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63 I contrapposizione al concetto di permanen- za, da sempre associato ad un’idea ‘tradi- zionale’ dell’architettura che presuppone un continuum temporale di ‘durevoli’ valori tecni- ci e funzionali ma anche simbolici, culturali e sto- rici di un edificio, il concetto di temporaneo è sta- to originariamente abbinato quasi esclusivamente a quella parte di produzione edilizia che si poneva l’obiettivo di offrire risposte strutturate alle esi- genze abitative che seguivano eventi calamitosi. Nella storia più recente delle costruzioni, la diffu- sione e il successivo radicamento della cultura dell’abitabilità temporanea estesa anche a contesti e situazioni non emergenziali prima, e a quella del lavoro e/o dell’aggregazione sociale poi, ne hanno elevato progressivamente il livello di diffusione finalizzandone le sperimentazioni verso la più ge- nerale affermazione dello sviluppo sostenibile e della salvaguardia delle risorse non rinnovabili. La reversibilità, che della temporaneità costi- tuisce il livello più alto di concretizzazione, espri- me approcci operativi con forte caratterizzazione tecnico-costruttiva. In questi ultimi decenni ha innescato nello scenario socio-tecnico un progres- sivo ripensamento delle tradizionali logiche del costruire e, necessariamente, degli statuti discipli- nari del progetto. Essa è basata su due principali paradigmi; il primo fondato sull’idea che le tra- sformazioni antropiche debbano possedere i carat- teri della provvisorietà in modo tale da consentire il ripristino delle condizioni ambientali originarie. L’ambiente, il territorio sono le uniche risorse per- manenti. Unici riferimenti e vincoli delle attività trasformative. L’altro, di matrice economica, che Massimo D’Alessandro anticipava e ben sintetiz- zava nel corso dei primi anni ‘90, affermando «… sono gli smisurati valori delle aree edificabili nella metropoli moderna a costringere e a determinare, già al momento della progettazione, la lunghezza della vita di un edificio attraverso puri parametri di convenienza economica. Così sempre più frequen- temente, a partire dal caso più illustre della Hong Kong & Shanghai Banking Corporation di Norman Foster (nella quale la manutenzione viene calibrata sulla durata prefissata della vita dell’edificio), ci accorgiamo che molti edifici pubblicati sulle riviste di architettura sono progettati per durare pochi anni, trascorsi i quali è più conveniente demolirli e ricostruirli – magari in un’altra zona - secondo caratteristiche più rispondenti alle mutate esigenze dei fruitori» (D’Alessandro, 1994). ABSTRACT L’articolo presenta sperimentazioni di progettazione esecutiva condotte nel corso degli ultimi anni sul tema della reversibilità del costruire. Attività i cui esiti presen- tano un doppio registro interpretativo. Consentono la disseminazione e la condivisione di prassi didattiche da porre in relazione alle riconfigurazioni in corso degli attuali statuti disciplinari. Contribuiscono ad esplorare in che modo le trasformazioni di scenario in atto stiano ridisegnando confini culturali, tecnici ed operativi del rapporto tra trasformazione dell’ambiente costruito, progetto, il suo insegnamento e il profilo dei progettisti che oggi si formano nelle scuole di architettura. The article presents executive design examples carried out in recent years on the topic of building reversibility. It is an activity whose results have a double interpretive register. On the one hand, they allow dissemination and sharing of teaching practices related to the current disci- plinary statute reconfigurations. On the other hand, they help us to explore how the transformations of the current scenario are reshaping cultural, technical and operational boundaries of the relationship between built environment transformation, plan, its teaching and the profile of the designers educated in the Architecture schools. KEYWORDS reversibilità del costruire, progettazione esecutiva, inno- vazione tecnologica, produzione edilizia, informazione tecnica. building reversibility, executive planning, technological innovation, building production, technical information. L’edificio si trasforma nella sua immagine materica e architettonica; assume i caratteri di un oggetto d’uso che registra i cambiamenti del gusto; racconta la contemporaneità in maniera incisiva; è dotato di un ciclo di vita proprio e pre- determinato che ammette, per le sue parti costi- tuenti, processi di riciclo di tipo rigenerativo ‘dalla culla alla culla’ (McDonough, 2003). Ne deriva la progressiva affermazione dei principi della dismissione all’interno dei processi realizza- tivi edilizi. La trasformazione del territorio secon- do principi di reversibilità presuppone infatti l’i- dea della demolizione quale atto programmato già dalla fase di progetto, coinvolgendo le tecniche di assemblaggio. «… Sembra anche ragionevole – affermava Kevin Lynch – chiedere piani di demo- lizione per i nuovi edifici. Già ora richiediamo piani di documentazione, e i progettisti e gli appaltatori necessariamente organizzano una pro- posta di sequenza di costruzione. Immaginare il suo inverso aggiunge solo un piccolo carico. Inoltre pensare in termini di sequenza di demoli- zione darà un interessante contributo alla proget- tazione» (Lynch, 1992). Contestualmente, le trasformazioni in atto dei quadri normativi e, ancor di più, l’imporsi all’at- tenzione generale delle istanze sopra richiamate, stanno profondamente riscrivendo il ruolo e gli interessi del progettista contemporaneo, indiriz- zandone l’operato verso sperimentazioni che assu- mano come prioritari questioni quali il consumo di suolo, le emergenze energetiche, la sicurezza sismica, le filiere produttive circolari. Secondo l’Osservatorio ‘Professione Architetto’ nascono e si affermano nuove opportunità e nuovi sbocchi professionali (Cnappc-Cresme, 2015). Crescono i segmenti associati ad attività con taglio innovati- vo, connesse o liminari ai principi stessi della reversibilità: rigenerazione urbana; energy techno- logy; retrofit, Facility Management; Building Information Modelling, ecc. Tutte mutazioni di contesto e del mercato del lavoro che stanno con- tribuendo a ridisegnare confini culturali, tecnici ed operativi del rapporto tra progetto, trasformazione dell’ambiente costruito, il suo insegnamento e il profilo dei progettisti che oggi si formano nelle scuole di architettura. Va da sé che, in accordo con quanto teorizzato da Rossana Raiteri, proprio la scuola, prima fra tutti, debba recepire e fare proprie tali istanze tra- sformandole in driver didattici che indirizzino la AGATHÓN 03 | 2018 - International Journal of Architecture, Art and Design | 63-70 ISSN: 2464-9309 (print) - ISSN: 2532-683X (online) - DOI: 10.19229/2464-9309/392018 Massimo Lauria* LA REVERSIBILITÀ DEL COSTRUIRE: ESPERIMENTI DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA BUILDING REVERSIBILITY: EXECUTIVE DESIGN EXAMPLES

