La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

8
DI F ABIO FIGARA el salone della chiesa di S. Andrea apostolo, il parroco don Edoardo Medori e Marco Panciatici del gruppo culturale parrocchiale “Agorà” hanno invitato Patrizia Critti, educatrice presso la Casa circondariale di Livorno, e Salvatore Nasca, dirigente dell’Ufficio Esecuzione penale esterna, per il dibattito «Il carcere e la società civile, la pena come prospettiva di rieducazione». «In qualità di educatori - spiega Patrizia Critti - ci siamo interrogati spesso su cosa voglia dire scontare una pena, da parte del detenuto, e rieducare, per quanto riguarda il nostro ruolo. Lo scopo principale del nostro lavoro è far sì che qualità e attributi positivi emergano durante l’esperienza carceraria per una riabilitazione, per un nuovo ingresso di queste persone che hanno rotto il patto di convivenza all’interno della società stessa, per far sì che non tornino più in carcere una volta usciti». L’esperienza carceraria incide infatti in modo diverso sui singoli individui: per alcuni è un’esperienza importante di cambiamento, altri la vivono quasi con indifferenza, per altri ancora è peggiorativa e, spesso, è proprio in quest’ultimo caso che abbiamo il rientro in carcere. «La difficoltà consiste nel farsi carico delle realtà e delle problematiche più diverse, trovandosi a contatto con assassini, tossicodipendenti, truffatori e, spesso, con persone affette da problemi psichiatrici. Tuttavia, lavorando ed entrando in contatto con queste persone, e vivendo tutti, seppur in modi diversi, l’attuale situazione carceraria, alla fine ci sentiamo parte di una piccola comunità. E quando qualcuno si suicida o muore d’infarto, casi sempre più frequenti, la sofferenza è grande. E noi operatori siamo soli di fronte a queste situazioni». Proprio per questo è importantissimo il supporto di varie associazioni, i cui volontari intervengono attivamente nella realtà detentiva, pur essendo Livorno una “piazza difficile” per il forte pregiudizio esistente nei confronti dei carcerati. «Il pregiudizio è il percorso più facile - continua Critti - perché permette di evitare il confronto diretto con persone e problemi». E poi ci sono le responsabilità, anche penali, che comportano tali impegni. «Ogni volta che dichiariamo una persona adatta al rientro in società, c’è pur sempre una percentuale che comunque commetta un altro reato, e che rientri in carcere, e ciò comporta indagini a nostro carico per valutare le nostre competenze». Purtroppo non sempre è facile il reintegro nella società, e molti scelgono addirittura di non volersi avvalere di possibilità alternative o sconti di pena, per paura di “tornare fuori”, spesso senza casa, senza soldi, senza amici o parenti. «C’è una diffusa ignoranza, in Italia, sul problema delle misure alternative - spiega Salvatore Nasca - e il fatto che molti detenuti preferiscano rimanere in carcere piuttosto che provare a reintegrarsi gradualmente nella società, è una sconfitta per la collettività stessa; a livello sociologico, il carcere è lo specchio della società: se fuori esiste un malessere diffuso, altrettanto sarà in carcere». Il carcere è oggi un concentrato di problematiche sempre più diverse e ogni persona può avere non una, ma una serie di problemi difficili da risolvere. In questa situazione operatori pubblici e volontariato devono agire come una realtà unica. «Purtroppo non possiamo aspettarci che il carcere, così come impostato, risolva problemi che la società stessa non è in grado di risolvere - continua Nasca - e quelle persone provengono proprio da un tale tessuto sociale». Il detenuto si reintegra nel modo migliore solo ristabilendo il contatto graduale con la comunità. Le statistiche dimostrano che le misure alternative sono fondamentali in questo processo: sono recidivi circa il 68% di coloro che compiono completamente il proprio percorso in carcere, mentre la percentuale dei recidivi che hanno potuto usufruire precedentemente di misure alternative si aggira tra il 20 ed il 30%. Attualmente sono circa ventimila i detenuti che usufruiscono di tali possibilità ma «potrebbero essere almeno il doppio se le normative fossero applicate fino in fondo, alleggerendo così le prigioni che, ad oggi, contano quasi settantamila detenuti su quarantacinquemila posti effettivi». E le normative attuali dovrebbero sicuramente essere modificate per permettere percorsi processuali più brevi e agevolare i percorsi alternativi. «Siamo tuttavia felici di vedere come il nostro lavoro veda sempre più frequentemente dei risultati positivi: molti detenuti riescono veramente a cambiare vita e a reintegrarsi, seppur con molte difficoltà. Con i progetti che abbiamo in corso, come le attività lavorative nei campi sequestrati alla mafia, tramite l’associazione “Libera”, alcuni ritrovano una propria dimensione, e accettano di portare questa testimonianza nelle scuole, per parlare a tutti della realtà carceraria, perché non resti estranea alla società odierna». N Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 9 dicembre 2012 ome presentare un augurio veramente natalizio a coloro che vo- gliono essere cristiani e a coloro che non si ritengono tali? Agli uni e agli altri vorrei presentare il natale con una immagine non comune ma semplice e vera, dicendo che con Natale Dio si fa "vicino di casa". In fondo non è immagine nuova né gratuita; è solo la semplice tradu- zione delle parole con cui il Vangelo di Giovanni annunzia la nascita di Gesù, dicendo "venne ad abitare fra noi". Egli, con questo suo modo di fare, lascia all’uomo la libertà di aprire o no la sua porta; ma nello stesso tempo, con il Natale, Dio conquista anche per sé la libertà di rinnovare costantemente, a nome del Padre, la proposta di amore. (Messaggio di Natale, 1981) C In occasione della festa di S. Andrea apostolo, la parrocchia di don Edoardo Medori ha organizzato una serie di eventi, tra cui un incontro sulla rieducazione dei detenuti e sulle misure alternative al carcere PROGETTI IN CARITAS a sempre la Caritas diocesana si occupa di progetti per il reinseri- mento graduale dei detenuti nella società civile, attraverso l’acco- glienza personale ed il sostegno di attività lavorative e formative. Ad esempio, tramite la Commissione carcere, coordinata da Maurizio Ulacco, sociologo sanitario, si cerca di portare assistenza al detenuto perché, attraverso opere socialmente utili, possa riavvicinarsi alla col- lettività nel modo meno traumatico. "Abbiamo la possibilità di col- laborare anche con varie associazioni - afferma Ulacco - con l’ASL e con gli enti locali: con la Provincia è stato possibile creare un opera- tore addetto a seguire i detenuti uscenti nel loro percorso di reinseri- mento, una vera e propria figura istituzionale. Con la Croce Rossa ita- liana verranno attivati a breve, all’interno delle Sughere, dei Corsi di Primo Soccorso per carcerati, probabilmente la prima esperienza di questo tipo in Italia: ritengo sia importante che i detenuti abbiano la possibilità di aiutare, e magari salvare, un compagno di cella che ha avuto un incidente o che ha tentato di suicidarsi, nell’attesa dell’arri- vo di un medico. E per facilitare anche il lavoro medico all’interno del carcere ed il pronto intervento, ci stiamo occupando di creare un servizio di telemedicina con l’ASL per la trasmissione immediata di lastre ed analisi." Oltre a questi, importantissimo è il progetto "Speri- mentando", finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livor- no e coordinato in Caritas diocesana da Valentina Vaccari: riguarda una serie di percorsi di ospitalità e di accompagnamento per favorire il recupero di persone senza dimora, in misura alternativa o a pochi mesi dalla scadenza della pena detentiva, ospitandoli in una casa in cui possono vivere fino a 5 ospiti segnalati dall’Uepe (Ufficio esecu- zioni penali esterne), dagli Istituti penitenziari, dagli Enti locali e dal mondo dell’associazionismo. F.F. D Continua il percorso «Sperimentando» IL CARCERE è lo specchio della società IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi IL CARCERE DI LIVORNO: «LE SUGHERE» Attualmente può ospitare solo uomini, circa centoquaranta, "avendo chiuse per inagibilità due ali intere della struttura - spiega Chierchia Romeo, ispettore di Polizia penitenziaria - e proprio per questo, lo scorso anno più di trecento detenuti sono stati trasferiti presso altre carceri toscane, inclusa la struttura di Porto Azzurro, già in difficoltà per il sovraffollamento". È tuttavia quasi pronto un nuovo padiglione, con possibilità di servizi igienici adeguati alle normative vigenti, ma deve ancora essere aperto. Nel frattempo una delle soluzioni contro il sovraffollamento sarebbe proprio il favorire le misure alternative (attualmente usufruiscono di tale possibilità circa duecento persone sul territorio) o l’uso di nuovi sistemi tecnologici, come il braccialetto elettronico. CARCERE DI PORTO AZZURRO Molto difficile la situazione a Porto Azzurro, dove già dallo scorso anno si registra una situazione precaria per il sovraffollamento: 440 persone circa contro una capienza di 250. Infatti, per fare spazio ai nuovi arrivi (tra cui i detenuti delle Sughere) sono stati sgombrati e adattati a celle dei vecchi magazzini. CARCERE DI GORGONA L’isola di Gorgona è una realtà unica in Italia, completamente a disposizione della struttura carceraria. La struttura ha come scopo principale la riabilitazione dei detenuti attraverso "il lavoro agricolo e l’allevamento di animali - dice Francesco Presti, agronomo presso la struttura dell’isola - nonché la produzione di olio, vino, conserve, marmellate, formaggio, carne e miele". Attualmente la struttura ospita circa una settantina di persone più il personale di Polizia penitenziaria e i tecnici. Le case circondiariali di Livorno e provincia Speciale CARCERE

