la rivoluzione delle regole

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Nova itinera percorsi del diritto nel XXI secolo Anno II - N° 2 - Settembre 2012 L’EDITORIALE UNA rIVoLUZIoNe DeLLe reGoLe ACCADE OGGI CrISTIANeSImo è ANChe LIbero merCATo PER NON DIMENTICARE LA GIUSTIZIA DI UN PAPA

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Novaitinera

percorsi del dirittonel XXI secolo

Anno II - N° 2 - Settembre 2012

L’EDITORIALE

UNA rIVoLUZIoNe

DeLLe reGoLe

ACCADE OGGI

CrISTIANeSImo è

ANChe LIbero

merCATo

PER NON DIMENTICARE

LA GIUSTIZIA

DI UN PAPA

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Sommario

L’EDITORIALE

UNA RIVOLUZIONE DELLE REGOLE 5di STEFANO AMORE

ACCADE OGGI

CRIstIANEsImO è ANChE LIbERO mERCAtO 7di PIETRO DI MUCCIO DE QUATTRO

PER NON DIMENTICARE

LA GIUstIZIA DI UN PAPA 11di MARIA GEMMA PINTO

ACTA NOTARILIA

LA COsCIENZA DI UN CONsIGLIERE 15di ANTONIO CAPUTO

ASSISTENZA SANITARIA IN ITALIA: QUALE FUTURO?

PROsPEttIVE DEL FAsI 17di STEFANO CUZZILLA

CRONACHE DELLA MAGISTRATURA

UNA PRONUNCIA DELLA CORtE DI CAssAZIONEChE DEstA PERPLEssItÀ 21di Roberta Barberini

AVVOCATURA PER L’AVVENIRE

PUbbLICItÀ E PROFEssIONE FORENsE 29

di Andrea Giordano

Quadrimestrale di legislazione,giurisprudenza, dottrinae attualità giuridicaAnno II - N° 2 - Settembre 2012Autorizzazione del Tribunaledi Roma nr. 445del 23 novembre 2010

DIRETTORE RESPONSABILE:Stefano Amore

VICE DIRETTORI:Paolo LiberatiLuigi Viola

DIRETTORE EDITORIALE:Cynthia Orlandi

COMITATO DI REDAZIONE:Giuseppe BiancoCarlo CarboneCristian CarusoLauretta CasadeiUmberto CerasoliPietro ChiofaloMaria Antonietta CrocittoFrancesco De ClementiMario De IorisPietro De LeoVito Antonio De PalmaAndrea GiordanoMassimiliano LucchesiLaura MorselliSandra MoselliEmanuela PorruGianluigi PratolaEnzo ProiettiFrancesca RosetiLucia SpiritoFederico Tomassini

SEGRETERIA DI REDAZIONE:Antonio Torroni

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OSSERVATORIO SULLA CASSAZIONE

LA RAGIONEVOLE DURAtA NELLA GIURIsPRUDENZA 33di GIULIO GAROFALO

TEORIA E PRATICA DEL PROCESSO

IL tENtAtIVO DI CONCILIAZIONE NEL PROCEssODEL LAVORO 41di FABIO MASSIMO GALLO

LA mANCAtA PARtECIPAZIONE sENZA GIUstIFICAtO mOtIVOAL PROCEDImENtO DI mEDIAZIONE 45di GAETANO ANACLERIO E ANNABELLA CAZZOLLA

DIRITTO E AMBIENTE

AmbIENtE E FEDERALIsmO 63di GIORGIO CORRADO

ORDINAMENTO ED ETICA DELLO SPORT

REsPONsAbILItÀ OGGEttIVA E ORDINAmENtO sPORtIVO 69di ENZO PROIETTI

L’ANGOLO DELLE RIFORME

LA PREVIDENZA COmPLEmENtARE PER IL PUbbLICOImPIEGO NON CONtRAttUALIZZAtO 79

di FRANCESCO VALLACQUA

DIRITTO E ECONOMIA

LA sPEsA AmbIENtALE 91

di BERARDINO ABBRUZZESE

COMITATO SCIENTIFICO:

Mario AscheriProfessore Ordinario di Storia

del Diritto Medievale e Moderno

Paola BalducciAvvocato, Professore Associato di DirittoProcessuale Penale

Giovanni BiancoProfessore di Dottrina dello Stato e Diritto Pubblico

Guido CalviDocente di Filosofia del Diritto, Componente del C.S.M.

