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BIMESTRALE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA L’altra parte del mondo ponti d’amicizia dal consi- glio il primo anno di lavoro il giorno delle stragi 2 agosto 2005 viabilità le nostre strade economia e lavoro crisi nelle aziende bolognesi cinema e cul- tura la città della decima musa società la violenza sulle donne come eravamo i cent’anni del Cardinale ISSN 1590-7740 In caso di mancato recapito restituire all’ufficio P.T.CMP di Bologna per l’inoltro al mittente che si impegna a corrispondere la tariffa dovuta. numero ANNO IX - AGOSTO 2005 4

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BIMESTRALE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

L’altra parte del mondo ponti d’amicizia dal consi-glio il primo anno di lavoro il giorno delle stragi 2 agosto 2005 viabilità le nostre strade economiae lavoro crisi nelle aziende bolognesi cinema e cul-tura la città della decima musa società la violenzasulle donne come eravamo i cent’anni del Cardinale

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numeroANNO IX - AGOSTO 2005 4

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Mentre le aule riaprono le porte ad allieve eallievi, la Provincia di Bologna, che si sen-te particolarmente impegnata a non delu-dere le speranze dei giovani, rivolge loro unsincero augurio, assieme alle famiglie, aidocenti, al personale scolastico per-ché si realizzi, con uno sforzo comu-

ne, il risultato che la scuola merita. Il 2005è l’anno internazionale della Fisica. In unpaese dove spesso ricerca e innovazionenon sono considerate risorse, dedichiamo

alla scuola un pensiero di colui che tantoha contribuito ad allargare gli oriz-zonti del mondo.

“LA MENTE CHE SI APRE AD UNA NUOVA IDEA NON TORNA MAI ALLA DIMENSIONE PRECEDENTE”

(Albert Einstein)

inizia il nuovo anno scolastico

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PROVINCIA DI BOLOGNAAssessorato all’Istruzione

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COME ERAVAMOI cent’anni del “Cardinale”Claudio Santini

L’ALTRA PARTE DEL MONDOPonti d’amiciziaVisita ad ArapusaDavide Bergamini

Il conflitto nei Balcani

In Romania per aiutare iminori abbandonati

Destinati i fondi raccolti per lo tsunami

I bambini saharawi accolti in Provincia

DAL CONSIGLIO Il primo anno di lavoroa cura di Angela Sannai

Documenti edeliberazionia cura di Marina Brancaccio

Tra sicurezza e lotta al terrorismoI pareri di Massimo Gnudie Sergio Guidottia cura di Vania Vorcelli

IL GIORNO DELLE STRAGI2 agosto 2005

Il ricordo di chi non era ancora natoIndagine sulla strage della stazione di BolognaFederico Lacche

ISTITUZIONI E SOCIETA’Bilancio a portata di cittadinoVania Vorcelli

Un servizio multietnicoServizio civile per stranieriMichela Trigari e Chiara Vergano

TERRITORIO E AMBIENTEL’aria che respiriamoVeronica Brizzi

Non c’è acqua da perdereV. B.

GRANDI OPEREUna firma che vale moltoRaggiunto l’accordo per il Passante Nord

VIABILITÀStrada facendoA colloquio con l’assessoreGraziano PrantoniCarlo Marulli

Le nostre strade

Partono i lavori dellaFondovalle SavenaC. M.

Mobilità intelligente

RICERCAI messaggi dalla cometa colpitaStefano Gruppuso

ECONOMIA E LAVOROI nuvoloni della crisi sulle aziende bolognesiMarina Brancaccio

NUOVI DIRITTI Libertà digitaliRoberto Laghi

SCUOLALa spada di DamocleCarla Castelli

L’intercultura fa bene alla scuolaa cura dell’ufficio diritto allo studio

CINEMA E CULTURALa città della decima musaCostanzo Baffetti

MOSTREa cura di Lorenza Miretti

SOCIETÀContro la violenza sulle donneMichela Turra

BOLOGNA IN LETTEREStorie di cronacaStefano Tassinari

LIBRIa cura di Lorenza Miretti

REGOLE DI CONVIVENZAAffitto a canone concordatoMichela Trigari

Se usi la paletta la città ci accetta

TEMPO LIBEROSport da vivereDamiano Montanari

SPORTINA SPORTIVAA Bologna?…anche a piedi!Incontro con Renzo UlivieriAntonio Farnè

NEWS

IL POSTO DELLE FRAGOLELargo Respighi e unadomanda misteriosaNicola Muschitiello

BIMESTRALE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

Direzione e redazione:Provincia di Bologna, Via Zamboni, 13 tel. 051/6598.340-355 fax 051/6598.226e.mail: [email protected]

Direttore: Roberto Olivieri

Caporedattore: Sonia Trincanato

Segreteria di redazione:Rita Michelon, Grazietta Demaria

Progetto grafico: Mediamorphosis

Impaginazione:Annalisa Degiovannini, Gabriella Napoli

Stampa: Casma srl - Bologna

Tiratura: 13.000 copieChiuso in fotocomposizione il 25-08-2005

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Iscrizione al Tribunale di Bologna n. 6695 del 23/7/97

stampato su carta ecologica

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Sommarioanno IX - numero 4 - agosto 2005

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etronianità è un aggettivo sostantivato chemolti bolognesi usano per esprimere, conun solo termine, tutte le connotazioni et-

nografiche, culturali, sociali, dei figli veri del loroterritorio. Si tratta, in altre parole, di una possibile“condizione dello spirito” (assunta con orgoglio orifiutata quasi con imbarazzo) che marca un mododi vivere e di atteggiarsi, da una parte, e di esserepercepiti, dall’altra. Ebbene, se tale caratteristica ha acquisito un signi-ficato a livello nazionale molto si deve ad un com-mediografo, Alfredo Testoni, e ad un suo successoteatrale, Il Cardinale Lambertini, del quale quest’an-no ricorre il primo centenario della messa in scena. Sono gli ultimi anni dell’Ottocento e Testoni è po-co più che quarantenne essendo nato l’11 ottobredel ’56 nella casa di San Felice, 46, ora 48. È sposa-to dal ’92 con Cesira Savini. Ha fatto fino al Liceoed ha avuto due soli lavori “veri”, durati poco tem-po: nell’86 impiegato alla direzione della ferroviaBologna-Portomaggiore e l’anno dopo segretariodel Comitato esecutivo dell’Esposizione. Per il re-sto, giornalista e commediografo. Ha cominciato a frequentare le redazioni neancheventenne e ha avuto un posto almeno in nove gior-nali. Prima al Nuovo Alfiere (progressista), poi al Pic-colo Faust (teatrale), poi all’Ancora (neoguelfo), poiall’Ehi! Ch’al scusa....(periodico umoristico, del qualeè stato anche direttore). Quindi a La Patria (pro-

gressista), al Capitan Fracassa (a Roma), al Panaro (aModena, direttore), al Marchese Colombi (umoristi-co a Modena), a Il Resto del Carlino (collaboratorenell’85, stabile dal ’98).Sempre dai suoi vent’anni, ha cominciato a propor-si pure per le scene, in dialetto, con El tropp è tropp(farsa non sempre logica, 1878), poi con Inquilein(tre atti, scritti in fretta, 1881), con Insteriarì (tre at-ti che hanno avuto successo, 1881), Scuffiareini (al-tro successo, in tre atti, 1882), Pisuneint (accoglien-za tiepida a Bologna, buona a Modena, 1883). Nel 1880 Francesco De Sanctis, critico letterariodiventato ministro della Pubblica Istruzione, ha rac-comandato alle scuole di “far tesoro” del “fon-do…prezioso” che “il dialetto ha comune con labuona lingua”; e l’autorevole indicazione ha dato alvernacolo cittadinanza d’onore fra le pagine e sullescene. Testoni, a Bologna - in quel tempo fucina an-che per lo spettacolo - ha varato una sua Compa-gnia, poi ha allestito rappresentazioni di buon re-pertorio nelle quali ha progressivamente modellatocon efficacia personaggi femminili d’impronta loca-le tipica. Si tratta delle varie Neina, Tuda, Arabella, dalle qua-li nascerà la Sgnera Cattareina, la donnetta bologne-se che si esprime un po’ in dialetto e un po’ in ita-liano sgangherato e affronta, con sonetti, temi tra-dizionali o d’attualità con buonsenso e arguzia. È ilprimo successo nazionale in chiave petroniana per-

La commedia di Alfredo Testoni su PapaBenedetto XIV, un’opera teatrale diventataemblema di petronianità.La prima al Teatro Costanzi di Roma nel 1905. Il contributo di Ermete Zacconigrande interprete. Un successo semprerinnovato anche al cinema e in televisione

come eravamo

Copertina del “Bologna chedorme” del 2 febbraio 1899dedicata ad Alfredo Testoni

di Claudio Santini P

I cent’anni del

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ché portato nelle sale e sui palcoscenici di tutta Ita-lia dal gruppo teatrale dei “ tre cantastorie” delquale Testoni fa parte assieme al romano Trilussae al veronese Berto Barbarani. Il versante “in lingua” invece è stato meno lusin-ghiero. Una premessa incoraggiante con Ordinanza(atto unico del 1881), seguita però da una serie didelusioni e di fiaschi: Figli (1883), Titì (1884), Fede(1891), Onestà (1894), solo per citarne alcuni. Manon è unicamente un fatto di strumento d’espres-sione linguistica; è piuttosto che Testoni crede dipotersi realizzare, in italiano, in un genere – quellodrammatico – che decisamente non gli si attaglia.Poi, dai primi anni del nuovo secolo, la scoperta diquello che invece può renderlo autore nazionale disuccesso: una produzione facile e accattivante, unavia di mezzo fra la commedia in italiano e quella indialetto, la caratterizzazione del tipico mondo diprovincia. Nasce così Quel non so che..: tanti applausi, nel1902, anche per l’attrice Virginia Reiter, interprete-regina di Testoni in italiano come lo era stata ArgiaMegazzari per la produzione in dialetto. E ancora: Fra due guanciali (sempre 1902) e Duches-sina (1903). Non ancora cinquantenne, Testoni di-venta così l’autore italiano “leggero” più acclamatoe trova nel famoso Adolfo Re Riccardi il produtto-re-impresario giusto. Sono gli anni degli sconvolgi-menti sociali, delle lotte, della violenza, dell’emigra-zione, ma anche delle innovazioni tecnologiche chefanno guardare al “sempre meglio”, all’Excelsior, emarcano un tempo che, a torto o a ragione, sarà ri-cordato come la Belle Époque. In questo periodo - e precisamente dal 1902 - ilcommediografo concentra l’attenzione creativa sulcardinale Lambertini, il personaggio storico bolo-gnese raccomandatogli da Enrico Panzacchi in unincontro al Caffè del Corso, presente Ermete No-velli, attore di successo con origini romagnole, es-sendo suo padre di Bertinoro. È un susseguirsi di

ricerche, abbozzi, interru-zioni, riprese, che si conclu-dono poco dopo il ferrago-sto del 1905 a Castellucciodi Porretta, nella casa degliospiti Manservisi. Testoni decide di leggeresubito la nuova commediaad un possibile grande inter-prete: Ermete Zacconi, ac-clamato sulle scene anchecon Ibsen e D’Annunzio. Loconosce bene da quando, aModena, sul Marchese Co-lombi, lo ha difeso dagli attacchi di un sacerdote chepretendeva di vietare, “perché blasfeme”, le sue re-cite del Cristo di Giovanni Bovio. Lo incontra, lamattina del 28 agosto, nell’appartamento di via In-dipendenza dove risiede quando non è in giro peril mondo. Fa ancora caldo e l’accordo è: “Scorria-mo un atto al giorno se no ci sfiniamo”. Ma dopo ilprimo, l’attore propone di proseguire subito colsecondo, poi vuol conoscere il terzo e il quarto e ilquinto mentre le giacche e le camicie sono tolteper l’afa e il pranzo è rinviato fino a metà pomerig-gio. Alla fine, la decisione è di andare in scena al piùpresto. “Sì - concorda Testoni - ma occorre ap-profondire il carattere del personaggio e mettere apunto la sua tipica parlata alla bolognese…”. “Perquanto mi riguarda - replica Zacconi - non ci sonoproblemi: perché i miei genitori sono bolognesi emio padre mi ha raccontato più volte quanto la tra-dizione popolare attribuisce a Lambertini”. Allora,subito via con le prove al Teatro Costanzi di Roma.La prima rappresentazione è il 30 ottobre in un cli-ma che può essere così riassunto: primo atto, ap-prezzamenti; secondo, applausi; terzo, segni di suc-cesso; quarto, bene; quinto, più chiamate alla ribal-ta. Il lavoro è piaciuto, ma non è ancora un trionfo:è lungo e in alcuni punti lento. L’eliminazione di un

Caricatura che Nasica offrì aTestoni durante i festeggia-

menti per il “Cardinale Lambertini”

“Cardinale”

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l’attore franceseAndré Antoine),infine La stirpe deiduchi e La modella.Per il più vastopubblico reste-rà però sempre “quello delCardinale Lambertini”: millesimareplica al Modernissimo di Bolognanel 1923, traduzione in bolognese nel1931 per Umberto Bonfiglioli. Un successo che sirinnoverà perennemente anche dopo la morte del-l’autore, avvenuta il 17 dicembre 1931, nella casa diBologna in Via Gombruti, ora Testoni: una settima-na dopo la scomparsa di Antonio Salandra, augustoesponente della vecchia politica e quattro giorniprima di quella di Arnaldo Mussolini, rappresentan-te emergente della nuova. Nel 1933 infatti la com-media sarà portata sullo schermo da Ermete Zac-coni e nel 1954 e nel ’63, prima in cinema poi in te-levisione, da Gino Cervi, figlio di Antonio, il criticoteatrale, giornalista al Carlino con Testoni e con luiorganizzatore dello storico incontro fra D’Annun-zio e Carducci nel 1901. Resta un’ultima annotazio-ne curiosa. Gli ultimi due papi col nome Benedetto(prima dell’attuale) sono stati bolognesi: il XIV, Pro-spero Lambertini, per nascita; il XV, Giacomo dellaChiesa, per Cattedra essendo passato al Soglio, nel1914, dal seggio vescovile già di San Petronio. ■

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atto e il progressivo adattamento ai gusti delle pla-tee (interventi dovuti a Zacconi) lo rendono in bre-ve altamente godibile e ambasciatore in Italia diquella petronianità di cui abbiamo parlato all’inizio.Testoni festeggia il successo coi colleghi del Carlinoche lascia dopo quasi otto anni per potersi dedica-re interamente al teatro che, questa volta, lo ripa-ga abbondantemente anche dal punto di vista eco-nomico. La prima liquidazione dei diritti è infatti diben novemila lire, parzialmente impiegate ancheper una stupenda automobile color rosso cardina-lizio, battezzata “Lambertina”.Il bravo commediografo è però scarso pilota e l’in-vestimento di un motociclista - sulla strada da Por-retta a Lizzano - lo coinvolgerà in una lunga causagiudiziaria che non sarà neanche l’unica della sua vi-ta. Dovrà presentarsi infatti pure davanti al giudicecivile per la denunciata rottura unilaterale del con-tratto con Goffredo Galliani per la Compagniadrammatica bolognese. Seguirà infine (senza tropposbilanciarsi) la disputa teatrale fra Ermete Novellied Ermete Zacconi sulla primogenitura del Cardina-le Lambertini: è da attribuirsi all’attore che per pri-mo ne ha sentito parlare al Caffè o a quello che l’-ha ascoltato in casa? Gli inevitabili momenti negativi o imbarazzanti del-la vita non tolgono però troppo sapore al gusto delsuccesso assaporato nella splendida villa (la Lubbia)acquistata a cinque chilometri dal centro di Casa-lecchio, in località San Biagio. Da allora, scriverà al-tre diciannove commedie in lingua, sette in dialetto,dirigerà la compagnia di Irma Grammatica e si ci-menterà anche con il cinema: le prime esperienzenegli stabilimenti di Torino, poi una fantasia patriot-tica girata anche nel greto del Reno e a Parco Ta-lon, poi il soggetto di Felicità (che rende famoso

In alto, Testoni in veste di Pierrot.Sotto, la “Lubbia”, a Casalecchio di Reno, la villa che Testoni comprò nel 1910

Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal volume “Alfredo Testoni. La vita. Le opere. La città” di Franco Cristofori, Edizioni Alfa, Bologna, 1981

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uecento tra donne e uomini, bambini evecchi accerchiano la presidente dellaProvincia Beatrice Draghetti e il sindaco

di Monzuno Andrea Marchi. Li sommergono di ab-bracci, baci, ringraziamenti in una lingua incom-prensibile. È giovedì 21 luglio, siamo nella Bosniadel nord. È questo il momento più significativo del-la missione in una zona particolarmente colpita del-l’ex Jugoslavia per inaugurare il nuovo acquedotto,un momento in cui si racchiude tutta la gioia dei700 abitanti di Arapusa che dopo dieci anni hannodi nuovo l’acqua nelle proprie case. All’inizio deglianni ’90 questo bel villaggio nel comune di Bosan-ska Krupa, al confine tra Federazione croato-musu-lamana e Repubblica serba di Bosnia (quella che lecronache della guerra hanno reso tristemente fa-mosa come “enclave di Banjaluka”), fu distrutto.Molti dei suoi abitanti morirono e oggi riposano incimiteri sparsi nelle campagne attorno al paesino.Molti altri persero le proprie case, tutti perserol’acquedotto che venne distrutto assieme a moltealtre strutture di Arapusa.Gli aiuti internazionali qui arrivano col contagoccema questo territorio una piccola fortuna ce l’ha: sichiama Mirzet Kurtovic, cittadino bosniaco resi-dente da molti anni in provincia di Bologna, a Mon-zuno. È infatti Mirzet che, consapevole delle tantefatiche che la sua terra d’origine sta affrontando perrisollevarsi dalla guerra, crea l’associazione “Pontidi Amicizia” ed inizia un’opera di sensibilizzazionepresso le istituzioni bolognesi. Prima il Comune diMonzuno poi la Provincia si interessano al proget-to per la ricostruzione dell’acquedotto, dando vita

ad un rapporto con le istituzioni bosniache che -come dice il sindaco Marchi - “ha pochi pari in Ita-lia visto che spesso operazioni di questo genere sisvolgono soprattutto attraverso la mediazione diOrganizzazioni non governative e non direttamen-te tra istituzioni”.È così che, nell’autunno del 2004, si arriva alla fir-ma di un accordo di cooperazione tra Provincia diBologna, Cantone di Unsko Sanski (la regione cheha per capitale Bihac), Comune di Monzuno, Co-mune di Busanska Krupa e Comunità Montana 5Valli. Assieme all’idea dell’acquedotto prende vitaun progetto di promozione dello sviluppo del ter-ritorio nominato Magnetic (finanziato con 80milaeuro dal ministero delle Attività produttive, attra-verso la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dellaLegge 84 per lo sviluppo economico), il cui obietti-vo è coinvolgere i soggetti, pubblici e privati, intor-no ad una strategia comune di valorizzazione e svi-luppo del territorio in tutta l’area del Cantone diUnsko Sanski (oltre 300mila abitanti). Del proget-to, che vede anche la costruzione di un sito inter-net, si è parlato anche con i rappresentanti del go-verno e del parlamento del Cantone incontrati aBihac nel corso della missione in Bosnia.

Ponti d’amicizia

Una delegazione bolognese nella Bosniadel Nord per inaugurare un nuovo acquedotto distrutto dalla guerra.

L’incontro con una comunità che si sente ancora troppo isolata

Arapusa, Bosnia: la presidente Draghetti

tra le donne in festa per l’inaugurazione dell’acquedotto

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l’altra parte del MONDO

di Davide Bergamini

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Il conflitto nei balcaniCroazia e Slovenia si proclamano indipendenti nelgiugno 1991. Se tra Slovenia ed esercito federale laguerra dura solo una decina di giorni, il conflitto di-vampa invece in Croazia, con scontri tra eserciti ebande paramilitari. Si registrano episodi di puliziaetnica. Il primo gennaio 1992 serbi e croati firmanouna tregua e i caschi blu dell’Onu vengono dispie-gati tra i due belligeranti. I serbi di Bosnia proclamano una repubblica auto-noma con a capo Karadzic, contestata dalle autori-tà di Sarajevo; il 29 febbraio la maggioranza dei bo-sniaci si dichiara favorevole all’indipendenza e inaprile arriva il riconoscimento internazionale. Mal’assedio di Sarajevo è già cominciato e i serbi labombardano e la riducono alla fame.

l’altra parte del MONDO

• Non ci sono ospedali, esistono centri sanitari per l’emergenze.Ci sono tre reparti che si occupano di medicina interna,ginecologia e maternità. Non c’è nessun centropsichiatrico-psicologico e non ci sono strutture per i disabili.

• La rete telefonica non copre tutto il territorio, la telefoniamobile non è sempre disponibile.

• La rete elettrica copre soltanto una parte del Comune, circa 800abitazioni non dispongono di una connessione elettrica.

Questo Comune occupa una posizione strategica, nella quales’incontrano le principali strade regionali ed i canyon del fiumeuna sulla direttrice N-S che rappresenta la via di comunicazionestradale e ferroviaria più breve tra i paesi del Nord e Centro Europae le località adriatiche e mediterranee.

BOSANSKA KRUPAIl Comune di Bosanska Krupa, beneficiario del progetto, appartieneal Cantone Unsko Sanski la cui capitale è Bihac. Il suo territorio si estende per 556 Km2 ed è situato a 250 Km a N-Odi Sarajevo.• Attualmente il numero di abitanti (bosniaci, serbi, croati)

ammonta a 32.442, mentre i nuclei familiari risultano essere9.012.

• L’industria e l’agricoltura erano i settori trainanti prima dellaguerra, recentemente l’industria ed il commercio hannoregistrato un forte sviluppo.

• Sono presenti infrastrutture scolastiche, per la Scuola dell’Obbligoe per le Superiori (Scuole Primarie e Secondarie secondo la loroorganizzazione scolastica), l’Università ha sede nella vicina Bihac.

