La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

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Informazioni su questo libro Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo. Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico, culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire. Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te. Linee guide per l’utilizzo Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili. I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate. Inoltre ti chiediamo di: + Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali. + Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto. + Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla. + Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe. Informazioni su Google Ricerca Libri La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com

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Gian Battista Marino

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Informazioni su questo libro

Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Googlenell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.

Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio èun libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblicodominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.

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S TR AGE

DEGL' INNOCENTI

DEL CAVALIER

MARINO,

IN RON CI G L l О N E ,

Per Giacomo Mertíchdli гуоб.щ

' Con lAwiza de' Superiori .

Si vendono iyi Piazza Navona sll'Inftgna

del Moriort- d'Gro riellaBaítega

degl' Eredi di Renato Bona . .

к'

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IN LODE DELL' OPERA,

e dell' Auttore .

DEL SIGNOR

CLAUDIO

ACHILLINI г

LA MARINA Sirena,

Bsnche fotterra eííangue , -

In quefto Mar di fangue

К ¡nova il canto, e rende l'aure immote ,

E mentre fi ri feote

Dal gran fonno fatale ,

Rende la ftrage iftefia à fe vitale 2

DEL MEDEMO.

Quel rfolciílime Cigno

D;I -Sebero amorofo ,

S'u'l Margine pietofo

D'un Meandro fanguigno, ^

Hoggi più che mai doIce,awiva il canto.'

, E quefto fangue in tanto ,

I Sangue, dicui facondaè la fya vena,*

1 Si côme avviva i lauri à le fue chionte ,

Darà fpirto vitale al fuo bel rtome ..

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4

DJ Signer

DECIO MAZZEÍ.

S:Pezzan tencri Infanti eccelfe porte

Là ne! fupremo Ciel alti Cuftodi :

E qui d ingiufro Rè I'ira , e le frodi

Fan rimanrr da va rio di fangue abforte.

Tu poi , cui le !<->r poppe odre la forte ,

, Né di profana fonte il Pindo godi ,

Con le lor fafce il braccioal Tëpo annodi,

Fai ne le cune lor dormir la Morte ; , ы

E quanteefcon da te lince potenti ;

Tu fpargende l'acciar di pianto,e d'oftro

ScrVvi del tito valor note lucenti .

Vivi penna fublime, il cui bel roftro

Seppe à la fete fua trovar torrenti

Di latte, fangue, lacrime, ed inchioftra .

Del Signor Cavalier

PIER FRANCESCO PAOLI .

COI proprio tangue lubrica rtndifte

Voi la foglia Vi:al , figli innocent! ,

Eper molli adagiar membra langnenti ,

Le dure tombe , e non le cune havefte .

#.Vi pofe cruda man piaghe funtfte ,

Pifa, che labro materno i baci ardent! ,

E ne le vene , à fuger latte intenti .

Co'l latee Mefio il ferro anco prenderte .

Riehiama à nova vita i pregi voftri .

Per voi fpargendo hor su'l paterno lido ,

Pelicano canoro, i proprii inchiofíri .

DiA il Ttbro , MARIN , dica la Senna 3

Se in dar morte, irftíar vita à magior grido

O la fpa.'a d'Hefode, ô la tua penna .

*. - ' sos-

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SOSPETTO D' HERODE ,

LIBRO PRIMO.

Arcomento.

- Viniquo Rè it le tartane grotte

Treiedendo il fuo mal s'affligge, e rode:

i ^uiridi efce fuor da la perpetua notte

Furia crudelt à in¡cfpettir Hèrode .

Egli л che fiel fuo cor ftima intorrottt

Le quitti al régner, ii ciè non gode ,

Mà fer opporfià la cradel Fortuna

1 Satläpi à conjeglio al fin raduna .

MUfa пo pin d'Amor cätiam !o sáegno

Del crudoRè,che mills Infâti ¿ffiitti

I ( Ahi , che non potï avidità di regno¿)

Fè dal materno fen cad?r trafitti ,

E voi regnete voi l "mfermo ingegno .

Nuntii di Chrifto , e teilimoni invitti, ,

Che defic fuor de le fquarciate gole

Sangue in vece di vocei e di parole .

ANTONIO, etudel grand'lbero-honore,

Germoglio altier d'Imperadori, e Regi ,

Chi no sabbaglia al rao fovran fplëdore,

S'al Sol ifteflo I' Alba tua pareggi „д /[

' O di più grandi Heroi fpecchio.o vs|^re,

Che d'invitta virtù ti glorii , e pregi ,

* Non difpreggiar di facre rime ordito ,

O^eílo picciol d'hondV ferto fioritc

. . As Nè

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6 LA STRAGE,

Nè fregiardi tal íiorsi degna fronte ,

La mia Mufa devota arrofir deve ,

Dique' fior, che nutrifce ilchiaro fonte;

In cni d'acqua vital vena fi beve ;

Fiordicui mai non fpogliail Sacro mote,

Odi Sirio , o di Borea arfura , o neve ;

Dacui fuggendo altre dolcezze a feo fe ,

Formano eterno mele Api ingegnofe .

Tu che con tanto pregio , e gloria tanta

Di Partenope bella il fren reggefti;

Ch'Athene,o Roma Heroe di te nö vanra

PiiJ degnoionde memoria al mondo refti ,

"Si che lieta non pur celebra , e canta

La mia Sirena i tuoi famofi geíli ,

Ma di tutto il Thirren l'onda fonora ,

' 1l tuo nome immortal mormora ancora ,

Sotto gli abiffi in mezzo al cor del mondo

Nil pumo univerfal dell'univerfo ,

Dentro la bolgia del più-сирo fondo

Staffi Tantico fpirito perverf-) ,

Con mordaci ricorte un groppo i mmondo

Lo ftringe di centoafpidia traverfo ,

Di tai legami in fempiterno il cinfe

II gran Campion.ch'in Paradifo ¡l vinfe.

G'.udice "di tormento , e Re di pianto ,

D'ineílinguibil foco ha trono, e vefta ,

Vefta , già ricco , e luminofo manto,

Нor di fiamme , e di tcnebre contefla :

Po.rta(e fol queftoè del fuo regno il vato)

Di fette corna alta corona in tefta ,

Fan d'ogn'intornp aljfuo diadema regio,

Hidre verdi , e Cerafte horribil fregio .

Ne

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DEGL' INNOCENTI . f

me

Ne gli occhi,ove meftitia alberga, e morte ,

Luce fiammeggia torbida , e vermiglia ,

Gli fguardi obliqui , e le pupille torte

Sembran Comete , e lampidi le ciglia ,

E da le nari , e dal le labra frmrte

. Caligine , e fetor vomita , e figlia ,

Iracondi , fuperbi , e difperati

Tuoni i gemiti fon , folgori i fiati . . ,

Che la vifta peftiferá , e fanguigna ,

Con l'alito crudel, ch'avampa, e fuma ,

La pira accende horribile , e maligna ,

Ch'inconfumabilm«nte altrni confuma ,

Con amaro ftridor batte ,[e digrigna *

I demi afpri di nigine , e di fchinma ;

E de' membñd acciajo entro lefiamm.

Fà con l'eftremo fuq fonar le fquamme

Tre rigoroíe Vergini viçine

Sonoafiiftentià l'infernal Tiranno ,

E con sferze di vipere , e di fpine >",

Intente fempre à ftimolar lo ftanno ,

Crefpi han di ferpi innanellsto il crin?*

C'horrido intorno *1 volto 6bra lor fans

Scetrro foßien di ferro, e nientre regna

II fuo regno,e fe ftefto abborre,e fdegna . *

Mifero , e conte il tno fplendor primierö

Perdefti >o già di luce Angel plù bello >

Eterno havrai dal puni tor fevero

A l'ingiufto fallir giufioftagello,

De* fregituoi vagheggiatore altero ,^

De l' alsrui feggio ufurpator rubello *

Trasformato , ecaduto inFlegetonte

Orgogliofo Narcifo , empio Fetonte .'-"

A 4 Qng. jtf

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8 LASTRAGE

Qoefte da l'ombre morte à l'aria viva ,

ínvido purdi noftro ftato humano,

Le luci ove per dritto in gift s'apriva

Cavernofo fpiraglio , alzo lontano ,

E proprio là ne la famofa riva,

Ove i chriftalli fuoi rompe il Giordano,

Ccfe vide , e comprefe , onde nel petto

Rinovando dolor , crebbe fofpetto .

Membra Taha cagion de' gran conftitti

Efca , ch'accefe in Giel tante favil le ,

Volge fra fe gli oracoli , egli editti ,

E di facri indovini , e di Sibille ,

.Oiïervapoi vaticinad , e fcritti

Mille prodigi uniiitati , e mille ;

E mentre pehfa , e teme , e fi ricorda,

L'andate cofe à le prefenti accorda .

Vide da Dio mandato in Galilea

Nuntio celefte à Verginella humile ,

Che l'inchina , e fahtta , e come à Dea

Le reca i giglide l'eterno Aprile ,

Vede nel ventre de la Vecchia hebrea.

Feconda in fua fterilità ftnile,

Adorar palpitando il gran concetto

Prima fanto , che nato un pargoletto .

Vede d'Atlante i ghiacci adamantini

Sciorfi in ri vi di nettare , e d'argento ,

E verdeggiar di Scithia i gioghi alpini ,

E i diferti di Libia in un momento ,

Vede l'elci,e le querce,e gli orni, e i pini

Sudar di mele , e ftillar manna il vento ,

Fiorird*Engaddoá mezzo vernoidurui,

Corer balfamo i fonti, e latte ifiumi . .

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, DEGL' INNOCENTI . 9

Vede de la feliceTanta none

Le tacit'ombre , e itenebrofi horrori

Da le voci del Ciel percoíTe , e roue ,

E vintida gl i angelici fplendori , .- .

Vede per fei ve , e per felvagge grotte

Correr Bifolchi poi , correr Paftori

Portando lieti al grarr-Mefsia venuto

De' rozzi doni il feraplice tributo .

Vede aprir l'ufcio à triplicato Sole

i La reggia oriental , che fi diíTerra ,

Scardinata cader vede la mole

Sacra à la bella Dea , ch'odia la guerra*,

Gl 'Idol i ,e i fimulacri , ove Л cole

Sua Deità ¿ precipitad à terra,

E la terra tremante , e fcoppiar quanti

V hà d'illecito amor nefandi amnnti .

Ved* dal Ciel con peregrino rage io

Spiccarfi ancor miracolofa Stella ,

Che verfo Betthelem dritto il viaggio

Segnando và folgoreggiame , e bella »

Equafi prtcurfor divin Meffaggio »

Fidata fcorta , e lumi'nofa ancella ;

Tragge di là dagli odorati Eoi ,

L Ínclito fluol de' trè prefaghi Heroi.

A i nuovi moftri , a i non penfati mali

L'avet fario del ben gli occhi converte ,

Nè men , ch'à Morte, à fe fleíTo mortali

, Già le piaghe antivede efpreíTe, e certe ,

Scotefi г e per volar dibatte l'ai i , ([te,

f Ch'in guifa hà pur di due gran'vele aper-

Ma'l duro fren , che l'incatena , e fafcia,

Da l'eterna prigion partir no'l Jafcia .

A J Po':

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lo ' LA ST RAGE

Poiche da' baffi effetti eg] i raccolfe

L'alto tenor de le cagion fuperne ,

Tinte di faugue ,e di venen travolfe

Quafi bragia infernal , l'empie lucerne.

S'afcofe il vifo entro le branche, e fciolfe

Rugito , ch'introno l'atre caverne ,

E de la coda , onde fe ftefto attorfe ,

La cima per furor tutta fi morfe .

Cosí freme fra sè . Ma d'altra parte

Staffi intra due , non ben'ancor ficuro ,

Studia il gran libro, ede l'andche carte

Interpretar s ingegna il fenfoofcuro,

Sà,nè sà pero come , ô con quai arte f

L'alto natal del gran parto futuro

D'ognivil macthia inviolato , e bianco

Dover'ufcir di virginello fianco .

Onde creder non wol del gran mifiero

La meraviglia à i chiari ingegni afcofa ,

Come pofla il fuo fiore havere intero

Si che Vergine fia Donna , ch'è fpofa ,

E poi,che'\ vero Dio divenga huom vero

Strana glifembra, e non poffibil cofa ,

Che lo fpirito s'incami , e che veftita

Gir di fpoglia mortal deggia la vita .

Che l'incomprefo , & invifibil lume

Si rivcli à Paftor mentre che nafcá,

Che 1' infinito Onnipotente Nume

Fat to fia prigionier di poche fafce ,

Che latte bea con pueril coftume

Ohi di celefte nettare fi pafce ,

Che'n rozza ftalla , in vil capantia afilio

St^achntrono hà difielle in FaraJifo .

Che

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DEGL' INNOCENTL : и

Che'l fommo Sol s'offufchi in picciol velo;

E che'i Verbo divin balbo vagifca ,

Che del foco il Fattor tremi di gelo ,

Eche'l rifode gli Angelí Ianguifca ,

Che ferva fia la Maeftà del Cielo (

E che l'Immenfità s'impijciolifca ,

Che la Gloria a foffrir venga gli aftanni,

E che l'Eterníú foggiaccia a gli anni .

Et oltre poi ,c'humiliato , e fatto ^

, Al taglio ubidiente , ancor fe ftello

Del gcan Legislator fopponga al patto ,

Dal marmoreo coltcl piagato anch eíTo i

E'l Redentore immaculate intatto

Del marchio fía de' peccatori impreflo ,

Quefto la mente ancor dubbia gl'involve

Ne ben de'fuoi grl dubbi il nodo ei fol ve.

Mentre à maehine nove alza I'ingegno, .

L'ombra del fofco cor (lampa nel vifo ,

Del vifo l'ombra in qnell'ofcuro regno

E d'eterna meflitia efpreftb avvifo ;

Come fuol di letitia a perto fegno

Eflere in Cielo il lampo,in Terra il rifo »

Da quefte cure ftimolato , e ftretto

Un difperato ohim¿ fvelfedal petto .

Ohimè(muggiëdo)ohime(dicea)qual veg-

D'infolito portento alto concorfo t (gio

che fiaqueiWah l'intedo.ah per mío preg-

M'avanza ancor ГAngelico difcorfo . *

Che non pofs'io torre à natura ¡l feggioj

E mutare a le Stelle ordine , e corfo , *

Perche tanti del Ciel finiftri aufpki

Divenifler per me lieti , e felici^

A 6 CKe

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Лг LA STRAGE

Che puo più farmi homai chi la celefte

Reggia mi tolfe ,e i regni miei lucenti t

Bailar doveagli aimé per fempre in quefte.

Confinarmi d'orror cafe dolenti .

Habitator d'ombre infelici , e mette.

Tormentator délie perdute genti ,

Ove per íin di si malvaggia forte

Non m è conceTa pur fpeme di morte .

Volfe à le forme fue femplici , e prime

Natura fovra alzar corporea , e ЬaГГa , -

E de' membri del Ciel capo fublime

Fardi limo terrellre indegna mafia .

10 no'l forTerfi , e d'Aquilon le cime

Salíi oved'Angel mai vol non paíTa ,

Efequindi ilmioft.uol vinco cadeo ,

1I tentar l'aire imprefe è pur trofeo .

Ma che non fatio ancor voglia, e pretenda

Gli âckhi alberghi miei fpopulard'alme?

Ch'in sè eori modo indiífohibil prenda

Per farmi ira maggior, 1 humane faíme i

Che pofcia vincitor fotterra fcenda

Ricco di rieche, e gloriofe palme

Che vibrando quà giù le fulgid'armi

Ne le miferie ancor venga à turbarmi ¡

Ah non fei tu la creatura bella»

Prencipe già de' fulgoranti Amori »

Del Matutino Ciel la prima Stella, ,.

,, La prima luce de gli alati Chori/

Che come fuol la Candida facella

Scintiller frà le lampadi minori ,

Cosi ricco di lumi al ti celefti

* Frà la plebe de gli Angelí fplendefH. -

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DEGL' INNOCENTI. 13

Laflo , mà che mi val fuordi fperanza

A lo ftato primier volger la mente,

Se con Tamara , e mifera membranza

Radoppia il ben paíTato , il mal prefente.<

Tempo è d'opporfi al fatto, e la poflanza

Del nemico fiatcar troppo infolente .

Se l'inferno fi lagna , ilCiel non goda ,

Se la forza non val , vaglia la froda -

Mà quai forza tem'ío/ già non perdei

Con Tantico candor l'alta natura ,

Armarfi il Mondo.e'l Ciel.de cenni miei

Gl i Ele men ti , ele Stellehauratí paura ,

Son qualfui , fiachi puô , come potrei ;

Se non curo fattor , curar fattura ?

Sarmi Dio, che fаrД/vo quella guerra ,

Che no mi Jece in Ciel,mouergli in terrs»

Lodaro i detti , folleuar la fronte

Letrè feroci ,e rigide forelle ,

E unte in lui di Stige , e di Acheronte

Rotar le ferpi , e fcofter le facelle .

Eecoci ( difier) prefto , eccocipronte

Dogni tua voglia eíTecutrici ancelle .

SômoSignrrdi quefio horribil chioftto,

Tuo fia l'imporre , e Tvbidir fia noftro .

Prouafti in Ciel ne la magnanim'opra

Ciô che sàfar con le compagne Aletto.

Nè perch'hoggi quà giù t'atcoglia, e co-

Ombrofo albergo,e ferrugineo tetto, (pra

Men fuperbir de i tu , che fe la fópra .

Al Monarca tonante eri íogettp , "

Qui fiedi Rè, che libero , & infero

Hai de la Terra , ede l'AttíTo impero'

... - С

* ».

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H LASTRAGE

Se valer potrà nulla induftra , 6 fenno t

Virtù d'herbe, e di pietrcô fuo di carmi,

Inganno, Ira, & Amor, che fpcfto fenno

correr gl'uomini al sague,e trattar I arm i

Tu ci vedrai (fol che ti pi<sccia)à vn cêno

Trar le Stclledal Ciel, I ob; e da i marmi,

Por follbura la terra, e 'l Mar profondo ,

.Crollar,fpiantar da le radici il Mondo .

Rifponde il fiero . O miei foffegni , ô fidi

De la mia fpeme,edel mio regnoappoggl

Ben le voftr'arti, e'l valor voftro io vidi

Chiaro la sù nelli ftellanti poggi .

Ma, perche molto in tutte io mi confidi ,

Huopo d'une perô mi fia fol hoggi .

Crudeltà chieggio fola , e fol coftei

Puô trar di dubbio i gran fofpetti miei .

Era coftei delie trè Dee del maie

Sovra ben degna , e fera oltra le fere,

E fen gia d'hor in hor batiendo l'aie

A riueder quelle mal nate fchiere .

Vaga di rinforzar l'efca immortale

Al foco, onde bollian l'anime pere :

Nel più fecreto baratro profondo

Del fempre trifto , e lagrimofo monde?.

Vlularo trè volte i caui fpechí ,

Trè volte rimbombar l'ombre profonde

E fin ne' gorghi pià ripofli , eciechi

, Tonar del gran Cocito i falfi , e l'onde.

Vdi quel grido,ei fuoi dritt'occhi in bie-

Torfe сo lei da le tartaree fponde , (chi

perrifpoftaal formidabil nome

IbHai le ferpentine chiome,

Ou

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DEGL' INNTOCENTf . is

Cafa non hi la region di Morte

Più de la fua terribíle , & ofcura ,

Stan fempre a i gridi altrui chiufe le porte

Scabre , e di felce adamantina , e dura ,

Son di ferro le bafi . e fon di forte

Diafpro impenetrabile le mura J

E di fangue macchiate , e tutte fozze

Son di tefte recife , e membra mozzs . *

V'bà ?a vendetta in sù la fogIia,e in mano

Spada brandifce infanguinata ignuda ,

Hawi lo fdegno , e co'l Furor infano .

E la Guerra , e la ftrage anhela.e fuda .

Con le minaccie fue fremer lontano

S'ode la Kabbia impetuofa , e cruda ,

E nel mezzo fi vide in vifta acerba

La gran falce rotar morte fuperba.

Per lepareti abbominandoordigni t

Onde talhdr fono i mortali offefi.

De la fiera magion fregi fauguigní ,

In vece v'hà di cortinaggi appefi .

Rote , ceppi , catene , hafte , macigni .

Chiodi , fpade , fecuri, & altri arnefi .

Tutti nel fangue horribilmente intriíi

Di rratelli fvtnati , e padri uccifi -

In menfa deteftabile , e funefta

L'ingorde Arpie con la vorace Fame*

E ('inhumano Erifiton di quefta ' .

Cibanoad hor,ad hor l'avide brame.'

*E con Tantolo , e Progne i cibi appreíU

Atreo feroce . e Licaone infame .

Medufa entro'l fuo tefehio à la crudele

Porte in fangue ftemprato a bere il feie -

-i Le

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1б LA STRAGE

Le fpauentofe Eumenidi Sorelle

Son fempre feco, fempre in man Je ferue

Furial face , intorno hà Jezabelle ,

Scilla, e Circe, Medea minifire, e ferue.

Son de I ' iniqua Corte impie donzelle

Le Parche ineforabili , e proterue

Dalle cui man fur le fue veftiorditc

Di nègre fila di recife vite .

ÇirCondail tetto intorno intorno un fcofeot

C'hà fol d'infaufie piante ombre nocenti,

Ogni herba è pefte, & ogni flore è rofco,

Spfpir fon l'aure , e lacrime i torrenti.

Pafcon quivi per centro , al aer fofeo

Minotauri , e Ciclopi orridi armenti

Di DraRhi,eTigri,e v5 per tutto à fchiere

Sfingi,Hiene,Cerafte,Hidre, с Chimere*

Di Diomede i deftrier , di Fereo i cani-,

E di Terodamente havvi i Leoni ,

Di Bufiri gli aliar, empi , e profani ,

Di Silla le fevereafpre prigioni ,

I letti di Proculte horrendi , e tirant ,

Le menfe immonde, e rie de'Leftrigoai,

15 del crudo Sciron,del fiero Scini

Gi'infami fcogli , e difpietati pini .

Quanti mai feppe immaginar Sagen. ,

b'implacabil Mezzentio , ô Gerione ,

Oco , Ezzelino , Falari , e con quell,

II fempre formidabile Nerone .

V'hà ttuti,hawi le fiâme,havvi i coltelM

Di Nabucco , & Accabe, e Faraone ,

Tale é l'albergo , e quinci efce veloce

1 4 quarta Furia à la terribil voce .

, - д c^

Page 24: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL'- INNOCENTI . 17

A coftei la fua mente aperfe a рeпа

L'Imperador de la tremenda Corte ,

Ch'ella di Dite in roen , che nonbalena

Abbandono le ruginofe porté,

E la faccia del Ciel pura , e ferena

Tutta macchiando di pallordi morte ,

Sol con la vifta awenenati al fuolo

Fè piombar gl i augelletti a mezzo' 1 volo.

Tofto , che fuor de la vorago ofcura

Venne quel тoйroa vomitar l'lnftrno,

Parvero i fiori intorno , e la verdura

Sentir forza di pefte, ira di Verno ,

Potria col ciglio iftupidir Natura ,

Inhorridire il bel pianeta eterno ,

Irrigidir le ftelle , e gli elementi ,

Se non gliel ricopriíTero i ferpenti .

Già da l'ombrofe fue ripofte cave ,

De la notte compagno , aprendo Tali ;

Lente, econ grato furto il fonno gravi

Toglica la lute à i pigri occhi mortali ¿

£ con dolce tirranide , e Coa ve

Sparfe le tempie altmi d'acque lethali ,

I tranquilli ripofi ,e lufinghieri

S'iníignorian de' fenfi , e de' penfieri .

Quando le negre piumeagili , e pefte

Spiega le Erinne,e'n Betthelem ne viene

Che'n Betthelem lo fcettro , e le molerle

Cure involato , il Re crudel foftiene . ;

E quai già con facelle empie , e funefie

'Di Tebeapparve a le fanguigne cene",

Ricerca , e fpia de la magion reale ,

Con follecito pié camere , e fale .

Page 25: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

i8 LASTRAGE

La reggiaall'hor del buon David reggea

Ligiod'AuguftoHerode,hu5 già canuto

Non legitimo Rè i mi d' Idnmea

Stirpe i e del Regno occupator temnto .

Già 4 Diadema Real de la Giudea

La progenie di Giuda havea perduro ,

E del giogo fervil gl' afpri rigori

Sofknendo piangea gli antichi honoíi .

Scorfo Г albergo tutto , à le fecrete

Ritirate fe'n va del gran Falagio,

Là dove in placedilfima quiete

>Trà molli piume il Rè pofa à grand'agio,

Nô vuoleà lui , quai proprio ufcî di Ltte,

Mofttrafi il moftro perfido, e mal veggio ,

Wàdifpon cangiar faccia, e girle avante

Fatta pallida imago, ombra vagante .

Giôche di furia havea, fpoglia ad untratto,

E di forma mortal fi veia , e cinge ,

Giufippo à l'aria al volto , ciafcun'atto

Quale , e quanto et fi fu, fimula , e finge .

AI Rè dal fonno oppreííb , e foprafatto

S'accofta,e M cor «i fredda ma gli ftringe

Poi la voce mentita , e mentitrice

Scioglie tra *l fonno , e la vigilia, e dice.

Mal accorto tu dormi , e quai nocchiero ,

Che per l'Egeo , di nembiofcuri , edeniî

Cinto, à Tonda fuperba , al vento fiero

Obliato il timon , pigro non penfi ,

. Te ne ftai neghittofo , с Jl cor guerriero

Nfe l'otio immergi , e n«l ripofo i ftnfi ,

E non curi , e non fai ciô , che vicino

Ti minacci di reo forte deftino .

Sai.

Page 26: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DËGL' IN MOCENTE. 19

Sai,chede' Reggi Hebrei del ceppo antico

Quafi d'aridoftel frutto infperato ,

Ammirabil fanciul , benche m:ndico ,

Là trà le beftie,e'l fien pur dianzi è nato .

Del novo germe , a te fatal nemico

Troppo amico fi moftra il vulgo ingrato

G! applaude,il/egne,egià сo chiarafama

Tuo fucceUor , fuo regnatore il chiama .

О quai machine volge , o quai difegna

Moti feditiofi i il foco hà in feno ,

Il ferro in man;già d'occultar s'ingegna

Ne le regie vivande anco il veneno .

Nè v'hà pur vn , che l'ire a fren ritegna

Del rio trattato.o che te'l fcopra almeno

Ноr và poi tù con l'armi,e con le leggi ,

Popolo si fellon difendi , e reggi .

-Qitell io , che già, per fl-bilirti in mana

De la verga reale i! nobil pefo ,

Pofi in non cils.e vitrée fangue; in vnrvi

Dfiiiue il sagne.e la vita hô fparf'o, e fрefо

Per più leve cagion contro il germano

Proprio,e propri moi ftgli ha l'armi prefo

Hor gieci , ô frate ad aitre cure intento

Nil magior1 huopo irrefoluto, e lento ,

Sù sîi petche ti (Tai / qoal ti ritarda

O viltate , o follia Í deíftati defta ,

Sorgi mifero homai , fcuotiti,e guarda ,

Quale fpada ti pende in fu la tefta: (da-

Sveglia il tuo fpirto addormëtato,ond3er-

Di Regio fdegno,e l'ire,e l'armi apprefta,

Teco di ferro, e fangue , ombra fraterna ,

Invifibil m' havrai miniftra eterna .

Cost

Page 27: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

lo LASTRAGE-

Cosi gli parla , e poi l' Anfefibene

De le fchiume di Cerbero nodrita ,

Ch ai manco braccio avviluppata tiene ,

Velenofa, e fifchiante al cor gli irrita;

Egli fpira in un foffio entrole vene

Fiamma ch'avvîvaogni virtù fopita ,

Ciô fatto entra nel bnjo, e Ii nafconde

Trà l 'ombre più fecrete,più profonde .

Rompefi il fonno , e di fndor le membra

Sparfo dal letto infaufto il Rè fi fcaglia ,

* Che, benche riccof e morbido,gli fembra

Siepe di fpine, e campo di batraglia .

Ciô che d'haver veJuto gli rimembra

E ciô ch'udi , ne la memoria intaglia ,

Pien d'affanno,e d'angofcia à voto sfida,

4mperverfa , minaccia , 6c armi grida .

