la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni,...

15
Non sapere cosa è avvenuto prima di noi è come rimaner sempre bambini QUINDICINALE FONDATO DA ANTONIO ABBAGNANO NEL 2006 PER LA CONOSCENZA DEL PATRIMONIO CULTURALE TORRESE DOMENICA 28 OTTOBRE 2012 € ,70 0 ANNO 7 N. 143 la tófa

Transcript of la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni,...

Page 1: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 1Non sapere cosa è avvenuto primadi noi è come rimaner sempre bambini

QUINDICINALE FONDATO DA ANTONIO ABBAGNANO NEL 2006 PER LA CONOSCENZA DEL PATRIMONIO CULTURALE TORRESE

DOMENICA28 OTTOBRE 2012

€ ,700

ANNO 7N. 143 la tófa

Page 2: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 22

il ballatoiodi TOMMASO GAGLIONE

la tófa

p r o g e t t o g r a f i c o V i n c e n z o G o d o n o

EDITRICE

Associazione culturale La TofaDIRETTORE EDITORIALE

Angelo Di RuoccoDIRETTORE RESPONSABILE

Tommaso GaglioneWEB E SEGRETARIA DI REDAZIONE

Gabriella Di RuoccoREDAZIONE

Via Villa delle Ginestre, 6 - Torre del Grecoe-mail [email protected] - tel.3334347253

STAMPA PUBLI 2000 - TORRE DEL GRECO

Reg. Tribunale T/Annunziata N° 6 del 8/8/2006

BORRIELLO LASCIALe dimissioni da consigliere comunale

dell’ex Sindaco Borriello danno la misuradel travaglio del mondo politico torrese. Nondiscutiamo la decisione di Borriello checomprendiamo e sosteniamo, ma di certoqueste situazioni lasciano da pensare! Nellalettera di dimissioni Borriello dice: “A se-guito di gravi, continui e insopportabili at-tacchi alla mia reputazione e alla mia pro-fessionalità, intendo dimettermi dalla cari-ca di consigliere comunale. Mio malgrado,ritengo necessarie le dimissioni per potersgomberare il campo da ogni volgareillazione sul mio conto, in particolare, comenel caso di specie, sul mio operato profes-sionale. Una scelta sofferta, ma essenzialeper difendermi con la massima serenità eda privato cittadino, soprattutto in quantocerte accuse provengono da ex politici lo-cali.” Subentra Rosario Rivieccio, di CittàNuove, già assessore alla cultura nella pas-sata Amministrazione. Lo spunto è anche peraffrontare l’attuale momento politico citta-dino, cercando di dare speranza, ma di que-sta ce ne è ben poca.

MOMENTO BUIOLa nostra città sta vivendo uno dei suoi

momenti più bui. Crac Di Maio,Deiulemar, problemi Oromare, vessa-zione dei marittimi con la chiusura dellasede del SASN di Via Cesare Battisti (lacd. Cassa Marittima) sono solo alcuniesempi del panorama non certo sereno masempre più fosco della vita cittadina.

TRAFFICOE vogliamo parlare del traffico? I vigili

appaiono qua e là. Ma non sempre stannonel punto ed al momento giusto. Proba-bilmente esiste un deficit di coordinamen-to e di dislocazione sul territorio cittadinodella polizia urbana. Comunque abbiamoapprezzato e notato gli interventi per lasicurezza stradale operati con vari postidi blocco e controlli a tappeto.

SPENDING REVIEWQuanto alla “spending review” locale,

lentamente, con qualche passo indeciso,la Commissione anti-sprechi ha dato il viaai suoi lavori ed interventi. I tagli agli spre-chi devono assolutamente riguardare la“casta” cosiddetta e andare a demolireladdove si paga troppo un servizio, si com-pensa troppo un istituto, si eroga con fa-

cilità nel sostenere alcune iniziative cul-turali. Immaginiamo cosa accadrà peril Natale a Torre del Greco.

TRASPORTO PUBBLICO ED EAVUn altro bubbone è la questione traspor-

to urbano. L’EAVBUS ormai è alla frut-ta. Questa azienda-carrozzone garantivaanche il trasporto pubblico nella nostracittà. Più di un fruitore – e noi fra questi –ci saremmo aspettati un intervento del-l’Amministrazione Comunale della nostracittà. Nulla. Tutti a piedi?

DUE CHICCHEE per finire due chicche. Continuano ad

imperversare questi ladruncoli spregevo-li e deprecabili che saccheggiano le tom-be dei nostri morti. È facile prenderselacon i defunti. Che vergogna e che schifo.E i controlli? È stato nominato un porta-voce del Sindaco. Non discutiamo il va-lore professionale, ma in tempi di crisi eraproprio necessario?

Capire il bilancio comunale

Si è tenuto mercoledì 17 ottobre il primo seminario formativo sul bilan-cio comunale, organizzato dai Giovani Democratici in collaborazionecon il PD. Il ciclo di seminari nasce dal bisogno dei giovani che si occupa-

no di politica di comprendere la vita istituzionale da un punto di vista tecnico.Come relatore dell’evento è stato scelto Domenico Borriello, responsabile

risorse finanziarie e programmazione di Torre del Greco.“La vita economica di un comune - ha spiegato Borriello - può essere suddi-

visa in tre momenti: la fase programmatica, quella di gestione e quella direndicontazione. Tipicamente la politica presta particolare attenzione alla pri-ma. In tale fase è importante stimare il flusso di entrate sulla base delle qualiprogrammare le uscite. Le entrate correnti servono a ricoprire le spese correnti,cioè quelle del personale, le utenze, i servizi e gli interessi passivi, che assorbo-no circa il 95% delle entrate e lasciano un avanzo di spese discrezionali pari adappena il 5%. Occorre però precisare che a limitare le spese comunali non c’ènecessariamente un budget troppo piccolo a disposizione, ma una serie di vincoliistituzionali per i quali il Comune a volte pur avendo denaro non può comunquespenderlo”. Ed è proprio questa la situazione di Torre del Greco. Il nostro è uncomune virtuoso e si continua a lavorare perché continui ad esserlo. In un’otticadi riduzione del debito attualmente si sta lavorando bloccando l’indebitamentoper quelle opere che al momento sono ferme, riservandosi di recuperare le risorsenecessarie nel momento in cui tali opere potranno essere portate a compimento.

Eleonora Colonna

I L SEMINARIO

Page 3: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 3

&

E D I T O R I A L E

La Deiulemarite

L uscita del giornale in diverso formato, in unanuova veste grafica e con nuove rubriche, haavuto un accoglienza più che favorevole.Come è stato accolto con favore il messaggio

di auspicio contenuto nella bella copertina, rivolto alletante persone sane della nostra Città, affinché, ognunosecondo le proprie competenze, del proprio saper fare,della propria scienza, torni ad issare le vele per intercet-tare il vento, affronti di nuovo il mare e le tempeste. L’uni-co vaccino per far risorgere la Città, l’unico rimedio perreagire al morbo che ha colpito metà dei Torresi e chesta contagiando a gran velocità l’altra metà ancora sana:la Deiulemarite.

Questo terribile morbo, che ha messo in ginocchio tan-ti torresi e ha minato l’economia cittadina, non ha man-cato di contagiare anche una buona parte dei nostri Am-ministratori Pubblici, atti a demolire quanto di buonorealizzato dai predecessori, come qualche isola ecologi-ca e tutto il sistema della raccolta rifiuti.

A protestare contro l’attuale Amministrazione per laquestione sono soprattutto i sostenitori della vittoria elet-torale dell’attuale Sindaco, protesta che si è accesa ancordi più in occasione del provvedimento del Primo Citta-dino che autorizzava a stoccare a Villa Inglese, per unperiodo limitato, un grosso quantitativo di indifferenziato.Sono tornati gli slogan contro la discarica a Villa Ingle-se, sono ricomparsi gli striscioni contro il sito, ovvia-

mente ritoccati da qualche autore pentito. Io non pensoche Villa Inglese sia una discarica, non lo pensavo primae non lo penso adesso, per me il concetto di discaricarimane legato al sito di Cava Sari a Terzigno, dovel’indifferenziato trasportato da tanti bravi e virtuosi Co-muni Vesuviani (Torre del Greco compresa) rimarrà ac-cumulato in quel sito in eterno, mentre Villa Inglese ri-mane un sito di smaltimento e riciclaggio. Certo, fino aqualche mese fa il materiale che arrivava (inerti, ingom-branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potaturadi piante, elettrodomestici dismessi, materassi eindifferenziato secco), era smaltito e fatto ripartire persvariate direzioni nel giro di 24/48 ore. Adesso si è accu-mulata una grossa quantità di rifiuti che non si riesce asmaltire nei tempi giusti, anche perché, secondo dati for-niti dai siti ufficiali, la raccolta differenziata è scesa nel-le ultime settimane all’11,11% rispetto al 46,89% regi-strato nell’ultima settimana di servizio svolto dall’im-presa precedente. Impresa che, tra l’altro, durante il pe-riodo in cui ha svolto il servizio, ha accumulato decinedi migliaia di euro in sanzioni per mancato spazzamentodelle strade o svuotamento di cassonetti nei tempi previ-sti dal capitolato. Queste sanzioni credo non siano ap-plicate all’attuale impresa che svolge il servizio, altri-menti sarebbe già in difficoltà finanziarie, visto che incittà ci sono strade che da mesi non sono spazzate e neipunti di raccolta i cassoni traboccano.

ANGELO DI RUOCCO

Con il ritorno del giornale in edi-cola, ovviamente, c’è stato an-che l’invio a tutti i nostri affe-zionati lettori torresi che vi-

vono fuori Torre.In redazione sono arrivati tanti atte-

stati di stima e di incoraggiamento, permolti di loro ricevere il giornale cheparli del proprio paese natio, delle suetradizioni, del suo patrimonio cultu-rale e delle sue genti, è un modo percolmare ed alleviare tanta nostalgia.

