La riforma della legge sulle Aree Naturali Protette · battito sulla legge quadro che norma le aree...

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Si è nuovamente riacceso il di- battito sulla legge quadro che norma le aree naturali protette, la n.394 del 1991. Una legge che deve regolare una disciplina molto complessa e che infatti ha avuto bisogno di trent’anni di di- spute e discussioni e che comun- que in questi vent’anni ha continuato ad essere oggetto di proposte di modifica e revisione. Qualche giorno fa, dopo anni di esame e un'indagine conosci- tiva, con l'audizione e il con- fronto con tutti i soggetti interessati, il Parlamento ha sa- puto mettere a punto un provve- dimento che aggiorna la legge alle nuove esigenze degli enti, rafforzando le finalità di conser- vazione dell'ambiente e aprendo nuove opportunità di sviluppo sostenibile. Ma vediamo nel det- taglio alcune delle novità intro- dotte. La governance dei parchi viene snellita e rafforzata. Di- venta più forte il ruolo del Pre- sidente del Parco, sempre nominato con decreto del mini- stro dell'Ambiente, d'intesa con i presidenti delle regioni in cui... M Martelli a pag.2 SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE Discarica So.Ge.Ri affidati i lavori Morlando a pag.3 Paparo a pag.7 BIQ DAS Algenhaus, la casa con le alghe Clemente a pag.8 Rafforzate le finalità di conservazione dell'ambiente e via libera a nuove opportunità di sviluppo sostenibile Fa troppo caldo: addio alghe La riforma della legge sulle Aree Naturali Protette Gioia: alleato potente per un patto d’acciaio L’homo consumens, stretto fra la Scilla dell’utilitarismo e la Cariddi dell’elogio dell’inutile, sa molto bene cosa sia la gioia, perché vive molto spesso momenti di gioia. La gioia è quel qualcosa che è andato smarrito e verso cui tutti ane- lano, è quel profondo desiderio che ali- menta una profonda e intima nostalgia: la sete di infinito. La gioia potrebbe de- finirsi come lo statu nascenti della feli- cità, che potremmo identificare... Tafuro a pag.19 Storia e magia delle case del tè Lo “spazio del tè” come forma distin- tiva dell’architettura si sviluppa verso la fine del sedicesimo secolo. Uno spa- zio fuori dall’ordinario, microcosmo per lo spirito, in cui ogni accorgi- mento, la scelta dei materiali, il con- cetto che dà forma al giardino del tè, la luce, ciascun oggetto d’uso nella ce- rimonia ed il rituale vanno in un’unica direzione: l’immersione del sé nello spazio assoluto. Palumbo a pag.11 Emergenza Vesuvio, presentato il nuovo Piano Il 12 ottobre scorso il presidente della Regione Campania e il Capo della Protezione Civile Nazionale, Fabrizio Curcio, hanno illustrato il “Piano Emergenza Vesuvio” nella sua versione aggiornata, alla presenza dei sin- daci dei 25 Comuni dell’area vesuviana (province di Napoli e Salerno) com- presi nella “zona rossa”, che dovranno comunicare (entro la fine del mese) il Piano comunale di protezione civile. La nuova “zona rossa” comprende 7 comuni in più rispetto ai 18 previsti dal Piano nazionale di emergenza del 2001 con un totale di 672 mila residenti, e circa 380 mila auto immatricolate. De Capua a pag.4 PRIMO PIANO ISTITUZIONI Direttamente dalla bellis- sima Tasmania giunge la triste notizia di un vero e proprio disastro ambien- tale. Possiamo, infatti, dire addio ad un’oasi sottoma- rina di biodiversità... DAL MONDO A metà settembre 2016 è stato firmato il contratto tra Sogesid S.p.A. [stru- mento in house del Mini- stero dell’Ambiente... Nutrirsi bene per prevenire l’influenza Sette milioni di italiani a letto: queste le previsioni del Ministero della Sa- lute, che dal 17 ottobre ha attivato il protocollo di monitoraggio "Influnet", messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità. Il progetto consentirà di raccogliere, fino ad aprile, le segnala- zione dei casi da parte di medici di fa- miglia e pediatri. Con la stagione autunnale sono infatti inesorabil- mente arrivati i malanni stagionali e le malattie da raffreddamento... Fanelli a pag.12

Transcript of La riforma della legge sulle Aree Naturali Protette · battito sulla legge quadro che norma le aree...

Si è nuovamente riacceso il di-battito sulla legge quadro chenorma le aree naturali protette,la n.394 del 1991. Una legge chedeve regolare una disciplinamolto complessa e che infatti haavuto bisogno di trent’anni di di-spute e discussioni e che comun-que in questi vent’anni hacontinuato ad essere oggetto diproposte di modifica e revisione.Qualche giorno fa, dopo anni diesame e un'indagine conosci-tiva, con l'audizione e il con-fronto con tutti i soggettiinteressati, il Parlamento ha sa-

puto mettere a punto un provve-dimento che aggiorna la leggealle nuove esigenze degli enti,rafforzando le finalità di conser-vazione dell'ambiente e aprendonuove opportunità di svilupposostenibile. Ma vediamo nel det-taglio alcune delle novità intro-dotte. La governance dei parchiviene snellita e rafforzata. Di-venta più forte il ruolo del Pre-sidente del Parco, semprenominato con decreto del mini-stro dell'Ambiente, d'intesa coni presidenti delle regioni in cui...

MMartelli a pag.2

SCIENZA & TECNOLOGIAAMBIENTE & SALUTE

Discarica So.Ge.Riaffidati i lavori

Morlando a pag.3

Paparo a pag.7

BIQ DAS Algenhaus,la casa con le alghe

Clemente a pag.8

Rafforzate le finalità di conservazione dell'ambiente e via libera a nuove opportunità di sviluppo sostenibile

Fa troppo caldo:addio alghe

La riforma della legge sulle Aree Naturali Protette

Gioia: alleato potenteper un patto d’acciaio

L’homo consumens, stretto fra la Scilladell’utilitarismo e la Cariddi dell’elogiodell’inutile, sa molto bene cosa sia lagioia, perché vive molto spesso momentidi gioia. La gioia è quel qualcosa che èandato smarrito e verso cui tutti ane-lano, è quel profondo desiderio che ali-menta una profonda e intima nostalgia:la sete di infinito. La gioia potrebbe de-finirsi come lo statu nascenti della feli-cità, che potremmo identificare...

Tafuro a pag.19

Storia e magia delle case del tè

Lo “spazio del tè” come forma distin-tiva dell’architettura si sviluppa versola fine del sedicesimo secolo. Uno spa-zio fuori dall’ordinario, microcosmoper lo spirito, in cui ogni accorgi-mento, la scelta dei materiali, il con-cetto che dà forma al giardino del tè,la luce, ciascun oggetto d’uso nella ce-rimonia ed il rituale vanno inun’unica direzione: l’immersione delsé nello spazio assoluto.

Palumbo a pag.11

Emergenza Vesuvio, presentato il nuovo Piano

Il 12 ottobre scorso il presidente della Regione Campania e il Capo dellaProtezione Civile Nazionale, Fabrizio Curcio, hanno illustrato il “PianoEmergenza Vesuvio” nella sua versione aggiornata, alla presenza dei sin-daci dei 25 Comuni dell’area vesuviana (province di Napoli e Salerno) com-presi nella “zona rossa”, che dovranno comunicare (entro la fine del mese)il Piano comunale di protezione civile. La nuova “zona rossa” comprende 7comuni in più rispetto ai 18 previsti dal Piano nazionale di emergenza del2001 con un totale di 672 mila residenti, e circa 380 mila auto immatricolate.

De Capua a pag.4

PRIMO PIANO ISTITUZIONI

Direttamente dalla bellis-sima Tasmania giunge latriste notizia di un vero eproprio disastro ambien-tale. Possiamo, infatti, direaddio ad un’oasi sottoma-rina di biodiversità...

DAL MONDO

A metà settembre 2016 èstato firmato il contrattotra Sogesid S.p.A. [stru-mento in house del Mini-stero dell’Ambiente... Nutrirsi bene per

prevenire l’influenza

Sette milioni di italiani a letto: questele previsioni del Ministero della Sa-lute, che dal 17 ottobre ha attivato ilprotocollo di monitoraggio "Influnet",messo a punto dall'Istituto Superioredi Sanità. Il progetto consentirà diraccogliere, fino ad aprile, le segnala-zione dei casi da parte di medici di fa-miglia e pediatri. Con la stagioneautunnale sono infatti inesorabil-mente arrivati i malanni stagionali ele malattie da raffreddamento...

Fanelli a pag.12

Giulia Martelli

Si è nuovamente riacceso ildibattito sulla legge quadroche norma le aree naturaliprotette, la n.394 del 1991.Una legge che deve regolareuna disciplina molto com-plessa e che infatti ha avutobisogno di trent’anni di di-spute e discussioni e che co-munque in questi vent’anniha continuato ad essere og-getto di proposte di modificae revisione. Qualche giorno fa, dopo annidi esame e un'indagine cono-scitiva, con l'audizione e ilconfronto con tutti i soggettiinteressati, il Parlamento hasaputo mettere a punto unprovvedimento che aggiornala legge alle nuove esigenzedegli enti, rafforzando le fi-nalità di conservazione del-l'ambiente e aprendo nuoveopportunità di sviluppo so-stenibile. Ma vediamo neldettaglio alcune delle novitàintrodotte.La governance dei parchiviene snellita e rafforzata.Diventa più forte il ruolo delPresidente del Parco, semprenominato con decreto del mi-nistro dell'Ambiente, d'in-tesa con i presidenti delleregioni in cui ricade il terri-torio dell'area protetta. La

carica diventa finalmente in-compatibile con qualsiasi in-carico elettivo e con incarichinegli organi di amministra-zione degli enti pubblici.Viene modificata la composi-zione del Consiglio direttivo,che avrà dai 6 agli 8 membrie sarà designato per il 50%dalla Comunità del Parco. Il Piano del Parco assorbe ilpiano di sviluppo economicoe sociale (che viene abrogato)e assume anche il ruolo distrumento con cui il parcopuò disciplinare iniziativeeconomiche di valorizzazionedel territorio, del patrimonioedilizio e delle attività tradi-zionali e agro-silvo-pastorali,

nonché di turismo sosteni-bile. Per semplificare le proceduredel Codice Urbani, che dal2004 prevedeva la doppiaautorizzazione dell'enteparco e della Soprintendenzaanche per interventi di mo-desta entità, è previsto, in vi-genza del piano, il nullaostaunico rilasciato dall'enteparco. Attraverso il piano, ilparco può inoltre discipli-nare, nelle aree contigue,l'attività venatoria, estrat-tiva e la pesca.Controllo della fauna selva-tica Nella legge 394/91 vieneintrodotto il divieto esplicitodi caccia nei parchi.

Per la salvaguardia dellabiodiversità, vengono intro-dotti i "piani di gestionedella fauna selvatica", dicompetenza dell'ente parco,con il parere obbligatorio evincolante dell'Ispra e l'im-piego di personale qualificatodipendente o esterno ma conformazione certificata dal-l'Ispra stessa.Servizi ecosistemici e royaltyI gestori di impianti idroelet-trici di potenza superiore a220 Kw, attività estrattive,impianti a biomasse, coltiva-zione di idrocarburi, oleo-dotti, metanodotti edelettrodotti non interrati,pontili di ormeggio per im-

barcazioni, già presenti e at-tivi all'interno dei parchi almomento dell'entrata in vi-gore della legge, dovrannocorrispondere un contributoagli enti per i servizi ecosi-stemici offerti. I parchiavranno inoltre la facoltà diimporre ai visitatori un tic-ket per i servizi offerti, di sti-pulare contratti disponsorizzazione, di disporredei beni demaniali e di quelliconfiscati alle mafie. (La mappa in basso eviden-zia il territorio del nostroPaese compreso all’internodei Parchi nazionali. Fonte:sito del ministero dell’Am-biente)

RRafforzate le finalità di conservazione dell'ambiente e via libera a nuove opportunità di sviluppo sostenibile

La riforma della legge sulle Aree Naturali Protette

Il 20% del territorio nazionale è coperto daaree protette: 2.287 SIC (Sito di importanzacomunitaria), 601 ZPS (Zone di protezionespeciale), 871 aree naturali protette di cui: 23parchi nazionali (a cui si aggiunge il ParcoNazionale del Gennargentu, il cui iter istitutivonon è mai stato completato), 27 Aree MarineProtette, 3 147 Riserve Naturali Statali, 3 altreAree Protette di carattere nazionale, 134 Par-

chi Naturali Regionali, 365 Riserve NaturaliRegionali, altre 171 Aree Protette Regionali .23,7% è la percentuale di popolazione italianache risiede in questi territori. Solo all'interno dei 23 parchi nazionali si tro-vano: 1.700 centri storici 150 musei , 300 fracastelli, rocche e fortificazioni, 200 siti archeo-logici, 330 monasteri, santuari, chiese rurali e70 ville antiche.

