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2008 2008 11,18, 25 maggio La scuola adotta La scuola adotta 11,18, 25 maggio “La scuola adotta un monumento” presenta TORINO PORTE APERTE un itinerario tra i monumenti della città adottati dai bambini e dai ragazzi delle scuole torinesi un monumento

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

Città di Torino

in collaborazione con:

Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte - Direzione Generale

Politecnico di Torino

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte

Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed

Etnoantropologico del Piemonte

Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo

Antichità Egizie

per informazioni:

Città di Torino

ITER - Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile

Centro “Torino e la sua Cultura”

Progetto “La Scuola Adotta un Monumento”

via Revello 18 - 10139 Torino

tel. 011.4429104 - 011.4429140

e-mail: [email protected]

www.comune.torino.it/iter

responsabile:

Adriana Bevione

organizzazione:

Sofia Petrosino, Patrizia Folco

si ringraziano per le fotografie:

le scuole partecipanti all’iniziativa

progetto grafico e cura redazionale:

Giuseppe Filosa, Rosella Fonsato

Centro Promozione Servizi di ITER

edizione fuori commercio - © 2008 Città di Torino

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

Torino sta vivendo un radicale mutamento, coninterventi molto significativi sullo spazio urbano chesollecitano particolare attenzione a luoghi simbolo di unpassato comune, che per i cittadini torinesi hanno alungo costituito punti di riferimento di un paesaggiomateriale ed interiore.In questo contesto diventa prioritario promuovere etutelare il patrimonio culturale locale e favorirne laconoscenza. Compito delle agenzie formative è farcapire che la memoria collettiva costituisce un ponte trail passato e il presente; la nostra storia è stata precedutada altre storie, che vengono raccontate dalla e nella cittàin cui si vive.I luoghi della città contribuiscono così ad educare, sianoessi musei, strade, teatri o piazze, attraverso unanarrazione che parte dal passato fino alle culture d’oggi.La Scuola Adotta un Monumento rappresenta unaparte significativa di questo cammino, a cui partecipanole scuole torinesi di ogni ordine e grado.Si tratta di un percorso di educazione permanente allaconoscenza e alla tutela dei beni artistici, storici eambientali.L’iniziativa, giunta ormai al tredicesimo anno dipartecipazione, ha visto crescere l’adesione delle scuolecoinvolte, con centinaia di studenti che si sonoimpegnati in attività di studio e approfondimento storicoe artistico del monumento adottato, in proposte ditutela, recupero e sviluppo del bene.Il significato stesso del termine adozione si è ampliatoed esteso, fino a comprendere un vero e proprioprogramma, che parte dalla ricerca storica ed artistica,elabora strumenti e sussidi per la divulgazione,promuove e realizza manifestazioni di pubblicizzazione,valorizzazione e fruizione del monumento adottato.Nella fase della scelta si esprime la curiosità e l’interessecon cui i ragazzi, guidati dai loro insegnanti, sannoguardarsi intorno, ma anche il gusto per piccoli elementid’uso quotidiano (un esempio per tutti le fontanelle, itoret), memoria di un passato che sembra allontanarsirapidamente.Nella manifestazione Torino Porte Aperte i ragazziportano il loro lavoro nelle piazze e nelle vie, aprono iluoghi adottati, raccontano il loro percorso ai cittadini.Partecipare e ascoltarli è l’impegno che tutti possiamoassumere per vedere “con i loro occhi” la città cheabitiamo quotidianamente.

Luigi SaragneseAssessore alle Risorse Educative

Presidente ITER

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

INDICE DEI MONUMENTIe date di apertura alle visite

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 11

Palazzo Birago di Vische 18 maggio pag. 09La Clessidra Parco Urbano 11 maggio pag. 10Area di via Arquata 11 maggio pag. 11Palazzo Madama 18 maggio pag. 12Museo Zoologico Franchetti 18 maggio pag. 13Piazza e Palazzo Carignano 25 maggio pag. 14Basilica dei Ss. Maurizio e Lazzaro 11 maggio pag. 15Scuola Federico Sclopis 18 maggio pag. 16Piazza Arbarello e Giardini della Cittadella 18 maggio pag. 17Chiesa di San Rocco 18 maggio pag. 18Chiesa di Santa Pelagia 25 maggio pag. 19Chiesa e Convento di San Giuseppe 18 maggio pag. 20

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 22

Cascina Roccafranca 18 maggio pag. 21Chiesetta Anselmetti 18 maggio pag. 22Istituto di Riposo per la Vecchiaia 25 maggio pag. 23Cascina il Giajone 25 maggio pag. 24Ghiacciaia della Cascina il Giajone 25 maggio pag. 25

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 33

Scuola Pietro Baricco 11 maggio pag. 26Le Nuove - Carceri Giudiziarie 18 maggio pag. 27Scuola Cesare Battisti 18 maggio pag. 28Bagni Pubblici di Borgo San Paolo 18 maggio pag. 29Scuola Santorre di Santarosa 25 maggio pag. 30

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 44

Parco Carrara 25 maggio pag. 31Sacrario I Martiri del Martinetto 25 maggio pag. 32Scuola Carlo Boncompagni 25 maggio pag. 33I Toret 25 maggio pag. 34Scuola Eduardo De Filippo 25 maggio pag. 35Scuola Bellardi 25 maggio pag. 36

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 55

Chiesa Nostra Signora della Salute 11 maggio pag. 37Scuola Margherita di Savoia 18 maggio pag. 38Ciminiera ex Teksid 25 maggio pag. 39

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 66

Scuola e museo Erich Giachino 18 maggio pag. 40Ex Istituto Cesare Lombroso 18 maggio pag. 41Scuola Gian Enrico Pestalozzi 25 maggio pag. 42Scuola Aristide Gabelli 25 maggio pag. 43Chiesa di San Domenico Savio 11 maggio pag. 44

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 77

Scuola Edmondo De Amicis 18 maggio pag. 45Stazione ferroviaria Porta Milano (ex Cirié - Lanzo) 18 maggio pag. 46Museo Giulia di Barolo 25 maggio pag. 47Basilica di Superga 25 maggio pag. 48Scuola Leone Fontana 25 maggio pag. 49Scuola Sassi 18 maggio pag. 50

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 88

Borgo Medioevale del Valentino 18 maggio pag. 51Val Pattonera 25 maggio pag. 52

CC II RR CC OO SS CC RR II ZZ II OO NN EE 11 00

Chiesa della Visitazione di Maria Vergine 11 maggio pag. 53

IN PROVINCIA

RR II VV OO LL II

Maison Musique 25 maggio pag. 55Scuola Piero Gobetti 25 maggio pag. 56

SS EE TT TT II MM OO TT OO RR II NN EE SS EE

Ecomuseo del Freidano 25 maggio pag. 57

CC AA SS TT EE LL LL AA MM OO NN TT EE

Cappella della Veronica 25 maggio pag. 58Cappella votiva dei morti 25 maggio pag. 59Cappella della Samaritana 25 maggio pag. 60Chiesetta del Fraschietto 25 maggio pag. 61

SS UU SS AA

Chiesa di San Saturnino pag. 62Museo Civico 25 maggio pag. 63

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

SCUOLE PARTECIPANTI

SSCCUUOOLLAA DDEELLLL’’IINNFFAANNZZIIAA

Bellardi via Bellardi 56 tel. 011.721863Via Moglia via Moglia 19 (Settimo) tel. 011.8009790Sassi strada Mongreno 72 tel. 011.8996226Via Servais via Servais 62 tel. 011.726161

SSCCUUOOLLAA PPRRIIMMAARRIIAA

Baricco corso Peschiera 380 tel. 011.7790915Battisti via Luserna di Rorà 14 tel. 011.4336626Calvino via Zumaglia 41 tel. 011.755135Carducci corso Matteotti 6 bis tel. 011.545656Casalegno via Acciarini 20 tel. 011.321724De Amicis via Masserano 4 tel. 011.4365512Don Milani via San Marino 107 tel. 011.3272087Duca d’Aosta via Capelli 51 tel. 011.724696Falletti di Barolo via Cassini 98 tel. 011.3186576Fontana via Buniva 19 tel. 011.8172556Gabelli via Santhià 25 tel. 011.851031Giachino via Campobasso 11 tel. 011.2463848Gobetti via Romita 19 tel. 011.3098434Istituto Comprensivo PacinottiScuola Elementare Boncompagni via Vidua 1 tel. 011.480333

Istituto Comprensivo PacinottiScuola Elementare De Filippo via Fossano 16 tel. 011.489142

Istituto Comprensivo TommaseoScuola Elementare D’Assisi via Giulia di Barolo 8 tel. 011.8178655

Margherita di Savoia via Thouar 2 tel. 011.213540Mazzarello via Collino 12 tel. 011.3096817Padre Gemelli corso Lombardia 98 tel. 011.731758Pestalozzi via Banfo 32 tel. 011.852641Santorre di Santarosa via Braccini 70 tel. 011.331507Sclarandi via Baltimora 171 tel. 011.307585Sclopis via del Carmine 27 tel. 011.5214225

SSCCUUOOLLAA SSEECCOONNDDAARRIIAA DDII II GGRRAADDOO

Collegio San Giuseppe via San Francesco da Paola 23 tel. 011.8123250Croce - Morelli plesso Croce corso Novara 26 tel. 011.2481916 Croce - Morelli plesso Morelli via Cecchi 18 tel. 011.854049 Drovetti via Bardonecchia 34 tel. 011.7496274Istituto Comprensivo Cairoli via Torrazza 10 tel. 011.6066586Istituto Comprensivo TommaseoScuola Media Calvino via S. Ottavio 7 tel. 011.885279

Giuliano piazza Savoia 21 (Susa) tel. 0122.622500Gobetti via Gatti 18 (Rivoli) tel. 011.9587969Matteotti via Montebianco 23 (Rivoli) tel. 011.9534952Meucci via Revel 8 tel. 011.530543Nievo-Matteotti corso Sicilia 40 tel. 011.6614514Rua via Paisiello 44 tel. 011.2304118Saba via Lorenzini 4 tel. 011.296470

