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Facoltà di Architettura Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio Laboratorio di pianificazione del paesaggio A.A. 2013/2014 Prof. Elio Trusiani Prof. Giacomo Cozzolino LE AREE PROTETTE NEL LAZIO Studenti: M. Forte, M. Proietti Tocca, A. Zannoni, A. Tucci, K. Rawicha A. Iulianella, E. Melaranci, M. Tomasucci M. Coviello, M. Gallo

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Facoltà di Architettura

Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio

Laboratorio di pianificazione del paesaggio A.A. 2013/2014

Prof. Elio Trusiani Prof. Giacomo Cozzolino

LE AREE PROTETTE

NEL LAZIOStudenti: M. Forte, M. Proietti Tocca, A. Zannoni, A. Tucci, K. Rawicha

A. Iulianella, E. Melaranci, M. Tomasucci

M. Coviello, M. Gallo

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Definizione di Area Protetta

� Il concetto di “area protetta” ha subito negli anni una profonda evoluzione. Le aree protette non sono nuclei isolati dal resto dell’ambiente, ma piuttosto “nodi” di una rete biologica in continua relazione e collegamento reciproco attraverso “corridoi”collegamento reciproco attraverso “corridoi”che assicurano la riproduzione della fauna e della flora. Oggi le aree protette vengono indicate come aree di terra e/o mare dedicate specificatamente alla protezione e al mantenimento della diversità biologica e alle risorse naturali e culturali connesse.

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Parchi Nazionali

•Abruzzo, Lazio e Molise

•Alta Murgia

•Appennino Tosco-Emiliano

•Arcipelago di La Maddalena

•Arcipelago Toscano

•Asinara

•Aspromonte

•Circeo

•Cilento e Vallo di Diano •Cilento e Vallo di Diano

•Dolomiti Bellunesi

•Cinque Terre

•Foreste Casentinesi, Monte

Falterona, Campigna

•Gargano

•Gennargentu

•Gran Paradiso

•Gran Sasso e Monti della Laga

•Majella

•Monti Sibillini

•Pollino

•Sila (Calabria)

•Stelvio

•Val Grande

•Vesuvio

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Cartina dello stato di attuazione dei Parchi nazionali in Italia

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LE AREE

PROTETTE

NELLA

REGIONE

LAZIO

La Regione Lazio possiede:

3 Parchi Nazionali 4 Riserve Naturali Statali

2 Aree Naturali Marine Protette 16 Parchi Naturali Regionali

30 Riserve Naturali Regionali 23 Monumenti Naturali

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Il quadro normativo

� 1922: R.d.l. n° 1584 del 3 dicembre

primo parco nazionale: Parco Nazionale

del Gran Paradiso (Valle d’Aosta)

� 1922: Legge 778/1922 “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di bellezze naturali e degli immobili di

particolare interesse storico”.

Concetto di oasi da preservare

� 1939: L. 1497/1939 “protezione delle bellezze

naturali”

(tuttora vigente integrata con la L.431/1985)

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� 1977: D.P.R. 616/1977 trasferimento alle regioni delle competenze relative alla protezione della natura, alle riserve e parchi naturali e all’urbanistica.

1979: “direttiva Uccelli” (Comunità � 1979: “direttiva Uccelli” (Comunità Europea) – per la conservazione degli uccelli selvatici attraverso la conservazione degli habitat

Zps (zone a protezione speciale)

Direttiva uccelli abrogata e sostituita integralmente dalla direttiva 2009/147/CE

In Italia è stata recepita attraverso la L.157/1992

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� 1980: “strategia 80 per i parchi e le

riserve d’Italia.” la sfida del 10%

in 10 anni arrivare a proteggere in 10 anni arrivare a proteggere

almeno il 1/10 del territorio

� 1985: L.431/1985 Legge Galasso

“per la tutela dei beni naturalistici”

- classificazione delle bellezze naturalistiche.