Comí fe larga man pafcolo accrefce

D'efca la fiamma , ô mantice l'alluma,

Ferve concavo rame , e mentre mcfcu

1l bollor col vapor, mormora , e fama ,

Gonfiafi l'onda infuperbita , & ífce

Su'l giro eftremo, e (i convolve, e fршпа

Veríarfi al fine intorno , è nocer tenta

. A quel medemo ardor , che la fomenta .

Cosí confufo, e fiupido quai ode

Novo follevator forge nel Regno,

áentifi Palma il difpietato Herode ,

Già di timor gelata , arder di fdegno.

Tarlo d'ingiuria impatiente il rode

Wè trova loco à l'inquieto ingegno ,

Б de la notte, ov'altri pofa , e tace ,

.Quafi guerra importuna , odia la рагe .

Già

Page 28: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI. *Г

Già per mille profetici prefagi

Queftodubio nel cor gli entró da prima

Poi dache vide i tributarii Magi

Nel fuo regno paftar da ftrano clima :

A rodergli i penfier crudi, e malvagi

Ritornô di timor tacita lima .

Ноr, che i fofpetti in lui tierta, e rinova

Il fantafma infernal , pofa non trova .

Tofto , che fpnntí in Oriente il giorno

(Che l'aria ancora è nubilofa , e nera)

Vuol, che s'aduni entro M rf al foggiorno

De' Configlieri Principi la fthiera :

Va de' Sergenti, e de gli Araldi intorno

La follecita turba Meffaggiera ,

Et a capí i e miniftri in ogni banda

Rapporta altrui chi manda,e chi comada.

"Diebe paventi Herode/ equal'accefo

Hai di fangue nel cor fero deßre /

Humana forma il Ré de' Reggi hà prefo

Non per fignoreggiar , ma per fervire .

Non per furarti il Regno in Terra ë fcefo,

Ma te de1 regni fuoi brama arricchire ,

Vano, e folle timor, c'habbia colüi ,

Che'l fuo ne dona, ad ufurpar l'altrui i

Già per regnar, per guerreggiar non nafee

Fanciullo ignudo, e poverel negletto,

Cui Donna imbelle ancor di latte pafce¿

In breve culla , in pochi panni ftretto :

I guerrier fon Paftor, l'armi fon fafee ,

II palagio real ruftico tetto, » .

Piantiïe trombe: i fuoi deft rler fon due

Pigri animali, un' Afinello, un Bue,

Лfine del Libreje(endo .

Page 29: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

LA STRAGE

CONSEGLiO DE'SATRAPI,

LIBRO SE CONDO,

Argomento.

¿41 Confeglio adunato il Rè palefa •

Cid i r£'<i /«,' , ,li temer forge Jofpctto .

Vrizeo , cb'à buon fin la mente bà it, tefa

Tenta Vira trude! trarli dal petto .

Buructo , cb' à la ßrage bà l'aima attefa

¿¿contrario fenfier feopre l'affetto ,

Ginfeppe , che jbgnando il maie intende.

Du Giudta ne l'Egitto il camin prende .

HAveano al carro d'or, che'I dî n'appor-

rimeftb il fren le matutine ätelle (taf

E 'n si) la foglia del'aurata porta

Giurtto era il Sole; e fra fparir le Sttl!e,

E la fua vaga meflaggiera , e feorta ,

Fugando i fogni, quelle nubi, e quelle,

Per le piaggie fpargea lucide ombrofe

De la Terra,e del Ciel rugiade , e rofe.

Et ecco întanto i Senatori unie!

Fur da le guard i e in ampia fala ammeffi:

Oove al vivo trapunti , e coloriti

Serici fimulacri eranoefprefti .

Kaveano in sè di Marianne ordîti

* Gl infaufti amori , e i tragici fucceflî ,

SpogUe di Babilonica teftura ,

Fregi fuperbi à le fuperbe mura .

De

Page 30: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Deila fala pompofa il bel lavoro

Poco с uranti , e i bei contefti panni

Al Re fen giro i & ingombrar сoíloro

Del fenato real gli aurati fcanni ,

Di mano in man fecondo ¡gradi loro

E del fangue , e de' titoli , e de gli anni

Quai più lontani à lui , quai più vicini,

Satrapi, Fatifei , Scribi, e Rabini.

Su'l trono principal di regio arnefe

Pompa maggiore ,e maraviglia prima,"

Lo quai del Rè pacifico , e cortele

Edificio mirabüe íi (lima,

Immantinente il fier Tiranno a fcefe ,

Gl alrri intorno fedenti, & egli in cima,

Il fedili ch'eglipremeeletto, e fino.

Forma ha di core, e l tore è di rubino.

Il pavimento, ov'ei pofa le piante ,

Tutto di drappi d'or fulgido fplende,'

Di varie gemme lucida , e fteliante

Ombrella Imperial foura gli pende»

Hà di ben terí'o , e candido Elefante

Sei gradi intorno.onde s'afcende.e fcëdei

Stanno due per ciafcun de'fei fcaglioai

Quafi cuftodi a'fianchi , aurei Leoni .

Quivi s'affide , e 'l fofco ciglio «{Tangue

Volge trè volte à l' adunato (luolo ,

Poi gli occhi al Ciel folleva ebri di sague.

Indi gli afllgge immobilmente al fuolo,

In attotal ch'in un minaccia,e langue, t

E porta efprelTo entro lo fdegnoil duolo.

i Non piange no , perô che l'ira alquanto.

Corne il ventola pioggia,aflrena il piäto.

Seote

I

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24 LASTRAGE

Scote lofcettro , e'l feggio , ove dlmora

Tempeftandol col pié-par c'habbia in ira.

L'aureo diadema, onde le tempia honora

Si trahe di tefta , e fofpirofo il mira .

La bianca barba, & hiípida tal hora

Dal folto mento à pel à pel fi tira .

Al fin tra lidi de l eîTfiate labbia

Rompe Tonde del duolo , e de la rabbia .

Principi, equal novello alto fparente

Turba i ripofi à le mié notti ofcnre i

•" Quai fâtafmi,quai larve io veggio,iosëto/

Quai mi rodono il cor pimgenti cure ..?

O nofttro ftato human non mai contento,

О regie Signorie non mai ficure ,

Dunquc nemica infidiofa frode

Puô ne la reggia fua tradire Herode l

Verfomi in gran penfier , ch'entro i confini

Di Betthelem l'ufurpator temuto

Del noftro regno , infra Giudei bambini

Già tant'anni predetto hor fia venuto ,

Vidi Régi fîranieri , e peregrini

!R icco ietargli oriental tributo,

Poi fenza prù tornar, rotta la fède

Per altro calle accelleraro il piede .

E vi giur'îo per queíîo fcettro , e queíir,

Capo real , ch' à mè , non so , s'io fnffi"

La prefto ГA Iba addormentato, ô defto-

Ginfippo innanzi il mio fratel moftroflî ,

Con queiVocchi il vid'io láguide.e mefto

- 1 noji accenti , al cui tenor mi fcoffi ,

Q^eu'orecchie afcoltaro,o quai m'eípofe .

Ue miei rifchi pre fenti ofeure cofe .

* . « Po-

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DEGL' INNOCEÑTI . as

Potei gil dell'Arabia , e de l'Egirto

, tiaccar l'orgoglio, e in diftufati modi

Qel falfo Atemion d'Arbella invitto

• Rintuzzar Parmi , e fnperar le frodi .

Antigono lafciar rotto , e fconfittO ,

Uccider Pappo , e'l Mar vincer di Rodi ,

* Schernir Pacoro , e vendicar potei

Contro il perfido Hircano i torti miei .

Et bor popolo inerme , e con paterno

Zelo amato da me fempre , e nod rito ,

Un fanciul non so quale al mió governo

Me vivo ancor fia d'acclsmare arditol

Et iqdormo/& io taccio/e'l proprio fcher-

R è fprezzato foftegno,e Rè trad ito / (no

E per vana pietà , ch'ad al trui porto

Contro me ftefto incrudelifeo à torto ?

/

Strider per tutto intorno à quefte mura

Inimici vagiti udir già parmi ,

Ahi vagiti non fon , né m aftlcura

L'altrui tenera età, fento sfidarmi .

Strepit i fon d i guerra , e di rongiura ,

Son minaccie di morte , accenti d'armï ,

Trombe guerrière, onde vil turba ardita

La mia pace conturba , e la mia vita .

Col filentîo pero duro, e mortale

X*nte voc' ammutir farrô ben'io ;

Voglio in un mar di fangue univerfale

L'ancora ftabilir del regno mio.

Síafi innocente, è reo poco mi cale

Sia giuftitia , ô rigor nulla cur'io .

Purchecol fangne,econ le ftragi,e l'onte

La corona real mi/ermi in fronte .

Laßrage. B# Sè

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i6 LASTRAGE

So , cbe la mía ruina ancor lattante

Va già crefcendo entro le fafce occulta ,

Gia pargoleggia, e già vaí{ifce infante ,

Mà farô si , che non favelli adulta .

Veggio l'infidia rea , che ribellante

Già mi vitn contro , e tacita m'infulta;

Mí venga pur quanto fi voglia in fretta,

Che pretoria farà da la vtndetta .

Hore non trarrô mai Hete, e tranquille

Tanto,che fparfo in larga piazza ondeggí

Lago di langue . e df fanguigne ftille

Ritima quefta porpnra roíT-ggi ;

E la falute mía , quaft per mille

Occhi, per mille piagbe al fin vagbeggi

Scripta a vermiglio;dëtro 'l tagne afperfo

L'altrui perfidia, e'l mío timor fommerfo.

Ditemi hor voi, che qui raccolti infieme

O miei fcdelî,al Commun rifchio invoco,

Havrô fbrfs'io , le fovraftanti eftreme

Fiamme del Regno mie da curar poco f

O deggio pur, pria che piu crefca,il feme

Primo ammorzar del già ferpente foco/

E fchivâJn il mio mal con gl'altrui lutti,

Per ucciderne un folo,accider tutti/

Tare ciô deito , & al fuo dir fuccede

Tra' circoftanti un frémito confufo,

Quai fà tal'hor il Mar, fe Burea il fiede

Ttá cavi fcogli imprigionato , e cbiufo .

O qual , fe carche d'odorate prede

Rozado in cima a i fior, com'han per ufo,

L'api mormoratrici insu'I nuov'anno

A i lor dolci convili in fchiera vanno .

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DEGL' INNOCENTl 7 17

Di Ф'?l parlar , frà gl'altri fuoi pin cari

Urizeo Sacerdote , il fin attefe,

Hnom, che per varie terre, e varii Mari

Moltoerrô, molto vide, e molto apprefej

Poi già canuto in quei fecreti affari

Per fè i per fenno , à i primi gradi аfсele

E gran bofcodi barba hirfuto , e folto

Gli adôbra il petto,e gli aviluppa il volto.

Porta egli H'mel nella favella , & have <

ln bocca gl'bami,e nella lingua i dardi.

Volto comporto in placid'atto , e grave t

Fronte benigna , occhi , modefti, e tard i .

Sciolfe in candido ftil voie foave t

Et agl'accenti accompagnando i guard! ,

Fuor delie labra in bel fermon foлoro

Verso Mum: di latte , e vena d oro.

Troppo (difï'egli) ô Sire atto perîglio

In quel,che chiedbà côfigliarti io veggîo

Se da te fia difeorde il mio configlie

Cadrottî in ira , e ciô ne v6 , ne deggio .

S'al tuo fermo voler poftia m'appiglio

c6tro'l dritto.e'l do ver,fia forfe Ù peggio

Sarô à la patria , a Dio nemico efprefîb ,

Traditore al mio Ré, crudo à me ftefto.

Pur non terrà ciô , che foviemrai afcofo ,

Io provai già ne l'età mia più frefca ,

ClT immaturo Capriccio , e frettolofo

Raro adivien , ch' a lieto fin riefca .

Né dce ttatto da I' impeto crucciofo

Altri cofa eftegnir , che poi rincrefea,

Perche in huö faggio,eror grave fi rtima,

Pentirfi pofeia , e non pen farlo prima ,

В a %Fia

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iS LA S T R A G È

Fia dunque il tuo miglior , di quel si fero

Defir ,chelieve , e rapido trafcorre

Con ritegno foave , e dolce impero

Di ragion coníigliaea il fren foccorre ,

Che , s'à giogo di legge il eolio altero

Non hà libero Principe à fopporre ,

Dricto è peró , che chi la diè l'oíTervi ,

Ond' efempio dal R¿ prendano i fervi .

Che giova à gran Signor popoli . e regni

Sotto fcettro felicehaver foggetti ,

, EtelTerpoi degliappetiti indegni

Servo infelice, e de' vulgari a'ífetti.*

Sfrenati amori , irregolati fdegni

Son colpi si ne' generofi petti ;

Màcrndeltàde l'altrui fangue ardente

Al Monarca del Ciel troppo è fpiacente .

E s' in ogni alma ancor vile , e villana ,

Che l'obliquo fentier fegua de' fenfi

Biafmo efler fuol di quefta rabbia infana

Haver Ii fpirti oltre mifura accenfi ;

O q uanto meno in anima fovrana

Corale aftetto, e in reggto cor convienfi,

Oquantoei dee de l'empie voglie il freno

A crudel precipitio allentar meno .

Cbe si come lafsù lucida , e pura

Sempreèdel Ciel la region fublime ,

Nè mai baflo vapor , nè nebbia ofeura

Vela il fuochiaro,ô'lfuofereno imprime;

E come Olimpo in parte alta , e fecura

So V ra i folgori, e i nembi erge le cime i

Cosi petto reale ,e nobil mente

Mai turbo, 6 tuon di vil furor non fente.

. , Fíl

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DEGL' INNOCENTI . *9

Fù per fpavento altrui, più d'una legge

Con afprezza , e rigor det tata, e fatta ,

Che poi nell'efleguir , da chi ben regge

Con molle mano, e placida fi trat ta .

Convien chi bno deftrier frena, e coregge

Ch'accenni di ferir, più che non batta :

E quartier Giove i fulmini dilTerra .

Molti atterifce si , mà pochi atterra .

Tolga il Ciet, ch'al mio Rèd'oprasi brutta

L'eflecrabile ecctflo io perfuada :

Che la dolce mia patria orfana, e tinta

Del fuo preggio maggior sfioratacada:

Che si nobil Città vota , e deftrutta

Habbia à reftar da Cittadina fpada :

Povera Signoria , vil Scettro indegno ,

Duce fenza guerrier, Rè fenza regno .

QueJ , che fi vedeè chiaramenteaperto,

Quel , che f: teme è dubbiamente ofeuro.

Hor vorrai tù.già in tante prove efperto»

Trar di danno prefente util futuro /

E per vano timor d'un rife Rio incerto ,

Procacciar poco cauto un mal ficuro /

Un mal,ch'apportator d'affanni eftremi,

Sarà forfe maggior del mal , che temi î

Temí la guerra infofpettito, e vuoi ,

Che tama gioventù íhrpata moral

Chi sa , fe nato è già frà quefti tuoi

Come il nemico , il difenfore ancora/

Dimmi , dimmi per Dio, chi íia, che poi

S'armi in tua guatdia,e ti diíeda aH'hora/

Se germngliante à la-ftagione acerba

Un'elTercito intiern hor mieti in haba l

В i Ch*

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30 LASTRAGE

Che dirá poi la fama t oimè la fama ,

Che del falfo, e del ver divulga il grido ?

- Dirá, che p ;r fanguigna a vida brama

Ti fingefti rubbello un popol fido .

Popolo , che te folo honor» ,& ama ,

Ch'à te lontano ancor dal patrio nido ,

In frà i tumulti de la regia fede -

Serbô mai fempre ubbidienza , e fede '.

Nê quel (come tù fai) creder fraterno

Simulacro vogl'io , c'haver ti parve

Notturno innazi, ô fur da gioco,e fcherno

Falfî fognî , ombre vane, e finte larve ;

О (quant* io credo) il tentaror d'Averno

Con cosí fatta iHuilon t'apparve ;

Perô, che il Rè del Ciel, si coms io leftî .

Angeli , e non fantafmi ufa per nieftl .

E poi , di quefto Rè , che temi tanto

Scritto,che'l Regno efterquagiù terreno

Non deve nô, ma fpiritale, e fanto ,

D'amor, di grazia, e di dokezza pieno

Rè , the veftito di mendico manto

Di tefori immortahhà colmo in feno :

Temer duuque non dei,cheportt guerra,

Se per dar pace al Mondo è fcefo in terra.

Manfueto, pacifico, innocente

Ve.-rà , depofti i fuimini celefti ,

S'a: mar volefte il fuo braccio polTente

A danni tuoi , deh qua) difefa ha vrefti ?

O come da IVíTercito luceme

Da gli alati guerrier campar potrefti l

Chi puô fuggir i come celarfi , o dove ,

Da lui , che tutto vede , e tutto move .

Oche

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DEGL, INNOCENT!. jt

О che fa Ifo è del «uto , ó ch'è verace

Quefto antico pronoftico del tegno .

Se vano e' fia, perche turbar la pace ,

E de' moi fufcitar l'odio , e lo fdegno l

Ben per me (limar vô,che fia fallece,

Pero che a(Гa i fovenre aftuto ingegno

Sparge tai voci ad arte invido, e rio ,

Per irritar nel Regli huomini, e Dio .

4 *

Se nelle Stelle poi feolpito , e feritto ,

Se ferino è inCiel.che'l graBábin fia nato,

Studio humano che vale i к che l'afflitto

Popol affligi / à che t'ipponi al fato /

Publichi in darno il difpietato editto ,

Fremi * furia, fe fai, minaccia irato ,

Viverà , crefcerà , fott'alcun velo

Terrallo afeofoa tuo mal grado il Cielo .

Fuggi Signor di Ré crudele , e folie

Titolo infame , e con real clemenza

Qoal fervido valor, ch'awampa, e bolle.

Tempr i maturo fenno , alta prndenza ,

Sofpendi l'ire, e manfueto , e molle

Ufa giufto rigor , non violenza ,

Cercbifi ¡l reo pii'i tofto , e di ciafeuno

La pena univerfalporti quell'uno .

Più oltre aflai di fue ragioni il corfo

Stédea forfe in parlado il vecchio accorto,

Mà vide il Rè, del fuo fedel difrorfo

Quafi fprezzante il di fecondo, e feorfo

Crollare il capo, e più dir Tigre, e d'Orfo

Volger lo fguardo difpettofo, e rotto,

In fronte gli miro feritto , e nel ciglio

Animo rifoluto odia il configlio .

В 4 Bu.

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?г LA S T R. A G E Г

Burucco era un Baron ,d'aítio,e di fdegno

Roco morraorator, nod ri to in Corte ,

Scaltro,doppio,fellon,che I rege iIRegno

Per invidia , e per altro , odiava forte ,

Precipitofo , e fervido d'ingegno ,

Vago di (trage , e cupido di morte ,

Che pietà non conofce , e che non cura

Tenerezza di fangue i o di Natura .

Quefti calvo la tefta , e rafo il mento

Era ancor di vigor frefcoi e vivace ,

Mà'I negro pel d'intempeftivo argento

Seminato gl'havea l'età mend ace ,

Poiche l'adulator gran pezza attento

Stette à quel raggionar faggio, e verace

Nel fuperbo Tiranno i Iumi aífiiTe

Sorfe , inchinollo , indi s'aifife , e difte .

Signor fudafti , e guereggiafti , e quante

La deiîra tua vittoriofa , e forte

Nel nemico feroce , e ribellante

Sangumofe ftampô piaghe di morte,

Tant'ella ha bocche lodatrici , e tante

S'aperfe à gloria eterna eterne porte ;

Onde puoi dir,ch'hai con illuftri aífanni

Vinti in un pu to i tuoi nemici.eglianni.

Quinci (con pace altrui) creder mi giova »

Che non fenza cagion temi , e paventi .

L'in vidia , chin altrui fpeflb fi сo va ,

Effet puà, che gran cofeardifca, etenti .

E che tratti congiure , e che fommova

Ad armeggiar tumultuarle genti ,

Perô che'l Ciel ne la real Altezza

Duo nemici congiunfe,Odio,e grandezza

Page 40: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' ÏNNOCENTI. 3Î

Popolo rozzo, indomito , efelvaggio,

Gente vaga di rifte ,edi rivolte i

Volgo incoftäte,e prefto ad ogni oltragio

Reggi Signor , ene calcitro più volte ;

Awifo fia del Rè difcreto , e faggio

Frenar qireft'ire impetuofe , e ftolte ,

1 riíchi riparar dellc fciagure ,

E i danni antiveder de le future •

Spegnefi di legier breve favilfa (ga

Pria,ch'in Mamma magior s'avanzí,& er-

Facil'è riverfarpicciola (lilla , (ga

Anziched'acque in legnoempia,e sómer

Fredde piagafaldar , quand'altri aprilla

Vidi , e vidi plegar teñera verga ;

Ch ai fin, fe l'unainvecchia,e l'aîtra in.

Vana la forza è poi,vana la cura, (dura

Opra fia di te degna , e di quel fenno ,

Che fotto l'elmo incanuti pugnando,

E fatto formidabile col cenno

- Seppe trovar pria, che lo fcettro,il brädo,

Far contrafto à i principii,i quai fi denno

Sempre curar , mà molto più regnando

Cóvien,ch'atteto venghi,e che bëguardi

A quel , che poi vietar non potrai tardi ,

Dice chi pin non sà , ch'in petto regio

Snmma loda è pietà , cio non negh'io ,

Al fido,al buon, l'ufar pietade è freggio,

Indegno è di pietà , l'infido , il rio ,

Oltre,che pofeia honor non hà,ne pregio,

Quädo ancor n5 fia giufto huo che fia pio ,i

Son Giuftizia, e Pietà compagne, e qoaíi

Delia virtù real foftegni , e bafi .

E S Pi»

Page 41: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

34 LASTRAGE

Più ti diro . Sai ben , che in fua radice

Ancor nö fermo intuttoèqnefto Impero,

Tenero , e frefeo è il too dominio , e lice

Sempre à Signer novello eífer fevero ,

Anzi à cerrore altrui non fi di (d ice

Farli à corto tal hor crudele , e íiero ,

La ragion del dover cede à lo fdegno ,

O cede al men a laraggion del Regno .

Qual' hor di regno trat ta fi , e d'honore

Raggionevol partitoè l*infolen¿a ¡

E ne' cafi impcreanti aífai migliore

E la temerità , che la prudenza .

M à prudenza parquefta, & è timore,

Codardigia.che volto hà di clemenza.

Non, fe non dopô 1 futto, aliun penfisro

Haver dce loco , ove ne và I Impero .

Quand' altro ben da cosi fatto fcempio

Non fegua,& altro eífetto, e non for ti fea,

Per la memoria almen di queft'eíTempio

Non íia più mai chi di tradirti ardifea ,

E fe di tanti pur folo queli'empio

Verrà che campí, e che fue trami ordifea,

Tutti da (trage tal già sbigociici ,,

Non havrà chi l fecondi , o chi l'aita .

Mà poniam pur , ch'alcun nen fia giamai,

Ch'alla corona tua machin i inçanno,

Da la fama à temer pero non hai

Titolo di protervo , edi tiranno,

Anzi di guifto, ed'incorrotto navrai

Lnda immortal de gli h y min i, che sano;

Che fe fevero, e formidabil fei

Con gl'Innocenti i hor che fatai con re i ?

Page 42: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 3S

Aggiungi poi , chil Rè del Ciel cuftode

Sempreède Rej;i,e protettor de'grandi.

Son cariffimi à Dio , peró ch'ei gode

In terra haver ch'in vece fua comandi .

Нor fe da lui favoreggiato Herode

Con infoliti fegni, e memorandi

Piùd'un avvifon'hebbce piùd'un meíTo,

Quefto mi taceró . fe'l fa i tu (leño .

La nova in Ciel mifterinfa Stella

Stella non fù , che qulvi à cafo ardeiïe ,

Ma fù lingua di Dio, ch in fua favella

Guarditi ó RéGiudeo , pane dicefle ,

E gl'indovmi Heroi fcorti da quelle ,

Checon voci tra noichiare, & efprefle

Cercando gian del Rè de' Paleftini,

Ch'altro non fui, che Meflaggier divini/

Ch'altri femplice plêbe , e fempre vaga

Di novità i volga à fuo fenno, egiri ,

Stranio non è, mà che fagace , e maga

. Gente , e gente real dentro (í tiri ,

Sí ch'ella qual fatídica , e prefaga

China l'adori , e (tupida l'ammiri

Altrui lafciando i proprii regni in cura

Per via si Iunga . e per flagg ion si dura .

Quefto è ben da terrier . Punir Páguatrs '*.

C5 fupplicio commnn,quand'altri il cell,

Gl'intereffi affidar del reggio (lato

Son ginftiflime leggi , e non crudeli .

Se ceno è pur , che'l traditor fía nato ,

E non è chi l'aceufi , ó chi 4 riveli ,

Dunque tutti fon rei , dunqne dir puoi

Disleal»» e rubel ciafeun de* tuoi

В б Al-

Page 43: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

3<S LASTRAGE

Alcri i cui mol le il cor moke , I ufinga

L'amor paterno , e la pietà de figli ,

Ch'ama gliotii dumeflici, depinga

JLievi l'ingiurie , e facHi i perigli ,

Ciô, che non è, pur come fía* s'infinga ,

A fuo fenno , e piacer parti , e coniigli ,

О che molto timor de' danni fui ,

O che poco penfier hà de g Ii altrui .

Me , cui l'età non già , ma la fatica .

Facto an zi têpo ha biacheggiar lachioma,

Cbe frà gente congiunta , e frà ne mica

Fui già teco in Arabia < e teco in Koma ,

Morfo non riterrà , si ch'io non dica ,

Ch'à gran Ré gran fofpetco è grave foта,

Tanto mi detta il ver.non teflo inganno,

Nè più miro al mioprô>ch'à l 'altrui dàno.

locol Mondo , eco? Ciel qnl mi protefto >

Giudici , eteftimoni il rege , e voi ,

Ch'à i ripari del mal volfi effer pi efto <

Mozzar le lu nghe » e non dolerfi poi .

Sire , che ftar ti val penfofo , e mefto ,

Se l'arbitrio hai del tutto.e che non puoi/

La cofa à quel] ch'eiprelîo homai fi vede,

Indugio non foftien , pietà non chiede .

Tal'hor Fificoefperto in braccio eíTarigue

Fà volontaria , e picciola ferita »

Nè poche rifparmiar ftille di langue

Suol,perche'} corpo; «*1 cor fi ferbi in vit*

¿peíFo accortoChirurgo ad huô.che lâguc

Forge ia a tto erndel pietofa aita ; *

Incide , mcende , e ne l'infcrmolocr,

Pon pet maggior falute il ferro, c'l foco .

Sora-

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DEGL' INNOCENTI . $7

Sommerganfi nel mar merci , e tefori ,

Pur che campi la nave , e giunga à riva,

Tronchinfi i membri ignobili,e minorii

Sol , ch'l capo real fi falvi , e viva .

Refti Ja pianta Hebrea di frondi , e finii,

E J'inutili germi ignuda , e priva,

Perche'l ceppo maggior del reggio ftelo

Drittos'inalzi, e fenza intoppi, al Cielo .

Pera ptvr l 'Innocente , pera H reo ,

S'aH lonotéza in grembo il mal s'annîdai

in facrifitio al Regnator Hebreo ,

Tra milJegiufti , un misfattors'uccida ,

Verfi fpada feal fanguc plebeo,

Cangia nemici , e «on ncm'tci (ei grîda)

Vita feívil con graft-ragion fi Ipreg,a

fer fottrar à grao ri lob i o -anima regia .

Cosí dic'egli , « con vie men mrbato

Ciglio a ' fuoi detti il R è pes fua lo a ppiaiide

Fermo in fua fera vogIJa , e lofingato

Da delce fuon d'adulatrice lande .

Sorge , e dà todo a i Priiicipi commiat©

Machinator di fceíerata fraude ,

E corre in gnifa pnr di rigid :angue ,

Inferocito , inviperito , al Cangue .

Tace, e píù ogn'or lo (limola, e tormenta '

-Mordace cura , efervido penííero , <.

£ -lo »ferea la furia , « lo ípav-enra \

, Tema di morte, egeJofia d'Impero.

Che non fà, che non ofa, che non tenta

4Jn' orgoglio tiranno, un cor fevera/

¡ frefume fi , che temerario , e ñol te. -

Vorria potex ció , che poter gli ¿ coito .

Page 45: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

j¡8 LA STRAGE

jià di Sion la notte empia forgea

Gravida d'armi , с di mortali eccHffi J

Ne tanto horribil mai la terra Hebrea

La vide ufcirda tenebrofi abbîffi .

