LA SECONDA GUERRA MONDIALE - · PDF fileGermania. Attacco giapponese a Pearl Harbor ed entrata...
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LA SECONDA GUERRA
MONDIALE 1939-1945
La linea del tempo
1939: invasione nazi-sovietica della Polonia
1940: entrata in guerra dell’Italia.
Conquista tedesca della
Francia.
Battaglia d’Inghilterra.
1941: invasione della Russia da
parte della Germania.
Attacco giapponese a Pearl Harbor ed entrata in guerra degli
Usa.
1942: prima grande
sconfitta tedesca presso
Stalingrado.
1943: sbarco degli Alleati in Normandia.
L’anno della svolta.
1945: suicidio di Hitler e fine della guerra in
Europa.
Bombe atomiche su Hiroshima e
Nagasaki.
Fine della Seconda guerra
mondiale.
Lo scoppio della guerra
La Seconda guerra mondiale ha inizio
ufficialmente il primo settembre 1939,
quando la Germania invade la Polonia.
Vediamo quali furono le azioni
preparatorie a questo attacco…
La vigilia della guerra e le cause del
conflitto
• L’animo dei tedeschi era pieno di odio e desiderio di rivincita a causa delle dure condizioni di pace imposte da Inghilterra e Francia alla fine della Prima guerra mondiale.
Le pesanti condizioni di pace di
Parigi.
• Il desiderio di vendetta si era accentuato a causa delle enormi difficoltà economiche attraversate dalla Germania in seguito a quei trattati.
Le difficoltà economiche
• In un tale clima di insoddisfazione l’ideologia di Hitler si inserì perfettamente, facendo breccia negli animi esasperati dei tedeschi.
Hitler
La vigilia della guerra e le cause del conflitto
Le azioni di Hitler
• Hitler, in nome della teoria dello spazio vitale da conquistare per la Germania, cominciò una serie di azioni che trasgredivano il Patto di Parigi:
• Cominciò il riarmo della Germania;
• Cominciò ad invadere gli Stati confinanti, come l’Austria.
L’immobilismo delle altre nazioni
• Di fronte a queste azioni le altre nazioni, come Francia e Inghilterra rimasero inizialmente immobili senza opporsi energicamente alle mosse di Hitler. Questo perché temevano che in Europa potesse scoppiare una rivoluzione comunista simile a quella bolscevica e credevano che i regimi totalitari come quello nazista potessero tenere a bada certe rivoluzioni.
Il patto con Stalin
• La mossa immediatamente precedente all’invasione della Polonia fu il Patto Molotov-Ribbentrop, cioè un patto tra Hitler e Stalin, il capo dell’Unione Sovietica. Era un’alleanza inaspettata poiché nazismo e comunismo avevano idee politiche molto diverse.
L’invasione della Polonia e l’inizio della guerra
Il 1 settembre la Polonia viene invasa
sia da Est che da Ovest.
Da Est è la Russia ad attaccare in accordo con
Hitler.
Il 3 settembre Francia e Inghilterra rispondono dichiarando guerra alla
Germania.
L’Italia si dichiara inizialmente non belligerante.
In meno di un mese la Polonia venne conquistata e
divisa in due parti tra tedeschi e russi.
La guerra era iniziata.
L’invasione della Polonia
Le mosse successive di Hitler
Subito dopo l’occupazione della Polonia, Hitler si
diresse verso nord-ovest.
Il suo obiettivo era quello di crearsi solide basi per attaccare poi Francia e
Inghilterra.
Perciò nel 1940 le truppe tedesche occuparono Danimarca, Norvegia,
Olanda, Belgio e Lussemburgo, tutti Paesi
NEUTRALI.
L’obiettivo era quello di arrivare in Francia da nord,
aggirando la LINEA MAGINOT, cioè la linea
fortificata eretta dai francesi a propria difesa.
I Francesi furono colti alla sprovvista e così in pochi giorni, nel giugno 1940, i Tedeschi erano giunti a
Parigi.