- le regioni devono redigere un Piano Paesistico

- non è totalmente esclusa l’attività edificatoria

- le aree sono sottoposte alla giurisdizione demaniale

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Legge quadro sulle aree protette

� 1991: L.394/1991

art. 2: classificazione delle aree protette

- parchi nazionali- parchi nazionali

- parchi regionali

- aree marine protette

- Istituzione di un ente gestore per i parchi nazionali e regionali

- Gli strumenti di pianificazione dei parchi nazionali sono il Piano per il Parco e il regolamento

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Le misure di salvaguardia

Sospensione di ogni attività di modifica del territorio in attesa della pianificazione disposta dal Piano per il Parco

art. 12: suddivisione del parcoa) Riserve integrali

conservazione

b) Riserve generali orientateno a nuove opere

utilizzazioni produttive tradizionali, realizzazione infrastrutture strettamente necessarie e manutenzioni opere esistenti

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c) Aree di protezione

attività agro-silvo-pastorali, pesca e raccoltaattività agro-silvo-pastorali, pesca e raccolta

d) Aree di promozione economica e sociale

attività finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale

delle collettività locali e al miglior godimento del parco da

parte dei visitatori

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� 1992: “Direttiva Habitat” (Comunità

Europea)

conservazione degli habitat

naturali e seminaturali e della naturali e seminaturali e della

flora e della fauna selvatiche

Sic (Siti di Interesse Comunitario)

Zsc (Zone Speciali di Conservazione)

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� 1993: Comitato nazionale per le aree naturali protette, detta i criteri per l’istituzione delle aree protette:

- il soggetto titolato a presentare domanda è quello che ha istituito l’area;quello che ha istituito l’area;

- esistenza di provvedimento istitutivo formale, pubblico o privato

- valori naturalistici

- coerenza con le norme di salvaguardia

(L.394/91)

- garanzie di gestione dell’area

- esistenza di un bilancio

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� 1994: Classificazione IUCN (Inetrnational Union for Conservation of Nature)delle aree protette:

- Riserve naturali integrali e aree protette- Parchi nazionali- Parchi nazionali

- Monumenti naturali

- Aree per la gestione di habitat e specie

- Paesaggi terrestri e marini protetti

- Aree per la gestione sostenibile delle risorse

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Legge quadro Regionale

� 1997: L.R. 29/1997 “norme generali e procedure di individuazione ed istituzione delle aree naturali protette”

Obiettivi principali:Obiettivi principali:a) la tutela, il recupero di habitat e paesaggi

b) Conservazione di elementi con rilevante valore naturalistico ed amientale

c) Applicazione e metodi di gestione e restauro ambientale

d) Promozione di attività educative, di formazione e ricreative

e) Difesa degli equilibri idraulici e geologici

f) Valorizzazione delle risorse umane

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Il sistema delle aree naturali protette del

Lazio è suddiviso in:

- Parco naturale

- Riserva naturale- Riserva naturale

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� 2010: ultimo aggiornamento classificazione EUAP (Elenco Ufficiale delle Aree naturali Protette):

- Parchi nazionali- Parchi nazionali

- Parchi naturali regionali e interregionali

- Riserve naturali

- Zone umide di interesse internazionale

- Altre aree naturali protette

- Aree di reperimento terrestri e marine

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L’organizzazione amministrativa

Rispettando il principio enunciato

nell’articolo 1, di cooperazione e intesa fra Stato, Regioni e enti locali, la legge

quadro 394/91 prevedeva due organismi:

Comitato per le aree naturali protette il Comitato per le aree naturali protette e la Consulta tecnica per le aree naturali protette, affiancati dalla

Segreteria tecnica per le aree naturali

protette.

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Il Comitato, che già in questa stesura prevedeva la

partecipazione paritaria dello Stato e delle

Regioni, è stato abolito dalla cosiddetta riforma

Bassanini e le sue funzioni sono passate alla

Conferenza Stato- Regioni, che esprime parere Conferenza Stato- Regioni, che esprime parere

in merito a:

� identificazione delle linee fondamentali

dell’assetto del territorio con riferimento ai valori

naturali e ambientali, sulla base della Carta

della natura (della cui predisposizione la legge

incarica i Servizi tecnici nazionali);

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� identificazione delle linee fondamentali

dell’assetto del territorio con riferimento ai valori

naturali e ambientali, sulla base della Carta

della natura (della cui predisposizione la legge

incarica i Servizi tecnici nazionali); incarica i Servizi tecnici nazionali);

� integrazione della classificazione delle aree

protette (sentita la Consulta);

� adozione del programma per le aree naturali

protette di rilievo internazionale e nazionale

(sentita la Consulta), nonché delle relative

direttive per l’attuazione e le modifiche;

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� approvazione dell’elenco ufficiale delle

aree naturali protette. Nell’ultima riunione del Comitato, che si è tenuta il 2

dicembre 1996, è stato deliberato: la

classificazione delle aree protetteclassificazione delle aree protette,

l’’’’elenco ufficiale delle aree naturali protette, il programma operativo per la Carta della Natura.

