LA TIMIDEZZA NEI BAMBINI: SOLO RISCHI O ANCHE RISORSE? Seminari... · •Nella storia umana, ......
Transcript of LA TIMIDEZZA NEI BAMBINI: SOLO RISCHI O ANCHE RISORSE? Seminari... · •Nella storia umana, ......
LA TIMIDEZZA NEI BAMBINI: SOLO
RISCHI O ANCHE RISORSE?
Barry H. Schneider
University of Ottawa
DEFINIZIONE e concetti base
• Un tratto di temperamento
• Un conflitto di motivazione
avvicinanza – evitamento
• Cautela ed ansia nelle nuove
situazioni
• Ansia eccessiva di fronte
alla valutazione
Che cos’è la timidezza?
Temperamento – un mito?
• I concetti di temperamento e di personalità sono basati
sulla generalità di uno stile personale d’interazione
attraverso vari contesti sociali.
• Mischel (1961) attaccò questa idea insistendo che la
maggior parte del comportamento umano è determinato
dalla situazione e non dalla persona.
Una ricerca sulla generalità della
timidezza attraverso i contesti sociali
• Per studiare la generalità della timidezza attraverso i vari
contesti sociali, Schneider ed i suoi colleghi hanno chiesto
ai genitori di 104 partecipanti (età media= 12 anni) di
completare diari giornalieri delle attività sociali fuori dalla
scuola dei lori figli per 14 giorni (raccolta ripetuta 2 anni
dopo).
• I partecipanti valutati timidi nei dati sociometrici dei
coetanei parteciparono molto meno degli altri partecipanti
nelle attività con coetanei dopo la scuola, soprattutto nelle
attività che coinvolgevano più di 1 altro ragazzo.
• La timidezza è anche rimasta molto stabile 2 anni dopo.
Generalità attraverso i contesti
Goodness of fit (bontà nell'adeguamento)
• Chess e Thomas hanno proposto che i bambini timidi si adattano meglio ai contesti familiari e scolastici congruenti con il loro stile di temperamento.
• Secondo Chess e Thomas, i timidi (slow to warm up) si adeguano meglio in contesti in cui ricevono molta attenzione individuale da parte degli adulti.
• Coplan, Finlay e Schneider (2010), lavorando con una base di dati longitudinale nazionale canadese (n=3100), hanno trovato che i timidi di 3 anni si adattano male alla scuola d’infanzia.
• I partecipanti che a 3 anni sono stati a casa e non in una scuola d’infanzia si sono adattati meglio degli altri alla scuola l’anno successivo.
Quanto stabile è la timidezza? Primo
anno di vita • Gli studiosi degli anni 1980 non hanno dedicato molto
tempo alle ricerche sulla timidezza. I pochi dati che hanno
raccolto su bambini timidi suggeriscono che questo
fenomeno non è stabile o dannoso.
• Anche le ricerche più recenti suggeriscono che la
timidezza nel primo anno di vita non è generalmente
stabile.
• Quindi bambini che sembrano timidi a 6 mesi molto
spesso sono diversi, ad esempio, a 10 mesi.
• Purtroppo esiste un gruppo di bambini che sembrano
generalmente difficili nel primo anno e che diventano
molto timidi più tardi (a 5-6 anni).
Importanti ricerche longitudinali
• Norvegia (Karevold e colleghi 2012) – 921 bambini,
seguiti da 1,5 a 12,5 anni;
• Australia (Sanson e colleghi, 1996) 512 bambini da 4
mesi a 6 anni.
Quanto stabile è la timidezza? Da un
anno in poi
• Le ricerche recenti, a differenza delle precedenti, indicano
che da un anno, la timidezza è abbastanza stabile.
• Magari la timidezza sta diventando un
problema più importante in un mondo che
diventa più complesso ed anonimo.
• Più probabilmente, le differenze tra le
ricerche recenti e quelle di 30 anni fa è che
adesso a livello di ricerca si misura la timidezza
molto meglio.
Quanto stabile è la timidezza? Bambini
estremamente timidi
• In generale, la timidezza non è meno (o più stabile) di altri
tipi di temperamento (aggressività, disattenzione).