La linea Maginot
Dall’immagine si
comprende come i
Francesi si
aspettassero l’arrivo
delle truppe tedesche
da est e non da nord
poiché il Belgio era un
Paese neutrale. Hitler
quindi agì senza
rispettare le regole di
guerra.
L’occupazione della Francia
La Francia fu conquistata e divisa in
due parti.
Il centro-sud fu affidato ad un generale
francese amico dei Tedeschi, il generale
Petain.
Questa zona venne chiamata Governo di Vichy, dal nome della
città scelta come capitale.
Il Nord fu controllato direttamente dai
Tedeschi.
La Francia occupata
L’ingresso in guerra dell’Italia
Come abbiamo detto, l’Italia si dichiara inizialmente non belligerante.
Vedendo però i successi della Germania, Mussolini decide di cambiare strategia, convinto che di lì a poco Hitler avrebbe conquistato tutta l’Europa e che, perciò, anch’egli ne avrebbe beneficiato.
Pertanto, il 10 GIUGNO 1940, annuncia l’ingresso in guerra dell’Italia.
L’ingresso in guerra dell’Italia
L’Italia in guerra
Dopo qualche mese fu stipulato il PATTO
TRIPARTITO.
Il patto legava Germania, Giappone
ed Italia che si sarebbero divise il
dominio sul mondo.
La Germania avrebbe avuto il dominio in
Europa.
L’Italia il dominio nel Mediterraneo.
Il Giappone in Asia e nel Pacifico.
Forte di questo appoggio l’Italia invase la Grecia nell’ottobre
1940.
L’esercito italiano era debole ed
impreparato: fu perciò necessario l’intervento
della Germania per occupare la Grecia.
Quando la Germania soccorse
l’Italia
La battaglia d’Inghilterra
Dopo l’occupazione della Francia, la Germania pensava di essere ormai prossima alla vittoria definitiva. Perciò inviò alla Gran Bretagna una proposta di pace.
La Gran Bretagna rifiutò. Il primo ministro inglese Churchill parlò alla nazione, preparandola ad una guerra durissima: “non altro che sangue, fatica, lacrime e sudore”.
Hitler diede così inizio all’operazione LEONE MARINO: il piano era quello di distruggere la potente flotta aerea inglese. Perciò Hitler cominciò a bombardare il Paese, in modo da distruggere gli aeroporti.
La battaglia d’Inghilterra
Contro ogni aspettativa, l’Inghilterra riuscì a vincere, nonostante la superiorità numerica di mezzi.
La RAF, cioè l’aviazione inglese, grazie anche all’uso dei radar, sconfisse l’aviazione tedesca nella prima grande battaglia aerea della storia.
Si trattò della prima sconfitta della Germania. Era l’ottobre 1940.
La battaglia d’Inghilterra
1941: il conflitto si allarga
Nel 1941 due eventi segnano un’importante svolta nell’andamento
della guerra.
L’attacco giapponese a Pearl Harbor
L’invasione della Russia da parte della
Germania.
L’Operazione Barbarossa
Fallita l’occupazione dell’Inghilterra, Hitler si rivolse
verso la Russia, con la cosiddetta OPERAZIONE
BARBAROSSA.
L’obiettivo era quello di conquistarla arrivando a Mosca prima dell’arrivo dell’inverno,
perciò la Russia fu attaccata nel giugno q941.
Non dimentichiamo che Germania e Russia erano unite
da un patto, che venne così tradito da Hitler.
Nel dicembre 1941 i Tedeschi erano giunti alle porte di
Mosca., ottenendo una serie di successi.
L’esercito russo mise però in atto la tattica usata anche ai tempi di Napoleone: ritirarsi
distruggendo man mano i raccolti, in modo che i Tedeschi rimanessero bloccati dal gelo e
senza rifornimenti.
L’Operazione Barbarossa
Nonostante la situazione tragica, Hitler ordinò alla truppe di resistere e di non ritirarsi.
L’operazione continuò anche per tutto il 1942. L’esercito
russo cominciò la controffensiva, riprendendo terreno e sconfiggendo i tedeschi.