La classificazione delle aree protette

LITORALE DOMITIO

Diga del Sele: l’irrigazione guidata dallo spazioNell’area della foce si sperimentano nuove tecniche di gestione idrica con l’aiuto dei satelliti

Rossella Femiano

La diga sul fiume Sele destanotevole interesse per la suaunicità dal punto di vista sto-rico, naturalistico e di innova-zione tecnologica nel settoreagricolo. Ultimata nel 1934, fuinaugurata dal Principe Um-berto di Savoia così come ladiga di Ceresole Reale (To). In questi 82 anni, nel bacinoartificiale, dell’estensione di 70Ettari, generato da questagrande opera di ingegneriaidraulica, si è determinato unambiente lentico dove avvienela nidificazione delle specie ac-quatiche e di canneto oltre chela sosta/svernamento di speciemigratrici durante nella sta-gione autunnale e primaverile(184 specie, di cui 47 nidifi-canti).Si tratta di una “zona umidadi importanza internazionale”tutelata ai sensi della Conven-zione di Ramsar, che haun'estensione di 110 Ettariall’interno della Riserva natu-rale regionale Foce Sele-Tana-gro. Tale area è, adesso,

gestita dal WWF medianteuna convenzione stipulata conil Consorzio di Bonifica DestraSele, consegnatario dell’in-vaso. Il Consorzio è il princi-pale artefice della preservadell’ambiente palustre genera-tosi in quanto, a parte le carat-teristiche strutturali delladiga, anche la gestione di que-

sta traversa fluviale è orien-tata a tal scopo (il periodo diapertura della diga e di svuo-tamento dell’invaso, per lavoridi manutenzione è limitato adun mese all’anno, tipicamentegennaio/febbraio). Inoltre, at-traverso il cofinanziamentodell’Unione Europea attra-verso il Fondo Europeo Agri-

colo per lo Sviluppo Rurale ov-vero attuazione della Misura124 HC “Cooperazione per losviluppo di nuovi prodotti, pro-cessi e tecnologie nei settoriagricolo e alimentare e settoreforestale” del PSR 2007-2013,sono state implementate di-verse attività da parte del con-sorzio per il pilotaggio

dell’irrigazione a scala azien-dale e consortile “Irrisat” chevede, quale Ente Capofila, il“Remote Sensing Laboratoryfor Environmental HazardMonitoring” (RESLEHM)dell’Università degli Studi diSalerno.Tra esse, la definizione di stru-menti/tecniche di telerileva-mento satellitare checonsentano di stimare la por-tata massima da utilizzare perl’irrigazione (25000 ettarinella Piana del Sele) con suc-cessiva notifica agli utenti viasms/mail, utile a limitare l’im-patto ambientale in agricol-tura nonché a svolgere uncontinuo monitoraggio territo-riale. Anche questa “best prac-tice” nella gestione dellerisorse idriche ha suscitatogrande attenzione tanto che, ilmese scorso, una delegazioneturca del Ministero dell’Agri-coltura è venuta in visita perraccogliere maggiori informa-zioni sul sistema di gestionedella diga sul fiume Sele, ec-cellenza italiana sul pianodella sostenibilità ambientale.

Discarica So.Ge.Riaffidati i lavori

A CASTELVOLTURNO

Angelo Morlando

A metà settembre 2016 èstato firmato il contratto traSogesid S.p.A. [strumentoin house del Ministerodell’Ambiente e della Tuteladel Territorio e del Mare(MATTM) e del Ministerodelle Infrastrutture (MIT)]e l’appaltatore costituito dalraggruppamento tempora-neo di imprese: TecnologieIndustriali ed AmbientaliS.p.A. – Epsilon 2000 Soc.Coop inerente alla messa insicurezza di emergenzadella So.Ge.Ri. (ammassoincontrollato di rifiuti ubi-cato in località Bortolotto –comune di Castel Volturno -rispetto al quale non si riu-scivano a dare risposte con-crete da oltre 40 anni).È probabile che in tempibrevi inizieranno i lavoripropedeutici al Piano di Ca-ratterizzazione e subitodopo sarà presentato il pro-getto esecutivo che sarà suc-cessivamente verificato e

approvato.Se non ci saranno intoppiburocratici, molto probabil-mente per l’inizio del 2017inizieranno i lavori di messain sicurezza d’emergenza.La cosa più importante èche a seguito del Piano diCaratterizzazione sapremocosa è stato interrato equali potranno essere leeventuali successive solu-zioni di bonifica.

I cittadini del Litorale Domi-tio attendono da molti annil’esecuzione di improcrasti-nabili lavori di amplia-mento, adeguamento epotenziamento delle infra-strutture fognarie e depura-tive che sicuramentepotranno e dovranno miglio-rare il precario livello di fun-zionalità e conservazione. Diseguito, proponiamo i più re-centi aggiornamenti disponi-bili.- Lotto inerente ai co-muni di Mondragone, Ca-stel Volturno, VillaLiterno.Il progetto definitivo presen-tato è stato approvato. E’stato stipulato il contrattocon l’impresa appaltatricecostituita dall’A.T.I. Co.Gestscarl – Idroambiente srl –Soc. Coop. EdilCecere arl. Ilprogetto esecutivo è statoconsegnato ed è attualmentein fase di verifica. Sono statecompletate anche le attivitàper l’avviso degli esproprisenza osservazioni, ora tocca

ai comuni fare un passaggioin consiglio comunale perl’apposizione del vincoloespropriativo e la dichiara-zione di pubblica utilità. Aseguito di validazione posi-tiva del progetto esecutivo eil via libera dai consigli co-munali, potranno final-mente iniziare i lavori.- Lotto inerente ai co-muni di Sessa Aurunca,Francolise, Cellole e Ca-rinolaE’ stata chiusa positiva-mente la conferenza dei ser-vizi. Il progetto definitivo è

in fase di verifica. Il vincolodi esproprio e la dichiara-zione di pubblica utilità sonostati già emessi dai consiglicomunali. A seguire, la stipula del con-tratto con il RTI InfratechConsorzio Stabile – ex Sibas.p.A. ora Veolia Water Te-chnologies Italia S.p.A. –Idroeco srl. Poi ci sarà lapresentazione del progettoesecutivo con successiva ve-rifica e validazione e final-mente potranno iniziare ilavori.

A.M.

Progetti “Bandiera Blu”a che punto sono le opere?

Il 12 ottobre scorso il presi-dente della Regione Campa-nia e il Capo della ProtezioneCivile Nazionale, FabrizioCurcio, hanno illustrato il“Piano Emergenza Vesuvio”nella sua versione aggior-nata, alla presenza dei sin-daci dei 25 Comuni dell’areavesuviana (province di Napolie Salerno) compresi nella“zona rossa”, che dovrannocomunicare (entro la fine delmese) il Piano comunale diprotezione civile. La nuova “zona rossa” com-prende 7 comuni in più ri-spetto ai 18 previsti dal Pianonazionale di emergenza del2001 con un totale di 672mila residenti, e circa 380mila auto immatricolate. Piùprecisamente comprende,oltre a un’area esposta all’in-vasione di flussi piroclastici(zona rossa 1) anche un’areasoggetta ad elevato rischio dicrollo delle coperture degliedifici per l’accumulo di depo-siti piroclastici (zona rossa 2).Nella zona gialla, invece, ri-cadono 63 Comuni e tre circo-scrizioni del Comune diNapoli dove è probabile chericada un quantitativo di ce-neri tale da provocare il col-lasso dei tetti. La definizionedi quest’area si basa su studie simulazioni della distribu-zione a terra di ceneri vulca-niche prodotte da un’eruzionesub-Pliniana, scenario di rife-rimento per l’aggiornamentodella pianificazione, e tieneconto delle statistiche stori-che del vento in quota. I co-muni interessati dovrannoaggiornare e adeguare le pro-prie pianificazioni di emer-

genza sulla base delle indica-zioni operative che sarannoad essi fornite. Il documentoin questione pianifica le mo-dalità operative per l’allonta-namento e il trasferimentodelle popolazioni coinvolte.Quattro sono le fasi del-l’emergenza vulcanica: base(la condizione attuale), atten-zione, preallarme, allarme.Nella fase di preallarme èprevista l’evacuazione delle

persone presenti presso ospe-dali e case di cura, il trasferi-mento della popolazionecarceraria e la messa in sicu-rezza dei beni culturali. Alla proclamazione della fasedi allarme, prima del verifi-carsi dell’evento vulcanico, ilpiano prevede l’evacuazionenell’arco di 72 ore e l’allonta-namento dei cittadini nelleregioni “gemellate”, secondoil criterio di ripartizione mo-

dale: il trasporto marittimosolo per le lunghe distanze eper le regioni con affaccio oprossime al Mar Tirreno; iltrasporto ferroviario per lun-ghe distanze (nord est e Pia-nura Padana) e per le regioniche insistono sull’AutostradaA1/A3; il trasporto stradaleassistito per distanze limitatee per percorsi che non insi-stono su arterie critiche. Lapopolazione residente in

“zona rossa” munita di mezzoproprio di trasporto deve spo-starsi seguendo i percorsistradali stabiliti nel piano diallontanamento. Lo stesso schema sarà se-guito per la prossima defini-zione del piano di eva-cuazione dell’area Flegrea,compresa dallo scorso agostonell’ambito delle zone rosse,con sette Comuni interessati.

F.DEC.

Emergenza Vesuvio, presentato il nuovo Piano

Al via la nuova normativa per i dragaggi nei porti Fabiana Liguori

È in vigore la nuova norma-tiva per le operazioni di dra-gaggio nei porti italiani. Conun pacchetto di interventi,due regolamenti e una modi-fica normativa, si è conclusala riforma che porterà a supe-rare le difficoltà tecniche eoperative riscontrate in questianni nella realizzazione delleopere di dragaggio. Perquanto riguarda i regola-menti, il primo tratta le moda-lità di dragaggio nelle areeportuali e marino-costiere chericadono all’interno dei 39 Sin(Siti di interesse nazionale). Ilsecondo, invece, in attuazione

dell'art. 109 del D.Lgs152/2006, disciplina la proce-dura per l'approvazione deiprogetti di dragaggio al difuori delle aree SIN, le moda-lità e i criteri per la gestionedel materiale dragato, tra cuil'immersione in mare dei ma-teriali di escavo dei fondalimarini. “Due provvedimenti –ha commentato Silvia Velo,sottosegretario all’Ambiente –che si aggiungono alle modifi-che contenute nel CollegatoAmbientale, in vigore da feb-braio, con cui sono stati sem-plificati i criteri di costruzionedelle casse di colmata e dellevasche di raccolta e in cui siprevede che la tutela delle

acque e del suolo avvenga at-traverso le migliori tecnologiedisponibili”.Con un’altra mo-difica al Collegato Ambien-tale, inoltre, sono statedefinite le linee guida e i va-

lori di riferimento che consen-tono l’automatica deperime-trazione delle aree a mare daSIN a SIR (Siti di InteresseRegionale). Si tratta – ha con-tinuato la Sottosegretaria

Velo - di un percorso di ri-forma atteso da anni che vanella direzione della semplifi-cazione normativa e che favo-risce l'utilizzo delle miglioritecnologie disponibili perl'esecuzione degli interventi, adimostrazione che sviluppoeconomico e sostenibilità am-bientale possono e, anzi, de-vono coesistere. Un lavoro –ha concluso Velo - che il Mi-nistero dell’Ambiente, anchein vista della riforma del si-stema portuale italiano av-viata dal Governo, ha portatoavanti per più di un anno as-sieme ad altre amministra-zioni e con il supporto delmondo scientifico”.

Mancano ancora quattrogiorni per poter iscrivere unaazione alla “Settimana Euro-pea per la riduzione dei ri-fiuti” SERR 2016.L’appuntamento, giunto allasua ottava edizione, nasceall’interno del ProgrammaLIFE+ della CommissioneEuropea con l’obiettivo gene-rale di sensibilizzare istitu-zioni, consumatori ed altristakeholder circa le strategiee le politiche di prevenzionedei rifiuti messe in atto dal-l’Unione Europea che gliStati membri devono perse-guire.La SERR, che quest’annosarà dal 19 al 27 novembre, èun momento di forte mobiliz-zazione: il suo crescente suc-cesso ha portato nel 2015, i 33Paesi partecipanti a metterein campo a livello europeocirca 12.000 azioni, di cui5.286 in Italia.Il tema di quest’anno, la “ri-duzione dell’impatto ambien-tale degli imballaggi”, è dinotevole interesse e tantisono gli Enti in Italia che pro-muovono e diffondono buoneregole per la corretta separa-zione degli imballaggi. Il CoreVe (Consorzio nazio-

nale per la raccolta, il rici-claggio e il recupero dei rifiutidi imballaggio in vetro), adesempio, attraverso campa-gna pubblicitaria via radio,web e tv ha lanciato l’indi-menticabile spot “bottiglia e

vasetto, binomio perfetto” alquale non si può non pensareall’atto del conferimento degliimballaggi in vetro. I citta-dini, principali destinatari diqueste campagne di sensibi-lizzazione ambientale, neltempo, sono stati investiti diun senso di responsabilità ilcui risultato è sotto gli occhidi tutti: ovunque impazzano

tutorial, forum e pagine suisocial su come ridare nuovavita agli oggetti e ridurre cosìi rifiuti dalla fonte! Un ottimo risultato che lasettimana europea dei rifiutiintende valorizzare, in un’ot-tica di Circular Economy,premiando idee che vedanoun minore ricorso a materieprime grezze ovvero ridu-

zione dei rifiuti prodotti, findalla fase di acquisto di beninonché un miglioramentodella raccolta differenziataper un riciclo più semplice, ef-ficace ed efficiente. Per “chiudere il cerchio”, leimprese giocano un ruolo fon-damentale in quanto hannocompetenza e capacità permettere in campo azioni che

ottimizzino l’uso di materialeper avvolgere/contenere pro-dotti, grazie a un processovirtuoso di eco-design.Le modalità di adesione sonoesplicitate nella pagina Face-book ufficiale del SERR in-sieme ad esempi pratici dipossibili azioni da implemen-tare.