Qnanto fi Лende il Ciel delta Giudea

Di tartarea caliggine copriffi ,

Si fofco ilModo appar.che par.che debbia

Disfarfi inombra.e convertirfi in nebbia.

ïntanto il Rè d'indtigio impatiente

Da l'empia crudeltà fpinto, e commotio,

Menade fcmbra, all'hor, ch orribilmente

Rota fe ftefla al fuon del cavo boflo .

Da timori folleciti fi fente

Tutto agitato il cor , tutto percoflo .

Ma in vifta è tal , che da ciafcun veduto

Dee viè più , che temere eflirr temuto .

Chíama i miniftri , del furor fuo ftolto

L'tmpeto è tal , che favellar mal pote ;

E quad fíume in fe medefmo awolto ,

Ch'entro il rapido gorgo i faffi arrote ,

Soffoga i dentbe'l íuon nonben difciolto

Rompe , con quel fragor frangele note.

Con cui da l'ime vifcere diflerra

Prigiontero vapor concava terra .

Vnol.che di quante madri il cerchîo aduna

Di Bettheleme, entro la regia foglia,

Có qualunque Bambin gli acceti in cuna

Olera Panno fecondo ancor non feinglia,

L'altro mattin fenza reftame alcnna

Tutto il numero fparfo in un s'accoglia,

Cosi commanda, e'I fuo decreto efpofio

La buccinareal divulga tofto .

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DEGL' INNOCENTI. 39

Tace il fellon I'ordita froda , e vieta ,

Che'il tracto crudel fi fcopra altrui » ...

E fotto altro color di cagion lieta

Vela l'infidie , e i fieri inganni fnoi ,

Nulla le donne fan de la fecreta

Machina , ch'appreílata è lor da lui ,

L'editto altre con torta , altre fgomenta ,

Parte penia ubbidir , pane paventa .

Santa Pietà , s'eítinta in Ciel non fei

Poi he di terra in Ciel fthiva fuggifti *

Mira i faft i quagiù , mirai trofei

De la nemicatua fl bili , e trifti .

Perche nonfcêdi bo/nai/'gl'oItragiHebrri

Son da te non curaii , ó pur non vito l

Vedi,che fcherno.ó fcampo,ondeno pera

D'.fdraele il buon ii me, altro non fpera.

Cosi vicina à rimaner R accheTe

Ora de figli , in fuon dolente , e pío

Querelando fe'n giva , e le querele

Giunte lafsù , la Dea benigna ndio .

£ vaga d'impedi r Тoрra crude le

Si (Tefe à pié del tribunal di Dio »

Tolfe il freno à la voce , e fcblfe intanto

La vela al fofpirar, la vena al pianto .

Occhi íí t'.mo miranti , occhi divini ,

Sete for fe, (dicea) rivolti altrove

Ode gPinnocentiffim i Bambini

V'è prefente lo ft rat io , e non íí move /

Vedete humani cori , anzi feriní

A quali infamie ¡múltate , e nove

Trae.mercé fol de l'empio infernal'angue

Nata di fame d'or, fete dl fangue . -F

Padre

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4o LASTRAGE

Padre già più non fei d'ira , e vendetta ,

Quai fofti un tempo , eflVutor zelante,

Dunque perche vuoipurlatua faetta

Scoccar fevero, e fulminar tonante/

Focfedejpuro Agnel l'noftia diletta

A la falutt altrui non è bañante/

Non è di vivo humor ftilla , ch'ei verfi

Largo prezzo à comprar mille Umveifi /

(Çovyenir purti dee , con qnantoaffetto

, Già di Sion gli habbita,»ri л ma ít i ,

Sacerdocio real , popolo eletto

Città, ch'appellar ma fpeflodegnafti,

ElFer d'ogni fua porta , e d'ogni tetto

Cuftode eterno , e difenfor giurafti >

Giuramenti d'Amor , patti di zero,

Hor puô le leggi fue rompere H -Cielo í

Cosi tofto ti fdegni ? E ver , ehe fame

Sono , e giufle quelPire , onde ífevilli .

Mà quai' Angelo* pare à te davante f

O qual colorína in Ciel, che non vacilli/

Già non m'oppogo al two voler codante,.

Perche si calde à te lacrime io ftilli .

Sai, che tanto m 'è bel , quanto à te piace ,

Eche fol di tua voglia io fo mia pace.

•bieggioti fol , s'aleun ginflo conforto i

Fia dever, ch addolciíca i miei dolo» ,

Che la fpada ver me non vibri à torto

La libratrice de gli human i errori .

Qiuil dritto vnol.che refti uccifo, e morro

Il baon lignaggio flebreo da'tuoi fuiori/

: E che pur come reo dannato venga -

Chi non sà,che fia colpa.à pena iadegjiai

Г-' : ; se

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DEGL' INNOCENT! . 4* "

Se píegar di coftei non so pregando

L'implacabile fdegno , e'l fero orgoglio ,

Pieghino te , cni fol mercè dimando ,

Quefte fuppliche amare.ond'io mi doglio,

Vaglianmi quefti gemiti , ch'ie fpando,

GLovinmi quefte lagrime, ch'io fcioglio 1

Sovra l'incendiode' vicini malí

Piovano i fonti moi l'acque immortal! .

Deh fe nulla in te puô forza di prece , t

Che'l tuttó vince , e l'impoffibil pote »

Che tal'hor piover fiammè, e tal'hor fece

Fermar del Sol le fuggitive rote / '

Б fe'l prefo flagel depor ti lece ¡

Ai tenor de I altrui fupplici note i

Volgiti à quefti miei fervidi prieghi ,

Nè voler , ch'à pietà , pietà fi nieghi .

Apri il grembo à le gratie, aprilo, e munvî

Quel braccio homai, che l'univerfo falce.

Viva la donna'del Giordano, e provi

Frà tanti amar i fuoi ft i IIa didolce , .' -

Sù l'incendiocrudel difiondi, e piovi

Con la man.ch'ogni duol riftora,e molce,

Da le non vote mai fonti fuperne

L'acque immortal i, e le rugiade eterne .

Pietà cosi dicear<3Ii alati Orfei

Doppiaro il canto > e sù le lire aurate*

Pietà , pietà de' pargoletti Hcbrei ,

Pietà fonaro , e rifonar pietate . /

Dal feggio, ove írà l'Anime beate

" Siede Unità diftinta , e Triade nnita ,

Corda di tri cordon , man di trè dita -.

Giro le luci il gran Motore in lei

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4г LASTRAGE

Ne la fat fronte , à gl'Angeli si cara ,

Vive la vita , ene rrahe cibo eterno ,

Quefta fol'è , ch'in torbida, e rifehiara

La tempe fta, e'I feren, la ftate, e'I verno ,

Dal fuo ciglio felice il Sole impara

De la face immortal l'alto gnverno ,

Dal dolce de' fant'occhi ardente giro

Prendon le Stelle,e'l Ciel,l'oro,e I zaffiro.

Le fila fue di non sô che contefte

Hà quel ricco, che'l copre habito fanto ,

Pajon di Sol , fe i Sol . che dal celefle

Sole hà fol lo fplendor, fplende cotanto.

Luminofa una nebbia egii hà per vefte ,

Nubilofa una luce egli hà par manto ,

Riluce si , che la fuá luce il vela ,

E nè'feoi proprij rai fe fteflo cela .

Da fe folo comprefo , in si s'afconde ,

Tutto, e parte a fe fteflo , e centro, e síéra

Immortal si, mà non hà vita altronde ,

Non hà morte , o natal, fempr'è quai 'era

£ menue fi communica, e dißoncle

Tutto crea , tutto move , al tutto impera,

1l tutto abbraccia . e pur fe fol contiene ,

Sommo bel,piacer fomrao.e fommobene.

Nova pietà , ch'ogni rigor gli hà tolto ,

Par, che nel cor del Creator fi ftampi ,

Par, che i dolci occhi in lei fifo, e rivolto

Di doppio amor più vivamente avampi ,

Arfe di zeio , & inondô dal vol to

Un'abhTo di fiamme , un mar di lampt ,

Onde tutto rigaro il facro loco

- torrent i di fplendor , fin mi difoco .

Tre

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DEGL' INNOCENTE . 4Î

Tremaro i Poli à la fua voce , e l'aflV ,

Che foftien la gran machina , fi torfe .

De le sfere fovrane , с de le bafle

Tacque il vario concêto.e il Ciel n5corfe»

Tigri con Gange in dietro il piè ritrafle ,

Curvoffi Atlante, e vacillaro l'Orfe,

E da l'alta immortal bocea di Dio

Irrevocabilmente il fato ufeio .

O benedetta , ei diíTe . à fola avvezza

Torcere il corfo al mio divin furore ,

De l'eterne míe cure alta dolcezza ,

Sacro traítullo , e mio celefte amore .

Gloria mia , mio tefor , e tenerezza

. De le vifcere mie trafitto il core (denti

Al'hà il tuo pregar,fono i tuoi prieghi ar-

Ferrati di pietà , ftrali pungenti .

Ma come tanta gloria íntende, e fpía

(noche lingua l'efprrma)ofcuroinget;'rio

Meglio quel, che ei non è,che quäl er fia

Narrar puó rozza penna, e (lile indegno,

O (difs'egli , e baciollo) ó cara mia,

0 caro, ô dolce, ô pretiofo pegno ,

Come rigido teco e1Гer potrei ,

Se u'i mio parto, anzi me fteíTo fei i

Per te figlia , dal nulla it tutto io told ,

L'aria diílcfi , il foco in alto aífiífi ,

Nel gran vafo del mar I'acque reccolfi ,

Et al fuo corfo il termine preferifli ,

1 fonti , e i laghi íbinfi , i fiutni fclolfi ,

L'ampia terra fondai fovra gl'abiffi »

E i fermiffimi card in i del Mondo

De la volta del Ciel fuppofi e'l pondo -

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44 LA STRAGE

Per te la Luna , e'l Sole , e per te folo

Le Stelle ornai di luce , ornai di moto ,

Fei tra'giri del Ciel (labile il Polo ,

Créai mobili.e lievi Africo.e Noto, (yolo

Loftrifcio à gl'Angui , à gl'augelletti il

Djedi à le Fere il corlo, à i Pefci il nuoto,

Di fîor d'herbe.e di piante il fuol dipinfi,

E 'n quattro fpatîi il vago anno diftinfi .

Delle fatture mie fui pofcia vago

Formar la Comma,esi fti l'HuomoefpreíTo

Del teatro del Mondo ill nftre imago ,

Anzi del Mondo è mio teatro ei ft e fib .

Ch'in lui fol mi traftullo,in luim'appago,

E la fembianza mia vagheggio in efib ,

Nobil fabrica, e bella , in cui fi fcerne,

La cima, e'l fîor de Iebellezze eterne.

Ma depo! , che'l mefchino à perder verme

(Colpa fai ben di cui) gratia cotanta ,

Corfi tofto al riparo , onde conv enne

La mia mano allargar pietofa, e fanta ,

Chi morir non potea , mortal divenne ,

£ di fpoglia terreftre ancor s'ammanra ,

Sin ch'ei venga à fornir lagiù qucll'opia,

Che commena da me gl i fù quà fopra .

Fermoè quafsù, ch'l fangue egli verfando

Schiera ancor (i'lnnocenti il fangue verfi,

Purche laChiefa mia,ch ei và fondando,

Di freggi abondi , e di tefor diverfi .

Ne queíla poi.c'hà la bilancia.e'l brando

Meco mai d'alcun torto habbia à dolerfi,

Figlia ciô non pofs'io , nè voler voglio ,

BS fedudeggioinparteil tuocordoglio.

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DEGL' INNOCENTI . 45

lo vô , Ch' à qnefle mie vittime prime

Ad on ta altrui, I oltragio in gloria torn!,

llduolo in gioja , r di fplendor fublime

Ogni lor piaga al par del Sol s'adorni .

Vô) che fe cruda man tronca, & opprime

Lo ftame in terra à i lor teneri giorni ,

In Ciel Parca immortale à la lor vita

Torca di biondo fil linea infinita .

Farô si , che'I Rè del Mondo ofcuro

Refti, e feco il Tiranno empio fchernito.

Tanto che fia quel tempo à pien maturo*

Ch' a lo (campo commun fîi Habilito .

Cercheran del gran parto ; egli ficuro

Fuggirà ben difefo , ecuftodito ;

Fuga non di timor, mà ben di fcherno .

Per vincer morte , & ingannar rinferoo.

DiíTe , e íù íatto . Una pennuta luce

Oe la beata Angelica famiglia

Vede il pender di Dio 1 che fuor traluce

Dal cenno fol da le ferene ciglia ,

E dal Mondo , ch' eterno arde , e riluce

Verfo il fofco ( e caduco il camin piglia ,

В сo' remi de l'ali in un momento

Naviga l'aria , e và foteando il vento .

Legiadra fpoglia in breve fpatio ammafla

D'aure leggiere , e di color diverfi ,

Poi dal colmo del Ciel volando lafla

Piecipitofamente in giù caderfi :

Pria delia sfera immobile trapaíla

I funchi, e i lampi fiammeggiantí,e terfi»

Indi de' corpi lùbrici , e correnti

Gii obliqui bal l i , e i lievi giri, e lenti .

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4б LASTRAGE

Vienfene là • dove il più bailo Cielo

Di bianca luce i fuoi criftalli adorna ,

Nè de l'humido cerchio il freddo gelo

Sente , e fen và frà I argentate corna ,

Ginnge ove'l foco il rugiadofo velo

Afciuga de lajDea.che l'ombre aggiorna;

-Nè l'oífendon pero gl'ardor vicini ,

O le fulgide penne , o gl'aurei crini .

Porta gl' homeri ignudi , habile vefta

Gli fcende in gin , fotto il finiftro fianco,

D'un ve'o fottüftimo contefta

D'azzurro.e d'oro,e frà purj ureo.e bia;o,

Fendefi in due la líeve falda . e quefta

Succinra,e brieve in sù'l ginocchio maco,

Mencre vola nndeggiando, e fi dilate

Morde con dente d'or fibbia gemmata .

Spunta dal vago tergo insù i eonfini

Gemina piuma , e colorata , e grande ,

Satiod'amomo il crefpooro de'crini

Trecciamra leggiadra à Maura fpande.

Di piropi immortali , edi rnbini

Fafcian l'ebnrnea fronie ampie g h ч lande,

Chinde il bel pié, che mefia alte carole

Trà gemme, che fon Stelle.oro ch è Sole.

Già la notte fparia , benche fepolra

Steife fottsrra ancor la maçpior lampa ,

Mï la fiamma celefte à volo feiolta

Fatta in Ciel V icefole arde , & awampa;

£ ventilando i vanni in fe raccoltâ

Lungo folco di luce in aria ítampa .

Ingannato il Pallor lafeia le piume

Al tremolar del matutino iume .

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DEGL' INNOCENTI . 47

Valle colà né PEciopia пera ,

Cui corona di supi abe circonda .

Ove per entro in sù'l merigge affera »

Dilata i rami, e'incontr'al Sol s'infronda.

Qui con fua pisra, e neghittofa fchiera

Il Rè de' Sogn i faà la magion profonda »

E qui frà cupe , e folitarie grotte

SuoI ricovro tranquillo haver la Notte .''

Stan sii gli ufei, un d' avorio.fir un di cornô

JL'Oblio ftordito, e l'Otio agiato,e lento,

Srawi in Silentio , e ra l'a fcol ta intorno

Cheto, e col dito su fraM nafo al mentQ ,

Quafi accenando al mutolo foggiorno ,

Che non fcota le fronde , ó fera, à vento,'

Vedi, non ch'altro, in que' ripoíli orrori

Giacer languide l'herbe , e chini i fiori .

Taccíon per entro it bofeo ombrofo , e cieco

L'aure.ne tuona il Ciel, nè canta augello,

Nè garrifce pa ílor , ni rifponde Eco ,

Nè can latra giamai, né bela agnelló.

Se non, ch'ha pié del taciturno ipeco

Trà falfo, e fafto mormora un micelio,

Lo cui rauco fuflurro , à chi la giace

Rende il Гoпнo più dolce , e più tenace.'

Dentro l'opaco fen del'antro ombrofo

Romito habbita or d'ombre fecrete ,

Stefo in un letrod'hebbano frondofo

Prende il placido Dio pofa , e quiete :

Di papaveri molli hà il capo ombrofo

Ne la fin i (Ira un ramo intinto in Lete »

Sù l'altra apoggia la gravofa tefta ,

E d i pelli di TaíTo è la fua veíta .

i' i » I 11 '

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48 L A S t К À G E

Appena il ciglio íhipido , e peíante,

E la fronte foftien languida , e làfla ,

. E trabbbccare accenna , e vacillante

' Le tempie alternamente alza , & abbafía.

Vicîna al pigro Dio men fa fumante ,

a Ghenappi.e coppe in larga copia ammafli»

Gl'invia di cibi , e vini eletti, e rari

. Nabe d'odori à lußngar íe nari .

Là drizzô ratio da gli Empirei fcanni

- L'Angelo il volo.e vide à fchiere.à fchiere

Mille imorno vagar con bruni vanni

Simulacri fallaci , ombre leggiere .

Non è perô . ch occhioceleiie tnganni

, Il talion d immagini non vere ,

Anzi tofto à que*rai , che gli feriro ,

Morfeo, Ichatone, e Tantalo fuggiro."

,Trà'l negro fluol di quelle larve alate

4 Vola bianca , e lucente una donzella »

Che di fpoglia diafana veíate

Porta le membra à maraviglia bella .

Ali hà d'argento , quai pavon freggiate

D'Occhi di verfi , e Vifion s'appella .

Scortadel vero i e de'Profeti amica ,

^Del Rè cele île ambafciatrice ancica .

Di chriflallo la fronte hà terfa , e pure

Deve fcritte fon tbtte , e lineate ,

»< Qnantc produce , è puó produr natura

Forme giamai credibili , ô create .

BínVdi fua man le fcriíTe, e la fcrittur*

minchioftro di luce à lettre aurate .

^irHpeflo à i cari fuoi ciô , ch'altrui cela

io aprei e rivela .

Qui,

Page 56: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL, INNOCENTI : 49

Qm '1 Peregrino Hebreo l alto miftero

De fa fcala del Ciel vide , e comprefe,

Qui de l'Egitto il fanto prigioniero

De le fpithe adorato il fenfo intefe .

Qui del popol diletto if gran guerriero

Miro le flamme în verde fpine accefe ,

E qui leíTer del Ciel mille fecreti

Iveraci di Dio facri Profeti .

Qi» Pamato Difcepolo ripieno ',

Di quel , ch'in carte efpreíTe alto furore

Efiile in Pathmo,e prima àCrifîoin feno,

Gl'océhi chiudëdrt,apri l'ingegno e'I co-

Qiii rapito dal cárcere terreno (re.

Il Dottor delie genti al Cield'amore,

"Vide , à i fenfi mortali in tnttó afcofei

Non mai vedute , e non fentite cofe •

Con quefta il divin Nunti* in aria afcende, .

Indi fovra ?a terra , e fovra il mare

Dritto ver Bétthelem l'ali diftende,

. Et à Giufeppe addormentato appare .

L'Alba,che sfavillante in Ciel rifplendei

Quell'aurce impreftion mofïra più chiare,

Con tuttoquel , che nel mirabil vifo

Scarpel celefte hà novamente incifo .

Ama ГA Iba coftei , brama l'Aurora ,' . '

Epiù ch altra ftag ion , la mattutina,

Perche meno aggravata,e più in quell'ho

L'anima da la carne è peregrina . (rа

Ella volgendo-al fanto Uecchio all'hora

La traslucida faccia, e criftallina ,

D'ogni fpecie fegnandoi il bel diamante,

Del libro fpirital gli offer fe avante.

. La Strate . С . Fermo

L

Page 57: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

So LASTRAGE

Fermo Giofeppe entro le note imprefle »

Chel'Angel gli additô l'interno fguar-

E diftinto di Dio í'ordin vi lefie , (do,

Zelarue ch'al fno fcampo ei fia si tardo .

Ah fuggi , fuggi (era fcolpico in efle)

Già non è fogno il tuo, fogno bugiardo;

Oracolo è di Dio vero , e fedeie ,

Fuggi la terrá avara , e l Rècrudele .

Troppo pur tù frà tante infidie , e tante

Giaci lenco , e fecuro , hor forgi , e pria ,

Che del gran pegnole veíligie fanto

Rintracci Herode , o chi per lui ne fpia ,

Tronca gl'induggi , e col ceíefte Infante

Dritto verfo Canopo hor' hor t'invia ,

Là finch'habbidelCiel nuovomefiaggio,— • rtíi"

; , e meta al tuo viaggio .

Ben del tuo grande allievo il gran cugino

Nato d'Elifabetta ancaiin fecura.

Parte condur lontano, e dal vicino

Efterminio campar , del Ciel, fia cura ,

Ei chiufo in fei va i} Precurfor divino,

Benche ¡n tenera etate , e non matura ,

Guarderà da l'infidie ; ivi coverto

Gli fia l anero Città, cafa il deferto .

Và pur , nè d'awerfari«mpi , e fellonij^

Timor t'aíFreni , o di Tiranno rio .

Trà le fere , trà I'armi , trà ladroni

Salvo n'andrai pet tutte , è teco Dio .

Qui,' I fonno, e'l fogno à l'atre lor mag-

Ratto volar, e qui vifion fvanio, (gioni

E qui l'Angel lafciolla, e fparve, e fparfe

Luce, che l'abbagliô, fiamma che Гar fe .

сDe,

Page 58: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI. Si

Deftafi. , e sbigottito , e ftupefatto

Parla à la Vergin fna fpofa, e compagna,

Che informata dal Ciel di timo il fatto .

Non fi turba , non teme, e non fi lagna .

Corre il vecchio à la ailla, e quindi tratto

l_q Dio bambin, per tenerezza il bagna

i Tutto di planto , e con paterno aftetto

Se'l reca in braccio,e fe lo dringe al petto.

E'l bacia, e dice.E dove andremne, ô figlioi

. O di padre in pietà figlio in amore¿

Fulgir n'è forza il già vicin periglio ,

O di queft'alma afflicta anima , e core .

Deh come intempeftivo è quelloeffiglio,

O del tronco di JeíTe imico flore ,

Co' piedi in fafce, e con non falde piante

Girticonvien peregrinando errante .

Fuggiam par, yerro teco el corpo infermo

Dará fpirto, e vigor cclefteaita ;

Promette il Ciel percalle alpe(lre,& ermo

Al noftro tapiñar la via fpedita ,

Padre, e Signor tù gli fia guida, e (chemo

Guarda m mille vire in una vita ,

Fà tù , ch'à buon camin drizzino il paûo

Frai Bambin ,dtbil doua, e Vecchio laflo.

Cosi mentre parlava il Balio fanto,

Già tutto accinto à maturar la fuga ,

Già gli feorrea fenza ritegno il piante

Per la guancia , fenil di ruga in ruga .

II pietofo fanciul l'abbraceia in tanto ,

E di fua man le lagrime gli afciuga ,

E compiangendo à le miferie humane

Lava del Vecchiarel le bianche lane ,

С * Egli

Page 59: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Si LASTRAGE

Egli , che l'aria ancor trà chiara , e brima

Vedé,eche tutti ingombra oblio prorodo;

Dê'gli arnefi megliori un faício aduna »

E ne tommette ad htinvl beftia il pondo,

Dove in un cefto à gui fa pur di cuna

Pon la falute univerfal nel mondo >

Deh perdona (dicea) fe d'oftro , ó d'or»

Non t'accoglie , Signor , nobil lavoro.

Prema pufRè fuperboempio Tiranno

Le rieche moli , e gli ornamenti illuftri i

Te defenda,dal giel povero panno ,

. Opera vil di rozae maní induílri ,

Se mal'agiata qui fede ti fauno

Aride paglie , e calami palnftri ,

Só i che lafsù trionfi , e che ti fono (no.

Regia il Ciel,manto il Sole, ¡Troni tro.

So , che fpre?,zi ogni fado , e che non haï

Più pregiato >e!or , с l'un puro affetto,

E t'è fovr'ogni pompa in grado affai

L'amord'un core,el'humiltà d'un petto:

Cosi ragiona , e ben'acconcio homai

Trà le riivide piume il pargoletto ,

La foma annoda , e con la Di va à piedi

Segue pian piano i poverelliarredi .

Struggi la terra tua dolce natía

(Tiranno io non dirô)moftro d'averno ,

Pafci pur la tua rabbia iniqua , e ria

Di civil fangue , e di dolor materno ,

' Ecco in tanto da te per deftra via j

Sen và ficurd il Redentor eterno ,

E giunge là , dov'egli mira, e fente

Da l'alte cataratte il Nil cadente .

И

Page 60: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENT! . SJ

II NHo aíTordator de' fuoi vicini ,

Inondator da le feract arene ,

Che pare quafi uo mar, ch'in marruHit

D'orgoglio , e di furor fett'urne piene

Ch'à partir d'Afia , e d' Africa i confini

Da fconofciuta origine fe'n viene

К menfre al mondo i termini preferí ve

Pon due nomi diverfi à le fue rive .

Vede l'alte piramidi famofe

Quafí monti de l'arte, e quafi altere

Per le (telle aíTalir , fcale faffofe ,

Farfi colonne al Ciel , hafi à le sfere ,

E iicoprir fotto le fpalle ombrofe

Le pioggie mue, e le colline intere ,

"Vietandoogn'hor con la lor vaíla mole

A le felve la luce , e'l pallo al Sole .

£ vede il Faro per gran tratto intorno

L'acque fegnar di luminofa face i

E de laSfinge il fimnlacro adorno ,

De lo fcarpel miracolo verace ;

E'l Laberinto i!luftre,ainpio foggiorno,

Cha di ben fette regie ilfencapace;

E'l gran muro fabril , che si da hinge

Pelufio ad Hcliopoli congiunge .

Equafi parto del fuperbo liume .

Mi ride , il lago immenfo indidifcerne »

Ele feole , e i Mufii , del cha o lume ,

Che la Grecia illuftró , memorie < terne »

E di cedro , e di pece , e di bitume »

E d'humani cadaveri caverne ,

Pretiofe conferve iondesvien poi

De la Mummia falubre il dono à noí .

С g De

Page 61: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

S4- LA STRAGE

De l'eterna progenie il Jrjme, e'l caldo ,

Ch'ovunque và foavemente irraggia ,

. Quafidel verno Sol verace AralJo

Vide , e fenti la Paretonia piaggia :

Nacque zaffir, topatio, oftro, e fmeraldo,

Per la con rada inhofpita , e felvaggia ,

L'OrfoJI Tigre, il Leon conobber Dio,

Et à lambido il Coccodrilloufcio -

Con ftupor di natura) il manto vile

Spoglio.Ti il Verno, e la canicie anrica ,

Sue pompe in lui la cortefia d'Aprjle

Tiute versó con larga mano arnica ,

Et arricchi d'un' habito gentile

La terra ignuda , e la ftagion mendica :

Le fpine ornó d'intempeftivi honori ,

E maritô con le pruine i fiori .

Anime lievi di vezzofe lurette »

Econ mufici fiaci al le tatrici ,

Trà Laureti , e Palmeti ftmorofette

SuíTurrando fcotean l'ali felici .

Con molli feggi d'odorate herbette

Lufingaro i! Fattor valli , e pendici ,

Piegaro il crin per riverenza i monci .

E mormorando il falutaro i fonti .

Fuor del chiufo la tefta il Nilo traue

Per baciar I orme virginali , e fante '

S'inchinar l'onde , & à le membra laíTe

/ Alimento , e riftoro offrir le piante : '

Ogn'herba.e fioreovunque il pié pofaíTe,

Con gl i odori odorava il fuo Levante :

Belle gare movean de gl i arbofcelli j .

Per benedirlo,e gü Angelí, e gli augeHi.

Mil-

Page 62: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 55

"Mille, e di mille fiamme in tanto accefi ,

Sparfe con varie danze in varie torme ,

Amoretti canori in aria ftefi

De' fan t i peregrin féconder l'orme . -

Quai fon del volto ad afciugarinteiî

L'humornotturnoal faciullin,che dorme

Qual dal rigor de le gelate brume

 fchermirlo con manti, e con le piume .

Spirto guerrier frà l'altre Etheree fcorte

Cura hà dal Ciel d'aíficurar la fIrada 1

E di lucido usbergo il petto forte ,

Et armato la man d'ardente fpada .

Qnafi forier, per le vie dubbic , e torte

L'humil coppia precorre ovunque vada ,

Simile à quelle, al volto, & à la vt-fta ,

Che l'un vide fognando, e l'altra dcfta.