Hitler ordinò di resistere a oltranza, sacrificando un’intera armata, che venne decimata e costretta alla resa. Morirono
anche migliaia di Italiani, andati a combattere al fianco degli alleati
tedeschi.
L’entrata in guerra degli USA
Mentre la Germania era impegnata contro la Russia, in pieno Oceano Pacifico un nuovo fatto cambiò le sorti della guerra.
Il 7 dicembre 1941, infatti, il GIAPPONE, alleato di Germania e Italia, attacca la base militare statunitense di Pearl Harbor, nelle Hawaii.
Si trattò di un attacco inaspettato e sleale, poiché sferrato senza una ufficiale dichiarazione di guerra da parte del Giappone.
L’attacco di Pearl Harbor
Si trattò di un attacco soprattutto aereo,
che distrusse gran parte delle navi
militari americane.
L’attacco di Pearl Harbor
L’entrata in guerra degli Usa
L’attacco giapponese, per quanto disastroso per gli Usa, provocò
però un’importante conseguenza nella guerra.
Il presidente americano Roosevelt, infatti, dichiarò guerra
al Giappone e ai suoi alleati, dando ufficialmente inizio ad un importante cambio di rotta nelle
sorti del conflitto.
Inizia la controffensiva degli Alleati
Nel 1942 inizia ufficialmente la controffensiva, cioè il contrattacco degli Alleati, vale a dire tutti gli Stati che si
opponevano a Germania, Italia e Giappone. La controffensiva fu gestita soprattutto da Russia, Inghilterra e Stati Uniti.
Dopo le prime vittorie giapponesi, le truppe
americane si riorganizzarono,
ottenendo importanti risultati e riprendendo
molte posizioni nel Pacifico.
Come già detto, nel 1942 le truppe russe
cominciarono a sconfiggere quelle italo-tedesche, che furono costrette a
ripiegare.
L’Africa settentrionale, che negli anni
precedenti era stata occupata da truppe italo-tedesche, fu
liberata nell’ottobre 1942 dagli Inglesi, che sconfissero i nemici nella battaglia di EL
ALAIMEN.
Lo sbarco degli Alleati in Sicilia
Nel luglio 1943 le truppe degli Alleati sbarcano in
Sicilia.
L’obiettivo è quello di attirare in Italia le truppe tedesche, in modo da far liberare il fronte francese, dove si preparava un altro storico sbarco di Alleati.
Dalla Sicilia, le truppe anglo-americane cominciano a
risalire lentamente la Penisola, liberando
gradualmente i territori.
L’arrivo degli Alleati provocò, però, gravi conseguenze per l’Italia, dove cominciarono a susseguirsi bombardamenti
sulle città da parte degli eserciti nemici.
La solidità del potere di Mussolini vacillava sempre
più: lui aveva gettato l’Italia in quella guerra disastrosa al
fianco di Hitler.
La caduta del Fascismo
La situazione prima dell’arrivo degli Alleati.
• Gli Alleati sbarcarono in Italia nel 1943. Già dall’anno precedente, però, il consenso nei confronti di Mussolini stava cedendo. In particolare era evidente che l’esercito italiano continuasse a perdere se non veniva aiutato da quello tedesco. Si pensi alla Grecia.
La sfiducia verso Mussolini aumenta.
• Un altro drammatico evento fu la campagna di Russia, nella quale trovarono la morte circa 75000 soldati italiani.
• Infine i bombardamenti condotti dagli Alleati per liberare l’Italia dalle truppe nazi-fasciste diedero il colpo di grazia.
• La guerra portò non solo distruzione, ma anche povertà.
La caduta del Fascismo
• Cominciò una trattativa segreta tra alcuni membri del Gran Consiglio del Fascismo e il re.
• Il 25 LUGLIO 1943 vennero chieste le dimissioni di Mussolini e il re lo fece arrestare.
• IL REGIME FASCISTA ERA UFFICIALMENTE CADUTO.
8 settembre 1943: l’Italia si arrende
I giorni successivi furono ricchi di eventi.
