dagli iscritti

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POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art.1 comma 2 DCB - Roma IL CHIMICO ITALIANO Periodico di Informazione dei Chimici Italiani www.chimici.it ANNO XXI N. 3 - 2010 EDITORIALE Tariffe minime fu giusta la...liberarizzazione? dal CNC Stati Generali delle Professioni Insegnamento della Chimica dai CONSIGLIERI Accredia Ente Unico Regolamento CE sull’ozono Progetto “Chimico digitale” Remtech Expo 2010 dagli ORDINI La chimica siamo noi, Parma 2010 dagli ISCRITTI Dopo il Sistri, il dramma del Mud Il CHIMICO FORENSE Il caso 4°

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IL CHIMICOITALIANOPeriodico di Informazione dei Chimici Italiani • www.chimici.it • ANNO XXI N. 3 - 2010

EDITORIALE Tariffe minime fu giustala...liberarizzazione?

dal CNCStati Generalidelle ProfessioniInsegnamento della Chimica

dai CONSIGLIERIAccredia Ente UnicoRegolamento CE sull’ozonoProgetto “Chimicodigitale”Remtech Expo 2010

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Il CHIMICO FORENSEIl caso 4°

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Chemistry – the Creative Force

TopicsInnovative Materials

Resources and Environment

Supramolecular Systems

Catalysis

Molecular Life Sciences

Analysis, Manipulation and Simulation

Advances in Organic and Inorganic Chemistry

Chairmen

François DiederichSwiss Federal Institute of Technology Zurich/CH

Andreas HirschUniversity Erlangen-Nuremberg/D

www.euchems-congress2010.org

Contact: Gesellschaft Deutscher Chemiker e.V. · Congress Team · P.O. Box 90 04 40 · 60444 Frankfurt am Main · GermanyPhone: +49 69 7917-358/-366 · E-mail: [email protected]

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29.08. – 02.09.2010 · NÜRNBERG · GERMANY

EuCheMS, the European Association for Chemical and Molecular Sciences incorporates 50 member societies which in total represent some 150.000 individual chemists in academia, industry and govern-ment in over 35 countries across Europe.

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Spedizione in Abb. postaleArt. 2, comma 20/C - legge 662/96

Filiale di Roma

EditoreCONSIGLIO NAZIONALE DEI CHIMICI

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RedazioneDANIELA BIANCARDI - CARLO BRESCIANI ELIO CALABRESE - SERGIO CARNINI

ANTONIO DE PACE - SERGIO FACCHETTI FERNANDO MAURIZI - DOMENICO MENCARELLI TOMASO MUNARI - CARMELA OCCHIPINTI ANTONIO RIBEZZO - GIUSEPPE RICCIO LUCA SCANAVINI - FRANCO TAU

ARMANDO ZINGALES

“Gli articoli e le note firmate esprimono soltanto l’opinionedell’Autore e non impegnano il Consiglio Nazionale deiChimici né il Comitato di Redazione (CdR).L’accettazione per la stampa dei contributi originali diinteresse scientifico e professionale nel campo della chimicaè subordinato all’approvazione del CdR, previa revisione ditre Referee, scelti dal CdR tra gli esperti del settore. Quantopubblicato nel Bollettino raccoglie gli atti ufficiali delConsiglio Nazionale dei Chimici”.

Coordinamento editoriale e stampaTrecentosessantagradi Srl

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 0032 del 18 gennaio 1990

Finito di stampareil 25 Maggio 2010

ASSOCIATO ALL’USPIUNIONE STAMPA

PERIODICA ITALIANAAi sensi dell’art. 10 della Legge n. 675/1996 e s.m.i., informiamo i lettori che i loro dati sono conservati nel nostro archivio informatico e sarannoutilizzati da questa redazione e da enti e società esterne collegate solo per l’invio della rivista “IL CHIMICO ITALIANO” e di materiale promozionalerelativo alla professione di chimico. Informiamo inoltre che, ai sensi dell’art. 13 della succitata Legge, i destinatari di “IL CHIMICO ITALIANO” hannola facoltà di chiedere, oltre che l’aggiornamento dei propri dati, la cancellazione del proprio nominativo dall’elenco in nostro possesso, mediantecomunicazione scritta a “IL CHIMICO ITALIANO” c/o Consiglio Nazionale dei Chimici - P.zza S. Bernardo, 106 - 00187 Roma.

IL CHIMICOITALIANOBimestrale di informazioni professionali, tecniche,giuridiche ed economiche dei Chimici d’Italia

SOMMARIOIn copertina

Parma: premiazione delle scuole

EDITORIALETariffe minime, fu giusta la... liberalizzazione? 2

DAL CNCRiforma delle professioni: incontro dell’on. Alfano con gli Stati Generali degli Ordini Professionali 3Comunicazioni del Presidente: legge ed uso della PEC 4Editoria, sospensione agevolazioni postali 4Insegnamento della chimica nei nuovi licei: interventi del CNC 5Proposta di schema di revisione della bozza ministeriale 5Riscossione contributo 2010 al Consiglio Nazionale 7Il Consiglio Nazionale dei Chimici tra i soci ordinari di ACCREDIA 7

DAI CONSIGLIERIACCREDIA: Italia conforme al Regolamento Europeo 765/2008 8REMTECH EXPO 2010 11Le sostanze che riducono lo strato dell’ozono 13Regolamento (CE) N. 1005/2009 sulle sostanze che riducono l’ozono 13Progetto “Chimico Digitale” 15

DAGLI ORDINIPARMA 23-24 APRILE: “La chimica siamo noi…Parma 2010” 17

DAGLI ISCRITTIVino e rospi nella tradizione italiana 21Le novità su ACCREDIA 23La classificazione dei rifiuti pericolosi 24RIFIUTI: dopo quello del Sistri arriva il dramma del MUD 27

IL CHIMICO FORENSEIl caso n. 4 30

DICONO DI NOIAgenzie e Web Evento Parma 2010 32

NEWSNotizie dall’Europa 35

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EDITORIALE

Èdi recente la volontà del Ministro di Giustizia On. Al-fano di convocare gli stati generali delle professioniall’indomani delle elezioni regionali al fine di addive-

nire una volta per tutte alla redazione di un testo uniformee valido per tutti i professionisti Italiani.

Da subito si sono alzate le precisazioni sia dell’AutoritàAntistrust che della Presidenza della Confindustria.

Riteniamo, in quanto Ente Pubblico di categoria e comedepositari dell’etica e trasparenza degli iscritti agli Albi, didover intervenire a nostra volta per esprimere e svilupparequelle ragioni logiche che sono alla base dell’esercizio delleattività professionali e del “giusto compenso” che le stessedevono ricevere. Osserviamo che frequentemente opinio-nisti di vario genere descrivono gli Ordini professionali, allacui iscrizione esiste uno specifico obbligo di legge, qualisoggetti che limitano la concorrenza.

Potremmo definire tali interventi inconferenti e inappro-priati se non fosse che provengono da opinion leaders chescrivono su apprezzati quotidiani italiani.

Ricordiamo che già nel 20031 intervenimmo sull’argo-mento tariffario specificando che “l’esercizio di una profes-sione non è intesa come servizio in senso stretto bensìcome l’esplicazione di un’attività intellettuale svolta ascopo di sostentamento. E ciò diversamente dall’attivitàd’impresa ove il fine è il lucro, il guadagno sull’opera effet-tuata da altri e diversi addetti”.

Le motivazioni dell’esistenza e della funzione Ordinisticaè stata altresì trattata2 più volte nell’ultimo decennio, svi-luppando quelle idee che sono alla base sia dell’esigenzadella tutela pubblica che dei professionisti preposti all’eser-cizio di attività aventi riserva di legge e perciò dotate dispecifica e peculiare professionalità.

Ma aldilà delle ragioni giuridiche relative alla ragiond’essere dell’Ordine in quanto Ente Pubblico, occorre ricor-dare che il sistema ordinistico italiano è nato per garantirela tutela della collettività e degli interessi generali3.

A tale proposito ci preme sottolineare che la “funzione”di un corretto accompagnamento del potenziale professio-nista all’interno del futuro ambito lavorativo è insostituibilein quanto non è consentito che sia surrogato da soggettidiversi quali le imprese e quant’altro: queste ultime hannoovviamente piena legittimità e diritto ad operare ai finidella produzione di un bene ma non potranno mai sosti-tuirsi ai professionisti e indicare norme per le attività pro-fessionali.

Infatti, se non si pone la dovuta attenzione alla diffe-renza esistente fra attività intellettuale, ovvero prestatored’opera intellettuale, e produzione di un bene materiale,ovvero produzione di manufatti di vario tipo, non si com-prenderanno mai del tutto le funzioni ed il mondo cui ap-partengono gli uni e gli altri.

Al tempo odierno ogni attività umana considera produt-tivo ricorrere all’informazione e comunicazione delle pro-prie specificità; così avviene per la pubblicità di un prodottod’uso comune come l’auto, il dentifricio, ecc. e, per certi

versi, delle attività poste in essere da uno studio professio-nale, ma non si può confondere l’esigenza di comunica-zione e trasparenza considerando simile ciò che è diverso!

Da questo angolo visuale riteniamo non è condivisibilel’affermazione4 del Presidente della Confindustria effet-tuata al Convegno della stessa del 16-17 aprile a Parma.

Riteniamo invece “sostanziale e propositiva” la presadi posizione del Ministro di Giustizia On. Alfano che ritienea ragione che il vero obiettivo da perseguire con la riformadelle professioni sia quello di un riordino normativo effet-tuato nell’interesse dei cittadini italiani5.

Egli ha tra l’altro asserito che non si deve confondere latutela dei cittadini con una punizione nei confronti dei pro-fessionisti: la bassa tariffa porta inevitabilmente ad inesi-stenti guadagni e cattiva prestazione, ovvero ad unascadente qualità professionale. Vorremmo ancora ricordareche i professionisti italiani iscritti agli Albi Professionali rap-presentano una categoria d’eccellenza tra le partite Iva.

Essi sono Professionisti Intellettuali che si formano doposeri periodi di studio e che si mettono ogni giorno in giococon dedizione e serietà producendo il 12.5% del PIL6.Quello che i Chimici italiani, unitamente a tutti i professio-nisti iscritti agli Albi si aspettano, è che si arrivi entro la le-gislatura ad una normativa che si ponga in lineaesattamente con la nostra Costituzione7, con il nostro Co-dice Civile8 e con la direttiva Europea di settore9.

Da ultimo vogliamo richiamare l’attenzione sugli indi-rizzi della Direttiva Comunitaria c.d. Zappalà e che dovevaessere recepita dall’Italia entro il mese di ottobre del 2007!

Tale direttiva si riferisce al riconoscimento delle qualifi-che professionali ed in quanto fonte legislativa di rango su-periore a quella statale, deve avere piena attuazione primadella promulgazione di qualsiasi normativa italiana in ma-teria. In un primo tempo riguarderà il riordino delle profes-sioni ordinistiche e, successivamente, anche delle attivitànon regolamentate che oggi si trovano in uno stato di con-fusione. Infatti, senza una complessiva riforma del sistemadelle professioni, continueremo ad assistere ancora a con-correnza sleale, abusivismo e gravi danni per i cittadini.

Le professioni in Italia sono libere, basate esclusiva-mente sul merito, ovvero chi studia, frequenta un tirocinioe supera l’esame di abilitazione “ha diritto” all’iscrizioneal corrispondente Ordine Professionale. La riforma dovràdare maggiore attenzione ai giovani; essi devono esseremessi nelle condizioni di poter entrare effettivamente nelmondo del lavoro professionale, raggiungere un reddito di-gnitoso e porre fine all’attuale diffusa precarizzazione.

Infine deve mettere fine all’affidamento degli incarichiprofessionali al ribasso10, essendo gli stessi di fatto unmodo per eliminare la stragrande maggioranza dei parte-cipanti che non sono in grado di reggere alle offerte indi-scriminatamente libere ed in palese contrasto con i criterieuropei della concorrenza.

Auspichiamo in definitiva una riforma che riconosca alleprofessioni centralità, sussidiarietà e soprattutto qualità.

2 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Tariffe minime,fu giusta la... liberalizzazione?

Consigliere Nazionaledei Chimicie-mail: [email protected]

Antonio Ribezzo

1 Editoriale n. 5/6-2003 de IlChimico Italiano “Tariffeprofessionali fra concor-renza e potere degli Ordini”.

2 Editoriale n. 3-2007 de IlChimico Italiano “Gli Or-dini Professionali a garan-zia dei pubblici interessi”

3 Diversamente dagli inte-ressi collettivi, gli interessigenerali sono invece gliinteressi dell’insieme dellacittadinanza italiana.

4 “In queste settimanesento qualcuno che dice dichiudere sulle liberalizza-zioni: questo non è possi-bile e sentir parlare diprofessionisti, di tariffeminime non ha senso. Al-lora ci mettiamo anchenoi tutti in fila, io voglioad esempio, una tariffaminima per i tubi, ma que-sto è evidente che non èpossibile” da Mondo Pro-fessionisti 12.04.2010

5 ”La democrazia non è unaserie di divieti e di obbli-ghi tra i quali fare slalom.Essa è invece costituitadall’insieme di regole edei diritti che consentonoa ciascuna persona diesprimere il meglio di sestesso. E noi abbiamo in-tenzione di togliere tuttequelle regole che non ser-vono ma creano ostacolialla libertà e alla crescitadei cittadini.”

6 Prodotto Interno Lordo.7 Art. 33, co. V, obbligodell’esame di stato.

8 Art. 2229 e seguenti, LibroV, titolo III, sulle profes-sioni intellettuali.

9 Zappalà n. 36-2005,normativa Europea sul ri-conoscimento delle pro-fessioni nel territoriodell’Unione Europea.

10 Spesso arrivano finoall’80%.

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Lo scorso 15 aprile nella sala verde di via Arenula (saladedicata alla memoria di Rosario Livatino, il “giudiceragazzino”) si è svolto l’incontro fra gli Stati Generali

degli Ordini professionali ed il ministro della Giustizia An-gelino Alfano.

Per il Guardasigilli il riordino della materia è un compitoda portare a termine entro la legislatura, il metodo propo-sto è quello di predisporre una legge quadro di principi pertutte le professioni liberali alla quale faranno seguito deiregolamenti o comunque leggi successive per coordina-menti di settore. Il Comitato Unitario delle Professioni (CUP)e i Professionisti dell’Area Tecnica (PAT) sono quindi chia-mati a superare i particolarismi e ad elaborare una leggecornice valida per tutti, in materia di formazione obbliga-toria e procedure disciplinari (cui, è stato osservato, deveessere restituita credibilità agli occhi dei cittadini-utenti).In questo “Statuto delle professioni”, entreranno poi lenorme per il riconoscimento delle responsabilità dei pro-fessionisti verso terzi, quelle sulle tariffe minime e la comu-nicazione pubblicitaria, che dovrà essere basata su criteridi veridicità e rispettosa della dignità dei professionisti.

“Dobbiamo riuscire“ ha detto il ministro Alfano “a fareuna riforma che metta al centro il cittadino, garantendol’alta qualità delle professioni e stabilendo regole chiare etrasparenti. Allo stesso tempo, però, occorre assicurare aiprofessionisti la dignità ed il prestigio che gli deriva dal-l’aver superato un esame di Stato”.

Il Guardasigilli parla esplicitamente di una iniziativa che“incentiverà la ripresa economica del Paese”. Perché i pro-fessionisti aderenti agli Ordini, enumera Alfano, sono oltredue milioni, il 3,3% della popolazione, e producono il12,5% del PIL.

Soddisfazione è stata espressa da tutti i rappresentantidelle professioni presenti alla riunione.

Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici,Armando Zingales, nel suo intervento ha precisatoche è indispensabile che il sistema degli Ordini pro-fessionali si configuri come un “sistema aperto”. Oc-corre pertanto non pensare solo alla situazione dioggi, ma avere chiaro in mente anche eventuali svi-luppi futuri. “Se ci sono professioni la cui attività hainteressi di carattere generale, si può pensare di co-stituire nuovi Ordini, ma solo se non riconducibili adOrdini affini già esistenti”. In questa direzione il Con-siglio Nazionale dei Chimici, insieme alle Associazionidi categoria interessate, ha già proposto la costitu-zione di un nuovo settore, quello dei fisici, diretta-mente all’interno dello stesso Consiglio. Questo inlinea con la tendenza di non appesantire l’apparatodegli Ordini professionali. “La nostra proposta” haaffermato Zingales “è quella di avere dei professio-

nisti che possono operare, ad esempio rilasciandocertificazioni, senza indebitare ulteriormente le Cassedegli Enti pubblici in base al principio di sussidiarietà.Chiediamo quindi che ai professionisti venga attri-buita una maggiore responsabilità nella redazionedegli atti, anche e soprattutto nelle questioni legateagli enti locali”.

ALL’INDOMANI DELLA CONVOCAZIONEDEGLI STATI GENERALI AL MINISTERODELLA GIUSTIZIACinque domande al Presidente del ConsiglioNazionale dei Chimici prof. Armando Zingales

Presidente Zingales, vorremmo porti alcune domandealla luce dell’incontro del 15 aprile con il Ministro di Giusti-zia Alfano.

La Costituzione Italiana prescrive un apposito esame diStato quale elemento idoneo all’esercizio di una professioneseguito dall’iscrizione al corrispondente Albo professionale.È per questo che sono state convocate solo le rappresen-tanze apicali degli Ordini?

Non si tratta soltanto di una scelta di ordine tecnico-le-gislativo da parte del Ministro.

Le professioni regolamentate sono quelle che prevedonoun percorso formativo definito ed il superamento del-l’esame di abilitazione professionale (esame di Stato), inquanto riguardano materie inerenti interessi generali chela Costituzione o la legge considerano meritevoli di specialetutela (sicurezza, ambiente, salute, difesa in giudizio, ecc.)

La vigilanza ed il controllo che le professioni regolamen-tate siano svolte in ossequio alla legge e ai principi di de-ontologia è affidato all’Ordine professionale.

Al di fuori di queste previsioni il cittadino è libero diesercitare attività imprenditoriali di servizio che non riguar-dino le materie soggette a speciale tutela. Non è pertantonecessario creare un sistema “duale” che più corretta-mente dovrebbe definirsi “ternario”, introducendo fra gliOrdini professionali e la libera attività, il sistema delle As-sociazioni riconosciute. Per questo motivo il Ministro haconvocato solo i Presidenti degli Ordini professionali.

Dalle notizie di stampa sembrerebbe che ci sia una di-versa e più positiva considerazione del Ministero verso i pro-blemi che affliggono le categorie.

Quale è la tua impressione?È presto per esprimere un’opinione, ma è apparso evi-

dente che il Ministro ritiene necessario avviare un processodi ammodernamento del sistema delle professioni tenendoconto dei principi più volte espressi dagli Ordini e dei valoriche essi sono chiamati a tutelare.

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 3

DAL CNC

Antonio Ribezzo

Riforma delle professioni: incontrodell’on. Alfano con gli Stati Generalidegli Ordini Professionali

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Tra gli argomenti forti posti alla base dell’incontro c’èquello delle tariffe minime professionali. Perché sono cosìimportanti per le professioni e per quella del Chimico in par-ticolare?

Le tariffe professionali costituiscono quanto meno unorientamento per chi offre e riceve una prestazione profes-sionale. Le tariffe minime, soprattutto per i lavori pubblicied i lavori a favore della Pubblica Amministrazione, servonoa scongiurare un “dumping” da parte di chi, volendo ag-giudicarsi un appalto, è disposto a “regalare” le prestazioniprofessionali ad esso collegate con grave rischio per la qua-lità delle prestazioni e la sicurezza dei cittadini.

Tu rappresenti i Chimici, professionisti dell’area tecnicache tanto hanno dato al progresso dell’umanità. Quali so-luzioni possono essere di ausilio ad accrescere il prestigio ela dignità della professione di Chimico?

I Chimici italiani si confrontano con la realtà internazio-nale e ad essa debbono fare riferimento per poter compe-tere. Noi riteniamo che, come i chimici stranieri chevengono ad operare in Italia debbono iscriversi in una se-zione apposita dell’Albo professionale, così, a maggior ra-gione, tutti coloro che svolgono un’attività riconducibile allaprofessione di chimico, anche come lavoratori dipendentipubblici o privati, debbono aver superato l’esame di Statoed essere iscritti all’Albo professionale, come ad esempioaccade oggi per i medici. È chiaro che i campi di attività dei

chimici sono molti e fra loro ampiamente diversificati, nonè, quindi, più tempo per i tuttologi, ma è necessario che ichimici si specializzino in alcuni campi nei quali svolgere lapropria attività con la necessaria competenza che dovrà es-sere alimentata e mantenuta da una seria formazione perl’intera vita lavorativa.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diversa e ac-cresciuta considerazione dei media verso la professione dichimico. Certamente il lavoro fatto dal Consiglio Nazionalein sinergia con gli Ordini territoriali ha contribuito ad unaprofonda conoscenza delle funzioni del Chimico. Dal tuopunto di osservazione, pensi che siano maturi i tempi perarrivare alla tanto auspicata riforma delle professioni?

I tempi per la Riforma delle professioni sono maturi daun pezzo ed oggi siamo in forte ritardo, da ciò deriva undanno sia alle professioni regolamentate, sia a coloro chevogliono svolgere attività imprenditoriale e di servizio nonsuscettibili di regolamentazione. Quindi possiamo dire chela Riforma non solo è matura ma è assolutamente neces-saria per consentire all’Italia di svolgere il suo ruolo in Eu-ropa con dignità anche nel campo delle professioni.

Grazie Presidente Zingales per la tua competenza e sem-pre pronta disponibilità. Auguriamo a te e a tutta la catego-ria dei Chimici il raggiungimento di sempre più alti traguardie successi professionali.

DAL CNC

4 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Armando Zingales

Prof. chim. Armando Zinga-les. Ruolo: Presidente delConsiglio Nazionale dei Chi-mici. Principali attività:- Libero Professionista. Eur-chem.

- Consulente in materia dicorrosione, ambiente, sicu-rezza e igiene del lavoro.

- Presidente dell’aziendapubblica per il tratta-mento dei rifiuti Ecopro-getto Venezia Srl

- Già Professore associato dichimica industriale all’univer-sità Cà Foscari di Venezia.

Ricordiamo a tutti gli iscritti che il cosiddetto Decreto“anti-crisi”, DL 28.11.2008 n. 185, prevede l’obbligoper tutti gli iscritti all’Albo, anche coloro che non

esercitano la professione ma sono regolarmente iscritti, didotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata, la c.d.PEC. La norma prevede, inoltre, l’obbligo di comunicare l’in-dirizzo di PEC al proprio Ordine territoriale di appartenenza.

Rammentiamo che il Consiglio Nazionale dei Chimicioffre a tutti gli iscritti all’Albo la possibilità di richiedere,gratuitamente, l’assegnazione di una casella di posta elet-tronica certificata (oltre a una casella di posta elettronica

ordinaria). Il modulo di richiesta della PEC è reperibile sulsito www.chimici.it alla sezione “Servizi agli iscritti”,“Posta elettronica certificata”, “Richiedere la PEC”.