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Icontrapposizione al concetto di permanen-za, da sempre associato ad un’idea ‘tradi-zionale’ dell’architettura che presuppone

un continuum temporale di ‘durevoli’ valori tecni-ci e funzionali ma anche simbolici, culturali e sto-rici di un edificio, il concetto di temporaneo è sta-to originariamente abbinato quasi esclusivamentea quella parte di produzione edilizia che si poneval’obiettivo di offrire risposte strutturate alle esi-genze abitative che seguivano eventi calamitosi.Nella storia più recente delle costruzioni, la diffu-sione e il successivo radicamento della culturadell’abitabilità temporanea estesa anche a contestie situazioni non emergenziali prima, e a quella dellavoro e/o dell’aggregazione sociale poi, ne hannoelevato progressivamente il livello di diffusionefinalizzandone le sperimentazioni verso la più ge-nerale affermazione dello sviluppo sostenibile edella salvaguardia delle risorse non rinnovabili.La reversibilità, che della temporaneità costi-

tuisce il livello più alto di concretizzazione, espri-me approcci operativi con forte caratterizzazionetecnico-costruttiva. In questi ultimi decenni hainnescato nello scenario socio-tecnico un progres-sivo ripensamento delle tradizionali logiche delcostruire e, necessariamente, degli statuti discipli-nari del progetto. Essa è basata su due principaliparadigmi; il primo fondato sull’idea che le tra-sformazioni antropiche debbano possedere i carat-teri della provvisorietà in modo tale da consentireil ripristino delle condizioni ambientali originarie.L’ambiente, il territorio sono le uniche risorse per-manenti. Unici riferimenti e vincoli delle attivitàtrasformative. L’altro, di matrice economica, cheMassimo D’Alessandro anticipava e ben sintetiz-zava nel corso dei primi anni ‘90, affermando «…sono gli smisurati valori delle aree edificabili nellametropoli moderna a costringere e a determinare,già al momento della progettazione, la lunghezzadella vita di un edificio attraverso puri parametri diconvenienza economica. Così sempre più frequen-temente, a partire dal caso più illustre della HongKong & Shanghai Banking Corporation di NormanFoster (nella quale la manutenzione viene calibratasulla durata prefissata della vita dell’edificio), ciaccorgiamo che molti edifici pubblicati sulle rivistedi architettura sono progettati per durare pochianni, trascorsi i quali è più conveniente demolirli ericostruirli – magari in un’altra zona - secondocaratteristiche più rispondenti alle mutate esigenzedei fruitori» (D’Alessandro, 1994).

ABSTRACTL’articolo presenta sperimentazioni di progettazioneesecutiva condotte nel corso degli ultimi anni sul temadella reversibilità del costruire. Attività i cui esiti presen-tano un doppio registro interpretativo. Consentono ladisseminazione e la condivisione di prassi didattiche daporre in relazione alle riconfigurazioni in corso degliattuali statuti disciplinari. Contribuiscono ad esplorarein che modo le trasformazioni di scenario in atto stianoridisegnando confini culturali, tecnici ed operativi delrapporto tra trasformazione dell’ambiente costruito,progetto, il suo insegnamento e il profilo dei progettistiche oggi si formano nelle scuole di architettura. The article presents executive design examples carriedout in recent years on the topic of building reversibility.It is an activity whose results have a double interpretiveregister. On the one hand, they allow dissemination andsharing of teaching practices related to the current disci-plinary statute reconfigurations. On the other hand, theyhelp us to explore how the transformations of the currentscenario are reshaping cultural, technical and operationalboundaries of the relationship between built environmenttransformation, plan, its teaching and the profile of thedesigners educated in the Architecture schools.

KEYWORDSreversibilità del costruire, progettazione esecutiva, inno-vazione tecnologica, produzione edilizia, informazionetecnica. building reversibility, executive planning, technologicalinnovation, building production, technical information.