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La Consulta tecnica esprime pareri di

carattere tecnico-scientifico in materia di

conservazione della natura, di sua

iniziativa o su richiesta del Comitato o del

Ministro dell’Ambiente. Ciò vuol dire che gli aspetti tecnico-scientifici relativi alle

aree protette devono essere considerati

non solo in fase di esecuzione ma anche

al momento della programmazione e della

definizione degli indirizzi.

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Della consulta fanno parte 9 esperti nominati, per

cinque anni, dal Ministro dell’Ambiente su

indicazione di associazioni ambientaliste;

Accademia nazionale dei Lincei, Società botanica

italiana e Unione zoologica italiana; Cnr; presidenti italiana e Unione zoologica italiana; Cnr; presidenti

dei parchi nazionali e regionali.

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La gestione

L’organo di gestione dei parchi nazionali, per la legge 394/91, è l’Ente parco, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente e con sede legale e amministrativa nel territorio del parco. Sono organi dell’Ente parco: il Presidente, il Consiglio direttivo, la Giunta esecutiva, il Collegio dei revisori dei conti, la Comunità del parco. Il Presidente è nominato dal Comunità del parco. Il Presidente è nominato dal Ministro dell’Ambiente, di intesa con i presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate. Il Presidente, oltre a avere la legale rappresentanza dell’Ente parco, ne coordina l’attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta provvedimenti urgenti e indifferibili che sottopone alla ratifica del Consiglio direttivo. Attribuzioni queste particolarmente importanti che conferiscono poteri molto ampi al presidente.

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Il Consiglio direttivo è formato dal presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell’Ambiente, di cui cinque designati dalla Comunità del parco, due dalle associazioni di protezione ambientale, due da Accademia nazionale dei Lincei, Società botanica italiana, Unione zoologica italiana, Cnr, Università con sede nelle province nei cui territori ricade il parco, uno dal sede nelle province nei cui territori ricade il parco, uno dal Ministro per le Politiche agricole, due dal Ministro dell’Ambiente. I membri del Consiglio sono nominati sentito il parere delle Regioni. Il Consiglio delibera in merito a tutte le questioni generali, si esprime sui bilanci, sui piani e sul regolamento e, inoltre, elabora lo statuto. Il Consiglio nomina una Giunta esecutiva, per la quale lo statuto del parco disciplina funzioni e attribuzioni.

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Il Collegio dei revisori dei conti, i cui membri

sono nominati su designazione delle Regioni

interessate, verifica la corrispondenza contabile

degli atti dell’Ente parco.

La Comunità del parco, costituita dai presidenti

delle Regioni e delle Province, dai sindaci dei

Comuni e dai presidenti delle Comunità

montane dei territori compresi nel parco, è,

insieme al Presidente, l’organo più

rappresentativo.

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L’ente parco si avvale anche di una struttura amministrativa al vertice della quale si pone il Direttore, nominato dal Ministro dell’Ambiente. Gli strumenti dell’Ente parco sono:

� lo Statuto di disciplina dei suoi organi e dei suoi uffici, da redigere in modo da assicurare forme di partecipazione redigere in modo da assicurare forme di partecipazione popolare e la pubblicità degli atti;

� il Regolamento del parco, con cui viene disciplinato l’esercizio delle attività all’interno del territorio del parco al fine di salvaguardare il paesaggio e gli ambienti naturali;

� il Piano del parco, che individua la vocazione d’uso dei territori ricadenti nel parco, articolandone il livello di tutela;

� il Piano pluriennale economico e sociale, che promuove e orienta lo sviluppo in tali settori all’interno dei territori del parco, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale.