Il modulo, debitamente compilato, va inviato unitamentealla fotocopia del documento di riconoscimento (non neces-sario se nel modulo viene indicato il proprio indirizzo [email protected] o se il riconoscimento dell’iscritto e la trasmis-sione della documentazione è effettuata dal proprio Ordineterritoriale) al Consiglio Nazionale dei Chimici in originaleo a mezzo fax (06 47885904) o come immagine allegata adun messaggio di posta elettronica ([email protected]).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTEObbligo di Legge sull’adozione ed uso della PEC

Si comunica che con decreto del Ministro dello Svi-luppo Economico 30 marzo 2010 è stata disposta lasospensione fino al 31 dicembre 2010 delle agevo-

lazioni postali per l’editoria. La norma in esame, ha determinato un notevole au-

mento di costi (428%) per la spedizione della rivista di ca-tegoria “il Chimico Italiano”. Al fine di contenere i costi

per la spedizione delle proprie pubblicazioni, il ConsiglioNazionale dei Chimici, riconoscendo come essenziale l’in-formazione attraverso la rivista di categoria de “Il ChimicoItaliano”, sia alla luce della qualità raggiunta dalla stessache del gradimento espresso dagli iscritti, sarà costretto suomalgrado a valutare la possibilità di inserire annuncipubblicitari per rientrare nei costi.

Editoria, sospensione agevolazioni postali

Page 7: dagli iscritti

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 5

DAL CNC

L’integrazione fra le scienze è di certo un’avanza-mento del processo formativo. Oggi imparare (edinsegnare) Scienze vuol dire sviluppare un processo

educativo e formativo su tematiche ampiamente interdisci-plinari (quali energia, ambiente, salute, alimenti, beni cul-turali).

Questa visione non è in discussione, ma rischia, se to-tale, di sacrificare alcuni concetti di base che proprio per illoro carattere elementare sostengono, come gambe di untavolo, la struttura integrata. In tale logica alcuni argomentidi chimica devono essere presi in considerazione nel pro-cesso formativo (legame chimico, equilibrio, caratteri e pro-proprietà) e quindi garantiti da una specificità didattica lecui forme attuative possono essere discusse, anche in rela-zione alle differenti situazioni e tipi di scuola.

Per questo motivo proponiamo che l’insegnamento“Scienze Naturali”, previsto nel riassetto dei Licei venga

affidato sia ad abilitati della classe A013 sia a quelli dellaclasse A060, in una situazione analoga a quella di prece-denti “classi atipiche”, valorizzando le specifiche compe-tenze di ciascun insegnante.

Tale specificità potrà essere garantita attraverso un’ar-ticolazione dei cicli all’interno della “classe atipica” nellaquale entrambe le classi di concorso siano rappresentatesecondo ragioni di opportunità didattica.

14 Marzo 2010

Società Chimica ItalianaConsiglio Nazionale dei Chimici

A.I.C. - Associazione Insegnanti ChimiciGruppo Insegnanti di Chmica

Coordinamento Docenti Discipline Scientifiche e Tecnologiche

Insegnamento della chimica nei nuovi licei:interventi del CNC

(1) LICEO SCIENTIFICO E LICEO SCIENTIFICO OPZIONESCIENZE APPLICATE (nel liceo scienze applicate il livello diapprofondimento degli argomenti proposti sarà maggiore,visto il maggior numero di ore a disposizione) --- PRIMOANNO (A060, futura a-46): Elementi di scienze della terrae relativi elementi di chimica [cfr. bozze "Gli elementi discienze della Terra, che possono completare e approfondirei contenuti già in precedenza acquisiti, comprendono la co-noscenza delle varie organizzazioni del pianeta (litosfera,idrosfera, atmosfera) e i fenomeni a esse correlati, esami-nandone le trasformazioni e le interrelazioni (terremoti, vul-cani, ecc.), oltre allo studio della Terra come pianetaall’interno del sistema solare (moti e loro conseguenze,Sole, Luna, ecc.)"]; --- SECONDO ANNO (A060, futura a-46):elementi di biologia, ecologia, botanica e zoologia e relativielementi di chimica [cfr. bozza "Gli elementi di biologia ri-prendono aspetti di carattere osservativo riferiti ai viventi,in particolare la loro costituzione (la cellula) e le diverse

forme con cui essi si manifestano (sistematica). Perciòusano le tecniche sperimentali di base in campo biologicoe l’osservazione microscopica. La varietà dei viventi e lacomplessità della loro struttura introducono allo studiodell’evoluzione, della genetica mendeliana e dei rapportiviventi-ambiente, nella prospettiva del mantenimento dellabiodiversità"]; --- TERZO ANNO (A013, futura a-33), chimicagenerale ed inorganica, chimica fisica [cfr bozze "gli statidi aggregazione della materia e le relative trasformazioni;il modello particellare della materia; la classificazione dellamateria (miscugli omogenei ed eterogenei, sostanze sem-plici e composte) e le relative definizioni operative; la reat-tività; le leggi fondamentali e il modello atomico di Dalton,la formula chimica e la mole come unità di misura; unaprima classificazione degli elementi (sistema periodico diMendeleev)" e "Per quanto riguarda i contenuti di chimica,si introduce la classificazione dei principali composti inor-ganici e la relativa nomenclatura.

Proposta di schema di revisione della bozza ministerialeproposta per l’insegnamento “scienze naturali”che tenga conto dell’utilizzo per l’insegnamentodella chimica all’interno dell’insegnamento“scienze naturali” di docenti laureati in chimicadella attuale classe di concorso a013 - futura a-33

Page 8: dagli iscritti

DAL CNC

Si introducono lo studio della struttura della materia e i fon-damenti della relazione tra struttura e proprietà, gli aspettiquantitativi delle trasformazioni, la teoria atomica, i modelliatomici, il sistema periodico e le proprietà periodiche, i le-gami chimici, e cenni di chimica nucleare. Si studiano inoltregli scambi energetici associati alle trasformazioni chimichee se ne introducono i fondamenti degli aspetti termodina-mici e cinetici, insieme agli equilibri, anche in soluzione, ea cenni di elettrochimica. Adeguato spazio si darà agliaspetti quantitativi e quindi ai calcoli relativi e alle appli-cazioni"]; --- QUARTO ANNO (A013, futura a-33) chimicaorganica e biochimica [cfr. bozze "studio della chimica or-ganica di base. Il percorso di chimica e quello di biologia siintrecciano poi nella biochimica, relativamente alla strut-tura e alla funzione di molecole di interesse biologico, po-nendo l’accento sui processi biologici/biochimici nellesituazioni della vita contemporanea e approfondendo i temilegati all’ingegneria genetica e alle sue applicazioni.": tuttiargomenti oggetto della chimica organica, bio organica edelle fermentazioni attualmente studiata presso gli ITIS, do-cente A013]; --- QUINTO ANNO (A060, futura a-46): biolo-gia, scienze della terra ed astronomia [cfr. bozza: "Perquanto riguarda i contenuti di biologia si pone l’accentosoprattutto sugli aspetti relazionali, sulla spiegazione dellacomplessità con cui i fenomeni oggetto di studio si mani-festano e sulle basi molecolari dei fenomeni stessi (naturae struttura del DNA, sua azione nella sintesi delle proteine).Lo studio riguarda la forma e le funzioni della vita vegetalee animale e i sistemi del corpo umano, trattando le funzionimetaboliche di base, le strutture e le funzioni della vita direlazione, la riproduzione e lo sviluppo". "Scienze della

Terra (ad esempio la tettonica globale), tra quelli di astro-nomia e cosmologia (origine dell’Universo, ciclo di vita dellestelle e origine degli elementi chimici, ecc.) o su altri temi,legati ai contenuti disciplinari svolti anche negli anni pre-cedenti"];

(2) LICEO CLASSICO, LINGUISTICO, SCIENZE UMANE:Primo e secondo anno (A060, futura a-46): come per il bien-nio iniziale del liceo scientifico, terzo e possibilmente quartoanno (A013, futura a-33): chimica generale ed inorganica,chimica organica ed elementi di biochimica, quinto anno(A060, futura a-46): biologia, elementi di scienze della terraed astronomia.

24 Aprile 2010

C.N.C. – CONSIGLIO NAZIONALE DEI CHIMICIProf. Armando Zingales

A.I.C. - ASSOCIAZIONE INSEGNANTI CHIMICIProf. Giorgio Cucciardi

GRUPPO DOCENTI DI CHIMICA E TECNOLOGIE CHIMICHEProf. Michele Borrielli

COORDINAMENTO DOCENTIDI DISCIPLINE SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE

Prof. Rosario Saccà

6 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

CASELLA DI POSTA ELETTRONICA

GRATUITA

SUL DOMINIO “CHIMICI.IT”

Tutti gli iscritti agli Ordini dei Chimici, in regola con i pagamentidei contributi e delle tasse di iscrizione, possono richiedere

al Consiglio Nazionale dei Chimici l’attivazionedi una casella di posta personalizzata

(es: “[email protected]”) utilizzandoil modulo di adesione reperibile sul sito www.chimici.italla sezione “Servizi agli iscritti - Posta elettronica”

Page 9: dagli iscritti

Il presente avviso, pubblicato sul bollettino ufficiale delConsiglio Nazionale dei Chimici e sul sito www.chimici.itcostituisce notifica agli iscritti a sensi di legge.Il Consiglio Nazionale ha avviato le procedure per la ri-

scossione del contributo dovuto dagli iscritti. In queste set-timane perverrà agli iscritti l’avviso di riscossione conscadenza 15 giugno 2010.

L’importo da versare per il 2010 è di 60,00 Euro, com-prensivo di diritti di segreteria e rimborsi spese di esazione.Per i pagamenti effettuati dopo il 15 giugno 2010 è dovuta,in aggiunta, la sanzione per ritardato pagamento, pari a10,00 Euro.

Il pagamento può avvenire secondo una delle seguentimodalità:1. Versamento su CC Postale mediante bollettino premar-

cato allegato all’avviso di pagamento;2. Pagamento on-line con carta di credito Visa o Master-

card. Per le modalità di accesso al servizio consultare ilsito www.chimici.it alla sezione “servizi agli iscritti”“Pagamento contributi”;

3. Pagamento con Carta di Credito Visa o Mastercard(Salvo Buon Fine) inviando, debitamente sottoscritto, ilmodulo di addebito allegato all’avviso di pagamento,ovvero inserendo i propri dati nel modulo disponibile

on-line sul sito www.chimici.it, per fax (al numero06.47885904), o per mail (pagamenti@chimici) o perposta (Consiglio Nazionale dei Chimici - Piazza S. Ber-nardo, 106 - 00187 Roma);

4. Versamento o bonifico (anche telematico) sul CC Ban-cario del CNC presso la Banca Nazionale del Lavoro,Agenzia Bissolati, via Bissolati n. 2 – RomaIBAN: IT30N0100503200000000048431.

5. Versamento in CC Postale compilando un bollettino inbianco: CCP n. 42064022 – Consiglio Nazionale dei Chi-mici, Roma.Al momento del pagamento bisogna aver cura di ren-

dere certa l’identificazione dell’iscritto (attraverso i suoi datianagrafici, oltre al codice iscritto riportato sopra l’indirizzonell’avviso di riscossione ed il codice fiscale) e l’anno di ri-ferimento (contributo 2010).

Raccomandiamo a tutti la puntualità nell’adempimento:l’attività del Consiglio Nazionale dipende dalla disponibilitàdelle risorse necessarie.

Per informazioni sul tributo è possibile rivolgersi al Con-siglio Nazionale dei Chimici: responsabile del procedimentoè la signora Bruna Peri, Capo Ufficio Segreteria del Consi-glio Nazionale dei Chimici.

Riscossione contributo 2010al Consiglio Nazionale

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 7

DAL CNC

Il Consiglio Direttivo di ACCREDIA, nella riunione del 14aprile 2010, ha deliberato, approvando all’unanimità larichiesta di adesione, di inserire il Consiglio Nazionale

dei Chimici tra i soci ordinari.Numerose e di rilievo le decisioni assunte dal Consiglio,

tra cui la nomina a Vicepresidente di ACCREDIA del prof.Enrico Geraci.

Sono state definite le basi strutturali per l’operatività delDipartimento Laboratori di prove per la Sicurezza degli ali-menti, dalla direzione, affidata alla dott.ssa Rosa Draisci,alla composizione del Comitato Settoriale di Accredita-mento di pertinenza. Il Dipartimento opererà con pienaidentità di procedure, regole amministrative e tariffe ri-spetto al Dipartimento per il Laboratori di prova, a garanziadella piena correttezza di gestione e dell’appartenenza alsistema EA.

In materia di tariffario di accreditamento, si segnala l’ap-provazione delle riduzioni per i piccoli laboratori. Nell’am-bito delle attività di valutazione del tariffario applicato, unospecifico gruppo di lavoro ha analizzato le esigenze dei pic-

coli laboratori, che dal 2011, in base a casistiche definite,vedranno ridotta di un terzo la tassa di mantenimentodell’accreditamento.

Per quanto riguarda l’accreditamento degli Organismidi certificazione e ispezione e dei Laboratori di prova, sonostate rilasciate le nuove revisioni dei Regolamenti GeneraliRG-01 e RG-02.

È stato inoltre approvato il Regolamento Generale perl’utilizzo del marchio ACCREDIA RG-09 che entrerà in vigoresecondo un transitorio definito sulla base delle esigenze deisoggetti accreditati, a garanzia della progressiva e regolareapplicazione del marchio sulle valutazioni di conformità daessi rilasciate e del corretto uso da parte dei clienti degliOrganismi di certificazione.

I certificati di accreditamento continueranno tempora-neamente a riportare la doppia intestazioneACCREDIA/SINAL e ACCREDIA/SINCERT, nei termini di unaffiancamento specificamente disciplinato per le attesta-zioni rilasciate da ACCREDIA a Laboratori e Organismi.

Il Consiglio Nazionale dei Chimicitra i soci ordinari di ACCREDIA

Page 10: dagli iscritti

8 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Èstato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26gennaio 2010 il Decreto interministeriale del 22 di-cembre 2009 “Designazione di ACCREDIA quale

unico organismo nazionale italiano autorizzato a svolgereattività di accreditamento e vigilanza del mercato in con-formità al regolamento (CE) n. 765/2008, ai sensi dell’arti-colo 4, comma 4, della legge 23 luglio 2009, n. 99”.

Il termine, per tutti i governi della UE, per non incorrerenella procedura di infrazione scadeva il 1 gennaio 2010.

Il provvedimento è stato pubblicato contestualmente alDecreto che individua le prescrizioni relative al funzionamentodell’organismo nazionale di accreditamento. I testi dei duedecreti sono stati sottoscritti da tutti i nove Ministri interessati.Tra questi, Il Ministero dello Sviluppo Economico svolge ilruolo di Autorità Nazionale per le attività di accreditamentoe di punto di contatto con la Commissione Europea.

IL NUOVO QUADRO LEGISLATIVO COMUNITARIOla revisione del “Nuovo Approccio”

Il quadro (o pacchetto) consta di due documenti princi-pali complementari(*) approvati in prima lettura dal Parla-mento Europeo in data 21 Febbraio 2008, formalmenteadottati dal Consiglio Europeo in data 23 Giugno 2008 epubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Europea in data 13 Ago-sto 2008, e precisamente:- Il Regolamento (EC) 765/2008 che stabilisce i requisiti

per l’accreditamento e la sorveglianza sul mercato;- La Decisione 768/2008/EC che definisce un quadro co-

mune per la commercializzazione dei prodotti.Il Regolamento (EC) 765/2008 recante “Requisiti per

l’accreditamento e la sorveglianza sul mercato” si applicaall’accreditamento di tutte le attività di valutazione dellaconformità, in entrambi i settori volontario e cogente, senzaesclusioni di principio. Per quanto attiene al settore cogente,oltre alle classiche Direttive del Nuovo Approccio, sono inparticolare comprese le attività di verifica nel settore am-bientale, sia di sistema, sia di prodotto (EMAS e ECOLABEL),e le attività di controllo nel settore agro-alimentare discipli-nate da Regolamenti comunitari quali i controlli sui prodottida agricoltura biologica, sui prodotti a indicazione geograficae designazione di origine protetta, sulle specialità tradizionaligarantite, ed altri. Il Regolamento 765/2008 recante “Re-quisiti per l’accreditamento e la sorveglianza sul mercato”:- riconosce l’accreditamento come ultimo livello di con-

trollo dei servizi di valutazione della conformità in en-trambi i settori volontario e cogente;

- conferisce all’accreditamento dignità giuridica in quantofunzione dotata di pubblica autorità e svolta nel pub-blico interesse;

- mira a regolamentarne l’esercizio in ambito Comunitariorafforzandone il rigore, l’efficacia, l’uniformità, la tra-sparenza e la credibilità;

- ne sancisce il carattere di meccanismo preferenziale daadottare, da parte degli Stati Membri, per la valutazionee accertamento della competenza degli Organismi chia-mati a valutare la conformità ai requisiti delle Direttivee Regolamenti Europei (Organismi Notificati e Organi-smi di Controllo in genere) come base per la concessionedelle relative autorizzazioni e notifiche da parte dellecompetenti Autorità nazionali.

- riconosce EA “Associazione Europea degli Enti di Accre-ditamento” come Infrastruttura Ufficiale Europea di Ac-creditamento e ad essa affida il compito di garantire losvolgimento efficace ed omogeneo delle attività di ac-creditamento in Europa.Inoltre, il ricorso all’accreditamento, quale meccanismo

preferenziale per la valutazione degli Organismi Notificatie degli Organismi di controllo in genere operanti ai sensidella legislazione comunitaria, è richiamato nella Decisione768/2008/EC in materia di un “Quadro comune per la com-mercializzazione dei prodotti”.

Gli Enti di accreditamento Europei devono pertanto ac-quisire e consolidare, tempestivamente, le competenze ecapacità necessarie (in termini sia di conoscenze, sia di ri-sorse) per valutare ed accreditare gli Organismi di valuta-zione della conformità operanti nella sfera cogente(Direttive e Regolamenti comunitari) e predisporre i relativicriteri e procedimenti.

Pertanto, anche gli Organismi Italiani di valutazionedella conformità già operanti (in quanto già in possesso dinotifiche e autorizzazioni) o che intendono operare nel set-tore della valutazione della conformità ai requisiti della le-gislazione comunitaria (Direttive e Regolamenti), dovranno,dal canto loro, conseguire l’accreditamento (ove non accre-ditati) o comunque adeguare i rispettivi generici accredita-menti, utilizzati in ambito prevalentemente volontario, allespecifiche esigenze e particolarità del settore cogente.

ACCREDIA, di conseguenza, ai sensi dell’art. 4, comma2 del Decreto che individua le prescrizioni relative al fun-zionamento dell’organismo nazionale di accreditamento,anch’esso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26gennaio 2010, dovrà, a pena di perdita dello status di EnteUnico di Accreditamento, stipulare apposite convenzionicon gli altri Enti (Istituto Superiore di Sanità ed Istituto Na-zionale di Ricerca Metrologica) che consentano adeguatapartecipazione alle attività di accreditamento da parte deiMinisteri e degli enti pubblici ed organismi a tal fine giàdesignati dai Ministeri competenti. L’adozione del cosid-

DAI CONSIGLIERI

ACCREDIA designato ente unicodi accreditamentol’Italia è conforme al Regolamento Europeo 765/2008in tema di accreditamento e vigilanza del mercato

(*) Il pacchetto include ancheun terzo documento, Re-golamento (EC) 764/2008che stabilisce le procedurerelative alla applicazionedi regole tecniche nazio-nali a prodotti commercia-lizzati in altri Stati Membrie non soggetti ad armo-nizzazione comunitaria.

Laurea in Chimica e Specia-lizzazione in Tossicologia Fo-rense. Master Universitariodi II livello in ManagementPubblico ed e-Government. Dipendente pubblico dal1977 con i seguenti incarichi:- 1977: Lecce, LaboratorioProvinciale di Igiene e Pro-filassi, Assistente Chimico;

- 1984: Lecce, Presidio Mul-tizonale di Prevenzione,USL LE/1, Coadiutore;

- 1993: Brindisi, PresidioMultizonale di Preven-zione, USL BR/4, Respon-sabile del Settore Fisico;

- 1994: Brindisi, PresidioMultizonale di Preven-zione, USL BR/4, Respon-sabile del Settore Fisico edel Settore Chimico;

- 1995 Brindisi, PresidioMultizonale di Preven-zione, USL BR/4, Direttoredi Dipartimento;

- 2002 a tutt’oggi: AgenziaRegionale per la Prote-zione dell’Ambiente, ARPAPuglia, Direttore del Di-partimento di Brindisi.

- Auditor Ambientale -Esperto di Settore per laRevisione dei Sistemi di Ge-stione Ambientale (2001)

- Progettista di Sistemi diQualità ISO 9000(2003)

- Auditor/Responsabi leGruppo di Audit (UNI ENISO 19011:2003) (2008)

- Esperto in Acustica iscrittonell’elenco ufficiale dellaRegione Puglia

- Già Presidente dell’Ordinedei Chimici di Lecce eBrindisi;

- Consigliere Nazionale dal2001.

Elio Calabrese

Page 11: dagli iscritti

detto “Nuovo Approccio”, verso la metà degli anni ‘80, ela successiva graduale emanazione delle corrispondenti“Direttive” hanno rappresentato un “salto di qualità” nellalegislazione comunitaria finalizzata a tutelare i bisogni fon-damentali dei cittadini Europei, quali la sicurezza, la salute,la salvaguardia dell’ambiente ed altri aspetti, in relazioneall’uso dei prodotti, sia strumentali sia di consumo, libera-mente circolanti sul mercato Europeo. Fermo restandol’obiettivo dell’eliminazione delle barriere tecniche alla liberacircolazione, in termini di armonizzazione dei requisiti e dellemodalità di valutazione della conformità agli stessi, già pre-sente nel Vecchio Approccio dei primi anni ‘70, il NuovoApproccio ha introdotto come fondamentale principio legi-slativo la conformità a determinati requisiti ritenuti essenziali,rinviando alle norme tecniche cosiddette “armonizzate”, ditipo sia settoriale sia orizzontale, la definizione degli specificirequisiti tecnici applicabili.

Principi generali del Regolamento 765/2008:- deve esistere un unico Ente di accreditamento nazionale

per ciascun Stato Membro, opportunamente ricono-sciuto dallo Stato (in quanto facente parte della PubblicaAmministrazione o tramite idonei atti legislativi o con-trattuali);

- gli Enti di accreditamento operano con pubblica autoritànel pubblico interesse;

- gli Enti di accreditamento devono essere indipendenti damotivazioni commerciali e devono essere senza fini di lucro;

- gli Enti di accreditamento non devono essere in alcunmodo, direttamente o indirettamente, coinvolti in atti-vità di valutazione della conformità o di consulenza;

- gli Stati Membri devono assicurare che i rispettivi Entidi accreditamento dispongano delle risorse necessarieper il loro funzionamento;

- gli Enti di accreditamento nazionali devono essere mem-bri di EA;

- gli Enti di accreditamento devono consentire la parteci-pazione efficace ed equilibrata delle parti interessate algoverno e svolgimento delle attività di accreditamento.

Funzionamento dell’accreditamento- Gli Enti di accreditamento devono rispondere adegua-

tamente alle richieste degli Organismi di valutazionedella conformità;

- Essendo l’accreditamento il meccanismo preferenziale,gli Stati Membri che non ricorrano all’accreditamentonei rispettivi processi di autorizzazione degli Organismidevono fornire evidenza dell’equivalenza delle proce-dure adottate.

Principio di non competizione- Gli Enti di accreditamento non devono essere in compe-

tizione con gli Organismi di valutazione della conformità;- Gli Enti di accreditamento non devono competere fra

loro.Accreditamento “cross-frontier” (situazione in cui l’Ente

di uno Stato Membro accredita in altro Stato Membro).È consentito solo nei seguenti casi:

a) Lo Stato Membro non ha designato un proprio Entedi accreditamento;

b) L’Ente di accreditamento designato non fornisce iltipo di accreditamento richiesto;

c) L’Ente di accreditamento designato non è ancora fir-matario dell’Accordo di Mutuo Riconoscimento EA(EA MLA) per il tipo di accreditamento in oggetto;

- Ove sussistano le condizioni b) e c), l’Ente di accredita-mento che opera in altro Stato Membro è tenuto a coo-perare con l’Ente locale se esistente.

