La società industriale

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LA SOCIETÁ INDUSTRIALE La rivoluzione industriale introdusse dei cambiamenti, ma la prima fonte di guadagno rimase ancora l’agricoltura. Per questo l’aristocrazia terriera mantenne intatta la sua ricchezza. In questo periodo, nacque la nuova borghesia agraria che considerava la terra come un bene da sfruttare il più possibile. Nel mondo contadino: o piccoli proprietari terrieri (coltivavano e vendevano i loro prodotti) o contadini senza terra (lavoravano le terre dei signori) Nelle città: o i contadini andarono a lavorare come operai o altri contadini andarono a lavorare come domestici Le condizioni della classe operaia non erano cambiate e, spesso, per indicare questa classe sociale si utilizzava il termine di proletariato (ricorda: G. Pelizza da Volpedo, Il Quarto stato). Nelle città e nelle campagne persisteva la categoria degli artigiani. Nacque anche una nuova èlite economica e sociale: la borghesia industriale, cioè banchieri e imprenditori, che investivano i capitali nelle attività produttive. Questa borghesia industriale: o investiva i capitali o matrimoni con la nobiltà per ottenerne il titolo

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LA SOCIETÁ INDUSTRIALE

La rivoluzione industriale introdusse dei cambiamenti, ma la prima fonte di guadagno rimase

ancora l’agricoltura. Per questo l’aristocrazia terriera mantenne intatta la sua ricchezza.

In questo periodo, nacque la nuova borghesia agraria che considerava la terra come un bene da

sfruttare il più possibile.

Nel mondo contadino:

o piccoli proprietari terrieri (coltivavano e vendevano i loro prodotti)

o contadini senza terra (lavoravano le terre dei signori)

Nelle città:

o i contadini andarono a lavorare come operai

o altri contadini andarono a lavorare come domestici

Le condizioni della classe operaia non erano cambiate e, spesso, per indicare questa classe sociale

si utilizzava il termine di proletariato (ricorda: G. Pelizza da Volpedo, Il Quarto stato).

Nelle città e nelle campagne persisteva la categoria degli artigiani.

Nacque anche una nuova èlite economica e sociale: la borghesia industriale, cioè banchieri e

imprenditori, che investivano i capitali nelle attività produttive.

Questa borghesia industriale:

o investiva i capitali

o matrimoni con la nobiltà per ottenerne il titolo

o nuova mentalità: il lavoro visto positivamente, senso del risparmio e dello sforzo

personale.

La borghesia industriale si divideva in media borghesia (intellettuali, avvocati, medici e ingegneri)

e piccola borghesia (artigiani, piccoli commercianti e impiegati).

La CONDIZIONE DEGLI OPERAI diede vita a proteste e rivendicazioni. Inizia, così, un dibattito sulla

giustizia sociale (o questione sociale).

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I partiti socialisti erano i rappresentanti dei lavoratori in politica. Tanto che, nel 1864, fu

fondata a Londra l’Associazione internazionale dei lavoratori, detta PRIMA

INTERNAZIONALE. Poi, nel 1876, la Prima Internazionale fu sciolta per le polemiche e nel 1889

venne fondata a Parigi la SECONDA INTERNAZIONALE. Anche questa volta ci furono molte

discussioni, tanto che i partiti socialisti si divisero in:

o massimalisti (che poi prenderanno il nome di comunisti): volevano raggiungere

l’obiettivo con la rivoluzione.

o riformisti (che poi prenderanno il nome di socialisti o socialdemocratici):

volevano le riforme.

SOCIALISMO COMUNISMO SOCIALISTI UTOPICIIDEE Tendenza politica che

chiedeva maggiori

tutele e salari.

Erano socialisti “integralisti”

QUINDI

Tendenza politica che

chiedeva maggiori tutele e

salari.

Erano ancora dei socialisti

QUINDI

Tendenza politica che

chiedeva maggiori tutele e

salari.

COSA

VOLEVANO?

Volevano l’uguaglianza

sociale e una società

più giusta.

Volevano l’uguaglianza

sociale e una società più

giusta.

Volevano l’uguaglianza

sociale e una società più

giusta.

COSA

CRITICAVANO

COSA

VOLEVANO?

Criticavano il diritto alla

proprietà.

Criticavano il diritto alla

proprietà, volevano abolire la

proprietà privata, volevano

eliminare la società borghese

e il sistema capitalistico

Criticavano il diritto alla

proprietà.

Elaborarono delle teorie

troppo irreali, dette utopie.

COME

VOLEVANO

RAGGIUNGERE

GLI OBIETTIVI?

Volevano raggiungere i

loro obiettivi attraverso

l’intervento dello

Stato; solo lo Stato

poteva eliminare

l’ingiustizia sociale

attraverso delle

riforme.

Volevano raggiungere i loro

obiettivi attraverso una

necessaria rivoluzione.

TEORIZZATORI Più importante teorico Karl

Marx

Uno dei teorici fu Robert

Owen

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Nascono anche altre tendenze politiche e sociali, come l’anarchia, che rifiutava qualsiasi

forma di comando o governo e rivendicava la libertà. Secondo gli anarchici, era necessaria una

rivoluzione spontanea, senza una guida.

La chiesa cattolica stessa prende una posizione politica. I cattolici volevano sia la libertà sia la

giustizia sociale. Nel 1891, Leone XIII pubblicò l’enciclica Rerum Novarum, che sosteneva la

cooperazione e la proprietà privata.

La democrazia era l’ideologia della piccola borghesia. Essi vennero chiamati radicali perché

credevano che tutti avessero gli stessi diritti politici; perciò volevano il suffragio universale.

Ma per poter votare bisognava essere istruiti, quindi i radicali volevano che lo Stato si

occupasse dell’istruzione di tutte le persone. Oltre a ciò, lo Stato doveva impegnarsi per

rendere le tasse equamente distribuite.

Il liberalismo era seguito dalla borghesia ricca. L’idea fondamentale era la libertà sia in ambito

economico (detto liberismo) sia politico. Secondo il liberalismo, ogni uomo nasce libero, ma la

sua libertà finisce dove inizia quella degli altri. Lo Stato non si deve occupare delle questioni

economiche e deve essere ben equilibrato nei suoi tre poteri: legislativo, esecutivo,

giudiziario. I liberali erano a favore del suffragio censitario.

La questione del voto, censitario o universale, toccava soprattutto le donne, che erano escluse

dai seggi. Per questo motivo, nacquero gruppi di donne, femministe, che chiedevano gli stessi

diritti degli uomini. Le prime femministe si chiamavano suffragette, perché volevano il

suffragio universale.

Dal XIX (‘800) si formano anche i sindacati, cioè associazioni nate per difendere gli interessi dei

lavoratori che per protestare non lavoravano: sciopero.

Grazie ai sindacati i lavoratori si erano uniti e riuscirono a ottenere:

o aumento dei salari

o diminuzione dell’orario di lavoro.

Ma

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Allo sciopero i capitalisti rispondevano con le serrate, cioè chiudevano le fabbriche e non facevano

lavorare nessuno.

A volte, per fermare le proteste lo Stato interveniva con la repressione violenta (Chicago, 1

maggio 1886).

La società di massaLa società di massa è la nostra società, che si è formata durante la seconda rivoluzione industriale.

Produzione di prodotti in massa Urbanizzazione

Ciò ha portato ad un’uniformità nei comportamenti e nei costumi, siamo una massa e perciò questa società è anche detta società dei consumi.

In passato due erano le opinioni sulla società di massa:1) Preoccupazione: la persona si annulla e diventa uguale alle altre2) Opportunità: c’è un miglioramento per tutti

Dal punto di vista culturale la società di massa è migliore, perché

Era necessario che le persone avessero studiato e avessero anche competenze teoriche

Attraverso l’istruzione lo Stato poteva diffondere i valori

La maggior scolarizzazione avveniva attraverso i mezzi di comunicazione di massa (mass media), cioè la radio, il cinematografo, … Il settore terziario divenne quello maggiormente sviluppato.

Nella società di massa si diffonde maggiormente la democrazia, perciò tra Ottocento e Novecento si raggiunse il suffragio universale.

La democrazia e il suffragio universale portarono alla nascita dei partiti di massa o partiti di militanti. Essi sono organizzazioni diffuse nello Stato, con una direzione centrale, che hanno l’obiettivo di diffondere particolari ideali politici.

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I primi partiti di massa furono i socialisti.

I rappresentanti dei partiti, una volta eletti sedevano in Parlamento:

PARLAMENTOPARLAMENTO

Nella società di massa gli Stati diventano molto aggressivi: 1) Protezionismo2) Nuove colonie

SINISTRA

Democratici

PRESIDENTE

DESTRA

Conservatori

CENTRO

Moderati