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LA SANTA MESSA PER CAPIRLA E VIVERLA DI PIU’ P. Massimo Rastrelli S.J. RITI DI INTRODUZIONE CANTO D'INGRESSO Quando l’assemblea si è radunata, il sacerdote con i ministri si reca all'altare, mentre si esegue il canto d'ingresso. Giunto all'altare, il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l'altare in segno di venerazione, poi con i ministri si reca alla sede. Se non ha luogo il canto, l'antifona d'ingresso è letta o dal popolo o dal lettore, o dallo stesso sacerdote dopo il saluto ai fedeli. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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LA SANTA MESSA

PER CAPIRLA E VIVERLA DI PIU’

P. Massimo Rastrelli S.J.

RITI DI INTRODUZIONE CANTO D'INGRESSO Quando l’assemblea si è radunata, il sacerdote con i ministri si reca all'altare, mentre si esegue il canto d'ingresso. Giunto all'altare, il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l'altare in segno di venerazione, poi con i ministri si reca alla sede. Se non ha luogo il canto, l'antifona d'ingresso è letta o dal popolo o dal lettore, o dallo stesso sacerdote dopo il saluto ai fedeli. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 2

Attenzione: Questo segno di croce, che sei invitato/a a fare, è molto importante. Con esso riconosci che sei nel Nome del Padre divino, nel Nome del Figlio di Dio, nel Nome dello Spirito Santo che è Persona divina. Sei, cioè, nel Nome della Santissima Trinità. Quindi non appartieni a te stesso/a, ma alla Santissima Trinità. Quindi non puoi fare a modo tuo, e secondo quello che piace a te, ma devi fare come piace a Dio. Credendo di essere nel Nome delle tre Persone Divine, ti devi impegnare a consacrare alle stesse Persone Divine la tua persona, il tuo tempo, le tue azioni, i tuoi progetti i tuoi affetti e tutte le cose tue. In più, ti segni con la Croce. Devi prendere atto della Croce, devi apprezzare la Croce, devi ringraziare per la Croce sofferta da Gesù. Devi credere che, con la Croce, Gesù ha sofferto ed ha espiato i peccati tuoi e di tutti. La tua salvezza eterna ha nella croce sofferta da Gesù, il prezzo del necessario riscatto. Ti devi anche impegnare ad abbracciare le croci della tua vita, come Gesù abbracciò la Sua Croce. Abbraccia le croci che Dio ti manda, perché, altrimenti, soffrirai le croci che ti procurerai tu stesso, e che saranno più insopportabili. Offri le croci alla misericordia di Dio, e sta attento a non farti prendere dalla disperazione. Gesù, in Croce, amò tutti, amò te, e amò anche i nemici, pregando per loro e chiedendo perdono per loro. Attento ! Col Segno della Croce ti impegni a rinunciare ad ogni rancore e ad ogni vendetta. Devi anche imparare a perdonare. A perdonare si impara perdonando.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 3

E, per perdonare, bisogna non guardare alle proprie sensibilità cieche e cattive, ma bisogna decidersi, ad amare Gesù e, per suo amore, a fare come Lui. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. E con il tuo spirito. Oppure: Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi (Cf 27-S 3,5) Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. (Cf Rm 15,13) La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. (Cf. Ef. 6,23) Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi. (Cf 1Pt 1, 1-2)

Attenzione: dobbiamo sapere che, per vivere la S. Messa, con le nostre sole forze non possiamo far niente. Ci è necessaria la grazia di Dio. E il Sacerdote ci aiuta ad ottenere questa grazia con la precedente invocazione. E i fedeli rispondendo “e con il Tuo spirito”, chiedono a Dio di aiutare il Sacerdote celebrante con la Sua grazia.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 4

Il Sacerdote dice: “Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, (cioè, per vivere il Sacrificio di Gesù in Croce, che appunto si rinnova nella S. Messa), riconosciamo i nostri peccati. Oppure: Formule alternative Il Signore Gesù, che ci invita alla mensa della Parola e dell'Eucaristia, ci chiama alla conversione. Riconosciamo di essere peccatori e invochiamo con fiducia la misericordia di Dio. Oppure, specialmente nelle domeniche: Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte (cioè la Domenica), anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre.

Attenzione ! Prima di assistere alla Messa e prima di vivere la Messa è importante riconoscere i nostri peccati. I peccati si fanno facilmente, anche soltanto perché siamo distratti o superficiali o perché assuefatti ai discorsi, che si fanno in casa e dappertutto. Eppure, i peccati sono ostacoli, che impediscono, a noi, di comunicare con Dio e, a Dio, di comunicare con noi. I peccati, se mortali, rompono il rapporto con Dio. Quindi, dobbiamo farci un esame di coscienza e dobbiamo chiedere perdono a Dio dei peccati commessi. Se i peccati sono mortali, dobbiamo chiedere perdono a Dio, non solo con l’atto di dolore, che è sempre bene fare, ma confessandoci, cioè, ricevendo il Sacramento della riconciliazione.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 5

Perché Gesù ha stabilito si!, che possiamo certamente essere perdonati, anche con il solo dolore perfetto, ma, per fare la Comunione, dobbiamo esser perdonati mediante il Sacerdote. Intanto tutti insieme preghiamo con vero pentimento. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

La preghiera “Confesso”, è un atto di pentimento fatto insieme agli altri, con la quale ci riconosciamo tutti peccatori, come ben dobbiamo fare avanti a Dio e davanti ai fratelli, in modo, che tutti ci mettiamo nella verità di quello che siamo e tutti preghiamo gli uni per gli altri. Questa preghiera ci ottiene il perdono dei peccati veniali. Per il perdono dei peccati mortali, dobbiamo ricorrere al Confessore e ottenere l’ assoluzione. Il sacerdote è costituito da Dio per perdonare i peccati. Il credente deve saperlo e deve crederlo. Dobbiamo riconoscere, che Dio ci da, un grande aiuto e ci usa una grande misericordia, a noi e a tutti gli uomini, chiamati alla fede nella Chiesa Cattolica, dando ai Sacerdoti il potere divino di perdonare. I sacerdoti possono perdonare sacramentalmente soltanto i battezzati. Ogni volta che ti confessi e torni alla tua pace con Dio, con te stesso e con gli altri, ricorda, che tutto questo è possibile, perché sei battezzato. Apprezza, quindi, il tuo battesimo, che non ti lega, non ti riduce nelle tue possibilità, ma ti da capacità e poteri straordinari, specialmente in rapporto alla vita eterna e alle cose che più contano. Tutti gli uomini hanno sempre la possibilità e il dovere di pentirsi dei peccati e di convertirsi. Senza pentimento e senza conversione,

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 6

dall’amore delle cose terrene e temporali, alle cose eterne e divine: senza conversione a Dio da amare con tutto il cuore e sopra ogni cosa, non è possibile vivere religiosamente e non è possibile salvarsi. Ma i Battezzati hanno a disposizione il Sacramento della confessione, che mette a loro disposizione i meriti della Passione e morte di Gesù, ed applica alla persona del battezzato, che si confessa, gli effetti della resurrezione di Gesù. Se il peccato ci uccide spiritualmente e ci rende incapaci di meritare per la vita eterna, è molto importante risuscitare spiritualmente, per meritare in rapporto alla vita eterna, nelle opere buone, che andiamo facendo. Risuscitando spiritualmente mediante la confessione, ci prepariamo a vivere pronti a risorgere alla vita eterna, nell’anima, il che più importa, ma anche nel corpo. Attenzione ! Gesù ci ha detto, che, diversamente muoiono e vanno alla vita eterna, nella vita e nella morte, coloro, che si preparano alla vita eterna, con la vita e con la confessione, e coloro, che, né si preparano, né si confessano. Questi disprezzano quello, che Gesù ha detto e quello, che Gesù ci dice di fare. Se non teniamo conto di quello, che Gesù ci dice di fare, questo non è senza conseguenze per la vita temporale ed eterna. Grande sarà la gloria per i fedeli. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.