• Comunque, la timidezza estrema è molto stabile dall’età
di un anno.
• Quindi è importante che tutti coloro che lavorano con
bambini di questa fascia d’età imparino a distinguere i
bambini molto timidi - i «congelati» - da quelli che sono
solo un poco timidi.
• Purtroppo, non esistono test per fare questa distinzione;
dipende dell’esperienza dell’insegnante, del medico e/o
dello psicologo.
Come sono i bambini timidi nei primi mesi
della vita?
1. "Fatemi uscire da qua": si allontano da persone
sconosciute, luci forti, rumori.
2. "Non entrare nel mio spazio": e soprattutto non mi
toccare e non toccare i miei giocattoli.
3. "Lasciatemi da solo": o al massimo solo con delle
persone che già conosco.
UN DISTURBO ….e che cos’è un disturbo?
Un disturbo psicologico?
• Secondo alcuni critici, non si deve trasformare questo
tratto del temperamento in una malattia.
• Altri insistono che il disagio che possa creare la timidezza
estrema giustifica l’inclusione dell’ansia sociale
nell’elenco di malattie mentali.
• Anche nella prima infanzia, ci sono bambini timidissimi e
tristi che non riescono a stabilire rapporti con i coetanei,
anche se non dimostrano sintomi di autismo. Comunque,
probabilmente non serve molto a diagnosticare anche
questi come disturbati.
Corrisponde ai criteri di un disturbo?
• Secondo un approccio categoriale, è difficile definire la
timidezza o l’ansia come un disturbo, soprattutto nella
prima infanzia.
• Si sa però che quasi tutti i disturbi prendono il carattere di
un continuum, dunque non c'è un confine fisso.
• Vedremo a maggio come la commissione DSM5 riesce ad
affrontare questa realtà.
FATTORE DI RISCHIO …oppure una risorsa per la società?
Una prospettiva positiva
• Nella storia umana, alcune persone timide sono state
onorate e molto spesso sono state leader.
• Ad esempio:
• E Mosè disse a Dio: "Chi son io per andare dal Faraone
e per trarre i figli d’Israele dall’Egitto? (Esodo 3:11)
• Mosè era un uomo molto mansueto, più d’ogni altro
uomo sulla faccia della terra (Numeri 12:3)
• Anche Charles Darwin, Marcel Proust, Albert Einstein,
Larry Page (fondatore di Google) J.K. Rowling (autore di
Harry Potter, Steve Jobs.
can?
La timidezza può essere adattiva?
…nell’ambito dell’evoluzione della specia
umana
La timidezza e la sopravvivenza della
specie
• Ci sono anche timidi nel mondo degli animali – molto
spesso c.a. 15%, come negli umani.
• E’ ovvio che la maggioranza non-timida è utile per la
sopravvivenza della specie: sono più assertivi, trovano più
cibo.
• Ma c'è un ruolo complementare per i timidi: sopravvivere
e riprodursi quando gli estroversi spariscono per il loro
gusto del rischio.
Un esperimento con i pesci
• Il biologo David Sloan Wilson ha studiato il
comportamento di pesci estroversi ed introversi in un
laghetto.
• Quando mise una trappola nel laghetto, gli estroversi
erano troppo curiosi ed entrarono nella trappola
• Invece, gli introversi si nascosero tra l’erba e le piante e
non furono catturati.
Timidezza vuol dire riflessione
• Kagan ha dimostrato che lo stile cognitivo del bambino
timido è di riflettere a lungo prima di agire.
• I timidi, sia bambini sia adulti, elaborano lentamente e
completamente l’informazione, lavorano bene ed
intensamente secondo le ricerche di Rolfhus e Ackerman
(1999).
L’impegno morale del bambino timido
• Le ricerche di Grazyna Kochanska dimostrano che
rispetto ai coetanei non-timidi, i bambini timidi sono:
• più adattivi all’orientamento degli adulti;
• più coscienziosi;
• più onesti.