In aprile a Belgrado viene proclamata la nuova re-pubblica federale di Jugoslavia (Serbia, Vojvodina,Kosovo e Montenegro) ma il nuovo stato non vie-ne riconosciuto internazionalmente.Nel 1993, mentre arrivano le prime proposte dipiani di pace, gli scontri tra serbi, croati e musul-mani continuano e continuano anche stupri e mas-sacri. Il 1995 è l’anno più duro e sanguinoso: i Ser-bi occupano Zepa e Srebrenica, trucidando migliaiadi civili; croati e bosniaci rompono l’assedio di Bi-hac, costringendo 250.000 serbi ad abbandonare laKrajina.Il 14 dicembre a Parigi vengono firmati gli accordidi pace, che prevedono la bipartizione della Bosniatra la Republika Srpska e la Federazione croato-musulmana, ma per i Balcani la vera pace è ancoralontana. ■

Fonti online: www.macondo3.org www.peacereporter.net www.osservatoriobalcani.orgwww.ecn.org/balkan/

Contestualmente è stata avviata una ricerca, con-dotta dall’Istituto per l’Europa Centro orientale eBalcanica dell’Università di Bologna, per la raccoltadi dati sulla realtà socio-culturale ed economicadella Bosnia e del Cantone di Unsko Sanski.Come sviluppo dell’accordo di cooperazione inol-tre alcuni giovani di Bosanska Krupa quest’annohanno partecipato ad un incontro con giovani di al-tre nazioni svoltosi a Monte Sole nell’ambito di unprogetto dell’Unione europea. Prossima tappa di questo cammino di amicizia traistituzioni locali, che va sempre più consolidandosi,sarà la visita dei partner bosniaci a Bologna alloscopo di avviare contatti con realtà economicheche possano avviare e sviluppare scambi e contattieconomici e culturali. ■

Soldati Onu a Sarajevo durante il conflitto

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In Romania per aiutarei minori abbandonatiNel 2004 è stato firmato un protocollo d’intenti trala Provincia di Bologna e il Comune di Ferrara perl’avvio di iniziative di cooperazione nelle contee diGiurgiu, Pancia e Iasci in Romania. La prima azione concreta prevista dall’accordo è ilprogetto “Dialogo fra territori”, approvato dalConsiglio provinciale con 23 voti a favore (Ds, Mar-gherita, Rc, IdV, PdCi, Verdi) e 6 contrari (FI e An),rivolto a minori abbandonati ospiti di orfanotrofi odi case-famiglia. Il progetto, che prevede anche il coinvolgimento dinumerosi partner, si articola in due azioni denomi-nate “Per fare un albero ci vuole il Pane” e “For-mare per educare”.La prima, intende favorire percorsi di uscita dagliistituti e di reinserimento socio-culturale attraver-so la formazione professionale sull’arte della panifi-cazione e lo sviluppo del grado di autostima, di so-cializzazione e di riabilitazione psico-fisica e emo-zionale dei minori attraverso attività di formazioneteatrale. La seconda ha lo scopo di formare opera-tori dei servizi territoriali, del settore educativo edel terzo settore, al fine di aggiornare le loro com-petenze e di migliorare il loro approccio di lavorocon i minori fornendo strumenti metodologici ecognitivi. ■

Destinati i fondi raccolti per lo tsunamiLa Caritas, il Comune e la Provincia di Bologna han-no firmato un protocollo d’intesa sull’impiego deifondi raccolti per aiutare i paesi asiatici colpiti dal-lo tsunami il 26 dicembre dello scorso anno.In linea con le indicazioni fornite dal Governo e dal-la Regione Emilia-Romagna, i promotori della rac-colta fondi hanno deciso di destinare le somme al-le popolazioni dello Sri Lanka, visitato da una mis-sione della Regione a cui hanno preso parte ancheComune e Provincia che ha permesso di individua-re aree e settori di intervento.Degli oltre 464.000 euro raccolti: 64.000 verrannodevoluti al progetto di cooperazione decentratacoordinato dalla Provincia nel distretto di Trinco-malee, nel nord-est dello Sri Lanka; 64.000 euro

l’altra parte del MONDO

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verrano devoluti al programma di cooperazionedecentrata sostenuto dal Comune di Bologna nelnord del paese; la rimanente somma (pari a335.398,33) verrà destinata alla Caritas Diocesanadi Bologna a sostegno dei progetti già avviati dallaCaritas italiana nella diocesi di Jaftha, nel nord del-lo Sri Lanka. ■

I bambini saharawiaccolti in ProvinciaLa presidente, Beatrice Draghetti ha incontrato re-centemente, a palazzo Malvezzi, un gruppo di bam-bini saharawi. Da tempo la Provincia di Bologna so-stiene la causa di questo popolo che vive rifugiatonel deserto algerino dopo l’invasione della propriaterra da parte del Marocco, avvenuta nel 1975. Nel febbraio 2001 il Consiglio provinciale si espres-se a favore di azioni in loro sostegno e successiva-mente inviò un proprio consigliere in visita alle ten-dopoli del Tindouf, in Algeria, in occasione della fe-sta nazionale della Repubblica Araba. Il primo otto-bre 2001 la Provincia di Bologna siglò un patto digemellaggio con la Provincia di Smara e avviò unprogetto, ancora in corso, di sostegno alimentareai bambini della scuola “9 giugno”, iniziativa gestitadall’organizzazione bolognese Gvc (Gruppo volon-tariato civile).I bambini accolti oggi dalla presidente Draghetti,trascorreranno, come da alcuni anni a questa par-te, qualche settimana di vacanza in alcuni comunidella nostra provincia (San Lazzaro, Castel di Casioe Sant’Agata Bolognese) accolti dall’associazione disolidarietà col popolo Saharawi “El Ouali”. ■

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A un anno dalle elezioni del giu-gno 2004, la Giunta di BeatriceDraghetti ha presentato il risul-tato della propria attività di go-verno. Le azioni realizzate inquesto primo anno sono conte-nute in una pubblicazione, dal ti-tolo “Insieme per amministrareil futuro - il primo anno di lavo-ro”. Il documento ripercorre latraccia del programma di manda-to, presentato dopo l'insedia-mento della Giunta, così da per-mettere di verificare in modoveloce e puntuale cosa è statogià realizzato e avviato in ognisettore rispetto a quanto erastato annunciato. Questa scelta è il frutto di unmetodo basato sulla partecipa-zione dei cittadini e sulla traspa-renza e mira a diventare un ap-puntamento periodico.La parola d'ordine della Giunta,come aveva auspicato lo scorsoanno la presidente Draghetti, èstata il 'noi'. Un 'noi' con unadoppia valenza: interna, attraver-so un metodo collegiale dellaGiunta, un confronto costante

con la maggioranza, con le Com-missioni e il Consiglio, ed ester-na. “Vogliamo governare, haspiegato Draghetti, stimolando ilmassimo di partecipazione, an-che attraverso rapporti organicicon la dimensione territoriale(Conferenza metropolitana, Uni-oni e Associazioni di Comuni,Circondario imolese) e con lasocietà civile organizzata”.Tra i principali punti sottolineatida Draghetti, il rilancio del go-verno metropolitano, la riorga-nizzazione dell’Ente, il percorsoper arrivare all'istituzione di unorganismo di rappresentanza deicittadini stranieri, gli interventinella scuola, la realizzazione diun sistema culturale, le fasi di at-tuazione del PTCP come il Pas-sante Nord e il Servizio ferrovia-rio metropolitano.Il primo anno di lavoro è statopoi commentato dai consiglierinell’Assemblea del 5 luglio scor-so. Riportiamo di seguito unasintesi degli interventi.

Giovanni Venturi Comunisti Italiani

Questa amministrazione ha im-prontato il proprio lavoro con lospirito giusto, affrontando condeterminazione le problemati-che emerse e avviando in più ca-si quel confronto partecipato anoi tanto caro. La Provincia haavviato buone pratiche, tra lequali spiccano alcune scelte mi-rate ad un modello più efficientedi trasporto e mobilità pubblica.Il Consiglio si è notevolmenteimpegnato anche con la costitu-zione della settima Commissioneconsiliare “Ambiente, sicurezzadel territorio, parchi, protezionecivile, politiche energetiche e po-lizia provinciale”. Sono però an-

cora molti i temi sui quali dob-biamo continuare a lavorare, co-me il nuovo piano della raccoltadei rifiuti e quello venatorio. An-che i settori del lavoro e delleattività produttive devono averenuovo slancio con un occhio diriguardo alle politiche sociali.

Alfredo VigaraniVerdi

Forse il passo più significativo èstato il recupero per l’Ammini-strazione del rapporto con ilComune di Bologna, una realtàimportante che deve essere in-tegrata con il tessuto complessi-vo del territorio provinciale perpoter meglio affrontare le politi-che ambientali, a partire dallaqualità dell’aria. Un tema che vagovernato non a livello di singolicomuni, ma complessivamente,in modo organico come pure iltema dello smaltimento dei rifiu-ti che non prevede, secondo l’as-sessore all’ambiente EmanueleBurgin, la creazione di altri ter-movalorizzatori sul territorio,una convinzione da mantenerenel futuro. Tra i temi che rite-niamo fondamentali c’è anche lariforma della polizia provinciale:questa dovrà avere pari dignitàcon le altre forze di polizia, esse-re credibile sul piano delle verifi-che ambientali, del controllo egestione flora e fauna protetta.L’invito che faccio è di stabilireun rinnovato rapporto, sul temadell’ambiente, tra assessorati,cosa che potrà accadere ancheattraverso la settima Commis-sione.

Lorenzo Grandi Rifondazione Comunista

Essere nella maggioranza, in que-sto mandato, è una sfida nuova,

dal consiglio

Il primoanno di

lavoro

a cura di Angela Sannai

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complessa, necessaria. Insiemestiamo affrontando le problema-tiche che i nostri territori cipongono. C’è un punto che ritengo parti-colarmente qualificante, l’ediliziascolastica. La scuola è conviven-za e conoscenza. E dalla scuola siparte per avviare la ricerca, lasperimentazione, l’innovazione,che sono alcuni dei motori dellasocietà. Considero positive anche leazioni e i progetti per la tuteladel lavoro, contro il lavoro neroe per la sicurezza. Come Amministrazione consi-dero che dovremmo promuove-re alcune iniziative di caratteresociale. Guardando, ad esempio,al carcere della Dozza, potrem-mo lavorare per aumentare laformazione e le attività sportivenella Casa circondariale.

Fabrizio Castellari Margherita

Sviluppo economico, innovazio-ne, sviluppo del territorio. At-tenzione sociale alla persona e aideboli. È stata un’azione ammini-strativa completa quella dellaProvincia, che si è mossa avendocoscienza di un quadro generaleimportante nel quale le infra-strutture sono parte integrante.Come pure sulla materia dell’i-struzione e dell’edilizia scolasti-ca, un elemento al quale teniamomolto, così come la difesa dell’u-tente debole. Un importante strumento diconfronto, in questo primo an-no, è stata la Conferenza metro-politana dei sindaci. Senza conta-re il Circondario di Imola, che èstato rafforzato, nel pieno adem-pimento della Legge regionale n.6 del 2004.

Sergio Guidotti Alleanza Nazionale

Dalle nomine dei dirigenti alPtcp, dalla Conferenza metropo-litana al programma di mandato,a me sembra di aver visto un al-tro film. Rompo un idillio, poichésono molti gli elementi sui qualidissento. Siamo contrari al rilancio dellaConferenza metropolitana, cheper me resta un semplice condo-minio di sindaci. Vorremmo inoltre essere infor-mati più puntualmente sulle mo-dalità che si intendono adottaresulla questione della rappresen-tanza dei cittadini extracomuni-tari. Il Consiglio, dice la presidente, èil suo insostituibile compagno diviaggio. A maggior ragione vor-remmo conoscere le proceduree gli indirizzi che la presidenzaintende assumere.

Luca Finotti Forza Italia

Questa Giunta verrà ricordata,nel suo primo anno di mandato,per i rapporti non idilliaci con ilsindaco Sergio Cofferati. Sono tre i punti sui quali mi vo-glio soffermare. Le politiche di pace, in onoredelle quali non si è presa in con-siderazione la nostra idea dicreare un muro che ricordi tut-te le vittime, la Conferenza me-tropolitana, un organismo pocofrequentato che decide all’unani-mità anche in assenza dei rap-presentanti. E poi le iniziative afavore dell’Appennino. Una zona in difficoltà dal puntodi vista viario ed economico. Sia-mo molto lontani dal raggiungi-mento di quegli obiettivi che cieravamo dati.

Massimo Gnudi Democratici di sinistra

L’obiettivo ambizioso che ci sia-mo posti è di realizzare una nuo-va fase di governo metropolita-no, aprire una stagione nuova ingrado di andare oltre, per tantiaspetti, l’esperienza del buon go-verno e mettere in condizione ilsistema territoriale di affrontareuna sfida complessa. In questocontesto va considerato il comi-tato interistituzionale per l’ela-borazione dei Piani strutturalicomunali in forma associata. Epoi c’è l’impegno per l’economia,la scuola, la gestione dei rifiuti. Ela possibilità di realizzare la Con-ferenza delle donne elette delnostro territorio.

Anna Pariani Democratici di sinistra

La terza Commissione, che iopresiedo, in questo anno ha la-vorato molto sul tema dell’eco-nomia locale. Gli enti locali e laProvincia hanno svolto un lavoropositivo, che ha cercato di inci-dere anche nella situazione dicrisi. Anche gli strumenti di mo-nitoraggio che sono presenti sulterritorio sono necessari per af-frontare in maniera adeguata ladifficile situazione economicadella quale è sicuramente re-sponsabile anche l’attuale gover-no.

Andrea De Pasquale Margherita

È un anno di tempo significativo,nel quale Giunta e Consigliohanno lavorato a mio parere inmodo positivo. I temi dei qualimi occupo in Commissione, cioèpianificazione territoriale e tra-sporti mi fanno pensare all’attua-zione rigorosa del Ptcp, all’impe-

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gno sulle infrastrutture come ilnodo di Bologna e il Servizio fer-roviario metropolitano. Le nubisi sono diradate e ora è tempo,ne sono convinto, di passare dal-la carta alla realtà, dalla pianifica-zione all’attuazione.

Giovanni Leporati Forza Italia

Questa Amministrazione, sui te-mi importanti, deve cercare undialogo al di là degli schieramen-ti per realizzare una politica ve-ra, una politica della sussidiarietàtesa al bene comune. Cosa chesecondo me in questo anno nonè stata realizzata. Educazione,imprese, formazione post uni-versitaria d’eccellenza. Questoserve. E l’avanzo di bilancio do-vrebbe andare almeno per qual-che progetto innovativo, perchémi sembra invece che ogni possi-bilità e novità vengano congelatea scapito del cambiamento.

Nadia Musolesi Democratici di sinistra

Mi soffermo sul tema delle poli-tiche sociali. I Piani di zona, in unanno, sono usciti dalla fase speri-mentale del precedente manda-to e si sono qualificati comestrumenti e metodi di governodelle politiche sociali. L’auspicioche faccio è che i Piani siano dav-vero un luogo partecipato e digovernance e non diventino unluogo o uno strumento burocra-tico.

Claudia RubiniAlleanza nazionale

In questo primo anno non si so-no create le necessarie premes-se per un percorso sereno. Quisi convocano prima le conferen-ze stampa e poi le Commissioni,

come è accaduto per l’adesioneal comitato Esposizione Bolo-gna-E bo. Oppure si nominano inuovi dirigenti senza nemmenoconsegnare ai consiglieri tutti icurricula. E poi in tema della pace, non èstata assegnata a nessun assesso-re questa delega e in Consiglionon viene raccontato effettiva-mente cosa si sta facendo.

Raffaele Finelli Democratici di sinistra

La percezione che la Provinciadà è improntata a un concetto:fare le cose per il bene collettivoe farle con piacere, soprattuttoin situazioni così problematichedal punto di vista economico.Con la Commissione Cultura,che presiedo, abbiamo visitatomusei e archivi del territorio, av-viato collegamenti con il Gal conun occhio allo sviluppo turistico.Una novità che saluto con favo-re in questo mandato è anche lacostituzione di un assessoratoalla Comunicazione, un elemen-to che può essere consideratocome una ulteriore garanzia ditrasparenza e democraticità peri cittadini e per i Comuni.

Alberto Vecchi Alleanza Nazionale

Nel programma manca qualsiasiaccenno alla politica per la sicu-rezza, mentre viviamo un co-stante aumento della microcri-minalità e si dà invece un grandespazio alle politiche di pace. An-che noi siamo a favore della pa-ce, seppure nel Consiglio di am-ministrazione della scuola diMonte Sole sia assente la mino-ranza. E ancora, con l’avanzo dibilancio non abbiamo pensato diaiutare i settori del turismo, che

sono in crisi, mentre la viabilitànon ha ancora guardato allamontagna, ma solo alla pianura.

Giuseppe Sabbioni Forza Italia

Secondo le lettere di protestasulla nostra Amministrazionepubblicate da alcuni giornali, alcontrario di quanto dicono alcu-ni colleghi, i cittadini non sonosoddisfatti della Provincia. Misoffermo solo su due punti. Nonabbiamo ancora istituito il Difen-sore civico, è ora di farlo. E ilPtcp è troppo severo: i cittadinie i sindaci vogliono più elasticitàanche per poter risolvere alcunidei problemi economici del ter-ritorio.

Renato Ballotta Democratici di sinistra

È stato un anno gestito con gran-de determinazione. Questo si èvisto per le questioni strategichecome, cito per tutte, l’avvio del-la realizzazione di alcune grandiinfrastrutture. Fra i compiti dellaProvincia c’è anche quello di sor-vegliare la loro esecuzione. Rac-comando questo compito allaGiunta.

Marco MainardiAlleanza Nazionale

Nel 2005 sono stati spesi 38 mi-lioni di euro per la viabilità pro-vinciale, 17 milioni solo per laSan Carlo e tanti altri per stradeche collegano la pianura. Pocoimpegno dunque sulla montagnae anche sul Servizio ferroviariometropolitano. È giunto il tem-po per questo, per il metrò, maanche per la Trasversale di pia-nura, perché la mobilità dei citta-dini è uno degli aspetti fonda-mentali della vita.

dal consiglio

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Palazzo Malvezzi aderisce comesocio fondatore all’associazioneCollegio di Cina, centro per lacooperazione con la Cina, insie-me a Università, Comune di Bo-logna, associazione degli indu-striali della provincia di Bologna,Assindustria Bologna e Fonda-zione Ceur. Hanno chiesto diaderire anche Camera di Com-mercio, Api, Cna, Fiera di Bolo-gna, Fondazione Cassa di Rispar-mio, Union Camere nonché, inqualità di soci ordinari, i ministe-ri dell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca, degli Affari Este-ri, delle Attività Produttive.Lo ha deciso il Consiglio provin-ciale che ha approvato il 26 lu-glio la delibera di adesione con23 voti favorevoli (Ds, Margheri-ta, Rc, IdV, PdCi, Verdi) e 6 aste-nuti (An e FI). L’associazione, che non ha scopo

Nasce il consorzio per innovazione e sostenibilità

dell’Appennino

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pennino, nato dalla collaborazio-ne tra la Provincia di Bologna, laRegione Emilia-Romagna, la Fon-dazione Carisbo e l’Issi (IstitutoSviluppo Sostenibile Italia). L’a-desione di Palazzo Malvezzi, inqualità di socio di maggioranza al51% all’interno della società con-sortile che avrà sede a PorrettaTerme, è stata approvata convoto unanime dal Consiglio il 24maggio scorso. Al parere favorevole dell’Assem-blea, è seguita il 29 giugno la fir-ma della presidente BeatriceDraghetti, che ha siglato l’accor-do ufficiale con gli altri due part-

ner del progetto che detengonoentrambi il 24,5% delle quote so-cietarie. "Nel programma dimandato - ha commentato Dra-ghetti in occasione della firmadell’intesa - avevamo scritto divoler favorire un’economia dellaconoscenza tramite l’introduzio-ne dell'innovazione tecnologica,migliorando allo stesso tempo laqualità ambientale, in una pro-spettiva di sviluppo sostenibile:questo è un primo passo versoquesti obiettivi con particolareattenzione alle aree territorialipiù deboli come quelle dell'Ap-pennino".

documenti e deliberazioni dal consiglio

Individuare le migliori tecnologieutilizzabili per il risparmio ener-getico e l’architettura bio-ecolo-gica, censire le fonti di energiarinnovabile, diffondere la cono-scenza delle nuove tecnologie erealizzare percorsi di formazio-ne e studi di fattibilità. Sono que-sti i compiti principali che avrà il“Cisa”, il nuovo Centro innova-zione e trasferimento di tecno-logia per la sostenibilità dell’Ap-

di lucro, vuole essere un centrodi mediazione culturale e unostrumento di coordinamento traItalia e Cina. Opererà nel campo della forma-zione e della cultura e si rivolge-rà sia agli studenti cinesi che in-tendano frequentare corsi di for-mazione, laurea e dottorati nelnostro Ateneo o maturare espe-rienze lavorative in imprese ita-liane, sia a studenti italiani e eu-ropei che vogliano approfondirela conoscenza della Cina.

L’adesione alla associazione pre-vede una quota iniziale di 5.000euro e di 10.000 euro quale quo-ta annuale di iscrizione.A margine della seduta è statoinoltre approvato, all’unanimità,un ordine del giorno propostoda Forza Italia e Alleanza nazio-nale nel quale si chiede che le ca-riche sociali, sia gestionali che dicontrollo, siano sottoposte avincoli temporali, contrariamen-te a quanto invece prevede loStatuto dell’associazione.

La Provincia aderisce al-l’associazione

Collegio di Cina

a cura di Marina Brancaccio

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Il Centro di Studi e Documenta-zione sulla storia della psichiatriae dell’emarginazione sociale“Gian Franco Minguzzi” ha chiu-so il 2004 con un utile di 22.643euro, dopo aver effettuato am-mortamenti e svalutazioni per78.339 euro. Il bilancio consunti-vo dell’Istituto, che il mese scor-so ha compiuto 25 anni dalla suafondazione, è stato approvatodal Consiglio con 18 voti favore-voli di Ds, Margherita e Prc, 1contrario (An) e 4 astenuti (Fi).L’Istituto “rappresenta un patri-monio e una risorsa critica e cul-turale della nostra società capa-ce di realizzare nuove idee nuo-ve azioni e nuovi ambiti di speri-mentazioni, in particolare in ma-teria di welfare e di esclusione

sociale” ha ricordatol’assessore alla Sanità eServizi Sociali GiulianoBarigazzi, nel presentareall’aula un anno di attivi-tà del Centro. Si trattadi un lungo impegno nelcampo dell’assistenza edella ricerca medica chela Provincia sostiene conun contributo ordinariodi circa 428 mila euro, dicui 104 mila come tra-sferimento annuale perla gestione e 324 milaper il personale. La spe-sa totale affrontata dal“Minguzzi” per i servizi èstata, invece, di 218 milaeuro, mentre altri 18 mi-la euro sono stati accan-tonati a fondi per rischio oneri futuri.

Un sollecito affinché il nostroGoverno garantisca la sicurezzae una dignitosa accoglienza a chiarriva per cercare protezionenel nostro paese, è stato espres-so in un ordine del giorno pre-sentato in occasione della “gior-nata mondiale del rifugiato” daiconsiglieri Massimo Gnudi (Ds),Giovanni Venturi (PdCi), PaoloNanni (Lista di Pietro), GabrieleZaniboni (Margherita) e SergioSpina (Rc) e approvato dal Con-siglio provinciale con 22 voti fa-vorevoli (Ds, Margherita, Verdi,PdCi, Lista di Pietro) e 9 contra-ri (FI e An). Con il termine “rifu-giato” si definisce, secondoquanto recita la Convenzione diGinevra del 1951, chi è persegui-tato personalmente per motivi

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politici, o religiosi, o di razza, dinazionalità o di appartenenza aun gruppo. Come ricorda l’ordi-ne del giorno, il diritto d’asilo èun diritto umano fondamentalericonosciuto dalle convenzioniinternazionali e anche dalla Co-stituzione italiana. L’Italia è peròl’unico tra i paesi d’Europa a nonaver ancora recepito le direttivedell’Unione europea e a non es-sersi dotato di una legge organi-ca in materia. L’odg ricorda, inoltre, come giàla Regione Emilia-Romagna si siafatta promotrice negli ultimi annidi esperienze di accoglienza e in-tegrazione sociale per rifugiati,richiedenti asilo e beneficiari diprotezione umanitaria e comenel 2004 Regione, Anci e UpiEmilia-Romagna, vari Comuni eProvince, organizzazioni sindaca-li e del terzo settore abbianosottoscritto un protocollo re-gionale in materia di asilo.

dal consiglio documenti e deliberazioni

Recepire le direttive europee perl’asilo politico

Istituto “Minguzzi” chiude il 2004 con oltre

22.000 euro di utile

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Cambio della guardia nel gruppoprovinciale Italia dei Valori. Il 26luglio il Consiglio ha approvatoall’unanimità la surroga del con-sigliere Paolo Nanni, eletto inConsiglio regionale, con PlinioLenzi, primo dei non eletti nelcollegio di Castel Maggiore.Plinio Lenzi è nato nel 1954 aGranaglione. Ha iniziato la suacarriera politica nel 2001 comecandidato alle elezioni politichenella lista “Italia dei Valori - Listadi Pietro” (collegio uninominale

Alla presenza della senatrice Gi-glia Tedesco, che ha tenuto laprolusione, il Consiglio provin-ciale si è riunito il 16 giugno inseduta straordinaria per il confe-rimento del “Premio Provincia diBologna 2004” a Marta Murotti,sindaco di Zola Predosa dal 1965al 1975, una tra le prime donnead avere ricoperto questo ruolonel territorio bolognese. MartaMurotti, che è anche esponentedel Filef (Federazione italiana la-voratori immigrati e famiglie), la-vora da anni "instancabilmente -come recita la delibera del Con-siglio provinciale che ha decisodi assegnarle il Premio - a favoredella pari dignità delle donne,della parità di salari e retribuzio-ni, per l'accesso a tutte le carrie-re, la tutela della maternità, losviluppo di servizi per l'infanzia".Secondo la motivazione ufficiale,“nell’anno in cui ricorre il 60°Anniversario del Decreto luogo-tenenziale che sancì il voto alledonne nel nostro Paese, la Pro-vincia di Bologna intende pre-miare l’impegno pubblico delledonne alla costruzione attivadella vita politica, sociale ed eco-nomica del nostro territorio”. Ilsuo lavoro rappresenta “effica-cemente il contributo dato datutte le donne elette ai vari gra-di nella provincia bolognese dal1946 ad oggi” e il riconoscimen-to ufficiale alla sua vita costitui-sce l’opportuna sottolineaturadell’importanza dell’apportofemminile “alla vita politica italia-na nella direzione di una espres-sione più completa della praticademocratica”. La prima edizione

dal consiglio

Premio Provincia a Marta Murotti

Plinio Lenzi subentra a Paolo Nanni

dell’Italia dei Valori

La presidente Beatrice Draghetti nel-l’orazione ufficiale che ha tenuto perla commemorazione di Nello Adelmi,scomparso il 17 giugno scorso, haricordato l’ex compagno di Giunta anome dell’Istituzione nella quale siimpegnò per molti anni. Nato a Imolanel 1926, Adelmi è stato dirigente delPci e della Gioventù comunista bolo-gnese negli anni della Liberazione enegli anni ’50 e ’60. Dal 1965 al 1972è stato membro dellasegreteria regionale dellaCgil e segretario dellaFederbraccianti; in seguitoè stato vicepresidente diFedercaccia e presidentedell’Unione associazionivenatorie. Nel 1991 avevaaderito al Prc e poi, nel1998, era stato tra chi aBologna aveva dato vita alPdci. È stato consigliere provincialedal 1995 al ’97 e nel mandato ammi-nistrativo 1999-2004 ha ricoperto lacarica di assessore al Personale e sicu-rezza sul lavoro.

