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LA VALUTAZIONE DEGLI/LLE ALUNNI/E DIVERSAMENTE ABILI E CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA O LD) 1 I . I. S. S. “GALILEO CHINI” COMMISSIONE INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI A. S. 2009/2010

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LA VALUTAZIONE DEGLI/LLE ALUNNI/E DIVERSAMENTE ABILI E CON DISTURBI

SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA O LD)

1

I . I. S. S. “GALILEO CHINI”COMMISSIONE INTEGRAZIONE ALUNNI

DIVERSAMENTE ABILIA. S. 2009/2010

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito con tre documenti fondamentali le persone in situazione di handicap:

nel 1980 con l’ ICIDH (International Classification of Impairment, Disabilities and Handicaps); nel 1997 con I’ ICIDH2 e nel 2001 con la revisione del ICIDH-2 trasformato in classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute (ICF)

Questi documenti classificatori hanno portato alla seguente conclusione recepita dalle varie normative europee:

Le persone disabili NON SONO inabili, ma solamente meno o diversamente abili.Non tutte le menomazioni provocano disabilità: la loro gravità si riferisce all’entità

della compromissione funzionale effettivamente registrata e non è detto che ci sia una relazione lineare tra la gravità della compromissione della menomazione e quella della

disabilità.La classificazione dell’handicap fatta nell’ ICIDH si basa su situazioni reali e si riferisce

alle seguenti funzioni di sopravvivenza:orientamento

indipendenza fisicamobilità

occupazioneintegrazione sociale

autosufficienza economicaL’intensità dello svantaggio sperimentato dipende dall’interazione tra la componente

personale e l’ambiente sociale, dove lo svantaggio provoca gradi di disagio sociale che sono solo parzialmente dipendenti dal tipo di menomazione e dalla complessiva

disabilità individuale.

(D.Orlandini)

Definizione della persona diversamente abile

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La classificazione ICF e la definizione delle Linee guida 2009

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La classificazione ICF, tramite l’analisi delle varie componenti che la caratterizzano, evidenzia l’importanza di avvicinarsi alla disabilità facendo riferimento ai molteplici aspetti che la denotano come esperienza umana universale, che tutti possono vivere nell’arco della loro esistenza.La disabilità non è solo deficit, mancanza, privazione a livello organico o psichico, ma è una condizione che va oltre la limitazione, che supera le barriere mentali ed architettoniche. Disabilità è una condizione universale e pertanto non è applicabile solo alla persona che si trova su una carrozzina, che non vede o non sente. L’ICF sottolinea l’importanza di valutare l’influenza dell’ambiente sulla vita degli individui: la società, la famiglia, il contesto lavorativo possono influenzare lo stato di salute, diminuire le nostre capacità di svolgere mansioni che ci vengono richieste e porci in una situazione di difficoltà.L’ICF propone quindi un’analisi dettagliata delle possibili conseguenze sociali della disabilità avvicinandosi con umanità e rispetto alla condizione disabile. Nella prospettiva dell’ICF, la partecipazione alle attività sociali di una persona con disabilità è determinata dall’interazione della sua condizione di salute (a livello di strutture e di funzioni corporee) con le condizioni ambientali, culturali, sociali e personali (definite fattori contestuali) in cui essa vive.

La classificazione ICF secondo le Linee guida. Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”. Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono essere qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione. L’ICF sta penetrando nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale. E’ dunque opportuno che il personale scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia a conoscenza del modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio culturale all’integrazione che tenga conto del nuovo orientamento volto a considerare la disabilità interconnessa ai fattori contestuali.

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Sintesi della Tabella ICF

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Parte 1: Funzionamento e Disabilità Parte 2: Fattori Contestuali

Componenti Funzioni e Strutture Corporee

Attività e Partecipazione

Fattori Ambientali Fattori Personali

Domini Funzioni CorporeeStrutture Corporee

Aree di vita( compiti, azioni)

Influenze esterne su Funzionamento e Disabilità

Influenze interne su Funzionamento e Disabilità

Costrutti Cambiamento nelle funzioni corporee

(fisiologico)Cambiamento nelle strutture corporee

(anatomico) (anatomiche)

CapacitàEseguire compiti in un

ambiente standardPerformance

Eseguire compiti nell’ambiente usuale

Impatto facilitante o ostacolante delle

caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli

atteggiamenti

Impatto delle caratteristiche della

persona

Aspetto positivo Integrità funzionale e strutturale

AttivitàPartecipazione Facilitatori Non applicabile

Funzionamento

MenomazioneLimitazione dell’attività

Restrizione della partecipazione

Disabilità

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I documenti di certificazione che accompagnano la carriera scolastica dell’alunno/a diversamente abile

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Diagnosi funzionale ( con il termine D.F.) Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell’alunno in situazione di handicap. La D.F. deriva dall’acquisizione di elementi clinici e psicosociali. Secondo l’ICF la diagnosi dovrà contenere la descrizione analitica delle potenzialitàL’Azienda Ospedaliera o l’ente convenzionato e accreditato tramite i propri operatori, provvede a redigere la diagnosi funzionale rilasciandola alla famiglia.

La diagnosi funzionale viene aggiornata ad ogni passaggio di grado scolastico e, se necessario, in qualunque momento della carriera scolastica dell’alunno.

Profilo dinamico funzionale ( indicato con P.D.F.) Il P.D.F., indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell’alunno e pone in rilievo le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di recupero e le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate, progressivamente rafforzate e sviluppateIl P.D.F. è redatto, dopo un primo periodo di inserimento e indicativamente nei primi tre mesi della classe prima di ogni ordine e ciclo di scuola, dai docenti curricolari e dagli insegnanti specializzati con la collaborazione dei familiari dell’alunno e con la consulenza degli operatoridell’Azienda Ospedaliera o dell’ente convenzionato e accreditato.

Il P.D.F. è formulato sulla scorta della D.F., nonché sulla conoscenza che gli operatori scolastici hanno del soggetto, conoscenza documentata dal Fascicolo Personale, a cura del Consiglio di Classe,

e che conterrà la “ storia personale” ed i “prodotti” più significativi, atti ad evidenziare i processi evolutivi in tutte le aree. Il P.D.F. è ulteriormente aggiornato:- durante la terza classe della scuola primaria- durante il corso di istruzione secondaria superiore.Alla fine della scuola secondaria di primo grado il P.D.F. è integrato con specifiche voci riguardantil’orientamento scolastico, in vista del proseguimento degli studi o della formazione per il collocamento al lavoro.

COSA

CHI

COME

COSA

CHI

COME

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Piano educativo individualizzato/personalizzato ( P.E.I o P.E.P.)Il P.E.I. o P.E.P. è il documento nel quale viene descritto il progetto globale predisposto per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione; rappresenta lo strumento per la realizzazione coordinata dei progetti riabilitativo, didattico e sociale individualizzati/personalizzati; dovrà contenere tutti gli interventi individualizzati/personalizzati previsti a favore del soggetto:* la valutazione iniziale degli operatori scolastici e dell’ Azienda Ospedaliera o dell’enteconvenzionato e accreditato;* gli obiettivi da conseguire a medio e a lungo termine;* gli interventi della scuola con le modalità di utilizzazione delle ore di sostegno;* gli eventuali supporti sanitari e riabilitativi dell’ ASL e/o Azienda Ospedaliera e/odell’ente convenzionato e accreditato;* gli eventuali interventi del Comune di residenza dell’alunno interessato finalizzati allarealizzazione di quanto previsto dal P.E.I;* gli interventi di collaborazione della famiglia;•i tempi e le modalità per le verifiche e gli eventuali aggiornamenti.

Gli operatori della Scuola, in collaborazione con la famiglia, e avvalendosi della consulenza degli operatori dell’ Azienda Ospedaliera o dell’ente convenzionato e accreditato,ogni anno scolastico, sulla base delle indicazioni fornite dal P.D.F, procederanno alla stesura del P.E.I. e alle relative verifiche secondo le scadenze previste.

Essendo rilevante la portata psico-pedagogica e didattica di tali strumenti (P.D.F e P.E.I.), essi si configurano come necessità e atti della scuola, come parallelamente le diagnosi funzionali e le certificazioni sono atti dell’ Azienda Ospedaliera o dell’ ente convenzionato e accreditato. Per la predisposizione del P.D.F e del P.E.I è necessario che alla Scuola vengano forniti tutti gli elementi necessari.Resta chiaro comunque che la stesura concreta del P.E.I. è a carico della scuola.

COSA

CHI

COME

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Il profilo del docente di sostegno

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L 148/90 sancisce la contitolarità dell'insegnante di sostegno, concetto che viene poi ripreso e ribadito dalla legge quadro "per l'assistenza, integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate", 104 /92 art.12, legge raccoglie in buona parte il contenuto delle circolari precedenti.

Il ruolo dell’insegnante di sostegno è esplicitato nel comma 6 dell'art.12 in cui si dice che "l'insegnante di sostegno è "contitolare" delle sezioni/classi in cui opera e partecipa alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti", ciò significa che l'insegnante di sostegno non deve occuparsi solo, dell'alunno disabile, in quanto le attività di competenza dei consigli succitati non possono certo riferirsi all'alunno disabile, quindi l'insegnante di sostegno è "uno" degli insegnanti di quella sezione e classe che però per la sua specificità (che non deve essere intesa come finalizzata alla realizzazione di attività paramediche, riabilitative e assistenziali, oltre alle competenze proprie della funzione docente, ha la possibilità di approntare, grazie alla specializzazione, risposte più adeguate alle necessità di ogni singolo alunno della classe e in particolare, per quanto riguarda l'alunno disabile, coordina la messa in atto di stimoli, interventi, strategie ben delineate, definitive, rese operative in curricoli integrati; curricoli che non possono e non devono essere lasciati solo all'insegnante di sostegno ma predisposti da tutti gli insegnanti di sezione/classe.

Le modalità con cui viene assegnato l'insegnante di sostegno sono quelle esplicitate nel D.M. 331/98 artt. 37 e 41 come integrato dall'art.26 comma 16 della Legge 448/98.L'insegnante di sostegno viene assegnato, in piena contitolarità con gli altri docenti, alla classe in cui è inserito il soggetto in stato di handicap per attuare "forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap" e "realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni". Viene nominato dall'Ufficio scolastico regionale su segnalazione delle scuole che prevedono la presenza nel Circolo, di alunni portatori di handicap certificati.

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La scuola Secondaria di II Grado ha recepito questa classificazione e in base al livello di diversa abilità sono previsti due percorsi di

programmazione e valutazione scolastica

PERCORSO (cosiddetto) A(finalizzato al

raggiungimento del titolo di studio)

Programmazione uguale o equipollente a quella della

classe. Lo studente segue intutte le materie il

programma previsto per la classe svolgendo le medesime prove di

verifica o equipollenti

PERCORSO (cosiddetto) B(finalizzato al rilascio di un

attestato)

Allo studente vengono proposti contenuti ridotti, semplificati o

differenziati rispetto a quelli della classe

Qualora l’ allievo/a che ha seguito il percorso A ed è stato promosso, dovesse riuscire a proseguire l’iter scolastico sempre usufruendo dello stesso percorso, al termine del quinto anno sosterrà l’esame di Stato svolgendo prove uguali o equipollenti a quelle assegnate alla classe, conseguendo, in caso di esito positivo dell’esame, il diploma di Stato (o di qualifica), ovvero un titolo assolutamente uguale a quello rilasciato agli altri studenti. E’ necessario sottolineare, perciò, che la sola presenza di una certificazione e quindi del docente di sostegno, non pregiudica in alcun modo il percorso scolastico di un allievo né, tanto meno, il conseguimento del diploma (da Loredana Lupo)

Il ragazzo che ha seguito il percorso B non avendo ovviamente raggiunto gli obiettivi didattici e formativi riconducibili ai programmi ministeriali, non può essere valutato come il resto della classe, ma viene valutato in funzione del raggiungimentodegli obiettivi per lui stabiliti nel PEI.Ciò vuol dire che detto alunno, giunto attraverso il percorso alla quinta classe sosterrà gli esami svolgendo prove differenziate (da Loredana Lupo)

La normativa prevede che nell’arco del percorso di studi si possa sempre passare da un percorso A a uno B o viceversa purché la proposta del Consiglio di Classe trovi il consenso della famiglia

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La programmazione del curricolo e della valutazione per gli alunni diversamente abili

Le Linee guida così recitano

La corresponsabilità educativa e formativa dei

docentiLa progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perchél’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversistili o delle diverse attitudini cognitive, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattichein relazione ai bisogni degli alunni.

Le strategie didattiche e gli strumentiLa progettualità didattica orientata all’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di 18 gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici,di software e sussidi specifici.

L’apprendimento-insegnamentoUn sistema inclusivo considera l’alunno protagonista dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al “sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e“assecondando” i meccanismi di autoregolazione. 10

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La valutazioneLa valutazione in decimi va rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di

riferimento per le attività educative a favore dell’alunno con disabilità. Si rammentainoltre che la valutazione in questione dovrà essere sempre considerata come

valutazione dei processi e non solo come valutazione della performance.Gli insegnanti assegnati alle attività per il sostegno, assumendo la contitolarità

delle sezioni e delle classi in cui operano e partecipando a pieno titolo alle operazioni di

valutazione periodiche e finali degli alunni della classe con diritto di voto, disporrannodi registri recanti i nomi di tutti gli alunni della classe di cui sono contitolari

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Le prove equipollenti per la valutazione del percorso A

La normativa definisce le caratteristiche che può avere una prova equipollente in sede d’esame di Stato. Per estensione gli stessi criteri sono applicabili alle prove per la misurazione delle conoscenze e delle

competenze acquisite durante un qualsiasi anno scolastico.

la prova è svolta con mezzi diversi: ad esempio, computer, macchine da scrivere, per mezzo della dettatura dell’insegnante di sostegno, ecc.

la prova inviata dal Ministero della Pubblica Istruzione è svolta con modalità diverse: ad esempio, la prova è “tradotta” in quesiti con alcune possibili risposte chiuse, cioè in prove strutturate o in griglie.

La prova è proposta dalla Commissione d’esame e ha contenuti culturali e/o tecnici e/o professionali differenti da quelli proposti dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma ad essi equipollenti: la prova proposta dalla commissione deve infatti essere tale da poter verificare la preparazione culturale e professionale del candidato. Essa deve inoltre essere omogenea con il percorso svolto dal candidato e deve poter essere realizzata dal candidato con le stesse modalità, gli stessi tempi e la stessa assistenza utilizzati nelle prove di verifica fatte durante l’anno scolastico

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Disturbi Specifici di Apprendimento

NORMATIVA DI RIFERIMENTONORMATIVA DI RIFERIMENTO- DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle - DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle

IstituzioniIstituzioniScolastiche”Scolastiche”

- Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 “Iniziative relative alla dislessia”- Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 “Iniziative relative alla dislessia”- Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05 “Iniziative relative alla dislessia”- Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05 “Iniziative relative alla dislessia”

- Nota MPI 4600 del 10 maggio 2007 “Circolare n. 28 del 15 marzo 2007 - Nota MPI 4600 del 10 maggio 2007 “Circolare n. 28 del 15 marzo 2007 sull’esame di Statosull’esame di Stato

conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per l’anno scolasticol’anno scolastico

2006-2007 – precisazioni”2006-2007 – precisazioni”- Nota MPI 4674 del 10 maggio 2007 “Disturbi di apprendimento – Indicazioni - Nota MPI 4674 del 10 maggio 2007 “Disturbi di apprendimento – Indicazioni

operative”operative”- Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo - Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo

dell’istruzione. D.M.dell’istruzione. D.M.31/07/200731/07/2007

- OM n° 30 del 10.03.2008 "Istruzioni e modalità organizzative ed operative - OM n° 30 del 10.03.2008 "Istruzioni e modalità organizzative ed operative per loper lo

svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondariasecondaria

superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2007/2008"superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2007/2008"- CM n° 32 del 14.03.2008 "Scrutini ed esami di stato a conclusione del primo - CM n° 32 del 14.03.2008 "Scrutini ed esami di stato a conclusione del primo

ciclo diciclo diistruzione - Anno scolastico 2007/2008"istruzione - Anno scolastico 2007/2008"

- CM n°54 del 26.05.2008: “Esami di stato Secondaria di Primo Grado anno - CM n°54 del 26.05.2008: “Esami di stato Secondaria di Primo Grado anno scolasticoscolastico

2007/2008 prova scritta a carattere nazionale”2007/2008 prova scritta a carattere nazionale”

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I disturbi specifici di apprendimento (learning disabilities) costituiscono un termine di carattere generale che si riferisce a un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative

difficoltà nell’acquisizione e uso di abilità di comprensione del linguaggio orale, espressione linguistica, lettura, scrittura, ragionamento o matematica. Questi disordini sono intrinseci

all’individuo, presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e possono essere presenti lungo l’intero arco di vita. Problemi relativi all’autoregolazione del comportamento, alla percezione e interazione sociale possono essere associati al disturbo di apprendimento ma non costituiscono, per se stessi, disturbi specifici di apprendimento. Benché possono verificarsi in

concomitanza con altre condizioni di handicap (per esempio, danno sensoriale, ritardo mentale, serio disturbo emotivo) o con influenze esterne come le differenze culturali, insegnamento

insufficiente o inappropriato, i disturbi specifici di apprendimento non sono il risultato di queste condizioni o influenze»

L’utilizzo del termine “disturbo specifico dell’apprendimento” si riferisce a difficoltà di lettura (dislessia) di scrittura (disgrafia e

disortografia) e di calcolo (discalculia).

Spesso le difficoltà di lettura, scrittura e calcolo si presentano insieme. I fattori biologici hanno il loro peso nei disturbi dell’apprendimento.

È necessario escludere dalla categoria tutti quei bambini le cui difficoltà scolastiche sono da ricondurre ad altri motivi come minorazioni cognitive o

sensoriali, problematiche psicologiche e relazionali.L’importanza di distinguere tra disturbi dell’apprendimento e difficoltà

scolastiche è evidente se si pensa che se è probabile che un bimbo con disturbi dell’apprendimento abbia problemi a scuola non è necessariamente vero il

contrario. È importante distinguere inoltre fra disturbi dell’apprendimento e difficoltà ad

essi correlate, che non rientrano in tale categoria.

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