LA RAGNATELA · Intervista a Ezio Greggio Volto noto che non necessita di presentazio-ne è Ezio...

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LA RAGNATELA Giornalino dell’IIS Cossatese e Valle Strona - ANNO XXIII - N. 4Febbraio 2019

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  • LA RAGNATELA

    Giornalino dell’IIS Cossatese e Valle Strona - ANNO XXIII - N. 4—Febbraio 2019

  • Pagina 2 LA RAGNATELA Ho letto sul giornale che in Italia il

    47% della gente è analfabeta

    funzionale. Interessante, ma che cosa

    vuol dire?

    ons invece possono fare di tutto: schiantarsi

    al suolo e rialzarsi senza alcun danno, far

    parlare gli animali, inventare mondi e storie

    fantastiche. Credo che proprio per tutte

    queste qualità si appassionino, anche facil-

    mente, persone di ogni età.

    Spesso i cartoni animati ci fanno pensare

    che vorremmo essere come i loro protago-

    nisti. Hai mai desiderato, nella tua infanzia,

    di poter diventare come qualche personag-

    gio animato?

    Se devo essere sincero, desiderato no. Al

    contrario, in alcuni momenti mi sono identi-

    ficato in alcuni di loro: alle volte sono stato

    un po’ Paperino, altre volte Pluto o Willy

    Coyote, e perché no il Principe Azzurro.

    Intervista a Ezio Greggio

    Volto noto che non necessita di presentazio-

    ne è Ezio Greggio. Il conduttore per eccel-

    lenza di Striscia La Notizia, il tg satirico pre-

    diletto dagli italiani, si è reso disponibile a

    rispondere ad alcune domande, che spazia-

    no da una dimensione personale ad una di

    opinione di fronte al tema trattato in questo

    numero del giornalino, i cartoons.

    Come sei entrato nel mondo dello spettaco-

    lo?

    È una passione che avevo sin da piccolo, e

    ho coltivato tutti i giorni, guardando al cine-

    ma i film con Sordi, Manfredi e Tognazzi. Mi

    piacevano anche quelli con la partecipazione

    di Fernandel, Gino Cervi, Laurel and Hardy,

    Chaplin, Buster Keaton e Jerry Lewis.

    Desideravi sin da piccolo ricoprire un ruolo

    di questo genere?

    Certamente, era un sogno che avevo sin da

    ragazzo. Fortunatamente si è realizzato.

    Quanto è stato importante il sostegno della

    tua famiglia per l’inizio ed il proseguimento

    della tua carriera?

    All’inizio diciamo che la mia famiglia tollera-

    va questa scelta. Indipendentemente da ciò,

    chi ha una passione deve lottare a prescin-

    dere dal sostegno o meno della famiglia;

    bisogna combattere per raggiungere il pro-

    prio obbiettivo.

    Sei uno tra i personaggi televisivi italiani

    più conosciuti a livello nazionale ed inter-

    nazionale. Cosa comporta nella vita di tutti

    i giorni?

    È molto importante usare un minimo di

    attenzione altrimenti rischieresti di passare

    intere giornate a scattare selfie, a risponde-

    re a chi tenta di contattarti e vuole cono-

    scerti. Personalmente mi ritengo sempre

    molto disponibile ma allo stesso momento

    difendo la mia privacy.

    Striscia la notizia è da qualche anno il tg

    satirico più seguito in Italia. Richiede tanto

    lavoro la preparazione di ogni singola pun-

    tata?

    Sì, Striscia La Notizia è da 30 anni ai vertici

    degli ascolti e del gradimento popolare.

    Tutto questo è frutto del lavoro di oltre 100

    persone che compongono il gruppo di lavo-

    ro: autori, conduttori, troupe interne ed

    esterne, tecnici della produzione, pubblicita-

    ri e tanti altri incaricati. È un’azienda

    nell’azienda.

    Se dovessi dare consigli ai ragazzi che vo-

    gliono ricoprire un ruolo come il tuo, cosa

    diresti?

    Sicuramente serve preparazione in questo

    mestiere, ma sono altrettanto determinanti

    talento, fantasia ed una buona capacità di

    trovare ed intraprendere la propria strada.

    Un piccolo consiglio: chi può frequenti corsi

    di recitazione.

    In questi ultimi anni le persone amano

    guardare nelle sale cinema i cartoons. Per-

    ché secondo te queste produzioni appassio-

    nano spettatori di tutte le età? Lanciano

    messaggi particolari o si tratta di semplice

    divertimento?

    Il mondo dei cartoons è un mondo fantasti-

    co che si è evoluto molto, dai primordi della

    Walt Disney alla Pixar. Fantasia, tecnica,

    genialità e innovazione si fondono in un mix

    che permette di raccontare storie che sareb-

    bero irrealizzabili dal genere umano. I carto-

    Emanuele

  • Pagina 3 LA RAGNATELA Lo sai che fumare ha un effetto

    positivo sull'ambiente? Riduce

    il numero di esseri umani?

    Fumetti, passione senza tempo

    Tra Manga e Anime vi è una differenza: con

    il primo termine vengono definiti tutti i fu-

    metti giapponesi, mentre con il secondo si

    intendono tutti i cartoni animati giapponesi,

    di solito gli Anime sono tratti dai Manga.

    I Manga si affermano nel nostro Paese agli

    inizi degli anni Novanta; l'esempio più im-

    portante che noi tutti conosciamo è Dragon

    Ball che arrivò in Italia nel 1995 e di cui furo-

    no pubblicati 62 volumi.

    Gli Anime arrivano nel nostro Paese tra il

    1959 e il 1975: si trattava principalmente di

    lungometraggi distribuiti spacciandoli per

    americani. Il primo Anime mandato in onda

    in Italia ufficialmente furono i Barbapapà su

    Rete 2 (oggi Rai 2).

    Di manga ne esistono vari tipi :

    Manga per ragazzi “maschi” (ma possono

    ovviamente leggerli anche le ragazze) sono i

    "Shonen manga"; un esempio molto cono-

    sciuto è Naruto. All’interno sono spesso

    presenti combattimenti e possono avere

    trama positiva o negativa come molti fu-

    metti. I Manga per ragazze i quali sono spes-

    so incentrati su love story di ogni tipo si

    chiamano "Shojo manga", ad esempio Sailor

    Moon. I Manga per bambini si chiamano

    Kodomo e sono indirizzati a bambini dai 5

    agli 8 anni circa; infatti Kodomo significa letteralmente bambino/i: un esempio è

    Doraemon.

    Io, Cosplayer per passione Abbiamo intervistato una nostra coetanea:

    Gaia C.; che è Cosplayer e una grande aman-

    te della cultura nipponica.

    Perché ti piacciono i Manga?

    Mi piacciono innanzitutto per una disposi-

    zione personale verso la cultura nipponica.

    Ma per me personalmente quello che si

    sente quando si legge un Manga non si rie-

    sce a sentire nella maggior parte dei comics

    americani.