CORDOGLIO PERNELLO ADELMI

del Premio è del 1989 e fu con-ferito ad Alberto Tomba; in se-guito nel 1990 al regista PupiAvati; nel ’91 alla memoria diPrimo Zecchi; all’AssociazioneTelefono Azzurro nel ’92; allasorella di Giorgio Morandi, Ma-ria Teresa, nel 1993; al partigia-no “William” Michelini nel ’95;nel 1997 alla pittrice Norma Ma-scellani; al parlamentare Giovan-ni Bersani nel ’98, alla memoriadel neuropsichiatria AlessandroAncona nel 2001 e del professorMarco Biagi nel 2003; alla signo-ra Aldina Balboni nel 2004.

17, di Casalecchio di Re-no) per la Camera dei De-putati. Nel 2002 ha fattoparte del coordinamentoprovinciale “Italia dei Va-lori” di Bologna; nel 2003è stato coordinatore IdV -zona Reno Galliera - e re-ferente comunale per Ca-stel Maggiore. Nel 2004 si è presentatoalle elezioni amministrative nellaLista “Società civile - Di Pietro -Occhetto” per la Provincia diBologna e per il Comune di Ca-stel Maggiore.Attualmente è responsabile pro-vinciale dell’Italia dei Valori diBologna.

Plinio Lenzi

A centro pagina,la presidente Beatrice

Draghetti (a destra)mentre consegna ilPremio Provincia a

Marta Murotti

Foto V. Cavazza

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I singoli Stati non possono lotta-re da soli: le politiche per la si-curezza dovrebbero essere,quanto meno, coordinate a livel-lo europeo. Contro la minacciaterroristica, per il modo in cuiessa si esprime, non servonocarri armati o bombe. L’azionedi contrasto e prevenzione, tut-tavia, è solo uno degli aspetti suiquali concentrare gli sforzi. Su un terreno sempre più acci-dentato, si combatte oggi unabattaglia per la democrazia a li-vello mondiale, che ci spinge aguadagnare a questi valori tutti ipopoli. I punti di partenza sono ildialogo culturale ed economico.La sfida che, in quanto ammini-stratori, ci riguarda più da vicinoè far crescere le politiche di in-tegrazione: la Provincia in questocampo ha un importante ruolodi coordinamento territoriale. Ilnostro impegno deve indirizzar-si, per esempio, nel definire for-me di partecipazione politica de-gli immigrati attraverso la co-struzione di un’esperienza de-mocratica di alto valore.Nel campo del dialogo, va sotto-lineata l’esperienza della Scuoladi Pace di Monte Sole, che vedeogni anno il coinvolgimento diragazzi di Paesi diversi anche inconflitto tra loro. Potrà forsesembrare una goccia nel mare,

Il tema della sicurezza, riportatodrammaticamente alla ribalta do-po i fatti di Londra e Sharm elSheik, ci pone di fronte una seriedi implicazioni circa la tutela del-le libertà individuali. In una so-cietà insicura può infatti trovarespazio una pericolosa tendenza arinunciare ad alcuni diritti fonda-mentali in cambio di maggioreprotezione. Una posizione ri-schiosa, da contrastare. Un’azio-ne efficace contro il terrorismopuò infatti concretizzarsi senzaforzare lo stato di diritto, senzaleggi speciali. A seguito degli at-tentati che si sono succeduti nel-le scorse settimane, si è parlatodell’eventualità di attivare misu-re che in qualche modo vannoad incidere sulle libertà persona-li, come il controllo delle e-mail.Infatti un conto è mettere incampo un sistema di controlli ri-spetto a soggetti a rischio, un al-tro è pensare di estenderla a tut-ti in modo generalizzato. In unoscenario complesso come quelloche stiamo vivendo è necessariopiuttosto attivare, nell’ambito diuna coalizione mondiale, una po-litica di “intelligence” che sia ingrado, attraverso azioni preven-tive, di contrastare il fenomenodel terrorismo che fa capo aduna centrale ideologica cui ri-spondono gruppi di diversi paesi.

dal consiglio opinioni a confronto

Trasicurezza e lotta al

terrorismo

a cura di Vania Vorcelli

Il Consiglio ha dedicato il 7 luglioscorso una seduta straordinariaalle vittime dei recenti attentatiterroristici, alla quale ha presoparte anche la Console britanni-ca a Firenze, Moira Mac Farlane. Il presidente dell’AssembleaMaurizio Cevenini ha redatto unordine del giorno, approvato al-

l’unanimità, nel quale tra l’altro siesprime il “profondo dolore ecordoglio della comunità provin-ciale ai familiari delle vittime”. Il dibattito si è quindi allargato aitemi della sicurezza della minac-cia del terrorismo sempre piùpresente. Sugli effetti che il feno-meno ha sulla vita quotidiana de-

gli individui e sulle scelte politi-che più adeguate a fronteggiarela situzione abbiamo chiesto unariflessione a Massimo Gnudi,presidente del Gruppo Ds e aSergio Guidotti, presidente delGruppo di An.

MassimoGnudi

ma anche questo può contribui-re alla costruzione della convi-venza pacifica. Ma c’è un’altra battaglia da com-battere sul fronte della sicurez-za, quella quotidiana contro lacriminalità e il mancato rispettodelle regole, sulle strade e neiluoghi di lavoro. La Provincia siede nel Comitatoper la sicurezza e l’ordine pub-blico e anche qui svolge un ruo-lo di coordinamento. In realtàpalazzo Malvezzi non ha compe-tenze specifiche in quest’ambito,ma si è attivato di fronte ad epi-sodi di criminalità diffusa che ri-chiedono un innalzamento del-l’attenzione. In generale, abbiamo bisogno diiniziative di governo che siano ingrado di misurarsi da una partecon le sfide del mondo globaliz-zato, dall’altra con i problemidella realtà quotidiana. Tra i no-stri compiti c’è quello di pro-muovere azioni che parlino aipopoli coinvolti nei conflitti. Po-che realtà si contraddistinguonocome la Scuola di Pace per l’o-pera di costruzione del dialogo.Nello stesso solco si muove ilprogetto per le Politiche di Paceal quale l’Amministrazione dedi-ca risorse umane ed economi-che. La Provincia ha delle coseda fare e le sta facendo. ■

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dal consiglio

La sicurezza è un bene cui tuttidevono tendere, la base elemen-tare su cui costruire tutto il re-sto. Ma qual è il prezzo che sia-mo disposti a pagare in terminidi libertà personale? Come intutte le cose si deve trovare unpunto di equilibrio. La libertà è,innegabilmente, un valore asso-luto: la difesa della sicurezza de-ve garantire la libertà e vicever-sa. Sarebbe un errore porle inantagonismo. Se sacrificassimo l’una all’altra,allora il terrorismo avrebbe vin-to, avrebbe raggiunto il suo sco-po. La sicurezza è comunque unacondizione fondamentale: vivereal sicuro è un diritto, una libertàdi cui tutti i cittadini devono po-ter godere. Nei giorni scorsi si è parlato apiù riprese della necessità di ri-correre a leggi speciali per fron-teggiare il pericolo. A mio parere è necessaria unamagistratura competente in ma-teria, una sorta di team specializ-zato simile a quello che svolge le

indagini sulla mafia. Certe que-stioni non possono essere dele-gate alla gestione del pretore diturno.In via generale, quello che si puòfare è cercare di assicurare il ri-spetto delle regole, nella convin-zione che la legge, in quantoespressione della volontà demo-cratica, deve essere applicata erispettata da tutti. In questo sen-so vale il concetto di tolleranzazero per chi sceglie di porsi al difuori delle regole. Se ci diamo delle norme condivi-se, costruite in un sistema di li-bertà, il loro mancato rispetto èl’inizio della perdita della sicu-rezza. Dobbiamo perciò cercaredi eliminare il brodo di colturadel terrorismo, attraverso il ri-spetto delle regole e delle leggi. E questo si riflette, escludendo igrandi disastri, anche sugli aspet-ti quotidiani della tutela dell’in-columità dei cittadini, ad esem-pio l’anziano che va a ritirare lapensione, deve poterlo fare intutta sicurezza.

La tranquillità è un bene che nonpuò essere messo in discussione;purtroppo lo è quando ci sonoregole che non vengono fatte ri-spettare.Quanto alla Provincia, comepossiamo parlare di sicurezza senon riusciamo a garantire nem-meno il perimetro di PalazzoMalvezzi? Via Zamboni è di fattoun luogo non tranquillo e l’ideadi pedonalizzarla confligge conl’esigenza di creare un’area sicu-ra. Sul fronte delle competenzedell’Amministrazione provincia-le, sono tante le questioni che avario titolo possono essere col-legate al tema più generale dellasicurezza. Come il tema della tu-tela del lavoro, ma anche in que-sto caso si tratta di far rispetta-re le normative nazionali, che cisono. Lo stesso vale per l’immi-grazione, che deve essere consi-derata una risorsa, non un peri-colo. Per essere ritenuta tale, tuttavia,deve essere regolamentata, altri-menti genera negli altri una sen-sazione di pericolo e di insicu-rezza. Le politiche d’integrazionenon bastano da sole ad eliminareil rischio. Lo dimostra quello cheè accaduto il 7 luglio a Londra,dove a colpire sono stati degliimmigrati considerati perfetta-mente integrati nella società in-glese. In generale è necessariocostruire un sistema di acco-glienza modulato sulla nostra ca-pacità di comprendere se chi ar-riva vuole lavorare o delinquere. Alla fine, da qualsiasi punto la sivoglia affrontare, rimane unaquestione di regole e rispetto daparte di tutti delle leggi che unacomunità si è data per il suobuon funzionamento. ■

SergioGuidotti

Foto

V. C

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Bologna si è fermata ancora una volta per onorare i morti non solo del 2 agosto ma di tutte le stragi

del terrorismo. Il corteo imponente e silenziosopersone stretto attorno ai familiari delle 85 vittime

ha raggiunto piazza delle Medaglie d’orodove si sono tenuti i discorsi commemorativi diPaolo Bolognesi, presidente “dell’Associazione

Familiari delle vittime del 2 Agosto”, del sindacoSergio Cofferati e del vicepremier Giulio Tremonti

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il giornodelle STRAGI

Un momentodella cerimonia a

San Benedetto Val diSambro per ricordare le

vittime degli attentati ai treni Italicus e 904Napoli-Milano che si

svolge nella mattinatadel 2 agosto

2 agosto2005

Foto V. Cavazza

Foto Studio F. N.

Foto

Stu

dio

F. N

.

Sopra: la prima manifestazione dei bolognesi per la strage della stazione. A destra, l’ala della stazione completamente distrutta dalla tremenda esplosione

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il giornodelle STRAGI

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Il filmFilippo Porcelli, autore e regista, che harealizzato il documentario Bologna 2agosto 1980 – oggi, sta lavorando a unprogetto che consiste in un laboratorio au-diovisivo della memoria destinato ai giova-ni: partendo da ciò che è successo e conti-nua a succedere ci si interroga su chi sia-mo, per ritrovare un’identità, per smetteredi avere paura. Il progetto mira a stimolare nei giovani una“memoria e una sensibilità cromosomica”,perché gli atti terroristici, come quello del 2 ago-sto, sono custodi di immagini ormai entrate nellamemoria, ma i giovani stanno perdendo il senso diquanto il passato sia anche l’oggi.

I libriAntologia per una strageBologna 2 agosto 1980di Gian Pietro Testa – Minerva edizioniUn libro di poesie per dare voce alle 84 vit-time della bomba (l’85ma morì mentre laprima edizione del volume – 1980 era instampa). Nello stile dell’Antologia di Spoonriver le 84 persone, uomini, donne, bambi-ni sono dipinte con poche pennellate es-senziali per ricostruire il filo spezzato dellavita con tutti i suoi desideri, aspettative, ri-cordi, nella consapevolezza che a porre laparola fine furono atti di uomini rimasti impuniti.

Bologna, 2 agosto 1980 il racconto della strage a cura di Cinzia Venturoli e Massimiliano BoschiTante fotografie, alcune inedite, scattate tra gli altrida Paolo Ferrari e Umberto Giaggioli perfermare un attimo che alle 10,25 del 2 ago-sto 1980 cambiò la vita di molti e pose finee quella di 85 persone. Un lento susseguirsi di fermo immagini chetestimoniano le azioni degli uomini che ac-correvano, la disperazione di chi vedeva edi chi era scampato, ma soprattutto, pare,uno sguardo attonito e stanco, privo anco-ra della rabbia e del dolore che verrà subi-to dopo.

La mostraLa mostra fotografica I volti del soccorso, 2 ago-sto 1980 – 2005 allestita all’Ospedale Maggiore ècurata da Paolo Righi e Giuseppe Pazzaglia. La mostra presenta le immagini storiche di PaoloFerrari, che ritraggono i momenti successivi all’e-splosione della bomba alla stazione e l’attività deisoccorritori e le fotografie di Paolo Righi che inve-ce documentano l’attività di soccorso in situazionidi emergenza ed esercitazione ai nostri giorni.L’esposizione e il relativo catalogo (edito da Miner-va Edizioni) vogliono essere una testimonianza del-l’impegno di tanti, sanitari e non, che venticinqueanni fa hanno realizzato uno sforzo collettivostraordinario e generoso, che ha permesso di sal-vare molte vite; ma vogliono essere anche raccon-to della realtà di oggi: il personale del 118, i Vigilidel Fuoco, le Forze dell’Ordine, i volontari, profes-sionisti e persone che quotidianamente si trovanoad operare in situazioni di emergenza.Attraverso le immagini si sottolinea la continuitàche lega l’attività di soccorso di allora con quella dioggi, illustrando la crescita del sistema dell’emer-genza, delle nuove competenze e delle struttureorganizzative attuali.

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ualcosa di simile era stato realizzato loscorso anno a Brescia, in occasione deltrentennale della strage del 28 maggio

1974. Protagonisti, anche in quel caso, i familiaridelle vittime e l’istituto di ricerche Censis, che ave-vano tentato di offrire una singolare inquadratura diun Paese, come scriveva Leonardo Sciascia, senzastoria e senza verità. Proprio sulla memoria dei fat-ti e sull’ansia di verità si fonda anche lo studio pro-mosso dall’Associazione familiari vittime di Bologna,dal Centro di Documentazione Storico Politica sul-lo Stragismo e dal Laboratorio Nazionale per la Di-dattica della Storia, realizzato gratuitamente dalCensis e intitolato 2 agosto 1980: il ricordo di chi nonera nato. Nei giorni che hanno preceduto le cele-brazioni per i venticinque anni della strage alla sta-zione di Bologna, sono stati resi noti i suoi primi ri-sultati. L’inchiesta ha intanto preso in esame uncampione di 1.868 ragazzi di 26 scuole secondariesuperiori di Bologna e provincia, pari al 14,2% dellapopolazione studentesca bolognese, con un que-stionario distribuito nelle tre ultime classi. Se il12,8% degli intervistati conosce l’anno della stragedi piazza Fontana e l’8,9% sa quello di Piazza dellaLoggia a Brescia, si attesta al 50,6% il dato sui gio-vani bolognesi che riescono a collocare temporal-mente la strage di Bologna. Di questi, il 30,4% indi-ca con precisione il numero delle vittime e dei feri-ti, mentre gli altri non lo sanno o danno risposte

sbagliate. Tra gli altri dati salienti dello studio, il71,8% degli intervistati ha sentito parlare della stra-ge di Bologna a casa, il 39% in televisione e solo il28,4% ricorda di averne avuto informazioni all’in-terno del contesto scolastico, dagli stessi insegnan-ti. Infine, il 34% non sa chi sono i colpevoli, il 22,2%li individua in esponenti del terrorismo nero e il21,7% è certo si tratti di una strage voluta dai ter-roristi rossi. Questi dati hanno convinto i familiaridelle vittime e lo stesso Censis a dichiarare la ‘me-moria corta’ del mondo giovanile. Ma c'è davveroda stupirsi, e negativamente, rispetto ai risultati del-l’inchiesta? Non così sembra pensarla Alberto DeBernardi, docente di Storia contemporanea all'Uni-versità di Bologna e direttore del Dipartimento didiscipline storiche dell’Ateneo.Sarei molto cauto a fare affermazioni di questo ge-nere. Capisco però i familiari delle vittime, a cui na-turalmente interessa che tutti conoscano il tragicoevento. Noi però dobbiamo astrarci da questo pun-to di vista legittimo degli offesi. Allora, il fatto chela metà dei giovani intervistati dal Censis ricordiquando è accaduta la strage mi sorprende positiva-mente. Tenendo conto che i programmi scolasticifanno fatica ad arrivare agli anni Ottanta del secolopassato. La scuola affronta di rado stabilmente que-sti temi, a conferma che tale memoria è stata tra-smessa piuttosto dalla comunità, dalla città e daglieventi che essa promuove, dalle manifestazioni diricordo. Se andiamo alla generazione precedente,per esempio, molta parte di essa è arrivata all’ado-lescenza senza sapere ciò che è stata addirittura laResistenza!Secondo la ricerca del Censis, il numero deigiovani convinto della matrice nera si equiva-le sostanzialmente a quello di quanti pensanoche la strage sia stata opera dei terroristirossi. Come storia del passato e del presentesi compenetrano, quanto questo dato èemblematico dal suo punto di vista?

Il ricordo di chinon era ancora nato

Come percepiscono l’attentato allaStazione i giovani delle scuole bolognesi.

I risultati di un’indagine condotta dal Censis, un commento di

Alberto De Bernardi, docente di Storia contemporanea

il giornodelle STRAGI

di Federico Lacche Q

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il giornodelle STRAGI

L'italia degli anni Settanta e Ottanta è sta-ta attraversata da un complesso e artico-lato periodo di terrorismo politico. Alsuo interno hanno agito gruppi che face-vano riferimento a due ideologie totalita-rie del XX secolo, dando vita a fenomenidistinti. È chiaro che le motivazioni chespingono i neofascisti a mettere le bombea Bologna sono radicalmente diverse daquelle che hanno spinto le Brigate Rossea rapire Aldo Moro, ad ammazzare lui e lasua scorta. Tuttavia, nella percezione deltempo che passa, il fenomeno terroristicoè indistinto e così lo percepiscono i gio-vani. Appare un evento unitario che hacercato di minare i fondamenti democra-tici della convivenza civile di questo Pae-se. Credo che quello che deve essere tra-smesso alle giovani generazioni non sia unsemplice distinguo tra le forze che hannocompiuto atti di terrore, ma una riflessio-ne sul terrorismo. L’Italia è stata negli an-ni Ottanta forse l'unico Paese europeonel quale il terrorismo ha interagito per lungo tem-po con la vita politica nel suo complesso. È un fat-to su cui occorre riflettere ma i ragazzi, a distanzadi così tanto tempo, fanno fatica a capire cosa è daimputare alla destra fascista o meno. Certo per noiè importante stabilirlo, ma con questo non dobbia-mo poi pensare di esserci lavati la coscienza.Consci delle loro lacune, gli stessi studentidichiarano nel 95,8% dei casi che vorrebberodisporre di un'informazione più completa suquesti argomenti. Mi accorgo di non sapere edunque voglio sapere, soprattutto - standoall’inchiesta - dalla scuola. Quanto la trasmis-sione dei saperi e delle conoscenze è collega-ta al recupero della memoria? A chi è deman-data oggi tale questione? È un discorso assai complesso. La scuola ha il com-pito di trasmettere la conoscenza del passato, il sa-pere storico. Più ci avviciniamo al presente, più il la-voro dello storico e poi della scuola si complica. So-prattutto, la salvaguardia della memoria è un com-pito più articolato che attiene alla comunità nel suocomplesso, con un'azione costante capace di far ar-rivare alle generazioni che si susseguono una me-moria collettiva elaborata. La scuola interagisce contutto questo ma non basta, poiché la memoria è un

fatto sociale e civile che passa quindi attraverso unpluralità di attori: giornali, strumenti della comuni-cazioni di massa, i Comuni, lo Stato e le sue istitu-zioni, le associazioni civili e i partiti politici.L'inchiesta domanda tra l’altro agli studentichi dovrebbe essere chiamato a trattare dellestragi a scuola. Essi indicano, per il 45,2%, glistessi insegnanti, e per il 34,5% gli storici. Inquale modo è possibile cogliere questo invi-to?È un fatto molto importante. Da un lato testimoniala fiducia degli studenti nei loro docenti. Dall’altro èaltrettanto positivo che questi giovani comprenda-no o abbiano la sensazione che agli storici ci si puòrivolgere non per avere la verità del passato - unbene prezioso che lo storico non è però mai con-vinto di possedere -, quanto piuttosto una pluralitàdi strumenti per conoscere il passato, per rifletteresulla loro memoria. La fiducia in quella che possia-mo chiamare la ‘corporazione’ che in qualche mo-do ha il compito di presidiare alla ricostruzione delpassato è un fatto estremamente positivo. In talmodo gli storici appaiono come persone a cui ri-volgersi non tanto, come ho detto, per avere la ve-rità dei fatti ma gli strumenti culturali grazie ai qua-li ognuno può costruirsi un'idea del passato. ■

Foto Studio F. N.

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rove di bilancio partecipato a Palazzo Mal-vezzi. La Provincia di Bologna ha, infatti,presentato la prima versione “condivisa”

del bilancio preventivo dell’Ente: un volumetto di70 pagine frutto del confronto sulle scelte finanzia-rie dell’Amministrazione provinciale con una seriedi interlocutori, i cosiddetti portatori d’interesse ostakeholders (enti locali, organizzazioni di rappre-sentanza del mondo economico e sindacale, istitu-zioni scolastiche e sanitarie). La pubblicazione - giàconsultabile on line, nelle pagine del settore bilan-cio, sul sito della Provincia www.provincia.bolo-gna.it e presto disponibile negli Urp dei Comuni -in un linguaggio a misura di cittadino, rende contodi come verranno spese nel corso dell’anno le ri-sorse messe in campo dalla giunta individuando 11macro aree d’intervento (servizi, infrastrutture,edilizia, formazione, solo per citarne alcune). Unprimo esperimento che apre una nuova fase dell’in-contro tra amministrazione e territorio all’insegnadella trasparenza. Se, infatti, per questo “numerozero” del bilancio partecipato, associazioni di cate-goria, Comuni, istituzioni si sono limitati a dare unparere su scelte finanziarie già fatte, in futuro sa-ranno protagonisti di una serie di incontri “prope-deutici” alla programmazione degli investimentidella Provincia. “La Provincia - spie-ga Andrea De Maria, vicepresi-dente con delega al bilancio - ha laprospettiva di veder calare, in con-seguenza del ciclo economico nega-tivo, le risorse da entrate proprie,ciò rende ancora più importantespiegare dove s’intendono spenderei soldi. È importante concentrare lerisorse su alcune grandi priorità peressere utili al tessuto economicobolognese, che sta vivendo un mo-mento di difficoltà”. Uno sforzo che

anche le associazioni di categoria chiedono, assie-me all’impegno a non gravare sul sistema produtti-vo, tenendo ferma, per esempio, l’addizionale sul-l’energia elettrica pagata dalle imprese. Intanto,quest’anno, la politica finanziaria di Palazzo Malvez-zi si concentra su mobilità, edilizia scolastica e am-biente in un piano che impiega risorse per 275 mi-lioni di euro: 72 milioni in infrastrutture per la via-bilità e la mobilità, 69 milioni nell’edilizia scolastica,la formazione professionale, il lavoro e l’istruzione,altri 6 milioni e 800 mila euro per l’edilizia, i lavoripubblici e le politiche per la casa. Nel volume vieneanche fornito un elenco dettagliato delle entrate edelle uscite, settore per settore, facilmente acces-sibile anche ai non addetti ai lavori. Su queste cifrenei mesi scorsi è stato avviato un confronto con ilterritorio, che, per ovvie ragioni di tempo, si è li-mitato alla ricezione di pareri. Si tratta, però, del primo passo verso un camminodi concertazione che la Provincia intende portareavanti per tutto il mandato e che già da settembreporterà amministrazione e “stakeholders” attornoallo stesso tavolo per iniziare a parlare del bilancio2006. “È una modalità dovuta - ha sottolineato lapresidente della Provincia, Beatrice Draghetti,presentando il bilancio partecipato - perché rende-

re conto ai cittadini di quello cheviene fatto deve connotare l’azionedi chi amministra”. La Provincia halanciato dunque la sua scommessa,quella, evidenzia il vicepresidenteDe Maria, “di sperimentare una nuo-va forma di consultazione sulle scel-te finanziarie operate dal nostro en-te, che tenga conto delle caratteri-stiche di un’istituzione che svolgeprincipalmente funzioni di coordina-mento e governo su tematiche cheinteressano l’intero territorio”. V.V.