Il Sacerdote annunzia la Misericordia di Dio e ricorda ai fedeli che debbono credere alla Misericordia, e che, per credere in Dio, bisogna coltivare in se stessi l’umiltà di credere a ciò che, Dio ha detto nell’ Antico e nel Nuovo Testamento, sopratutto attraverso Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, e che ci è trasmesso attraverso la Chiesa. Altra Formula Signore, mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Kyrie, eléison

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 7

Cristo che sei venuto a chiamare i peccatori, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Christe, eléison Signore, che intercedi per noi presso il Padre, abbi pietà di noi Signore, pietà. Kyrie, eléison KYRIE

Con queste invocazioni, invocando Dio, non si deve pensare di fare pietà agli occhi di Dio, sebbene questo sia anche una cosa vera, ma si prende atto, che Dio ci guarda con occhio molto affettuoso, ci vede, cioè come un papà vede il suo bambino e molto più di un papà. Col nome “pietà”, i romani indicavano l’affetto con cui il papà e la mamma guardano al loro bambino. E la Chiesa usa il termine “pietà” nel senso, che i romani davano al termine “pietà”. E’ importante, che ogni credente creda di essere amato da Dio con amore personalizzato e molto affettuoso. Tre volte diciamo Signore, riconoscendo col termine “Signore” la Maestà Divina del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. Segue il “Gloria”. Il “Gloria”, nella sua parte iniziale, fu cantato dagli Angeli a Betlemme, quando Gesù nacque. Non è, quindi, un inno scritto interamente dalla Chiesa. Gli Angeli, nel Gloria, dicono, che la pace è per coloro, che danno gloria a Dio nell’alto dei cieli.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 8

Domandiamoci: certo ci manca la pace, ma diamo noi gloria a Dio nell’alto dei cieli ? Il “Gloria” deve essere detto rinnovando la propria fede in Gesù vero uomo, vero Dio, e nostro Salvatore. Il Gloria angelico, che noi celebriamo, è una solenne proclamazione della divinità di Gesù, nato da Maria Vergine, e vero Dio e vero uomo, da riconoscere e da adorare in contesto Trinitario. Ricorda bene: in questo inno si riconoscere, che, la pace, deve essere ricercata come dono di Dio e come ricerca virtuosa di uomini di buona volontà.

GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo: Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen. ORAZIONE L’orazione è un atto solenne di adorazione e di supplica rivolta a Dio Padre, con efficacissima invocazione di Gesù, Mediatore tra Dio e l’uomo.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 9

Le grazie richieste sono molto importanti per la formazione dei cristiani, che vengono invitati a non ridurre le loro domande a bisogni utilitaristici immediati, ma debbono sopratutto chiedere le grazie necessarie, per vivere il Regno di Dio, e per far regnare Dio nella loro, personale vita, e nella società. Gesù diceva: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato. Chi nella vita riconosce il primato di Dio ? LITURGIA DELLA PAROLA Attenzione ! La liturgia della Parola è una parte molto importante della Messa. In essa è Dio stesso che ci parla. Bisogna prestare molta attenzione alla Parola di Dio, perché tramite questa parola Dio ci istruisce su chi siamo e su come salvarci. Non possiamo trattare la Parola di Dio e Dio che parla, come facciamo con le parole degli uomini, purtroppo spesso bugiarde, e comunque non autorevoli, come lo sono le parole di Dio. PRIMA LETTURA Questa lettura è parola di Dio, che da Dio è stata scritta, attraverso autore sacro, per comunicare con noi. Nelle letture della Messa, o si parla di Gesù, profetizzando che sarebbe venuto nel mondo, o si parla di Gesù, che è venuto nel mondo, e che, ci ha detto cosa, dobbiamo sapere, credere e fare. Dobbiamo ricevere queste parole con infinito rispetto, con la dovuta attenzione e dobbiamo cercare di ricordare, per saper e più ancora per fare. Queste scritture appartengono o all’ Antico Testamento, o al Nuovo Testamento. Chi segue la Messa tutti i giorni, anche feriali, sentirà leggere tutte le Scritture nello spazio di tre anni. E’ molto importante credere, che Dio ha scritto le Scritture, per comunicare con noi, e rispettare questa parola, significa rispettare Dio. Chi può mai ottenere qualcosa da Dio, se non si fa dovere, prima, di rispettare Dio ?

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 10

Abbiamo tanto bisogno di ottenere da Dio tante grazie. Perciò facciamoci dovere di rispettare Dio, in tutta la vita, e specialmente ascoltando, con rispetto, questa parola di Dio, e cerchiamo di viverla. SALMO RESPONSORIALE Il salmo che segue, e che si legge in Chiesa dopo la prima lettura, è una preghiera, non inventata da me o da te, ma è scritta da Dio e suggerita a me, e a te per farci capace di pregare, dicendo a Dio cose a Dio gradite. Dio è molto importante: Dio è una Dignità e Maestà infinita. Dio è Creatore tuo e di tutto il mondo. Per parlare con Dio, dobbiamo parlare con le parole di Dio. E Dio ha fatto trasmettere a noi le sue parole, e le Sue parole sono efficaci. Dobbiamo pregare con queste parole, per essere esauditi. E’ nostro interesse pregare con queste parole, pregando bene e capendo queste preghiere. SECONDA LETTURA Nei giorni festivi è prevista una seconda lettura. Va letta e capita e vissuta come la prima lettura, e va raccordata con la prima lettura e con il Vangelo, per trarne il messaggio “pastorale”, che Dio dispone, attraverso la Chiesa, per guidarci nella vita. ALLELUIA Alleluia è una parola molto importante, da capire. Appartiene ad una lingua, che si parla in Cielo, e che è parlata dai Santi a dai Beati, che sono con Dio, e che vivono la continuazione eterna della nostra vita temporale e terrena. Alleluia significa: “Dio ha vinto“. Questa parola si riferisce alla vita, che Dio vive nei rapporti con gli uomini, e attraversa tutti i tempi della esistenza dell’uomo sulla terra. Dio vuole rispettare la libertà dell’uomo e si aspetta che l’uomo possa e voglia corrispondere alla sua Chiamata di Grazia e non rifiuti di collaborare con Dio.