Questa cartolina di saluti, spedita daTorre nel Settembre del 1916 ad unmilitare presso Savona, che mostral’Albergo S.Teresa - costruito alla finedell’ 800 e tutt’ora in attività - e unoscorcio di Corso Vittorio Emanuelecom’era una volta, è un omaggio aquesti nostri amici e sostenitori.

La cartolina in copertina fa partedella collezione di Giovanni Borriello,torrese residente a Civitavecchia

LA COPERTINA

Page 4: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 24

di CIRO ANTONIO ALTIERO*

La “Maria del Buon Consiglio” fuvarata il 31 luglio 1915. Il basti-mento era armato a nave goletta(in gergo marinaresco detto an-

che “Barcabestia”) aveva una lunghezza“fuori tutto” di quasi 38 metri e ed unaportata di 250 tonn.

Il veliero venne costruito sull’antico scalodella “Scarpetta”, dove oggi hanno sede ilcantiere della “Nautica Massa” e l’Istitutoper le Attività Marinare, alle spalle dell’edi-ficio dove ha sede il Circolo Nautico.

La nave goletta era un classico tre alberidi legno con bompresso, costruito dai mae-stri d’ascia torresi; l’albero di proravia det-to “albero di trinchetto” era armato con velequadre, mentre l’albero di maestra, al cen-tro, e l’albero di mezzana, a poppavia, era-no armati con vele auriche ovvero randa econtroranda. Sull’albero di bompresso, po-sizionato sull’estremità della prua, veniva-no inseriti fiocco e controfiocco. Va speci-ficato che si faceva uso anche di vele distraglio, per aumentare la superficie velicadel bastimento e quindi la velocità.

Nella foto, un buon osservatore, oltre adapprezzare la bella linea del bastimento do-tato di una discreta insellatura, noterà il granpavese issato per l’occasione e potrà leg-gere nel guidone a riva dell’albero ditrinchetto il nome dell’armatore “Villano”e nel guidone a riva dell’albero di maestrail nome del veliero “Maria del Buon Con-siglio”. Nell’immagine si può notare anco-ra la numerosa popolazione che era sem-pre presente in massa al varo dei velieri. Inprimo piano donne e bambini: normalmentemogli e figli dei maestri carpentieri che vi-vevano in simbiosi con il cantiere navale.

A quel tempo il varo avveniva quasi sem-pre di domenica oppure in un giorno festivoed era un momento di aggregazione cittadi-na poiché si aggregavano anche persone noninteressate direttamente all’evento, comesemplici cittadini e curiosi.

La nave goletta era un veliero molto ap-prezzato, sia per la sua capacità di caricosia per la sua buona velocità ed eccellevanell’andatura di bolina. Per questatipologia di naviglio i cantieri di Torre delGreco erano particolarmente apprezzati enumerose erano le commesse che giun-gevano anche da armatori fuori regione,principalmente siciliani.

La famiglia Villano - Gennaro, Michela elo zio Pietroandrea - acquisì più del cinquan-ta per cento dei carati di questo veliero, men-

tre i rimanenti carati erano dei soci Vincen-zo Di Maio e Luigi Luise, l’intera proprietàdei bastimenti era di ventiquattro carati.

Il veliero fu iscritto, il 7 settembre del1915, nel registro dei velieri del Comparti-mento marittimo di Torre del Greco al nu-mero di matricola 851 e Gennaro Villanovenne nominato, dagli altri soci, armatore.

La vita del bastimento purtroppo fu mol-to breve, difatti il veliero naufragò il 22 di-cembre 1917 per una tempesta a largo delporto di Tarragona (Spagna).

Nella loro vita armatoriale la famiglia Vil-lano acquisì fra il 1886 e il 1927 ben diecivelieri, l’ultimo fu la nave goletta “Marco”tenuta in armamento fino al giugno del 1927.

* Autore del volume:“Navi ed Armatori di Torre del Greco”

La nave goletta“Maria del Buon Consiglio”

L’’antica foto pubblicata

sulla copertina dello scorsonumero, il varo della navegoletta, ha suscitato vivointeresse da parte deinostri lettori, tant’è checi ha spinto a raccontareun po’ la sua storia eripubblicare la bella foto

ARMATORI D’ALTRI TEMPI

Page 5: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 5

Concepì e realizzòuna carta nauticadotata di specialiproprietà perseguire, conprecisione, lanavigazione,rendendolacosì più sicuraE non è tutto...

di SILVESTRO SANNINO

Se ha ancora qualchesenso rievocare uomi-ni che si sono distintiper il progresso del-

l’umanità è allora il caso di ri-cordare Mercatore a cinquecen-to anni dalla sua nascita.L’evento, in una comunità comequella di Torre del Greco che hasempre avuto la marineria tra lesue principali attività, dovreb-be suscitare qualche simpaticointeresse.

Chiunque va per mare usa lacarta nautica di Mercatore pernavigare. E’ la carta navigatoriaper eccellenza per tracciare lerotte, segnare le posizioni dellanave (punto nave) e fare altreoperazioni connesse.

La carta di Mercatore, nomelatinizzato di Gerardo Kramer,non riguarda il solo campo del-la navigazione ma ha un rilievodi primo piano nella geografia,nella matematica e nell’evolu-zione del pensiero umano ingenerale. Essa segna una svol-ta decisiva dalla visione delmondo antico di Aristotele eTolomeo a quella moderna deiCartesio, Galileo, Newton ecompagnia.

Solo il talento di Mercatore,che seppe sposare come pochi,teoria e pratica, pensiero edazione, poteva concepire e rea-lizzare una carta nautica dotatadi speciali proprietà per seguirela navigazione con precisione e,quindi, con sicurezza. Siamonell’epoca delle grandi naviga-zioni oceaniche e delle scoper-te geografiche. Il mondo cono-sciuto dagli eredi della civiltàgreco-latina, in meno di un se-colo, si dilata, sulla scia di En-rico il Navigatore, dalle angu-ste dimensioni del Mediterra-neo e del vicino Atlantico all’in-tero globo terrestre.

L’antica e gloriosa carta me-dievale, di origine italiana, ba-sata sulle direzioni (rombi dibussola) e sulle distanze delle

località, risolveva il problemadei naviganti per spazi limitati;ma tale carta, estesa agli oceanied ivi detta “piana quadrata”, in-troduceva delle deformazioni,nel rappresentare la Terra, nonpiù trascurabili. Naviganti ecosmografi se ne erano accor-ti, avevano individuato le cau-se delle distorsioni ma non riu-scivano a trovare la soluzionepratica, soluzione arrivata nel1569 proprio per opera delMercatore.

Il nostro benemerito nasce aRupelmonde, nelle Fiandre,nel 1512 e si dedica allo studiodelle matematiche e dellacosmografia per necessità divita, anche se avrebbe preferitodedicarsi alla filosofia, la qualeperò, come la poesia, non gliassicurava il soldo per vivere(carmina non dant panem). Asoli 24 anni viene chiamato daGemma Frisius a insegnare nel-l’Università di Lovanio,prestigioso centro culturalemondiale; mette su famiglia esi dedica alla costruzione di glo-bi e carte, terrestri e celesti, dicui alcuni per Carlo V.

Mercatore si distingue subitoper la profonda analisi criticadella geografia antica e dei li-miti di certe posizioni moder-ne. Le sue soluzioni sono quasisempre originali e geniali. LaRiforma di Martin Lutero e la

Controriforma della Chiesacreano conflitti acerrimi,aberranti, e Mercatore conosceil travaglio del clima di sospet-to e di vendette che imperava.Per la sua simpatia pro Rifor-ma conosce anche il carcere, nel1544; viene poi scagionato permancanza di prove, ma è co-stretto ad espatriare in Germa-nia, a Duisburg.

Riprende gli studi del mate-matico portoghese PedroNounes sulla natura e la scien-za della navigazione e nel 1569realizza la sua carta navigatoria(di metri 2x1.32) corredata dagrafici e spiegazioni per risol-vere i principali problemi delnavigare. Il suo monumentocartografico è scritto in latino edha un titolo lungo che nella tra-duzione suona così: “Nuova epiù completa descrizione delglobo terrestre, correttamenteadattata per uso della navigazio-ne”.

L’idea della carta è semplicee geniale, come la Poesia: inanalogia alle carte medievali(piano quadrata) Mercatore rap-presenta i meridiani con lineerette parallele equidistanti mapone i paralleli (anch’essi indi-cati con linee rette) a distanzecrescenti con la latitudine inmodo da rendere il grado di me-

ridiano, sulla carta, pari a quel-lo del parallelo (dilatato con

la latitudine). Mercatoredisse che avrebbe resonoto il suo criterio di po-sizionare i paralleli,“Dio volente”, manon lo fece anche sevisse fino a tarda età.

La legge con cui as-segnò la distanza deiparalleli sulla carta ri-chiedeva la conoscen-za del Calcolo Infini-

tesimale, inventato ol-tre un secolo dopo da

Leibnitz e Newton, e sisono fatte alcune congettu-

re sul suo modo di procedere,senza però identificarlo con cer-tezza.

Tuttavia la carta di Mercatore,detta pure “carta ridotta”, co-mincerà ad essere adottata nel-la pratica nautica solo a metà del‘600; ed ancora intorno al 1750gli olandesi, allora maestri nel-la navigazione, impiegavanoancora l’antica ma imprecisacarta piana quadrata nelle lorotraversate oceaniche. Tutte que-ste circostanze hanno alimenta-to lunghe e profonde riflessionisul piano economico, scientifi-co e filosofico.

L’opera di Mercatore diedeorigine e sviluppo alla carto-grafia matematica che impegnògente come Lambert, Eulero,Clairaut, Lagrange, Gauss… erichiese nuovi e importanti stru-menti di matematica.

Forse non molti sanno, nean-che tra gli “addetti ai lavori”,che le case in cui viviamo sonosegnate sulle mappe catastali,che sono rappresentazioni delglobo terrestre secondo il prin-cipio della carta di Mercatore,nel caso particolare nota con inomi di carta di Gauss-Boagao di UTM (Universal TransversMercator).

