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Corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro per Dirigenti Scolastici – “Datori di lavoro” e Direttori dei Servizi Generali Amministrativi
Unità didattica n.2
Prof. Stefano GrimazDirettore Centro studi e ricerche SPRINT
Università degli Studi di Udine
Centro studi e ricercheSICUREZZA E PROTEZIONE DAI RISCHI NATURALI E TECNOLOGICI
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Universitàdegli Studidi Udine
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaUfficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia - Direzione Generale
34123 TRIESTE - via Santi Martiri, 3 - tel. 040/4194111 - fax 040/43446 - C.F. 80016740328e-mail: [email protected] - sito web: http://www.scuola.fvg.it/
IL PROBLEMA
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO IN AMBITO SCOLASTICORischi legati alle struttureRischio chimicoRischio biologicoRischio d’infortunioRischio d’incendioRischio ergonomicoRischio da stress-lavoro correlato
INDICE INTERVENTO
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
CONSIDERAZIONI FINALI
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI (premessa di carattere metodologico)
I CONCETTIL’APPROCCIO METODOLOGICO
LINEAMENTI APPLICATIVIDELL’APPROCCIOMETODOLOGICO
Intervallo
ESERCITAZIONE (presentazione e discussione di casi pratici)
2.1
2.2
2.3
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IL PROBLEMA
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
proviamo a fare un giro con l’RSPP in un luogo di lavoro…”scolastico”ad esempio in un Istituto tecnico …
perché la devo fare?
prendiamo un block notes e
VALUTAZIONE DEI RISCHI?
cos’è?
a cosa mi serve?
INIZIAMO DA UN LABORATORIO
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3
2 1
8
7
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4
La realtà..
e da un’occhiata alle “carte”.. sempre che siano disponibili..
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E FUORI …
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56
2
La realtà..
mentre il progetto riporta …
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3
Carico incendio > 30 kg/mq ? Quantitativo carta > 50 q ?
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il progetto riporta …
Portanza solaio ≥ 600 kg/mq ?
CONTINUANDO IL GIRO …
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A COSA PORTA LA VALUTAZIONE
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LISTA DI PROBLEMI IDENTIFICATI
CARATTERIZZAZIONE IN TERMINI DI LIVELLI DI CRITICITÀ
QUAL È L’ESITO DELLA NOSTRA VALUTAZIONE?
Stato di fatto in termini di Problemi/criticità/carenze presenti
DI FATTO LA VALUTAZIONE DOVREBBE PORTARMI A CONOSCERE
Sostanziali Formali
da un punto di vistaoperativo-gestionaleè utile criticità e carenze
PER CHE FINE?
PER CERCARE DI RIMUOVERLI!
CAPIRE LE CAUSE (PERCHÉ?)
DISTINGUERE
DALL’ESIGENZA DI INTERVENTO ALL’INTERVENTO
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Ho gli strumenti e le risorse?
Sono titolato, ho la competenza, il potere
Posso bloccare le attività istituzionali?
Stato di fatto con criticità/carenze
Condizione di arrivo priva di criticità/carenze
COME?
CHI?
QUANDO?
STRATEGIA DI INTERVENTO/GESTIONE
“INDIVIDUAZIONE E DEFINIZIONE DEL DA FARSI”
Esigenza di intervento
che significarispondere alleseguenti domande
PERCHÈ?A cosa vado incontro se non agisco?Cosa risolvo se agisco?
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? TUTTO DIPENDEANCHE DAcosa è statoscritto negli atti:
E SE …
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Dove facciamo passare gli scarichi?
Chi fa la manutenzione degli idranti?
Posso intervenire sugli impianti?Come gestiamo l’emergenza?
T = Ente terzoS = Istituto scolastico
Le cose si complicano …
L’attività è ubicata al PT e interratodi un edificio di terzi occupato ancheda altri soggetti
S
S
E NON DIMENTICHIAMOCI DI …
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Chi li sceglie?Chi li fornisce ?Su chi grava la spesa ?
Operatore di Ente terzo
Tirocinante
Collaboratoreco.co.pro.
DPI
Sorveglianza sanitaria
Chi la effettua ?Su chi grava la spesa ?