Bilancioa portata di cittadino

istituzioni e SOCIETÀ

P

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lingue, italiano compreso”. Anche all’Arci sono ar-rivate diverse richieste, “circa una decina – dice Eu-genio Ramponi, responsabile regionale del serviziocivile per l’associazione – soprattutto da parte diragazzi di origine magrebina e rumena”. L’Arci Bo-logna ha scelto dunque Malika, 22 anni non ancoracompiuti, che ha lasciato il Marocco nel 2002 conla madre e i fratelli per “ricongiungersi” con il pa-dre, in città già da diversi anni. Parte attiva dell’as-sociazione “Sopra i Ponti”, Malika conosce bene larealtà del Centro interculturale Zonarelli, dove hasvolto attività soprattutto con i bambini, tenendoanche corsi di arabo. Saputo del bando per il servi-zio civile da un’amica che lavora al Centro, ha subi-to presentato domanda ed è stata chiamata per ilcolloquio, “che è durato quasi un’ora”. E anche seil servizio è appena partito, è convinta che sarà“una bella esperienza, un modo per conoscere al-tre persone. Per me è fondamentale: lavorare ottoore al giorno in un’azienda e frequentare la scuolaserale mi faceva sentire fuori dal resto del mondo.Quello che mi interessa fare è ‘annodare’ fili con glialtri, e conoscere sempre più l’associazionismo”.Per Malika l’impegno lavorativo full time non è cer-to compatibile con l’impegno richiesto dal serviziocivile: “Sono alla ricerca di un altro lavoro che nonmi prenda più di tre, quattro ore al giorno – spiega– . Così potrò unirlo al servizio, che comunque migarantisce un piccolo stipendio”. Progetti per il fu-turo? “Lavorare con i bambini, con i giovani, con leassociazioni. Mi incuriosisce vedere come si muovel’Arci. Sì, credo che ci sarà parecchio da fare…”■

istituzioni e SOCIETÀ

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Un servizio civile multietnico

di Michela Trigari e Chiara Vergano

uando si dice passaparola. Per Malika hafunzionato: è grazie a un’amica che è ve-nuta a conoscenza della possibilità, an-che per un giovane straniero, di fare il

servizio civile volontario. Così ha presentato do-manda, sostenuto e superato un colloquio, e ora,un po’ emozionata, ha cominciato il servizio all’Ar-ci. Un servizio che a Bologna, come in tutta l’Emi-lia-Romagna, parla non solo italiano ma anche ma-rocchino, rumeno e tante altre lingue. E’ la leggeregionale 20 del 2003 che ha aperto quest’espe-rienza ai giovanissimi – tra i 15 e i 18 anni – , agliadulti, agli anziani e, soprattutto, ai ragazzi e alle ra-gazze immigrati e in regola con il permesso di sog-giorno. In controtendenza con la normativa nazio-nale che prevede, tra i requisiti di accesso, la citta-dinanza italiana e un’età al di sotto dei 28 anni. Pro-prio quest’anno, per la prima volta, è partito inEmilia-Romagna il progetto di sperimentazione delservizio civile per cittadini stranieri di età compre-sa fra i 18 e i 28 anni; 39 i posti complessivi, finan-ziati con contributi regionali, per i ragazzi interes-sati all’esperienza, suddivisi tra le varie province ele associazioni titolari di progetti interculturali. ABologna erano disponibili due posti, uno all’Arci –assegnato a Malika – e uno a Legambiente, più unaltro a Imola sempre all’Arci. L’impegno? Un mon-te ore annuo minimo di 1.200 ore, con un com-penso netto di 433,80 euro al mese. “A noi sonoarrivate 8-9 domande di partecipazione – spiegaMassimo Becchi, responsabile del servizio civile perLegambiente Emilia-Romagna – , da parte di ragaz-ze provenienti da Serbia, Montenegro, paesi Baltici,Germania e Portogallo. Quasi tutte studentesseuniversitarie o comunque in Italia con una situazio-ne abbastanza stabile. Denominatore comune, uncurriculum molto interessante – precisa Becchi –con viaggi per l’Europa, precedenti esperienze nelmondo del volontariato e conoscenza di due o tre

Q Anche i cittadini stranieri possono oraaccedere al servizio civile. L’esperienza diMalika che viene dal Marocco

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nvertire la tendenza in atto. Con questoobiettivo la Provincia è fra le prime ad averelaborato il documento preliminare del “Pia-

no di Gestione Qualità dell’Aria”, la cui competen-za è passata dalla Regione alle Amministrazioni pro-vinciali. Il Piano è articolato in tre strumenti - Pia-no di Risanamento, Azione e Mantenimento - ed in-dica tutte le misure ed azioni da perseguire per ilmiglioramento o il mantenimento della qualità del-l’aria nel nostro territorio. I tre strumenti inter-vengono, rispettivamente con apposite misure, nel-le zone in cui vengono oltrepassati i valori limitedegli inquinanti individuati o in cui esiste o meno ilrischio di superamento della soglia di allarme. Il Pia-no di Risanamento si è reso necessario per l’inter-vento di riduzione di alcuni inquinanti, come le pol-veri sottili (PM10 e 2,5), ossidi di azoto (NOx) e

benzene (presente soprattutto nei centri storici)che presentano valori critici in molte aree del ter-ritorio dove eccedono il valore limite tollerato. IlPiano contiene una serie di azioni di indirizzo, frut-to di un processo partecipato, individuate come lemisure strutturali decisive per il raggiungimento de-gli obiettivi imposti dalla normativa europea. Le 50azioni riguardano i settori della mobilità, del tra-sporto pubblico, i sistemi insediativi, le attività pro-duttive e logistiche, la formazione e l’informazione.Tra queste, la piena realizzazione del Sistema Fer-roviario Metropolitano e della Metrotramvia bolo-gnese, si rivelano come i due pilastri dell’opera dirisanamento della qualità dell’aria, ma il loro lungoiter di attuazione rende necessario definire intantoalcuni provvedimenti per contenere le emissioni in-quinanti. Il Piano di Azione si configura così come uno stru-mento di emergenza che definisce i primi provvedi-menti da attuare soprattutto nel prossimo periodoinvernale. In particolare, l’analisi della qualità dell’a-ria ha evidenziato una situazione critica per le pol-veri sottili. È ormai risaputo che il fenomeno è do-vuto tipicamente al persistere di emissioni elevateabbinato a specifiche situazioni meteorologiche (inparticolare nel periodo invernale) che ne favorisco-no l’accumulo nei bassi strati dell’atmosfera. Le mi-sure proposte dalla Provincia, tra cui quella innova-tiva del blocco della circolazione ai veicoli diesel alposto delle tradizionali targhe alterne, sono stateelaborate anche con l’obiettivo di contribuire a in-vertire la tendenza in atto e contenere il trend dievoluzione del parco circolante, che se continuasseai ritmi attuali rischierebbe di pregiudicare qualun-que azione per migliorare la qualità dell’aria. Infineper i tre inquinanti - monossido di carbonio (CO),piombo e biossido di zolfo (SO2) - non è stata ri-scontrata invece nessuna criticità, dato che si col-

L’ariache respiriamo

In attesa che gli interventi strutturali riducano la quantità

di smog, soprattutto nel capoluogo, la Provincia propone alcune misure

per contenere polveri e benzene

territorio e AMBIENTE

di Veronica Brizzi I

550 mila autoveicoli di cui previsti nel 2010benzina 77,8% 59,6%diesel 17% 38% gpl e metano 3,9% 2,3% veicoli a benzina a norma Euro 54% 55,7% veicoli a diesel a norma Euro 15% 37,3%

PARCO MACCHINE IN CITTÀ E PROVINCIA

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igliorare gli standard dei servizi fornitiai cittadini e la qualità ambientale. Èquesto l’obiettivo del Piano degli inve-

stimenti 2005 per ottimizzare il Sistema idrico in-tegrato. Con l’approvazione del Piano da parte del-l’assemblea di ATO, il servizio idrico integrato en-tra pienamente nella fase operativa per una miglio-re gestione degli acquedotti, del servizio di fogna-ture e di depurazione distribuiti sull’intero territo-rio. Gli investimenti saranno ripartiti tra nuovi inter-venti ed interventi già avviati lo scorso anno e an-cora in fase di realizzazione, saranno finanziati siadai proventi della tariffa del Servizio Idrico Integra-to che da contributi a fondo perduto (provenientida Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia,Comuni e dagli oneri di urbanizzazione). Le spesenel settore acquedottistico saranno destinate prin-cipalmente alla messa in sicurezza e al migliora-mento delle reti per la fornitura d’acqua, con inter-venti di bonifica e potenziamento e al superamentodi alcune criticità localizzate. Queste azioni si af-fiancano alle politiche di risparmio idrico e di con-tenimento delle perdite in rete già attivate in pas-sato. L’obiettivo è quello di arrivare ad una ridu-zione delle perdite d’acqua del 4%, passando in 5anni dal 19% al valore ritenuto "fisiologico" del15%. Ma come sarà informato e sensibilizzato il cit-tadino sul nuovo sistema idrico integrato? In que-

territorio e AMBIENTE

M

23

sto periodo è in distribuzione presso gli Urp co-munali un depliant che tratteggia le norme di buoncomportamento sull’uso dell’acqua, insieme alleemissioni di ordinanze di limitazione dei consumi.Inoltre, si sta promuovendo l’inserimento obbliga-torio dei frangigetto nei regolamenti edilizi comu-nali. “A tre anni dalla costituzione dell’Agenzia -specifica il direttore Marco Morselli - direi che èstato fatto un buon lavoro non solo per gli aspettimateriali, come il Piano degli investimenti e l'accor-do sindacale sulle tariffe che rimangono per gli usidomestici sostanzialmente inalterate, ma soprattut-to per quelli immateriali perché si é riusciti a far de-collare un sistema di gestione impostato con mo-dalità operative innovative e che soprattutto pre-suppone un elevato livello di partecipazione”. V.B.

Non c’è acquada perdere

locano tutti al di sotto della soglia di valutazione in-feriore. Per questi è stata individuata un’unica zonache comprende tutta la provincia in cui sarà appli-cato un Piano di Mantenimento.Il percorso per l’approvazione del Piano di Gestio-ne Qualità dell’Aria, che prevede un confronto traamministrazioni locali ed enti del territorio interes-sati (Comunità Montane, Autorità di Bacino, Cir-

condario di Imola ecc.), è iniziato lo scorso 29 lu-glio con l’apertura della Conferenza di Pianificazio-ne. Obiettivi della Conferenza sono la costruzionee la condivisione, attraverso l'integrazione delle di-verse competenze, di un quadro conoscitivo delterritorio, di obiettivi generali e scelte strategichenell'ambito del procedimento di approvazione delPiano. ■

Foto G. Demaria

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ella serata di mercoledì 27 luglio a Ro-ma al Ministero delle Infrastrutture etrasporti, la presidente della Provincia

Beatrice Draghetti, il presidente della Regione Va-sco Errani, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati eil ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pie-tro Lunardi, hanno firmato l’accordo per la realiz-zazione del Passante autostradale Nord. All’accor-do hanno aderito anche Anas e Rete ferroviaria ita-liana (Rfi). “Questa firma rappresenta una tappa ri-levante - ha dichiarato la presidente Draghetti -perché segna il passaggio dalle carte alla parte ope-rativa che dovrebbe vedere entro la fine dell’annolo svolgimento della gara e l’affidamento dei lavoridi un’opera che concilia le esigenze nazionali e lo-cali di trasporto, un’opera che verrà realizzata se-condo le indicazioni tecniche del progetto di fatti-bilità redatto dalla Provincia”. Il tempo complessivo di realizzazione è stimato in5-6 anni e il costo dell’opera è di 990 milioni di eu-ro, di cui 466 destinati alla realizzazione propria delPassante e i restanti 524 milioni agli interventi di

Una firma che

Sottoscritto il27 luglio a Roma

l’accordo per ilPassante Nord.

Ora si avvia la faseoperativa che

riguarda anche ilcompletamento delServizio ferroviario

metropolitano

grandi opere

NLa rete del Servizio ferro-viario metropolitano hauna lunghezza di 350 Km(di cui 280 nel territorioprovinciale) per un totaledi 8 rami, 86 stazioni (dicui 73 nel territorio provin-ciale) e 22 nuove fermatedi cui 11 già attivate. Lecorse avranno un cadenza-mento di 30/60 minuti coneventuali potenziamentinelle ore di punta. Per il 2009/2010, quandoil servizio sarà a regime, siprevede una percorrenzaannua di 6 milioni di chilo-

metri; dai 120 ai 160 mila utenti giornalieri eun totale di 25 treni necessari. La spesa per ilmateriale rotabile è stimata in 62 miliardi dieuro all’anno, ipotizzando un costo di 10 euroal chilometro)

S F MLa firma dell’accordo per la realizzazionedel Passante autostradale Nord alla presenza del ministro delle Infrastrutturee dei Trasporti Pietro Lunari

Foto V. Cavazza

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grandi opere

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vale molto

per i prossimi decenni e pone un’attenzione particolare ai temi della mobilità sostenibile. Cinque i parametri in base ai quali gli esperti della Provincia di Bologna e del Comitato Tecnico Scientifico hanno valutato i progetti: popolazioneesposta all’inquinamento, contributo al decongestionamentodelle strade, costo, capacità di autofinanziamento e impatto ambientale. Quattro i caselli previsti: Cento - S. Giovanni in Persiceto, Interporto - Trasversale, Granarolo - Lungosavena, Castenaso - Budrio. Dei 40 Km di tracciato la maggioranza sono previsti in rilevato (29,88), 3,650 Km sono in galleria artificiale, 3,175 in viadotto e 3,5 in scavo.

Il Passante Nord è una nuova autostrada che collega l’A14 all’altezza di Ozzano con la A1 nei pressi di Lavino, incrociando l’A13 all’altezza dell’Interporto. Tre corsie persenso di marcia, più quella di emergenza, per una lunghezzadi circa 40 Km, 14 in più dell’itinerario attuale A1-A14. L’abbandono del tracciato attuale dell’A14 tra Borgo Panigalee San Lazzaro permetterà l’allargamento dell’attuale tangenziale, che diventerebbe a 4 corsie per senso di marcia. Si dividerebbe così il traffico di attraversamento - che rappresenta poco meno della metà dei flussi complessivi - da quello cosiddetto di scambio, ovvero dalla mobilità nell’area metropolitana. In questo modo, la velocità di percorrenza media sulla tangenziale passerebbe da 38 a 56Km/h, riducendo la congestione dell’80% rispetto allo scenario tendenziale. E’ previsto un sistema di pagamento sia sul Passante Nord(pedaggi autostradali ordinari) sia sulla tangenziale “banalizzata” (road pricing). L’idea del Passante Nord ha preso forma con il lavoro di elaborazione del Piano territoriale di coordinamento (PTCP),che delinea gli scenari di sviluppo della nostra provincia

mitigazione ambientale, espropri e imprevisti. ”Nell’ipotesi che si proceda con un project financing,- ha spiegato l’assessore alla Pianificazione territo-riale e trasporto pubblico Giacomo Venturi - ilcontributo erogato dallo Stato sarebbe del 50% cir-ca, ma se si attivasse l’ipotesi ad oggi condivisa diparternariato pubblico-privato, si potrebbe anchearrivare ad una soluzione senza oneri diretti per loStato”. L'accordo prevede, fra l’altro, forme di parternaria-to pubblico-privato per finanziare gli interventi direalizzazione dell’infrastruttura; che venga istituitoun Organismo di garanzia, composto da rappresen-tanti delle Istituzioni locali interessate, per control-lare lo stato di avanzamento dei lavori; che vengaistituito un pedaggio per l’accesso al nuovo sistematangenziale per riuscire a dividere il traffico di at-traversamento da quello cittadino e che le risorseprovenienti da questo pedaggio, calcolabili in circa40 milioni di euro l’anno che saranno gestiti dagli

enti locali del territorio, vengano destinate alla ma-nutenzione della tangenziale, alla mitigazione am-bientale e al potenziamento complessivo del tra-sporto pubblico locale, con particolare riferimentoal Servizio ferroviario metropolitano (Sfm). L’accordo assume inoltre la logica promossa già datempo dalla Provincia di realizzare un sistema inte-grato strada-ferrovia e prevede che il Sfm vengapienamente attivato entro il 2008 e comunque nonoltre la linea Alta velocità Milano-Firenze. ■

IL PASSANTE NORD - SCHEDA TECNICA

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e strade delle nostre colline stanno diven-tando rosso scuro. Tranquilli, non stannofacendo la ruggine. È solo un nuovo tipo di

pavimentazione all’avanguardia proposta dal labora-torio di ricerca e di sperimentazione materiali del-la Provincia per situazioni di particolari e disagevo-li condizioni climatiche. Si tratta di un particolaregel che viene steso sulla base e su questo vengonosparsi dei minerali frantumati.

“L’inverno scorso in collina - dice l’assessore allaViabilità e Mobilità Graziano Prantoni - in trenevicate sono caduti ben tre metri di neve e la pu-lizia tocca alla Provincia, che deve garantire la via-bilità. Le condizioni climatiche sempre più “estre-me” ci obbligano a prestare grande attenzione allapavimentazione e questo nuovo tipo è molto piùefficace di quello tradizionale sia dal punto di vistadell’aderenza e sia della sicurezza. Nella valle dell’Idice, per esempio, lo scorso inver-no, su una nostra strada che era stata pavimentatada un’azienda esterna, accadeva che, in alcuni pun-ti, un numero elevatissimo di auto uscisse di strada.Abbiamo immediatamente rifatto la pavimentazio-ne con questa nuova tecnologia e non si è più veri-ficato nessun incidente. Ora stiamo lavorando sututte le strade della collina: sulla Valle del Sillaro, suquella del Reno, sulla Val di Setta. Man mano cheviene rifatto il manto si utilizza questo nuovo ma-teriale più sicuro. Di minor impatto visivo, costa

Strada facendoPiù sicurezza per chi guida

e un aumento delle ciclovie sono i punti salienti del Piano sulla viabilità

Strade meno pericolose, per ridurrel’incidentalità del 50% entro il 2010

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di Carlo Marulli L

Foto archivio Provincia - settore viabilità

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anche meno e mi pare anche più gradevole”. La sicurezza stradale, infatti, insieme alla progetta-zione e realizzazione di nuove infrastrutture, allamanutenzione, riqualificazione e messa in sicurezzadelle strade esistenti, e alla promozione della viabi-lità minore, è una delle quattro grandi linee su cuisi muove l’assessorato. Forse quella che pretendemaggiore impegno.“I tre elementi che maggiormente concorrono allasicurezza sulle strade - dice Prantoni - sono le in-frastrutture, i mezzi di trasporto e gli uomini. Sulleinfrastrutture stiamo facendo un lavoro importan-te: l’osservatorio dell’incidentalità, la ricerca dinuovi materiali, stiamo sperimentando semafori in-telligenti, dissuasori che indicano la velocità. Pro-getti di riqualificazione e di messa in sicurezza. L’al-tro elemento su cui dobbiamo operare sono i gui-datori, cioè gli uomini. Stiamo lavorando a partire dalle scuole, educazionestradale, patentino per i ragazzi delle medie e perquanto riguarda in generale le fasce più critiche,stiamo facendo un lavoro importante su cui conti-nueremo a impegnarci anche nei prossimi anni.Dobbiamo far crescere la “cultura della sicurezza”,il rispetto della propria vita e di quella degli altri, unmodo diverso di andare in auto e di osservare leregole. Dobbiamo cercare di modificare il compor-tamento aggressivo di chi va sulla strada”.

Presto la Provincia fornirà agli agenti che rilevanogli incidenti stradali un palmare per segnalare ilpunto esatto in cui è avvenuto l’incidente (georefe-renziazione), così da poter monitorare tutto il ter-ritorio e anche sulle strade comunali, individuare ipunti più critici per poter intervenire adeguata-mente. Ma intanto lavora anche su altri progetti,come quello del “guidatore designato”: quando siva a ballare, un ragazzo del gruppo si impegna a ri-manere sobrio e a guidare l’auto al ritorno. In cam-bio gli viene offerto da bere gratis: bibite, ovvia-mente. L’operazione, in collaborazione con il Comune diBologna e con i gestori dei locali, è già in atto conpunti di informazione all’interno di tante discote-che. Altro obiettivo, i “percorsi sicuri” casa-scuolae casa-lavoro: una serie di vie ciclopedonali sicureal 100% che disincentivino l’uso dell’auto in favoredella bicicletta. In autunno, poi, verrà presentatoper la prima volta in Italia, il “Piano provinciale di si-curezza stradale”, elaborato con la “Consulta pro-vinciale per la sicurezza stradale”. Un piano strate-gico che attraverso una serie di azioni di lunga du-rata, che coinvolgono e attivano tutti i soggetti in-teressati al tema della sicurezza a partire dai Co-muni, si pone l’obiettivo di arrivare al 2010 con unariduzione del 50% della mortalità e dell’incidentali-tà sulle strade della nostra provincia. ■

A sinistra, il ponte a Vado in Val di Setta.

A destra e nella pagina accanto, costruzione

del viadotto - Alta velocitàlinea Milano-Bologna - sulla provinciale Budrie

Foto archivio Provincia - settore viabilitàFoto G. Avoni

Resta alto nel nostro territorio il numero degliincidenti stradali ma diminuiscono morti e feri-ti: è quanto emerge dall’analisi statistica sul-l’incidentalità stradale effettuala dalla Provin-cia di Bologna per l’anno 2004.Rispetto al 2003 gli incidenti sono aumentatidell’1,6%, mentre i feriti sono diminuitidell’1,7% e i morti del 5,5%.Il numero più alto di incidenti (36%) si registracon conducenti di età compresa tra i 30 e i 44anni, cioè tra coloro che più frequentemente sitrovano al volante sulle nostre strade.

AUMENTANO GLI INCIDENTIMA DIMINUISCONO I MORTI

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SP 26 Valle del Lavino - Realizzazione nuovoponte sul Lavino in località Calderino. Costo1.549.370 euro, finanziato in parte dalla Provincia ein parte dai Comuni interessati. Opera ultimata nelmese di febbraio 2005.

SP 1 Palata - Realizzazione di variante stradalecon eliminazione passaggio a livello sulla linea Bolo-gna-Verona. Costo dell’opera 2.300.000 euro.Apertura al traffico nel giugno 2005.

Cantieri aperti

SP 568 "di Crevalcore" - Variante SP 568 Tan-genziale di S. Giovanni in Persiceto - I° stralcio.Nello scorso mese di marzo sono iniziati i lavoriper la costruzione della variante alla SP 568 di Cre-valcore dell’importo di 11.500.000 euro, finanziatoper 9.643.000 euro dalla Regione e per 1.857.000euro dal Comune di S. Giovanni in Persiceto. L’ul-timazione dei lavori è prevista per l’autunno 2007

SP 610 Selice Montanara Riqualificazione del tratto stradale dal casello auto-stradale (A14) alla SP 253 (allargamento sede stra-dale) nel territorio dei comuni di Imola e Mordano.Costo dell’opera 7.488.000 euro (finanziamentoRegione), ultimazione prevista per primavera 2006.

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Opere recentementeultimate

SP 3/SP 45 - Lavori di completamentodello svincolo tra la SP 45 "Saliceto" e laSP 3 "Trasversale di Pianura”. Costo del-l’opera 3.447.000 euro (Provincia1.730.000, più Regione e altri). È stata ul-timata nel luglio 2005. SP 3 Trasversale diPianura - III lotto, variante Zenzalino, e IVlotto, variante Budrio via Olmo. Costodell’opera 9.348.000 euro.

SP 48 Castelli Guelfi - Eliminazionepassaggi a livello, Ozzano - variante diraccordo alla SS 9 Via Emilia, rotatoria.Costo 718.000 euro. L’apertura al traffi-co è avvenuta nel luglio 2004.

SP 2 Budrie - Ristrutturazione trattostradale in corrispondenza Alta Velocità -Collegamenti viabilità locale. Costo7.566.092 euro (contributo TAV4.906.340 euro). Aperta al traffico in di-cembre 2004.

SP 325 "Val di Setta" - riqualificazionee messa in sicurezza manufatti nel comu-ne di Monzuno. Costo 2.582.284 euro,con cofinanziamento della Regione. Lavo-ri ultimati nel giugno 2005.

Variante SS 65 della Futa (Fondo Valle Savena)Tratto Ponte Boaria - Ponte delle Oche.Costo 2.985.576 euro (contributo Regio-ne 1.032.914 euro). Opera ultimata ingennaio 2005.

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Progetti già esecutivi

SP 19 San Carlo - Variante di collegamento tra laSP 3 Trasversale di Pianura e il casello A 14 nel ter-ritorio dei comuni di Medicina, Castel Guelfo e Ca-stel S. Pietro Terme. Costo dell’opera 17.750.000euro. Il progetto definitivo è stato approvato alla fi-ne del 2004 e si è ottenuto il relativo finanziamen-to; il progetto esecutivo è stato approvato il 28 giu-gno e sono state avviate le procedure di gara perl’affidamento dell’appalto. Durata lavori prevista in1.000 giorni naturali e consecutivi.

SP 3 Trasversale di Pianura - SP 18 Padulle-se - Razionalizzazione dell’intersezione in Comunedi Sala Bolognese. Costo dell’opera 3.800.000 euro(3.693.000 Regione, 107.000 Provincia). Il progettoè stato approvato e finanziato nel novembre 2004,l’approvazione del progetto esecutivo è previstaentro l’autunno 2005 e partirà subito dopo la pro-cedura per l’affidamento dell’appalto. Durata lavoriprevista in 500 giorni.

