La redazione del giornale porge ai lettori tanti auguri di ...1 l’alpone Autorizz. del Tribunale...

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1 l ’alpone Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 32 - N. 4 - DICEMBRE 2017 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane Pro Loco | San Giovanni Ilarione www.ilarione.it Anno 32 Nr. 4 Dicembre 2017 Saluto del Presidente Ritorna quest’anno, grazie all’impegno congiunto della Pro Loco, dell’Ammini- strazione comunale e di varie associazio- ni, la manifestazione “Natale Insieme”, un segnale importante che sottolinea lo sforzo comune di dar vita ad un modo nuovo, costruttivo e collaborativo, di creare momenti di incontro e di rifles- sione, ma anche di svago per i cittadini di San Giovanni Ilarione. Occhio quindi al calendario delle manifestazioni che ci terranno compagnia per tutto dicembre, feste comprese! Il clima gioioso del Natale non ci fa di- menticare di dare il saluto, personale ma anche penso di tutti voi, al nostro carissi- mo direttore Delio Vicentini, con il qua- le ho avuto l’onore di lavorare per tanti anni nel tenere in piedi quel piccolo “mi- racolo” editoriale che è il nostro giornale L’Alpone. La tristezza dell’addio non ci impedisce di sentirlo ancora fra noi, a so- stenerci con il suo sorriso e il suo esempio per continuare, pur fra le mille difficoltà, a fare de L’Alpone un punto di riferimen- to per la nostra gente, soprattutto per chi ci legge da lontano. Un grazie al nuovo direttore, Emilio Garon, che ha accettato questa piccola sfida di guidare il nostro periodico negli anni a venire. E un caloroso augurio a tutti voi da parte della Pro Loco, per un rinnovato impe- gno a servizio del paese. Il Presidente Franco Cavazzola FUSIONE: REFERENDUM CONSULTIVO DEGLI AVENTI DIRITTO DI VOTO NEI COMUNI DI SAN GIOVANNI ILARIONE E RONCA’ PER LA FUSIONE IN UN UNICO COMUNE DENOMINATO “VALDALPONE” DOMENICA 21 GENNAIO SEGGI APERTI DALLE ORE 7.00 ALLE ORE 23.00 Il conteggio dei voti viene fatto unendo i voti dei due comuni in un’unica somma finale. A DELIO, MAESTRO E AMICO Per 25 anni Direttore del nostro giornale Il messaggio più bello, nella sua sem- plicità, ce l’ha mandato una lettrice che nel farci le condoglianze giustifica- va così la sua scelta: “Ho pensato a voi come alla sua famiglia”. Proprio così: Delio ad ogni riunione di redazione ci accompagnava con quel suo inimitabi- le stile, fatto di pacatezza e di signori- lità, di competenza e di affetto che alla fine riusciva ad addolcire i contrasti e le tensioni che ogni tanto nascevano fra noi, richiamandoci se eravamo in ritardo con gli articoli, ma anche soste- nendoci nelle idee e nei progetti. Una famiglia, appunto. Delio è stato il nostro direttore per 25 anni e la sua presenza è stata talmen- te discreta che solo ora ci accorgiamo quanto fosse importante. L’avevamo festeggiato appena un anno fa, l’8 di- cembre scorso, con una targa che aveva ritirato commosso, e gli avevamo poi dedicato la notizia principale del giornale nel primo numero di quest’anno con uno spontaneo “Grazie Delio!”. Non pensavamo, a pochi mesi di distanza, di dover rinnovare quel grazie trasformandolo nel saluto finale ad uno che, per 25 anni, ci è stato saggio compagno di viaggio, ma più ancora amico e guida. In una sola parola: maestro, nella scuola come nella vita. Ciao, Delio! La Redazione de “L’Alpone” QUALCHE RIGA PER DELIO Per ricordare la figura di Delio Vicentini, direttore de L’Alpone scomparso lo scorso 5 ottobre, invitiamo i lettori a scrivere al nostro giornale quello che spontaneamente ciascuno si sente di dire a lui o su di lui. Il testo potrà essere di poche righe o anche uno scritto più lungo, senza però superare una pagina di word, carattere 12. Tutti gli scritti saranno raccolti in un apposito fascicolo che verrà pubblicato e presentato fra un anno, in una serata dedicata a Delio, animata dalla sua amata Banda “G. Verdi”. I testi dovranno pervenire alla nostra redazione entro il 1 luglio 2018 consegnando il file su pennetta (o anche scritto in maniera leggibile) ad un componente della redazione o inviandolo al seguente indirizzo mail: [email protected] Da questo numero de L’Alpone mi è stato affidato il compito di direttore. Ho rispo- sto all’appello che mi è stato rivolto con la voglia di svolgere questo ruolo non come figura di semplice copertura editoriale, ma cercando di portare, per quanto possibile, un contributo attivo. Nella sostanza non cambia nulla, visto che l’Alpone continuerà a fare quello che ha sempre fatto, occupandosi di associazioni, volontariato, personaggi, feste, cultura e territorio. Del resto il lavoro svolto in tutti questi anni lo dimostra, con merito di chi materialmente si spende per la propria co- munità. Dopo aver conosciuto gli amici della Pro Loco e della solida redazione ho capito che non ho nulla da insegnare. Ma molto da conoscere. Sono rimasto favorevolmente sorpreso dal dinamismo delle associazioni, dalla vivacità delle iniziative, dalla ricchez- za delle proposte culturali e sociali. L’Alpone è da anni un punto di riferimen- to per S. Giovanni Ilarione e gli altri paesi della vallata. E’ una soddisfazione per chi ci lavora, per chi ne è appassionato, per chi ama il proprio paese. Molto dipende dal loro impegno, tanto dipende dal vostro af- fetto e dalle vostre osservazioni. Fateci i complimenti quando ce li meritia- mo, criticateci quando lo riterrete oppor- tuno. E buona lettura. Emilio Garon IL NUOVO DIRETTORE DE “L’ALPONE”: EMILIO GARON ( foto Amato) La redazione del giornale porge ai lettori tanti auguri di Buone Feste! All’interno del giornale, a pag. 3, il calendario degli eventi organizzati dalla Pro Loco e dalle Associazioni di S. Giovanni Il. in occasione delle feste natalizie! Natale Insieme! 2 17 Natale Insieme! 2 17 SI NO

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    l ’alponeAutorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 32 - N. 4 - DICEMBRE 2017 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

    Pro Loco | San Giovanni Ilarionewww.ilarione.it Anno 32 Nr. 4Dicembre 2017Saluto

    del PresidenteRitorna quest’anno, grazie all’impegno congiunto della Pro Loco, dell’Ammini-strazione comunale e di varie associazio-ni, la manifestazione “Natale Insieme”, un segnale importante che sottolinea lo sforzo comune di dar vita ad un modo nuovo, costruttivo e collaborativo, di creare momenti di incontro e di rifles-sione, ma anche di svago per i cittadini di San Giovanni Ilarione. Occhio quindi al calendario delle manifestazioni che ci terranno compagnia per tutto dicembre, feste comprese!Il clima gioioso del Natale non ci fa di-menticare di dare il saluto, personale ma anche penso di tutti voi, al nostro carissi-mo direttore Delio Vicentini, con il qua-le ho avuto l’onore di lavorare per tanti anni nel tenere in piedi quel piccolo “mi-racolo” editoriale che è il nostro giornale L’Alpone. La tristezza dell’addio non ci impedisce di sentirlo ancora fra noi, a so-stenerci con il suo sorriso e il suo esempio per continuare, pur fra le mille difficoltà, a fare de L’Alpone un punto di riferimen-to per la nostra gente, soprattutto per chi ci legge da lontano. Un grazie al nuovo direttore, Emilio Garon, che ha accettato questa piccola sfida di guidare il nostro periodico negli anni a venire. E un caloroso augurio a tutti voi da parte della Pro Loco, per un rinnovato impe-gno a servizio del paese.

    Il PresidenteFranco Cavazzola

    FUSIONE:

    REFERENDUM CONSULTIVO DEGLI AVENTI DIRITTO DI VOTONEI COMUNI DI SAN GIOVANNI ILARIONE E RONCA’

    PER LA FUSIONE IN UN UNICO COMUNE DENOMINATO “VALDALPONE”

    DOMENICA 21 GENNAIOSEGGI APERTI DALLE ORE 7.00 ALLE ORE 23.00

    Il conteggio dei voti viene fatto unendo i voti dei due comuni in un’unica somma finale.

    A DELIO, MAESTRO E AMICOPer 25 anni Direttore del nostro giornale

    Il messaggio più bello, nella sua sem-plicità, ce l’ha mandato una lettrice che nel farci le condoglianze giustifica-va così la sua scelta: “Ho pensato a voi come alla sua famiglia”. Proprio così: Delio ad ogni riunione di redazione ci accompagnava con quel suo inimitabi-le stile, fatto di pacatezza e di signori-lità, di competenza e di affetto che alla fine riusciva ad addolcire i contrasti e le tensioni che ogni tanto nascevano fra noi, richiamandoci se eravamo in ritardo con gli articoli, ma anche soste-nendoci nelle idee e nei progetti. Una famiglia, appunto. Delio è stato il nostro direttore per 25 anni e la sua presenza è stata talmen-te discreta che solo ora ci accorgiamo quanto fosse importante. L’avevamo festeggiato appena un anno fa, l’8 di-cembre scorso, con una targa che aveva ritirato commosso, e gli avevamo poi

    dedicato la notizia principale del giornale nel primo numero di quest’anno con uno spontaneo “Grazie Delio!”. Non pensavamo, a pochi mesi di distanza, di dover rinnovare quel grazie trasformandolo nel saluto finale ad uno che, per 25 anni, ci è stato saggio compagno di viaggio, ma più ancora amico e guida. In una sola parola: maestro, nella scuola come nella vita. Ciao, Delio!

    La Redazione de “L’Alpone”

    QUALCHE RIGA PER DELIOPer ricordare la figura di Delio Vicentini, direttore de L’Alpone scomparso lo scorso 5 ottobre, invitiamo i lettori a scrivere al nostro giornale quello che spontaneamente ciascuno si sente di dire a lui o su di lui. Il testo potrà essere di poche righe o anche uno scritto più lungo, senza però superare una pagina di word, carattere 12. Tutti gli scritti saranno raccolti in un apposito fascicolo che verrà pubblicato e presentato fra un anno, in una serata dedicata a Delio, animata dalla sua amata Banda “G. Verdi”. I testi dovranno pervenire alla nostra redazione entro il 1 luglio 2018 consegnando il file su pennetta (o anche scritto in maniera leggibile) ad un componente della redazione o inviandolo al seguente indirizzo mail: [email protected]

    Da questo numero de L’Alpone mi è stato affidato il compito di direttore. Ho rispo-sto all’appello che mi è stato rivolto con la voglia di svolgere questo ruolo non come figura di semplice copertura editoriale, ma cercando di portare, per quanto possibile, un contributo attivo. Nella sostanza non cambia nulla, visto che l’Alpone continuerà a fare quello che ha sempre fatto, occupandosi di associazioni, volontariato, personaggi, feste, cultura e territorio. Del resto il lavoro svolto in tutti questi anni lo dimostra, con merito di chi materialmente si spende per la propria co-munità.Dopo aver conosciuto gli amici della Pro Loco e della solida redazione ho capito che non ho nulla da insegnare. Ma molto da conoscere. Sono rimasto favorevolmente sorpreso dal dinamismo delle associazioni, dalla vivacità delle iniziative, dalla ricchez-za delle proposte culturali e sociali.L’Alpone è da anni un punto di riferimen-to per S. Giovanni Ilarione e gli altri paesi della vallata. E’ una soddisfazione per chi ci lavora, per chi ne è appassionato, per chi ama il proprio paese. Molto dipende dal loro impegno, tanto dipende dal vostro af-fetto e dalle vostre osservazioni. Fateci i complimenti quando ce li meritia-mo, criticateci quando lo riterrete oppor-tuno. E buona lettura.

    Emilio Garon

    IL NUOVO DIRETTOREDE “L’ALPONE”:

    EMILIO GARON

    ( foto Amato)

    La redazione del giornale porge ai lettori tanti auguri di Buone Feste!

    All’interno del giornale, a pag. 3,il calendario degli eventi organizzati

    dalla Pro Locoe dalle Associazioni di S. Giovanni Il.

    in occasione delle feste natalizie!