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Gli atti sopra descritti, elaborati dall’Ente parco, vengono adottati dal Ministro dell’Ambiente, di intesa con le Regioni e le Province autonome. L’Ente parco pertanto non sottrae specifiche competenze territoriali agli enti preposti, ma si affianca a essi.affianca a essi.

L’Ente parco concede il nulla osta per lo svolgimento di determinate attività o per la realizzazione di interventi o opere previste dal piano del parco e definisce i provvedimenti di urgenza, laddove non sia stato rilasciato o venga disatteso il nulla osta concesso.

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La creazione di questo specifico organismo di gestione (l’Ente parco appunto) trova la sua motivazione nella necessità di rendere più organica e snella l’attività della pubblica amministrazione su un territorio sul quale vige un particolare regime di tutela. I compiti relativi alla conservazione della natura, alla promozione di attività educative e scientifiche, così come alla salvaguardia e alla valorizzazione delle attività tradizionali e delle culture locali, coinvolgono infatti le competenze di diversi soggetti territoriali. Ordinariamente, a diversi livelli intervengono su tali materie lo Ordinariamente, a diversi livelli intervengono su tali materie lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni che, in caso di loro coinvolgimento, attivano procedimenti sempre macchinosi e lunghi. L’Ente parco costituisce il momento unitario e continuativo di coordinamento di tali azioni permettendo, allo stesso tempo, a tutti i soggetti istituzionali interessati di partecipare alla vita del parco e alla determinazione delle sue decisioni. In conclusione, l’Ente parco, perseguendo gli obiettivi della legge, intende stabilire il necessario equilibrio fra la tutela delle istanze e delle necessità delle comunità locali e gli interessi sia locali che nazionali di salvaguardia ecologica delle aree protette. A tali fini lo Stato prevede lo stanziamento di appositi fondi, aumentando così le risorse a beneficio delle comunità interessate.

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GLI STRUMENTI DI GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE

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Legge 394/1991,Titolo II,

OBIETTIVI:-organizzazione generale del territorio e la

sua articolazione in aree caratterizzate da

forme di uso,godimento e tutela;

-vincoli,destinazioni d’uso e norme di

attuazione relative con riferimento alle varie

aree o parti del piano;

-sistemi di accessibilità veicolare e pedonale 394/1991,Titolo II,

Aree Naturali protette

Nazionali,art 12 Piano

per Il Parco

AUTORITA’

COMPETENTE:

Ente ParcoVIGENZA DEL PIANO:

Regione

-sistemi di accessibilità veicolare e pedonale

con particolare riguardo ai portatori di

handicap ed anziani;

-sistemi di attrezzature e servizi per la

gestione e la funzione sociale del parco;

- Indirizzi e criteri per gli interventi sulla

flora, sulla fauna e sull’ambiente in

generale.

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Il Piano suddivide il territorio in base al grado di

protezione:

-Riserve Integrali-Riserve generali-Aree di Protezione-Aree di promozione economica e sociale

Dal punto di vista gerarchico il Piano del Parco è Dal punto di vista gerarchico il Piano del Parco è

sovraordinato nei confronti dei Piani Territoriali di Coordinamento e dei Piani Regolatori

Generali. Questi devono obbligatoriamente conformarsi

a quanto previsto dallo stesso Piano per il Parco.

Il Piano Paesaggistico prevale sul Piano per il Parco

in via esclusiva solo per i temi relativi alla tutela del

paesaggio (art. 145 del D.Lgs. 22.01.2004 n. 42 recante

“Codice dei beni culturali e del paesaggio” e s.m.i.).

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ELABORATI DEL PIANO PER IL PARCO

GLI ELABORATI GRAFICI RIGUARDANO: L’ANALISI DELLO STATO DI FATTOLE CARTOGRAFIE DI SINTESI PER INDIVIDUARE GLI ELEMENTI DI PREGIO RELATIVI ALLA FLORA, ALLA FAUNA, AI BENI STORICI, CULTURALI E AMBIENTALI, ALLA FRUIBILITA’ PAESAGGISTICA, ALLA GEOLOGIA E ALLA FRUIBILITA’ PAESAGGISTICA, ALLA GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA, AI SISTEMI ECOLOGICIE ALL’INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI PRESSIONE E RISCHIO ANTROPICO

Il progetto comprende cartografie caratterizzanti:-la vulnerabilità attuale del territorio-la zonizzazione-il sistema della viabilità e delle strutture di fruizione del Parco

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REGOLAMENTI PER IL PARCO

Il Regolamento del Parco, stabilisce il modo in cui le

persone possono usufruire del Parco.