SP 5 San Donato - Variante dalla SP 3 Trasver-sale di Pianura alla strada comunale via Bargello nelterritorio dei Comuni di Castenaso e Granarolo.Costo dell’opera 12.562.000 euro (di cui 5.000.000a carico della Regione, 3.776.000 a carico della Pro-vincia e il rimanente a carico del Comune di Gra-narolo e di Frullo Energia SpA). Nel mese di aprile 2005 è stato approvato il pro-getto definitivo; è prevista entro l’autunno l’appro-vazione del progetto esecutivo, cui seguirà l’avviodelle procedure di gara per l’affidamento dell’appal-to. Durata lavori prevista in 900 giorni.

Altre opereOpere stradali realizzate o progettate a cura di al-tri Enti con il concorso finanziario o la collabora-zione della Provincia.

Variante SP 255 a S. Matteo della Decima -2° stralcio. Costo dell’intervento 3.973.882 euro.Progettazione e realizzazione a cura del Comune diS. Giovanni in Persiceto. Apertura al traffico avve-nuta il 31 luglio 2004.

SP 253 "S. Vitale”- razionalizzazione dell'in-tersezione con la strada comunale Villanovain località Villanova di Castenaso (1.549.370euro finanziati dalla Provincia); progettazione e rea-lizzazione a cura del Comune di Castenaso. L’aper-tura al traffico è avvenuta in maggio 2005

Tangenziale di Crevalcore - stralcio 1 - Tan-genziale est. Costo dell’intervento 5.164.569 eu-ro. Progettazione e realizzazione a cura del Comu-ne di Crevalcore. L’opera è stata inaugurata il 25giugno 2005.

LE NOSTRE STRADE

La Provincia gestisce oltre 1400 km di strade, compresi304 km di strade statali che dal primo ottobre 2001 le so-no stati trasferiti, su delega della Regione: fra queste laFuta, la Montanara dell’imolese e l’intero tratto della S.Vitale.All’interno del Servizio manutenzione strade operano, ol-tre al personale tecnico, 15 squadre di operatori stradaliche eseguono lavori urgenti di manutenzione, servizio in-vernale e controllo viabilità.

Info e cartine: http://www.provincia.bologna.it/viabilita/

SP 18 Padullese - Eliminazione di due passaggi alivello tramite cavalcaferrovia sulla linea Bologna-Verona in comune Calderara di Reno realizzati daRFI in convenzione con la Provincia di Bologna. Ilcosto complessivo dell’intervento a carico di RFI èdi circa 8.000.000 euro. Realizzazione rotatoriasulla SS 568 in località Bargellino dell’importo di741.000 euro (72.000 euro a carico del Comune diBologna, il resto a carico della Provincia). Ultima-zione lavori e apertura al traffico prevista entro lafine del 2005.

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quelle benedette gole diScascoli che franano ebloccano una strada bellis-

sima che aveva ridato respiro aLoiano e all’alto Appennino? Comesiamo messi?“Dal punto di vista delle caratteri-stiche geologiche di quella gola sia-mo messi male - dice l’assessorePrantoni -. Quella è una stradaparticolare, che se dovessimo fareoggi, alla luce delle informazioni tec-niche e scentifiche che abbiamo,forse non faremmo più così, anchese non l’ha costruita la Provincia,perché è una strada intercomunaledi cui noi comunque curiamo la ma-nutenzione. Lì abbiamo non solo una sinistra flu-viale con quei mammelloni che ognitanto crollano e sono crollati da sempre, non a ca-so si chiama Scascoli, ma in destra fluviale abbiamouna “paleofrana” che muove 25 milioni di metri cu-bi di materiale, una frana databile al periodo delMedioevo e che continua ad avanzare. Noi la mo-nitoriamo con dei sensori: si sposta mediamentedue centimetri all’anno in superficie, mentre in pro-fondità, a sette-otto metri, si è mossa di sette-ottocentimetri. È praticamente una gola che tende achiudersi”. La frana è avvenuta in marzo, il Governo ha già de-cretato lo stato di emergenza, solo a fine luglio èarrivata l’ordinanza che mette a disposizione non i5 milioni e mezzo di euro richiesti ma due milioni ecento risparmati dalla Regione Emilia-Romagna sualtre calamità e che il Governo consentirà di utiliz-

zare. Sono stati istituiti il Comitato istituzionale(assessore regionale alla Protezione civile, assesso-re provinciale, sindaco di Loiano e presidente dellaComunità montana) e il comitato tecnico. C’è giàun’ipotesi progettuale. “I lavori sono partiti il 22 agosto - dice Prantoni - enel giro di poche settimane procederemo con lamessa in sicurezza: significa riprofilare la montagna,tirare giù i mammelloni pericolosi, perché se nonanticipiamo noi la caduta magari fra due anni crol-lano da soli, sgombrare il letto del torrente e co-minciare a sistemare la strada. Il lavoro sulla stradalo facciamo noi come Provincia: si tratterà di alza-re un po’ il piano stradale e ripristinare quanto pri-ma la viabilità, perché è importantissima per tutta lavallata”. Nel giro di qualche settimana partiranno i

viabilità

E

Partono i lavori della Fondovalle

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per dichiarare lo stato d’emergenza; richiesta più volte sostenuta dalla Regione con ulteriori elementi informativi inviati alla Protezione civile.Il 27 maggio 2005 viene dichiarato lo stato diemergenza, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 giugno. Solo il 27 luglio, però, diventa esecutiva l’ordinanza del Presidente delConsiglio dei ministri (datata 15 luglio) che autorizza a partire con i lavori in deroga alle vigenti normative, mettendo a disposizione lerisorse necessarie. Nel frattempo la Regione Emilia-Romagna, in accordo con il Governo, ha rastrellato 2 milioni e 100 mila euro provenientida precedenti stanziamenti per altre emergenzeregionali. Contemporaneamente viene nominatoe si riunisce il Comitato istituzionale di cui fanno

LA CRONOSTORIAIl 12 marzo 2005 nelle gole di Scascoli si verifica ilcrollo di un fronte roccioso con il distacco di 25 –30 mila metri cubi di roccia, che ostruisce il lettodel fiume Savena e interrompe la 'Fondovalle'. Immediatamente viene costituito un tavolo di crisi e, in quell’occasione, si fa un’ipotesi economica di circa 5 milioni e 500 mila euro perla messa in sicurezza e il ripristino della viabilità.Per fronteggiare l’emergenza la Regione Emilia-Romagna stanzia 120 mila euro che devono servire per i primi interventi di messa insicurezza, per ripristinare il corso dell’acqua ecompletare lo studio dell’evento. Il 15 marzo parte la richiesta del presidente dellaRegione Emilia-Romagna, Vasco Errani, al Governo

parte l’assessore regionale, l’assessore provinciale,il prefetto, il sindaco di Loiano, il presidente dellaComunità montana e la Protezione civile.Il 3 agosto il presidente della Regione approva ilprimo stralcio di intervento urgente, che mette adisposizione 1 milione e 600 mila euro per il Servizio tecnico di bacino e 500 mila euro per laProvincia di Bologna. Il 5 agosto il Servizio tecnicobacino Reno approva il progetto esecutivo e pubblica il bando di gara. Il 19 agosto, è stataespletata la gara d’appalto con l’assegnazione dei lavori, che partiranno lunedì 22 agosto.Il Servizio tecnico Bacino Reno deve mettere in sicurezza le pareti rocciose e liberare l’alveo deltorrente Savena. Successivamente sarà affidato alla Provincia il compito di ripristinare la viabilitàinterrotta.

lavori in maniera molto massiccia, ma è impossibilegarantire l’apertura dell’arteria entro l’inverno. I tempi sono in mano alla natura: quando verrà fat-ta saltare la parete bisognerà vedere quanto mate-riale viene giù. Potrebbero essere 20.000 metri cu-

bi o 50 mila e sarà tutto da frantumare, caricare eportare via. Un lavoro chiaramente impegnativo. Oltre alla buona volontà e all’efficienza un po’ difortuna non guasterebbe. Per noi ripristinare la via-bilità in quella vallata è prioritario”. C. M.

Savena

Foto

V. C

avaz

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M. V

igna

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i è conclusa la terza indagi-ne sugli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti della

Provincia di Bologna predisposta dal Mo-bility management dell’Ente e condotta dal

MeDeC (Centro demoscopico metropolitano). Dalle interviste a dipendenti e collaboratori della

Provincia è emerso che il 51,1% utilizza mezzi pub-blici, il 7,8% la tipologia mista automobile e autobus,mentre 24,4% dei dipendenti effettua gli spostamen-ti pendolari con automobile e moto. Confrontandoi dati con quelli delle indagini precedenti (2002-2003-2004) è possibile valutare i cambiamenti delleabitudini di mobilità dei dipendenti della Provincia escorgere l’efficacia e l’incisività delle iniziative di mo-bility management intraprese nel triennio conside-rato. Nel periodo 2002-2005, in decisa crescita so-no i mezzi pubblici (+11,9%) mentre in netto calosono quelli privati (-10%). Questi importanti risulta-ti sono stati raggiunti principalmente

grazie alle agevolazioni tariffarieconcordate tra la Provincia e

le aziende di trasportopubblico locale. Oggi il90% dei dipendenti (1046in tutto) possiede un abbo-

namento annuale ATC che utilizza quotidianamenteper raggiungere la sede di lavoro ma anche per tut-ti gli altri tipi di spostamento come per lo shopping,per accompagnare i figli a scuola, per visitare amicie parenti, per svago, etc..

Il servizio di car sharingÈ operativo in otto città e province (Venezia, Tori-no, Genova, Bologna, Modena, Rimini, Roma e Fi-renze) e consente agli abbonati di condividere unaflotta di automobili disponibili 24 ore su 24. Il carsharing cresce in Italia: in un anno gli utenti sonopassati da 2.200 a 4.300 circa, 312.000 chilometri al

mese (145.000 un anno fa), 5.400 le corsemensili rispetto alle 2.400 dello scorso an-no. La Provincia di Bologna crede in questaforma innovativa di mobilità sostenibile e dal2004 utilizza le auto in multiproprietà per glispostamenti di lavoro ad integrazione dellapropria flotta aziendale, attualmente gli am-

ministratori della Provinciapossono servirsi del carsharing per gli spostamentidettati da compiti istituzio-nali. Inoltre l’Amministra-zione ha recentementepromosso l’estensione delservizio di car sharing ai co-muni di Casalecchio di Re-no, Castenaso, Granarolodell’Emilia, Ozzano, Pianoroe San Giovanni in Persicetofinanziando l’acquisto di 7autovetture. ■

Mobilitàintelligente

Come cambianole abitudini di spostamento tra i dipendenti provinciali

viabilità

A SCUOLA GUIDA ANCHE SCOOTERISTI E CONDUCENTI DI MINI-AUTO

Anche i conducenti dei ciclomotori di cilindrata inferiore ai125 cavalli e quelli delle piccole auto che non richiedono ilpossesso della patente, ma che sono ormai molto diffusesoprattutto tra i minorenni, dovrebbero frequentare corsidi guida obbligatori.È quanto sostiene, quasi all’unanimità, il Consiglio di PalazzoMalvezzi, che lo scorso aprile ha approvato (con 28 voti favorevoli di Ds, Margherita, Prc, PdCi, Verdi, Fi e An e una sola astensione del forzista Luca Govoni) un odg in cui si

chiede l’avvio di corsi di formazione obbligatori per chi si siede al volante di questi veicoli. Nel documento, che mira a innalzare ulteriormente il livello

di sicurezza stradale, il Consiglio invita la Giunta a verificare,insieme ai Comuni bolognesi, la disponibilità di spazi adeguati per lo svolgimento delle lezioni, comprese le provepratiche. Una ricerca che può contare già sul sostegno delleassociazioni delle auto-scuole, che si sono dette pronte ad organizzare momenti di addestramento in aula e su pista.

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di Stefano Gruppuso

l 4 luglio scorso, nella rete internazionale deiCentri astronomici di ricerca attivati per os-servare alle 7.52 ora italiana lo schianto del

proiettile lanciato dalla sonda Deep Impact dellaNasa contro il nucleo della cometa “Tempel 1”, viera anche l’Istituto di Radioastronomia di Medicinadell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica). Il bot-to galattico è avvenuto a 133 milioni di chilometridalla Terra ed è stato ai fini scientifici un gran suc-cesso. L’impatto ha provocato una grande esplosio-ne e ha alzato una gigantesca pioggia di detriti. L’im-pactor, il proiettile che ha centrato la cometa pro-prio nel punto prefissato dagli scienziati per avere ilmassimo degli effetti utili alle loro indagini, era in ra-me, delle dimensioni di una botte, pesava 370 chilied aveva un sistema autonomo di navigazione non-ché una telecamera che ha mandato immagini fino a3,7 secondi prima del violentissimo urto. La sua velocità era di 37.000 chilometri orari e l’im-patto sulla superficie della cometa, grande come l’i-sola d’Ischia, ha lasciato un cratere delle dimensionidi un campo di calcio, ma non ne ha modificato - co-sì affermano gli scienziati - l’orbita. Chiediamo a Simona Righini, astronoma dell’Istitutodi Radioastronomia di Medicina, il significato scien-tifico di quest’evento per certi versi molto simile aduno dei tanti effetti speciali di moda nel cinema hol-liwoodiano. “Non è stato - spiega - un esercizio pi-rotecnico per fare spettacolo, ma un’importanteesperienza scientifica. L’interesse per le comete -prosegue - è altissimo. In tempi non troppo lontani

le consideravamo, sostanzialmente, delle palle dighiaccio sporche. Poi, man mano che procedevano le ricerche, abbia-mo scoperto che non solo contengono una granquantità di carbone e polvere, ma anche compostichimici molto complessi, residui del materiale origi-nario del sistema solare. Inoltre, alcune di questecomplesse molecole, sembrano simili ai precursoridella vita.”Ma perché questa esperienza scientifica e tec-nologica è così importante?Le comete sono ricoperte da una sorta di crostaopaca dovuta all’evaporazione delle particelle ester-ne più leggere quando passano vicino al Sole, all’i-spessimento di quelle più pesanti ed al depositarsi dipolveri. La difficoltà di rilevare con chiarezza il lorointerno ha posto qualche limite alle nostre cono-scenze. Ora con l’impatto del proiettile che ha fat-to schizzare fuori gli elementi interni, si sono aper-ti nuovi orizzonti di ricerca.Di specifico, cosa state facendo con il radio-telescopio di Medicina?Da parte nostra stiamo analizzando i dati rilevaticon la parabola allo scopo di cercare la presenza omeno d’ammoniaca.Trovarla sarebbe una conferma del fatto che le co-mete sono trasportatrici anche di composti chimicicomplessi e che, quindi, possono aver contribuito adisseminarli nel sistema solare. Se le comete trasportano elementi chimici d’impor-tanza prebiotica probabilmente li hanno portati an-che sulla Terra, perché sicuramente molte cometesono cadute sul nostro pianeta, portando acqua -c’è chi pensa che gran parte dell’acqua sulla Terrasia stata portata in questo modo - ma, anche diffon-dendo qui e là, qualche semino che alla fine ha ger-minato nella vita.E l’avete trovata?È ancora presto per dirlo. Dobbiamo studiare concura i rilevamenti. Posso anticipare però che i primidati sembrano promettenti. ■

I messaggidalla cometa colpita

Dall’analisi delle polveri liberate daTempel 1 si attendono risultati di grandeinteresse scientifico anche per capirele origini della vita. Il ruolo del Radiotelescopio di Medicina

ricerca

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I

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una vera impennata quella che salta all’oc-chio visionando i dati sulle aziende bolo-gnesi che sono state interessate da proce-

dure di mobilità, cassa integrazione ordinaria o spe-ciale negli ultimi mesi. Un trend che dimostra comei nuvoloni della crisi economica nazionale si siano al-lungati anche sulle imprese emiliane che finora era-no riuscite, nonostante tutto, a difendersi dalla con-giuntura sfavorevole italiana ed europea. Le aziendeinteressate da ammortizzatori sociali sono, infatti,più che raddoppiate, passando dalle 18 del2003/2004 alle 44 del 2004/2005. Di queste, 30 ap-partengono al settore produttivo (a fronte delle 17dell’anno precedente), 9 ai servizi (era una sola nel2003/2004) e, per la prima volta, entra nella lista an-che il commercio, con 5 aziende in difficoltà. Una si-tuazione che tocca, dunque, trasversalmente tutti isettori dell’economia locale e che si concentra inparticolare in città e nell’area della prima cintura. Sitratta di uno scenario di fronte al quale la Provincianon è rimasta a guardare ma ha, invece, accettatosempre e di buon grado il difficile ruolo di mediato-re tra le parti. Un interessamento concreto e co-stante formalizzato più volte anche in aula di Consi-glio. Dall’inizio dell’anno, infatti, l’Assemblea di pa-lazzo Malvezzi non solo ha espresso la propria soli-darietà ai lavoratori a rischio di licenziamento, maanche sollecitato la Giunta affinché fosse attivata“ogni azione possibile” mirata a tutelare l’occupa-zione, a rilanciare il sistema produttivo e a raggiun-

gere accordi positivi tra i soggetti interessati. Scor-rendo in ordine cronologico la lista dei casi più si-gnificativi per i quali la Giunta si è mobilitata, si ri-corda la crisi di mercato della Sebac, azienda me-talmeccanica, con sede a Ponte della Venturina, cheproduce componentistica per scooter, in particola-re per l’Aprilia e la Piaggio. L’avvio della proceduradi mobilità che ha coinvolto 23 dipendenti, di cui 6impiegati e 17 operai su 75 complessivi, risale al 2ottobre scorso. È il 23 dicembre, quando nella salaRossa della Provincia, si seggono al tavolo delle trat-tative, azienda, Api e gli amministratori locali chepropongono, con l’accordo dei sindacati, di riassor-bire gli esuberi attraverso un contratto di solidarie-tà, ma il 10 gennaio la Sebac respinge la richiesta. Unatteggiamento che il Consiglio giudica a distanza di24 ore, in un odg approvato all’unanimità, “assoluta-mente anomalo” e in netto contrasto con i consoli-dati percorsi di concertazione. Nonostante la con-vocazione di un tavolo istituzionale Alta Valle delReno e una richiesta di incontro inviata dall’assesso-re alle Attività Produttive Pamela Meier, di concer-to con la Provincia di Pisa, ai ministri del Lavoro edelle Attività Produttive, il 17 gennaio l’azienda de-cide di inviare le 23 lettere di licenziamento. La vi-cenda finisce in aula dinanzi al Giudice del Lavoro il22 marzo. Occasione in cui viene firmato un accor-do tra azienda e lavoratori: dei 23 lavoratori in pre-cedenza licenziati, 11 (6 donne e 5 uomini) usciran-no volontariamente dall’azienda, mentre gli altri 12rientreranno in fabbrica con tutte le spettanze lorodovute ed il riconoscimento dei diritti acquisiti. Re-sta, invece, tuttora aperto il travagliato caso dellaBredamenarinibus, azienda bolognese che conta320 dipendenti, produce 350 autobus all’anno e van-ta un fatturato di quasi 100 milioni di euro, piazzan-dosi al secondo posto in Italia con un 30% del mer-cato di settore. La vertenza si apre a novembre del2004, quando Finmeccanica (controllata dal Ministe-

I nuvoloni della

crisi sulle

Uno scenario complesso che tocca tutti i settori dell’economia

locale e che vede la Provinciasempre più impegnata nell’opera di mediazione tra le parti sociali

economia e LAVORO

di Marina Brancaccio È

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economia e LAVORO

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ro dell’Economia e delle Finanze e azionistadi maggioranza della BMB) manifesta l’inten-zione di vendere. All’appello delle OO.SS.,che denunciano l’assenza di trasparenza nel-l’operazione di vendita e chiedono che l’ ac-quirente garantisca un piano industriale serioe concreto per il mantenimento produttivodell’azienda, la Provincia risponde tempesti-vamente insieme al Comune, alla Regione ea alcuni parlamentari diessini, sollecitando ilGoverno affinché la ricollocazione dell’im-presa sia contrassegnata da garanzie di con-tinuità per l’attività e per l’occupazione. An-che il caso della Breda approda sui banchidei consiglieri che, il 22 marzo, approvanoall’unanimità un odg in cui si ribadisce l’o-biettivo di ottenere, in sede di conclusionedi contratto di vendita, l’inserimento di clau-sole relative al mantenimento dello stabili-mento bolognese. Il documento fa seguitoad un primo ordine del giorno simile, licenziato l’8febbraio sempre con voto unanime, nel quale l’as-semblea chiedeva di “impedire logiche di valorizza-zione dell’area” che potessero “minacciare l’attivitàindustriale” e esprimeva piena solidarietà ai lavora-tori. L’ultima iniziativa degli Enti locali in difesa deidipendenti della BMB è del 6 luglio, data in cui Pro-vincia, Regione e Comune hanno scritto al ministroAttività Produttive Claudio Scajola per fissare un in-contro volto a chiarire la procedura di cessione, aconoscere il contratto di vendita con il gruppo DeLuca e a verificare il nuovo piano industriale. Ci so-no voluti tre mesi di intense trattative, invece, pergiungere ad un accordo tra le forze sociali e i diri-genti della Haworth, che produce mobili per ufficioa Ozzano dell’Emilia, Imola e San Giovanni in Persi-ceto e che da alcuni anni ha cominciato a risentiredella crisi strutturale del settore. Nel 2002, infatti,l’azienda registrava una riduzione per oltre il 32%

del fatturato rispetto all’anno precedente, calato ul-teriormente del 10% nel 2003. Difficoltà che hannoportato nello stesso anno al licenziamento di 42 ad-detti e nel dicembre del 2004 alla mobilità per 57 di-pendenti delle tre sedi emiliane. Dopo numerose se-dute ai tavoli di confronto e mancati accordi, final-mente, il 25 febbraio 2005 si arriva all’accordo cheprevede la cassa integrazione straordinaria dal 1maggio, il riassorbimento parziale degli esuberi do-po un programma di riqualificazione professionale el'uscita volontaria dei restanti, accompagnata da aiu-ti finanziari, agevolazioni per la rioccupazione, pro-getti di autoimprenditorialità e di riqualificazioneprofessionale e pensionamenti. Nel corso del perio-do di Cassa integrazione, la formazione riguarderàperaltro tutto il personale aziendale, a supporto delpiano di rilancio industriale e commerciale discussotra l'azienda e sindacati durante la trattativa e solle-citato anche dal Consiglio che, in un odg dell’8 feb-

aziende bolognesi

Foto M. Sciacca

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economia e LAVORO

braio, faceva proprie le istanze avanzate dalle forzesociali. Sono 50, per lo più donne, i lavoratori dellaOrem, azienda di ricambi elettrici con sede a Oz-zano dell’Emilia, che rischiano il posto. Iniziati loscorso febbraio, gli incontri con la proprietà (ingrosse difficoltà finanziarie) e con il sindaco di Oz-zano per salvare l’occupazione di queste persone,hanno visto ancora una volta in prima linea la Pro-vincia e, in particolare, l’assessore Meier, che il 15aprile ha organizzato un incontro con le OO.SS, leRSU per tentare di scongiurare la liquidazione del-l’attività. Dopo circa 10 giorni il Consiglio licenzia,alla presenza di un folto gruppo di lavoratori, un do-cumento, a firma di tutti i gruppi, in cui si auspica unforte impegno del mondo produttivo per mantene-re ad Ozzano l’attività della Orem e si chiede alcommissario nominato dal Tribunale competente diadoprarsi in questa direzione. Il 6 giugno 2005 vienesiglato a Roma l’accordo per la Cigs. Più di recente,in un odg approvato il 5 luglio, il Consiglio ha espres-so “grande preoccupazione e forte apprensione”per la sorte degli 83 dipendenti della Sei-Sinudyne,messi in mobilità dall’azienda che intende chiudere ilsettore di produzione, e per il 37 lavoratori messi arischio dalla decisione della Agrati Spa di trasferi-re l’attività dello stabilimento di Ozzano in altra se-

de. Alle due aziende, l’assemblea ha chie-sto di tornare sui propri passi per evita-re quella che potrebbe delinearsi comeuna vera e propria “emergenza sociale”per tutta la comunità ozzanese. Una du-ra e lunga battaglia, dunque, quella che laProvincia sta conducendo al fianco dei la-voratori, per permettere alle eccellenzedel territorio non solo di far fronte allacrisi, ma anche di rafforzarsi e di svilup-parsi, guadagnando competitività. A fareil punto sull’intero quadro economico, inoccasione della Conferenza Metropolita-na del 18 luglio è stata l’assessore Pa-mela Meier. “Credo che oggi i fattorinegativi e di freno al comparto produtti-vo bolognese siano collegati a una caren-te innovazione di prodotto, alla difficol-tà di rapportarsi con le economie emer-genti, ad un Euro eccessivamente ap-prezzato e al costo dell’energia legatotroppo esclusivamente al petrolio, maanche ad un sistema ieri vincente nella

sua declinazione per catene di sub-fornitura che og-gi è più in difficoltà” ha spiegato l’assessore. Neiprossimi anni, “sarà fondamentale attestarci su set-tori strategici, ad elevato contenuto tecnologico, diknow how, di customerizzazione del prodotto - hacontinuato - accompagnando il declino di altri setto-ri nel modo più indolore possibile”. Per far ciò è ne-cessario, secondo Meier, investire per la ri-profes-sionalizzazione degli addetti, ma anche costituireconsorzi e reti di impresa che favoriscano attivitàcomuni di acquisto, promozione e vendita, fare at-tenzione ai nuovi standard ambientali, rendere pre-sto attuativa la legge regionale sulle aree ecologica-mente attrezzate e sfruttare le opportunità offertesia dall’agenzia di marketing territoriale PromoBolo-gna che dai progetti di “InnovaBologna”. Su questofronte, la Provincia è già al lavoro per una nuovamodalità di intervento che permetta di agire a sup-porto delle aziende prima che emergano le situazio-ni di crisi. Una metodologia fondata sul monitorag-gio costante che dovrebbe entrare a regime per l’i-nizio del 2006.“Non esiste una soluzione univoca,una formula matematica da applicare, – ha sottoli-neato l’assessore - i sistemi economici non rispon-dono solo alle regole di razionalità economica, masono composti da uomini e donne che hanno dirit-to ad un posto di lavoro, da piccoli imprenditori chevogliono sviluppare la propria azienda, da grandiaziende che vogliono stare in contesti favorevoli”. Quello che serve, dunque, è “un set di interventi dibreve e medio periodo che ci consentano di supe-rare questa fase di crisi gettando le fondamenta perun nuovo paradigma di sviluppo” che funzionerà, av-verte Meier solo “se agiamo insieme, istituzioni, ter-ritori, imprese e lavoratori, concertando nel rispet-to dei diversi ruoli”. ■

Complessivamente le aziende incrisi sono 129, mentre quelleattualmente “sotto osservazione”,ovvero quelle che hanno chiesto unincontro all’Assessorato all’AttivitàProduttive della Provincia sono 32.Di queste 4 sono andate in mobilitàe 12 hanno raggiunto un accordo. Per questi casi, al fine di valorizza-re e salvaguardare il patrimonioproduttivo esistente, l’Assessoratoha istituito un “Tavolo di crisi” cheviene convocato abitualmente suproposta dei sindacati e che svolgeun’azione a supporto di quella dilegge. Secondo alcuni dati forniti recente-mente dalla Fiom Cgil, negli ultimidue anni, solo nel metalmeccanicosi sono persi 800 posti di lavoro. Adoggi le tute blu in mobilità sono500 e quasi 2.000 i cassa-integrati.