Ros. Fem

La Settimana europea per la riduzione rifiuti

Al Polo Sud, il parco marino più grande del PianetaAngela Cammarota

Entro il 2017, dopo anni dibattaglie e dibattiti, circa unmilione e mezzo di chilometriquadrati del Mare di Ross inAntartide saranno protettida distruzione e navigazioniimprevidenti. Alcune aree, saranno addi-rittura interdette alla pescacon un divieto assoluto. Possiamo considerare l’ac-cordo di Hobart un impor-tante passo in avanti storicoper la salute del nostro pia-neta. A confermare tutto ciò,il biologo marino LeonardoTunese, direttore del III Di-partimento di biodiversitàdell'Ispra:

“È un accordo fondamentaleper il mantenimento dellabiodiversità, non solo per gliobiettivi raggiunti ma ancheper dare una nuova spinta al-l'accordo già preso nel corsodella Convenzione sulla Di-versità Biologica (Cdb) e fir-mato dalla maggior parte deiPaesi del mondo, tra cui anchel'Italia, per fare in modo cheentro il 2020 il 10% delle su-perfici marine mondiali ven-gano protette”. Il Mare di Rossè conosciuto anche come "l'ul-timo oceano”ed è consideratodai massimi esperti comel'unico ecosistema marino in-tatto del pianeta. In questoposto del mondo:l’eccesso dipesca e l’Inquinamento non

hanno ancora messo a ri-schio l’habitat naturale. Lo storico accordo è stata si-glato in Australia da 24Paesi e dall'Unione Europeavenerdì 28 ottobre, data sto-

rica, sono stati finalmentesuperati i vari interessi al dilà delle varie giurisdizioninazionali. "Noi stiamo man-giando anelli di calamaro, to-tano e bastoncini di pesce

provenienti dall'oceano An-tartico - continua Tunese -L'uomo si è spinto a pescaretutto quello che si può pren-dere. E dopo aver svuotato i maripiù vicini, ha iniziato a farloanche con l'Antartide”. Lasalvaguardia dell'oceano Me-ridionale,è di fondamentaleimportanza per le risorse na-turali dell'intero pianeta: trequarti delle sostanze nu-trienti che sostengono la vitanel resto degli oceani pro-viene da qui. "Quello degliStati firmatari dell'accordo èun esempio importante daseguire, anche per i Paesi del Mediterraneo", conclude Tunese.

Il tema di quest’anno sarà la diminuizione dell’impatto ambienale degli imballaggi

Lo sviluppo sostenibile? Impossibilesenza un’opera costante di educazione

Anna Gaudioso

È un’epoca, la nostra, in cui alcuneriflessioni sorgono spontanee: il no-stro Pianeta, infatti, lancia conti-nui messaggi di stress globali emeditare sulla conservazione dellerisorse naturali diventa alquantodoveroso. La sfida di questo millennio staproprio nel garantire la sopravvi-venza alle generazioni future,quindi, oltre che doveroso, è neces-sario porre la nostra attenzionealla salvaguardia e alla conserva-zione delle risorse del nostro pia-neta. Da dove partire? La scuola è dasempre il punto di partenza dellesfide più ambiziose: un laboratoriodi idee, il posto giusto dove si pos-sono affrontare gli argomenti inmodo semplice ma incisivo. Difatti, il continuo parlare, scri-vere, leggere di ambiente, paesag-gio, natura, di territorio intesocome patrimonio dell'umanità, puòsottolineare la necessità di salva-guardare e di non sperperare le ri-sorse naturali, e indurre a farriflettere sulla necessità di avviarei ragazzi al rispetto dell'ambienteattraverso lo studio e l'osserva-zione, affinché diventino cittadiniconsapevoli e rispettosi.

Dunque l’educazione ambientale, omeglio l’educazione allo svilupposostenibile, può divenire un obiet-tivo strategico per il presente e per

il futuro dell’Italia e dell’Europa,che devono attuare scelte completa-mente diverse da quelle compiutein passato: lontane dal modello pro-

duttivo tradizionale e dirette in-vece verso un nuovo modello di eco-nomia che rispetti l'ambiente,verso una società che non producarifiuti ma sappia creare ricchezza ebenessere attraverso il riutilizzo ela rigenerazione delle risorse. Ma per far sì che questo accada civuole una consapevolezza e la con-vinzione che l’uomo è parte dellanatura, non distante o distaccatoda essa. L’educazione ambientalepuò, e deve contribuire, a creareuna nuova coscienza ecologica sianei giovani che nei meno giovani. Solo in una sinergia tra scuola, fa-miglia e territorio si può raggiun-gere una nuova cultura in cui losviluppo economico e tecnologico diun paese sia in sintonia con la tu-tela dell'ambiente, inteso non piùcome un bagaglio statico di quantoereditato dalla natura, ma comequalcosa di dinamico che evolve conl’evolversi del tempo. In questa direttrice di impegno siinseriscono le iniziative di educa-zione ambientale dell’Arpa Campa-nia. Anche in questo anno scolastico,l’Agenzia punta a condividere per-corsi condivisi con gli istituti dellaregione. Per informazioni è possibile chia-mare lo 081/2326297.

Anche quest’anno l’Arpac invita le scuole a condividere progetti educativi. È ancora possibile partecipare

L’Italia, come altri Paesi, all'As-semblea generale dell'Onu unanno fa si era impegnata a daredelle risposte entro il 2030, in me-rito agli obiettivi per lo svilupposostenibile. Ma, come capita spesso per i pro-getti molto ambiziosi e a lungo ter-mine, le parole e soprattutto leazioni si perdono nello scorrere deltempo. Invece, Paesi come Germa-nia, Francia, Svizzera, Norvegia,ma anche altri non europei, già aluglio hanno presentato il primorapporto di quanto fatto, sui tempie la strategia per i quindici anniconcessi per mettere in pratica ilcambiamento. Solo l’Italia non ha ancora presen-tato una relazione di inizio lavori.Per fortuna, anche dalle nostreparti, c’è chi ha deciso di non stare

a guardare: l'Alleanza italiana perlo Sviluppo sostenibile, nata periniziativa dell'Università di TorVergata e dell'Unipol, e che riuni-sce circa 126 tra istituzioni e retidella società civile (dall'Accademiadei Georgofili alle tre centrali sin-dacali, dalla Fondazione Agnelliall'Istituto Luigi Sturzo, dal Vo-lontariato al Wwf), ha presentatoil suo primo rapporto alla Cameradei deputati, sulla posizione del-l'Italia in relazione ai 17 obiettivida raggiungere, attraverso l'azionecoordinata su 169 sotto-obiettiviche riguardano tutte le dimensionidella vita umana.Obiettivi che vanno dal porre finealla povertà nel mondo all’elimina-zione della fame, dalla salute pertutti all'educazione di qualità, al-l'uguaglianza, dalla disponibilità

di acqua all'accesso all'energia,alla cancellazione delle disugua-glianze, all'uso delle risorse natu-rali senza distruggerle eccetera. Il presidente dell'Asvis (nonché diUnipol) Pierluigi Stefanini ha af-fermato: «è in gioco la stessa so-pravvivenza del pianeta, la suatenuta sociale, civile e democra-tica». Dunque, non si parla solostrettamente di questioni che ri-guardano l’ambiente, ma conside-rando anche gli obiettivi decisi aParigi sull'abbattimento della Co2,bisogna dare un'altra direzione alprogresso, che altrimenti porte-rebbe il pianeta a squilibri insoste-nibili e irreversibili. E speriamoche l’Italia non si identifichi nel ti-tolo del libro di Cronin, «E le stellestanno a guardare».

A.G.

«L’ITALIA TRASCURA GLI OBIETTIVI ONU»DALL’ASVIS UNO SPRONE ALL’AZIONE

L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile riunisce 126 istituzioni e reti

Anna Paparo

Direttamente dalla bellis-sima Tasmania giunge la tri-ste notizia di un vero eproprio disastro ambientale.Possiamo, infatti, dire addioad un’oasi sottomarina dibiodiversità, un paradiso persub e naturalisti. Causa sca-tenante di questa catastrofeè stata una forte ondata dicalore che ha interessatol’oceano, devastando l’ultimagrande foresta di Kelp del-l’isola australiana. Ma checos’è il Kelp? Il Kelp è una fa-miglia di alghe brune che an-novera specie in grado dicrescere verticalmente anchedi decine di centimetri algiorno, una vera e propria"giungla" sottomarina chefino a metà del secolo scorsosi estendeva per duecentocinquanta chilometri lungola costa orientale della Ta-smania con fusti lunghi finoa quarantacinque metri.Esse crescono su fondali sab-biosi o rocciosi, in acque ric-che di nutrienti, aumentandovelocemente in altezza di pa-recchi centimetri al giorno:non solo i pesci, ma anchealtri animali e invertebrati(come ad esempio i gamberi)uccelli (come sterne e gab-biani) e mammiferi sfruttanoquesto tipo di alghe per ripa-rarsi oppure per nutrirsi. In-somma, ci troviamo di frontea una giungla di alghe daifusti altissimi. Anche l’uomotrae vantaggio da questa par-ticolare alga: infatti, la Kelpproduce un composto chia-mato alginato di sodio, usatocome addensante in molti ali-menti, basti pensare al ge-lato e ai condimenti per leinsalate. Tuttavia l’alga Kelp si puòassumere anche pura, ossiacruda, cotta, in polvere o al-l’interno di integratori. Inol-tre, poiché assorbe lesostanze nutritive dell’am-biente marino circostante, èricca di vitamine, minerali,oligoelementi ed enzimi; èspesso considerata un super-cibo proprio grazie al suo si-gnificativo contenutominerale. Particolarmentericca di iodio utile per il me-tabolismo e una corretta fun-zione tiroidea, per iricercatori del National In-stitutes of Health questealghe sono tra le migliorifonti alimentari naturali diiodio, una componente essen-ziale nella produzione di or-moni tiroidei. A lanciare

l’allarme rosso in Tasmaniaè stato il biologo marinoMick Baron e la notizia èstata riportata sul sito au-straliano The Courier. Inpratica ha spiegato che l'ul-timo lembo di foresta di kelpsi trovava a Munro Bight.Ma poco più di un paio disettimane fa durante un'im-mersione l'amara sorpresa:la foresta sottomarina nonc'era più. "Ora l'area è unospazio aperto", aggiunge loscienziato, "esposta ancheallo sfruttamento commer-ciale". Le foreste di Kelp inAustralia sono indicate comeecosistema a rischio fin dal2012. Un recente studio pubblicatosu Science ha certificato, inol-tre, che tra il 2011 e il 2013 èstato spazzato via il 90% delle

foreste di Kelp della costa au-straliana occidentale. Tutto ciò rappresenta unaseria minaccia non solo per labiodiversità ma anche perl’economia locale. E questorappresenta un chiaro esem-pio di come l’attività invasivadell’uomo possa creare pre-supposti per veri e propri di-sastri, tra cui il cambiamentoclimatico, trascinando di con-seguenza nel suo vortice di-struttivo gli ecosistemi, leoasi, la natura nel suo com-plesso. Per questo l’uomodeve darsi un freno, ma so-prattutto deve capire l’impor-tanza di vivere in equilibrioed in armonia con l’ambientesenza mettere a repentagliola vita propria, degli altri edella natura stessa

(foto wikipedia.org).

Fa troppo caldo: addio algheIn Tasmania un’ondata di calore distrugge le foreste di Kelp

Alessia Esposito

Quattro anni e non sarà piùpossibile produrre, vendereo cedere gratuitamente lestoviglie monouso di pla-stica. È la legge approvata a lu-glio e ormai entrata in vi-gore in Francia chepromette di sostituire piattie bicchieri di plastica conquelli realizzati con mate-rie organiche biodegrada-bili, dando seguito aiprovvedimenti presi sullebuste per la spesa. La norma è una parte dellapiù generale “Transizioneenergetica per la crescitaverde e la riduzione delladiffusione di sostanze tossi-

che nell’ambiente”, risul-tato della Cop21, confe-renza sul clima di Parigi del2015. Le nuove stoviglie do-vranno contenere materieprime provenienti da fontirinnovabili per il 50% dal2020 e per il 60% dal 2025. Un provvedimento non ac-

colto favorevolmente datutti. Se si tratta infatti di unabuona notizia per gli am-bientalisti, cattiva per leaziende produttrici chehanno già fatto slittare itempi dell’approvazione eche ora promettono ricorsi.I primi possono far valere leragioni in base a cui inFrancia sono ad esempioprodotti4,73 miliardi di bic-chieri di plastica e solo l'1%di questi viene riciclato condanni per l’ambiente maanche per la salute umana,mentre i secondi lamentanoche la legge violi le normedell’Unione Europea sullalibera circolazione dellemerci con ricadute sui con-

sumatori. Nella schiera delle opposi-zioni c’è inoltre chi sostieneche l’aggettivo “composta-bile” potrà dar origine adequivoci per cui i consuma-tori sarebbero portati a nongettare negli appositi conte-nitori le stoviglie, abbando-nandole negli spazi pubblicioriginando un comporta-mento negativo generale.Per ora comunque il divietoè legge e la Francia si dimo-stra un’apripista nell’adot-tare un provvedimento cosìduro contro le stoviglie inplastica ponendosi come unmodello da osservare e stu-diare per non lasciare cartamorta gli impegni presi allaconferenza del clima.

STOP A BICCHIERI E PIATTI DI PLASTICAIn Francia entro il 2020 le stoviglie sintetiche dovranno essere sostituite dalle compostabili

Buone notizie per la storica stazione di ricerca nellasubantartica Macquarie Island in Australia. Graziealla decisione del governo australiano, la stazioneantartica permanente sarà ricostruita attraverso uninvestimento di ben cinquanta milioni di dollari (paria circa trentacinque milioni euro, centesimo più cen-tesimo meno). La vecchia infrastruttura verrà cosìrimessa a nuovo dopo sessantotto anni di presenzapermanente. L'Australian Antarctic Division (AAD) inizialmenteaveva deciso di chiudere definitivamente la stazione,sorta nel lontano 1948, a seguito di un'indagine tec-nica indipendente che aveva rilevato la possibilità dirischi significativi alla salute e alla sicurezza dei ri-cercatori, oltre a quelli di contaminazione e di inon-dazioni. Il ministro per l'Ambiente Josh Frydenberg ha, in-vece, annunciato l'impegno a mantenerla su basepermanente e a finanziare la costruzione di nuove in-frastrutture. La nuova stazione sarà la più avanzata nell'OceanoMeridionale e sarà in grado di sostenere tutte le at-tività prioritarie condotte finora. Così ha detto il mi-nistro. "Grazie alla posizione di unica base di ricercafra l'Australia e l'Antartide, Macquarie Island è unapostazione di importanza globale per ricerche scien-tifiche, per il monitoraggio meteo e climatico. Lanuova struttura sarà più efficiente e avrà meno im-patto ambientale, con minori costi operativi e di ma-nutenzione". L'isola di ben cento trenta mila ettari,che sorge a circa metà fra la Nuova Zelanda e l'An-tartide, ospita numerose colonie di foche elefante, dipinguini e altri uccelli marini. Un vero e proprio pa-radiso, una riserva naturale definita patrimoniodell’umanità. Nel 2007, inoltre, è stato avviato unambizioso programma di eliminazione di specie no-cive, che ha rimosso con successo dall'isola tutti que-gli animali che sono stati portati sull’isola, inclusigatti, conigli, ratti e topi. Insomma, si prospetta unfuturo roseo non solo per l’Australia, ma per l’interoglobo. Con un centro di ricerca del genere possiamoben sperare. Abbiamo un ulteriore alleato per pre-servare la nostra Madre Terra. In questo modo sipotrà tenere sotto controllo la situazione senza in-taccare il delicato equilibrio uomo/natura.