Gratitudine e riconoscenza,dunque, a Gerardo Kramer,alias Mercatore, non solo dainaviganti.

STORIA DELLA NAVIGAZIONE

Gerardo Kramer, alias MercatoreUn gigante del pensiero umano

Page 6: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 26

di VINCENZO SPORTIELLO

Assistiamo in questi giorni, im-potenti, all’indecoroso spet-tacolo di una città - dal puntodi vista igienico - abbando-

nata a se stessa, con le strade invase daogni genere di rifiuto.

Non siamo nuovi a questi spettacoli,anche se per un bel periodo non se neerano visti: Possibile che per il cambiodi un’amministrazione comunale debbasuccedere tutto questo? E’ assurdo, so-prattutto se, come sappiamo, la macchi-na burocratica comunale non ha subitoalcuna modifica con il nuovo governodella città.

Il tutto mentre monta la polemica poli-tica su di chi sia la colpa del vertiginosocalo della differenziata, sull’avvicenda-mento delle ditte, sulla regolarità dellecommesse e sulla particolare dimensio-ne dei cassonetti che arredano le cosid-dette isole ecologiche nostrane.

Nel lontano maggio 2007 dedicammoalcune pagine del giornale allemetodologie da poter mettere in atto perfar fronte all’allora galoppante emergen-za, dovuta alle difficoltà di trovare im-pianti di conferimento dei rifiuti che lacittadinanza produceva, ma non si vide-ro buoni risultati.

Solo dopo qualche anno furono parto-riti, uno dopo l’altro, dei centri di rac-colta con vasche container (si trattava so-stanzialmente della metodologia dei vec-chi cassonetti ingranditi dimensional-mente e diradati sulla città) per la raccol-ta di solo quattro-cinque rifiuti differen-ziati (umido-secco-plastica-carta-vetro)degli oltre 20 previsti per legge.

L’effetto sembrò positivo, la città ap-pariva pulita (anche se i centri di raccol-ta sembravano sempre più micro-disca-

riche e molti dubbi erano sollevabili sul-la capacità e sulla volontà dei cittadinidi depositare i rifiuti nei cassoni giustidal momento che non esisteva alcuna sor-veglianza presso detti centri) e tutto, oquasi, era basato sulla autodisciplina deicittadini.

Ad ogni modo noi comuni cittadini ab-biamo apprezzato una città più pulita,l’innalzamento dell’indice di civiltà, equesto poteva bastarci, del resto un nonaddetto ai lavori tante domande non sele fa.

Ma oggi può essere possibile che il soloavvicendamento di una ditta con un’al-tra provocasse tutto quel che è capitato?

E soprattutto, è possibile che se, tra un

anno, cambiamo ditta (semplicementeperché è possibile che un’altra ditta vin-ca l’appalto) si rivedranno di nuovo que-sti spettacoli indecorosi su tutte le stra-de?

Pensiamo proprio di si! E sapete per-ché?

Perché la nostra città adotta un sistemadi raccolta differenziata atipico.

Perché - a circa 15 anni dal decretoRonchi (D.Lgs 22/97) che dettava i prin-cipi della raccolta differenziata, ad oltre6 anni dal Codice dell’Ambiente D.Lgs152/2006 che chiariva come costruire icentri di raccolta, e ad oltre 4 anni dalD.M. 8/4/2008 che rende i comuni deltutto autonomi dalle Regioni a poter au-torizzare la gestione delle proprie isoleecologiche - la nostra città non possiedevere strutture attrezzate per la raccoltadifferenziata, da gestire in proprio, e inol-tre non ha mai regolamentato un sistemadi premialità verso il cittadino, che restal’unico soggetto attivo della raccolta dif-ferenziata. Sebbene sia l’unico a pagaree a rimetterci in tutti i sensi.

Finché non ci saranno strutture e preci-si regolamenti, ci sarà ben poco da ge-stire in continuità, e ogni ditta che si ag-giudicherà l’appalto di tale servizio incittà si troverà sempre a dover partire dazero, con le conseguenze che sono sottogli occhi di tutti. Ancora per quanto do-vremo vivere come esseri incivili?

Non vogliamo tediare nessuno con ladescrizione di quelle che sono le struttu-re ed i sistemi di cui dovremmo dotarciné di quelli che sono i sistemi di premia-lità che l’Amministrazione Comunaledovrebbe rivolgere al cittadino, invitia-mo solo, per chi fosse interessato, a leg-gere nel nostro archivio i numeri 31 e 32del 2007 ed il n. 132 del 2012.

A buon intenditor poche parole.

LIBERA ACCADEMIA DELL'ARTE

Via Roma, 18Torre del Greco

info: 3476291124 / 0818821713338 77 84 063

CORSI DIPITTURA

per adulti e bambini

ISCRIZIONE GRATUITA

ASSOCIAZIONE CULTURALEIL PERSEO

GESTIONE RIFIUTI

Il sistema di raccolta differenziata“atipico” all’origine dei problemi

Isole ecologicheimpresidiate, mancanzadi strutture attrezzate diproprietà comunale e diun sistema di premialitàper i cittadini virtuosi...Ecco perché la crisidi questi giorni eraampiamente prevedibile

Page 7: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 7

ELABORATO PREMIATO AL CONVEGNO

di ELEONORA COLONNA

Si è tenuta venerdì 19 esabato 22 ottobre ladue giorni “Per ilrilancio…” promossa

dall’associazione “Per ilrilancio di Torre del Greco”. Trei temi trattati dall’associazioneche hanno avuto come filo con-duttore il rilancio della città diTorre del Greco.

Si è partiti da “Scuola e Gio-vani” in cui si è stabilito cheogni istituto superiore della no-stra città adottasse simbolica-mente una zona di Torre darilanciare e si è proseguito nelpomeriggio di venerdì parlan-do di “Territorio”. In tale dibat-tito si è avuto un intenso con-fronto tra vari comitati di quar-tiere ed esponenti della societàcivile con il Presidente del Con-siglio Comunale, Filippo

Colantuono, il degrado di alcu-ne aree, l’interruzione del ser-vizio di trasporto pubblico indiverse zone e quelli legatiall’annosa questione rifiuti sonostati gli argomenti più discussi.

Il convegno si è concluso sa-bato mattina con il dibattito “Tramare e Vesuvio”. I parlamenta-ri Luisa Bossa e GuglielmoVaccaro si sono soffermati sul-l’importanza di creare un siste-ma di accoglienza per i turisti

Proponiamo di seguito tre stralci fittizitratti dai diari autobiografici di un uomo,di suo nipote, e del figlio di quest’ultimo.

“I terribili affanni della guerra non lo-gorano la mia mente a tal punto da ri-muovere dalla mia memoria i ricordi del-la mia gaudente fanciullezza trascorsa adesplorare le cittadine adagiate sui fian-chi del Vesuvio. Tra queste, dalla graziasimile a quella di una perla, splendeva,adombrando le altre, Turris Octava: ri-corrente meta delle mie villeggiature, di-venne così cara da imprimere in me unimpareggiabile sentimento di apparte-nenza. Dunque ripercorrerò tutti i luo-ghi che ero solito frequentare, parlandoal presente quasi come fossi ancora lì.

Capo Torre è un crocevia del traffico edel fervore cittadino; vi si snodano duetracciati, via Roma e via DiegoColamarino, presso cui gli autoctoni eturisti passeggiano dispensando sorrisicon la generosità di chi è abituato a con-dividere con il prossimo le più semplicigioie della vita. Luogo di ritrovo comu-ne è il bar Palumbo, ove è possibile in-

contrare individui provenienti dai piùremoti comuni del napoletano condivi-dendo oltre che un caffè ed una chiac-chiera l’incantevole scenario circostan-te. Spicca in lontananza il maestoso cam-panile di S. Maria del Popolo verso nord,mentre passeggiando verso sud si giun-ge presso la piazza cuore pulsante del-l’abitato, quella di Santa Croce conl’omonima basilica neoclassica affianca-ta dal campanile barocco. Vi si respiraun’atmosfera di benessere, di allegrezzaframmista all’operosità e all’attivismoinfaticabile di una città costruita con ilcorallo. Molteplici sono le costruzioni difattezza sontuosa ed elegante. Tra que-ste ricordo vividamente Villa Prota, Vil-la Macrina e Villa delle Ginestre, doveanche il solo piacere di riempire le stes-se stanze abitate dal poeta dell’Infinitoconcede al visitatore di poter meglio ane-lare a questo. L’aria salubre è di grandeattrattiva per coloro che cercano un rifu-gio sia spirituale dalle fatiche asfittichedella quotidianità, sia fisico dallacagionevolezza della salute di molti. Leacque cristalline lambiscono la sabbia

che vada ad eliminare il degra-do da siti come il Parco Nazio-nale del Vesuvio e la costieravesuviana, mentre l’europarla-mentare Enzo Rivellini ha par-lato di una più generaleristrutturazione dello stato pertrovare un nuovo modo di sfrut-tare a pieno le risorse che l’Eu-ropa mette a disposizione, infi-ne l’assessore regionale all’ur-banistica Marcello Taglialatelaha dichiarato: “Per il rinnova-

mento del territorio bisognereb-be modificare alcune leggi cheimpediscono il reale sviluppo.E’ impensabile non poter rifarealcune strutture soltanto perchéci sono leggi che impedisconodi abbattere e ricostruire, anchese non ci sono modifichevolumetriche e violazioni deivincoli paesaggistici”.