    NataleInsieme!2017

    NataleInsieme!2017

    SI NO

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    Medjugorie. Sempre più persone, anche dalle nostre parti, ci vanno e la cosa – sia chiaro – merita profondo rispetto perché è frutto di scelte personali, sulle quali non si discute. Però in queste righe è giusto porsi qualche domanda. Una, ad esempio: quelli che tornano da Medjugorie, dove sono? Nel senso: in che cosa si traduce il fervore religioso che sicuramente un’esperienza del genere compor-ta? In giro si vedono chiese sempre più vuote, pochi fedeli abituali sempre più “stanchi” e ripetitivi e parrocchie che faticano per sopravvivere. Mi direte: la fede è un fatto personale, quindi molti che tornano da Medjugorie pregheranno meglio e di più. Bene, ma la fede può essere solo un fatto personale? Non c’è il rischio che si trasformi in un modo come un altro per pensare di più (e solo) a sé stessi? Così come per star meglio fisicamente si va una settimana alle Terme o in una SPA (centri benessere, palestre ecc.) a curare il corpo, altrettanto si fa con Medjugorie per curare i problemi dell’anima… Ok, stiamo esagerando, ma allora, popolo di Medjugorie, datevi da fare e aiutate questo povero mondo a cambiare un po’. Se non proprio il mondo intero, almeno il vostro paese, il vostro quartiere, la vostra contrada… Altrimenti, che fede è?

    D.B.

    DO

    DIC

    IRIG

    HE La maestra Carolina Zigiotto in Lovato, classe 1919 ed originaria di Vestenanova, si

    è spenta a luglio 2017, all’età di 98 anni suo-nati. Ha profuso la sua opera di insegnante elementare nei vari plessi scolastici di San Giovanni Ilarione, Castello, Cattignano, e nelle scuole del Comune di Vastenanova.Avendo sposato Cesare Lovato abitante in contrà Veschi di San Giovanni Ilarione, ve-niva da molti chiamata la “maestra Vesca” I suoi allievi più giovani sono ormai tutti over ’50. Un doveroso ricordo a lei che ha profuso la sua lunga esistenza nel campo dell’educazione.

    Gianni Sartori

    MAESTRA CAROLINA ZIGGIOTTO in Lovato

    Siamo ancora a metà novembre 2017 e possiamo dire che abbiamo concluso le attività di raccolta e di molitura delle olive, ed il troppo caldo e l’assenza di acqua hanno stremato anche una pianta robusta come l’olivo.Ad addolcire un po’ l’amaro per la perdita del prodotto, (vi è stato un calo medio del 50%), è che le olive erano sanissime e le rese sono state molto elevate; nella Valle d’Al-pone si è raggiunto e superato il 22%.Da un punto di vista chimico gli oli di quest’anno sono di ottima qualità, infatti l’acido oleico, il più importante grasso monoinsaturo all’interno dell’olio d’oliva, ha valori molti alti, supera il 76-77%.L’acido oleico è molto stabile alle alte temperature e porta benefici al nostro corpo, in effetti sembra che controlli bene l’ipertensione e che protegga il nostro sistema cardio-vascolare.Se agli oli di quest’anno mancano un po’ i profumi, i piccanti e gli amari sono invece ben evidenti e in ottimo equilibrio in bocca.La discussione sugli amari e sui piccanti dell’olio è un argomento sempre di attualità per la piacevolezza, ma va detto che queste sensazioni che percepiamo al palato sono i punti di partenza per definire se un olio può essere un toccasana per la salute. L’amaro e il piccante rivelano, infatti, la presenza di importantissimi composti dell’olio d’oliva, i polifenoli. I polifenoli sono degli antiossidanti naturali ed in quest’annata sono abbondanti, e pro-teggono le nostre cellule dai danni causati dai radicali liberi, dall’affaticamento fisico, dal fumo, dagli agenti inquinanti, dallo stress emotivo e fisico, dagli additivi chimici, dagli attacchi da virus e da batteri.Senza ombra di dubbio possiamo affermare che l’olio extra vergine d’oliva che si è pro-dotto in questa annata, anche se in quantità minori rispetto ad altre annate, è un vero e proprio “alimento-farmaco”, un nutraceutico, come direbbe qualcuno, e se abbiamo la fortuna di consumarlo certamente avrà effetti positivi sulla nostra salute.Parliamo ora del perché si è prodotto poco e, diciamolo subito, una delle principali cau-se è stato l’andamento climatico, molto caldo e con piogge inferiori del 50% rispetto a normali annate. Ripercorrendo le fasi in cui quest’anno si è sviluppata la pianta d’olivo, troviamo che la fioritura ha avuto inizio la settimana dal 12 al 18 maggio ed è continuata, in progressio-ne, sino a fine maggio, con una durata di 8-10 giorni. Nell’ultima settimana di maggio, i boccioli fiorali, si chiamano mignole, erano già ben disposte sui rami e si presentavano biancastri e ben rigonfi; il tutto faceva prevedere un’ottima fioritura, quindi tante olive. Nell’ultima settimana di fioritura, però, tutta la Penisola Italiana fu investita da un ven-to secco e caldo che sgonfiò i fiori, li fece prima ingiallire e poi, inaridire. Era facile vedere attaccati sui rami degli olivi i fiori con i loro petali rinsecchiti; ed era molto triste e deludente. Dopo l’allegagione, una parte delle olive anche con dimensioni di 3-4 mm, iniziarono a cambiare colore e disseccare, iniziando dal basso e salendo, poi, sino al picciolo; in bre-vissimo tempo l’olivina cadeva, o meglio cascolava. Il fenomeno cascola continuò per tutto il mese di luglio, rallentò un po’ in agosto e, an-che se con tono ridotto, continuò sino alla prima settimana di settembre. A conclusione, la cascola dimezzò la produzione di olive in tutta la Val d’Alpone, ma fu così anche un po’ per tutta l’Italia.Quello che abbiamo avuto poco è stata la Mosca dell’olivo, un dittero: le alte temperatu-re e l’assenza di piogge, ne hanno limitato di molto lo sviluppo e le popolazioni.A ogni buon conto il caldo e il secco non hanno impedito che la Mosca dell’olivo rag-

    giungesse le quattro generazioni complete; l’ultima è stata nella prima decade di novembre, quando le temperature

    erano ancora miti. Altro insetto dannoso, la Tignola dell’olivo, un lepi-

    dottero, ha avuto uno sviluppo disomogeneo: nella generazione a carico dei fiori, si sono avute poche

    presenze di adulti, mentre tra la prima e la se-conda settimana di giugno, vi sono state impor-

    tanti presenze di adulti, che è la generazione che crea danni alle piccole olive.Quasi assente è stata la Cocciniglia mezzo grano di pepe.L’Occhio di pavone, un parassita fungino, ha causato notevoli danni per la cadute di foglie in oliveti di fondo valle, dove mag-giori erano i ristagni d’umidità; poche le presenze di Piombatura e di Lebbra.Al momento prepariamoci per portare un po’ di concime agli olivi; si confida che la prossima stagione sarà migliore.Si aggiungono anche due consigli:• Chi ha olio in casa e non lo ha filtrato è bene che lo travasi prima di gennaio, così da

    togliere i depositi, la cosiddetta morchia, che potrebbe conferire odori e sapori sgradevoli.

    • L’olio d’oliva va conservato a temperature superiori ai 10°C; lasciarlo coagulare, quindi

    tenerlo a temperature inferiori ai 5°C, significhe-rebbe fargli perdere qualità.

    Enzo Gambin – Direttore AIPO

    UNA ANNATA OLIVICOLA DIFFICILEMA L’OLIO È MOLTO BUONO

    NOTIZIE PIU’ BREVIPER UN GIORNALE PIU’ INTERESSANTE

    Per una miglior razionalizzazione degli spazi e delle notizie, si informa che dal prossimo numero gli articoli da pubblicare non potranno indicativamente supe-rare la lunghezza di una pagina di word, salvo casi eccezionali appositamente concessi dalla Redazione. Si avrà così un numero maggiore di notizie ed un venta-glio più interessante di aspetti presi in considerazione e proposti ai nostri lettori.

    Chi entra nella biblioteca “Bonafin” noterà senz’altro un bell’angolo tutto dedicato all’ambito della cultura locale, in cui spiccano, accanto agli ormai mitici Libretti della Sagra, alcuni bellissimi scritti in dialetto nostrano firmati da una non ben identificata Joanna Basalta Inlaronia. Chi è mai questa “anguana”?, si domandano tutti. Anche noi de L’Alpone ce lo siamo chiesti e chiediamo lumi a chi ci possa dare informazioni, magari alla stessa Joanna, che possa farsi viva!

    CERCASI JOANNADISPERATAMENTE!

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    PRO LOCO di San Giovanni Ilarione

    82^ SAGRA DELLE CASTAGNEDal 5 al 9 ottobre si è svolta la tradizionale Sagra delle Castagne arrivata all’ottantaduesima edizione. Grazie al bel tempo che ci ha regalato uno splendido sole, la manifestazione si è rivelata un ot-timo successo: numerose le persone presenti lungo le vie del paese durante il sabato e la domenica pomeriggio e molti i giovani che si sono divertiti nel corso delle serate.Interessante, come ogni anno, la riunione della Coldiretti il giovedì sera, con il rinfresco a base di castagne e vin torbolin; affollatissime le serate del venerdì e del sabato con la discoteca in piazza, che ha fatto divertire e ballare i ragazzi di ogni età. La domenica pomerig-gio si è aperta con gli sbandieratori e i giochi dei ragazzi che hanno saputo far divertire il pubblico presente, facendo a gara per vincere le varie manche. Alla sera è ritornata la serata “Fashion Sunday” dedicata alla moda, con i negozi che hanno organizzato le varie sfi-late con loro abiti, alla musica che ha visto protagonisti ragazzi che hanno cantato, alla cultura con alcuni riconoscimenti assegnati a persone che si sono particolarmente distinte nell’ambito sportivo e letterario, e tanto ancora. Ma la sagra, naturalmente non poteva finire senza “il sagrin” con musica e ballo per tutte l’età! La sagra è stata dunque ancora una volta il momento di ritrovo del paese e la vetrina delle nostre associazione ma non solo: è stata anche l’occasione per vedere le nostre aziende presenti nelle piazze, pronte ad esporre i propri prodotti, dando così lustro alle proprie attività. L’appuntamento, a cui non si potrà mancare, è ora rivolto al prossimo anno. Lorenzo Gecchele

    Grazie all’interessamento di Luigi Coffele, salesiano ori-ginario della frazione Castello, la parrocchia di San Gio-vanni Battista ha intrapreso una nuova esperienza in collaborazione con l’associazione “Sulle Orme” onlus, una comunità attiva a servizio e in aiuto degli “ultimi”, ope-rante già da anni alla Fittà di Soave, del tutto autonoma e autogestita.La comunità ha come obiettivo fondamentale quello di far emergere il legame, ormai perduto, fra natura e uomo. In questa logica si comprende la volontà da parte dei vo-lontari di dar vita ad iniziative volte a rivalutare il dialo-go che da sempre esiste fra attività dell’uomo e rispetto per la natura, per una vita davvero integra, sana, piena-mente armoniosa e umana. Concretamente la comunità si autogestisce attraverso la coltivazione di orti sinergici, coltivazioni biologiche di erbe spontanee e officinali, al-levamento caprino e ovino. Partner dei suoi progetti sono l’azienda Vitivinicola Coffele di Soave, l’Azienda Erbe Ma-dre di Campiano e Altromercato “Le Rondini” di Verona. La comunità ha chiesto qualche mese fa l’utilizzo di alcuni terreni della Parrocchia di San Giovanni Battista Castello situati lungo la provinciale delle “rive”, attualmente in di-suso, per sviluppare delle attività che diano modo di crea-re attività sociali, volontarie e lavorative per la cooperati-va, in sinergia con la cittadinanza, vicina all’ambiente del quale facciamo parte. Con il suo motto “locale per il loca-le” l’associazione “Sulle orme” cura lo sviluppo di progetti micro in territorio locale per mantenere il tessuto sociale compatto e coeso; nello specifico caso, si tratterà di met-tere in atto un primo periodo di allevamento ovi-caprino e lo sviluppo di una piantagione in piccola scala di erbe officinali, con successiva creazione di un percorso didat-tico all’interno dei terreni, per mostrare la biologia delle piante e il come vengono utilizzate in medicina, cucina e usi vari. Senza negare la possibilità di sviluppare incontri culturali sul tema dell’ecologia e del sociale. La parrocchia ha accolto a braccia aperte questa iniziati-va, stilando un contratto di comodato d’uso gratuito della durata di 8 anni per i terreni e accogliendo anche inizia-tive di altro genere, come gli incontri con alcuni ragazzi che parlano della loro esperienza di comunità e del perché sono in queste strutture. Sicuramente l’iniziativa costitu-irà una modalità di apertura ad altre realtà solidali finora sconosciute ai più ma anche motivo di accoglienza verso le persone “ultime”, bisognose di aiuto.L’attività ha avuto il suo “battesimo” sabato 11 novembre con lo sfalcio dell’erba, svolto in collaborazione tra vo-lontari del gruppo “Quelli del lunedì”, della Parrocchia di Castello, e alcuni ragazzi della comunità “Sulle Orme”, dando inizio così alla prima fase di pulizia del bosco. A breve saranno liberate delle capre e pecore che faranno da “aspirapolvere” naturale per la pulizia di tutto il terreno e già la prossima primavera saranno avviati la semina e l’impianto delle erbe medicinali. Quindi, “in bocca al lupo” ragazzi e buon lavoro ad en-trambe le comunità

    Lorenzo Gecchele

    NUOVI ARRIVInella Comunità di Castello!