description

Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

Page 1: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

DI FABIO FIGARA

el salone dellachiesa di S. Andreaapostolo, ilparroco don

Edoardo Medori e MarcoPanciatici del gruppoculturale parrocchiale“Agorà” hanno invitatoPatrizia Critti, educatricepresso la Casa circondarialedi Livorno, e SalvatoreNasca, dirigente dell’UfficioEsecuzione penale esterna,per il dibattito «Il carcere e lasocietà civile, la pena comeprospettiva dirieducazione».«In qualità di educatori -spiega Patrizia Critti - cisiamo interrogati spesso sucosa voglia dire scontare unapena, da parte del detenuto,e rieducare, per quantoriguarda il nostro ruolo. Loscopo principale del nostrolavoro è far sì che qualità eattributi positivi emerganodurante l’esperienzacarceraria per unariabilitazione, per un nuovoingresso di queste personeche hanno rotto il patto diconvivenza all’interno dellasocietà stessa, per far sì chenon tornino più in carcereuna volta usciti».L’esperienza carcerariaincide infatti in mododiverso sui singoli individui:per alcuni è un’esperienzaimportante dicambiamento, altri lavivono quasi conindifferenza, per altri ancoraè peggiorativa e, spesso, èproprio in quest’ultimo casoche abbiamo il rientro incarcere. «La difficoltàconsiste nel farsi carico delle

realtà e delle problematichepiù diverse, trovandosi acontatto con assassini,tossicodipendenti, truffatorie, spesso, con persone affetteda problemi psichiatrici.Tuttavia, lavorando edentrando in contatto conqueste persone, e vivendotutti, seppur in modi diversi,l’attuale situazionecarceraria, alla fine cisentiamo parte di unapiccola comunità. E quandoqualcuno si suicida o muored’infarto, casi sempre piùfrequenti, la sofferenza ègrande. E noi operatorisiamo soli di fronte a questesituazioni». Proprio perquesto è importantissimo ilsupporto di varieassociazioni, i cui volontariintervengono attivamentenella realtà detentiva, puressendo Livorno una“piazza difficile” per il fortepregiudizio esistente neiconfronti dei carcerati.«Il pregiudizio è il percorsopiù facile - continua Critti -perché permette di evitare ilconfronto diretto conpersone e problemi». E poici sono le responsabilità,anche penali, checomportano tali impegni.«Ogni volta che dichiariamouna persona adatta alrientro in società, c’è pursempre una percentuale checomunque commetta unaltro reato, e che rientri incarcere, e ciò comportaindagini a nostro carico pervalutare le nostrecompetenze». Purtropponon sempre è facile ilreintegro nella società, emolti scelgono addirittura dinon volersi avvalere di

possibilità alternative osconti di pena, per paura di“tornare fuori”, spesso senzacasa, senza soldi, senzaamici o parenti.«C’è una diffusa ignoranza,in Italia, sul problema dellemisure alternative - spiegaSalvatore Nasca - e il fattoche molti detenutipreferiscano rimanere incarcere piuttosto che provarea reintegrarsi gradualmentenella società, è una sconfittaper la collettività stessa; alivello sociologico, il carcereè lo specchio della società:se fuori esiste un malesserediffuso, altrettanto sarà incarcere». Il carcere è oggi unconcentrato diproblematiche sempre piùdiverse e ogni persona puòavere non una, ma una seriedi problemi difficili darisolvere. In questasituazione operatoripubblici e volontariatodevono agire come unarealtà unica. «Purtropponon possiamo aspettarci cheil carcere, così comeimpostato, risolva problemiche la società stessa non è ingrado di risolvere - continuaNasca - e quelle personeprovengono proprio da untale tessuto sociale». Ildetenuto si reintegra nelmodo migliore soloristabilendo il contattograduale con la comunità.Le statistiche dimostranoche le misure alternativesono fondamentali inquesto processo: sonorecidivi circa il 68% dicoloro che compionocompletamente il propriopercorso in carcere, mentrela percentuale dei recidivi

che hanno potuto usufruireprecedentemente di misurealternative si aggira tra il 20ed il 30%.Attualmente sono circaventimila i detenuti cheusufruiscono di talipossibilità ma «potrebberoessere almeno il doppio se lenormative fossero applicatefino in fondo, alleggerendocosì le prigioni che, ad oggi,contano quasi settantamiladetenuti suquarantacinquemila postieffettivi». E le normativeattuali dovrebberosicuramente esseremodificate per permetterepercorsi processuali piùbrevi e agevolare i percorsialternativi. «Siamo tuttaviafelici di vedere come ilnostro lavoro veda semprepiù frequentemente deirisultati positivi: moltidetenuti riescono veramentea cambiare vita e areintegrarsi, seppur conmolte difficoltà. Con iprogetti che abbiamo incorso, come le attivitàlavorative nei campisequestrati alla mafia,tramite l’associazione“Libera”, alcuni ritrovanouna propria dimensione, eaccettano di portare questatestimonianza nelle scuole,per parlare a tutti della realtàcarceraria, perché non restiestranea alla societàodierna».

N

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

9 dicembre 2012

ome presentare un augurio veramente natalizio a coloro che vo-gliono essere cristiani e a coloro che non si ritengono tali?

Agli uni e agli altri vorrei presentare il natale con una immagine noncomune ma semplice e vera, dicendo che con Natale Dio si fa "vicinodi casa". In fondo non è immagine nuova né gratuita; è solo la semplice tradu-zione delle parole con cui il Vangelo di Giovanni annunzia la nascitadi Gesù, dicendo "venne ad abitare fra noi".Egli, con questo suo modo di fare, lascia all’uomo la libertà di aprire ono la sua porta; ma nello stesso tempo, con il Natale, Dio conquistaanche per sé la libertà di rinnovare costantemente, a nome del Padre,la proposta di amore.

(Messaggio di Natale, 1981)

C

In occasione della festa di S. Andrea apostolo,la parrocchia di don Edoardo Medori ha organizzatouna serie di eventi, tra cui un incontro sulla rieducazionedei detenuti e sulle misure alternative al carcere

PROGETTI IN CARITAS

a sempre la Caritas diocesana si occupa di progetti per il reinseri-mento graduale dei detenuti nella società civile, attraverso l’acco-

glienza personale ed il sostegno di attività lavorative e formative. Adesempio, tramite la Commissione carcere, coordinata da MaurizioUlacco, sociologo sanitario, si cerca di portare assistenza al detenutoperché, attraverso opere socialmente utili, possa riavvicinarsi alla col-lettività nel modo meno traumatico. "Abbiamo la possibilità di col-laborare anche con varie associazioni - afferma Ulacco - con l’ASL econ gli enti locali: con la Provincia è stato possibile creare un opera-tore addetto a seguire i detenuti uscenti nel loro percorso di reinseri-mento, una vera e propria figura istituzionale. Con la Croce Rossa ita-liana verranno attivati a breve, all’interno delle Sughere, dei Corsi diPrimo Soccorso per carcerati, probabilmente la prima esperienza diquesto tipo in Italia: ritengo sia importante che i detenuti abbiano lapossibilità di aiutare, e magari salvare, un compagno di cella che haavuto un incidente o che ha tentato di suicidarsi, nell’attesa dell’arri-vo di un medico. E per facilitare anche il lavoro medico all’internodel carcere ed il pronto intervento, ci stiamo occupando di creare unservizio di telemedicina con l’ASL per la trasmissione immediata dilastre ed analisi." Oltre a questi, importantissimo è il progetto "Speri-mentando", finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livor-no e coordinato in Caritas diocesana da Valentina Vaccari: riguardauna serie di percorsi di ospitalità e di accompagnamento per favorireil recupero di persone senza dimora, in misura alternativa o a pochimesi dalla scadenza della pena detentiva, ospitandoli in una casa incui possono vivere fino a 5 ospiti segnalati dall’Uepe (Ufficio esecu-zioni penali esterne), dagli Istituti penitenziari, dagli Enti locali e dalmondo dell’associazionismo.

F.F.

D

Continua il percorso«Sperimentando»

IL CARCEREè lo specchio

della società

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

IL CARCERE DI LIVORNO: «LE SUGHERE»Attualmente può ospitare solo uomini, circa centoquaranta,"avendo chiuse per inagibilità due ali intere della struttura -spiega Chierchia Romeo, ispettore di Polizia penitenziaria - eproprio per questo, lo scorso anno più di trecento detenutisono stati trasferiti presso altre carceri toscane, inclusa lastruttura di Porto Azzurro, già in difficoltà per ilsovraffollamento". È tuttavia quasi pronto un nuovopadiglione, con possibilità di servizi igienici adeguati allenormative vigenti, ma deve ancora essere aperto. Nelfrattempo una delle soluzioni contro il sovraffollamentosarebbe proprio il favorire le misure alternative (attualmenteusufruiscono di tale possibilità circa duecento persone sulterritorio) o l’uso di nuovi sistemi tecnologici, come ilbraccialetto elettronico.