LA DIMENSIONEDELLA CRISI

Foto

V. C

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orse non in molti hanno seguito l’iter delladirettiva sulla brevettabilità del softwareproposta dalla Commissione Europea: un

percorso cominciato nel 2002 che ha coinvolto, dauna parte, le grandi industrie multinazionali con laloro attività di lobbying a favore del consolidarsi diun regime di brevettabilità e dall’altra la società civi-le, composta da associazioni di categoria, pubblicheamministrazioni, privati cittadini, uniti in questa bat-taglia di libertà. Su questo fronte sono in gioco que-stioni importantissime, di cui forse non è sempre fa-cile capire appieno la portata, ma è proprio qui chepassa la difesa dei diritti e delle libertà per un futu-ro sempre più connesso e tecnologico. E almenouna prima battaglia è stata vinta. Infatti la direttivaproposta dalla Commissione è stata bocciata dalParlamento Europeo con 648 voti contrari su 680,sancendo così un punto fermo da cui poter guarda-re in avanti con la consapevolezza che la strada dapercorrere è ancora lunga e piena di ostacoli. Lasoddisfazione per questa decisione è stata trasver-sale: non solo i sostenitori del software libero e del-la filosofia “open” ma anche l’insieme delle piccole emedie imprese che lavorano nel campo informaticoe che, se approvata la brevettabilità del software,avrebbero visto diminuire le loro opportunità di la-voro e innovazione. Il software infatti, in Europa, èprotetto dal diritto d’autore, in quanto consideratocreazione del pensiero umano, ma non da brevetti(nonostante alcuni siano stati concessi), diversa-mente da quanto accade ad esempio negli Stati Uni-ti. Il Consiglio provinciale, prima del voto europeo,aveva assunto una netta posizione contro la diretti-va sui brevetti software, approvando un ordine del

Libertà digitaliDiritto e democrazia si coniugano anche all’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche. Una libertà ora sancita anche dalla Comunità Europea

nuoviDIRITTI

di Roberto Laghi

F

L’espressione “software libero” nelladefinizione della Free Software Foun-dation, si riferisce alla libertà dell’u-tente di eseguire, copiare, distribuire,studiare, cambiare e migliorare il soft-ware. Più precisamente, esso si riferi-sce a quattro tipi di libertà per gliutenti del software:• Libertà di eseguire il programma, perqualsiasi scopo (libertà 0).• Libertà di studiare come funziona ilprogramma e adattarlo alle proprienecessità (libertà 1). L’accesso al codi-ce sorgente ne è un prerequisito.• Libertà di ridistribuire copie in mododa aiutare il prossimo (libertà 2).• Libertà di migliorare il programma edistribuirne pubblicamente i migliora-menti, in modo tale che tutta la comu-nità ne tragga beneficio (libertà 3).L’accesso al codice sorgente ne è unprerequisito.

IL SOFTWARELIBERO

Un’illustrazione pubblicitaria dell’artista

statunitense Robert Evans

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nuoviDIRITTI

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giorno in cui invitava - tenuto conto dell’iterdella direttiva e delle posizioni espresse da as-sociazioni di categoria - gli europarlamentariitaliani ad esprimere voto contrario. La Provin-cia aveva anche partecipato all'incontro “Soft-ware: brevettare le idee?”, organizzato da Bo-logna Free Software Forum, Associazione Soft-ware libero, Emilia-Romagna Linux UserGroup, Ingegneria senza frontiere e Italian Li-nux Society. “Non possiamo che esprimeresoddisfazione per la bocciatura della direttiva -ha dichiarato l'assessore alle Attività produtti-ve Pamela Meier - soprattutto guardando al-la piccola e media impresa del nostro territo-rio: sono molte le imprese che vivono e lavo-rano su servizi legati al software e l'approva-

zione della direttiva avrebbe tolto un puntello di so-stegno a tutte queste realtà. In un periodo di diffi-coltà economica - ha proseguito l'assessore - in cuii settori non ad alta tecnologia sono in crisi, la boc-ciatura della direttiva permetterà di avere un terre-no più solido per trovare nuove aree di sviluppoche possano costituire un'alternativa per il territo-rio bolognese, portando l'attenzione anche su unaformazione lavorativa e scolastica che guardi alla na-scita e crescita di nuovi mestieri e nuove opportu-nità in questo mercato che cambia molto veloce-mente”.Soddisfazione espressa anche dai professionisti diCNA “InProprio” e dalle imprese associate a CNAoperanti nel settore della comunicazione che hannoevidenziato come, se approvata, la direttiva avrebberafforzato il monopolio nel settore del softwareagendo come una barriera all'innovazione delle mi-croimprese. Considerazioni positive non potevanocerto mancare da quelle realtà che da anni lavoranosulla diffusione del software libero e soprattuttodella cultura ad esso legata: per il Bologna Free Soft-ware Forum (BFSF) e per molte altre associazioni,ad esempio “è una vittoria della società civile e diquel tessuto economico produttivo che hanno sa-puto sensibilizzare le istituzioni europee ai problemidella ricerca, dell'innovazione tecnologica e dei di-ritti nella società dell'informazione.” Il BFSF, l'Asso-ciazione Software Libero ed Emilia-Romagna LinuxUser Group hanno collaborato, per un'udienza co-noscitiva, con il Comune di Bologna, il cui Consiglioè arrivato, nel gennaio di quest’anno, all'approvazio-ne di un Ordine del giorno sul software libero che

impegna l'Amministrazione comunale ad utilizzareformati di dati aperti nelle comunicazioni con i cit-tadini, promuovendo una progressiva introduzionedel software libero nei sistemi informatici del Co-mune. Queste tre realtà, insieme a Italian Linux So-ciety e Aster, hanno collaborato anche alla presen-tazione di un progetto di legge regionale sul plurali-smo informatico. Nell'articolo 5 della legge regiona-le 11/2004 “Sviluppo regionale della società dell'in-formazione” si legge: “la Regione promuove attiva-mente l'uso di formati di documentazione elettroni-ca e di basi dati su formati non proprietari” al com-ma 1 e al comma 2 “la Regione privilegia l'uso di al-meno un formato di dati aperto”.

…e nel quotidiano?Fino ad adesso abbiamo parlato di software libero,di “open source”, di formati di dati aperti, di diret-tive e proposte di legge. Ma cosa è in concreto il software libero? Come puòentrare nel nostro quotidiano?Ecco alcuni esempi per capire più da vicino e piùchiaramente di cosa si tratta. Mettendo per ora daparte i sistemi operativi aperti (Linux nelle sue variedistribuzioni, per approfondire: http://www.linux.it)soffermiamoci sugli applicativi in ambiente Win-dows. In ufficio o a casa usate quotidianamente ilpacchetto Office? Bene, esiste l’alternativa open,scaricabile gratuitamente: Open Office (www.ope-noffice.org); ha le stesse funzionalità e si basa sustandard aperti, viene portato avanti da una comu-nità internazionale di sviluppatori a cui chiunquepuò partecipare (dal miglioramento del software, al-la traduzione in varie lingue, all’attività di promozio-ne e relazione con i media). Navigate in internet?Ecco a voi Firefox (www.mozilla.org), browser sicu-ro, efficiente e personalizzabile che rispetta gli stan-dard web, mentre per leggere la posta elettronica eorganizzarla secondo le vostre esigenze c’è Thun-derbird (www.mozilla.org), entrambi sono disponi-bili gratuitamente per il download anche in italiano. E poi ancora Gimp (www.gimp.org) per il fotoritoc-co e tanti altri applicativi che vanno dall’instant mes-saging all’editing audio e video: per avere una pano-ramica di programmi distribuiti in formati aperti,con il codice sorgente disponibile, si può dareun’occhiata al sito www.sourceforge.net che pre-senta moltissimi progetti, tutti rigorosamente se-condo la filosofia open. ■

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uanti di noi ricordano di aver imparato“davvero” la chimica o la matematica du-rante i mesi estivi quando tutto il pro-

gramma veniva rifatto in un paio di mesi produttivi almassimo in vista dell’esame di riparazione! Si dove-va rinunciare a gran parte delle ferie, e dedicarsi allamateria rimasta in una sorta di full immersion dal-l’indiscutibile appeal, rispetto al tran-tran di tuttol’anno. E poi c’era l’esame vero, con quella rituale uf-ficialità che dava un piccolo brivido e che sanciva ve-ramente il merito di una promozione conquistata coidenti. Perché si poteva essere bocciati, anche peruna sola materia. Ma che soddisfazione passare dalquattro al sette, seppure con il rimbrotto “non po-tevi impegnarti prima?”. No, non potevo perché c’era l’occupazione dellascuola, il moroso, la caciara degli amici e non quellabella pace estiva e tutto quel tempo solo per la chi-mica. Esattamente dieci anni fa questo percorso ven-ne abolito per lasciare il posto al recupero del “de-bito formativo”, un nuovo sistema basato sulla fidu-cia e sulla concessione del premio prima della provafinale, in linea con i più generali criteri educativi del-le famiglie di oggi. Come funziona esattamente? Loscrutinio assume i caratteri del giudizio universale: opromossi o respinti, senza purgatorio. Fra i promos-si vanno annoverati i ragazzi (il 40% degli iscritti) chesono risultati insufficienti in alcune materie. Non cisono regole precise, ogni Consiglio di Classe decidein autonomia: ho visto respingere con solo tre insuf-ficienze, seppure gravissime, e promuovere con seicarenze perché più lievi. Lo studente che contrae ildebito dovrà provvedere a colmarlo durante l’esta-te e, se frequenta il triennio che precede la maturi-tà, pagherà il mancato recupero nel punteggio finale.Ma cosa succede all’allievo iscritto al biennio? L’am-menda assume connotazioni nebulose: vengono as-segnati compiti estivi e lo studente viene sottopostoall’esame autunnale ma non sono previste particola-ri sanzioni in caso di mancanze. Alcune famiglie nonritirano neppure i compiti estivi, alcuni studenti nonsi presentano alla prova, diversi arrivano senza aver

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nemmeno aperto i libri, molti non recuperano. Tut-to viene verbalizzato, trascritto, protocollato. Ma neifatti non succede nulla e gli studenti stanno imparan-do a gestire il debito con abilità tattica. “Due mate-rie non le studio proprio, ad altre due posso dedica-re l’impegno minimo: mi ritroverò con un tre, unquattro e due cinque, di cui uno verrà mutato in seiper buona grazia del Consiglio di Classe. Avrò tredebiti, pazienza!”. Ecco che si acquisisce in questo modo l’abitudine acontrarre disinvoltamente debiti nella vita ed a sal-darli con calma, più avanti e forse. Ogni anno le mi-nacce aumentano, si richiamano all’ordine diretta-mente le famiglie, ma gli strumenti mancano. È comeil biglietto dell’autobus, ci si basa sull’onestà, ma ascuola non ci sono multe né il senso del controllocollettivo. A dire il vero il significato della riformadoveva essere quello di non lasciare l’allievo a stu-diare da solo nella lunga estate calda, ma individuarecon lui i moduli da ripassare, farsi carico del suo re-cupero con appositi corsi sparsi un po’ per tuttol’anno, dargli non una ma diverse possibilità di verifi-ca. Ma i ragazzi hanno colto un altro messaggio, il piùfacile: “Ce l’ho fatta, per adesso li ho convinti, doposi vedrà. Studiare in estate? Forse i primi di settem-bre, tanto c’è tempo. Magari do un’occhiata a mate-matica, le altre prof. lasciano correre ed in fin deiconti cosa possono farmi, ormai sono promosso!” Iragazzi non vivono nel mondo delle utopie ed hannoquotidianamente sotto gli occhi illustri esempi di fal-si bilanci, promesse non onorate, scorrettezze e dis-onestà che, male che vada, alimentano una satira fun-zionale proprio al mantenimento del sistema. Nes-suno viene punito, nessuno tacciato di ignominia. Si brontola un po’ e poi si va avanti così. Perché nel-la scuola dovrebbe essere diverso? ■

La spada di Damocle

Sulla testa degli studenti italiani pende una minaccia dai contorni incerti ed oscuri: segreti e bugie del “debito formativo”

scuola

di Carla CastelliQ

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li squilibri economici mondiali e le neces-sità del mercato del lavoro fanno sì chenel sistema formativo entri un crescente

numero di alunni con retroterra familiare, culturalee linguistico sempre più variegato. La presenza di al-tre culture ed altre lingue nelle nostre scuole è di-ventata ormai un dato strutturale ed è di fonda-mentale importanza creare oggi le conoscenze e leabilità relazionali che ci rendono, operatori e alun-ni, capaci di costruire, come cittadini, il mondo in-terculturale di domani. Anche la Legge Regionale n.12/2003 indica l’educazione interculturale comeuno degli ambiti prioritari di interventoPer l’ambito interculturale la Provincia di Bolognaha stabilito alcune linee guida dando priorità a queiprogetti che si caratterizzano per:• la fornitura di supporto tecnico e operativo a piùsedi scolastiche;• differenziazione dei percorsi di apprendimentoche prevedono anche modalità valutative persona-lizzate;• innovazione didattica;• promozione del dialogo tra alunni italiani e stranieri.A tal fine si formano reti locali composte da Comu-ni/Quartieri, scuole ed associazioni del territorioper poter accedere ai finanziamenti più facilmenteed efficacemente. La progettazione per ambiti terri-toriali ha anche permesso alle reti di scuole di po-ter fare affidamento su risorse certe per le varie at-tività didattiche. Il “Centro servizi per l’intercultu-ra”, avviato nel 2001 dal servizio scuola della Pro-vincia di Bologna offre consulenza e supporto tecni-co-organizzativo agli enti promotori e agli operato-

ri che progettano e realizzano interventi intercultu-rali a scuola. Le attività avvengono in stretta colla-borazione con il CD/LEI (Centro documentazioneper l’intercultura del Comune di Bologna) e riguar-dano nello specifico le questioni dell’accoglienza,della mediazione culturale, della formazione deglioperatori scolastici, del monitoraggio e della docu-mentazione dei progetti. A questo scopo, a partiredall’anno scolastico 2004/2005, è stato attivato uno“Sportello di consulenza interculturale” che offremaggiori approfondimenti sul piano informativo/for-mativo, strumenti e materiali operativi. Nello scor-so anno scolastico la Provincia di Bologna ha inve-stito in 30 progetti circa 460.000 euro di cui il 70%è stato destinato agli ambiti territoriali e quindi aprogetti presentati da reti di Comuni e prioritaria-mente scuole del ciclo primario mentre il rimanen-te 30% è stato destinato a progetti presentati daScuole medie superiori. Il budget per gli ambiti ter-ritoriali è stato ripartito considerando il numero diabitanti di età 6-13 anni ed il numero di alunni stra-nieri frequentanti le scuole del territorio comunale.

Progetti di qualificazione scolastica 3-5 anni Per i progetti relativi all’attivazione della Legge re-gionale(1), presentati nell’anno scolastico 2004/2005,le risorse finanziarie disponibili, pari a 307.745,03

L’ interculturafa bene alla scuola

I progetti e i servizi per una maggioreintegrazione dei bambini stranieri

scuola

G

NASCE L’OSSERVATORIO SULLA SCOLARITÀ

Il 24 giugno è stato sottoscritto il Protocollo per la costituzione dell'Osservatorio provinciale sulla scolarità. Il nuovo organismo, che vuole costruire unsistema informativo scolastico provinciale, nasce dall'accordo tra la Provincia di Bologna, i Comuni, l'Università, le scuole private, il nuovo Circondario diImola, gli enti della formazione professionale

Foto V. Cavazza

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euro, sono state ripartite secondo le modalità de-scritte all’interno del relativo Programma provincia-le annuale con la finalità di promuovere la continui-tà educativa verticale (per es. tra scuole dell’infanziae scuole elementari) e orizzontale (fra famiglie, ser-vizi educativi, socio-sanitari, altre agenzie di cura esedi formative come biblioteche, ludoteche e tra lescuole dell’infanzia gestite da enti diversi). Sono sta-ti presentati 21 progetti, tutti finanziati. La valuta-zione dei progetti ha evidenziato una tendenza già incorso da qualche anno: la maggioranza delle iniziati-ve è centrata sulla tematica del disagio psico-socia-le, con particolare attenzione alle problematiche le-gate all’intercultura e all’integrazione dei bambini

con deficit. La legge prevede inoltre interventi peril miglioramento della proposta educativa e del rela-tivo contesto delle scuole dell’infanzia paritarie pri-vate. Nell’a.s. 04/05 è stato presentato un unicoprogetto complesso dalla Federazione Italiana Scuo-le Materne (F.I.S.M.), in rappresentanza di tutte le93 scuole dell’infanzia private paritarie della provin-cia di Bologna; il contributo concesso è stato pari a444.620,65 euro (coincidente con il budget totale adisposizione, inferiore a quello dello scorso annoche ammontava a 464.268,09 euro). In continuitàcon il progetto degli anni passati anche quest’annola F.I.S.M. propone un insieme articolato di iniziati-ve per il miglioramento delle proprie scuole: forma-zione degli operatori, potenziamento della compre-senza del personale, flessibilità degli orari di lavoro,accurata organizzazione degli spazi di accoglienzadei bambini e dei genitori, con particolare riguardoall'accoglienza dei bambini disabili, valorizzazione delcoinvolgimento dei genitori nel progetto educativoe predisposizione della documentazione dell'attivitàsvolta, sia per favorire la trasmissibilità e il confron-to delle esperienze, sia per garantire la trasparenzadell'attività stessa.

a cura dell’Ufficio diritto allo studioCentro servizi interculturali

accreditati per l'obbligo formativo, l'Ufficio scolasticoregionale, il Centro servizi amministrativi.La firma del Protocollo rappresenta il punto di arrivodella collaborazione istituzionale iniziata con la creazione dell'Anagrafe provinciale per l'obbligo formativo. Inoltre, come ha spiegato l'assessore Rebaudengo, l'Osservatorio sulla scolarità segna anchel'avvio di un nuovo percorso teso a contrastare la dispersione scolastica e a fornire strumenti conoscitiviimportanti per la programmazione scolastica e il miglioramento dell'offerta formativa.

(1) L’ art. 3 comma 4, lettera c,della Legge Regionale 26/01prevede la qualificazione dellescuole dell’infanzia tramite il sostegno a progetti e azionitesi a innalzare la qualitàdell’offerta formativa, ilraccordo interistituzionale e la continuità educativa, siaverticale che orizzontale, nonché l’aggiornamento delpersonale.

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orse, tanti bolognesi, compresi quelli cheda anni frequentano d’estate il grande cine-ma all’aperto in cui si trasforma piazza

Maggiore, ancora non sono consapevoli che la lorocittà è oggi una capitale europea nel campo cine-matografico. Eppure, il crescente successo di una rassegna comeIl cinema ritrovato, che ha visto salire complessiva-mente il suo pubblico a quota 38 mila, e il pro-

mettente esordio del festival internazionale di let-teratura e cinema (Le parole dello schermo), ai cui va-ri momenti hanno preso parte circa ventimila per-sone in soli quattro giorni, confermano, da un lato,che Bologna è diventata un punto di riferimentoper i cinefili non soltanto di casa nostra e, dall’altro,che la voglia di film d’autore è in aumento, special-mente tra i giovani, come dimostra anche l’afflussodi pubblico alle serate di Sotto le stelle del cinema. Si tratta di una scommessa importante, soprattuttoperché proprio a Bologna, già nella seconda metàdel Novecento, il rapporto fra testo letterario eopera filmica era stato oggetto di ampio approfon-dimento, con l’uscita della collana Dal soggetto alfilm, edita da Cappelli e diretta da Renzo Renzi.La “filosofia” del Cinema ritrovato, giunto alla XIXedizione, è stata invece ribadita dal direttore, Petervon Bagh, in questi termini: “Nonostante un gran-dissimo interesse per il cinema, molti spettatori, se

La città della decima musa

La Cineteca di Bologna, dopo il recentetrasloco nell’area dell’ex Manifattura

tabacchi, ha preso nuovo impulso. Tante le rassegne cinematograficheche si intrecciano ad un e prezioso avoro di restauro e di archiviazione

cinema e CULTURA

di Costanzo Baffetti F

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cinema eCULTURA

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non la maggioranza, non hanno mai potuto vedereun solo ‘classico’ in 35 mm. su grande schermo”.Forse è già arrivato il giorno in cui “gran parte del-l’eredità cinematografica collettiva verrà vissuta indigitale, in solitudine, o su supporti che non posso-no offrire lo stesso impatto della visione cinemato-grafica”. E anche se la nostra esperienza - sottoli-nea von Bagh - “non è intrinsecamente migliore diquella nuova e oggi dominante”, sappiamo che“niente è ancora in grado di preservare la memoriae le realtà delle epoche passate meglio del cinema”.Sono parole che trovano puntuale riscontro nelprogramma dell’ultimo festival, comprendente -ac-canto a capolavori come La donna di Parigi, restau-rato dalla Cineteca comunale nell’ambito del Pro-getto Chaplin, una impegnativa e prestigiosa opera-zione resa possibile dall’intervento della Fondazio-ne Carisbo - sezioni dedicate, fra l’altro, alla messain scena della guerra (documentari e film sui dueconflitti mondiali del secolo scorso), al cinema dipropaganda italiano 1947-1962 e al cinema di cen-to anni fa. Per non parlare degli eventi speciali e di altre ini-ziative, fra cui il seminario per gli esercenti cinema-tografici europei su un argomento fondamentale:come promuovere i film del passato presso il pub-blico dei giovani. Ma la vitalità cinematografica di

Bologna non si esaurisce nelle manifestazioni estive,che pur ne costituiscono l’aspetto più noto ed ap-prezzato in sede locale. Gli appuntamenti previsti apartire da settembre sono tanti e diversi: si va dal-la nuova programmazione delle due sale intitolateai fratelli Lumière (la seconda delle quali, Officine-ma, è dedicata esclusivamente alla produzione ita-liana) alla preparazione dell’annuale “Premio Soli-nas” per la sceneggiatura; dalla riapertura della“bottega” di Ermanno Olmi (Ipotesi cinema, un pro-getto sostenuto attivamente dalla Fondazione delMonte, mirato a scoprire e valorizzare nuovi talen-ti) alla presentazione, nel trentesimo anniversariodella tragica morte di Pier Paolo Pasolini, di docu-menti inediti sul lavoro del grande regista, trattidall’archivio donato alla Cineteca comunale da Lau-ra Betti nell’ultimo periodo della sua vita. Merita ri-conoscimento l’alto livello tecnico raggiunto dal la-boratorio specializzato di Bologna, che si è volutochiamare, non casualmente. “L’immagine ritrovata”.Davide Pozzi, che coordina la piccola ma super-ef-ficiente squadra di professionisti, in prevalenza gio-vani come lui, non nasconde la sua soddisfazione.“La riscoperta e il recupero del cinema muto rap-presentano - ci ha detto - uno dei principali filonidella nostra attività”. Questo vale sia per gran par-te dell’opera di Chaplin, che per singoli restauri divalore storico, come quello recente, effettuato incollaborazione con il Museo nazionale del cinemadi Torino, della Caduta di Troia, diretto nel 1911 daGiovanni Pastrone, che diventerà poi famoso graziea Cabiria, girato tre anni dopo. Il laboratorio - aggiunge Pozzi - si è comunque ci-mentato brillantemente anche con il restauro del-le colonne sonore, come provano l’Orestiade e Co-me back Africa (il coraggioso film sulla realtà suda-fricana diretto nel 1960 dallo statunitense LionelRagosin) presentati alla rassegna 2005 del Cinema ri-trovato. E, naturalmente, “è aperto alle innovazionitecnologiche, come l’impiego del digitale (già adot-tato per l’audio) anche per la conservazione delleimmagini”: tuttavia, resta da capire, insieme allareale durata dei supporti informatici, quanto l’evo-luzione delle macchine e dei programmi può modi-ficare la “lettura” stessa dei film. Insomma - avver-te Pozzi - se Bologna vuole conservare la sua famadi “città del restauro”, non deve venir meno ad una“rigorosa deontologia”, basata sul rispetto dell’i-dentità filmica. ■

