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L’ULTIMA FREGATURA di Riccardo Negrino; LA STORIA NON HA NASCONDIGLI di Santo Coppolino; CHIUDE IN ROSSO IL TRIENNIO DELL’ULTIMA R.S.U. di Giancarla Furlan; LA SICUREZZA DEL PERSONALE DI REPARTO di Antonio Calabrò; PEGGIO L’IGNORANZA O LA FALSA CONOSCENZA? di Pasquale Guglielmo. Anno 2015 n. 1 SPECIALE RSU [email protected] Tel. 015/0973007-8 Fax 015/8977648 http://fpbiella.wordpress.com/ Notiziario informatico CISL FP dell’ASL BI

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• L’ULTIMA FREGATURA di Riccardo Negrino; • LA STORIA NON HA NASCONDIGLI di Santo Coppolino; • CHIUDE IN ROSSO IL TRIENNIO DELL’ULTIMA R.S.U. di Giancarla Furlan; • LA SICUREZZA DEL PERSONALE DI REPARTO di Antonio Calabrò; • PEGGIO L’IGNORANZA O LA FALSA CONOSCENZA? di Pasquale Guglielmo.

Anno 2015 n. 1

SPECIALE RSU

[email protected] Tel. 015/0973007-8 Fax 015/8977648 http://fpbiella.wordpress.com/

Notiziario informatico CISL FP dell’ASL BI

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La CISL vuole salvare la quota di incentivi. Gli altri no! La CISL non accetta che alcuni dipendenti abbiano un taglio di stipendio mentre altri lo arrotondano. Gli altri invece vogliono proprio questo!

Per la CISL il territorio ha identica dignità dell' ospedale. Per gli altri no!

La CISL non sminuisce intere categorie di dipendenti. Gli altri si!

Secondo le previsioni dell’Azienda da giugno non avrete più Secondo le previsioni dell’Azienda da giugno non avrete più Secondo le previsioni dell’Azienda da giugno non avrete più Secondo le previsioni dell’Azienda da giugno non avrete più i soldi degli incentivi.i soldi degli incentivi.i soldi degli incentivi.i soldi degli incentivi. L’ultima fregatura è rapprL’ultima fregatura è rapprL’ultima fregatura è rapprL’ultima fregatura è rappresentata dagli appunti predisposti esentata dagli appunti predisposti esentata dagli appunti predisposti esentata dagli appunti predisposti dall’ASL che sembrano costruiti per non farvi sapere la dall’ASL che sembrano costruiti per non farvi sapere la dall’ASL che sembrano costruiti per non farvi sapere la dall’ASL che sembrano costruiti per non farvi sapere la verità e per impedirvi di porre rimedio. Le nostre richieste di verità e per impedirvi di porre rimedio. Le nostre richieste di verità e per impedirvi di porre rimedio. Le nostre richieste di verità e per impedirvi di porre rimedio. Le nostre richieste di integrazione del verbale hanno ricevuto solo risposte negative, integrazione del verbale hanno ricevuto solo risposte negative, integrazione del verbale hanno ricevuto solo risposte negative, integrazione del verbale hanno ricevuto solo risposte negative, quando ci sono state risposte.quando ci sono state risposte.quando ci sono state risposte.quando ci sono state risposte. . . . .

Riccardo NegrinoRiccardo NegrinoRiccardo NegrinoRiccardo Negrino Segretario Segretario Segretario Segretario CISL FP

Noi però Noi però Noi però Noi però abbiamo l’ideaabbiamo l’ideaabbiamo l’ideaabbiamo l’idea per garantire gli incentivi a tutti i per garantire gli incentivi a tutti i per garantire gli incentivi a tutti i per garantire gli incentivi a tutti i dipendenti già quest’anno, dipendenti già quest’anno, dipendenti già quest’anno, dipendenti già quest’anno, datecidatecidatecidateci le gambele gambele gambele gambe per farla camminare!per farla camminare!per farla camminare!per farla camminare!

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Il tema è delicato e tocca solo in parte il comparto. Va infatti ricordato che la libera professione è riservata ai medici, mentre per noi si tratta di un lavoro "a supporto". COMINCIAMO DALL’INIZIO, CIOE’ DAL PROBLEMA DEI FOND I PER GLI INCENTIVI.

Vorrei ricordare che i fondi incentivi sono stati tagliati già nel 2010 dall'ultimo governo Berlusconi col Decreto Legge 78/2010. I dipendenti dell'ASL di Biella non hanno percepito il taglio perché la particolare situazione della costruzione e del trasferimento nel nuovo ospedale ha consentito di coprire i tagli con manovre straordinarie. Solo per fare un esempio, lo scorso anno, per coprire il buco, si è speso per le incentivazioni tutto quanto era nel fondo straordinari. Gli straordinari sono stati pagati con risorse aggiuntive che l’ASL ha potuto darci, per l'appunto, con la scusa del trasloco nel nuovo ospedale.

Quest'anno il trasloco non ci sarà più, e conseguentemente non ci sarà nemmeno la possibilità per giustificare nuovi esborsi con manovre simili. La drammatica situazione delle finanze regionali non aiuta di certo.

Per questo la CISL ritiene prioritario trovare i soldi necessari a mantenere gli attuali livelli di incentivazioni. Noi avevamo individuato nella libera professione l'opportunità di introitare nuovi soldi per compensare i tagli e garantire ai dipendenti gli attuali livelli di incentivazioni.

Certo, ci sono poi altre possibilità, come la revisione dei fondi in base alla dotazione organica, oppure i risparmi derivanti da riorganizzazioni etc. Ma si tratta di manovre che non dipendono da noi e non garantiscono risultati a breve.

Puntavamo sulla libera professione nella speranza di farla diventare anche strumento di sviluppo per la vendita di beni e servizi non istituzionalmente dovuti, oggi non prodotti, oppure erogati anche da personale del comparto, sotto forme spurie di progetti. Per questo avevamo chiesto con forza di poter partecipare alla costruzione del nuovo regolamento e continuiamo a chiedere di poter fornire il nostro contributo di idee.

La CISL ritiene che per salvare gli attuali livelli retributivi, si possa contare solo sulla propria capacità di incamerare nuovi soldi senza aspettare più il rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Il regolamento elaborato dall'Asl di Biella e concordato con i sindacati medici ha previsto, oltre al pagamento del personale del comparto a supporto diretto, che il 3% degli incassi dei medici andassero a costituire un fondo di solidarietà per la restante attività istituzionale di supporto indiretto, destinata al fondo incentivi di tutto il personale del comparto.

Inizialmente CGIL e UIL hanno condiviso con noi la necessità di concentrare gli sforzi per convincere i Dirigenti Medici ad alzare questa percentuale. Al momento della trattativa è emersa una nuova esigenza che ha spaccato le Organizzazioni Sindacali e vede la CISL in minoranza. Peggio: in solitudine!! PER LA CISL LA PRIORITA' RIMANE QUELLA DI GARANTIRE GLI INCENTIVI DI TUTTI. La CISL è rimasta ferma sulla richiesta di aumento della percentuale, ora al 4%, ed è convinta che quei soldi debbano andare a colmare il buco del fondo incentivi del personale del comparto, che secondo le previsioni del Direttore Generale senza questa integrazione finiranno a giugno. PER LE ALTRE ORGANIZZAZIONI I SOLDI DEVONO ESSERE D ESTINATI SOLO A POCHI. Le altre organizzazioni sindacali si rifiutano di discutere del fondo incentivi e chiedono che quella somma sia suddivisa tra le persone che lavorano nei settori che forniscono i servizi generali (indiretti) per garantire l'esercizio della libera professione. Quindi malgrado l’ASL abbia certificato che senza quei soldi da giugno tutti i dipendenti del comparto non avranno più incentivi, le altre organizzazioni hanno preteso e ottenuto che la destinazione di quel fondo fosse stralciata dall'accordo. Un problema enorme che ritenevamo di aver risolto è tutt'ora aperto e senza proposte alternative. OLTRE AL DANNO LA BEFFA La contrarietà della CISL a quest'egoismo, che non abbiamo ancora capito chi avvantaggia, ha fatto chiudere a riccio le altre Organizzazioni Sindacali che hanno concordato quell'operazione, le quali si sono date il nuovo obiettivo di non far sapere ai dipendenti, con ogni scusa, il contenuto della trattativa. Vogliono nascondere le motivazioni a sostegno delle loro tesi, spesso offensive nei confronti di intere categorie di lavoratori, quasi sempre inconfessabili sui reali beneficiari di quei soldi. La CISL ritiene che abbiate il diritto di sapere chi dover ringraziare se non troverete più sulla busta paga i soldi degli incentivi. Per questo ho deciso di rendere pubblico il verbale dell'ultima trattativa svolta in Asl sul tema del regolamento per la libera professione (Alpe), nonostante la manifesta ostilità travestita da bon ton. Le parti evidenziate in giallo sono quelle che Coppolino chiede di aggiungere agli appunti dell’ASL e che le altre Organizzazioni sindacali non contestano nel merito ma non ritengono corretto che siano inserite. Buona lettura