Un dibattito di alta qualità,come hanno ribadito con sod-disfazione gli organizzatori del-l’evento attraverso il presiden-te dell’Associazione, CarloCeglia, che ha subito raccoltol’invito dell’on.le Rivellini adaggiornare i temi trattati all’ini-zio del prossimo anno. Peccatosiano mancati esponenti politi-ci torresi. Buona anche l’af-fluenza di pubblico che ha pre-so parte all’evento, affollandola sala messa a disposizione dal-l’Hotel Holidays”.

nera che nasconde una candida purezza:la placidità e i benefici che ne derivano,sebben di natura vulcanica, del vulcanonon recano alcun segno. A proposito diquesta preoccupante incombenza, i sen-tieri impervi ed ostici che si abbarbicanosulle pendici del Vesuvio, sono ricopertida ginestre difficili da sbaccellare cheesalano aromi inebrianti. La rigorositàmaniacale con cui le vie sono ammini-strate, riproducono l’ordine naturale delpaesaggio vesuviano: geometricisampietrini asfaltano le strade da mespesso calcate quasi con il timore di in-taccare la loro rilucente pulizia con i mieipassi, rigogliose aiuole verdeggiano ailoro fianchi. Tutto sembra disposto alfine di ammaliare irrimediabilmentel’occasionale spettatore dello scenario diserenità e proporzione offerto dalla cittàe da chi la popola.”

(Marzo 1943, trincea)

Elaborato realizzato daRossella Marino, Pasquale Pirone,

Raffaele VitielloIII B, Liceo Classico “G. De Bottis”

PER IL RILANCIO… LA COSTA VESUVIANATRA SCUOLA, MARE E VESUVIO

CONVEGNO

Tutte le formule per il rilancio...

Page 8: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

Sono al Corso Vittorio Emanuele, la strada daimboccare è Via Procida, alla mente corre su-bito un’isola, la più difesa da moderni assedi.Procida di qui si vede come stesa al sole sullaspiaggia di Ischia, una dea naufragata da un

viaggio d’altra sponda, distraendosi dalla terra greca. Miimprovviso nocchiero di una barca di parole, reggo una velaper approdare a Calastro, per salire su una torre di vedetta,mi ergo sui bastioni, timido o impettito non so, per goderedella scena o sentire il suono di un vento che non c’è. Ecco,sono a casa di Giggiano.

Di solito noi lo chiamiamo così, per non confonderlo conaltri Vincenzo o altri Borriello, e a noi piace, e lui se ne com-piace. E’ un mattino azzurro e dorato come antico arazzo unpo’ consunto di antiche stanze, tiepido e frusciante di seta, èquasi manto di madonna, un attestato di benemerenza chequesto prodigioso e generoso ottobre ci consegna. L’incon-tro ci porta subito su una larga balconata, siamo all’ultimopiano, a monte di Calastro, ci sembra quasi volare sul golfo diNapoli: le due braccia aperte che si allungano da Vico Equensee dal Centro Direzionale, che pare liquefarsi nei vapori delmattino sotto la collina di Poggioreale, sembrano due chele dicrostaceo che stanno per ghermire l’isola di Capri.

Quando mi affaccio, mi dice VGB (sono fiero di questasigla che m’invento, tre lettere come quelle famose di JFK,forse Vincenzo non ci ha mai pensato), è come sfogliassi unlibro, sfoglio pagine, dice, portando un giro di braccio nel-l’aria. Gli piace raccontare per passione di classicità, sicrogiola in un lavacro di cose antiche, mi parla del ParcoVirgiliano (che noi chiamiamo Parco della Rimembranza)dedicato al poeta dell’Eneide giacché abitava sulla collina diPosillipo. Della figura eterea di Virgilio racconta, e dello stuo-lo di giovani che lo seguiva, e dell’appellativo di Parteniasche gli diedero i napoletani, che significa verginiello, adom-brando una sua naturale castità.

VGB mi ha accompagnato per l’Anticaglia, i mitici luo-ghi di Napoli greco-romana, dove Virgilio passeggiava. Vin-cenzo non sarà certo Partenias, ma trascina con sé un so-prannome che fu del padre, la guardia municipale CiroBorriello. Il nomignolo di Giggiano gli fu dato da una ziacome in vario modo una volta si usava fare, vezzeggiativiinventati che si davano agli infanti.

La guardia municipale che quasi tutti conoscevano sol-tanto come “giggiann ‘u ‘uardio”, era un pezzo d’uomo sem-pre sorridente, pronto alla battuta. Nella memoria collettivaè uno che probabilmente non ha mai fatto una contravven-zione in vita sua, uno dei pochi ricordati dalla nostra gene-razione.

Quel nome non vuol dire nulla, come altri era un vezzeg-giativo che ricordava un poco Gigi, un poco Gianni ma que-sti non c’entrano. Allora Vincenzo è andato a speculare suvari testi; ebbene esiste un paese che così si chiama, in pro-vincia di Arezzo, e giggiano significherebbe, nel dialetto diquei luoghi, uno che ama la giggia. Sarebbe una cosa cheappartiene solo alle donne.

Il ragazzo Vincenzo Borriello compì studi alla Scuola diIncisione sul Corallo e dopo di questa frequentava il LiceoArtistico di Napoli. All’ Istituto di Belle Arti, come una vol-ta si diceva, conobbe ed ebbe maestri artisti veri e valentiscultori, Antonio Mennella che era torrese, che faceva lavo-rare giovani, e Antonio Venditti di origine irpina col qualeVincenzo collaborava. Aiutava questo maestro anche in sueore libero da lezioni. Mi ricorda che una volta Venditti loimpegnò in alcune teste decorative in stile greco-romano damodellare in bassorilievo, lavoro ricevuto in committenza, eche alla fine (il maestro a differenza di altri era munifico),soddisfatto della prestazione dell’allievo, gli regalò ventimi-la lire che all’epoca, anni sessanta, erano tanti soldi. Avverti-va che il ragazzo prometteva e spesso gli diceva quanto glisarebbe piaciuto che lo seguisse a Roma dove stava per tra-sferirsi in altro Istituto. Ma l’insegnamento chiamò VGB inCalabria e la cosa non fu cosa, come tante cose non sono maicosa.

Tornando qui a Torre il giovane scultore trovò studio nelleviscere di un palazzo in via Diego Colamarino, lavorava inuna magica scenografia di rocce laviche che sorreggevanol’antico palazzo. In quel luogo VGB lavorò per alcuni anni,ma le imprese di sculture di notevoli dimensioni gli avreb-bero fatto preferire, seppure più piccolo, uno studio a pianoterra per facilitare il suo lavoro. E si trasferì.

Cominciò a farsi strada soprattutto in opere d’arte sacra.Per quelle laiche mi ricordadi un monumento, per il qua-le ha modellato il busto diFrancesco Solimena, eretto aSerino. città dalla quale ilgrande pittore e architettodel Settecento era venuto aNapoli lasciandoci operememorabili. Questo grandemaestro aveva una villa aTorre del Greco.

VGB fu ben accolto inCuria, per la quale ha realiz-zato opere come la cappellaprivata per il cardinaleGiordano, rilievi vari, taber-nacolo e la grande vetratacon l’Assunzione della Ver-gine. Erano spazi senza sto-ria, quasi dimenticati.Insomma la sua è stata unavita in continuo crescendo dicommittenze.

Vinc enzo Gigg iano Borr i e l l o

Per citare: tra tante opere, la porta giubilare della Parroc-chia di Pietrelcina, terra natale di San Padre Pio. Ed ancora,il grande bassorilievo “Resurge Onna” che la Pro Loco diTorre del Greco ha donato alla frazione presso L’Aquila col-pita duramente dal terremoto. A Ercolano, all’ingresso dellaCongregazione delle Figlie di Nostra Signora dell’Eucarestia,vi è un gruppo bronzeo con la fondatrice, Madre LetiziaZagari. Nel Seminario Maggiore di Napoli il Papa GiovanniPaolo II ha benedetto il busto a lui dedicato. Il Beato Vincen-zo Romano è rappresentato con un busto nell’androne dellasua casa in via Piscopia, mentre con la sua mano benedicenteil Beato si erge su una base di lava vesuviana in Piazza SantaCroce. Un busto di San Gennaro fu donato dalla RegioneCampania alla comunità di napoletani in Australia, l’opera èesposta nella Cattedrale di S. Giuseppe a Melbourne.

Si citano soltanto alcune delle opere più rappresentative,ma la vita dello scultore è costellata da tante altre, anche mi-nori, ritratti o bronzetti decorativi. Una sola volta abbiamo

collaborato, per quando in ViaComizi, nel largo che manda alPalazzo Comunale, è stata postauna targa per intitolare lo spaziocome Piazza Giovanni Paolo II:con Giovanna Accardo ho model-lato le quattro formelle che coro-nano la targa con l’immagine delPapa. La vita di uno scultore simuove in tanti passaggi nel mo-dellare argilla che nel caso diVGB si tramuta quasi sempre inbronzo.

Come artista, mi astengo sempre dal discorrere delle opere,la mia visione di esse correrebbe in un imbuto di personaliattenzioni e, d’altronde, non è mio mestiere fare il criticod’arte. Traccio profili, certi aspetti di persone che possonoessere scultori come pittori o altro, scrittori o teatranti, oanche gente a noi vicina, al di fuori del canto delle Muse.Come allo stesso modo potrei scrivere di paesaggi o di so-gni. Di Vincenzo Giggiano Borriello, anche se me ne rac-conta, basta sbirciare su una scrivania, su un tavolo, percapire come più di altre storie egli sia affascinato da quellanapoletana, di tutti i tempi, e scioglie infine la sua passioneper Eduardo De Filippo, mi mostra libri del grande dram-maturgo con dediche autografe. Gli piace raccontare storianostra, si esalta di più narrando, scelgo a caso, di DonnaRegina, Donna Albina, Donna Romita, che della buona ta-vola, e delle vecchie trattorie che ama.

Da un po’ di tempo VGB si guarda dentro più di ieri, staosservando una specie di riposo del guerriero, ha lavoratotanto e si permette qualche pausa.