    Dove li hai conosciuti?

    Sono partita da YouTube, sentendo molti

    Youtuber che raccontavano delle trame e

    così mi sono incuriosita e alla fine mi è pia-

    ciuto.

    Li consiglieresti ad altre persone? Perché?

    Si, li consiglierei tantissimo, perché ciascun

    Manga trasmette qualcosa di diverso pro-

    prio come un libro; infatti secondo me non

    sono solo fumetti, ma l’insieme di grafica e

    narrazione di una storia e questo insieme fa

    sì che si creino storie avvincenti e appassio-

    nanti, suscitando diverse emozioni traspor-

    tandoti in un altro mondo. E inoltre li consi-

    glierei perché c’è n’è una vastissima scelta.

    Sei una Cosplayer? Qual è il tuo personag-

    gio preferito?

    Si, sono una Cosplayer ma non ho un perso-

    naggio preferito. Penso che tutti i personag-

    gi di cui ho fatto il Cosplay mi piacciano. Il

    Cosplay per me è anche un modo per vivere

    una giornata come se fossi in un altro mon-

    do e aiuta anche le persone timide come ero

    io ad aprirsi e parlare di più con gli altri per-

    ché magari interpretiamo un personaggio

    molto estroverso e quindi parliamo facciamo

    scherzi e ci troviamo a contatto con altre

    persone con cui si ha una passione in comu-

    ne. Ed è molto divertente. Caterina

    La parola Cosplay è l'insieme tra due parole

    inglesi “costume"( costume) e “play”(gioco).

    In questi raduni che attirano migliaia di per-

    sone i ragazzi si travestono dal loro perso-

    naggio preferito dei fumetti, dei manga, o

    degli anime e lo interpretano anche negli

    atteggiamenti e nel carattere per tutta la

    giornata diventando così, anche solo per un

    giorno, le star dei loro anime preferiti.

    Dal Sol Levante la Rivoluzione del Fumetto

    Chi da piccolo non ha avuto un fumetto

    preferito alzi la mano. Nessuno vero?

    I fumetti ci hanno aiutato a sognare, abbia-

    mo giocato ad interpretare i loro protagoni-

    sti, ci hanno aiutato a viaggiare con la fanta-

    sia e, più spesso di quello che siamo di quel-

    lo che pensiamo, ci fanno ancora compagnia

    ed ispirano.

    In questo numero raccontiamo alcune sfac-

    cettature di questo mondo legato ai ricordi,

    ma non solo.

  • Pagina 4 LA RAGNATELA Un uomo è morto

    mangiando una mozzarella.

    Ah no, era una bufala.

    I Peanuts—Ilaria

    scene di questo fumetto sia cambiata radi-calmente.

    Consiglio la lettura di questo fumetto a tutti: i Peanuts vanno letti almeno una volta nella vita, che sia per farsi una risata o per riflet-tere sugli innumerevoli risvolti psicologici e sociali delle storie dei protagonisti.

    Impossibile non aver mai sentito parlare dei Peanuts o non aver mai letto qualche vignet-ta a loro dedicata: questo fumetto, tra una testata di giornale e l’altra, vanta una storia editoriale di 50 anni, terminata nel 2000 con la morte dell’autore. Un tempo lunghissimo durante il quale Charles Monroe Schulz non ha mai smesso di far sorridere i propri lettori con le avventure di Charlie Brown e del suo celeberrimo amico a quattro zampe, Sno-opy.

    Con il tempo si sono aggiunti tanti altri per-sonaggi, quelli originali si sono evoluti e hanno cambiato il proprio aspetto, ma senza mai perdere il loro fascino. Quel fascino che, qualche anno fa, mi ha fatta innamorare di questo fumetto. Ho ricevuto la mia prima copia di un volumetto dei Peanuts con il giornale La Repubblica, e forse é stata la noia di quel pomeriggio a farmi iniziare a leggere le avventure di Charlie Brown, che fino a quel momento era sempre stata per

    me una figura mi-s t e r i o s a , qualcosa di cui avevo s e m p r e s e n t i t o parlare, ma che non avevo mai conosciuto di persona. Sono rimasta immediatamente affascinata da quelle tavole dai tratti semplici e lineari, in bianco e nero, proprio come i fumetti di cui mio padre mi aveva sempre parlato, che nella loro semplicità racchiudevano inizial-mente solo un forte umorismo.

    Crescendo, e rileggendo i Peanuts, mi sono resa conto di quanti dettagli mi siano sfuggi-ti ad una prima lettura e di come, con qual-che anno in più, la mia visione di alcune

    Sara

    svelati molti evidenti punti deboli (in questi

    attacchi è decisamente evidente l’opinione

    del creatore). Passano 22 minuti ma la do-

    manda rimane: la soluzione a tutto questo

    dove si nasconde? A noi la riflessione!

    Potrei andare avanti per pagine e pagine

    citando esempi analoghi e consigliandovi

    episodi illuminanti ma spero che ciò che ho

    detto finora possa bastare a rendere l’idea

    del perché, dopo anni, ed anni questa ec-

    centrica serie possa ancora suscitare in me

    profondo interesse.

    Ilaria

    Lorenzo - I Simpson di mettere a

    segno sul debo-

    lissimo uomo

    medio, america-

    no e non solo:

    religione, politica

    (celebre è la

    profetica puntata

    in cui, ben 19

    anni fa, Donald

    Trump veniva

    rappresentato

    come inquilino della Casa Bianca), istituzioni,

    etica, ingiustizie sociali.

    Certo si può pensare: cosa c’è di speciale? È

    pieno il mondo di programmi che puntano il

    dito contro la società moderna!

    L’eccezionalità sta nella perversa raffinatez-

    za dei modi. Mi spiego: quando ad essere

    attaccato è l’eccentrico ramo della Chiesa

    Protestante diffuso a Springfield, la cui spiri-

    tualità non sembra essere mai esistita, la

    contropartita è affidata a una militaresca

    chiesa cattolica. Questa sembra inizialmente

    più vicina all’idea generale di religione ma

    scendendo nel profondo ecco che vengono

    Trenta stagioni, 669 episodi e una varietà di

    personaggi che fa impallidire le più grandi

    saghe fantasy. Questi i numeri straordinari

    de “I Simpson”, celeberrimo cartoon nonché

    figlio prediletto del fumettista statunitense

    Matt Groening. Non penso che sia necessa-

    rio presentarveli: bene o male avete tutti

    presente, anche solo vagamente, la famiglia

    più gialla d’America. Piuttosto, vorrei cerca-

    re di spiegarvi perché sono stati così speciali

    per me. Spudorati, volgari, irriverenti, pun-

    genti ma ve lo assicuro: hanno anche dei

    difetti! Al di là delle battute di cattivo gusto

    il motivo per cui hanno sempre suscitato in

    me molto interesse è ben altro. A 12 anni,

    con il telecomando in mano e ben sicuro del

    numero da digitare, non cercavo altro che

    un momento di ilarità davanti alle parados-

    sali disavventure di Homer, costantemente

    sopraffatto dalla sua stessa stupidità e da tre

    figli iperattivi. A 14 iniziavo a cogliere l’ironia

    nel tentativo, necessariamente destinato a

    fallire, di elogiare un uomo pigro, opportuni-

    sta e completamente sprovveduto. Ma è dai

    16 in poi che ho iniziato a cogliere le infinite

    stoccate che il disegnatore non smette mai Lorenzo

  • Scooby Doo

    Pagina 5 LA RAGNATELA Ti desidero come una birra ghiacciata dopo un pacco di pistacchi