Requisiti operativi per gli Enti di accreditamentonazionali- Sono allineati alle prescrizioni della Norma ISO/IEC

17011 “Valutazione della conformità – Requisiti gene-rali per gli Organismi di accreditamento che accreditanogli Organismi di valutazione della conformità”;

- Si richiede inoltre agli Enti di accreditamento di verifi-care che gli Organismi accreditati non impongano, alleorganizzazioni che utilizzano i relativi servizi, oneri ec-cessivi e non commisurati alle caratteristiche delle me-desime (con particolare riferimento alle PMI).

Conformità ai requisiti- Presunzione di conformità è data dal risultato positivo

delle “valutazioni tra pari” (peer evaluations) condotteda EA, con riferimento ai requisiti del Regolamento edelle norme armonizzate citate nel Regolamento stesso;

- Le Autorità nazionali devono accettare i certificati di ac-creditamento emessi dagli Enti di accreditamento chehanno superato le valutazioni di EA con esito positivo(Enti firmatari dell’Accordo EA MLA) e le attestazioni diconformità emesse dagli Organismi di valutazione dellaconformità accreditati da suddetti Enti;

- È fatto obbligo agli Stati Membri di monitorare i rispet-tivi Enti di accreditamento nazionali in funzione dei ri-sultati delle “peer evaluations” e di adottare le misurenecessarie a garantire che tali Enti mantengano la con-dizione di firmatari dell’Accordo EA MLA.

Peer evaluations- Gli Enti di accreditamento nazionali devono sottoporsi

regolarmente alle “peer evaluations” condotte da EA,sotto la responsabilità degli Stati Membri;

- Le parti interessate hanno diritto a partecipare nella su-pervisione del sistema di “peer evaluations”;

- I risultati delle “peer evaluations” devono essere resipubblici;

- La Commissione Europea sovrintende al buon funziona-mento del sistema di “peer evaluations” in coopera-zione con gli Stati Membri.

Obblighi di informazione- Ciascun Ente di accreditamento nazionale ha l’obbligo

di informare gli Enti di accreditamento degli altri StatiMembri circa le proprie attività di accreditamento;

- Ogni Stato Membro deve informare la Commissione Eu-ropea ed EA delle attività svolte dal proprio Ente di ac-creditamento in supporto alla legislazione comunitaria;

DAI CONSIGLIERI

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 9

Page 12: dagli iscritti

- Ciascun Ente di accreditamento nazionale deve pubbli-care regolarmente informazioni sulla sua attività e suirisultati delle “peer evaluations” a cui è sottoposto.

Requisiti addizionaliIl Regolamento (EC) 765/2008, al fine di rafforzare il va-

lore e la credibilità dell’accreditamento Europeo, introducerequisiti “addizionali” rispetto a quelli contenuti nei riferi-menti normativi internazionali, quali la norma ISO/IEC17011 e i documenti applicativi IAF ed ILAC. Alcuni di talirequisiti sono, realmente, aggiuntivi; altri rappresentano, difatto, un’ulteriore elaborazione di requisiti già contenutinello spirito dei riferimenti internazionali sopra citati; essisono:- Un solo Ente di accreditamento per ciascun Stato Mem-

bro (per evitare la competizione, potenzialmente dele-teria per la qualità dei servizi di accreditamento);

- Designazione o riconoscimento formale dell’Ente di ac-creditamento a cura del Governo dello Stato Membro(per conferimento di pubblica autorità) e supporto e mo-nitoraggio da parte dello stesso (per favorirne il buonfunzionamento);

- Carattere senza fine di lucro dell’Ente di accreditamento(per evitare pericolose degenerazioni commerciali);

- Assoluta indipendenza dell’Ente di accreditamento daattività di valutazione della conformità e/o di consulenza(per evitare conflitti di interesse reali o percepiti);

- Assunzione, da parte dell’Ente di accreditamento, dipiena responsabilità nei confronti delle parti interessate(per promuovere la fiducia);

- Forte limitazione delle attività di accreditamento “cross-frontier” (per evitare i ben noti inconvenienti correlati).L’introduzione di tali requisiti aggiuntivi si prefigge lo

scopo di proteggere l’istituto dell’accreditamento, valoriz-

zandolo al meglio ed evitando il rischio di degenerazionein forme di certificazione prive di reale valore aggiunto.

Il Riconoscimento di EA “European Co-Operationfor Accreditation”

In base al Regolamento 765/2008, EA viene riconosciutaquale “Infrastruttura ufficiale Europea di accreditamento”(Articolo 14 e Allegato I al Regolamento).

EA è l’Associazione degli Enti di accreditamento deiPaesi dell’area economica Europea (EU ed EFTA “Associa-zione Europea per il Libero Commercio”) e dei Paesi uffi-cialmente candidati all’ingresso nell’Unione Europea.

Costituitasi nel 1997, a seguito della progressiva fusionedelle preesistenti cooperazioni tra Enti di accreditamentorisalenti al lontano 1976, ha assunto personalità giuridicanell’anno 2000 con sede legale in Olanda.

La struttura organizzativa di EA comprende:- Un Organo consultivo (EAAB, EA Advisory Board), in cui

siedono rappresentanti di tutte le categorie di parti in-teressate Europee (Organismi di valutazione della con-formità, istituzioni metrologiche, industria, Autoritànazionali, consumatori, Enti di normazione), oltre chedella Commissione Europea e del Segretariato di EFTA;

- 6 Comitati Tecnici, fra cui il Consiglio MAC che gestiscel’Accordo Multilaterale (MLA) e gli Accordi Bilaterali(BLA) di mutuo riconoscimento;

- Un Segretariato permanente con sedi a Parigi (Francia)e Utrecht (Olanda).La missione principale di EA è quella di dotare l’Europa

di una infrastruttura di accreditamento efficace e credibilein grado di soddisfare al meglio i bisogni della società edeconomia europee.

DAI CONSIGLIERI

10 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Angelo Stoli, Presidente dell’Ordine dei Chimici della Provincia di Siracusa,se n’è andato lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di quanti lo stima-vano e gli volevano bene. Angelo, ha ricoperto la carica di Direttore dell’ex

Laboratorio di Chimico d’Igiene e Profilassi diventato successivamente Diparti-mento Provinciale ARPA Sicilia di Siracusa, portando avanti con onore e rispettoil delicato lavoro a tutela della salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.Al termine della sua attività lavorativa in ARPA Sicilia, ha realizzato un suo sogno:“Istituire l’Ordine dei Chimici nella sua Provincia” per una serie di motivi:- Egli era convinto che la Provincia di Siracusa, per la sua peculiarità correlata

alla presenza da oltre un cinquantennio, di una enorme zona industriale chi-mica e petrolchimica (che costituisce uno dei più grandi poli d’Italia), fossenecessario avere l’Ordine Professionale in loco.

- Negli ultimi anni inoltre, la rilevante produzione di norme in materia ambien-tale ha creato notevoli spazi per lo svolgimento di attività professionali chesono peculiari del chimico, ma che sono spesso “invase” da altri professionisticon maggior “peso” e fortemente rappresentati a livello locale;

- La presenza dell’Ordine Professionale inoltre, costituisce un’ ulteriore garanziaai fini dello svolgimento di attività di controllo sulle attività professionali esugli eventuali illeciti che possono essere compiuti. Questi i principali motivi che lo hanno portato a pensare che l’istituzione

dell’Ordine, avrebbe fatto capire al cittadino l’importante ruolo del Chimico conla nascita di un “presidio” che lo rappresenti in maniera costante sul territorio,pertanto nell’Aprile 2007 insieme a colleghi chimici è stata sottoscritta una ri-

chiesta trasmessa al Ministero della Giustizia, ed il 4 ottobre 2007 con DM èstato istituito l’Ordine e dal 12/12/2007 ha ricoperto la carica di Presidente.

“Angelo, è stato sempre un passo avanti a tutti risolvendo con senso praticoogni problema presentatosi e, per efficienza e dedizione al Lavoro era un esempioper tutti”.

Ciao Angelo

Ultim’ora: in ricordo di Angelo Stoli

Primo Consiglio dell’Ordine dei Chimici della Provincia di Siracusa(da sinistra: Andrea Poppite, Giuseppe Burgio, Walter Militello, Angelo Stoli,

Salvatore La Delfa, Giuseppe Tringali e Giuseppe Bianco

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DAI CONSIGLIERI

Ferrara ospita, per la quarta volta in ambito nazionale,il Salone dedicato alle Bonifiche dei Siti Contaminatie alla Riqualificazione del Territorio. Novità del 2010

sono un ricco programma di incontri bilaterali con i princi-pali operatori del settore, un contesto congressuale auto-revole, ed una ampliata area espositiva con una maggiorepresenza di aziende, istituzioni ed enti pubblici, universitàe centri di ricerca, presso il Centro fieristico nei giorni 21-22-23 settembre 2010.

Nonostante la delicata situazione economica interna-zionale, RemTech Expo si è affermato nel 2009 come il piùimportante evento italiano interamente dedicato al settoredelle bonifiche, della riqualificazione del territorio e delladifesa del suolo. L’ultima edizione del 2009 ha visto più di2.500 visitatori qualificati (+30% rispetto al 2008) ed oltre110 espositori italiani e stranieri (+20% rispetto al 2008).

La sua forza dipende da una identità chiara e precisa,che ha privilegiato la specializzazione in uno dei settorichiari della green economy, e dall’idea dell’expo comeluogo di creazione di una comunità, di una rete di relazionitra le imprese, le istituzioni pubbliche, la ricerca, come spa-zio per intrecciare affari e per condividere informazioni,esperienze, buone prassi.

RemTech Expo 2010, quarta edizione, che si terrà dal 21al 23 Settembre 2010, presso il Centro fieristico di Ferrara,prevede una decisa interazione bilaterale tra operatori e com-mittenze, un ulteriore ampliamento dell’area espositiva, conuna maggiore presenza delle industrie, delle aziende, delleistituzioni e degli enti pubblici, del mondo dell’università edella ricerca, ed una sessione congressuale a carattere nor-

mativo, tecnico e trasversale, con un focus sul comparto in-dustriale, portuale, immobiliarista, e pubblico.

Le novità del 2010 prevedono una decina di convegniufficiali, grazie al coordinamento di un Comitato Scientificoe di Indirizzo autorevoli, che tratteranno, oltre agli aspettinormativi, la gestione del rischio, le tecnologie di bonifica,la gestione e la bonifica delle discariche, l’utilizzo dei sedi-menti, le demolizioni e la gestione delle terre e rocce dascavo, la pianificazione, la riqualificazione e la comunica-zione ambientale.

Tra gli eventi speciali citiamo la tavola rotonda sulle ri-cadute e la revisione del Codice ambientale (D.Lgs.152/2006), il forum industriale sui temi della salute, sicu-rezza e ambiente, la bonifica dei siti di distribuzione carbu-rante, il meeting delle realtà immobiliari per lariqualificazione, il focus sulla gestione delle fascia costierae dei porti, il forum della Pubblica Amministrazione sullebonifiche, il convegno sul rapporto tra danno e assicura-zioni, la corretta interpretazione del dato analitico, la con-ferenza interregionale sulla gestione del rischio da amiantoed altro ancora. Tra le novità principali ci sono il tema dellaPrevenzione del rischio e Protezione ambientale ed il coin-volgimento dei siti industriali, il rafforzamento dell’intera-zione con le realtà immobiliari ed i costruttori edili, il focussulla gestione costiera e portuale, il forum delle PubblicheAmministrazioni sulle bonifiche e la possibilità di incontribilaterali. Viene invece confermata l’iniziativa dei Premi diLaurea sponsorizzati da Andis, Federchimica, Unione Petroli-fera, Assoreca, Consiglio Nazionale Chimici, Federambientee AGI.

REMTECH EXPO 2010:4° Salone sulle Bonifiche dei Siti Contaminatie sulla Riqualificazione del Territorio(Ferrara, 21-22-23 Settembre 2010) Luca Scanavini

Luca Scanavini, Consiglieredel Consiglio Nazionale Chi-mici, Direttore RelazioniEsterne di Basell PoliolefineItalia s.r.l. Certificato inter-nazionale “Six Sigma BlackBelt”. Consigliere del Consi-glio Direttivo FedermanagerFerrara. Membro della Com-missione Chimica NazionaleFedermanager.Già Presidente dell’Ordinedei Chimici della Provincia diFerrara e Presidente dellaConferenza degli Ordinidell’Emilia-Romagna. Past-President Rotary Club Fer-rara.Cavaliere della Repubblica.

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 11

la redazione de Il Chimico ItalianoInvita i propri lettori ad inviare contributi scritti

di argomenti tecnico-scientifico o di attualità per la professione

Le norme per la pubblicazione si trovanosul sito www.chimici.it nella rubrica “La rivista on-line”

REDAZIONE: P.zza S. Bernardo, 106 - 00187 RomaTel 06.47883819 - Fax 06.47885904 - [email protected]

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 13

DAI CONSIGLIERI

Le sostanze che riducono lo strato dell’ozono:lo stato dell’arte della normativa europea

Ho provato a fare una rapida verifica scorrendo i titolidel nostro giornale dell’ultimo quinquennio. Hoavuto conferma alle mie supposizioni. Quasi mai, e

comunque in maniera sempre riduttiva e rapida, si è pre-stato attenzione, con articoli mirati e specifici, al problemadelle sostanze che intervengono sul fenomeno della ridu-zione dello strato di ozono. E si che si tratta di argomentomolto dibattuto, in particolare nell’ultimo decennio, delquale si è scritto molto, addirittura troppo, talora a propo-sito, il più delle volte a sproposito; sul quale si è detto tuttoed il suo esatto contrario, ingenerando uno stato di allarme,se non di psicosi collettiva.

È bene che la nostra categoria faccia proprio il pro-blema, ne tratti in maniera documentata e scientifica, in-tervenga a risolvere dubbi, dirimere vertenze, riportare laquestione a livelli più concreti, e magari più sereni, serven-dosi anche e soprattutto dell’attuale stato dell’arte dellapiù corretta normativa europea nel merito.

Queste considerazioni sono sorte spontanee leggendodella pubblicazione, sulla GU della UE L. 286/1 del31.10.2009, di Regolamento (CE) N. 1005/2009 del Parla-mento Europeo delle sostanze che riducono lo strato diozono. Un regolamento entrato in vigore a decorrere dal 1°gennaio 2010, e che si applica sia alle sostanze controllate,sia a quelle nuove, ed ai prodotti ed apparecchiature chele contengono o che da tali sostanze comunque dipendano.

Un precedente Regolamento (n. 2037/2000) non haforse sortito l’effetto desiderato ed ha subito nel tempo nu-merose modifiche intervenute sulla sua sostanza, al puntodi avvertire l’esigenza e l’urgenza, da parte dei legislatorieuropei, di adottarne uno nuovo, per motivi di chiarezza,anche tenuto conto delle notevoli acquisizioni scientifichedegli ultimi anni, che hanno valso a sgombrare il terrenoda equivoci atti talora ad ingenerare allarmismi.

In effetti è stato ampiamente acclarato con prove evi-denti, se pure non sempre sufficientemente comunicato agliaddetti ai lavori, che le ODS sono ad oggi rilevabili in mi-nore concentrazione, con conseguenti sostanziali segnali di

una progressiva ricostituzione dello strato di ozono, anchese un totale ripristino alle concentrazioni quo antea (primadel 1980), potrà quasi sicuramente verificarsi solo attornoalla metà del corrente secolo.

Dobbiamo pertanto prendere atto degli inevitabili dannisubiti negli ultimi trenta anni, conseguenti all’aumentodelle radiazioni UV-B. Di qui l’opportunità, anzi l’esigenza,di ulteriori e più incisivi provvedimenti: si vuole soprattuttoevitare il rischio di differire la prevista data di recuperosopra ipotizzata.

D’altro canto la Comunità europea, come sua innegabilecompetenza, aveva già aderito nel 1988 con propria deci-sione, sia alla Convenzione di Vienna nel merito, che al pro-tocollo di Montreal relativo alle sostanze riducenti lo strato.Proprio sulla base di questi provvedimenti, e preso atto delrapido aumento nel consumo di idrofluorocarburi nei Paesiin via di sviluppo, le parti del suindicato protocollo hannoadottato la decisione di eliminare le suddette sostanze. Diqui l’esigenza avvertita di adottare il Regolamento in og-getto, poiché tutti hanno convenuto sulla necessità di anti-cipare dal 2025 al 2020 la data di cessazione di produzionedi detti prodotti.

Questo iter ha suggerito di introdurre, nel recente Rego-lamento, particolari adempimenti in materia di comunica-zione, che contemplino l’obbligo di valutazione del loroimpatto, con conseguente assoggettamento a misure di con-trollo, prestando particolare attenzione al ruolo giocato dallesostanze a vita breve, essendo stato accertato e valutato, edampiamente documentato nel 2006, come il loro potenzialedi riduzione dello strato di ozono sia ben più grave di quantoipotizzato in precedenza. C’è dunque lavoro per la nostra ca-tegoria; invito i Colleghi ad interessarsi della problematica,seguire l’iter delle ricerche, indagini e determinazioni, i per-corsi normativi, l’evoluzione degli studi, e relative comuni-cazioni, per le sostanze identificate e classificate comeresponsabili, con particolare riferimento a metodologie di in-dagine di campo e di laboratorio, valutare i risultati conse-guiti, con giudizio critico e serena discussione.

Regolamento (CE) N. 1005/2009sulle sostanze che riducono l’ozono

Il 1° Gennaio 2010 è entrato in vigore il nuovo Regola-mento (CE) No 1005/2009 sulle sostanze che riduconolo strato di ozono, che abroga il precedente Regola-

mento (CE) 2037/2000 e successive modificazioni. Secondoil nuovo Regolamento, la produzione, l’immissione sul mer-cato e l’uso di sostanze controllate (elencate nell’allegatoI del Regolamento (CE) No 1005/2009) sono vietate (articoli4 e 5 del Regolamento (CE) No 1005/2009. In deroga agliarticoli 4 e 5 del Regolamento (CE) No 1005/2009, le so-

stanze controllate diverse dagli idroclorofluorocarburi pos-sono essere prodotte, immesse sul mercato e utilizzate perusi essenziali di laboratorio e a fini di analisi, con obbligodi registrazione e rilascio di licenza in conformità all’articolo10 del Regolamento No. 1005/2009.

Le sostanze controllate, di cui sopra, possono essere im-messe sul mercato e ulteriormente distribuite unicamentenel rispetto delle disposizioni di cui all’allegato V del Rego-lamento (CE) No. 1005/2009. Le imprese che intendono av-

Consigliere del ConsiglioNazionale dei Chimici - Eur-Chem - libero professionista:ambiente e sicurezza - giàdipendente “Api Raffineriadi Ancona S.p.A.” di Falco-nara M.

Domenico Mencarelli

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valersi della deroga prevista per gli usi di laboratorio e afini di analisi devono registrarsi nella banca dati delle ODSper usi di laboratorio (Laboratory-ODS-database) per farsiattribuire un numero di identificazione (numero ID).

L’indirizzo del Laboratory-ODS-database è il seguente: <http://ec.europa.eu/environment/ozone/ods.htm>http:

//ec.europa.eu/environment/ozone/ods.htm.L’obbligo di registrazione si applica a tutti gli utilizzatori

finali di ODS per usi essenziali di laboratorio e a fini di ana-lisi, ad es. aziende private, centri di ricerca ed università;essa si applica inoltre ai distributori di ODS aventi sedenella Comunità Europea che mettono a disposizione di altreimprese aventi sede nella Comunità Europea (ad es. me-diante vendita) ODS non prodotte o importate dagli stessi.

Nella deroga generale non sono compresi gli usi se-guenti, per i quali pertanto non è ammesso l’uso di ODS:- prove per la determinazione di oli, grassi e idrocarburi

totali derivanti dal petrolio nell’acqua;- prove per la determinazione del catrame nei materiali

per pavimentazioni stradali;- dattiloscopia forense;- prove per la determinazione del contenuto di materia

organica nel carbone.L’uso delle ODS è altresì vietato per le applicazioni se-

guenti:- apparecchi da laboratorio per refrigerazione e condizio-

namento dell’aria, compresi gli apparecchi da laborato-rio refrigerati quali le ultracentrifughe;

- pulizia, rilavorazione, riparazione o ricostruzione di com-ponenti o assiemi elettronici;

- conservazione di pubblicazioni e archivi;- sterilizzazione di materiali in laboratorio.

Il bromuro di metile può essere usato unicamente:- come riferimento o campione:

(a) per la taratura di apparecchi che utilizzano bromurodi metile;

(b) per il monitoraggio dei livelli di emissione di bromurodi metile;

(c) per la determinazione dei residui di bromuro di me-tile in merci, vegetali e prodotti di base;

- negli studi tossicologici di laboratorio;- per confrontare l’efficacia del bromuro di metile e di pro-

dotti alternativi in laboratorio;- come sostanza da laboratorio da utilizzare come materia

prima (feedstock) in reazioni chimiche che ne provocanola distruzione.In aggiunta ai divieti generali che si applicano alle ODS,

non è ammesso l’uso di bromuro di metile come agente me-

tilante. Si evidenzia inoltre che le prove in campo non sonoconsiderate usi di laboratorio. La Legge 179/97 prevede san-zioni amministrative e penali per coloro che utilizzano le so-stanze ozono lesive per gli usi non consentiti sopra elencati.Quale ulteriore strumento di ausilio per l’applicazione delRegolamento (CE) No. 1005/2009, la Commissione ha resodisponibile un manuale per l’ottenimento della licenza perle sostanze che riducono lo strato di ozono (ODS) (Parte X)per i soggetti che utilizzano le ODS per usi di laboratorio ea fini di analisi. È possibile reperire tale manuale al seguenteindirizzo: <http://ec.europe.eu/environment/ozone /ods.htm>http://ec.europe.eu/environment/ozone/ods.htm.

Inoltre, su internet e sulla stampa specializzata sono di-sponibili numerose informazioni su metodi alternativi chenon richiedono l’uso di ODS. Tra i documenti disponibili sullepossibili alternative, si segnalano:- Use of ozone depleting substances in laboratories (Uso

delle sostanze che riducono l’ozono in laboratorio) (pro-getto del Consiglio nordico) <http://www.norden.org/en/publications/2003-516>http://www.norden.org/en/publications/2003-516

- Relazione 2009 del Technology and Economic Asses-sment Panel (gruppo di valutazione tecnologica ed eco-nomica), pagg. 51-56 <http://ozone.unep.org/Asses-sment_Panels/TEAP_Reports/Teap_progress_report_May2009.pdf>http://ozone.unep.org/Assessment_Panels/TEAP_Reports/Teap_progress_report_May2009.pdf.Bisogna inoltre tener presente, che gli Stati Membri della

Comunità Europea possono effettuare ispezioni (come daarticolo 28 del Regolamento (CE) No 1005/2009) per veri-ficare il rispetto delle disposizioni presenti nel Regolamento(CE) No 1005/2009. In caso di violazioni, gli Stati Membristabiliranno una serie di sanzioni efficaci, proporzionate edissuasive come previsto dall’articolo 29 del Regolamento(CE) No 1005/2009. Per quanto riguarda la Legislazione Na-zionale, restano in vigore la Legge del 16 Giugno 1997, n.179 (in modifica della Legge del 28 Dicembre 1993, n. 549)ed il Decreto Ministeriale del 20 Dicembre 2005 (in modificadel Decreto Ministeriale del 3 Ottobre 2001) recanti misurea tutela dell’ozono stratosferico. Le imprese in indirizzosono invitate a vigilare sul corretto svolgimento delle atti-vità di controllo presso le loro Sedi sulla base degli elementie delle istruzioni fornite con la presente lettera, non man-cando di rappresentare tempestivamente alla scrivente ognieventuale criticità riscontrata.