Sono alla fine dello scritto, credo che più gli piacerà cheio dica cos’è la vita di uno scultore serio: questa è un’arte chese non comincia quando pulsano in un ragazzo ardori puberalinon può essere intrapresa, da allora bisogna stare con unmaestro, apprenderne la lezione, amarne la fatica e il silen-zio, crescere con il sapore dell’argilla sulla bocca e nei pol-moni, cominciare, come abbiamo fatto, da quando i maestrici mettevano a smazzolare creta secca per riutilizzarla, e aprepararla nella giusta morbidezza e consistenza, imparareanche così il mestiere, intuire segreti, fare il guaglione, amareil maestro anche coprendo le sculture con panni bagnati oandando a prendergli un caffè, anche questo con devozione.

La scultura non s’inventa d’improvviso. E’ come il il co-raggio di Don Abbondio che “se uno non ce l’ha non se lopuò dare”.

E qui soltanto lo spazio mi costringe a chiudere. Ma pos-so continuare a voce, se qualcuno vuole.

Scultura è quella roba cui vai a sbatterein un museo quando fai due passi indietroper guardare meglio un quadro.

Arthur Bloch: La legge di Murphy del 2000

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 28 9Profilidi CIRO ADRIAN CIAVOLINO

Page 9: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 210

di GIUSEPPE DI DONNA

Nei primi decennidell’800 nel re-gno di Napolidue fazioni sicontrapponeva-

no: la Carboneria che si poneval’ obiettivo di realizzare l’ItaliaUnita e il Sanfedismo che lacombatteva strenuamente per-ché considerava la prima atea,anarchica, sovversiva. La mas-soneria del 700 le cui logge era-no intrise di giansenismo e dideismo nonostante fosse ostaco-lata con editti reali non arrestòla sua propaganda.

Con il regio decreto del 6/6/1821 il governo borbonico inti-morito dalla propagandainnovativa di queste sette, pro-mulgò le “Giunte di Scrutinio”per indagare sulla condotta poli-tica di preti, militari e impiegatie sulla loro appartenenza allaMassoneria e alla Carboneria.Pertanto nel mese di Agosto del1821 a Palermo per delazione diuna spia, venne sventato un com-plotto ordito dai carbonari e mas-soni insieme; tra i nove giustiziatiper fucilazione nella capitale si-ciliana ci fu un tale GiuseppeCandia di Torre del Greco appar-tenente ai “Liberi muratori”.L’oppressione borbonica sui me-ridionali cresceva e il 15 Maggiodel 1848 ci furono manifestazio-ni e barricate a Napoli. Dopo que-sti avvenimenti Ferdinando IIabrogò la costituzione e ripristi-nò il potere assoluto. Nel giugno1848 Filippo Agresti, MichelePironti e Luigi Settembrini fon-darono la setta segreta Unità Ita-liana. Essa fu scoperta e fra i tan-ti arresti ci fu quello di un nostroinsigne concittadino: SalvatoreBrancaccio che allora aveva 60anni... Ricopriva un ruolo impor-tante nella società segreta e incasa sua avvenivano leiniziazioni mentre gli iscritti si in-contravano in un caffè di PiazzaMercato a Napoli. Il 16/9/1849Pio IX era ospite dei Borboni; duegiorni prima era stato a Torre delGreco presso la nostra parrocchiaper la festività, allora molto sen-tita dai torresi, dell’“Esaltazionedella Croce”. Mentre il papa a

Napoli si accingeva a benedire ipresenti scoppiò una bomba e gliindiziati furono sottoposti ad atro-ci torture; tra essi vi eraBrancaccio che morì per le sevi-zie della polizia borbonica (l’am-ministrazione comunale non hamai pensato a dedicargli una stra-da). Egli coerente con il suo pen-siero e con il suo operato fino allamorte non denunciò nessuno del-la setta; invece il vile compagnoPironti, del quale una targa inCorso Vittorio Emanuele ricordail soggiorno a Torre, salvò la pel-le per le sue “confidenze”. Unaltro torrese, il sacerdote PietroPalomba, figlio di ricchi commer-cianti filoborbonici, nato nel 1806giù alla marina, partecipò ai motidel 1848; dopo la restaurazioneborbonica venne sorvegliato dallapolizia ed imprigionato più volteperché fautore dell’unità italianae corrispondente con diversi mas-soni italiani, fu inoltre postulatoreper la causa di Vincenzo Roma-no di sicuro non giacobino. Unaltro fervente patriota torrese delrisorgimento, giureconsulto difama, fu Diego Colamarino natonel 1837, a 30 anni divenne con-sigliere comunale a Napoli e Profdi Leggi civili nella stessa città.Difese il comune di Torre nelleliti di confine (mai risoltedefinitivamente) con Resina. Nelmese di settembre 1860 Garibalditransitando sulla linea ferrovia-ria voluta dal governo borbonicosi fermò alla marina di Torre perabbracciare il patriota Palomba.Questi fu eletto deputato al Par-lamento Italiano con sede alloraa Torino sebbene tale carica fos-se stata sempre mal vista dalle au-torità ecclesiastiche contrarie al-l’Unità d’Italia. Poiché Palombacon spirito moderno intendevauna Chiesa al pari con i mutatitempi e il sacerdozio come par-tecipazione attiva sul campo, fecepiù volte ricorso e la chiesa lo per-donò grazie anche all’azionemediatrice del clero locale con acapo il parroco Salvator Noto.

I colleghi parlamentari lo ebbe-

ro sempre in gran considerazio-ne apprezzandolo e stimandoloper il suo voto indipendente daogni indicazione di partito comesostiene lo studioso Sarli nel suolibro “Il Parlamento subalpinoe nazionale”. I nostri politiciavrebbero tanto da apprendere daPalomba. Uno dei più grandi sin-daci di Torre Luigi Palomba an-che lui di idee liberali e discen-dente del patriota istituì una scuo-la marittima nel 1922 ma si rac-conta che Garibaldi se ne fosseoccupato già prima; pare che ilgenerale nizzardo fosse venuto aTorre per far sorgere una scuolanautica grazie all’interessamen-to di alcuni pescatori di coralloapprodati nella sua amataCaprera. Da quella isola ventosae solitaria il generale poteva mi-rare la Corsica, l’ unico tasselloche mancava all’ Italia unita...Storia o leggenda non sapremomai. E’ certo invece che un fede-le servitore del grandecondottiero dei due mondi, ilgaribaldino De Palma Nicolanato a Milazzo nel 1812 seguìGaribaldi da Palermo a Napoli;morì a Torre il 6 /7/1861 copren-dosi di gloria. Lo spiritoantiborbonico dei torresi si raf-forzò tanto è vero che, dopo l’eru-zione del 1861 il cui botto tre-mendo sancì l’ Italia unita ma raseal suolo Torre, essi rifiutarono800 scudi inviati dal re France-sco II in esilio e dai rifugiatiborbonici in altre terre; nella se-duta consiliare i governantitorresi motivarono il rifiuto so-stenendo che “sarebbero andatiraminghi per il mondo anzichéaccettare soccorsi da colui che halasciato dappertutto vestigia del-la sua crudele barbaria” e prefe-rendo gli aiuti degli italiani di al-tre regioni ormai figli della pa-tria finalmente unita e fratelli so-lidali dopo quella immane cata-strofe che colpì il territoriovesuviano. Una lapide inpietrarsa posta nei pressi del co-mune ricorda ai posteri il gestosolidale. Le strade della marina

costruite in epoca borbonica, pervolere degli amministratori libe-rali cambiarono nome in C.soGaribaldi, Via dell’Unità Italia-na, Via della Libertà.

Verso la fine dell’800 alla log-gia napoletana di rito scozzeseHumanitas vi erano iscritti 4torresi: Sinè direttore del dazio,F. Castaldi segretario comunalee autore della “Storia di Torre delGreco” la cui prefazione fu scrit-ta da Raffaele Alfonso Ricciardiesponente massonico, un Di Don-na ed E. Pantaleo, molto proba-bilmente quel Pantaleopedagogista e maestro a cui fudedicato l’istituto tecnico com-merciale. Costui prese parte adun anticoncilio organizzato dalmassone deputato GiuseppeRicciardi parente del precedenteche si tenne a Napoli l’8/12/1869al teatro San Ferdinando in op-posizione a papa Pio IX che ave-va convocato un concilio in cuisi consacrava l’infallibilità delpapa. I maestri massoniinneggiarono alla rivoluzioneFrancese. Parteciparono numero-si e tra gli astanti vi era anche V.Hugo. Negli anni novanta il ter-mine massoneria è legato ad av-venimenti giudiziari delle loggedeviate, alle oscure trame dellaP2. I “fratelli incappucciati” han-no portato la massoneria italianaed internazionale ad interagirecon le più alte sfere del poterepolitico corrompendo i suoi ori-ginari ideali; nonostante tutto èstata fautrice della formazionedello Stato Italiano. In fondol’unita italiana l’ha fatta un mas-sone Giuseppe Garibaldi. Lamassoneria composta da ricchiborghesi e aristocratici favorevolia Roma capitale, all’unità italia-na e alla laicizzazione dello statoitaliano, lottò contro la compo-nente socialista e quella cattoli-ca e poi anche contro quella na-zionalistica che non vedeva dibuon occhio l’internazionalismomassonico e capitalistico tanto èvero che se parte della massone-ria favorì l’ascesa del fascismo,il “Grande Oriente d’Italia” fusciolto proprio da Mussolini. Soloquesto lascia pensare al ruoloambiguo della massoneria specienel 900 e nel nostro secolo.

RISORGIMENTOTORRESE

UNITÀ D’ITALIA E MASSONERIA

Page 10: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 11F.C. TURRIS 1944LA STORIA

Anche in quell’epoca il proble-ma del campo sportivo era digrande attualità, infatti, non es-sendoci a Torre del Greco uncampo con le misure regola-

mentari la Resurgo e la Fortitudo-Turris era-no costrette a chiedere ospitali-tà per le partite in casa sui cam-pi dei paesi vicini.