A.P.

IIN AUSTRALIA SARÀ RICOSTRUITALA STAZIONE ANTARTICA PERMANENTE

Fabiana Clemente

Le nuove frontiere della bioar-chitettura vedono ormai comeprotagonista indiscusso l’impiegodi alghe marine. Prodotto natu-rale dalle straordinarie capacità.A molti può sembrare alquantostrano, utilizzare un prodotto delgenere per la costruzione di unedificio. Ma quanto spiegato dairecenti progetti può aiutare achiarire un pò le idee. Dalla “pri-mordiale” lampada alimentatadalle alghe che era in grado let-teralmente di alimentarsi di ani-dride carbonica presentenell’atmosfera, quasi fosse un al-bero, la biotecnologia è giunta avederla protagonista in progettipiù imponenti. Nell’edilizia, ap-punto. Il progetto BIQ DAS Al-genhaus ne è un esempiorecente. Stiamo ovviamente par-lando del primo esperimento diun intero edificio con facciateverdi e viventi. BIQ è una propo-sta architettonica alternativa,una realizzazione che va oltreallo stile e all’estetica. Un modonuovo di concepire la casa. Unacasa viva e produttiva che vive insimbiosi con l’ambiente esterno,e trae dagli elementi naturali ri-sorse sufficienti per funzionarein totale autonomia. Senza spre-chi, senza inquinare. Ergo, a im-patto ambientale zero. Nellafattispecie, le mura esterne sonocaratterizzate da 200 sottili pan-

nelli di vetro che ospitano al lorointerno distese di micro-alghe,che assorbono l’anidride carbo-nica nell’aria e sono alimentatedalla luce naturale del sole. Ciòconsente di immagazzinare e ri-lasciare un quantitativo di ener-gia sufficiente ad alimentaretutti gli impianti di gestione do-

mestica. Ma non solo, si rivelanoanche un ottimo isolante ter-mico e acustico. Il processo èstato brevettato da un team diarchitetti, scienziati e ingegneri,tedeschi e austriaci. Il luogo ottimale ove stabilirvil’edificio è il quartiere di Wilhel-msburg di Amburgo, area resi-

denziale sostenibile, in cui l’evi-dente presenza della natura benaccoglie una costruzione totalgreen. Ma cerchiamo di capiremeglio qual è la peculiarità diBIQ. Esteticamente apparecome un grande cubo di cinquepiani, per un totale di 15 appar-tamenti, ricoperto da verdi fac-

ciate che fungono da bioreattori,ovvero in grado di catalizzare ilprocesso di reazione indotto dalcontatto tra le alghe, il sole, el’anidride carbonica. Il sole, inparole povere, attiva un pro-cesso di fotosintesi, a sua voltamotore che mette in circolo pre-ziosa energia per tutta la casa.Le biomasse accumulate, ven-gono trasformate in biogas cheproducono metano. Accumu-lano, quindi, uno shock termico,sufficiente per assicurare unafornitura di acqua calda ingrado di riscaldare gli ambienti.Il calore viene prodotto anchedirettamente dai pannelli e tra-sformato, tramite un sistema acelle a combustibile in energiaelettrica. In modo tale è garantita la for-nitura di corrente a tutti i dispo-sitivi domestici. I ricercatorihanno calcolato una resa annuapari a 4.500 kWh per ciascunappartamento. Calcolando unconsumo medio di 4.000 kWhper 4 persone. Pertanto, si è pro-gettato di immettere in rete ilcalore prodotto in eccesso. Lafunzione isolante delle pareti,posizionate al sole, consente diottimizzare i dispositivi. Men-tre, l’impiego di alghe garantisceun filtro speciale rispetto ai ru-mori esterni. Quindi, una risorsa dal grandepotenziale per l’edilizia del fu-turo.

Ormai è risaputo che dallealghe è possibile trarre dei be-nefits, uno fra tanti è quello diprodurre energia. Ma sonoaltre le novità, che molti pro-getti meritori potrebbero in-trodurre in materia. Fraquesti, una ricerca in partico-lare merita un approfondi-mento adeguato. Trattasidella sperimentazione che lasocietà americana OriginOilha intrapreso nel complessoarchitettonico de La Défense,a Parigi. Un progetto che hadel rivoluzionario. Vediamobene perché. Il sistema proget-tato dal team americano sibasa sulla coltivazione di spe-ciali alghe installate all’in-terno dei servizi igienici che, aquanto pare, sarebbero ingrado di produrre calore e altempo stesso depurare leacqua reflue. Così, ogni volta

che si azione lo sciacquone delwater viene attivato un parti-colare sistema. In altre parole,vengono azionati dei fotobiore-attori che produrrebbero unaquantità di energia tale da as-sicurare buona parte del fab-bisogno energetico quotidianodell’intero edificio. Nello speci-fico, le acque reflue alimen-tano le alghe presenti nelserbatoio che, come è noto,sono in grado di filtrare le so-stanze nocive e produrre ca-lore durante il processo dinutrimento. Questo sistema didepurazione naturale delleacque di scarico consente,quindi, di immettere le stesseacque nella rete senza sovrac-caricare il sistema fognario.Inoltre, consente di generareenergia a costo zero e a im-patto ambientale zero. Leacque reflue si trasformereb-

bero da problema a risorsa.Dal momento che le alghesono in grado di assorbire lamaggior parte delle sostanzechimiche presenti nell’acquaprelevando Co2 dall’aria, il si-stema potrà essere sperimen-tato anche sulle facciate degliedifici mediante pannelli ul-

trapiatti montati in verticalesulle pareti esterne di palazzidi grandi dimensioni e gratta-cieli. Un doppio vantaggio, visto chei pannelli ad alghe contribui-scono all’isolamento termicodelle strutture e, dunque, allaloro massima resa energetica

in tutte le stagioni dell’anno.Una nuova alternativa tra letante soluzioni a impatto zeroche vanno incontro all’esi-genza che ha la Francia di ri-durre del 20% entro il 2020 ilconsumo di energia elettricaottenuta dal fonti non rinno-vabili. Potrebbe diventare un sistemarisolutivo anche per l’Italia,dove il sistema fognario e lascarsa depurazione sonoormai un’emergenza da risol-vere. Basti pensare che circa il30% del nostro paese è carentedi sistemi di depurazione,mentre ben il 15% non è an-cora allacciato al sistema fo-gnario. Ergo, circa 500 centriurbani sono sprovvisti di im-pianti di trattamento dei re-flui urbani conformi allanormativa comunitaria.

F.C.

BIQ DAS Algenhaus, casa con le alghe Una nuova frontiera della bioarchitettura

Depurare l’acqua del discarico con le alghe

Paolo D’Auria

Secondo il “Living Planet Report 2016:rischio e resilienza in una nuova era”,undicesima edizione della pubblica-zione biennale a cura del WWF, entro il2020 la popolazione globale di specieanimali e vegetali potrebbe crollare del67%. Lo studio analizza oltre 14.000 po-polazioni di vertebrati, di oltre 3.700specie dal 1970 al 2012. Secondo il rap-porto le popolazioni globali di pesci, uc-celli, mammiferi, anfibi e rettili si sonoridotte del 58 per cento tra il 1970 e il2012 (dato disponibile più recente). Ildeclino subito dal mondo selvatico inappena mezzo secolo preannuncia cosenon buone: un crollo imminente di al-meno due terzi entro il 2020. A tal proposito, Marco Lambertini, Di-rettore Generale del WWF Internazio-nale , ha dichiarato: "il mondo selvaggiosta scomparendo a un ritmo senza pre-cedenti. Stiamo parlando solo delle spe-cie meravigliose che tutti amiamo: labiodiversità rappresenta la base stessadel buono stato di salute delle foreste,dei fiumi e degli oceani. Senza le specie animali gli ecosistemicrolleranno e con loro i ‘servizi’ che lanatura ci fornisce quotidianamentecome la purificazione dell’aria, dell’ac-qua, il cibo e la difesa dai cambiamenticlimatici. Tuttavia abbiamo gli stru-menti per risolvere questo problema edobbiamo usarli subito se vogliamo se-riamente preservare un pianeta viventeche sostenga la nostra sopravvivenza eil nostro sviluppo".

Il rapporto del WWF utilizza il PlanetIndex Living, fornito dalla Società Zoo-logica di Londra (ZSL), per monitorarele tendenze delle popolazioni di faunaselvatica, tendenze che mostrano unariduzione importante della loro dimen-sione globale. Le specie di acqua dolcesono complessivamente diminuitedell’81% tra il 1970 e il 2012, l’indicemarino delle specie mostra per lostesso periodo un calo complessivo del36% . "Continuando a oltrepassare i limitibiologici e fisici della Terra minacciamoil nostro stesso futuro", ha commentatoDonatella Bianchi, Presidente delWWF Italia - "Questo è un momentodecisivo perché siamo ancora in gradodi sfruttare le soluzioni per orientare inostri sistemi alimentari, energetici,dell’economia e della finanza in una di-rezione più sostenibile, partendo dallaconsiderazione del Capitale Naturale,cioè la vera ricchezza da cui tutti dipen-diamo quella della natura, in tutti i pro-cessi economici e politici. Proteggereadeguatamente l'ambiente contestual-mente allo sviluppo economico e socialerichiede un cambio radicale del sistemada parte dei singoli cittadini, delleaziende e dei governi passando da unapproccio miope ad un approccio visio-nario che valorizzi le generazioni fu-ture”. A tal fine, le strade suggerite dalWWF per ambire a un’Italia sostenibilesono molteplici:- Il 4 novembre entrerà in vigore l’Ac-cordo di Parigi sul cambiamento clima-tico. Da quel giorno il Belpaese deve

essere pronto non solo a mantenere leproprie promesse e il proprio assensoformale all’attuazione dell’Accordo maad incrementare in maniera decisa econcreta tutti gli sforzi nel campo delleenergie rinnovabili, l’efficienza ed il ri-sparmio energetico, eliminando pro-gressivamente gli approvvigionamentida fonti di combustibili fossili ad ini-ziare dal carbone- L’Italia deve provvedere, al più pre-sto,alla realizzazione della Strategianazionale per lo sviluppo sostenibile inun maniera sinergica ed integrata contutti gli organi di governo, in armonia

con l’Agenda 2030 ed i suoi 17 Obiettividi Sviluppo Sostenibile ed avviare con-cretamente la realizzazione delle propo-ste in essa contenute- E’ stato finalmente formalizzato con laprima riunione, che ha avuto luogo il 25ottobre, il Comitato nazionale per il Ca-pitale Naturale (legge 221/2015) chedovrà realizzare il primo rapporto sullostato del capitale naturale del Paeseentro il febbraio 2017. Altro e ultimo punto da attuare il primapossibile è l’elaborazione e la realizza-zione di un Piano nazionale di adatta-mento al cambiamento climatico.

IL DECLINO DELLE SPECIE SELVATICHEIl Living Planet Report 2016: rischio e resilienza in una nuova era

Blue Sea Land, l’Expo dei Distretti AlimentariTina Pollice

Anche quest'anno si è svolta,dal 5 al 9 ottobre a Mazaradel Vallo (Trapani), la quintaedizione Blue Sea Land,l'expo internazionale dei di-stretti agroalimentari delMediterraneo, Africa e Me-dioriente. Una manifesta-zione che ha avuto per temail food saving (risparmio ali-mentare) contro lo spreco ali-mentare, realizzata graziealla collaborazione della Re-gione Siciliana, Ministerodell'Ambiente, Banco Ali-mentare e Distretto Sicilia-Malta del RotaryInternational. I partnerprincipali la Guinea Equato-riale e il Marocco. Le nazionipartecipanti : Angola, Alba-nia, Azerbaijan, Benin, Bur-kina Faso, Bosnia edErzegovina, Capo Verde,Cipro, Congo- Brazzaville,Costa D'Avorio, Emirati

Arabi Uniti, Egitto, Eritrea,Gabon, Gambia, Grecia,Ghana, Indonesia, Iraq, Ku-wait, Mauritania, Marocco,Malta, Mozambico, Niger,Nigeria, Principato di Mo-naco, Sao Tome e Principe,Senegal, Somalia, SudAfrica, Sudan, Togo, Tunisia,Turchia, Uganda, Zambia.Le delegazioni di “Buyers”acquirenti internazionali:Svizzera, Olanda, Belgio,Regno Unito, Spagna, Sve-zia, Danimarca, Norvegia,Finlandia, Lettonia, Estonia,

Polonia, Austria, Slo-venia, Angola,Congo, Tunisia, Ma-rocco, Ghana e CostaD'Avorio. Il distrettodella pesca, negli ul-timi 10 anni, ha sa-puto coltivare accordileali di cooperazionecon i Paesi del Medi-terraneo, dell' Africae del Medioriente,

trasferendo loro il know-howdelle imprese italiane e pro-ponendo il modello distret-tuale secondo la filosofiadella Blue Economy. Una fi-losofia in contro tendenza alpercorso intrapreso negli ul-timi decenni dall'economiaglobale. Occorre ripartire dallavoro dei produttori e deiterritori, dall'economia reale,dal sistema di relazioniumane imprescindibili perabbattere le diseguaglianzenella distribuzione delle ric-chezze sul pianeta. La Blue

Economy è un modello che ilDistretto della pesca estendeai Paesi del Mediterraneo,dell'Africa, del Medioriente enon a caso, l'Unione Africanaha definito la blue economyla frontiera del rinascimentoafricano, inserendola nelpiano 2063 a sostegno dellosviluppo economico conti-nentale per i prossimi 50anni. Il modello può essereesteso a tutte le filiere pro-duttive: dall'agroindustria almanifatturiero, al turismo.Ciò vuol dire creare ponti edialogare. Da parte di questiPaesi vi è un forte interessea cambiare rotta in direzionedell'economia circolare, delrestauro e della rigenera-zione delle risorse naturali apartire dall'acqua. Il dialogoattraverso una cooperazioneresponsabile è la chiave delcambiamento per salvare inostri mari e le risorse siamarine che terrestri. La blue

economy ha ispirato anchemolti giovani siciliani a ri-pensare ai lavori svolti daipadri e nonni, usando inno-vazioni tecnologiche in ter-mini di sostenibilitàambientale e sociale. Cre-scono, così, le opportunità dilavoro che stanno arric-chendo la filiera ittica e increscita anche la pescaturi-smo e l'ittiturismo. Come ri-levato dalla facoltà diEconomia dell'Università diPalermo, con la blue eco-nomy negli ultimi 5 anni si èregistrata una crescita del10% sul versante delle im-prese. Sono oltre 100 quelleche aderiscono al Distrettodella Pesca, di cui 78 appar-tenenti al settore “food” conun fatturato in crescita del38%, circa 407.740.000 euro,determinando anche l'au-mento dell'export (+ 77%) edell'occupazione (in crescitadel 13%).