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    Piazza Colonna, 2 - 37035 San Giovanni Ilarione (VR)Tel./Fax 045 6550671 - Cell. 348 3549869

    [email protected]

    Piazza Grande, 33 - 41100 ModenaVia Giorgio Giulini, 3 - 20123 Milano

    Via Alpone 13/1, San Giovanni Ilarione - Vr

    Tutti lo conoscono a San Giovanni Ilario-ne: Giancarlo Salgarolo, forse meglio co-nosciuto come Carlo, l’autista che per 33 anni ci ha portato con il pullman dell’allo-ra APT in giro per l’Est della provincia, ed ha accompagnato a scuola una generazio-ne di studenti.Giancarlo, classe 1937, è stato decisamente un lavoratore precoce: aveva poco più di 14 anni e già lavorava a spaccare sassi e cari-care calce in zolle nella fornace del padre Cesare situata vicino all’Alpone al ponte del Mangano. Era un lavoro duro, che Car-lo svolgeva con grande impegno: il padre di lui diceva che lavorava per tre persone!Purtroppo la produzione della calce nel 1956 comincia ad andare in crisi, ed allora Carlo va in Francia come lavoratore sta-gionale in agricoltura a zappare le barba-bietole. E’ un lavoro molto duro che svol-gerà per 3 anni fino al 1958, quando non ritornerà a casa e deciderà di rimanere in Francia dove metterà su famiglia. Nel 1959 sposerà Giuliette Zolyniak, da cui nascerà presto il primo figlio Patrik.Grande appassionato di motori, già dal 1958 aveva conseguite le più grosse parenti italiane, e nel 1960 anche la patente fran-cese; ora la sua nuova attività è diventata quella di trattorista.La sua avventura all’estero finisce nel no-

    vembre 1962, quando rientra in Italia: la moglie era in dolce attesa di Daniela, la prima figlia. Mi dice che la nostalgia per l’Italia e per la sua famiglia lasciata a casa è sempre stata molto grande, ed appena ha potuto è tor-nato alle sue origini.In Italia ha continuato a fare il camionista, conducendo autotreni con varie destina-zioni: da Bolzano a Napoli.Poi arriva finalmente il 3 agosto 1963, quando viene assunto all’APT di Verona, dove lavorerà ininterrottamente fino alla meritata pensione, e cioè il 13 dicembre 1996.Oltre al servizio di linea svolto durante la settimana, mi racconta che alla APT la do-menica faceva spesso servizio fuori linea, portando in viaggio i turisti.Attualmente lavorano ancora in ATV, (la denominazione attuale della società APT), sia il figlio Patrik che Mario Burato, il ge-nero (marito di Jessica la seconda figlia). Mi dice che la prima volta si è sposato troppo giovane, era il 1959 e non aveva an-cora 22 anni, mentre la seconda volta, nel 2015, si è sposato troppo tardi!Gli chiedo se ha avuto incidenti in tutti gli anni di attività come conducente di pul-lman.Mi dice che sono stati tutti incidenti di lie-ve entità, ma quello che lo ha rattristato, umiliato dice lui, è stata quella volta che il pullman è rimasto senza aria ai freni ed è andato a fermarsi contro la vecchia farma-cia di San Giovanni Ilarione, ma senza fare danni di rilievo.E dalla Francia ricorda qualcosa che ci vuole raccontare? Ci dice che ha rischiato di farsi licenziare perché si era rifiutato di cambiare il suo trattore, nuovo e più efficiente, con il trat-tore di un suo collega, più vecchio e più scadente: una impennata di orgoglio che ha rischiato di costargli il posto di lavoro.Mi fa notare che le sue due mogli sono en-trambe polacche: ma la prima, Giuliette, è nata in Francia mentre la seconda, Anna Maria, è nata in Polonia…Gli chiedo una sua foto da pubblicare sul nostro giornale, e volentieri mi presta un magnifico ritratto eseguito da Natalia, una sua nipote polacca.A nome del nostro giornale ringrazio Giancarlo per la sua cortesia e la disponi-bilità che mi ha dimostrato.

    Angelo Pandolfo

    GIANCARLO SALGAROLO80 ANNI MAGNIFICAMENTE PORTATI!

    Clelia Gecchele in Marchetto, attorniata da uno stuolo gioioso di parenti e cono-scenti che l’hanno festeggiata per i suoi 90 anni di vita. Un augurio anche da parte dei lettori de L’Alpone!

    I coscritti del 1947 in gita sul lago di Iseo: 70 anni ben portati, ma soprattutto sempre allegri!

    COSCRITTI ANNO...

    Giornata veramente densa di soddisfazioni il 14 ottobre u.s. per i neo sessantacin-quenni coscritti 1952. Dopo una “corposa” visita ad una cantina in Motta di Livenza in mattinata per approfondire la conoscenza dello “ spirito di…vino” , eccoli sorridenti ed allegri a Cortellazzo, per una abbuffata di pesce. Facce giovanili, allegre e sorri-denti, dimentiche dei problemi. E, per cortesia, non chiamateli vecchi, non lo sono proprio!!!

    Gruppo di coscritti anno 1937, dopo la celebrazione del 9 settembre 2017 in Santa Ca-terina in Villa in ringraziamento degli ottant’anni vissuti e fiduciosi nell’aiuto divino fino al termine del cammino per giungere serenamente a Lui.

    1937

    1947

    1952

    E sono 60! I coscritti della classe 1957 hanno festeggiato l’importante traguardo rag-giunto con la messa e la successiva cena al Ristorante “Tregnago 1908”, accompagnati da buona musica e dal cabarettista “Iani”.

    1957

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    Una figura secca, quasi sbozzata con il col-tello, magra e dal tratto nervosa, a volte ascetica e che ricorda l’immagine di qualche profeta dell’antico testamento, occhi profon-di e penetranti, una voce bassa e potente, che non necessita di microfono: questo è padre Giuseppe Fochesato, nostro concittadino tornato, dopo un lungo apostolato al servizio di Dio, alla casa paterna in via Faggiani, ove è nato il 29 luglio 1936.Papà Giovanni Battista è un piccolo proprie-tario terriero, poche spanne di terra lavorate con grande impegno e meticolosità, per po-ter strappare dalla terra il massimo frutto al fine di poter mantenere e sfamare la nume-rosa prole che ha messo al mondo con la mo-glie Brigida Rossi. Nella piccola casa, infatti, sgambettano i figli Benedetto, Giuseppe, Marcello e Angelo; c’era anche una bambi-na, stroncata, purtroppo, in tenera età dalla pertosse nel 1941. Per fortuna nella vicina miniera di carbone di Motto Faggiani c‘è possibilità di lavoro e qui papà Giovanni Battista per 10 lunghi anni alterna il lavoro dei campi , portando a casa i sudati soldi per assicurare il pane, o meglio la polenta, alla famiglia. C’è tuttavia in famiglia una grande fiducia in Dio, l’amo-re, l’onestà e un grande senso di partecipa-zione e di condivisione. Il piccolo Giuseppe frequenta la 1a elemen-tare in Villa, poi a Nogarotto ed infine torna nel capoluogo per la classe quinta. E’ uno scolaro nella media, intervalla l’impegno dei compiti per casa con la penna lapis (…ma-tita) e poi con la penna con il pennino da intingere nel calamaio posizionato in alto sul banco e che lascia le sue tracce indelebili di macchie sui quaderni, con il portare al pa-scolo le mucche nel pomeriggio o dare una mano nei campi. La guerra non porta grandi sconvolgimenti nella sua contra’, ma quanta paura dei Tedeschi e delle Camice Nere; ha ancora ben nitido il ricordo dell’incendio di Vestenanova e l’eccidio al Fusa di Castello. Quanti lutti alla fine, quanti morti da pian-gere e ferite da rimarginare, torti da dimen-ticare. Per fortuna tutto passa, la gente di-mentica e guarda al futuro. Anche il piccolo Giuseppe comincia a pensare al proprio. La sua vita non è per nulla diversa da tanti altri coetanei, se non fosse per quel suo desiderio intimo di voler studiare ed elevarsi. Il mon-do circostante gli è troppo stretto. Ed ecco la svolta, l’incontro con Francesco Lovatin, originario dal Nogarotto e già militante nel-le file degli Scalabriniani, che gli spalanca le porte di un mondo nuovo ed allettante.

    Parte allora, il 12 ottobre 1948, alla volta di Bassano del Grappa, dai padri Scalabriniani. La vita di collegio non è semplice, soprattut-to per chi è abituato a correre e scorrazzare per i campi, con una disciplina degna della migliore caserma di punizione, che adesso sembra assurda, ma allora in vigore presso tutti gli Istituti religiosi. E poi la nostalgia di casa, specialmente la sera… Qui frequenta i tre anni di scuola media, per poi passare a Rezzato-BS ed infine a Cermenate-CO per le prime classi del liceo classico. Il noviziato è a Crespano del Grappa, nel 1955/56, ultima tappa è a Piacenza per terminare il liceo e poi lo studio della teologia. Corona il sogno sacerdotale il 17 marzo 1962. Il papà è già morto e la mamma giunge purtroppo, a cau-sa di un guasto meccanico della macchina sulla quale viaggiava, a cerimonia finita. E’ una fitta al cuore per il novello sacerdote, ma non fa niente, adesso è un testimone diretto di Cristo, un operaio pronto in prima linea a testimoniarLo e a portare agli altri il Suo messaggio di amore e di salvezza. Due gior-ni dopo, il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, la S.Messa solenne a Castello, con il parroco don Damiano Andriolo. Bello ritrovare i pa-renti, salutare gli amici d’infanzia, rivedere i luoghi della prima giovinezza. I superiori lo destinano al servizio prima degli emigranti italiani in Brasile e poi, quando questi social-mente si sono affermati, al servizio di tutti gli emarginati e i bisognosi. Deve imparare una lingua nuova, c’è una mentalità diversa, si fa catechesi negli ospedali, tra gli amma-lati, tra i diseredati, tra gli ultimi. Sono sei lunghi anni senza tornare a casa in Italia, senza rivedere la famiglia. Dal 1962 al 1964 è cappellano a Santo André /stato San Paulo, dal ’64 al ’66 a Rudge-Ramos, sempre nello stesso stato, ed infine dal ’66 al ’68 eccolo a N.S. do Rocio, stato di Curitiba-Paranà. In-tanto è terminato il Concilio Vaticano II, che ha dettato nuove direttive in campo di fede e di catechesi. Don Giuseppe rientra in pa-tria nel 1968 e, dopo aver visitato la famiglia, eccolo a Roma per uno stage di formazione della durata di un anno. Si studiano i testi del Concilio per meglio conoscerli e per capire cosa poter fare per portare meglio il messag-gio di Cristo alla gente. Il missionario deve sempre trovare il modo migliore per propor-re Cristo come modello, come via di salvezza. E’ un anno intenso e ricco di motivazioni. In quel periodo si presenta nella congrega-zione il problema di una forte presenza di giovani portoghesi emigrati in Francia per sfuggire alla dittatura e alla guerra nella