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T O R I N O P O R T E A P E R T E

SSCCUUOOLLAA SSEECCOONNDDAARRIIAA DDII IIII GGRRAADDOO

Istituto Istruzione Superiore Einstein via Bologna 183 tel. 011.280668Istituto Istruzione Superiore Faccio via Pullino 3 (Castellamonte) tel. 0124.515432Istituto Fellini corso Trapani 25 tel. 011.4345224Istituto d’Arte Passoni via Cittadella 3 tel. 011.5611634Istituto Tecnico Casale via Rovigo 19 tel. 011.4363144Liceo Classico Alfieri corso Dante 80 tel. 011.6631941Liceo Classico D’Azeglio via Parini 8 tel. 011.540751Liceo Majorana sezione tecnica corso Tazzoli 209 tel. 011.3114113

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c i r c o s c r i z i o n e 1T O R I N O P O R T E A P E R T E

Intorno al 1830 la parte settentrionaledell’isolato di S. Valeriano apparteneva alComune e veniva usata come “mercato deicommestibili”.Si decise di dividerla in due lotti e di venderla(1840). Il lotto occidentale fu acquistato dalmarchese Carlo Emanuele Birago di Vische,che fece progettare all’architetto AntonioTalentino un palazzo, in gran parte d’affitto,con dimensioni e caratteristiche architettonichedi prestigio eccezionali per la città: un cortiled’onore e due cortili di servizio accessibili insequenza, fronti esterne ed avancorpi congrandi lesene e mezze colonne corinzie.Il palazzo sorse in un momento in cui ladomanda di nuove unità edilizie era urgente ecostante, dato il notevole aumento dellapopolazione tra gli anni ‘30 e ‘60dell’Ottocento.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

TOMMASEO

SCUOLA

PRIMARIA

D’ASSISI

PALAZZO BIRAGO DI VISCHE via Vanchiglia 6

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Il tratto ferroviario da corso Turati a largo Orbassano, untempo in trincea, corre oggi in galleria conseguentementealla copertura della sede originaria.Da qui in avanti, l’interramento della ferrovia e ilquadruplicamento dei binari della linea, genera ilPassante permettendo di differenziare il trafficoferroviario nazionale a lunga percorrenza da quelloregionale e metropolitano.In corrispondenza dell’area urbana interessata il passanteferroviario è in funzione dal 1999 e, nel tratto compresotra via Cassini e via Piazzi, la stazione interrata quirealizzata, denominata “Fermata Zappata”, è completatanelle strutture e prossimamente entrerà in esercizio.Sulla copertura delle trincee ferroviarie, il Nuovo ParcoUrbano è oggi modellato con il riassetto viabile corredatoda spazi a verde pubblico riqualificando lepavimentazioni pedonali e veicolari in materiale lapideo.Il progetto prevede la collocazione di opere di grandiartisti contemporanei tra cui Anselmo, Pichler,Ruckriem, Zorio, Mainolfi, Paolini.Nel 2005, con la sistemazione di largo Orbassano,ridisegnato per una nuova viabilità, parcheggi e areeverdi, è stata inaugurata la scultura di Per Kirkeby. Ilprogramma dei lavori del Nuovo Parco Urbanoprocederà per lotti funzionali ed i lavori del primo lotto(corso De Nicola, accanto alla scuola Falletti di Barolo)sono ormai ultimati.

LA CLESSIDRAPARCO URBANO Passante ferroviario da corso Turati a largo Orbassano

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

FALLETTI DI

BAROLO

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Il quartiere, delimitato dalle vie Pagano eRapallo e dai corsi Turati e Dante, è di uncerto pregio e tutelato dalla Soprintendenza peri Beni Ambientali e Architettonici (valoreambientale e documentario). Si è formato neglianni ’20 quando furono costruite le numerosepalazzine di edilizia popolare che locompongono e che connotano l’insediamento.L’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) siera infatti impegnato, in quegli anni, asoddisfare le richieste abitative in particolaredelle famiglie operaie, artigiane, impiegatizie(quartiere 10), ma anche dei liberi professionistie degli impiegati statali (quartiere 11).La disposizione delle palazzine attorno a seiampi cortili verdi con alberi di alto fusto rivelauno spirito progettuale coerente con lavocazione sociale dell’IACP e particolarmenteattento al disegno urbano (verso l’ideazione diuna microcittà nella città). Le numerose e variedecorazioni intonacate degli edificitestimoniano un semplificato richiamo a tardivesuggestioni Liberty.Nel 1968 la costruzione del moderno palazzoATC ha modificato l’assetto edilizio in corsoDante angolo via Roccabruna.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

FALLETTI DI

BAROLO

AREA DI VIA ARQUATAisolato tra le vie Pagano e Rapallo ed i corsi Turati e Dante

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PALAZZO MADAMA piazza Castello

ADOTTATO

DAL LICEO

CLASSICO

D’AZEGLIO

Palazzo Madama è l’edificio simbolo dellastoria e dell’arte torinese. Collocato nel centrodella Torino monumentale, il Palazzo condensaduemila anni di storia, dal I secolo a.C. dell’etàromana all’epoca medievale degli Acaja, dalBarocco delle due “Madame Reali” (MariaCristina di Francia e Maria Giovanna Battista diSavoia - Nemours) fino al Risorgimento con ilSenato del Regno Sabaudo e al costituirsi nel1934, del grande Museo Civico di Arte Antica.La visita al monumento consisterà in unapresentazione generale dell’edificio nel contestostorico-urbanistico della piazza Castello(castrum romano, castello medievale,ampliamenti barocchi, Palazzo Reale, Duomo eChiesa di san Lorenzo) per poi continuare conuna lettura analitica della facciata juvarriana,proseguire con la visione dello splendidoscalone monumentale fino al primo piano einfine concludersi con l’analisi delle strutturemedievali verso la via Po.

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ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

COLLEGIO

SAN

GIUSEPPE

MUSEO ZOOLOGICO FRANCHETTI via San Francesco da Paola 23

Questa collezione di colibrì per la sua raraoriginalità è una piccola meraviglia. Prima inEuropa, e seconda al mondo per numero diesemplari, 1102, naturalizzati e montati sutrespolo, è un invito per tutti gli amanti dellanatura. Questi minuscoli uccelli, che pesanopoco più di un grammo e si nutrono di nettarecome le api, hanno sempre suscitato curiosità einteresse: gli indigeni americani liconsideravano la reincarnazione delle animedei guerrieri, il grande Raffaello li dipinse per laprima volta in Europa, le case di modaottocentesche ne usarono le piume iridescentiper ornare cappelli e abiti di dame.Fu nel 1901 che il canonico Pietro Franchettiiniziò a collezionare colibrì: sarà la passione diuna vita! Per oltre trent'anni lo studioso sidedicò a ricerche, scambi, acquisti, e tutta la suaraccolta è dal 1946 esposta al Collegio SanGiuseppe, perché proprio alla comunità deiFratelli delle Scuole Cristiane Franchetti siaffiliò.Personalità di rilievo internazionale come ilCardinale Fossati, il senatore Valletta, ilcommendator Paravia, Luigi Einaudi, hannovisitato la raccolta e sono rimasti stupiti davantia questi minuscoli coloratissimi esseri.

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Da piazza Castello, imboccando via Accademiedelle Scienze, si arriva in piazza Carignano, unoscorcio barocco caratterizzato dalle lineesinuose della facciata di palazzo Carignano, uncapolavoro del Guarini costruito fra il 1679 e il1689.Il palazzo attualmente è sede del MuseoNazionale del Risorgimento, che ripercorre lastoria italiana dal 1706 al 1945.Sulla piazza si affacciano anche altri edificistorici: il teatro Carignano, settecentesco,disegnato nel 1752 da Benedetto Alfieri,successore di Juvarra; accanto al teatro, ilprestigioso ristorante Il Cambio, fondato nel1757, che originariamente era una stazionedelle diligenze e che divenne meta favorita dipersonaggi illustri, da Casanova a Cavour.

PIAZZA E PALAZZO CARIGNANO

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

FELLINI

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ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

D’ARTE

PASSONI

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BASILICA DEISS. MAURIZIO E LAZZARO

via Milano 20

La facciata e la cupola, in stile Neoclassico,dell’architetto Carlo Mosca, sono della primametà dell’Ottocento. La Chiesa fu definita dalCraveri “d’un’ampiezza assai grande e spaziosain forma ottangolare, bislunga, di nobile e sodaArchitettura, ornata… maestrevolmente distucchi”, “abbellita con un’altissima Cupola” edotata di “un bellissimo Coro con Voltadipinta, ornata di stucchi”. Le pitture cheornavano l’ambiente sono in parte scomparse:gli evangelisti (di Francesco Meiler e MattiaFranceschini) nei pennacchi della cupola,l’Assunzione della Vergine nella volta del coro,la Vergine con il bambino fra le sante Corona,Serafina e Orsola (del milanese Scotti)sull’altare destro, il Francesco di Sales inpreghiera sul sinistro, e in coro un’ovale delFranceschini con la Resurrezione e i santiMaurizio e Lazzaro.