La timidezza dei superdotati
• Schneider (1987) nella sua analisi di più di 500
autobiografie di persone conosciute
per il loro contributo distintivo in varie
discipline, scoprì che la maggioranza
degli autori e musicisti dotati erano
timidi e/o rifiutati socialmente durante
la loro infanzia.
ORIGINI DELLA TIMIDEZZA biologiche e sociali
Fondamenti biologici
bassa soglia di arousal
Come si produce la timidezza?
Ma questa espressione è sbagliata!
Diversi ruoli dei genitori
• E’ fuori moda incolpare le mamma di tutti i problemi dei
figli!
• Comunque, ci sono certi diversi stili educativi dei genitori
che sono correlati alla timidezza.
• Probabilmente, questi stili interagiscono con i fattori
ereditari nel produrre la timidezza.
Attaccamento
• Le ricerche indicano che la timidezza è correlata ai legami
insicuri d’attaccamento sia con genitori, sia con
insegnanti, a varie fasce d'età.
Bidirezionalità
• Gli studi degli anni 1970 erano basati sull’idea che è
sempre il comportamento dei genitori che influisce sul
comportamento dei figli.
• Adesso, si sa che il comportamento dei genitori è anche
molto influenzato dal comportamento dei bambini. La
timidezza dei bambini può provocare varie reazioni dei
genitori (Bell & Harper, 1969).
• Comunque, è probabile che gli interventi con i genitori
siano la forma la più efficace per affrontare problemi di
timidezza estrema e problematica durante l’infanzia.
Prima possibilità: Stile educativo
duro, coercitivo, autoritario
Diversi ruoli dei genitori
Seconda possibilità: genitori iperprotettivi ed
ansiosi
Diversi ruoli dei genitori
Terza possibilità: Scoraggiamento
dell’espressione dei sentimenti
Diversi ruoli dei genitori
….che forse vuol dire che è un problema più
grave per i maschi!
Sono più timide le femmine
differenze nel significato della
timidezza
Il ruolo della cultura
Sumimasen すみません。
• In Giappone, il cliente deve essere ansioso (o fingere
l’ansia) quando entra in un negozio e deve chiedere
scusa
Differenze culturali:
La timidezza dei bambini cinesi • Secondo una ricerca classica di Chen, Rubin e Sun
(1992), i bambini timidi in Cina erano i più popolari e i più
stimati, sia dai genitori, sia dagli insegnanti.
• Comunque, con la trasformazione della Cina in una
società più competitiva, la timidezza non è più stimata dai
coetanei cinesi (Chen, Cen, Li & He,2005).
Bambini timidi in un quartiere cubano
• In un quartiere cubano, tutti i bambini sono sempre
insieme. Dopo la scuola, fanno i compiti insieme
• Sembra quasi impossibile essere un bambino timido
• I coetanei considerano la timidezza una forma di sciopero
(Alvarez-Valdivia, Schneider e Lorenzo-Chavez, 2005)
L’AMICIZIA DEL BAMBINO
TIMIDO Fattore di protezione o altra esperienza di fallimento?
Il potenziale dell’amicizia per il bambino
timido • Visto che nella gran maggioranza dei gruppi è difficile che
un bambino timido sia addirittura popolare, forse conviene
promuovere l’amicizia come fonte di soddisfazione e di
supporto sociale.
Il concetto dell’amicizia
• Schneider e Tessier (2007) hanno studiato i temi scritti di
adolescenti in cui hanno descritto le differenze nelle loro
aspettative verso gli amici del cuore ed altri coetanei.
• I timidi hanno espresso soprattutto aspettative di aiuto
reciproco.
• Invece molti degli altri partecipanti hanno espresso l’idea
di intimità, che era quasi totalmente assente nei temi del
gruppo di timidi.
Ricerche osservazionali
• Schneider (1999, 2009) ha analizzato video di bambini
timidi e non-timidi dell’età scolare in interazione con i lori
migliori amici
• Situazioni strutturate (Butler, 1999; Fonzi, Schneider, Tani,
Tomada, 1997; Tassi, 1998) e non-strutturate
• I bambini timidi, anche se interagiscono con i loro amici,
sono passivi, inesigenti ed insensibili
Figure 1. Dyads Participating in Observational
Measures
Car Race Card Sharing
IL GIOVANE TIMIDO ON-
LINE Nuovo modo di interagire o altra situazione in cui
essere da solo?