Per ogni ulteriore chiarimento o approfondimento po-tete visitare il sito istituzionale del Ministero dell’Ambiente:<http://www.minambiente.it>www.minambiente.it.

DAI CONSIGLIERI

14 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Il Consiglio Nazionale ha realizzato dei distintivi con il Logo in acciaio con smalto bluche potranno essere richiesti e ritirati gratuitamente dagli iscritti presso gli Ordini

territoriali di appartenenza previa comunicazione della propria caselladi posta elettronica certificata (PEC) o richiesta della stessa al Consiglio.

Gli stessi distintivi sono stati prodotti anche in oro 750‰ e potranno essere acquistatial prezzo di Euro 60,00 per una spilla singola ed Euro 110,00 per due spille

(IVA e spese di spedizione comprese) rivolgendosi direttamente a:Studio Sport Valenti di Andrea Valenti

tel 0521/941912 - fax 0521/942104 - e-mail: [email protected]

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 15

DAI CONSIGLIERI

Libero Professionista, consu-lente, in particolare in rela-zione a problematicheambientali:- prevenzione dell’inquina-mento;

- progettazione e direzionedi attività di bonifica;

- processi di depurazionedelle acque e dell’aria;

- gestione dei rifiuti e so-stanze pericolose;

- recupero materiale e pro-duzione energetica da re-sidui

- direttore tecnico di im-prese che effettuano laGestione dei Rifiuti.

[email protected]

PROGETTO “CHIMICO DIGITALE”ovvero strumenti per una transizione dellaprofessione dal cartaceo all’immateriale

Non ricordo precisamente quando si è deciso, in senoal CNC, che mi sarei dovuto occupare degli aspetti“digitali” della nostra professione, fatto sta che, so-

spetto con un sospiro di sollievo da parte di molti del Con-siglieri, ho iniziato a seguire la ristrutturazione del nostrosito web e poi... tutto il resto.

Sia con riguardo a quanto realizzato su base volontaria,sia quanto fatto in relazione ad adempimenti di legge (ades. PEC) la finalità ultima degli “interventi digitali” è sem-pre stata la semplificazione della vita dei Chimici Profes-sionisti e degli Ordini Territoriali.

Questo breve resoconto ha la funzione di fare il puntosulla situazione attuale e, se possibile, tracciare le linee fu-ture della inevitabile transizione della nostra professione,dal mondo della carta e del timbro a secco, al mondo deisupporti immateriali.

Tralascio volontariamente l’attività sul nostro sito web,non perché non sia (stata) impegnativa, ma perché oramai,come la posta elettronica, è cosa assodata. Rimarco soloche il numero di accessi è in costante e sostenuta crescita;sia questo dovuto per la ricerca sulla normativa professio-nale, nelle “domande frequenti” o per la consultazionedelle annate del “Chimico Italiano”.

LA PECCome è noto il cosiddetto Decreto “anti-crisi”, il D.L. 28

novembre 2008, n. 18 ha obbligato, con tempi e scadenzediverse Professionisti, Imprese ed Enti Pubblici, a dotarsi ediniziare ad impiegare un sistema di comunicazione elettro-nico che potesse:1) certificare l’effettivo invio e recapito della posta in data

ed ora nota;2) evitare i costi, in termini di tempo e di risorse umane ed

economiche, delle procedure di invio, trasferimento e re-capito di “documenti ufficiali” verso e da Enti Pubblici,ma non solo.La posta elettronica certificata, è di questo che ovvia-

mente sto parlando, è uno strumento che oggi, a molti,potrà sembrare un noioso ed inutile adempimento burocra-tico ma, sono intimamente convinto, che al contrario inpochi anni, diventerà uno strumento insostituibile per i Pro-fessionisti, e non solo.

Senza entrare nel merito se, tecnologicamente, la PECsia la soluzione migliore possibile per lo scopo ricercato unacosa va detta: così com’è funziona. Tanto è vero che già sivocifera che la PEC, o analoga soluzione, verrà copiata daaltri Stati Europei.

In relazione a questa ritengo utile fare alcune precisa-

zioni, distillate da qualche centinaio di quesiti a cui è statadata risposta e degli incontri a cui ho partecipato presso ilDigitPA, per chiarire alcuni punti che ho riscontrato essereparticolarmente “ostici”.

RISPOSTE AD ALCUNI QUESITI RICORRENTILA PEC sostituisce la posta elettronica normale?NO, la PEC è l’equivalente della Raccomandata (se man-

data tra due PEC, equivale anche formalmente alla Racco-mandata con Ricevuta di Ritorno), come non manderei maiuna cartolina illustrata con posta raccomandata così nonha senso usare la PEC per comunicazioni “non formali”.L’invio di una relazione tecnica o una fattura attraverso PECè invece sicuramente un uso corretto.

In più è possibile configurare la PEC per accettare mes-saggi solo da altre PEC, in questo modo su questa caselladi posta non si riceverà posta indesiderata, la famigerataSPAM. Infatti ogni indirizzo PEC ha associata una personafisica ben identificata e pertanto inviare SPAM con una PECsarebbe come consegnare personalmente una lettera mi-natoria.

L’indirizzo PEC è obbligatorio per tutti gli Iscritti?SI, non esiste alcuna differenza negli obblighi previsti

per i Liberi Professionisti o i Professionisti Dipendenti diEnti, Istituzioni Pubbliche o Soggetti Privati.

La CEC-PAC o Posta elettronica del Cittadino sostituiscela PEC?

NO, la CEC-PAC è una versione “castrata” della PEC chepermette lo scambio di messaggi solo tra PA e Cittadino eViceversa e non tra PEC (o CEC- PAC), avere una CEC-PACNON equivale ad avere una PEC.

Ho un’altra PEC, devo richiedere la PEC dei chimici,@pec.chimici.it?

NO, al fine di adempiere gli obblighi di legge devo sem-plicemente comunicare l’indirizzo PEC all’Ordine Territorialedi appartenenza.

Sono un nuovo iscritto, devo richiedere/comunicare unaPEC all’atto dell’iscrizione?

SI, la comunicazione/richiesta di una PEC all’atto del-l’iscrizione è, allo stato, un obbligo che si aggiunge alla co-municazione degli altri dati personali.

La comunicazione/richiesta di un indirizzo di Posta Elet-tronica “normale” è invece, auspicato ma, volontario.

LA FIRMA DIGITALE “DI RUOLO”A differenza della PEC, la "firma digitale", non è un ob-

bligo normativo ma è un altro strumento digitale di indub-bia utilità. Se la PEC è la “busta” con cui certifico la

Tomaso Munari

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spedizione di un documento elettronico, con la firma digi-tale certifico il contenuto del documento.

Il vantaggio di un documento firmato digitalmente, ri-spetto ad una fotocopia, un fax o una scansione spedita viaemail di un originale cartaceo è che, per un documento fir-mato digitalmente, anche tutte le copie digitali sono origi-nali; con evidenti vantaggi di garanzia di genuinità dell’attoriprodotto.

La firma digitale “di ruolo” è una firma digitale in cuiun terzo interessato, nel nostro caso l’Ordine territoriale,certifica un ruolo, o uno status, del soggetto che firma di-gitalmente, nel nostro caso l’iscrizione all’Albo Professio-nale. Questa particolare tipo di firma digitale è, con specificidettagli introdotti nel “ruolo”, quanto più vicino, in terminidigitali, alla firma autografa corredata dal sigillo professio-nale. Pertanto, allo scopo di favorire l’adozione di protocollicomuni a tutti gli Ordini territoriali per fissare, preventiva-mente con le Autorità di Certificazione (CA) che certifiche-ranno la firma digitale, le modalità di codifica del ruolo nelcertificato di firma.

Il CNC ha stipulato accordi quadro con due CA, InfoCERTed ArubaPEC, dettagliati sia negli aspetti tecnici che eco-nomici, affinché gli Ordini territoriali siano facilitati a sti-pulare accordi con l’una o con l’altra CA.

In questo periodo alcuni Ordini territoriali hanno con-cluso gli accordi e sono già in grado di garantire il rilasciodi “firme digitali di ruolo”, mentre molti altri sono in pro-cinto di farlo.

Ovviamente questo "cambiamento epocale", richiedeanche la modifica della disciplina del sigillo professionaleda parte degli Ordini Territoriali, e quindi del Codice Deon-tologico.

Mi auguro che l’occasione venga presa come pretesto,da parte di tutti i Chimici, per rileggerlo; non è mai una cat-tiva idea.

RISPOSTE “PREVENTIVE” AD ALCUNI QUESITIHo già una firma digitale, me ne serve un’altra?SI, senza il preventivo accordo con una CA da parte

dell’Ordine territoriale di appartenenza la firma digitale nonpuò certificare il ruolo di Chimico Iscritto, pertanto i docu-menti così firmati digitalmente NON sono equivalenti aquelli su cui è apposto il sigillo professionale, questo ancheai fini legali.

La mia azienda usa il sistema fornito da una CA per fir-mare digitalmente i documenti, se il mio Ordine fa un ac-cordo con una CA diversa come faccio a leggere/firmare idocumenti?

La firma digitale è uno standard e come tale deve essereonorato qualsiasi software si usi per scrivere/leggere il do-cumento firmato o qualsiasi sia la CA che l'ha rilasciata.

Il documento firmato con il software di una CA viene in-differentemente letto con quello impiegato da altra CA.

Posso fare la firma digitale con una CA diversa da quellacon cui il mio Ordine ha fatto l’accordo?

NO, La sottoscrizione dell’accordo per il rilascio della

firma digitale “di ruolo” prevede da parte della CA, l'im-pegno a rispettare le specifiche di firma fissate dall'Ordine(sulla base di quelle indicate dal CNC). Pertanto, in assenzadi un accordo, da parte dell'Ordine, con una CA questa NONpuò rilasciare firme digitali che attestino il ruolo di Chimico.

Posso firmare un certificato di analisi/relazione in for-mato PDF e apporre una immagine del sigillo e della firma?

SI, i software forniti dalle diverse CA permettono, nor-malmente, la firma di documenti PDF e la contestuale so-vraimpressione di una cartiglio al documento firmato.

Devo sottoscrivere alcuni documenti cartacei posso fareanche delle copie firmate digitalmente (o viceversa)?

SI, come per i documenti cartacei è permesso realizzareoriginali multipli. La regola resta valida anche quando al-cune, o tutte, le copie sono firmate digitalmente.

Come posso controllare la validità della firma digitale?Impiegando un software di firma, o il più comune soft-

ware di lettura di documenti PDF, si possono sempre verifi-care i dati caratteristici del ruolo del Chimico firmatario e,eventualmente, confrontarli con l’Albo sul sito web dei Chi-mici.

Quanto costa il dispositivo di firma digitale?In funzione del dispositivo fisico scelto (scheda piuttosto

che chiavetta USB), e degli eventuali diritti di segreteria fis-sati dall’Ordine di appartenenza, si possono avere costi va-riabili.

In termini generali, il CNC ha stipulato nelle convenzioniprezzi, per i dispositivi, assolutamente ragionevoli.

Chi rilascia i dispositivi? L’Ordine o il Consiglio Nazio-nale?

Le modalità di richiesta e rilascio dipendono dagli ac-cordi che gli Ordini faranno con la CA, in generale, l’identi-ficazione dell’Iscritto e la consegna dei dispositivi vieneeffettuata dall’Ordine di appartenenza.

Il Consiglio Nazionale, come per il rilascio dei “sigilli fi-sici”, non ha alcun titolo al rilascio.

L’ALBO PROFESSIONALE NAZIONALESebbene non sia di diretto interesse per gli Iscritti è in

fase di messa a punto il sistema di gestione dell’Albo Pro-fessionale su base nazionale, come da richiesta di DIgitPA.

Sebbene ogni singolo Ordine territoriale manterrà ilcompleto controllo sui propri iscritti, la realizzazione di unAlbo Unitario online, ad accesso riservato agli Ordini, per-metterà di avere sempre aggiornate, anche a livello nazio-nale, le informazioni sugli iscritti senza le latenze connessead una gestione frammentaria, come quella attuale.

In conclusione, ricordando ai colleghi ritardatari l’ob-bligo di comunicazione e/o richiesta della propria PEC al-l’Ordine territoriale di appartenenza o al CNC, confido cheanche la nuova opportunità di ottenere la "firma digitaledi ruolo" venga colta da un numero rilevante di colleghiper anticipare ad oggi quella che probabilmente fra pocosarà una transizione obbligata, dai supporti cartacei al do-cumento digitale.

DAI CONSIGLIERI

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 17

DAGLI ORDINI

Èuna Chimica quotidiana, il cuore pulsante dellaquarta manifestazione svoltasi a Parma il 23 e 24aprile presso gli artistici interni del Convitto Nazio-

nale Maria Luigia. Ed è certamente questo tipo di Chimicache gli studenti provenienti da tutta Italia hanno voluto co-noscere ed assaporare.

Farmaci, detersivi, profumi, carburanti, vernici, tende,posate, mobili, cellulari, alimenti, abiti, informatica… e lalista potrebbe continuare all’infinito dacché… in fondo…la Chimica siamo noi.

La due giorni parmigiana è stato un simpatico e diver-sificato modo per illustrare e dimostrare che la vita di ognigiorno appare intrisa di Chimica, dall’aria che respiriamo ol’acqua che beviamo ai grandi problemi per uno svilupposostenibile fondati sulla innovazione dei materiali e dei pro-cessi produttivi.

Numerose le realtà istituzionali ed industriali presentidai consueti stands e, quest’anno, il lustro della specialemedaglia commemorativa insignita dalla Presidenza dellaRepubblica quale segno di vivo apprezzamento per la spe-rimentazione divulgativa finalizzata a spiegare e svelare ilruolo fondamentale della chimica nella nostra vita.

È stato un percorso regolato su diverse modalità narra-tive sviluppate nei diversi stands, un iter aziendale o istitu-zionale sulla Chimica rivisitato in chiave didattico scientificaattraverso strumenti visivi, sensoriali, percettivi.

Numerose le prove pratiche, prodotti da toccare o ma-nipolare, esperienze sonore e multimediali.

“Per avvicinare i ragazzi allo studio della Chimica è statonecessario far loro capire quanto questo complesso tema siacoinvolgente - ha spiegato il Dr. Irio Bianconi Presidentedell’Ordine dei Chimici di Parma - La Chimica rischia di essereemarginata negli interessi dei ragazzi, in quanto è difficilepercepire il suo ruolo e la sua presenza nella vita di tutti igiorni.Spesso i ragazzi, ma anche gli adulti, non percepisconola Chimica come attore essenziale nella loro esistenza ed al-lora abbiamo pensato di far estrapolare e risaltare dagli og-getti della nostra quotidianità la presenza del prodottochimico, così i principi attivi nei farmaci, gli emulsionanti nellecreme, i pigmenti nella colorazione dei cosmetici, etc…”.

UN EVENTO NAZIONALEÈ stato il commento dell’Onorevole Carmen Motta che

intervenendo alla manifestazione l’ha definita “uno sproneper i giovani nell’approccio lavorativo grazie alle validespiegazioni fornite dai professionisti dei diversi settori chehanno saputo cogliere l’opportunità a partecipare a questamanifestazione”.

Giovani ”innamorati della conoscenza“ le ha fatto ecola Senatrice Albertina Soliani che, nella così numerosa par-tecipazione, ha visto il riscontro della prova tangibile diquanto i ragazzi siano innamorati della conoscenza.

E ne sono transitati più di tremila: erano presenti infattirappresentanze scolastiche di Istituti Superiori provenientidalla Sicilia, Basilicata, Marche, Toscana, Liguria, Veneto,Lombardia, Emilia Romagna. Numerose le rappresentanzedelle scuole elementari e medie di Parma e provincia.

NOI … LA CHIMICA LA VEDIAMO COSÍCon una targa di merito donata dal Consiglio Nazionale

dei Chimici sono state premiate 18 classi per avere contri-

Nato nella provincia diArezzo e laureato in ChimicaIndustriale a Bologna.Presidente dell’Ordine deiChimici della Provincia diParma.Già Presidente della Confe-renza degli Ordini dell’EmiliaRomagna nel biennio 20062008.Ha svolto la sua attività pro-fessionale in qualità di Diret-tore Tecnico Responsabile(oggi Persona Qualificata) innumerose Industrie Farma-ceutiche.Attualmente è impegnatonella Formazione di PersoneQualificate e nella messa anorma GMP di AziendeEmergenti nell’area farma-ceutica.

Irio Bianconi

PARMA 23-24 APRILE“La chimica siamo noi…Parma 2010”in visita oltre tremila studentiprovenienti da tutta italiaAll’interno della manifestazione “la chimica sui muri”100 manifesti d’epoca 180 marchi di fabbricaper raccontare la storia di un’industria chimica italiana,una chimica “bella e potente” dal 1800 ai nostri giorni

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buito alla realizzazione del libro CD “NOI …LA CHIMICALA VEDIAMO COSI”.

“Oggi parliamo ancora di Chimica – ha esordito nelle bat-tute di apertura della manifestazione il dr. Irio Bianconi Pre-sidente dell’Ordine dei Chimici della Provincia di Parma - unaChimica a volte suggestiva, a volte sconosciuta quando nonmistificata ed accomunata a termini come rischio o pericolo.E noi, come controcanto, che insistiamo a spiegare propriodai nostri stands che la chimica… siamo noi in quanto sub-strato portante della nostra quotidianità, espressione inte-grante della chimica e della sua progressiva evoluzione”.

“È una battaglia aperta per far sì che alcune disciplinescientifiche abbiano nella scuola lo spazio che si meritano- sostiene il Prof. Luigi Campanella Presidente della SCI - ecome chimico devo dire, purtroppo, che non registriamo unincremento ma piuttosto una riduzione delle ore totali a di-sposizione”.

Per Il Prof. Armando Zingales Presidente del CNC “Nonc’è futuro nel nostro mondo senza il rispetto del ruolo dellaChimica. È importante che la Chimica sia conosciuta da tuttii nostri giovani perché se non si ha conoscenza della chi-mica essi saranno preda dei primi santoni dell’antiscienzae non avranno la possibilità di essere indipendenti dall’opi-nione dominante. Ecco perché la riforma delle scuole è unpunto importantissimo da considerare - prosegue ed ag-giunge - è essenziale che la chimica venga gestita dai chi-mici e ne venga riconosciuto il ruolo fondamentale diinnovazione e di sviluppo all’interno della società modifi-cando quella connotazione negativa e quel ruolo ancillarein cui è stata relegata per troppo tempo. Oggi, anche graziead una mutata visione da parte della gente c’è in atto unarivalutazione, si è iniziato a comprendere che senza la chi-mica non c’è vita né qualità della vita e che la chimica co-stituisce un fattore fondante dello sviluppo del Paese”.

ELOGIO DELLA CHIMICA DAGLI STANDSLoro, i professionisti instancabili, hanno saputo cogliere

e rispondere a ogni dubbio o interrogazione posta dagli stu-denti, dagli stessi professori o da un pubblico eterogeneoin transito. Nell’alimentare, Barilla, Parmalat, SSICA, la chi-mica appare sempre più presente sia in ambito di ricercache in ambito di sviluppo come raffinato modello interpre-tativo e di individuazione di nuove opportunità nella messaa punto di processi tecnologici, di prodotti con prestazioniorganolettiche superiori e di livelli adeguati di sicurezza.Nell’informatico è il Cineca a spiegare la Chimica presentenei calcoli scientifici e tecnici con i chip di silicone neglischermi, negli involucri e nella batteria. Parlano di Chimicale reti di monitoraggio ambientale e l’azione continuativadelle nuove tecnologie sempre più avanzate e rispettosedell’ambiente. Parlano di chimica le analisi e i controlli dicarburanti e combustibili avio nel funzionamento del mezzoaereo. Anche la polizia municipale, mette in mostra unalampada a raggi ultravioletti per la verifica dei documenti,i pre-test per il controllo sull’uso di stupefacenti ed il telelaser portatile digitale per il rilevamento della velocità. Os-serva Fabio Fecci, Assessore Comunale alla Sicurezza “LaPolizia municipale è qui oggi per parlare ai ragazzi anchein modo divertente, attraverso l’utilizzo di mezzi particolari,di norme e di comportamenti che sono fondamentali persalvaguardare la vita”. Fuori all’esterno troneggia l’auto-mezzo NBC dei Vigili del Fuoco. NBC, acronimo di Nucleare,Batteriologico, Chimico, trasporta le attrezzature necessarieper affrontare queste emergenze. E all’interno, dietro al lorostand, i Vigili del Fuoco spiegano i molteplici equipaggia-menti utilizzati, da quelli più noti sino ai mezzi NBC, equindi fiale colorimetriche per aggressivi non convenzionalie ai rilevatori di agenti chimici (agenti nervini, chimici eagenti bloccanti l’attività dell’emoglobina). Un settore chi-

DAGLI ORDINI

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 19

DAGLI ORDINI

mico parla anche dalle fiale colorimetriche a lettura direttae a diffusione, strumenti multi gas con sensori elettrochimicidedicati, esposimetri, metanometri, cercafughe, turafalle,attrezzature antiscintilla.

La Chiesi, la Glaxo e la Basf illustrano il percorso al-l’avanguardia dei prodotti e delle tecnologie chimico far-maceutiche nella loro storia innovativa e diffusa in tutto ilmondo.

L’Inail sensibilizza gli studenti sulla rilevanza della pro-fessione del chimico nel loro sistema produttivo e sulla im-portanza del rispetto delle norme di sicurezza e salute suiluoghi di lavoro. Altri, come la Solvay Padanaplast, eviden-zia i compound speciali destinati alla realizzazione di cavielettrici, energia, telecomunicazioni e trasmissioni dati e altrasporto di acqua e al trasporto di prodotti Chimici, gas epetrolio. Mentre dall’Elantas Camattini, una grande societàimpegnata nella produzione di resine termoindurenti per imercati elettrico elettronico, elettrotecnico, modelli estampi, composti e adesivi speciali, viene evidenziato il de-ciso orientamento dell’azienda al “problem solving”, attra-verso una elevata sensibilità ai problemi ambientali.l’Industria Cosmetica con la Bottega Verde e la Morris, cherestano poli di attrazione indifferenziata per il pubblicofemminile e maschile di ogni età, illustrano le linee di ri-cerca nel loro settore ricco di polimeri, grassi, olii vegetaliminerali, emulsionanti, fragranze, conservanti. E la Chimica“profumata” piace a tutti.

ALCOOL...NON GUIDOÈ lo stand della Prefettura di Parma che rilancia il pro-

getto di prevenzione della guida in stato di ebbrezza sen-sibilizzando i giovani sulle norme da rispettare e puntandosoprattutto all’informazione sui rischi. La Polizia stradale

spiega innanzitutto che la sua presenza non deve esserevista in chiave repressiva ma informativa.

E via a elencare dati sugli incidenti stradali alcol correlatimettendo chiaramente in evidenza che tra i giovani spes-sissimo coesistono micidiali mix di alcool e stupefacenti. Egli studenti che si offrono per provare il pre test soffiandocon una certa forza dentro un piccolo imbuto da cui dopopochi secondi viene emesso un verdetto: via libera oppurestop, visto che da questo primo test, che non ha validità le-gale, ma serve per scremare un buon numero di persone, siaccede al secondo controllo alcolometrico per chi è risultatooltre il limite.