CARCERE DI PORTO AZZURROMolto difficile la situazione a Porto Azzurro,dove già dallo scorso anno si registra unasituazione precaria per il sovraffollamento: 440persone circa contro una capienza di 250.Infatti, per fare spazio ai nuovi arrivi (tra cui idetenuti delle Sughere) sono stati sgombrati eadattati a celle dei vecchi magazzini.

CARCERE DI GORGONAL’isola di Gorgona è una realtà unica in Italia,completamente a disposizione della strutturacarceraria. La struttura ha come scopo principalela riabilitazione dei detenuti attraverso "il lavoroagricolo e l’allevamento di animali - diceFrancesco Presti, agronomo presso la strutturadell’isola - nonché la produzione di olio, vino,conserve, marmellate, formaggio, carne e miele".

Attualmente la struttura ospita circa una settantina di personepiù il personale di Polizia penitenziaria e i tecnici.

Le case circondiarialidi Livorno e provincia

SpecialeCARCERE

Page 2: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 dicembre 2012II

La parola alle... CARITAS PARROCCHIALI

La parrocchia diSan Matteo... in ascolto

li esercizi della carità nascono dallavoglia di osservare il mondo con gli

occhi aperti sul vangelo della carità, at-traverso il servizio in diverse realtà, lapreghiera e il confronto,ma anche il di-vertimento e il gusto dello stare Insieme.

GIOVEDÌ 27 DICEMBREArrivi entro le ore 17.00, a seguire,presentazione, sistemazione e cele-brazione eucaristica di inizio incon-tro.Serata di fraternità.

GIORNATA TIPO:7.30 lodi, colazione e partenza per idiversi servizi14.00 pranzo in Caritas e rientro aQuercianella15.00-16.30 Tempo libero16.30 tempo di riflessione e di for-mazione18.30 Eucarestia20.00 cena e serata in fraternità

DOMENICA 30 DICEMBREIncontriamo la comunità monasticadi Siloe (GR)

LUNEDÌ 31 DICEMBRECapodanno in Caritas, animato danoi!

Dove?Casa San GiuseppeVia Mario Puccini, 68Quercianella (LI)

Prezzo50,00 euro

Porta con teBibbia, sacco a pelo o lenzuola,asciugamani, strumenti musicali

Per informazioni e adesioni:Sr Raffaelle [email protected] [email protected]

Don [email protected]

Iscrizioni entro il 20 dicembreIMPORTANTE:Se per capodanno avevi già altri pro-grammi, puoi comunque partecipareagli "Esercizi della Carità" rimanen-do con noi fino alla sera del 30 di-cembreTi aspettiamo con gioia!

G

Occhi apertisul mondoe sul prossimo

l Centro ascolto dellaParrocchia di S. Matteo èattivo ormai da unaventina d’anni, punto di

aiuto fondamentale permolte famiglie della zonain difficoltà.Il gruppo, composto daCarlo Cresti, GiovanniPampana, Patrizia Belcari,Carla Corsi e Gino Risaliti,consegna il paccoalimentare ogni duesettimane, di giovedì, dalle18 alle 19. «Abbiamo iniziato con ilproposito di ascoltare leesigenze delle famiglie dellaParrocchia - spiega Cresti,responsabile del CentroAscolto - riuscendofortunatamente a risollevareanche situazioni piuttostodifficili. Purtroppo però conl’aumento dell’emergenzasociale abbiamo perso un po’questa connotazioneoriginaria: oggi le persone, perlo più stranieri, vengonosemplicemente a ritirare ilpacco; è difficile, salvo qualcheoccasione, instauraresuccessivamente un dialogocostruttivo duraturo, che cipermetta di capire quali sianole difficoltà di singoli e famiglieche bussano alla nostra porta.Oltre alle difficoltà linguistiche,molti sono diffidenti. Alcuninon passano nemmeno dallaCaritas, ma vanno direttamentedal sacerdote.» E don CornelAdrian Benchea, parroco di S.Matteo da un paio d’anni, cercadi venire incontro alle esigenzedi tutti coloro che si presentanoper chiedere aiuto, anche senon sono inseriti nella listaCaritas di coloro che hannodiritto alla consegna del pacco,iscrizione che avviene dietropresentazione dell’ISE(l’indicatore della situazioneeconomica). Oggi come oggisono consegnati ufficialmenteuna trentina di pacchi. Risorseimportanti provengonodall’AGEA e dal BancoAlimentare, ma èimportantissimo l’aiuto offertodagli stessi parrocchiani: ogniterza domenica del mese èorganizzata una raccoltaappositamente per la Caritasdurante le Messe. «Siamomolto fortunati ad avere deiparrocchiani sensibili alproblema. Purtroppo, negliultimi tempi, abbiamoconosciuto una diminuzionedelle offerte per la Caritas,complice la crisi economica ela crescente diffidenza neiconfronti di alcuni di coloroche aiutiamo: alcuni sipresentano a prendere il paccocon la propria automobile,magari anche di una certacilindrata, e presentano l’ISE azero; e questo perché, magari,fanno un lavoro in nero. Manoi siamo qui per aiutare e nonper giudicare. A chi bussa, saràsempre aperto.» E proprio per gestire al megliole esigenze di un territoriodifficile come quello in cui sitrovano, tra le Parrocchie delsecondo vicariato si è

I

instaurato, sin dagli inizi, unimportantissimo rapporto dicollaborazione, al fine di potergestire le varie emergenze dellaparte settentrionale della città. Ivolontari organizzano, semprea livello vicariale, collettealimentari presso isupermercati di zona,dividendosi i viveri per i pacchia seconda delle esigenze dellesingole Parrocchie, e riescono atenersi informati su casiparticolari.«Purtroppo la zona nord dellacittà è quella con più altadensità di famiglie in situazionidi disagio - spiega PatriziaBelcari - e quindi risultafondamentale tenersi incontatto con gli altri CentriCaritas, per cercare di arginareproblematiche che,singolarmente, sarebberomolto difficili da gestire: sipensi a realtà come viaGiordano Bruno, dove ilComune ha disposto gli alloggiper i “casi socialmenterilevanti”, in cui abitano anchepersone tossicodipendenti che,spesso, arrivano a bussare alleCaritas. Inoltre, in questomodo, riusciamo a “dividerci icompiti”, perché chi possiedelocali più ampi ed attrezzati,può occuparsi delladistribuzione dei vestitioppure, in casi disovraffollamento, alcunefamiglie bisognose possonoessere “prese in carico” da altreParrocchie: ad esempio, écapitato di doverci occupare difamiglie o d’individui dellaParrocchia di S. Giuseppe, il cuicentro Caritas ha moltissimedifficoltà dovute allaparticolare situazione didisagio della zona». E poi èimportante, in un periodo incui si cerca di razionalizzare lerisorse in ogni settore,conoscere chi si reca in altreParrocchie per prelevare altripacchi. «Non diciamo di no anessuno, cerchiamo comunquedi accontentare sempre coloroche ci chiedono aiuto».Ultimamente, d’accordo con lecatechiste, il gruppo cerca dicoinvolgere anche la gioventùdella Parrocchia, in modo chepossa formarsi una “nuovagenerazione” di volontari cheprenda a cuore il problemadell’emarginazione e dellapovertà sul territorio,coinvolgendoli nellapreparazione dei pacchi o

raccontando loro come siopera in Caritas. «Vogliamotrasmettere ai giovani labellezza ed il valore profondodella missione della Caritas,seguendo quanto scritto

proprio nel Vangelo di Matteo:“ho avuto fame e mi avete datoda mangiare, ho avuto sete e miavete dato da bere […] eronudo e mi avete vestito”.

Fabio Figara

Un centro sempreaperto ad accoglierechi ne ha bisogno, a

collaborare con lealtre parrocchie e a

sensibilizzare i proprigiovani per far fronte

al grave problemadella povertà

Nelle foto: accanto il parroco don Cornelio Benchea, sopra i responsabili del Centro di ascolto Carlo Cresti, Carla Corsi, Patrizia Belcari e la chiesa San Matteo nel quartiere Fiorentina

A Quercianella dal 27dicembre a Capodanno

Page 3: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 dicembre 2012 III

CONOSCIAMO LAGioventù Benedettina

DI GIAMPAOLO DONATI

ensi alla Regola di SanBenedetto, e subito tivengono subito in menteausteri conventi

medievali e anziani monaci inpreghiera protetti dalle spessemura di inaccessibili abbazie.Ma c’è anche chi la Regolacerca di portarla nella propriavita quotidiana di giovane deinostri giorni. Parliamo dellaGioventù Benedettina, ungruppo di circa trenta fraragazzi e ragazze, che da anni siritrova presso il Santuario diMontenero attorno alla figuradi padre Luca Giustarini, e checercano di realizzare nelmondo di oggi iprincipi che SanBenedetto avevaelaborato quasi unmillennio e mezzo fa.«La nostra esperienzacominciò nel 2000 - ciracconta SimoneValenti, presidente euno dei fondatori delgruppo- all’inizioeravamo solo inquattro: quattroragazzi provenienti dastorie diverse, ma conuna cosa in comune:avevamo scoperto dapoco la fede ederavamo alla ricerca diuna guida. E dopo avercercato a lungo, laabbiamo trovata qui».