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Quando l’uomo non oppone rifiuti e ribellioni, Dio vince e l’uomo consegue il suo bene e la propria salvezza e anche la salvezza altrui. La salvezza dell’uomo è una realtà molto complessa e graduale. Ci sono tante salvezze, temporali ed eterne. Nelle salvezze temporali ci sono salvezze materiali, fisiche, sanitarie, psicologiche psichiche ed affettive, e spirituali , naturali e soprannaturali. Per ogni salvezza goduta dall’uomo, il credente deve riconoscere, che Dio ha vinto, e deve lodare e ringraziare Dio. Rispetto a questo dovere, incorriamo in molte omissioni. Con la proclamazione dell’Alleluia, fatta solennemente nella Messa, ripariamo l’omissione fatta e ci mettiamo in regola con il nostro dovere di lodare e di ringraziare Dio. Nel celebrare e nel dire: “Alleluia”, dobbiamo essere coscienti delle vittorie di Dio nella nostra vita e vederle dirette ai fini del nostro bene e della nostra salvezza. Nel progressivo conseguimento delle sue vittorie, Dio ci porta alla salvezza eterna e personale, congiunta con la salvezza delle umane Generazioni, che avranno voluto credere in Dio e rispettare Dio. L’alleluia è un riconoscimento doveroso e salvifico, che il credente deve fare a Dio, che lo salva, e che ha cura della salvezza personale e universale. L’alleluia non può e non deve essere celebrato con incoscienza e con superficialità. Il canto dell’alleluia deve aprire, la coscienza personale, agli orizzonti di una grande gioia ed esultanza. VANGELO La lettura del Vangelo segna il momento più alto dell’irraggiamento della Verità, quale è vista da Dio. la Verità è obbiettiva nelle realtà delle cose, che sono. Noi, che ci avviciniamo alla realtà per conoscerla e prenderne coscienza, ci troviamo negli inganni del nostro modo di credere. Tendiamo a conoscere, si ! ma a modo nostro. “A modo mio”, diciamo. E dobbiamo pur sapere che quando conosciamo a modo nostro, deformiamo la realtà, che pur vogliamo e dobbiamo conoscere. E quando deformiamo la realtà ci inganniamo e non prendiamo atto della realtà. Per queste ragioni dobbiamo responsabilizzarci.

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Quando viene annunciato il Vangelo, nel Vangelo è Gesù che ci parla e Gesù non è solo uomo, ma è uomo Dio. E Gesù non è come noi, che nulla sappiamo di quello che ci aspetta dopo la morte, perché nessuno di noi ne ha esperienza: e non avendo esperienza, non dobbiamo neppure ingannarci, inventando. Purtroppo molti si permettono di illudersi, inventando e ingannando se stessi. Certo, noi sappiamo molte cose sulla nostra vita futura ed eterna, ma le sappiamo, perché Gesù ce ne ha parlato e millenarie generazioni di credenti le hanno apprese, vi hanno creduto e ce le hanno trasmesse. Gesù è Uomo Dio essendo risuscitato dai morti e avendocene data la prova proprio risuscitando dai morti. La Resurrezione di Gesù, non è l’unica prova della Sua Divinità, ma è una prova molto forte. Per questo, chi non riconosce la Divinità di Gesù, seconda Persona della Santissima Trinità divina, è irragionevole, e si avvia verso la falsità di tutto ciò, che pensa, e al male, in tutto ciò che vive. Chi non crede in Gesù resta al buio di tutte le realtà, e specialmente di tutte le realtà, che più contano, e ne risponderà, allo scadere dei termini dell’umana libertà, da Dio concessa all’uomo. I termini scadranno con la morte personale della persona. Dopo non più la volontà personale deciderà il da farsi, ma la sovrana e ottima volontà di Dio, che, allora si manifesterà, in un incontro personale, di per sé infinitamente beatifico, ma che, l’incredulo , potrà rendere a se stesso drammatico. Siccome, per propria esperienza, nessuno sa niente di quello che capiterà dopo la morte, ognuno di noi si permette di immaginare come gli pare. Parla come gli pare, senza alcuna verità, ci si inganna, e ci si abitua a ingannare tutti e si finisce per disorientarsi e per disorientare tutti in cose importantissime, in cui non ci si deve permettere di ingannarsi e di ingannare gli altri. In più dobbiamo proprio sapere, che ingannandoci ed ingannando, offendiamo anche, non solo le persone, che hanno diritto alla verità, ma offendiamo Gesù, che ha detto la Verità e a cui finiamo per non credere. Gesù sa che cosa ci accade dopo la morte. Gesù Lo sa e ce lo dice. E noi dobbiamo crederGli. Se non Gli crediamo, pecchiamo. Pecchiamo e non siamo intelligenti.

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Come mai pensiamo, che siano intelligenti coloro che non sanno, e peggio, che non vogliono sapere, ciò che potrebbero sapere: e che si permettono di inventare cose, che non esistono e vogliono far passare per vere. Se noi li stiamo a sentire, pecchiamo certamente anche noi contro la Verità, rivelata da Dio e conosciuta dagli uomini. Ma come è possibile non credere a chi sa, per credere a chi non sa ? Non dobbiamo ingannarci, perché non ce lo possiamo permettere, perché, quello che Gesù ci dice, è importante per la nostra pace, per la nostra felicità, e sopratutto per la nostra salvezza, temporale ed eterna. E non possiamo ingannarci falsificando, in modo, che perdiamo la pace, la felicità e la salvezza eterna dell’anima. Quindi cerchiamo di capire e di ricordare. A questo scopo do un consiglio importante: se vuoi ricordare, devi mettere in pratica. Chi pratica ricorda. Chi non pratica, non ricorda. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. Per la seconda volta ci si dice : Il Signore sia con Voi. Quando sentiamo queste parole, dobbiamo stare attenti e dobbiamo sapere, che in quel momento dobbiamo avere un particolare aiuto dal Signore. Dobbiamo sapere, che quando si legge il Vangelo, noi non siamo in grado di capire: non possiamo capire, quello che Gesù ci dice, perché, per capire quello che Gesù ci dice, ci vuole la grazia di Dio. E la grazia ci è necessaria perché possiamo capire il senso delle Sue parole rispetto alla nostra vita, e, per questo Gesù, deve darci lo Spirito Santo e la Sua Grazia. E deve darci ancora lo Spirito Santo, per farci fare, quello che ci dice di fare. Le capacità naturali delle persone, anche, se molto sviluppate non bastano.

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Questa è una realtà che, quasi nessuno conosce, e a cui nessuno pensa. Conseguentemente, non si prega per ottenere grazia, non si ottiene grazia, e ne consegue, gravissimo danno nelle propria vita spirituale. Ci vuole la “Grazia”. Noi, non ce ne rendiamo conto, perché ci sentiamo capaci e ci illudiamo. Siamo per istinto superbi. Per cooperare con Dio, e per meritare, dobbiamo, invece, essere umili. Dal Vangelo secondo... Testo del Vangelo. Gloria a te, o Signore. Dio deve essere ringraziato e ancor più glorificato. Specialmente quando si prende cura di noi, e con i benefici più importanti. Ora dobbiamo riconoscere, che il Vangelo è, per noi, Suo beneficio massimo. Parola del Signore. Lode a te, o Cristo. Dopo la lettura, dobbiamo rendere lode a Gesù, che ci ha rivelato non solo il Vangelo, ma il Padre stesso. “Gesù diceva: “ Chi vede me, vede il Padre”. Dobbiamo lodare molto Gesù, che ci ha rivelato il Padre.