In poche parole, le regole da seguire al suo interno.In poche parole, le regole da seguire al suo interno.

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Inquadramento ed uso del suolo

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Parco Regionale dei Castelli Romani

Il Parco Regionale dei Castelli

Romani è un ’ area protetta

della Regione Lazio che si

estende nella zona dell’antico

Vulcano Laziale in provincia

di Roma.

Obiettivi del ParcoObiettivi del Parco

1) Mantenimento

dell’equilibrio ambientale del

territorio

2) Aumento della biodiversità

3) Preservare la natura e contribuire al mantenimento delle usanze locali

4) Protezione delle tipologie insediative storiche

Inquadramento Territoriale

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Caratteristiche del parcoIl Parco è una Riserva Ambientale creata dalla natura e gestita dall’uomo, ed è caratterizzata davariegati scenari paesaggistici, abitati da una moltitudine di specie faunistiche e floristiche.

Di interesse particolare sono il sitoarcheologico del Tuscolo, come

anche le numerose ville tuscolane.

Del parco fanno parte anche il Lagodi Albano e il Lago di Nemi, due

elementi del sistema idrografico di

grande valenza ambientale, che

caratterizzano la struttura del luogo.

Veduta panoramica del Lago di Albano (dx) e del Lago di Nemi (sx)

Villa Aldobrandini - Frascati

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Il Parco Regionale dei Castelli Romani ha alle sue spalle una storia di grande

consapevolezza, sensibilità e senso civico.

Furono proprio gli abitanti dei Castelli Romani, oltre 25 anni fa, a raccogliere le

firme per chiedere l’istituzione di un’area protetta che difendesse il patrimonio

ambientale della zona dei Colli Albani.

Istituzione del parco

Fu cosi che il Parco dei

Castelli Romani venneCastelli Romani venne

istituito con la

Legge regionale n.2del 13 gennaio 1984

Che tutela l ’ integrità

delle caratteristiche

naturali e culturali dei

15 comuni che

occupano l ’ antico

Vulcano Laziale.

Veduta a volo d’’’’uccello del Parco dei Castelli Romani

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Altresì l’istituzione del Parco ha comportato una maggiore tutela floristica:

I boschi di Castagno che ricoprono parti importanti del territorio sono sottoposti

a controlli continui e periodici che impediscono tagli indiscriminati.

Funzione ecologica principale dei boschi è il mantenimento degli equilibri

dell’ecosistema , la tutela delle acque, dei bacini lacustri e il servizio antincendio.

Uno dei pochi

boschi originari dei

Castelli Romani

scampato alla

Sito d’Importanza Comunitaria: il «Cerquone»

scampato alla

conversione in

castagneto e ai

disboscamenti è il

bosco del Cerquone (S.I.C.), una delle

zone di maggior

pregio naturalistico

dell’area.

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A distanza di 7 anni dall’istituzione del Parco arriva la Legge Quadro sulle aree protette (Legge 6 dicembre 1991 n. 394).

Principali obiettivi della legge all’’’’interno del Parco:

Articoli Descrizione

Art.1

Detta i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree

naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma

coordinata la conservazione e la valorizzazione del patrimonio

naturale

Ai fini della presente legge costituiscono il patrimonio naturale le

formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, che Art.2

formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, che

hanno rilevante valore naturalistico e ambientale

Art.3

I territori nei quali siano presenti specie vulnerabili sono

sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione

(conservazione di specie animali, vegetali, associazioni

forestali, singolarità geologiche etc…)

Art.4Nelle aree sottoposte a regime di tutela possono essere

promosse: la valorizzazione e la sperimentazione di attività

produttive compatibili

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La Regione Lazio si è conformata alla normativa con la Legge regionale n. 29 del

6 ottobre 1997 « Norme in materia di aree naturali protette regionali »

Finalità:Le finalità che la Regione Lazio persegue attraverso l’istituzione delle aree

protette sono dettate dall’articolo 2 della L. 29/97: « garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il restauro

ambientale dei siti degradati».