    propria patria. Serve un missionario che li accompagni e li segua. E chi meglio di don Giuseppe Fochesato ha le carte in regola per poterlo fare? Conosce bene la lingua porto-ghese e già in precedenza aveva espresso il desiderio di andare in Francia. Accoglie di buon grado la proposta, tuttavia i problemi non mancano. Bisogna imparare la lingua francese e risolvere qualche disguido con il clero locale. E’ accettato di buon grado dai Portoghesi nelle Y velines, ma c’è difficoltà verso il mondo operaio. Il prete viene visto sempre dalla parte dei padroni e certi prece-denti nella storia sono difficili da sradicare. Qui, dopo dieci anni, la congregazione lo segnala per la guida di una parrocchia a St. Joseph (Parigi). Vi rimane per altri 12 anni e nel tempo libero frequenta l’Università all’Institut Catholique de Paris (ISPC) e consegue la laurea divenendo “Maitrise en théologie”. Si riscopre un nuovo modo di vivere, di comunicare con le persone, la pa-storale deve scendere dagli alti gradini per vivere i problemi della gente, per poterla in tal modo contattare. Si impara come parlare ai genitori, alle famiglie cristiane senza mai ergersi a giudice, si impara come parlare ai bambini ed educarli nei principi cristiani. Grande importanza viene data alla prepa-razione ai Sacramenti, in special modo alla Cresima. Al termine della preparazione don Giuseppe invita ogni ragazzo a scrivere una lettera al Vescovo e a Cristo, spiegando loro il perché si chiede la Cresima e in che cosa ci si impegna. La Confessione: ascoltare la lettura del Vangelo, confessare la pro-pria fede, esporre le proprie mancanze e poi i propri impegni per l’avvenire. Dopo i tre anni di università esce con un’idea ben precisa: perché ad accettare il messaggio di Cristo c’è tanta difficoltà nella gente? Che cosa c’è da cambiare nel modo di viverlo e di portarlo agli altri? Si sono rivisti i testi, gli ultimi trattati di psicologia e sociologia e si è riscoperta anche la ragione di essere preti. Durante le vacanze nel 1980 all’università di Lisbona consegue il diploma in lingua e cultura portoghese. Dal 1980 al 1983 è Su-periore Provinciale degli Scalabriniani per la Francia, il Belgio, il Lussemburgo e il Por-togallo. Una grande responsabilità che il no-stro protagonista vive con umiltà, impegno, ascolto delle necessità degli altri. Dal 1990 al 2000 è parroco a Carrières/sur/Seine (Y velines) e dal 1999 al 2000 è pure Decano del settore“Houilles-Carrières-Sartrouville”. Stacca un po’ l’impegno dalla Francia nel 2000/2001 per uno stage di lingua inglese

    e cappellano dei migranti di lingua italiana, francese e portoghese a Città del Capo-Sud Africa, ma vi ritorna dal 2001 al 2009 come parroco della Ste Famille (Villeurbanne) e cappellano dei migranti portoghesi della diocesi di Lione, per poi chiudere la sua testi-monianza come missionario e come parroco a Pierrelaye, diocesi di Pontoise (Val d’Oise). Nelle parrocchie non ci sono solo Francesi o Portoghesi, ci sono tanti emigranti dall’Afri-ca. E’ una grossa difficoltà la convivenza, un grosso sforzo la condivisione. Don Giuseppe dà fondo a tutte le sue energie e alle sue idee per dare a tutti un ideale comune di fratel-lanza, di condivisione. Organizza la festa dei popoli, con le tematiche da approfondire ogni anno, si compone un inno da cantare condiviso. L’apporto economico viene dalla Diocesi ed in parrocchia sono i laici che cu-rano il settore economico. Si cerca di vive-re una vita cosmopolita, come cittadini del mondo rispettosi delle leggi del paese ospi-tante. Dura tutto fino al 2015, poi chiede un anno sabatico e rientra in famiglia con una piccola macchina e una piccola pensione, in casa del fratello Benedetto. Rivive il contatto con la gente locale, ritorna ai propri sogni di bambino, rivede un paese trasformato e si mette a disposizione delle parrocchie locali in piena umiltà. E’ molto richiesto a Vestena-nova, dove due preti debbono seguire sette parrocchie, c’è tanto lavoro e spazio per tutti. Qui don Giuseppe si sente ancora attivo, an-cora in grado di dare tanta disponibilità e te-stimonianza grazie alla sua cultura e alla sue esperienza. Viene chiamato a volte anche a San Giovanni ed allora si fa trovare sempre pronto ad ogni necessità, anche se a volte è difficile accettare il non riconoscimento di quello che hai imparato e puoi trasmettere. Dopo certe celebrazioni è gratificante sentir-si dire: ho capito finalmente questo!Una domanda diretta : - Un giudizio su que-sto papa (papa Francesco)? - che ottiene una risposta altrettanto diretta: “ Finalmente! È il papa che ci voleva, viene fuori dall’Euro-pa, ha mentalità cosmopolita, è di origine immigrata, conosce ed ha la vicinanza con il popolo che soffre, perché ha vissuto e vive la medesima sofferenza”. Don Giuseppe non si è mai pentito di essere prete ed anche noi siamo contenti di averlo tra noi, a testimo-niare con la propria vita ed il proprio impe-gno il messaggio e la parola di Cristo.

    Gianni Sartori

    PADRE GIUSEPPE FOCHESATO, IL CORRIERE DI DIO

    Gita dei pensionati davanti al santuario della Madonna delle Grazie a Motta di Li-venza. I pensionati hanno visitato anche Oderzo, centro con siti di resti Romani, e Portobuffolè, incontrando anche il sindaco di questo comune che ha apprezzato la nostra visita perché anche lui in passato aveva fatto visita a San Giovanni Ilarione, rimanendo colpito dal nostro comune. Bella giornata, trascorsa in allegria e a mezzo-giorno abbiamo potuto gustare un ottimo pranzo!

    Maria Posenato ci invia la foto fatta durante la festa a sorpresa orga-nizzata per i genitori che hanno festeggiato 50 anni di matrimonio!

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    L ' A M M I N I S T R A Z I O N E C O M U N A L E I N F O R M A

    LA PAROLA ALLA MINORANZA

    NOTIZIE IN BREVENUOVA ASSISTENTE SOCIALE

    Si porta a conoscenza degli utenti che in seguito a dimissioni, è arrivata la nuova assistente sociale dott.ssa Maria Antonella Matranga. La stessa riceve il martedì dalle ore 16 alle ore 18; il giovedì dalle 9 alle 12.

    NUOVO CENTRO PRELIEVIA breve partirà il nuovo centro prelievi con delle importanti novità e miglioramen-to del servizio: 1. Apertura ogni giovedì mattina; 2. Prenotazione direttamente il mattino del prelievo; 3. Esito per Comadin ritirabile già in mattinata; 4. e non ultimo per importanza, servizio su base volonta-ria senza costi per il comune; 5. Prelievo eseguito da personale specializzato (infer-mieristico – medico). Ringrazio quindi per la caparbietà l’associazione ANTEAS VO-LONTARIATO SOCIALE con il suo Pre-sidente Provinciale Augusto Gambaretto e i numerosi volontari di San Giovanni Ilarione che si assumono questo prezioso e importante incarico.

    CORSO DEFIBRILLATORENel mese di ottobre si è tenuto un corso per l’utilizzo del defibrillatore (ve ne sono più di uno posizionati in centro paese); a parteciparvi in particolare esercenti e commercianti del centro. Corso organizza-to dalla C.R.I., responsabile Riccardo Re-gazzin, supportati dall’Assessore Simone Burato.

    APPALTOTRASPORTI SCOLASTICI

    E’ stato aggiudicato l’appalto triennale per il servizio di trasporto scolastico. La dit-

    ta vincitrice è la CSSA soc. coop. a r.l. La stessa ditta effettua attualmente il servizio a Montecchia di Crosara e Chiampo. Gra-zie alla “clausola sociale” gli attuali autisti potranno proseguire il loro lavoro con la nuova ditta evitando disagi per gli utenti. L’aggiudicazione è avvenuta con uno scon-to sulla base d’asta del 16,10%. Il servizio della nuova ditta inizia da gennaio 2018.

    PULIZIA DELLE STRADECome già nei passati anni, anche quest’an-no ad ottobre, il gruppo Sagra di Catti-gnano ha effettuato pulizia e sistemazione delle canalette di scolo stradali e dei cigli. Hanno partecipato una ventina di volon-tari con finale in amicizia (pan, salame e vin bon, …)

    APP MUNICIPIUMRicordiamo che la APP è in continuo svi-luppo e aggiornamento: inserimento di nuove notizie, nuove funzionalità. Se non l’hai ancora fatto, scaricala da App Store, Play Store.

    LAVORI PUBBLICIE ASFALTATURE

    Per il 2018 sono previsti interventi di ma-nutenzione/bitumatura di strade comu-nali per un ammontare di circa 150.000 euro: si porrà attenzione ai tratti maggior-mente deteriorati.

    FRANESindaco e tecnico comunale sono andati a “batter cassa” in Regione al dipartimento di Protezione Civile. Oltre ad aver ricevuto i complimenti dai dirigenti regionali per i lavori già eseguiti nei tempi assegnati, si è fatto il punto sui due cantieri in corso di rendicontazione ed esecuzione (via Cere-

    ghini e via Nebiotti). Si è ottenuta dispo-nibilità per inoltro di richiesta del finan-ziamento di altre due frane e precisamente via Mazzasetti e via Risorgimento (zona pubblica dietro ad abitazioni). Siamo fi-duciosi di ricevere l’ok ad inizio 2018 con nuovi riparti di fondi.

    PRIMO INTERVENTOMARCIAPIEDE VIA

    RISORGIMENTODopo 7 anni dal dissesto, si è ini-ziato a sistemare i tratti di marciapie-de cadenti in via Risorgimento: un piccolo segnale nel senso dell’attenzio-ne alle piccole cose che però, secondo noi, sono importan-ti.

    PARCOSCUOLEMEDIE

    E’ stato completa-mente sistemato con la potatura e il taglio di alcune piante il parco del-la scuola media M. Marcazzan. Si è poi proceduto all’im-pianto di nuove piante di tiglio. An-che nella scuola di Castello sono state

    messe a dimora tre nuove piante.

    PROROGA TERMINIACCORDO PER ROTATORIA

    A SUD DEL PAESECon delibera di giunta si è concessa una proroga al privato che si è impegnato alla costruzione della rotatoria (strada provin-ciale – accesso sud del paese) in cambio della possibilità di costruire su un suo ter-reno privato. L’accordo del 2012 è scaduto a giugno di quest’anno. Vista l’importanza dell’opera si è concessa una proroga di 48 mesi.

    PROROGA CONVENZIONE GASTROFILI

    Si è assegnata una proroga fino al 31.01.2018; nel frattempo si sta concor-dando ulteriore convenzione che vada a coprire un lasso di tempo lungo in quanto il gruppo intende montare sul fabbricato un importante telescopio (unico in veneto – privato) che renderà la sede “osservato-rio astronomico” come già previsto in leg-ge regionale.

    MURO DI SOSTEGNOPIAZZA DELLA CHIESA

    Grazie alla col-l a b o r a z i o n e della Parroc-chia si è potuti intervenire per “blindare” il muro fra piaz-za della Chie-sa e Piazza del m o n u m e n t o (zona campa-nile). Non vi è più quindi il pericolo che lo stesso cada

    provocando rischi e danni ingenti.

    PER LA RINASCITA DEL TUO PAESE LEGANORD - CONCRETIZZIAMO

    Stiamo notando, in questi giorni, molto fermento, sia sui social che per le strade e piazze del paese, riguardante la tematica “Fusione San Giovanni Ilarione – Roncà”, in vista del referendum previsto il 21 gennaio 2018. La scelta, a suo tempo, di dare la possibilità di decidere ai cittadini dei due Comuni per la costituzione del Comune “Valdalpone” è stata presa non alla leggera, ma alla luce della situazione economica non certo rosea che ab-biamo avuto modo di constatare sulla nostra pelle, durante l’amministrazione separata dei due Comuni negli ultimi anni. Siamo orgogliosi di dare l’opportunità di decidere e scegliere ai cittadini, e ci impegneremo al massimo, nel tempo che ci separa alla data del referendum, per poter informare il più possibile circa cosa la fusione potrebbe compor-tare per il futuro del nostro territorio. Raccomandiamo ai cittadini Ilarionesi di arrivare a tale data il più informati possibile, documentandosi e partecipando alle serate infor-mative, per non avere poi alcun rimpianto e per avere la consapevolezza di aver deciso avendo tutti gli elementi necessari per una decisione corretta e serena.Come prima informazione vi lasciamo un dato molto importante, che è stato motivo di varie discussioni in questo ultimo periodo.Il seguente dato è stato fornito dagli uffici di ragioneria dei due comuni.