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APPUNTI RIUNIONE 9 FEBBRAIO 2015 OO.SS. R.S.U. COMPARTO SANITA’, INTEGRATI AZIENDA/C ISL Presenti: foglio firme allegato Si apre la riunione alle ore 9,20. NUOVO REGOLAMENTO LIBERA PROFESSIONE. In apertura della riunione la Sig.ra Martiner chiede di mettere agli atti la nota ad oggetto: “Nuovo Regolamento attività libera professione” a firma FP CGIL. Viene chiesto al Dr. Zulian se si sia tenuto l’incontro previsto durante la precedente riunione sindacale con la Dirigenza Medica. Il Dr. Zulian conferma e dà la parola alla Dr.ssa Becchi, la quale informa i presenti che il vecchio regolamento risale al 1997 con una realtà diversa da quella attuale, era di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori, e non è più adeguato alle esigenze odierne per le novità introdotte nel frattempo dal legislatore che ne ha modificato l’assetto. Il primo problema riguarda la tariffa, precedentemente costruita a partire da quanto il paziente pagava. Fatto 100 il pagamento c’era una ripartizione percentuale in varie voci: rimborso costi all’amministrazione, supporto del personale tecnico infermieristico, dirigenti della Direzione Sanitaria e della Direzione territoriale – a seconda di dove veniva espletata l’attività –, personale del Pronto Soccorso che non poteva fare la libera professione, personale amministrativo. In questa modalità la ripartizione alle persone veniva fatta in base a delle equipes – che noi abbiamo trovato già costituite – che non avevano alcuna attinenza con in reale esercizio dell’attività libero professionale, perchè venivano legate alla specialità. Per esempio, sui ricoveri dell’ortopedia, struttura che fatturava molto, la ripartizione veniva fatta esclusivamente sul personale dell’ortopedia senza che fosse chiaro il motivo. Probabilmente questa ripartizione era condizionata dalla specializzazione del personale infermieristico, che impediva di organizzare la turnazione di tutto il personale al secondo piano paganti. Questo ha portato alla storpiatura per cui il personale che effettuava direttamente la prestazione prendeva pochissimo, mentre quelli che lavoravano in ortopedia, per il solo fatto di lavorare in quel reparto, prendevano molto indipendentemente dal fatto che fossero intervenuti effettuando la prestazione in ALP. La restituzione oraria era percentualmente condizionata da quanto incassato e ripartito al singolo dipendente. Questa modalità è stata parzialmente rivista con un accordo sindacale. Nel momento in cui ci si è trovati a regolamentare nuovamente l’attività per le novità introdotte dal legislatore, a cominciare dall’introduzione del fondo di perequazione per la dirigenza medica, dal Decreto Balduzzi che impone la destinazione del 5% dell’onorario del medico in un fondo vincolato alla prevenzione o alla riduzione dei tempi d’attesa e la revisione delle tariffe in accordo con i medici, la necessità di coprire i costi dell’IRAP e degli oneri riflessi per la dirigenza ed il comparto, si è partiti a costruire le tariffe con un percorso al contrario, partendo cioè dall’onorario del medico e aggiungendo le voci che costituiscono i costi del supporto diretto, del fondo di perequazione introdotto dal decreto Balduzzi, dal fondo di perequazione per il comparto (che noi abbiamo introdotto nella misura del 3%), per il personale che fa supporto indiretto. Il personale a supporto indiretto, è stato distinto da coloro che fanno supporto diretto, che saranno retribuiti solo se effettuano la prestazione fuori orario di servizio (o in orario di servizio con restituzione oraria possibilmente legata al nuovo tempario - provvisorio e oggetto di revisione nel caso in cui ne venisse verificata l’inadeguatezza -). Bisogna tener presente che contrariamente a quanto avviene per le sale operatorie, dove la rilevazione del tempo prestazione è facilitata dal registro informatizzato che tiene traccia degli ingressi e delle uscite di ogni dipendente, per tutte le altre prestazioni non è possibile accertare i tempi degli interventi senza una verifica con i dirigenti e lo stesso personale. I regolamenti di altre aziende hanno il tempario calcolato in base alle agende dei medici, che consentono di calcolare il tempo del personale di supporto. La nostra proposta di tempario comprende anche i tempi per l’allestimento e il riordino della sala e pertanto dovrà essere rivisto col personale della dirigenza delle professioni sanitarie. L’attuale tempario, quindi, è solo esemplificativo di quello che entrerà a regime. E’ chiaro che se l’attività viene effettuata fuori orario di servizio con timbratura causalizzata l’operazione sarà facilitata, mentre per le strutture dove non è possibile effettuare tale operazione (penso alla gastro se viene fatto un esame in libera professione tra due esami ordinari), permangono le modalità preesistenti ma il calcolo verrà effettuato sulla base dei tempi prestabiliti. Resta aperta, in base alle possibilità organizzative, la possibilità di scegliere se dedicare una persona o una equipe alla prestazione. E’ chiaro che se non viene applicato il nuovo regolamento non sapremo mai se il tempario è coerente con le prestazioni. Però il grosso cambiamento è evidente e consiste nella corretta individuazione e conseguente distinzione tra il personale che partecipa a supporto diretto da quello che partecipa a supporto indiretto. Il primo avrà un compenso e una trattenuta oraria direttamente legati alla prestazione, mentre quello a supporto indiretto, privo di legami con la prestazione erogata ma coinvolto per l’appartenenza al servizio o reparto che fornisce l’attività necessaria ad assicurare l’esercizio dell’attività libero professionale, produrrà quel 3%.