La Federchimica Confindustria proietta il video “Viveresenza Chimica” e dallo stands gli operatori spiegano comeoggi l’impegno delle imprese vada spesso oltre i requisitirichiesti dalle istituzioni impegnandosi costantemente a ri-durre il proprio impatto sull’ambiente attraverso processisempre più puliti e sicuri. Una chimica che garantisce la si-curezza alimentare per tutti e grazie ai suoi prodotti con-tribuisce a porre rimedio alla risoluzione del problema“accesso all’acqua potabile” grazie a disinfettanti che aiu-tano a purificare l’acqua e tecnologie che ne facilitano ladistribuzione. Una Chimica “soluzione” non “problema”.

E se i Dipartimenti di Chimica, la Facoltà di Farmacia edi Agraria, spopolano con innocui ma affascinanti dimo-strazioni che gli studenti possono toccare, manipolare e ma-gari portare a casa come souvenirs, i Carabinieri del Ris, delNas, la Polizia Scientifica, l’Agenzia Industrie Difesa del-l’Esercito Italiano rappresentano veri e propri magneti peri visitatori che fanno ressa presso i loro stands.

Né mancano gli stands a firma di intere classi: tra questi,da Catania la IV A e V A Chimica dell’ITI S. Cannizzaro vienedimostrato come sia possibile “dall’Olio fritto un pieno dibiodisel”; l’ITIS J. Torriani di Cremona propone un progetto

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DAGLI ORDINI

20 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

UN SIGNIFICATIVO INTERVENTO POETICO RIPRESO DAL CD“NOI LA CHIMICA LA VEDIAMO COSÌ” DISTRIBUITO NELL’EVENTO TENUTOSI

A PARMA QUEST’ANNO “LA CHIMICA SIAMO NOI”

Canto la scienza, canto la conoscenza,canto la logica di Colui che ha fatto il mondo.

Canto la disperazione di Majorana,la curvatura dei raggi di luce di Einstein

e la vittoria di Fermi su Hitler.L’arcobaleno non ha piu misteri per i quanti di Planck,

gli elettroni si accoppiano per Pauli,ma sono improbabili per Heisenberg.

Canto l’universo a massa costante di Lavoisier,la luce di Volta e i fulmini di Nicola Tesla.

Le onde E.M. di Marconi travalicano le montagne.La luce nucleare del sole abbaglia, e sostiene la vita,

ma i mondi universo di Asimov sono infiniti.È la vita un virus ubiquitario o solo "il caso e la necessita"

di Jaques Monod?Canto i 6 1023 e più atomi di Avogadro,

che danzano davanti agli occhi in lagrime di Fritjof Capramentre guarda commosso una spiaggia e il suo mare e l’aria.La Chimica, la Pace e la vitamina C sono elisir per Pauling

contro l’entropia positiva del vivente.Maxwell e Boltzman sorridono; l’entropia non è certezza!

Canto la doppia elica di Watson che si moltiplica con la C.P.R. di Mullis.e si rimane stupiti di questa sapienza divina che come direbbe R. Feyman:

"ha dato all’uomo le chiavi del paradiso, ma puo aprire le porte dell’inferno".

Chimica IndustrialeIIS MAJORANA-MARCONI

MESSINATutor-Prof. Nicola Spano

sui Licheni “Dimmi che aria respiri e ti dirò che lichenetrovi”; l’Istituto d’Arte Toschi di Parma illustra la stretta con-nessione tra Chimica e l’Arte; la III A Chimica Industriale “E.Majorana - G. Marconi” di Messina spiega come la chimica,ieri rifugio degli spiriti, oggi possa essere per tutti green che-mistry elettrizzante, pulita e creativa. Ed ancora l’Ipsia “P.Levi” di Parma con gli studi sulla sintesi dell’acido acetilsa-licilico, la galvanostegia e il riciclo dei materiali e l’Itis L. DaVinci di Parma con i saggi sulla Chimica e l’Energia e la Chi-mica presente in ciascuna parte del singolo e della vita che

lo circonda. Tutto è veramente fantastico, elettrizzante esopra le righe. I visitatori salutandoci appaiono gratificati efelici. Prima di riprendere il pullman, un’insegnante di Chi-mica di un Istituto Superiorie di Reggio Emilia che, dopo unpranzo frugale a base di pizza e mezzo bicchiere di vinorosso, è stata portata a forza e in allegria dall’intera classea sottoporsi alla prova del test alcoolometrico (risultato ne-gativo), ci abbraccia e ci sussurra “È stato tutto bello... I ra-gazzi sono motivati e tanto entusiasti di questa giornata…Vi prego… Non facciamola morire questa Chimica”.

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PAROLE CHIAVE: vino, rospi, bufotenina, composti ß-carbolinici, enzimi monoamminoossidasi.

EXTENDED ABSTRACT: At least until the beginning of the‘900, in the area of Frascati (Italy), there was the use of ad-ding toads to wine, in order to “increase its alcoholicstrength”. The secretion of some Italian toad species con-tains bufotenine, with a psychoactive effect. It would be ac-tivated by ß- carbolinic compounds naturally present inwine, by means of an inhibition mechanism of the monoa-mineoxidase enzymes. On this base, the wine from Frascati,to which toads have been added, would have a potentialpsychoactive effect.

KEY WORDS: wine, toads, bufotenine, ß- carbolinic com-pounds, monoamineoxidase enzymes.

Nella zona di Frascati, almeno fino agli inizi del ‘900,esisteva l’usanza, confermata dalla maggioranza dei pro-duttori di vino della stessa zona, di porre nelle botti del pro-dotto dei rospi essiccati, in modo da attribuire un saporeamarognolo al prodotto finale, o “aumentarne il grado al-colico”. D’altra parte, secondo alcune testimonianze, sem-brerebbe che varie famiglie storiche di produttori del vinofrascati non conoscano tale pratica. Due testimonianze, unaper la zona di Viterbo (Gallese e Corchiano) e l’altra per Fro-sinone, ne confermerebbero l’esistenza, mentre secondoun’altra l’usanza non sarebbe nota per il comune di Marino,di tradizione vitivinicola, sempre in provincia di Roma (Ri-naldi F., 2010). L’uso di additivi al vino ha origini antiche.Nel periodo classico, Greci e Romani erano soliti diluirlo condiverse parti di acqua, prima di berlo. Poiché il contenutodi alcool derivava solo dalla fermentazione naturale e nonsuperava i 13-14 gradi, la diluizione in 3-4 parti di acquarendeva il vino scarsamente o per nulla inebriante. Ciò si-gnifica che, in realtà, si addizionavano al vino determinatiingredienti che lo rendevano così potente da rendere ne-cessarie differenti diluizioni. Il vino non diluito poteva cau-sare seri danni alla salute, e si riporta che quattro piccolecoppe di questo vino erano sufficienti a provocare unagrave intossicazione (Camilla G., 2001).

Le fonti antiche più importanti circa gli additivi al vino sonol’Historia naturalis di Plinio Il Vecchio e il De materia medicadi Dioscoride. Questi additivi avevano la funzione di conferireal vino specifiche proprietà, soprattutto medicinali, o di rinvi-gorirne il sapore. Considerando solo gli additivi citati da PlinioIl Vecchio, ricordiamo quelli più significativi: appio (Apium gra-veolens), assenzio (Artemisia absinthium), calamo aromatico(Acorus calamus), ciclamino (Cyclamen sp.), cinnamomo (Cin-namomum sp.), elelisfaco (Salvia sp.), elleboro nero (Hellebo-

rus niger), giunco (Juncus sp.), mandragola (Mandragora au-tumnalis, Mandragora officinarum), mentastro (Mentha sp.),mirra (Commiphora sp.), mirto (Myrtus communis), nardo sel-vatico (forse Asarum europaeum), nepitella (forse Nepeta ne-petella), oleandro (Nerium oleander), origano (Origanumvulgare), ruta (Ruta graveolens), scammonea (Convolvulusscammonia), serpillo (Thymus serpyllum) e zafferano (Crocussativus), legno di alloro, cipresso, ginepro, olivo, pino e quercia,e i prodotti naturali bitume, pece e resina. Alcuni vini avevanoproprietà particolari, come rendere fertili le donne e rabbiosigli uomini, rendere sterili, provocare l’aborto e conciliare oscacciare il sonno.

In riferimento ai rospi, sembra che il loro uso come ad-ditivo a bevande di tipo diverso sia stato, e sia attualmente,limitato. Per l’Europa, secondo Eliano, nel De natura anima-lium, esiste una specie di rospo che, se aggiunto a una be-vanda, causa la morte. Vi sono anche alcuni indizi circa lapresenza del rospo nelle pozioni delle streghe, anche se eraper lo più impiegato nella preparazione di unguenti (ToroG., 2005). Nel Nuovo Mondo, il rospo è uno degli ingre-dienti del balché, una bevanda sacra tipica dei Maya, Yu-catechi e Lacandoni, bevuta collettivamente in occasionicerimoniali per indurre uno stato di inebriamento. Si ottienedalla fermentazione alcolica di una miscela di acqua emiele, con l’aggiunta di piante e funghi psicoattivi (tra cuiricordiamo Datura innoxia, Datura stramonium, Lopho-phora williamsii, Nicotiana rustica, Nicotiana tabacum, Nym-phaea ampla, Passiflora spp., Solandra spp. e Turbinacorymbosa per le piante, Panaeolus subbalteatus e Psilocybecubensis per i funghi), ma anche di rospi, quali Bufo alvariuse Bufo marinus, e altri anfibi, quali Physalaemus natereri eDendrobates sp. Secondo alcune testimonianze, sembrache, nel XVII secolo, i Maya Pokoman del Guatemala ag-giungessero una specie di rospo non identificato alla chi-cha, una birra di mais tipica del Centro e Sud America. Ilrospo era posto vivo nella bevanda, insieme ad altri ingre-dienti psicoattivi (tra cui ricordiamo le piante Anandenan-thera colubrina, Ariocarpus fissuratus, Brugmanisa arborea,Brugmansia aurea, Brugmansia sanguinea, Coryphanthaspp., Datura innoxia, Lophophora williamsii, Mammillariaspp. e Nicotiana glauca). Il tutto era lasciato a riposo per uncerto tempo. Questa usanza sopravvive ancora oggi in Ame-rica Centrale, dove Bufo marinus è tra gli ingredienti di unabirra a base di miele, con effetto psicoattivo e afrodisiaco(Rätsch C., 1998; Toro G., 2004). In Italia, sono presenti lespecie Bufo bufo spinosus, Bufo viridis viridis e Bufo vulga-ris, e proprio Bufo viridis viridis, data la diffusione territo-riale, sembra essere la specie coinvolta nel caso di Frascati(AA. VV., 1995).

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 21

DAGLI ISCRITTI

Vino e rospi nella tradizione italiana:alcune considerazioni farmacologiche Gianluca Toro

Attualmente chimico pressoun laboratorio di analisiambientali della provincia diTorino, si è occupato prece-dentemente di chimica cli-nica, caratterizzazione dimateriali polimerici e im-pianti di depurazione diacque reflue. Da più di 10anni, si interessa di piante,funghi e composti psicoat-tivi. Ha pubblicato sull’argo-mento articoli per rivisteitaliane, francesi, spagnole,tedesche e americane, oltreai libri Animali psicoattivi.Stati di coscienza s sostanzedi origine animale (2004),Sotto tutte le brume, sopratutti i rovi. Stregoneria e far-macologia degli unguenti(2005), Drugs of the Drea-ming. Oneirogens: Salvia di-vinorum and other DreamEnhancing Plants (2007) eFlora psicoattiva italiana.Piante eccitanti, allucino-gene e sedative del territorioitaliano (2010). Via S. Fer n° 3, 10064 Pine-rolo (TO); e-mail: [email protected]

In relazione alle norme di pubblicazione di contributi di interesse scientifico-professionale, su “Il Chimico Italiano” il presente articolo è stato ricevutoil 29 marzo 2010 ed è stato�accettato per la pubblicazione il 10 maggio 2010.�

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Tra i diversi costituenti delle secrezioni dei rospi, tro-viamo, in particolare nelle specie sopra riportate (oltre chein Bufo alvarius, Bufo americanus, Bufo arenarum, Bufobufo, Bufo calamita, Bufo chilensis, Bufo crucifer, Bufo for-mosus, Bufo fowleri, Bufo paracnemis, Bufo vulgaris e sem-brerebbe anche Bufo marinus), la bufotenina, isolata per laprima volta come componente minore del veleno di Bufovulgaris (Rätsch C. & Müller-Ebeling C., 2003). Per i vegetali,la bufotenina è stata individuata in Anadenanthera colu-brina, Anadenanthera colubrina var. cebil, Anadenantheraperegrina, Anadenanthera peregrina var. falcata, Anade-nanthera peregrina var. peregrina, Arundo donax, Baniste-riopsis rusbyana., Desmodium pulchellum, Lespedezabicolor, Mucuna pruriens, Osteophleum platyspermum, Pha-laris aquatica, Phalaris arundinacea, Phalaris tuberosa,Phragmites australis, Piptadenia excelsa e Urtica pilulifera,mentre per i funghi in Amanita citrina, Amanita porphyriae Amanita tomentella (Ott J., 1996; Rätsch C., 1998).

Fino a tempi relativamente recenti, la psicoattività dellabufotenina non era ancora ben definita (Shulgin A.T., 1981;Mc Leod W.R. & Sitaram B.R., 1985; Ott J., 1996; Shulgin A.T.& Shulgin A., 1997). Riportiamo alcuni tra i dati più significa-tivi.

F. Pagés Larraya (Pagés Larraya F., 1959) inalò una polvereda semi tostati e macinati di Anadenanthera colubrina var.cebil e descrisse un senso di spersonalizzazione, mistero e co-scienza del numinoso. Sempre inalando una polvere preparatadai semi della stessa specie, C. Rätsch (Rätsch C., 1996) ebbeun’esperienza visionaria con percezione di sinuosi motivi ar-tistici precolombiani messicani e peruviani, mentre J. Ott (OttJ., 2001) vide sinuosi modelli arabescati multicolori, prima aocchi chiusi, poi su una parete in ambiente oscuro, e infinesopra della superfici J. Castillo (Castillo J., 1997) inalò una pol-vere offertagli in un contesto tradizionale, preparata presu-mibilmente da semi di Anadenanthera peregrina var.peregrina, dopo aver masticato un pezzo di Banisteriopsiscaapi. L’autore sperimentò iperestesia, allucinazioni e la sen-sazione dell’emergere di un “sesto senso”. Infine, Ott (Ott J.,2001) ha eseguito una serie di autosperimentazioni con bu-fotenina, riproducendo l’impiego di polveri da fiuto, conte-nenti appunto bufotenina, in contesti sciamanici. Il compostoè stato assunto per via orale, sublinguale, intranasale, comevapore inalato e per via intrarettale, e i risultati avrebbero evi-denziato che sarebbe psicoattiva per tutte le vie di sommini-strazione citate, secondo certi dosaggi. È stato anche propostoche la bufotenina si possa trasformare, nel nostro organismo,in un altro composto psicoattivo, la 5-MeO-DMT. La bufote-nina potrebbe essere attiva per via orale in presenza di com-posti quali le ß-carboline. Infatti, queste ultime agiscono comeinibitori degli enzimi monoamminoossidasi (MAO), presentinel sistema gastro-intestinale del nostro organismo, enzimiche metabolizzano, e quindi inattivano, la bufotenina (Ott J.,1996; Castillo J., 1997).

La bufotenina, essendo solubile in alcool, si ritroverebbenel vino a cui i rospi sono stati aggiunti. Inoltre, nel vinosono presenti composti �ß-carbolinici. In generale, la loroformazione è favorita più nelle bevande che negli alimentisolidi, oltre che da un ambiente acido e, in certe condizioni,da un lungo periodo di conservazione prima del consumo.

Nel caso del vino, la loro concentrazione aumenterebbe du-rante la fermentazione, la conservazione e l’invecchiamento(Herraiz T., 1996). Questi composti potrebbero attivare labufotenina secondo il meccanismo sopra riportato.

Da quanto detto, il vino frascati, a cui sono stati addi-zionati rospi, avrebbe un potenziale effetto psicoattivo,forse testimoniato dal fatto che l’“aumento del grado al-colico” della bevanda non significa altro che un aumentodel potere inebriante dovuto alla bufotenina. In pratica, ilrospo (e in generale gli additivi vegetali e fungini psicoattivisopra riportati) “fortificherebbero” la bevanda fermentata.Nello specifico, la bufotenina potrebbe avrebbe un effettoadditivo o sinergico a quello dell’alcool.

È possibile che la pratica descritta fosse nata da un fattocasuale. Dalla semplice osservazione di una supposta “af-finità” dei rospi con il vino, essi sarebbero stati aggiuntialla bevanda senza consapevolezza dei possibili effetti psi-coattivi. Dopo avere sperimentato un maggiore effetto ine-briante del vino, si sarebbe passati a un loro usoconsapevole.

BIBLIOGRAFIA - AA.VV. - “Rospi psichedelici” - Nautilus, Torino, 1995. - Camilla G. - “Chi era Dioniso” Altrove n. 8, (2001), p.

38-50.- Castillo J. - “Piaroa”, in Proveda J.M., ed. Chamanismo:

El Arte Natural de Curar, Ediciones Tema de hoy, Madrid,(1997).

- Herraiz T. - “Occurrence of Tetrahydro-�-carboline-3-carboxylic Acids in Commercial Foodstuffs” J. Agric.Food. Chem. n. 44, (1996), p. 3057-3065.

- Mc Leod W.R., Sitaram B.R. - “Bufotenine reconsidered”Acta Psych. Scand. n. 72, (1985), p. 447- 450.

- Ott J. - “Pharmacotheon: Entheogenic Drugs, Their PlantSources and History” - Natural Products Co., Kennewick,WA, 1996.

- Ott J. - “Pharmañopo-Psychonautics: Human Intranasal,Sublingual, Intrarectal, Pulmonary and Oral Pharmaco-logy of Bufotenine” J. of Psych. Drugs n. 33, (2001), p.273-281.

- Pagés Larraya F. - “La cultura del paricà” Acta Neur. Arg.n. 5, (1959), p. 375-383.

- Rätsch C. - “Eine Erfahrung mit dem Mataco-Schnupf-pulver Haraj” Jahr. für Ethnomed. und Bewußt. n. 5,(1996), p. 59-65.

- Rätsch C. - “Enzyklopädie der psychoaktiven Pflanzen”- AT-Verlag, Aarau, 1998.

- Rätsch C., Müller-Ebeling - “Lexicon der Liebesmittel” -AT-Verlag, Aarau, 2003.

- Rinaldi F. - Com. pers. (2010). - Shulgin A.T. - “Profiles of psychedelic drugs 11. Bufote-

nine” J. of Psych. Drugs n. 13, (1981), p. 389.- Shulgin A.T., Shulgin A. - “THIKAL” - Transform Press,

Berkeley, CA, 1997.- Toro G. - “Animali psicoattivi. Stati di coscienza e so-

stanze di origine animale” - Nautilus, Torino, 2004.- Toro G. - “Sopra tutte le brume sopra tutti i rovi. Stre-

goneria e farmacologia degli unguenti” - Nautilus, To-rino, 2005.

DAGLI ISCRITTI

22 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

Page 25: dagli iscritti

L’Ente unico di accreditamento così come richiestodall’Unione Europea è stato ufficializzato a Gen-naio di quest’anno in conformità al regolamento

(CE) n. 765/2008, ai sensi dell’articolo 4, comma 4, dellalegge 23 luglio 2009, n. 99. Sotto l’effigia di Accredia sonostati riuniti Sinal e SINCERT rispettivamente Sistema Nazio-nale Accreditamento Laboratori e Sistema Nazionale perl’Accreditamento degli Organismi di Certificazione e Ispe-zione.

Nel corso dei primi mesi del 2010 sono occorse alcunenovità: il Consiglio Nazionale dei Chimici è socio ordinariodi Accredia, come ratificato nell’ultimo Consiglio Direttivodello scorso 14 aprile. I nostri rappresentanti all’uopo de-legati saranno impegnati nei prossimi mesi per la defini-zione del ruolo del Consiglio all’interno di Accredia, così dapoter svolgere le funzioni di tutela e monitoraggio dellaprofessione.

Dopo l’entrata in Accredia dell’Istituto Nazionale di Ri-cerca Metrologica - INRIM e dell’Istituto Superiore di Sanità- ISS quali soci promotori, le attività dell’Ente si articolanoin quattro Dipartimenti:- Certificazione e ispezione;- Laboratori di prova;- Laboratori di prova per la sicurezza degli alimenti;- Laboratori di taratura.

La Direzione del Dipartimento dei Laboratori di provaper la sicurezza degli alimenti è stata affidata alla Dotto-ressa Rosa Draisci. Si aspettano ulteriori sviluppi per quantoconcerne l’operatività del terzo Dipartimento, la emissionedi procedure ad hoc, la definizione di proprie regole ammi-nistrative e del sistema tariffario. Nel prossimo numero de“Il Chimico Italiano” verrà pubblicata un’intervista alla col-lega Rosa Draisci.

Sono stati pubblicati sul sito i dati sui laboratori accre-ditati, aggiornati a dicembre 2009 che riportano i seguentilaboratori sotto accreditamento ACCREDIA:• 807 Laboratori di prova,• più 94 Sedi secondarie,• di cui 128 Laboratori pubblici (16%).

In particolare per quanto riguarda i laboratori, il 44%dei laboratori accreditati appartengono al settore chimico.

Nel corso degli anni il numero di ispettori è cresciuto pervia dell’aumento dei laboratori da valutare. In particolare

è diventato più alto il numero degli ispettori tecnici, sia perla diversificazione dei settori di competenza, sia perchéhanno ridotta disponibilità. Il 43% degli ispettori tecnici diAccredia ha competenze in campo chimico.

Ci sono novità anche per l’utilizzo del marchio. Presto ilmarchio Sinal verrà sostituito da quello Accredia, infatti èstato approvato e pubblicato (si può scaricare dal sitoww.accredia.it link “documenti”) il Regolamento Generaleper l’utilizzo del marchio ACCREDIA RG-09. Come prescrittodal documento RG-02 “Regolamento per la valutazione el’accreditamento dei Laboratori medici e di prova” i labo-ratori avranno a disposizione un periodo transitorio di tremesi per adeguare le proprie modalità operative alle nuoveprescrizioni.

I certificati di accreditamento continueranno tempora-neamente a riportare la doppia intestazioneACCREDIA/SINAL e ACCREDIA/SINCERT, nei termini di unaffiancamento specificamente disciplinato per le attesta-zioni rilasciate da ACCREDIA a Laboratori e Organismi.

Nell’ultimo consiglio direttivo si è anche ratificata la no-mina del Prof. Enrico Geraci, presidente dell’Istituto Supe-riore di Sanità a Vicepresidente Accredia.

È noto che il Sinal per molto tempo ha provveduto a rac-cogliere dati presso i laboratori accreditati per definire deiparametri con cui individuare i “piccoli laboratori”, così dapotere applicare tariffe meno care.

L’approvazione delle riduzioni per i piccoli laboratori,anche questa decisa nel corso del Consiglio direttivo delloscorso 14 aprile, comporterà che dal 2011, in base a casi-stiche definite, verrà ridotta di un terzo la tassa di mante-nimento dell’accreditamento, quindi la quota annua disorveglianza adesso stabilita in Euro 1.500 + IVA, passeràa Euro 1.000 + IVA. Inoltre dal 01 Gennaio 2010 le quoteper la valutazione della richiesta di accreditamento o diestensione devono essere pagate prima dell’invio della ri-chiesta stessa e darne evidenza allegando la ricevuta delpagamento alla richiesta. La quota per la verifica di valu-tazione, che precedentemente veniva richiesta prima dellavisita di valutazione, verrà fatturata al termine delle attivitàstessa, comprensiva dei rimborsi delle spese di trasferta.