Obiettivi:Obiettivi:La Regione, attraverso la creazione di un sistema di aree naturali protette nonché

mediante l’istituzione dei monumenti naturali e l’individuazione dei siti di importanza comunitaria ( S.I.C. ), persegue i seguenti obiettivi:

Obiettivi

Tutela, recupero e restauro degli habitat naturali

Conservazione di ambienti naturali con rilevante valore naturalistico ed

ambientale

Integrazione tra uomo e ambiente con il recupero e la valorizzazione delle testimonianze

storiche, archeologiche e architettoniche

Difesa degli equilibri idraulici ed idrogeologici

La promozione del turismo sostenibile e delle attività ad esso connesse

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Il presente Regolamento disciplina l’esercizio delle attività consentite e le modalità di

fruizione delle risorse presenti entro il territorio del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Piano del Parco dei Castelli RomaniAdeguamento alla L.R. 29/97 - Regolamento

Il Regolamento disciplina in particolare

a) La tutela delle caratteristiche e componenti naturali

b) Lo svolgimento di attività agro-silvo-pastorali, artigianali, commerciali e di servizio

c) La tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti

d) I limiti alle emissioni sonore, luminose o di altro genere, nell’ambito della legislazione in

materia

e) Il soggiorno e circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto, lo svolgimento di

attività sportive, ricreative ed educative

f) Lo svolgimento di attività di ricerca scientifica

g) Lo svolgimento delle attività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di

volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile

volontario

h) L’accessibilità nel territorio del Parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili e

anziani

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Nel Parco sono vitate le attività che possono compromettere la salvaguardia del

paesaggio e degli ambienti naturali, specialmente a quelli sottoposti a particolari

forme di tutela, ad esempio:

-Il disturbo delle specie animali e danneggiamento delle specie vegetali;

-L’apertura e l’esercizio di cave, miniere e discariche;

-L’uso di fuochi all’aperto;

-La sottrazione permanente di aree boscate

Restano salvi i diritti reali e civici delle collettività locali

Divieti di carattere generale

Divieti specifici per le zone di riserva generaleDivieti specifici per le zone di riserva generale

Il Regolamento stabilisce divieti specifici per le zone del parco assoggettate a

diverso grado di tutela.

Nelle zone di riserva generale sono vietate:

-Gli interventi di nuova edificazione abitativa

-Ampliamento degli edifici esistenti

-I cambiamenti di destinazione d’uso ogni qualvolta possano provocare aumento di

carico urbanistico

-Apertura di strade purché compatibili con gli ecosistemi protetti

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Siti di Importanza Comunitaria – S.I.C. / Zone di Protezione Speciale – Z.P.S.

Cerquone/ DoganellaLago di Albano

Maschio dell’’’’Artemisio

Lago di Albano

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Inquadramento e uso del suolo

Carta uso suolo

Parchi Regionali

Parchi Nazionali

Parco Naturale Regionale Monti Lucretili

Carta uso suolo

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Parco naturale regionale dei Monti Lucretili

Il parco naturale regionale deiMonti Lucretili è

una area naturale protetta della regione

Lazio istituita nel 1989. Il Parco regionale, in

parte ancora incontaminato, si trova sulla

dorsale calcarea del pre-appennino laziale.

Obiettivi del Parco

1. il corretto uso e valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali e

culturali;

2. la conservazione degli ecosistemi e dei processi ecologici essenziali;

3. la utilizzazione razionale e duratura delle specie e degli ecosistemi;

4. il mantenimento della diversità genetica delle specie animali e vegetali

presenti;

5. lo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali interessate.

Inquadramento territoriale

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La ricchezza naturalistica del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili risiede nella particolare configurazione del paesaggio, di tipo spiccatamente pre-appenninico, dove la vicinanza del mare ha concorso alla formazione e alla coesistenza di biotopi determinati da microclimi differenziati dovuti ad esposizioni diverse e influenzati da variazioni della

circolazione delle masse d’’’’aria all’’’’interno del complesso montuoso.