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Il Dr. Zulian ricorda che la contrattazione per il personale del Comparto non riguarda l’entità del fondo di perequazione ma solo le modalità di ripartizione del 3%, destinata al fondo incentivazioni, come previsto dalla bozza di regolamento. La Sigra Zangorini chiede se questa cosa sia applicabile perché nell'ultimo incontro sembrava che la mancata accettazione da parte delle OO.SS. ne avrebbe sospeso gli effetti impedendo il pagamento dei dipendenti. Il Dr. Zulian precisa che il problema è ancora stringente e che le Organizzazioni Sindacali erano chiamate ad intervenire solo sulla distribuzione di quel famoso 3% del fondo di perequazione del comparto, non sulla sua entità ma su come destinarlo come ha prima chiarito la Dr.ssa Becchi. Il Sig. Coppolino chiarisce che nell'accordo l'importo è già stato destinato al fondo incentivi La Sig.ra Martiner, CGIL, precisa che la destinazione dell’attuale importo dell’attività sul fondo incentivi, implica che debba essere destinato a tutti indistintamente, stravolgendo lo spirito del regolamento che va nella direzione di premiare solo chi fa la libera professione. Il Dr. Zulian riafferma che la discussione, che avrebbe dovuto coinvolgere le OOSS, era su come destinare il 3%, che va sul fondo incentivazione, cosi com'è scritto, e poi nell'ambito del fondo incentivazione come farlo muovere. Martiner chiede di usare i termini in modo chiaro per evitare incomprensioni: “se diciamo che va al fondo incentivazione noi interpretiamo che va per pagare gli incentivi a tutti, se invece noi diciamo che il 3% va a chi svolge attività di libera professione in forma indiretta, che è quello che noi vorremo, e credo che sia la posizione di tutti. . Il Sig.Coppolino, CISL, chiarisce che la posizione precedentemente concordata tra le OO.SS. era limitata all’intervento presso la Dirigenza Medica, per il tramite dell'Amministrazione, nel tentativo di alzare il 3% in una misura adeguata, sulla distribuzione non si era discusso. Il Dr. Zulian precisa che aveva accolto l'invito facendosi parte diligente e portandolo all'attenzione dei Medici, ottenendo l'offerta di aumento della percentuale da destinare al Comparto dal 3% al 4% Pone inoltre all’attenzione dei presenti la necessità di utilizzare i proventi derivanti dalla Legge Balduzzi per risolvere alcune questioni importanti, a cominciare dall’abbattimento delle liste d'attesa, su cui i medici hanno dato ampia disponibilità. Porta l’esempio di regioni come l'Emilia e il Veneto che fanno certe attività fino alle 10 di sera e che proseguono al sabato e alla domenica utilizzando proprio i fondi ricavati con l'applicazione della legge Balduzzi. Precisa che questo strumento rappresenta l'unica possibilità diversa dall'assunzione per abbattere le liste d'attesa, perché offre al personale l'opportunità di lavorare di più con una finalità molto corretta. In estrema sintesi dai medici è venuta fuori questa ipotesi, aumento al 4% del compenso per l'attività indiretta e possibilità di discutere l'utilizzo del fondo derivante dalla Legge Balduzzi. La Sig.ra Martiner chiede chiarimenti in merito alla restituzione della quota oraria relativa al supporto indiretto e la Dr.ssa Ceria risponde che è legata alla tabella del regolamento ma che l’argomento dovrà essere oggetto di contrattazione Il Dr. Zulian conferma e ricorda che quando si stabilì quella quota oraria non c'era il fondo di perequazione, quel famoso 3% oggi diventato 4%, già il Sig. Negrino, segretario CISL, la volta scorsa aveva chiesto che le due questioni fossero discusse insieme. Il Sig. Coppolino conferma che questa è la tesi CISL fin dall'origine e fa presente, che al contrario di quel che ha sostenuto l'Azienda sanitaria nell'ultima riunione, la Commissione paritetica era stata istituita e mai utilizzata dall'amministrazione, perché riunita una sola volta in maniera anomala. La Dr.ssa Ceria comunica che quella commissione era scaduta e che per questo ne avevano chiesto la nomina di tutti i componenti. Coppolino chiarisce che non comprende la logica del rinnovo, la commissione fu istituita affinché il personale del comparto partecipasse alla costruzione di quel prodotto (il regolamento per l'ALPE dei Medici). Farla ora, a lavoro finito non avrebbe senso. La Dr.ssa Becchi precisa che quella commissione non è neppure prevista dalla norma che istituisce solo quella dei medici. Il Sig. Coppolino informa che sta solo rispondendo all'Amministrazione che accusava le OOSS di non aver nominato i componenti della commissione. Oggi prende atto che c'è un prodotto comunque migliore di quello precedente, se non altro perché leggendolo si capisce di cosa parli. Poi ci sono dei limiti che potevano essere superati lavorando insieme ma se è stata scelta una strada diversa va bene lo stesso. Ora c’è da capire perché il personale del comparto debba avere un fondo perequativo inferiore a quello dato al personale dirigente che non partecipa all'attività libero professionale, fissato nella misura del 5%. Relativamente alla destinazione del fondo apprezza il principio solidaristico che lo pone nel fondo incentivi per garantire gli attuali livelli retributivi di tutto il personale del comparto. Le Sig.re Martiner e Zangorini intervengono sostenendo che non lo ritengono corretto e che deve essere premiato chi effettivamente fornisce il supporto indiretto. La Sig.ra Zangorini sostiene la necessità di un approfondimento per comprendere meglio le diverse posizioni, la direzione offre una pausa di 15 minuti per consentire alle OSS di confrontarsi. Il Sig. Coppolino prova a fare una sintesi per ricostruire le diverse ipotesi valutate in precedenza, a partire dall'ultima ipotesi di regolamento che era stata presentata a luglio dall’azienda e che prevedeva due possibilità: la prima destinava metà degli introiti (1,5%) al personale che partecipava indirettamente all'attività libero professionale e l'altra metà al fondo di perequazione degli incentivi di tutti i dipendenti. Poichè nessuno dei rappresentanti ricorda, il Sig. Coppolino esibisce la precedente bozza d'accordo leggendo l'art. 10 che propone la ripartizione al 50% tra i partecipanti in forma indiretta all'ALPE e il fondo incentivi. Il Dr. Zulian invita la delegazione aziendale a lasciare il tavolo per consentire la consultazione, non viene concessa la presenza della Dr.ssa Becchi richiesta da Coppolino per chiarire gli aspetti tecnici della controversia per l'opposizione della Sig.ra Viale che ne fa una “questione di principio”. Esce la delegazione aziendale A QUESTO PUNTO RESTA SOLA LA DELEGAZIONE SINDACALE E NON C’E’ VERBALIZZAZIONE UFFICIALE