Qnal di fe fteíTo , e genitore, e figlio

Movel'augel, ch'al par del Soleé folo,

Di foco il capo , e di piropo il ciglio ,

Con al i d'oftro , e di Zafiro à volo .

Ammirado il diadema aureo, e vermiglio

Del pompofo fuo Re l'alato ftuolo

Lieto il corteggia , ë con canora laude

Al miracol d'Arabia intorno applaude .

Cotai fen và frà cori eterni , e fanti

II campione immortal . Tutto confufo

MiraGiufeppe i lumi , afcolta i canti ,

Stringe Iecigliaaguzza il guardo infufo,

Ma vinto al folgorardi raggitanti ,

E tali accenti à foftener non ufo ,

Chinde cadendo attonito , e fmarrito

De la vifta i meaú , e de l'udito .

С 4 Ma

Page 63: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

5б LA S TRAGE

Мл divina virtù l'egra papilla

Rinforza,e*l debil fenfoal fantoVecchiot

Et à l'occhio i che manca , e che vacilla , J

L'oggetto affrena,& à l'infermo orecch io.

Sorge,einc5tro al bale.ch'ardde sfavilla,

Con la tremula man fifá folecchio,

E del corpo fenil l'antico incarco .<

Sù'l nodolofo bafton incurva in arco .

Poíche il vigore hà racquiftato in guifa ,

Ch in su le piante i gravi mébri app .; s' i

Gl'occhi leva pian piano , indi g!i affifa

Ver Го il balcon de la fteHata loggia ,

E da fcftive lagrime recifa

Apre il vareo a la voce in quefta foggia ;

О del celefte effercito pennuto

Fulgentiifime fquadre , io vi faluto .

. Vi faluto , e v'inchino i e fe le luci

Supide. alzar prefomo à si gran raggî ,

Tuttoè fol mercè voffra , Empirci Duci ,

Del gran Rè de le Stelle al ti meffaggi .

¡ Tù poíTente d rappel reggi , e conduci

Lo ftan o piè per bofchi ermi,e fslvaggii

Tù perr gide vie d'afpre mon,agne i

Ne guida,e guarda.E cosi parla,e piange.

AlPhor perquanto flende infrà duo mari

L'ampio coSn dal manco braccio al drit-

Le ftatueeccelfe,i celebrati.e chiari (to

Idol i íuoi precipitô l'Egitto :

Cader di Thebe, e Menfi i fozzi altari ,

DiFaria,e d'Afna.e quei delGrtco invitto

Giacquero Oiïri, & Ifi ,etacque Annbi ,

Fiaccati in pezzi , e dileguati in nubi .

Qual

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DEGL' INNOCENTI. S7

Qual fuol ne la ftagion tacita , e пera

Vigilante a I'infidie , & à le prede ,

Di ladroni fuggir turba leggera »

S'improvifofplendor gl'occhi lefiede. '

0 quai d'augei notturni infame fchiera ,

Se rofleggiar ne l'Oriente vede

1 principa del di , che fà titorno ,

Teme il Sole , e la luce, e cede al giorno.

Tal d'ogni nume períido,e profano

L'ombre di forza.e di baldanza vote (no

, Sparver dinanzi alVero , ond'altri inva-

N'attefe il fuon de le buggiarde note .

Pien di Грavento , e di Aupor dal piano

Le reiiquie raccolfe il Sacerdote ,

Ede' fuoi Dei, ch'altro tremoto infranfe,

Le ruine , i filentii indarno pianfe .

Quindi de' liti antichi à mancar venne

La fupeiftitíon vana, e fallace,

E ne' petti credenti il feggio tenne

Di ferma , e (lab;l fè culto verace -

Dietro al fulgor de le celtfti penne

Se'n gu la cara al Cielcoppla feguace ,

E già da l'altrni frodaempia , e villana

Libera in tutto, in tutto era lontana .

Non è perô , per si folinghe flrade ,

Che'l corpo non le feota alta рaнra .

Non Thebe la magniíica Cittade ,

Ricca di cento porte , e d'alte mura ,

Non Hermopoli ancor da l'altrui fpade

Aima à i fofpettifuoi patria fecura,

Qujndi Siene aprica à dietro lafla ,

E ncl centro d'Egitto à Menfipafla .

. " С $ Qui

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s8 LASTRAGE

Qui fínche'l Ciel , ch'al patrio nido i I tolfe,

Aliro volgefle il Vccchiarel mendico , ,

Trafle il figlio , e la fpofa. e qui l'accolfe

Povero tetto di cortefe amico .

Qui poi fagace artefice rivolfe

La man rugofa à 1 ellercito antico ,

E qui lafciódel fun fcarpello induftre ,

Dotto fail tor più d'un' intaglio illuftre .

Fabro era efperto , e nal la vor fabrile

PofTedea nnbil arte , alto difegno ;

О prendefle à trattar con pronto (tile

L'argêto,e l'oro,ô pur l'avorio,e'l legno,

, Oltre che poi de l'anitno fenile

La mifcria sferzava il pigro ingegno ;

reroch'aflai fovente altrui coníiglia

Neceffita , di cui 1 Induftria é figlia .

D'hebeno, e cedro, ed'altri legniegregi

Ampie tavole fcelfe , e varie in eíTe

Formando, e vaghe imaginette, e fregi

De Tolomei la lunga ferie efprefie ;

La lampa de' nocchier, l'Urne de' Regí,

Edel gran Nilo la féconda mefle,

E per mercar con la íatica il vitto ,

Tutti gli honor v'effigiô d'Egitto .

Da queíl' opre talhor famofe , с cont« ,

D'una in altra Città , vulgate, e fparte ,

Mercenario fudor de la fua fronte ,

Solea d oro ritrar non poca parte .

'Di fortuna à fchernir gli fcherni,e I'onte

Quefto ftudio gti valfe , uso queft'arte ,

Procacciando à fe fteflo alcun foftegno i

A le dóke conforte , al caro pegno , -*

// fuq ici fcconào Libro .

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S9

EíTecutione délia Strage .

LIBRO TERZO.

Arcomekto.

Da Çublime Talaggio Herode mir*

De la ßrage crudel l'orrida feena .

Lofluel, ch'infellonito il ftrro gira î

Ahri ihrana , altri feßa, & altrijwia .

Trafitta «el figliuol fiatige, tfojpira ,

E dimoßra ogni Madre amara pena ,

Lafciata il Rè crudel l'eccel/a Reggia

Sùgflunocentt uuifiempio pafeggia .

DEh perche la mia lingua, e lo mio ftile

Non punge al par de le crudeli fpade,

Perche poteffe in ogni cor gentile

Mille piaghe ftampard'alta pietade ¿

О perché la mia penna olicura, e vile ,

Ch à ritrar tant'horror vien meno,e cade,

Del grâ mari irioHfbrco 1 hiftoria amara,

ARPIN,dal tuo pennello hor no impara.

QuelJa tna nobil man , che fenfo , e vita

Dar feppe à l'ombre , & animar le cele ,

Onde la fchiera lacera , e ferita

Ancor fente dolor , fparge querele ,

E quafi à nova ftrage ancora irrita

L'empio Tiranno , e'l feritor crudele .

Hora miei inchioftri i fuoi color côparta,

Si cfa'emuia al tuo lin , fia la mia carta .

С 6 Soi.

Page 67: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

бэ LASTRAGE

Sorfe I' Aurora , ed Ifraele i figli

Volfc onorar di lagrime piecofe , - . 4

lnfanguinó le violette , e i gigli ,

Impallidi le porpore , e lerofe :

Cinto di lampi torbidi , e vermigli

Sottoil vel de la notte il di s'afcofe ,

Pareva il So-l con volto afflitto , e fmorta

Giuoto à l'Occafo.e pur forgea da l'Orco.

Fuggitc ó madri, e i dolci pegni amati

Portate in braccio à più ficuri nidi ,

Ecco à lor danno, e voftro.ecco.ch'armati

Mille ne vengon già fieri homicidi :

Ecco i lor ferri in al to, ecco vibra ti

Fendon l'aure,odo i pian ti, odo gli ítridi,

Veggio i voftri sébiati almi, e leggiadri,

Vol ti i n pian to, in orror,fuggite o madri.

Fabrica in Betthelem , ch'alta s'appoggia

Soura cento colonne , in mezzo fiede , ц

Spatiofa i e r apace , e quad a foggia

Fatta di Tempio sferico fi vede .

Che fata foíTe anticamcme , ó loggia

Del Rè de Cananei certo fi crede,

Diquel gran Rè , che la Città Reina

Primiero edifico di Paleftina .

Non volfe il fier Tiranno à Cielo apeno

La tragedia mirar crudele , e mefta ,

Mà quel portico fcelfe al Sol coverto

Opportune teatro à l'empia fefta . f

Quivisù d'un balcon fublime , eierto

A riguardar l'uccifion funefta ,

E de le morti altrui le varie guife ,

Giudice , e fpetutor lieto s'aflife .

F(№ '4

Page 68: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI. 61

Pensó fors'egtt in cotal modo afcofe

Tener fue frodi à la pietà celefte ,

Mà non l'afcofe à voi fchiere pietofe ,

Angeli , ch'l mirarte, e ne piangefte ¿

E le piaghe ftillanti , e fctnguinoie ,

Di propria mano ad afciugar correfte

Intent! ad arricchir di si begl'oftri

Il lucido candor de manti voftri .

Qm , come prima il novo di s'aperfe ,

Venntr cítate , e quafi in chiufoagone ,

Caterve innumerabili diverfe

Si raecolfer di madri , с di madrone ,

Torto ch'entraro , e in vifta lof s'offerfe

Stranoapparecchio d'armi , e di pçrfone ,

Trà ptnliero , e ftupor dubbie, e fofpefe,

Repentino terror time forprefe .

Haveano , al bando ubidienti , in fchiera

Tratte di figli пn numero infinito ,

De' quaiben'atto ancora alcun non era

A fcior lingua perfetta , è pié fpedifo .

Forma quei non intefa , enon intera

La parolatrà voce, e trà vagito,

Quefti con paftb dubbio ,e vacillanje ,

Accennando cader, move le piante .

Horcome trà carnefici rinchiufe

Le fuentarate donne fi trovaro ,

Tatte ammutiro , e in lor penfier delufe

Qnafi cal-cati flor fi fcoloraro .

1 fanciulli , che timidi , « confufe

Le videro languir , le ftrida alzaro ,

Qualfuggia trà le mline,e quai nel grépo

Ctoi col v«i fi copria, e chi col lembo .

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6z LASTRAGE

Stavafi in alto foglio Herode in tanto

Coronato di gemme, e'l petto, e l tergo,

Sotto il fin'oftro del real ammanto

Guernito faaveadi luminofo usbergo :

Mà vago pur del fanciullefco pianto ,

Più fi compiacque in quel funefto albergo

Ferro,efangueil crudel haver dintonio,

Che di porpora, e d'or vederfi adorno .

бoтe predace augel , che d'alto mira

Stuol d'incaute colombe , i fofchi cigli "

La drizza , arrota l'armi , aguzza l'ira

Del corvo roftro, e di pungentiartigli .

Cosi torvo , e traverfo il guardo gira

A le pallide madri , à i meft i figli ;

Indi al fuo banditor cenna dal palco ,

Che dia la voce al concavo oricalco .

Quei dal tergo,onde pende,in mano il toglie

Fon sùgliorli le labra,e mentre il tocca .

Nel petto pria,quâVhà di fpirto.accoglie,

Quinci il manda à le fauci,indi à la bocea

Gonfia,e fgonfiale gote,aduna,e feioglie

L'aura del fiato,e'l fuo necoppia.e feocca,

Squarcia l'aria il grä bóbo,e'ICiel percote

E rifponde tonande Echo à knote.

Udito il fegno de la regia tromba , j

Ecco alzar mille man,mil l'armi horrêde,

Già Copra raille capi il ferro piomba ,

Già fuor di mille piaghe il fangue fcende>

Del pianto feminil.l'atrio rimbombe t

Al grido pueril l'aria fi fende. . '.

(, Là tinti-d'ira, e qui di morte i vifi

Fremono gl i uccifor, gemot) l'uccifi .

_ • Quan.

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DEGU INNOCENT!. 6j

Quanti I'vltimo fpirito fpiraro ,

Ch'à i primi fofpiretti aprian I'vfcita/

Quanti morte acerbiffima prouaro ,

Che conofciutaappena hauean la vita/

Quanti del Limbo pria I' ombre mi raro ,

. Che del mondo la luce alma, e gradual

A quanti íu con difufato modo ,

Tronco ti filo vital sii'l far del nodo /

O qnal' era à veder fuggir tremanti

Per la reggia crudel fanciulli, e donne,

Tali furo i lamenti , e i gridi tanti ,

Che non pur l'ampia cupula tremonne ,

Mà molli al fangue, intenerite à i pianri

Contan,che (tatue intorno ancore colóne

Pianger fur vifte, e da pietà commofle ,

Al fuon delle duriffime percolle .

Miracoli dirá . Fama é che molti

Già di fenfo , e di vita, e d alma prívi

Dal ferro micidial torfero i volti ,

Forfe dal gran timor tornati viví ,

Con le materne lacrime difciolti >

Correan de' figli i fanguinofí rivi ,

Onde parea, che pallido, & eflangue ,

FugghTe anch'egli impaurito il faogue .

Trema il gran tetto al fuon di tante fpade »

Ahi tetto infame , ahí fcelerata mole ,

Come ¡l copre, e l foftien/ forfe шoп cade

Per non tinger di fangue i raggi il Sole :

Tu Sol, perche non torcí hor per pietade

L'ufata via , fe ció veder ti dole i

Perche non celi almeno i chiari rai ,

Se fofpirar , fe lacrimar non fai í

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«4 LASTRÄGE

Le fpade ,che pur'hor terfe , e lucenti

Con lunghe bifce balenar fur vifte ;

Horcon horribil tratto il Ciel fendenti

Veggonfi rofteggiar di fangue mifte .

Afcolta Herode iqueruli lamenti ,

Vede le morti fpaventofe , e trifte ,

,Equafi aftîfo à diletto fa fcena

.Si fi gioco i e piacere de l'altruipena .

Non cosîfuole àlofplendor de l'oro ,

Talhor riconfortarfi animo avaro ,

Come do' ferri , onde perian coloro

L'infaufto lampo à la fuavtôa è caro:

Né non gli apporta à l'aniu» riftoro,

1l rammarico acerbo , e'l pianto amaro

Che foglia altrui trà fiori, e gl'arbofcelli

Canto di Ninfe ,o melodie d augelli .

Giovinetta gentile , prodigio in cui

Pofe ogni gratia amor ,s'ode indifparte

Patteggiar con míniftri , e pregar lui (te.

Con le man giunte, e con le treccie fpar-

jMe me ferifci , e campami coftui ,

Ch'è detl'anima mia la miglior parte .

Promette il disleal , promette , e ride ,

Poi rompe il patto, e n vifta lua l'uccide.

Trionfa il feritor fovra il ferito ,

E poi che l'hà ferito. anco il minaccia ,

Geme , e ragifce l'un l'altro il vagito

Col ferro in bocca ,e'l gemitogli caccia.

,, ' Qup.i fvelto à forza ,e con furor rapito

Da le bracete materne , apre le braeda j

"Ela femplicc bocea àchî l'impiaga (ga.

Sparge,e rende al crudel braccio per pia-

Qual

Page 72: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 6S

Qua? giovenca talhor , fedapefante

Maglio,ô mazza percoflaavie,checaggia

II Tore! non fpoppato à lei davante,

D'angofciofi muggiti empi la piaggia ,

O come Roífignuol trà verdi piante ,

Cui dell'amata f\ia ftirpe fehraggia

Habbia avaro villan votato il nido,

Ferifce il ciel di dolorofaftrido .

Tal diveene eolei , cosí la pwnfe

Puntad'acuto duolo, e veune msnb,

Sù'I cadmo figliol cadde , e conginnfe

Mano à man.volto à volto.e feno à feno.

Stillo dal cor licor ptetofo , & unfe

Lepiaghe acerbe, ond'era fparfo.e pieno,

Sciolfe ella gli occhi egli le vene,e quâte

Egli di langue, ella verso di pianto .

In altro lato^ahi ferità) fi mira

Pugnar Iamadre,e'l manigoldo infierne

L'ona tiene il fanciullo , e l'altro il tira ,

L'una nel pié, l'altro nel braccio il prcm:,

Di pietà ferve qnella , e quefli d'ira ,

Qnei rugge,e latra,equefta lagucegctnr,

Et é la ípoglia al fin di quel comrafto

La fpoglia d'un bambino lacero,eguafto.

Perthe , perche (dicea colei nel pianto)

Quel che nacque di me , da me dividí ¿

lo l'bô con tanta cura , e fludio tanto

Allevato ,e nudrito , e tú l'uccidi i .

Parte de la mia carne è quefto manto

Da natura contcfto , с tu ne ridi / (to,

Ch'io ami quel, che del-mio ventre è na-

Laíía,e forfe tua ingiuria, o mio peccato.

Ve-

Page 73: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

66 LASTRA. GE

Uccidi almen col caro fuo germoglio

( Sola non la lafciar ~) la geoetrice :

Sfoga pur nel miosägue il fero orgoglio

Ch'aíTai n'hà più di lei quefta in fei ice ,

Due morti almeno accopia,altro n5vogIie

Conceder tanto à crudo cop ben lice, (сo,

,S cgi i hà colpaèmiacolpa, eglierrô me-

Нor me vaglia à mercè, ch'io mora feco .

Crudel, che ctrchi/ e perche pur cercando

Nemico, à reo, chi non t'offèfe, offendi.*

Ma tù perche più indugi/e in fino à quäde

Come il folgortemnto in man non prêdïï

Vienne , mà vien Signorl'afta vibran lo,

Redentor già promeílb,homai deh fcendi,

Veggiati , e tema il difpietat» moftro

L'avido fpargitor del Tangue noftro .

Casi 1 angula !a fconfolata , e in quefta

1l mal difefo corpo , onde languia ,

Cade sbranato, e parte in man le refta ,

Si fù troppo crudel , per efler pia .

" Su'l cadavere danfa,e fàgran fefta

Colui,c'hà forma humana,almad'Arpia;

- Nè fente altro dolor, fe no ch'egl i habb;a

Trpppo picciole membra à tanta rabbia .

Al repentino inafpetato infulto

Stupide, e l'altre, e sbigottite danno ,

Già d'hora in hordel tradimento occuleo

Miran gl i éflfetti,e lacaggion non fanno.

Nè meno à fe,ch'à i figli in quel tumulto

Temon la morte; anzi timor non hanno,

Perche ciaftuna per minor martire

Con la fua proie in braccio ama morire .

Tapto

Page 74: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENT!. 67

Tanto in una di Iorl'affanno acerbo

Pofe d ira , e d ardir, che tra crudeli

Ferri íl fpinfe ,e diflTe . O Ré fuperbo ,

E perche qnefto a i fervi tuoi fedeli t

Mà vendetta à vederne ancor mi ferbo ,

Se gl'altrui giufti pianti odono i Cieli >

Se I gran Rettor de' fulminí fovrani

Mira con occhio dritto i torti humani ,

Giovane Donna honeftamente bella

Pargoletto tremante in pié reggea

Quafi guida, e maertra; & egli, & ella

Somigliavano A more , e Cithercaj

Mà né quefti dapoi parve, nè quelle ,

Ne' I più bel Dio , nè la più bella Dra,

Che non havria di Morte empio fergente

Lafciatouccifo l'un , l'altra dolente .

Vetlia quel Mafnadier ginppa contefta

Di fottil maglia , à guifa di corazza ,

- L'avanzoignudo:havea di ferro in teíîa

Rugginofo capprllo , in mano un'azza :

Frà quelle miferabili con quefta

Larga s'apriva , e fpatiofa piazza ,

Quafi Cinghial,le fete afpre pungenti(ti".

Sporgeadalgrugno,e fuor del grugno i de-

Pianfe la fventurata , ei non udilla ,

E di man le rap) l'amato Amore , "

Orfanetto pupillo , anzi pupille Ccore-

De g"occhi, occhio del l'aima, alma del

Mentre con pie non termo egli vatilla],

L'orme fegnando conincerto errore ,

E' precifoal mefehino in un'iftante •

1l tamin de la vita , e de le piante .

. » - . " ' Limpia-

Page 75: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

«3 LA STRAGE

L'impiaga , e futna.e fà , che d'ogni ven*

Mon ancor ben formata,il fangue piova,

Snida del do'ce albergo , anzi fcatena

Da l'amara prigion l'anima nova .

Ma ne' membri minuti ancora à pena

-Loco à la pinga il piagator ritrova,

Che maggior è il pugnal del picciol bufto

E minore è del colpo il cprpo anguila .

La madre il prende.e fe l'accoglieal petto ,

Pefo,che già le piacque,& hor l'aggrava,

-E i frîddi fpír-ti , e' I volto pallidetto i

Con lagrime di cor rifcalda , e lava .

Ella si nsl fembiante * e nè l'afpetto

A I'eftinto fanciulloegual fembrava ,

Che d^ftinguer da lui mal fi potea ,

Se non forfepwô , ch'ella piangea .

Ûna vè n'hà , che del bel fiancoignudo

Mifera , e del bel petto, e del bel volto ,

Come puô meglio , al caro fuo fa feudo,

Nèfoffrir sà , che lefia mono, ô lolto .

Mà le iià fourá huom minacciofo^s crudo

Che J'aureocrins'hàintorn'al braccio av

* E del crefpo.e fin'or le biôd* pópt (volto

A feofija à ftolTa le divelle , e rompe .

-Ella , s) come tronco hedera cinge ,

- Al dolce pegno abbarbicata ílafti ,

Mà lui ne,l piè , (ei ne la chioma firing;

Si forte il fier, ch^al^n convien, che lalfi,

Poi con robufla/nan lo ftaglia , e fpinge

Centro i] mure virin frà duri fafli ,

. Pria perö, the l'av eriti , eche'l percota,

Trè voltee quatre intorno in torno il rot*

*-'.*,-* * - , *A

¿ éa ,,/Am.«. . ...... ..... ».

Page 76: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 69

A qnell horrenda , e difpietata fcoffa

Nel fanciullo tremante , e sbigottito

Precorfa dal timore è la percoßa ,

Onde morto riman pria , che ferito ,

Alfin rotto le membra ,'infranto l'oífa,

Stefo al fuol tutto pefto , e tutto.trito

Per le labbra , e le nari in copia grande

Con la bianca midolla il langue fpande.

Nè di cío pago ancor I'huom crudo, e rio

Con le piante calcandolo lo fprezza :

Ella (ch'altro non sà) rivolta à Dio ,

E fcoppiandole ¡I cor di tenerezza ,

Gridó . meravígliar non midegg'io,

Ch'alberghi in petto huma tata fierezza ¡

Nè men d'ingiurie tanti , e tanti morti,

Mà di te Rèdel Ciel , che lo fopporti ..

Non lunge era im vilian di fier vifaggio,

Rozo à gli arnefi,efpaventofo à gli atti î

Non credo, che si rigido , e -fel vaggio

Là ne' imonti Lucani Orfo s'appiatci, .

Porta l ira ne gli occhi,in ras l'oltraggio

Fiero nel le fattezze , e più. ne' fatti ,

E grave tratta.e bofeareccia ronca , (ca.

Ch'nfa à podar gia tralci , hor mëbri trô-

Quefti contr'un de' miferelli Hebrei »

Che de i.labri materni i vivi fpirti

Suggea , fi volfe , e diflfe . Hora a coftei

* Che t'hà s> caro , io vô di fcn rapirtf :

Vô fvilcerarti , etosi poidi lei

Svifceráto figliuol potrai ben dirti :

Cosi dice , e l'aflal : la donna «rdita

S'oppon all'hor, mà più queU'ire irrita .

. Laffe

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70 LASTRAGE

Lafla i e che val contro furore armato

Feminil debolezza à far contefa f

Timor feudo le fà del proprio nato.

Amor pofeia l'arretra, e tren fofpefa ,

Mentr'ella è in forfe , ftaffi in ta'e ftato ,

Frà la fua propria , e frà I altrui di fe fa ,

Ecco l'irreparabile ferita ,

Che lei toglie di dubbio , e lui di vita -

Impiaga(ahi crudo)il figlío e non ben anco

Satio fol d una morte, all'hora all'hora

Trapaflato à la madre infieme il flanco ,

Fà , che colà di nova morte ei mora :

Palla, ove dentro il cor nel lato manco

L'amor materno il mannen vivo ancora,

E due volte gl'uccide il fuo diletto ,

La prima in braccio,e la feconda in petto.

Contr'iina, che chiedea piangendo ait* »

Soldatoempioqual'Afpcafpro qualOrfoi

Per privar lei di figlio , e.lui di vita ,

, Già levatohavea 'lbraccio , eftefoil cor-

Quando colei facta dal duole ardita, (<o;

L'unghia adoprando infuriata,e'l morfo,

Il brandoall'hor,ch in lui torcere il volfe

Con intrepida man di man gli telfe .

Frà fe ftefla dicendo . Ah non fia vero ,

Figlio di quefto core única doglia ,

-Non fia , che man fi fozza, e cor fi fero

Trionfi mai di si leggiadra fpoglia ,

Pria v6 con atto rigido , e fevero ,

Che chi latte ti diè, faugue ti toglia, (dre,

Vedrâno hor'hor quede mal »aggie fqiia-

S'io so meglio homicida elTer,che madre.

Cio

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DEGL' INNOCENTI : 71

Ciô ditto , di fua man , nova Med?a ,

II traffigge , l'uccide, e in due lo fpara ,

E in faccia al malandrin , che nèridea r

Gitta in pezzi la carne amata , e cara ,.

Satiati (diftY) e dà la madre Hebrea

Incrudelir nè propri figli impara,

Impara di ferir più fere guife

Da quefta deftra . E qui fe ftefta uccifc

Eran qui due , Tuna d'un parto folo ,

JL'altra ricca di due germane belle ,

Premean quefte in filëtioin grave duolo,

Torcendoal Ciel le lagrimofe Stelle ,

Vetfo colei , che l'unico figliuolo

Tímida fi ftringea fía le mammelle,

Mofte il paífo veloce , e'l braccio crudo ,

Un Giudeo tutto fea Izo,e mezzo ignudo.

Lacero havea, quafi farfetto indoffo ,

Ch'à pena il ricopri,a fin sù i ginocchi

Purpureo cencío; e di pel crefpo, e rofîb ¡

Dal mento gli pedean duo lunghi fiocchii

Sgangherato la bocca , e i labri groflo ,

Rabbuffatp leciglia , e bieco gl'wcchi :

Di fozzo cefFo , e di fparuta cera ,

In fomma tal ,ch'era huomo,e parea fera.

Taeque la bella Donna , e non difeiolfe

Voce, pianto, 6 fofpirar,tacque,e fofferfe,

Mà si pietofa in atto il figlio tolfe ,. .

- E volontariaal malfcalzon l'offerfe',

Che, fe non ch'egli altrove i lumi volfe,

Se non ch'ella d'un velo i fuoi coverfe

Vincealo il dolce fguardo,e'l ferro acu to,

Fora di mano al feritór caduto .

Ш

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7, LA STRAGE

Ma che , contro furor , che val belrezza :

S'rins' egli iI ferro, e nel fanciul I'affiíTe;

Que i corne fuole ad hitom,che l'accarezza

Ridenio à l'aftaftin , Babbo glidifse .

E fpintopnr da pueril vaghezza,

La man ftefe al coltel , che lo trafifse ,

Credendodono , imaginando argento

L'acciar,ch'cra di morte empio ftromëto.

Ei non mirollo, o non enrollo , e dritte*

La donde il rifo ufei va , il ferro mife ,

Ma come vidde il poverel trafîtto

Languir morendo in si dolenti gitife ;

Fattoquaii pieffoangue d Égitto ,

Sidolfe, e lagrimonneei , che ГнссМe >

Ma fedate le lagrime ,«T cordoglio,

Tofto poi la pietà cefse à l'orgoglïe*.

Volgefi à l'altra , e frà fuo cor difeorre ♦

Quai de'dui ftgli,e di quel coîpo ei fieda,

Che dce far , lafsa lei ? chi la foccorre-7• Uove farà , ch'aita , tavan non chieda i

F'uggefi in torno, e quei la fegue, e corre

Quefi ingordo Maftin dietro à la preda ,

. Ella vagante in quefta parte, e in quella,

'- Scmbra da lupo infidiata agnella .