L'aspetto territoriale dei Monti Lucretili risulta fortemente

Parco Naturale Regionale dei Monti LucretiliParco Naturale Regionale dei Monti Lucretili

Dorsale Monte Pellecchia

L'aspetto territoriale dei Monti Lucretili risulta fortemente condizionato dalla storia geologica e strutturale che ha dato origine a un gruppo montuoso ben definito geograficamente.

L'attuale assetto della vegetazione sui Monti Lucretili ha origine da una altalenante successione di eventi prodotti da un'azione antropica determinante per il mutamento degli aspetti originari.Come il paesaggio vegetale anche il popolamento faunistico ha risentito in modo sostanziale dell'azione antropica operata sia attraverso l'attività venatoria sia con attività di trasformazione millenarie dell'ambiente. Nonostante ciò nei suoi molteplici ambienti l'area protetta conserva elementi di estremo interesse.

Valle Cavalera

Lagustelli di Percile

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Il Parco dei Monti Lucretili vede la presenza, al suo interno o in prossimità, di

13 Comuni e alcune frazioni con centri storici medioevali e imponenti castelli

dove si può girare spesso solo a piedi nei caratteristici vicoli.

Licenza

Licenza Marcellina Monteflavio Montorio Romano Moricone Orvinio

Palombara Sabina Percile Poggio Moiano Roccagiovine

San Polo dei

Cavalieri

Scandriglia Vicovaro

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L’’’’Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, istituito dalla legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997, è ente regionale di diritto pubblico non economico, dotato di autonomia

amministrativa, denominato ““““Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili””””, di seguito definito semplicemente ““““Parco””””.

Parco Naturale Regionale dei Monti LucretiliParco Naturale Regionale dei Monti Lucretili

Sono organi del Parco:

a) il Presidente;

b) il Consiglio direttivo;

c) la Comunità;

d) il Collegio dei revisori dei conti.

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Istituzione del Parco

Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili istituito con Legge Regionale n. 41 del 26.06.1989, nasce per tutelare un territorio di

straordinaria valenza paesaggistica e naturalistica. Esso si estende su una

superficie di 18.000 ha., che abbraccia 13 Comuni, 2 Province e 3

Comunità montane.

Le principali azioni praticate dal Parco sono:Le principali azioni praticate dal Parco sono:

1. Conservazione della Natura;

2. Recuperi ambientali e storico-architettonici;

3. Attività agrosilvopastorali;

4. Educazione ambientale;

5. Escursionismo, attività ricreative e culturali;

6. Ricezione turistica

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A distanza di 2 anni dall’istituzione del Parco arriva la Legge Quadro sulle aree protette (Legge 6 dicembre 1991 n. 394).

La Legge Quadro ha contribuito a dare un po’ di ordine ed uniformità alle aree

protette.

In seguito nel novembre del 1997 è stata approvata la legge n°°°° 29, “ Norme in materia di aree naturali protette regionali”, che ha definito modalità di

istituzione di nuove aree protette, principi generali, finalità e obiettivi. Le

finalità di questa legge sono dettate dall’ art. 2: “garantire e promuovere la

conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il

restauro ambientale dei siti degradati”.

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All’ interno del Parco sono stati individuati 2 Siti d’Importanza Comunitaria(SIC) e una Zona Protezione Speciale (ZPS).

SIC 1 Monte Pellecchia

2 Monte Gennaro

ZPS Monti Lucretili

Superficie del Parco

1

2

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Fonti cartografiche

Fonti bibliografiche

-N.Centofanti, I beni pubblici: tutela amministrativa e giurisdizione, Giuffrè

Editore, 2007.

-E. Salzano, Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma, Editori Laterza,

Bari 2002

-E. Trusiani, Orientarsi nell’urbanistica, Carocci editore, Roma 2008

Fonti sitografiche

www.comitatoparchi.it

www.iucn.it

www.latiumvolcano.it

www.miniambiente.it

www.paesaggiocritico.it

www.parchilazio.it

www.parcocastelliromani.it

www.parks.it

www.regionelazio.it

Fonti cartografiche

-Carta uso del suolo, Regione Lazio,

Tav. 24, 25, 29, 30.

-Piano Territoriale Paesaggistico

Regionale ( Lazio ), Tav. B 29/ B 30