    Sotto il segno delle Winx

    C'era una volta un gruppo di amiche molto legato. Tutte frequentavano la stessa scuola, ed erano nella stessa classe, quindi passava-no davvero tanto tempo insieme. Ognuna di loro peró era particolare: c'era la capetta, la coccolosa, la bionda, la scura, la futura infor-matica. E, soprattutto, ognuna di loro aveva un potere magico, diverso, ma importante tanto quanto quello delle altre. Si facevano chiamare "le Winx", ed ora non so più se sto parlando del cartone animato o della mia vita. Già, perchè sin dall'asilo ho avuto la conferma di quanto un cartoon, un film o un fumetto possano influenzare l'esistenza: nel mio caso è stato, tra le centinaia seguiti, il cartone "Winx Club", creato dalla Rainbow, studio di animazione fondato da Iginio Straf-fi.

    I colori brillanti e “luccicosi” dei vestiti e delle ambientazioni, le canzoni accattivanti delle trasformazioni e specialmente le av-venture delle fate protagoniste, tra le lezioni nelle scuole di Alfea e Torrenuvola, i com-battimenti con le nemiche Trix e le storie d'amore con gli Specialisti mi hanno fatto appassionare alla loro storia sin da quando

    avevo circa 4 anni. Blo-om, Stella, Flora, Musa, Tecna e Aisha erano forti, indipendenti, di carattere, alla moda e imitarle dava una sen-sazione di potenza; erano peró soprattutto unite, e sapevano quan-to importante fosse il lavoro di squadra, per salvare non solo loro stesse, ma tutta la di-mensione magica, le compagne, i professori, il che comportava gran-di responsabilità.

    Ancora oggi il cartone viene trasmesso in televisione, con nuovi personaggi e storie, e ancora oggi esso influ-enza la mia vita. Io avevo il ruolo di Stella, la mia beniamina e la causa della mia frustra-zione di non avere più i capelli cosí biondi come allora; ma sopra ogni cosa, due di quelle bimbe che giocavano insieme a me all'asilo sono, ancora oggi, due delle mie

    migliori amiche. Chissà, forse la nostra storia finisce così: e vissero per sempre felici, unite sotto il segno di Winx.

    Da piccoli tutti almeno una volta abbiamo guardato una puntata di Scooby-Doo. Era sempre una grande emozione provare l'eb-brezza del mistero e della scoperta durante le indagini ricche di suspence e colpi di sce-na che ci tenevano incollati per ore alla TV.

    Era incredibile come, nella semplicità dei suoi disegni realizzati a mano, quel cartone sapesse, catturarci completamente tanto da farci diventare noi stessi detective e, sospet-tando dell'uno piuttosto che dell'altro perso-naggio, lasciandoci quasi sempre stupiti allo scoprire del vero colpevole e del suo piano iniziale architettato fin nei minimi dettagli con il quale: "l'avrebbe anche fatta franca se non fosse stato per loro e per il loro stupido cane".

    La cosa che lo rendeva unico era che la squadra fosse fuori dagli schemi: dai ragazzi; che fra loro non avevano nulla in comune, ma erano tutti appassionati dal mistero e formavano una squadra tanto unita quanto bizzarra. Fred, che architettava sempre piani

    per catturare i nemici, Daphne, bella e molto attenta nel trovare gli indizi, Welma, la più intelligente del grup-po, Shaggy, distratto e dinoccolato e Scooby il cane parlante fifone e sem-pre affamato che avrebbe fatto di tutto per gli scooby snacks; alla loro macchina, la mistery machine, un furgone verde e azzurro a fiori aran-cioni; passando per i loro piani, sem-pre molto elaborati ma non sempre funzionanti. Senza contare i cattivi, mostri sempre molto strani e invero-simili che terrorizzavano le città.

    Insomma, Scooby-Doo é stato uno dei cartoni che ci ha accompagnato nella nostra infanzia e che resterà sempre uno dei cartoni più belli di sempre anche se cresceremo.

    Aurora

  • Pagina 6 LA RAGNATELA Che sport fai? Pratico shopping a livello

    agonistico.

    Cartoni al cinema

    Da Biancaneve ad Inside out, passando per

    Shrek, fino alla Città incantata. Questi sono

    solo alcuni dei film che hanno reso spensie-

    rata ed incredibile la nostra infanzia e hanno

    tutti una cosa in comune: sono cartoni ani-

    mati. Come dimenticarci dei momenti in cui

    costringevamo i nostri genitori a portarci al

    cinema per vederli? Ma quale è la causa di

    tutto questo interesse? La risposta è sempli-

    ce: la facilità ad immedesimarci in quei fan-

    tastici mondi e la semplicità con cui ci erano

    mostrati. I film di animazione hanno definito

    epoche, partendo dai classici Disney, fino

    agli emozionanti film Pixar.

    Ovviamente, non solo i bambini, ma anche i

    ragazzi e persino gli adulti si sono appassio-

    nati a questo genere, che non smetterà mai

    di stupirci.

    Un fattore che indica l'interesse che la gente

    ha per i cartoni animati è determinato dal

    costante successo al botteghino che porta

    titoli come Frozen e Gli Incredibili ai vertici

    delle graduatorie stagionali.

    Non dobbiamo dimenticare che questo

    mondo è nato dalla mente di un uomo, Walt

    Disney, un genio che ha saputo credere nei

    propri sogni e ha dato vita a quelle favole su

    schermo, che ognuno di noi ha visto almeno

    una volta.

    Vorrei concludere questo articolo con una

    frase di questo mostro del cinema: "Tutti i

    nostri sogni possono realizzarsi se abbiamo il

    coraggio di inseguirli".

    3 – Telefonare quando c’è pieno campo (tutte le “tacche”) altrimenti il cellulare au-menta la potenza delle emissioni. Per lo stesso motivo evitare le chiamate nei mezzi in movimento auto, treno, autobus, ecc.).

    4 – Durante la notte non tenere il cellulare acceso sul comodino o, peggio, sotto il cusci-no.

    5 – Non tenere il cellulare acceso negli ospe-dali o dove sono presenti apparecchiature elettromedicali, sugli aerei ed in presenza di persone con dispositivi quali pacemaker o apparecchi acustici.

    6 – A scuola tieni il cellulare spento e utilizza l’opzione segreteria.