    Il Gruppo consigliare di minoranza desidera formulare a tuttii migliori auguri di Buone Feste!!

    Marco BeltrameDavide Giovanni Creasi

    INFORMARSIPER UNA SCELTA CONSAPEVOLEI Consiglieri Comunali Nadia Bevilacqua e Lorenzo Gecchele, riconfermando il loro “NO

    ALLA FUSIONE”, sostengono e ripropongono quanto pubblicato a dicembre 2016 nell’arti-colo dell’Alpone a sostegno dell’UNIONE DEI COMUNI e NON ALLA FUSIONE

    NO PERCHÉ:• Manca la vicinanza e la continuità fisica del territorio che invece si realizzerebbe COMPRENDENDO L’INTERO FONDO VALLE DELL’ALPONE, includendo quindi almeno i Comuni di Montecchia di Crosara e di Vestenanova, non essendo sufficienti a giustificare la scelta votata dal precedente Consiglio Comunale, i pochi metri di confine fra i due Comuni, nel bosco in Calvarina.

    • Moltissimi nostri compaesani dimostrano stupore , sorpresa e incapacità a motivare una scelta tanto importante e preferirebbero, almeno inizialmente, forme di collabora-zione tra i quattro Comuni della Vallata, SENZA ARRIVARE ALLA CANCELLAZIO- NE DEL COMUNE DI ORIGINE• La fusione così come ci è stata proposta si presenta miope ed irrazionale, senza respiro, poiché NON CONSIDERA LA DISTRIBUZIONE ABITATIVA DELLE REALTA’ CO-MUNALI, suddivise in numerose frazioni, contrade e borgate di case sparse. Non tiene conto delle necessità dei cittadini che abitano in questi luoghi e che non godranno di alcun beneficio; non è difficile del resto capire che dalla sommatoria di due realtà, ter-ritorialmente parcellizzate, potranno derivare solo minori servizi e minori risposte alle difficoltà esistenti: quindi maggiori problemi...

    • Lo studio di fattibilità per la fusione dei Comuni, così come proposto dalla precedente Amministrazione Comunale, dimostra tutta la sua aridità politica, poiché manca di mo-tivazioni condivise da e con i cittadini, con le organizzazioni di categoria, con le associa-zioni e col volontariato che non sono stati prima coinvolti ed interessati. Manca in defi-nitiva l’anima, l’essenza stessa delle volontà e delle scelte tanto coinvolgenti ogni aspetto del vivere quotidiano di due Società Civili oggi distinte. L’INTERA CITTADINANZA E’ STATA ESCLUSA DAL PROCESSO COSTITUTIVO di una nuova istituzione che ci vedrà tutti coinvolti !!! E non si venga a dire che i cittadini si esprimeranno democrati-camente col referendum. Non basta. In una materia tanto impegnativa ed importante, la partecipazione attiva e propositiva dei cittadini singoli ed associati ha titolo e diritto di manifestarsi liberamente prima del voto referendario.

    • E’ UN SACROSANTO DIRITTO CONOSCERE IL NOSTRO FUTURO PRIMA DI DECIDERE !!!

    I Consiglieri Comunali: Nadia Bevilacqua e Lorenzo Gecchele

    NO ALLA FUSIONE dei Comuni di San Giovanni Ilarione e Ronca’

    Abitanti al 31/10/2017ENTE NR. ABITANTI

    Roncà 3.828

    San Giovanni Ilarione 5.076

    TOTALE 8.904

    Indebitamento annuoENTE INDEBITAMENTO

    AL 31/12/2017INDEBITAMENTO

    PRO CAPITERoncà € 2.061.518,99 € 538,54San Giovanni Ilarione € 2.504.891,23 € 493,48

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    L ' A M M I N I S T R A Z I O N E C O M U N A L E I N F O R M AFUSIONE, NON È LA STRADA GIUSTA

    Facciamo un PROMEMORIA di quanto avvenuto negli ultimi 15 mesi. Il 29.09.2016: la precedente amministrazione inizia l’iter in consiglio comunale approvando la prima de-libera prevista. Ad ottobre fa una assemblea pubblica dove invita il sindaco di Longarone (comune fuso nel 2014 con Castellavazzo) che ora fa 5.440 abitanti (erano di Longarone 3840 e Castellavazzo 1600) a spiegare cosa è voluto dire per loro la fusione. Ovviamente è tutto orientato al SI. Anche se l’esempio non è per niente simile al caso nostro.Io, Luciano Marcazzan, il 29.09.2016 sono appena subentrato come consigliere comu-nale di minoranza a Thomas Pandian.Ecco, in sintesi, la mia posizione sulla delibera (tutto a verbale della stessa delibera, pubblica quindi): “…Concludendo, non vediamo chiaro in questo tentativo maldestro di fusione; mancanza di trasparenza, di comunicazione e condivisione con la cittadi-nanza e le categorie e a nulla vale dire che poi ci sarà il referendum, è lo studio da voi commissionato che vi dice quanto affermiamo: prima l’informazione e coinvolgimento e poi l’iter amministrativo.Non possiamo che esprimere il nostro voto contrario a questa delibera affermando che non siamo contro la fusione fra comuni ma SIAMO CONTRO A QUESTA FUSIONE “A FREDDO.”.”Segue poi altra delibera del comune il 17.10.16 e il 23.03.17 la Regione stabilisce che la fusione fra i due comuni ha il cosiddetto “giudizio di meritevolezza”. Cioè si può manda-re a referendum i due comuni. La data non viene però fissata.11.06.2017 si va ad elezioni amministrative a San Giovanni Ilarione e la lista che mi can-dida “PAESE VIVO” vince le elezioni con il programma amministrativo che in merito alla fusione afferma quanto segue: “FUSIONI / COLLABORAZIONE CON COMUNI VICINI (UNIONE DI SERVIZI): ri-teniamo il percorso per la fusione con Roncà un percorso che è stato forzato senza un adeguato coinvolgimento dei cittadini e delle categorie come tra l’altro era previsto dalle procedure non rispettate. Questo mancato coinvolgimento comporta la fortissima proba-bilità di vedere bocciato il referendum sulla fusione previsto per il 22 ottobre: captiamo la contrarietà della gente e il rischio che poi non sia più possibile per anni parlare di fusione con altri comuni più “logici”, Montecchia di Crosara e Vestenanova. (tra l’altro la norma regionale prevede uno stop di anni prima di poter intraprendere un altro per-corso di fusione). Riteniamo corretto fermare questa procedura per una sua valutazione corretta, un dialogo franco e aperto con gli altri comuni, la ricerca di qualcosa di diverso e migliore. Sicuramente sin da subito bisogna mettere in atto la gestione associata dei servizi con Vestenanova e Roncà (già firmata nel 2014 e mai attuata) ampliandola a Montecchia di Crosara; ciò permetterà di iniziare un percorso di condivisione, efficienza dei servizi, risparmi che poi potrà anche diventare qualcosa di più in futuro.”In seguito, già il 22 giugno 2017 con delibera di Consiglio Comunale, dal sottoscritto presieduto, si è deliberato di inoltrare alla Regione Veneto richiesta di: “sospendere l’iter amministrativo sulla fusione fra i comuni di Roncà e San Giovanni Ilarione per una sua più corretta e concreta valutazione”.La sospensione perché? Ormai l’iter amministrativo non poteva essere modificato se non dalla Regione; Regione che risponde dopo 4 mesi il 14.11.2017 indicendo il refe-rendum per il 21 gennaio 2018 e affermando quanto segue: “A seguito del giudizio di meritevolezza che il Consiglio Regionale ha espresso in ordine alla prosecuzione dell’iter legislativo sul progetto di legge per l’istituzione del nuovo comune denominato “Valdal-pone” mediante fusione dei Comuni di Roncà e San Giovanni Ilarione della Provincia

    di Verona, la giunta regionale ha ora provveduto all’indizione del referendum consul-tivo delle popolazioni interessate che avrà luogo domenica 21 gennaio 2018, dalle ore 7 alle 23. ….. Nel valutare la richiesta del Consiglio del Comune di San Giovanni Ilario-ne - che dopo le elezioni comunali 2017, con propria deliberazione del 22 giugno scorso aveva chiesto alla Regione la sospensione dell’iter legislativo, rilevando che la posizione dell’attuale amministrazione è orientata a forme di collaborazione diverse dalla fusione – la giunta regionale non ha potuto non tener conto che permane, in capo al Comune di Roncà, la volontà di procedere alla fusione e, soprattutto, del lungo iter legislativo che si è concluso con il provvedimento n. 41, in data 23 marzo 2017, con il quale il Consiglio regionale ha ritenuto meritevole di prosecuzione il progetto di legge sull’istituzione del nuovo Comune”.Risulta chiarissima la volontà della Regione Veneto: “votate”. Risulta altrettanto CHIA-RA LA MIA POSIZIONE DI CONTRARIETA’ ALLA FUSIONE.Ho voluto riportarvi tutti stralci di documenti ufficiali del Comune e della Regione per-ché “CARTA CANTA VERBA VOLANT”.

    Perchè diciamo NO alla fusione con Roncà1. NO A PERDERE IL NOSTRO NOMESicuramente non siamo disponibili e perdere il nome di SAN GIOVANNI ILARIONE. I comuni sono il tassello fondamentale del territorio dove gli amministratori sono vicini, ti conoscono, conoscono le strade, i problemi. Passare a 9.000 abitanti elimina quello che è il tuo consigliere di zona, il sindaco che trovi per il paese, dipendenti che conosci, praticamente si allontana il livello decisionale dai cittadini. Il contrario di quello che si dovrebbe fare: avvicinare l’amministrazione ai cittadini.

    2. SOLDI per la FUSIONECerto ci sono importanti risorse ma siamo disponibili a farci pagare per un nuovo co-mune UNICO frutto dell’unione fra due realtà che la gente considera lontane, senza un adeguato percorso di condivisione e con tutte le problematiche che ci vengono na-scoste o minimizzate quali: a. oggi San Giovanni Ilarione è comune montano con tutte le agevolazioni previste per questo; Roncà non è montano; il nuovo comune non sarà montano quindi gli agricoltori che superano i 2.500 euro dovranno fare le dichiarazio-ni IVA; chi chiederà contributi PSR (europei per agricoltori) non potrà più contare su punteggi maggiorati e nel caso di finanziamento di una percentuale del 40-50% e non del 60-70% come attualmente. b. la legge statale che assegna i fondi fissa delle percen-tuali sui bilanci del comune e alla fine afferma che i soldi saranno dati: “nel limite degli stanziamenti finanziari previsti”. Il fondo è stabilito anno per anno dalla finanziaria. Nessuna garanzia di rispetto quindi delle promesse per i 10 anni. c. più tantissimi altri adempimenti e adattamenti da dover fare: nuovo codice ISTAT, CATASTALE, CCIAA, REA, P.R.A., ridefinizione delle vie con nomi uguali (via Roma, Garibaldi, Gambaretto, dell’Industria, Prandi, Costo, Castello, …); registro immobiliare (San Giovanni Ilarione è a Vicenza, Roncà è a Verona).

    3. INDEBITAMENTO A TESTA (PRO CAPITE)A fine 2016 a consultivo San Giovanni Ilarione euro 544,67; Roncà euro 639,23 con un più 17%.

    4. SITUAZIONE FINANZIARIA ATTUALEDI SAN GIOVANNI ILARIONESecondo i sostenitori del si i comuni sono ormai privi di possibilità di fare, di assumere personale e ricambiare chi va in pensione, senza soldi praticamente. NON E’ VERO per

    San Giovanni Ilarione possiamo tranquillamente affermare che ci sono risorse e infatti per l’anno prossimo prevediamo oltre 350.000 euro di investimenti di cui buona parte di risorse proprie. Possiamo assumere personale nel limite di costo di 80.000 euro. Non siamo “alla carità” come affermano: una gestione accurata e attenta permette di fare in-vestimenti e di mantenere in ordine il patrimonio, no miracoli, ma quelli non li vediamo da nessuna parte.