L’edificio si trasforma nella sua immaginematerica e architettonica; assume i caratteri di unoggetto d’uso che registra i cambiamenti delgusto; racconta la contemporaneità in manieraincisiva; è dotato di un ciclo di vita proprio e pre-determinato che ammette, per le sue parti costi-tuenti, processi di riciclo di tipo rigenerativo‘dalla culla alla culla’ (McDonough, 2003). Nederiva la progressiva affermazione dei principidella dismissione all’interno dei processi realizza-tivi edilizi. La trasformazione del territorio secon-do principi di reversibilità presuppone infatti l’i-dea della demolizione quale atto programmato giàdalla fase di progetto, coinvolgendo le tecniche diassemblaggio. «… Sembra anche ragionevole –affermava Kevin Lynch – chiedere piani di demo-lizione per i nuovi edifici. Già ora richiediamopiani di documentazione, e i progettisti e gliappaltatori necessariamente organizzano una pro-posta di sequenza di costruzione. Immaginare ilsuo inverso aggiunge solo un piccolo carico.Inoltre pensare in termini di sequenza di demoli-zione darà un interessante contributo alla proget-tazione» (Lynch, 1992).Contestualmente, le trasformazioni in atto dei

quadri normativi e, ancor di più, l’imporsi all’at-tenzione generale delle istanze sopra richiamate,stanno profondamente riscrivendo il ruolo e gliinteressi del progettista contemporaneo, indiriz-zandone l’operato verso sperimentazioni che assu-mano come prioritari questioni quali il consumo disuolo, le emergenze energetiche, la sicurezzasismica, le filiere produttive circolari. Secondol’Osservatorio ‘Professione Architetto’ nascono esi affermano nuove opportunità e nuovi sbocchiprofessionali (Cnappc-Cresme, 2015). Crescono isegmenti associati ad attività con taglio innovati-vo, connesse o liminari ai principi stessi dellareversibilità: rigenerazione urbana; energy techno-logy; retrofit, Facility Management; BuildingInformation Modelling, ecc. Tutte mutazioni dicontesto e del mercato del lavoro che stanno con-tribuendo a ridisegnare confini culturali, tecnici edoperativi del rapporto tra progetto, trasformazionedell’ambiente costruito, il suo insegnamento e ilprofilo dei progettisti che oggi si formano nellescuole di architettura.Va da sé che, in accordo con quanto teorizzato

da Rossana Raiteri, proprio la scuola, prima fratutti, debba recepire e fare proprie tali istanze tra-sformandole in driver didattici che indirizzino la

AGATHÓN 03 | 2018 - International Journal of Architecture, Art and Design | 63-70ISSN: 2464-9309 (print) - ISSN: 2532-683X (online) - DOI: 10.19229/2464-9309/392018

Massimo Lauria*

LA REVERSIBILITÀ DEL COSTRUIRE: ESPERIMENTI DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA

BUILDING REVERSIBILITY:

EXECUTIVE DESIGN EXAMPLES

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sperimentazione di rinnovati processi formativirivolti alla crescita di una generazione di altret-tanto rinnovate figure professionali alle quali saràdemandato il compito di affrontare e vincere lesfide strategiche dei prossimi anni (Raiteri,2014). Proprio da quest’ultime discendono gliobiettivi formativi assunti per istruire le numero-se esperienze di progettazione esecutiva condottenel corso degli ultimi anni nell’ambito del Labo-ratorio di Progettazione Esecutiva posto dal ma-nifesto degli studi al IV anno del Corso di Laureain Architettura a Ciclo Unico del Dipartimento diArchitettura e Territorio, dArTe dell’Università‘Mediterranea’ di Reggio Calabria.In una rinnovata visione delle trasformazioni

dell’ambiente costruito e orientato alla sperimen-tazione di sintesi applicative di saperi finalizzatiall’apprendimento delle conoscenze caratterizzan-ti la costruzione dell’architettura, il laboratorio si èposto e si pone l’obiettivo di fornire allo studentestrumenti conoscitivi e metodologici per lo svilup-po e il controllo dell’attività progettuale. Indirizzaverso l’integrazione ed il dialogo tra materiali, tec-niche, innovazione tecnologica e sistema di infor-mazioni finalizzate all’esecuzione dell’idea diarchitettura, poste in relazione alla capacità direstituire graficamente gli elementi costruttivi e,principalmente, le istruzioni per i loro assemblag-gi. In questo quadro, i progetti didattici elaborati(Figg. 1-20), cartina al tornasole del grado di affer-

mazione e radicamento delle ragioni culturali maanche del livello di acquisizione di strumenti emetodi, collocano in primo piano due questioni dicarattere generale, riassumibili in forma dicotomi-ca in altrettante locuzioni: - il progetto per l’innovazione, ovvero la rivoluzio-ne culturale che sta incidendo, in termini di riposi-zionamento e ripensamento, sugli attuali statutiche sovrintendono il progetto, per adeguarne lefasi decisionali alla crescente complessità esecuti-va che l’innovazione della reversibilità richiede;- l’innovazione per il progetto, ovvero l’afferma-zione di metodiche operative basate sull’utilizzodi innovativi strumenti finalizzati a supportareadeguatamente, sul piano tecnico-applicativo, larestituzione delle interconnessioni che i diversilivelli del processo progettuale esecutivo finaliz-zato alla reversibilità del costruire presuppongono.Per quanto riguarda la prima locuzione – il

progetto per l’innovazione – si impongono all’at-tenzione tematiche con forte caratterizzazione teo-rica, e altrettanto forti ricadute sull’impianto delladidattica del progetto reversibile, che descrivono,meglio e più di altre, le trasformazioni educativein atto. In primo luogo il consolidamento culturalee la definitiva affermazione di nuove esigenze, dinuove richieste di prestazione, di nuove dimensio-ni di qualità attesa: dalla flessibilità alla manuteni-bilità; dalla smontabilità alla trasportabilità; dallariciclabilità all’autosufficienza energetica. Tutte