    I rischi dei telefonini

    La notizia è uscita sui giornali a metà gen-naio: le scuole dovranno informare sui rischi dei telefonini.

    La sentenza, secondo il sito di “Repubblica” delibera che “I ministeri dell'Ambiente, della Salute e dell'Istruzione, entro sei mesi, cia-scuno per il proprio ambito di competenza provvedano ad adottare una campagna informativa, rivolta alla intera popolazione, sulle corrette modalità d'uso di telefoni cel-lulari e cordless e sui rischi per la salute e per l'ambiente connessi ad un uso improprio di questi apparecchi. E' quanto ha deciso il Tar del Lazio accogliendo sul punto il ricorso dell'Associazione per la prevenzione e la lotta all'elettrosmog”.

    Notizia molto allarmante, visto che l’uso dei cellulari coinvolge non solo adolescenti e adulti, ma anche bambini appartenenti ad una fascia di età tra i 5 e i 9 anni.

    Come quasi tutti sappiamo sono apparecchi che funzionano grazie a onde radio che, per una persona che ne fa un uso eccessivo, possono provocare danni alla salute più o meno gravi. È anche vero che però per pro-teggerci sono sufficienti semplici azioni quo-tidiane: per esempio, è sbagliato prendere il nostro telefono prima di andare a letto o quando ci siamo già; perché pensiamo possa rilassarci e invece il continuo aggiornamento di alcuni contenuti risveglia la nostra atten-zione e causa problemi di insonnia. Un’altra

    sua conseguenza è la sindrome della vibrazione fantasma: consiste nell’ immaginare che il telefono vibri sem-pre, cosa che porta a guardarlo e ricon-trollarlo con eccessiva frequenza.

    Questi problemi sono sicuramente reali, ma non bisogna credere, come fa ancora una piccola minoranza, che tra i numerosi problemi di salute causati dal telefono, ci sia anche il tumore e can-cro al cervello.

    Gli ultimi studi dell’ ”Australian Radiation and Nuclear Safety Agency”, dopo aver sot-toposto ad analisi 16.800 casi di cancro al cervello, sono arrivati alla conclusione che non vi sia alcun legame con l’uso del telefo-nino. Nonostante la Scienza quindi non si sia pronunciata in modo definitivo, il TAR ha imposto una campagna preventiva.

    Se quindi ogni eccesso di allarmismo è fuori luogo, la prudenza invita a rispettare alcune regole.

    1 – Usare l’auricolare per diminuire l’effetto delle onde elettromagnetiche sulla tua testa (no blue-tooth) oppure usare il viva voce: l’intensità del campo elettromagnetico dimi-nuisce rapidamente con l’aumentare della distanza.

    2 – Evitare telefonate chilometriche e alter-nare spesso l’orecchio durante le conversa-zioni

    Francesco

    Giulia

  • to, considerato il più difficile fra tutti, arrive-

    rà solo nelle ultime settimane quando ormai

    si è abituati agli allenamenti e risulta quindi

    meno faticoso.

    Le schede di stretching servono solo come

    preparazione agli allenamenti e a distendere

    i muscoli per evitare eventuali stiramenti.

    L’allenamento dura complessivamente dura

    12 settimane e, unito alla parte dedicata alla

    sana alimentazione, renderà davvero il cor-

    po più sodo e tonico.

    Come tornare in forma dopo le feste Le vacanze natalizie e le grandi abbuffate

    sono ormai un lontano ricordo, è giunto il

    momento di far diventare reali i buoni pro-

    positi per l’anno nuovo e perdere peso sen-

    za ricorrere a diete assurde che puntual-

    mente smettiamo di rispettare.

    Il segreto per rimettersi in forma è abbinare

    a una corretta alimentazione e a uno stile di

    vita salutare l’attività fisica che, oltre a farci

    perdere i Kg in eccesso, fortifica i muscoli

    facendo apparire il corpo più tonico.

    Un allenamento completo e efficace è quello

    creato da Kayla Itsines, una ragazza austra-

    liana che ha deciso di svelare i suoi segreti di

    personal trainer in una serie di ebook chia-

    mati “Bikini Body Guides”. I libri in questione

    dividono gli allenamenti in tre tipologie sud-

    dividendoli in varie schede: allenamento

    intensivo, allenamento cardio e stretching.

    L’allenamento intensivo si concentra preva-

    lentemente su gambe, addominali e braccia

    e le schede con i rispettivi esercizi andrebbe-

    ro ripetute tre volte a settimana, con

    l’accortezza di fare non più di una sessione

    di questi al giorno. All’interno delle schede

    sono presenti due circuiti, ciascuno formato

    da quattro esercizi differenti. Ogni serie

    dovrebbe durare sette minuti, ma nel caso si

    finiscano prima gli esercizi, bisogna ripetere

    il circuito fino al raggiungimento dei minuti

    previsti. La pausa è solo tra i circuiti e dura

    dai 30 ai 90 secondi. Alla fine delle serie c’è

    un’altra sosta e bisogna poi ripete gli esercizi

    un’altra volta. La durata complessiva

    dell’allenamento è quindi di mezz’ora. Per

    quanto riguarda l’allenamento cardio i cir-

    cuiti sono di tipo LISS e HIIT. Gli esercizi del

    LIIS (low intensity steady state) prevedono

    di camminare a una velocità costante e so-

    stenuta per 40 minuti circa, o in alternativa

    andare in bici sempre per la stessa durata di

    tempo. Invece l’allenamento HIIT (high in-

    tensity interval training) consiste nel correre

    sul tapis roulant per 10/15 minuti alternan-

    do ogni trenta secondi la corsa veloce alla

    vostra massima velocità. Questo allenamen-

    Io e i miei calzini

    A chi non capita di svegliarsi al mattino e,

    due minuti prima di uscire dalla porta di

    casa, non aver ancora deciso cosa indossa-

    re? Probabilmente almeno una volta ci sia-

    mo passati tutti. Se vi dicessi che mi succede

    esattamente lo stesso con le calze mi pren-

    dereste per scemo, ma alcune volte è davve-

    ro così.

    Le calze sono un dettaglio da non sottovalu-

    tare. A casa, in due dannati cassetti del co-

    modino, ci sono quasi cinquanta di paia di

    calzini, così ribattezzati per non confonderli

    con le normalissime calze di tutti i giorni; eh

    già, perché vi sto parlando di calzini disegna-

    ti e molto colorati. Ce ne sono per tutti i

    gusti. Così, quando un giorno ti senti partico-

    larmente affamato indossi quelli con ciam-

    belle, ananas o popcorn; il giorno dopo po-

    tresti trovarti artisticamente ispirato quindi

    ripieghi su paia con le forme geometriche, e

    perché no, tenere in considerazione quelli

    con i quadrifogli, le rose e le

    margherite per cercare un

    contatto con la natura. Dun-

    que ogni mattina, prima di

    iniziare una nuova giornata,

    cerchi l’ispirazione in qualche

    angolo della tua mente anco-

    ra addormentata, o più sem-

    plicemente scegli a caso sen-

    za porti domande

    sull’abbinamento adeguato o

    meno.