E che cosa trovate qui che nonavete trovato altrove?«Una delle idee che sta dietroalla Gioventù Benedettina èquella del combattimentospirituale: l’’idea che la vitadell’uomo, fin dalla nascita,consiste sempre in una lottaquotidiana contro le tentazionidel maligno, contro le propriedebolezze e i propri vizi. Sututto questo noi crediamo, adifferenza anche di molticristiani, che non si debba maiabbassare la guardia. Una dellenostre preghiere simbolo èproprio quella delcombattimento spirituale. Enon a caso ci consideriamouna milizia: la “Militia SanctiBenedicti”».

Veniamo all’organizzazione:che cosa è e come funzionaprecisamente il vostro gruppo?«Intanto, il nostro vero nome èFamilia Sancti Benedicti, esiamo formalmente unafamiglia laica aggregata aibenedettini. L’età media è sui30 anni. Abbiamo un nostrostatuto, un presidente,un’assemblea che si riunisceuna volta ogni tre anni, e unPadre assistente, che è don

P

Luca Giustarini. Il nostro scopoconsiste, sostanzialmente, neltentativo di portare nel mondolaico e civile, fuori dalle muramonastiche, la Regolabenedettina dell’”Ora etLabora”, vivendo nella nostraesistenza la “disciplina dellapace” benedettina».

Ma non è difficile portare nellapratica quotidiana di oggi delleprescrizioni di vita pensate perdei monaci che vivono isolatidal mondo?«Naturalmente non è possibileper noi vivere la Regola allalettera, come la vivono ancoraoggi i monaci nei monasteri:quello che noi cerchiamo difare è vivere nella nostra vita lospirito di San Benedetto e, inparticolare cercare di portare lapreghiera nella vita quotidiana,secondo appuntol’insegnamento “ora et labora”.Nel nostro statuto, ad esempio,è previsto che ognuno di noi siimpegni a recitarequotidianamente il SantoRosario, che può esseredefinito la “preghiera ufficiale”della Gioventù benedettina».

Fate anche incontri in comune?

«Ogni martedì sera ciincontriamo al Santuario per larecita il Santo Rosario: dopo ilRosario, abbiamo un incontrodi catechesi, che vienegeneralmente condotto da donLuca. Questa catechesi puòprendere di volta in voltaforme diverse: lettura della vitadei santi, studio del carismabenedettino. Ultimamenteabbiamo cominciato unpercorso di lettura del Vangelodi San Luca. Oltre a questo, ilgruppo svolge attività dicaritative e, ogni anno,organizziamo l’”Adunanzaeucaristica” del 7-8 dicembrepresso il Santuario, che per noirappresenta l’evento piùimportante di tutto l’anno».

Come si fa a diventare partedella Gioventù Benedettina?«L’accettazione nel nostrogruppo non è immediata:occorre per prima cosapresentare una domanda, e aquel punto si fa un anno diprobandato, durante il quale sifrequenta il gruppo e, alla finedel percorso, se tutto è andatobene, si diventa membrieffettivi con pieni diritti edoveri di un associato».

Perché si deve attendere unperiodo così lungo prima diessere ammessi?«Il nostro è un percorso similea quello svolto dagli aspirantimonaci, che per essereammessi all’Ordinebenedettino devono anche essifare un anno di prova. In findei conti, è giusto che ilgruppo vagli la realeconvinzione dei richiedentiprima di accoglierli e, d’altraparte, è anche giusto che lepersone abbiano a loro volta

l’opportunità di conoscere afondo il gruppo, in modo chepossano poi scegliere conpiena consapevolezza se farneparte o meno».

Un’ultima domanda: in unmondo sempre più irreligioso ematerialista come il nostro, chesi pone in antitesi totaleall’ideale di vita monastico, chesignificato pensate che possaavere la vostra esperienza, diportare nella vita di oggi iprincipi della Regola di SanBenedetto?«La Regola di San Benedetto,nonostante quello che si puòpensare, è in realtà più attualeche mai: solo per fare unesempio, è stato realizzatotempo fa l’esperimento diportare alcuni elementi dellaRegola nell’organizzazione dialcune imprese, e si è visto chein questo modo la produttivitàdi queste ultime ha avuto unnotevole incremento. Maanche senza andare amolto lontano, ifrutti della Regola sivedono anche da noi:da che il gruppo si èformato, sono giànate cinque famigliecristiane di ragazzi eragazze che si sonoconosciuti qui, e inpiù abbiamo avutoben due vocazionisacerdotali. Tuttoquesto dimostra che,se ti rendi veramenteconto del valore cheha la Regola di SanBenedetto, essa puòdarti una forzastraordinaria e unaeccezionale capacitàdi affrontare ilcammino della vita.»

Giovani che hanno uno scopo: il tentativo di portare nel mondolaico e civile,fuori dalle muramonastiche,la Regolabenedettinadell’«Ora et Labora»

n gruppo di preti della nostradiocesi ha vissuto come ogni

anno gli esercizi spirituali insiemeal vescovo Simone. Comepredicatore è stato chiamatomonsignor Vittorio Peri, docentedell’istituto teologico di Assisi, cheattualmente ricopre anchel’incarico di presidente dell’UnioneApostolica del Clero ed èimpegnato anche nel CentroSportivo Italiano.Il tema del ritiro era: “La parusiacome vita, la parusia comecompimento. La risposta allaquestione della morte nel Nuovo

Testamento”.Centrale,quindi, ilriferimentoalle realtàultime, allafine dei tempi.Siamonell’Annodella Fede ed èpiù che maiimportanteriflettere sullegame tra lanostraesistenzaterrena e lafede nella vitaeterna, che habisogno di

essere continuamente riaffermata.Durante la giornata, oltre alle duemeditazioni giornaliere, abbiamocelebrato insieme l’Eucaristia, laLiturgia delle Ore e l’adorazioneeucaristica. Per equilibrare ilnecessario raccoglimento conl’esigenza di momenti di fraternitàe di dialogo, il silenzio è stato toltodai pasti e la sera è stata propostain modo facoltativo la visione dialcuni film che affrontavano varitemi tra cui la morte, vista da unaprospettiva cristiana e da una’altraprospettiva laica, ma anche ilmartirio, la santità e i miracolicome segno della vita oltre lamorte.Un buon programma quindi per ilgruppo dei presbiteri che si sonoritagliati alcuni giorni di sosta perpoi tornare alla realtà pastorale eprepararsi all’inizio del nuovoanno liturgico.La sede del nostro ritiro, la casa delclero di Marina di Massa, è unluogo ameno, silenzioso erilassante, che si affaccia sul mare.Intorno a noi però abbiamo vistoanche il disagio e la sofferenzadelle famiglie che sono statealluvionate nella notte fra il 10 el’11 dicembre per l’esondazione didoversi fiumiciattoli, uno dei qualiproprio accanto alla nostra casa.Per me è stato significativo esserestato presente lì mentre la gente eraimpegnata senza sosta a spalare ilfango dalle case. In qualche modoil Signore avrà fatto giungere a loroil conforto delle nostre preghiere.

Don Federico Locatelli

U

A Marina di Massagli esercizispirituali del clero diocesano

La preghierae l’alluvione

Presbiteriche si sonoritagliatialcuni giornidi sostaper poi tornarealla realtàpastoralee prepararsiall’iniziodel nuovoanno liturgico

Vivere la «disciplina della pace»

Page 4: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 dicembre 2012IV

VENERDÌ 7 DICEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado18.00 S. Messa e incontro con Fidapa,in vescovado

SABATO 8 DICEMBRE10.30 S. Messa all’Istituto Immacolata18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSan Jacopo

DOMENICA 9 DICEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSant’Andrea a Castiglioncello15.30 ritiro di avvento per gli operato-ri pastorali (vd. pag 8)

LUNEDÌ 10 DICEMBRE10.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con i malatidella parrocchia di San Jacopo

MARTEDÌ 11 DICEMBRENella mattina, udienze sacerdoti invescovadoNel pomeriggio, a Roma, incontrodell’osservatorio centrale dei beni cul-turali di interesse religioso con il mi-nistro dei beni culturali

MERCOLEDÌ 12 DICEMBREA Roma, incontro dell’osservatoriocentrale dei beni culturali di interessereligioso con il ministro dei beni cul-turali

GIOVEDÌ 13 DICEMBRE9.30 ritiro di avvento del clero e vota-zioni del consiglio presbiterale allachiesa di S. E.A. Seton18.30 S. Messa per la scuola di teolo-gia e per i giornalisti, in vescovado20.30 cena con il Propeller Club di Li-vorno

VENERDÌ 14 DICEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado17.00 incontro con i cattolici di Tivoliimpegnati in politica e nel sociale, aTivoli

SABATO 15 DICEMBRE8.00 pellegrinaggio diocesano mensilea Montenero15.00 ritiro di avvento con i diaconipermanenti alla cappella del Monaste-ro del Carmelo18.00 S. Messa, novena e benedizionedei fidanzati del II vicariato alla chiesadi San Matteo20.00 cena con l’ordine degli ingegneriallo Yacht club

DOMENICA 16 DICEMBRE10.30 S.Messa e cresime alla chiesa diS. Giusto a Parrana San Giusto16.00 ritiro di avvento delle religioseall’istituto Maria Ausiliatrice