Invece la quota annua di sorveglianza verrà fatturatanel primo trimestre per ogni anno di accreditamento suc-cessivo al primo.

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 23

DAGLI ISCRITTI

Le novità su ACCREDIA,l’ente italiano di accreditamento Daniela Maurizi

Consigliere dell’Ordine deiChimici del Lazio-Umbria-Abruzzo e MoliseLibero professionista. Consu-lente in materia di sicurez-za alimentare, etichettatura,qualità. Consulente per im-plementazione norme perl’accreditamento dei labora-tori. Direttore tecnico delproprio laboratorio di analisichimiche e microbiologiche.

In relazione alle norme di pubblicazione di contributi di interesse scientifico-professionale, su “Il Chimico Italiano” il presente articolo è stato ricevutoil 14 maggio 2010 ed è stato�accettato per la pubblicazione il 17 maggio 2010.�

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DAGLI ISCRITTI

RIASSUNTO. Nell’articolo vengono messe in evidenzaalcune situazioni molto comuni per le quali la clas-sificazione dei rifiuti come pericolosi o non pericolosi

richiede in realtà una attenzione ed una competenza chi-mica che difficilmente viene presa in considerazione daiproduttori. Questo ha una serie di ripercussioni anche nelcampo di applicazione del nuovo sistema di rintraccibilitàdei rifiuti SISTRI.

EXTENDED ABSTRACTIn this article the author try to clarify some very common

situation where waste producers have to classify waste ashazardous or not hazardous and they don’t know how todo it.

This has many consequences expecially related to thenew SISTRI system, the system about waste traceabilitiesrecently introduced in Italy.

PAROLE CHIAVE: rifiuti, pericolosità, rintacciabilità, im-ballaggi, oli, cosmetici.

KEY WORDS: waste, hazard, traceability, package, oil,cosmetics.

Tante volte ne abbiamo parlato nel passato ed in parti-colar modo a partire dal 1997 con l’uscita del Decreto Ron-chi, D.Lgs. 22/1997, a causa dell’introduzione del CatalogoEuropeo dei Rifiuti. Ormai a 13 anni di distanza la cosa do-vrebbe essere stata digerita, eppure oggi, in occasionedell’uscita e della prossima entrata in vigore del SISTRI, l’ar-gomento è tornato prepotentemente alla ribalta: dalla clas-sificazione dei rifiuti come pericolosi discendono una seriedi obblighi per le imprese e gli enti ed alcuni aggravi ancheeconomici. Mi piacerebbe provare a mettere un po’ di or-dine in alcune situazioni semplici ma che ai produttori di ri-fiuti appaiono non chiare (almeno a coloro che non sonochimici).

Il sistema di classificazione per l’identificazione dei rifiutipericolosi è malato all’origine. È malato nel momento in cuiper determinati rifiuti la pericolosità viene attribuita sullabase dell’origine del rifiuto e non sulla base della compo-sizione chimica dello stesso. Come tutti sappiamo quandosi deve assegnare il codice identificativo di un rifiuto si deveseguire un algoritmo che per prima cosa chiede di identifi-care la fonte che genera il rifiuto consultando i titoli dei ca-pitoli da 01 a 12 e da 17 a 20 per risalire al codice a seicifre riferito al rifiuto in questione, ad eccezione dei codicidei suddetti capitoli che terminano con le cifre 99 ed è pos-sibile che un determinato impianto o stabilimento debbaclassificare le proprie attività riferendosi a capitoli diversi.Quindi se l’attività lavorativa che si svolge è una fonderia

è necessario prioritariamente andare a cercare nel capitolo10 Rifiuti inorganici provenienti da processi termici, se l’at-tività svolta è quella di una industria alimentare si cerche-ranno i codici dei rifiuti prodotti nel capitolo 2 Rifiutiprovenienti da produzione, trattamento e preparazione dialimenti in agricoltura, orticoltura, caccia, pesca ed acqui-coltura, se ho una tipografia nel capitolo 8 Rifiuti da pro-duzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) dirivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), sigillanti, e in-chiostri per stampa, ecc. A quel punto cerco nei paragrafi diquel capitolo. Ad esempio la nostra tipografia cercherà ilcodice dei suoi rifiuti nel paragrafo 3 del capitolo 8, rifiutidella produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchio-stri per stampa. Adesso non resta che vedere quale codiceha il rifiuto che devo classificare.

Tra questi c’è il codice 080316, residui di soluzioni chi-miche per incisione, che è seguito da un asterisco. I rifiutiindicati con un asterisco sono classificati pericolosi. Punto.Nessuna analisi chimica è richiesta, a meno che non ci sitrovi di fronte ad un codice di una delle cosiddette voci aspecchio. Nel paragrafo dei rifiuti delle tipografie ce ne sonodiversi, per esempio la coppia 080312* scarti di inchiostro,contenenti sostanze pericolose e 080313 scarti di inchiostro,diversi da quelli di cui alla voce 080312. Dice infatti il decretolegislativo 152/2006 “Se un rifiuto è identificato come pe-ricoloso mediante riferimento specifico o generico a so-stanze pericolose e come non pericoloso in quanto diversoda quello pericoloso, se ci troviamo cioè di fronte ad una ti-pologia di rifiuto che fa riferimento alle cosiddette voci aspecchio, esso è classificato pericoloso se le sostanze rag-giungono determinate concentrazioni, tali da conferire alrifiuto in questione una o più delle proprietà indicate nel-l’allegato III della direttiva 91/689/CEE”. In questa situazioneserve quindi procedere con una analisi chimica quantitativache permetta di verificare il superamento o meno dei limitidi concentrazione che discriminano i rifiuti pericolosi dainon pericolosi.

Può sembrare banale, ma sapete bene che così non è.Ricordo quando qualche anno fa, durante l’elaborazionedel Regolamento Comunale per lo smaltimento dei rifiutiurbani del Comune di XXXX, mi capitò di leggere la ver-sione definitiva poco prima della sua approvazione inGiunta. C’era scritto “È vietato smaltire nei cassonetti del-l’immondizia rifiuti contaminati da sostanze pericolose”.Feci presente al dirigente che mi aveva fatto vedere in an-teprima la delibera, che qualunque oggetto che ci circondaè contaminato da sostanze pericolose; ma “Tutto è veleno,nulla esiste che non sia veleno. Solo la dose fa, dato che ilveleno non fa nulla” ha detto Philippus Aureolus Theophra-stus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Para-celso più di 500 anni fa ormai. La delibera fu corretta il

Libero professionista.Via Carlo Marx, 103 56017San Giuliano Terme (PI),[email protected] 3482602192fax 1782267166

24 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

La classificazione dei rifiuti pericolosiValter Ballantini

In relazione alle norme di pubblicazione di contributi di interesse scientifico-professionale, su “Il Chimico Italiano” il presente articolo è stato ricevutoil 1 maggio 2010 ed è stato�accettato per la pubblicazione il 10 maggio 2010.�

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giorno successivo ed è tuttora in vigore con un riferimentoai limiti di concentrazione per la determinazione della pe-ricolosità.

Detto questo ci sono delle situazioni in cui ci sono diffi-coltà ad applicare l’algoritmo. Un esempio è rappresentatodai contenitori vuoti. È prassi comune assegnare i codici re-lativi ad imballaggi classificati come rifiuti non pericolosia quelli che non hanno contenuto sostanze o preparati (omiscele secondo la nuova dizione europea) classificati pe-ricolosi ed il codice 150110 a quelli che in origine contene-vano sostanze o preparati classificati pericolosi. La cosaappare semplice: si cerca uno dei simboli di pericolo (labomba, la fiamma, il teschio, la croce di sant’andrea, ecc.).Se c’è si assegna il codice pericoloso se non c’è si assegnail codice relativo al materiale di cui è costituito l’imballag-gio. Semplice no?

Qual è l’impresa che non abbia in casa almeno un con-tenitore con una etichetta di pericolo? Potrebbe essere unospray profumatore d’ambiente (di norma con l’etichetta in-fiammabile) o la bottiglia della varechina per fare le pulizie(prodotto classificato Xi irritante), … Allora quale sarà l’im-presa che non produce rifiuti pericolosi? Quale sarà l’im-presa che non deve obbligatoriamente iscriversi al SISTRI?

Come la mettiamo con i contenitori di olio lubrificanteper motore (ormai quasi più nessuno lo produce con oliominerale ma con olio sintetico). Chi di noi non assegne-rebbe almeno l’etichetta di ecotossico a questo tipo di pro-dotto? Eppure sul contenitore di olio lubrificante il simbolodella ecotossicità non c’è! Quindi il meccanico o il benzi-naio che fanno i cambi olio o i rabbocchi alle nostre auto-mobili generano dei rifiuti rappresentati dai contenitorivuoti e li classificano come rifiuti non pericolosi (spesso as-similati agli urbani).

E cosa fare con i contenitori dei cosmetici? I prodotti co-smetici non rientrano tra i preparati obbligati all’etichetta-tura delle sostanze/preparati pericolosi, né secondol’attuale normativa né secondo il nuovo Regolamento Eu-ropeo CLP. Pertanto è difficile guardando semplicemente ilcontenitore di un prodotto cosmetico sapere se quel pro-dotto contiene sostanze pericolose. Però la norma sui co-smetici (derivata dalla Direttiva Europea 76/768/CEE e tuttigli aggiornamenti successivi) obbliga a mettere in etichettal’elenco degli ingredienti utilizzati per la produzione di quelcerto prodotto in ordine decrescente di peso (ma quelli pre-senti in quantità inferiore all’1% posso essere messi in or-dine sparso dopo quelli presenti in quantità maggiore).

Una complicazione particolare relativa a questo è chegli ingredienti vanno indicati con il loro nome INCI (Inter-national Nomenclature of Cosmetic Ingredients), o con ilnome botanico latino se di origine vegetale senza aver su-bito trasformazioni. Nell’elenco degli ingredienti utilizzabiliper i prodotti cosmetici presenti nella Direttiva 76/768/CEEgli ingredienti sono comunque elencati oltre che con il loronome INCI anche con il numero CAS (Chemical AbstractsService, servizio di classificazione privato dell’AmericanChemical Society ma riconosciuto universalmente; ha il di-fetto che a volte alcune sostanze sono indicate con due opiù numeri CAS) ed il numero EINECS (European Inventory

of Existing Commercial Chemical Substances, registro eu-ropeo delle sostanze chimiche in commercio prima del 1settembre 1981) o ELINCS (European List of Notified Che-mical Substances, elenco delle nuove sostanze notificate emesse in commercio dopo il 1 settembre 1981). Dal CAS/EI-NECS/ELINCS è possibile risalire alla pericolosità delle so-stanze e quindi sapere se quel particolare cosmeticocontiene oppure no sostanze classificate come pericolose.Per sapere se un certo cosmetico è pericoloso occorrerebbea questo punto sapere la quantità degli ingredienti perico-losi presenti nel prodotto. Questo dato è un segreto indu-striale, ma alcuni componenti comunque non possonoeccedere certe concentrazioni (per esempio quelli indicatinell’allegato III alla direttiva europea)...

Non è finita qui. Gli oli di frittura delle attività di risto-razione, friggitoria, gastronomia, ecc. sono tradizional-mente classificati con il codice 200125, rifiuto nonpericoloso (tra l’altro del gruppo dei rifiuti urbano o assi-milati), come oli e grassi commestibili. Esiste però anche ilcodice 200126* (pericoloso) definito come oli e grassi di-versi da quelli di cui alla voce 200125.

Questa coppia di codici NON è però una coppia che daorigine ai codici a specchio. Basta leggere la definizione perverificare che ci troviamo di fronte ad una situazione op-posta a quella che definisce i codici a specchio: Se un rifiutoè identificato come pericoloso mediante riferimento speci-fico o generico a sostanze pericolose e come non pericolosoin quanto "diverso" da quello pericoloso ("voce a spec-chio"), esso è classificato come pericoloso solo se le sostanzeraggiungono determinate concentrazioni (ad esempio per-centuale rispetto al peso), tali da conferire al rifiuto in que-stione una o più delle proprietà di cui all’allegato III delladirettiva 91/689/CEE del Consiglio. Per le caratteristiche daH3 a H8, H10 e H11 si applicano i valori limite di cui al punto4, mentre le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14 nondevono essere prese in considerazione perché mancano i cri-teri di riferimento sia a livello comunitario che a livello na-zionale devono essere prese in considerazione perchémancano i criteri di riferimento sia a livello comunitario chea livello nazionale.

Nel caso della coppia 200125/26 è il rifiuto pericolosoad essere definito come diverso dal non pericoloso e nonviceversa, quindi per classificare quel rifiuto non c’è da fareanalisi chimica per determinare le concentrazioni raggiuntedalle sostanze pericolose contenute, ma solo determinarese quegli oli/grassi sia commestibili o diversi (non comme-stibili). Mi chiedo anche però avendo fatto qualche analisisugli oli di frittura, un olio che ha fritto patatine per giorniè ancora commestibile?

In realtà credo che il problema sia legato ad una erratatrasposizione dell’elenco CER nel sistema legislativo ita-liano. L’elenco chiamato CER 2002 è stato introdotto dallaDecisione 2000/532/CE della Commissione, del 3 maggio2000. Nell’allegato, al punto 6, c’è il punto relativo alle fa-mose "voci a specchio".... o meglio dovrebbe esserci ed in-vece non c’è. Il punto infatti 6 dell’allegato dice infatti:

Se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante ri-ferimento specifico o generico a sostanze pericolose, esso è

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classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungonodeterminate concentrazioni (ad esempio percentuale ri-spetto al peso), tali da conferire al rifiuto in questione unao più delle proprietà di cui all’allegato III della direttiva91/689/CEE del Consiglio. Per le caratteristiche da H3 a H8,H10 e H11 si applica l’articolo 2 della presente decisione. Perle caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14 l’articolo 2della presente decisione non prevede al momento alcunaspecifica. Questo è diverso da quanto scritto nell’allegatoD alla parte IV del D.Lgs. 152/2006 che è stato riportatoprima. Lasciando stare la diversità prevista per le caratteri-stiche di pericolo H1, H2, H9, H12, H13 e H14 per la qualila Decisione Europea non prevede specifica e la norma ita-liana dice che non devono essere prese in considerazione(ed il significato delle due cose non è evidentemente lostesso: per esempio vorrebbe dire che i rifiuti infettivi, se-condo la norma italiana, non esistono), vorrei porre l’atten-zione sul passaggio relativo alle voci a specchio.

Mi chiedo: il codice 060403* rifiuti contenenti arsenicofa parte di una voce a specchio? e lo 060404* e lo060405*? Ad andar dietro al testo del D.Lgs. 152/2006 direidi no, ma secondo la Decisione 2000/532/CE si ed il corri-spondente non pericoloso sarebbe lo 060499 (al propositoleggete per esempio la classificazione che fa in l’Agenziadi Protezione Ambientale Britannica reperibile all’indirizzointernet http://www.environment-agency.gov.uk/static/do-cuments/Leisure/GEHO1105BJVS-e-e.pdf).

A questo punto anche la classificazione degli imballaggiassumerebbe un’altra luce. Si è parlato frequentementedegli imballaggi che hanno contenuto sostanze pericolose(e per questi etichettati con un simbolo di pericolo, fiamma,teschio con tibie incrociate, croce di sant’andrea, ecc.) emolti hanno deciso che la corretta classificazione sia quelladi attribuire il codice 150110*, imballaggi contenenti resi-dui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze.

Il citato documento dell’Agenzia di Protezione Ambien-tale Britannica dice per esempio

Queste categorie (150110* e 150111*) includono un’am-pia gamma di rifiuti potenzialmente pericolosi che dovreb-bero essere considerati con tutti i pericoli da H1 ad H14.

Per i rifiuti da imballaggio da considerare con il codice15 01 10*, la massima quantità di materiale è stata rimossain modo fisico o meccanico in modo da lasciare un residuoche non può ulteriormente essere tolto. Quando si conside-rano rifiuti con codice 15 01 10*, deve essere tenuto in con-siderazione il peso dell’imballaggio rispetto ai valori disoglia. Tuttavia un risultato positivo relativamente al testper la determinazione del punto di infiammabilità rende pe-ricoloso il rifiuto rispetto a qualunque limite per gli altri pe-ricoli.

Se l’imballaggio contiene ancora una certa quantità dimateriale che può essere rimosso meccanicamente o fisica-mente allora si dovrebbe considerare di classificarlo nel ca-pitolo relativo al processo nel quale viene utilizzato (peresempio 08 01 11* pitture e vernici di scarto, contenenti sol-venti organici o altre sostanze pericolose). In questi casi ilpeso dell’imballaggio non dovrebbe essere consideratoquando si classifica il rifiuto relativamente ai limiti di peri-colosità.

Il codice 150110* sarebbe quindi un codice a specchio,o meglio uno di quei codici per i quali si dovrebbe proce-dere alla classificazione dopo aver verificato se si superanoo meno i valori soglia. Credo che non necessariamente cisia necessità di procedere ad una analisi: se il prodotto con-tenuto nel contenitore era varechina, classificata Xi, laquantità di prodotto che renderebbe pericoloso l’imballag-gio sarebbe 20%: chi lascia il 20% di peso di varechina nelcontenitore vuoto? Per un prodotto nocivo la quantità sa-rebbe 25%, ecc.

Sarebbe per questo motivo necessario procedere ad unarevisione dell’allegato D alla parte IV del D.Lgs. 152/2006nell’ambito della Direttiva 98/2008 in questie settimane indiscussione in Parlamento, per riallineare il testo del D.Lgs.152 al testo della Decisione 2000/532/CE.

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LECCE 16-17 SETTEMBRE 2010

CONVEGNOAMBIENTE, SVILUPPO, RISORSE: La corretta gestione da parte degli operatori di settore

ORGANIZZATO DA: ORDINE INTERPROVINCIALE DEI CHIMICI DI LECCE E BRINDISI con la collaborazione degliOrdini di Bari, Foggia e Taranto e con la partecipazione del Consiglio Nazionale dei Chimici

Giovedì 16 settembre 2010 - Il Regolamento REACH e il Regolamento CLP

Venerdì 17 settembre 2010 - LA GESTIONE DEI RIFIUTI nella Regione Puglia: Criticità applicative alla luce del SIStema di Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI)

Il programma definitivo sarà pubblicato sul sito del CNC e trasmesso a tutti gli Ordini.L’iscrizione è gratuita ma obbligatoria.

Segreteria Scientifica c/o Ordine di Lecce tel/fax 0823/342661

Arthotel & Park Lecce Via Giorgio De Chirico, 173100 Lecce (LE)

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 27

DAGLI ISCRITTI

Una sintesi del confuso scenario determinatosi in me-rito all’obbligo della presentazione del ModelloUnico di Dichiarazione ambientale ed alla relativa

data di scadenza.A summary of the very indistinct created scenario con-

cerning the required MUD production.

PREMESSACome peraltro già le colonne di questa rivista avevano

procrastinato nei due precedenti numeri, nell’ambito dellaattività di gestione rifiuti è oramai esperienza di molti ope-ratori di settore che notevoli problemi si sono ad oggicreati, sia per le imprese di settore, che per le istituzioni, avalle della emanazione del DM 17/12/2009(1) istitutivo delsistema SISTRI e con il quale, nonostante quanto affermatonel comunicato stampa 13 gennaio 2010(2):

“Il progetto nasce per garantire un maggiore controllodella movimentazione dei rifiuti speciali, pericolosi e non,lungo tutta la filiera, sfruttando le tecnologie più avanzate,con vantaggi in termini di legalità, risparmio, efficienza, tra-sparenza, semplificazione, informatizzazione………Con il SI-STRI viene posta particolare attenzione al trasporto e allafase finale di smaltimento con l’utilizzo di sistemi elettroniciin grado di dare visibilità al flusso in entrata e in uscita degliautoveicoli nelle discariche. Va in pensione, così, il sistemadi rilevazione cartaceo che finora, purtroppo, ha consentitodi conoscere i dati relativi alla gestione dei rifiuti specialicon un ritardo di due, tre anni, creando difficoltà nell’impo-stazione di politiche ambientali mirate e con scarsa utilitàai fini dei controlli di legalità volti a specifici interventi re-pressivi” il sistema non solo non sembra essere ancora de-collato pienamente ma presenta ancora alcuni gap, primifra tutti l’aumento degli oneri economici per molti dei sog-getti coinvolti, difficoltà operative, soprattutto per le PMI eper gli artigiani, mancanza di sanzioni, elemento questoche anche se con alcuni dubbi interpretativi, lascia inten-dere il mantenimento del precedente sistema sanzionatorioprevisto dall’art. 258 del D.lgs.152/2006 come modificato(3)

e che, rispettivamente ai comma 1, 2, 3, 4 e 5 testualmente,tra l’altro recita:1. I soggetti di cui all’articolo 189, comma 3, che non effet-

tuino la comunicazione ivi prescritta (MUD) ovvero la ef-fettuino in modo incompleto o inesatto sono puniti conla sanzione amministrativa pecuniaria da duemilasei-cento euro a quindicimilacinquecento euro; se la comu-nicazione è effettuata entro il sessantesimo giorno dallascadenza del termine stabilito ai sensi della legge 25 gen-naio 1994, n. 70(4) si applica la sanzione amministrativapecuniaria da ventisei euro a centosessanta euro.

2. Chiunque omette di tenere ovvero tiene in modo incom-pleto il registro di carico e scarico ……. è punito con lasanzione …. da duemilaseicento euro a quindicimilacin-quecento euro. Se il registro è per rifiuti pericolosi si ap-plica la sanzione da quindicimilacinquecento euro anovantatremila euro, nonché la sospensione da un mesea un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsabiledell’infrazione e dalla carica di amministratore.

3. Per imprese con meno di 15 dipendenti, le misure mi-nime e massime di cui al comma 2 sono ridotte rispetti-vamente da millequaranta a seimiladuecento euro per irifiuti non pericolosi e da duemilasettanta a dodicimila-quattrocento euro per i rifiuti pericolosi……..omissis

4. Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza il formula-rio …… ovvero indica nel formulario stesso dati incom-pleti o inesatti è punito con la sanzione pecuniaria damilleseicento a novemilatrecento euro. Si applica la penadi cui all’art. 483 del CP(6) nel caso di trasporto di rifiutipericolosi.…….omissis…….

5. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmenteincomplete o inesatte ma i dati riportati nella comunica-zione al catasto, nei registri di carico e scarico, nei for-mulari di identificazione dei rifiuti trasportati e nellealtre scritture contabili tenute per legge consentono diricostruire le informazioni dovute, si applica la san-zione… da duecentosessanta a millecinquecentocin-quanta euro. La stessa pena si applica se le indicazioni dicui al comma 4 sono formalmente incomplete o inesattema contengono tutti gli elementi per ricostruire le infor-mazioni dovute per legge, nonché nei casi di mancatoinvio alle autorità competenti e di mancata conserva-zione dei registri…… o del formulario ….Da ultimo, e questo vuole essere l’argomento di atten-

zione da parte di questa nota, il sistema di cui trattasi etutto ciò che lo circonda in questi ultimi mesi, ha creato esta tuttora creando, per lo meno al momento in cui la notastessa sta per andare in stampa, notevoli difficoltà opera-tive in merito all’assolvimento dell’obbligo di presenta-zione del MUD, quale previsto dalla legge n. 70 del1994(4), ed avente come dead-line il 30 di aprile di ognianno solare, salvo eventuali proroghe.