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OMELIA Il sacerdote o il diacono spiega la parola di Dio appena letto. Si deve tenere nelle domeniche e nelle feste di precetto. Negli altri giorni è raccomandata specialmente nelle feste dell’Avvento, di Quaresima e nel Tempo Pasquale. Dopo l'omelia è opportuno un breve silenzio. Attenzione alla omelia. E’ dovere dei Sacerdoti spiegare la parola di Dio. Da una parte, sappiamo di essere, e ci diciamo, ignoranti. Dall’altra parte, se il Sacerdote ci spiega la scrittura siamo intolleranti e ci infastidiamo. L’infastidirsi è grave offesa fatta a Dio stesso, che si rivela. Il rivelarsi di Dio è necessario all’uomo, che deve cercare di salvarsi dall’inferno. Certo, è Dio, che salva, col suo Giudizio e la Sua Grazia. Ma Dio attende la collaborazione dell’uomo. S. Agostino dice: “Chi ha fatto te senza di te. Non salverà te senza di te”. Quindi, attenzione ! a non infastidirsi e a non guardare l’orologio. Una partita di calcio non dura mai meno di un ora e mezzo. E ci infastidiremo per una Messa, perché dura un’ora ? CREDO Alle rivelazioni che Dio fa per salvarci, dobbiamo rispondere con la comprensione e l’accettazione della nostra fede. Per questo professiamo e confermiamo a Dio il consenso della nostra fede, nella sua grande rivelazione, riepilogata nei dodici articoli del Credo. Il Credo può essere espresso o in forma dialogica, o in forma breve (formula apostolica), o in forma più ampia (formula Niceo-costantinopolitana). La scelta sarà fatta secondo le indicazioni liturgiche del giorno. Il Credo si dice nelle domeniche, nelle solennità e nelle feste. Non si dice, nelle ferie e nelle memorie. Segue la formula Niceo costantinopolitana.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 16

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,

di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,

unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero;

generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito Santo

si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.

Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre.

E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e da la vita, e procede dal Padre e dal Figlio

e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.

Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 17

Attenzione ! nel “Credo” ci si chiede di credere alla Resurrezione di Gesù e nostra. E importante notarlo, perché gli uomini e le donne di questa generazione vivono come se la resurrezione di Gesù e nostra fosse qualcosa di nessuna rilevanza. Questa noncuranza è grave peccato, e dobbiamo farci avvertiti, perché è importante per noi, per coloro, che amiamo e per tutti. Dopo il Credo possiamo pregare per domandare, il domandare fa parte del rapporto, che dobbiamo avere con Dio. A questo proposito ricordiamo, che per un corretto rapporto con Dio, prima bisogna adorare e riconoscere, che Dio è il Creatore, dal nulla, della nostra persona e di tutto l’universo e di tutta la storia. Poi bisogna ringraziare per tutte le grazie ricevute nella vita. Poi bisogna pentirsi per i peccati nostri, veniali e mortali, e per quelli di tutti gli uomini. Solo dopo l’adempimento di questi doveri è corretto e doveroso chiedere. Il non chiedere, sarebbe superbia, stolta e non buona. La domanda va fatta con serena fiducia e con fede di essere esaudita. E’ buona norma chiedere con più forza le grazie per la Chiesa, che per noi: per gli altri, più che per noi stessi. Perché quanta più carità abbiamo, più meritiamo di essere esauditi. Bisogna anche chiedere più le grazie, che riguardano l’eternità, che quelli, che riguardano il tempo che tramonta. È più le grazie spirituali che quelle temporali.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 18

PREGHIERA DEI FEDELI E’ detta anche preghiera universale, perché in essa si prega per tutti gli uomini, nel seguente ordine: per le necessità della Chiesa, per i governanti e per la salvezza di tutto il mondo, per tutti quelli che si trovano in particolare necessità, per la comunità locale. Il sacerdote invita a pregare con una semplice monizione e conclude con un’orazione . La Fede accolta e vissuta si esprime nella preghiera. Dopo esserci posti in adorazione, dopo aver chiesto perdono, dopo aver ringraziato e lodato Dio, incontrato nell’altezza della Sua Maestà, dobbiamo onorare Dio pregandoLo secondo i desideri del nostro cuore, ampliati nell’ottica adorante della Chiesa e secondo le attese di Dio stesso. E’ importante fare queste preghiere, credendo fortemente di essere esauditi dal Suo amore. Dobbiamo tenere a cuore più le richieste, che facciamo a nome della Chiesa, che i nostri stessi bisogni. Attenzione ! Quando più siamo sintonizzati su Dio, nelle nostre richieste, tanto più Dio si fa carico dei nostri stessi bisogni. LITURGIA EUCARISTICA Si esegue il canto di offertorio, mentre i fedeli presentano il pane ed il vino ed eventualmente altre offerte per le necessità dei poveri. Il sacerdote riceve i doni e depone sull'altare, il pane e il vino per la celebrazione dell'Eucaristia. Tenendo leggermente innalzata la Patena con il pane, il sacerdote dice: Affinché Dio ci aiuti, sapendo, che Dio ci ha dato già tutto da parte Sua, (rifletti bene! ci ha dato anche il Figlio nella terribile morte in Croce), dobbiamo anche noi collaborare con la offerta di noi stessi e delle nostre cose. Dobbiamo vivere l’offertorio, e, per viverlo, dobbiamo, soprattutto offrire noi stessi. Attenzione! Le due preghiere, che accompagnano l’offerte del pane e del vino, sono preghiere con cui da circa 3500 anni il popolo di Dio, cioè il popolo d’Israele ha pregato.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 19

Sono preghiere prese dalle liturgie di Israele. Si prega Dio di esaudirci, ma ben sapendo, che riceviamo da Dio benefici e grazie, perché Lui dona e dona perché ci ama, ama noi, fatti a Sua Immagine e Somiglianza, e possiamo e dobbiamo, chiedere a Dio, e Dio ci aiuta e ci vuole aiutare, ma noi dobbiamo farci come Lui, e dobbiamo, anche noi, fare come fa Dio e dobbiamo dare a Dio, affinché Dio faccia a noi, e per questo dobbiamo non prendere soltanto, ma, anche dare. E per questo dobbiamo offrire a Dio, i benefici stessi, che Dio ci dà. Queste preghiere offertoriali valgono molto per farci credere nell’amore, che Dio ha per noi, e per farci esercitare il nostro amore verso Dio. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Benedetto nei secoli il Signore. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. Benedetto nei secoli il Signore. Per offrire a Dio il Sacrificio Eucaristico, dobbiamo offrire il Sacrificio, sapendo, che Dio con noi opera il Sacrificio stesso. Per celebrare degnamente bisogna pregare Dio, perché ci dia grazia di offrirlo in modo gradito a Dio. Dio ci deve fare degni e ben disposti. Per questo dobbiamo chiedere a persone di fede di pregare per la migliore celebrazione della Messa. Questo chiedere è necessario ed è utile alla umiltà del Sacerdote stesso e di coloro, che vengono invitati a pregare. E ciascuno deve pregare nel modo migliore, perché è molto importante la grazia, che andiamo credendo.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 20

Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente. Oppure, una di queste altre formule: Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all'altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. Pregate, fratelli e sorelle, perché il sacrificio della Chiesa, in questa sosta che la rinfranca nel suo cammino verso la patria, sia gradito a Dio Padre onnipotente. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. ORAZIONE Attenzione ! Questa preghiera suggerita dalla Chiesa ci fa chiedere una grazia specifica per ogni giorno. Amen. Attenti alle seguenti invocazioni. Il capirle e il capirne la ragione per cui siamo invitati a farle, è molto importante. Il Signore sia con voi. Tutto possiamo, se Dio è con noi. Senza Dio non possiamo nulla. Ma come possiamo dire ed assicurare questa cosa così importante, quella che indichiamo con le parole: Il Signore sia con voi ? Lo diciamo per augurarcelo e per rassicurarci ? Niente affatto.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 21