Agenda del VESCOVO

Domenica 16 dicembre alle 18.00

omenica 16 dicembre alle ore 18.00, presso la Parrocchia di San Gio-vanni Bosco in Coteto, si terrà l’ormai tradizionale Concerto d’orga-

no natalizio; l’organista, il Maestro Claudia Termini, che gli appassionatie assidui frequentatori dei sempre più numerosi concerti che la parroc-chia offre ogni anno alla Diocesi e alla città intera, eseguirà un program-ma interamente natalizio, composto per larghissima parte di soavi eamabili pastorali d’autore. Le dolcissime melodie natalizie dei più grandi maestri della letteraturaorganistica - da Bach a Messiaen - avvolgeranno i cuori di coloro che sirecheranno alla serata musicale e spirituale, facendo gustare per mezzodell’arte dei suoni il sublime mistero della nascita di Nostro Signore Ge-sù Cristo. Il ritmo ternario, tipico delle pastorali, i timbri caratteristici delSanto Natale (l’oboe, la zampogna, la cornamusa) rievocati dall’avvol-gente e caratteristico suono dell’organo, quasi fosse un sogno, immerge-ranno gli spettatori in un vero e proprio presepio vivente, rendendoliprotagonisti veri e propri insieme con gli angeli e i pastori. Il mistero del-l’incarnazione, così vicino all’uomo, ha suscitato negli artisti di tutti i se-coli una vera e propria musica tipicamente natalizia - potremmo dire -che istintivamente spinge coloro che la ascoltano a gustare con tutti i lo-ro sensi la dolcezza e la grazia dell’evento del Natale e ancor più istintiva-mente dispone i nostri cuori ad adorare Gesù Bambino nella mangia-toia. Sì, è proprio una musica peculiare quella che i grandi artisti hancomposto per il Santo Natale, tanto evocativa da riuscire a toccare alcunecorde dell’animo umano in modo inimitabile. Il Maestro Claudia Termi-ni pregherà suonando queste soavi melodie, accarezzando dolcementela tastiera dell’organo e deliziandoci con la sua arte, e farà pregare anchetutti coloro che potranno godere della dolcezza di queste musiche, im-mergendoli con tutti i propri sensi in questo mistero d’amore: l’incarna-zione del Verbo.Di seguito, infine, riportiamo il programma della serata, sapendo di farecosa gradita a tutti gli appassionati musicisti, organisti in particolar mo-do, e amanti della musica in genere: Johann Sebastian Bach (1685-1750), Pastorale in Fa magg. BWV 590; Claude Balbastre (1727-1799),da: Deuxiéme Suitte de Noels "Votre bonté grand dieu"; Bernardo Pa-squini (1637-1710), Pastorale; César Franck (1822-1890), Pastorale; Do-menico Zipoli (1688-1726), Pastorale; Giovanni Morandi (1777-1856),Pastorale coll’imitazione del suono de’ Zampognari; Oliver Messiaen(1902-1992) da: "La Nativitè du Seigneur" (nove Meditazioni per orga-no), Les Bergers, Desseins Èternels, Les Mages, Les Anges.

Simone Barbieri

D

BREVI DALLA DIOCESIRitiro operatori pastoraliDOMENICA 9 DICEMBRE 15.30Presso la parrocchia dei Sette Santi, ritiro degli operato-ri pastorali (vedi programma pag.8)

Incontri sul Concilio Vaticano IIGIOVEDÌ 13 DICEMBRE ORE 17.30 E ORE 21.15Presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Croce"Rinnovamento e Tradizione nel Concilio ecumenico Vatica-no II", Mons Agostino Marchetto, Arcivescovo ex segre-tario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei mi-granti e itineranti

Incontro DiaconiSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.00Presso il monastero delle suore Carmelitane, ritiro diAvvento. Meditazione offerta da monsignor Giusti

Cooperatori PaoliniSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.45Incontro con don Bruno Simonetto, PSSP direttore del-l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Firenze

USMIDOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 16.00Presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, ritiro d’Avvento conmons. Simone Giusti su "La fede nella santa famiglia"

Assemblea Società Asili Infantilidi caritàÈ convocata l’assemblea dei soci della Società Asili In-fantili di Carità in prima convocazione alle ore 22 di lu-nedì 17 dicembre 2012 e in seconda convocazione ilgiorno MARTEDI’ 18 dicembre 2012 alle ore 18,30 pres-so la sede di Via Liverani 6 con il seguente ordine delgiorno: Comunicazioni del presidente; Presa visionebilancio consuntivo 2011 e preventivo 2013; Varie even-tuali

Le dolci armonie dell'organoannunziano il Natale

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

LA MESSA CANTATAAvvento e NataleN. Bellani - F. Berettini - Spartito per voci e or-gano, euro 14,00 Paoline Audiovisivi - Roma

Una preziosa raccolta di canti liturgici, contesti tradotti dal Graduale Romanum e musi-che originali, già sperimentati e utilizzati nel-la Parrocchia di Bonemerse, Diocesi di Cre-mona. La raccolta, segue quelle, già pubblica-te nella stessa collana, sugli altri tempi del-l’anno liturgico: Quaresima e Pasqua; Tempoordinario; Feste del Signore e Solennità deisanti.Di ogni domenica e solennità del tempo diAvvento e Natale vengono proposti il cantodi ingresso e di comunione, più i salmi e icantici (anno A B e C) nella traduzione uffi-ciale CEI del 2008, opportunamente adattataper rendere il testo più cantabile.Il progetto, che si avvale della presentazionedi Daniele Piazzi (Rivista di Pastorale Liturgi-ca) è nato con l’intento di valorizzare il reper-torio della liturgia latina romano-franca, ren-dendo cantabile e spiritualmente fruibile an-che a una normale assemblea domenicalequesto gioiello della tradizione.

Aspettando il Natale...a Montenero

8 dicembre 2012 - 27 gennaio 2013 5ª Ediz. PRESEPI IN MOSTRA (Santuario)

8 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013 PRESEPE in Funicolare

8 dicembre 2012 ore 18.00 ARMONIOSE RILFESSIONI "letture,pensieri,melodie" Con l’Orchestra Giovanile Pisorno Sinfonietta Santuario di Montenero

15 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013 NATIVITA’ NELL’ARTE Riflessioni suuna nascita (installazioni e sculture) Giardini del Santuario di Montenero

19 Dicembre 2012 ore 15.00 BABBO NATALE IN PIAZZA DELLECARROZZE Raccolta delle letterine (a cura Uff.Po-stale Montenero)

24 dicembre 2012 ore 23.30 BABBO NATALE SCENDE DAL CAM-PANILE DEL SANTUARIO

6 Gennaio 2013 ore 11.00 BEFANA IN PIAZZA DELLE CARROZ-ZE

Diocesiinforma

Page 5: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 dicembre 2012 V

DALLA VESTE DEL LUTTO ALLOSPLENDORE DELLA GLORIA

a prima lettura orienta lacomprensione dellaliturgia odierna in sensofortemente comunitario.

Gerusalemme, città santa,chiamata a rivestirsi displendore, è immagine dellaChiesa-sposa, di una comunitàamata, costituita e ri-costituitada Dio; non una massa chesoffoca il singolo, ma appuntouna comunità in cui ognunopuò sentirsi amato, atteso,convertito da Dio.Anche il tema dell’attesa, checaratterizza così fortementel’Avvento, può essererimodulato in sensocomunitario e teologico. Diostesso è colui che ci attende,che ci aspetta, che desidera lanostra conversione: non solo laconversione di tanti singoliindividui, ma la conversioneche conduce a formare unacomunità, che avviene in unainterazione, in unarelazione, in unacapacità di aiuto.Non possiamoessere aiutati daDio, se non cilasciamo aiutaredai fratelli. Paoloai Filippesi scriveche “colui che hainiziato in voiquest’operabuona, la porterà acompimento finoal giorno di CristoGesù”: Dio èdunque colui checomincia, e coluiche vegliapazientementesulla realizzazionedel suo progetto.

LA VOCE DELPROFETANel tempofavorevole laparola di Dio siposa sul suoprofeta, perconvocare erichiamare il suopopolo. Anche laprofezia, nellanostra situazioneattuale, vadeclinata in sensocomunitario.Giovanni Battistaagisce comeprofeta solitario, che parla neldeserto; la Chiesa oggi èchiamata ad essere comunitàprofetica, nel vivo delle città.Paolo loda Dio nella suapreghiera per la “cooperazioneper il vangelo” data daiFilippesi, e invoca che la lorocarità “cresca sempre più inconoscenza e in pienodiscernimento”. Una comunitàprofetica è una comunità cheama nella carità che viene daDio: è soprattutto il segnodella carità quello che cipermette di condividere lafatica per il Vangelo, chesorregge l’invito allaconversione, che interroga gliuomini del nostro tempo.

