{ Come rappresentare il coefficiente di correlazione fra due o più variabili.
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LA SCALA DI RIDUZIONE
Una carta geografica è, come detto, una rappresentazione ridotta
della realtà, l’entità della riduzione apportata rispetto alle
dimensioni reali è detta scala di riduzione o semplicemente scala.
La scala esprime il rapporto tra la distanza di due punti sulla carta
e la distanza tra gli stessi punti misurata sulla superficie terrestre;
può essere numerica o grafica.
La scala numerica è data dalla frazione in cui il numeratore è
l’unità e il denominatore è un numero che indica quante volte va
moltiplicata una distanza misurata sulla carta per ottenere la
corrispondente distanza reale.
Per esempio, una scala 1:25.000 (si legge “uno a
venticinquemila”), sta a significare che 1 cm misurato sulla carta
corrisponde a 25.000 cm, cioè a 250 m, sul terreno; una scala
1:100.000 significa che 1 cm sulla carta corrisponde a 100.000 cm
sul terreno cioè a 1 km. Le carte dette “a grande scala” hanno
denominatore piccolo, le carte “a piccola scala” hanno il
denominatore grande.
Spesso la scala numerica è abbinata a una scala grafica, di più immediata lettura: essa consiste in una
specie di “righello” di riferimento, suddiviso in segmenti bianchi e neri (di solito lunghi 1 cm), sul quale sono
riportati i valori delle distanze reali corrispondenti.
LA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA
Non si può disegnare sulla carta tutto ciò che esiste in un
territorio. Bisogna scegliere che cosa raffigurare sulla base
degli obiettivi per i quali la carta viene redatta e trovare
simboli adeguati: convenzionalmente, si usano cerchietti
neri per rappresentare le città, linee rosse o gialle per le
strade, azzurre per i corsi d’acqua, i laghi e i mari. I simboli
utilizzati in una carta geografica sono riportati sulla carta
in un riquadro apposito, la legenda, una guida per
utilizzare tutte le informazioni in essa contenute.
Per rappresentare le forme del rilievo si utilizzano differenti tecniche, tra cui il ricorso al tratteggio che crea
effetti di ombra e luce, atti a evidenziare l’andamento del terreno, o l’uso di tinte altimetriche differenti o di
diversa gradazione (in genere si usano i toni del marrone per descrivere le montagne, il giallo per le colline,
il verde per le pianure).
Tuttavia, il metodo più preciso, anche se di “lettura” non così immediata, consiste nel tracciare curve di
livello o isoipse, linee ideali che congiungono i punti che si trovano alla stessa altitudine rispetto al livello
medio del mare; la differenza di altitudine tra ogni due isoipse successive è costante ed è chiamata
equidistanza (può essere di 25 m, 50m, 75 m ecc. secondo la scala della carta).
L’esame delle isoipse consente di capire la forma e la pendenza dei versanti montuosi: se le curve di livello
sono ravvicinate la pendenza è elevata, se viceversa sono molto distanziate fra loro il pendio è dolce o
addirittura pianeggiante. Le isoipse permettono di determinare direttamente l’altitudine di un punto che si
trovi sulla curva o di ricavarla in modo approssimato se il punto è compreso tra due isoipse.
Punti importanti che non si trovano su un’isoipsa, come le cime dei monti, sono contrassegnati da un
numero che ne rappresenta la quota.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE GEOGRAFICHE
Una prima distinzione generale delle carte geografiche l’abbiamo vista nel paragrafo precedente ed è
basata sul metodo di costruzione, cioè sul tipo di proiezione adottato, che consente di ottenere carte
equidistanti, equivalenti o isogone. Altri criteri di classificazione delle carte geografiche sono principalmente
basati sulla scala di riduzione e sul contenuto.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA SCALA DI RIDUZIONE
Secondo questo criterio si individuano i seguenti tipi di carte geografiche.
• Piante e Mappe. Hanno una scala molto grande, maggiore di 1 : 10.000 (cioè con denominatore
sempre inferiore a 10.000). Le piante rappresentano la planimetria di centri urbani; le mappe
servono a rappresentare i terreni e le proprietà rurali.
• Carte topografiche. Hanno una scala che varia da 1:10.000 a 1:100.000; rappresentano in dettaglio
porzioni di territorio ridotte e sono ricche di particolari e di simboli (come abitazioni, tipi di
vegetazione, strade, sentieri).
• Carte corografiche. Hanno una scala che varia da 1:100.000 a 1:1.000.000. Raffigurano intere regioni,
Stati o continenti e riportano un certo numero di dettagli, relativi soprattutto all’orografia,
all’idrografia e alle vie di comunicazione. Sono le più usate nella realizzazione di carte stradali per uso
automobilistico.
• Carte geografiche. Hanno scala inferiore a 1:1.000.000. Servono a rappresentare ampie porzioni di superficie terrestre, da interi Stati a continenti e riportano solo i particolari più rilevanti (rilievi, fiumi, confini tra gli stati).
• Mappamondi e planisferi. Hanno scala molto piccola, non superiore a 1:30.000.000 e rappresentano
l’intera superficie terrestre, divisa in due emisferi nel caso dei mappamondi e in un’unica immagine nel caso dei planisferi.
CLASSIFICAZIONE IN BASE AL CONTENUTO
In base al contenuto, cioè al tipo di fenomeno rappresentato, le carte possono essere raggruppate in:
• Carte generali, come, per esempio, le carte fisiche, che rappresentano solo determinati aspetti naturali del territorio (quali fiumi, rilievi e coste) e le carte politiche, che raffigurano aspetti umani (quali confini politici e amministrativi, città, vie di comunicazione);
• Carte speciali, realizzate per una finalità specifica, come, per esempio, le carte nautiche e aeronautiche usate nella navigazione marittima e aerea e le carte geologiche, che per mezzo di colori e simboli indicano i diversi tipi di rocce e le loro età, i giacimenti minerari ecc.
• Carte tematiche, raffiguranti la distribuzione geografica di particolari aspetti o “temi” di tipo fisico, biologico, economico o antropico; ne sono esempi le carte pedologiche relative alla tipologia dei suoli o al loro uso; le carte geomorfologiche, che rappresentano le forme del terreno; le carte climatiche che rappresentano la distribuzione dei climi sulla superficie terrestre; le carte meteorologiche, che documentano la distribuzione e i caratteri dei fattori economici (materie prime, industrie, produzioni agricole, commerci, ecc…); le carte demografiche, che forniscono indicazioni sulla distribuzione della popolazione.
Un cenno meritano i coremi, in cui l’entità di un certo aspetto o fenomeno viene visualizzata deformando le superfici dei territori considerati, come nella figura seguente, che rappresenta il Prodotto Interno mondiale.
RISPONDI SUL QUADERNO
1. Realizza lo schema della fotocopia corrente.
2. A che cosa serve la scala di riduzione e di che tipo può essere?
3. Che cosa indicano le isoipse?
4. Quali sono le principali carte geografiche e su quale base vengono suddivise?