    Ma poi, domandiamoci se ci sono tutti questi soldi perché non ce li danno per progetti di collaborazione e per mettere insieme i servizi? Sono forse i comuni i centri di SPRECO o forse non è a ROMA che ci sono? invece di tagliare i comuni con finti e incerti incentivi perché non tagliano i deputati? Pensate, e chiudiamo, da uno studio SOSE (Soluzioni per il Sistema Economico Spa è una società creata dal Ministero dell’economia e delle finanze e dalla Banca d’Italia per svolgere attività di studio e ricerca in materia tributaria) risulta che il livello di unità minima di erogazione dei servizi in condizione di efficienza e di economicità di un co-mune è:

    1. Nell’ambito della gestione delle entrate tributarie e servizi fiscalidai 5.000 abitanti in su;

    2. Funzioni generali di amministrazione, gestione e controlloe di polizia locale dai 3.000 abitanti in su;

    3. Gestione dell’ufficio tecnico dai 5.000 abitanti in su;4. Gestione del servizio di anagrafe dai 5.000 abitanti in su;5. Gestione degli altri servizi generali dai 5.000 abitanti in su.

    Risulta chiaro che l’istituto della FUSIONE è pensato per comuni piccoli, direi sotto i 5.000 abitanti, di montagna, con poco personale, ridotti all’osso e questo non è il caso di SAN GIOVANNI ILARIONE. Non siamo la soluzione a problemi di Roncà.

    SE VOTI NO TUTTE LE STRADE RESTANO APERTE;SE VOTI SI LA FUSIONE E’ IRREVERSIBILE;

    VAI A VOTARE,NON LASCIARE CHE ALTRI DECIDANO PER TE,

    LA REGIONE SOMMA I VOTI FRA I DUE COMUNI E RISCHIAMO CHE RONCA’ DECIDA PER NOI.

    Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale augurano a tuttiBuon Natale e Felice Anno Nuovo!

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    San Giovanni Ilarionee Vestenanova

    10 settembre 2017, in quel di Vestenanova si è svolta la Festa del Donatore. La celebra-zione di quest’anno ha visto alla sua direzione la nuova giovane Presidente Tecla Simon-cello. Anche se il tempo non era dei migliori, non ha tolto solennità e significato alla celebrazione. Pur essendo stata annullata la parte della sfilata con la banda musicale, abbiamo potuto ugualmente usufruire del lauto rinfresco preparato dagli Alpini di Ve-stenanova.Al termine della Santa Messa, dopo i saluti al Sindaco di Vestenanova Edo Dalla Ver-de, alla Vicesindaco di San Giovanni Ilarione Nadia Lovato, al rappresentante dell’Avis Provinciale Luca Zanetti, al Presidente Provinciale dell’ADMOR Giovanni Cacciatori, al Direttore della Cassa Rurale ed Artigiana di Vestenanova Luigi Saccomani, alle Avis consorelle presenti e alle altre associazioni di volontariato locali, a tutte le Donatrici e i Donatori dei nostri due Comuni, la neo Presidente Tecla Simoncello ha letto la sua relazione ponendo l’accento sul particolare momento di bisogno di sangue che hanno le nostre strutture sanitarie. L’Associazione si adopera in tutti i modi possibili per promuo-vere la donazione del sangue. Infatti, durante i tre mesi estivi di giugno luglio e agosto che sono storicamente, anche a livello provinciale, tra i più critici sul piano donazionale, abbiamo saputo far fronte con 302 donatori che si sono recati al Centro Trasfusionale a compiere la loro benemerita opera e 12 nuovi aspiranti donatori. La Presidente ha inol-tre spiegato che anche se l’estate volge al termine, il bisogno di sangue non si esaurisce qui. La necessità di sangue da parte degli ospedali è e rimane sempre costante. Anzi con i progressi e le nuove tecnologie mediche e chirurgiche, la richiesta di sangue continua ad aumentare.Allora, vuoi per i maggiori viaggi all’estero, vuoi per stili di vita diversi o altro, le dona-zioni che un donatore fa in un anno sono drasticamente diminuite. Dalle tre o quattro di un tempo, ora se ne fanno una o due. Inoltre, alcuni lasciano passare anche più di un anno tra una donazione e l’altra. Allora dobbiamo fare una profonda riflessione. Provia-mo metterci noi dalla parte dell’ammalato in attesa della sacca di sangue. Probabilmente in quel momento vedremo la cosa con occhi diversi. Ci renderemo conto di quanto sia importante donare un po’ del nostro sangue. Capiremo che quel tempo trascorso nel centro trasfusionale non è sprecato, ma sono pochi minuti che possono ridare serenità a una persona e magari salvargli la vita. Al termine della Santa Messa celebrata da don Luca e con la partecipazione della Co-rale Vestenanova che l’ha resa ancora più solenne, hanno avuto luogo le premiazioni per i Donatori Benemeriti. Poi, come da buona usanza e tradizione, la festa si è conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante.

    Ricordando che ilCentro Trasfusionale

    di San Bonifacioè aperto dalle ore 07,30 alle

    11,00 per Donatori e Aspirantianche l’ultima domenica di ogni mese ad esclusione di Dicembre

    L’AVIS di S. Giov. Il. e Vestenanova augura a tutti Buon Natale

    e Felice Anno Nuovo

    Agricolo Omar PascaAnselmi P.M. ClaudiaBaldo DanieleCamponogara FrancescaCamponogara FrancoCamponogara Michele

    Filipozzi AntonioFilipozzi DeborahFlagella VincenzaGoverno MonicaGranello LeonardoGrolli Simone

    Narminio SaraRamponi NicolòRegazzin ClaudioRivato MartinaRoncari MarcoSiviero Lucia

    Ecco i donatori premiati:

    Stanghellini MelissaTezza SamueleVandin LucaZandonà ClaudioZandonà EmanuelaZandonà Fabio

    Ciman BrunaCracco LucaCracco StefanoDal Zovo Chiara

    Dal Zovo IlariaDalla Riva CristianFilipozzi AndreaLovatin Anna Maria

    Ottolini NicolaPanarotto MarcoPernigotto AlbertoRossetto Francesco

    Tezza Mirko

    Cattazzo SimoneDal Dosso AntonellaFacchin DanieleFerrari Giorgio AlfredoFracasso Tiziana

    Gambaretto ClaudioMarana MartinoMunaretti ChristianRamponi AlfredoRossetto Alberto

    Salata LauraSartori Stefano 1968Sechesan LenutaTomba GianlucaVanzo Andrea 1973

    Vanzo Andrea 1988Zandonà ErosZandonà LucaZandonà MirkoZandonà Tiberio

    Cerato Giovanni RomeoConfente DamianoDal Zovo SiroDalla Riva Domenico

    Dalla Verde MarcoFerrari MarcoFracasso StefanoMunaretto Nicola

    Pandolfo ErikaRugolotto AntonellaTezza AgostinoZandonà Cerina

    Zandonà DavideZandonà PaoloZandonà Romana

    Bordon ClaudiaCerato Monica

    Corradini AngeloDalla Verde Siro

    Fracasso GianfrancoRugolotto Giovanni

    Siviero AnnaZordan Roberto

    Distintivo in rame per 8 donazioni

    Distintivo in argento per 16 donazioni

    Distintivo in argento dorato per 25 donazioni

    Distintivo in oro per 50 donazioni

    Distintivo in oro con rubino per 75 donazioni

    Zandonà RinoDistintivo in oro con smeraldo per 100 donazioni

    Ass.ne COMBATTENTI E REDUCI

    Domenica 5 novembre 2017, si è svolta, in San Giovanni Ilarione (VR), nella giornata delle Forze Armate, dell’Unità Nazionale ed a ricordo dei nostri Caduti in tutte le guerre e nelle missioni di pace nel mondo, la celebrazione del “IV Novembre”, iniziata con la deposizione di un omaggio floreale al monumento alla Pace, proseguendo poi in corteo, con l’accompagnamento della Banda G. Verdi di San Giovanni Ilarione e Montecchia di Crosara, ed in testa il Gonfalone del Comune di San Giovanni Ilarione, verso la parroc-chiale di Villa per la Santa Messa officiata dal parroco don Maurizio Gobbo. Al termine della funzione religiosa, sempre con l’accompagnamento della banda, davanti al monu-mento ai Caduti, con l’alzabandiera ed al suono dell’Inno degli Italiani e del silenzio, si rendevano gli onori solenni, con la deposizione della corona di alloro dell’Amministra-zione Comunale, accompagnata dal Sindaco Marcazzan geom. Luciano, dal Comandan-te della Stazione Carabinieri M.llo Brentonego Marco e dal Presidente della Sezione Combattenti e Reduci Pandian Pietro. Presenti all’intera cerimonia, numerosissime le Associazioni d’Arma, Alpini, Carabinieri, Fanti e Paracadutisti, nonchè quelle civili, Aido, Avis ed ex ragazzi di San Giovanni Don Bosco. Al termine dell’allocuzione da parte del sindaco veniva offerto, a tutti gli astanti, dalle Benemerite della Sezione Carabinieri, un sobrio rinfresco offerto dall’Amministrazione Comunale.Un arrivederci da parte delle Associazioni d’Arma locali al prossimo anno, per celebrare il “Centenario” della fine della Grande Guerra

    Antonio Dal Zovo

    Il giorno 25 novembre il Gruppo Alpini ha partecipato alla Colletta Alimentare gestita del Banco alimentare di Verona, presso il supermercato Lidl di San Giovanni Ilarione. In quest’occasione sono stati raccolti 781 kg di generi alimentari come pasta, riso, legumi, olio, biscotti e altro; un risultato molto buono, pressoché uguale allo scorso anno.

    Le prossime attività del Gruppo sono:> vin brulè e cioccolate la vigilia di Natale presso le tre Parrocchie del paese;> minestrone e frittelle il giorno 6 gennaio in occasione dell’Epifania;> festa del tesseramento domenica 14 gennaio; > adunata nazionale a Trento 11-13 maggio;> adunata di zona a Vestenanova 22 aprile;> raduno triveneto Vittorio Veneto domenica 17 giugno;> i consueti Pellegrinaggi nazionali e sezionali.

    Inoltre nel corso del mese di febbraio 2018 si terranno le votazioni per il rinnovo trien-nale del Capogruppo e del Consiglio direttivo del nostro Gruppo Alpini.

    Sono disponibili i bollini per il tesseramento dei soci alpini per l’anno 2018.

    Gli apini augurano a tutti BUONE FESTE!

    Gruppo ALPINI S. Giov. Ilarione

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    Lo scorso 6 giugno a San Giovanni Ilarione si sono riuniti i discendenti di nonno Lui-gi Posenato, un nutrito gruppo di cugini che ancora oggi si incontra festosamente per ricordare i tempi passati.

    Auguri diBuon Natale

    e FeliceAnno Nuovo

    a tutta la clientela!

    Nel nuovo centro po-lifunzionale del Mon-scleda Daily Care della cooperativa Monscle-da Onlus di via Corte Cavaggioni a Roncà, oltre all’attività di cen-tro diurno per persone disabili, l’Arcolaio, tro-vano collocazione alcu-ni laboratori particolari per l’inserimento lavo-rativo di persone svan-taggiate. Alcuni hanno già iniziato l’attività, altri sono in procinto di iniziare e apriranno i battenti con l’inizio del nuovo anno.Già attivo, dai primi giorni di novembre, è l’atelier di moda il “Puntaspilli”. Giglio-la e Claudia ricevono su appuntamento (tel. 0458537357) per abiti su misura, riparazioni e rinnovo capi, vari tipi di orlo, cerniere lampo, bottoni, progettazione, rinnovo e riparazione di arredo e biancheria per la casa.Nel nuovo centro è stata trasferita la cucina e il nostro gruppo di cuoche, oltre ad offrire la possibilità di pasti a domicilio, a breve, offrirà la possibilità di cene o pranzi per ogni occasione in una capiente ed elegante sala ristorante, dove poter far degustare le eccel-lenze enogastronomiche del nostro territorio. Il servizio sarà svolto su prenotazione e con un minimo di coperti, per aziende e qualsiasi altra categoria, inoltre in occasione di convegni, abbiamo a disposizione una sala conferenze con 70 posti a sedere.Di supporto alla cucina, ma più ancora per la vendita al dettaglio con consegna a domici-lio, nei primi mesi del 2018 verrà attivato il laboratorio alimentare “Sapori di Grano” per la produzione di pasta fresca, prodotti alimentari precotti e, in un secondo momento, di pasticceria su ordinazione.Sempre nei primi mesi del nuovo anno, attiveremo un servizio di lavanderia a domicilio “Lavato e profumato”, con consegna e ritiro di capi da lavare e stirare.L’idea comune a tutti i laboratori è il tentativo di creare opportunità di lavoro sia per normodotati e sia, soprattutto, per persone disabili, in difficoltà e che non trovano nor-male collocazione lavorativa. Crediamo fortemente nel fatto che l’essere solidali, dare il proprio contributo per la società, non debba essere solo un gesto estemporaneo o frutto della singola sensibilità. Tutti, usufruendo di questi servizi offerti dal Monscleda Daily Care, possiamo diventare attori e promotori di azioni solidali che cambiano la vita di tante persone. Mangiare e fare festa, vestirsi, arredare casa, lavare i propri indumenti sono parte della nostra normalità. Possono diventare la normalità di chi, oggi, non c’è l’ha.