In tale scenario si riassumono nelle righe che seguonogli eventi occorsi nei mesi scorsi a livello parlamentare elegislativo durante i quali diversi provvedimenti legislativie diversi comunicati stampa si sono susseguiti declamandorinvii delle scadenze, correzioni ed aggiornamenti della mo-dulistica prevista (cartacea/informatica) per la dichiara-zione, ma che, non risultano ancora aver fatto la dovutachiarezza né tanto meno sancito, con un provvedimentopubblicato ufficialmente in GURI, cosa un povero soggetto,

RIFIUTI: dopo quello del Sistriarriva il dramma del MUD Fernando Maurizi1

Roberto Montali2

1 Segretario del ConsiglioNazionale dei Chimici -EurChem - libero profes-sionista nei settori del-l’ambiente, della sicurezza,dell’igiene degli alimenti edella qualità.

2 Laureato in chimica indu-striale, si occupa dal 1982di legislazione ambientalee igiene e sicurezza sul la-voro sia a livello comuni-tario che nazionale einternazionale, con parti-colare riferimento a tuttigli aspetti inerenti all’im-missione sul mercato e lagestione di sostanze epreparati pericolosi.

(1) Decreto Ministerialedel 17/12/2009 “Istitu-zione del sistema di con-trollo della tracciabilitàdei rifiuti, ai sensi dell’ar-ticolo 189 del decreto le-gislativo n. 152 del 2006 edell’articolo 14-bis del de-creto-legge n. 78 del 2009convertito, con modifica-zioni, dalla legge n. 102del 2009” (S.O. a GURI n.9 del 13/01/2010).Decreto Ministeriale del15/02/2010 ”Modificheed integrazioni al decreto17 dicembre 2009, re-cante: "Istituzione del si-stema di controllo dellatracciabilità dei rifiuti, aisensi dell’articolo 189 deldecreto legislativo n. 152

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a qualunque titolo tenuto all’obbligo del MUD, debba fareper poter rimanere in linea con la legge ed evitare le san-zioni previste in caso di non ottemperanza o di errata ot-temperanza.

LA TRISTE STORIAA metà aprile durante la settimana che avrebbe dovuto

essere quella decisiva per la tanto attesa proroga per la pre-sentazione del MUD relativo ai rifiuti gestiti nel 2009 (MUD2010), in un comunicato stampa datato 9 aprile(2) il Mini-stero dell’ambiente rendeva noto che sarebbe stato presen-tato al Consiglio dei Ministri di venerdì 16 aprile unoschema di decreto legge per la proroga al 30 giugno deltermine di presentazione del Modello Unico di Dichiara-zione ambientale (MUD), termine fissato dalla legge, comedetto, al 30 aprile.

Il decreto di proroga, recitava il comunicato, sarebbestato esaminato dal Consiglio dei Ministri e avrebbeconsentito inoltre alle aziende di utilizzare un modello car-taceo, opportunamente rivisto ed aggiornato con le indica-zioni relative ai rifiuti di AEE, al posto del MUD informaticoa suo tempo introdotto con il DPCM 2.12. 2008(5) e che sa-rebbe dovuto entrare in vigore con la dichiarazione di que-st’anno.

In pratica, in attesa dell’entrata a regime del SISTRI, perla dichiarazione da presentare con riferimento all’anno2009 si sarebbe proceduto, come in passato, con il pre-vi-gente sistema cartaceo. Ciò per risparmiare alle aziende giàalle prese con il complesso processo di adozione del SISTRI,adempimenti e oneri che lo stesso SISTRI prevedeva di so-stituire integralmente.

Pur tuttavia in un successivo comunicato stampa (del16 aprile 2010)(6), relativo al Consiglio dei Ministri n. 89 te-nutosi nella stessa data, non appariva esserci alcun riferi-mento all’approvazione del decreto di proroga, mentre sipoteva leggere che, su proposta del Ministero dell’Am-biente, erano stati approvati uno schema di decreto legi-slativo per il recepimento della oramai non nuova direttiva2008/98/UE(7) sui rifiuti, norma comunitaria che “ha intro-dotto significative novità volte a rafforzare i principi dellaprecauzione e prevenzione nella gestione dei rifiuti, a in-crementare il riciclo ed il recupero, a garantire che tutte leoperazioni di gestione dei rifiuti, a partire dalla raccolta,avvengano fin dalla loro raccolta nel rispetto di rigorosistandard ambientali”.

Il 28 aprile veniva tuttavia pubblicato un DPCM(8) (attoche, in quanto in tale, entra in vigore il giorno della suapubblicazione in GURI) con il quale veniva sostituito il pre-cedente MUD di cui al DPCM 2/12/2008(5) e si specificavache, per la dichiarazione ambientale riferita all’anno 2009,era d’obbligo utilizzare, entro il termine stabilito per legge(quindi il 30 aprile e quindi nessuna proroga) il modello adesso allegato ma che si ritenevano comunque valide leeventuali dichiarazioni presentate, alla data di entrata in

vigore dello stesso DPCM, utilizzando il modello del DPCMdel 2008(5). “Il modello di dichiarazione allegato al decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri 2 dicembre 2008è sostituito dal modello e dalle istruzioni allegati alpresente decreto”. ”Il modello di cui al presente decreto è utilizzato

per le dichiarazioni da presentare, entro il terminestabilito dalla legge, con riferimento all’anno 2009,da parte dei soggetti interessati. Sono, in ogni caso,valide le dichiarazioni che risultino presentate alladata di entrata in vigore del presente decreto, con ri-ferimento all’anno 2009, avvalendosi del modello al-legato al decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri 2 dicembre 2008”.

In data 30 Aprile, al termine della riunione del Consigliodei Ministri n. 91, con una brevissima nota(2) il Ministerodell’Ambiente comunicava che il Consiglio dei Ministri,nella riunione della stessa mattinata, aveva approvato ilDecreto Legge che prorogava il termine per la presenta-zione del MUD al 30 giugno 2010: “Oggi l’Italia può dire diaver attivato per i rifiuti speciali e pericolosi un sistema al-l’avanguardia in Europa ottenendo il massimo in termini dicontrollo ambientale ed anche in termini di efficienza e ri-sparmio per le aziende”. “Con l’approvazione del decretolegge di proroga dei termini il Governo ha posto l’ultimotassello alla riforma del sistema della tracciabilità dei rifiuti,nel segno della trasparenza e della legalità e del rispettoper l’ambiente. Si è in pratica perfezionato, evitando di ca-ricare le imprese di oneri inutili, il regime transitorio dal si-stema cartaceo, che rendeva di fatto impossibili i controlli,al sistema elettronico del SISTRI che in estate entrerà in vi-gore e consentirà di monitorare tutti gli spostamenti e ledestinazioni dei rifiuti in tempo reale”.

Da ultimo, e qui viene il bello, sulla GURI del 30 Aprile2010 è stato pubblicato il Comunicato del Ministerodell’Ambiente(9) che, integrando il DPCM 27 aprile 2010(8),precisa quali sono effettivamente ed introduce, ex novo, al-cune delle schede da utilizzare per la dichiarazione annualein parola: ”Nel decreto del Presidente del Consiglio dei Mi-nistri citato in epigrafe, pubblicato nel supplemento ordi-nario n. 80 alla Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 98, del28 aprile 2010, dopo gli allegati di cui a pagina 48, in luogodella scheda SCS2, riportata alla pagina 49, devono inten-dersi riportate le schede relative al capitolo 1: SCS1, SCS2,SA1, SA2, CS, RIF, RT, RE, DR, TE, MG, ART. 191, RU, RST, DRU,CG, MDCR, INT, UO, UD, SMAT, STIP, SRIU. Inoltre, in luogodella scheda MG-VEIC, riportata alla pagina 50, devono in-tendersi riportate le schede relative al capitolo 2: SA1-VEIC,SA2-VEIC, AUT, ROT, FRA, RT-VEIC, DR-VEIC, TE-VEIC, MG-VEIC, di seguito riportate:SCHEDE: SCS1, SCS2, SA1, SA2, CS, RIF, RT, RE, DR,

TE, MG, ART. 191, RU, RST, DRU, CG, MDCR, INT, UO, UD,SMAT, STIP, SRIU

del 2006 e dell’articolo14-bis del decreto-leggen. 78 del 2009 convertito,con modificazioni, dallalegge n. 102 del 2009"(GURI n. 48 del27/02/2010).

(2) http://www.minambiente.it.(3) Decreto Legislativo n.152 del 03/04/2006“Norme in materia am-bientale” (S.O. a G.U. n.88del 14/04/2006)Decreto Legislativo n. 4del 16/01/2008 “Ulterioridisposizioni correttive edintegrative del decreto legi-slativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in ma-teria ambientale (S.O. aGURI n. 24 del 29/01/2008).

(4) Legge n. 70 del25/01/1994 “Norme perla semplificazione degliadempimenti in materiaambientale, sanitaria e disicurezza pubblica, non-ché per l’attuazione del si-stema di ecogestione e diaudit ambientale” (GURIn. 24 del 31/01/1994).

(5) Decreto Presidente delConsiglio dei Ministri del02/12/2008 ”Approvazionedel modello unico di dichia-razione ambientale perl’anno 2009” (S.O. a GURIn. 294 del 17/12/2008).

(6) (www.governo.it).(7) Direttiva 2008/98/CEdel Parlamento europeo edel Consiglio, del 19 no-vembre 2008, relativa airifiuti e che abroga alcunedirettive (GUUE n L312del 22/11/2008)

(8) Decreto Presidente delConsiglio dei Ministri 27aprile 2010 ”Modifiche alModello unico di dichiara-zione ambientale (MUD)”(S.O. a GURI n. 98 del28/04/2010).

(9) Comunicato relativo alDecreto del Presidente delConsiglio dei Ministri 27aprile 2010 recante “Mo-difiche al Modello unico didichiarazione ambientale(MUD)” (GURI n. 100 del30/04/2010).

DAGLI ISCRITTI

28 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 29

DAGLI ISCRITTI

SCHEDE: SA1-VEIC, SA2-VEIC, AUT, ROT, FRA, RT-VEIC, DR-VEIC, TE-VEIC, MG-VEIC

Questa la storia ma pur tuttavia al momento in cui que-

sta nota va in pubblicazione sul nostro giornale non si hanotizia della pubblicazione in GURI del fatidico Decreto diproroga. Che fare?? Ai posteri l’ardua sentenza!!!

Il tanto atteso decreto legge di proroga al 30 giugno del termine per la presentazione del MUD2010 non risulta ad oggi ancora pubblicato e la ragione è da rinvenirsi con buona probabilitànel fatto che, nello stesso provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri è stata inseritauna parte riguardante le quote di CO2 senza copertura finanziaria. Pertanto allo stato attuale,un’autorità di controllo potrebbe applicare già a partire dal 1 maggio la sanzione di cui all’art.258 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.: • “I soggetti di cui all’articolo 189, comma 3, che non effettuino la comunicazione ivi prescrittaovvero la effettuino in modo incompleto o inesatto sono puniti con la sanzione amministrativapecuniaria da duemilaseicento euro a quindicimilacinquecento euro; se la comunicazione èeffettuata entro il sessantesimo giorno dalla scadenza del termine stabilito ai sensi della legge25 gennaio 1994, n. 70, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da ventisei euro acentosessanta euro”.

Nello stesso tempo, sul sito dell’Ecocerved, http://www.ecocerved.it/mud.aspx e di Unioncamerehttp://www.unioncamere.gov.it/ sono stati resi disponibili sia il software che le istruzioni per lapresentazione del MUD 2010.

PRECISAZIONE

Riceviamo dal Prof. Luigi Campanella, Presidente della Società ChimicaItaliana S.C.I. una precisazione con riferimento a quanto pubblicato suln. 2/2010 su “Il Chimico Italiano”

Caro Direttore,con riferimento al breve articolo (IL CHIMICO n. 2 del 2010) a firma dell’amicoGiorgio Cevasco e dedicato all’8 marzo festa della Donna tengo a precisare -come risulta peraltro dall’occhiello a mia firma - che il premio alla studentessadi chimica che il Presidente ha voluto assegnare in quella ricorrenza nasceda un’iniziativa della SCI su proposta della propria Divisione di Didattica e conla collaborazione preziosa della segreteria particolare del nostro PresidenteNapolitano.Questo a confermare il grande impegno della SCI per la Scuola e la grandesensibilità del Presidente rispetto a sollecitazioni che provengono dal nostromondo.Grazie dell’attenzione, un caro saluto

Luigi Campanella

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Il caso n. 4Sergio Carnini

Consigliere del ConsiglioNazionale dei Chimici,imprenditore chimico, libe-ro professionista Eurchem,consulente in materia am-bientale, sicurezza ed igienedel lavoro, consulente in tos-sicologia e chimica forense,ventennale attività in chi-mica clinica, Presidentee direttore di laboratoriochimico di analisi.Già presidente dell’Ordineinterprovinciale dei Chimicidella Lombardia.Consigliere nazionale dal2005. [email protected]

IL CHIMICO FORENSE

Cari Colleghi e Colleghe,

Si presenta nuovamente l’occasione di discutere di argo-menti già trattati e di argomenti nuovi. Il momento ci èindicato dal prof. Luciano Zanderighi dell’Università di Mi-

lano, che ha inviato tre quesiti, certamente interessanti, con laproposta di una allargata discussione. Lo scopo, come sempre,è quello di raggiungere un risultato il più possibile condiviso eche acquisti, alla fine, un’autorità sufficiente per essere d’aiutoa chi deve legiferare o giudicare in materia. Prima di passarealla lettura dei quesiti del collega Zanderighi però, vorrei ripren-dere brevemente il caso n. 2, pubblicato su “Il Chimico Italiano”n. 1 gen/feb 2007 e seguenti, per un problema che a mio avviso,è rimasto irrisolto. Spero di non tediarvi oltre misura ripropo-nendo il dilemma dell’arrotondamento in aumento o della tron-catura.

Il problema si ripresenta ogni volta che, stante il risultatovicino al limite, vi è discordanza tra il numero di cifre signi-ficative del limite stesso e il numero di cifre significative delrisultato strumentale refertato. Vorrei oggi dimostrare, semi riesce, che, nella circostanza descritta nel caso n. 2, l’ar-rotondamento in aumento risulta inammissibile per con-traddizione e per falsità. Come ricorderete il risultatoanalitico, oggetto di discussione, era 1,74 mg/l di Zn in unoscarico idrico industriale, in confronto con il limite di Leggeespresso con 1 mg/l. La disputa verteva sulla opportunità,o meno, di ricorrere alla troncatura del risultato dopo l’1,oppure all’arrotondamento in aumento a 2 e, quindi, di va-lutare il risultato “conforme” nel primo caso oppure “nonconforme” nel secondo. Il tutto nasce dal fatto che le mieargomentazioni e gli interventi dei vari Colleghi, sottolinea-rono l’inderogabilità del rispetto dell’uguaglianza del nu-mero di cifre significative per poter confrontare i due valoriespressi per il limite di legge e per il risultato analitico del-l’indagine descritta. Molti Colleghi si espressero a favoredell’arrotondamento a 2 mg/l mentre il sottoscritto ed altrisostennero la troncatura dopo l’1 mg/l.

La dimostrazione dell’inaccettabilità dell’arrotonda-mento in aumento si fonda sulle seguenti considerazioni:1. ribadito che il numero di cifre significative di cui è com-

posto un limite è indicativo della precisione richiesta dallegislatore e che, se il limite è espresso unicamente danumeri interi, tale deve essere anche il risultato;

2. ricordato inoltre che eventuali cifre in soprannumero ri-spetto a quelle richieste dal limite, vengono definite“non significative”, cioè prive di significato;qualora si applichi l’arrotondamento in aumento, si com-piono, forse inavvertitamente, le seguenti operazioni:si promuovono temporaneamente delle cifre non signi-ficative (nel nostro caso, 74 del numero 1,74) alla di-gnità di cifre significative. Infatti si utilizzanoaumentandole fino a 2,00. Dopo di che si declassano acifre non significative e si troncano a 2, il tutto in evi-dente contraddizione.Occorre sottolineare l’osservazione già avanzata a suotempo secondo cui nel numero 1,74 l’uno ed il settesono cifre certe per cui, per arrotondare a due, occorreaggiungere almeno uno 0,3 assolutamente falso.

Sorge, a questo punto, una prevedibile domanda: “maè possibile utilizzare l’arrotondamento e, se sì, quando?”

Certamente è possibile ma in altri contesti. Non quandosi è in presenza di risultati provenienti da un’unica prova equando si deve rendere conto ad un limite imperativo.

Un altro contesto può essere, ad esempio, il confrontodi numerose misure del medesimo evento. In questo casol’arrotondamento in aumento ed in diminuzione si compen-sano in modo accettabile; tanto più quanto maggiore è ilnumero dei risultati considerati. Ringrazio per eventualicommenti.

Passiamo ora ai quesiti del prof. Zanderighi, il qualescrive:

Stim. dott. Sergio Carnini Vorrei sottoporre, per un pubblico dibattito su “Il Chi-

mico Italiano”, il seguente quesito.Per incarico di un medico del lavoro un laboratorio A

esegue il prelievo di aria in un ambiente per l’analisi deiVOC presenti.

A prelievo terminato il laboratorio A invia la fialetta con-tenente i VOC adsorbiti ad un laboratorio B per l’analisi,con l’indicazione dei litri di aria passati nella fialetta.

Il laboratorio chimico B, sulla base di un’analisi GC, cer-tifica la concentrazione dei VOC nell’aria. Poiché si rilevanopalesi contraddizioni nel certificato di analisi si chiede allaboratorio B di fornire l’incertezza estesa delle misure diconcentrazione.

In risposta il laboratorio B trasmette i dati relativi all’in-certezza sulle quantità misurate al GC, e dichiara di nonpoter certificare l’incertezza sulle concentrazioni in quantonon ha eseguito le misure volumetriche.

Chiedo:a) è corretta la procedura seguita ovvero che un laborato-

rio A esegua il prelievo di un campione ed un altro la-boratorio B esegua l’analisi del campione?

b) è corretto che il laboratorio B certifichi dei dati di con-centrazioni invece che le quantità assolute misurate?

c) Una concentrazione risulta valutata utilizzando l’unitàdi formato (risoluzione) della misura GC della quantitàdi un VOC presente. Un prelievo viene fatto con 230 l edun secondo con 800 l. La concentrazione nel primo casoè superiore ai limiti di legge mentre nel secondo è sottoi limiti di legge. È accettabile un certificato analitico cheutilizzi come dato misurato l’unità di formato e non de-finisca l’incertezza estesa dei dati riportati ?

d) Sulla base di una stima dell’incertezza del dato GC, fornitadal laboratorio B, è risultato che il valore della concentra-zione sarebbe inferiore al valore dell’unità di formato dellamisura GC. È significativo questo risultato?Con i migliori saluti

RISPONDE IL CHIMICO FORENSECaro prof. Zanderighi,La ringrazio per l’invio dei suoi interessanti ed utili que-

siti. Interessanti, perché è ora che si parli e si faccia chia-rezza sui problemi sollevati. La Chimica analitica, e non

30 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

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solo, si sta lentamente degradando e si sta perdendo, comedimostrano i suoi quesiti, in procedure confuse, scorrette etalvolta illecite.

Utili, perché parlandone e scrivendone, queste preoccu-pazioni arriveranno forse a sensibilizzare chi può riportarela professione di Chimico entro i binari di una scienza im-portante e delicata che necessita di essere riposta nellemani e nelle menti di persone che l’hanno approfondita-mente studiata. Anticipo ora alcune riflessioni riferibili aisuoi quesiti sperando nella numerosa partecipazione deinostri Colleghi e Colleghe per affrontare compiutamente iproblemi impliciti.

PREMESSACiò che segue sono solo mie opinioni, dimostrabili op-

pure no, che metto a disposizione per aggiungere materialealla discussione che, spero, continuerà nei prossimi numeridella rivista.

Comincerò richiamando la vostra attenzione sulla cre-scente tendenza a spostare il centro della nostra profes-sione, dal Chimico alla struttura che lo ospita o che eglistesso ha costruito avventatamente in forma societaria.Purtroppo ciò in modo ancor più marcato nel campo delleanalisi chimiche.

Ai Chimici stessi capita di esprimersi impropriamente, edi certo involontariamente, in questo modo “…il laborato-rio X esegue un prelievo…il laboratorio Y certifica un risul-tato…, …il laboratorio Z dichiara di non poter certificare,il laboratorio T è responsabile dell’errore analitico… e cosìvia.” Questo modo di comunicare, anche se sottintendecose e situazioni ovvie, trasferisce di fatto la soggettivitàdella professione dal Chimico, tecnico laureato, ad unastruttura non ben definita e priva di personalità scientifica.Soprattutto nelle menti dei non addetti ai lavori. Ciò ha len-tamente prodotto e produce effetti devastanti per la nostraprofessione.

Gli istituti di accreditamento hanno anch’essi subìtoquesta negativa evoluzione. Infatti essi certificano i labo-ratori di prova e non il chimico responsabile e poco importase al posto di un Chimico vi è un diverso professionista arispondere degli atti professionali, purchè il preposto sia ingrado di svolgere il suo lavoro. Ma chi garantisce questacapacità, se anche la laurea in chimica e l’esperienza, avolte, non bastano?

La responsabilità del risultato analitico a chi è attribuita?Al legale rappresentante della struttura, che è magari unragioniere, con tutto il rispetto per la professione? O al le-gale rappresentante della società di capitali che forse è uncommercialista?

La risposta l’ha data tempo fa la legge 1915/39, che re-gola l’esercizio delle libere professioni in forma societariae che è tutt’ora vigente.

Quesito a)“È corretto che un laboratorio A esegua il campiona-

mento ed un altro laboratorio B esegua l’analisi?”In mancanza di ulteriori informazioni devo affermare

che: non è corretto. L’analisi chimica è un’operazione com-plessa, si sviluppa in diversi momenti ed è governata damolteplici fattori. I più importanti di questi sono, a mio av-viso, la formazione del campione e lo scopo per cui l’analisi

è richiesta. È intuitivo che il prelievo sia parte integrantedell’analisi e non andrebbe mai disgiunto dalle successiveoperazioni, se non in condizioni ben precise e rigorose, spe-cialmente se l’analisi è un accertamento destinato all’au-torità di controllo. Tanto è che l’ente unico diaccreditamento per la 17025, il SINAL, ora in ACCREDIA,ha istituito un apposito accreditamento di procedure diquesto genere dove sono accreditati ambedue i laboratorie sono accreditate, e quindi annualmente verificate, le pro-cedure di distribuzione delle singole parti di analisi tra i la-boratori. Requisito irrinunciabile, inoltre, è l’informazionechiara ed evidente del procedimento ai clienti ed agli uti-lizzatori del documento.

Quesito b)“È corretto che il laboratorio B certifichi dei dati di con-

centrazione invece che le quantità assolute misurate?”Non è corretto. Mancando il controllo del prelievo,

quindi del volume, il Chimico del secondo laboratorio nonpuò certificare una concentrazione ma solo la quantità diciò che ha misurato e che non può attribuire all’ambienteda cui si presume provenga.

Evidenziando con dei simboli: C(concentrazione)(mg/l)(±) = P(peso)(±)/V(volume)(?). Il peso ha un’incertezza estesa nota in (±);

il volume ha un’incertezza indeterminata in (?).

Quesito c)“Una concentrazione risulta valutata utilizzando l’unità

di formato (risoluzione) della misura GC della quantità di unVOC presente. Un prelievo viene fatto con 230 l ed un se-condo con 800 l. La concentrazione nel primo caso è supe-riore ai limiti di legge mentre nel secondo è sotto i limiti dilegge. È accettabile un certificato analitico che utilizzi comedato misurato l’unità di formato e non definisca l’incertezzaestesa dei dati riportati?