IIl pipistrello che approfitta dei cambiamenti climatici

Ilaria Buonfanti

Chi lo dice che il cambiamentoclimatico è sempre e solo nega-tivo? Negli ultimi 40 annil’areale di diffusione del pipi-strello albolimbato (Pipistrelluskuhlii) è aumentato quasi del400%. Un’espansione simile non eramai stata registrata prima peraltri pipistrelli e il motivo è,molto probabilmente, il cambia-mento climatico. La scoperta, diun gruppo di ricerca guidato daDanilo Russo dell’Universitàdegli Studi di Napoli Federico II,è stata pubblicata sulla rivistaThe Science of Nature. Inizial-mente questo pipistrello si po-teva incontrare nell’AfricaSettentrionale, in parti dell’Asiaoccidentale e nel Sud dell’Eu-ropa. Ma già negli anni ’80 è stato av-vistato anche nel Nord dellaFrancia e in Bulgaria, fino adarrivare nel Regno Unito, in Re-pubblica Ceca, in Slovacchia,Ucraina, Ungheria, Romania,Bulgaria, Serbia e Polonia. Piùuna zona si è riscaldata, più èprobabile che P. kuhlii vi sia ar-rivato per colonizzarla. Via via che gli inverni sono di-ventati meno rigidi, tra il 1980 eil 2013 questo pipistrello si èspinto dal bacino Mediterraneoa Est verso i Balcani, a Ovestverso la penisola iberica e a

Nord raggiungendo le Alpi e laFrancia occidentale. I ricercatori hanno raccolto oltre25.000 dati di presenza, cioèpunti nei quali la specie è statasegnalata tramite bioacustica ocatture.Raccogliere i dati inmodo così minuzioso è stato pos-sibile grazie a una collabora-zione internazionale, con l’aiutodi volontari, gruppi chirotterolo-gici ed esperti. base alle cono-scenze sul pipistrelloalbolimbato, ampiamente stu-diato dalla Wildlife ResearchUnit guidata da Russo, gli scien-ziati hanno selezionato quattropossibili fattori come driverdell’espansione attraverso l’Eu-ropa. L’aumento della tempera-tura, l’urbanizzazione, ladistribuzione delle precipita-zioni e le precipitazioni medieannuali e l’unico dato davverosignificato risulta essere l’au-mento della temperatura mediainvernale mentre gli altri datinon apportano modifiche signi-ficative.

L’eterna lotta ai pesticidichimici continua, da de-cenni ormai si studiano me-todi alternativi ai normalipesticidi dannosi per l’am-biente e per la salute del-l’uomo. Ora è la volta di un partico-lare fungo, scoperto da unfamoso micologo e saggista,Paul Stamets, strenuo so-stenitore della micoterapia. Il fungo in questione agiscecome un vero e proprio pe-sticida naturale uccidendogli insetti dannosi che di-ventano mummificati. È stata una scoperta avve-nuta un po’ per caso, comespesso avviene per le sco-perte scientifiche, quandoinfatti la famiglia del mico-logo ha avuto problemi conle formiche l’esperto ha de-ciso di cercare la soluzionetra i funghi entomopato-geni.Lo stratagemma delle trap-pole per le formiche prepa-rate con questi specialifunghi ha funzionato in unasola settimana senza doverricorrere ai comuni pesti-cidi o insetticidi.I funghi entomopatogenicisono già noti anche in Ita-lia. Come sottolinea ilCCPB (organismo di certifi-cazione e controllo dei pro-dotti agroalimentari e “no

food” ottenuti nel settoredella produzione biologica ein quella eco-compatibile edeco-sostenibile), negli ul-timi anni, la scoperta dispecie di funghi entomopa-togeni ha dato una fortespinta alla lotta biologica diquesti parassiti e alla pro-duzione di fitofarmaci natu-rali, cosiddettimicopesticidi. Oggi, in commercio è possi-bile trovare 28 diversi mico-pesticidi, prodotti da 7specie diverse di funghi en-tomopatogenici, come Beau-veria bassiana eLecanicillium sp. utilizzatisoprattutto nella lotta agliafidi che causano danno

enormi alle coltivazioni. La particolare aggressivitàdi questi insetti verso lespecie di solanacee, in par-ticolare melanzane, patatee peperoni, ha spinto l’uomoalla ricerca di metodi dilotta efficaci contro questavera piaga. La particolarità di questimicopesticidi è che essi con-tengono materiale di molti-plicazione fungino, qualispore e ife che, una voltagiunto sull’ignaro e infe-stante ospite potenziale,porta al rapido sviluppo delfungo entomopatogeno e amorte del parassita. In questo modo, l’azione dicontrollo della popolazionedi afidi risulta duratura neltempo, almeno fino aquando il fungo riesce a so-pravvivere nel terreno e ainfettare nuovi ospiti.Per questo motivo, l’utilizzodi questa tecnologia, asso-ciato con le pratiche agro-nomiche tipiche del metodobiologico, classicamente vo-tate all’incremento dellamateria organica del suoloe alla lotta alla desertifica-zione, fenomeni che man-tengono un microclimaumido, può assicurare unariuscita longeva del tratta-mento contro gli afidi e altri insetti parassiti. I.B.

Un fungo come pesticida naturale

Antonio Palumbo

Lo “spazio del tè” come formadistintiva dell’architettura sisviluppa verso la fine del se-dicesimo secolo. Uno spaziofuori dall’ordinario, microco-smo per lo spirito, in cui ogniaccorgimento, la scelta deimateriali, il concetto che dàforma al giardino del tè, laluce, ciascun oggetto d’usonella cerimonia ed il ritualevanno in un’unica direzione:l’immersione del sé nello spa-zio assoluto.La cerimonia del tè è intrisadella sensibilità del popolonipponico nei confronti dellanatura; di conseguenza, lecase del tè sono spazi che ri-flettono tali sentimenti.La casa da tè (chashitsu) èuno spazio costruito apposita-mente per facilitare gli “in-contri del tè”. Tuttavia, come scrive MasaoNakamura - il più importanteesperto di chashitsu - in “APicture History of JapaneseTearooms” (Tankosha, 1998):«Il semplice possesso diquanto necessario per una ce-rimonia del tè non è abba-stanza per creare una casadel tè. Oltre a soddisfare i requisitifunzionali per la cerimonia, lospazio deve anche evocare lagiusta atmosfera».Di fronte all’ambiente adibitoalla tradizionale cerimonia viè un giardino, denominatoroji. Gli invitati lo attraver-sano percorrendo un sentierodi pietre, ammirando lepiante e gli alberi, prima dilavarsi le mani in una concalapidea piena d’acqua ed en-trare poi nello chashitsu.

Questa zona naturale al-l’esterno dell’edificio offre unpiacevole avvicinamento allospazio ultraterreno costituitodalla casa del tè.Una delle principali caratte-ristiche della casa del tè èl’ingresso per gli ospiti, chia-mato nijiriguchi. La portaquadrata è così bassa e pic-cola che gli invitati non pos-sono oltrepassarla senzachinarsi decisamente. L’ospi-tante, invece, utilizza un in-gresso diverso, chiamatosadōguchi. Esistono diverseleggende attorno all’originedel nijiriguchi: in una di que-ste si narra che la piccola en-trata costringerebbe ancheun generale a lasciare la suaspada sulla soglia per pas-sarci attraverso. Così lo spa-zio interno si distacca a tuttigli effetti dalla realtà: gliospiti lasciano al di fuori le ri-spettive condizioni sociali einteragiscono come se fosserotutti uguali. Si dice anche che entrare dauna porta così piccola rende-rebbe lo spazio della stanzadel tè più grande.La dimensione standard diuno chashitsu è di 8,2 mq (4.5tatami o 4.5 jō). Le stanzegiapponesi sono, in genere,misurate in base al numerodi tatami (stuoie di paglia)che possono contenere.La dimensione del tatami dif-ferisce tra le regioni e va da1,5 a 1,9 mq. Il tatami tradizionalmenteusato nella regione di Kyoto èutilizzato per gli chashitsu ditutto il Giappone: misura1,82 mq, ovvero 1,91 x 0,955m. Le stanze da tè più piccole

sono chiamate koma, le piùgrandi hiroma.Nelle moderne città giappo-nesi molte persone non vi-vono in abitazioniindipendenti ma in apparta-menti all’interno di complessiabitativi. Nonostante ciò,spesso gli spazi adibiti allacerimonia del tè vengonocreate anche qui.Un esempio è la stanza del tèprogettata a Tokyo da Hiro-yuki Suzuki di Atelier 137per esaudire il sogno dellamoglie di un suo cliente, la

quale aveva studiato la ceri-monia del tè della scuola Ura-senke per 30 anni.Va sottolineato, infine, che glichashitsu possono sfoggiareanche un design contempora-neo, come quello della Hiro-

naka House, progettata sem-pre a Tokyo dall’architettoKen Yokogawa: un edificiocon una forma innovativa,che appare dalla strada comeun poliedro coperto di pan-nelli di alluminio.

SSTORIA E MAGIA DELLE CASE DEL TÈ

NUTRIRSI BENE PER PREVENIRE L’INFLUENZA

Rosemary Fanelli

Sette milioni di italiani a letto: questele previsioni del Ministero della Salute,che dal 17 ottobre ha attivato il proto-collo di monitoraggio "Influnet", messoa punto dall'Istituto Superiore di Sa-nità. Il progetto consentirà di racco-gliere, fino ad aprile, le segnalazionedei casi da parte di medici di famiglia epediatri. Con la stagione autunnalesono infatti inesorabilmente arrivati imalanni stagionali e le malattie da raf-freddamento, conseguenza degli sbalzidi temperatura e di un abbassamentodelle difese immunitarie. A farne lespese sono soprattutto single, bambinied anziani, le categorie più esposte per-ché meno attente ad uno stile di vitasano e ad una alimen-tazione corretta. Daqui l’importanza difare il pieno di vita-mine, attraverso l’ali-mentazione. Diversamente daquello che si possapensare, l’autunno au-menta il dispendioenergetico, proteico edidrico. Ecco perché peressere efficace controle malattie stagionali,una alimentazionesana dovrebbe forniresoprattutto acqua,

sali, carboidrati e proteine. Più vita-mine e minerali, quindi, presenti so-prattutto negli agrumi, nelle mele e neikiwi, da consumare attraverso centri-fugati, frullati e spremute, che oltre areintegrare le perdite di liquidi i casodi febbre, apportano alte dosi di vita-mina C. Poiché spesso ai sintomi in-fluenzali è associata una condizione diinappetenza, per stimolare l’appetitosono utili pesce, passati di verdura,carni bianche e olio extravergine d'olivaa crudo. La chef inglese Sophie Michell,intervistata dal 'Daily Mail', analiz-zando le caratteristiche organolettrichedei cibi, ha ideato una vera e propriadieta anti-virus. A farla da padrone,l’aglio, che sebbene non sia moltoamato per il forte odore e sapore, è un

ortaggio dalle prezioseproprietà antibatteri-che e antivirali. Tra i“superfood” figuranoinoltre i mirtilli, cheproteggono il sistemaimmunitario e sonoricchi di antiossidantie le patate, ricche dibetacarotene, che, tra-sformandosi in vita-mina A, rafforza ilsistema immunitarioe combatte i batteri.Sempre in tal sensoun valido aiuto è for-nito dalle mandorle,

che proteggono l’intestino e la pelle dainfezioni oppure dallo yogurt naturale,un'ottima alternativa a biscotti e dolci,che consumato a colazione aiuta a neu-tralizzare la sostanze nocive per la sa-lute, rafforzando la flora battericaintestinale e, se arricchito con il miele,diventa un toccasana per la salute, inquanto ricco di sostanze antiossidantie antibatteriche. La chef Michell in-dica, inoltre, il brodo di pollo e il brodo

d’ossa di animali come cibo ideale percombattere l'influenza di stagione, per-ché è un'importante fonte di nutri-mento e risulta benefico per l'intestino.Per fare il pieno di sali minerali, vita-mine e sostanze antiossidanti, è neces-sario infine assumere frutta e verdura,prediligendo il cavolfiore, ma soprat-tutto bere tanta acqua. E se neppurequesti accorgimenti bastassero, tantovale aspettare la prossima estate.