LA VIA DEL SIGNOREDall’esigenza dunque dicrescere nella carità, nascel’esigenza di un rinnovamentodella vita. “Preparate le via delSignore” dice Giovanni. Eaggiunge: “Raddrizzate i suoisentieri”. Giovanni ponedunque la domanda se lanostra condotta di vita èdavvero secondo Dio, o seprocede secondo altri criteri; se

Lessa è limpida e lineare,oppure se procedetortuosamente, attratta dapolarità diverse, non orientatauniformemente alla direzioneindicata da Dio. Anche questointerrogativo, che pure faappello alla coscienzaindividuale, si estende a tuttala comunità. Che cosapossiamo raccontare dellanostra partecipazione alVangelo? Che cosa sta facendoDio in mezzo a noi?

GRANDI COSE HA FATTOIL SIGNORE PER NOISi tratta di una domanda cheha una valenza narrativa, nonteorica: occorrerebbe

rispondere con un racconto,con la presentazione di unevento. Il brano profeticonarra, con immagini poetiche,l’inizio del ritorno degli esuli:“vedi i tuoi figli riuniti / daltramonto del sole fino al suosorgere”. Anche il salmo famemoria di un evento digrazia: “Quando il Signoreristabilì la sorte di Sion”.Il fatto attuale diventa lode:“Grandi cose ha fatto il Signoreper noi”, e diventa memoriaprofetica, certezza di fede: “Chisemina nelle lacrime,raccoglierà con giubilo”.Il fatto vissuto, pur nella suaambivalenza, diventatestimonianza dell’amore di

Dio, della sua storia di salvezzache continua. Egli che si èscelto un popolo, che lo haeducato, che ne ha atteso laconversione, che l’ha preparatacon i suoi profeti, fino altempo del Battista, egli che loha infine salvato con lapresenza di Cristo, egli cheancora oggi conduce la suaChiesa verso la perfezionedella carità, non cessa disuscitare in mezzo a noi segni,persone, eventi di grazia. Maquali sono oggi nelle nostrecomunità? Li sappiamoriconoscere? Li sappiamoraccontare?

*Dal Sussidio CEI perl’Avvento - Natale 2012

Preparate la viadel Signore

L’IMMACOLATA E LA 2ª DOMENICA DI AVVENTO.........

LA PROGRESSIONE DELLA PAURA E DELLA SFIDUCIA

rima lettura e vangelo sonosostanzialmente costruiti in maniera

dialogica: nel brano della Genesi Diointerroga successivamente l’uomo, ladonna, il serpente; nel brano evangelicoinvece avviene un dialogo tra l’angeloannunciante e la vergine Maria. Mamodalità ed esiti sono ben diversi. Adamoinfatti rifiuta il dialogo, e così fa Eva. Ogniloro parola è uno scarico di responsabilità euna tendenziale chiusura del discorso.Come dire: «Non posso parlare, sono nudo,è colpa della donna, è colpa del serpente,rivolgiti a qualcun altro». In Adamo ed Evavediamo l’intera umanità, di ogni luogo, diogni tempo. Uomo e donna, femminilità emascolinità appaiono in pari misura prividi fede, animati dalla paura, incapaci direndersi conto e di assumere pienamente laloro responsabilità. Coloro chedesideravano pervenire alla sapienza,prendere pienamente in mano le redinidella loro esistenza, giocano un tragicoscaricabarile, diventando coscienti diquanto poco hanno il controllo della lorovita. Coloro che desideravano essere comeDio, scoprono di non potersi più nemmenofidare l’uno dell’altra, e nemmeno di stessi.

LA PAROLA DELLA SPERANZAIl serpente non risponde: il maestro delladiffidenza non può parlare con il Dio-amore. Nonostante la chiusura, Dio poneinimicizia tra l’uomo e il male: cominciaun percorso nuovo, una lotta, che dovràportare ad una piena liberazione. Nelcuore dell’umanità resterà uninsopprimibile anelito alla pienezzaperduta, e una fondamentale avversione aciò che è male, anche se incapace digiungere a piena realizzazione.

IL DIALOGO DELLA FEDEMaria da parte sua entra in dialogo con ilmessaggero di Dio. Non è il dubbio cheporta alla paura, ma un interrogarsi cheporta a comprendere sempre meglio, adentrare progressivamente nel progetto diDio. La libertà di Maria si attiva: libera dalcondizionamento del peccato, non siesercita nella diffidenza, nella possibilitàdi dire no, ma si esercita e si rafforza, comefacoltà di dire un sì assolutamente pieno econsapevole. Permane in lei il limite dellacreaturalità, ma resta aperto alla relazionecon l’infinito: cresce la sua conoscenza delprogetto di Dio, e cresce la sua adesione,fino ad un sì definitivo e convinto: «Ecco laserva del Signore». Per la sua fede genera ilVerbo.

DALLA PRETESA ALLA SORPRESAMaria è dunque un modello? Un esempio?Una nuova possibilità che si apre?Certamente potremmo dire tutto questo:ma sarebbe prematuro trarre conseguenze

moralistiche da un evento in cui siamoinnanzitutto chiamati a stupirci di fronte almodo di agire di Dio. Maria è la “piena digrazia”: interamente rivestita dallabenevolenza divina, immacolata per la suadestinazione al legame privilegiato con ilCristo, salvata in vista di lui: la festadell’Immacolata ci invita innanzitutto arecuperare la capacità di sorprenderci, dilasciarci affascinare da ciò che Dio compie.Si tratta di rinunciare alla pretesa dicontrollare e dominare, per ritrovarel’atteggiamento originario, fiducioso elimpido, del fanciullo, che accetta dicrescere entrando in dialogo con Dio.

DALLA STERILITÀ ALLA BENEDIZIONEIl dono della “benedizione spirituale” dicui si parla nella seconda lettura consisteappunto nella purificazione dall’illusione edal capriccio, per entrare con fiducia nelprogetto di Dio. La sterilità di un’esistenzavuota è riscattata dalla fecondità spiritualedonata da Dio; essa non si esaurisce inrisultati visibili, ma in maniera misteriosaabbraccia le persone vicine a noi, il nostroambiente, potenzialmente tutto ilmondo...; ciò che è avvenuto a Mariaavviene anche oggi per coloro che si fidanodella parola divina.

P

AVV

ENTO

Spec

iale

Rallegrati «Piena di Grazia»

Page 6: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 dicembre 2012VI

uesto nonsarà il solitoarticolo dipromozionedell’Azione

Cattolica. Cioèquell’articolo che inoccasionedell’Immacolata, festadell’adesione, intendepromuovere l’AC nelleparrocchie. Quindinon si parlerà dellesolite cose: Concilio,Magistero,aggregazioni laicali,gruppi. No, questavolta partiremo subitodalla conclusione,sveleremo già il finale,e poi risaliremoall’indietro conqualche riflessione. Ela conclusione,fantasiosa ma cherende bene l’idea, èquesta: l’AzioneCattolica è un po’come una piantina,per nascere e crescerein parrocchia habisogno di qualcunoche la pianti e la curi,e questo qualcunonon possono cheessere la comunitàparrocchiale, parrocoin testa, e gli stessilaici iscritti all’AC. Sela comunitàparrocchiale e i laiciiscritti all’AC non lacoltivano, prima o poil’AC muore. E con leimuore un modoparticolare di servirela Chiesa da laici,muore unaformazione laicale "atutto tondo", comecristiani e comecittadini, di cui laChiesa oggi dichiaradi avere urgentebisogno ma che poinella pratica stenta afarsi largo nelleparrocchie. Detto questo,facciamo qualcheriflessione a ritroso,però cercando anche

Qdi parlare schietto,senza tanti giri diparole. Perciòpartiamo dai numeri. Attualmente l’AzioneCattolica a Livorno hacirca 450 iscritti traragazzi, giovani eadulti, ed è presentein 11 parrocchie. In 3di esse l’associazioneè completa, nelle altreci sono singoli gruppio presenze isolate, dipura testimonianza.In tutti i casi cercasempre di svolgere ilsuo peculiare servizioalla parrocchia, chenon vuol dire fare

cose per se stessa, perl’AC, ma dare ilcontributo dell’ACalla comunitàparrocchiale, al suomodo "incarnato" diessere Chiesa, segno estrumento di salvezzaper le persone di quelterritorio. Semprechéquesto contributo siaconosciuto erichiesto. Sì, perché questo è ilpunto: spesso mancala pura e sempliceconoscenzadell’Azione Cattolica,della sua storia, dellasua carta d’identità,della sua tradizioneformativa, di cosa puòapportare diparticolare ad unacomunitàparrocchiale rispetto

ai singoli o ai gruppiche già ci sono. Equesta nonconoscenza finisce perimpoverire laparrocchia, che rischiadi strutturarsi inmodo un po’uniforme, o per pauradelle diversità al suointerno o per unascelta di malintesauguaglianza delpopolo di Dio.A questo punto,allora, la domandapuò essereimpertinente ma vafatta: quante sono lecomunità

parrocchiali, i parrociche conosconol’Azione Cattolica?Quanti conosconol’AC di oggi, (ri)natadal Concilio, quelladella scelta religiosa edella scelta formativa,che ha a cuorel’"indole secolare" deilaici, ai quali spettatestimoniarel’appartenenza a Dionelle ordinariecondizioni di vita:famiglia, lavoro,scuola, cultura, vitacivile; e che ha acuore questo lorospecifico apporto allacomunitàparrocchiale? Equante comunitàparrocchiali, magarialle prese con i soliti,annosi problemi del