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Alle 10,15 rientra la delegazione aziendale. La Sig.ra Siracusano informa la Direzione che le OO.SS. non concordano sulla destinazione della percentuale del 4% al fondo incentivazioni, ma ritengono opportuno prevederne la ripartizione solo tra chi partecipa indirettamente all’erogazione delle prestazioni. Interviene la Sig.ra Martiner proponendo che, in seguito alla costituzione della Commissione paritetica, si concorderanno le modalità di ripartizione della percentuale da destinare al Comparto. Il Sig. Coppolino ribadisce di non essere d’accordo e chiede di aumentare al 5% la percentuale, da destinare comunque al fondo incentivazioni. Il Dr. Zulian ricorda come già anticipato durante la precedente riunione sindacale, che le risorse devono essere destinate al fondo incentivazioni, poiché il fondo del Comparto attualmente non è più capiente, le attuali risorse potrebbero permettere di pagare gli incentivi sino al prossimo mese di giugno; ciò significa che i dipendenti dopo quella data non prenderanno più le incentivazioni, perchè l’azienda non può andare oltre il fondo esistente. Chiarisce che indirizzare questo 4% - che ammonta grosso modo a 200.000 € - al fondo incentivi, potrebbe permettere di mantenere gli incentivi ai dipendenti per tutto il 2015. La Sig.ra Martiner risponde che l'argomento incentivi andrebbe affrontato in sede separata. Fa riferimento alla possibilità che le nuove norme stabiliscono di riavviare la contrattazione aziendale e sottolineando la rilevanza del ruolo svolto dalle OO.SS. anche per ottenere i finanziamenti regionali per il nuovo ospedale, chiede di valutare la possibilità di destinarne una piccola parte per aumentare il fondo incentivazioni del Comparto. Il Dr. Zulian dissente perché mancano i soldi e non vede come un amministrazione pubblica possa mescolare i finanziamenti aggiuntivi per il nuovo ospedale col fondo incentivi. Il Dr. Zulian riconosce che l’obiettivo dell'Azienda era effettivamente quello di destinare le risorse del fondo B, per le incentivazioni, in modo da garantirne la copertura per l'anno corrente. La Sig.ra Martiner ribadisce che versando la percentuale sul fondo incentivi verrebbe meno lo spirito della premiazione a chi effettivamente svolge l'attività indiretta e il Dr. Zulian fa presente che fino a quando il nuovo Regolamento non verrà attuato, non potranno essere definiti accordi in merito. ZANGORINI: propone di prorogare il vecchio regolamento perché il nuovo mancherebbe di dati e preferirebbe averlo completo. Fa l'esempio del tempo legato all'esame che non sarebbe ancora chiaro. Il Dr. Zulian rigetta la proposta spiegando che il vecchio regolamento per alcuni aspetti era incivile e che il tempario non è frutto di contrattazione ma di verifica con il personale che effettua le prestazioni. Se non è coerente si cambierà caso per caso. A questo punto, prendendo spunto dall'accordo dell’Azienda Ospedaliera di Novara, presentato dal Sig. Negrino, ritiene possibile parametrare i valori orari del supporto diretto ai valori massimi di tale accordo. Il Dr. Zulian lancia l'ipotesi di destinare l'originario 3% al fondo incentivi e lasciare l'1 ottenuto in aumento per la ripartizione al personale che effettua la libera professione, pur chiarendo che preferirebbe destinare tutto il 4% al fondo incentivi. La Sig.ra Martiner non ritiene accettabile una proposta in questi termini, non avendo gli strumenti per valutare la consistenza del fondo e la somma effettivamente corrispondente alla percentuale del 4%. Il Dr. Zulian domanda se sia possibile incrementare il fondo e la Dr.ssa Ceria risponde che si potrebbe verificare con l'adeguamento degli organici o mediante progetti specifici che consentano delle economie. La Sig.ra Siracusano protesta sul fatto che destinando la percentuale nel fondo incentivi da ripartire a tutti, non verrà riconosciuto merito economico al personale che svolge supporto indiretto. La Dr.ssa Becchi interviene nuovamente con un esempio per spiegare alla Sig.ra Siracusano che non è così: La invita poi a rileggere la legge 502 da cui nasce la libera professione, per comprendere che la previsione della garanzia dei servizi dell’ASL è un obbligo, questo comporta che il personale si trova comunque a collaborare con la libera professione in orario di servizio senza poter avanzare diritti aggiuntivi, perché non c'è scritto da nessuna parte che debba essere ricompensato. Su esplicito invito del Sig. Coppolino la Dr.ssa Becchi dopo aver chiarito che il supporto diretto può essere fatto sia in orario di servizio, con successivo recupero, che fuori orario di servizio; conferma che l'attività indiretta viene espletata nel normale orario di servizio, senza restituzione di debito orario, e riguarda tutti i dipendenti, da chi avvita la lampadina a chi mette i soldi in busta paga. Il Dr. Zulian ritiene che il supporto indiretto venga fornito da tutti gli operatori dell'Azienda, contestato coralmente dalle Sigg.re Viale, Martiner e Zangorini che sostengono non sia vero! Il Dr. Zulian ribadisce il principio precisando che in caso contrario il territorio sarebbe escluso dalla ripartizione degli incentivi. Chiede alla Sig.ra Viale se le sembra giusto. La Sig.ra Viale ritiene giusto che il territorio non percepisca gli incentivi e che non sia corretto parificare economicamente tutti i dipendenti, nella distribuzione delle risorse derivanti dalla libera professione. Il Dr. Zulian chiede ai sindacalisti se ritengono che i dipendenti del territorio siano di serie B e la serie A appartenga solo all'ospedale. La Sig.ra Zangorini chiede cosa dia il territorio per pretendere. Il Dr. Zulian spiega che il tentativo dell'azienda è di modificare la logica fin qui seguita sostituendola con un'altra, inclusiva di tutti i dipendenti. La Sig.ra Viale sostiene con forza che questa ripartizione creerebbe ulteriori ingiustizie lasciando i vecchi privilegi, fa l'esempio della legge Merloni che darebbe soldi solo ad una parte del personale; I dirigenti la interrompono spiegando che la legge Merloni non c'è più e il Dr. Zulian invita ad immaginare il disagio dei dipendenti quando scopriranno che in assenza di quegli appannaggi dovranno pure rinunciare agli incentivi. Invita nuovamente la parte sindacale al completo a prendere atto che mancano i quattrini per garantire quel che è stato dato fino al 2014 e che bisogna assumersi la responsabilità di garantire gli stipendi di tutti e non solo quelli di una parte. Chiarisce nuovamente di averlo già detto lo scorso anno, facendo un'operazione molto delicata per garantirli, che quest'anno però non è ripetibile.

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La Sig.ra Martiner facendosi portavoce della maggioranza dei presenti sostiene che la percentuale del 4% debba essere comunque completamente destinata a chi svolge la libera professione e non dev'essere utilizzata per garantire gli incentivi a tutto il personale. La Dr.ssa Squillario afferma di non essere d’accordo a disincentivare il personale, perchè potrebbe essere pericoloso per l'azienda stessa. Riterrebbe equo che venisse data la possibilità a tutti di svolgere la libera professione. La Sig.ra Siracusano sottolinea che con il nuovo Regolamento sarebbe possibile, per tutti i dipendenti che vogliano, svolgere l'attività di supporto. La Sig.ra Martiner ritiene che non sia possibile discutere del fondo della libera professione in termini di incentivi senza prima avere esaminato la tabella di costituzione dei fondi, in modo da poter avviare la contrattazione. Il Sig. Coppolino chiede se l'attuale riunione riguardi una trattativa delle RSU o è una consultazione delle OO.SS. il Dr. Zulian risponde che è una informazione alle OO.SS., la trattativa si fa con la rappresentanza del personale medico. Il Sig.Coppolino ribadisce la richiesta di valutare la possibilità di aumentare la percentuale da destinare al supporto indiretto dal 4% al 5% e di destinare tali risorse al fondo incentivazioni, perché per la CISL è prioritario garantire gli attuali livelli retributivi di tutto il personale del comparto. Il Dr. Zulian sottolinea la necessità di adottare la delibera del nuovo Regolamento e informa che è stato nel frattempo sospeso il pagamento delle quote. La Sig.ra Viale chiede se ci sia la possibilità di adottare la delibera con le nuove percentuali. Il Dr. Zulian precisa che per ora ci sarà l'accantonamento del 4% da destinare al fondo incentivi, mentre la Sig.ra Martiner chiede che venga depennata la frase finale dell'art. 10 della bozza di Regolamento, che riguarda proprio questa destinazione. La Sig.ra Siracusano e la Sig.ra Martiner sostengono che i lavoratori del Comparto hanno contribuito in modo egregio al trasloco del nuovo Ospedale ed alla successiva riorganizzazione dei servizi e per questo hanno diritto ad essere premiati. Il Dr. Zulian ribadisce che ai lavoratori potranno essere corrisposti gli incentivi nella misura pari alla disponibilità del relativo fondo e non capisce come le OO.SS. possano comunicare la scelta di lasciarli senza soldi da giugno preferendo questa ripartizione dei fondi. La Sig.ra Martiner in merito alla carenza di risorse per gli incentivi del personale propone una eventuale revisione delle attuali posizioni organizzative. La Dr.ssa Squillario ritiene che, parlando di equità, si dovrebbe rivedere anche l'accordo sui turni minimi, in modo da garantire la corresponsione dell'indennità di turno e dell'incentivazione conseguente a chi sostanzialmente svolge l'attività di turnistica. La Sig.ra Siracusano trova ricattatorio proporre ai lavoratori se preferiscono l'una o l'altra soluzione, ritiene sia più opportuno dire ai lavoratori che si farà di tutto per fargli avere gli incentivi, ma che riteniamo giusto che quel 4% vada a chi fa l'ALPE. La Sig.ra Martiner nel confermare che il 4% debba essere destinato solo a chi fa l'ALPE, ritiene che ai dipendenti debbano avere garantiti gli incentivi per lo sforzo del trasloco e i disagi derivanti dalla riorganizzazione. Il Dr. Zulian invita ad evitare la demagogia e dire la verità ai dipendenti, perché gli incentivi potranno essere erogati solo fino alla disponibilità del fondo. Viene chiesto dalle OO.SS. di sospendere per qualche minuto la seduta per una consultazione. La seduta riprende alle ore 11,50 . Viene concordato tra tutti i presenti e l’Azienda, con esclusione del Sig. Coppolino della CISL di stornare dalla bozza di Regolamento (art. 10) la seguente frase: “Il 100% del fondo B verrà destinata al fondo incentivi del personale del Comparto.” La Dr.ssa Ceria propone di siglare un accordo. La Sig.ra Martiner dichiara di non essere d’accordo. Verrà preparato dalle OO.SS. un verbale e sottoposto ai lavoratori mediante assemblea. La Sig.ra Viale chiede chiarimenti sull’art. 22, ultimo comma della bozza del nuovo Regolamento. La Dr.ssa Becchi risponde che è stata prevista la possibilità di creare un ufficio unico per la libera professione, composto da personale che svolga esclusivamente questa funzioni, come attività istituzionale. La Sig.ra Martiner domanda quali saranno le modalità di scelta dei dipendenti da assegnare all’Ufficio e la Dr.ssa Becchi risponde che l'informatizzazione permetterà di ridurre il personale amministrativo necessario per i compiti riguardanti la libera professione. La Sig.ra Viale domanda se il personale individuato potrà accettare o meno la nuova funzione e la Dr.ssa Ceria risponde che verranno utilizzati i criteri già in uso per la mobilità del personale sanitario. Viene chiesto se l'attività diretta potrà essere svolta anche durante i giorni di ferie e la Direzione risponde che la bozza di regolamento stabilisce le casistiche. La Sig.ra Martiner domanda se il 5% del fondo di perequazione della Dirigenza verrà accantonato e se andrà ad integrare i fondi incentivi. Il Dr. Zulian risponde che si tratta di un adempimento previsto dal Contratto Collettivo. La Dr.ssa Ceria interviene precisando che l'attività di supporto potrebbe essere chiesta all'esterno dell’Azienda nel caso in cui nessuno dei dipendenti aderisse, mentre la costituzione del fondo di perequazione è prevista d’obbligo dal Contratto. La Sig.ra Martiner fa presente che la legge di stabilità ha previsto di riprendere la contrattazione integrativa e le Organizzazioni Sindacali chiedono solo di mantenere le risorse attuali. Chiede nuovamente di avere i prospetti dei fondi aggiornati, per verificarne la disponibilità. Il Dr. Zulian conferma la disponibilità a fornire i prospetti aggiornati. Il Sig. Coppolino fa presente che l'attuale regolamento della libera professione non dà la possibilità al personale del Dipartimento di svolgere l'attività. Cita ad esempio servizi erogati sulla base di progetti ed altri non erogati dall'Azienda, ma da organizzazioni private che colmano l’incapacità aziendale di fornire risposte. Tali servizi, non previsti istituzionalmente, rappresentano opportunità