questioni inedite fino a pochi decenni orsono.Oggi inderogabili caratteri di un intervento com-patibile dal punto di vista ambientale che hannotrasformato in maniera significativa il progetto e ilsuo insegnamento. Così, l’esigenza di ‘governare’il ciclo di vita utile delle costruzioni medianteazioni di manutenzione programmata da un lato, edi decostruzione predeterminata dall’altro, indiriz-za le sperimentazioni progettuali verso tecniche diconnessione tra elementi, finalizzate alla separabi-lità delle parti e dei componenti. Ne scaturisce, in primo luogo, lo scollamento

della parte strutturale dall’involucro e, successiva-mente, quale logica conseguenza, la progressivaaffermazione di tecnologie costruttive basate sul-l’aggregazione di elementi fissati alle strutture disupporto mediante connessioni meccaniche; tecni-che di assemblaggio ‘a secco’ che realizzano, indefinitiva, sistemi leggeri, elastici e, appunto, re-versibili. La loro matericità si esprime di normaprivilegiando l’utilizzo di leghe metalliche, legno esuoi derivati, plastiche e materiali di ultima genera-zione, in ragione, come afferma Roberto Bologna,«non solo della leggerezza quale presupposto dellafacile movimentazione degli elementi, ma anchedell’efficienza peso/resistenza» (Bologna, 2002). Matura, di conseguenza, un’importante tra-

sformazione dell’immagine stessa dell’involucro,il quale assume tratti architettonici e connotazionimateriali con elevati livelli di riconoscibilità dovu-ti proprio all’utilizzo di questo tipo di connessionie di espressioni materiche. Strutture modulari eprefabbricate, facciate ventilate, superfici captantienergia solare, curtain-wall, brise-soleil, diafram-mi fotosensibili, materiali riciclati, sono solo alcu-ne delle configurazioni materiali attraverso cui lesperimentazioni nel campo della reversibilità pren-dono forma, raffigurando nuovi orientamenti co-struttivi e, principalmente, una propria forte, rico-noscibile espressività architettonica. Un ventaglioorganico di possibili risposte tecniche alle nuove emutate esigenze energetiche ed ecologiche cheespone chi li adotta – in questo caso gli studenti –alla sola rischiosa tentazione di utilizzarle median-te trasferimenti acritici al proprio progetto, laddo-ve servirebbe viceversa un approccio singolare,basato sulla conoscenza approfondita della dimen-sione locale del contesto di intervento e delle con-seguenti modalità di funzionamento dei sistemi.Intorno agli anni ’70 e ’80, epoca a cui si fa ri-

salire la nascita del movimento, tale espressivitàveniva identificata con il termine ‘high-tech’ co-niato per identificare l’opera di una generazionedi grandi architetti come Foster, Piano, Rogers,Herzog, per citarne solo alcuni. Trascorsi alcunidecenni, oggi, in questo campo delle costruzioni,si registra una significativa variazione di indirizzotecnico, costruttivo e architettonico. La crisi eco-nomica degli anni 2000 ha infatti spinto versol’affermazione del principio per cui l’edificio so-stenibile in generale e reversibile in particolare,non debba (e non possa) necessariamente espri-mersi esclusivamente attraverso il linguaggio hi-gh-tech quanto piuttosto, in contrapposizione adesso, anche attraverso il recupero di tecnologiesemplici. Prendono forma così architetture appro-priate e compatibili caratterizzate dall’impiego dimateriali e tecnologie a basso costo. L’ideazionedi dettagli costruttivi più semplici ed economici el’utilizzazione di materiali poveri e spesso insolitiè un settore emergente nel campo della sperimen-

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Figg. 1-4 - LA CASA, Design for Sustainable Housing: architectural, construction principles and renders (students: G.Cassisi, I. Colombo and G. Grollino; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2014/15).

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tazione dei materiali e delle tecniche costruttive.Sul piano didattico il delinearsi di tali approcci‘low-tech’ rappresenta un significativo campo diricerca, un’opportunità creativa per molti studentiche sperimentano forme architettoniche inedite enuove espressività linguistiche. Per affrontare in modo adeguato queste nuove

mansioni e le peculiarità che ne discendono, è tut-tavia necessario che lo studente possa reperireinformazioni certe sui prodotti offerti dal mercato;solo così potrà raggiungere i propri obiettivi (valu-tazione delle opzioni tecnologiche possibili) edescriverli correttamente nel progetto (sotto formadi istruzioni sui materiali scelti e sulle modalitàd’impiego). Il problema è che queste informazio-ni, troppo spesso, sono limitate e parziali, soprat-tutto poco strutturate. Ed è per questa ragione cheappaiono oramai ineludibili processi di adattamen-to e rivisitazione dei principi normalmente utiliz-zati in campo formativo, primo fra tutti l’abbando-no dello statico nozionismo di tipo manualistico. Fino a qualche decennio addietro consolidate

regole dell’arte e una manualistica statica macapace di codificare bene quelle regole, consenti-vano di ottenere efficaci risultati didattici all’inter-no di un processo lineare di trasferimento sempli-ce dei saperi tecnico-materiali. Oggi questo stessoprocesso, nel ridefinirsi alla luce delle mutate esi-genze, non può certamente dirsi né semplice, nétantomeno lineare. In primo luogo, per l’ampiaofferta dei molti materiali ‘nuovi’ proposti dallaproduzione al sistema delle costruzioni, ma ancheperché i materiali della tradizione non sono più glistessi, per complessità e per prestazioni. Ne conse-gue che una qualsiasi soluzione tecnica è ormaidifficilmente definibile ‘conforme’; per le fonti dacui si acquisiscono le informazioni, per le presta-zioni attese, per gli esiti sul piano architettonico,tecnico, materiale (Nesi, 2008).Per evitare che l’insegnamento della disciplina

non consideri adeguatamente il peso specifico cheha oramai assunto l’innovazione materiale nelcampo del progetto reversibile, matura l’esigenzadi attivare il progressivo cambio di strategia for-mativa che Valeria Tatano ben sintetizza con l’ef-ficace slogan ‘dal manuale al web’ (Tatano, 2007).