    Detto ciò, vi domanderete il

    perché di questa stranezza.

    Bene, non lo so nemmeno io

    in realtà, è un’attrazione che

    ho sin dalla prima superiore e

    credo che andrò ancora avan-

    ti a collezionare articoli di

    questo genere. Lo considero

    un tocco artistico al mio stile personale.

    Alice

    Emanuele

    Pagina 7 LA RAGNATELA Cercare di farti ragionare

    è accanimento terapeutico.

  • Pagina 8 LA RAGNATELA Come si chiama l'animale

    pennuto più intelligente?

    L'oca capito.

    Una vita per i bambini dell’Africa Il libro della prof .ssa Claudia Ghiraldello sulle lettere di Maria Bonino Il libro scritto dalla dottoressa e professo-ressa Claudia Ghiraldello parla, attraverso le lettere inviate dall'Africa alla famiglia, della vita di Maria Bonino, pediatra bielle-se volontaria in Africa per il Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici missionari) per aiutare i bambini. Morì proprio in Africa, a Luanda per il morbo di Marburg (1953-2005). L'intervista all'autri-ce del libro: Lei ha pubblicato anche altri libri ma tutti legati all'arte. Perché invece questa volta ha scelto questo argomento? In realtà anche questo libro è legato all'ar-te. Nel 2015, nell'occasione del decennale della morte della pediatra Maria Bonino, la Fondazione intitolata a tale medico mi chiese di curare una mostra d'arte al Mu-seo del Territorio Biellese, una mostra i cui proventi sarebbero andati in beneficenza a favore dei bambini dell'Africa, quei bambi-ni per i quali Maria aveva dato persino la vita essendo stata colpita dal Morbo di Marburg durante il suo servizio medico. Il pittore prescelto era Valentino Bellucci, un artista ligure che avrebbe creato opere da mettere in vendita appunto a scopo bene-fico. Si realizzò la mostra e ne scrissi il catalogo per i tipi di Amadeo di Chiusanico di Imperia. In tale catalogo affrontavo la figura di Bel-lucci e la sua arte, ma anche la figura della pediatra, cui la mostra era dedicata. Così cominciai a conoscere tale donna, il suo impegno nel curare i bambini di un conti-nente tanto tormentato. Per conoscere meglio Maria chiesi alla fami-glia di leggere le tante lettere che di lei era-no rimaste. Finita la mostra, si decise di pubblicare proprio quelle lettere. L'incontro con la Casa Editrice Paoline ha fatto scattare la molla ed è nato questo libro.” In breve, chi era Maria Bonino? Maria è nata a Biella da Alberto Bonino e Gabriella Orioli il 9 dicembre 1953. Si è lau-reata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino nel 1978. Nell'autunno del 1980 ha cominciato a fre-quentare i corsi di preparazione come medi-co volontario in Africa presso il CUAMM di Padova e nel luglio 1981 è partita per il Con-solata Hospital di Ikonda, in Tanzania, con il progetto CUAMM, come responsabile del Reparto di Pediatria e del Servizio "Mother and Child Health" sul territorio; in questa occasione ha cominciato il suo rapporto preferenziale con i bambini malnutriti. Nel

    1984 ha conseguito il Diploma in Medicina Tropicale ad Anversa. Molti i suoi periodi di servizio in Africa. Ha lavorato in Burkina Faso, in Tanzania, in Uganda, in Angola. In quest'ultima realtà ha contratto il morbo di Marburg che l'ha por-tata alla morte il 24 marzo 2005.” Cosa l'ha particolarmente colpita nei docu-menti e nelle testimonianze riguardo alla vita di Maria Bonino? Sono stata davvero colpita dall'entusiasmo con cui Maria affrontava il suo lavoro, dal suo quotidiano sacrificarsi per il prossimo, in prima battuta per i suoi bambini africani. Quella di Maria è un'Africa complicata, dove l'acqua e la corrente elettrica sono forte-mente razionate, dove non ci sono strutture attrezzate per operare dal punto di vista sanitario, dove la magia spesso prende il posto della scienza, dove il tasso di mortalità infantile è altissimo. Sono stata anche colpi-ta dal coraggio dimostrato dalla pediatra nel denunciare lo sfruttamento dell'Africa da parte dei Paesi ricchi, quei Paesi europei che in questo continente hanno attuato forme di speculazione crudeli, a svantaggio ovvia-mente della povera gente. Quale messaggio vorrebbe restasse a colo-

    ro che leggono questo libro? Questo libro parla di un medico che dona la propria vita per il prossimo. Una pedia-tra che muore sul campo mentre sta cu-rando i suoi bambini. Il libro vuole essere, dunque, un'occasione per meditare sulla figura di tale donna, ma anche inevitabil-mente sulla realtà africana, sui suoi enor-mi problemi. Si tratta di un libro che non vuole, però, essere una mera constatazio-ne dello stato delle cose, bensì uno stimo-lo forte a seguire l'esempio di tale medico per far in modo che la situazione migliori. Dunque è un libro rivolto anche e soprat-tutto ai giovani, ai giovani di oggi, che sono calati in una società che vive una forte crisi esistenziale. Ebbene, seguire Maria potrebbe essere una buona occasio-ne per fare del bene agli altri facendo del bene anche a se stessi, raggiungendo un'autentica realizzazione personale. Maria, pur gracile di costituzione, è stata una roccia nello spirito. Estremamente devota a Dio, convinta dell'esistenza della Provvidenza, non aveva troppo tempo per pregare. La sua preghiera quotidiana era porsi al servizio del prossimo, vegliando per ore ed ore i suoi bambini ammalati, combattendo contro i topi che infestavano

    l'ospedale, lottando contro il caldo sfinente, le micidiali zanzare ed i terribili serpenti. Sempre con il sorriso. Il sorriso di Maria è contagioso. È il sorriso di chi è in pace con se stesso nel prodigarsi per gli altri.” Sta lavorando ad altre pubblicazioni? Per scaramanzia preferisco non parlare del futuro, ma ringrazio per la fiducia sui miei prossimi progetti. Adoro l'Arte e la Storia... chissà...

    Davide

    tel:19532005

  • Pagina 9 LA RAGNATELA Italia-Polonia 1-1. Roberto Mancini: "I ragazzi hanno fatto bene, nel

    complesso". Ma perché, suonano?

    La finestra sul lago Il libro della prof .ssa Franchini nato dall’amore per la Lirica Quando nasce il suo interesse per la lirica?

    La lirica ha sempre fatto parte della mia vita. Il mio nonno, che viveva con noi, era un appassionato e me la faceva ascoltare quan-do ero molto piccola. Ho cominciato a fre-quentare i teatri al tempo dell’università: il Regio di Torino, dove studiavo e, qualche volta, la Scala di Milano

    E in particolare cosa le ha trasmesso Ettore Bastianini attraverso le sue doti liriche?

    Ettore Bastianini era stato dotato da madre natura di una voce bellissima, morbida, este-sa, appassionata, supportata da una tecnica perfetta. Una collega, Giulietta Simionato, l’aveva definita “una voce di bronzo e di

    velluto”.Attraverso il canto, riusciva a inter-

    pretare i sentimenti primordiali dell’uomo: amore, dolore, passione, gelosia, senso della morte. Ebbe una carriera purtroppo breve, ma sfolgorante, nei maggiori teatri del mon-do, particolarmente La Scala di Milano – il suo teatro – lo Staatsoper di Vienna e il Me-tropolitan di New York.

    Lei ha avuto modo di ascoltare il Baritono dal vivo o era troppo giovane per frequen-tare i teatri?

    Purtroppo non ho potuto ascoltare Bastiani-ni in teatro: quando ha messo fine alla sua carriera, nel dicembre 1965, avevo undici anni. Fortunatamente aveva inciso molto e sono disponibili varie interpretazioni sia registrate in studio che live, in teatro. Perso-nalmente, sono quelle che preferisco.

    Del cantante Bastianini si sa quasi tutto, mentre della figura privata si conosce mol-to poco. Cosa ci svelano queste lettere?

    Una rivista di lirica ha definito Ettore Bastia-

    nini “enigmatico baritono del ‘900”.

    Un’infanzia difficile aveva determinato la sua personalità introversa ed estremamente riservata. Amici e colleghi conoscevano po-chissimo della sua vita privata. Manuela era una ballerina del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Quando si incontrarono, lei aveva 17 anni e lui 35. Cinque anni dopo, al massi-mo della carriera e alla soglia del matrimo-nio, gli venne diagnosticato un linfoepitelio-ma alla faringe, che lo portò alla morte all’età di 44 anni. Queste lettere inedite, scritte alla ragazza che amava durante i suoi viaggi, rivelano un uomo sensibile e passio-nale, con improvvise malinconie e grandi fragilità, ma profondamente nobile, nei suoi sentimenti. Un “giusto”, mi viene sempre da

    pensare.

    La lirica fa parte della nostra storia, ospitia-mo alcuni templi del bel canto come la Sca-la e l’Arena di Verona e arrivano turisti da tutto il mondo per assistere alle rappresen-tazioni operistiche, ma tra i giovani italiani il 2018 è stato l’anno del RAP e della musica TRAP. Pensa che la lirica nel futuro avrà ancora uno spazio?

    La lirica può sembrare una manifestazione

    artistica “di nicchia”, ma, quando vado alle

    rappresentazioni, vedo in teatro molti giova-ni. Probabilmente, come nel mio caso, è determinante il messaggio proveniente dall’ambiente familiare.

    Come invoglierebbe un ragazzo ad avvici-narsi a questo mondo per lui lontanissimo?

    Gli chiederei di fare un viaggio in macchina con me e gli farei ascoltare i miei CD, che mi accompagnano sempre. Poi lo porterei con me a teatro. Mia figlia era lontanissima da quel mondo e da quel tipo di musica. Oggi non si perde una rappresentazione.

    La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza nel corso della sua vita?

    La scrittura è la modalità espressiva che mi è più congeniale. Ho sempre scritto molto, anche se è la prima volta che ho avuto l’occasione di pubblicare un libro.

    C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

    Manuela ed io non avevamo nessuna inten-zione di scrivere un libro. Rispondendo ad una sua esigenza, le avevo proposto di rac-cogliere i suoi ricordi su Bastianini perché non andassero perduti. Un po’ per volta questo materiale si è strutturato in capitoli. Ricorderò sempre la sera in cui le ho detto: “Volevo solo avvertirti che qui sta venendo fuori un libro” e la risata con cui mi ha rispo-sto. Il fatto incredibile è che Manuela mi

    raccontava la loro storia utilizzando Wha-tsapp. Tutto la nostra comunicazione ha avuto luogo secondo questa modalità Oggi ci chiediamo come abbiamo fatto.

    Il lavoro del curatore ha un ruolo fonda-mentale nella stesura del libro, infatti il suo compito è quello di affiancare l’autore. Lei come ha conosciuto l’autrice Emanuela Bianchi Porro, e come si è evoluto il vostro rapporto nel corso della stesura del libro?

    Ho conosciuto Manuela a Sirmione, a un evento organizzato dall’associazione di cui entrambe facciamo parte, per ricordare i 50 anni dalla morte di Bastianini. Lei mi confidò la sua tristezza all’idea che un domani non sarebbe rimasta alcuna traccia dell’uomo, ma solo dell’artista e io mi sono offerta di raccogliere e di trascrivere i sui ricordi. A 50 anni dalla morte di Ettore, Manuela mi ha messo a disposizione, oltre ai suoi ricordi, tutte le lettere, le fotografie e i filmati in suo possesso, che costituivano un materiale assolutamente inedito. Il nostro rapporto è stato caratterizzato, fin dall’inizio, da un’istintiva intesa e da una fiducia assoluta e totale. Non sarebbe stato possibile, altri-menti, scrivere questo libro. Oggi siamo amiche. Dopo la pubblicazione del libro, le lettere sono state donate alla Biblioteca Musicale “Donizetti” di Bergamo, dove sa-ranno conservate e messe a disposizione degli studiosi e degli appassionati.

    Sara

    Il libro riguarda un grande Baritono del

    ‘900. Non tanto la sua carriera e i suoi

    successi, ma la sua vita privata raccon-

    tata a partire dai ricordi di Manuela

    Bianchi Porro, una donna che fu legata

    all’artista.

    Il libro è arricchito da lettere e foto

    inedite.

  • Il Personaggio - prof . Giuseppe Paschetto

    Quando abbiamo scoperto che quattro stu-

    dentesse del Liceo erano le protagoniste del

    film tratto dal libro del prof. Paschetto A-

    nanda avevamo deciso di parlarne, poi però

    la cronaca ci ha superato e il prof. di Mosso

    è diventato protagonista di articoli su gior-

    nali nazionali e servizi televisivi. Il motivo? Il

    prof. è stato selezionato tra i 50 finalisti del

    Global Theacher Prize, una specie di Nobel

    per gli insegnanti. Se dovesse essere scelto

    tra i 10 finalisti parteciperà alla cerimonia

    finale a Doha, dove al vincitore verrà asse-

    gnato il premio da 1 mln di $.

    Nel frattempo sono stati presentati il libro e

    il film su un’altra operazione che ha visto il

    prof. Paschetto tra i promotori, quella del

    salvataggio dell’isola di Budelli.

    Un’iniziativa che ha portato uno studente

    (sorteggiato a nome di tutti i compagni) di

    Mosso ad essere premiato come Alfiere

    della Repubblica dal Presidente Mattarella.

    Una grande avventura di sperimentazione

    diretta di cosa sia la partecipazione civile e

    di come questa ormai passi anche attraverso

    strumenti moderni come il Crowdfunding.

    Pagina 10 LA RAGNATELA Polka: Ballo tipico

    delle “maiale” cinesi.

    Il prof . Paschetto e il “Metodo Mosso”

    lettere personalizzate per ogni alunno che

    indicano specificatamente quali sono i pro-

    pri punti di forza, in cosa si è carenti e come

    si può migliorare. A poter dire la loro sono

    anche gli studenti che possono valutare i

    professori e dire la propria opinione sul me-

    todo di studio e sulla strutturazione delle

    verifiche. Grazie a questa relazione di fiducia

    e rispetto che si crea tra studenti e insegna-

    ti, si creano progetti quali creare fontanelle

    d’acqua ad energia solare, andare in Nuova

    Zelanda o tenere una lezione a studenti

    universitari riguardo il salvataggio dell’isola

    di Budelli. Tante piccole cose che, pensate in

    grande fanno la differenza e trasformano la

    scuola in un posto dove non soltanto si im-

    para ma ci si diverte anche e si diventa citta-

    dini del mondo. E tu la tua scuola come la

    vuoi trasformare?

    Giovedì 17 gennaio a Lessona il prof. Pa-

    schetto ha presentato quello che chiama il

    "Metodo Mosso . Ecco in cosa consiste

    l’impostazione che lo ha portato ad essere

    candidato al prestigioso premio internazio-

    nale.

    Banchi ad isole, laboratori matematici, com-

    piti non obbligatori e uscite notturne. Que-

    ste sono solo alcune delle innovazioni del

    “metodo Mosso”, nate dalla voglia di speri-

    mentare e mettersi in gioco dei professori e

    dei ragazzi della scuola media di Mosso.

    Giuseppe Paschetto, insegnante di scienze

    naturali e matematica, è stato il principale

    promotore di tali sperimentazioni e

    quest’anno, presentando due video sulla

    didattica ad una commissione di Londra

    (dell’ente organizzativo Varkey Foundation),

    si trova tra i 50 candidati come miglior pro-

    fessore a livello mondiale. Ma cosa distingue

    la scuola media di Mosso dalle altre? Innan-

    zitutto il loro è un approccio che combina

    didattica con giochi di movimento e usufrui-

    sce molto delle risorse del territorio. Ciò

    permette di poter adottare il metodo scien-

    tifico per imparare le leggi fisiche e matema-

    tiche a partire dalla pratica. In questo modo

    i ragazzi si sentono pienamente coinvolti e

    memorizzano con più facilità le materie. Il

    professor Paschetto inoltre ha deciso di

    seguire l’esempio della scuola di Maurizio

    Parodi, abolendo l’obbligatorietà dei compiti

    a casa, poiché ritiene sufficienti le ore scola-

    stiche per svolgere le attività. Un’altra carat-

    teristica che contraddistingue la scuola di

    Mosso è l’assenza di libri scolastici. Questa

    rinuncia adottata dal professor Paschetto,

    nasce dalla contraddizione tra la dinamicità

    ed evoluzione delle materie con la staticità

    di queste sui libri scolastici. Le informazioni

    vengono allora ricavate dalle riviste scientifi-

    che e dal web e vengono rielaborate dai

    ragazzi che così facendo creano il loro libro

    personale. Inoltre la scuola di Mosso ha

    deciso, quando possibile, di adottare un

    orario compatto, vale a dire che un docente

    con più materie anziché suddividerle setti-

    manalmente, si concentra per un determina-

    to periodo solo su una materia e quello suc-

    cessivo sull’altra. Questo consente di non

    frammentare le spiegazioni e concentrarsi al

    meglio su ogni argomento. In questa scuola

    tale didattica funziona anche grazie al ridot-

    to numero di studenti per classe. Questo

    permette ai docenti di creare una relazione

    con ogni singolo studente. In questo modo

    le valutazioni numeriche si trasformano in

    Sara P.

  • Il libro - Ananda

    Protagoniste sono quattro amiche vivono in

    un paesino, Imland, in una valle che assomi-

    glia molto alla val Sesia.

    La loro è un’età di passaggio, all’inizio del

    libro sono ancora bambine, ma alla fine del

    racconto sono ormai cresciute.

    Amanda, Beatrice, Lhasa e Adele si trovano

    coinvolte in un’avventura che ha uno sfondo

    impegnativo, quello della lotto contro il

    cancro. Il racconto inizia con la morte di un

    anziano a cui sono legate e ruota intorno

    alla scoperta delle straordinarie proprietà di

    un rimedio naturale di cui però si dovrà rin-

    tracciare l’origine.

    Durante il loro percorso le protagoniste

    dovranno affrontare viaggi, avventure, capi-

    re di chi potersi fidare, incontrare nuovi

    amici e sfidare pericolosi nemici.

    Il racconto è pensato principalmente per un

    pubblico coetaneo delle protagoniste e non

    vuol solo divertire, ma anche far riflettere,

    avvicinando la ricerca scientifica, l’amore

    per la natura e quello per gli altri.

    prima occasione che ci si è presentata da-

    vanti l'abbiamo colta al volo e lui, prestan-

    dosi a farci da regista, ci ha soddisfatto ap-

    pieno come ogni volta!

    Cos’ha di speciale il Prof. Paschetto che gli

    altri prof non hanno?

    Prof Paschetto non ha qualcosa che lo rende

    speciale, è lui ad essere speciale: è sempre

    in movimento, sia con la testa che con i pie-

    di, ha una forza e un'energia pazzesca che ti

    trasmettono voglia di fare e passione in ogni

    cosa, ha sempre nuovi obbiettivi da raggiun-

    gere ed impiega tutto il suo tempo e le sue

    forze per realizzarli. Lo invidio molto, soprat-

    tutto perché i suoi sogni sono dei sogni che

    portano del bene anche al resto del mondo,

    oltre che a se stesso: un esempio è il proget-

    to "Non si sbudelli l'Italia" che non gli ha

    portato soldi o premi, ma solo una bellissi-

    ma esperienza per i suoi alunni, un bene per

    l'ambiente ed una fama riconosciutagli per

    la sua immensa generosità. È una persona

    meravigliosa, sempre pronta a dare una

    mano e sempre positiva. Ma la cosa migliore

    è che oltre ad essere un insegnante, è un

    amico su cui sai di poter sempre contare.

    Quattro studentesse del nostro liceo hanno

    fatto parte del film creato dal Prof. Paschet-

    to prendendo spunto dal libro “Ananda”.

    Ecco cosa pensa una di loro, Alice Ronzani,

    del professore e dell’esperienza fatta con

    lui.

    Avresti mai detto che il prof. Paschetto

    sarebbe stato nominato tra i migliori prof

    al mondo?

    Ti dirò che ho sempre pensato che Paschet-

    to fosse un professore eccezionale, sia per i

    suoi metodi di lavoro e di insegnamento,

    che sono unici e sempre innovativi, sia per la

    sua grande personalità, che ogni giorno che

    passa non smette mai di sorprendermi con

    nuovi obbiettivi da raggiungere, con nuove

    esperienze da svolgere e una voglia di fare e

    crescere che ti coinvolge appieno in tutto.

    Tutti i progetti e gli esperimenti che io e la

    mia vecchia classe delle medie abbiamo

    realizzato insieme a lui mi sono ritornati utili

    ancora oggi e mi sono rimasti impressi nella

    testa come li avessi svolti ieri! Per questo

    non ho mai avuto dubbi sul fatto che potes-

    se rientrare tra i 50 professori migliori al

    mondo e tanto meno che possa vincere. È

    unico e lo dimostra ogni giorno!

    Come ci si sente ad essere stata sua alun-

    na?

    Essere stata una sua alunna è un privilegio,

    un vero onore. Ma questo non lo penso

    soltanto ora perché è stato candidato tra i

    50 migliori professori al mondo, è un dato di

    fatto quello di sentirsi onorati ad averlo

    avuto come insegnante, con o senza i suoi

    riconoscimenti. Sicuramente, adesso più che

    mai mi sento davvero fortunata e privilegia-

    ta per essere stata una sua allieva, poiché un

    riconoscimento del genere non lo si riceve

    tutti i giorni, ma mi sono sempre sentita al

    settimo cielo anche solo per averlo cono-

    sciuto come persona.

    Quando hai saputo che aveva scritto un

    libro, come hai reagito? E come è nata

    l’idea del film?

    La prima volta che mi disse di aver scritto un

    libro non ci credetti, non la ritenevo una

    cosa da lui! Poi quando lo tirò fuori dallo

    zaino lo guardai strabiliata e incredula. An-

    cora una volta era riuscito a sorprendermi

    con le sue infinite capacità e con la sua men-

    te totalmente fuori dagli schemi!

    Per quanto riguarda il film, è stato proposto

    da me e da altre tre amiche (e sue ex alun-

    ne): volevamo realizzarlo basandoci sull'av-

    vincente storia del suo libro. Ci mancavano

    talmente tanto i suoi progetti che abbiamo

    svolto durante i tre anni di medie, che la Sara N.

    Pagina 11 LA RAGNATELA Il suo cuore di anziano monarchico non fu

    in grado di reggere l’esito del referendum

    istituzionale. Le sue ultime, drammatiche

    parole: “Mi manca il re, spiro”.

    Il prof. raccontato da un’ex allieva Un insegnante eccezionale sia per i metodi, sia per la personalità

  • no)

    – Vorrei ‘Braccobaldo’ (Marcovaldo, Calvi-

    no)

    – “Avete una lista di tutti i libri scritti in

    lingua inglese?”

    – Cliente: “Sto cercando un mappamondo“.

    Libraio: “C’e’ un modello da scrivania

    laggiu’”. Cliente: “Uhm no, non è abbastan-

    za grande. Non ne avete uno a grandezza

    naturale?”. Libraio (pausa): “Uhm si’, ma al

    momento lo stiamo…. utilizzando”.

    RICHIESTE IN LIBRERIA

    Strane ed incredibili richieste in libreria do-

    verosamente annotate da un libraio...

    - Vorrei “Alla ricerca del tempo perduto” di

    Alain Prost (Pseudonimo di Marcel Proust

    quando saliva su una Formula Uno?)

    – Tenete le Pistole di Cicerone? (O forse le

    Epistole?)

    – Vorrei un libro di cui non mi ricordo

    l’autore. S’intitola: “Tutte le poesie”.

    – Vorrei un libro che…aspetti un momento,

    eh, che me lo sono scritto… (si fruga freneti-

    camente nelle tasche per qualche minuto, poi

    estrae un bigliettino spiegazzato, l’apre e

    legge) Ah, ecco, sì, dunque, la Bibbia!

    – Mi scusi, ma di questi libri da 1 euro non

    hanno ancora fatto le edizioni economiche?

    – Mi serve un metro e mezzo di libri, non

    importa di che tipo, l’importante è che abbia-

    no tutti lo stesso colore.

    – Vorrei un libro di cui non ricordo l’autore,

    e nemmeno la casa editrice. Il titolo? Adesso

    come adesso non mi viene.

    – Vorrei un libro di cui non mi ricordo nè il

    titolo nè l’autore. Non so neanche di cosa

    parla, ma so che è piccolo e rosa.

    – Vorrei un libro di fotografie del periodo

    medievale.

    – Vorrei ‘Le palle di Malaparte’ (La pelle, di

    Curzio Malaparte)

    – Vorrei ‘Il fu Matia Bazar’ (Il fu Mattia

    Pascal, Pirandello)

    – Vorrei ‘Edipo a Cologno’ (Edipo a Colono,

    Sofocle)

    – Vorrei ‘E dico re’ (Edipo re, Sofocle)

    – Vorrei ‘Sequestro un uomo’ (Se questo è

    un uomo, Primo Levi)

    – Vorrei ‘Mandovado’ (Marcovaldo, Calvi-

    Pagina 12 LA RAGNATELA Come diceva il mio amico

    Adamo: "Se devi fare un

    peccato fallo originale!"

    42. Ricovero per animali esotici VERTICALE 1. Ripetizione di suono 2. A voi 3. Segue il tac 4. Calda e umida 5. Frutti del rovo 6. Le prime due dell'alfabeto 7. Cibo che scese dal cielo 8. Un cantante non può permettersela 9. Precede la pratica 11. Ente radiotelevisivo di Stato 13. Concessa in uso 14. Industria che si occupa della pubblicazio-ne 16. Ci sono bianchi e bruni 19. Ente Autonomo 20. Sì tedesco 22. Riposo ... messicano 23. Composizione melodica 24. Scritto in versi 26. Gran Turismo 27. Simbolo del nanolitro 28. Si può scordarla aperta 29. Vi si corre un famoso palio 30. Comunità Economica Europea 31. Hanno dato prova di straordinario corag-gio 35. Ucciso per errore da Adrasto 36. Aggettivo possessivo 38. Avanti Cristo 40. Il più grande fiume italiano per lunghez-za

    ORIZZONTALE 1. La prima donna 3. Mezzo di comunicazione senza fili 8. Uno sport invernale 9. Amore smodato per una ... squadra 10. Punto di ritrovo 12. Sigla di Torino 13. Mammiferi ruminanti domestici 15. Sigla di Napoli 16. Non lo è tutto ciò che luce 17. Ortaggi dalle grosse costole 18. Fabbrica di candele 21. Una strada statale che inizia da Roma

    22. Vale questa abbreviato 25. Andata 26. Periodo di ventiquattro ore 29. Non fertile 30. Sfilate di gruppi di persone 32. Concessione 33. Inizio d'errore 34. Ben ventilata 36. Nota musicale 37. Alle donne non si chiede 39. Ignominia da lavare 40. Donna timorata di Dio 41. Leghe metalliche di ferro e carbonio

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