Alla fine del 1924 si comincia-va a parlare in città di formareun comitato per la fusione di tut-te le forze sportive in un’unicasocietà e si ipotizzava anche ilnome che poteva esser TurrisSporting Club o Unione Sporti-va Torrese, ma i tempi non si di-mostrarono maturi per la nasci-ta di una unica società.

Nel 1925 solo la Resurgo eraiscritta al campionato federale difootball (III Divisione Campa-na) e dopo una trionfale galop-pata vinceva meritatamente il girone. Ibianconeri giocavano tutte le partite in casaa Torre Annunziata ospiti al campodell’Oncino per la mancanza appunto di uncampo sportivo regolamentare in città.

La formazione base schierata dai bianconeridella Resurgo in campionato era la seguen-te: Raffaele Rivieccio, Giuseppe D’Amato,Amerigo De Dilectis, Raffaele Minicucci,Alessandro Vocca (cap.), Francesco Impera-to, Giuseppe Pollo, Vincenzo Maione, Pie-tro Beccaro, Antonio Buovolo. Aniello Maz-za; riserve: Salvatore Altieri, Enrico Di Iorio.

Invece i bianco-verdi della Fortitudo-Turrisdisputavano delle partite amichevoli conti-nuando a peregrinare sui campi regionali conla seguente formazione: De Luca, Esposito,

Attanasio, Lippolis, Pedone, Ubaldo,Zunkeller, Suorato, Sturnaiolo, Longobardie Salzano.

Tra il continuo peregrinare delle due squa-dre nei vari campi sportivi dei paesi vicini,per l’irrisolto problema di un campo sporti-

vo regolamentare, come silegge dalle cronache sporti-ve dei giornali locali, oltrel’Oncino di Torre Annun-ziata, c’era il campo diVigliena a San Giovanni aTeduccio e il campo deiGranili a Napoli.

Finalmente il 1928 inizia-va per gli sportivi torresi sot-to i migliori auspici poichédopo tanto penare, potevanoassistere agli incontri casa-linghi dei loro beniamini inun campo sportivo cittadinodegno di questo nome, gra-zie al Cav. Fienga e al figlio

Annibale, che concessero un terreno di loroproprietà, in precedenza adibito a cava di pie-tra, in comodato d’uso al comune.

Il campo sportivo, che prendeva il nome del-la famiglia Fienga, sorgeva nei pressi di ViaNazionale, all’altezza di Villa Laudisio (dopola chiesa di S. Antonio). Attraverso un vialettosi accedeva al campo e la stessa VillaLaudisio, spesse volte fungeva da spogliato-io per i giocatori.

Il terreno di gioco, posto al di sotto dellalinea ferrata (Circumvesuviana) , era orien-tato in direzione “Vesuvio-Mare” in lunghez-za; in seguito, nel dopoguerra il terreno digioco veniva ruotato di 90° assumendo la di-rezione “Torre del Greco- Torre Annunziata”.

(continua)

Il campo Fienga

ESTRATTO DAL LIBRO “F.C. TURRIS 1944”A CURA DI CIRO ANTONIO ALTIERO

2SOLA ALCOMANDO

Dopo 8 giornate laTurris occupa il pri-mo posto in classifica.

Ad una lunghezza la incalza-no, in tandem, Sarnese e Sora.Staccate a tre punti restano inagguato Torres e Lupa Frascati.Tra queste cinque formazionicon ogni probabilità uscirà lavincitrice del Girone G di se-rie D.

I biancorossi torresi hanno rag-giunto la vetta mettendo sotto laSarnese per 2 -1 nella gara inter-na del 14 /10 e bloccando sul parisuccessivamente in trasferta laLupa Frascati.

LA CLASSIFICA

Annibale Fienga

Una Turris incerottata, priva diben 6 titolari, ha tenuto testa allaspregiudicata formazione laziale.

Un diabolico tiro del sempreverde Sibilli ed un potente colpodi testa del difensore Paolaccihanno fissato il punteggio finalesull’1/1. Un risultato che arric-chisce il ruolino di marcia dellacapolista.

Imbattuta sia in campionatoche in coppa, su 11 gare dispu-tate la Turris ne ha vinte 9 e pa-reggiate 2. Domenica 28 icorallini hanno la possibilità diallungare il passo e consolidareil primato.

L’avversario di turno, il CinthiaGenzano, non è irresistibile sul-la carta. Per la gara sono previstii rientri di Moxedano, Falco,Salvati, Arcamone. Non saran-no della partita lo squalificatoManzo e gli infortunati Gasparinie Silvestre. I tifosi che affolle-ranno in massa le scalee delLiguori non faranno certamentemancare il proprio sostegno allasquadra del cuore. Il momento èmagico, bisogna battere il ferrofinché è caldo.

by Raffaele Polese

Page 11: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 212

A cura del Centro GiardinaggioGIARDINO BORBONICO Torre del Greco

Andar per Sante Festedi ROSANNA IOVINO

P lliceP lliceVerde

P lliceP lliceVerdeVerde

Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanzaper i defunti andare al Cimitero.Ognuno ll’adda fà chesta crianza;ognuno adda tené chistu penziero.

(Antonio de Curtis “A Livella”)

FESTA DIOGNISSANTI

Per il mondo cattolico il 1° novembreè la Festa di Ognissanti, dal latino“Festabant Omnium Sanctorum”, è

una solennità che celebra tutti i Santi delParadiso. Tale commemorazione risale alIV secolo, dopo che l’Editto di Costantino,313 d.C., dava libertà di culto. I santi, etra questi gente comune, hanno soffertocercando giustizia e verità affidando to-talmente la vita a Dio, credendo fortemen-te nel trionfo del bene sul male. La festadi Ognissanti aiuta i credenti a riflettere ea capire qual è la strada che porta allasantità, è una giornata in cui si riscopre lagioia della speranza e della propria fede.In alcune località si organizzano, in que-sto giorno, feste, sagre, fiere, concerti.

Vicina a questa, il 2 novembre, ricorrela Commemorazione dei Defunti.

Cimitero deriva dal greco “koimetirion”che significa luogo di riposo o dormito-rio: diventa luogo di pellegrinaggio, si ad-dobbano le tombe con fiori e lumini, ci sisofferma in preghiera, si partecipa allefunzioni religiose.

Nella città di Volla, a noi vicina, è usan-za, la sera tra il1° e il 2 novem-bre, porre sui da-vanzali delle fi-nestre un lu-micino accesocome preghierache si eleva alcielo, un segnodella nostra fede nella resurrezione dellacarne.

Una tradizione che ci accomuna, in Ita-lia, e non solo, è quella di preparare dolcidi varie forme, come le cosiddette fave deimorti e le ossa dei morti; a Napoli la tra-dizione vuole il torrone dei morti, dovel’ingrediente principale è il cioccolato.Viene preparato in vari gusti e risulta mor-bido, a differenza del torrone classico.

Un detto popolare sostiene che chi l’as-saggia potrebbe avere la potenzialità diresuscitare i morti, tanta è la sua bontà.Ma questo è un detto per tante cose chepossono piacere...

Grazie alla sua fio-ritura, folta edecorativa, in gra-

do di prolungarsi per mol-to tempo, il ciclamino è di-ventato una delle ornamen-tali più diffuse nei nostrigiardini dall’autunno allaprimavera inoltrata. Mol-tissime le colorazioni: darosa, più o meno intenso,al rosso scarlatto, al bian-co; a volte persino bicolori.Le varietà si suddividonoin ciclamini grandi, midi, o mini.

LE CURE E LA GIUSTACOLLOCAZIONE

Il ciclamino cresce bene all’aperto,in posizione ombreggiata o semiombreggiata. In genere la fiorituradura diversi mesi, ma può prolungarsise ben curato. E’ una pianta che nonviene frequentemente attaccata da pa-rassiti. Qualche volta si possono veri-ficare attacchi di afidi o di acari. Siconsiglia l’uso di un prodotto specifi-co. Teme però il marciume radicalee la botrite, malattie fungine che si svi-luppano in caso di eccessiveannaffiature. Evitate il ristagno dell’ac-qua nel sottovaso. Usate terriccio dre-nato e ricco di humus. Concimateogni 7- 15 giorni con fertilizzante li-

quido unito all’acqua di annaffiatura(scegliete prodotti con una maggiorepercentuale di potassio per favorire lafioritura). Eliminate prontamente fiorie foglie man mano che appassiscono.

COME SCEGLIEREUN BEL CICLAMINO

All’acquisto controllate che steli efoglie siano sani, consistenti, privi dimacchie o marciumi. I fiori devono so-vrastare in altezza le foglie, le cui di-mensioni devono essere proporziona-te a quella della pianta. Assicurateviche molti boccioli siano nascosti alcentro della pianta, evitando l’acqui-sto di esemplari già’ completamentefioriti. Attenzione al terriccio, nondeve essere fradicio e ne presentaremuffe biancastre.

Il Ciclamino, splendidofiore d’inverno!!!

Festa dell’uva a Leopardi

Domenica 21 Ottobre l’AssociazioneSocio Culturale il Ponte, in collabo-razione con Shalom Associazione di

Volontariato onlus, il C.d.Q. Leopardi, Ass.Airone e l’VIII Circolo Falcone Scauda, han-no celebrato la festa dell’uva, evento che sto-ricamente si teneva a Torre a Settembre, in-torno agli anni 30. I bambini della scuola del-l’infanzia Buon Consiglio si sono divertiti pi-giando l’uva con i piedi ed osservando unadimostrazione della vendemmia, mentre i grandi hanno rivissuto il ricordodell’uva con un percorso culturale con lo scopo di promuovere i vigneti, leuve e i vini locali, innanzi all’ingresso della scuola è stato allestito un pergola-to di uva dove le persone del quartiere hanno potuto degustare i vini tipicidella zona e delle torte fatte ad uva e gelatina di vino.