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per fornire nuovi prodotti chiesti dalla cittadinanza e dall’industria, per incamerare nuovi introiti Chiede all’azienda la disponibilità di adattare il regolamento prevedendo la possibilità che equipes che debbono lavorare esclusivamente in ambiente esterno possano integrarsi col personale ospedaliero bypassando un’organizzazione che oggi costringe ad operare al di fuori dell’attività libero professionale. Le nuove formulazioni potrebbero apportare un contributo enorme ai fondi incentivi del personale dipendente Il Dr. Zulian e la Dr.ssa Becchi si dicono disponibili REGOLAMENTO TURNI MINIMI IN SCADENZA IL 1° MARZO 2015 La Direzione ricorda ai presenti la scadenza dell’Accordo per la definizione dei criteri per la corresponsione dell’indennità giornaliera di turno e chiede la disponibilità a siglarne la proroga. La Dr.ssa Trinchero fa riferimento a quanto previsto dall'accordo ed ai turni minimi previsti nei reparti che lavorano sui 3 e sui 2 turni. Il Sig. Guglielmo fa presente il vizio di forma a riguardo della previsione di corrispondere l'indennità di turno solo a chi svolge i tre turni e non a chi ne svolge due in un servizio dove ne sono previsti tre. La Dr.ssa Ceria, in merito a quanto previsto dal Contratto, precisa che i due turni devono riferirsi al mattino e al pomeriggio. Il Dr. Zulian propone di valutare la casistica particolare sulla base dell'Accordo vigente e la Dr.ssa Ceria concorda che l'eccezione possa riguardare i casi in cui l'Azienda necessiti, per motivi organizzativi, di una diversa articolazione dei turni. La Dr.ssa Croso ricorda che con questo Accordo era stato previsto di riconoscere automaticamente il disagio dei minimi di turno, mentre oggi si ritorna a discutere su un problema risolto con l’Accordo. La Sig.ra Martiner domanda di valutare la possibilità di prevedere un minino di due turni e il Dr.Zulian risponde che per poter contabilizzare e liquidare mensilmente i turni è necessaria l’impostazione l'attuale. La Sig.ra Siracusano propone di accettare autocertificazione del dipendente a riguardo dei turni, con la sottoscrizione del relativo Responsabile. La Dr.ssa Croso dichiara di non essere d’accordo, ritenendo che in tal modo si tornerebbe alla situazione precedente l'accordo con ampia discrezionalità dei coordinatori. Il Dr. Zulian propone di valutare ed effettuare una verifica in merito, e di inviare una mail con la proposta da aggiungere al testo di proroga dell'accordo vigente. La Sig.ra Martiner chiede di fissare un incontro per la discussione dei Fondi, del piano delle assunzioni di personale e della ripartizione delle quote della libera professione. Viene chiesto ai presenti di concordare questi incontri per giovedì o venerdì prossimo con la Dr.ssa Croso, in modo da approfondire la ripartizione e la restituzione oraria dell'attività libero professionale. La Sig.ra Zangorini interviene precisando che i Dirigenti devono fornire i corretti parametri necessari a definire il tempario della singola prestazione. Il Dr. Zulian conferma la disponibilità ad affrontare l'argomento. La Sig.ra Martiner domanda se è possibile avere l'elenco delle strutture che richiedono il supporto diretto e quando verrà erogata ai dipendenti la quota finora sospesa dell'attività. La Dr.ssa Trinchero conferma che a Marzo 2015 potrebbe essere pagata l'attività relativa alle prestazioni di Dicembre 2014. La riunione si chiude alle ore 13,30. DICHIARAZIONE A VERBALE CISL : La CISL richiede l'aumento al 5% della percentuale sul compenso del professionista da accantonare per la costituzione del fondo perequativo. L'intera somma del fondo dovrà essere destinata ad impinguare il fondo incentivi di tutto il personale del Comparto per garantire gli attuali livelli di incentivazione. Chiede all'Amministrazione un ulteriore sforzo affinchè l'attuale Regolamento sia rivisto nella parte in cui viene disciplinata l'ALPE per il personale del territorio, con previsione di costituire Equipes che abbiano una gestione diversa da quella generale in modo da rendere appetibile il sistema, al fine di far rientrare alcuni progetti nell'attività libero professionale e attivarne di nuovi. DICHIARAZIONE A VERBALE CGIL – UIL – NURSING UP e R SU Non condividono la proposta dell'Azienda di destinare il fondo di perequazione incentivo di cui all'art. 10 della proposta di regolamento al fondo incentivi del personale del Comparto. Chiedono, invece, nello spirito del nuovo regolamento, di remunerare con la percentuale destinata del 4%, coloro che svolgono effettivamente l'attività di supporto indiretto.

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Santo Coppolino Le storia non ha nascondigli

Questo foglio informativo arriverà alla vostra attenzione dopo il trasloco al nuovo Ospedale e prima del rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Non c’è tempo per rilassamento, bilanci o propositi; è alle porte anche il rinnovo dei vertici aziendali e le questioni da affrontare non consentono pause.

Qualche tempo fa, su una rivista specialistica, il direttore di un’importante categoria sanitaria, nel tentativo di stimolare gli associati alla responsabilità, proponeva un gioco: “..Risolviamo insieme questo quesito: su di un grande lago si sta riproducendo una piccolissima ninfea che può provocare la morte di tutta la vita del lago se arriverà a coprire tutta la superficie dell’acqua. La varietà di questa ninfea si sviluppa raddoppiando la sua superficie ogni notte. Dopo dodici anni, quattro mesi e tredici giorni le ninfee hanno coperto un quarto della superficie del lago.

Domanda: quanto tempo abbiamo ancora per intervenire prima che il lago sia completamente coperto e tutta la vita che c’è dentro scompaia?

Soluzione: due soli giorni!..”. Strano, ma drammaticamente vero. Lo studio delle popolazioni (di ninfee ma anche di

delegati sindacali) deve tener conto, in tempo utile, della potenzialità degli andamenti esponenziali di certi fenomeni demografici.