Nessuna mitizzazione della ‘rete’ quale luogodove la facilità di reperimento dei dati possa esserescambiata per informazione e conoscenza. Per suanatura instabile e priva di regole, presenta tuttaviaindubbi vantaggi che derivano dal continuoaggiornamento e dalla ricchezza di fonti da cuiestrarre l’informazione tecnica che ci interessa.Bisogna poi avviare un processo di elaborazionedei dati, che è la conoscenza. «Dipende da noicivilizzare questa rivoluzione introducendo l’erosdel direttore d’orchestra, maestro o professore, chepuò e deve guidare la rivoluzione pedagogica dellaconoscenza e del pensiero» (Morin, 2015).Per quanto riguarda la seconda locuzione –

l’innovazione per il progetto – parallelamente ainuovi statuti del progetto si affermano nuovi stru-menti operativi. Tra questi, per le forti ricadutesulla didattica, alcuni appaiono particolarmenteesemplificativi. Il primo strumento è il ‘magazzino

virtuale’, termine mutuato dal settore commercialeche ben sintetizza l’enorme disponibilità di ‘pezzi’prodotti per il settore delle costruzioni tra cui sele-zionare quelli da assemblare nella propria speri-mentazione. Il progetto diviene così una sintesiarchitettonica estremamente complessa, fondatasull’integrazione costruttiva delle parti costituenti.Prodotti esistenti in commercio, questi ultimi, chenon lasciano spazio ad approssimazioni in quantoognuno di essi presenta uno specifico profilo,spesso unico, e dunque non mutuabile con prodottialtri, sia pur appartenenti alla stessa famiglia mer-ceologica. Una mole significativa di informazionida porre a confronto e da cui ricavare criteri perselezionare quello idoneo. Assodata la rinuncia al manuale, tali informa-

zioni tecniche vanno ricercate attraverso un rap-porto diretto con i produttori, avviando gli studen-ti alla comprensione e l’utilizzo dei manuali tecni-

Figg. 5, 6 - BAMBOOWALL, Design for Sustainable Housing: architectural, construction principles/reversibility princi-ples and checks mockup (students: F. Marino, V. Mazzei and V. Morrone; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2014/15).

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ci disponibili online, guidandoli nelle scelte e nel-l’utilizzo di rigidi criteri qualitativi, facendo loroacquisire i vincoli geometrico-dimensionali, co-struttivi, prestazionali e, infine, inducendoli astrutturare raccolte critiche di documentazionetecnico informativa sui principali materiali e com-ponenti utilizzati. Ne discende un processo elabo-rativo estremamente efficace sul piano didatticoche si completa solo grazie all’utilizzo di un altrofondamentale strumento: le verifiche da operarenel corso dell’intera progressione del processoideativo. La strategia della reversibilità presuppo-ne infatti un’innovazione di processo prima anco-ra che un’innovazione di prodotto: da un lato devepoter far affidamento sul patrimonio di risorse tec-niche e tecnologiche disponibili, dall’altro deveriferirsi al sistema produttivo. Le verifiche di cui si diceva riguardano essen-

zialmente le scelte di carattere costruttivo. Questepossiedono in sé un loro tendenziale livello di qua-lità attesa, dipendente in linea diretta dalle opzionimateriali, costruttive e tipologiche e la cui valuta-zione richiede attente verifiche dei singoli compo-nenti, ma anche delle loro prestazioni di correla-zione al fine di definirne quella con carattere dimaggiore compatibilità reciproca tra le parti. Sitratta di strumenti di controllo e interpretazionecostruiti con un approccio di tipo analitico; esem-plificazioni di ragionamenti grafici, descrittivi eprestazionali, che propongono soluzioni proget-tuali con l’obiettivo di consentire allo studente diricondurre il proprio progetto ad un ambito cultu-rale riconoscibile nella sua realizzabilità e rappre-sentatività architettonico-morfologica.Non esercizi formali privi di ricadute reali sul

progetto ma step di controllo e, in base agli esiti,di revisione della proposta, che si rende attuabile esi realizza principalmente grazie al diffuso utilizzoda parte degli studenti di strumenti informatici didisegno, simulazione e comunicazione. Sistemi diinteroperabilità quali il BIM per la gestione deimodelli costruttivi, di software specifici per laverifica del benessere illuminotecnico e delle pre-stazioni energetiche attese (software open source

scaricabili gratuitamente dalla rete, quali DIAlux,Docet, ecc.) ma anche strumenti avanzati di rende-rizzazione e di produzioni video (elaborato obbli-gatorio dell’esame finale). Il settore disciplinare della Tecnologia dell’Ar-

chitettura ha accolto queste istanze e le ha fatte pro-prie definendo precisi ambiti di ricerca e di applica-zioni didattiche. Le diverse scuole nel proporre ap-procci, spesso fortemente diversificati tra loro, nonhanno tuttavia consentito la declinazione di moda-lità certe e condivise per l’accompagnamento deiprocessi progettuali il che rende fondamentale lacostruzione di occasioni di confronto come lo è, indefinitiva, questo numero di Agathón. Condividererisultati conseguiti e competenze maturate dagli al-lievi consente infatti di riflettere sulla loro capacitàcritica di affrontare la complessità del rapporto trascelte materiali, tecniche, innovazione e linguaggicostruttivi contemporanei. Vi è poi una seconda ri-flessione che non attiene solo al ruolo dei formatoridelle future generazioni di tecnici e progettisti maanche alla necessaria maturazione di un rinnovatoatteggiamento da parte degli allievi. Da una parte, ildocente, troppo spesso demiurgo che avalla una so-luzione piuttosto che un’altra, poco propenso a ri-nunciare a tale ruolo in luogo di strumenti ed esem-plificazioni che guidino gli studenti ad un’afferma-zione di modalità virtuose di autovalutazione (veri-fiche in itinere). Dall’altra, gli allievi ai quali si de-vono richiedere e stimolare curiosità e ansia.Curiosità intellettuale e disciplinare che li

guidi, in autonomia, alla scoperta del saper fare, delcomprendere, del descrivere; e poi una sana ansiache generi la volontà di non accontentarsi, di rimet-tere sempre e comunque tutto in discussione, diessere pronti e consapevoli. È tempo, in sostanza,di una generale revisione critica non solo della cul-tura del progetto ma, con riferimento all’insegna-mento della disciplina (fatto che qui più interessa),anche delle modalità di trasmissione dei saperi.

ENGLISHThe concept of permanence has always been asso-ciated with a ‘traditional’ idea of architecture that

presupposes a continuum of ‘durable’ technicaland functional building values, but symbolic, cul-tural and historical too. Originally, on the otherhand, the concept of temporariness concernedalmost exclusively the building production thataimed to offer answers to housing needs that fol-lowed disastrous events. In the most recent historyof construction, the diffusion and subsequent root-ing of the culture of temporary habitability extend-ed to non-emergency one, work and social aggre-gation buildings, have progressively increased thelevel of diffusion finalizing the experiments for themore general affirmation of sustainable develop-ment and safeguarding non-renewable resources.

Reversibility, which constitutes the highestlevel of temporariness concretization, operativeapproaches with strong technical-constructivecharacterization expresses. In recent decades, thesocio-technical scenario has triggered a gradualrethinking of the traditional logics of building and,necessarily, of the plan disciplinary statute. Twomain paradigms concern temporariness. The firststates that the anthropic transformations mustpossess provisional nature characteristics so thatit is possible to allow restoration of the originalenvironmental conditions. Environment and terri-tory are the only permanent resources. They arethe only constraints of transformative activities.

The other paradigm has economic matrix.During the early 90s, Massimo D’Alessandroanticipated and well synthesized it. «The immea-surable values of the building areas in the modernmetropolis are forcing and determining, at thetime of planning, the length of a building’s lifethrough pure parameters of economic conve-nience. Thus, more and more frequently, startingfrom the most illustrious case of the Hong Kong &Shanghai Banking Corporation of Norman Foster(in which maintenance is calibrated on the fixedduration of building service life), we realize thatmany buildings published in architecture maga-zines are designed to last a few years, after whichit is more convenient to demolish them and rebuildthem – perhaps in another area – according tocharacteristics that are more responsive to thechanging needs of users» (D’Alessandro, 1994).

The building transforms its material and ar-chitectural image; it assumes the characters of anobject of use that records changes in taste; it tellsthe contemporaneity in an incisive way; it has itsown and predetermined life cycle which admits,for its constituent parts, regenerative recyclingprocesses from ‘cradle to cradle’ (McDonough,2003). Progressive affirmation of disposal princi-ples within the building construction processesderives from this. The transformation of the terri-tory according to the principles of reversibilitypresupposes the idea of demolition as an act al-ready planned by the design phase, involving theprinciples and assembly techniques. «... It alsoseems reasonable – claimed Kevin Lynch – to re-quest demolition plans for new buildings. Alreadynow, documentation plans are required, designersand contractors necessarily organize a construc-tion sequence proposal. Imagining its inverseadds only a small load. Also thinking in terms ofthe demolition sequence it will give an interestingcontribution to the design» (Lynch, 1992).

At the same time, the ongoing transformationsof the regulatory frameworks and, even more, theaforementioned requests are profoundly rewriting

Fig. 7 - BEELIVE, Design of a mobile classroom: architectural, construction principles/reversibility principles, portabi-lity and mockup (students: S. Brancati, G. Burgio and L. De Stefano; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2015/16).

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role and interests of contemporary designer. Theydirect their work towards experiments that take aspriority issues land consumption, energy emer-gencies, seismic safety, and circular economies.According to the Osservatorio Professione Ar-chitetto, new opportunities and new professionaloccasions are emerging. (Cnappc-Cresme, 2015)The segments associated with innovative activi-ties, connected to the same principles of re-versibility are growing, such us Urban Regenera-tion, Energy Technology, Retrofit, Facility Man-agement, Building Information Modelling, etc.They are changes in context and in the labourmarket that are reconfiguring cultural, technicaland operational boundaries of the relationshipbetween plan, built environment transformation,its teaching and the profile of designers educatedin the Architecture schools.

It is understood that, in agreement withRossana Raiteri theories, the school, first, must in-corporate and make such requests its own. Theschool itself will have to transform them into edu-cational drivers that direct the experimentation ofrenewed training processes aimed at the growth ofa generation of equally renewed professional fig-ures who will be entrusted with the task of facingand winning the strategic challenges of the comingyears. (Raiteri, 2014). From these challenges de-rive the training objectives assumed to instruct theexperiences of executive design carried out in re-cent years within the Laboratory of Executive De-sign set by the study poster for the fourth year ofthe Degree Course in Architecture, Architectureand Territory Department, dArTe, MediterraneanUniversity of Reggio Calabria.

