La Tempesta

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adattamento di Alba Meo illustrato da Desideria Guicciardini i Lapislazzuli © 2006 Edizioni Lapis Tutti i diritti riservati Nuova edizione settembre 2012 Traduzione e adattamento del testo di Alba Meo Consulenza scientifica di Maddalena Pennacchia Edizioni Lapis Via Francesco Ferrara, 50 00191 Roma www.edizionilapis.it ISBN 978-88-7874-264-2 Finito di stampare nel mese di settembre 2012 presso Tipolitografia Petruzzi Corrado & C. snc Zona Industriale Regnano - 06011 Città di Castello (PG) Edizioni Lapis

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Adattamento dell'opera di William Shakespeare a cura di Alba Meo, illustrazioni di Desideria Guicciardini. Un albo illustrato di Lapis Edizioni. Nuova edizione 2012

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Page 1: La Tempesta

adattamento di Alba Meoillustrato da Desideria Guicciardini

i Lapislazzuli

© 2006 Edizioni LapisTutti i diritti riservati

Nuova edizione settembre 2012

Traduzione e adattamento del testo di Alba MeoConsulenza scientifica di Maddalena Pennacchia

Edizioni Lapis Via Francesco Ferrara, 50

00191 Roma www.edizionilapis.it

ISBN 978-88-7874-264-2

Finito di stampare nel mese di settembre 2012presso Tipolitografia Petruzzi Corrado & C. snc

Zona Industriale Regnano - 06011 Città di Castello (PG) Edizioni Lapis

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un’isola incantata e un mago capace discatenare tempeste. Il mago si chiamava

Prospero e da dodici anni viveva in una caverna dell’isolainsieme alla sua giovane e bellissima figlia Miranda.Tanti segretisi celavano nel cuore di Prospero, che non aveva mai raccontatoa Miranda come fossero arrivati su quell’isola ignota a tutti elontana da ogni altra terra. Del resto Miranda era bella quantoingenua, non avendo mai conosciuto altri esseri umani oltre alpadre e al suo servo Calibano, un individuo deforme, sgraziato escorbutico. Ma l’isola non era poi così solitaria: era piena dirumori, di suoni, di melodie dolci e gioiose che d’un trattorompevano il silenzio con note acute di migliaia di strumenti, evoci che sussurravano e ridevano e facevano cadere in un sonnoprofondo. Il luogo, in realtà, era popolato da schiere di spiritiallegri e gentili, invisibili a tutti tranne che a Prospero.

era una volta

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Eppure, c’era stato un tempo in cui nell’isola non si udivano chepianti e lamenti: signora e padrona era allora Sicorace, unastrega orribile, così perfida che gli spiriti dell’isola si rifiutavanodi obbedirle. Sicorace li puniva con i tormenti più crudeli, edinfine aveva imprigionato il loro capo, Ariele, in un albero dipino. Poi Sicorace era morta, lasciando in eredità l’isola al figlioCalibano. Ma quando Prospero era giunto su quelle rive, avevaliberato Ariele dal maleficio, chiedendo in cambio che questi loservisse per dodici anni, trascorsi i quali lo avrebbe lasciatoandare. Inoltre, aveva preso con sé Calibano, gli aveva insegnatoil linguaggio degli uomini e molte altre cose, sperando di riuscirea mitigare la sua natura selvaggia.

Calibano gli aveva rivelato i segreti dell’isola, ma col tempo siera dimostrato ingrato e ribelle, arrivando perfino a minacciarela dolce Miranda. Per questo Prospero, con le sue arti magiche,l’aveva privato di tutti i poteri ereditati dalla madre e ne avevafatto un servo che svolgeva i lavori più umili e faticosi.

Diverso era invece il trattamento che Prospero riservava adAriele. Lo spiritello vivace e svelto, dotato di una voce argentinae melodiosa, era abilissimo nel mutare forma e aspetto, ed erasempre pronto ad eseguire a puntino gli ordini di Prospero,soprattutto se si trattava di pungolare Calibano ogni qualvoltaquesti si dimostrava pigro o disobbediente.

Tranquilli e sereni scorrevano i giorni sull’isola per Prospero eMiranda, senza grandi eventi, senza mutamenti, finché unpomeriggio di un certo giorno…

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… Tuoni e fulmini, nuvole nere e minacciose, vortici di pioggiagelida, venti furiosi da ogni angolo remoto del mondo, onde altee paurose s’infransero sulle rive dell’isola. Al largo, da una navein balìa delle onde provenivano urla disperate:

“Radunate gli uomini, presto!”“Serrate la gabbia! Virate! Stringete, stringete!”

“Tutto è perduto! Tutto è perduto!”

Sembrava davvero che la nave stesse per spezzarsi da unmomento all’altro, devastata com’era dalla furia del cielo e delmare.

Da un promontorio dell’isola, Prospero e Miranda osservavano lascena: l’uno calmo e composto, l’altra pallida e spaventata.

Prospero, avvolto nel suo mantello, teneva stretti a sé un anticolibro ed una bacchetta intagliata, mormorando parole oscure.

Le onde si sollevavano sempre più alte verso il cielo e dal cielouna pioggia di fulmini infuocati colpiva la nave, divorandone levele e l’albero maestro. Gli uomini, oramai disperati, si gettaronoin mare, e dopo un istante sembrò che la nave andasse a fondo.