Coruquell'affetto , che del patrio regno

L alte flamme fuggendo il buon Trojane,

• , 11 vecchio genitore , e'l picciol pegno

' . /Reggeacol tergo à un púto.ecola mano

Fàtta de' cari fuoi fchermd , e foftegno ,

• Per invorargli al predator villano ,

Qainci,equindi trahea(pietofo impaccio,

SoaviíUmafonia) i figli inbraccio .

Mi-

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DEGL' TNNOCENTI : 75

M i fera, mà che pro/1 fugge il periglio

Non campa già,ch'in novo mal trabocca,

Tal'augel del Falcon fente l'artiglio ,

- vMentre fottrarfi al Can tenta di bocea .

Ecco un' altro crudel, ch'al primo figlio ,

Ch'il s? le fugge un dardo avvëta,e feoe-

E pafta olere le labra, onde la poppa (ca,

Già di latte, hor di fangue è fatta coppa .

' Giunge Ln tanto più prefto , e la minaccia

Con più fort' armi il barbaro homicida,

Vede l'altro Bambin , che trà le braccia

Stretto le giace, e la motteggia, f grida .

Poiche , con tanto amor teco s'allaccia,

Raggion non è , ch'io te da lui divida 1

Mà perche non il feioglia il caro nodo ,

Fia gran pietà s'io nel tuo fen l'inchiodo

Quel mefchmel, nual tiinitletta Damma ,

La quai ricovri à le fue íttpi ombrofe ,

Dentro iI folco di neve in coi di fiamma

Vivaciftími femi Amor ripofe ,

Smarritoall'hor frà l'una,e Taltra mama

De la faccia del ferro il voltoafeofe ,

E tanto hebbe di fenno acerbo ingegno ,

Che.temer feppe morte, e fuggir sdegno.

Quantunque in vä,ch'in lui la püta horróla

Drizza il feilen, mà falle il colpo, St erra

т Crudel'error, mà più crudele emenda ,

Che lui trafígge , e lei trafitta atterra, .

Egli le braccia aperte awien cbe ftenda ,

Ella ingiùcade , с nel cader l'afferra ,

Onde immobile tronco , e fenza. voce

A\ figliuol crocififtb è fatta croce . •

U Strati. D , AR-

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-4 LA STRAGE

Arpin chi vide mai con dotto flile

Da la tua man a carita dipinta ,

Che di vaghi bambin fchiera gentile

Habbian nel feno, e ne le braccia a vvrnta

, Cotai parea leggiadra donna hum rie ,

Scompigliata il bel crin. (calza,e difeinta;

E intorno le fiorian teneri , с molli

De la progenie fua cinque rampolli .

Benche del regio editto il fier tenore (gia

< Fuor ch'infanti da latte, altri non chieg-

N'havea coftei d'età poco maggiore ,

Farte condotti à la fpietata reggia .

Si perche ftretti di fraterno amore

L'un con l'altro trattienii,e pargoleggia.

Si perch'tlla.ove mova, ó fermi il piede,

Difgiunti ancor mal volontier gli vede .

Stavafi il primo in picciola tabella

Le note ad imparar de la prim'arte

Difcepol novo , e de l'hebrea favella

Leggea le righe in lei vergate , e fparte .

Qnando la tefta ecco gl'è tronca, e quella

Gli cade in fen su l'innocenti carte ,

. E l'eftremo fno fattoà lettre vive

. Con vermigli caratteri vi ferive .

Move colui , ver l'altro il paflo horrendo ,

Poiche'l capo'hà de l'tm feiolto dal buflo.

Vedelo là, ch'uripomo ei (là rodendo ,

Pomo mortale,ahi troppo amaro al guíto

Drizza à le fauci,ond'inghiottia ridendo

L'efca dolce, e matura il ferro ingiufto ,

E gli fà con un colpo acerbo , e forte ,

Trangugiädo il pugnal morder la morte.

Iva

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DEGL' TNNOCENTI I 75

Iva il terzo trefcando à falto à falto ,

Soura im finto delirier di fragil canna ,

Mifer , ne fa quai repentino aflalto

- A morte crudeltffima il condanna .

Ecco quel cor d'adamantino fmalto ,

Pria con man lo fchernifcce poi lo fcüna

Ne lo fpazzo l'abbatte, e quivi il laíTa

A gioftrarcon la morte, e ride, e paíTa .

Del bel Drappe! reliquie aflal leggiadre ;

Avanzavano ancora И quintole I quarto,

Coppia, che fù delia dolente madre ,

£ Madre più non dirá ) gemino parto .

L'un rotando fe'n gia frà quelle fqu.adre

Mobil paleo per entro il fangue fparto ,

E tutto intento al fanciullefcogioco,

Al periglio vicin penfava poco..

Contro cofiui là defttra , e I'armi ftefe

Rapidamente il feritor villano ,

Ma la piaga mortal colà non fcefe

Dov'ei mirô, fe ben non fee fe in vano,

Che frapoflofi acafo, insèl^prefe

Non afpettata il fuo vicin germano .

Difs'egli all'hor la tna follias'incolpi ,

Non la mia man , fe vai furando i colpi .

Sottolagonna all'hor colei ficela

L'ultimo, che di cinque ancor le refta.

Ma che del proprio fcampo ei si querela 9

Etol proprio vagir fi manifefta;

, E la froda pietofa altrui rivela

Ch'afcofo il tien de la materna vefta

Semplicettoch'egli è , ne sà tacere , .

Perche non ha imparato anco a temerev

D » La

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~ 7¿ .LA STRAGE

La mal' avventurofa , e mal'accorta ,

Cui dà fenfo d'amor , vita iI dolore ,

Altro non sà , che sbigottita , e fmorta

Pioverper gl' occhi amaramente il core •

Ma l'avanza il vagi to , e fi fà fcorta

Del cieco ferro , de l'oftil furore ,

Segue le voce, e là donde deriva ,Per la traccia del fuon la fpada arriva r.

Non cosí contro ilNibbio empio,e maligno,

La demefiica augella i polli cova ,

Come colei dal Barbaro fanguigno ,

Il mal cauto fchermifce , e non le giova ;

Perdí cb'il fier, che petto hà di macigno

Brâdifce il brado,e ne la ftrozza il trova,

Giac'ei nel fangue orribilmente involtoi

Trà i fraterni cada veri fepólto .

Qual fa Niobe à veder , quando dal Cielo

Vide fcoccar le rapide faette ,

Onde in un giorno i due Signor di Delo,

Orba la fer di fette vite , e fette .

Chevifto al fin caderT ultimo telo,

Al dolente fpettacolo riftette ,

E il corpo per dolor ftupido , e lafto ,

Venne gelida felce , immobil faftfo .

Tal frà la ftirpe fua mentre moriva,

Reftô la tapinel la infiupidita ,

Di color t di calor , di fenzo priva,

Senza moto,fenz'aIma, a fenza vita'.

Parea morta non già, mà men che viva ,

Di bianco marino imagine fcolpita .

Di bianco marmo , fe non quanto i figli

íatco i candidi mcmbri ha vean vermigli.

Pur

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DEGL, INNOCENTI . 77

Pur ( tanto di vigor le dà pietate )

La miftura crudel volg« foftopra ,

E và cercando le reliquie amate ,

Ove la varia uccifion le copra ;

E le lacere membra infanguinate .

- (Reggendo amar la mano à si fier'opra)

Per honorarle de l'efttquie eftreme 1

Sparfe raguna , e le commette infierne.

E eol pianto le lava , e dice, Ahi laflfa 1

Laftai chi fia , che i miei foavi pegni , .

La cui vifta in felice il cor mi pafta ,

Diriunir i di rifarcirm* infegni i

Altro non veggio, ch'un horribil malTa

Di framenti avanzati à gl'altrui fdegni ,

AltrOich'ufl mucchiodisïguigni,e mon-

Squarciati brani, e diffipati tronchi. (chi

Già foieVio, non è gran tempo avant! ,

Trattando di mia man ferici ftami ,

Nel lin i che vi copria poveri infanti ,

Con fottil ago ordir fregi , e ricami ,

Hör da ferro crudel ne' voftri manti

Quali , ahi quali vegg io lavori infam! ?

Fiera man vi trapunfe , & ecto in vui

Ricucir mi convien gli fquarci altrui .

Son quefte, ohimè,Ie forme altere, e vaghe,

Che dalla genetrice in prima havefte i

О' Stelle del mio mal fem pre -pre fag he ,

Le mie mifere carni , ohimè fon quefte ?

Quefte fon pur tra'l sague, e trà lepiaghei

Riconofco pur'io Pamate tefle .

Dunque cosi mi ritnrnate innanzi .

Dclle vifcere mie miferi avanza/

D J O fpec-

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4i LASTRAGE

O fpecchi del mio cor , volti amorofi ,

Ov'io me íteíTa vagheggiar folea ;

O Solidi queft'occhi , »cchi pietofi ,

Inch'io milledolcezze ogn'orbevea ;

O labra , onde pur' hor bac i vezzofi ,

Mifti frà dolci rifi , Amor trafaea ; (ftro

A hi q nal -felvagio,ahi qual Tartareo mo-

Hà fрarfo ¡1 sägue mio nel fangue vofto/

Dato mi fuíTe almen toccar diftinti (gcv

Que'membri,oimè,che più toccädo infran

LafTa , ch'io pur miferamente eftinti

Piango i miei figli,e non so quale io pian

Perche d'atro pallor fíete si tinti-, (go

Che dubbiofa, e confufa io ne rimango,

E l'effigie gentil del vol to mio ,

Cancellatadal fangue in voi vegg'io .

Sei tù col и i , ch'io gênerai primiero '-* ")

Già non è quefto il capo tuo recifo .

Chi fu,che nel tuo bu(lo(ahi fcabio fiero)

Trafportatoè commeflo hà i'altrui vifo/

Figli , miferi figli , hor che più fpero i

Sepolto è ne' voftf'occhi ogni mio rifo ,

Qui, le crefce la doglia,e manca il pianto,

Secca han gl'occhi la vena al piäger tito.

Efuiene,c'l voltoofcura, elafavella .?.

Perde,e fiato non fpira,occhio non move

Sanguigna in tanto , e torbida proceMa

Da mille fpade , in altra parte piove .

Ben fù fotto Rè tale , e'n tale ftella

Felice chi non nacque, ó nacque altrove,

Felice chi non nacque , o nato poi .

Die fine al primo giorno à,i giorni fuoi.

Di

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DEGL' INNOCENTI . 79

Di che ti lagni poi i di che ti fdegni

Mondo vi] , fecol rozzo, ofcura etate ,

Clv'in te viva l'inganno , el vitio regni,

Che fien lunge da te fede , e bontate ,

.Che virtü pianga,efeco i chiari ingegni

Languifcan tutti, e l'anime ben nate ;

Se la bella innocenza in cotai guifa

Quaggiù , fin da quel dî rima fe uccifa /

Già fcorre in fiumi il sague, altro non s'ode

Che voci di dolor , ftrepiti d'ira ,

Tutt horror, tutt'è morte, e folo Herode

Lieti al tragico oggetto i lumi gira ,

La fiera ftragge,ond'ei fefteggia, e gode

Träfe lodando i colpi , intento mira ,

E vedefi con voglie ingorde , e vaghe

Contar le morti , & additar le piaghe .

Mentre la plebe addolorata , e trifta ,

Con -pietofi ramarichi langui fce ,

Terror de la memoria , e delia vifta ,

Oftinato in fna voglia il Règioifce.

Qual ferpe , che dal Sol veneno acquitta,

Più la fteftapietà l'infellonifce ,

Hà fpumante la bocca.e gl'occhrardenti,

E fi morde le labra , e batte i denti .

Sorto Herode dal loco , onde purdianzi

Fù fpettator de' fuoi furor perverfi ,

Più da prefio fi fece, e volle innanzi

II macello tirannico vederfi .

Parean gl i fparfi corpi , horridi avanzi

Di naufraggio mortal , legni fomnierfi ,

1l fangue pueril ftutto crudele .

E ie membra 1 e le fafee arbori , e vele.

D 4 Sil

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So LASTRAGE

Sù psgli immondi , e fangainofi monti

(Spaventofo à penfar)fpatia,e paffeggia ,

Da i ftanchi aperti , e da le rotee fronci

Vede che'l langue in grâ'diluvio ödeggia

Fur come in chiari fiumi , ó in vivi fan ci

Là per entro fi fpecchia, eil vagheggia ;

£ vuol de' miferabili infelici

Mifurar di fua man le cicatrici .

Sembra appunto di tana afeito Drago

Con ale verdi, e con fanguigne crefte ,

Ch'al nuovo fol preílb il natío fuo lago

Le fauci aprendo horribili , e funefte .

Terga le feaglie in un feroce , e vago

Di fquallid'auro, e rígido contefte,

Et al dolce del Ciel lu me fereno ,

Saetti da tre lingue ira , e venena .

Vede di brutte macchie altTi covertí,

Languidi , moribond! , e palpitanti ,

Trà' coníín de la morte ancora incerii ,

Stringer le madri » & anhelar fpiranti .

Altri già fenza vita i cori aperti

Mo(trano ancora,e moftrano i fembianti

Effiggiati di pietá , di amore ,

Aueggiati di planto , e di dolore .

Altri il vital humor , che largo abonda ,

E dal cor » non ftagnato ancor deriva ,

Vomita per la bocea in sù la fponda .

Qnafi nave sdrufeita . e giunta à riva .

Vorrebbe à nnoto alcun sù per quel Toda

Morte' fuggir, che'l fegue,e che l'arriva ,

Ma debile , mal vivo ,e femimorto

Cade nel fen materno , e more in porto .

De

Page 88: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTE. 8г

De le Donne mefchinealtra legote ,

Altra le man fi batte , e l crin fi frange ;

Quefta,metre ch'il fen fquarcia,e percote

Ulula, non fofpira , urla, nonpiange ,

Quell'altra fà con dolorofe note

Del petto unMógibtUdegl'occhi unGáge

' Chi del Rè.chidel Ciel fi Iagna.e ftride,

Chi fi duol del fuo duol,che non l'uccide.

Altra ve n'hà , che taciturna , e fola

. A I'eftinto figliuol proftefa avanti

Stupida in atto , e fenza far parola

Si difterapra in fofpir, fi ftrugge in piâti.

Altra al pianto pon freno , e fi tonfola

In tor da terra i figli ancor tremanti ,

E le fredde cogliendo aurefugaci

Stampa ne' labri lorgl'ultimi baci .

Altra del corpiccl pal I ido , e brutto ,

Le fqtfallidette , e lacerate fpoglie ,

Dëtro alcun vel.che fia di sague afiiutto,

Pietoii Almamente in bracete aecoglie .

£ mentre in acque il cor d ifti'ta tutto ,

Mentre tutea in vapor l'anima fcioglie ,

Gli fà del petto fuo ftringendol forte .

Già cuna in vita, hör fepoltura in morte.

Stanchi già di mirar , ma non fítoili

Volgea cupido gl'occhi Erode il magno,

E in quei torrenti fanguinofi , r molli ,

Dolce al cor fi facea tepido bagno .

i - Già de' vermiglr , e torbidi rampolli -,

Homai tutto tranquillo era lo Stagno ,

Se non quanto il crefpava in lie vi giri

Auretta di mortiferi fofpiri .

Findel Libre tin,*. D 5

Page 89: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

IL LIMBO,

LIBRO QJJ ARTO.

Argomento.

Spinto da Herodt il fier Mahtcbt toglie

¿i vicpià d'un bambiu i'alma , с la vitai

¡Qucglt mtanto sù'lfiglio , e sù la mo%Ut

4Ptange , efaite nel cor l'almá fmarrita ,

II gianToeta Hebreo la lingua fioglie,

E i vcabi Vadri à rallegrarfi invita ,

Mentre lo ¡luol de gl' Innotent i ei mira ,

Cb'unito iierfo U Limbo il voló gira .

С Arca di nembi, e forra l'ofo in tanto

Mefta la nottr al merlo d) fuccelfé ,

Onde de' pargoletti in bruno manto"

Parve l'efteqaie accompagner volefle .

Pioggia verfando gia , qnaíí di pianto

Da l'ombre fue caliginofe , e fpefte ,

E da" confuí? fuoi muti lamenti

Eran gemid i tuon , fwfpiri i venti ,

''Contento si , mà non à piért contento

in Palagio à ritrarfi il Rè ne viene ,

E quai fucina , che del dianzi fpento

Foco il calore ancor vivo ritiene ,

Contro i miferi pur l'empio. talento

Frefco nel cor nodrifce, e nelle vene ;

Tiemendo non ne fien per I'altrui cafe

Non pic;:ok relique ancor rimafe .

Ma

Page 90: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DE GL4NNOCENTI. 8j

Maíecche à sè chiamô . Tra' piîi felloni

Uom più fellone il modo unqua nö ebbe,

Nè , fe gli Antropofogi , e i Liftrigoni

Riforgeflero ancor ; forfe l'havrebbe.

Malecche , il Gebufeo , che trà ladroni

Nacque ; e trà fere viíTe , e fero crebbe ,

Diíforme si , che le fembianze ifteffe

Havria(crede)il Terror, fe corpo havefle.

Oltre il mento pelato i e'l capo rafo ,

Oltre le tempie angufte, e'l ciglio irfutOi

Trè dëti hà meno,& hà fchiacciato il nafo

E ne gli occhi ineguali il guardo acut« ;

Benche'l migliorde' duo ri>atr> à cafo

D'un gri fregio à travetfo abbia perduto

Ne la fronte , e nel volto hà per trofeo

II carattère Grego , e'lconio Hebreo .

Và fpia (dice) per timo , e teco mena (fo

Squadron d'armati.e fe nafcofto, e chiu-

Trovi alcun vivo infante,u -спН,e (vena,

Segni inció del tuo (lile il folit'ufo ,

Farô(rifponde)Ho ben difpetto, epena

D'effer fteril di figli ,e'l Ciel n'accufo ,

Per altro no » fe non perxh'io vorrei

Sol per piaceni incominciarda' miei .

Mentre de' fuoi furori iefrà fe fteffo

Lafciar difpone Herode eterno elfempioj

Malecche , à cni dal perfido commeflo

L'ordine fù de lo fpietato fcempio ,

1 fateHiti guida al fiero ecceffo ,

Non di Rè erado efTecutor men empio ,

Ma d i Signor si rigido , e pretervo

" Non dovea più pietofo effer'il fervo .

* D 6 Si

Page 91: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

8+ L A. S T R. A G E

Si come all'hor , che depo i tempi adufti

A librar l'anno , ô bell'Aftrea , ritorni , «

E il Sol con raggi temperati , e giufti

Matura i pomi , e intepedifce i giorni :

Vanno fchierati à dipredar gl'arbufti

A fila à fila tur bid i di Storni ,

Onde , mentre calar hinge gl i mira , *

L'vue fpera te il villanel fofpira .

Tai dopo fe lafciando , ovunque awifa

Efter ri porto alcun germoglio Hebreo,

Tracciacrudel di quella turba uccifa,

Lo ftuol fi fparge infidiofo , e reo ;

I palagi i le rocche in quella guifa ,

Che fuol da gl'Auftri il cóbattuto Egeo *

S'odon fonar li fanciullefchi accenti ,

Di donne fchi ululati , edilamemi .

Non altrimenti , che feprefe , & arfe

L'alte mura vedefte , e l'alte porte ,

A le fchiere nemiche intoreo fparfe

Scalare i tetti , e gridar langue, e morte :

Parea I'afftitta Bîtthelem lagnarfe ,.

E percoterfi il petto , e pianger forte ,

E si alte mando le voci à Dio ,

Che da' colli di Ranina il fuoa s'udio .

Sotto la raice le tremanti biade ,

Sotto I'aratro i tenerelli gigli

Cader foglion talor , si come cade

Preíío la madre il numero di figli :

Spendende van l'ingiuriofe fpade

Di langue cittadin fiumi vermigli *

E la mifera plebe à mal si grave

Al tro, Olivo il morir, fcampo non have '.

Frà

' * - . . - h щ "

Page 92: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 8s

Frà gl'altri alberghi , in picciola caTetta

L'oltraggiofo Maleccheà forza entrado/

Vede due figli à vaga giovinetta ,

L'uno à piè,l'altro in fen,ftarfi pofando,

A l'un con líete nenie il formo alletta ,

E coi piè leggermente il và cuitando ;

L'altro da femi candidi , e vivaci

Le fugge il latte , e più ch.' il latte i baci .

In cambio di faluto , ecco veloce

A quel, che dorme, il traditor s'avventa,

Alza la fiera , eformidabil voce ,

E le fueglia dal fonno , e lo fpaventa ,

Cala la fpada orribile , e feroce ,

E in perpetuo lethargo l'addormenta ;

E gl'infegna à faper , come vicini

Hanno il fonno, e la Morte ilor cou fini.

Poiche ne l'un le prime prove hà fatte , .

Nel portator fanciullo il brando rota ,

E dalla nuca , ov'egli il fiede , batte *

Gle'l fà per bocca ufeir trâ gota , e gota .

Quei fputa il cibo,e détro il sägue,e I latte

L' Anima pargoletta ondeggia , e nuota,

Scorre la punta ingiuriofa , e fella , :

E conácca la lingua à la mammella .

Mifero havea colei di non perfetto

Altro parto immaturo il ventre pieno .

Paisa il già nato,e gi unge,ove al cocetto

Era vital fepolcro il cavo feno . (ftretto

L'un chiufo in grëbo, e l'altro in braccio

More,Scella in un punto anco vien meso.

Chi mai cafo si tirano intefe , ô vide í

Un colpo , un corpa fol ttè vite eccid* .

Page 93: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

П6 LA STR AGE

Qujndi inalcra maggion s'apre I'entrara %

E'ncontro à nobil giovane (i ípinge ,

Che la frefea feri a , e non faldata

D'un circoncifo fuo reftringa , e ftringe,

Et ecco alzando all hor la mano.armata,

Nel fangue.ch'ella afciuga il ferro tinge,

Et à piaga di legge il braccio forte (Чe

Accoppiar à quel mefchin piaga di mor-

AH'hor colei per ravi vario alquanto ,

Port>e la poppa al miíer»l , che langue ,

Vería in grëbo à la madre il figlio intäto.

Delà madre inedefima il latte in sigue ,

Verfa del íiglio fteflo il fangue in piamo

Sù'l fanguigno figliuol la madre effiángue

Lava il candido umonmetre il vermiglio

machia il feno à la madre.il volto al figlio.

L'abbandona ció fatto , e paífa audace

Di (lanza in (lanza à più fecreti hoitelli,

Cerca i receñí , e con lo ftuol feguace

Lini , e lane rivolge , e coltre , e pelli ,

In cavo letticuol trova , che giace

Coppia di íimilliiïïmi gemelli i

E l'un'à l'altro in guifa eracongiunto ,

Che i gemelli del Ciel pareano appunto.

La forma è pari , e diíferente il feflo

De la mal nata , e mal guardata coppia , -

Vive in duecorpi vari un fpirto fteffo ,

Una vita in due cor gemina , e doppia ,

Natura hà in lor egnal Ambiante efprelfo

E pueril femplicità gli accoppia;

E (]ual Giano no vello in duo divifo

Hantio il le tto cômun,comhanno il vifo.— - * ' ' ' л. *

Page 94: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL/ INNOCENTI . 87

Quellá сara union ruppe , e diftinfe

Malecche , e dite . O fommata forte ,

Ecco pur quell'amor ch'ambo vi ftrinfe

Si dolce in vita,ancor v'unifce in morte .

Se fomiglianti il Ciel si vi dipinfe ,

Non vô che Pun'à l'altra invidia porte ,

Mà quefto, e quel.come di par v'entraro,

. Vô che del mondo ancora efcan di paro.

Ció dice , e nel primier prima fi cala ,

E con la forte incontraftabil deftra ,

L'arrendella colla , d'onde à la Sala ,

J .'aria, e il lume introduce alta tint Яrа.

Precipita co'l pié giù per la fcala

JL'altro,elafcaIaè di una felce alpeftra ,

Si ch'ei viene à pagar rotto , e battuto

Di langue à ciafcun grado ampio tributo

Parea ciafcun con gli ultimi fingulti

Gemendo accompagner I'effequie altrui,

Quifi inneflorecifo in duo virgulti ,

Egli per lei langui va , ella per lui .

Cosí non rei fentiro , etjon adulti

La pena de gli adulteri ambidui;

Hebbe ne le prime hore, e ne l'eftreme

Un vétre,uníettu,& un fepolcro infieme.

Vierifi dove modefta humil fanciulla

Cuftode à duo bambin fiede,e compagria,

L'uno in conca dimora, e l'altro in culla.

. L'vno in lavacro tepido fi bagna ,

L'altro frà bianchi lini fi traftulla ,

Kide per vezzo l'un , l'altro fi lagna .

Nati gih di duo ventri.e di un fol Padre,

.ond'à l'uno ê madrigna,à l'altro e madre

Quan-

Page 95: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

88 LASTRAGE

/

Quando la miferella entrato fcorge

JL'afsaliror , che d'improvifo arriva ,

Lafcia il figliaftro entro la cuna, с porge

Soçcorfo al figlio , onde fi falvi , e viva .

Prédelo in braccio incontinente, e fcorge

Stupefatta, fmarrita , e fuggitiva,

Pur ver l'altro fanciul ritienla à freno

Pietà , fe non materna, humana almeno.

Corre con quel , che partori da I'alvo

Verfo colui , che di campar dcfia ,

Ahi folle,e le convien,che qutl,che fal vo

Toi fe pur dianzi à I'acque, al ferro dia :

Malecche il fier con Barabafso il calvo

Puni la pietofilïïma fol lia,

£ fece ad ambo avante al fuo cofpetto

Sepolcro il vafo , e cataletto il letto .

Vinta cole i da la foverchia ambafcia ,

Gela,e trema nel cor, nel volm imbiäca,

Piomhár nel fuol fi lafcia, e già la lafcia

A villa si crudel l'anima ftanea ,

Quei ftrangolato da la propria faccia

Si contorce,edibatte,e morce manca (.A*

Quefti trà'I latte,e il piito,e il ságue,e Гo

Suenato cade , foíFoga to affonda .

С íunfe , ove poi di Cittadine inermi

Povera famigliola era raccolta ,

Una fra lor nè gl'anni fuoi men fermi

Himeneo ftretta à pena , havea difciolta,

Mk di ben quattro afsai leggiadri germi

Seconda ta la prima in una vol ta ,

Hor' in un'anno fol fatta fi vede

Spofa , veJo va , madre , e fenza herede .

Due

Page 96: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI. 50

Due di lor per il eolio hà tofto prefo

Malecche,un per le'gäbe.un per le braccia

Un ne lancia col calcio al foco accefo ,

Un battuto nel fuol col pié ne fchiaccia,

Un ne tracolla ad una trave appeío ,

Un nel pozzo domeftico necaccia ,

Cosi con vario univerfal tormento

Hebbe ciafeuna morte un' elemento .

Chi contar porria mai le varie fpoglie .

Onde Morte fe'n gia fuperba , e ricca í

Qual dal tenero bufto il capo feioglie ,

Qual da I' homero molli il braceio ¡"picea,

Quei del ñato à la gola il vareo toglie ,

Quei nel flanco tremante il ferro ricca .

E irá rabbia , e terror, fra doglia , e lutto

II furor coa le furie erra per rutto .

Braccia da* bnfti lor tronche , с reeife 4 r

Seminale hanno il fuol gole ftrozzate ¿

Teñe , quai da fecure afpro divife ,

Quai con man rotte,e quai có pié calcate

Trefcar morte veggendo in tante guife ,

Se medefma abborri la Crudeltate ,

Né lafeiava pero di efler cuídele,

Má'l difpetto al fuo tofeo accrefcea fele ,

Et ecco già , c'homai fi leva , & efee (ge,

VAlba da l'Indo,à'{ Sol no molto с lun-

E'I Ciel l'ombre co'rai confonde,c mefee,

E marito à la notte il di congiunge .

Si rode Herode , e l'afpettar gTincrefce ,

Tale ftimulo ardente il cor gli punge.

Sorge , e ri vede i Kegj arnefi , e toglie

L'auraca verga , e le purpuree fpoglie .

Page 97: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

9o LASTRAGE

In tanto il gran palagioode repente

D'alti ftrepi i ,e ftrida ulular tutto ,

К di fervi ,e di ancelle intorno fente

Suoni di palme , e gemiti di lutto ,

Et ecco arriva un meflaggier dolente

Pallido in vifta » e d'atro fangue brutto ,

Ch anhelando , e fudando in apparire i

Al Ré e'inchina , e poi comincia, ô Sire.