In a renewed vision of built environment trans-formations and oriented to the experimentation ofknowledge aimed at learning the construction ofarchitecture, the laboratory has set itself and aimsto provide the student with cognitive tools andmethodologies for development and control ofplanning activities. It directs towards integrationand dialogue between materials, techniques, tech-nological innovation and information systemaimed at the execution of the architecture idea,placed in relation to draw construction elementsand, mainly, to transmit the instructions for theirassemblies. In this framework, the didactic pro-

jects elaborated (Figg. 1-20), degree test of cultur-al reasons affirmation and rooting, but of toolsand methods acquisition level too, focus on twogeneral issues, summarized in dichotomous form:- the plan for innovation, that is the cultural revo-lution impacting, in terms of repositioning andrethinking, on the current statutes that oversee theproject, to adapt decisional phases to the increas-ing complexity of execution.- the innovation for the plan, that is the affirmationof operating methods based on the use of innova-tive tools aimed at adequately supporting, on thetechnical-applicative level, the interconnectionsthat executive design process presuppose.

Regarding the first phrase – the plan for inno-vation – issues with strong theoretical characteri-zation emerge, as well as strong repercussions onthe reversible project training system. Theydescribe, better and more than others, the educa-tional transformations taking place. Firstly, cul-tural consolidation and the definitive affirmationof new requirements, new services requests, newexpected quality dimensions: from flexibility tomaintainability; from disassembly to transporta-bility; from recyclability to energy self-sufficiency.New issues until a few decades ago, today, theyare becoming indispensable characteristics of anintervention that is compatible from an environ-mental point of view. Furthermore, they have sig-nificantly transformed the project and its teaching.Thus, the need to manage constructions servicelife by means of maintenance actions programmedon one side, and of predetermined deconstructionon the other, directs the design experiments to con-nection techniques between elements, aimed atparts and components separability.

There is the separation of the structural partfrom the envelope and, subsequently, as a logicalconsequence, construction technologies based onthe aggregation of elements fixed to the supportstructures by means of mechanical connections areprogressively affirmed. Their materiality is normal-ly expressed by favouring the use of metal alloys,wood and its derivatives, plastics and materials ofthe latest generation, in reason, as Roberto Bolognastates, «… not only of lightness as a precondition ofthe easy handling of the elements, but also ofweight/resistance efficiency» (Bologna, 2002).

Figg. 8-10 - ROLLUP HALL, Design of a mobile classroom: architectural and construction principles/reversibility prin-ciples (students: N. Iraci and S. Mirone; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2015/16).

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adopt them – in this case the students – to therisky temptation to use them through uncriticaltransfers to their plan, where a singular ap-proach, based on an in-depth knowledge of theintervention context and the consequent modali-ties of systems functioning, would be necessary.

Around the ‘70s and ‘80s, a period to whichthe birth of the movement is traced, this expressionwas identified with the term high-tech coined toidentify the work of a great architects generationsuch as Foster, Piano, Rogers, Herzog , to namejust a few. After a few decades, in this field of con-struction, there is a significant change of techni-cal, construction and architectural address. Theeconomic crisis of the years 2000 has in fact led tothe affirmation of the principle that the sustain-

able building in general and reversible in particu-lar, should not (and could not) necessarily expressitself through the high-tech language but rather, asopposed to it, also through the recovery of simpletechnologies. So appropriate and compatible archi-tectures, characterized by the use of low-cost mate-rials and technologies, take shape. The creation ofsimpler and cheaper construction details and theuse of poor and often unusual materials is anemerging field in the research of materials experi-mentation and construction techniques. On the edu-cational level, the development of these low-techapproaches represents a significant field ofresearch and a creative opportunity for many stu-dents. In this way, new architectural forms and newlinguistic expressions will be able to experiment.

As a result, an important transformation ofthe envelope image mature. It takes on architec-tural features and material connotations withhigh levels of recognition due to the use of thistype of connections and material expressions.Modular and prefabricated structures, ventilatedfacades, solar energy capturing surfaces, curtainwalls, sun-blinds, photosensitive diaphragms, re-cycled materials, are just some of the materialconfigurations through which experiments in thefield of reversibility take shape. They representnew constructive orientations and, above all,their own strong, recognizable architectural ex-pressiveness. They represent an organic range ofpossible technical answers to the energy and eco-logical needs. However, they expose those who

Figg. 11-13 - E.F.F.E., Educational Farm For Everyone: sketches, architectural, construction principles/reversibility principles and checks (students: G. Baio and E. Manguso; tutors:M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2016/17).

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However, to face adequately these new tasksand peculiarities that derive from them, it is nec-essary that students certain information about theproducts offered by the market can find. Only inthis way will it be possible to reach their objec-tives (evaluation of possible technologicaloptions) and describe them correctly in the plan(instructions on chosen materials and on how touse them). The problem is that this information,too often, is limited and partial, above all not verystructured. Nowadays, for this reason adaptingand revisiting normally used principles in thetraining field, first the abandonment of the staticmanual notionalism, appear inescapable.

Today this same process, redefined in the lightof the changed needs, we cannot consider it neithersimple nor linear. In the first place, this is due tothe wide range of many ‘new’ materials proposedby the production to the building system, but alsobecause the traditional materials are no longer thesame, due to their complexity and performance. Itfollows that we can hardly define a technical solu-tion as ‘conform’ because of the sources fromwhich information is acquired, but in reason of thenew expected performances and architectural,technical and material results too (Nesi, 2008).