    Luigino Righetti

    NON SOLO ASSISTENZA…

    Bello, grande, travolgente il coro El Biron nell’annuale gita in Toscana nelle giornate 8-9-10 settembre u.s. A fare da trainer tanta allegria, tanta gioia, tanta voglia di stare insieme, condi-te da un susseguirsi eccezionale di percorsi a dir poco unici, fra i quali spiccano un’azienda vi-tivinicola a Montepulciano, la bellezza dell’abbazia di Sant’An-timo, il fascino di Montalcino con il suo inimitabile brunello, Pienza ricca di passato e di valori artistici, e infine Siena in cui la bellezza dei monumenti si fon-de con la storia e con i mille ri-chiami all’attualità (la cattedrale, piazza del Campo sede del palio, la torre del Mangia). E in ogni occasione ecco il Coro El Biron che fa risuonare le navate e le vie medievali con i suoi canti spesso applauditi da estasiati spettatori. Insomma, sono stati tre giorni di storia, di arte, di cultura, di de-gustazioni, di sana allegria che tanto hanno fatto bene a tutti i partecipanti, una gita veramen-te riuscita, per la quale un grazie particolare va alla guida ed agli organizzatori. Alla prossima!

    Gianni Sartori

    Coro “EL BIRON” in Toscana!

    Il Natale nel mondoAnche quest’anno il mese di dicembre è arrivato e ha portato con sé strade e vetri-ne piene di luci, alberi colorati, panettoni, ghirlande e regali. Ovunque si può respira-re l’atmosfera magica del Natale. Per molte persone l’8 dicembre è il giorno in cui si fa il presepe con il muschio raccolto nei bo-schi, i bambini scrivono la letterina a Santa Lucia che qualche giorno dopo arriva nelle loro case con il suo asinello e solitamente il 25 dicembre ci si scambia i regali sotto l’al-

    bero addobbato. Ma vi siete mai chiesti se nel resto del mondo le tradizioni per festeggiare il

    Natale siano uguali alle nostre? Se diamo uno sguardo al Nord Europa, dove si

    trovano Paesi indicati dagli stereotipi come fred-di e poco accoglienti, ci accorgiamo che quello del-

    le festività natalizie è il periodo più bello dell’anno ed è contraddistinto da usanze particolari. In Inghil-

    terra, ad esempio, il giorno di Natale, al posto del nostro classico panettone, viene servito il pudding. Durante la sua

    preparazione, ogni membro della famiglia (soprattutto i bambini) mescola la miscela in senso orario, mentre esprime un desiderio. A volte si mette anche una moneta nell’impasto che porterà ricchezza a chi la troverà nella propria porzione. Immancabile, poi, è il “tè delle 5.00”, servito dopo il consueto discorso della regina.In Svezia ogni anno dal 1966 gli abitanti della città di Gävle costruiscono una gigantesca capra di paglia alta quasi 13 metri. Tale usanza deriva dalla mitologia scandinava. Il destino di questa capra è quello di finire bruciata la vigilia di Natale. Si trovano piccole capre anche sugli alberi di Natale o sulle finestre delle case per addobbarle.In Olanda nella notte del 6 dicembre i bambini aspettano l’arrivo Sinterklass, un vescovo legato alla figura di San Nicola che viaggia su un cavallo bianco portando un sacco pieno di doni.Secondo la tradizione austriaca è San Nicola a premiare i bambini buoni mentre a quelli “cattivi” ci penserebbe una creatura mostruosa chiamata Krampus che vaga per le vie della città la notte del 5 dicembre spaventando e punendo chi non si è comportato bene durante l’anno.Interessante, poi, è sapere che nel lontano Giappone il Natale non è una festa nazionale, tanto che il 25 dicembre le scuole e le aziende sono aperte. Tuttavia, esiste la versione giapponese di Babbo Natale che porta i regali in ogni casa e corrisponde a un monaco chiamato Hoteiosho. Spesso a Natale si usa mangiare il pollo fritto.In tutto il mondo, quindi, le festività natalizie, riflettono culture e tradizioni locali e i festeggiamenti possono essere molto diversi da Paese a Paese. Nonostante ciò, sia che si festeggi una ricorrenza religiosa o un evento laico, il Natale resta per tutti un’occasione gioiosa per stare con i propri cari e per godersi un’atmosfera quieta e felice.

    Serena Aldegheri

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    La “sincope vaso-vagale” è una mo-mentanea perdita di coscienza provo-cata da stimolazione del nervo vago. Il nervo vago si dirama tra collo tora-ce ed addome ed agisce sulla pressio-ne arteriosa e sulla frequenza cardia-ca che regola autonomamente in base alle esigenze del nostro corpo.Il disturbo colpisce spesso giovani sani sopratutto dopo eventi forte-mente stressanti, a seguito del ve-rificarsi di fatti temuti o dopo pro-lungata permanenza in luoghi molto affollati. I sintomi che precedono l’evento sono rappresentati da: sen-so di stordimento e vertigine, inten-so pallore con sudorazione fredda e disturbi visivi. Segue una brusca ca-duta della pressione arteriosa ed un rallentamento del battito cardiaco. La diminuita irrorazione del cervello provoca la perdita di coscienza e la caduta. Se lo stato di incoscienza si protrae oltre 10 – 12 minuti possono verificarsi convulsioni. Raramente la caduta comporta traumi in quanto la sequenza degli eventi dà il tempo di

    mettersi in sicurezza. Abitualmente si tratta di un evento benigno. Basta por-si in posizione orizzontale, con gli arti inferiori sopraelevati rispetto al capo, per una rapida ripresa ma il fenomeno può ripresentarsi se si assume troppo presto la stazione eretta. Di solito non servono farmaci ma solo riposo in po-sizione orizzontale per qualche ora. Il disturbo, anche se è di lieve entità e di carattere benigno, non andrebbe mai sottovaluto. Nel giovane, apparen-temente sano, può essere lo specchio di situazioni di disagio psichico o di stati di ansia che andrebbero eviden-ziati e, se possibile, risolti. Nell’adulto e nell’anziano la sincope può essere il primo segno di gravi malattie al livel-lo del sistema nervoso o del sistema cardiocircolatorio al quale possono se-guire eventi ben più gravi. Sarà compi-to del medico, dopo attento esame del paziente, valutare la necessità di far eseguire le opportune indagini stru-mentali.

    Vincenzo Magnabosco

    SINCOPE VASO-VAGALE

    PAMOJOE’ un piatto della tradizione contadina veneta dove

    c’era un gran rispetto per il pane e dove non si buttava via mai niente.

    Il pane andava mangiato tutto, fino all’ultima briciola. Il pane che non si consumava a tavola veniva utilizzato

    per cucinare piatti semplici ma robusti. Piatti unici per la gente che si alzava all’alba per andare a lavorare nei campi.

    Sicuramente è un piatto da riscoprire.

    INGREDIENTI per 6-8 persone:> Acqua 2 litri > Patate farinose a pasta bianca 4/5> Zucchine medie 2> Scalogno 3> Lardo sciolto 2 cucchiai

    (dose ridotta per diminuire il contenuto di grassi )> Pepe e sale> Olio extravergine d’oliva 4 cucchiai> Formaggio Monte Veronese stravecchio

    q.b.> Conserva di pomodoro 2 cucchiai> Pan biscotto

    preferibilmente cotto nel forno a legna

    PREPARAZIONE

    Mettete le patate e le zucchine tagliate a pezzettini nell’acqua fredda e fate bollire a fuoco lento per circa due ore. Le patate devono frantumarsi. A parte preparate un soffritto con lo scalogno, il lardo preceden-temente sciolto e l’olio d’oliva.Quando lo scalogno è appassito aggiunge-te la passata di pomodoro, il sale e il pepe.Versate quindi il soffritto nella pentola della zuppa e fate bollire assieme per un quarto d’ora.

    Intanto preparate il pan biscotto taglia-to a pezzetti. Disponete il pane nel piatto fondo e versatevi la minestra bollente. Lasciate ammollare per qualche minuto, spolverizzate con il formaggio e servite.Accompagnate il pamojo con un buon bicchiere di vino Durello.

    Questa ricetta è stata gentilmente conces-sa dalla Signora Liliana Bochese della Confraternita del Pamojo

    Luciana Damini

    Ascolto, accoglienza, informazioni, orientamento e counseling alle donne in dif-ficoltà che affrontano periodi particolarmente critici di cambiamento: si estende anche nelle nostre zone lo “Sportello Donne e Famiglia”, uno spazio riservato, di ascolto e condivisione, che mette al centro del proprio interesse la persona uma-na; uno spazio in cui la donna possa poter parlare dei propri problemi personali, familiari e di lavoro.Le attività riguardano prima di tutto l’accoglienza e l’ascolto per migliorare le re-lazioni familiari, ma prevedono anche consulenza psicologica per migliorare il benessere psicofisico, soprattutto per contrastare lo stress, la depressione e mi-gliorare così la gestione dei rapporti affettivi.L’azione comporta inoltre la consulenza legale, con gratuito patrocinio ove pre-visto, in caso di separazione, divorzio o affidamento dei figli; l’ausilio nell’inse-rimento socio-lavorativo, il supporto alle persone vittime di violenza domestica, stalking, mobbing.

    Come accedere:l’attività è svolta su appuntamento, contattaci tramite

    tel. 340 3323336dalle 9.00 alle 12.00 nei giorni lavorativi

    email: [email protected]

    Chi si riconosce?!

    SPORTELLO DONNE E FAMIGLIA

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    CONSIGLI DI LETTURAFranco Arminio, CEDI LA STRADA AGLI ALBERI. Poesie d’amore e di terra, 2017, Chiarelettere

    «Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della cresci-ta, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluziona-ri significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza». Franco Arminio, poeta che vive a Bisaccia in provincia di Avellino, ha raccolto qui una parte della sua sterminata produzione in versi. I temi dell’omaggio al paesaggio, dell’amore, degli affetti familiari e le riflessioni sulla poesia al tempo della Rete, si fondono in una scrittura semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero. La sua poesia è una serena obiezione alle astrazioni e al gioco linguistico, una for-ma di attenzione a quello che c’è fuori, dove l’azione cruciale diventa quella del guardare: «Io sono la parte invisibile / del mio sguardo».

    Dino Buzzati, SESSANTA RACCONTI, 1958, Mondadori

    I Sessanta racconti, raccolti nel 1958, costituiscono una vera e propria “summa” del mondo poetico di Dino Buzzati, tra i maggiori scrittori italiani del XX secolo. In una girandola di narrazioni che riescono sempre a sorprendere le aspettative del lettore, vi si trova rappresen-tata l’intera gamma dei suoi motivi ispiratori: dalla visione surreale della vita all’orrore per la città, dagli automatismi esistenziali intro-dotti dall’uomo tecnologico alla suggestione metafisica. La struttura del racconto è congeniale a Buzzati che, vero mago della composizio-ne breve, spazia tra meraviglioso, favoloso e immaginario, e traduce in gioco, tragedia o mistero le situazioni apparentemente più banali o scontate.

    Beatrice Alemagna, CHE COS’È UN BAMBINO?, 2008, TopiPittori

    La domanda è di quelle che lasciano senza fiato. Ma Beatrice si dimo-stra all’altezza e procede sicura, forte della sua lunga frequentazione del mondo infantile e di un immaginario raffinatissimo e, insieme, potente, amato dai bambini di molti paesi. “Un bambino è una per-sona piccola,” con piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo con idee piccole. Dall’intreccio di parole cristalline e immagini poetiche nasce un libro divertente, commovente, folgoran-te: una galleria di ritratti a misura di bambino che piacerà a piccoli e grandi. Che cos’è un bambino? È un libro da leggere insieme, per aiu-tare i bambini a rispondere alla domanda “Chi sono io?”. E per aiutare gli adulti a capire cosa sono i bambini. Età di lettura: da 5 anni.