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mostremostre

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Bologna contemporanea

Bologna contemporanea 1975-2005 è il titolo dellamostra curata da Peter Weiermair e realizzata conil sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio inBologna e patrocinata dall’Alto Patronato della Pre-sidenza delle Repubblica, la Regione Emilia-Roma-gna e la Provincia, l’Alma Mater Studiorum e l’Ac-cademia di Belle Arti di Bologna. In occasione deltrentennale dell’inaugurazione dell’attuale sede, laGalleria d’Arte Moderna ha allestito un’esposizioneche si propone quale momento per meditare sul-l’arte bolognese degli ultimi trent’anni; non una ri-cognizione completa di tutti gli artisti del territorio,bensì una testimonianza di quelli che hanno avuto ipiù stretti rapporti con questa istituzione dai tempidella sua costituzione nel 1975 ad opera di LeonePancaldi. I sessantasette presenti, nella loro globali-tà, rappresentano i momenti e le ricerche più inte-ressanti nel campo dell’arte in quell’arco di anni, of-frendo un ampio spettro di opere che testimonianole differenti ricerche figurative ed i diversi mezziespressivi che hanno dato luogo ad esperienze pe-culiari nel caleidoscopico avvicendarsi degli stimoliculturali di questi ultimi frenetici decenni. Oltre alla messa in mostra delle opere non va, pe-rò, trascurato l’apporto scientifico fornito dall’im-ponente catalogo che accompagna la mostra acco-gliendo accanto al testo del curatore gli scritti diRenato Barilli, Claudio Spadoni, Roberto Daolio eDede Auregli ■

a cura di Lorenza Miretti

L’Opera e lo spazio.Sculture del NovecentoDopo la mostra recentemente ospitata in SanGiorgio in Poggiale, il catalogo, curato da VittoriaCoen per le Collezioni d’Arte e di Storia della Fon-dazione Cassa di Risparmio in Bologna, mantienevivo il ricordo di quell’occasione riunendo le im-magini delle opere che erano esposte. Trentun scultori del Novecento strettamente lega-ti al territorio emiliano romagnolo o per nascita oper adozione hanno preso parte all’evento. È evidente che l’esposizione e di conseguenza il ca-talogo di accompagnamento non hanno avuto fina-lità di esaustività e completezza, proponendosi, alcontrario, quale primo scandaglio di un universomolto più ricco che permetterà di dare un seguitoa questa prima ricognizione. Gli artisti raccolti of-frono una lettura diacronica delle esperienze nelcampo della scultura rappresentando tre diversegenerazioni portavoci delle modalità espressive delloro tempo. Tuttavia questi scultori si caratterizza-no non solo per il legame con il contesto tempora-le al quale appartengono, ma proprio per la perso-nalissima interpretazione dello spazio e dei mate-

“Fino al 26settembre

”Galleria d’Arte Modernadi Bologna

Piazza della Costituzione, 3

A fianco: “Nudo di giovanedonne” dell’artista Ercole Drei. Sotto, di Karin Andersen“Senza titolo” 2005-08-24

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mostremostre

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Il Brasile di Ralph Gibson

Nella bella cornice di Villa delle Rose ed in occasio-ne della pubblicazione del libro fotografico dal tito-lo Brazil, la Galleria d’Arte Moderna ospita la primapersonale dedicata da un museo italiano al fotogra-fo americano Ralph Gibson. L’esposizione dal titoloomonimo e curata da Valerio Dehò, raccoglie le fo-tografie più recenti scattate da Gibson durante isuoi viaggi in Brasile.Non si tratta di un vero e proprio libro di viaggioche affida all’immagine la sua forza espressiva, poi-ché sfogliare il volume è esso stesso un viaggio al dilà di ogni riferimento geografico e temporale. Nonlo spazio o il tempo sono gli elementi che interes-sano il fotografo, quanto, piuttosto le emozioni cheogni scatto è in grado di trasmettere e stimolare. Nel predominio del singolo particolare piuttostoche nell’immagine globale, insieme ai tagli prospetti-ci delle inquadrature ed all’irrompere dei forti cro-matismi si cela la segreta forza comunicativa di que-sto caleidoscopico viaggio in una dimensione atem-porale dominata dalle emozioni. ■

riali o, per meglio dire, dei materiali nello spazio,poiché questa dovrebbe essere la definizione dellascultura: una materia che occupa uno spazio e daquesta è compenetrata secondo una lezione dichiare origini futuriste.Differenti i materiali utilizzati: dal marmo (Bonora,Pompili) al ferro (Carroli, Conti, Sartelli), dal ges-so (Drei) al bronzo (Ghermanti, Leoni, Mazzacura-ti, Minguzzi, Rambelli, Santachiara), ma anche lagomma (Mazzali), la ceramica (Ontani), la terracot-ta (Violetta) ed il rame (Zamboni e Bolzani) oppu-re commistioni di ferro e carta (Nanni), pietra, vi-deo e legno (Plessi), marmo, acciaio e legno (Pom-pili), bronzo e ottone (Raspanti), alluminio, acciaioinox e ferro (Rimondi).Ma di fronte a tale poliedricità espressiva viene darivolgere l’attenzione anche a quella materia appa-rentemente invisibile che è l’unico vero comunedenominatore tra le sculture e senza la quale essenon avrebbero ragione di esistere: parliamo ovvia-mente dello spazio quell’entità che forse da merocontenitore dovrebbe essere sempre più interpre-tato come vero e proprio contenuto. ■

a cura di Autore

“dal 24settembreal 23ottobre

”Villa delle Rose

Immagini del Brasilenella mostra di Ralph Gibson

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i violenza alle donne si parla soprattuttoquando la cronaca le vede vittime di fattieclatanti: aggressioni, stupri, omicidi. Al-

lora la problematica sale prepotentemente alla ri-balta dei media e dell’agenda setting dei cittadinitutti: si snocciolano dati, si propongono ricette lepiù varie, si organizzano manifestazioni di protesta.I colpevoli, come nel caso dell’aggressione con stu-pro subita da una coppia di fidanzatini a villa Spada,vengono a volte individuati ed arrestati. Ma la soluzione di un caso non può bastare a ren-dere giustizia dell’offesa subita, tanto meno cancel-la il problema sociale. Contro il nemico numerouno, una società violenta dove i valori morali si tro-vano all’ultimo posto nella graduatoria degli ingre-dienti che portano al successo, occorre fare altro.“Serve una riflessione sui rapporti affettivi e amo-rosi, bisogna dare un’educazione sentimentale ai

giovani” il parere di Elena De Concini, una delleoperatrici della Casa delle donne per non subireviolenza venute a riferire in sede di Commissionepari opportunità della Provincia andamento e cifredel loro operato. Assolutamente necessario, se è vero che una don-na su cinque almeno una volta nella vita subisce vio-lenza, come ha riferito la “statistica” del gruppoAnna Maria Vega, ricordando che l’Istat ha compiu-to per la prima volta quest’anno una rilevazione na-zionale sulle violenze alle donne, studio che la Retenazionale dei Centri antiviolenza sta comparandocon i propri dati. Numeri utili, che possono dareun’idea della frequenza dei maltrattamenti sul se-condo sesso e fare luce sul fenomeno. Ma il sommerso, i casi di cui non si ha conoscenzao di cui ci si rende conto troppo tardi? “Bisogna sa-per cogliere i segnali e per questo c’è necessità dioperatrici specializzate” ha detto l’assessora allaCultura e Pari opportunità della Provincia SimonaLembi definendo preziosissimo il lavoro della Casadelle donne, che opera sul territorio in rete con glialtri servizi. “Il fatto che la normativa italiana solodieci anni fa abbia classificato la violenza sessualereato contro la persona e non più contro la mora-le - ha osservato l’assessora - mostra come la vio-lenza alle donne sia qui poco considerata e in granparte ancora invisibile ai nostri occhi”.

L’impegno e gli obiettivi della “Casa delle donne” di Bologna,

uno dei primi centri antiviolenza sorti in Italia

società

Ddi Michela Turra

Contro“L’urlo silente” di MicaelaGrandolfo, opera che ha vinto l’edizione 2004 delconcorso fotografico Creareè donna, organizzato dallaCasa delle donne

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società

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I dati confermano che il bisogno c’è. In 15 anni, fi-no all’aprile scorso, si sono rivolte alla Casa 4.675donne e 342 sono state ospitate. 241 i minori ac-colti, 2014 le segnalazioni telefoniche ricevute. Il51,6% dell’utenza, ha riferito la presidente dell’as-sociazione Susanna Bianconi, viene dai comuni del-la provincia, uno dei motivi per i quali la casa rifu-gio si trova in città, lontano dagli occhi indiscretidel paese. Dieci posti letto, per un massimo di cinque mesi diospitalità, la capienza della struttura, che può con-tare anche su un monolocale, è limitata. Molte don-ne hanno un colloquio (357 nel 2004, il numero piùalto dall’apertura ad oggi), ma solo poche trovanoasilo (17 nello stesso 2004). Che ne è di quante hanno bisogno e restano fuori?ha chiesto la consigliera Ds Emanuela Torchi, solle-citando una sorta di seconda accoglienza. Secondouna stima di Anna Maria Vega, rimane insoddisfattanella richiesta di alloggio una media di 80 donnel’anno, molte delle quali, però, di fuori provincia,convinte che la soluzione sia andare lontano da ca-sa. La violenza avviene infatti prevalentemente en-tro le mura domestiche ed è un fenomeno trasver-sale a tutte le classi sociali e le età. Se ne rendono protagoniste persone normali, aconferma - commenta la scrittrice Manuela Avakian,venuta a presentare a Bologna il suo romanzo“Una terra per Siran”, racconto di una donna ar-mena che rievoca violenze e stupri ai danni del suopopolo – “che l’apparenza della normalità cela pro-fonde mistificazioni”. Delle maltrattate, solo il 15%fa denuncia, nella convinzione che la cosa serva apoco. Ma qui, almeno, le donne l’aiuto lo cercano:“Da noi a Taranto c’è poco afflusso – dice Concet-ta Maffei del Centro antiviolenza della città puglie-se – e nemmeno le attività di sensibilizzazione dan-no frutti. Al nostro banchetto di propaganda all’I-percoop non si è presentata nessuna donna, forseperché lì la spesa si fa col marito. Proveremo aimercati rionali”. ■

La Casa delle donne per non subire violenzaè nata nel ’90 da una convenzione stipulatatra associazione Gruppo di lavoro e ricercasulle violenza alle donne, Comune e Provin-cia di Bologna. Da allora il Centro antiviolen-za ha seguito migliaia di donne vittime diviolenza psicologica, fisica, sessuale, econo-mica, con l’obiettivo di aiutarle a superare iltrauma. La nuova convenzione, in corso dal 2001,coinvolge la Provincia, il Comune di Bolognae 43 Comuni dell’hinterland,per uno stanziamento di 29.000euro. Tra i diversi progetti attuati, unoriguarda i minori, che semprepiù spesso assistono a violenzache si ripercuote su di loro neglieffetti psicologici. Un altro pro-getto, in collaborazione conCaritas e associazione GiovanniXXIII, è “Oltre la strada”, controla prostituzione. Integrato inquello regionale, il progetto for-nisce sostegno alle donne – perlo più straniere e clandestine –che hanno deciso di smetterecol marciapiede. In genere tra i18 e i 25 anni, per la maggio-ranza ucraine, moldave, rume-ne e nigeriane, le ragazze,quando vogliono tornare inpatria, vengono aiutate col sup-porto dell’Organizzazione Inter-nazionale Migranti (Oim), altri-menti si procura loro un per-messo di soggiorno (137 quelliottenuti in 10 anni).

Infowww.women.itwww.casadonne.itCasa delle donne per non subire violenza. Tel 051 333173 (dal lunedì al venerdì ore 9-18)[email protected] - [email protected]

LA CASA DELLE DONNEMALTRATTATE

la violenzasulle donne

La foto nel manifesto è di Micaela Morganelli

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editoria italiana, si sa, non sta attraver-sando un buon momento, e non bastal’incremento delle vendite di libri nelle

edicole per risollevarne le sorti (quei soldi, fra l’al-tro, finiscono quasi tutti nelle tasche dei proprieta-ri di giornali, mentre agli editori e agli autori arriva-no solo le briciole). Quest’anno, inoltre, il nostroPaese ha finalmente “conquistato” l’ultimo postonella classifica europea degli indici di lettura, un da-to che, di sicuro, non depone a favore di un rapidosuperamento della crisi. Gli editori, va da sé, stannocercando qualche via d’uscita, e se da una parte c’èchi lo fa attraverso operazioni commerciali di bassoprofilo (magari sollecitando a tavolino le pulsionierotiche degli adolescenti), dall’altra parte c’è anchechi, in modo trasparente, punta ad allargare il pro-prio pubblico confezionando un prodotto letterario“di sintesi”, capace, cioè, di contenere le diverse ri-sposte alle principali domande poste dal mercato. Èil caso, ad esempio, della Mondadori e della sua col-lana “Colorado Noir”, nata per pubblicare libri ri-entranti nel genere più diffuso in questo periodo (ilnoir, appunto) e contemporaneamente scritti “supellicola”. Con il primo titolo – “Quo vadis, baby?”di Grazia Verasani, trasformato in film da GabrieleSalvatores – l’obiettivo è stato raggiunto, e adesso,dopo l’uscita di un secondo libro meno fortunato(“Let it be” di Paolo Grugni) si sta cercando di bis-sare il successo iniziale con il romanzo di un altrobolognese, Andrea Cotti, intitolato “Un gioco daragazze” (Colorado Noir, pagg. 400, euro 15,50). Ipresupposti, in effetti, ci sono tutti: una storia cherimanda a una nota vicenda di cronaca, un buon rit-

mo narrativo, una definizione credibile e coinvol-gente dei personaggi, una possibile interpretazionesociologica degli eventi descritti e, infine, un’am-bientazione giovanilistica, che di questi tempi nonguasta. La tradizionale indagine giudiziaria parte daun brutale triplice omicidio, compiuto ai danni diuna tranquilla famiglia borghese residente in un pae-se dell’hinterland bolognese. A colpi di coltello ven-gono uccisi un noto medico, sua moglie e la loro fi-glia maggiore, mentre la minore – una studentessasedicenne di nome Elena Flores, presente sulla sce-na del delitto – viene stranamente risparmiata dal-l’assassino, il quale, però, prima di sterminare i suoiparenti la violenta. All’inizio, anche in base alla te-stimonianza della ragazza, sembra tutto chiaro: l’o-micida è il grafico pubblicitario Stefano Grandi -amico e coetaneo del dottor Flores – il quale, inva-ghitosi della giovane Elena, la stupra nella casa di leiuna sera in cui è da sola, per poi uccidere tutti i suoifamigliari nel momento in cui viene colto sul fatto.La versione di Elena, però, non convince l’ispettoreGiulia Vita, una poliziotta intelligente, instancabile eperseguitata da una terribile cefalea a grappolo. Trail punto di partenza e quello di arrivo (rigidamentetop secret) si sviluppa un intreccio piuttosto coin-volgente, che Cotti, con indubbia abilità, dirige vol-ta per volta su obiettivi e personaggi apparente-mente secondari, ma utili ad affrontare argomentiinteressanti quali la corruzione nel mondo degli av-vocati, la difficoltà di rapporto tra investigatori emagistrati, l’ipocrisia di un certo contesto provin-ciale e, soprattutto, la crisi d’identità e la fragilitàpsicologica degli adolescenti. Come spesso accade, insomma, l’approccio noirsembra essere un espediente tecnico per trasmet-tere a un pubblico più ampio riflessioni sull’attualità(altrimenti destinate a una nicchia di lettori) e anchesotto questo profilo Andrea Cotti si dimostra all’al-tezza di un compito “strutturalmente” rischioso.L’unico dubbio che ci rimane è il seguente: quandosi ha una storia importante come questa da raccon-tare, è proprio indispensabile farlo in quattrocentopagine? Ma la domanda, forse, andrebbe posta inprimo luogo agli editori….

di Stefano Tassinari

L’

Storie dicronaca

Bologna in lettere

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librilibri

La memoria fugge in là…Parole per resisterea cura di InformagiovaniEditore: Alberto PerdisaAttorno ad un grande tema dellastoria del nostro paese, la Resi-stenza, si dipanano i racconti bre-vi di un gruppo di scrittori moltodifferenti fra loro: alcuni famosie ben noti al pubblico (è il casoper esempio del giallista LorianoMacchiavelli), altri giovani o gio-vanissimi magari ai primi esperi-menti di scrittura. In tale diversi-tà, però, essi sono accomunatidalla profonda passione per lascrittura e dal desiderio di nondimenticare un passato di guerrache non è poi molto lontano.Nelle loro parole rivivono, in ma-niera sempre molto coinvolgentee personale, affreschi di vita, per-sonaggi e sentimenti che il tra-scorrere degli anni non è ancorariuscito a cancellare. Schegge di memoria che a volteprendono spunto da piccolo og-getti o da luoghi della città comenel caso del racconto di Pino Ca-cucci con le sculture dei partigia-ni di Porta Lame, la fotografia in-giallita di Silvia Torrealta o leemozioni ed i ricordi d’infanzia diAna-Maria Murariu. ■

L’alba della libertàmacchiata di sangue.Monte Capra – 20 aprilea cura di Bruno DrusilliUn breve scritto per rievocare levicende belliche di Monte Capraluogo dolorosamente noto perquanti abbiano vissuto la guerrae ricordino l’autunno e l’invernotra il 1944 ed il ‘45, ovvero più omeno da quando gli alleati rag-giunsero la famigerata Linea Go-tica a quando l’Italia settentrio-nale fu liberata. Mesi durissimi soprattutto per ipartigiani alcuni dei quali in que-sto libro sono commemorati nelricordo delle imprese che necausarono la morte, mentre altriraccontano direttamente quellevicende - i rastrellamenti, le rap-presaglie sulla popolazione, l’“ap-pello Alexander” - facendole ri-emergere direttamente dalla lo-ro memoria. Grazie a questi ricordi personaliuno spaccato di storia è restitui-to in tutta la sua drammaticitàvissuta all’alba delle celebrazioniper il 60° anniversario della Libe-razione. ■

Emilia Romagna. Itinerarinei luoghi della memoria1943-1945a cura del Touring Club ItalianoPromosso dall’assessorato regio-nale al Turismo e dal TouringClub Italiano, in collaborazionecon l’Istituto per i Beni Culturalie la Soprintendenza ai Beni Libra-ri e Documentari in occasionedel 60° Anniversario della Libera-zione, il volume propone 24 iti-nerari alla riscoperta di quei luo-ghi del territorio emiliano roma-gnolo divenuti tristemente teatrodelle vicende dell’ultima guerra.Così, senza essere un libro distoria ma mantenendo la struttu-ra di una vera e propria guida tu-ristica questo libro "vuole essereun invito a conoscere la Resi-stenza e il Secondo conflittomondiale direttamente nei luoghiin cui questi sono stati vissuti nelmodo più profondo, e a riper-corre i sentieri della nostra storiarecente anche con lo sguardo delturista". Precise ed esaustive notizie stori-che accompagnano i visitatori al-la riscoperta di questi luoghi dellamemoria vicino ai quali moltospesso si è soliti passare avendoperso il senso del loro valorenon solo storico ma anche uma-no. ■

C’era una volta il mare…Natura e storia tra Sasso eil Monte delle Formichedi Giancarlo Marconi e Donatella MongardiUna ricchissima pubblicazione -che vede la luce grazie alla colla-borazione della Provincia di Bolo-gna, della Cassa di Risparmio inBologna, del Gruppo di Studi Sa-vena Setta Sembro e della Comu-nità montana Cinque valli bolo-

a cura di Lorenza Miretti

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librilibri

gnesi - per far conosce in tutti isuoi aspetti un lembo del nostroterritorio: il Contrafforte Plioce-nico. Si chiama così la zona roc-ciosa gialla dorata che incombesulla valle tra Sasso Marconi e Ri-oveggio e che prende il nome dalsuo aspetto di muraglia naturale(contrafforte, appunto) formatasiin un’epoca del Quaternario notacome Pliocene che va dai 5 all’1,6milioni di anni fa.Quest’area, che non supera i 700metri di altitudine anche nellesue punte più alte, comprendetra le zone più belle e conosciutei monti Adone e delle Formiche,la rupe di Livergnano e di Satura-no e le valli del Savena e delloZena. Impreziosito da un ricchis-simo apparato fotografico, il vo-lume descrive questo territoriosia dal punto di vista fisico ed am-bientale sia da quello umano estorico, proponendo anche unascelta di affascinanti itinerari pergoderne le bellezze paesaggisti-che. ■

La memoria disegnataAtti delle giornate di studi mengoniania cura di Anna-Maria GucciniQuesto volume raccoglie gli attidelle Giornate di Studi Mengo-niani svoltesi presso l’ArchivioMuseo Giuseppe Mengoni aFontanelice nel novembre del2002 e promosse dal Comune diFontanelice, dalla Provincia diBologna in collaborazione con laSoprintendenza Archivistica perl’Emilia-Romagna, l’Alma MaterStudiorum e l’Ordine degli Archi-tetti Pianificatori Paesaggisti eConservatori in Bologna grazie alsostegno della Cassa di Rispar-mio di Bologna.