To avoid that the discipline teaching does notadequately consider the specific weight that hasnow assumed materials innovation in the field ofthe reversible project, the need to activate progres-sive change of the training strategy matures.Valeria Tatano calls this change ‘from the manualto the web’ (Tatano, 2007). No mythology of the‘network’ as a place where the ease of retrievingdata can be exchanged for information and knowl-edge. By its nature, it is unstable and devoid ofrules. However, it has undoubted advantages deriv-ing from the continuous updating and the wealth ofsources from which to extract the technical infor-mation that interests us. Then, we have to start aprocess of data processing, which is knowledge. «Itis up to us to civilize this revolution by introducingthe Eros of the conductor, teacher or professor,which can and must guide the pedagogical revolu-tion of knowledge and thought» (Morin, 2015).

Regarding the second phrase – innovation forthe plan – new operational tools are establishedalongside the new project statutes. Among these,some appear to be particularly exemplary for theirstrong impact on teaching. The first tool is the vir-tual warehouse, a term borrowed from the commer-cial sector that well summarizes the enormousavailability of pieces produced for the constructionsector. Thus, among all the products it will be pos-sible to select those to assemble in the project. Theplan becomes an extremely complex architecturalsynthesis. It will be based on the constructive inte-gration of the constituent parts. These commercialproducts, do not allow approximations as each ofthem has a specific profile, often unique. This pro-file is always different from other products, even ifthey belong to the same product family. In the mate-rial selection phase, it is necessary to compare asignificant amount of information from which toderive criteria to select the most suitable one.

Having renounced the use of manual, studentsmust research this technical information through adirect relationship with the producers. They willneed to be able to use technical manuals availableonline. Teachers will have to guide them in the useof strict qualitative criteria in the selection, mak-

Figg. 14, 15 - SPIRART, Multifunctional covered space: sketches, architectural, construction principles/reversibilityprinciples and checks (students: C. Giannino, V. Mauro and F. Vitaliti; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2016/17).

Fig. 16 - UMBRELLA, Multifunctional covered space: architectural, construction principles/reversibility principlesand checks (students: M. Mangiafico, C. Murace and A. Raciti; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2016/17).

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ing them acquire the geometrical-dimensional,constructive and performance material con-straints. Finally, the same teachers will have toinduce the students to structure critical collectionsof technical information documentation on themain materials and components used. Result is anextremely effective elaborative process on thedidactic level completed by the use of another fun-damental tool: the checks carried out during theentire progression of the ideational process. Thereversibility strategy presupposes a process inno-vation even before a product innovation. On theone hand, it must rely on the wealth of availabletechnical and technological resources. On theother, it must refer to the production system.

The aforementioned checks essentially con-cern constructive choices. They have their own ex-pected quality level and depends directly on thematerial, constructional and typological options.Its evaluation requires careful checks of the indi-vidual components, but also of their correlationperformances to define the one with a character ofbetter reciprocal compatibility between the par-ties. They are control and interpretation tools con-structed with an analytical approach. Examples ofgraphic, descriptive and performance reasoning,which propose design solutions. Their goal is toallow the student to bring his project back to a rec-ognizable cultural setting in its feasibility and ar-chitectural-morphological representativeness.

They do not constitute formal exercises with-out real repercussions on the project but they arecontrol steps. Based on the outcomes, students willhave to revisit their plan thanks to the widespreaduse of informatics tools for drawing, simulation

and communication: interoperability systems suchas BIM for the management of construction mod-els, specific software for the lighting verificationand expected energy performance (open sourcedownloadable software, such as DIAlux, Docet,etc.) but also advanced rendering and video pro-duction tools (required work of final examination).

The disciplinary sector of ArchitecturalTechnology has accepted these requests and hasmade them its own defining specific areas ofresearch and educational applications. However,the different schools in proposing approaches,often strongly diversified among themselves, didnot allow the declination of certain and sharedmodalities for the accompaniment of the designprocesses. This makes the construction of opportu-nities for comparison essential, as is ultimatelythis issue of Agathón. In fact, sharing resultsachieved and skills acquired by the studentsallows us to reflect on their critical ability to facethe complexity of the relationship between materi-al choices, techniques, innovation and contempo-rary building languages.

Then, a second reflection does not only con-cern the future generation trainers of designersbut also the necessary maturing of a renewed atti-tude on the part of the students. On the one hand,teacher, too often demiurge who endorses a solu-tion rather than another, unwilling to renouncethis role in place of tools and examples that guidestudents to a statement of virtuous methods of self-assessment (in progress checks). On the other, stu-dents to whom we must request and stimulatecuriosity and anxiety.

Intellectual and disciplinary curiosity should

guide them, independently, to the discovery ofknow-how, understanding, describing. Then ahealthy anxiety must generate desire not to be con-tent, to always put everything in question, to beready and aware. It is time, in essence, of a gener-al critical revision not only of design culture but,with reference to the teaching of the discipline(which is of particular interest here), also themodalities of knowledge transmission.

REFERENCES

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* MASSIMO LAURIA is Associate Professor at theDepartment of Architecture and Territory,Mediterranean University of Reggio Calabria. Heconducts research activities about themes of recov-ery and refurbishment intervention in modern andpre-modern existing buildings, Building Construc-tion, Maintainability. E-mail: [email protected]

Figg. 17, 20 - FEELS LIKE HOME, Multimedia room: architectural, construction principles and renders (students:L. Gugliotti, E. Lo Faro and M. Micali; tutors: M. Azzalin and T. Melchini; a.y. 2016/17).

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