Il potenziale della communicazione
elettronica
• L’anonimato della comunicazione elettronica può
permettere alle persone timide di trovare corrispondenti
timidi
• Si possono presentare on-line in un modo che non
dipinge la loro timidezza.
Il giovane timido on-line: La realtà
• In una ricerca su adolescenti romani e napoletani, Laghi,
Schneider hanno studiato diari di contatti on-line ed in
vivo di adolescenti romani timidi e non-timidi
• In generale, l’interazione on-line dei due gruppi non era
molto diversa
• Purtroppo, i ragazzi timidi sembrano utilizzare male la
comunicazione elettronica soprattutto per esprimere
sentimenti negativi sui compagni.
SUGGERIMENTI PER
INSEGNANTI E GENITORI Esigere un po’ più di interazione sociale, ma non troppo
Come aiutare ……
1. Evitare la forza ed il negativismo
E’ inutile criticare, gridare ed arrabbiarsi. E’ più efficace
sorridere, elogiare e coccolare nei pochi momenti in cui, ad
esempio, un bambino timido condivide un giocattolo con un
altro.
Come aiutare ……
2. Un altro approccio da evitare
“Sink or swim” – “O nuoti o vai a fondo” ..buttare il bambino
nell’acqua” (interazione sociale) senza lezioni di “nuoto”,
con la speranza che impari spontaneamente a nuotare.
Come aiutare
3. Un terzo approccio da evitare
Sistemare “su misura” tutta la vita di una famiglia o di un
asilo nido o di una scuola dell’infanzia per rispondere alle
preferenze ed esigenze di un bambino timido.
Come aiutare ……
4. Invece, facilitare pian piano il contatto sociale, con molto
sostegno e con rinforzi positivi anche per i più piccoli
successi
Come aiutare ……
5. Coinvolgere il bambino nell’interazione sociale
Suggerire ai genitori di stare insieme al bambino in una
nuova situazione d’interazione (come può essere l’asilo
nido) finché il bambino non si sente a proprio agio.
Come aiutare
6. Chiedere a persone estranee per il bambino di rispettare il suo
spazio
Il bambino timido deve conoscere poco a poco una nuova
persona prima di sentirsi a proprio agio quando la persona lo
prende in braccio, lo tocca o tocca il suo cibo o i suoi giocattoli.
•
Come aiutare
7. Fornire un esempio di interazione sociale positiva e
piacevole
I bambini imparano più da quello che osservano nel
comportamento degli adulti che da quello che gli adulti
dicono. Quindi, se è possibile, mostrare al bambino
sicurezza, fiducia in se stessi invece di ansia, timidezza,
irrequietezza e nervosismo.
Come aiutare
8. Evitare un eccesso di stimolazione
Come aiutare
9. Se il bambino timido ha raggiunto un’età in cui dovrebbe
parlare e non lo fa, non parlare e non rispondere al suo
posto.
Come aiutare
10. Non parlare della timidezza di un bambino in sua
presenza!
Come aiutare
11.Non lasciare che il bambino timido passi tutto il suo
tempo in compagnia del suo educatore/insegnante
preferito.
Come aiutare
12. Sorridere il più possibile quando è opportuno ma non
fissare gli occhi sul bambino timido
Come aiutare
13. Affiancare un altro bambino ad un bambino timido
durante il gioco libero
Come aiutare
14. Evitare se è possibile delle domande dirette in
presenza di altri
n=275
K-6
Teachers
Come aiutare
15. Evitare la credenza che il bambino timido sia sempre
timido (o lo diventerà!)
Come aiutare
16. Aiutare i genitori (se chiedono aiuto) a capire il
comportamento dei propri bambini nel contesto dello
sviluppo tipico
• Aiutare i genitori (se chiedono aiuto) a correggere gli stili
educativi sbagliati
• EVITARE DI LITIGARE CON I GENITORI SU CHI E’
COLPEVOLE PER IL COMPORTAMENTO DEL
BAMBINO