    COM'ERA UNA VOLTA SAN GIOVANNI ILARIONE

    LE STAGIONIPENSIERI E PAROLE

    L’inverno a San Giovanni era silenzio: gli insetti, gli animali ed il fiume dormivano. Gli unici suoni erano il cigolìo di rari carretti, le campane della Chiesa, la sirena della filanda e le voci allegre delle ragazze filandere che passeggiavano nella piazza durante l’interval-lo. Per Lucio l’inverno era l’attesa della neve; in quei rari momenti magici si lanciava fe-lice con la slitta giù per la stradina tra la casa degli zii e l’osteria, con una lunga scivolata giungeva fino al fondo della corte e superava di slancio il passaggio sulla “rosa” frenando con i piedi per non finire contro il muro del campo di Pericle. Poi riprendeva la slitta, la trainava su con la corda e quei continui passaggi rendevano lucida di ghiaccio la ripida pista che La Vittorina, vicina di casa, era così costretta a ricoprire di cenere perché il marito doveva passare di lì rientrando la sera dall’osteria . La primavera era la luce fluttuante tra nitide nubi mosse dal vento e il calore del sole che giocava con le fredde ombre della corte dove le galline ovaiole di Angelina razzolavano festose. Le ragazze a servizio dagli Sperotti , nella corte, riempivano con le brocche smal-tate colme d’acqua bollente grandi mastelli di legno per fare il bucato, la “lissia”, con la cenere. La primavera era lì, nei canti delle ragazze e nella candide profumate lenzuola che sventolavano con schiocchi come di frusta nella luce riflessa. La primavera era il bianco dei ciliegi fioriti.L’estate erano i suoni: nel giorno i pigolii delle rondini e dei rondoni in acrobatici voli gioiosi, i passeri popolavano a centinaia le piazze ed i loro piccoli erano nascosti tra le foglie delle robinie che ombreggiavano la piazza sotto la chiesa. L’estate era nel frinire delle cicale e nei voli delle libellule, nelle ardenti sabbie e sulle nere pietre del fiume che scottavano di calore nell’aria ferma. L’estate era nel colore viola dei “reosi”, i fiori degli iris che profumavano le vie ed i bordi dei campi, nel verde intenso dei vigneti e nel rosso vivo delle ciliegie. All’imbrunire i rondoni indugiavano in voli radenti sui tetti finché, la notte, comparivano migliaia di piccoli e grandi pipistrelli che riempivano l’aria con i loro richiami, volteggiando alla luce dei lampioni delle piazze insieme alle farfalle notturne. L’estate erano i concerti dei grilli e delle cavallette nei campi, nel profumo dell’erba ap-pena tagliata e negli scrosci di pioggia dei temporali. Migliaia di lucciole uscivano dai covoni di fieno sparsi nei campi, invadevano le corti e le piazze con luci d’argento.L’autunno erano i colori nelle foglie dei ciliegi, dei castagni, nel giallo dorato dei grappoli d’uva e negli ultimi voli delle rondini. L’autunno era il profumo dei funghi e dei ciclamini nei boschi, la pioggia gentile, il sapore delle castagne e del vino nuovo, erano i rizomi seccati degli iris e le mele cotogne che profumavano la biancheria nei cassetti. L’autunno erano le nubi scolpite nel freddo blu del cielo e l’umida foschia del mattino: la quiete in attesa del silenzio dell’inverno.

    Giancarlo “Lucio” Piubelli

    Accademia di Belle Arti di VeronaMARTINA AMBROSINI è Dott.ssa in ScenografiaUniversità degli Studi di VeronaMICHELE BEVILACQUA è Dott.re in Medicina e ChirurgiaUniversità degli Studi di TrentoANTEA CASTELLI è Dott.ssa in GiurisprudenzaUniversità degli Studi di VeronaFRANCESCA CAVAZZA è Dott.ssa in Scienze dei Servizi Giuridici Università degli Studi di VeronaPAOLO DAL CERO è Dott.re in Economia AziendaleUniversità degli Studi di TrentoFABIO FRACASSO è Dott.re in Ingegneria CivileUniversità degli Studi di VeronaSABRINA GAMBARETTO è Dott.ssa in International Economy and Business ManagmentIUSVE - Istituto Universitario Salesiano VeneziaSARA LOVATO è Dott.ssa in Scienze e Tecniche della Comunicazione Grafica e MultimedialeUniversità degli Studi di PadovaVANESSA MAINENTE è Dott.ssa in InfermieristicaUniversità degli Studi di PadovaGIANMARCO MANCU è Dott.re in Chimica e Tecnologie FarmaceuticheUniversità degli Studi di VeronaMARICA ORESTI è Dott.ssa in Scienze e Tecnologie Viticole ed EnologicheUniversità degli Studi di VeronaGIULIO PAGANOTTO è Dott.re in Scienze e Tecnologie Viticole ed EnologicheUniversità degli Studi di UrbinoANNA PEGORARO è Dott.ssa in Scienze della Nutrizione

    ALLORI

    COMPAGNIA TEATRALE AMATORIALE

    “SALE E PEPE” F.I.T.A. SAN GIOVANNI ILARIONE (VERONA)

    RASSEGNA TEATRALE DI PRIMAVERA 2018 La rassegna, articolata in quattro serate, si terrà presso il

    Teatro Parrocchiale di Villa con il seguente

    PROGRAMMA

    • Sabato 17 febbraio 2018, ore 20,45 la compagnia “LA MOSCHETA” presenta: “BEN HUR” di Gianni Clementi con la regia di Daniele Marchesini;

    • Sabato 03 marzo 2018, ore 20,45 la compagnia “L’ACCADEMIA DI TEAMUS” presenta: “UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI” di Alessandro Capone e Rosario Galli con la regia di Rino Condercuri.

    • Sabato 17 marzo 2018 ore, 20,45 la compagnia “LA NOGARA” presenta:

    “BASTAVA NA BOTA” di Loredana Cont, con la regia di Mario Busti e Paolo Cracco;

    • Sabato 07 aprile 2018, ore 20,45 la compagnia “LA TRAPPOLA” presenta:

    “UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNOVALE” di Carlo Goldoni.

    Sale e Pepe augura ai lettori de L’Alpone BUONE FESTE!

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    Arvoti GinoArvoti GiuseppeBeltrame FaustinoBurato SandraCavazza DanielCavazzola SilvanaCisamolo MarcelloCristofari CesarinaDanda RobertaFochesato Mario Lovato RosarioLovato Teresina

    S.Giov.Il.S.Donà di Piave

    S.Giov.Il.Soave

    S.BonifacioDueville (VI)

    BelgioMilano

    ChiampoS.Giov.Il.S.Giov.Il.

    Torino

    Trimestrale di informazione e cultura c/c postale n. 15684376Se vuoi inviare il tuo contributo a L'Alpone utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXXDirettore responsabile: Emilio GaronRedazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Lu- ciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gec-chele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori, Alessandro Spadiliero.

    Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - E-mail: [email protected]à: Franco Cavazzola (vedi contatti Recapito)Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl - Via del Lavoro, 90Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221E-mail: [email protected] Giovanni Ilarione (VR)

    Marcigaglia PatriziaMazzasette MarioPanarotto AgnesePanarotto Mariano (Gruppo Fanti)Panarotto PioPerazzolo AgnesePettena SilviaPozza FrancescoRossetto MarioSabbadoro ErnestoSalgarolo GiancarloStanghellini Renato

    S.Giov.Il.LegnagoS.Giov.Il.S.Giov.Il.

    S.Giov.Il. CastelloChiampoS.Giov.Il.

    S.Giov.Il. FortiniChiampoS.Giov.Il.S.Giov.Il.

    S.Giov.Il. Castello

    Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE

    Totale nati:Totale matrimoni:Totale morti:

    839

    Al 31/10/2017:Totale residenti maschi:Totale residenti femmine:Totale residenti:Totale famiglie:

    2.6012.4795.0801.862

    A.S.D. BASALTILA DURELLO SARA’ RAMPA DI LANCIO PER

    IL CAMPIONATO DEL MONDO 2018

    OFFERTE per l'Alpone

    Lo avevamo annunciato ancora nel 2016 e dopo un anno di rodaggio possiamo confer-mare che il Bike World rimane uno dei circuiti di Mountain Bike più seguiti dagli appas-sionati delle ruote grasse. Dopo un’edizione spettacolare avvenuta lo scorso 30 aprile la Granfondo del Durello rilancia alla grande e sarà seconda tappa del Bike World, circuito nazionale di mountain bike che avrà come obbiettivo finale il lancio del Campionato del Mondo di Mountain Bike 2018 che si correrà ad Auronzo Misurina, ai piedi delle Tre cime di Lavaredo. Un gemellaggio quindi tra la Lessinia e le Dolomiti passando per il Friuli Venezia Giulia dove si disputerà la quarta competizione.Il Gruppo Basalti è già al lavoro per dare il meglio ai bikers che ogni anno si presentano in centinaia nel cuore della Val d’Alpone e coglie l’occasione per augurare a tutti Buon Natale!! Davide Creasi (A. S. D. Basalti)

    A ben guardarlo, con quella faccia tranquil-la e bonacciona, non diresti che questo si-gnore distinto, di mezza età, sia un provetto maestro della nobile arte dello judo, eppure la smentita ufficiale arriva con il consegui-mento del sesto dan e la cintura bianca e rossa che ne indica l’alto grado del maestro e l’autorevolezza che rappresenta. Antoine Di Franco, ufficialmente parrucchiere, in pratica profondo conoscitore dello judo.Chi ben lo conosce, invece, sa che fin da piccolo, in Belgio, ha sempre avuto il palli-no per questa attività motoria, arrivando, nella medesima disciplina, a classificarsi 2° nel campionato amatoriale belga nel 1970 e da allora non si è più fermato. Venuto ad abitare con la famiglia nel nostro paese, ha portato questa novità di sport, lo judo ap-punto, con corsi serali, collaborazione con le istituzioni, con le scuole in particolare ed interessando numerosissime famiglie, tra-mite i giovani e giovanissimi, ad accostarsi a questa nuova disciplina. “E’ uno sport accessibile a tutti?” “ Certa-mente si, sono le strutture che costano, non il resto, basta una divisa e si è a posto, non servono altri accessori.Lo judo aiuta a crescere, porta equilibrio interiore, aiuta il fisico e la mente, il rispetto delle regole e soprattutto il rispetto degli altri. Richiede alle persone che lo praticano alcune regole di buona presenza, come la massima pulizia, la cura del corpo e il taglio dei capelli. La gara di judo non termina con la vittoria, ma con il saluto ed in caso di mancanza del saluto da parte del vincitore, la vittoria viene assegnata all’avversario.”Come si vede è una lezione di vita basata sul massimo rispetto ed attualmente viene utilizzato a fondo anche nella medicina terapeutica con lusinghieri risultati. E’ una spinta a crescere in modo da inserirsi armoniosamente nella realtà circostante, per portare il proprio contributo positivo e il proprio benessere interiore. Una domanda secca: “Consi-glieresti questo sport? E’ adatto a tutti?“ Di questo si fa portavoce l’altro maestro Gianni Martemucci con il quale collabora.“Lo judo è uno sport adatto a tutti, è come l’acqua, prende la forma del recipiente che la contiene, è uno sport interiore, ognuno assume la parte che può contenere e la formazione è lunghissima, non finisce mai, perché non si finisce mai di crescere e di migliorarsi. Ap-punto per questo è stato definito dall’Unesco come sport migliore.”Non ci sono finanziamenti esterni, ognuno partecipa alla gestione, ma, nonostante questo, si collabora con la scuola e si è pure finanziato un corso di aggiornamento della stessa.Sotto gli occhiali Antoine trasmette serenità, una serenità di spirito che è lo specchio dell’a-nima ed è orgoglioso del traguardo raggiunto, soprattutto perché a fagli indossare la nuova cintura è stato Franco Cappelletti, primo e finora unico maestro italiano col decimo dan.L’augurio nostro è che, attraverso i suoi insegnamenti e di quanti in futuro lo seguiranno, questo sport continui a far crescere i nostri giovani in un paese sempre più vivibile e se-reno.