Giuseppe CelesteNotaio, Componente Consiglio Nazionale Notariato

Bona Ciaccia Professore Ordinario di Diritto Processuale Civile

Fiorella D’AngeliProfessore Ordinario di Diritto Civile

Rosario De LucaPresidente della Fondazione Studidei Consulenti del Lavoro

Giuseppe de RosaConsigliere della Corte dei Conti

Angela Del VecchioProfessore Ordinariodi Diritto dell’Unione Europea

Pasquale d’Innella CapanoAmministratore di Telpress Italia S.p.A.

Fabio Massimo GalloPresidente Sez. Lav. Corte di Appello di Roma

Antonio LaudatiProcuratore della Repubblica del Tribunale di Bari

Giuseppina LeoGiudice del Tribunale del Lavoro di Roma

Filiberto PalumboAvvocato, Componente del C.S.M.

Angelo Alessandro SammarcoAvvocato, Professore Universitario

Piero SandulliProfessore di Diritto Processuale civile

Giuseppe ValentinoAvvocato

Antonio VallebonaProfessore Ordinario di Diritto del Lavoro

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Sommario

GIURISPRUDENZA COMMENTATA

EsCLUsIONE DALLA GARA E tERmINE DI ImPUGNAZIONE 95

di MARZIA PETRELLI

DOVE PENDE LA BILANCIA

LA DIFFERENtE EtÀ PENsIONAbILE tRA UOmINI E DONNENEL PUbbLICO ImPIEGO 103di PAOLO LIBERATI E TINA MENELAO

COmItAtO D’ONORE:

marina CalderonePresidente del Comitato Unitariodelle Professioni

Lauretta CasadeiPresidente di Federnotai

Giuseppe ChiaravallotiVice Presidente dell’Autorità Garanteper la Protezione dei Dati Personali

Adolfo de RienziPresidente dell’Accademia

del Notariato

Ignazio LeottaNotaio in Varese

Alberto sarrasottosegretario alle Riforme

della Regione Calabria

Francesco schittulliPresidente della Provincia di bari

Giuseppe scopellitiPresidente della Regione Calabria

Nova ItineraQuadrimestraleSpedizione in abbonamento postale

Casa editrice Nuova Scienza S.R.L.,Via S.Tommaso d’Aquino, 4700136 RomaCod. Fisc. / P.I. 11072071001

Stampa: Stamperia Lampo - RomaFinito di stampare nel mese di dicembre 2012

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Eugene Delacroix, La liberta ̀ che guida il popolo

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Una rivoluzione delle regole

Stefano AmoreMagistrato, Presidente di Proposta per l’Italia

Cosa è una rivoluzione? Potremmo definirla, semplificando molto, la

distruzione di un sistema di potere accompa-gnata dall’instaurazione di un potere nuovo.

tradizionalmente, i due processi sono pres-soché simultanei o, comunque, tra di essi noncorre un ampio lasso di tempo. ma quanto ma-nifestatosi alla fine del ventesimo secolo e inquesto primo scorcio del ventunesimo eviden-zia, in realtà, un modello di rivoluzione profon-damente diverso da quello a cui eravamoabituati.

Gli assetti politico-economici europei impe-discono ormai sommovimenti armati, gli assaltialla bastiglia sono divenuti impossibili e qual-cuno potrebbe, anzi, credere che l’epoca dellerivoluzioni, per l’Europa, si sia chiusa definiti-vamente.

ma non è così. Le rivoluzioni continuano adesserci, ma hanno caratteri diversi rispetto alpassato.

La loro violenza si esprime, oggi, soprattuttosotto il profilo economico, mentre i cambia-menti socio-politici correlati si producono, in-vece, gradualmente, in modo meno manifesto.

In Italia, in realtà, si aspira da tempo ad unarivoluzione: una rivoluzione soprattutto cultu-rale e delle regole, reclamata dalla gente co-mune, dai giovani che non trovano lavoro, datutti coloro che soffrono le conseguenze del de-grado morale ed economico del nostro paese.

A volere il cambiamento, a ben vedere, sonotutti coloro che conoscono e scontano quotidia-namente l’inefficienza dell’apparato pubblico.

I professionisti, gli imprenditori, chi svolgeun’attività produttiva e percepisce, quotidia-namente, il danno prodotto da regole sbagliateo male applicate, dalla lunghezza dei procedi-menti, dalla difficoltà di un dialogo utile con lepubbliche amministrazioni.