VACCINI ANTI-INFLUENZALII MEDICI DANNO L’ESEMPIO?

L'influenza stagionale è arri-vata e nella sola Campaniagià si registrano centinaia dicasi, per l’aggressività e lamutazione del virus, accen-tuata da una bassa immunitàdella popolazione. Tra i sin-tomi principali: febbre, mal digola, tosse, mal di testa e do-lori articolari. Unica arma didifesa, sembrerebbe il vaccinoantinfluenzale, che di fattonella nostra regione non è an-cora disponibile presso i di-stretti sanitari, a causa di unpasticcio nella comunicazionetra Asl e ditta appaltatrice. Aciò si aggiunga una scarsapredisposizione del personalesanitario alla vaccinazione.Infatti, sebbene molti mediciinvitino i soggetti a rischio avaccinarsi contro l'influenza,proprio per limitare le possi-bili complicazioni che potreb-bero insorgere nei soggetti

cosiddetti "a rischio", quali an-ziani, diabetici e cardiopatici,quasi il 90% di medici ed in-fermieri non lo fa. E’ pur veroche non sussiste alcun obbligoper la categoria di vaccinarsi,ma gli effetti di questo cattivocostume sono molteplici. Ilpersonale sanitario, infatti,scansando la vaccinazione, sitrasforma in un possibile vei-colo di trasmissione del virus,rischia di ammalarsi e di nonpoter garantire l’assistenzanei momenti più importantidella pandemia influenzale. Ilbuon esempio, inoltre, restaun fattore di comunicazioneimportante. Diverso sembrainvece l’andamento europeo,dove questo cattivo costumetrova comunque espressione,ma con percentuali decisa-mente più basse, che vannodal 15 al 29% di Paesi comeInghilterra, Germania e Fran-

cia. A prescindere dall’approcciodel personale sanitario, è purvero che sono molti i dubbi chepermangono sul vaccino, inprimis perché un vaccino an-tinfluenzale può provocare,come tutti i vaccini, anche deipossibili danni. La variabilitàdel virus influenzale è inoltre

altissima ed èmolto difficile

prevederne la diffusione, no-nostante tra settembre e otto-bre, di solito, i mass mediaparlano di milioni di amma-lati. Da ultimo, le previsioni epide-miche vengono spesso disat-tese. Basti pensare, adesempio, che quella che vennedefinita come la pandemia

H1N1, in realtà ha provocatoun numero irrisorio di decessi,per lo più tra categorie a ri-schio e comunque circa unventesimo di quelli che ognianno vengono riferiti alla clas-sica influenza. Non sarebbe forse il caso dipromuovere la prevenzionenaturale?

R.F.

Agrumi, mele, kiwi e aglio sono tra gli alimenti che contribuiscono a metterci al riparo dai malanni stagionali

Nel nostro Paese il personale sanitario non sempre si vaccina

Il litio, causa di deformità dell’embrione

Rosario Maisto

Il Litio è un metallo presente in na-tura che si estrae da alcune rocceche ne sono ricche e, sottoforma diCarbonato di Litio, è utilizzato inpsichiatria come stabilizzatore deltono dell’umore e viene utilizzatoper curare alcune forme di depres-sione. Il cibo e l’acqua che assumiamo con-tengono questo metallo in quantitàmodeste, per questo motivo nel no-stro organismo è riscontrabile sol-tanto in minime tracce, a meno chenon venga assunto come farmaco.Un’eccessiva assunzione del litio èda considerarsi pericolosa perchépotrebbe essere causa dominante dideformità dell’embrione, ad affer-marlo è stata la Stazione ZoologicaAnton Dohrn di Napoli (meglio co-nosciuto come l’Acquario di Napoli),qui i ricercatori hanno condotto unostudio sugli effetti del litio durantela fecondazione e lo sviluppo em-brionale, esaminando gli effetti pro-vocati dall'uso del litio su uova diriccio di mare. I risultati ottenuti rivestono un in-teressante aspetto sperimentale,perché nella ricerca condotta si èfatto uso di concentrazioni di litiosimili a quelle presenti nel plasmadi pazienti trattati con tale ele-

mento, di fatto, usato fin dagli annisessanta è stato somministrato apazienti affetti da disturbo bipolare,sindrome caratterizzata da forte in-stabilità umorale, evidenziando poicon svariati studi clinici che esso,

provoca spesso conseguenze com-plesse, nonché effetti collaterali piùche fastidiosi come nausea, diarrea,confusione mentale, contrazioni mu-scolari involontarie. Secondo i risul-tati della ricerca condotta dal team

ricerca di Napoli, il litio non do-vrebbe essere assunto dalle donneaffette da questi disturbi, e che de-cidono di programmare una gravi-danza, poiché è stato messo inevidenza che la fecondazione, ol’equivalente concepimento nelledonne, in presenza di litio, producemalformazioni sullo sviluppo em-brionale successivo. La missione della Stazione ZoologicaAnton Dohrn, è strettamente con-nessa alla ricerca sui processi fonda-mentali della biologia, con specificoriferimento agli organismi marini ealla loro biodiversità, continua asvolgere sperimentazioni innovativenell’ambito delle biotecnologiche ma-rine. Queste sono volte all’utilizzo dimolecole o organismi per scopi appli-cativi, anche farmaceutici o indu-striali, e grazie al loro ruolo, decisivoed incisivo in questo ambito di ri-cerca, l’Anton Dohrn ha riscossomolto successo ed interesse da partedella comunità scientifica, ottenendovarie pubblicazioni e complimenti, esi spera che in futuro questo Ente diRicerca Scientifica possa non solotrovare altre soluzioni ed aiutare lepersone a migliorare la vita in tuttele sue forme, ma anche a trovarealtre soluzioni farmaceutiche percombattere quelle malattie che con-dizionano la vita degli uomini.

I ricercatori della Stazione zoologica Dohrn hanno condotto di recente uno studio in materia

Rosa Funaro

Ogni anno in Italia il 71% degli an-tibiotici venduti vengono sommi-nistrati agli animali da macello.Nel dettaglio, parliamo di otto-cento milioni di capi di bestiame.Con tale percentuale, l’Italia si po-siziona al terzo posto in Europaper uso di antibiotici destinati aglianimali da allevamento, dopo laSpagna e l’isola di Cipro, e superadi ben tre volte il consumo dellaFrancia e di cinque quello delRegno Unito. Si tratta di un altro“grande” primato conquistato dalBelpaese, che di vincente, pur-troppo, non ha proprio nulla. Idati, raccolti dall’ECDC (EuropeanCentre for Disease Prevention andControl), l’EFSA (European FoodSafety Authority) and EMA (Euro-pean Medicines Agency) e dallaSIMIT (Società Italiana di Malat-tie Infettive e Tropicali), sono stati

diffusi da Legambiente in occa-sione della firma di un protocollofra l'associazione ambientalistaitaliana e la CIWF (Compassion inWorld Farming), organizzazioneinternazionale no profit che lavoraesclusivamente per la protezione eil benessere degli animali allevatia scopo alimentare. Il protocollo vuole promuovere ini-ziative contro la zootecnia inten-siva. Il documento è stato firmato daRossella Muroni, presidente di Le-gambiente, e da Philip Lymbery,direttore della CIWF Internatio-nal, alla presenza di AnnamariaPisapia, direttrice di CIWF Italia. Legambiente e la CIWF intendonocominciare un nuovo lavoro condi-viso per l’attuazione di buone pra-tiche di allevamento estensivo(all'aperto e/o biologico) e di per-corsi educativi nelle scuole. Pertale motivo, cercheranno di sensi-

bilizzare e coinvolgere, attraversovarie attività, i parlamentari ita-liani ed europei affinché adottino

atti legislativi a favore del benes-sere animale e della sostenibilitàambientale.

LA “NON CURA” DEGLI ANIMALI DA MACELLO

Legambiente: il 71% degli antibiotici venduti è destinata ai capi di allevamento

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro,pittura, scultura, musica, ar-chitettura, letteratura… I set-tori nei quali Napoletani eCampani sono diventati fa-mosi e hanno rese famose Na-poli e la Campania sononumerosissimi. Continuiamoil nostro piccolo viaggio traNapoletani e Campani fa-mosi…Elea (in epoca romana“Velia”) era una città dellaMagna Grecia fondata nellaseconda metà del VI secoloa.C. da esuli Focei in fugadalla Ionia (attuale Turchia,nei pressi del golfo di Smirne)per sfuggire alle pressioni mi-litari persiane. Oggi ne resta un’importantearea archeologica nella con-trada Piana di Velia, nel co-mune di Ascea, in provincia diSalerno, all'interno del Parconazionale del Cilento e Vallodi Diano. Nell’area si trovanoi resti dell'Area Portuale, diPorta Marina e Porta Rosa,delle Terme Ellenistiche e ro-mane, dell'Agorà, dell'Acro-poli, del QuartiereMeridionale e del QuartiereArcaico. A quella zona si lega una fa-mosissima scuola filosofica,cuore e motore di tutto il pen-siero filosofico occidentale: lascuola eleatica (o eleatismo).La sua dottrina fondamentalesi lega alla differenza pro-fonda tra il mondo sensibile,molteplice e mutevole, e ilmondo intelligibile, necessarioed eterno, accessibile solo allaconoscenza razionale. I piùgrandi esponenti di quellascuola furono Parmenide e Ze-none. Poche sono le notizie re-lative alla sua vita ma a lui siriferiscono le ricerche platoni-che e aristoteliche. Parmenide si contrappose alpluralismo naturalistico dellafilosofia ionica e alla dualitàuno-molteplice, definito-inde-finito della filosofia pitagoricaed eraclitea, in quanto conce-pivano l'essere come coesi-stenza di contrari. Fu allievodi Senofane di Colofone edelaborò, nel suo poema “In-

torno alla natura”, la dottrinaeleatica dell'essere, di impor-tanza capitale nella storia delpensiero greco e in quello suc-cessivo. Il poema si apriva conun'introduzione che descri-veva in forma allegorica comel'autore, condotto dal carrodelle Eliadi, arrivi di frontealla dea reggitrice del mondo,e sia da essa esortato alla co-noscenza tanto del vero sa-pere, quanto delle “idee deimortali”. Alla verità, per Par-menide, si arriva attraverso la

via della “Persuasione compa-gna della Verità” sempre col-legata all’”essere” e all’“è” emai al “non essere”. Nella se-conda parte del suo poema af-fronta le questioni relativealla teoria del mondo “secondoverità”. Questa dottrina, basata sul-l'opposizione luce-tenebre, ri-prendeva largamente ereinterpretava in maniera ori-ginale i motivi tipici della co-smologia precedente. Nelcampo della geometria si deve

a lui una critica dei concettigeometrici fondamentali: oltrealla distinzione delle linee inrette, curve e miste, sembrache a lui si debba l'osserva-zione che le definizioni nega-tive sono quelle chemaggiormente convengono aiprincipi. Sempre a Parmenide moltistudi attribuiscono le nozionipuramente razionali degli entigeometrici (punto, linea, su-perficie). In alcuni scavi rea-lizzati a Velia-Elea si sono

rinvenute, in momenti di-versi, una testa e un'ermasenza testa recante il nome diParmenide e riferibili al I sec.d. C.. Inutile sottolineare chetutta l’area, in un territoriosplendido anche dal punto di-vista naturalistico, agricolo epaesaggistico, in pieno Cilento, potrebbe essere ulte-riormente valorizzata attra-verso la conoscenza e ladiffusione della conoscenza dipersonaggi di rilievo interna-zionale come Parmenide.

Parmenide di Elea, il filosofo!Grandi Napoletani, grandi Campani

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Papinio Stazio fu un poeta inlingua latina: nato a Napolinel 45 d. C. circa, vi morì,forse, intorno al 90 d. C. Trovòla sua fama alla corte di Do-miziano, a Roma; era figlio diun maestro di grammatica eretorica. Tornò a Napoli forsedopo le alterne vicende legatealle gare poetiche romane oper ragioni di salute. Il suo poema più importantefu la Tebaide: 12 libri con ladescrizione degli eventi belliciper il possesso di Tebe in-fluenzati dalla letteraturagreca e, soprattutto, da Virgi-lio. Il linguaggio era a volteepico e carico di spunti anchepoetici. Stazio non si limitava a de-scrivere gli episodi storici e lastessa linea caratterizza l’al-tro poema, quello epico rima-sto incompleto (L’Achilleide).Entrambi i poemi ebbero ungrande successo nel periodomedioevale. Forse, però, loStazio più apprezzato resta

quelle delle opere “seconda-rie”, più sentite e più semplici:le Silvae, cinque libri con 32componimenti d’occasione(“silva” intesa, allora, nelsenso di “improvvisazione”)che spesso richiamano Orazio.Di Stazio si ricorda anche unasplendida descrizione di Na-poli e della Campania in unalettera inviata alla moglie perconvincerla a trasferirsi tragli abitanti di Partenope…

“Ecco Partenope, la città fon-data sotto l’auspicio di Apollo,i porti e le spiagge accolgonoospiti da ogni parte delmondo, il suo clima è tempe-rato, con tiepidi inverni e fre-sche estati, un maretranquillo con le onde lan-guide. Regna in questa zonauna pace serena, l’ozio di unavita di riposo e la quiete nonsubiscono turbamenti e si dor-mono lunghi sonni. Lì nes-suno litiga e la giustizia regnasenza problemi. E che dire deimagnifici panorami e dellebellezze di questi luoghi, deitempli e delle piazze, dei tea-tri e dei giochi quinquennali?Tutto intorno abbondano i di-vertimenti che rendono variala vita sia che ti piaccia vi-stare Baia con le sue incante-voli spiagge e le sue sorgentidi acqua sulfurea, sia che tipiaccia visitare la dimoradella misteriosa Sibilla, sia ivigneti pieni di vino, sia lasplendida isola di Capri con ilsuo faro che è luminoso piùdella luna e che salva tantinaviganti...”.

