagliere e casi umani

NUMERO DI CASI STIMATI DAL MODELLO COMPATIBILE CON I DATI EPIDEMIOLOGICI




CARATTERISTICHE DEL “MODELLO DANESE”

STRATEGIA DI CONTROLLO DELLE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI BASATA SULL’ANALISI DEL RISCHIO

PRIORITIZZAZIONE: CAMPILOBATTERIOSI •TREND DEI CASI UMANI•ELEVATA PREVALENZA NEI PRODOTTI AVICOLI (33% nel 1999)•STUDI CASI-CONTROLLO: CONSUMO/MANIPOLAZIONE DI P. AVICOLI

DISPONIBILITA’ DI DATI QUALITATIVI E QUANTITATIVI

CONSUMPTION PATTERNS PER ETA’ E SESSO + DATI DEMOGRAFICI




Campylobacter jejuni/coli

Salmonella spp.

DATI EPIDEMIOLOGICI: CASI DI CAMPILOBATTERIOSI DK




Modulo 1Macellazione e trasformazione

Modulo 2Fase del consumatore

casi di campilobatteriosi

P di partire di broiler + a Campy(baseline 2008)DK 19%UK 75.3%IT 63.3%

DK: 63.4/100.000UK: 90.9/100.000

IT:0.4/100.000

?

FACCIAMO UN ESERCIZIO

IMPORTANTE AVERE DATI ROBUSTI

DATI

IT:?




Take home message

L’uso della valutazione del rischio nelle allerte èpossibile….ed utile quando finalizzato ad una strategia per la gestionedel rischio

La valutazione del rischio richiede molte risorse

La valutazione del rischio non emette giudizi, rispondea domande precise sulla base di conoscenzescientifiche e richiede risorse




GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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