INIZIATIVA

Page 12: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 13

Scrivi a Marilù“Ragione e Sentimenti”

[email protected]

I PIACERIDELLATAVOLA

Ragione eSentimenti

[ ]

Paola RuggieroFoodbloggerwww.radicidizenzero.blogspot.it

Cara Marilù,da tre anni ho una relazione con una ragazza di

25 anni (io ne ho 27), entrambi diplomati, ab-biamo gli stessi ideali e le stesse ansie per comeil mondo va avanti. Ci vogliamo realmente bene,abbiamo un ottima affinità intima, insieme riu-sciamo sempre a divertirci.

Qual è il problema? Il fatto che con il temposiamo diventati come fratello e sorella, siamo staticolti dal dubbio che forse stiamo insieme percheci siamo abituati a farlo.

Non ci basta, vogliamo essere certi che il no-stro sia ancora amore e non solo affetto. Vor-remmo avere nuove esperienze (anche fisiche)con altre persone.

Abbiamo quindi deciso, senza il minimo di liti-gio, di lasciarci, con l’impegno da parte di en-trambi di rimanere amici. In questi casi, tutti par-lano di pausa di riflessione, cosa mi consigli?

Marco L.

Caro Marco, grazie di aver scelto la mia ru-brica per introdurre un tema molto importanteossia l’amore. Non è semplice per me consiglia-re la strada giusta da seguire, credo che non sia

Oggi vi propongo un piatto davvero deli-zioso e raffinato realizzato utilizzando i pro-dotti del territorio e un ortaggio di stagio-ne molto gustoso e poco calorico.

INGREDIENTI PER 4 PERSONEPer la pasta:- 4 uova- 400gr di farina di semola rimacinata

Per il ripieno:- 200gr di ricotta di bufala- 1 cucchiaio di panna- 2 fette di scamorza a cubetti- 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato- 1 cucchiaio di pesto di pistacchi

Su di una spianatoia ho impastato la fari-na con le uova, ho reso l’impasto liscio edomogeneo, ne ho formato una palla e l’holasciato riposare per mezz’ora. Nel frattem-po ho preparato la farcia dei ravioli, ho me-scolato la ricotta con la panna, il parmigia-no, il pesto di pistacchi fino ad ottenere uncomposto ben liscio ed omogeneo.

semplice per nessuno dare di questi consigli , pur-troppo non c’è una formula che ti dice se è amo-re vero oppure “un calesse”. Certo è stata sicu-ramente una scelta coraggiosa la vostra, ci sonotante coppie che, pur con la consapevolezza dinon avere più un sentimento forte, decidono disposarsi lo stesso con tutte le conseguenze chene possono scaturire. Ma che significa sentimen-to forte? L’amore non è forse condivisione, com-plicità, divertirsi insieme? Proprio quello che tue la tua amica provate! Ho sempre pensato chele famose “pause di riflessioni” non servano amolto perché ognuno nel proprio cuore ha laconsapevolezza di sapere se la storia d’amoresia finita o no ed è proprio questo il grandesegreto ...sapere ascoltare il proprio cuore. La-sciatevi guidare da esso, liberate i vostri senti-menti... e se sarà amore lo capirete. Non dateuna definizione al vostro sentimento, non lo im-prigionate in una gabbia, l’amore non sempresegue la stessa strada e, per una che ne seguealtre cento si possono aprire... l’importante è poiarrivare alla meta.

In bocca al lupoMarilù

Ho steso la pasta molto sottile con ilmatterello e con l’aiuto di un tagliapastacircolare, ne ho ricavato 32 cerchi, al cen-tro di 16 cerchi ho messo un cucchiainodi farcia e un cubetto di scamorza, hochiuso i ravioli sovrapponendo gli altri16 cerchi e sigillando con i rebbi di unaforchetta.

Per la vellutata di zucca allo zenzero:- 1 spicchio d’aglio- 400gr di zucca- 2 patate- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva- Mezzo cucchiaino di zenzero in polvere- 1 pizzico di peperoncino- Sale q.b.

Ho soffritto l’aglio nell’olio vi ho versatola zucca e le patate tagliate a pezzetti, ilpeperoncino, ho aggiunto mezzo bicchieredi acqua e ho lasciato cuocere a fuoco me-dio. Una volta cotte, ho tolto lo spicchiod’aglio e con il minipimer ho frullato lazucca e le patate fino ad ottenere una cre-ma liscia ed omogenea, ho salato e vi hoaggiunto lo zenzero in polvere.

Infine ho cotto i ravioli in abbondante ac-qua salata , li ho serviti con la vellutata dizucca e patate allo zenzero e della granelladi frutta secca.

RAVIOLIRIPIENIDI RICOTTA DIBUFALA, SCAMORZA EPESTO DI PISTACCHIOSU VELLUTATA DIZUCCA ALLO ZENZEROSabato 20 Ottobre sono stata all’EcoFood day di Roma, ho firmato laCarta dei foodblogger che miimpegna simbolicamente alladivulgazione della filosofia green,spero per questo di coinvolgere voilettori ad un modus operandi etvivendi ecosostenibile perché, ancheattraverso il cibo, si può contribuire atutelare l’ambiente in cui viviamo.Dei semplici e piccoli accorgimenti ciaiuteranno a vivere in un mondomigliore, possiamo farlo cominciandoad evitare sprechi, riciclando il ciboavanzato, utilizzando prodotti distagione e del territorio.

Page 13: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 214

Abbiamo ricevuto tantelettere dai nostri elettori, di-spiaciuti ed amareggiati perle sorti del Museo del Gio-cattolo, allestito dal Natalescorso, presso il Palazzo diCittà, Palazzo Baronale.

La notizia che, l’attualeAmministrazione Comu-nale, attraverso una letteraraccomandata indirizzataalla locale Pro Loco, custo-de della preziosa collezio-ne, abbia intimato alla stes-sa di procedere alla libera-zione dei locali occupati dalMuseo (sfratto) entro quindicigiorni, notizia tra l’altro diffusaanche attraverso la rete, tramiteil Direttore responsabile del Mu-seo, Peppe Vitiello, ha creatosdegno non solo in tutti gli am-bienti cittadini, ma anche tratorresi ed estimatori che vivonoaltrove.

Intere scolaresche che hannovisitato il museo nello scorsoanno scolastico, torresi che vi-vono fuori e che avevano pro-grammato di visitarlo in occasio-ne del ritorno in Città, per l’Im-macolata o per le feste di Nata-le, semplici appassionati di que-sti straordinari oggetti, che fan-no rivivere a tanti di noi i ricordidella nostra infanzia, hanno ma-nifestato la loro disapprovazio-ne per tale decisione che definirlaassurda sarebbe ben poca cosa.

Per chi non conosce i trascor-si, la Pro loco aveva allestito inuna sala del Palazzo baronaleuna preziosa raccolta di giocat-toli antichi, frutto di oltre qua-rant’anni di ricerche appassiona-te e competenti; il tutto era mes-so a disposizione della colletti-vità, a costo pressoché zero. Inol-tre la stessa associazione, attra-

Caro direttore,siamo alle solite, per fare spazio a mercan-

zie, cartelloni pubblicitari di offerte sconti eallo stazionamento del proprio scooter si ab-battono gli alberi.

Oddio, alberi… una parola grossa per del-le esili protuberanze di verde (o rosso a vol-

te!) che dovrebberorappresentare il de-coro ecologico erinfrescante e il pol-mone d’aria delCorso VittorioEmanuele di Torredel Greco.

Uno scempio che dura da decenni, unamancanza di attenzione al verde di questastrada dominata dai negozianti e dai vandalidi strada.

L’ennesimo abuso riscontrato una mattinadal civico 151 al 157 laddove si è segato qual-che albero, si sono otturati i vani destinati

verso vari responsabili, si face-va carico due volte la settimanadi aprire il luogo alle tante visi-te.

E’ utile ricordare che, nellostesso periodo, una famosa isti-tuzione napoletana, il SuorOrsola Benincasa, inaugurava

anch’essa un museo simi-le, presso la suamonumentale sede alCorso Vittorio Emanuele,con un investimento disoldi pubblici di oltre250.000 euro, dotandolodi una raccolta di oggettiche, in quantità ed in qua-lità, non è di certo tantosuperiore a quella torrese.

Noi ci faremo portavocedi questo malcontento perscongiurare l’ipotesi chequesto patrimonio, di tut-ta la nostra Comunità, ap-

prodi in altri lidi; eventualità chegià è stato prospettata al Presi-dente della Pro Loco, AntonioPacilio, anche dalla vicinoErcolano.

Sosterremo questa battagliasoprattutto di civiltà, non soloper la difesa del nostro patrimo-

nio culturale, ragione principedell’esistenza di questo giorna-le, ma anche perché le motiva-zioni accampate per riavere libe-ro il cosiddetto locale conferen-ze, sono pressoché risibili. Pri-ma della creazione del museo inquel locale, di poco più di ottan-ta metri quadri, c’era una foto-copiatrice che farà sei o sette fo-tocopie al giorno, due o trescatoloni di libri e scartoffie ab-bandonate, un paio di telefoni ecomputer in disuso, qualche se-dia con tavolino, magari per con-sumare comodi la merenda, lon-tani da occhi indiscreti... dimen-ticavo, di conferenze in quei lo-cali, non si hanno notizie dal-l’epoca del Cardinale OlivieroCarafa, Signore di Torre del Gre-co, nato proprio a PalazzoBaronale nel 1430.

Angelo Di Ruocco

alle piante per far posto a motorini o vetrinepiù visibili o a parcheggi più a proprio uso econsumo.

Ci si domanda qual è l’Organo preposto,facente parte di quella miriade di servizi cheil nostro Comune offre ai suoi cittadini chedeve attivarsi al più presto per ripristinare lostato dei luoghi. E ciò prima che qualcunocon cemento e piastrelle faccia sparire an-che gli altri siti dove i vecchi alberi per tantianni avevano affondato le loro radici.

Corso Vittorio Emanuele un tempo rappre-sentava il vanto per i suoi cittadini e per glistessi abitanti; il famoso Miglio d’Oro men-zionato in tanti testi antichi di grande valorestorico-letterario dove è finito?