Il re fece imprigionare Mussolini nell’isola di Ponza
e poi in Abruzzo.
Subito dopo affidò il governo al generale
Badoglio, il quale dichiarò ufficialmente che l’Italia continuava la guerra al fianco della Germania.
In realtà Badoglio iniziò delle trattative segrete con
gli Alleati, in modo da arrivare ad un armistizio, cioè una pace, favorevole
all’Italia.
L’8 settembre 1943 venne firmato L’ARMISTIZIO DI
CASSIBILE.
8 settembre 1943: l’Italia si arrende
Dopo la firma dell’armistizio Hitler accusò l’Italia di
tradimento e inviò le truppe tedesche contro gli Alleati e contro tutti coloro che si
opponevano al nazi-fascismo.
Il re e Badoglio, a sorpresa, fuggirono in Puglia, senza dare
indicazioni ai soldati su cosa fare. Molti abbandonarono la divisa e fuggirono, temendo la vendetta tedesca; molti furono catturati e
deportati in Germania.
Intanto, un gruppo di soldati tedeschi riuscì a liberare
Mussolini dalla sua prigionia.
La Repubblica di Salò
Per volontà di Hitler, Mussolini fonda un nuovo Stato fascista nella città di Salò, sul Lago di
Garda: la REPUBBLICA DI SALO’ o REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
L’Italia risultava quindi divisa in due parti: a Nord la Repubblica di Salò, sotto il controllo tedesco;
a Sud il Regno di Vittorio Emanuele III, sotto il controllo degli Alleati.
Iniziava ufficialmente il periodo della RESISTENZA.
L’Italia occupata: la Resistenza
Dopo l’armistizio di Cassibile e la nascita della Repubblica di Salò, tutta l’Italia centro-settentrionale, non ancora liberata dagli Alleati, fu occupata da soldati tedeschi.
I soldati che sceglievano di non arruolarsi nella Repubblica di Salò venivano arrestati e deportati in Germania.
La Resistenza al nazi-fascismo non fu condotta, però, solo da soldati che si ribellavano ai Tedeschi o dagli Alleati: la vera Resistenza fu quella dei PARTIGIANI.
I PARTIGIANI
La parola partigiano indica in generale colui che parteggia, si schiera da una parte in difesa
di un ideale.
Durante la Seconda guerra mondiale i partigiani furono i
civili, cioè non soldati, che tentarono in tutti i modi di resistere alla dominazione
nazi-fascista.
I partigiani contribuirono fortemente alla liberazione
dell’Italia, attraverso azioni di sabotaggio e guerriglia. Le
azioni dei partigiani, consistevano nel danneggiare
le armi e i mezzi degli eserciti avversari e nel
catturare soldati nemici.
Le loro azioni erano condotte con il favore della popolazione
locale, che li proteggeva e li aiutava. Si nascondevano
spesso sulle montagne o tra i boschi. Anche le donne furono
partigiane: spesso erano impiegate come staffette per
comunicare messaggi tra brigate di partigiani. Le brigate
erano coordinate dai CNL (Comitati di Liberazione
Nazionale).
La Resistenza e la reazione nazi-fascista
Sia la diserzione da parte dei soldati italiani, sia l’azione dei partigiani, furono punite dai Tedeschi con rastrellamenti (cioè perquisizioni di alcuni territori, con arresti e deportazioni) e rappresaglie (cioè azioni di violenza sulla popolazione civile per vendetta).
I partigiani, considerati a tutti gli effetti dei banditi, venivano arrestati, torturati e, talvolta, si procedeva con uccisioni simboliche di interi villaggi che li avevano aiutati. Lo stesso accadeva ai soldati ribelli.
Episodi diventati tragicamente famosi furono per esempio quello di Cefalonia, dove un gruppo di 5000 soldati italiani, che si rifiutò di cedere le armi ai Tedeschi, venne fucilato per intero. O ancora l’episodio di Marzabotto, dove furono uccisi circa 1800 civili. I Tedeschi non risparmiarono neanche vecchi, donne e bambini.