Si tratta di un’opera imponenteche nel raccogliere gli interventipresentati in quell’occasione hareso più forte non solo il ricor-do di un grande architetto otto-centesco, che ha legato il suonome tra l’altro alla Cassa di Ri-sparmio in Bologna oppure allaGalleria Vittorio Emanuele II diMilano, ma anche la consapevo-lezza del valore degli interventiarchitettonici per la salvaguardiadell’ambiente, la preservazionedella storia. Eppure non va di-menticato che già da anni la Pro-vincia di Bologna ed il Comunedi Fontanelice sono tra i promo-tori della valorizzazione di tuttoil patrimonio lasciato in ereditàda Mengoni e che ha dato vita al-l’Archivio Museo Giuseppe Men-goni oltre ad un Centro Studiper l’Architettura e Centro diDocumentazione del Territoriodel Santerno. ■

Fagiolino c’è. 50 anni diburattini bolognesidi Romano DanielliAlberto Perdisa editore Un burattinaio racconta i “burat-tini”: Romano Danielli, buratti-naio da cinquant’anni ha decisodi appendere per un attimo isuoi burattini e prendere in ma-no una penna per scrivere la sto-ria della sua vita. Affascinato sin da bambino damarionette e burattini RomanoDanielli ha fatto sua l’Arte deiburattini con tale passione cheancora oggi afferma: "Mi sonotrovato burattinaio per caso, el’esserlo è stato così naturale,che la sensazione che provo èquella di dover ancora comincia-re. È come un gioco che conti-nua, un’infanzia che non mi ab-

bandona". Già da anni molti te-mono che quest’arte stia perscomparire, ma Danielli non lapensa allo stesso modo: arte an-tica, amore che si radica sin nel-la più tenera età dei bambini l’au-tore concorda con chi dice che"il burattino è un moribondo…che non muore!". Ecco allorache questo libro vuole essere alcontempo la storia di una vitaspesa tra le marionette ma an-che un modo per alimentare lacuriosità e l’interesse per questogenere teatrale, sollecitando igiovani ad un amore antico cheper lungo tempo è stato traman-dato di padre in figlio. Il racconto di Danielli si conclu-de con un’appendice che contie-ne il testo integrale di una dellefarse più note ed amate del tea-tro dei burattini Il Florindo inna-morato per far recitare i buratti-ni anche fuori dalla scena. ■

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Un’immaginaria lettera apertaè stata scritta dai cani bolo-gnesi per esortare i propri pa-droni a non sporcare la città.“Cosa ti costa, ogni volta cheusciamo, prendere con te unsacchettino di cellophane ouna di quelle palette, che ven-dono nei supermercati, pensa-te proprio per i nostri biso-gni?”. E poi aggiungono in mo-do imperativo: “Se usi la pa-letta la città ci accetta”.Sono i messaggi della campa-gna di sensibilizzazione promossa dal Centro An-tartide insieme a Comune di Bologna - Settore Sa-lute - Ufficio Diritti Animali, Hera, Quartieri Navi-le, Porto, Santo Stefano e Saragozza, scuole, asso-ciazioni, veterinari, commercianti, centri sociali peranziani ecc. Tanti soggetti assieme per dire “Ama Bolognacome ami il tuo cane”.Possedere un cane è infatti una scelta affettiva, unoscambio reciproco tra padrone e animale che ren-de migliore la vita di entrambi. In particolare nellegrandi città la compagnia di un cane è preziosissimaper tante persone. Una città amica dei cani è unacittà civile. Ma in una città devono esserci regole che governa-no la convivenza, regole che sono facili da rispetta-re. A patto che ciascuno senta la città come pro-pria. Purtroppo la maleducazione di chi non racco-glie le deiezioni del proprio animale non solo pro-voca degrado ma può alimentare una generica in-sofferenza verso i cani.A Bologna vivono quasi trentamila cani: è impor-tante che tutti si responsabilizzino affinché marcia-piedi, portici, piazze e giardini non siano più deipercorsi minati. Specie per anziani, bambini, non vedenti. La raccol-ta degli escrementi è una questione di civiltà, un ge-sto di rispetto verso la città e chi la frequenta. ■

regole diCONVIVENZA

Per informazioni:Centro Antartidetel. 051 260921

Quali agevolazionifiscali ci sono perchi stipula un con-tratto d’affitto a ca-none concordato? E come si determi-na il canone di loca-zione convenziona-to? A spiegare comedistricarsi tra lecomplicate normesulla casa è la nuova

Guida al contratto concordato della Provincia.I vantaggi per proprietari e inquilini si applicano pe-rò al solo Comune di Bologna e a quelli territorial-mente adiacenti (Anzola Emilia, Calderara di Reno,Casalecchio, Castelmaggiore, Castenaso, Granaro-lo, Pianoro, San Lazzaro, Sasso Marconi e Zola Pre-dosa), più il circondario di Imola. “Sono infatti questi i dodici comuni della nostraprovincia che la Regione Emilia-Romagna ha indivi-duato come quelli ad alta tensione abitativa - spie-ga Giacomo Venturi, assessore provinciale alle Po-litiche abitative -. Qui, vogliamo contribuire a diffondere il più possi-bile questa ‘buona pratica’, che ha dimostrato esse-re un utile sistema per calmierare i canoni di loca-zione ma che spesso è poco conosciuta o vieneguardata con diffidenza dai proprietari”, nonostan-te gli sgravi contributivi ai fini Irpef, Ici e Imposta diregistro. Oltre alle normative in materia, spiegatein modo semplice e chiaro, la nuova Guida al con-tratto concordato fornisce anche tutti gli indirizziutili a cui rivolgersi per avere informazioni e assi-stenza (organizzazioni dei conduttori e sindacatidegli inquilini) o dove prendere visione degli accor-di depositati, cioè l’Ufficio casa del Comune in cuisi trova l’alloggio o l’Urp della Provincia di Bologna(via Benedetto XIV n. 3, numero verde 800239754), nel sito www.provincia.bologna.it/abita-zione/index.html, che è anche l’ufficio in cui si puòtrovare la Guida.

Michela Trigari

Se usi la paletta la città ci accetta

Affitto a canone concordato

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o sport e la Provincia: un binomio che inquesti anni ha già dimostrato di poter rea-lizzare opere importanti e che, anche per

l’immediato futuro, annuncia interessanti progettivolti alla promozione dello sport in tutto il territo-rio. Come “Sportlandia in Tour”, una manifestazio-ne che - a detta del responsabile dell’Ufficio Pro-mozione, Progetti e Sviluppo della Provincia Stefa-no Galetti - “avevamo lanciato quando ancora c’e-ra la Fiera di Bologna ed in cui tutti i visitatori po-tevano gratuitamente sperimentare le varie discipli-ne. Visto il grande successo dell’ evento, con lachiusura della Fiera nel 2001, abbiamo deciso ditrasformare “Sportlandia”, facendola diventare “inTour” e così oggi, per intensificare la sinergia traComuni e Provincia, rafforzando al contempo ilrapporto tra gli stessi Comuni e il territorio,“Sportlandia” è stata portata in giro nel nostro ter-ritorio, da S. Giovanni in Persiceto, dove la manife-stazione si è già svolta alla fine di giugno, a Casti-glion de’ Pepoli, che ha inserito “Sportlandia” all’in-terno del programma di “Montagna in fiera”, fino alritorno nella “terra madre”, nel Parco della Monta-gnola di Bologna, tra il 7 ed il 13 settembre. Un belpasso avanti verso la promozione dello sport. Alquale ne è subito seguito un altro. La Provincia, in-fatti, ha aperto in collaborazione col CONI ed al-cuni enti di promozione anche cinque “sportelli”(appunto presso il CONI, l’AICS, l’ASI, il CSI el’UISP), tutti a Bologna, tutti gestiti da esperti co-ordinati dall’avvocato Guido Martinelli. Qui le so-cietà sportive possono gratuitamente trovare unsupporto giuridico-legislativo molto utile, fruendodi una professionalità indiscussa. L’idea di aprire un

altro sportello a Imola testimonia la bontà del lavo-ro finora svolto”. Un bel traguardo per la Provinciache recentemente si è anche impegnata economi-camente per promuovere lo sport nel territorio.“Abbiamo già acquistato numerose attrezzaturesportive - conferma Galetti - come porte da calcio,reti da pallavolo, canestri e pareti per l’arrampica-ta, e le abbiamo date in uso gratuito ai vari Comu-ni ospitanti. In questo modo anche eventuali pro-blemi assicurativi sono stati superati.” Perché, ci-tando lo slogan tanto caro all’assessore allo SportMarco Strada, “lo sport è per tutti”, dagli atleti,ai bambini, ai disabili e agli anziani. Per questo mo-tivo sono stati realizzati diversi laboratori sportiviche, seppure in orario extrascolastico, hanno ilcompito di far conoscere le varie discipline agli stu-denti; per questa ragione la Provincia ha istituito untavolo di coordinamento - a cui hanno preso parterappresentati del CIP, delle società sportive perdisabili e l’INAIL di Vigorso - volto a promuoverel’attività sportiva a favore dei disabili. “Sono con-vinto - afferma Marco Strada - che praticare losport sia un diritto per tutti e pertanto anche di chiè diversamente abile. Credendo fermamente inquesto principio l’Assemblea provinciale dellosport, nata affinché i Comuni e la Provincia condi-vidano una politica di concertazione in materia,quest’anno ha previsto settantamila euro per il su-peramento delle barriere architettoniche e per l’ac-quisto di strumentazioni che permettano al diver-samente abile di praticare sport, mentre recente-mente è stato presentato anche un importanteprogetto condiviso dalla fondazione Carisbo chedovrebbe devolvere una cifra attorno ai 300.000euro alla causa dello “sport per tutti”. È davvero unbel segnale di attenzione.” Come le due barche avela con doppi comandi che la Provincia ha primacomprato e poi attraccato al parco dei due laghi diSuviana. Perché chi, solo in apparenza diverso danoi, possa sentirsi come gli altri. Unito dalla passio-ne per lo sport. ■

Sportda vivereLe iniziative a favore di

un accesso più ampioalle discipline sportive da parte

dell’intera comunità dei cittadini

tempo libero

di Damiano Montanari L

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di Antonio Farnè

sportina sportiva

volontà e dedizione alla causa. Cosa prevede questoprogetto? Semplice: reagire immediatamente alla so-nora bastonata subita nell’ultima stagione. E poi cer-care di riportare in alto il Bologna”.Passano gli anni e spesso le delusioni sono superioriai sorrisi, ma certi caratteri sono troppo solidi etemprati per poter cambiare. Quello di Ulivieri è si-curamente uno di questi. “Anch’io - ricorda con unpizzico di amarezza il mister di San Miniato - nell’ul-tima stagione non mi sono certo divertito. Ero tor-nato ad allenare in serie C1, a Padova, dove, tra l’al-tro, non abbiamo nemmeno centrato l’obiettivo checi eravamo prefissi, quello dei play-off. Dopo quel-l’esperienza, e a 64 anni, ho pensato anche di smet-tere. Ma poi ho detto: no, il calcio è la mia vita. Equando nessuno mi chiamerà più, con i soldi che homesso da parte lo comprerò io un campo, e poi con-tinuerò ad allenare, anche da solo. Io sono così: at-tivo, curioso, e ancora con tanta voglia di imparare.D’altronde, in questo mestiere non si finisce mai diimparare. Non solo dai più anziani, ma anche dai gio-vani. Quella del calcio è una realtà in continua evo-luzione e quindi il segreto è proprio questo, conti-nuare ad aggiornarsi. Lo dico sempre agli allenatoriche, pieni di speranze, si affacciano sul nostro mon-do. Umiltà e voglia di imparare, che sono poi duefacce della stessa medaglia”.Ed allora, via con questa nuova partenza. Da Bolo-gna, per poter dimostrare che il calcio non può an-cora fare a meno di Renzo Ulivieri. ■

A Bologna? …anche a piedi!All’inizio del “più bel campionato del mondo” incontriamo Renzo Ulivieri che ritorna a fare il tecnico rossoblù

i erano lasciati sette anni fa, dopo una lungaed esaltante cavalcata dalla C alla A; si erano

lasciati dopo una stagione a cinque stelle con Ro-berto Baggio protagonista, culminata nel ritorno inEuropa. Oggi Bologna e Renzo Ulivieri si ritrovano,con il consenso di entrambi. È lui infatti, il Renzaccio di San Miniato, toscano san-guigno e a volte scomodo, il nuovo tecnico rossoblù.Insomma, ancora una volta ha prevalso la linea del-l’esperienza, la politica della maturità calcistica. Ilpassaggio da un tecnico di 68 anni, Mazzone, a unodi 64, Ulivieri, lo dimostra chiaramente.Ma l’entusiasmo, quasi infantile e per questo del tut-to sincero, con cui l’allenatore toscano ha accettatol’offerta di tornare a lavorare sotto le due torri, non-ostante le molteplici difficoltà del momento, è la mi-gliore garanzia per il futuro. “A Bologna - afferma fe-lice il nuovo inquilino della panchina rossoblù - sareivenuto anche a piedi. Non era certo una questionedi soldi, ci mancherebbe. Con Gazzoni, infatti, ci sia-mo subito messi d’accordo. Io ero a Leffe e Palazzo-lo e in altri campi sconosciuti della serie C a difen-dere i colori di questa squadra. È bene non dimenti-carlo. Con Bologna e i suoi tifosi ho sempre avutoun rapporto speciale, particolarmente intenso. Ci sono città che ti segnano, in maniera indelebile. E per quanto mi riguarda Bologna è una di queste.Sono emozionato e commosso per questo mio ri-torno ma, nello stesso tempo, sento una grande re-sponsabilità nei confronti di chi mi ha scelto e volu-to. Nessun problema, le sfide mi piacciono e poi, sa-rà uno stimolo in più”.E di stimoli, non a caso, ne occorrono parecchi percancellare sul campo il brutto ricordo di una stagio-ne, quella passata, che rimarrà nella memoria dei ti-fosi come una delle peggiori della storia rossoblù. Laretrocessione in B è una ferita ancora aperta, la piaz-za chiede di rimarginarla in fretta.“Sì - riprende deciso Ulivieri - sono consapevole del-la voglia di riscatto che c’è da parte di tutti. Con lasocietà e con la squadra abbiamo un progetto da co-struire insieme. Lavoreremo su quello, con grande

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La Provincia parlaanche giapponeseLa Provincia di Bologna si pre-senta ai turisti nipponici parlan-do in giapponese dalle pagine diun portale turistico dedicato aiviaggi in Italia. Per promuovere il turismo dalPaese del Sol Levante, a questainiziativa si aggiungono la versio-ne in lingua giapponese dellamappa “Bologna città e provin-cia” e un seminario informativo-formativo sull’accoglienza dei tu-risti giapponesi rivolto agli ope-ratori del settore.Il portale giapponese: www.japanitalytravel.com/le pagine sul turismo della Provincia di Bologna: www.provincia.bologna.it/provbologna/turismo.jsp.

Premio Città diPorretta Terme2005 al MaestroGiorgio ZagnoniIl Consiglio comunale di Porret-ta Terme ha assegnato il “Pre-mio Città di Porretta Terme”2005 al Maestro Giorgio Zagno-ni, conferendogli anche la cittadi-nanza onoraria. Il riconoscimen-to viene assegnato ogni anno a

personalità che si siano distinteper opere, ingegno o con la pro-pria attività professionale o pub-blica e abbiano onorato la cittàdi Porretta Terme e l’Alta valledel Reno.I rapporti del Maestro GiorgioZagnoni con Porretta e con lamontagna sono molto stretti eravvicinati: i primi contatti con lamusica li ebbe nel corpo bandi-stico cittadino per poi passare alConservatorio “G. B. Martini” diBologna e al Conservatorio“Cherubini” di Firenze, dove sidiplomò in flauto. Titolare di cattedra al conserva-torio bolognese a soli vent’anni,Giorgio Zagnoni ha avuto unacarriera prestigiosa e piena disuccessi, in cui l’attività concerti-stica divenne ben presto preva-lente, portandolo in ogni partedel mondo.

Assembleadelle elette alCom.P.A. 2005Dal 3 al 5 novembre 2005, nel-l’ambito del Com.P.A., Saloneeuropeo della comunicazionepubblica, si terrà l’Assemblea na-zionale delle elette e delle ammi-nistratrici delle Province d’Italia.Nel corso dell’incontro, cinquetavoli di lavoro (cultura; tempo,conciliazione, condivisione; eco-nomia; confronto generazionale;potere) offriranno l’occasioneper dare visibilità ai progetti chele assessore alle Pari opportuni-tà delle Province d’Italia stannopromuovendo nei rispettivi Entiin merito alle politiche di genere,affrontando in modo concretogli strumenti e le azioni di pariopportunità.

Presentati i Pianidi zona per iltriennio 2005 – 2007Un piano territoriale per azionidi integrazione sociale a favoredi cittadini stranieri immigrati edun programma per la promozio-ne delle politiche di accoglienzae tutela dell’infanzia e dell’adole-scenza. Sono queste, secondo le indica-zioni regionali, le linee d’azioneapprovate dalla Provincia di Bo-logna, in vista dei prossimi pianidi zona predisposti per il trien-nio 2005-2007, per velocizzare,ad esempio, le pratiche di con-cessione dei permessi di soggior-no o per preparare quelle fami-glie che si candidano all’affido diminori. Le risorse complessivemesse in campo dalla Provinciaper il piano immigrazione, checomprende sei azioni, ammonta-no a più di 170mila euro. Perquanto riguarda invece il pro-gramma sull’accoglienza e sullatutela dell’infanzia, suddiviso inulteriori tre piani, sono statistanziati oltre 140mila euro.

Per maggiori informazioni èpossibile visitare il sito dei Pianidi zona, recentemente rinnovato secondo i criteri definiti dal Consortium, per renderlo accessibile anche a persone con disabilità (fisiche, sensoriali, cognitive) e indipendentemente dalle dotazioni hardware e softwarepossedute da chi si collega a internet:www.provincia.bologna.it/pianidizona.

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Ottobre, mesedella paceCon l’avvio del mandato 2004-2009 e l’approvazione del pro-gramma la Provincia di Bolognaha assunto formalmente con icittadini e le cittadine l’impegnodi considerare tra i punti qualifi-canti della sua azione ammini-strativa il tema della pace.In questo filone si colloca il Ta-volo provinciale per la Pace,strumento prezioso di raccordotra la Provincia ed il territorioper creare un “sistema territo-riale di pace”, in cui tutti i prota-gonisti possano mettere in siner-gia competenze, idee, iniziative erisorse. Tra i suoi primi obiettivila rassegna di eventi intorno allapace che si tiene nel mese di ot-tobre. La Provincia di Bolognaparteciperà inoltre alla Marciaper la Pace Perugia – Assisi, l’11settembre, organizzando un pull-man dei rappresentanti di asso-ciazioni ed enti locali aderenti alTavolo per la Pace. Al terminedella marcia, la delegazione rien-trerà poi sul territorio bologne-se con Hellen Wangusa, kenya-na, membro della delegazioneappartenente alla campagna in-ternazionale “Global Call to Ac-tion Against Poverty”.

La ParolaImmaginata Giunta alla sua ottava edizione,la rassegna propone una letturascenica di testi letterari intrec-ciata ad un’interpretazione inchiave musicale e fotografica.Nasce dall’idea di arte comecontaminazione tra le varie for-me di espressione, necessità cheda almeno un decennio caratte-

rizza l’attività di alcuni scrit-tori, musicisti, attori, fotografi.

Stefano Tassinari ospita in ogniappuntamento uno scrittore perripercorrere con lui le storie, gliinterrogativi, le curiosità che na-scono da una sua opera. Seguepoi una lettura scenica di alcunibrani, interpretati da un noto at-tore sulle musiche di altrettantiimportanti musicisti e con laproiezione continua di immaginidi fotografi, che evocano il temadel libro. Come nelle precedentiedizioni, la scelta degli autori èlegata alla volontà di offrire alpubblico temi e linguaggi diver-sificati, sia sul piano letterarioche musicale e visivo.

È online l’indice di Portici 1997-2004È da poco disponibile, sul sito diPortici, l’indice completo di tuttigli articoli apparsi nel periodo1997-2004 sulla rivista.L’indice può essere interrogatoutilizzando diversi criteri: oltre auna ricerca libera per parolechiave, è possibile selezionare l’a-rea tematica di interesse e l’annooppure ricercare i nomi degli au-tori degli articoli.Una volta ottenuto il risultatodella ricerca, un collegamento di-retto dà la possibilità di consulta-re il file pdf della rivista, per leg-gere così l’articolo desiderato.L’indice verrà aggiornato perio-dicamente con l’inserimento, ainizio anno, degli articoli pubbli-cato nell’anno appena concluso.Il sito di Portici: www.provincia.bologna.it/portici/index.html

In treno perconoscere ilterritorio“La Provincia in Treno” è un’ini-ziativa che si svolgerà il 27 set-tembre, 7 e 8 ottobre rivolta aglistudenti delle scuole primarie esecondarie per:• far conoscere la rete ferrovia-

ria bolognese, snodo centralenello sviluppo del sistema ditrasporto pubblico, la sua sto-ria, le potenzialità e le prospet-tive;

• evidenziare alcuni dei punti diforza del nostro territorio, va-le a dire le produzioni agricolespecializzate, la tradizione ga-stronomica, l’artigianato arti-stico, l’industria meccanica e lastoria dello sport;

• offrire agli studenti di Bolognae provincia la possibilità di ve-nire a contatto con realtà pro-duttive nelle quali inserirsi altermine degli studi o già nelpercorso formativo, come pre-visto dalla recente riforma del-l’ordinamento scolastico.

A tal fine sono stati individuatitre percorsi a tema, organizzatie seguiti dagli Assessorati pro-vinciali all’Agricoltura, Attivitàproduttive e Artigianato, Sport eTurismo, Viabilità e Mobilità, Pia-nificazione territoriale e Tra-sporto pubblico, Istruzione. For-mazione. Lavoro.

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a nove anni è scomparsa, se ho contatobene gli anni; anzi, se ho contato bene igiorni. L’ultima volta che l’ho vista, è sta-

to quando ci siamo fermati a parlare in Largo Re-spighi, accanto al Teatro Comunale. Una giornatafelice, nella quale sembrava che l’afa si fosse dissol-ta, che arrivasse, anzi, un alito di fresco, come l’ali-to di un agosto morto. Le sue parole furono dettecome se fossero un’eco dolce di musica scompar-sa, liuto, viola da gamba e, mi sembra, l’arpeggione.Strumenti che non odo più da anni. Da nove annicirca (ma mi posso sbagliare, anche se sono statoattento, anche se ho contato gli anni; ma posso ave-re contato male; che ne sappiamo noi, in fondo, de-gli anni che passano? quanti sono davvero ? e sonopoi anni interi ? o non è stato forse ieri ? è statonove anni fa, o l’altro ieri ?). Prima ancora che sia-no passati dieci anni, un parente della mia vecchiaamica (io no, sono solo un suo ricordo), volendo,si può rivolgere all’autorità giudiziaria, come si dice,che sancirebbe così la sua “assenza”. La mia amicascomparsa guardò con aria misteriosa la targa e midomandò, come per domandarmi un’altra cosa, seOttorino Respighi avesse mai scritto un “largo” invita sua, in una sua opera. Non seppi risponderle.

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Mi sembra di no. Non ricordo. Non so. Un “larga-mente”, forse. “Quando sono trascorsi dieci annidal giorno a cui risale l’ultima notizia… il tribuna-le… può… dichiarare la morte presunta.” Ma è as-surdo. Lei è solo scomparsa. E non si deve per for-za presumere che sia “scomparsa”. Ho ritrovato unsuo pensiero fra le ultime due pagine di una vecchiacopia di un romanzo francese: “Largo Respighi è ilpunto più freddo della zona universitaria. Ecco lacorte dei miracoli della mensa, si mangia con ilprezzo di un giornale e ci vanno i più indifesi, stu-denti come conigli nelle stanze d’oro, errabondiche svernano, mendichi vaganti; dentro, urla, fumo,cani senza padrone, chiasso senza felicità, pena oc-cultata di ragazzi migrati all’università, che vi stazio-nano oggi e domani…” Queste parole furono scrit-te il 2 aprile 1980, l’anno dell’agosto più crudele, seleggo bene una data che sta per scomparire. Ed ec-co le ultime righe del romanzo, che traduco qui al-la meglio, omettendo un verbo doloroso e un no-me: “E infatti pensavo nuovamente di… quando,dal fondo dell’ombra, sentii qualche cosa levarsipian piano verso di me; non la vedevo ancora, magià l’indovinavo; per una specie di pudore, tacevoancora a me stesso il suo nome; e fu solo quandoebbe assunto tutta la sua evidenza che mi decisi ariconoscere – timida, ferita, ma non scoraggiata, eanzi tutta radiosa di tenerezza e di perdono – l’im-magine di...” Un giorno o l’altro, troppo cambiata per gli altri manon abbastanza per me, e non affatto “scomparsa”,la riconoscerò sùbito, mentre ripassa per LargoRespighi o indugia in un quai lungo la Senna. E poi,adesso, saprei rispondere alla sua domanda, chesembrava riferirsi a un’altra cosa. Ho scoperto, do-po nove anni (o meglio, dopo tutti i miei anni di vi-ta finora), che Ottorino Respighi lo ha scritto dav-vero, un “largo”, un “largo espressivo” su una mu-sica che non era sua, le “campane parigine” nelleAntiche danze ed arie per liuto. ■

Largo Respighi e unadomanda misteriosa

il posto delle FRAGOLE

di Nicola Muschitiello D

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ENERGIAMicro Kyoto - Energia 21

accordo volonta-

rio tra i Comuni

che si impegnano

a ridurre sul pro-

prio territorio l’e-

missione dei gas

serra secondo le

direttive del pro-

tocollo di Kyoto

Ecoufficio

un vademecum

ad uso del perso-

nale della Provin-

cia, per ridurre i

rifiuti e rispar-

miare risorse in

ufficio

Piano energetico e forum energia

AMBIENTE Agenda 21 nei Parchi

la partecipazione nella gestione delle aree pro-

tette

Costruire sostenibile

Redazione di linee guida per la bioedilizia

Verso la costruzione di reti ecologiche: verde

acqua - conoscere, condividere e risparmiare

insieme

Sellustra Life

recupero del bacino idrografico del torrente

Sellustra attraverso le tecniche dell’ingegne-

ria naturalistica

I PROGETTI DI AGENDA 21DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

CONSUMI E STILI DI VITA

Non c’è acqua da perdere

una campagna per diffondere sul mercato i ri-

duttori di flusso

Luci su Kyoto

lampade a risparmio energetico a

prezzo scontato in occasione dell’en-

trata in vigore del Protocollo di Kyoto

Forum Acquisti verdi e Consumi

Responsabili

un forum nel forum per promuovere

prodotti e servizi a basso impatto

ambientale, influenzare le politiche di

acquisto degli enti pubblici e stimolare

la filiera produttiva

Distributori automatici di caffè equo

e solidale

Appalti con criteri ambientali e sociali

Isola della Sostenibilità

uno spazio al centro commerciale Lame

per parlare di Agenda 21, impronta ecologica e

consumo critico

Mercato Diverso – fiera del consumo critico e

dell’economia solidale

SCUOLA!In aula con gusto!

moduli didattici di educazione alimentare per le

scuole della provincia

Agenda 21 a scuola

azioni concrete proposte dalle classi per realiz-

zare il Piano d’Azione

La sco2mmessa

una scommessa con i governi: diminuire la pro-

duzione di CO2 a scuola ai livelli richiesti dal

Protocollo di Kyoto

Partecipando

un centro di documentazione sui proces-

si partecipati all’ITIS Belluzzi di Bolo-

gna

PROVINCIA DI BOLOGNA

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numero 4.2005