Lo diciamo perché Gesù ci ha detto prima di salire al cielo: “Io sarò con Voi, tutti i giorni, fino alla consumazione dei secoli”. E, poi, ci ha anche detto: “senza di me non potete far nulla”. Ricordiamo che anche a Mosè Dio si rivelò con questo nome: “Io sono colui che è e che fa essere”. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Questo atteggiamento ci viene ingiunto, perché necessario. Se all’opposto teniamo il cuore basso, ci “autocondanniamo” alla depressione. I nostri Cuori “in alto” possiamo e dobbiamo averli e tenerli ragionevolmente, perché Dio ce lo consente. Lui ci destina “a salire in alto”, per farci vivere con Lui e come Lui, non solo nella eternità, ma già da oggi, spiritualmente. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. Dio deve essere ringraziato e tanto. Chi non ringrazia, non merita neppure di essere esaudito. Rispondiamo come segue, è cosa buona e giusta . Se non ringraziamo, non siamo ne buoni, né giusti. Parliamo tanto di giustizia, ma poi, non siamo giusti neppure con Dio, perché neppure ringraziamo. Chi non ringrazia Dio, non rispetta Dio, e mette in pericolo anche la salvezza eterna dell’anima. Bene fa la Chiesa a farci ringraziare. Il ringraziare, tra l’altro, ci fa umili, altrimenti restiamo superbi. É cosa buona e giusta. Con questa risposta i fedeli condividono l’invito a “Ringraziare Dio” e assumono la coscienza e la responsabilità del dover ringraziare Dio, ora nella Messa, e, poi sempre nella vita. Attenzione ! Il Sacerdote ha a disposizione diversi canoni che può usare. Qui commentiamo il canone più frequentemente usato.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 22

PREGHIERA EUCARISTICA II

Il Canone della Messa è una grande colloquio con Dio Padre. Questa è una cosa non consueta nella nostra vita di preghiera. Noi preghiamo di più Gesù, a noi più vicino per la Sua umanità, e preghiamo di più la Madonna, perché nostra madre, a noi più vicina e tanto vicina a Dio. Concepiamo l’accostarci, a Dio, tramite Gesù, tramite Maria e tramite certi Santi più venerati, come, una umiltà verso Dio. Ed in parte lo è. Ma Dio cerca di essere da noi amato e ci vuole pieni di rispettosa fiducia verso di Lui. C’è una confidenza arrogante, che non si deve neppure pensare di poter avere verso Dio. Ma c’è anche una confidenza adorante e molto rispettosa di Dio. Questa Dio cerca, e questa bisogna rendere a Dio. Dio vuole una confidenza rispettosa. Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore. Il cambiamento del pane in corpo del Signore e del vino in Sangue del Signore, avviene in forza di un intervento delle Persone Divine, del Padre, che lo vuole e lo decide, del Figlio, che si fa Eucaristia, cioè ringraziamento) e dello Spirito Santo, Amore, Potenza e Dono, che opera il cambiamento. Questa è una realtà tutta operata da Dio. Non la si vede con gli occhi del volto, ma con quelli dell’anima, cioè con la fede.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 23

Di fronte a questi fatti si deve per forza assumere la responsabilità della fede. Ci ritroviamo o credenti o non credenti e con tutte le conseguenze temporali ed eterne. Queste cose si debbono decidere. Se ci poniamo tra i credenti, ci dobbiamo anche impegnare. E ci apriremo al paradiso eterno, secondo la promessa di Gesù, e in questa vita ci apriremo a felicità, altrimenti impossibile. Se ci porremo tra i non credenti, ci precluderemmo la vita eterna e ci avviamo alla condanna e alla morte eterna. Crediamo ed adoriamo. Attenzione ! E’ questione di vita da vivere e di salvezza eterna da conseguire. Di salvezza eterna, ma anche temporale. Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, Gesù non subì la passione e la crocifissione, ma si offrì, perché lo volle, e lo volle, perché ci ama: ci amava e ci ama, e ci ama personalmente. E Gesù ringrazia il Padre ,che, lo vuole in comunione con noi! prese il pane e rese grazie,

lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse: Gesù volle che la sua morte e la Sua resurrezione divenisse, nostro cibo, e che noi ci sentissimo impegnati ad “assimilare”, nella nostra vita, l’amore con cui ci amò, con cui si offrì per noi e con cui si diede a noi.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 24

Se ci uniamo a Lui, credendo, ringraziando e pregando, Gesù ci dà il dono di assimilarsi a noi, di assimilarci a Lui, di farci Eucaristici. Unendoci alla Eucaristia di Gesù, diventiamo capaci delle più belle dedizioni cristiane, quelle di cui è piena la storia di venti secoli di trasformazione Eucaristica degli uomini, mediante la Chiesa e nella Chiesa. PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI Gesù si è offerto per noi. Gesù, ci ha rappresentati con la Sua dedizione, supplendo, in certo qual modo, alle nostre chiusure e alla nostra “non dedizione egoistica”. Col Suo sacrificio Gesù ci dice, che Gli costammo dolore e tanto dolore , ma ci dice anche, che con la Sua offerta, ci fece sacri, cioè appartenenti a Dio. Dobbiamo crederlo, dobbiamo ricordarcene durante il giorno e nella vita, e dobbiamo comportarci da persone sacre, cioè appartenenti a Dio e che, non appartengono a se stesse, né ad altri. Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse: PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI

IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 25

Mistero della fede. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione,

nell'attesa della tua venuta.

Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, Gesù volle restare a nostra memoria, non come un idea da ricordare, ma come realtà presente da vivere, e come Persona presente con cui vivere. Per questo la Eucaristia, non è solo memoria astratta di un fatto lontano, ma è viva presenza di un avvenimento in cui la Chiesa cattolica e tutti i cattolici, non ignoranti, credono e si impegnano a credere. L’Avvenimento di cui parliamo è la morte e la resurrezione di Gesù, come fatto in sé e come premessa della nostra personale morte e resurrezione E’ proprio questo memoriale fa a noi presente non solo la morte, ma anche la Resurrezione di Gesù. Nella Eucaristia abbiamo Gesù non solo morto in croce, ma anche risorto. E questo rende famigliare a noi stessi il mistero pasquale, cioè la morte per la resurrezione, di Gesù nella Sua realtà storica, già avvenuta e che si rinnova nei giorni della nostra vita, presente, ma anche futura: della vita non solo nostra, ma anche di tutti coloro che amiamo e di tutta l’umanità: quella di tutti i luoghi e di tutti i tempi, secondo le premesse solenni di Dio, a noi fatte, in Gesù e attraverso Gesù.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 26

Ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.

In queste parole della Chiesa a Dio Padre, la Chiesa dice, al Padre divino, che ha ben compreso il dono della Eucaristia. E i fedeli, partecipanti alla Eucaristia, debbono, anche essi, fare propria la fede e la consapevolezza, che la Chiesa ha, del dono di Dio Padre. Ciascuno deve offrire se stesso, in tutte la offerte del proprio vivere, come Gesù, che è si offerto per salvarci, e anche per dire a noi come deve essere vissuta da noi la nostra vita, che, essendo dono da parte di Dio, deve essere valorizzata come “Dono di Dio, e deve essere vissuta in atteggiamento di amore umano e sovraumano. Chi impara da Gesù ad offrire, in dono, se stesso, offre non solo i propri sentimenti e la propria libertà, ma anche il proprio corpo e la vita stessa.

Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 27

Dio è infinitamente più grande di ciascuno di noi e di noi tutti, così come è più grande di tutte le generazioni umane e dell’ universo tutto e di tutti i tempi. Dobbiamo essere ben coscienti di questo e dobbiamo assumere verso Dio Padre, con cui stiamo parlando, insieme e attraverso la Sua Chiesa, la dovuta umiltà, rendendoci ben conto, delle diverse proporzioni del nostro essere creato, e dell’essere di Dio Creatore. Dobbiamo, pertanto, atteggiarci di fronte a Dio in umiltà, non solo con atto doveroso da fare nel momento della celebrazione, ma anche come atteggiamento rispettoso da assumere in tutta la vita, nei pensieri, nelle decisioni, negli atteggiamenti interiori e nei comportamenti: detto atteggiamento di umiltà dobbiamo assumerlo verso Dio stesso, verso la Sua Chiesa e verso tutti gli uomini, figli di Dio. In più dobbiamo capire, che Dio ci sta donando l’Eucaristia, perché Lui , nelle Sue Persone divine, vuole fare comunione con noi. Ma Dio vuole anche che, facciamo comunione con Lui e tra noi, diventando più forti di ogni tentazione di discordia o di vendetta. Questi sono impegni che Dio ci da, ma sono, anche e di più, doni, che proprio attraverso la Eucaristia, Dio ci vuol dare. Dobbiamo chiedere questi doni: e dobbiamo disporci a valorizzare, nella vita quotidiana, questi doni. Il mondo è pieno di discordie, di vendette e di guerre e di stragi, perché il mondo si allontana dalla Eucaristia. Consapevoli di tanto male, dobbiamo molto affezionarci al contrario di questo male e all’immenso bene della Eucaristia. Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l'ordine sacerdotale. In questo momento dobbiamo esser coscienti, che il dono eucaristico, immenso: cioè il fatto di avere Gesù presente, con tutta la Trinità e con tutto il paradiso, è dono fatto a noi, ma attraverso la Chiesa gerarchica, e dobbiamo, quindi, avere gratitudine grande verso la stessa Chiesa Gerarchica.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 28

Senza Papa, senza Vescovi, senza Sacerdoti, saremmo tutti senza la presenza Eucaristica di Gesù, e, quindi, senza la speciale presenza della stessa Trinità e del paradiso tutto: a noi vicini, grazie alla Eucaristia celebrata. Tutta questa consapevolezza, deve essere viva coscienza presente in questo momento della celebrazione eucaristica, e questa viva coscienza deve, poi, essere assunta come impegno di vita, a noi richiesto da Dio, e come grazia, che noi dobbiamo chiedere a Dio, cosa che dobbiamo appunto fare con le parole del canone, che stiamo commentando. Canone, significa preghiera fatta secondo precisa e buona regola. Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto. La Messa copre con la presenza e la offerta divina di Gesù tutti gli ambiti della esistenza umana e di tutti gli uomini. La Messa, a cui assistiamo, viene celebrata in un giorno e in un ora del nostro tempo, segnato dalla caducità e dalla morte. Ma Gesù, e il Suo sacrificio, e gli effetti della Sua immolazione, valicano i confini del tempo e agiscono anche su coloro che sono nella eternità. La messa è “gloria” per quelli che stanno in paradiso, ed è “suffragio” per coloro, che sono in purgatorio. Coloro che sono in purgatorio, espiano le pene temporali dei loro peccati, e nello stato in cui sono, dopo la loro morte, nulla possono fare per se stessi, anche se possono molto aiutare noi con le loro preghiere. Abbisognano delle nostre preghiere per ottenere sconti di pena. Tutto questo ci è stato rivelato da Gesù, e la Chiesa ce lo ripete da venti secoli. Alcuni si permettono di non credere. Sono liberi. Dio e noi rispettiamo la loro libertà usata tanto male, cioè nel non credere.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 29

E questo sarà possibile fino alla scadenza dei termini, quando esauriti i tempi della nostra personale vita e libertà, si troveranno, come noi ci troveremo, dinanzi alla Maestà di Dio, che certo non mancherà di usare la sua Volontà sovrana. E Dio ci ha detto chiaramente cosa accadrà di noi. Una parola molto consolante ce l’ha detta la Madonna a Medjugorie: quando, parlando dei non credenti e denominandoli come coloro, che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio, che cioè, non hanno conosciuto il Signore: ci ha ribadito, che l’inferno c’è, che nell’inferno ci sono uomini, che hanno perduto la salvezza, ma ci ha detto anche, che all’inferno vanno coloro che ci vogliono andare. Questa fede è bene ribadirla a noi stessi e ricordarcene, per nutrire un sano timore di quello, che ci potrebbe capitare, se non coltiviamo viva la nostra fede in tutto quello, che Dio, in Gesù, ci ha voluto rivelare con amore, e misericordiosamente. Ma tornando alle anime del purgatorio, dobbiamo sapere e ricordare, che sono in una tremenda purificazione, nel corso della quale nulla possono fare a loro sollievo. Noi invece molto possiamo fare a loro sollievo, e possiamo farlo pregando. Nessuna nostra preghiera, che faremo per loro, andrà a vuoto: questo ci grava di una grave responsabilità. Particolarmente in questo momento della Messa possiamo fare una efficacissima memoria e una straordinaria preghiera, a loro favore. Conviene anche applicare a loro, con precisa intenzione, le indulgenze, che Gesù e la Chiesa rendono disponibili, con tante opere indulgenziate della nostra giornata. Mediante esse possiamo molto giovare a persone defunte, che hanno da soffrire non poco e per lunghissimo tempo, a causa di peccati, che fecero, e che ora, con un carico residuo di pene da scontare, le opprimono in modo molto pesante. Credere a queste cose fa parte del rispetto, che dobbiamo nutrire per Gesù e per la Sua infinita Maestà divina. Loro hanno bisogno delle nostre preghiere. Col purgatorio non si scherza. Ne ha parlato la Madonna a Fatima, e almeno due volte Gesù stesso ne ha fatto fare una ben dolorosa e spaventosa esperienza a Santa Faustina Kowalska, come Lei ha scritto, per diretta ed esplicita volontà di Gesù, a Lei direttamente espressa, perché noi sapessimo e ci comportassimo di conseguenza.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 30

Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria. Gesù si offre anche e soprattutto per i viventi, che vivono la stagione della loro libertà e che, quindi, possono particolarmente obbedire e riverire la Maestà di Dio, offrendo l’omaggio della loro fede, il dovuto omaggio del ringraziamento per tutte grazie e doni, che Dio ci dà. I viventi, vivono verso la fede una fragilità avvertita in ogni momento: fragilità che è sempre in agguato, e a cui dobbiamo opporre la fermezza della nostra fede quotidiana, che, ad ogni tentazione sopravveniente, dovrebbe essere più ribadita, per essere più fortificata, e che, invece, a causa delle continua tentazioni incombenti, rischia di naufragare miseramente. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio, Padre onnipotente, nell'unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen. RITI DI COMUNIONE Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Tra la Consacrazione e la Comunione dobbiamo trovarci negli stessi sentimenti di Gesù. Noi abbiamo quasi sempre sentimenti, che non sono di Gesù. Per esempio: sentimenti di paura, sentimenti di ribellione, sentimenti rabbiosi, sentimenti di vendetta, sentimenti di rancori tenaci, sentimenti di non importanza di Dio nella propria vita , sentimenti di “fanatizzazione di idoli”.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 31