Questa conclamata farraginosità dell’ordi-namento e la scarsa trasparenza delle proce-dure non rappresenta, però, l’unico male cheaffligge l’amministrazione.

Costituisce, invece, il sintomo (e il presup-posto culturale) di una affezione ancora piùgrave e diffusa che si chiama corruzione, con-cussione, frode, malversazione, abuso.

ma come mai ci accorgiamo solo ora di que-sti mali, certamente antichi considerata la lorocapillarità?

Il motivo di questa improvvisa scoperta delmalaffare che pervade la nostra società ce lopuò bene spiegare una riflessione di John Ken-neth Galbraith, il grande economista ameri-cano, contenuta nel suo libro dedicato allagrande crisi del 1929, The Great Crash.

Galbraith notava che ogni boom economico,ogni momento di prosperità e di sviluppo, in-crementa in modo vertiginoso il ritmo dellemalversazioni e la diffusione della corruzione,rendendoli, però, anche fenomeni di scarso ri-

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lievo sociale a fronte del generalizzato e mas-sivo aumento della ricchezza.

solo la recessione e la crisi portano alloscoperto il malaffare, rendendolo intollera-bile per la gente al punto che il semplice ma-neggio del denaro giunge, in questi periodi,ad essere considerato fraudolento sino aprova contraria. I tesorieri, non solo quellidei partiti, vengono guardati con sospetto ea credere nella loro probità non rimane pra-ticamente nessuno.

Quanto sta accadendo oggi in Italia nondeve, quindi, sorprendere e rappresenta, anzi,l’esatta replica di quanto già avvenuto neglistati Uniti durante la grande crisi del 1929.

A sorprenderci dovrebbe essere, invece, lacircostanza che, sino ad ora, è mancata unachiara consapevolezza di questo fenomeno,nonostante fosse sotto gli occhi di tutti.

Insomma, senza la crisi non avremmo,probabilmente, mai saputo nulla dei sUV,delle cene a base di ostriche e champagne,degli immobili acquisiti per fini personali edei divertimenti di vario tipo, tutti finanziaticon denaro pubblico, di cui ci ha narrato lastampa negli ultimi mesi.

Quanto si sta verificando dovrebbe farci,però, anche comprendere la complessità delrapporto che corre tra l’economia e i sistemipolitici e ricordare quanto è stato sostenuto,qualche tempo fa, in modo icastico, ma pro-babilmente cogliendo nel segno, da Arthurschlesinger, secondo cui: “la democrazia habisogno del libero mercato, ma il mercatonon ha bisogno della democrazia”.

Riflettiamoci un attimo. Effettivamente la mappa della ricchezza

nel mondo evidenzia, sempre di più, questaasimmetria. Cresce a dismisura non la ric-chezza delle democrazie occidentali, maquella di paesi in cui il sistema democratico

è fortemente limitato o attuato in modo par-ziale.

E tra il 2025 ed il 2030 l’Europa produrrà,secondo le previsioni degli organismi econo-mici, solo il 15 % del PIL mondiale.

su questi dati bisognerebbe interrogarsimolto seriamente e chiedersi se il declinoeconomico del nostro continente non segneràanche la fine di un certo tipo di democrazia,mettendo a rischio i diritti e le libertà conqui-state negli ultimi due secoli.

Possiamo accettare passivamente tuttociò? Io credo di no.

La rivoluzione delle regole che (quasi)tutti auspicano in Italia è, in realtà, fonda-mentale soprattutto nell’ottica della strenuadifesa di alcuni valori assoluti, di alcune li-bertà dell’individuo e di quella idea di comu-nità che ne dovrebbe essere la sintesi e la piùalta espressione.

Certamente, l’elenco delle riforme che an-drebbero realizzate nel nostro paese è lun-ghissimo,ma l’aspetto fondamentale su cuidobbiamo riflettere è rappresentato soprat-tutto dalla prospettiva che andrebbe data aquesti interventi.

Aldo moro, nel 1947, scriveva sulla rivista“studium”: “Dovremmo sentire la necessitàdi dare alla democrazia un completo e con-creto contenuto di operante solidarietà, men-tre troppo spesso limitiamo le nostre cure ela nostra fiducia soltanto alle fredde e rigidelinee di una democrazia puramente politica.”

Questo contenuto di operante solidarietàdeve poter continuare a rappresentare il no-stro punto di mira.

Almeno se non vogliamo abiurare il no-stro migliore passato e cancellare, forse persempre, i nostri più fondamentali diritti.