Cefalonia e Marzabotto
L’avanzata
degli Alleati
La svolta decisiva avviene nel 1944.
Il 6 giugno 1944, passato alla storia come D-day, un enorme esercito di Alleati sbarca in
Normandia, nel nord della Francia, per dare il via alla fase finale della liberazione dell’Europa.
Parigi venne liberata ad agosto. Gli Alleati continuarono a procede, in modo da
accerchiare la Germania.
La resa della Germania
Mentre l’esercito anglo-americano liberava Francia e Italia, da Est i Russi
avanzavano verso la Germania.
L’obiettivo era quello di liberare la Polonia e tutti gli altri Stati occupati dai
Tedeschi per stringere la Germania in una morsa letale.
I primi a giungere a Berlino furono i Russi. Da ovest arrivavano gli anglo-americani. Il
30 aprile Hitler si suicidò. L’8 maggio 1945 la Germania dichiarò la resa.
La fine della guerra in Italia
Intanto continuava la liberazione anche
dell’Italia.
Grazie all’azione dei partigiani, molte città furono liberate già
prima dell’arrivo degli Alleati.
Il 25 aprile l’Italia era ufficialmente libera.
Mussolini tentò di fuggire in Germania, ma venne catturato e ucciso. Il suo corpo fu esposto
in piazza a Milano.
Il mondo scopre l’orrore dei lager
Nel loro percorso di liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo, gli Alleati si trovarono di fronte uno spettacolo incredibilmente terribile: quello dei lager.
Fin dal 1938, anno in cui Hitler aveva dato inizio alla “soluzione finale” del problema ebraico, centinaia di migliaia di Ebrei erano stati deportati nei campi di concentramento, dove, privati di tutto, persino del proprio nome, erano costretti ai lavori più faticosi e alle condizioni di vita più umilianti.
A partire dal 1941-42 i campi di concentramento erano stati trasformati in CAMPI DI STERMINIO, dove gli Ebrei giungevano con un destino già segnato: la morte.
I deportati venivano privati
di tutti i loro oggetti
personali, compresi
occhiali e dentiere.
L’obiettivo era quello di
annullare del tutto la loro
identità di uomini.
Privati di scarpe e
vestiti, indossavano
divise che a stento li
coprivano dal freddo.
Il loro segno di
riconoscimento era
un numero e non più
il nome.
L’orrore dei lager
La soluzione finale portò alla morte di circa 6 milioni di Ebrei.
Nei lager venivano uccisi nelle camere a gas e i loro corpi venivano distrutti nei forni crematori.
Il 27 gennaio si ricorda l’orrore di questa pagina della storia. E’ il giorno in cui i Russi varcarono i cancelli del campo di Auschwitz.
La resa del Giappone e la fine della guerra
Nonostante in Europa la guerra fosse praticamente
finita con la resa della Germania e la morte di
Hitler, nel Pacifico si combatteva ancora.
I Giapponesi continuavano ad attaccare le navi
americane con i cosiddetti kamikaze, cioè piloti
suicidi.
Il nuovo presidente americano, Truman, voleva a questo punto la resa senza condizioni del Giappone.
Perciò il 6 e il 9 agosto 1945, fece sganciare sulle due città giapponesi di
Hiroshima e Nagasaki due bombe atomiche.
Il 2 settembre il Giappone firmò l’armistizio. La guerra era finita.
Le conseguenze della guerra
Le conseguenze della guerra
furono molte
55 milioni di morti, 30 milioni dei quali furono civili. Contro i nazisti fu istituito il Processo di
Norimberga, che portò alla condanna di diversi
generali nazisti accusati di crimini contro l’umanità.
Un nuovo assetto internazionale, nel
quale ormai sempre più perdeva di centralità
l’Europa, a vantaggio di Usa e Urss che erano
state le vere artefici della caduta di Hitler. La nascita dell’ONU,
l’Organizzazione delle Nazioni Unite, cioè
un’associazione di 50 Stati, nata con l’obiettivo di “salvare le generazioni future dal flagello della
guerra”.