Non è accettabile. Non avendo quantificato l’incertezzanulla si può certificare. Considerando inoltre le due misuree presumendo un’aspirazione di 1 l/min concludo che ilprimo campionamento sia durato circa 4 ore, il che è accet-tabile, e che il secondo sia durato circa 13 ore. È possibileche l’aspirazione protratta abbia saturato la fialetta e che,quindi, il secondo valore ottenuto sia risultato inferiore alreale. Ho comunque l’impressione che il metodo attuatonon sia idoneo allo scopo.

Quesito d)Sulla base di una stima dell’incertezza del dato GC, for-

nita dal laboratorio B, è risultato che il valore della concen-trazione sarebbe inferiore al valore dell’unità di formatodella misura GC. È significativo questo risultato?

Credo di sì, nel senso che il dato ottenuto conferma cheil metodo analitico applicato non è idoneo poiché limitatonella risoluzione e quindi si può solo affermare che la so-stanza ricercata non è rilevabile o quantificabile con il me-todo utilizzato.

Cari Colleghi, ho volutamente limitato le mie risposteper dare spazio ai successivi interventi.

In attesa dei vostri contributi invio cordialissimi salutida parte mia e di tutto il Consiglio Nazionale.

n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 31

IL CHIMICO FORENSE

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ADNKRONOSAGENZIA Data 22 aprile 2010PARMA: DOMANI “LA CHIMICA... SIAMO NOI” RIU-

NISCE 4 MILA STUDENTI DA TUTTA ITALIAParma, 22 apr. - (Adnkronos) - “La chimica... siamo noi”

è il titolo dell’evento organizzato per domani a partire dalle9 a Parma al Convitto Maria Luigia, Borgo Lalatta, dall’Or-dine dei Chimici di Parma, in collaborazione con il ConsiglioNazionale dei Chimici.

L’evento vedrà riuniti per due giorni 4 mila studenti pro-venienti da tutta Italia. Saranno allestiti laboratori chimici,scene del crimine della polizia scientifica, angoli per la spe-rimentazione delle ultime tecniche utilizzate da famosi Ris.Tutti i partecipanti potranno cimentarsi con provette, am-polle e rilevamenti di impronte digitali per avvicinarsi almondo della chimica.

Nell’ambito della manifestazione sarà possibile visitareanche la mostra “La Chimica sui Muri”, concessa dall’Ar-chivio di Stato dei beni Culturali di Roma.

Una suggestiva esposizione di 100 manifesti d’epoca,180 marchi di fabbrica e documenti che, attraverso le im-magini metteranno in luce, oltre agli aspetti tecnologici edeconomici legati all’industria chimica, anche quelli più sto-rici e sociologici.

Sono previsti gli interventi di Armando Zingales, Presi-dente del Consiglio Nazionale dei Chimici, Luigi Campa-nella, Presidente della Società Chimica Italiana, IrioBianconi, Presidente dell’Ordine Provinciale dei Chimici diParma e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria.

GAZZETTA DI PARMA.ITWEB - Data 23 aprile 2010

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/13464/PGN_-_La_chimica_siamo_noi.html

GAZZETTA DI PARMA.ITWEB - Data 23 aprile 2010

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/6374/%26quot%3BLa_chimica_siamo_noi%26quot%3B_al_Convitto_Maria_Luigia.html.

REPUBBLICA.IT/PARMAWEB - Data 23 aprile 2010

http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/04/22/news/la_chimica_siamo_noi_in_arrivo_4mila_studenti-3540949/

REPUBBLICA.IT/PARMAWEB - Data 23 aprile 2010

http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/04/22/foto/la_chimica_sui_muri-3543447/1/

Agenzie e Web Evento Parma 2010

DICONO DI NOI

32 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 33

DICONO DI NOI

PARMAOK.ITWEB - Data 24 aprile 2010

Laboratori e scene del crimine“La chimica siamo noi...”

PARMA, 24 APRILE - Si è conclusa oggi la manifesta-zione tutta parmigiana “La chimica siamo noi...Parma2010” che quest’anno, nella sua quarta edizione, ha rice-vuto un importante riconoscimento dalla Presidenza dellaRepubblica alla quale l’Ordine dei Chimici aveva chiesto ilpatrocinio.

“L’evento - spiega Irio Bianconi - ha riunito per duegiorni 4 mila studenti provenienti da tutta Italia. Sono statiallestiti laboratori chimici, scene del crimine della poliziascientifica, angoli per la sperimentazione delle ultime tec-niche utilizzate da Ris per le loro importanti ricerche”.

A distanza di un anno, dopo il successo dell’ultima edi-zione 2009 con la visita ai nostri stands di oltre quattromilagiovani provenienti da Parma ma per la prima volta dallescuole di tutta Italia, assieme ad un pubblico diversificato,l’obiettivo portante dell’edizione 2010 è stata ancora, in unambito di assoluta gratuità per i visitatori, l’avvicinamentoall’area chimica degli studenti delle scuole medie superioridella nostra città e provincia e di tutta Italia.

Tutti i partecipanti hanno potuto cimentarsi con pro-vette, ampolle e rilevamenti di impronte digitali per avvici-narsi al mondo della chimica.

Nell’ambito della manifestazione sarà possibile visitareanche la mostra “La Chimica sui Muri”, concessa dall’Ar-chivio di Stato dei beni Culturali di Roma.

Una suggestiva esposizione di 100 manifesti d’epoca,180 marchi di fabbrica e documenti che, attraverso le im-magini metteranno in luce, oltre agli aspetti tecnologici edeconomici legati all’industria chimica, anche quelli più sto-rici e sociologici.

ADNKRONOS.COMWEB - Data 22 aprile 2010

Parma, 22 apr. - (Adnkronos) - “La chimica... siamo noi”è il titolo dell’evento organizzato per domani a partire dalle9 a Parma al Convitto Maria Luigia, Borgo Lalatta, dall’Or-dine dei Chimici di Parma, in collaborazione con il ConsiglioNazionale dei Chimici. L’evento vedrà riuniti per due giorni4 mila studenti provenienti da tutta Italia. Saranno allestitilaboratori chimici, scene del crimine della polizia scientifica,angoli per la sperimentazione delle ultime tecniche utiliz-zate da famosi Ris. Tutti i partecipanti potranno cimentarsicon provette, ampolle e rilevamenti di impronte digitali peravvicinarsi al mondo della chimica.

Nell’ambito della manifestazione sarà possibile visitareanche la mostra “La Chimica sui Muri”, concessa dall’Ar-chivio di Stato dei beni Culturali di Roma. Una suggestivaesposizione di 100 manifesti d’epoca, 180 marchi di fab-brica e documenti che, attraverso le immagini metterannoin luce, oltre agli aspetti tecnologici ed economici legati al-l’industria chimica, anche quelli più storici e sociologici.Sono previsti gli interventi di Armando Zingales, Presidentedel Consiglio Nazionale dei Chimici, Luigi Campanella, Pre-sidente della Società Chimica Italiana, Irio Bianconi, Presi-dente dell’Ordine Provinciale dei Chimici di Parma erappresentanti del mondo dell’imprenditoria.

LIBERO-NEWS.ITWEB - Data 22 aprile 2010

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ADNKRONOSAGENZIA - Data 23 aprile 2010

CHIMICA: RASSEGNA A PARMA PER SOTTOLINEARE L’IM-PORTANZA DELLA SCIENZA GIOVANI, IMPRESE, ISTITUZIONIE UN NUOVO ASSETTO PER L’ORDINE Parma, 23 apr. (Adnkro-nos) - La Chimica fa mostra di sè nella quarta edizione del-l’incontro tenuto a Parma dal titolo “La Chimica Siamo Noi”:una rassegna che vede partecipare istituzioni, industrie e stu-denti mirando a sottolineare il ruolo del settore oggi in fasedi ripensamento.

Una particolare attenzione è stata riservata alle nuove ge-nerazioni direttamente coinvolte in questa iniziativa. ‘’I gio-vani sono il nostro target - spiega Irio Bianconi, presidentedell’Ordine dei Chimici di Parma - la loro presenza, i loro ela-borati costituiscono ottime garanzie per l’approccio e la pre-

parazione della qualità della vita presente e futurà’ Ma parlaredi giovani significa parlare anche di educazione e riforma sco-lastica. Luigi Campanella, presidente della Società ChimicaItaliana, è preoccupato delle tendenze in atto relativamentealle materie scientifiche “noi stiamo facendo una battagliaper far si che alcune discipline scientifiche abbiano nellascuola lo spazio che si meritano e come chimico devo dire chenon registriamo un incremento ma piuttosto una riduzionedelle ore totali a disposizione degli studenti”. In questa dia-lettica con il Governo, oltre alla volontà di consolidare il ruolodella educazione scientifica nella scuola. c’è anche una pro-posta di piu’ generale ripensamento dell’Ordine stesso cheoggi mira a comprendere anche la categoria dei Fisici cosi’cercando nuovi strumenti per riaffermare il ruolo della scienzanell’Italia di oggi e soprattutto in quella di domani.

DICONO DI NOI

34 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

“RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DI SEGUITO LA COMUNICAZIONE PERVENUTA A NOMEDEI RICERCATORI DEL CENTRO GLAXO OVE SONO PRESENTI NUMEROSISSIMI COLLE-GHI CHIMICI. IL CNC SI ASSOCIA ALLE PREOCCUPAZIONI ESPRESSE ED AUSPICAFATTIVE E RISOLUTIVE SOLUZIONI.”

Da notizie stampa apprendiamo che è stato presentato ieri al ministero del Lavoro un accordopreliminare fra GlaxoSmithKline e Aptuit che prevede la cessione del Centro ricerche di Veronaa quest’ultima, con la prosecuzione delle attività di ricerca e senza la dispersione del patri-monio di conoscenze e risorse umane maturato negli anni.Lo rende noto la Glaxo in una nota, spiegando che l’accordo dovrà essere perfezionato nelleprossime settimane con l’elaborazione di un piano industriale di dettaglio per il quale saràindispensabile la massima collaborazione di tutte le parti sociali. Nel commentare l’esito del-l’incontro Luc Debruyne, general manager e presidente di Gsk Italia ha detto: «Dopo la pre-sentazione a fine marzo di prime alternative alla chiusura, questo accordo preliminareconferma il fattivo impegno di Gsk a trovare soluzioni sostenibili per la salvaguardia sia deiposti di lavoro sia della ricerca biomedica privata.Impegno che potrà tradursi in successo grazie all’immutata attenzione del Governo e allacollaborazione delle parti sociali». Timothy Tyson, presidente e ceo di Aptuit ha poi dichiarato:«La nostra azienda fornisce oggi servizi qualificati nel campo della Ricerca & Sviluppo a oltre800 aziende in tutto il mondo: il Centro ricerche di Verona potrebbe diventare la diciannove-sima ed una delle più importanti perle del nostro network di 18 centri, grazie alla qualitàdelle conoscenze in esso accumulate ed al grande valore professionale degli scienziati chevi lavorano». I dettagli dell’accordo, sottolinea la casa farmaceutica, «restano riservati». Ilcentro di ricerche farmaceutiche Glaxo di Verona deve diventare un polo di eccellenza per laricerca italiana: «Questa è la sfida che sta alla base della cessione del centro agli americanidella Aptuit e come Federmanager l’accettiamo e ci impegneremo per vincerla». Lo ha dettoil presidente della federazione dei manager e dirigenti d’azienda, Giorgio Ambrogioni, al ter-mine dell’incontro sulla possibile cessione del Centro ricerche di Verona di GlaxoSmithKlinealla società Usa. «Il Governo ha ben operato nell’ambito di una trattativa non facile ma riccadi potenzialià – ha proseguito Ambrogioni – ed è bene, a questo punto, chiarire i terminidella questione in vista degli incontri bilaterali, previsti nei prossimi giorni, e di quello, con-clusivo, di fine mese. Gli obiettivi della cessione del centro di ricerche Glaxo sono essenzial-mente tre: evitarne il frazionamento, creare le sinergie con le realtà dell’industria farmaceuticadel Paese, valorizzarne le professionalità esistenti».

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n. 3 mag/giu 2010 Il Chimico Italiano 35

NEWS

ACQUA14/04/2010 - Giornata Mondiale dell’Acqua 2010: un

giorno memorabile per le acque in Europa Il 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua, la Commis-

sione europea ha aderito all’appello delle Nazioni Unite chechiede ai Governi di tutto il mondo di innalzare il profilopolitico della qualità delle acque. È stato anche un eventoimportante per la gestione delle acque in Europa, perchè il22 marzo è scaduto il termine per gli Stati membri di pre-sentare i loro piani per la gestione dei bacini fluviali euro-pei, come richiesto dalla direttiva quadro sulle acque.

ARIA 13/04/2010 - Aria: Commissione concede periodo supple-

mentare a Germania La Commissione europea ha concesso un periodo sup-

plementare alla Germania perchè si conformi alla norma-tiva UE sulla qualità dell’aria. La decisione si riferisce aduna richiesta di deroghe temporanee in cinque zone o ag-glomerati nei Lander del Nord-Reno Westfalia.

CLIMA - CALAMITÀ NATURALI 14/04/2010 - Ambiente: Commissaria Ue vince premio Il Commissario europeo per l’azione sul clima, Connie

Hedegaard, si è aggiudicata il “Vanebryderprisen 2010”, ilpremio per il cambiamento di abitudini. La società di con-sulenza danese Habitmanager ha premiato una persona,organizzazione o azienda che ha avuto il coraggio di pen-sare in modo diverso e in modo originale e ha dimostratodi dare rilievo al cambiamento.

14/04/2010 - Clima: dibattito pubblico sulla protezionedelle foreste

A marzo la Commissione europea ha adottato un Libroverde che definisce le opzioni per un approccio dell’Unioneeuropea per la protezione delle foreste e le informazioni re-lative alle risorse forestali e la loro condizione. Le risposteal Libro verde da parte del pubblico, gli Stati membri, le isti-tuzioni europee e altre parti interessate, parte della consul-tazione pubblica che si chiuderà a luglio, guideranno laCommissione per un’ulteriore azione a livello dell’UE.

14/04/2010 - Clima: Hedegaard detiene negoziati negliStati Uniti e Messico

Connie Hedegaard, Commissario europeo per l’Azioneper il clima, ha visitato gli Stati Uniti e il Messico questomese per una serie di incontri bilaterali sui cambiamenticlimatici. Lo scopo delle visita è discutere su come portareavanti i negoziati internazionali per un accordo globale sulclima per il periodo successivo al 2012.

14/04/2010 - Clima: Ue definisce la strategia per rilanciarel’azione globale dopo Copenaghen

L’Unione europea ha definito la sua strategia per ilclima. Una comunicazione della Commissione propone chel’Europa applichi in breve tempo l’assistenza finanziaria aiPaesi in via di sviluppo decisa a Copenaghen a dicembre.Parallelamente, l’UE dovrebbe continuare a premere per unaccordo forte e giuridicamente vincolante globale che coin-volge tutti i Paesi in azione per il clima reale.

EFFICIENZA ENERGETICA 18/04/2010 - Auto: Norme comuni per i veicoli elettrici Un nuovo regolamento sulla certificazione dei veicoli

elettrici e ibridi è stata adottata dalla Commissione econo-mica delle Nazioni Unite per l’Europa (UNECE), fissando re-quisiti di certificazione comune dei veicoli.

14/04/2010 - Energia: Premi GreenLight e GreenBuildingdell’Unione europea

Questi premi, istituiti dalla Commissione europea rispet-tivamente nel 2000 e nel 2005, promuovono la riduzione vo-lontaria del consumo di energia da parte di organizzazionipubbliche e private. Uno dei 12 vincitori del premio nell’edi-zione 2010 del programma GreenLight è il Consiglio comu-nale della città di Dagda, in Lettonia, che ha ridotto dell’85per cento i suoi consumi energetici per l’illuminazione.

13/04/2010 - Biomassa: Da Ue 80 milioni di euro per la ri-cerca sulle bioraffinerie

Un’importante iniziativa della Commissione europea perl’uso sostenibile della biomassa fornirà circa 80 milioni dieuro per la ricerca nella bioraffineria allo scopo di svilup-pare nuovi modi per trasformare materie prime biologichein energia e materiali preziosi.

NATURA13/04/2010 - Biodiversità: Allarme in Europa per farfalle,

coleotteri e libellule La perdita degli habitat naturali e cambiamenti climatici

stanno avendo un grave impatto in Europa su farfalle, coleot-teri e libellule. Dalla pubblicazione dell’ultima Lista Rossa Eu-ropea, commissionata dalla Commissione europea, emergeche il 9% delle farfalle, l’11% dei coleotteri che dipendono dallegno e il 14% delle libellule sono a rischio di eliminazione.

13/04/2010 - Biodiversità: Ministri UE, si a nuovi obiettividi tutela per il 2020

I Ministri dell’ambiente riuniti a Bruxelles hanno con-cordato un nuovo obiettivo UE per la tutela della biodiver-sità nel 2020.

L’UE intende arrestare la perdita di biodiversità e il de-grado degli ecosistemici nella UE entro il 2020, rafforzandoil contributo dell’UE per scongiurare la perdita di biodiver-sità a livello mondiale.

Notizie dall’Europa

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13/04/2010 - Biodiversità: Perplessità e soddisfazioni delCommissario europeo

Il Commissario europeo per l’ambiente, Janez Potocnik,ha dato una reazione mista per l’esito di una riunione dellaConvenzione sul commercio internazionale delle specie mi-nacciate di flora e fauna selvatiche (CITES) tenutasi a Doha.

RIFIUTI-SOSTANZE NOCIVE 13/04/2010 - REACH: La nuova Commissione sostiene l’at-

tuazione rapida Il Vicepresidente della Commissione europea, Antonio

Tajani, e il commissario all’Ambiente, Janez Potocnik, sistanno adoperando per accelerare la registrazione di unagran quantità di sostanze chimiche prima del termine del30 novembre fornendo soluzioni a problemi pratici che l’in-dustria, in particolare le PMI, devono affrontare.

13/04/2010 - Vetro: Ridurre l’impatto ambientale del ri-ciclaggio

La SASIL, azienda italiana capofila nel progetto MEI-GLASS, ha sviluppato un processo innovativo per ridurre alminimo l’impatto ambientale del riciclaggio di vetro.

GIUSTIZIA - AFFARI INTERNIPenale 18/04/2010 - I Ministri convengono nel rafforzare la coo-

perazione nelle inchieste sugli incidenti aerei Nel tentativo di rafforzare la cooperazione tra le autorità

incaricate delle inchieste tecniche sugli incidenti aerei, ilConsiglio Trasporti ha approvato la creazione di una reteeuropea delle autorità dell’aviazione civile per inchiestesulla sicurezza, come proposto in un progetto di regola-mento presentato dalla Commissione europea lo scorso ot-tobre.

La rete faciliterà la condivisione di competenze e orga-nizzare attività di formazione tra i membri.

SANITÀPatologie - Tossicità 18/04/2010 - Stradali: Più vite possono essere salvate L’alleanza europea per la Sicurezza dei bambini (ECSA)

ha chiesto una normativa più rigorosa per la sicurezza deibambini e pratiche di contrasto da adottare da parte deiPaesi che partecipano alla Quinta Conferenza ministerialesu ambiente e salute tenutasi a Parma.

18/04/2010 - UE chiede la verifica della sicurezza sui bodyscanner aeroportuale

Mentre body scanner sono stati introdotti nel RegnoUnito, e, come precauzione contro il terrorismo, negli aero-porti italiani e olandesi, gli altri Paesi dell’UE sono in attesadella posizione comune dell’Unione europea sulla loro si-curezza per la salute dei passeggeri.

Sia la Commissione europea che il Parlamento europeosostengono sia necessario valutare a pieno il loro impattosulla salute e la protezione della privacy prima che una po-sizione europea possa essere formulata.

15/04/2010 - Biomedicina: Riprodurre i processi naturalidell’organismo

Un team di ricerca dell’Università di Bergen (Norvegia),finanziato dall’Unione europea, utilizza le nanotecnologieper riprodurre i processi naturali che hanno luogo all’orga-nismo. Gli scienziati mirano ad indurre le cellule a crearenuovi vasi sanguigni da utilizzare nei tessuti frutto dell’in-gegneria biomedica.

15/04/2010 - Ricerca: Ricercatori finanziati dall’UE se-quenziano il genoma dei microbi intestinali dell’uomo

Ricercatori finanziati dall’UE hanno sequenziato il ge-noma della comunità di microbi che vive nelle nostre viscere.Lo studio getta nuova luce su come questi microbi influisconosulla nostra salute e potrebbe portare allo sviluppo di nuoveterapie e test diagnostici per diverse malattie.

15/04/2010 - Sanità: Nuovi studi gettano luce sui fattorigenetici nella malattia renale

Un team internazionale di ricercatori, finanziato in partedall’Unione europea, ha individuato le varianti geneticheche potrebbe spiegare perchè alcuni individui sono più su-scettibili alle malattie renali croniche rispetto ad altri.

15/04/2010 - Sanità: Svolta nella chimica cerebrale del-l’epilessia focale

Una nuova ricerca ha rivelato che l’epilessia focale si ve-rifica quando le cellule cerebrali chiamate astroglia provo-cano l’attivazione dei neuroni adiacenti innescando unascarica epilettica.

I risultati potrebbero dare un nuovo orientamento allericerche dei neurologi che studiano le origini dell’epilessiae sono alla ricerca di nuove terapie farmacologiche.

NEWS

36 Il Chimico Italiano n. 3 mag/giu 2010

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La 63ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato unarisoluzione con cui proclama il 2011 Anno Internazionale della Chimica, affidandola responsabilitàdell’evento all’UNESCO e all’Unione Internazionale della Chimica Pura ed Applicata.(IUPAC). In considerazione di quanto prima, l’Unesco ha proclamato il 2011 “AnnoInternazionale della Chimica” per celebrare il ruolo fondamentale che svolge questafondamentale disciplina scientifica nella soluzione di molti problemi che affliggonoil Pianeta. Il tema scelto sarà: “Chemistry: our life, our future”. Proprio a celebrare leconquiste della chimica e del suo contributo al benessere dell’umanità.L’Anno rappresenta anche un modo per sollevare l’attenzione sul decennio delleNazioni Unite dell’educazione allo sviluppo sostenibile 2005-2014.Le attività nazionali e internazionali che si svolgeranno nel 2011 saranno incentratesull’importanza della chimica nella preservazione delle risorse naturali.La chimica è infatti fondamentale per la nostra comprensione del mondo edell’universo. Inoltre le trasformazioni molecolari sono essenziali alla produzionedi cibo, medicine, carburante, e innumerevoli manufatti e prodotti.L’Anno sarà un’occasione per il mondo per celebrare l’arte e la scienza chimicae il suo contributo fondamentalealla conoscenza, alla tutela dell’ambiente e allosviluppo economico.L’anno 2011, centesimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per lachimica a Maria Sklodowska Curie, costituirà anche un opportunità per celebrare ilcontributo delle donne alla scienza.Infine, l’Anno segna anche il centesimo anniversario della fondazione dell’Associa-zione Internazionale delle Società Chimiche (IACS), cui è succeduta l’IUPAC alcunianni dopo, create per affrontare il bisogno della comunicazione scientifica a livellointernazionale e di una cooperazione tra chimici, stabilendo nomenclatura e termi-nologia uniformi.

L’Ordine dei Chimici del Lazio-UmbriaAbruzzo e Molise preannunciache nel 2011 si terrà in Roma il XV Congresso Nazionale degli Ordinidei Chimici dal titolo: “La Chimica prende il volo”.Quanto prima verrà comunicata la sede e la data dell’evento.

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