Rifacendomi a quell’esempio vi propongo anch’io un gioco. Risolviamo insieme questo quesito: in una ASL, per una situazione contingente particolare, i dipendenti possono continuare a percepire gli incentivi preesistenti ai tagli operati dalle leggi di contenimento della spesa pubblica, possono vivere i processi di ridimensionamento complessivo del sistema con sufficiente tranquillità. La particolarità è rappresentata dalla realizzazione di un nuovo ospedale. Questa nuova struttura fa si che vengano garantite risorse aggiuntive, perché lo sforzo organizzativo (aggiuntivo) del trasferimento e della familiarizzazione con la nuova struttura induce a rinviare la rideterminazione delle piante organiche con l'attivazione dei processi di mobilità, perché si ritiene che il nuovo ospedale (più grande) necessiterà di maggior manodopera. Insomma, il nuovo ospedale è come un padre che provvede sempre e comunque ai bisogni della prole indipendentemente dai fattori esterni.

In questa condizione privilegiata i dipendenti possono permettersi anche il lusso di essere rappresen-

tati sindacalmente in maniera non proprio adeguata, tanto al tavolo negoziale c'è una controparte che ha tutto l'interesse ad avere il personale tranquillo e remante nella sua stessa direzione, quella del trasloco nel nuovo ospedale. Non serve gente preparata sui singoli aspetti contrattuali, siamo tutti sulla stessa barca.

Domanda: quale sarà l’atteggiamento della dirigenza dell’ASL a trasloco avvenuto?

Risposta: Quello di chi non trova più ragioni per rinviare l'applicazione delle normative. Taglieranno il fondo incentivi, regolamenteranno l'attività libero professionale esclusivamente in base alle nuove esigenze dei Medici, dimensioneranno gli organici come legge prevede etc., senza sconti!

Cosa faranno ora i R.S.U.? Quello che gli hanno insegnato a fare i politicanti

di basso livello di cui disponiamo: In primo luogo tenteranno di non dire nulla, per evitare l'irritazione dei dipendenti in vista del rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie del 3-4 e 5 marzo; dopo, a notizia esplosa, urleranno che “ci tagliano le risorse”, che “noi abbiamo meriti speciali e non possiamo essere penalizzati” e altre fesserie di questo tipo.

Come se il taglio delle risorse non fosse noto a tutti coloro che hanno lasciato trascorrere il tempo tra l’ozio e il tentativo maldestro di impossessarsi di qualcosa per se, non riuscito per la stessa inettitudine che gli ha impedito di garantire la compensazione dei fondi del personale che avrebbero dovuto rappresentare.

Godranno ancora della benevola complicità dei vertici aziendali, in parte perché, anch’essi in scadenza, non hanno interesse ad alimentare malumori: i conflitti è meglio lasciarli in eredità ai successori; in parte perché le distinzioni che siamo abituati a fare tra dirigenti aziendali e sindacali, nella realtà, sono spesso più sfumate. Così mentre i responsabili di questo disastro si sgolano per distrarci con i pericoli dei parcheggi a pagamento e i problemi semiseri derivanti dal trasloco in un gioiello di latta, succederà che nelle buste paga continueremo a percepire gli acconti incentivi (voce 4530) fino a quando ci saranno soldi nel fondo, come se nulla fosse; ma, non appena i prossimi vertici aziendali si insedieranno, trovando i fondi tagliati dovranno comunicare l’interruzione dell’erogazione. Da Agosto? Da settembre? Chi lo sa? Nessuno ad oggi si è preoccupato di chiedere all’ASL di quantificare con certezza l’entità del fondo dopo i tagli. L’unica cosa certa è che non avendo effettuato le riduzioni proporzionali degli acconti dall’inizio dell’anno, non arriveremo a fine anno.

Un piccolo antipasto del nuovo atteggiamento dei vertici aziendali l'hanno già assaggiato i dipendenti coinvolti nel supporto all'attività libero professionale dei Medici, che a gennaio si sono visti azzerare le

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rispettive quote di competenza pur continuando ad occuparsi, insieme ai Medici, degli utenti che pagano l'ALPE.

CHE FARE? Dipende dolo da noi, dipendenti del comparto. Come si deve procedere per risolvere questo

problema e porvi rimedio? Evitando di commettere l’errore di composizione

descritto nei testi di gestione dei sistemi complessi, cioè l’idea sbagliata che ciò che è vero per una parte sia vero, per questo solo motivo, per il tutto. Se questi RSU sono incapaci non significa che anche tutti gli altri lo saranno!

Eliminiamo la filosofia dell’autopromozione “Noi siamo i dipendenti di tal ospedale e operiamo con i carichi di lavoro tra i più gravosi d’Italia. Siamo sempre talmente sotto pressione che non abbiamo il tempo di documentare tutto il lavoro che facciamo, né di evidenziare l’importanza delle nostre azioni sanitarie in termini di accumulazione sistematica di conoscenze epidemiologiche utili bla bla bla.”. Queste sciocchezze servono da alibi a chi non sa misurarsi coi bisogni degli altri, ma non portano nuovi soldi da redistribuire. Il fisico Premio Nobel Max Planck sosteneva che: «una nuova verità scientifica (o una nuova realtà organizzativa della scienza) non trionfa perché persuade i suoi oppositori facendo vedere loro la luce, bensì perché i suoi oppositori ad un certo momento escono di scena e cresce una nuova generazione alla quale la nuova verità è familiare».

Se da noi questa tesi non ha funzionato non significa che sia sbagliata, potrebbe significare che abbiamo sbagliato a selezionare la nuova generazione di rappresentanti.

Resta valido il principio che la scienza (e le forme di organizzazione sociale) appartiene ai nuovi: i vecchi si basano su troppe cose che non sono vere, ma di cui non riescono a liberarsi.

Morale del divertissement: la storia non ha nascondigli. La storia siamo noi, padri e figli, come dice una canzone di De Gregori.

Noi siamo i padri della contrattazione pubblica di domani, dello spazio intellettuale, professionale e disciplinare che domani l'ASL di Biella riserverà operativamente alle competenze dei suoi dipendenti.

Non si può vivere con leggerezza una stagione così delicata come l’attuale, e non si può confondere l’aurora con il tramonto.

Se abbiamo sbagliato a selezionarli ci riprenderemo lo spazio e ne selezioneremo altri.

Cito, per alleggerire, un verso di una grande poetessa piemontese, Lalla Romano, che in breve dice tutto ciò che occorre capire al termine di questa riflessione: “Nessuno sta fermo, se non avanza arretra”. La scelta di chi ci rappresenta al tavolo negoziale comincia nel saper prevedere il proprio nuovo ruolo, evoluto con il contesto socio economico della struttura

ospedaliera da qui a 20 anni. La contrattazione deve anche saper vedere,

interpretare e distaccarsi dalle verità scomode che a volte tiene nascoste.

Dobbiamo trovare il coraggio di lottare contro la cultura comoda dello scaricabarile e del “nonsipuòtismo”.

La Sanità pubblica sta vivendo una stagione di crisi? Bene: si tratta di un’opportunità storica. Dobbiamo farla nostra: nessuno si senta escluso.

Lo dicono possibile le innumerevoli richieste di partenariato che il sistema delle imprese e la cittadinanza ci chiedono da anni in termini di erogazione di nuovi servizi.

C’è da lavorare sulle cose che determineranno il nostro futuro.

Smettiamola di selezionare rappresentanti che sembrano più adeguati alle sfilate di moda che alla contrattazione, aspettando distrattamente che sia coperta la metà del lago, per avviare il cambiamento necessario.

Diamoci ognuno un obiettivo minimo, concreto e innovativo, e raggiungiamolo quest'anno.

Il nostro è quello di recuperare tutte le risorse derivanti dai tagli ai fondi degli incentivi, per garantire gli attuali livelli retributivi. Già da quest'anno!

Possiamo farlo utilizzando alcuni istituti contrattuali che permettono di dirottare parte dei soldi introitati sui fondi incentivi e nel rinnovo contrattuale in sede decentrata.

L’ALPE non va boicottata ma riorganizzata in funzione delle nuove esigenze, attraverso un negoziato con i Medici.

L’importante è smetterla di votare rappresentanti solo per amicizia o convenienza contingente. Da due tornate contrattuali ci sono liste di candidati che presentano la faccia accostata a slogan partoriti a Roma, nelle segreterie sindacali fotocopia di quelle dei partiti.

Se vogliamo affrontare i nostri problemi dobbiamo ribaltare questa logica pensando Localmente, guardando cioè alle esigenze di casa nostra.