Un fon'io di color miniftro indegno ,

Cuidella fiera uccifion commeíTo

Fu hierfera I'incarco , & hor ne vegno

Poco à te lieto , e fortunato metTo ,

Lungo à narirar del tuo fublime fdegno

Fora üí tintamente ogni fiicceflo .

Hiftoria mftinorabile , di cui, '

( Vagliami te¡co il ver) gran parte iofui.

Sotto il Veffillo tuo ( si come impofto

Pa te fteflo ne fù ) partimmo noi ,

Dace i e capo Malecche i e gimmo tollo

Veloci ad eíTeguir gl'ordini tuoi .

Vera tal , ch'era padre , с ршг difpofto

Ne venia per gradirti à i danni fuoi .

Viani dunque n'andammo i e taciturni ,

Chiufi da l'ombre»e da gl'orror nottutni.

Prefa fù la gran piazzi , e tiitti i Iati >

Qninci,e quindi sbarrando ambe le porte

Chiufi fut d'ogn' intorno , e circondati ,

Da cuftodi fedeli , e.guardie accorte ,

, Acciô, ch'altrui frà vigilanti armat i

Non potelTe la fuga aprir la forte .

Fece per tutto il Capitano all'hora

Squillar la Tromba garrula , e canora .

Ein

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DEGL* INNOCENTi. 91

Ein virtù commando del Reggioeditto ,

A ciafcun , che per ufo armi veftifle .

Che de l'albergo , e del confín prefcritto

In.guardia fuor della Cittade ufcifle .

Nè , mentre un reo di capital delitto

Cercando ei giva.altro impedirlo ardiíTe.

Un reo.che quivi occnlto in grande im-

Havea del Rè la Maeflade offefa. &id*

Alcun non fù de' Cittadin né lento

Ad efleguir , nè ad ubbidir ritrofo .

Quindi di borgo in borgo in un mom?to

Si fpiö de' bambin per l'aere ombrofo ,

E fappi , che del numero già (penco

Trovammo afsai maggior I'avSzo afeo-

Onde ft con diverfe afpre ferite (hi

Rotto il tenero ftame à mille vite .

Fuorche ftrida.e foípiri,pianti,e finghiozzi,

Altro non fi fentia per ogni parte ,

Vedeäfi entro gl'alberghiimmÓdi.e fozzi

Trionfar Morte horribilmente, e Marte.

Colà fafce fquarciate , e membri mozzi ,

Qni nel langue notar vifcere (parte .

Se cio.eh'all'hor fec'io filentio hor copre,

Bello è il tacer , là dove parlan Торre .

Sta mane pefeia in su'l ritorno , quando

Già l'eccidio notturno era fornito ,

Impenfato accidente , e miferando

Ne fi fè incontro ,ô cafo empio inudiío ,

Deh Hato fufse il tuo real commando

Da' tuoi fervi Signor meno ubidito ,

Mà , che fapea femplice turba i quale

Colpa haver puo d'involontario maJe _,r Trop-

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9» LASTRAGE

Troppo la noíl ra man fù prefta , e pronta ,

Troppo la voglia à fodisfarti intenfa .

£bri di fangue i cori , e d'ira, e d'onta

Ciechi eran gl'occhi.e cieca l'aria,ed£fa.

Fù fcufabile error . Cosí racconta ,

£ qui lega la lingua , e tace , e penfa ,

Mà lo (limola Herode , e quei rafcioha

La voce, il parlar fegue, e il Rè l'afcolca

Men tre , efleguito à pien l'alto ftatuto

(Si come io diffi) ¡I noítro íluol venia ,

Ne venne ad incontrar fcudiero a ftuto ,

Secreta di Maleccfae , e fida fpia ;

IL ne feorfe colà , dove ved uto ,

Difle . furtivamenre haver trà via

Con due Bambini avvolti entro la gonna

Fuggirfi in chiufa parte ignota Donna .

Non lungi dunque da queft'alta reggia

Verio quel lato , onde'l Real giardino >

Di fovra'l fiume il Libano vagheggia

Preflo un' ufcin ne traire empio deftino »

Vago pur di faper cio » ch'eíTer deggia ,

' II noftro condottier fi fè vicino

Là vè trà legni per fora ti , e fei ffi .

Luce per noi fi vide , e voce udiffi .

Femtna v'era dentro , e parve in vifta

Lo fpavento portar dipinto, e'l duolo ;

E di due Fanciullin tímida , e trifta ,

L'un fi tenea nel fen , l'altro nel fuolo ,

Voce tremante, e di fofpir commifta

Dal смоr trahendo.à l'un dicea figliuolo,

Figliuol come ti fcampol ove t'afeondo l

E chi m'apre I' Abbilio.ô'l mar proínndo/

Don-

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Donne im tempo Samaria hebbes'i feile ;

(Fama è trà noi) che da la fame aftrette

Kifeppellir nelle materne celle

Carni, ch'eran di lor nate, e concette.

Lafla, e perche ció che per rabbia à quelle

Hor' à me per pietà non fi permette ,

E celar voi da quefte ingorde Arpie

Nelle vifcere mie , vifcere axief

Mi con l'eíTempio già di tantiecceflí

Figlio ben mi vedefte il feno aprire ,

Quando in tal guifa poi fperanza haven*

La tua vita campar col mío morire .

Cosi l'anima aprinni anco poteffi ,

E il corpo tuoeon l'anima coprire.

Ch'io non farei di ricectarti avara

Dentro l'anima üefla , anima cara .

E cosi ragionando, il pargoletto, (capace,

Cha in braccio entr'una veggia ampia, e

Che del rigordi Bacco era ricetto ,

Non di tetto ancor vota afeonde , e tace ,

Poi fofpira, efogiunge. A te commette,

Vafo fedele . ogni mia gioja » e pace »

Tu'l mio tefor fra tanti fieri orgoglí ,

Cortefe almen depofítario accogli .

Oltre feguir volea , mà fi rivolfe

Del noftro Duce à l'impeto , à la voce «

Ch'urtó la porta, e poiche ruppe, e feiolfe

I ferrami, e le sbarre, entró feroce .

L'un ne l'urna appiattô, l'altro s'accolfe

Colei nel grembo, indi feggí veloce.

Ove di quell albergo era nafeofta

La camera più interna , e più ripofta .

Quivi

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9+ . LA STR AGE )

Ç^nivi l'afcofe , e ben fottrarlo all'hora

. Potea volendo al fouraftante maie

S'aperto havefsc akrui fenza dimora , I

Di cui fi fufse ¡l fanciuHino , e quale :

Mà fperô forfë il fuo piùcaro ancora

Prima falvar dal rifchio afpro,e mortale,

O con inganno almen fpietato.e fcaltro,

Far l'uno al fin vendicator de l'altro .

AJera viglia fù ben , ch'à noi non fofse

Nota coftei ¿ mà trà per l'aer bruno,

E per l'alto terror , che la percoíse , ¿

Non valfe all'hora à ravvifarla alcuno .

Oltre , che dal furor, che nècommofse .

Fasto cieco , e baccante era ciafcuno ,

E il vederlo poi faor del regio tetto

Ne tolfe del gran cafo ogni fofpetto .

Malecche dunque ancorche efprefso in 'Sto

Sapefse il loco ,ov era il'furto afcofo ,

Peí siportard'ogni fierezza il vanm ,

Si come afpro , ch'egl'era , e difpettofo,

Volfe gioco di lei prendëndo alquanto

Spa ventevole in atto , e minaeciofo

Schernir pria che uccidefse i cari pegni

Conaftutiacrudele i moi diiegnji .

Et ecco il bracero , e il piè contro le move T

E le ftraccia le veto , e ftraccia i crini ,

Dimmi(dice)malvaggia, hor dimmi.do-

Dovedianzi celafti i due bambini/ (ve -

E tù , da la cui de ftra il fangue piove ,

Di ( die' ella ) ove fon tanti mefehini ,

Tanti di tante madri , occhi , e pupille ï

Tù cerchidi due foli , & io di mille .

Fuße

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DEGL' INNOCENTI . 9S

FuiTe in grado à le Stelle , ó cari figli ,

Ch'à mio talento, in mia balia vi havefli,

ÍO' qual nido vi accoglie , e quali artigli

Dal mio fen vi rapiro , almen fapeffi :

Che frà ceppi , e catene , armi , e perigli

Se flagellata in vive fiamme ardeffi »

,Ma qneflo cor , che luce altra non vede ,

Non fpoglierei dela materna fede .

Figli deh qual fortuna , ô pur qual loco

Vi poffiede infelici , e vi nafconde ;

L Vi ha forfe , laíTa, inceneriti il foco .?

{ O' fepolcro vi dier l'acque profonde l

Cibo à i cani , à gl'augelli l o fatti gioco

Siete de i venti inftahili , e dell'onde i

O' col fangue innocente eftinta havete

De íe fpade barbarithe la fete }

Eftinta /ahi no; del Bárbaro inhumano

So Pire ancor, per quelch'io veggio.ardfti

Qurl'incalza Malecche , e dice : In vano

Ciô, chenegar non puei, negar mi tenth

Stoltafè i pietà folle, amore infano ,

Occnltar quel , che palefar convient! .

Violenza di ferro à viva forza

Pietofo afletto in cor materno ammorze .'

Tù , qual madre magnanima , & ardita.

Quel , ch'èpur noto, appalefar non vuoi,

E Iprezzar morte, e non curar la vita

Ti fà forfe l'amor de' figli tuoi .

Mà quefto fteífo amor move, Sc invita

Herode ancora à provedere à i'fuoi .

Cosí le dies , la menaccia , & ella

Con audacia viril freme, e favella .

Page 103: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

ç6 LA STR AGE

Ponimi trà'l foco , e ferro ; ardi fe faí ,

. Uccidi pur, morir mi Ca gran forte ,

Se fpaventarmi vuoi più , che non faí ,

Minacciami la vita, e non la morte .

Mentre parla eos) , viè più, che mai

Oftinata in fuo cor , la Donna forte ,

Ecco il primo fanciul de l'urna chiufa ,

Con voce pueril fe ftefto aceufa .

R ife Malecche , e prefo il dogîio, il trafle

Per lo palco rotando , e ne fè gioco ;

Mà pero, che di ferro hà i cerchi, el'aftV,

Danneggiar non fi puô moho , nè poco :

Vuol'egli al fin provar, s'almen baftafie

Ció ch'il braccio non valfe, à fare il foco,

Nel foco il caccia , e fà , che veril , e fUlli

Mifto il fangue col vin per cento fpilli .

Udito havrai dal Tauro d'Agrigento ,

Quando dalrame fuo concavo, e pregno,

Ne'niuggîti non fuoi fparfe il lamento

Del fiero fuo fabricator ingegno . .

Cosi ne l'appenfibile elemento ,

Alimento infondendo il cavo legno ,

lmpiagava la fiamma , e fuori.intanto

N'ufcia frà duo licor confufo il piante .

E prefente à tal vifta , e tanta rabbia

Nel petto all'hor la genitrice aduna ,

Che sébra horrida Tigre,à cui tolt'habbia

II cacciator d'Armenia i parti in сипа .*

Quando con lieve pié l'Hircana fabbia

Trafcorre in vifta minacciofa, e bruna ,

E fà fofpinta da crudel pic täte ,

Tutto d'urli Tonar l'alto Nifatc .

Page 104: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DËGL' 1ÑNOCENTI . 97

Todo a tor l'altro infatue il pallo gira,

El conduce fra noi quel la infelice 1

Che de ['horrenda , e difpietata pira ,

Onde'l primo è fatt'efca , e fpettatrice ,

In pari incendio di pietate , e d'ira

. Tra fdegnofa ,e dolente avampa. e dicej

i Per farlo , o crudi , incenerire a pieno ,

Vi baftava riporlo in quefto feno .

Là dove quad in immortal fornace ,

Sue faville ogn'hor vive я mor mantiene,

Ma fe lo dratio altrui tanto vi piace ,

E perduto una parte hô del mio bene ,

К ifiuto I 'al tra a voi la dono in pace ,

Ben ne l'avanzo încrudelir conviene ,

Prendetel dunque,ond'iod'entrabi priva,

Refti , e fe morto é l'un l'altro non viva.

Spade, a quel dir , di Pangue ancor fumante

Dacui non so , non men crudehche forte,

Vibrare io vidi , e'l rivelato infante

i Mandar con cento, e cento pup te a morte,

Onde dubbiofa l'anima fra tanto

Piaghe, ch a la fua fuga aprian le porte ,

Non fapendo per qua! prender l'ufcita

Su'l morir lungo fpatio il tenne in vit* ,

E la pérfida all'bora , havrô pur'io ,

E de la Patria mia dolce , e diletta

Fatta in punto fol (difle) e del mio

Sventurero figliuol degna vendetta ,

O fervi del Tiranno iniquo , e rio,

Hor'a roi fol di vendkar fi afpetta

Nel fangue reo de la fallace Albina

De lacafa real 1 'alta mina .

X« Strap . £ M'uc

Page 105: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

o8 L A S T R A G E '

M uccídefte il mio cor , ma non andrete Y

Troppo lie t i pero di tnia (Ventura , ;

L' ni timo , che nel fen morca m i ha vete i

,FigHo m'erad'amor , non di natura .

R iconofcere Albina homai dovete , (ra

C'hebbe Aleffandro Я regio pegno incU-

Quegli.c'hor là nel fuol palpita, e more,

Quegli è del noftro Re l'único Amore .

Cosí difs'ella , e.pien di mal talento

Per oltraggiarla il Capitan fi mofle :

Ma'I pugnal(ne sôd5de)in un momento

Tratto , 6 come da lei trattato fofte ,

Ne laman feminil fertza fpavento

Strinfe con valor mafchio,e lui percolle,

10 ¡VI vid'io del proprio Tangue tinto

(Et a pena il credei) cadere eftinto .

S'algran cafo reftô di noftra fchiera

Attonica ogni mente , e sbigottita ,

Penfil ciafcun , ch'afpra novella , e fiera i

: Innafpettatamente habbia fentita ,

Prefa è Tiniqaa Balia , e prigioniera

. Già da noftri fi guarda , e ferba in vita >

Perô ch'wna fol morte à tanto danno ,

Parvepicciela pena , e breve affanno . .

Il fin non afpetto di quefti accent!

1l Tiranno fuperbo , e furibondo ,

E parve in atto il Regnator de venti

Q¿ád apre l'ufcio al carcer fuo profonde,,

E sferra à battagliar con gli elementi' )

I guerrieri del mar , furie del mondo ;

Corr'egli in fala , St ecco appena giunto

Doride la Reina arriva à punto . ;

Ар-

Page 106: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI . 99

Appiinto all'hor de la fecreta foglia

De la camera ufcia la fventurata ,

Da lacrimofo choro, e píen di doglia

Di donzelle, e di donne accompagnat» »

Che del fancinl la fanguinofa ípoglia

" Su le braccia pur dianzi havean portata.

Singfiiozzando, e gridando ella venia ,

Dove, dov' è il mio ben/ la vita mia i '

Qual da poi, che perduta haver s*accorfe

La bella figlia in su la fpiaggia Etnea ,

Accefe i pini infuriata , e corle

Già delie fpighe l'inventrice Dea,

E con rapidi Drâghi il Ciel trafcorfe

Stimulata dal dnol , che la trahea,

Cercando pur la Vergine fmarrita ,

Che fít in un punto fol vifta , e rapita .

Tal ne venia I'addoJorata , e pofcia »

Che vide il caro buflo , al cor Гe naccjuc

Tanta pietà, che da foverchia angofcia

lmpedita fermoffi , afnitta tacque .

Forato il ventre, e l una, e l'ai tra cofcïa

Sdrufcito il picciol corpoà pié le giacque,

Tempeflatodi piaghe , era à vedello

Con cent'occhi fanguigni Argo novello.

О come all'hor de' duo viví Zaffiri

Videfi ofcuro il tremulo fereno ,

Come torcendo i languidetti giri

Difciolfe à i piâti.à i dolci accêti il frencfe

O' Dio di che dolciffimi fofpiri

Feri le ftclle , e fi percofle il feno ,

E fvelfe l'oro , e laceró le rofe ,

Onde i crini,e le guanee Amor compofe-

E г Al

Page 107: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

roo LASTRAGE

Ü contrafatto volto il voho apprefta ,

Lo ftringe, il bacia, e fovra lui fi getta

Chi t'ha (dicea) si concia , ô di me ftefta

Sembianza eftinta , imagine tra fitta/

Qual si grá colpa hocötro il Cielcömefta,

Ch'io deggia in cotai guifa eíTerne afilit-

Cosi cosi ti dàd'oro , e d'elettrö

1l tuo buon genitor corona , e fcettro {

О fera delie fère aíTai piîi fera ,

Amano i figli ancor leTigri Hircane ,

E in queft'unico tuo quai ria Megera

Ti mofte a incrudelir/ quai rabbia imma-

Sfogafti pur la ferità fevera (ne?

Delle rigide tue voglie inumane ,

Godi, e fiano il fuo fangue,e i piätimieh

Vincitor triönfante , i tuo trofei .

Dimmi fpirtodi ferpe, anima d'Orfo

Dimmi cor di diafpro , e di métallo ,

In che poté con pueril dífeorfo

Fallir giamai, chinon conobbe il fallo/

Com'efter puô, che dell'età precorfo

Habbia l'arbitrio il debito intervalle ,

Si che dovefle in fua ftagion non píen*

,i L'error futuro anticipar la pena i

Huom te non già > ne d'aman feme nato

Creder vogl'io . Te la crudele , e forda

Sirte produffe, ô l Hellefponto irato ,

О la Sfinge di fangue immonda, e lorda,

L'empia Chimera, o СerЫ ro fpietato ,

O l'infameCariddií o Scilla ingorda,

E ti notri là fra lo ftuol vorace

De' Dragoa di Cirene , Arpia rapare .

Etu

Page 108: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNOCENTI. ioi

E tu te'l vedi , e tu te'l foffri 6 Cielo .-?

Figlio, & io vivo? e con la deftra ardita

Pur'indugioa fquarciar di quefta il velo ,

Che fol per te mi piacque afflitta vita /

N6 no , che fe di morte horrido gelo

Preme la guancia tua frefca , e fiorita ,

Non convien,chela mía languida,e priva

D'Ornamento, e fplendor rimanga viva .

E fe teco troncando ogni mía fpeme ,

Chi glá l'efler ti diè , l'eíTer t'hà toíto »

Non mi torràich'almen nell'hore eftreme

Con lo fptrtoio ti fegua erran:e,e fe tal to.

La fpoglia mia col tuo féretro infieme

N'andrà, nè fenza il ramo il ñor fia coico.

Cosi lo ítruggitor de' miei conforti

Autor ñad'una ftrage, e di più morti .

Deh quanto era il miglior, fe'l di ch'aprifti

O pargoletta mia tenera prole ,

Al pianto i lumi dolorofi , e trifti ,

Chiuíi l'havrfle eternamente al Soie .

Deh quanto era miglior, fe quando ufeifti

A trar vagiti in cambio di parole ,

Dato priai che I 'humor di quefto feno ,

T'haveffi di mia man mortal velcno.

Ma quedo fen di fe medefmo avaro

Troppo a torto ti fíi ftolta , ch io fui ,

Che dart i non dovea , fe già si caro

Gl'era il tuo pefo , ad allattar altrui .

Hora al tuo vel,non mecheamatoamaro

Scarfo non fia de' miniíterü fui .

Vô.che con larga nfura al figlio eflangue

Quanto negó di latte, hor dia di fangue .

E 3 A que-

Page 109: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

ioî LA. S TRAGE

A quefte note inteneriffi alquanro -

l)i quel rígido cor l'afprezz' alpina .

Pietate il punit, e fe ne trafle il pianto ,

AíFette nuovo a l'anima ferina .

Snudatoella un coltel che fotto il manto

Vertí va al cinto appefa aurea guaina ,

Feri fe fteíTa , e cadde in sh la porta

Smortain un pnnto.e tramortita,e m ort a.

Non hebbe ail3 hor la feminil famiglia

Tempoda ritener l'iratamano.

Herode fteíTo con bagnate ciglia

Ratro vi corfe , e la fo:corfe in vano ,

Di dolor , di ftupor , di meraviglia

Tremé, geló, quafi infenfato, infano .

Alrigore,al pallor (lama ra Hembra, (bra;

Già di faflo hebbe il core,hor n'hà le raé-

Barbaro Rè , Rè folle, horche direfti

VeJi quantoè fallace humarç configlio ,

Trovi appunto colà , dove credefti ,

Trovar lo fcampo il tuo mortal periglio .

II figlio, e'l Regno afficurar volefti ,

Ecco perdi in un puto il Regno.e l figlio;

Tua fentenza in te cade , e da te fteííb

la punito Terror pria , che commeílo .

Come membro tal hor tronco repente,

O' da ferro crudel trafitto al vivo ,

Non già íubbito fuor manda correote

II fangwe ancor fmarrito , e fuggitivo ¡

« Mà tofto poi , che fl rífente , e fente

L oífefa.e'l duol verfa vcrmiglioun rivo,

E quafi onda da fonre , apre la vena

Fuor per la piagaa la fanguigná piena .

Coíí

-

Page 110: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DfcGL' INtfÖCENTI . 103

Ce i tardi rifcoffo il rioTirâпno ,

Cui l'improvifo duoHa lingua firinfe,

Poichè die loco al dilatatoaffanno ,

Ruppe i filentii, e i gcmiti diftinfe ,

Eda gl'occhi rivoki al proprio danno

Quafi fangue de l'aima , il pianto fpinfe,

E cadde là dove la moglie,e'l figlio

Parea fcogli di marmoin mar vermiglio.

Ecco a che fiera vifta , occhi dolenti ,

(Che più ftate à ferrarvi/) il Ciel vi ferbâ

Per dare il vareo a i tepidi torrenti , <

Forfe aperti vitien là doglia acerba'.

Aleftandro Aleftandro, hoimè non fenti,

Fior de l'anima mia recifo in herba ,

Dori, Dori, non odi, e non rifpondi i

Deh perche de begl'occhi il Sol m'afcôdi.

Mifaro , quale in prima 1 e quai dapoi ~

Piangerdegg'io/ te figlio, ô te conforte/

Te fpenta in sù'l fervor de gl'anni moi f

О tè mono al natal , nato a la morte i

Piangerô (lafto mè) me itefTo in voi ,

Piangerô 'I proprio mal ne l'altrui forte ,

Dunquedel mio diadema il lucid'oftro

Sarà figlio i e conforte, il fangue voftro i

Odi quanto crudel , mifero , e meilo

Padre, mal nato figlio, e fotto avara

: Stella côcerto,equeftoè il trono/ equefto

'Lo fcettro Imperial ch'ei ti prepara /

' G che apparecchio tragico , e funefto ,

II letto marital cangiato in bara ,

Le faci, ond'honorar dopô qualch'anno

Le tue nozze fperai, l efequie havranro.

E 4 Foi-

Page 111: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

to* L A S T R А О E.

Forfennato mk> fenno , e quai ció volfe ,

O tu fallo , o mio fato¿ o come avenne.?

Sconfigliato configlio^echi mi tolfe , I

La mente , ecome cieca elladivenne,

Si che te fol quando l'editto fciolfe ; ,¡

Al gran rífenlo fottrar non Ii fovenne i

Ma fu voftro tenor lucí rubelte ,¡ Z""k

Fiamme inique del Ciel perfide Stelle .

Anzi fu per voftr'opra empie infernali

Furie ftimulatrici ; anzi commifi

Sol'io l'alto misfatto , io de miemali

Fui fol fabro nocente ; & io l'uccifi ,

Da me l'honor da' freggi miei real» ,

La mia vita di vita , ohimè , de vi fi ,

Che do vea meco , .e dopô me del regno ,

E de la regia, ftirpe eíTer foftegncv .

Hor qual Vendetta ., e qual figlio iníéljce ,

Figlio infelice d'infelice madre . :,

Che b.ifti ad appagar fua rabbia ultrice ,

Ti pagherà lo fventurato Padre /

Non la níal igna , e perfida nodrice , ;

Non de' miei danni le miniftre fquadre ,

Non s'anco a l'ombra tua mi fia cqncqíTo

Del regno mió facrifiçar me íleíFo . . ¿

Re più dirmi nocí vó , Padre non deggio ,

Padfe,e Re(fe non fui}miappelloa tono

i Fui moftr« iníame,inferual furia,epeggio

Indeg-noçr'io di te , poiche ti hó mort» .

Ai quatojor che del mal tardi m'aveggio

A gil uccili fdnciulli invidia porto ,,.

Eben hoggi dovrebbein me fornita ,

EíTer come la gioja anco la vita .

Potef-

Page 112: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEGL' INNÖCENTI . 105

PoíeíH alm.n quill animette ignude ,

Ch'io fpogliai diazi,hor riveftir di velo;

Perdi nuovo'fpogliarle ; & alle crude

Fere efpor le lor membra al vêtOial gelo:

E fe pietofo il Ciel l'accoglie, ô chiude,

Per fempre effiliarle anco dal Cielo ,

Che poco fora al mio dolor profondo ,

E chiainaíTemi poicrudeleil mondo .

Ahi chi mi reca in man la fiera fpada ,

Che tronco le mie gioie , accioche fotto

JL'armi, onde cade il figlio, il pad re cada,

Né refti intero un fil , fe l'altro è rotto/

С )si doleaíí , e in tanto ogni contrada

Piange l'alto efterminio al fin condotto;

Ma già i felíci Spiriti mortali

Ver I'Elifia magion fpiegavan l'ali .

Si come là per entro i folti horrori

De' bofchi ombrofi in su i fereni eftiví ,

Vacillando con tremoli fplendotfcj-,.

Volenti animaletti , e fugitivi ,'

Sembrano a' peregrini , & à paftori

Animate faville , atomi viví ,

Onde dal lume mobile , e mentito

II feguace fanciul fpeíTo é fchernito .

O com'Api follecite , 5c induftri;,.

Per Podorate d'Hibla aure novelle, .

Nel vago April frà rofe, e frà liguftr)

Vanno a libar quefte dokezze, e quelle,

Onde fan pofcia architettrici illuftri "

Nobil lavor di ben comporte celle ,

Moli ingegnofe , e fabriche foavi ,

Di bianchc cere , e d odorati'favi .

с - C.n.

Page 113: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

io6 LASTRAGE

Cos! da' veli lor nute contente

Sen gian quelle beate anime fciolie ,

Kfùchi le miro viíibilmente

in un bel nembo di fiammtlle awoke ,

Incoronate d i diadema ardente

In lieto groppo , in vaga fchieraaccoltc ,

Fattodisé medefme un cerchio grande

Agitar bal ti , S increcciar guirlande .

Sparver turbini , enubi , e il Ciel feren«

Con chiare Stelle à i lor trionfi arrife .

Anftro , « feco Aquilon col Pali à fren»

Si vaghe danze a vagheggiar s'affife .

Con feftevoliplauß a l'aria in fene

Scherzar Pauien gl'augelli in mille guife

Colfe l' Aurora le fanguigne brine

' E ne fè gemme al feao , e rofe al «шe .

RifergPAbbiffi , e Ta prlgCMon di Morre ,

Che de gl'antichi Eroi l'ombre chiudea »

Le tenëbrofe Aie ferrate perte

indorate a quei lampi intanto havea .

Qui vi il real Poeta , il Paftor forte ,

Che fanciul rintuzzó l'ira -Gerhea ,

Pofata all'bordi Lete in su la fponda

Con la cetra, e 1o fcettro bavea la fionda.

£ i negri prati del'opaca riva ,

Ne' cui fterili rami , i mefti angellî

Ammutifcon mai fempre , impoveriva

Per trecclarfene il crin , di fior novelli .

Quando per l'aria d'ogni lume priva

Cli ferir gl'occhi i hicidi drappelli .

Preíe egli il plettro.indi il furor concetto

Coa si facta canzon versó dal petto -

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DEGL' INNOCENTI . 107 '

Líete Hete hoveíle , ecco i meffaggi

De la celefte à noi luce promefta 1

Védete i puri , e vermiglietti raggí

Precurfori del di, ch'à noi s'apprefta ,

Tofto termine faauran gl'anti.hi oltrag-

Toftb ne fia la liberta conceffa , (gi,

Giàfpunta il'Sol,che le noftr'ombre indo

Chinianci tutti a falutar l'aurora . (ra,

Pace a voi,gloria a voí, voi pur giungefte ,

Delia fperata al fincara Caíate ,

Sofpiráti corrier . Ma che fon quefte l

Quefte che fon si ftrane afpre ferute /

E chi fegô le gole , e chi le tefle ' '

Ohimè trafifTe di punture atute ¡? (to

Ah i quai petto,ahi quai cor fu duro al piä

Ahi quai mano,ahi quai ferro ardí cotato.