Il Sindaco, che ha svolto studi classici, do-vrebbe ricordare che gli antichi Greci pre-posti ad amministrare la cosa Pubblica di-cevano testualmente: “Dobbiamo lasciare lacittà meglio di come l’abbiamo trovata”…

Salvatore Oliviero

LETTERE AL DIRETTORE info@latofa . i t

...ADESSOANCHEGLI ALBERI!

Tutti per il Museo del giocattolo

Torre del Grecovia Pezzentelle, 3T. 0818819930 | F. 0818829930

L A B O R A T O R I O

P U N T I V E N D I T ATorre del Grecovia V. Veneto, 2T. 0818811541

Torre del Grecovia A. Moro, 31T. 0818814688

Torre del Grecovia Nazionale, 839T. 0818471786

Porticivia Libertà, 53T. 0817768621

www.pasticceriamennella.it | [email protected]

Page 14: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 2 15

Questa è la storia di un eroe silen-zioso, un figlio di Torre del Gre-co. Questa è la storia di VincenzoCiaravolo.

Nato il 21 novembre 1919 in una famiglia dimarinai, divenne anch’egli marittimo mercan-tile. Prese parte alla campagna italo-etiopica epartecipò successivamente alle operazioni mi-litari nella guerra civile spagnola a bordo delpiroscafo Lombardia, requisito per usi bellici.Fu arruolato il 15 dicembre 1939 nella RegiaMarina per assolvere gli obblighi di leva, im-barcato sul cacciatorpediniere “Francesco Nul-lo” dislocato presso le coste dell’Eritrea, a queltempo possedimento italiano, nel Mar Rosso.

Ciaravolo operava come attendente del Capi-tano di Corvetta, Costantino Borsini. Il 21 otto-bre 1940 presso l’Isola di Harmil il “Nullo”,impegnato in un combattimento contro un in-crociatore inglese, ricevette gravi ed irrepara-bili danni, tanto che il Comandante decise perl’affondamento della nave, disponendonecontestualmente l’abbandono. Ciaravolo, rice-vuto l’ordine di mettersi in salvo con il restodell’equipaggio, salì su una scialuppa.

E tuttavia, vedendo che il suo Comandante,avendo deciso di affondare con la propria nave,impavido e fiero restava sul ponte di comando,ritornò a bordo, consapevole del mortale peri-colo cui andava incontro, per affrontare “lamorte gloriosa degli eroi” e scomparì negli abis-

MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Vincenzo CiaravoloIl ricordo di un eroe

si del Mar Rosso. Per questo supremo atto dicoraggio, fedeltà e altruismo Ciaravolo ha rice-vuto, così come il suo Comandante Borsini, lamedaglia d’oro al Valor Militare alla memoria.

La vita di Vincenzo Ciaravolo rende orgogliositutti i torresi e il suo ricordo, nell’anniversariodella morte, testimonia la fulgida tradizionemarinara della nostra amata città.

Filippo Borriello

ARCHEOLOGIA IN CORSORiprende l’appuntamento delGruppo Archeologico Vesuviano congli approfondimenti di Ingegneriaapplicata all’Archeologia: un modocritico e scientifico di leggere l’anti-chità e riportarla ai giorni nostri.L’evento, realizzato in collaborazionecon Flavio Russo – Ingegnere eStorico, prevede dieci appuntamentiche si terranno presso il TeatroS.Anna in Largo Madonna delPrincipio, ogni venerdì alle 18 apartire dal 26 ottobre..

TERRA DI FUOCODomenica 28 alle ore 18, presso lasede della Lega Navale di Torre delGreco, ci sarà la presentazione dell’ulti-mo lavoro letterario della Prof.ssaMariolina Bencivenga, Terra di Fuoco.Un affascinante trama che si districa trail territorio Torrese, la Baronia di Avella,la Napoli barocca fino alla spagnolaToledo per poi raggiungere i bellissimipanorami Portoghesi. Oltre all’autrice,presenzieranno la serata il Direttore delMuseo della Marineria Torrese e tutta laDirigenza della Lega Navale Torrese.

SOSTENITORI... SOSTENETECI!Per il prossimo anno la quota di iscrizione all'Associazione Culturale "La Tofa" è di50 euro con versamento sul conto CODICE IBAN IT97 Z 051 4240 3021 0257 0134 241BANCA DI CREDITO POPOLARE - AG. S. MARIA LA BRUNA intestato all'AssociazioneCulturale La Tofa - Via Villa delle Ginestre 6, 80059 Torre del Greco (NA). Tutti i sociriceveranno il giornale a domicilio, giornale che a partire dal prossimo dicembre,molto probabilmente, con il vostro aiuto, diventerà settimanale.

Il 4 ottobre è venuto alla luce inPompei nella Clinica MariaRosaria, il piccolo CRISTIANSCACCOMATTO, di GiancarloScaccomatto e RaffaellaCozzolino. Ai felicissimi genito-ri, nostri amici, ai nonni paterniGiovanna ed Enrico e a quellimaterni Michela ed AntonioCozzolino, giungano gli auguriaffettuosi del nostro giornale.

Il 13 settembre ha visto la luce inRoma, una bellissima bambina,REBECCA MARZI. Alla piccoli-na, ai felicissimi genitori ing. Fa-bio Marzi e dottoressa MichelaMennella, ai nonni ed in parti-colare a Ciro Mennella, nostrocarissimo amico, gli auguri affet-tuosi del nostro giornale.

* * *

TAVOLA DI ACHILLE BELTRAMI

NASCITE

[

CONCORSO FOTOGRAFICOLa Pro Loco con il Museo del Giocattolo,la Lega Navale con il Museo dellaMarineria Torrese, il giornale la tófa e laPasticceria Mennella organizzano il Con-corso fotografico Città di Torre del Greco- seconda edizione con i seguenti temi:1° Torre del Greco, i luoghi ed i volti dellasua gente.2° Il cane, ritratto di un amico veroIl regolamento è scaricabile dal sitowww.prolocotorregreco.itInfo: Pro loco - Corso Avezzana, 26 - Tor-re del Greco - tel. 081 8814676

Page 15: la tófa - torreomnia.it tofa 143b.pdf · branti, plastica, vetro, legno, carta, copertoni, potatura di piante, elettrodomestici dismessi, materassi e indifferenziato secco), era

L A T Ó F A 1 4 3 / 2 0 1 216

In un momento di scarsa creatività e di “apa-tia” per i giovani di Torre del Greco e dei comu-ni vicini (Torre Annunziata e Pompei), si è ac-cesa una luce di speranza grazie a un progettoper la promozione dei giovani artisti denomina-to “L’invasione degli angeli”, realizzato in parte-nariato nell’ambito della creatività giovanile, so-stenuto dal Dipartimento della Gioventù (Presi-denza del Consiglio dei Ministri) e dall’Anci(Associazione Nazionale Comuni Italiani).

In particolare, per quanto riguarda Torre delGreco, il progetto sarà curato dalla scuola di te-atro “La Bazzarra”, oltre che dall’AssociazioneCulturale Ethnos Club, e mira a creare un cir-cuito tra i diversi linguaggi artistici (musica, te-atro, danza, pittura) dando anche la giustarilevanza al mondo del lavoro, come ad esem-pio l’organizzazione degli stessi eventi curati equindi il management culturale, attraverso deicorsi teorici e pratici rivolti a tutti i giovani dai18 ai 30 anni, con una spiccata passione per l’artee per le professioni a essa collegate.

Altra finalità del progetto è quella di recupe-rare le tradizioni popolari rivalutando la storia el’elevato valore naturale del territorio, così da

rilanciare settori importanti come il turismo e loshow business.

Per partecipare ai sei corsi di formazione sca-ricare, dai siti dei tre Comuni coinvolti, i modu-li di iscrizione da compilare e da consegnareentro il 31 ottobre presso i luoghi stabiliti (perTorre del Greco si tratta del Palazzo Baronale)insieme a un breve curriculum artistico, due fo-tografie, il curriculum vitae, una fotocopia fron-te/retro del documento di riconoscimento e unCD rom per documentazione fotografica, video,cartacea attinente alle esperienze artistiche.

Alla conclusione dei corsi, oltre alla realizza-zione di una manifestazione curata e organizza-ta dai partecipanti e alla creazione di un’orche-stra popolare e multietnica giovanile, i migliori(in particolare un giovane per ogni corso) sa-ranno premiati con borse di studio dal valore di1000 euro.

Speriamo che con questa “invasione di ange-li” riusciranno a spiccare il volo anche tanti gio-vani artisti nostrani che si trovano ogni giorno adover scavalcare tanti muri per realizzare il fu-turo che sognano!

Claudia Piscopo

IL SEMINARIO

“L’invasione degli angeli”risveglia i giovani torresi

A N N I V E R S A R I ODomenica nella Chiesa di SanRaimondo, in Via Pezzentelle, don An-drea Buovolo ha ricordato l’anniversa-rio della dipartita della Signora

MARIA AIUTIvedova Pinto

deceduta all’età di 102 anni. Abitava nelII vico Abolitomonte, da tutti amata ericordata come Mariuccella. Era una diquelle antiche donne torresi che hannospeso una vita alla mola per modellarebacchette e foglie di madreperla, ono-rando il lavoro torrese e adornando pettifemminili in tutto il mondo.I figli Francesco, Nunzia e Ciro la ricor-dano a tutti quelli che l’hanno conosciu-ta e stimata.

L U T T OÈ venuta mancare all’affetto dei Suoi cariil 18 ottobre, la signorina

ADELINA DEL GATTOdi anni 93

Grande commozione ha suscitato la no-tizia della dipartita della carissimaAdelina, da tutti stimata e voluta beneper il bene che tanto ha fatto e dato alprossimo. Alla sorella Ersilia, ai nipotied ai parenti tutti, le condoglianze delnostro giornale.