catechismo cheandrebbe rinnovato,dei giovani che inparrocchia non cisono, degli adulti chevengono solo allaMessa, quante sonodisposte a "metterealla prova " l’AzioneCattolica, a darle unachance in parrocchia,magari anche solocome sempliceopportunitàpastorale? Ma tutto questodiscorso, come detto,si può applicare ancheagli stessi laici iscrittiall’AC. Può essereanche qui antipaticodomandarlo, maquanti iscrittiall’Azione Cattolica laconoscono perdavvero? O meglio, laconoscono ancora?Cioè, quanti iscrittiall’AC riescono acurare davvero lapropria appartenenzaassociativa, il proprio"colore", la propriainsostituibile tonalitàall’interno dellacomunitàparrocchiale, conpassione, concontinuità,riservandosi spazi etempi di preghiera, diformazione, diconfronto, dando uncontributo di AC allaparrocchia e nonsacrificando sempre lapropria identitàassociativa sull’altaredei servizi da fare?Altrimenti, arrivainevitabilmente ilmomento in cui,centrifugato da milleimpegni, uno noncapisce più laspecificità della suavocazione di laico o laconfonde con lasemplicecollaborazionepastorale. Per cui, dopo la

riflessione, eccoci agliappelli finali. Care comunitàparrocchiali, nonabbiate pauradell’Azione Cattolica,non abbiate paura deilaici iscritti all’AC!Nella Chiesa ci sonotantissime proposteformative per i laici,ma perché nonscommettere su unpercorso formativoche fa costantemente iconti con le questionidella vita quotidianae che allo stessotempo educa ad unprofondo amore perla Chiesa e ad unaaltrettanto profondadedizione allaparrocchia? E voi, laici iscrittiall’AC, curate la vostraappartenenza, nonlasciatela scolorire,non soffocatela inmille servizi! L’AzioneCattolica non è soloun percorsoformativo, mal’esercizio di unaparticolareresponsabilità laicaleverso la Chiesa, che siqualifica per il modoin cui pensaall’evangelizzazione,fa crescere comunitàparrocchialipartecipate, trovamodi per dare vocealle persone, rendevive le liturgie,stimola l’attenzionedella comunitàparrocchiale almondo e alla storia.Se ci piace tuttoquesto, se lo vivremoveramente come unavocazione, allorasaremo disposti aperderci del tempo e avalorizzarlo. E lapiantina potràdiventare un alberorigoglioso.

GabrieleMaremmani

Il sensodell’Annodella Fede on Anibal Reyes, Parroco della Chiesa

dei S.S. Pietro e Paolo e responsabile deiMigrantes del Sud America, ha invitatoMonsignor Simone Giusti a celebrarel’inizio dell’Avvento con la comunitàispanica del Sud America. In quest’ultimianni essa si è venuta espandendo, e vedeprincipalmente le presenze dalla Colombia,Perù, Venezuela, Guatemala e in questaparrocchia ha la possibilità di potercelebrare la liturgia nella propria lingua.Don Anibal a nome proprio e dellacomunità ha rinnovato al Vescovo gli augurie le benedizioni per il quinto anno diepiscopato che proprio nella primadomenica di Avvento ha avuto inizio. Hapoi invitato la comunità a preparare ilproprio cuore a Cristo del quale il 25dicembre prossimo celebreremo la venuta.Cristo ci invita ad amare e non ci chiede dadove veniamo, chiede soltanto che teniamolo sguardo rivolto a Lui che è la vera luceche guida il nostro cammino. Siamochiamati alla santità, lasciando da partel’odio, il rancore che ci allontanano tra noie da Lui.Monsignor Giusti, ringraziando edesprimendo la gioia di trovarsi con lacomunità latino-americana, ha ricordatol’impegno per creare nella parrocchialuoghi di servizio per far nascere dellecooperative , luoghi di lavoro e iniziativesociali, affinché la comunità pur con la crisiche stiamo attraversando, possa inserirsi nelnostro tessuto sociale e cittadino.

Mo.C.

D

■ ALLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO la Messa per le comunità Latino Americane

n preparazione al tempo di Avventol’Apostolato della Preghiera

diocesano ha svolto un ritiro spiritualeguidato da padre Marzio Farias.L’incontro si è svolto presso laparrocchia di Santa Lucia dove ipartecipanti sono stati accolticalorosamente dal parroco donGustavo Riveiro.Il Vescono, non potendo esserepresente, ha voluto mandare unmessaggio di saluto ai partecipanti tra iquali erano presenti venticinque nuoviaderenti all’associazione che si sonoconsacrati al Sacro Cuore di Gesù.Nelle sue parole di saluto monsignorGiusti ha voluto ringraziarel’Apostolato della Preghiera di Livornoper "il servizio che offre alla Chiesalocale con la preghiera e con le tantepresenze, nelle diverse necessità dellastessa".L’incontro è iniziato con lacelebrazione delle Lodi e l’invocazioneallo Spirito Santo, la preghieradell’offerta quotidiana con leintenzioni del Santo Padre e deiVescovi del mese di dicembre.Prima di cominciare la meditazionepadre Marzio Farias ha invitato tutti aguardare e salutare la persona chevicina, ciascuno presentandosi epronunciando il proprio nome.Nella sua meditazione padre Farias hadapprima affrontato il tema dell’Annodella Fede sottolineando come sia statoindetto dal Papa per ricordare aicristiani il senso della vita, volgere losguardo al Dio Trinità che ci ha donatola vita nuova. In questo anno il Papainvita i cristiani ad approfondire leverità della fede, sostenuti dagliinsegnamenti del Concilio Vaticano II edal Catechismo della Chiesa Cattolica.In questo contesto ha presentato lastoria dell’Apostolato della Preghiera(Adp), un’associazione con più di 150anni di storia nato dall’intuizione di ungruppo di studenti gesuiti francesi chestavano completando la loroformazione prima di partire per lemissioni. Oggi l’Apostolato dellapreghiera è diffuso in tutto il mondo eha 45 milioni di iscritti.L’Apostolato della preghiera - haproseguito padre Marzio - è un servizioalla Chiesa Cattolica diffuso in tutto ilmondo che propone la spiritualità delCuore diGesù peraiutare tutti imembri dellaChiesa aviverepienamente ilBattesimo el’Eucarestianello spiritodelsacerdoziocomune deifedeli.L’Apostolato,attraverso tre impegni fondamentalicome l’offerta quotidiana, laconsacrazione e la riparazione,permette di collegare la vita spiritualecon la realtà concreta delle "gioie edelle speranze, delle tristezze e delleangosce degli uomini di oggi, deipoveri soprattutto e di tutti coloro chesoffrono" (Gaudium et Spes 1).La meditazione di padre Farias si è poisoffermata sull’Avvento come il tempoliturgico nel quale la storia è presentatacome il luogo dell’attuazione del pianosalvifico di Dio. Ha quindi individuatoi quattro punti della spiritualitàdell’Avvento nell’attesa, la speranza, laconversione e la povertà di spirito chesono ben rappresentate dalle quattrofigure bibliche emergono in questotempo: Isaia, Giovanni il Battista,Maria e Giuseppe.La giornata si è conclusa conl’adorazione Eucaristica, il SantoRosario e la preghiera per tutti isacerdoti.

O. M.

I

Ritiro di AVVENTO

La meditazionedi padre Fariase la consacrazionedi 25 nuovi aderentiall’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

L’Avvento inizia... in spagnolo!

Parliamo un po’di Azione Cattolica...

In occasione dell'8 dicembre FESTA DELL'ADESIONE

A Livorno 450 iscritti traadulti giovani e ragazzi.

AC, una piantinache ha bisogno

di cura per crescere

Page 7: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 dicembre 2012 VII

Un Natale per tuttiDI GIULIA SARTI

l vescovo Simonecon un abito talareinusualmentebianco o con

indosso la tipica vesteMasai rossa e blu. Lavisita a un nuovo pozzoappena inaugurato euna messa celebratainsieme ai confratelliafricani sulla terra rossain mezzo a tanta gente.Immagini inedite chefino al 24 dicembresarà possibile vedereall’interno del gazeboallestito dal CentroMondialità SviluppoReciproco in PiazzaGrande, proprio difronte al Duomo. Unamostra fotografica cheattraverso gli scatti deldiacono Fulvio Fallenie del Direttore delCMSR Paolo Siani,ripercorre il viaggio delvescovo Giusti in terratanzaniana lo scorsoagosto."Insieme al vescovoabbiamo pensato fossebello far conoscere lasua esperienza a tutta lacittà" spiega PaoloSiani. "Un modo peravvicinare le personeanche ai valori che ilCMSR promuove e aiprogetti che ormai daanni porta avanti incollaborazione con laDiocesi".La scelta di PiazzaGrande assume cosìduplice valenza: da unaparte simbolica,rappresentando ilpunto centrale dellachiesa livornese,dall’altro un’ottimavisibilità per gli amantidello shoppingnatalizio.Magari proprio nelladisperazione di nontrovare il regaloperfetto o per quelliall’ultimo minuto, unagiratina nel gazebopotrebbe risolvere ilproblema.All’interno infatti ilCMSR ha allestito una"succursale natalizia"

della Bottega di Viadella Madonna.Panettoni, frutta secca,calendari d’avvento,torroni e dolci natalizi,tutti in stile equo esolidale"altromercato", conprodotti italiani diagricoltura biologica oprovenienti da terreconfiscate alla mafia.

Palline da appendereall’albero fuori dalcomune, presepiartigianali da tutto ilmondo, sciarpecolorate e tanto altroper rendere diverso ildono di questo Natale.C’è qualcosa per tutti,piccoli e grandi, golosie naturalisti, addiritturac’è spazio per le grandi

aziende. Sì perché alCMSR si possonoconfezionare cestinatalizi (vedi box)

alimentari o no di variogenere e di tutti iprezzi. "A Natale regaladignità", questo loslogan che ci invita aridare al Natale il suoaspetto di accoglienza eattenzione all’altro,magari con un piccologesto di solidarietà.

I

La manifestazioneorganizzata dallaProvincia di Livorno

Regalatiun prodotto del tuo territorio

ipala, una parola che suscita allegria apronunciarla. In kichua, lingua delle’E-

cuador, vuol dire "bandiera",e rappresenta icolori dell’arcobaleno, simbolo del movi-mento indigeno americano. "Come l’arcoba-leno è composto da 7 colori ma in realtà èunico ed indivisibile, anche il movimento in-digeno, nonostante le molteplici etnie, cultu-re, idee che lo compongono, si propone co-me un movimento armonico ed unitario.Unità ed armonia nella differenza, per perse-guire uno scopo comune: questo è il pensierodel movimento indigeno dell’Ecuador sim-boleggiato dalla sciarpa Wipala."Con questo spirito nell’estate del 2001 è nataad Arezzo la cooperativa che porta questonome. Figlia diretta della cooperativa "Ilmandorlo" che gestiva la prima bottega delmondo dal 1995, la cooperativa si poneval’obiettivo non solo di vendere, ma di forma-re una consapevolezza nuova tra i consuma-tori, quella del commercio equo e solidaleappunto.Oggi le Botteghe del Mondo in Toscana sono5 ed è facile riconoscere la sciarpa con quei 7colori, divenuta ormai simbolo dell’associa-zione, insieme a quelle dai colori sgargiantiimportate direttamente da Wipala. Arrivanodal Vietnam e vengono commercializzategrazie a Craft Link cha aiuta gli artigiani loca-li consorziati in cooperative di tipo familiarea riscoprire le loro tradizionali tecniche diproduzione, a lavorare secondo il rispettoambientale utilizzando solo coloranti natu-rali come lo zafferano per il giallo o le bacchedi mirtillo per il blu. I prodotti rispettano ladignità dei lavoratori e sono di vario materia-le, seta, lino e cotone. Craft Link dà anche unapporto logistico, aiuta la formazione dinuovi artigiani e fornisce consigli di designper la confezione dei prodotti secondo il gu-sto del Paese dove saranno introdotti.

W

Pillole di mercato equoIMPORTAZIONE DIRETTA: si sal-tano intermediari, andando atrattare direttamente con lecooperative di produttori

PREZZO CONCORDATO: il prez-zo pagato ai produttori garanti-sce loro un compenso adegua-to al lavoro svolto

PAGAMENTO ANTICIPATO: il va-lore della merce viene pagatoin anticipo fino al 50%

SALVAGUARDIA DELLE TRADI-ZIONI: si usano materie primelocali, lavorate con tecnichetradizionali

INCORAGGIAMENTO: si incorag-giano metodi di produzioneche rispettino l’ambientePerché?

Per migliorare le condizioni divita dei produttoriPer far rispettare i diritti dei la-voratori in tutto il mondo, so-prattutto quelli dei bambiniPer rispettare l’ambientePer svolgere un’azione educati-va e politica contro lo sfrutta-mento del lavoro e dell’am-bientePer garantire democrazia e tra-sparenza dove siano coinvoltiproduttori di basePer proporre un’alternativa alsistema commerciale tradizio-nalePer promuovere condizioni dilavoro dignitose e prezzi equi

4 protagonistiI produttori dei paesi del suddel mondo, artigiani e coltiva-tori riuniti per lo più in coope-rativeLe centrali di importazione,

che si occupano del contattodiretto con i produttori e dellastipula degli accordi, dell’im-portazione e della diffusionedei prodottiLe Botteghe del Mondo, ossia ipunti di distribuzione al pub-blico dei prodotti del commer-cio equo nonché di informa-zione, promozione ed educa-zione al consumo criticoI consumatori finali, che con iloro acquisti testimoniano lavolontà di contribuire ad un si-stema economico più giusto.Acquistare un prodotto pressole Botteghe del Mondo nonequivale ad un gesto di benefi-cenza o di carità: il commercioequo si basa infatti su principidi parità e di dignità dei pro-duttori, e mira allo sviluppoautonomo e durevole delle lo-ro comunitàhttp://www.wipala.org/

Tra progetti ed aiuti e molto altro al CMSR

Settimana di Gusto nella provincia di Livorno alMuseo di Storia Naturale del Mediterraneo dellaProvincia di Livorno –Villa Henderson in ViaRoma 254: dal 30 novembre al 9 dicembre sonoprevisti numerosi appuntamenti assolutamenteda non perdere per i buongustai. Dallamanifestazione MARE DI VINO promossa dallaFisar nel primo weekend (1 e 2 dicembre) a C’èolio e olio nei giorni 8 e 9 dicembre la settimanasi caratterizzerà per occasioni ghiotte e gustosefinalizzate a conoscere il nostro territorio.Seminari, degustazioni di grandi vini,presentazioni di libri sui temi enogastronomici,incontri con i produttori e con grandi chef eattività didattiche per adulti e bambinicaratterizzeranno i vari momenti. Unprogramma davvero ricco consultabile sul sito:www.maredivino.it.

a manifestazione della Provincia diLivorno “C’è olio e olio” giunge alla 4

edizione e si conferma come un’occasioneghiotta per conoscere ed assaporare iprodotti di eccellenza di un bellissimoterritorio che, anche al recente Salone delGusto di Torino, è stato apprezzato per lesue inconfondibili qualitàenogastronomiche. La location continua adessere, dopo il successo di pubblico dellepassate edizioni, il suggestivo Museo diStoria Naturale. Le eccellenze verrannoaccolte in un Museo, tra i tanti reperti delmare e della terra, in un luogo di qualità.L’Olio sarà il vero protagonista dellamanifestazione perché occorre farcomprendere che l’olio di qualità ha ungrande valore ed anche un costo che èripagato da una bontà e genuinità a cui nonsi deve rinunciare. “L’olio d’oliva; una gocciache attraversa la vita e la storia…con le sueproprietà di gusto e di stimolo, l’olio haconquistato la tavola dell’uomo, con il suopregio di condire e di fondere i sapori”,come ha evidenziato Monsignor Ablondi inun suo scritto che fu letto durante la rassegnadello scorso anno in ricordo dell’amatovescovo. Ed i bambini saranno al centro dell’iniziativaguidati da Slow Food e dagli operatori delMuseo, parteciperanno ai laboratori delgusto e potranno partecipare a numeroseattività didattiche. Assaggeranno pane e olioe conosceranno chi lo produce e dove vieneprodotto. Questo per creare un legame piùstretto con la nostra bella terra.Ma accanto all’Olio la Provincia di Livorno,il Consorzio Strada del vino e dell’olio Costadegli Etruschi, la Fisar e Slow Foodaccompagneranno i visitatori con seminari,laboratori, corsi di potatura di ulivi,presentazioni di libri e degustazioni ditaglieri. Saranno presenti oltre 60 produttoricon i loro prodotti a Km.0, salumi,formaggi, ortaggi e vino e le prelibatezze delnostro mare (tra cui la Palamita, presidioSlow Food). E quest’anno, per la primavolta, sarà ospitata una Regione con i suoiprodotti: la Liguria. Prodotti che i visitatori potranno degustare eacquistare per regalare prodotti dellaprovincia di Livorno per le prossime feste diNatale. Nei giorni 8 e 9 dicembre a Livornocon orario 10-19.30 presso il Museo di StoriaNaturale del Mediterraneo, in Via Roma 254.

Luca Lischi

L

A NATALE REGALA DIGNITA’

esti di tutti i tipi…ci sono quelligià confezionati per fare un

esempio, con Panettoncino, Zuc-chero di canna, Cioccolata in vaset-to, Caffè biologico e The neroKatyo o uno che comprende Risodell’Ecuador, Lenticchie, Orzo per-lato, Caffè biologico, The verde, ocesti con prodotti provenienti daagricoltura biologica o di Libera ter-ra. Quelli per gli amanti del vino,con una scelta di "italiani", quelliper i più golosi con cioccolata, bi-

scotti e dolci natalizi, e quelli perchi preferisce prodotti alternativi.Ma se non troverete quello adattoalle vostre esigenze, nessun proble-ma, basta rivolgersi al punto vendi-ta in via della Madonna 32, o al ga-zebo in Piazza Grande per chiedereun cesto personalizzato per i vostriregali.Per qualsiasi altra informazione, èpossibile chiamare lo 0586-887350o inviare una email a [email protected].

C

Che cos’è WIPALA?

LE BASI DEL COMMERCIO EQUO

Le novità del CENTRO MONDIALITÀ

Page 8: La Settimana n. 44 del 9 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 dicembre 2012VIII