E voi , chi tenne voi dento voi ftefîè;

Rovinofe procelle all'hor riftrette.'

Venti chi v'affrenô } chi vi riprefte

Dà I'ufato rigor nembi , e faette

! Si ch'intpunita l'opra ir ne dovefle

Dal giuftiffitno Dio de le vendette .?

J_'op7a , da far trà l'ira , é l'odio eterno

Sœpir le- Furie , e vergognaf rinferno .

О facri , ô fanti , ô Cari , ó benedettî'

Martiri trionfanti , invitti heroi ,

Invitti heroi dal fommo Duceeletti

A morir pria per lui , ch'egli per voi ,

Col pi da dura man pom i acerbetti ,

Intempeftivi fior de gl'horti faoi ,

Del proprio fangue rugiadofe , e nat«

Trà le fpine del duo! , rofe odorate .

Page 115: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

!o8 L A S T R A G E<

Te neri gigli , e gelfomini intatti,

E di purpureo neture conditi

Rami a forza fchiantati , a forza tratti

Dal tronco genital , che v'hà nodriti ,

Piccioli , e rotci fafîi , ove la fanta

Chiefa novella i fondamenti pianta .

Verginelli, ch'in fronte a noi dolenci

1l nome redentor ferhto portate ,

Semplici pecorelle , &. innocenti ,

Cand ideete colombe immaculate ,

Oíocaufti pnrgati , o (lie lucenti ,

Nel proprio fangue,e dell' Agnel lavate

Vittime prime , e da rio ferro aperte ,

Al Rè deSanti in facrificio offerte .

Venire illuftri fpirti , anime belle, ,

Vemite felkiffimi Bambini,

Frefche a recarne bomai certe noveüe ,

De gl'afpettatigiubili vicini,

O dille, dfangAie,óiiillenô,maStelIe

O fangue no , ma porpore , e rubini,

Gemme degne di far ricca , e pompofir

. La corona di Chrifto , e delta fpofa .

Piaghe felici , anzi fuggelli , e fegni

Del fofferto martir, viví , e veraci,

E di glone , e d'honor fecuri pegni ,

,E di gratia ,e d'amor lingue loquaci.?

Hor chi farí , che voi ricufi , e fdegni

Lavar сo' pianti , & afciugar сo' baci .?

£ chi (ia , che non beast dölei humori _

lo coppa di pietà fmembraci Amori ¿

De

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DEGL' INNOCENTI . 109

De gli fpruzzi desia del fangue voítro

In rece de' fuoi lumi , il Ciel fregiarfi ,

Vorrebbe volontier di si fin' oftro

La Luna il volco candida macchiaríi :

, In si chiaro rufcel nel fommo chioftro

Braman l» Stelle.e gli Angioli fpecchiarfi

In si bel mare ambitiofo vele

Imporporaríl , & attuffàrfi il Sole .

O cariffimi gemiti , efofpiri » .

Lagrimette foavi , e lufinghiere ,

Dal cui flridor de' lor canori girî

- L'alto concento imparano le sfere :

O dokiiïimo duol , da cui martiri

Tutte le gioie fue tragge il piacere :

О bel I 1 filma morte , e ben gradita ,

Cui di pregio , e d'honor cede la vita .

Defa quanti in Ciel v'hà préparât! , < quai i

Spiutelii amoroíi . aim: leggiadre , (li,

NiICampidoglioEmpueo archi immorta

Chiare palme, e corone il fommo Padre ¿

E quai gloria magior f forze infernali

Domar, vincerRc forte,e armate fquadre.*

. Difarmati campion * nudi guerrier! ,

Fatti del figli» in un feudi , с feudiert .

Tofto colà nella ftcliata Corte »

Dove chi vi mando trionfa , e regna •

Ciafcun di voi de gl'Angioli conforte

Spoglia di fua victoria havrà ben degna 1

Qui vi dell'innocenza, e de la morte

Spiegar la bianca , e la purpurea infegna

Vedrenvi , e per trofeo frà quelle fchiere

Far délie rotte fafeie alte hendiere .

One!

Page 117: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

ne LA STR.AGE DEGL'IÎWOC.

OJne' tormenti ancor feliie ftudo ,

Che piít che fangue allai latte fpargefti *

Ti fu principio , e fine un giorno folo >

Nel primo di l'ultima notte havefti .

Ti convenni provar la morte i e'l dnolo ,

Quando la morte,e'J duol non conofcefti;

£ con lacere vele il legno afforto

A pena entra to in mar , portaíU il porto.

Noi Noi ( dir poí potrete ) Atleti inermi

Caduti in lutta in grembo a Dio n'alzam

Noi dalla latteà via,lattanti germi (mo;

D'orme sâguigne il bel cador fegnammo;

Noi con piedi beati anzi che fermi

Arizi lesfere, ch'il terren caJcammo ;

Noi dal tenero fciolto , epicciol velo

-Habbiam prima,che'l Sol veduto ilGielo.

Cos) сan tava , e da le can did 'al me

Fur le fue voci.e I ombre a un ponto rotte

Levaro i vecíhi Padri al Ciel le palme

Sperando il fin di cosi lungk notte ;

Ede' cari bambin le lievi falme

<3ià per l'honor di quelle ombrofe grotte

Portando in braccio , e ne' lor volti fanti

Iteravano a prova i baci ,- e i pianti .

11fine del $¡h¿<irte , 6r ultime Libro .

Page 118: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

DEL LA

GERUSALEMME

DISTRUTTA,

Canto Scttimo

DEL CAVALIER

M A R I N Ir

QUefte cofe vedea da l'aite cime

De I'Qlimpo Äellante il Rédel¡M<M,«j

Dond'ei fcorge non folo il Ciel fublime,

3_a fpatiofa terra , e'1 mor profondo .

JVta dele cave pin ripefte, & i me ,

Ove il Sol mai non entrai! cieco fondo»

£ i fecreti penfierl , e i chiufi affetti ,

Che nel centro dei cor celano i .petri .

Sotira 1a sfera . al cni rotal íi rota

Ogn' altra sfera mobile ,e fnperna .

Sfera è di luce in Ciel,che fempre immota

Paffion mai non hà ; ma pace eterna .

. Regione è colà Tolinga , e vota ,

Se nonquan'doíolDio l'empie,egov«rna,' j

£ qnanto fearebi di wrrene falme. Coie-

Han per fua greKâilfeggioAngioH,& al-

Folle

Page 119: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

1 1 г Ddla CtrufaUmmt Viftruita .

Folle cheteiKO/ e quai mai vola , o fale

Sovra meta d'ingegno ingegno umano.¿

Spirto immenfo invifibile, iramortale ,

Foco p iro del Ciel , Ftbofovrano .

Aura di tuo favor mi regga l'aie , (no

Si ch'io non caggia.e no le fpieghi in va

Tú mi foftieni , à tanta via non ufe ,

ОЦrа Pindo poggiar non fanleMufe.

Gl'ampi fpîtii dell'aria afcenrle , e varca

Sovra l'ufo mortal fabro ingeginfo ,

Fuorde gl'ufci del Mondo audace barca

PaíTa il confín dell'Oteano ondofo . (ca

M ) quelCiel d'ogni Ciel delgrâMonar-

Palaggio inacceífibile , & afeof» í

Trafcende i lend* e gl'intelletti eccede .

Sol vi giunge a gran pena occhio di fede.

Nel mezzo flà , nè fpatio ingombra , b fito

In foglie eccelfo , anzi in fe fteflTo affifo ,

Quell'un.quel buon,quel ver,quell'infini-

Onde s'imparadifa il Paradifo . Cto

Quel , non so che diftinto , e pure unito ,

Uno , e triui non confufo , e non divifo ,

Che non moflo,e non fatto,e move,e cria,

Quel ehe fù,quel ch'è sêpre,e quel che fia.

. L'Eternità gl'è feggio , a crollo , ô danni

Non foggetti d'età , faldi diamantî

Sono i gradi , e lebafi ; il Rè de gPanni

ïermo gli giace , e catenato avanti ,

Pendon dal carro fuo piegati i vanni ,

I fecoli volubiH , e volanti ,

Egli con giufto feettro , e dritta legge

frena i e fprona le Si*He, e il tuteo rejige.

Page 120: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

. > y,-. Cento Sttrimo . \ iij

Riverente miniiîra , e fida ancella

Donna y che tutto puô fotto gli fiede ,

E i fu 1min i gli pofa ,c le quadrella ,

E Parmi tutte obedienti al piede ,

Akra è feco compagna anzi geinella

Virtù, che tutto ancor vede , e provede ,

Cent' ali , cento orecchie , e vîgilanti

Hà coftei fem pre de£la,occhi altrettami .

Giovinetta amorofa il vafto lembo ,

E la prodiga man l'apre , edifcioglie ,

E larga pioggia , e pretiofo nenibo ,

Di gratie ,e di virtù ne traggie , e toglie,

Ànnofa vecchia avidamente in grembo

'. Di vi vi femi il ricco dono accoglie ,

E madre universal poi ne féconda

Le campagne, le felve, e l'ai ia,e l'onda.

Dentro gli abifli di una 1 псe denfa ,

Staffi il gran Padre in fe beato a pieno

Da la fontana di tefori ímmenfa ,

E da l'immenfo incomprenfibil Teno

Oceano ¿i gloria gli difpenfa , • \

.Torrente di piacer, che non vien meno ,

M i! i'al rae ebre di amor fpecchianu in lui

E di.fe fpecchio a fe f a fpecchio altrui .

In fe íteftb fi fpecchia ,& la fe ftefto ,

Volto il fempre fecondo alto intellettó ,

Un altro fe produce , e quefto efpreflo ,

E d i fe quelo in un parto , e concetto,

Unico , eterno , in tutto eguale ad е(Гo

'. Divina imago , anzi divin fubietto,

Originate , e non creata prole ,

Dio di Dio vero , e único Sol di Sole ,

Men.

Page 121: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

1 14 DeJlaiGtrtifalmm; diftrulfu .

Mentre fe fteTo intende ,'e la femhíariia* '

Di fecon tutto fe vagheggia, e tnira

L'aima, e l'amor ch'ogn'altro amer'ava-

L'amato figlio in lui refletée, e gira. £za

Da la gemina íiimma egual foftanza ,

Et ineffabilmente all'hor fr fplra ,. '.i '' ;

Spirto Dio , divin nodb, e-terno amöri

. Santo don* Santo meflo , e Santo ardore .

Gome un'alma è mebranza,e vogIia,emèti

Corne un'onda è fontana, e rivo,etiume,

Come di Sole un globo folo ardente

Hà vigore, e calore infieme , e lume . -

CöSi di trè virtù mirabilmente Cme,

Fafiï un fol groppo,e di trè numi un Nu-

Di trè perfone un Gerion verace

Unica fiamraa in triplicata face .

In trè rami un fol tronco , una natura

Triplicata.union chiude, e comprende

E d'un folo voler, folo una cura ,

Si come un'eíTer fol deriva , e pende ,

Ma tama luce i chiar'ingegni ofcura ,

Meglio s'adora aflai , che non s'intende,

Si profondo miftero , e si fublime ,

Più che ftil roco humil filentio efprime .

Quefto fommo Rettor le bafle cofe ,

Spiando di la su , del mondo noftro

Poiche rinfidie,e le malitie afcofe

Tutte miro del fulminato moftro ,

Tofto a l'alta armonía lUentio impofe

E fé di tutto il fuo lucerite chioftro

Da gl'Aráldi del Ciel venir chiamati

Gl'eferciti de'Santi , e de gl'Alati .

. : Unifli

Page 122: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

. Canto Staimo . ' i is

Uflîftî il gran Senato, e fuor del trono ,

Dond'arre il SoPeterno, eterno il giorno,

Ufcir prima trè lampi, e pofcia un tuono,

Che sfavillo di doppia fíamma adorno ;

Daquel lome abbagliate,e da quel fuono,

Quafi vinte , e confufe intorno intorno ,

Humilmeníe l'Aquile immorrali

Chinar le lucí , e ñ fchermir con l'ali .

Udite ô Ciel i, e voi fermate ô sfere ,

Formate ô chori i voftri balli , e i cantí ,

E voi tTHeroi celefti udire, o fchiere ,

Principi gloriofi , e trionfanti ,

.Odan gl'huomini in terra, odan le fere

Del Creator gl'oracoli tonanti ,

Ë il miodecreto Habilito , e fifto

Con fuoi rei Cittadini oda ГAbiöb .

Conto v'êtroppo й troppo folle ardire

, Del Gigantedel Ciel , che tanto falfe

Qnando per vano di regnar defire

Del fort« d'Aquilon la rocca aftalfe ,

Tormi lo fecttro , e fovra me falire

Tentô;m« contra i miei pugnar non valfej

Cadde, e percofto dal fulmíneo telo

Purgo per fempre d'ogni macchia ilCielo

Non fatio ancor i! pérfido l'initiiio

L'haver tratte mill'alme a i negriregni ,

Vedete come ancor per vezzo antiquo

Contender meco, e contrariar s'ingegni.

Là nel mardi Giudea percalle obliquo

" Mirate erranti i combatmti legni ,

Ch'alTorti già dal tempeftofo flutto

Criando no'l victafs'io fariano in tutto .

Page 123: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

1 1 б *Dtlla Gerafalemme <Diftrptta

Prefago egli a più fegni, & indovino ,

Che prefto è di Sion I'ultimo die ,

1l minacciato danno homai vicino

Tenta impedir per mille aftute vie í

Pero del mio guerrier campo Latino

Svelto hafotto fembianzeamiche pie

Fior di fcelti campioni, e là gl'hàfcorti i

Ove reftin fepoltianzi , che morti .

E con'l'opre fi sforza, ecólconfiglio,

Poveri di fperanze , e di governo ,

Di lor proprio voler nel gran perigüo

Seco tirargli al precipitio eterno >

Ma no'l faràiche al nioftruofo artiglio

Vô, che del mar fian, tolti,e de 1 infernoi

Nè potrà fpirto fcaltro, ô guerrier forte

L'oftinata Chtà fottrarre a morte,

Penfa lo ßuolo Hebreo quells, ch'íl fiede

Piaga mortal , di mortal man percofta ,

E per bafTe cagion avvifa , e crede

Guerra si cruda incontroeftergli mofla ;

Forfennato non sa , cieco non vede ,

Che dell'alta mia deftra èsferza,e fcofta/

Quafi ionó fappia ancor có Tarmi ultrici

Punir de miei nemici , i miei nemici .

Troppo , ahi troppo è per Tonde ito agitato

Quel chiaro ftuol di Cavalieri eletti ,

E tempo èben, ch'il mar fero , e turbato

S'acquieti,e l'alta i m pre Га hormai s'affret

Più no convien, ch'il popolo indurato (ti

A ^enitenza intempeftiva afpetti ,

Nè che fcampo al fuo mal trovi,ô refugio

La profana magion,che dmique induRioi

ь. . G ià

Page 124: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

, . '. Canto Settimo . 117

Già non è villa homai , non é Cittade

In piè rimafa ad Ifrael foggetta ,

Sola fra l'aître pur àncor non cade (tt

L'alta fua Reggia,e'l crollo ultimo afpet-

In quefta , in quefta voi Latine fpade

Memorabil farete afpra vendetta

Diquel saguedivin, ch'al'empia,e cruda

Venduto fu dal traditor di Giuda .

DilTe 1 e non è fuo dir s) come fuole"

Formarfi il noilro un fuon d'aria veftito t

Ma fenz'huopo di lingua , ô di parole

Moftra in fefteftToogni penfier fcolpito.

Difte, e si chiaro folgoro, ch'il Sole

Il Sol puPhor dall'Occeano ufcito

Fora appo quella luce ardente, e pura

Si come a lato al Sol la notte ofcura .

Tutte intente a quel dir porfer l'orecchio

L'anime de l'Empireo habitatrici ?

E quelle delloftuol canuto, e vccchio

De la patria già lor fide tutriçi,

Vifto nel chiaro , e non fallace fpecchio

Le fue ruine horribili , infelici ,

Se noncb'alma del Ciel pianger no pote,

Rigate havrian di lacrime le gote .

Cinto fra gî'aïtri di purpurea vefte

1l Kè Paftore, il buon Poeta Hebreo ,

Quel , ch'atterrô píen di valor cel efte

In val di Terebinto il Filifteo ;

La nobil cetra , onde le furie infefle

Dell'agitato Rè placar poteo ,

Lafciô di man caderfi a quell'ogetto

Smarrito il voho, с coniuxbato il petto ^

Page 125: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

US 7>slh Gtrrtfaïemtm ¿ijfratta .

AH'hordel libro eterno il gran Tonante

Le chiufe carte , e figillate aperfe ,

Ove in viva pittura à gl'occhi avante,

Delle cofe i I catalogo gl'orTerfe

Sí che (intimamente, e in un' ifiante ,

Prefenti i córft fecoli vi fcerfe,

К le cagion ripofle , e non in tefe

Dv-lgran ftagello Hebreo vide,e eoprefe.

Vede íl Sigrtor si pio verfo if perverfo

Popolo ingrato , incredulo lignaggio ,

Che de PEgitto al fin per lui fommerfb

Libero il toglie al riggido fervaggio ,

Mandagri all hor,che pin fen'và dïfperfo,

Campione , e condottier fedeîe, e faggio,

Perdargli in pietra H fuo voler feolpito ,

Yd fcai pello a l'intaglio il proprio dito.

Perapriglí а la fuga afciutto П paflo

Vede far l'acque a l'acque arginbe fpóde,

Vede apparir, quand è fmarrito, e lalfb »

Nubi i e colonne al fuo camin féconde ,

!,À la faa fete intenerito il faffo

Scaturir frefche in larga copia Ponde ?

' ,->Al fuo digiun fomminiftrar cadentt

La vivanda del Ciel puri nlimenti .

,

;Ma vede indi i favor ; pagar t'oltraggi ,

Quando poiche d'Egitto ufeito fue

S'erefTe là trà bofehi ermi, e felvaggi,

I Idolo abominando , un aureo bae ,

Vede i fidi di.Dio fervi fneffaggi

Crudtlmente fvenar con le man fue,

Si come ancor di mille nobil'alme

f8 fede in terra il fangue,in Ciel le palme

. * Ve.

Page 126: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

'Canto Scttimo ? и9

Vede ,che tutte havea pur quefte offe fe

Pofto in obliochi volentier l'oblie ,

Ma à tanto ecceffo in tanto colmo afce fe

La fuá crudel malvagità natía ,

Che l'eterna progenie all'hor, che prefe

Spoglia terreftre in humil forma, e pia

Oso dannar con voglie , empie malvage

A brutta morte , a difpietato ftrage .

Né perô fua follia cefsô ,nè ceíTa ;

Ma d un'in altro error crefce.e formonta,

Uccide ancor con queila rabbiaftetTa

Jacopo il giufto,& ota aggiunge ad onta,

Legge inoblio , religion e hà raeífa

Tutta in non cale, e fol la mano ha proca

A l'oro al fangue.e vaneggiante ogn'ora

Venere * e Bacco , infami Numi adora .

Ciô ne' fogli di Dio i ch'aprir non lice

Fuor ch'all'Agnel, nè rivelare al mondo»

. Con la cupida mente efploratrice

Letco il fecreto havea fenfo profon-Jo ,

Qiiando curvato , e chin sù la felice !

Terra de' vivi il mufico faconde, , (glie

Là, dov'è a deftrain Trono eguale al fi«

Legran Madre fedea , rivolfe il ciglio

O che raggi.o che lampi, o quanta, e quale

Luce , e bellezza hà in sè l'alu Reina ,

Se quando lei . benche quà giù mortale

1l graa faggio d'Atene hebbe vicina ;

Volfe tanta beltà fenz'altra eguale

Adorar come Dea non che divina ,

Нor coià.îù ne la beata Corte

Qual eíTer dee , c'hà fotto i pié la Morte í

; Ella

Page 127: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

i го ЮсMa Girttfulamme Deflrùtta

Ella diadema illuftrc e non giàd'bro, 7

Ma di ftelle gemmate havea ne' crini ,

Copria di fchietto Sole aureo lavoro

Suoi membri incorruptibili divini .

Sotto il lembo le íéan de' vanni loro

Quafí nube lucente i Serafini ,

E vinca di candor la Luna errante

O'ambe le corna fue fcanno a le piante .

A lei fi volfe , e fofterrai » che pera

Da peregrino incendio incenerita

Del'amica Giudea la donna altera

Già fama, hor peccatrice, e non pentita/

Che non t'impetri al men сб tua preghiera

Pentimento , e perdón , fe non aita i

Tu fonte di pietà , fcherno de'mali

Protettrice del mondo % e de mortali .

Quel facro dunque , erriveritoTeropio ,

Che pur Tëpio è di Dio verrà,che caggia

Quel già del mio œodelloanticoeffinpio

Coprirà cene r vile herba felvaggia,/

Ahi chi farà ,ch'al fovraftante fcempio

Se non fol ш l'aita irragion fottraggia .

Te fol pregh'io , te che non pur foccorri,

Ma tal hor prontaJjlpregator precorri .

Tu colomba gentil , pura Angiotette,

Ch'innamorafti Amordi tua bellezza ,

Genetri.e di Dio , figíia diletta

I fuoi rigori intênerifci ,e fpezza ,

E ció lieve a te fia fra rriill* eletta

Mitigatrlce fol di fuá Htrezza ,

Cbe l'havefti bambin fott'humiUieno

Legato in braccio , eprigionier rîel feno.

* " Già

Page 128: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Oanto Settimo . m *

Gi¿ fuolger'non tent'io I'ordine eterno

De fuoi prefcritti i e ftabiliti fini ,

lo (tornar l'alte leggi/ lo del fuperno

, Mio Rè crollar gl'immobili deftini /

Prima il nulla m'aflorba , anzi l'Inferno.

Ch'il mio dal fuo desio torca , e declini ,

, Nè fol , ch'il fuo voler , voler potrei ,

Né potendo voler , poter vorrei .

Mà s à punir quegl'oftinati ingegni

L' ira giufta , e Divina è già matura ,

Et è già fiflo in Ciel , che i tetti indegnii

E depredi , e divori ingorda arfura .

Piacciati ritener que' fanti fdegni,

E da l'inique , e federate mura ,

L'ai ta di Dio vendicatrice mano

Torcer per breve fpatio ahnen Iontano .

Sai quante arme rubelle , econtumaci ,

Che fmarrito hor delCiel hanno il cami-

Lafceran leMefchite,e lian feguaci ([no

Del gentile Idolatra , e del Latino,

Indi per vie piu dritte , ' e più veraci

Scorteda fpirto Angelico, e Divino ,

E fparfo dal lavacro almo di Piero

Adoreran lo feonofeiuto vero .

5iva , fe te col mio linaggio humile

Strinfe per gran ventura humano lacelo

Del rozzo ceppo mio ramo gentile ,

Anzi vergineo fior, quefto mi taccio ,

E fe del fanguejnio povero,e vile (cío, .

Scefe il gran Verbo à fentir caldo.e giac-

' F« fua mercè che métre al modo nacque

mia baíTezza* eflahar troppo gli piaeque .

" * - ta Straggt . - ' f Pur

Page 129: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Iii Ю(\\л GcrufalcmmtDißrutta

Par s in Ciel del la Carne , e ddla Terra

Doke fi ferba ancor qualche membrâza ,

Quefto fol chieggio.e so ch'in me no er-

De l'affetto terren I'antica ufanza (ru

Quel ch'oggi ¡rata ma ftrugge,& atterra

Del tuo gran parto, e fuo fil nido,e ftâza.

Dunque non ña , che si preggiato loсэ

Berfaglio fia dell'ira , efcadeifoco,

Forfe lion lungi ë la fperata emenda ,

Rallenta tù l'inevitabil' arco .

Bella del Ciel non afpettar, che fcenda

L'irreparabil colpo , ond'egli è careo , ^

E fe'l tuo vago,ovunque il braccio ftêda,

Largo è ne' premi , e ne' caftighi parco,

Tibchecon gl occhi sâti il pungi.e legh

l'orgili , pregos i miei fofpiri, e i preghi.

In cotai note il gran Cantor difeiolfe

Suo vivo zelo udille , e pietà nhebbe

La Vergin donna,e mètre i detti accoH'e

Quafi fiamma per fiamma incëdiocrebb"

Indi al fuo dolce Amor doke fi volfe,

E porgendole quelle , ov' eigià hebbs ,

Urne di latte , il fuo divin fembiante

Rivagheggió, rivagheggiata amante

Splende vie piii delia più chiara lampa

II fuo velo impaffibile , e lucente ,

Del Manco aperto la fpietata (lampa

Spira il vivo ardor fiamma innocente

Ogni palma,ogni pian ta accefa a vamp*

D'amor, di gloria, ç di dolcezza ardente,

Cägiatohan le fue piaghe illuftri.e belle

, H fangue in oro , e le fue ftille in Stelle .

Ne

Page 130: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Canto Seitit»o . 113

Nella tua fronte à gl'Angioii si cara

Vive la vita , e nè trahe cibo eterno ,

Quefta fol'è , ch'intorbida , e rifchiara

Latempefta, e'I feren.l'eftate, e'l verno.

Dal fuo ciglio felice il Sole impara

Delia face immortal l'alto governo .

Dal dolce de' fant'occhi ardente giro

Prëdon le Stelle,e'I Ciel l'oro, e'I Zaffiro.

Le íila fue di non so che contefte

Hà quel ricco , ch'll copre habito fanto ,

Paion di Sol , fe'l Sol , che dal celefte

Sol hà fol Io fplendor, fplende cotanto :

- Luminofa una nebbia egli hà per veiíe ,

Nubilofa una luce egli hà per manto ;

Riluce si , che la fuá luce il vela ,

E nè fuoi propri rai fe ftefla cela .

Figlio figlio non odi / à i dolci accenti

Del tno caro fedel volgiti , e mira ,

Come mi ftringe,e con che voglie ardenti

Per la patria falnte a me fofpira :

Son le tue piaghe a doppio amor poiTenti

Del gran Padre adirato a volger l'ira ,

Pur ch'ei s'aífifi nel fuo dolce pegno,

E la man porra l'armi, c'I corlo fdegno.

Per quefta ifteffa nation , per quefti

Ciechi a la luce tua fordi alia voce ,

Per cui mercè chiegg'io, mercè chiedeft.

Frà l'ingiurie maggior delia tua Croce :

Tanto fol,tanto i vanni abbian men pre-

La tua fentenza rapida , e veloce , (fli

Chela Giudeá,c'hor d'ogni lume è priva

Te riconofea , e fi converta , e viva .

Fz Se

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iî4 Délia Gtri/faltmme Wißrutt*

Seno'l val per fe fteflo il popo) rio,

Empia la gratia tua l'altrui difetto ,"

D'interceffor si nobile , e si pio ^

Vagliali il preggio , e vagliali I'affetto ,

Vaglial i almeno , ôfigli , il pregar mio,

Vagüanli quefte poppe , e quefto petto ,

Con humil core in fupplice favella (la. ¡

Madre il ti chieggio,e te ne prego Ancel-

Quefte preghiere in si dolcí atti efpofe

Im pe ra trice de' Celefti giri, '[

E in guile cola sù cosi pietofe ,

Come foran quà giù pianti, e fofpiri, é

Ben ne le lucí Angeliche amorofe

Vede fcolpiti , i fervidi deíiri ,

E con diletto in lui fifa , e rivolta

La fupplicante il fupplicato afcolta-.

Si come a lo fpirar d'Euro , edi Coro

Carbone infiamma3e fi ravviva,e incéde,

O come al Sol fpecchio d'acciaio,o d'oro

Mentre raggi gli dà , lampi gli rende ,

Cosi doppiaro , & alternar frà loro

Di lufínghe d'amor care vicende ,

Et à la vaga fua rife il diletto

Con rifteffi fcambievoli d'aiFetto .

\ Dalla bella Oratrice , & archí , e faci

Furgl'occhi,e fùia voceun'arce,e un dsr

Onde di fiamme tenere, e vivaci (do,

Ferillo il priego , e faettollo il guardo ,

Con guardí anch'eglitremoli ,e loquaci

Li rifpofe tacendo, io amo , io ardo i

Fofcia à gl'ardori , ond'ei dolce languia

Con dolciftime note apri la via.