Negli ultimi dieci anni sono state fatte scelte sciagurate, mettendo insieme nel fondo delle incentivazioni tutte le risorse destinate a istituti contrattuali di ogni tipo, rinunciando agli avanzamenti nei livelli e nelle fasce per guadagnare qualche euro in più. Questa politica miope deve finire, perchè le risorse degli incentivi, come oggi è evidente a tutti, sono sempre soggetti a possibili tagli e non sono pensionabili, le fasce e i livelli no.

La dirigenza aziendale non ha più interesse a trattare? Noi abbiamo un'idea per stimolarli nella direzione opposta. Dateci le gambe per farla camminare.

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Giancarla Furlan

Chiude in rosso il triennio dell’ultima RSU, per

molti motivi ma per uno in particolare: non essere riusciti a consolidare i fondi delle incentivazioni dei dipendenti, oziando tra un tentativo e l’altro di accaparrarsi qualche privilegio personale. Abbiamo assistito all’esordio con la denuncia in cui le organizzazioni sindacali FSI e CGIL di Biella sono stati accusati dal Responsabile sanità della C.I.S.L. di aver ordito un piano per dirottare una parte dei soldi dei dipendenti nelle tasche degli ispettori dello S.Pre.S.A.L. di Biella, che ha causato qualche problema di cui non si è ancora ben compreso ne la portata e neppure il perimetro. L’obiettivo di Coppolino è sembrato subito scoperto: fermare il saccheggio dei fondi destinati agli incentivi e tirare fuori la CISL da quella trattativa, facendo emergere che non si trattava di una richiesta innocente di alcuni dipendenti ma di una fregatura sponsorizzata proprio da alcune organizzazioni sindacali.

La rivelazione dei funamboleschi tentativi del dirigente della CGIL Bondonno di nascondere ai dipendenti la verità sulla trattativa, che lo hanno spinto fino a predisporre ed inviare un resoconto finto, anzichè imbarazzare la CGIL indicendola a scusarsi, ha causato una reazione scomposta, con una ritorsione nei confronti di chi li aveva smascherati. Anche in questo caso l’obiettivo era scoperto: tentare una difesa disperata dell’immagine strapazzata del dirigente Bondonno, accostandola proprio a colui che l’aveva smascherato; spiegando che in fondo erano uguali. La reazione della CISL non si è fatta attendere e a leggerla bene è un pugno in faccia (anzi due). Prima il Segretario Generale, Roberto Bompan, con un commento pubblicato a pag. 15 del giornalino telematico della FP CISL di agosto 2012, e dopo Coppolino con una replica che già dal titolo ironico lasciava intendere che la CGIL, attaccandosi ai funghi sbagliati, rischiava la morte. Se qualcuno volesse ricordare è ancora sul blog (http://goo.gl/ZJsiF). Possono sembrare schermaglie tra organizzazioni che si misurano per il consenso, e invece riguardano tutti noi, quelli che pensano sempre di lasciar fare agli altri, quelli che sostengono che tanto son tutti uguali, e anche la cittadinanza. Ci riguarda perchè i pochi documenti pubblicati dalla CISL ci hanno svelato uno spaccato delle trattative aziendali che fanno apparire l’ospedale di

Biella come quel teatro rappresentato dal famoso sonetto descritto magistralmente da Gigi Proietti, secondo cui il contrario del finto non è il vero, ma il falso (http://goo.gl/Che18Y), ci riguarda perchè a questa tecnica sembra ispirato, ormai da tempo, questo strano modo di trattare in cui non è mai stato distinto il ruolo dell’RSU da quello dell’RSA, in modo da annacquare le responsabilità; ci riguarda questo bon ton al contrario, per cui invece di sottrarsi dal discutere e prendere decisioni nelle materie in cui si hanno interessi personali, questi nuovi rappresentanti condizionano la trattativa e tentano in maniera sfacciata di appropriarsi di privilegi a scapito della generalità dei dipendenti che dovrebbero rappresentare, così dopo la sfuriata sui dipendenti SPRESAL che promuovevano la loro posizione organizzativa, abbiamo assistito, nel silenzio più assoluto, a tre anni in cui ciascuno dei nostri rappresentanti ha potuto potenzialmente promuovere o difendere, nella stessa maniera, i suoi privilegi, come meglio credeva.

Fino al 9 febbraio, quando nella trattativa che vede finalmente il parto di un regolamento (degno di questo nome) per la disciplina dell’Attività libero professionale, trapela il condizionamento (e forse anche l’impedimento) da parte di quei rappresentanti di se stessi, che hanno interessi a mantenerla com’era.

Andiamo per ordine: l’attività libero professionale è stata fin qui gestita con un regolamento che sembrava nato in assenza di leggi, difficile da comprendere perfino da chi lo utilizzava. Organizzazioni Sindacali ed RSU, consultati dall’ASL, sono arrivati con l’impegno precedentemente concordato tra CGIL CISL e UIL, ad incrementare la quota del 3% offerta dai dirigenti per la costituzione del fondo di perequazione che riconoscesse lo sforzo generico del personale per l’attività di supporto indiretto. La richiesta era stata espressamente formulata al Direttore Generale nella precedente riunione da tutte le OO.SS. Succede che il 9 febbraio, scordandosi (o fingendo di scordarsi) degli accordi, i sindacalisti mettono in piedi un incredibile teatrino per cambiare le carte in tavola, e cominciano a sostenere che gli accordi riguardavano la destinazione del fondo e non la sua entità. Sostengono la tesi che delle risorse degli incentivi di tutto il personale non si debba discutere in quella sede e debba occuparsene l’asl. Esprimono un disprezzo nei confronti di colleghi che è inconcepibile sulla bocca di un rappresentante sindacale (q u e l l i c h e c a m b i a n o l e l a m p a d i n e). Poi si fanno in quattro per nascondere quel che hanno detto. E questa è la loro colpa più grave.

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Ci sono due modi per affrontare queste situazioni, il primo è quella di votarsi alla rassegnazione ripetendosi le solite banalità rafforzative: Tanto non cambia niente, uno o l’altro è la stessa cosa, etc. Il secondo modo è quello di contrastarle. Ed è a questo secondo modo che mi sono ispirata in tutta la mia vita. Ho fatto la sindacalista conducendo prima la CISNAL e poi l’UGL, anche con pochi iscritti e abbarbicata su posizioni di principio difficilmente comprensibili ai più, senza mai vantare posizioni di privilegio o appannaggi personali. Ho accettato l’incarico di Segretaria senza quote rosa e ho avuto l’onore di guidare un gruppo di persone senza dover fare sfilate di moda ne sorrisi fuori luogo. Prendo atto che i rappresentanti sindacali della nuova generazione a cui ho creduto di poter passare il testimone perchè era ora di avere “facce nuove”, sono inadeguati. Se in questi anni, entrando nel ruolo, si fossero confrontati, gli avrei spiegato che il loro atteggiamento non è ne giusto ne tollerabile. Dovrebbero imparare a distinguere i ruoli e fare chiarezza sugli incarichi. Colui al quale si affida la rappresentanza ha un incarico ben definito, deve fare il contratto decentrato mettendo sul tavolo le istanze dei dipendenti che rappresenta, mantenendo un dialogo costante e veritiero sull’andamento delle trattative e riferendo puntualmente lo stato dei lavori. In qualche occasione un rappresentante può trovarsi in conflitto di interessi, in questi casi chi ha interesse a trattare quella materia dovrebbe astenersi dal voto, meglio sarebbe non partecipare alla discussione. L’avere l’opportunità di incidere su una materia non è una ragione sufficiente per approfittarne collocandosi in posizione di vantaggio. Ai dipendenti dico di non rassegnarsi, viviamo in un paese di furbi, cioè di gente che ogni giorno studia qualcosa per avvantaggiare se stessa, e per fare fessi gli altri, che salgono sempre più in alto, addirittura governano il paese. Non è comprensibile che a tanti venga voglia di imitarli? I rappresentanti sindacali che abbiamo nominato non si rendono nemmeno conto, con ogni probabilità, di fare cosa scorretta. Prima di loro altri avevano colto l’occasione della rappresentanza per promuovere molto le proprie istanze e poco le altre. Solo che c’era un limite e si imponeva un certo fair play.