Quando nel proprio mondo interiore si albergano i detti sentimenti o altri sentimenti del genere, l’orizzonte dei maggiori interessi personali, resta del tutto offuscato, e in tal modo, che certamente non c’è spazio per nessun altro interesse. Per questo dobbiamo riconoscere che, se fossimo dominati dai predetti sentimenti, certamente, non ci potrebbe essere alcuno spazio per dare un luogo a Dio, che, per altro, o è tutto nell’orizzonte affettivo di chi Lo vede, o non è nulla. O si adora Dio, o Lo si ritrova assolutamente avverso. E in questo caso, per non averLo “avverso”, giacché averLo “avverso” è terribile e tragico, Lo si deve assolutamente rispettare. Quando non Lo si rispetta, Lo si discute e Lo si nega. Si cade, quindi, in preda di un incubo terribile, in cui ci si condanna a percepire Dio come “avverso” e “nemico”. Poi, per sfuggire a quel terribile incubo, si preferisce negare Dio, e, per negarlo meno dolorosamente si pensa di associarsi ai negatori di Dio, rendendo, con questo, più grave il peccato e più fatale la propria colpevole chiusura a Dio. E tutto questo lo si fa, per non compiere quell’unico atto onesto, del tutto personale e liberatorio, che è il sincero pentimento. La celebrazione del Padre nostro nella Chiesa, ci conforma ai sentimenti di Gesù, che sono tutti rivolti alla immensa dignità e alla assoluta intimità del Padre Maestoso e Infinito. Con Gesù riconosciamo che il Padre Divino deve essere l’unico da intronizzare e dobbiamo porLo al culmine della nostra libertà nelle scelte, quotidiane e temporali. Non la nostra volontà tutta terrena, ma la Sua Volontà divina, conta, quella, che può e sa creare il mondo, e sa dare all’uomo una vita eterna. E’ la Volontà divina quella, che sa condurre, ogni uomo e l’umanità tutta, al suo degno e splendido fine, che non conosce termine e consumazione. Tutto quello che diciamo nella preghiera del Padre nostro, tende, a riconoscere, che la Volontà di Dio è l’unico assolutamente buona, mentre tutto il resto, anche se temporalmente importante, resta relativizzato, e messo in un piano secondario e assolutamente, non solo secondario, ma dipendente.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 32

PATER NOSTER Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Liberaci, o Signore, da tutti i mali,

concedi la pace ai nostri giorni;

e con l'aiuto della tua misericordia,

vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza,

e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

“Liberaci dal male”: questa parola è molto importante e deve essere detta con molta consapevolezza. Il male ci circonda e ci assedia con agguati, di cui neppure ci rendiamo conto. Il fatto è che ci assedia molto male, consistente negli esempi, che ci circondano, negli avvenimenti, che incombono, ecc., ma tutto questo male non, è fatto soltanto da persone o da fattori visibili che lo determinano. Ma tutto questo grande male è progettato, voluto, e fatto da esseri personali, che vogliono quel male, perché odiano, e non amano. Sono uomini e demoni, impegnati da sempre ad odiare e progettare il male ai nostri danni. Quegli esseri sono certamente uomini, che si organizzano, per fare il male, anche, se poi, si nascondono, per non farsi riconoscere.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 33

Storicamente, a cose fatte, e magari dopo secoli, quelle persone o quelle organizzazioni del male sono state scoperte e ne abbiamo acquisita esperienza, per cui, non solo sospettiamo, ma affermiamo su base di fatti, che nei mali presenti, quelle persone e quelle organizzazioni, che esistono, sono certamente attive e continuano a fare del male. Ma la cosa più importante è che quel male è anche voluto e fatto da Satana e dai suoi Angeli ribelli e demoni. Gesù ce ne ha rivelato la esistenza. E noi ci dobbiamo credere. S. Paolo dice, che non abbiamo a combattere soltanto con la carne e il sangue, cioè con persone mortali, appartenenti a questo mondo, ma con le potenze dell’aria, da esseri spirituali ed oltremodo potenti, e che, tuttavia, nulla possono fare, senza il permesso di Dio. A Dio dobbiamo chiedere, tutela e protezione.

Tuo é il regno, tua la potenza

e la gloria nei secoli. E’ importante il nostro riconoscimento al Dio che Regna e alla infinita Gloria di Dio. Chi non riconosce in astratto e in concreto sia il Regnare effettivo di Dio nelle realtà della vita, sia la realtà del nostro vissuto, sia l’ Immensa Gloria, che deve essere riconosciuta a Dio su tutto il Suo impegno nell’Universo. Chi non riconosce né il Regnare di Dio né la Sua Gloria, non potrà contare sul suo aiuto. E resterà esposto a tutti i colpi di satana, che, poi, lo renderà anche superstizioso, e lui, si accanirà a credere nel mal’occhio, che non esiste, e si ostinerà a non credere ai demoni, che gli faranno male, e tanto meno si pentirà dei peccati, e non vorrà tornare a Dio, che è sempre pronto a salvalo.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 34

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace",

non guardare ai nostri peccati,

ma alla fede della tua Chiesa,

e donale unita e pace secondo la tua volontà.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. La pace è soltanto un dono di Dio. Chi ci crede, chi accetta da Dio la Sua pace, e chi collabora con Dio, sperimenta la pace reale e la può anche comunicare agli altri. Quanta mancanza di pace in tanti rapporti tra persone umane e tra gruppi sociali e popoli: Tutta questa mancanza di pace avviene per mancanza di rapporto di persone con Dio, che ci ama, col Dio Padre di Gesù e nostro. E’ importante saperlo, per pregare e per non restare, noi, senza pace, e incapaci di dare la pace. Senza pace ogni persona e ogni situazione, diventa un inferno. Dio non vuole , l’inferno, ma l’inferno resta, per chi impedisce a Dio di dargli pace, non credendo a Dio e non rispettando Dio. Il rispetto di Dio è principio della pace. La pace del Signore sia sempre con voi. E con il tuo spirito.

La pace, per essere goduta e posseduta, deve essere sempre ricevuta da altri, nei quali bisogna credere e con quali bisogna intrattenere rapporti, che permettano, ad essi, di comunicarci la pace.

E poi dobbiamo noi stessi, essere in pace, per comunicare ad essi la pace: quella pace, che viene da Dio.

Se noi siamo inquieti perché disorientati, o perché arrabbiati, o per altre mille ragioni, come possiamo dare la pace?

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 35

Ma, se Gesù comunica a noi la Sua pace, Lui, che avrebbe tante ragioni per essere arrabbiato con noi, Lui, che ha sofferto a causa nostra addirittura la Croce, che cosa dobbiamo dire noi, che gettiamo sugli altri il gelo dei nostri nervosismi, per cose in cui gli altri non c’entrano.

I nervosismi sono malesseri, che debbono essere educati, e non assecondati.

AGNELLO DI DIO Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

Questa triplice ripetizione della invocazione ci deve fare avvertiti della straordinaria importanza di ciò, che diciamo e che professiamo di credere. Con queste parole, noi crediamo, che Gesù, morendo in croce, ha tolto dalle nostre responsabilità la terribile responsabilità dei peccati da noi fatti, responsabilità, che, altrimenti, ci resterebbe addosso senza possibilità di rimedio. Dobbiamo proprio saperlo, dobbiamo ricordarlo, dobbiamo chiedere perdono e dobbiamo ringraziare per la insperata e assoluta salvezza. Questa salvezza su cui può ben riposare la nostra tranquillità e su cui poggia la nostra effettiva e reale salvezza eterna, è tutta iniziativa ed opera del Nostro Grande Dio, di Dio Padre, che ha sacrificato il Suo unico Figlio divino; di Dio Figlio, che ha voluto sacrificarSi per noi, e dello Spirito Santo, che attua l’amore del Padre e del Figlio nelle Persone divine ed in noi stessi. Gesù toglie i peccati del mondo. Quindi il male si stacca da noi, e ci lascia liberi. Questo è stato