RADRL
4
1
5
2
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LABORATORIO
ManualeProcedure
? DIPENDEda cosa è statoscritto negli atti
3
InformazioneFormazione
6
CHI HA CONTRIBUITO A DEFINIRE LA SITUAZIONE?
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Chi ha utilizzato in modo improprio gli spazi?Chi ha stipulato il contratto o la convenzione?
Chi ha scelto, acquistato, fornito, conservato i DPI ?
Chi ha acquistato le tende o le poltroncine (e chi ne ha stabilito i requisiti)?
Chi ha reso non prontamente usufruibili i sistemi di sicurezza?
Chi ha organizzato il lay-out e le procedure interne?
Chi ha detto cosa si poteva fare e cosa no?
Chi ha trasportato le sedie, installato i rivestimenti, dove sono i certificati?
Chi si è coordinato con la Ditta delle pulizie per il DUVRI e il DURC?
Chi ha acceso il rapporto con il soggetto e chi lo ha autorizzato all’accesso?
Chi ha modificato la destinazione d’uso senza autorizzazione?
Chi ha introdotto attrezzature incompatibili o non montate in modo corretto?
Chi ha incrementato il carico d’incendio?
COSA CI DIMOSTRA L’OSSERVAZIONE DELLA REALTÀ
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Fattori che concorrono a definire effettive condizioni di sicurezza
approvvigionamenti
progettazioneallestimentoambienti
condizioni esercizioregolevincoliprocedure
informazioneformazionepersonale
modifica e mantenimentoambienti-attr.
gestione attivitàordinarie emergenza
valutazioniverifichesorveglianzarevisioni
CONDIZ
IONI
DI
SICU
REZZ
A
formalizzazionerapporti
scelte
chi e’ opportuno coinvolgere?
TUTTI!
SI TRATTA DI UN PROBLEMA ORGANIZZATIVO!
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NE DERIVA CHE
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Non essere organizzati per gestire la sicurezzaè il “fattore di rischio primario” che determina tutti gli altri rischi
Il problema organizzativo è centrale
per gestire la sicurezza ènecessarioORGANIZZARSI!
È utile dotarsi di un MODELLO ORGANIZZATIVOcondiviso, partecipato, efficace e funzionale
Per gestire il problema della sicurezza
Chi può (e deve) “organizzare l’organizzazione”?La domanda che ci tocca da vicino:
E PENSARE CHE…
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Chiarimenti sull’applicazione del D.Lgs. 626/94della Circolare M.L. 102/95
“Il D.L.gs. 626/94 nel suo complesso non comporta che modifiche limitateAlla precedente normativa, in quanto è soprattutto mirato ad unaDIVERSA IMPOSTAZIONE DEL MODO DI AFFRONTARE LE PROBLEMATICHE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
DA UN APPROCCIO TECNICO AD UN APPROCCIO GESTIONALE
Le innovazioni introdotte dal D.Lgs 626/94 tendono infatti ad istituire nell’Azienda (leggasi scuola) UN SISTEMA GESTIONALE PERMANENTE E ORGANICO DIRETTO ALLA INDIVIDUAZIONE, VALUTAZIONE RIDUZIONE E CONTROLLO COSTANTE DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI”
già nel 1995
indicazione implicita/consiglio è un indicazione di legge(art. 30 modelli organizzativi di gestione)
ADESSOPRIMA D.Lgs. 81/08
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ATTENZIONE CHE L’EMANANDO REGOLAMENTO…
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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
CAPO I
Art.71. L’informazione, la formazione e l’addestramento costituiscono efficaci strumenti di prevenzione, elementi fondamentali per
l’attiva partecipazione di ciascun lavoratore al sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, …
Regolamento recante disposizioni per l’applicazione del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.ai sensi dell’art. 3 comma 2 agli istituti di istruzione ed educazione di ogni
ordine e grado ed alle università, agli istituti di istruzione universitaria e alleistituzioni dell’alta formazione artistica
ISTITUTI DI ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE DI OGNI ORDINE E GRADO
<omissis>
<omissis>
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE-AZIONE-CONTROLLO
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INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
ANALISI DEL PROBLEMA
VALUTAZIONI DI SINTESI
INDIVIDUAZIONE DEL DA FARSI
PROGETTAZIONE DELLE AZIONI
PROGRAMMAZIONE DELL’ATTUAZIONE
ASSEGNAZIONE COMPITI STRUMENTI E RISORSE
ATTUAZIONE
VERIFICA RISULTATI
OBIETTIVO CENTRATO
PROBLEMA OBIETTIVO
NO OK OK
Il processo logico di riferimento
Valutazione dei rischi
Piano di gestione dellasicurezza
Safety audit
Individuazione misure prevenzione e protezione
Gestione del rischio
Tutela salute e sicurezzasul lavoro
PRO
CESS
O D
OCU
MEN
TATO
DOCUMENTO
Art.28
Art.17
IL D.Lgs 81/08
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IL PROCESSO CHE PORTA ALLA SICUREZZA
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Un PROCESSO GESTIONALE basato su
CONOSCENZABUON SENSO
espresso con pragmatismo anglosassone(dice chiaramente l’ovvio)
Il processo introdotto dalle direttive comunitarie
FARE QUANTO BASTA
ma bisogna farlo!controllando costantemente se gli obiettivi
sono stati raggiunti o meno
Un PROCESSO DI GOVERNO E CONDUZIONECONSAPEVOLE E RESPONSABILE
POSSIBILI PROBLEMI ASSOCIATI ALLE VALUTAZIONI
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
INIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
TOMI DI LETTERE D’INTENTITRATTATI SUL COSA SI DOVREBBE FARE…(ma non si è fatto o non ci si ènemmeno organizzati per farlo)
LA VALUTAZIONE NON DEVE GENERARE “UN NUOVO PROBLEMA”
il/i DVR
CONDIZIONE DI SICUREZZA
ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONECONTROLLO DI EFFICACIA DELLE MISURE ATTUATE
fattibilità, gestione di transitori con ricerca di soluzioni equivalenti
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RICONOSCERE E VALUTARE I PROBLEMI?
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I FATTORI DI RISCHIO
PERCHÉ PUÒ ESSERE FONTE DI PROBLEMI?
COSA PUÒ PROVOCARE E PERCHÉ?
COSA POSSO FARE PER EVITARE GLI ASPETTI NEGATIVI O CRITICI?
COME POSSO TRADURRE L’INDIVIDUAZIONE DELLA SOLUZIONEIN PRATICA?
PER OTTENERE SOLUZIONI DEFINITIVEPER GESTIRE EVENTUALI TRANSITORIPER GESTIRE I PROBLEMI SOSTANZIALEPER GESTIRE I PROBLEMI SUL PIANO FORMALE
I CRITERI DI VALUTAZIONE
NBNON SI TRATTA DI UNA VALUTAZIONE FINE A SE STESSA MA DI UNAVALUTAZIONE FINALIZZATA AL RICONOSCIMENTO E ALLA CATEGORIZZAZIONE E RIMOZIONE DEI PROBLEMI/CRITICITÀ RISCONTRATI
COSA PUÒ ESSERE FONTE DI PROBLEMI PER LA SALUTE E SICUREZZA?
FATTORI DI RISCHIO PIÙ COMUNI
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Fattori di rischio più comuni
- Luoghi di lavoro - Microclima- Attrezzature di lavoro - Radiazioni ionizzanti- Agenti chimici - Radiazioni non ionizzanti- Agenti biologici - Rumore- Agenti fisici - Vibrazioni- Elettricità - Movimentazione di carichi- Incendio - Fattori ergonomici- Esplosione - Aspetti organizzativi e gestionali
FATTORE DI RISCHIO
POSSIBILE CAUSA DI
CONSEGUENZANEGATIVA⇒
(IN DETERMINATE CONDIZIONI)
COSA?PERCHÈ?
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CRITERIO DI RIFERIMENTO PER VALUTARE I RISCHI
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Agenti avversi
Bersaglio
IL DANNO DERIVA DALL’INTERAZIONE DI UN AGENTE AVVERSO E UN VALORE ESPOSTO
persone
beni materiali
ambiente
DANNO
IMPATTO/INTERAZIONE
Livello nontollerabile
Vita incolumità salute
Equilibrio ecosistema
Valore economico funzionale
valorielementi a rischio
ASSENZA DI DANNO
IMPATTO/INTERAZIONE ATTENUATA O ELIMINATA
LivelloaccettabileBARRIERA
DPC DPI
Il RISCHIO misura il DANNO ATTESO (focus sulle conseguenze)
EVENTOCIRCOSTANZASITUAZIONE
AVVERSI
FATT
ORI
D
I RI
SCH
IO
FATTORI DI RISCHIO E RISCHI
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RISCHI CHIMICI
RISCHI BIOLOGICI
RISCHI FISICI
RISCHI INFORTUNISTICI
RISCHI LEGATI ALL’AMBIENTE DI LAVORO
RISCHI LEGATI ALLA DIMENSIONE PSICOSOCIALE
ATT
IVIT
À
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COSA PUÒ ACCADERE?
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Caduta di personeCaduta di oggettiUrti o investimentiTagli e puntureIntappolamenti e schiacciamentiLesioni agli occhiLesioni da scoppioLesioni da sforzoLesioni da animaliUstioniUstioni chimicheSoffocamento e asfissiaAnnegamentoContatti elettriciEsposizione a radiazioniIncendi ed esplosioni
LA GENESI (LESIONE)
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contusioneschiacciamentolacerazionetaglioamputazioneustione..
eventi lesivi
arti superiori
testa toraceaddomeschiena
arti inferiori
PARTI DEL CORPO SEDE DELLA LESIONE
eventolesivo lesione
tempi immediati o comunque brevi
causa violenta
morte
inabilità
Lesione:qualsiasi alterazione anatomica o funzionale prodotta in un organo o tessuto da un agente la cui capacità di offesa è maggiore della capacità di resistenza dell’organismo
evento lesivo avvenuto per causa violenta, da cui deriva la morte o un’inabilità permanente, assoluta o parziale ovvero un’inabilitàtemporanea.
Infortunio
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DOVE, QUANDO?
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PASSI OPERATIVI: analisi dei fattori che possono concorrere a definire i rischi
Luoghi di lavoro- Aree di transito (superfici irregolari, superfici scivolose,
spigoli, bordi acuminati, parti abrasive, parti sporgenti, ecc.)- Contemporanea presenza di veicoli e lavoratori- Spazi ristretti (spazi limitati, serbatoi, vasche, ecc.)- Disordine e scarsa pulizia- Scale (a gradini, a pioli, di corda, ecc.)- Lavori in altezza- Posizioni e/o movimenti innaturali- Posto di lavoro instabile- Oggetti immagazzinati- Vetrate- Illuminazione
Attrezzature
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PASSI OPERATIVIanalisi dei fattori che possono concorrere a definire i rischi
Attrezzature di lavoro- Macchine con organi in movimento- Proiezione di scintille, schegge, oggetti o fluidi- Utensili e attrezzi manuali- Apparecchi di sollevamento- Mezzi di trasporto- Videoterminali
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Attrezzature
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Attrezzature
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fresatrice
torniotrapano a colonna
Criteri:
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RISCHI CHIMICI
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Corrosione
IrritazioneReazioni allergicheSoffocamento asfissiaCancroDisturbi all’apparato riproduttivoEffetti negativi sul feto
Avvelenamento
RISCHI CHIMICI
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PASSI OPERATIVI
Agenti chimici- Sostanze chimiche (inalazione, ingestione e assorbimento
cutaneo di liquidi, polveri, aerosol)- Sostanze sensibilizzanti- Possibilità di asfissia per mancanza di ossigeno
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RISCHI CHIMICI
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LA GENESI (CONTAMINAZIONE)
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per inalazione per ingestione
per via cutanea
VIE DI INTRODUZIONE DELL’AGENTE CONTAMINANTE
Monitoraggio biologicoSorveglianza sanitaria
malattia professionale
esposizione
introduzione/accumulo
controllo dell’esposizione
alterazione biologiche
agente
come avviene:
Le sostanze chimiche si accumulano in determinati organi od apparati nei quali producono degli effetti tossici localmente o in altri organi e apparati
es: cadmio rene insufficienza renale
benzene fegato(metabolita) leucemia
Le radiazioni ionizzanti provocano effetti biologici di alterazione cellulare sugli apparati irraggiati o contaminati
es: raggi x,γ effetti stocastici leucemia, cancro
effetti non stocastici cataratta,
sterilità,
dermatiti, cancro
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Conoscere “il nemico”
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Esplosivo
E
Comburente
O
Facilmenteinfiammabile
F
Estremamenteinfiammabile
F+
T
Tossico
T+
Molto Tossico
C
Corrosivo
Xn
Nocivo
Xi
Irritante
N
Pericolosoper l’ambiente
Simboli di pericolo
Conoscere “il nemico”
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Xn
FTOLUENE
BONCOLOR1 bis, rue de la source92290 Porty
R11 - Molto infiammabileR20 - Nocivo per inalazione
S16 - Conservare lontano da qualsiasi fonte di accensione. Non fumare.S25 - Evitare qualsiasi contatto con gli occhi.S29 - Non gettare i residui negli scarichi fognari.S33 - Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche
Nocivo
Facilmente infiammabile
Xn
FTOLUENE
BONCOLOR1 bis, ruede lasource92290Porty
R11 - Molto infiammabileR20 - Nocivo per inalazione
S16 - Conservare lontano da qualsiasi fonte di accensione. Non fumare.S25 - Evitare qualsiasi contatto con gli occhi.S29 - Non gettare i residui negli scarichi fognari.S33 - Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche
Nocivo
Facilmente infiammabile
Frasi di rischioConsigli di prudenza
FRASIRS
SIMBOLI DI PERICOLO
FABBRICANTENOME COMMERCIALE
Etichettatura
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Conoscere “il nemico”
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Scheda di sicurezza
SEZIONI1 - elementi identificativi della sostanza2 - composizione/Informazioni sugli ingredienti3 – identificazione dei pericoli4 – misure di primo soccorso5 – misure antincendio6 - provvedimenti in caso di dispersione
nell’ambiente7 - manipolazione e immagazzinamento8 - controllo dell’esposizione/protezione
individuale9 – proprietà fisiche e chimiche10 - stabilità e reattività11 - informazioni tossicologiche12 - informazioni ecologiche13 - considerazioni sullo smaltimento14 - informazioni sul trasporto15 - informazioni sulla normativa16 - altre informazioni
14. INFOR
15. INFORM
16. ALTRE
10. STAB
13. CONSI
11. INFOR
12. INFO
6. MISURE
5. MISURE
7. MANIP
8. CONTR
9. PROPREIT
ACETONITRILE T F
Data di aggiornamento:
1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETÁ
2. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONI SUGLI INGREDIENTI
3. INDICAZIONE DEI PERICOLI
4. MISURE DI PRIMO SOCCORSO
Codice scheda: CE0080 Nome commerciale ACETONITRILE Tipo di prodotto ed impiego: Prodotto chimico di laboratorio Nome chimico: ACETONITRILE Sinonimi: Cianomentano: Etanonitrile Numero CEE: 608-001-00-3 Numero EINECS: 2008352 Formula Bruta: CH3-CN Peso Molecolare: 41.06 Società Fornitrice: …………….. …………….. …………….. Riferimenti di emergenza: ……………………………………………………………………
Specifiche generali: >99.8% Acetonitrile CAS 75-05-08 F T R11-R23/24/25
Facilmente Infiammabile – Tossico - Tossico se inalato, ingerito e a contatto con la cute Irritante per gli occhi, dell'apparato respiratorio e della cute. Organi colpiti: Sistema nervoso centrale, Fegato Tenere lontano da fonti di accensione. Vietato Fumare In caso di incidente o malessere, consultare immediatamente un medico (mostrare l'etichetta se possibile) In caso di contatto con gli occhi, sciacquare immediatamente con abbondante acqua e consultare un medico. Indossare indumenti protettivi, guanti e protezione per occhi/volto appropriati.
Risciacquare la cute con abbondante acqua. La contaminazione degli occhi deve venire immediatamente trattata mediante un irrigazione oculare con abbondante quantità d'acqua. In caso di inalazione, trasportare il soggetto all'aria aperta. In caso di arresto della respirazione, procedere con la respirazione artificiale. Se la respirazione risulta difficile, somministrare ossigeno. In caso di ingestione, risciacquare la bocca con acqua, se il soggetto è cosciente. Consultare un medico. Rimuovere e lavare gli indumenti contaminati. Eliminare le scarpe contaminate.
IL FORNITORE E’ TENUTO A FORNIRE ALL’UTILIZZATORE LA SCHEDA DI SICUREZZA DEL PRODOTTO
RISCHI BIOLOGICI
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InfezioniAffezioni-intossicazioniAllergie
AGENTI BIOLOGICIGruppo 1
Gruppo 2
Gruppo 3
Gruppo 4
Agenti che presentano poche probabilità di causare malattie in soggetti umani
Agenti che possono causare malattie in soggetti umani, che non si propagano nella comunità e per i quali sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
Agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che si possono propagare nella comunità ,ma per i quali sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
Agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che si possono facilmente propagare nella comunità e per i quali non sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
VirusBatteriParassitiFunghi
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RISCHI BIOLOGICI
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PASSI OPERATIVI
Agenti biologici- Sostanze batteriche (microrganismi, tossine, ecc.)- Allergeni - Contatto con animali
LA GENESI (IL CONTAGIO)
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Agenti biologici
virusbatteriparassitifunghi
via sessuale
sanguesaliva
aerosol
VIE E VEICOLI DI INTRODUZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO come avviene:
Gli agenti biologici agiscono una volta introdotti nell’organismo.I virus si replicano in determinate cellule provocandone la morte o l’alterazione cellulare (iniziazione processo tumorale o infettivo)I batteri agiscono direttamente tramite l’eliminazione di tossine producendo infezioni in determinati organi od apparati I parassiti agiscono tramite dei vettori (mosche, zecche) provocando alterazioni in determinati organi ed apparati.I funghi agiscono in simbiosi con i virus ed i batteri potenziandone l’effetto infettivo
immunizzazione
agente
introduzione nell’organismo
alterazioni biologiche
evitare il contagio contatto
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I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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RumoreVibrazioniRadiazioni ionizzanti
Radiazioni non ionizzanti
Elettricità
I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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Agenti fisici- Polveri o fibre- Sostanze o superfici ad alta temperatura- Sostanze o superfici a bassa temperatura- Fluidi sotto pressione (aria, vapore, liquidi compressi, ecc.)- Ultrasuoni- Radiazioni non ionizzanti
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I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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Elettricità- Impianti elettrici- Quadri elettrici- Pannelli di comando- Apparecchiature elettriche portatili- Cavi elettrici sospesi o a pavimento
I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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Microclima- Temperatura- Umidità- Ventilazione
Radiazioni ionizzanti- Sorgenti radioattive
Radiazioni non ionizzanti- Radiazioni elettromagnetiche o microonde- Macchine e attrezzature al laser o raggi infrarossi
I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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Rumore- Sorgenti rumorose fisse o mobili
Vibrazioni- Macchine e attrezzature vibranti
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I FATTORI DI RISCHIO FISICI
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IL RISCHIO D’INCENDIO
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Incendio- Sostanze infiammabili- Fiamme libere- Impianti elettrici- Sorgenti ad alta temperatura- Possibilità di provocare inneschi (arco elettrico, cariche
elettrostatiche, scintille per attrito, ecc.)