Non posso dimenticare cos’era il vecchio sistema delle incentivazioni della produttività per obiettivi e le lotte che in pochissimi abbiamo dovuto fare per cambiarlo, i meno giovani ricorderanno che fino al

dicembre del 1993 ai dipendenti del ruolo amministrativo, tecnico e professionale non veniva riconosciuto il diritto all’incentivo ma solo la distribuzione di una quota comune di 20.000 lire. Questo per l’abilità di un gruppo di potere (quasi tutto incardinato nel vecchio laboratorio analisi) che sosteneva il legame tra l’erogazione degli incentivi e il fatturato, distorcendo con abilità lo spirito della norma che legava il fatturato al finanziamento dell’istituto e non alla sua distribuzione.

Non avrei mai creduto, uscendo dal sindacalismo attivo, di veder sostituire una tirannia con un’altra. Oggi che si regolamenta l’ALPE in maniera trasparente e dignitosa, un nuovo gruppo di potere incardinato nei colleghi amministrativi (cioè la categoria a cui appartengo) impedisce la discussione serena della disciplina ed è disposta a far saltare gli incentivi di tutto il personale del comparto pur di assicurare la miglioria economica di poche persone.

Io non mi rassegno! La CISL ha girato pagina e con Negrino appare sostanzialmente diversa, a cominciare dalla scelta di puntare su Santo Coppolino per ricostruire un sindacato credibile e collegato alle esigenze dei dipendenti. Garantire i soldi degli incentivi è il nostro primo impegno!

Immediatamente dopo bisognerà regolamentare l’attività dei Rappresentanti Sindacali, facendo in modo che quanto si riporta ai dipendenti sia lo specchio di quel che si discute.

Solo così si potranno evitare spazi dove imbroglioni d’ogni sorta si infilano esclusivamente per promuovere i loro privilegi con ragionamenti degni dei migliori politicanti dell’ultimo ventennio.

Da li in avanti bisognerà rivedere questa strana politica sindacale che ha abbandonato le certezze degli avanzamenti nei livelli e nelle fasce, privilegiando le incertezze delle incentivazioni, messe in discussione con frequenza maggiore a quella delle tasse sulla casa.

Sembra quasi che la promozione della precarizzazione, promossa a livello nazionale dai partiti nei confronti dei lavoratori del settore privato, debba essere per forza estesa al pubblico impiego, puntando a concentrare risorse economiche sugli istituti contrattuali più ballerini.

Chi deve programmare la propria vita ha bisogno di certezze, a cominciare dalla certezza che lo stipendio tenderà all’aumento, non alla diminuzione.

Abbiamo l’idea, per trovare le risorse necessarie a far ripartire la trattativa aziendale, per metterle nelle buste paga di tutti i dipendenti in modo da compensare il blocco contrattuale degli ultimi cinque anni, dateci le gambe per proporla all’amministrazione dell’ASL e farla camminare!

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ANTONIO CALABRO’

Per rivedere la sicurezza nei luoghi di lavoro da una angolazione diversa, quella del personale di reparto!

- SICUREZZA DEL LAVORATORE Garantire al lavoratore il rispetto della normativa D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81; - SICUREZZA DEL LUOGO DI LAVORO Garantire un ambiente strutturale e tecnologico funzionale e idoneo; - SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO Garantire la tutela della propria persona, in ogni ambiente, da soggetti terzi; - SICUREZZA LAVORATIVA Garantire un giusto riconoscimento al lavoro svolto, garantire una giusta organizzazione lavorativa che

valorizzi le competenze di ogni lavoratore.

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Pasquale Guglielmo

Peggio l’ignoranza o la falsa conoscenza? L’esigenza di migliorarsi e di migliorare la propria amministrazione di appartenenza dovrebbe

essere annoverato non solo tra i diritti ma anche tra i doveri dei rappresentanti sindacali. Molto spesso nel lavoro di questa RSU si ricorre a metodi consuetudinari che non accettano

innovazione ne critica, cosicché la visione dell’azione ne risulta limitata e distorta. Ecco perché è necessaria una rappresentanza diversa che consenta di affrontare “le nuove esigenze

dei dipendenti” con una volontà di specializzazione nella più ampia materia dell’economia, nella quale il confronto e la trattativa devono essere il punto di partenza per l’agire concreto da parte di chi opera, con la consapevolezza che se vuole migliorie economiche deve avere la capacità di trovare le risorse.

E allora la creatività diventa la base e la motivazione fondamentale per avere il giusto orientamento al fine di compiere quelle scelte che, in una fase così delicata per il sistema sanitario, sono essenziali e necessarie.

Sono scelte anzitutto ispirate ai principali valori etici che consentono al dipendente dell’ASL di Biella di agire per il bene pubblico, il bene comune, da vero assistente del paziente, qualunque professione eserciti e indipendentemente dal fatto che lavori in reparto o meno.

I colleghi del territorio, ad esempio, nella concezione degli attuali rappresentanti sindacali sono da considerare di secondo piano rispetto ai colleghi che lavorano in ospedale. Ma nella realtà dei fatti spesso è vero il contrario. Essi operano prima di tutto in fase preventiva, sono territorialmente più vicini ai cittadini e debbono dare le risposte più immediate per garantire servizi specie in questo momento di crisi. E allora il principio di integrazione diventa la pietra angolare sulla quale fondare il dialogo tra colleghi ospedalieri e territoriali.

Se i rappresentanti sindacali sono privi della necessaria sensibilità che possa dare una visione allargata del nuovo modello organizzativo dell’ospedale e della sanità biellese, se cercano ogni pretesto per dividere il personale, il passaggio al sistema per intensità di cure è già fallito ancor prima di essere sperimentato.

La falsa conoscenza è molto peggiore dell’ignoranza. L’idea che mi sono fatto dopo aver frequentato per un anno la RSU aziendale è che la conoscenza è davvero la chiave di volta per poter rappresentare degnamente i dipendenti, facendo la propria parte per migliorarne le attuali condizioni economiche e lavorative. L’introduzione distorta delle informazioni, con lo scopo evidente di confondere le acque, è un modo disonesto per evitare il confronto ed impedire una rappresentanza adeguata degli interessi dei lavoratori.

Malgrado una rappresentanza ridotta ai minimi termini siamo riusciti a non farci accecare dalla polvere negli occhi gettata nelle ultime trattative e abbiamo tenuto la schiena dritta per difendere gli interessi di tutti facendovi sapere la verità.

Il finto merito che ci hanno propinato per far saltare i soldi degli incentivi a tutti i dipendenti non è ancora diventata la stella polare da applicare in quest’azienda. Vorremmo che la crescita economica di tutti fosse garantita dal principio di solidarietà in un’azienda che deve cambiare nell’anima e nell’animo.

Non ho mai promesso miracoli e sono consapevole dei nostri limiti, ma nella riorganizzazione della CISL Riccardo Negrino ha puntato su persone capaci e con le idee chiare su cosa fare per garantire gli attuali livelli reddituali e far ripartire, con soldi freschi, la contrattazione aziendale. Sono onorato di essere l’unico del precedente gruppo a farne parte e proseguirò nell’impegno di garantire la trasparenza del mio operato.

La mia vera motivazione, concreta, sostanziale al fine di attuare ciò che apprendo nel lavoro quotidiano per essere un degno rappresentante, è quella di essere in grado di rappresentare i vostri problemi e di cercare le soluzioni. Oggi abbiamo l’idea per rilanciare l’azione sindacale, dateci le gambe per rappresentarla. Poi potrete giudicarci non da ciò che ignoriamo ma da ciò che sapremo fare, e dal modo in cui lo faremo.

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COPPOLINO SANTO Tecnico della Prevenzione

BECCARO SHANTI Infermiere Professionale

CALABRO’ ANTONIO Infermiere Professionale

CHINEA MICHELA Infermiere Professionale

FURLAN GIANCARLA Assistente Amministrativo

GUGLIELMO PASQUALE Operatore Tecnico

GUGLIELMO STEFANO Infermiere Professionale

MAGRI MAURIZIO Assistente Tecnico

PORCELLATO ANGELO Operatore Tecnico

QUAGLINO SIMONA Operatore Socio Sanitario

TREVISIOL FRANCESCA Infermiere Professionale