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 36

progettato, è stato voluto, è stato deciso da Dio, ed è stato attuato dalla Trinità tutta, che non solo lo ha fatto, ma ce lo ha rivelato. Dinanzi a questa rivelazione dobbiamo farci attenti. Il non crederci, è un fatto per noi terribilmente dannoso. Ed è cosa fortemente ingiuriosa, verso Dio. Chi non crede, perde tutti i vantaggi della redenzione ed offende gravemente la Trinità nelle Sue meravigliose Persone. Chi crede, si apre a molta bontà, a molta pace e a molta conoscenza di misteri reali, che accadono in ambiti di realtà create, a noi invisibili. Tutti i demoni sono messi in fuga dal Sacrificio di Gesù, perché vengono spodestati, vengono scacciati, vengono sconfitti, e tutto a nostro vantaggio e per la salvezza del mondo. Dicendo le suddetta invocazione, anche fuori della S Messa, ci dobbiamo sentire illuminati, confortati e rassicurati . E dobbiamo pur sapere, che, credendo a queste verità di fede, partecipiamo noi stessi all’opera redentiva di Gesù e della Trinità tutta, e contribuiamo noi stessi a cacciare i demoni, con effetti salvifici per la nostra persona e per la nostra vita, non solo eterna, ma anche quotidiana e temporale. Il sacerdote dice:

Con la seguente preghiera dobbiamo vivificare la nostra fede e proiettarla sul vissuto quotidiano, per far crescere il vissuto quotidiano nella sapienza cristiana, e contro la perversione e l’amarezza atea. La liberazione dai peccati è certamente possibile ed è a portata di mano per noi, ma sempre a seguito della redenzione operata da Dio, con la offerta e la passione sofferta da Gesù, rinnovata nella celebrazione della S. Messa. Signore Gesù Cristo, figlio di Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo

morendo hai dato la vita al mondo, per il Santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, liberami da ogni colpa e da ogni male,

fa che sia sempre fedele alla tua legge

e non sia mai separato da Te. Oppure: Questa seguente preghiera ci conferma nella fede della ottenuta salvezza a prezzo della passione di Gesù. E placa la vita nella speranza cristiana, che non delude.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 37

La Comunione del Tuo Corpo ed il Tuo Sangue,

Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia, sia rimedio di difesa dell’anima e del corpo. Quindi prosegue mostrando l'ostia consacrata: Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. Non siamo noi a saper trovare Dio, ma è soltanto Dio, che può e sa e vuole trovare noi, e consente, a noi, di avvicinarci al Dio vero, non solo , ma ci consente anche di fare Comunione con Dio. Assieme all’assemblea, il sacerdote dice:

Noi dobbiamo sentirci non degni. Ma dobbiamo sempre ricordare,

che non siamo noi a stabilire la nostra dignità o la nostra indegnità. E’ sempre Dio a sapere, meglio di noi, quale dignità abbiamo. Se crediamo in Lui, dobbiamo credere alla dignità, che Lui ci

attribuisce, e, quindi, dobbiamo avvicinarci alla Eucaristia, con i dovuti sensi di umiltà, e, certamente, senza orgogli stupidi e falsi, ma anche e sempre credendo alla dignità, che Dio ci riconosce, giacché Gesù ci ha detto di prendere e di mangiare. Dobbiamo soltanto domandarci, se non fossimo in peccato mortale da noi fatto, dopo l’ultima comunione. In questo caso dobbiamo assolutamente confessarci prima della Comunione.

Se non potessimo confessarci, e abbiamo certamente peccato gravemente, dobbiamo non fare la Comunione sacramentale, ma possiamo fare la Comunione spirituale, esprimendo a Dio nel nostro cuore il desiderio di riceverlo facendoci dovere di rispettare assolutamente Dio. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato. Il Corpo di Cristo. Amen.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 38

Il Sacerdote professa la Fede nella presenza reale di Gesù, in corpo sangue, anima e divinità nella Particola Eucaristica.

Il fedele deve rispondere : Amen, che significa: così è. Cioè, il fedele deve esprimere la fede nella detta presenza di

Gesù nella Eucaristia. Questo vuole dire, che, dobbiamo ricevere Gesù con tutto rispetto,

e che dobbiamo non andare alla comunione spensierati, o senza profonda consapevolezza di quello, che si sta facendo, cioè rendendoci ben conto del fatto, che, Gesù ci cerca e ci viene a trovare proprio dove siamo, e che, anche noi, dobbiamo andare incontro a Gesù, avendoLo cercato, e che Lo stiamo ricevendo nella più grande e impensabile Comunione, che esista. Comunione che Dio, oggi ci concede, avendola progettata e fedelmente donata agli uomini nella Chiesa da circa 2000 anni. ORAZIONE

Questa orazione finale, rinnova il nostro parlare con Dio. In questo caso, la preghiera è formulata dalla Chiesa, che ci offre

modelli, a cui dobbiamo fare attenzione e da cui dobbiamo imparare.

Questa orazione finale riflette il contenuto della celebrazione del giorno corrente.

Questo ci dice, che la nostra preghiera, deve intonarsi al Mistero immenso, che Dio ha progettato per noi, e ha messo in atto da 2000 anni, e che realizza oggi stesso a mio vantaggio temporale ed eterno, deve poi, intonarsi alla offerta, che, nel giorno presente, si offre a noi e a cui stiamo partecipando. Infine la preghiera deve riflettere anche la particolarità del giorno presente, che ci è dato da vivere e, che stiamo vivendo. RITI DI CONCLUSIONE Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.

Con questa ulteriore conferma del fatto, che il Signore sta con noi, il Sacerdote ci dice questa volta, che Dio, come è stato con noi in tutta la Messa, prima per aiutarci a pentirci, poi per aiutarci a capire il Vangelo, poi per consacrare e per comunicarci con Gesù nel Sacramento, ed ora Dio ci assicura, che sarà con noi, nella vita, che andiamo ad affrontare.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 39

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

Attenzione ! questa benedizione è molto importante. La Madonna a Medugorje disse che, in questo momento, grazie a

questa benedizione del Sacerdote, Dio conferisce ai richiedenti la grazia o le grazie, che sono state chieste.

La Madonna aggiunse: Gli Angeli, che vi portano le “grazie” le riportano indietro, perché vi ritrovano distratti, e già fuori dalla Messa, a cui avete partecipato.

Conviene farci un momento di riflessione, per renderci conto di quanto perdiamo, per quel modo irrispettoso di relazionarci a Dio, modo che ci è tanto abituale.

La Messa é finita: andate in pace. Rendiamo grazie a Dio!

Con queste o altre formule di questo genere si chiude la

Celebrazione e si programma l’orizzonte, su cui deve spaziare l’occhio del credente, per salvare la vita propria ed altrui.

Oppure: - La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace. - Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace. - Nel nome del Signore, andate in pace.

Nelle domeniche di Pasqua:

- Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto.

Rendiamo grazie a Dio.

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Testo di Padre Massimo Rastrelli S.J. 40

Gesù resta con noi, tutti i giorni, fino alla fine dei secoli come aveva detto. Il male sta nel fatto, che noi, non restiamo con Lui.

Ci facciamo prendere dalle cose da fare. Ma quelle cose, ogni sera, ci vengono tolte e sono perdute per noi,

che non le potremo mai più ricuperare. Dobbiamo imparare a metterci nelle cose eterne,

che sono quelle definitive e che Dio ci promette.

Dobbiamo imparare a fermarci con Gesù per l’adorazione Eucaristica. La Chiesa, in questi ultimi tempi, ci ha moltiplicato inviti ed esortazioni,

per porci, in Adorazione, e per farci stare con Gesù, per più contemplare, al fine di poter più vivere con Gesù.