Gas tossici FumoCalore
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IL RISCHIO D’INCENDIO
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Esplosione- Sostanze esplosive- Sostanze infiammabili- Polveri fini- Possibilità di provocare inneschi (arco elettrico, cariche
elettrostatiche, scintille per attrito, ecc.)- Impianti a pressione (scoppi)
aerodisperdibili
Onda d’urto Lancio “proiettili”
IL RISCHIO D’INCENDIO
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Triangolo del fuoco
GAS
INCENDIO
ESPLOSIONE
SOLIDI LIQUIDI GAS ELETTRICITÀMETALLI
A B C ED
MISCELA INFIAMMABILE
TEMPERATURA
COMBURENTE
COMBUSTIBILE
ATTRITI
REAZIONI ESOTERMICHE
EFFETTO JOULE
e classi d’incendio
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FATTORI ERGONOMICI
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Fattori ergonomici- Disposizione di macchine ed attrezzature- Organizzazione del posto di lavoro- Postura da assumere durante l’attività lavorativa- Conformazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate- Dislocazione coerente dei dispositivi di sicurezza
FATTORI ERGONOMICI
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FATTORI ERGONOMICI
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Movimentazione manuale dei carichi- Necessità di movimentare manualmente i carichi- Disposizione dei piani di lavoro- Postura da assumere nella movimentazione dei carichi- Conformazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate
FATTORI ORGANIZZATIVI E PSICOSOCIALI
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- Organizzazione del lavoro (compiti, funzioni, responsabilità)- Capacità di svolgere correttamente la mansione- Adeguatezza di informazione, formazione e addestramento- Coinvolgimento nel sistema di sicurezza aziendale- Ambiguità del ruolo- Incertezza della dipendenza gerarchica- Carico di lavoro fisico (lavoro monotono, ripetitivo, a turni)- Carico di lavoro mentale (precisione, intensità, controllo)- Lavoro notturno- Variazione di mansione- Spostamento frequente di posto di lavoro- Attività di manutenzione- Manutenzione efficace di impianti, macchine e attrezzature- Sistema di controllo dell’efficienza delle misure di sicurezza
“SOLLECITAZIONI”LAVORO
CORRELATE
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COME COMPORTARSI IN QUESTO (..MIO) CASO:
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ESERCITAZIONE
CASI CONCRETI(POSSIBILI TEMI)
GESTIONE DELLE AULESORVEGLIANZA SANITARIA
LA SCELTA E GESTIONE DEI DPI I LAVORI IN QUOTA
L’USO DEI VDTLA MMC
DIFFERENZA DI GENERE
UN UTILE METAFORA: la scuola come una nave
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
QUALITÀ
AMBIENTESICUREZZA
LAVORARE
IN MODO DA NON FARSIMALE O AMMALARSI
PER “FORNIRE” UN BUONSERVIZIO
CON ATTENZIONEALL’AMBIENTE
CON
BUON
SENSO
SENSO
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ATTENZIONE CHE
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Per il resto può affidare compiti ben precisi a vari componenti
del suo equipaggio
Qualunque sia la dimensione della nave:è il capitano che decide la rotta
L’RSPP è il suo consigliere di fiducia
Una cosa è certa:La sola valutazione dei rischi non porta da nessuna parte se il capitano:- non vuole salpare (passa all’azione/conduzione di un processo)- non assume il suo ruolo (da istruzioni e motiva l’equipaggio)- non ha la necessarie competenze gestionali (“esperienza”)
La valutazione forniscegli elementi per
tracciare la rotta più adatta per
raggiungere la meta
CITAZIONI UTILI
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
«Esperienza non è che il nome che l'uomo dà ai suoi errori.»
Oscar Wilde
«Quelli che s'innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola,
che mai ha certezza dove si vada.»Leonardo da Vinci
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L’AUSPICIO È CHE ALMENO NELLA SCUOLA…
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
VENGA POSTA ATTENZIONE ANCHEALL’IMPOSTAZIONE DELLE NORME COMUNITARIE
DA CUI DISCENDONO LE NORME NAZIONALI
SICUREZZA da un punto di vista etico
VALORE SOCIALEda un punto di vista economicoRIDUZIONE COSTI SOCIALI
AUMENTO DELLA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESEda un punto di vista pratico
RISULTATO DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLA GESTIONEche si deve basare su
CONSPEVOLEZZA E AUTORESPONSABILIZZAZIONE… DI TUTTI
nell’affrontare il problema della sicurezza sul lavoro
© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!
Stefano GrimazCentro studi e ricerche SPRINT Università degli Studi di [email protected]
La mission del Centro studi e ricerche SPRINT dell’Università di Udine ha tra i suoi pilastri fondamentali il contributo attivo alla divulgazione della cultura della sicurezza basata sulla conoscenza, sulla consapevolezza e
sull’auto-responsabilizzazione, nel rispetto delle norme e secondo la visione europea. L’utilizzo, anche parziale, del presente materiale per scopi formativi in materia di sicurezza rientra
pertanto in tale mission ed quindi è giudicato positivamente (è richiesta la sola cortesia di citare la fonte).
http://safe.uniud.it