La sorgente dell'amore - Comunità di S.Basso · trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel...

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Parrocchia San Basso - Cupra Marittima Martedì 16 ore 21.15 incontro con il regista Marco Simon Puccioni e con Teodoro Ndjock Ngana. Il colore delle parole: Teodoro è poeta e me- diatore culturale, Martin è musicista e informati- co, Justin sindacalista e Steve mediatore cultura- le. Tutti vivono e lavora- no in Italia da oltre trenta anni, sono africani e non sono ancora cittadini ita- liani. Questo documenta- rio esplora il loro mondo e la condizione di chi si batte per il diritto all’inte- Il colore delle parole Marco Simon Puccioni La sorgente dell'amore: In un piccolo villaggio del Maghreb, Leila, una giovane ventenne, porta avanti una campagna con- tro lo sfruttamento delle donne per il trasporto del- l'acqua. Gli uomini non si danno da fare, e così le donne sono costrette ad assumere la totalità dei compiti. Leila propone allo- ra di fare lo sciopero dell'a- more. Niente più sesso fin- ché gli uomini non costrui- ranno un tubo per portare l'acqua al villaggio. (da www.trovacinema.it ) TESSERA ACEC E CINEMA PER GLI UNIVERSITARI la Tessera Acec Marche. € 5, permet- te di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche. Universitari a € 4,00 www.cinemamargherita.com wwww.saledellacomunita.it [email protected] Tel 0735.778983 La sorgente dell'amore di Radu Mihaileanu Venerdì 22 sabato 23 lunedì 26 ore 21,15 domenica 25 marzo ore 16,00-18,30-21,15 V settimana di Quaresima Dal vangelo secondo Giovanni Gv 11, 1-45 In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa ma- lattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepo- li: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I disce- poli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del son- no. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdi- mo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che an- dasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe mor- to!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta at- torno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Riconciliazione nella fede della vita nuova Gesù risuscitando Lazzaro si rivela come risurrezione e vita. Gesù, che va a cercare e risvegliare Lazzaro fino alla soglia estrema della morte, è immagine e anticipa- zione della Passione e della Risurrezione. Egli ci viene a cercare nel più profondo della nostra fragilità, per farci risorgere con lui. La liberazione e la vittoria non sono complete se non è sconfitta anche la mor- te. Tuttavia non basta una conoscenza generica della risurrezione, e neppure soltanto una fede nella risur- rezione che venga confinata nel futuro: essa rischia di diventare nuovo motivo di frattura, di disunione, un pretesto per tirarsi fuori dalle vicende del mondo. Il cristiano diventa, come Gesù, segno autentico e prin- cipio di riconciliazione solo quando la sua fede nella risurrezione è ancorata al presente, diventa motivo di dono, di condivisione, di accettazione del rischio di vivere. Il dialogo con Marta e Maria sulla morte di Lazzaro ha per oggetto proprio questo tipo di fede nella risurrezione: una fede che non si limita a riman- dare al futuro, ma che permette di vivere in pienezza il presente, anche con le sue contraddizioni, anche con la sua sofferenza (prima di risuscitare Lazzaro, Gesù piange). Solo con una simile fede diventa possi- bile vivere “per lui”, e diventa possibile dire, come Tommaso: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Tommaso non si rende conto di quello che dice, ma dovrebbe essere questo l’atteggiamento del discepo- lo: colui che è disposto a dare la vita per Gesù, in attesa di risorgere con lui. La sorgente dell'amore: In un piccolo villaggio del Maghreb, Leila, una giovane ventenne, porta avanti una campagna con- tro lo sfruttamento delle donne per il trasporto del- l'acqua. Gli uomini non si danno da fare, e così le donne sono costrette ad assumere la totalità dei compiti. Leila propone allo ra di fare lo sciopero dell'a- more. Niente più sesso fin- ché gli uomini non costrui- ranno un tubo per portare l'acqua al villaggio. (da www.trovacinema.it ) TESSERA ACEC E CINEMA PER GLI UNIVERSITARI la Tessera Acec Marche. € 5, permet- te di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche. Universitari a € 4,00

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Parrocchia San Basso - Cupra Mar i t t ima

Martedì 16 ore 21.15

incontro con il regista Marco Simon Puccioni e con Teodoro Ndjock Ngana.

Il colore delle parole: Teodoro è poeta e me-diatore culturale, Martin è musicista e informati-co, Justin sindacalista e Steve mediatore cultura-le. Tutti vivono e lavora-no in Italia da oltre trenta anni, sono africani e non sono ancora cittadini ita-liani. Questo documenta-rio esplora il loro mondo e la condizione di chi si batte per il diritto all’inte-

Il colore

delle parole Marco Simon Puccioni

La sorgente dell'amore: In un piccolo villaggio

del Maghreb, Leila, una giovane ventenne, porta avanti una campagna con-tro lo sfruttamento delle donne per il trasporto del-l'acqua. Gli uomini non si danno da fare, e così le donne sono costrette ad assumere la totalità dei

compiti. Leila propone allo-ra di fare lo sciopero dell'a-more. Niente più sesso fin-ché gli uomini non costrui-ranno un tubo per portare l'acqua al villaggio. (da www.trovacinema.it)

TESSERA ACEC

E CINEMA PER GLI

UNIVERSITARI la Tessera Acec Marche. € 5, permet-

te di avere 5 ingressi ridotti, più uno in

omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.

Universitari a € 4,00

www.cinemamargherita.com

wwww.saledellacomunita.it

[email protected]

Tel 0735.778983

La sorgente dell'amore di Radu Mihaileanu

Venerdì 22 sabato 23 lunedì 26 ore 21,15

domenica 25 marzo ore 16,00-18,30-21,15

V settimana di Quaresima

Dal vangelo secondo Giovanni

Gv 11, 1-45

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa ma-lattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepo-li: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I disce-

poli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del son-no. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdi-mo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che an-dasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe mor-to!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta at-torno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Riconciliazione nella fede della vita nuova Gesù risuscitando Lazzaro si rivela come risurrezione e vita. Gesù, che va a cercare e risvegliare Lazzaro fino alla soglia estrema della morte, è immagine e anticipa-

zione della Passione e della Risurrezione. Egli ci viene a cercare nel più profondo della nostra fragilità,

per farci risorgere con lui. La liberazione e la vittoria non sono complete se non è sconfitta anche la mor-

te. Tuttavia non basta una conoscenza generica della risurrezione, e neppure soltanto una fede nella risur-

rezione che venga confinata nel futuro: essa rischia di diventare nuovo motivo di frattura, di disunione, un

pretesto per tirarsi fuori dalle vicende del mondo. Il cristiano diventa, come Gesù, segno autentico e prin-

cipio di riconciliazione solo quando la sua fede nella risurrezione è ancorata al presente, diventa motivo

di dono, di condivisione, di accettazione del rischio di vivere. Il dialogo con Marta e Maria sulla morte di

Lazzaro ha per oggetto proprio questo tipo di fede nella risurrezione: una fede che non si limita a riman-

dare al futuro, ma che permette di vivere in pienezza il presente, anche con le sue contraddizioni, anche

con la sua sofferenza (prima di risuscitare Lazzaro, Gesù piange). Solo con una simile fede diventa possi-

bile vivere “per lui”, e diventa possibile dire, come Tommaso: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Tommaso non si rende conto di quello che dice, ma dovrebbe essere questo l’atteggiamento del discepo-

lo: colui che è disposto a dare la vita per Gesù, in attesa di risorgere con lui.

La sorgente dell'amore: In un piccolo villaggio

del Maghreb, Leila, una giovane ventenne, porta avanti una campagna con-tro lo sfruttamento delle

donne per il trasporto del-l'acqua. Gli uomini non si danno da fare, e così le donne sono costrette ad assumere la totalità dei

compiti. Leila propone allo

ra di fare lo sciopero dell'a-more. Niente più sesso fin-ché gli uomini non costrui-ranno un tubo per portare l'acqua al villaggio. (da www.trovacinema.it)

TESSERA ACEC

E CINEMA PER GLI

UNIVERSITARI la Tessera Acec Marche. € 5, permet-

te di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le

Sale Acec Marche.

Universitari a € 4,00

LA DOMENICA - Anno 91 - n . 9 del 25 marzo 2012

Rinnovato

presepio

poliscenico di arte spagnola

“Paolo Fontana”

nella chiesa della

SS. Annunziata

vecchio incasato

( 35ª edizione)

Tutti

i pomeriggi da

Natale all’Epifania

con orario

15.00 - 19.00

e tutte le altre

domeniche di

gennaio 2012

con orario

15.00 - 17.00

Digiuno dai web-network

Sosteneva Marshall McLuahn: “la tecnologia è un invisibile tiranno che porta i suoi effetti distruttivi nei più profondi recessi della psiche, più di quanto posso-no fare i denti a sciabola della tigre o dell’orso”. Il sociologo canadese aveva intuito, già negli anni ’30,

che la struttura stessa del mezzo di comunicazione ha

il potere di influenzare l’uomo, molto più del messag-

gio veicolato. L’uomo cioè si rapporta ai “media” in

modi diversi e, in alcuni casi, questo rapporto si altera

fino a diventare dipendenza.

Se pensiamo alla moderna televisione, notiamo come

la vastità di canali e di contenuti offerti, miri a soddisfare ogni interesse di pubblico. Tutti

possiamo trovare quindi un programma “a misura”, nel quale in qualche modo riconoscerci.

La fruizione della televisione pertanto è sempre più personale, lo evidenzia il fatto che sia-

mo arrivati a possederne due o tre, installate in ogni angolo della casa. Accade così che tra

internet, videogiochi e TV, ci ritroviamo chiusi nelle nostre stanze, sempre più “soli” e tec-

nologici, a scapito di un dialogo familiare che stiamo inesorabilmente perdendo.

E se le relazioni familiari sono ridotte all’osso, non vanno certo meglio le relazioni che ab-

biamo con il mondo esterno. Secondo una indagine svolta dalla Società Italiana di Pediatria,

risulta che il 67% degli adolescenti ha un profilo su facebook, contro il 50% dell’anno scor-so. È in netto calo la percentuale di navigazione su internet per cercare informazioni utili per lo studio, mentre aumentano le attività dei ragazzi che sono “chattare” e navigare su Youtube. Ci stiamo abituando a creare “amicizie” con la semplicità di un click. Entriamo in contatto

con centinaia di persone ma quante di queste conosciamo veramente? Qual è la “qualità” di

queste relazioni? Una conoscenza vera dell’altro è fatta di confronti, di conflitti, ed è sicura-

mente più difficile da vivere rispetto ad una “amicizia” su facebook. Ma sono i rapporti reali

che emozionano, che infondono sicurezza e sentimenti autentici e sinceri. Le relazioni vir-

tuali invece deresponsabilizzano, annebbiano il concetto di prendersi cura dell’altro.

La proposta di digiunare dalla comunicazione digitale, come TV, SMS e social network,

non nasconde una sorta di moderno oscurantismo né la mortificazione di qualcosa che fa

parte ormai della nostra vita. L’obiettivo è piuttosto quello di riscoprire quei valori e quelle

dimensioni che possono farci riconsiderare tempi e usi degli strumenti elettronici di comuni-

cazione. Il progresso tecnologico è stato talmente veloce da coglierci forse impreparati. E’

tempo di riconsiderare i nuovi media non più come fini ma come mezzi.

Cosa possiamo fare?

Stacchiamoci, almeno per un giorno, da TV, videogiochi ed internet per recuperare l’incon-

tro personale con la nostra famiglia, con gli amici e con i vicini di casa. Parliamo con loro,

confrontiamoci, giochiamo insieme, perché è solo con le relazioni interpersonali che possia-

mo trasformarci da morti viventi in viventi risorti.

Torniamo a stupirci per le cose reali, vissute in prima persona. Viviamo l’esperienza della

contemplazione di un paesaggio insolito,focalizzando l’attenzione su qualcosa fuori dal no-

stro ordinario. In queste splendide giornate di primavera visitiamo posti nuovi o regaliamoci

una passeggiata in montagna. Ciò che affascina riempie, coinvolge, fa passare in secondo

piano i legami di dipendenza perché scioglie lo stato ansioso che li alimenta.

Se ne abbiamo l’occasione cerchiamo di vivere esperienze spirituali forti, che siano in gra-

do di affievolire il desiderio del cordone ombelicale digitale e a Pasqua non limitiamoci a

fare gli auguri inviando e-mail impersonali o sms, ma facciamo visita alle persone che ci

stanno a cuore. Niente può sostituire l’autenticità e il calore di un abbraccio vero.

Gianluca

Gli IMPEGNI della QUARESIMA

OGNI GIORNO

Ore 07.15 Lodi mattutine ed ufficio delle letture

Ore 08.00 e 18.30 Celebrazione Eucaristica

Ore 18.00 Rosario e Vespro

OGNI SETTIMANA

Sabato ore 17.00 in poi Confessione