Publio Papinio Stazio, autore della TebaideGrandi Napoletani, grandi Campani

Alessia Esposito

Un problema che non ac-cenna a diminuire, lo sprecoalimentare, simbolo di unadelle più grandi ingiustiziee disuguaglianze dei nostritempi.Oggi, in Italia, tocca un va-lore di circa otto miliardi dieuro l’anno, secondo i datidell’Osservatorio WasteWatcher di Last MinuteMarket / Swg e del progettoReduce (Università di Bolo-gna / Ministero dell’Am-biente) lanciati in occasionedel World Food Day 2016del 16 ottobre. La cifra comprende lospreco del cibo nella filiera(agricoltura, industria, di-stribuzione, insieme allospreco alimentare dome-stico.E non è finita qui. Il valoreeffettivo è anche superioredi quello registrato, quasi ildoppio. Innanzitutto perchéquello risultante nei son-daggi è lo spreco percepitoche vale circa la metà diquello effettivo, che invecesi attesta ad una cifra di 12miliardi di spreco dome-stico.A questi vanno aggiunti laperdita in campo (1 mi-liardo e 25 milioni), glisprechi nell’industria (1 mi-liardo e 160 milioni) e nelladistribuzione (1 miliardo e430 milioni) per arrivarecosì ad un valore comples-sivo totale di spreco an-nuale in Italia di 15miliardi e 615 milioni (ela-borazione Distal Universitàdi Bologna e Last MinuteMarket su dati Borsa MerciBologna).Commenta così il fondatoredi Last Minute Market An-drea Segré, presidente delComitato tecnico-scientificoProgramma nazionale diPrevenzione rifiuti/sprechi(Min. Ambiente):”I risultati di queste ultime

stagioni spese per la sensi-bilizzazione di cittadini eamministratori sul temadello spreco alimentare sisono tradotti nella nuovanormativa antispreco maanche in una maggiore con-sapevolezza dei consuma-tori. Un’attenzione chevogliamo innanzitutto tra-mandare ai nostri figli: in-segnare a non sprecare è unatteggiamento educativopassato in un anno dal 62%al 78% degli italiani. […]Ma solo 1 italiano su 4 rico-nosce nello spreco dome-stico la vera voragine deglisprechi in Italia, laddove le'colpe' sono date frettolosa-mente alla distribuzione,alla ristorazione o alla fi-liera.”Proprio per ovviare a que-sta errata percezione par-tirà da novembre il primomonitoraggio scientifico dei“Diari di famiglia” WasteWatcher, misurazioni scien-tifiche realizzate con Uni-versità di Bologna ed Swgper osservare lo sprecoreale attraverso report pre-cisi di alcune famiglie ita-liane. A questo si aggiungerà il“waste sorting”, il controllodella differenza tra ciò che

viene registrato e ciò che ècontenuto in effetti nei ri-fiuti. Un modo per giungere aduna consapevolezza impor-tante, prima ancora che perle industrie, per i singolicittadini. Un modo per ren-dersi conto di quanto pos-siamo evitare di sprecarementre 795 milioni di per-sone nel mondo non hannoabbastanza cibo, per unamedia di 1 persona su 9,bambini compresi, mentrenelle mense italiane ancorasi spreca tra il 20% e il 50%soprattutto per le verdure,al cui sapore i bambinitroppo spesso non vengonoeducati in famiglia.

Domenico Matania

Anche quest’anno Napoli ha ospitato PianoCity, la rassegna che vede più il pianoforteprotagonista in diversi luoghi della città.Ma come nasce l’idea? Si parte dalla Ger-mania, dove il pianista tedesco AndreasKern nel 2010 dà vita al Festival Piano CityBerlin coinvolgendo settanta salotti e pia-nisti di fama internazionale e presentandoeventi come "la notte bianca del pianoforte"e la "Piano Battle".Dalla Germania al-l’Italia: Ludovico Ei-naudi nel maggio del2012 ha portato l`ideadi Piano City a Milanoriscuotendo un suc-cesso senza precedenti,successo poi replicatonegli anni successivi.Da Milano a Napoli:nel 2013 la storicaDitta Alberto Napoli-tano Pianoforti dipiazza Carità ha datovita al primo PianoCity napoletano concentocinquanta eventiin tutta la città, con lapartecipazione di circaduecentocinquanta pianisti e oltre quindicimila visitatori. Giunti dunque alla quarta edizione, il 13,14, 15 e 16 Ottobre 2016, il pianoforte ha ri-suonato in ogni angolo di Napoli con con-certi, eventi, appuntamenti nei salotti dellecase napoletane (House Concerts) e nei piùbei luoghi storici: Musei, Teatri, Bibliote-che, Metropolitane, Aeroporto, scalinate,strade e piazze.

La location principale è stata il ComplessoMonumentale di S. Paolo Maggiore che haospitato venerdi 14, sabato 15 e domenica16 la maggior parte degli eventi negli spazidella Basilica, del Chiostro e delle magnifi-che sale del Refettorio e della Sacrestia.Molto suggestiva l’inaugurazione della ras-segna con ventuno pianoforti sotto i porti-cati di Piazza Plebiscito che hanno suonatoin prima assoluta "Riflessioni", una compo-sizione di Patrizio Marrone.

A seguire il Concerto diMozart per tre piano-forti e Orchestra (Rie-laborazione per 4pianoforti) e la trascri-zione di Bach del Con-certo di Vivaldi perquattro pianoforti e Or-chestra BWV 1065. La chiusura di questaedizione ha riservato lapiacevole sorpresa delconcerto di Enrico Pie-ranunzi nel Chiostro diSanta Caterina a For-miello.È questo lo spirito dellarassegna: chiunquepossiede un pianofortepuò iscriversi a Piano

City ed ospitare un House Concert se sitratta di un appartamento privato, piutto-sto che un evento pubblico se lo strumentosi trova altrove. Il Festival è aperto ogni anno a tutti i ge-neri musicali dalla classica al jazz, dallacontemporanea al rock e al pop, tutti soloed esclusivamente al pianoforte con la par-tecipazione di concertisti professionisti, ap-passionati e studenti.

IIn Italia il cibo “buttato via” ogni anno ha un valore di circa otto miliardi di euro

La Campagna Zero Sprechi 2016

Il successo di Piano City 2016 a Napoli

Protesi oculari fotovoltaiche: speranze contro la cecità

Cristina Abbrunzo

La tecnologia applicata allamedicina sembra avere unavera e propria predilezione perl'ambito oculistico. Dopo varitentativi di pervenire allamessa a punto di un occhiobionico, un team di ricercatoricaliforniani si è già spintooltre, puntando a una sorta diocchio “fotovoltaico”.Sottilissime protesi oculari,molto simili a quelle usate peri pannelli solari, ma talmentepiccole nelle dimensioni dapoter essere inserite sotto laretina dell'occhio per ridare lavista ai non vedenti. Questo ilprogetto della Stanford Uni-versity School of Medicine cheha creato un dispositivo ingrado di elaborare il flusso deidati visivi attraverso un paiodi occhiali, dotati di una mi-crocamera e di un mini com-puter. Le immagini vengonovisualizzate su un piccolissimomonitor integrato negli oc-chiali e inviate con un sottilis-simo chip in silicio fotovoltaicoimpiantato sotto la retina e ciòconsente al paziente di poterrivedere.Il gruppo di ricercatori ameri-cani, coordinato da JamesLoudin e Daniel Palanker, haimpiantato in un campione diratti alcuni dispositivi retiniciautoalimentati dalla tecnolo-gia fotovoltaica. Pubblicato

sulla rivista Nature Photonics,lo studio lascia intravedereuna possibile applicazione sul-l'uomo grazie a un vantaggionon indifferente rispetto allealtre soluzioni fin qui prati-cate, ovvero l'assenza di cavidi alimentazione e di compo-nenti esterne che assicurinol'apporto energetico di cui habisogno qualsiasi ritrovato tec-nologico legato a una protesioculare.Ma come funzionano esatta-mente queste innovative pro-tesi fotovoltaiche?Funzionano esattamente comei pannelli solari sui tetti: con-vertono la luce in correnteelettrica che fluisce nella re-tina. Il meccanismo di riattivazionedella vista viene avviato inmodalità wireless e, a diffe-renza dei precedenti modelli diimpianti sottoretinici ed epire-tinici con alimentatoreesterno, i fotodiodi in silicio ri-cevono l'alimentazione tra-mite l'illuminazione pulsatanel vicino infrarosso, erogataattraverso gli occhiali video. La videocamera utilizzata,dunque, rileva le informazionivisive e le trasmette all'im-pianto inserito nell'occhio (deichip fotovoltaici) attraverso unsistema wireless costituito dipiccoli pixel fotovoltaici cheproiettano le immagini sullaretina tramite impulsi a infra-

rossi di 880-915 nm. In se-guito, i pixel nella matrice deifotodiodi sottoretinici trasfor-mano la luce in correnti di sti-molazione che riattivano ineuroni all'interno della re-tina, realizzando la vista. Tirando le somme, lo studio haquindi posto le basi per unanuova battaglia contro la ce-cità, che questa volta – a diffe-renza dei precedenti tentativi– riesce a sfruttare dispositivipiccolissimi ed evitare così l'in-

gombro di strumenti e compo-nenti di grandi dimensioni,come cavi e bobine, utilizzatenelle protesi messe a puntonegli anni scorsi. Ma c'è di più:questo nuovo tipo di occhiobionico punta a migliorare lavita dei pazienti affetti da ma-lattie degenerative della re-tina, come la degenerazionemaculare senile e la retinitepigmentosa. Le malattie degenerative dellaretina portano alla progres-

siva perdita dei fotorecettoriche catturano le immagini,mentre i neuroni retinici in-terni, che processano le imma-gini, restano in gran parte integri. La stimolazione elettrica diquesti neuroni può generaredelle sensazioni visive. Si può,quindi, ipotizzare un percorsoalternativo per la percezionevisiva, dando vita a nuove spe-ranze di poter restituire lavista ai pazienti ciechi.

Be my eyes: dai nuovi occhi ai non vedenti

A quanto pare ormai c’è unaapp per ogni persona ed esi-genza. L’ultimo traguardo dellascienza elettronica è l’applica-zione “Be My Eyes” dello svi-luppatore danese Hans JørgenWiberg, un non vedente che èriuscito a realizzare un pro-getto davvero interessante.Questa app, infatti, consentealle persone di “prestare” i pro-pri occhi ai non vedenti e di as-sisterli quando necessario.Be My Eyes, infatti, anzichépuntare su una straordinariainnovazione tecnologica, ponel’accento sui rapporti umani,resi possibile dalla rete, tra inon vedenti e i normodotatiche vogliono dare una mano esono disposti a iscriversi sulsocial network. Quando una persona in diffi-

coltà ha bisogno di aiuto, nonfa altro che chiederlo attra-verso la app, per trovare dal-l’altro capo del telefono gliocchi di un’altra persona che civede bene, pescata a caso tragli iscritti. I motivi per cui

qualcuno si trova a prestare ipropri occhi sani a chi ne ha bi-sogno possono essere i più vari:ad esempio il non vedente puòdover controllare la scadenzasu un cartone del latte, oppuretrovare la giusta direzione

dove andare o scegliere un pro-dotto dallo scaffale di un su-permercato. La app trasferisce il video ri-preso dalla fotocamera del-l’iPhone del non vedente suldisplay del volontario, che può

così rispondere alle domandepostegli, come farebbe duranteuna semplice videochiamatacon Skype o Facetime.Per usare Be My Eyes bastadunque avere a disposizioneuno smartphone dotato di foto-camera e videocamera. Il pro-gramma si avvaledell'adesione di oltre 50 milavolontari che restano a dispo-sizione per ricevere chiamateda parte di pazienti ipovedentie non vedenti.Be My Eyes si trova ancora incorso di sviluppo per apportarenuovi miglioramenti e per ar-ricchire le traduzioni disponi-bili. La nuova app è giàdisponibile per iPhone in 10lingue, compreso l'italiano, e inprimavera dovrebbe arrivareanche la versione per Android.

C.A.

Un’app solidale e innovativa consente di “prestare” il proprio sguardo

Ricercatori americani sperimentano l’utilizzo di dispositivi retinici alimentati dall’energia solare

Felicia De Capua

Il D.Lgs. 25 maggio 2016 n. 97, nel no-vellare l’art. 5 del D.Lgs. 14 marzo2013, n. 33, meglio noto come “DecretoTrasparenza”, ha introdotto il cd. “ac-cesso civico generalizzato”. Si tratta diun regime di accesso molto più ampiodi quello previsto dalla precedente for-mulazione del citato articolo, inquanto consente di accedere ai dati,alle informazioni e ai documenti dete-nuti dalla P.A. ulteriori rispetto aquelli per i quali permangono specificiobblighi di pubblicazione. L’accesso ci-vico in questione non presuppone,quindi, l’inadempimento dei predettiobblighi. Il Consiglio di Stato, in occa-sione della disamina dello schema delcitato decreto ha affermato che questanuova forma di accesso si distinguedalla disciplina in materia di accessoai documenti amministrativi di cuiagli articoli 22 e ss. della legge 7 ago-sto 1990, n. 241, che resta ferma se-condo quanto stabilito dal medesimoprovvedimento. I giudici di Palazzo Spada osservanoche, se dal punto di vista soggettivo, larichiesta di accesso non richiede al-cuna qualificazione e motivazione, dalpunto di vista oggettivo, al contrario, ilimiti relativi alla tutela di interessi

pubblici e privati applicabili allanuova forma di accesso civico (di cui alnuovo articolo 5-bis del decreto legisla-tivo n. 33 del 2013) “risultano piùampi e incisivi rispetto a quelli indi-cati dall’art. 24 della legge n. 241 del1990”. D’altro canto l’Autorità Nazio-nale Anticorruzione (ANAC) è statainvestita, d’intesa con il Garante perla protezione dei dati personali e sen-tita la Conferenza Unificata Stato, Re-gioni Autonomie locali di cui all’art. 8

del d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281, dellaregolazione di detto istituto attraversol’adozione di specifiche Linee guida re-canti indicazioni operative in materia,che, secondo quanto enunciato dallastessa Autorità, saranno adottateentro dicembre 2016. Nel Piano Nazio-nale Anticorruzione 2016, adottatocon delibera n. 831 del 3 agosto 2016,ANAC ha affermato, con riferimentosia agli obblighi di trasparenza siaall’accesso civico generalizzato, che le

disposizioni transitorie dettate al c. 1dell’art. 42 del decreto in questione,prevedono l’adeguamento alle modifi-che intervenute entro sei mesi dalladata di entrata in vigore del decretocorrettivo, ovvero entro il 23 dicembre2016. La stessa Autorità ha precisatoche fino a tale data resta ferma la di-sciplina vigente e l’attività di vigilanzaavrà a oggetto gli obblighi di traspa-renza non modificati dal D.Lgs. n.97/2016.