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La costruzione di piazza Statuto terminò intornoal 1875 e, negli anni successivi, furono eretti gliedifici nel tratto di via del Carmine. Fra gli altripalazzi venne costruito quello che ospita la scuolaSclopis. Il progetto fu affidato all’ingegnerVelasco e trovò compimento tra il 1885 ed il1887. Tipica costruzione di fine Ottocento,dall’estetica sobria e funzionale, l’edificio fudotato di aule ampie e ben illuminate, servite dacorridoi spaziosi e da scale molto comode. Lascuola fu dedicata al conte Federico PaoloSclopis (1798 - 1878), famoso giureconsulto euomo di stato. Il conte Sclopis partecipòattivamente ai lavori preparatori dello StatutoAlbertino (1848), rivestì la carica di Ministro dellaGiustizia e fu uomo di profonda cultura. Lascuola ha una fortissima tradizione e la sua storiasi lega strettamente con quella del quartiere.Cinque generazioni di scolari si sono succedutenelle sue aule, vivendo i momenti tragici di dueguerre, la ricostruzione del periodo post-bellico,l’immigrazione da altre regioni italiane degli anniSessanta e quella più recente dall’estero. Dalletestimonianze di ex alunni nel 2005 si è appresoche la scuola fu frequentata da personaggidivenuti famosi, come il cardinale Carlo MariaMartini e lo scrittore Guido Ceronetti.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

SCLOPIS

16

SCUOLA FEDERICO SCLOPISvia del Carmine 27

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c i r c o s c r i z i o n e 1T O R I N O P O R T E A P E R T E

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Il Giardino della Cittadella fu donato aiTorinesi, a metà Ottocento, per risarcirli dellaperdita degli ombrosi viali che circondavano laCittadella, in corso di demolizione per farspazio a nuovi insediamenti militari e abitativi.Il giardino è delimitato da corso Siccardi, viaBertola, via Fabro e piazza Arbarello. In originela vasta area alberata si estendeva fino alla metàdell’attuale corso Siccardi e, a nord, giungevafino all’altezza di via della Cittadella. Luogo digioco di molti bambini, tra cui gli ex-allievi dellaSclopis, il giardino ebbe un gradualedeterioramento fino a trasformarsi in posteggioper le automobili. Fortunatamente si salvò ilperimetro alberato, ancora perfettamentefruibile dai pedoni e molto interessante per lapresenza di alcune statue, in particolare quelladello statista Federico Sclopis, al quale èdedicata la scuola. Piazza Vincenzo Arbarello,nata nel secondo dopoguerra e dedicata ad unvaloroso caduto del primo conflitto mondiale,merita un’adeguata ristrutturazione per la suaimportante collocazione vicino a via Garibaldi.Su di essa si affaccia il palazzo dell’Università diEconomia e Commercio, eretto dove un temposorgeva la sezione femminile della scuolaBaretti, descritta da Edmondo De Amicis nellibro Cuore.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

SCLOPIS

PIAZZA ARBARELLO EGIARDINI DELLA CITTADELLA

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Sorta sulle fondamentadella chiesa medievaleintitolata a San Gregorio,la chiesa di San Rocco fuedificata nel 1667 (sudisegno di FrancescoLanfranchi) dallaConfraternita omonimatuttora presente edistituita a Torino nel 1598con lo scopo di daresepoltura ai morti di pesteabbandonati per le viecittadine.Nel 1890 venne demolitala parte anteriore perconsentire l’allargamentodella via San Francescod’Assisi; questamanomissione comportòla perdita della facciatacostruita nel 1669 erielaborata, con il

contributo di Vittorio Amedeo III, nel 1780. Lafacciata che vediamo oggi, infatti, vennericostruita alla fine del 1800: risalgono al 1924le due statue di S. Rocco e S. Espeditocollocate nelle nicchie. Negli anni ‘80 la chiesaè stata cornice ideale ai concerti di "SettembreMusica". Oggi, aperta solamente per le funzionidomenicali, consente a pochi cittadini diammirare l’armonia delle proporzioni, loslancio della luminosa cupola centrale e l’altaredel ‘700, impreziosito da marmi colorati delPiemonte, opera del Vittone.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

CARDUCCI

CHIESA DI SAN ROCCO via San Francesco d’Assisi 1

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La chiesa di Santa Pelagia venne costruita neglianni 1769-72 per le suore Agostiniane suprogetto di Filippo Nicolis di Robilant.L’edificio, tra barocco e neoclassico, è a piantacentrale; intorno ad un vano centrale circolaresi innestano 4 vani ellittici che formanol’ingresso, le cappelle laterali, il presbiterio.Dalla cappella sinistra si accede al suggestivocoro a forma di conchiglia con stalli ligneiperfettamente conservati.Il vano centrale è sormontato da una cupolacon finta prospettiva al centro nella quale siinnestano le cupole che sovrastano gli altari.L’elegante decorazione pittorica, che accentuagli elementi architettonici, è in continuodegrado. Agli inizi dell’800, in seguito allasoppressione dell’Ordine delle suore Agostiniane,la chiesa venne affidata all’Opera dellaMendicità Istruita, un’opera pia nata all’iniziodel ‘700 per istruire e soccorrere i ragazzipoveri e che operò molto attivamente nelcampo dell’educazione, istituendo, tra l’altro,le prime scuole serali ancora attive finoa pochi anni fa.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

TOMMASEO

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

CALVINO

CHIESA DI SANTA PELAGIA via San Massimo 21

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Nel 1678 Madama reale Cristina di Francia vollefare erigere un monastero ed una chiesa nelcentro della città per l’assistenza agli infermi. Ireligiosi scelti per questo pio incarico furono iCamilliani che allora operavano a Mondovì.Questo ordine infatti, fondato nel 1591 daCamillo de Lellis, si dedicava all’assistenza degliappestati e dei moribondi. Essi entrarono nelconvento nel 1681, fecero riadattare la chiesa e lacasa annessa, che venne affittata per averequalche reddito. I Camilliani ricostruirono lachiesa e riattarono l’antico convento delle Madridel S.S. Crocifisso nel 1693. Il progetto èattribuito a C.E. Lanfranchi. La chiesa è quindi inpuro stile barocco, le decorazioni animanol’interno facendo scordare le esigue dimensionidella struttura. Il complesso, strettamente legatoall’edificio adiacente la chiesa, ad occidente, èstato ricostruito ad uso casa d’affitto eampliamento del convento nel 1780, su progettodi J. A. Giulio. La chiesa ed il convento costituiscono uncomplesso di edifici di notevole valore storico eartistico-ambientale. Notevoli sono gli altari, lacantoria, l’organo e la stessa sacrestia. La facciata,pur rimaneggiata nel 1909, risulta semplice espoglia.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

MEUCCI

CHIESA E CONVENTO DI SAN GIUSEPPEvia Santa Teresa 22

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La cascina Roccafranca (o meglio ilRoccafranca), sita all’incrocio tra via Gaidano evia Rubino, quartiere di Mirafiori Nord,rappresenta un tipico e significativo esempio dicascina di pianura che durante il XVII e ilXVIII secolo strutturava e caratterizzava ilpaesaggio rurale della piana torinese.La cascina, di proprietà della famiglia Ballardfin dal 1689, venne battezzata “Roccafranca”dal nome del feudo di appartenenza, ed inseguito venduta alla baronessa Chionio nellaprima metà dell’Ottocento.Continuò ad essere usata ed abitata fino aglianni ‘60, poi cadde in uno stato di progressivoabbandono che l’ha ridotta all’odierno degrado.Ora per il Roccafranca si aprono nuoveprospettive di vita e di uso: con i fondi delprogetto europeo “Urban 2” verrà restauratoper diventare un polo di incontri e di iniziativeper la vita dell’intero quartiere. A questocomplesso verrà dato un ulteriore e suggestivonome, “la casa del Quotidiano”, a significareuna sua nuova e centrale presenza sul territorio.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

MAZZARELLO

CASCINA ROCCAFRANCA via Gaidano 76

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La Chiesetta di via Gaidano è una cappellapadronale che faceva parte del più vastocomplesso settecentesco Villa CascinaAnselmetti. L’ingresso principale dell’edificionon è rivolto verso l’interno della corte, cometutti gli altri fabbricati della cascina, ma sullastrada antica di Moncalieri, ora via Gaidano,per offrire un servizio religioso anche aiviandanti e agli altri abitanti del contado.Nel 1975 il lotto sul quale era ubicato l’interocomplesso fu dichiarato di pubblica utilità e fudemolito dal Comune di Torino, ad eccezionedella Cappella, tutelata dalla Soprintendenza aiMonumenti in Piemonte. Allo stato attuale lacappella, con l’annessa sacrestia, risultaclassificata nel nuovo piano regolatore generalecome edificio di particolare interesse storicoappartenente alla classe I di gran prestigio. Lademolizione dell’intera Cascina Anselmetti hadi fatto cancellato dal territorio una preziosatestimonianza, ormai affidata alla sola cappellasuperstite.

CHIESETTA ANSELMETTIvia Gaidano 71

ADOTTATO

DAL LICEO

SCIENTIFICO

MAJORANA

SEZ. TECNICA

E DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

MAZZARELLO

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Il Regio Istituto per la Vecchiaia, conosciutoanche come “Poveri Vecchi”, costituisce la piùimponente residenza per anziani della Torinoottocentesca.Questo gigantesco edificio, progettatodall’architetto Caselli, occupa una superficiecoperta di circa 25000 mq.È costituito da una maglia a pettine il cui latolungo, a tre piani fuori terra, rappresenta ilfronte principale sul corso, mentre i cinquerebbi sono altrettanti padiglioni, cinque pianifuori terra, che si protendono all’internodell’alto muro di recinzione, verso il verde degliorti ancora presenti.Solo una parte ha conservato la suaconnotazione originaria assistenziale, perchémolti padiglioni sono stati progressivamenteceduti all’Università degli Studi di Torino;un’ala ospita da tempo il Consorzio per ilSistema Informativo della Regione.Sarebbe auspicabile che il programma direcupero strutturale ed estetico avviato dalSettore Tecnico del Comune di Torinocontinuasse a porsi come intervento integrato,alla luce della funzione sociale originaria delmonumento.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

DON MILANI

ISTITUTO DI RIPOSO PER LA VECCHIAIAcorso Unione Sovietica 220

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La cascina risulta essere la ristrutturazione di unprecedente insediamento del ‘600, avvenutanell’ultimo quarto del ‘700. Essa si componevadi tre ali di fabbricato, un cortile rettangolarechiuso sul quarto lato da un muro di recinzionee parecchi terreni circostanti, il tutto destinatoad attività di allevamento del bestiame ed allosfruttamento del suolo.Ognuna delle due ali comprendeva un edificioabitativo a due piani, uno per i contadinifittavoli e l’altro per la presenza saltuaria deiproprietari. A queste erano annesse le stallesovrastate da fienili e granai; il terzo lato,composto da un ampio porticato, era utilizzatoper il ricovero degli attrezzi.È ancora presente una torretta adibita acolombaia e nello scantinato “la ghiacciaia”,rara struttura interrata di 4 – 5 metri, depositocilindrico in mattoni ove veniva pressata la neveper tenere freschi burro e formaggi.Oggi è una bella e funzionale struttura cheaccoglie il Centro Civico, sede dellaCircoscrizione 2, con uffici, biblioteca, anagrafe,centro d’incontro, ufficio postale ed un’areaattrezzata a parco-giochi per bambini.

ADOTTATO

DALLE

SCUOLE

PRIMARIE

GOBETTI

E SCLARANDI

CASCINA IL GIAJONE via Guido Reni 114

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All’interno della cascina Il Giajone, costruzionerisalente al 1600 e successivamente ristrutturataalla fine del ‘700, troviamo, ricavato nelsottosuolo, un grosso imbuto che altro non èche la ghiacciaia o ghiacciera, struttura utilizzataper la conservazione dei cibi dalla famigliaMontù Beccaria, proprietaria della cascinastessa. A lato di questo imbuto, posta in altosull’esterno della struttura, si osserva una“bocca di lupo” che consentiva l’introduzionedi ghiaccio e neve nella stagione invernaledirettamente dalla strada esterna.Ciò permetteva la conservazione anche nelperiodo estivo di alimenti deperibili, come ilburro, il latte, le uova, la carne, prodotti daimargari che si occupavano della conduzionedella cascina.La ghiacciaia che troviamo nella cascina ilGiajone è la riproduzione in piccolo delleenormi ghiacciere che si trovavano all’internodella città, lungo il perimetro della cintadifensiva posta a settentrione.Ancora oggi è possibile visitare parte delle“Reali Ghiacciere” scendendo nel parcheggiosotterraneo posto sotto la piazza EmanueleFiliberto, nella zona di Porta Palazzo.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

CASALEGNO

GHIACCIAIA DELLA CASCINA IL GIAJONE via Guido Reni 102

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Nel 1871 la scuola fu istituita nei locali a fiancodella parrocchia di Pozzo Strada, nome con ilquale venne identificata fino al maggio 1887; inquella data il Podestà deliberò di intitolarla aPietro Baricco, come recita l’atto: "P. Baricco …amministratore sagace della Città, prepostoall’istruzione pubblica … dotto educatore cheha onorato la Città con l’opera del suo chiaroingegno." ( dagli Atti Municipali 1886-1887dell’Archivio Storico di Torino).Nel 1924 fu costruita la nuova sede dellascuola, che iniziò a funzionare nel 1926-’27;l’edificio comprendeva solo il piano terra, edaveva sei aule ed il servizio. Nel 1930 fuapprovato il progetto di ampliamentodell’edificio scolastico, considerato il notevoleaumento della popolazione.Nella notte del 26 novembre 1942 una bombacolpì l’edificio provocando lievi danni.Nel 1948 la scuola fu ampliata, vennesopraelevata di due piani, con un totale di ventiaule disponibili. Nel 1961 furono costruiti i duebracci verso il cortile interno.L’edificio è tuttora sede della scuolaelementare.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

BARICCO

SCUOLA PIETRO BARICCOcorso Peschiera 380

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Il carcere giudiziario di Torino, conosciuto conl’appellativo “Le Nuove”, venne costruito sottoil regno di Vittorio Emanuele II per sostituirequattro carceri: il carcere criminale e il carceredelle forzate di via San Domenico, il carcerecorrezionale di via Stampatori e il carcere delleTorri per le condannate presso Porta Palazzo.La costruzione fu realizzata ai margini delcentro abitato tra il 1862 e il 1870 ed è unodegli esempi più importanti di ediliziacarceraria di metà Ottocento. Il progettoprevedeva uno schema a doppia croce, con unadoppia cappella nella manica centrale da cui sidipartono i “bracci” che ospitano le celle, inmodo da consentire contemporaneamente ilcontrollo di tutti i corridoi. “Le Nuove” furonoconcepite come carcere ad isolamento totale.Vi erano 648 celle di 4 per 2,26 metri, alte 3metri, dotate di una finestra a “bocca di lupo”che faceva scorgere solamente una porzione dicielo. Il perimetro dell’area delle carceri eraprotetto da mura di cinta alte 5 metri e daquattro torricelle di guardia, mentre all’internosi trovavano sei cortili per il passeggio.Duranteil fascismo e gli anni della guerra il carcerevenne utilizzato come luogo di reclusione pergli oppositori del regime e, ancora oggi, unalapide posta all’interno dell’edificio ricorda iprigionieri politici che vennero rinchiusi.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

DROVETTI

LE NUOVECARCERI GIUDIZIARIE

corso Vittorio Emanuele II 127

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La Scuola, sorta nei primi anni del 1900, ècompresa nell’isolato tra le vie Luserna di Rorà(di fronte alle case popolari), Verzuolo(prospiciente la chiesa parrocchiale di “GesùAdolescente”) Vigone e Revello ed è inseritanel quartiere Cenisia.Inizialmente, nel 1903, era composta di un soloedificio collocato in via Luserna di Rorà,realizzato su due piani. Un primo intervento diampliamento (nel 1906) aggiunse un’ala sul latodi via Verzuolo.Successivamente, nel 1909, l’intero edificiovenne sopraelevato di un piano, raggiungendol’altezza attuale. Nel 1968, consideratol’aumento della popolazione scolastica e peraccogliere adeguatamente tutti gli alunniresidenti, venne edificata, su progettodell’architetto Bersia, l’ala più recente di viaVerzuolo. L’edificio, denominato “Villetta”, diquattro piani fuori terra e una palestra,raggiunse le dimensioni attuali.Nella parte interna dell’isolato c’è un ampiocortile circondato da una cancellata metallica.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

BATTISTI

SCUOLACESARE BATTISTI via Luserna di Rorà 14

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Il fabbricato nacque nel periodo compreso trail 1930 ed il 1940 e testimonia del gustoarchitettonico dei primi del ‘900. La suarealizzazione fu dettata dalla necessità dicompletare i servizi offerti dalla città ad unquartiere popolare progettato nel 1908,ricompreso tra via Lucerna di Rorà, viaVerzuolo, via Revello e via Perrero. L’immobileè composto di due saloni al piano seminterratodestinati, in parte ad attività di intrattenimentoper persone disabili ed in parte ad accogliere ilcomitato di quartiere spontaneo; al primo pianosono ubicate le docce per il pubblico, unbell’esempio di architettura che ha saputomodulare sapientemente gli spazi, mediantepareti monolitiche in lastre di marmo biancoCarrara e zoccolo in Serpentino. All’esterno delfabbricato, nel cortile, si trova la ciminiera cheun tempo serviva ad evacuare i fumi dellecaldaie a carbone. L’edificio ha valoreambientale e documentario e contribuisce acaratterizzare il borgo San Paolo.I bagni pubblici sono stati adottati in quantotestimonianza del gusto del Novecentonell’edilizia dei servizi pubblici.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

BATTISTI

BAGNI PUBBLICIDI BORGO SAN PAOLO

via Luserna di Rorà 8

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Tipico esempio di edificio in stile liberty, lascuola, sorta nei primi anni del 1900, ècompresa nell’isolato tra le vie Braccini,Chiomonte, San Paolo e Malta, in pieno BorgoSan Paolo. Il progetto fu firmato dall’architettomunicipale Dolza e dai suoi collaboratori, gliingegneri Baravalle e Mastrogiacomo inesecuzione alla delibera comunale del 1914.La scuola, situata al centro del quartiere, èsempre stata punto di riferimento per interegenerazioni, che sono cresciute nei suoi localivivendo gli eventi che si sono succeduti, le dueguerre, la ricostruzione, lo sviluppo economicoe la forte immigrazione. Pensiamo sia giustovalorizzarne il ruolo di formazione, istruzione esocializzazione nell’ambito del quartiere, senzatralasciare l’importanza storico-architettonicadell’edificio, uno dei più vecchi del borgo.L’edificio non ha mai abbandonato la suafunzione di sede scolastica ed attualmenteospita le classi della scuola elementare.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

SANTORRE DI

SANTAROSA

SCUOLA SANTORRE DI SANTAROSAvia Braccini 70

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La realizzazione del Parco della Pellerina eraprevista dal piano regolatore del 1906, ma ebbeconcreto avvio soltanto nel 1928. Questagrande area verde è conosciuta come parcodella Pellerina, dal nome di una vecchia cascinaappartenente alla famiglia chierese dei marchesiTana, proprietari anche della seicentescacascina Marchesa. Il nome ufficiale di ParcoCarrara gli fu attribuito in onore di MarioCarrara (1866-1937), antropologodell'Università di Torino che si rifiutò di giurarefedeltà al fascismo. Il parco è attraversato pertutta la sua lunghezza dalla Dora Riparia, fiumeche fu importantissimo per lo sviluppoeconomico della città di Torino fornendo:sabbia e pietre per le case, ciottoli per le strade,acqua per asportare i rifiuti e gli usi domestici eanche come forza motrice per le industrie sortenel 1800. Nel secondo dopoguerra furonoacquisite altre aree e nei primi anni ’80 furonoeseguiti dei lavori di sistemazione, così che ilparco assunse l’estensione e l’aspetto attuali. Ilparco Mario Carrara si estende su un’area di850.000 mq ed è l’area verde più frequentatadella città; ha una funzione ricreativa, di svagoe di riposo.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

CALVINO

PARCO MARIO CARRARAPARCO DELLA PELLERINAcorsi Regina Margherita, Lecce, Appio Claudio, via Cossa

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Immerso nel silenzio, in uno spazio che sembrafuori dal tempo, un alto recinto in muraturadelimita un piccolo poligono di tiro. All’internouna teca con pezzi di legno bruciati, sono i restidi una sedia carbonizzata usata per le fucilazioni,una lapide con cinquantanove nomi e le rispettiveprofessioni, un cippo a memoria. Questo è ilSacrario del Martinetto. Nel 1883 il Comune diTorino aveva costruito il nuovo campo da tiro delMartinetto e lo aveva affidato in uso perpetuo allaSocietà del Tiro a Segno Nazionale. Il nuovocampo era un complesso rettangolare con altemura per una lunghezza di 400 metri e unalarghezza di 120. Dopo l’armistizio dell’8Settembre 1943 e fino all’aprile del 1945 ilpoligono venne scelto dalla Repubblica sociale,costituita da Mussolini nell’Italia del Nord, comeluogo di esecuzione per i partigiani e i resistenti:la pena di morte avveniva mediante fucilazione. Il5 Aprile 1944 vi avvenne l’esecuzione del primoComitato militare regionale piemontese nato conil compito di organizzare e coordinare l’azionedelle bande partigiane delle vallate. Già da primadella fine della guerra il Comitato di LiberazioneNazionale (CLN) aveva espresso il desiderio cheil luogo diventasse il memoriale della resistenzapiemontese e che fosse considerato sacro. Nel1951 fu riconosciuto d’interesse nazionale eposto sotto vincolo; la sistemazione attuale è statarealizzata nel 1967.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

DUCA D’AOSTA

SACRARIO I MARTIRI DEL MARTINETTO corso Svizzera ang. corso Appio Claudio

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L’edificio sorse nel quartiere San Donato persoddisfare le esigenze del Borgo che, purconservando un aspetto prevalentemente rurale,si stava ampliando in conseguenza dellosviluppo industriale. Il primo nucleo della scuola risale al1880–1882 ad opera del Comune, inottemperanza alla legge Coppino.Venne intitolata al conte Carlo Bonconpagni diMombello, uomo di stato e filantropo morto inquel periodo, per celebrare l’autore della leggeche poneva l’insegnamento sotto il controllodello stato sabaudo.La struttura subì numerosi ampliamenti fino al1926, quando il numero delle aule raggiunse leattuali 33.Durante i due conflitti mondiali lo stabile venneoccupato per esigenze belliche. Alcune lapidi,tuttora presenti nella scuola, ricordano ilsacrificio dei caduti.L’edificio scolastico ha valore ambientale edocumentario e contribuisce a caratterizzare ilBorgo San Donato.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

PACINOTTI

SCUOLA

PRIMARIA

BONCOMPAGNI

SCUOLA CARLOBONCOMPAGNIvia Vidua 1

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Le caratteristiche fontane, sparse nella nostracittà, sono da sempre chiamate toret perl’inconfondibile testa di toro che le decora edalla cui bocca sgorga l’acqua.Sono piccoli “monumenti” di colore verde,hanno un peso di circa 150 Kg. e un’altezza di120 cm.Il più antico risale all’epoca imperiale romanaed è stato rinvenuto in via XX Settembre.Ma il toret, così come lo conosciamo, è natoall’inizio del 1900.I primi erano in pietra, poi furono costruiti inghisa. Un toret in pietra si trova sotto i porticidi Porta Palazzo, verso via Milano. I modelli originali erano dotati di un ganciodove venivano attaccati i secchi per abbeverare icavalli.I primi toret di inizio ‘900 furono installati almercato coperto di corso Racconigi e, all’epoca,la testa del toro era ornata da un collare. Nel1930 furono installate fontane in ogni zona,compresa la periferia. Oggi se ne trovano circa700, principalmente nei parchi e nei giardini.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

DELL’INFANZIA

DI VIA SERVAIS

I TORET

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La scuola elementare Eduardo De Filippo èstata inaugurata nel 1986, ma l’edificio che laospita esisteva già da molto tempo. Infatti, findai primi anni del ’900, nei suoi locali vi era laLINCAT, fabbrica di nastri, copripunto e affini.Intorno agli anni ’30 l’edificio divenne diproprietà della famiglia Paracchi e fu perciòadibito alla produzione di tappeti. Nei localidell’attuale scuola vi lavoravano circa milleoperai addetti alla cardatura, alla tintura e allafilatura della lana. Infatti il processo dilavorazione era completo, dalla materia prima(lana o tessuto) al prodotto finito: dai piccolitappetini scendiletto ai grandissimi tappeti persaloni di grandi alberghi. Proprio negli anni ’30la produzione conobbe la sua massimaespansione non solo in Italia, ma ancheall’estero. La fabbrica di via Fossano cessò lapropria attività negli anni ’60 e solo molti annidopo fu ristrutturata, adibita a edificio scolasticoe dedicata a Eduardo De Filippo, famosocommediografo napoletano del ’900, nel corsodi una cerimonia nella primavera del 1986 allapresenza del figlio Luca De Filippo.In questa occasione fu rappresentato un attodella famosa commedia “Natale in casaCupiello”, recitato dai bambini della scuola.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

PACINOTTI

SCUOLA

PRIMARIA

DE FILIPPO

SCUOLA EDUARDO DE FILIPPOvia Fossano 16

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La scuola dell’infanzia Bellardi fu costruita nel1965 e si trova nella borgata Parella. Il terrenodestinato alla scuola ha una superficie di circa3.300 mq, dispone quindi di ampi spazi verdi.Il basso fabbricato in muratura contieneattualmente tre sezioni, di cui due raggruppate,e comprende tre locali per le attività ordinate,due per quelle libere, due spogliatoi, locali perla pulizia e l’igiene, un refettorio con cucina eannessi, la direzione, la sala per la visita medicae l’alloggio del custode, in corso diristrutturazione per modificarne la destinazione. Il territorio circostante ha ospitato per secolinumerose cascine, sorte dalla trasformazione diprecedenti strutture agricole medievali; alcunedi esse, come le cascine Mineur e Cascinottosituate sulla strada della Pellerina, sono ancoraattive. Altre, come la Berlia e Grange, hannodovuto cedere i loro terreni migliori per lacostruzione delle Officine AeronautichePomicio, passate poi alla Fiat Veicoli. Con ilpiano regolatore del 1908 vennero tracciate levie di grande scorrimento e nel 1911 nacque ilquartiere Parella. Durante gli anni ‘20 ilquartiere ospitò numerose attività produttive, inprevalenza nel settore meccanico, checontribuirono a trasformare la tradizionalecultura contadina e a distruggere la maggiorparte delle residenze rurali.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

DELL’INFANZIA

BELLARDI

SCUOLA BELLARDIvia Bellardi 56

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37

Nel 1880 un gruppo di cittadini decise dicostruire una cappella per rispondere alleesigenze spirituali degli abitanti di BorgoVittoria. Il 29 luglio del 1887 padre BernardinoSabena (parroco di Madonna di Campagna)benedisse una statuina della Madonna, che saràin seguito invocata dal popolo “Nostra Signoradella Salute”. Il 23 giugno 1892 venne costruitoil primo oratorio festivo dedicato ai ragazzi.Nel 1895 mons. Riccardi, arcivescovo diTorino, benedisse la prima pietra fondamentaledel Santuario.Nel giugno del 1950 vennero terminati ilBattistero, il nudo pulpito in noce, due nuoviportali, il pavimento in marmo e la scuola.Il 17 ottobre del 1992 fu benedetto il nuovoaltare, posto su una base semicircolare, quasi alcentro della cupola. Il 24 ottobre il cardinaleSaldarini inaugurò l’urna di S. LeonardoMurialdo, sormontata da una vetrata policroma,una delle più imponenti d’Europa.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

SABA

CHIESA NOSTRA SIGNORADELLA SALUTE via Vibò 24

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Il perimetro urbano di borgata Lucento èdefinito da: corso Potenza, sponda sinistra dellaDora, via Pianezza, via Givoletto. I tessutiedilizi sviluppati lungo i tracciati viaripresentano edifici a due o tre piani, legatiall’impianto pseudorurale sette-ottocentesco. La scuola Margherita di Savoia, con sede edirezione in strada Lucento 21, iniziò afunzionare nel 1876. L’attuale edificio vennecostruito nel 1929, in piena epoca fascista. A testimonianza di questo periodo la scuolapossiede alcune circolari; sono inoltreconservati gli arredi dell’antica direzione ed unaricca biblioteca con testi datati tra il 1745 e il1850. La scuola, sorta in seguito all’aumentodella popolazione scolastica, dovuta ancheall’insediamento di numerose fabbriche emanifatture oggi trasferite, serve, per la suaposizione ambientale, i residenti e le famiglieche dalla cintura si spostano nella zona perlavoro.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

MARGHERITA

DI SAVOIA

SCUOLA MARGHERITA DI SAVOIAvia Thouar 2

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La ciminiera è un “monumento emblematico delquartiere”, visibile non solo dalla scuola Gemelli,ma da più punti di vista del quartiere Lucento eoltre. Si trova in via Pianezza quasi all’angolo concorso Lombardia. Attualmente in disuso, facevaparte della centrale termica delle Ferriere Fiat; inseguito ha avuto diversi proprietari ed èattualmente incerta la sua destinazione. Laciminiera è inserita in un territorio che stasubendo profonde trasformazioni, che staperdendo i segni di un momento storicoimportante, in cui l’ambiente nei suoi moltepliciaspetti fu profondamente modificato. Altre dueciminiere sono già state conservate etestimoniano con la loro imponente presenza e“bellezza” un passato che, secondo noi, non vadimenticato ma conosciuto, soprattutto dai piùgiovani cittadini del quartiere e della città, perpoter costruire, così come oggi avviene, un futurodiverso per Torino. Questi i motivi principali checi hanno spinto ad adottare la ciminiera, asvolgere una ricerca storica su di essa, utilizzandofonti diverse, testimonianze di cittadini,documenti. I progetti di riuso della ciminierasono stati ideati dai bambini. L’importante èconoscerla e salvarla, come “monumento delquartiere Lucento”.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

GEMELLI

CIMINIERA EX TEKSIDdi via Pianezza all’angolo con corso Lombardia

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La scuola Erich Giachino sorge in una zona diestrema periferia nord che, negli anni ’60,dovette attrezzarsi per rispondere alla richiestadi spazi strutturati per il boomdell’immigrazione. L’edificio, un prefabbricatosenza alcuna pretesa architettonica, documentala storia delle costruzioni di rapida realizzazionecon costi economici più contenuti e tecnicheinnovative per quegli anni. La scuola non sipone, quindi, come monumento artistico dellacittà, bensì come testimonianza diun’evoluzione socio-economico-culturale, tipicadelle prime città italiane industrializzate.Dall’anno 2000 è iniziata un’opera diriqualificazione e ristrutturazione.“…Metteteci sempre sopra il mio ritratto e unfascio di rose rosse!…” così scriveva ErichGiachino, pensando al suo pianoforte,nell’ultima lettera scritta ai genitori, alla vigiliadella fucilazione, avvenuta al Poligono delMartinetto nell’Aprile del 1944. Nel 1965 lafamiglia donò lo strumento musicale alla scuola,che venne intitolata al giovane eroe dellaResistenza, di cui nell’atrio è collocato il ritrattobronzeo, in rilievo. Nella scuola è stato allestitoun modesto spazio-museo, in cui farsopravvivere la memoria di chi volle, con ilsacrificio della propria vita, una Torino eun’Italia libere.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

GIACHINO

SCUOLA E MUSEO ERICH GIACHINOvia Campobasso 11

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EX ISTITUTOCESARE LOMBROSOpiazza Croce Rossa 163

L’edificio,definito di"interessedocumentarioe ambientale",fu costruitonel 1926 suprogettodell’ingegnereBonicelli, perconto dellaSocietà dieducazione

correttiva dei minorenni, per essere sededell’Istituto di correzione Cesare Lombroso.Trasformato nel 1968 su progetto dell’architettoCasalegno, venne ristrutturato dal Comune diTorino nel 1978 con destinazione ad istitutomagistrale, senza adduzioni o riduzioni diconsistenza.La Società Reale per l’Educazione correttiva deiminorenni dell’Antico Regno Sardo, costituitacon Regio Decreto il 21 novembre 1846, aveval’intento di "ricoverare, educare ed istruire iminorenni discoli appartenenti alle provincedell’antico Regno Sardo che avessero l’etàcompresa tra 9 e 12 anni".All’interno del ciclo di scuola elementare nelquale erano inseriti i giovani, erano presentimaterie come ginnastica, disegno e canto; "ilcanto e lo studio della musica, in questi istituti,si riallaccia al concetto del ‘400 e ‘600 deiconservatori per orfani che vengono avviati allostudio della musica". I più grandi (12 anni)"erano addetti ai vari laboratori interni o pressoindustriali (litografi, fabbri, falegnami, legatori,fonditori e sellai), ed erano, all’uscitadell’Istituto in possesso di una piccola dote e diuna sufficiente preparazione professionale".Attualmente l’edificio è sede dell’IstitutoSuperiore Einstein, liceo socio-psico-pedagogico di via Bologna 183.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

SUPERIORE

EINSTEIN

LICEO

SOCIO-PSICO-

PEDAGOGICO

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c i r c o s c r i z i o n e 6T O R I N O P O R T E A P E R T E

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ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

PESTALOZZI

SCUOLA GIAN ENRICOPESTALOZZIvia Banfo 32

La scuola elementare Pestalozzi fu costruita frail 1904 e il 1905 in quella parte del quartiereBarriera di Milano denominata “MonteBianco”, subito a ridosso della piazza Crispi,dove sorgeva la cinta daziaria che delimitaval’ingresso alla città. La costruzione, approvatadalla Giunta Comunale nel 1904, fu decisa aseguito del fatto che, in quella zona, circondatada industrie di nuovo insediamento, vi era statoun grande incremento della popolazione e ibambini in età scolare erano costretti apercorrere un lungo tratto per raggiungere il piùvicino edificio scolastico.L’edificio, di tre piani fuori terra, un cortile e lapalestra, fu inizialmente denominatogenericamente Barriera di Milano, solo in seguitoassunse l’attuale denominazione Gian EnricoPestalozzi; anche la via sulla quale si affacciavaera allora denominata via Monte Bianco, mentredopo la seconda guerra mondiale prese il nomedi via Antonio Banfo (operaio della Fiat GrandiMotori ucciso dai fascisti). Nel 1929 la scuola fuampliata con la costruzione di un avancorpo a trepiani verso la via Banfo.

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L’edificio fu costruito dal Comune di Torino inseguito allo sviluppo del sobborgo di Barrieradi Milano e al conseguente aumento dellapopolazione scolastica.Su progetto dell’ufficio tecnico comunale, conl’apporto dell’ingegnere Dolza, la scuola fuedificata tra il 1914 ed il 1915 (primo blocco di27 aule con palestra) ed ampliata nel 1925, conun secondo blocco che trasformò l’inizialepianta a manica semplice in isolato chiuso, coni bassi fabbricati delle palestre a saldatura tra ilprimo ed il secondo intervento.L’edificio, multipiano con sotterranei, ha valoredocumentario ed ambientale e costituisce unraro esempio di scuola - isolato per l’istruzioneelementare.La scuola, compresa tra le vie Monte Rosa,Scarlatti, Santhià e Feletto, possiede un ampiocortile interno in cui crescono viti, alberi dafrutto e tigli.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

GABELLI

SCUOLA ARISTIDE GABELLI via Santhià 25

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c i r c o s c r i z i o n e 6T O R I N O P O R T E A P E R T E

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È uno dei rarissimi esempi di edificio religiosoin stile Liberty nella nostra città.Costruita tra il 1921 e il 1922 in Barriera diMilano, periferia operaia che aveva conosciutoin quegli anni una notevole espansione, nacquetra orti e cascine come cappella dell’OratorioSalesiano Michele Rua, ancor oggi uno deimaggiori centri di aggregazione del quartiere.Dapprima dedicata alla Madonna del Rosario,poi a San Domenico Savio, la chiesa divenneparrocchia nel 1958. Il progetto originario èdell’architetto salesiano Giulio Valotti, al qualesi devono numerose opere, tra cui i santuari diSanta Rita e della Madonna del Selvaggio.Nonostante alcuni rimaneggiamenti apportatinel corso degli anni, la costruzione conserva,nella elegante semplicità della facciata e nellapurezza di linee degli spazi interni, un notevolepregio ambientale che concorre a caratterizzareil quartiere. È censita tra i beni culturali delComune di Torino.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

RUA

CHIESA DI SAN DOMENICO SAVIO

via Paisiello 37

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L’edificio scolasticoha valore ambientalee documentario econtribuisce acaratterizzare laquinta di edifici lungol’asse di corso ReginaMargherita.Venne costruito neglianni 1903-1904 suprogettodell’ingegnere Prinettiper conto delComune di Torino.Il ConsiglioComunale cittadino,già nella seduta del23/11/1898, avevaautorizzatol’esproprio dei terreni

tra corso Regina Margherita, via Biella e viaCottolengo, per costruire la “scuola elementaredi Valdocco”, destinata ad un quartiere in via diespansione e sempre più popoloso. La scuoladoveva servire anche a dare una sede definitivaalle scuole della Consolata e di via SantaChiara, ormai fatiscenti. A causa delle lunghepratiche inerenti all’esproprio dei terreni,soggetti a vincoli speciali, i lavori di costruzioneiniziarono solo cinque anni più tardi.La scuola venne intitolata a Edmondo DeAmicis, autore del libro “Cuore”, nel 1908,anno della sua morte.La struttura venne ampliata nel 1914 con lacostruzione delle palestre nel cortile lungo ilmuro di confine.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

EDMONDO

DE AMICIS

SCUOLA EDMONDO DE AMICISvia Masserano 4

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L’edificio (scalo di testa per la linea Torino-Cirié) è opera dell’ing. Cappuccio; la suacostruzione risale agli anni 1866-69. Lo stilerivela la volontà di quegli anni di celebrarel’importanza della Società Ferroviaria. Dovendocostituire un polo di richiamo, ha mutuato dalletipologie urbane pubbliche e religiose elementiclassicheggianti ed eclettici. L’impiantoarchitettonico è simmetrico, con il corpocentrale verso strada adibito ad atrio. La facciata è decorata con timpani neoclassici eliberty. I colori rosso scuro e beige sono glielementi cromatici comuni ad alcune stazioni inTorino e agli scali dei paesi limitrofi. Risalgonoal 1914 i progetti di elettrificazione della linea,resa possibile anche da un buon assorbimentodi traffico passeggeri e merci, legato alleimprese tessili raccordate alla linea.La stazione è stata da poco restaurata nelle partiedificate e la linea è stata rimodernata nellatratta per Caselle, in base agli elevati livelli dimobilità della valle di Lanzo (neopendolarismo)che potrebbero generare una ripresa del trafficorotabile in rete regionale.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

CROCE -

MORELLI

STAZIONE FERROVIARIAPORTA MILANO(EX CIRIÉ-LANZO)

corso Giulio Cesare 15

c i r c o s c r i z i o n e 7T O R I N O P O R T E A P E R T E

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c i r c o s c r i z i o n e 7T O R I N O P O R T E A P E R T E

Il Museo, in devozione e memoria di GiuliaColbert Falletti di Barolo, è ospitato pressol’Istituto Santa Maria Maddalena, casa madredelle Suore Figlie di Gesù Buon Pastore.Questa Congregazione fu fondata nel 1833 daGiulia di Barolo che dedicò la sua esistenza allariabilitazione delle detenute e delle donneemarginate, dando vita a vari istituti educativi eassistenziali tra cui il Rifugio, primo nucleodell’Istituto. La marchesa fece costruire nelquartiere torinese di Valdocco il monastero,casa madre della nuova famiglia religiosa a cuivenne affidata l’educazione di ragazzesocialmente disagiate, comunemente chiamate“Maddalenine”.Il museo espone oggetti, immagini, scritti efotografie che illustrano l’attività della marchesa.Ripercorrendo la vita di questa donna, gliavvenimenti che l’hanno caratterizzata, ipersonaggi da lei frequentati, si ha comel’impressione di rivivere la storia torinese fra lafine del Settecento e la prima metàdell’Ottocento.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

CROCE-

MORELLI

PLESSO DI VIA

CECCHI 18

MUSEO GIULIA DI BAROLOvia Cottolengo 22(per la visita ingresso da via Cigna 16)

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c i r c o s c r i z i o n e 7T O R I N O P O R T E A P E R T E

La Basilica di Superga fu ideata dal principeVittorio Amedeo II di Savoia che, nelsettembre 1706, salito sull’omonimo colle perosservare il dislocamento dell’esercito franco-spagnolo che da alcuni mesi assediava la città diTorino, fece in quel giorno un voto allaMadonna delle Grazie, promettendo di farecostruire sullo stesso colle, in caso di vittoria suiFrancesi, un grande tempio. Tale voto avvennedi fronte ad una statua della Madonna.Dopo un enorme lavoro di sbancamento perl’abbassamento della sommità del colle, nelluglio 1717 iniziò la costruzione del grandiosomonumento, su progetto dell’architetto FilippoJuvarra; fu inaugurato nel 1731. L’altezza dellaBasilica, da terra alla punta della croce, è di 76metri; internamente l’edificio è lungo 51 metrie largo 34. All’interno si possono ammirarebellissime cappelle ornate con stucchi, marmi,preziose sculture e pregevoli quadri. Di grandevalore è il bassorilievo sull’altare maggiore cheriproduce il beato Amedeo di Savoia e le gestadella battaglia di Torino. Nei sotterranei dellaBasilica sono custodite le tombe dei re sabaudi,da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

TECNICO

INDUSTRIALE

CASALE

BASILICA DI SUPERGAstrada della Basilica di Superga 73

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c i r c o s c r i z i o n e 7T O R I N O P O R T E A P E R T E

La scuola Leone Fontana si trova in un edificiodi valore ambientale che caratterizza il nucleoottocentesco del Borgo Vanchiglia. Nell’elencodegli edifici scolastici del Municipio del 1891 silegge: “Edifizio per la scuola elementareVanchiglia; verrà ultimato nel nuovo annoscolastico”. L’edificio fu costruito su progettodell’ingegnere Velasco e fu ampliato nel 1908con la sopraelevazione della palestra di viaBalbo. Nel 1895 la scuola era organizzata inclassi femminili e maschili, diurne, serali,festive, prima dislocate in appartamenti delBorgo. Il Presidente onorario della scuola fuLeone Fontana. Nel 1898 la popolazionescolastica aumentò e fu necessario aprire dellesuccursali. Leone Fontana, divenuto senatorenel 1903, fu eletto Deputato di Vigilanza. Lascuola fu a lui intitolata, dopo la sua morte, nel1911. Durante la prima guerra mondialel’edificio fu trasformato in caserma e le classifurono temporaneamente trasferite alla scuolaMuratori. La scuola fin dal suo nascere haavuto un forte legame con il quartiere, ne haaccompagnato e indirizzato gli eventi storici esociali dello scorso secolo. Tuttora è un luogoimportante per gli abitanti, ne ricorda gli eventidel passato ed è centro di formazione percittadini di un mondo in continua trasformazione.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

PRIMARIA

FONTANA

SCUOLA LEONE FONTANAvia Buniva 19

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c i r c o s c r i z i o n e 7T O R I N O P O R T E A P E R T E

50

L’edificio sorge ai piedi della collina Mongreno,in Borgata Sassi. Venne costruitodall’impresario G.B. Carrera, su progettodell’ingegnere Luigi Fenoglio, tra il 1910 e il1912. La nascita di questo edificio derivò dallanecessità di sostituire la vecchia sede dell’asilodella borgata, sorta nel 1898 in locali in affitto,in quanto non più sufficiente per soddisfare lerichieste. La Giunta comunale di allora, grazieanche ad un’elargizione della Cassa diRisparmio di Torino, ne deliberò la costruzionesu un terreno di proprietà comunale, e approvòil “Progetto di Statuto Organico dell’Asiloinfantile della Borgata Sassi”; in esso si leggeche saranno accolti 100 bambini dai tre ai seianni della Borgata di Sassi e delle regionilimitrofe di Mongreno e Superga, senzadistinzione di religione. Si specifica chepotranno essere accolti, a giudizio esclusivodell’Amministrazione, anche bambini difamiglie che si trovino in condizioni disagiate.Dopo la prima guerra mondiale, alcunepersone della borgata, tra cui la contessa Lidiadi Robilant Pollone e il senatore MarioAntonio Nicolis di Robilant, donaronocospicue somme di denaro all’Asilo di Sassi,lasciandone memoria in lapidi ancora oggiesistenti.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

DELL’INFANZIA

SASSI

SCUOLA SASSIstrada Mongreno 72

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Il ridente complesso di edifici che rappresentaun borgo piemontese del Medioevo ai piedi diun castello, adagiato nel verde del Valentino,non è una testimonianza d’epoca, ma un’operadi ricostruzione realizzata per l’EsposizioneGenerale Italiana del 1884. Questa voleva offrireuna dimostrazione, non solo dello sviluppotecnico-scientifico e industriale, ma anchedell’attività intellettuale del nostro Paese. IlBorgo nacque perciò come Sezione d’ArteAntica all’interno dell’Esposizione: sull’ondadell’interesse per il Medioevo, tipico dell’800, siscelse di illustrare vari aspetti della civiltà feudaledel secolo XV. Fu progettato dall’architetto-archeologo Alfredo d’Andrade (1839-1915) conl’aiuto di un gruppo di artisti, storici e letterati,rielaborando i modelli di architetture edecorazioni studiati in modo filologico e censitinelle antiche città di Piemonte e Valle d’Aosta,dalle case di Alba, Avigliana, Bussoleno, allacattedrale di Chieri, fino ai castelli di Fénis,Issogne, Ivrea. Il complesso ci appare oggiinteressante come testimonianza concreta delgusto e dell’indirizzo degli studi storici negliultimi decenni dell’800, e conserva ancora lavalenza didattica per cui fu pensato.

ADOTTATO

DAL LICEO

CLASSICO

ALFIERI

BORGO MEDIOEVALE DEL VALENTINO viale Virgilio, parco del Valentino

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c i r c o s c r i z i o n e 8T O R I N O P O R T E A P E R T E

La Val Pattonera viene indagata nella suatrasformazione storica degli ultimi tre secoli.L’indagine è svolta attraverso la ricerca delletestimonianze architettoniche delle vignesettecentesche ancora individuabili tra le recentiabitazioni.Si valuta la trasformazione urbanistica dellavalle con il graduale passaggio da un usoprevalentemente agricolo del territorio a quelloresidenziale moderno. La parte alta della valleviene inquadrata nel periodo storico del 1900,quando i Torinesi salivano sulla “montagna diTorino” per rifornirsi di legna e di cibo, o pertrascorrere momenti di svago e riposo nellescampagnate domenicali.Nella parte alta della Val Pattonera, intorno allastatua faro della Vittoria Alata, si evidenzia laforte valenza commemorativa del periodobellico con il Parco della Rimembranza, l’AraVotiva e un poco più a valle, accanto ai restidelle postazioni antiaerei, il Sacrario del Piandel Lot.Attualmente la Val Pattonera è inserita nelcontesto urbano moderno di zona residenziale,è percorsa da sentieri recentemente recuperati,è area di espansione del Parco della Collina diTorino.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

NIEVO-

MATTEOTTI

VAL PATTONERAParco della collina

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La chiesa della “Visitazione di Maria Vergine”si trova nel quartiere Mirafiori. Annesso allachiesa vi è un convento in ammattonato, nelquale erano ospitati i monaci benedettinicistercensi. La chiesa è molto antica, la partepiù vecchia ed austera, secondo lo stile deimonaci, risale presumibilmente al ‘400.Successivamente, un’altra parte fu aggiunta dalCastellamonte, su iniziativa del duca di SavoiaVittorio Amedeo I. Inizialmente, all’interno lachiesa non conteneva particolari fregi né ricchedecorazioni; in seguito, nel ‘600 con la nascitadel Barocco, fu ampliata nella struttura e fuportato dalla chiesa della Consolata (nella qualelavorava l’architetto scenografo Juvarra) l’altaredel Guarini, autentico gioiello. La chiesa è acroce greca. Entrando si scorge una navatacentrale dall’abside particolare, non circolarecome di consueto, ma piatto, al centro vi èl’altare del Guarini e due quadri raffiguranti laVergine. Nella cappelle laterali troneggianograndi quadri con colonne dorate e fregipreziosi. Sopra l’ingresso c’è un bellissimoorgano. La chiesa svolge dal 1724, in quantoparrocchia, le sue funzioni ed è regolarmenteaperta tutti i giorni.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

CAIROLI

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

CHIESA DELLA VISITAZIONE DI MARIA VERGINE via Castello di Mirafiori

c i r c o s c r i z i o n e 1 0T O R I N O P O R T E A P E R T E

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IN PROVINCIA

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55

R i v o l i ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

MATTEOTTI

MAISON MUSIQUEvia Rosta 23

La Maison Musique ha sede in Rivolinell’elegante complesso Liberty, ex mattatoiocomunale e fabbrica del ghiaccio, progettatodall’ingegnere Eugenio Mollino nel 1907. Ilcomplesso venne dismesso nel 1991 ed inseguito restaurato. Dal 2004 la Maison Musiqueha iniziato la propria attività come centro dicultura musicale popolare, sostenuto e curatoda tre istituzioni: Il Folkclub, il C.R.E.L.(Centro Regionale Etnografico Linguistico), edil Centro Cultura Popolare. La struttura èformata da un fabbricato centrale, ad un solopiano fuori terra, con una decorazione esternasemplice ma in grado di richiamare la suaspeciale destinazione e la funzione di edificiopubblico, con le sue sculture di teste bovine.Ancora oggi l’edificio si segnala per il suovalore storico-monumentale cometestimonianza di archeologia industriale. Ilprogetto di restauro ha mantenuto invariati ivolumi ed i profili architettonici del costruito,limitandosi a sovrapporre all’ovale centrale, un“cappello” realizzato con travi strutturali dilegno lamellare a tripla curvatura. In questomodo è stato possibile ricavare la sottostantesala coperta del teatro di circa 500 mq. con 300posti a sedere e 500 circa in piedi. Oltre alcorpo centrale il complesso consta di altri 4edifici esterni adibiti a ristorante e foresteria.

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R i v o l i ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

GOBETTI

SCUOLA PIERO GOBETTIvia Gatti 18

La scuola media statale Piero Gobetti sorgenella zona sud-est della città, vicino al centrostorico, ai piedi del Castello; è costituita da dueedifici adiacenti nel comune di Rivoli ed unasede distaccata nel comune di Villarbasse. Lastruttura più antica è l’attuale succursale, conaccesso da via Fratelli Bandiera, perché i localifurono destinati, nel 1938, ad ospitare la“Colonia elioterapica Leo Colombo”, dopo ladonazione fatta dall’avvocato GiuseppeColombo al Commissariato Nazionale dellaGioventù Italiana. In seguito la struttura ospitòalunni dell’istituto Bernini di Torino, con ilnome di Leo Colombo che conservò fino adiventare la prima scuola media nel territorio diRivoli, nel 1959. L’edificio della sede, coningresso in via Luigi Gatti, è di epoca piùrecente (1968) e, oltre alle aule, ospita gli ufficidella segreteria e la presidenza.Attualmente sono iscritti alla scuola oltre 600alunni, molti dei quali provengono da comunilimitrofi.

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S e t t i m o ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

Il Mulino Nuovo venne costruito nel lontano1806 in sostituzione di alcuni antichi mulininatanti allora in uso sulle sponde del Po.Verso la metà del secolo XIX vennetrasformato in un moderno stabilimento,secondo modelli produttivi affermatisi in tuttaEuropa: il ciclo di lavorazione del grano sisviluppò lungo percorsi verticali mentre imacchinari, azionati totalmente dalla forzaidraulica ed in stretta dipendenza tra di loro,resero l’impianto completamente automatico.All’inizio del secolo scorso l’applicazione dimotori elettrici sostituì la forza del vaporetrasformando il Mulino Nuovo in una delle piùinteressanti realtà produttive della zona.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

DELL’INFANZIA

DI VIA MOGLIA

ECOMUSEO DEL FREIDANOvia Ariosto 36 bis

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C a s t e l l a m o n t e ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

A metà circa del percorso della Via Crucis, checollega le varie Cappelle del Sacro Monte diBelmonte, è collocata la Cappella dellaVeronica. Costruita nel 1772 dalla comunità diPratiglione secondo la tipologia delle altreCappelle, nei primi anni del ‘900 fu trasformatain Cappella di famiglia e le furono aggiunti unabside, un altare ed un campanile.La costruzione si trova più isolata delle altre evi si accede tramite un piccolo sentiero,passando davanti a una casa privata a sinistra ea un sito longobardo a destra. L’edificio ècollocato su uno sperone roccioso con vistapanoramica e, come le altre Cappelle, è beninserita nell’ambiente naturale. Purtroppo hasubito numerosi atti vandalici.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

D’ARTE

FACCIO DI

CASTELLAMONTE

CAPPELLADELLA VERONICASacro Monte di Belmonte

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C a s t e l l a m o n t e ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

La frazione del Berchiotto è posta sull’orlo diun precipizio, oltre al quale si vedonochiaramente i paesi della Val Soana.Procedendo sul versante della montagna, versoFraschietto, si incontra, su di uno spiazzoabbastanza pianeggiante, la Cappella diRibauda, che prende il nome dal luogo dove èsituata. La cappella è una semplice costruzionein muratura con un tetto di lose, caratterizzatada un arco sotto il quale la gente trovava riparodurante il temporale o dopo la fatica delcammino. Le testimonianze degli anzianiriferiscono che fino a qualche decennio fa lacappella era usata anche per ricomporre i corpidei morti prima di portarli al cimitero. Alcuniesperti hanno notato che una cappella simile sitrova anche vicino al piazzale del cimitero diFrassinetto. Questo accrediterebbeulteriormente il suo valore, altamentesimbolico, di luogo di passaggio fra dimensioneterrena e ultraterrena. La cappella di Ribauda odei Morti presenta, sulla parete centrale, unaffresco semi cancellato dai fenomeniatmosferici raffigurante una natività affiancatada due santi non ancora identificati.Recentemente la costruzione è stata oggetto diun restauro.

ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

D’ARTE

FACCIO DI

CASTELLAMONTE

CAPPELLADEI MORTIFrassinetto - Località Ribauda

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Il Santuario di Belmonte domina la pianuracanavesana. L'area comprende: il percorso deiPiloni che percorrendo il sentiero da Valpergasale al Santuario; la Cappella della Samaritana;le Cappelle della Via Crucis.La Cappella della Samaritana venne eretta fra il1877 ed il 1880 a metà della vecchia strada cheda Valperga conduce al Santuario di Belmonte.Il cammino era scandito da 15 tabernacoli (aforma di pilone) dedicati ai misteri del rosario eposti ad intervalli regolari, calcolati sul ritmodelle preghiere. Poiché la salita era faticosa ecostantemente esposta a mezzogiorno, a metàpercorso venne costruita la cappella con atriocoperto e sedili in cemento, per offrire pausa erefrigerio ai pellegrini. Venne intitolata allaSamaritana in ricordo della sosta di Cristo alpozzo di Sichem.Attualmente i piloni e la Cappella, esposti alleintemperie ed alle notevoli escursioni termiche,sono molto deteriorati e sarebbero necessarilavori urgenti.

ADOTTATA

DALL’ISTITUTO

D’ISTRUZIONE

SUPERIORE

FACCIO

CAPPELLA DELLA SAMARITANASacro Monte di Belmonte

C a s t e l l a m o n t e ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

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ADOTTATO

DALL’ISTITUTO

D’ARTE

FACCIO DI

CASTELLAMONTE

CHIESETTA DEL FRASCHIETTOFrassinetto

Il borgo di Fraschietto,situato in una concacollinare al centro idealedi una valle, è facilmenteraggiungibile inautomobile tramite lastrada interpoderale chedal Berchiotto collega leborgate al di qua delfiume Verdassa.Scendendo dal versantedella montagna, si notaimmediatamente lachiesa, costituita da unasola costruzionecomprendente la cappellae la torre campanaria,ristrutturata recentemente

ad opera della gente locale. L’ingresso s’affacciasull’agglomerato di case che doveva costituire ilfulcro della vita sociale intorno al 1700, quandola chiesa fu costruita con pietre locali ancoravisibili nel lato della chiesa verso la piazza. Gliestremi cronologici sono due: 1795, probabiledata di fondazione riportata su un cartiglio e1922, epoca in cui è presumibile un restauro.Anticamente le pareti interne dovevano essereaffrescate, come dimostrano le macchieaffioranti dall’intonaco, mentre il pavimentodoveva presentarsi in modo assai diverso dalbattuto in cemento odierno. Oggi, a seguito diun barbaro intervento di copertura degli affreschi,non resta che un quadro posto nell’abside datato1650, in cui sono raffigurati Sant’Orso, laMadonna del Carmine e S. Bernardo, custodi eprotettori della borgata che ancora oggi mantieneviva la tradizione della processione e dell’incanto.La chiesa necessita di un intervento di restaurodegli affreschi e dell’altare.

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S u s a ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

Il complesso architettonico romanico di SanSaturnino, formato dalla chiesa con ilcampanile e il priorato, sorge a sud della città diSusa, sopra un lieve promontorio, sulla stradache congiungeva un tempo Susa all’Abbaziadella Losa. Non si conosce l’anno dicostruzione della chiesa, ma si presume risalgaalla metà del secolo XI, in quanto essa viene giàmenzionata nel diploma del vescovo Cunibertodi Torino, del 1065. Da molto tempo non èpiù utilizzata per le celebrazioni religiose ed ilcorpo della chiesa è stato abbandonato a diversiutilizzi che lo hanno profondamentedeteriorato. Pur non essendo un’operaarchitettonica grandiosa, riesce a coniugare allaperfezione la fruibilità della bellezza edell’armonia con l’ambiente circostante, graziesoprattutto al campanile, sempre in stileromanico-lombardo, ma più elegante e raffinatorispetto al resto della chiesa, con i suoi treordini di bifore, sormontate da archetti pensili,che si fanno più ampie man mano che si sale,per dare leggerezza alla costruzione. Nel 1981 èstato restaurato il campanile, nel 2001, invece, ilrestauro ha riguardato l’interno della chiesa, ilpavimento e il tetto.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

GIULIANO

CHIESA DI SAN SATURNINOstrada Pian del Frais

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L’istituzione delMuseo Civico diAntichità, BelleArti e StoriaNaturale, destinatoalla conservazionedi lapidi, medaglie,monete ed altrioggetti, chevenivano alla lucein occasione di

scavi effettuati nel territorio del Comune e delcircondario, venne approvata dal Municipio diSusa il 10 dicembre 1884.Il primo Conservatore del museo fu il professorUgo Rosa, figlio del noto poeta segusinoNorberto. La sede provvisoria fu inizialmente ilPalazzo del Tribunale; poi nel 1958 fu trasferitonel Castello della Marchesa Adelaide. Qui, alprimo piano, i reperti furono disposti in settesale: la prima ospitava la sezione naturalistica,che comprendeva anche esemplari di faunanon locale; la seconda era dedicata ai repertiarcheologici, soprattutto romani; la terza salaconteneva la ricca sezione numismatica, laquarta conservava cimeli risorgimentali ed armidal Medioevo all’Ottocento; nella quinta sala sitrovavano reperti di epoca medievale e oggettivari provenienti da collezioni private; la sestaospitava la sezione minerali e fossili, mentrenella settima sala vi era l’interessante collezioneegizia. Tale raccolta è costituita da numerosireperti, soprattutto di destinazione funeraria,donati in gran parte al Comune di Susa daPietro Terziano, che lavorò in Egitto alla finedell’800.

ADOTTATO

DALLA

SCUOLA

SECONDARIA

DI I GRADO

GIULIANO

MUSEO CIVICO DI SUSAvia al Castello 16 Susa (TO)Attualmente chiuso

S u s a ( T o )T O R I N O P O R T E A P E R T E

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marzo 2008