- Ma- '

Page 132: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

' Çanto Settímo l" us

Madre , Vereine madre è ben di dvtra

Selce quel.cor,che tú non rompi o pies>hi

Maqual più dolce a me dovuta cura ,

Ch'afcoltar pii lamenti, é gitifti prieghi,

O qual ( beach'impoffibile ènatura j

Sia cofa in terra, o inCiel.ch'à te (i nieghi

Chiedi pur,ch'arda il ghiaccio,e'I foco ge

Che nafcan nuovi m5di,e nuoviCieli. (Ii

E comnn quefto Scettro ,e quefto Impero

Quanto dar ti poter , tutto ti diedi ,

Comun'anco è il voler,tu'l fai, ch'ií vero

De' più cupi penfier nel cor mi vedi ,

Da te , c'hai già di me l'aibitrio intero ,

Chieder degg'io cio.che da me tfi chiedi:

Ta non chiedi,anzi don i alCiel le palme,

A Dio la gloria , e la Mute ail aime .

Non è incenfo d' Arabia , e non è rofa

Porta altrui si foave , Se odorata ,

Che di candido Cor prece pietofa

AI mio gran Genitor non fia più grata

Tu > di cui tranne Dio non fù mai cofa

Più pura in Ciel , tù fanta anzi , che nata

Nè prego fe non mondo , oífrir gli fai ,

N¿ puoi da lui non ottener già mai .

E dritto è ben , che fe tu don gli fefti

D'alma si ricca , ei ricompenfi il dono gl

Se già mortal nel (en tu m'accogliefl$ge|

Ch'io t'accogliá immortale nel mioTro-

Se'l procellofo mar meco correfti , (no

Che tu fia meco, hor che nel porto ío fo-

E riftoro.e trionfo a pena,a guerra (no,

Succeda,e goda inCiebchi pianfe in terra

1 F J * Pre- *'

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1 гб Delia Gerufahmme ii/iratta

Pregoti fol , che ramentar tu voglia

Quando à fera il mio di là giù correa , / '*

Quanto oltraggiô la già mortal mia fpo-

La fcelerata , e perfida Giudea . (gl-'a

Con qual'enifio rigord'ogni raía doglia

Schernitrice crudel gioco prendea ,

Gli ftratii, l 'onte huopo non è narrarte ,

Che meco foft i , e de'tormenti a parte .

Ben della terra mía già cara tanto

Se doler mi fapeffi , io mi dorrei ,

Già me ne dolfi » e ne verfai gran pianto t

К ¡morir per camparla anco torrei ,

Ma troppo ha delie leggi il culto fatuo

Contamínalo i mifcredenti Hebrei ,

E sforza n d'hor in hor l'eterna fpada ,

Che ben che tard>, e ben dover che cada . .4

Oltre feguir volea , ma le materne

CommoíTe rimiró vifcere amate ,

E di ftemprarfi le fue fibre interne

Tutte di tencrezza ■ e di pietate .

Le cinque all'hor dolciffime caverne

CiCatrici d'amor fante, e beate ,

Del pié] del petto, e delle mani aperfe

E fclgorante al Genitor l'offerfe

-

LM* l'interno desio l'eternoFiglio

lfe Non diftinfe in parole, e non I'efpreíTe

* Già preveduto dal paterno ciglio,

Qual gli nacquenel corpria,che rráfcefib

Pace , pace , e pietà fcritto a vermiglio

In quei viví caratteri gli leffe ;

E ne gl'occhi non men libri del Core ,

Letfe a lettre di foco , Amore Amore .

<^-\\ SOr' '

Page 134: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Óanto Settimo . * 117

Sorrífe il Sommo Padre , e'l fuo forrifo

' Raílerenó di nuova luce il Polo ,

Sorrife a quel forrifo il Paradifo ,

E rife feco il fuo felice ftuolo ,

V into fon,difle,Amor m'ha fol conquifo,

Amor ha tronco a miei furori il volo ,

E che non puote in me forza amorofa ,

Servo humil , dolce figlio , ecara fpofa l

"Viva Piniqua terra , e'l fuo flagello .

Stiafi quanto a voi piace , homai fofpefo,

Non fia-pero, che I'Angel mio rubello

Tant'okre il fuo ardimcto habbia díftefoi

Che M delufo da lui nobil drappello

Nè refti a morte ingiuftamenteoffefo .

Torn' egli dunqu» al fuo tartareo fondo ,

E chi fgöbronne il Ciel,ne fgobri il modo.

Vol to, cio detto , ove immortaje i cori

Delle fante Fenici un rogo incende ,

Scioglie fra tutti gl'ordini Canori

Spirto,chefermo in lui lo fguardointëde.

Fra primi ; e fra più rapidi fplendori

Dell'univerfo Ciel quefti rifplende,

E più vicino al Sol, che 'l Sole alluma ,

Oi puriffima íiamma i vanni impiuma .

Quafi teatro luminofo , e grande

Al Trono intornojove il gran Rè s'adora

Popolo innumerabile fi fpande,

Che di lui fol fi pafce , e s'innamora i

Cerchiano il feggio fuo nove g.hirlande,

Che non caduco April d'Angeli infiora ,

Vefte ciafeun di quefli habito lieve , .

Quai di Sol, quai di fiftma,e quai di

F 4 De .

Page 135: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

i 28 Delia Gerufalemit Dtflrutiet '

Delle Sante del Ciel turbe Сапore

L'arnefe è tutto ftran , tutto diverfo , ,» "

E ne l'armi , e ne I'ali altri hà colore

Purpureo,altri l'hà verde,altri l'hà perfo

Altri quel di Meandro al bel candore ,

Altri l'Indico augel di vario afperfo ,

Altri d' Arabia l'unico fi moftra, (ftra.

.Altri l'altroiche al Sol si ing?ma,e inno-

i

Qui cento Orfui , cent'Arioni , e cento

Ninfe , e mille Sirene , e Mufe raille

Di dolce infaticabile concento /

S'odon l'aure ferir fempre tranquille .

Quai con lira d'avorio,e quai ¿'argento j

Eccefi di fantiifime favilie,

Quai foura Cetra d'Oro, e quai d'Elettro ¡

Muovon tutti cantando il Divin Plettro.

Vari offici a сo ftor l'eterna legge

Impofe,e varie cure, a volger diedet (ge

Quei mette il morfo à Moííri,e queft i reg

1 Regni , e le Città guarda , e provede ,

Alcun ve n'hà, che de l'humana greggs

Difenfore , e Cuftode in guardia fiede i

Alcun fludia à nutrir ne gl'elementi

E le vite fenfate , e le crefcenti .

Cut dentro a quei confín , che lor Natura

Preferirte, a freno tien Г onde rubelle ,

Chi ferra i ceppi i vëti,e in tomba ofeura

Le temperie imprigiona , e le procelle ,

Chi di nettare , e latte haver fuol cura

t>'a!imentar le fitibonde Stelle ,

Chi foftiene i ripofi , e cht le rote

Délie luci vacanti ,edell'immote .

Altri

Page 136: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Canto SetUmo, 129

Altri dotato da polfenti raggi.

Del fovrano Motor di lena eterna

I regolati ,e sferici viaggi

Delia volubil machina governa ,

E con mifure mufictie i paíTaggi

Varia , e lepaufeà l'armonia fuperna ,

Cosi portando i curvi globbi à tondo ,

Tempra i regiftri.á gl'organi del mondo.

Parte il furor dell'infernal Tiranno

Frena ,ch'il noflro mal fem pre desia ,

Et ogni lacciooTdito , & ogni inganno,

Altrui refo dall'empio olürv», e fpia .

Parte di lor fon meíTaggieri . e vanno

Di quà di là , dove il Fattor gl'invia ,

E vié più , ch'il balen vslcci , e prefti .

Fan poi ritorno . & è Michel fia quefti .

L'alto fplendor del fuo celefte volto

D'una porpora Angelica fiarameggia ,

Parte diffufo. e parte in treccia accolto ,

Scintillante dal crin l'oro lainpeggia ,

Sù per J'ignudo pié I'habito fciolto

Moflb ogn'hor da divina Aura gl'ondeg-

E l'armi vefte adamantine,e belle (gia,

Tutte chiodate di lucenti Stelle .

D'oro hà lo feudo , ove di vario fmalto

JL'Angel fellon effigiato , e finto ,

L'empia congiura , e'l temerario aflalto,

La gran contefa , e l'avverfario vinto ,

Fiamma , fumo , venen mirad d'alto

Spirar l'horribij Drago in giù refpinto >

E fparfodi fquallor livido ,egiallo

Impallidir nel pallido metallo -

F s - Del

Page 137: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

I go Delia Gtrufaltmme Dißruita

Del mirabil Thau I'infegna altiera

Sciorre il Campion diDio quivi fi vede,*"

Aurea è la lancia fua , quai fu la vera. .

Che del moftro fuperbo il tergo fiede ,

lntorno a gliorli , ove l'iniqua fera

Volge quafi fpirante in fuga il piede ,

Vedeli fcritto con celefti intagli,

Chi fia già maich'al gran fattor s'uguali/ ;

Q_<efti è dal Re del Ciel fra mille eletto

De le fue leggi eíTecutore , e me fTo ,

Glt apre ,equal Sole in Iri,il fuoconcetto f

Lume a lumeaggiúge'do,imprime in e(To,

Prende imprelfion l alto intelletto,

E di ratto effequir I'ordin commefto , ]

Come a lucido lampo onda tranquilla ,

O come fpecchio a raggio arde,e sfavilla.

Quafi groppi di Cignî i fan ti Amori I

Aprireallhora in millerotei vanni ,

Lieti , che fren ritrovi a i fuoi furori

L'inventor de le frodi , de gl'inganni ,

£)i fior celcfti , e di celefti odori

Gli aurei palchi rigaro,e gli aùrei feanni;

E fer fonar del lor devoto zelo (lo.

(Se puríonantriinCieQgli antridel Cie>

L'eburnea cetra, с tuttad'auree Stelle

Gemmata, il Re canoro in man ritogliei.

Cheperni hà diTopatio, e fette bel le

Fila d'argento in gioco d'oro accoglie ,

Indi a le corde de la voce encelle .

Maritandogli acenti il canto feioglie,

Stannolo ad afcoltar da tutei i lati -

L'anime elette , gli Angeli beati .

Page 138: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Сauto Settimo . 131

Re fanto , fanto Dio tre volte fanto ,

Giufto, e giuftitia , e fapientia,e faggio,

Te de le Stelle matutino il Canto ,

De fempre lodi il Sole in fuo viaggio i

Chi fia,che in te mifuri il quale, il quftW

Sol di cui l'altp Sol è unobra,un raggio

SoTdi luce infinita, immenfo vafo ,

Ch Orte non hai,che no conofci Occafo.

Te benediea il Ciel , trèmi l'Inferno

Bontà poffente , e Maeftà pietofa ¿

Fonte , ma fenza fonte , Autor fuperno ,

Prima cagion de le cagioni afcofa ;

Senza principio , e fenza fine eterno,

Principio , e fin di ogni create cofa ,

Padre a te ftefto , e di ftefto herede ,

Da cui move ogni forma , & a cui riede.

Tu la terra forrnafti , e tu trahefti

Dagli abiftî di nulla i fregi fuoi,

Tu l'aurce fteile , e quefti cerchi fefti

Tutti a mortali , e pavimenti a noi

Tu l'aima a i vi vi , e tu la vita deftig

A l'alme.e l'aime,e gli Angeli fon uíoi ,

Tutta opradi fua man , ceïefte fabro ,

Anzi un accento fol del tuo gran labro.

Fabro del tutto al tutto ti compartí , ,>

E fe non folo il maie il tutto fai ,

Loco non mut i , ,e mai da te non parti ,

Nè'l ciel ti cape, c'n cielo, e'n terra fiai ,

ll tutto è in te , tu folo in varie parti ,

.Se il tutto, e fei nel tutto , e'l tutto fai ;

Quel , che far non fi puô,del tutto puoi ,

El tutto fareie'l potere , e quel,che vur"

F 6 Г

Page 139: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

' t j» Della Gerufakmmt Dißmtta

Da te tutto mantienfi , e tutto fafti ,

Ma merme tutro fai , fiedi , e ripofi , '

Ripofi , e fîedi , e pur di far non laffi ,

E fenz'otio pero fono i ripofi ,

Ma il ripofo è in te fteftb , e teco ftafli

Nè fia , chi fiior di te vivi , e ripofi ,

Tu ici, tu vivi, anzi virtù infinita >,

Sei vivendo , & eftendo eftle re , e vita .

Quefta canzon , ma in più foavi modi

Udir là sù le fortunate fquadre

Comporre, e del gran Rege efpor le lodi, !

II vecchio d'ífraele Mufico Padre ,

Angel non è,ch'all'hor no ftenda,e fnodi

Per le piaggie del Ciel l'ali leggiadre ,

E che non prenda ad emular concorde

La melodía de l'afcoltate Corde .

Ma già fpiega le pi ume , egià lo fcuote,

Michel per lo fiel lato ampio Zafiro ,

Già de lievi adamantine rote

Fende col piè l'infatigabil giro ,

jGiunto a le vie de Paria aperte , e vote

1 negri Spirti al fuo apparir fpariro ,

Virto aprirfi del Ciel l'alta feneftra *)

L'ira non afpettardi quelle delira.

Quefto fîi lo fplendor , quefto fu il lampo ,

Che con fulmíneo tratto il Cisl di vi íe ,

Quando fingendo difperar di fcampo

Hidraù fpaventato in mar fi mife ,

Mira ei Pondofo , e nubilofo campo ¡¡

Conturbato , e confufo in tante guife ,

All'hor deftro sù l'ali egH Ci libra ,

I fugaci minaccia , e Phafta vibra .

Page 140: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

Canto Scttimo . * ij$

O piovuta dal Ciel turba profana ,

Gent? perverfa , e di perdono indegna ,

Pur fuperbite .<? e quai fuperbia infana ,

A cozzar col deftino anco v'infegna ¿

Qual pro vi Sacon refiftenza vana

Opporfi a lui , ch'Onnipotente regna ,

Se poter , cbe n'habbiate i fuoi decretí

Non fia giamai , che circoftri vi, o vieti /

Voí , voi malvaggi , voi le giufte mete ,

Che la legge di Dio prefcriíTe a l'ondc ,

Varear ardite /econtroil Ciel potete

Congiurar , follevar l'acque profonde /

£ gl'Euri,e gl Aultri acor difciolti avete

Che'l fommo Re ne' fuoi tefori afeonde/

lo vi faro : mà in altro tempe il ferbo ,

Plachifi prima il mar fiero , e fuperbo .

Tornate hor là , dove ben degno havefte

Nido a le flamme immortalmente affiifí .

Dileguatevi nubbi , • voi tempefte

Sù sù ratto fuggite a i voftri abiífi .

Tofto a gl'impeTj del guerrier celefte ,

La piovofa caligine partifii ,

E poiche i nembi , e i turbin i ceftaro

Sorfe il Sol : rife il Ciel lucido, e chiaro.

Zefiro il venticel leggiero , e feioho

Spirto fecondo , e genitor de' fiori ,

Che rabbuffato il crine,horrido iI volt»

Pofe dianzi fpaventoa la fuaClori ,

Pofto il furor precipitofo , e ftolto ,

Ritorna a i primi fcherzi,a i primí amorí,

Onde già ne divien la Ninfa bella , •"

Gravida il fen de laftagion novella ,

Page 141: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

1 34. Delia CtrufaUmmt Dißrntta

г ,

Fuggendo al chiufo fuo lafcia Aquilone

Tranquillo il fttuto , il di ferenoi e puro,

Gonfia la torta tromba all' hot Tritone ,

E la greggia rapella a l'antro ofcuro ,

Pofa I'anni , e'l rigor l empio Orione ,

P5 giùl'ira,e I'orgoglio il freddo Arturo

Torna la calma. od j il nocchiero aclorto

Prende de danni fuoi fpeme , e conforto .

Trova le fparfe navi il Divin meffb,

Che perduta nel mar non è pur una ,

Egli rteflo le move , & egli ftefto

Le foftien , le folleva , e le raguna ,

Naviga il forte ftuol i ma piange fpello

Del buon Fiorigi la crudel fortuna ,

Lieve in tanto colà , d'onde gli venne

II celefte Corrier batte le penne .

11fine délia Gerufalemme Dißrntta .

D E L L A •

F E D E.

SCudo ben faldo , e fermo

Ch'altrui copri,edifendi,o fi

Sei tu fidato , e fcermo

Л chi dritto operando adora , e ctedc :

Qnal hor n aft'ale, e fkde

v¿nai лог n anale e neue

L a.werfario de l'aime i

/ïn te perde le palme ; '

. ^h'i fuoi col pi incontrando

Gli fpu nti dard it e gli rintuzzi il brando

: SCU- ш.

Page 142: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

E M O R-A L Г. iJS

Scudo piover in terra

Vide Roma del Ciel fatal arnefe ,

Ond'ella mvitta in guerra

De' nemici fprezzô l'ire , e fbffefe ,

Tu ne l'afpre contefe

De le voglie rubelle

Mandato da le Stelle

A Palma sbigottita

Sei cuftodia ficura , e fida aita '.

Scudo al Trojano Enea

Sculto d'Hiftorie bellrin varie guife

De la più bella Dea

A i dolci preghi già Vnkano incife ,

ln te diftinfe , e mife

Vie più degna fcultura .

Il fabro di Natura ,

Effigiando infera

Nel giro fu o de le virtù la fchiera .

Scudo il figlio di Giove

Da la Diva del fenno hebbe in deftino

pien di virtù si nove,

Che muta va le genti in fado alpino ;

Di te dono divino

Campion , che s'armi il fianco ,

Vien si feroce , e franco ,

Ch'il nemicofi arrctra ,

E di ftupore irrigidito impetra .

Scudo i chedi lontano

Vibrava agli occhi altrui ma£

Temprô faggio Africano ,

Si ch era a un* tëpo ifteflo a(TaIto,e fcam-

Da te tremendo unjampo ' 3

. . .¿ ..mi?*. Efce, .

Page 143: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

13б POESIE SACRE,

Efce , e folgore ardente ,

Ch'al feritor poflente ,

Mentre al pugnar ti afpetta

Abbagliando la vifta il cor faetta .

Scudo di tempreeterne

Diè tontr'al feritor del fero Argante

Da le sfere fuperne

Al Vecchio Tolofan fpirto zelame

Te di puro diamante

Fortiffimo riparo

GI'Angioli fabricara ,

E incontro al fiero moftro

T'irobracciaro conten ti a favor noftro .

Scudo cavo , e fer ra to ,

Paragon di difagi » e di perigH ,

Là su il Rheno gelato

Tenean del fier Gelone efpoflo i figli .

Teco provi, e configli

Sue forze il cor fedele ,

Né di alcun fi querele ,

La faticofa afprezza

Fin da' prim'anni a foftener fi a vezza .

Scudo si fatto ufava

II Gnerriero di Sparta al eolio accinto ,

Che di tornar giurava

O vincitor con elfo , o in eflo vinto ,

Date difefo , e cinto

Wta le battaglie audace, » i

Indómito feguace , * . 4

Dell'infegna di Chrifto

Fà di a

ie , с di trionfi, acquifto

Page 144: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

E MO RA L I. 47

Scudo di Croce adorno

Greco duce ottener del Ciel fùdegno ,

Là dove fcritto intorno

Leggeafi : Vincerai con quefto Segno í

A te celefte pegno ,

Veffiilodifalute ,

Ïrofeo d'alta virtute

hiunque il guardo gira

Infallibil vittoria entro vi mira . -\

Di tè fi armi il mio petto ,

O Cattolico feudo ,

E vada poi d'ogn'altra guardia ignudo .

D'ELLA

S P E R AN Z A.

OSpeme , o vivo fiore

Ri floro de gli fpirci afflitti , & egri ;

Tu quai piùtrifto core

Ti accoglie fra i penfier torbidi, e negtj ,

Kiconfvrci, e rallegri ;

Tu coito in tua verdura

Da man fem pi ice , epura ;

O come belle , o come * . - ,

Тс Hi ghirlande à te più belle chiome .

Fior gio.cofcdo , e foave , , (to

Qual Hibla unqua.nè flelo avolfe in gta-

E quai virtù non have . *

Là ne i colli Sabbei 1'Arabo fia to ,

Lo -» * •

Page 145: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

ф ; POESIE SACRE,

1 .o fpii'ito odorato ,

Che'n le írellanti piagge

Da si fant'aura tragge

Con gli ahti fuoi cari

Fuá di Dio ftefioinnamorare i mari .

i or vago , e vezzofetto ,

A far di te prede amorofe , e belle

Gli Angioli per diletto

Quafi di Paradifo api novelle

Volano da le íteile

Fede vera, e zelance,

Zslo fido , ecoílante

Son tuoi veri cuttori

- De' bígl'Horcr di Dio Zeffiro , e Clori .

Fior fegnero , e dipinto

Non di note profane , ond'ancor ferba

Ajace con Giacinto

Del fuo nome real defcritta I'herba :

Non qual rofa fuperba ,

Tinta del più bel fangue ,

Non qual fu vifta efangue

In mortal pallidezza , -Cz*

Ma d'un color, che fol nel Ciel s'apprez

Fior leggiadro , e gentile

Quel Sol di gratie, acuirivolto ftai

II tuo purpureo Aprile

ÈJon fcaccia no , nè fà languir giamai ,

Anzide' dolci rai

Qnant'è l'ardor più caldo

Più vigorcfo , e faldo

Incorruttibil germe *

Stendi le tueradici in terra ferme -

Fior

Page 146: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

E M О R A L I. 139

Fior pregiato, e gradito

Nebbia d'ombra infernal te воя adugge,

Lo tuo cefpo fiorito

Di gelato Aquilon foffio cherugge,

Non difperde, o diftrugg« ,

Con lieve , e placid'aura

Te notrifce , e riftaura ,

E tepido , e fecondo

1l venticel d'alcun fofpir profondo .

Fior lieto , & amorofo

Ii tuo ben nato , e fortunato ftelo ,

Impeto tempefiofo

Sfrondar non puô di grandinei 6 di gelo:

N¿ pioggia irato Cielo

Verla in te , fe non quanto ' ,

D'aftettuofo pianto

Pura rugiada , e dolce

Di fue perle talhor irriga, e molce .

Fior di frutti divini

Felice precurfor , caro meftaggío ,

Chene'vaghi giardini

Vien maturate da celeíte raggio ,

Là dove я breve Maggio

Un' Autunno immortalet

Et a fperanza frale

Vifia eterna fuccede ,

E quanto qui fijpera , ivi fi vede .

Speri l'aima , e refpiri ,

Che d4 pïrir non teme

Mentrc verde, e vivace è fior di fpeme

DEL

Page 147: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

140

D E L L A

CARITA'.

В Ella diva vermiglia

Qual titol ti dará degno il mio canto i

Effet la terza figlia

Del gran Padre del Cielo è piccipl vantoj

Che Tei del Choro famo¡

Dí le Gracie forclla

Ultima i ma più bella ,

1l voler dire è poco >

Nè altro nome sô darti al íin, che Foco .

Foco , che quando ardente

Tue íiammelle in un cor deíli , & allumi

L' interno ghiaccio ardente

In vivo humor di lacrimofi fiumi ,

Diftillando confumi ;

JD'incendio sí felice ,

ITocca la peccatrice

II gelo in pianto fciolto

Moitogradho fii , perch'amó mol to .

Foco , che mentre fcaldi

L'humane voglie con ardor fincero

Kendi coftanti , e faldi

I corpi infermi ad ogni ftraiio fiero :

Sallo il Marcire Ibero, ' .

£ i tre fanciulli il fanno ,

Ch'ad onta del Tiranno

Per altro ardor fuperno

Prendeano il rogo.e la fornace a fcherno.

Foco

Page 148: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

ь м w IV. «. jj i . 14 t

Foco, che con I'arfura , -.,

Lo cui bollore acqua mortal nen fmorza.

Sollevi per natura

Lo fpirto fuor de la terrena fcorza ,

Quinci rapito a forza

Dal carcere de' fenfi

Alti fegreti immenfi

De le Genti il Dottore

Videnel terzo Ciebch'è il Ciel d'Amorei

Foco , da lacni face ,

Qnjl hor ferve, esfavilla alma amorofa,

Intenerifce , e sface,

F. in fe ftcíTa non capacé , e non ripofa j

Rifcalda pur la fpofa ,

Che mentre dolce avampa

D' ineftinguibil lampa

Monbonda , & eflangue

Come cera per Sol fi ftrugge , e langue .

Foco, alacuifucina

Innamorato cor , ch'arder s'avezza

In eflafi divina

Tal fente oltra mortal groja, e dolcezza,

Che'l mondo abborre , e fprtzza :

Ecco lieto, e beato

II Difcepolo amato

Pien d'un foave oblio

Morí , fenza morire, in gremboa DIO.

Foco , alie cui fnville

La tra ie finiere eccelfe, e triofifali

Miile ferite , e mille

Di puriffimo zelo i mpenna l'ali » -

lmellettiimmortali, *

.,- Che

Page 149: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

14* ь M U 1\ Л L l .

Che a fempiterni rai

Non ceíTan d'ardermai

Ma tornan fempre in effi

Qual oro in foco ad affinar fe fteflx .

oco i ond'arde , onde fpira

II Gran Manarca del'Empireo Regno

Ch' à la fua nobil' ira

Salamandra d'Amor fec'efcaun legno

O fortunato , o degno

Spirto del Ciel divifo ,

Cui lice inParadifo,

Quafi Piraufta electa

Foco infiammarfi in Carità perfetta .

Dainmi 6 foco Celefte,

Mentredi te m'accendo

Vaga farfalla lncenerire ardendo .

il fine:

Page 150: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

La STELLA die guida i MAGI

al Prefipe .

Qual fà (corta in Ciel luce novella

A tre gran Ré per ritrovare il Sole ?

Se traggon gli Astri magiche parole ,

Comt; quà i Magi à fe traggeuna Stella/

Ah con lingua di foco il Ciel favella ,

Ch'il nato infante è di Celefte proie ,

Che Dio col iume palefar si vuole ,

Già che Luce del Mondo egli s'appella .

Мл fe di rai fparfe hà queli'AsTRO il crine,

Forfe è fatale , e lucida Cometa ,

Che portando à Satané alte ruin» '.

Ah, ch'è Fato del Ciel Luce si lieta , (nc,

Ch'al noftro lungo errar moftra il confi-

Che de l'human desio Cristo è la meta.

La turhationt d' Erode colla Sirage degl'

Innocenti , e la fuga di GIEbU'

nt¡l' Egitto .

NAta è la Verita , fi turba Erode .

In Corte ogn'hor la Verita s'abborreí

Che da Pilato ancor , qual hora efporre

Volea Ja Verita , Cristo nons'ode.

Hor méntre il rio Tiranno empio fi gode

A più vite Innocenti il nodo feiorre »

Giesu' ne.và là dove.il Nil trafeorre ,

Che men dei Cocbdril teme la frode .

Manda in tanto Ilachel voci funefte :

Ma quel fellon via più al furor s'invogli*

VuoljÇhe fiä l'armi al proprio figlio in- fe

О d'un perfido R'è Barbara voglia ! Çfte.

Mentre, ch'un Diod'Umanità fi veíle,

ÜnHuomcrudel d'Umanità fi fpoglia .

Ero-

Page 151: La Strage Degl Innocenti Del Cavalier Ma

A

Лгог/е afanando ti ritorno -de'' (VÎAGI

rlmiiK delufo , pei'cbem^vtfati in

fogno Jall Ang&fëjmvrtfaro

nel loro Paefe per altra

".

Che del nato Dio cerchi novella (ruV

^ Se Dio ftà in ogni loco, empio Tiran-

Già i Santi.Rè per altra via fen vanno ,

Ch'à fuggirti imperar da la fuá Stella .

A la íiera fembianza, a ía favella

Conobber del tuo cor I'ordito inganno ;

E per fottrarfi di tue infidie al danno ,

Piú per guida non han l'alta facella .

. Seguí de' Magi in van l'orme fugad ,

- É te fteffb di pigro in Van rampogni ,

De gli Empj rende'l Ciet l'armi fallad .

A rápir fuoi thefori in vano agogni

Porporato Ladron ; poiche fsgaci

P'iule' Configli tuoi , furo i lor fogni .

Si vendono in Piazza Navoha all'lnfegna

- " del Morion d'Oro dagH Eredi .*. -

¡_... di Renato Bona. '" .

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