Rifiuti - materiali di riportoI materiali di riporto restano sottrattialla disciplina dei rifiuti se conformi ailimiti dei test di cessione, mentre, incaso contrario, tali matrici vanno qua-lificate come "fonti di contamina-zione", con la conseguenza che lecaratteristiche qualitative del mate-riale utilizzato per i riempimenti deb-bono, in tal caso, essere verificate inrelazione alla destinazione impressaall’area in questione dallo strumentourbanistico vigente. Pertanto, solo le matrici materiali diriporto che non siano risultate con-formi ai limiti del test di cessione sonofonti di contaminazione e come tali de-vono essere rimosse o devono essererese conformi ai limiti del test di ces-sione tramite operazioni di tratta-mento che rimuovano i contaminantio devono essere sottoposte a messa insicurezza permanente utilizzando lemigliori tecniche disponibili e a costisostenibili che consentano di utilizzarel'area secondo la destinazione urbani-stica senza rischi per la salute. TARLombardia (BS) Sez. I n. 1161 del 29agosto 2016 (pubblicata il 10 ottobre2016 )Rifiuti - trasporto illecitoIn tema di trasporto abusivo di rifiuti,la pura e semplice appartenenza delveicolo al terzo non è di per sé condi-

zione sufficiente ad impedire la confi-sca. Al fine di evitare la confisca obbli-gatoria del mezzo di trasporto previstaper il reato di raccolta e trasporto ille-cito di rifiuti (art. 6 c.1-bis del D.L.6/11/2008, n. 172, conv. in L.30/12/2008, n. 210 - 256 bis, 259, 260c.4-bis, 260-ter d.lgs. n. 152/2006), in-combe al terzo estraneo al reato, indi-viduabile in colui che non hapartecipato alla commissione dell'ille-cito ovvero ai profitti che ne sono deri-vati, l'onere di provare la sua buonafede, ovvero che l'uso illecito della "res"gli era ignoto e non collegabile ad unsuo comportamento colpevole o negli-gente. Questa sentenza individua lemodalità di sequestro e confisca delmezzo di trasporto nel caso di rifiutipericolosi senza FIR (FormularioIdentificazione Rifiuti, documento di

accompagnamento del trasporto dei ri-fiuti, effettuato da un trasportatoreautorizzato) o con FIR errato. Corte diCassazione Penale Sez. 3^ 26/08/2016Sentenza n.35494.Rifiuti - trasporto bestiameLe materie fecali provenienti da atti-vità di trasporto bestiame per contoterzi non sono escluse dalla disciplinadei rifiuti di cui alla parte IV delD.Lgs. 152/2006: a tal fine, infatti, se-condo quanto disposto dall’art. 185 (so-stituito dall'art. 13 del d.lgs. n. 205 del2010) del medesimo provvedimento, ènecessario che esse provengano da “at-tività agricola”. Cassazione Penale,Sez. III 29/08/2016 n. 35588Rifiuti - abbandonoL’abbandono di rifiuti commesso dasoggetti terzi non sottrae il proprieta-rio del terreno al proprio obbligo diprovvedere alla rimozione strumen-tale al risanamento dell’area e, conessa, ad inibire pericoli per l’igiene ela salute pubblica. L’art. 192 delD.Lgs. 152/2006, attribuisce rilievoanche alla negligenza del proprietarioche si disinteressi del proprio bene perqualsiasi ragione e resti inerte, senzaaffrontare concretamente la situa-zione, ovvero la affronti con misure pa-lesemente inadeguate. Sentenza delTar Piemonte, Sezione I n. 994 del15/07/2016. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Decreto Trasparenza: l’accesso civico generalizzatoEntro dicembre le Linee guida Anac recanti le indicazioni operative

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 ottobre 2016 - Anno XII, N.20Edizione chiusa dalla redazione il 31 ottobre 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino Cuomo, Luigi MoscaHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, A. Cammarota, F. Clemente, P.D’Auria, F. De Capua, G. De Crescenzo, A.Esposito, R. Fanelli, R. Femiano, R. Funaro, R.Maisto, D. Matania, A. Morlando, A. Pa-lumbo, A. Paparo, T. Pollice SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Andrea Tafuro

L’homo consumens, stretto frala Scilla dell’utilitarismo e laCariddi dell’elogio dell’inutile,sa molto bene cosa sia lagioia, perché vive moltospesso momenti di gioia. Lagioia è quel qualcosa che è an-dato smarrito e verso cui tuttianelano, è quel profondo desi-derio che alimenta una pro-fonda e intima nostalgia: lasete di infinito. La gioia po-trebbe definirsi come lo statunascenti della felicità, che po-tremmo identificare con lameraviglia, è quella sensa-zione a cui tendiamo nel no-stro stare al mondo, è ilprolungamento della gioia,che non si conclude. Voglioperennemente educarmi allagioia, perché sono un tifosoinnamorato delle inesauribilisfumature che la vita mi donaquotidianamente. Nel grandegioco delle relazioni umane,l’ho conosciuta e sono andatooltre: ho assaporato la letizia.La parola letizia nascondeuna simpatica curiosità eti-mologica, deriva dal latinolaetus, cioè fertile, parola cheha dato i natali sia a lieto siaa letame, ciò che si usa perfertilizzare. A parte la volutaallusione, la parola lieto de-scrive un intimo essere con-tento, poichè il lieto è forte diun'allegria pacifica e appa-gante emotivamente. Eccosvelato il legame con l’uomofertile, egli è l’essere umanovigoroso e tranquillo che tra-smette gioia, vitalità e che dàvita a frutti senza prepotenzae senza strepitii. Così è lieto ilcompagno sorridente che nonincontravamo da tempo e checi abbraccia forte e ci racconta

di quanto ha amato la festafatta con noi. Se è vero, comeè vero, che sempre più di fre-quente nella realtà dellaostentata testimonianza ma-nageriale della francescanitàda una parte si alza all’inve-rosimile il livello ormonaledelle soddisfazioni personaliche dovrebbero riempirvi digioia, dall’altra non siete piùin grado di vivere le relazionifraterne, di accogliere l’altroda voi con tutto quello cheporta in sé. È, forse, in questolo smarrimento della portatarivoluzionaria della conce-zione francescana della gioia,che non solo non esclude lasofferenza e l’alterità, ma ri-

petutamente se ne nutre.Zygmunt Bauman affermache nella cultura occidentale,durante le diverse epoche sto-riche, la felicità è stata vistacome ricompensa (cristiane-simo), diritto (illuminismo),dovere (post-modernità).L'era moderna iniziò con laproclamazione del diritto uni-versale dell'uomo alla ricercadella felicità e con la pro-messa di rendere tale ricercaagevole, facile e al tempostesso più efficace, attestandocosì la supremazia del nostromodo di vivere rispetto aquello precedente. In questaepoca storica, strana e inconclu-dente, d’altra parte la parola at-

tendere è diventata un vocaboloscostumato, poiché abbiamo di-sinserito dalla nostra anima digi-talizzata la necessità dell'attesa eil correttore automatico ci imponedi sostituirla con l'aggettivo istan-taneo. Felicità, riuscita, popola-rità, vigore, compiacimento,dominio sono avvertiti comeanelli di un’unica catena, se se nespezza uno tutto si riduce in fran-tumi. In questo modo, ci si im-pedisce di vivere la vita nellasua completezza e in tutto ilsuo confine esteso fra cielo,terra e mare, comprendenteanche ciò che sommariamenteviene annoverato e rubricatocome negativo: sofferenza,conflitto, insuccesso, dolore,fallimento… Che cos’è dun-que questo dovere di ricercarela felicità che perseguita, in-vece di fare insorgere l’uomoglobalizzato? Per cercare unarisposta a questo famelico ebulimico bisogno di desideri,mi rifugio nella modernità delpensiero di San Francescod’Assisi. In un passo dei Fio-retti, florilegio sulla vita delfiglio di Pietro di Bernardonee dei suoi discepoli, Francescospiega a frate Leone il con-cetto della vera e perfetta le-tizia. Per il santo di Assisi laletizia è il risultato di un’esi-stenza che si sente preservatadalla delicatezza di Dio. Inquest’ottica il momento dellacrisi diventa opportunità per

fermarsi, è l’inizio della tra-sformazione che ti cambia nelprofondo dell’anima. La testi-monianza di chi ha attraver-sato la crisi e ora mette adisposizione la sua esperienzaè una ricchezza. L’incontrocon chi, pur nel dolore, simantiene lieto è un segno disperanza, poiché la presenzadi qualcuno che non ci lasciasoli e attraversa con noi iltempo della prova è una forzae ha una potenzialità davverosignificativa. La relazione, il ri-conoscimento del valore assolutodell’altro, che parte dall’espe-rienza della solidarietà come mo-dalità di cura reciproca possonooffrire ago e filo per ricucire glistrappi che lacerano il nostro tes-suto sociale. Sono le uniche ra-gioni per ricominciare a sperare,c’è una vita che nasce dalla leti-zia, che non teme il domani equesta vita è affidata alla libertàdi ciascuno di noi. L’uomo crescee matura nella misura in cuipassa dalla logica dell’Io alla lo-gica del Tu, dal principio di pia-cere al principio di realtà. Dall’Ioal Tu, dal Tu al Noi, dal Noi alreale, dal reale ai valori, dai va-lori all’Altro assoluto, sono tuttipassaggi che si fondano sul supe-ramento della legge fisica del ba-ricentro. E allora voglioriassaporare la felicità e la per-fetta letizia della mia festa di sanFrancesco... dove sono PadreEugenio e Fra Giovanni?

GIOIA: ALLEATO POTENTE PER UN PATTO D’ACCIAIOPiù vi riunite per condividere gioia, più sarete d’aiuto nella creazione della Nuova Terra che nasce

Steve McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contem-poranea ed è un punto di riferimento per molti, soprattutto giovani,che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostrotempo. In ogni scatto è racchiuso un complesso universo di esperienzee di emozioni e molte delle sue immagini sono conosciute in tutto ilmondo. La nuova rassegna allestita nel Palazzo delle Arti di Napoli,oltre a presentare il nucleo essenziale delle sue fotografie più famoseinsieme ad alcuni lavori più recenti e ad altre foto non ancora pub-blicate nei suoi numerosi libri, mette in particolare evidenza la suaattività di fotografo, impegnato “senza confini” nei luoghi del mondodove si accendono i conflitti e si concentra la sofferenza di popolazionicostrette a fuggire dalle proprie terre. Il tema è purtroppo di grandeattualità e Steve McCurry lo ha documentato fin dalla fine degli anni’70. Quella di McCurry rappresenta una narrazione per immaginidell’uomo contemporaneo nel mondo, nella sofferenza e nella violenzadella guerra, nella diversità delle culture e delle etnie, in cui la tragicacrudezza della vita raggiunge livelli di lirismo intensissimi che uni-scono il cuore e l’anima di chi sta dietro e davanti la pellicola. Una le-zione di fotografia e di umanità che ha affascinato dal primo scattoreso noto e continua a catturare invitando ad ammirare l’altro con lastessa curiosità e meraviglia del nostro autore. Nei luoghi del mondodove la vita è spesso più difficile, l’obiettivo di Steve McCurry ha sa-puto raccogliere immagini di grande poesia, ma ha saputo documen-tare anche le atrocità della guerra e della violenza di cui, purtroppo,l’umanità sa rendersi protagonista, dalle Torri gemelle alla guerradel Golfo, dal conflitto in Afghanistan al Giappone dopo lo tsunami,dai bambini soldato al dolore degli ospedali, immagini dure, che sve-lano un inconsueto McCurry.Il progetto espositivo curato da Biba Giacchetti propone quindi unviaggio nel mondo di McCurry, dall’Afghanistan all’India, dal MedioOriente al Sudest asiatico, dall’Africa a Cuba, dagli Stati Uniti al-l’Italia, attraverso il suo vasto e affascinante repertorio di immagini,in cui la presenza umana è sempre protagonista, anche se solo evo-cata. Nel suggestivo allestimento di Peter Bottazzi questa umanitàci viene incontro con i suoi sguardi in una sorta di girotondo dove simescolano età, culture, etnie, che McCurry ha saputo cogliere constraordinaria intensità. La mostra propone infine a tutti i visitatoriuna audioguida in cui McCurry racconta i suoi scatti in prima per-sona, con appassionanti testimonianze e alcuni filmati dedicati ai suoiviaggi, all’avventura della sua vita e della sua professione. Per cono-scere meglio il suo modo di fotografare, ma soprattutto la sua vogliadi condividere la prossimità con la sofferenza, con la gioia e con lasorpresa. Orari

Tutti i giorni, escluso il martedì, dalle ore 9,30 alle ore 19,30.La domenica dalle ore 9,30 alle 14,30Domenica 6 novembre apertura dalle ore 9,30 alle ore 19,30

Gli occhi “senza confini” di Steve McCurry

Al Palazzo delle Arti di Napoli in esposizione gli scatti del grande fotografo

“Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile”