Dal 10 giugno su Canale 5 il casting televisivo più grande ...plit/cartella_stampa_veline... ·...

22
Dal 10 giugno su Canale 5 il casting televisivo più grande del mondo Alla ricerca dei nuovi volti femminili del TG satirico di Antonio Ricci Ezio Greggio alla conduzione nelle piazze d'Italia DAL LUNEDI’ AL SABATO -ORE 20.30 -CANALE 5

Transcript of Dal 10 giugno su Canale 5 il casting televisivo più grande ...plit/cartella_stampa_veline... ·...

Dal 10 giugno su Canale 5

il casting televisivo più grande del mondo

Alla ricerca dei nuovi volti femminili

del TG satirico di

Antonio Ricci

Ezio Greggio alla conduzione nelle piazze d'Italia

DAL LUNEDI’ AL SABATO -ORE 20.30 -CANALE 5

ANTONIO RICCI presenta:

conduce EZIO GREGGIO

“Le Veline sono importantissime per “Striscia”: servono a mantenere la trasmissione nel clima del varietà e ricordano in ogni momento che anche noi siamo spettacolo e non verità”. Così Antonio Ricci in “Striscia la tivù” (Einaudi), spiega il ruolo delle Veline nell’ambito di “STRISCIA LA NOTIZIA”. Martedì, 10 giugno 2008, sugli schermi di Canale 5, torna un grande appuntamento televisivo: “Veline”. Anno importante per Antonio Ricci che ha festeggiato in autunno le 20 edizioni del telegiornale satirico di Canale 5, varietà che fa parte della storia della Tv, che ha denunciato fatti e misfatti, imbrogli, e malcostume del nostro paese con il solito obiettivo di sempre: insinuare il dubbio nel pubblico a casa. Questi anni di fervido impegno ma anche di grande comicità e ilarità hanno visto protagonista il volto dell’attore comico Ezio Greggio (autore del tormentone “Velineeee”) che dalla prima volta a Striscia nel lontano 1988 con Gianfranco D’Angelo fino a Michelle Hunziker e l’inseparabile socio Enzo Iacchetti ha vissuto, divertito e informato milioni e milioni di telespettatori. E’ da qui che nasce l’idea di proseguire un viaggio insieme fino alla fine del compimento del ventesimo anno di festeggiamento (novembre 2008). “Ho accettato volentieri l’invito di Antonio Ricci a proseguire i festeggiamenti per i 20 anni di Striscia la notizia – commenta Greggio – anche perchè – conclude - la vera velina sono io! Le Velineeeee”. Ricci, ideatore e autore di “Striscia” ha pensato bene di coinvolgere l’artista anche nella scelta delle nuove Veline, simbolo essenziale del programma, capaci di uscire dal piccolo schermo per diventare un vero e proprio fenomeno di costume.

Le ultime fortunate sono Melissa Satta (bruna), Thais Wiggers (bionda tinta) e Veridiana Mallmann (bionda naturale), che dal 7 giugno concludono la loro felice esperienza alla corte di Ricci. Popolarità, notorietà, successo, crescita professionale e umana. Lezioni di ballo, di dizione e di portamento per affrontare al meglio coreografie, interviste, servizi fotografici e soprattutto le telepromozioni, momento focale (come risponde l’autore a chi le pensa mute) della Tv commerciale. E’ arrivato per loro il momento di passare il testimone. Chi prenderà il loro posto nella nuova edizione del tg satirico? Prima tappa: Riccione. Torna il casting più grande del mondo alla ricerca delle nuove Veline. Sono tante le ragazze che nelle passate edizioni hanno partecipato al programma (giunto alla sua terza stagione) e che pur non avendo vinto, la vetrina di Veline gli ha garantito di realizzare il loro sogno: lavorare nel mondo dello spettacolo. Tra queste: Ilaria Spada, finalista nell’ edizione 2002, oggi attrice di cinema e di fiction; Bianca Guaccero, provinata nel 1999, oggi attrice di successo sia di cinema che di fiction, quest’anno al fianco di Baudo all’Ariston di Sanremo; nello stesso anno Alessandra Balletto, giornalista prima al Tg4 ed oggi su Italia1 a “Controcampo diritto di replica”; Elisabetta Gregoraci, concorrente nell’edizione 2002, dapprima con Mammucari su Raidue a “Libero” poi con Pupo ne “Il Malloppo” attualmente da 2 stagioni nel contenitore domenicale di Canale 5; Emanuela Aurizi chiamata simpaticamente la “velona” e partecipante a “Veline 2004”, oggi attrice di fiction (ultima “Rino Gaetano. Ma il cielo è sempre più blu.”) e teatro. Andrea Delogu aspirante velina nell’edizione 2002, (letteronza a “Mai dire Gol” e conduttrice su “Match Music”) canta con il gruppo “ Cinema 2”.E ancora... Sara Tommasi, finalista a “Veline 2004” dopo l’esperienza come paperetta a “Paperissima”, inviata per il programma “On the Road” di Italia Uno, naufraga all’”Isola dei famosi”, ha da poco debuttato al cinema nel film “Ultimi della classe”; Barbara Petrillo (“Paperissima” e “Mai dire Gol”); Eva Collini (“Quelli che il calcio”); Elena Venutti (Canale 5 come paperetta e e poi Schedina a “Quelli che il calcio”); Angela Tuccia (“L’Eredità”); Debora Manoni (“Stranamore”); Carlotta Mantovan (“Meteo Sky”); Rosaria Cannavò (“Paperissima” e “Un, due, tre, Stalla”); Alessandra Sorcinelli (con Trecca a “Vivere meglio”- e “Un, due, tre Stalla”); Elisabetta Liberale (Letteronza); Gabriella Capizzi ( “La grande notte del Lunedì” di Raidue, “Band It” su Italian Teen Television, e Radio Italia Tv); Francesca De Rose ( Miss Padania 2002, “La grande notte“, “Un, due, tre Stalla” ); Svetoslava Simenova Lozanova (Paperetta e poi Schedina ); Elena Bonzanni (Schedina ), Mary Carbone ( “La pupa e il secchione”, “Colorado Cafè”).

Due righe a parte vanno spese per le vincitrici della prima edizione di “Veline” (2002) Giorgia Palmas ed Elena Barolo. La prima, dopo l’esperienza durata due anni sul bancone di “Striscia la Notizia” è stata attrice in “Carabinieri”, conduttrice del programma musicale “CD LIVE” di Raidue e co-conduttrice de “I Raccomandati” su Raiuno. L’ultimo impegno professionale prima della maternità l’ha vissuta recitando fianco di Ale e Franz in “Buona la Prima” su Italia1. La seconda, Elena, dopo un breve periodo come Meteorina per il TG4, ha iniziato la carriera di attrice entrando a far parte del cast di “Centovetrine” e di seguito della sit - com di Raidue “7 Vite”. Studia recitazione e presto tornerà in televisione. Sono molte le tappe che “Veline” toccherà quest’estate. Oltre a Riccione, Abano Terme, Caorle, Lido delle Nazioni, Norcia, Ostuni, Reggio Calabria, Cefalù, Boario Terme, Jesolo, Chioggia, Riva del Garda (tappa delle Semifinali). Le selezioni sono cominciate circa un anno fa nei centri commerciali di tutta Italia, per permettere anche ai genitori di poter assistere nei momenti dei provini, ma soprattutto per una forma di tutela per le ragazze che vengono spesso sollecitate a partecipare a casting a livello locale che si rivelano tarocchi e organizzati da personaggi poco raccomandabili. Grande successo anche per i casting organizzati in questa stagione da Mediaset. Milano, Roma, Napoli, Palermo e l’immancabile Cagliari…perchè come dice il Senatore a vita Francesco Cossiga : “ Se non c’e’ una velina sarda non guardo Striscia la notizia…”. Requisito fondamentale per diventare Veline: aver raggiunto la maggiore età e non aver ancora compiuto i 65 anni (altrimenti si diventa "Velone") . Si sono presentate in tante in questi ultimi mesi: le belle, le bellissime, più o meno alte, simpatiche e spigliate, timide e “alla prima, seconda, terza volta”, bionde, rosse o more, studentesse, dottoresse, avvocatesse, infermiere, impiegate, ballerine, operaie, bariste, attrici o aspiranti tali, mamme e casalinghe. Tutte in fila per realizzare lo stesso sogno, diventare le prossime VELINE di “Striscia la Notizia”, ma anche solo per passare una serata divertente e diversa insieme agli amici, in un clima giocoso e con il piglio dell'autoironia. L’appuntamento quotidiano con “VELINE” e con EZIO GREGGIO è su Canale 5, a partire dal 10 giugno, dopo il Tg, alle ore 20.30 circa. Ad affiancare il conduttore sul palco delle piazze italiane ci sarà il Gabibbo. Un viaggio emozionante che anche quest’anno durerà tutta l’estate, e toccherà molte regioni italiane, con la prima tappa che sarà da Riccione, per concludersi con le finali nella sfavillante cornice di Cologno Monzese. Sogni, aspirazioni, complicità e sentimenti di centinaia di ragazze diverse, che conquisteranno tutte con la propria personalità il loro quarto d’ora di pubblicità. Insindacabile il giudizio finale delle giurie rappresentate da giornalisti delle diverse testate italiane (che cambiano di settimana in settimana) che seguiranno le fasi di selezione del concorso Tv.

Grande novità di questa terza edizione del programma sarà il sito www.veline.mediaset.it che racconterà con immagini backstage, interviste e foto tutte le ragazze che si sono esibite sul palco. Nelle Semifinali di Riva del Garda è previsto anche il meccanismo del ripescaggio con l'apporto del pubblico da casa attraverso il televoto. “Veline”, ideato e scritto da Antonio Ricci con Lorenzo Beccati, Alessandro Meazza e Paolino T. Orsini La scenografia è a cura di Felice Notarianni. La regia è affidata a Mauro Marinello. UFFICIO STAMPA “VELINE" Antonella Parere - 335.5205457 Isabella Canensi - 335.6983525

SCHEDA TECNICA

VELINE

NETWORK CANALE 5 GENERE VARIETA' PROGRAMMAZIONE DAL 10 GIUGNO 2008, DAL LUNEDI' AL SABATO ALLE ORE 20.35 UN PROGRAMMA DI ANTONIO RICCI A CURA DI SIMONA RAIA CONDUTTORE EZIO GREGGIO IDEATORE ANTONIO RICCI AUTORI ANTONIO RICCI CON LORENZO BECCATI ,ALESSANDRO MEAZZA

PAOLINO T. ORSINI PRODUTTORE ESECUTIVO ALBERTO SALAROLI DIRETTORE DI PRODUZIONE PIETRO FIBRA, DANTE LOMBARDI DELEGATO DI PRODUZIONE FABRIZIO SPAZZINI DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA MAX CAVENAGHI, FRANCO FRATUS SCENOGRAFIA FELICE NOTARIANNI REGIA MAURO MARINELLO ADVERTISING PRODUCER SAMANTA MERCURI UFFICIO STAMPA ISABELLA CANENSI, ANTONELLA PARERE

“VELINE” CAPITOLO TRATTO DA “STRISCIA LA TIVU’” (EDITO DA EINAUDI) DI ANTONIO RICCI In gergo giornalistico le veline sono quei fogli di carta sottile e semitrasparente che i centri di potere inviavano ai giornali con tutte le indicazioni per tenere l’informazione sotto controllo. Lunghe ricerche etimologiche ci hanno rivelato che le prime veline non erano di carta, ma di carne: “velino” era la pergamena di vitello, nato prematuro. Così a Striscia, sia ben chiaro solo per un fatto culturale, le veline le abbiano ripristinate tutte in “vera pelle”, come parodia vivente dei settimanali “Espresso” e “Panorama”, che da sempre hanno utilizzato in copertina donne poco vestite o completamente nude. Per un’inchiesta su “la fame nel mondo” mettevano due modelle in costume adamitico che mangiavano una mela, e per annunciare la Perestroika una donna nuda col colbacco sulla piazza Rossa. Quello del sesso in copertina è stato il primo gadget venefico, l’allegato mortifero dei settimanali italiani, il primo cedimento franoso nei riguardi della notizia. Nell’88, a Striscia, che durava solo sette minuti, le Veline erano quattro. Venivano fuori dai tubi di plexiglas della posta pneumatica. Ma in una trasmissione così breve servivano solo come elemento scenografico e coreografico. Dalla seconda edizione sono diventate due per essere caratterizzate e individuabili. Naturalmente una deve essere bionda e l’altra bruna, perché le Veline devono suggerire un’idea dialettica. Da bambino andavo pazzo per il cioccolato al latte. Ebbi uno shock quando scoprii che c’era gente che adorava il cioccolato fondente. Io pensavo che fosse roba di scarto, fondente = scadente. Da allora ho bandito anche qualsiasi forma di integralismo estetico, entrando nel tunnel del cioccorì. I provini vengono fatti su centinaia di ragazze e la Produzione screma il meglio del meglio. Per sceglierle io non uso il metodo Braille, di persona non le voglio nemmeno conoscere. Io le voglio vedere in video perché è in video che devono funzionare. E il provino deve essere fatto nel nostro studio, che ha un soffitto basso e le luci sono terribili. Così, se funzionano lì, funzionano ovunque. Nella storia di Striscia c’è stato un momento in cui la cifra estetica delle Veline è cambiata: da donne prosperose a ragazze dalla bellezza più acerba. Era finito il periodo parodistico delle donne eccessive, ormai erano uscite dallo schermo e giravano per le strade, si erano normalizzate, perdendo qualsiasi significato provocatorio. Io però avevo continuato a tenerle perché, contemporaneamente a Striscia, andava in onda su Italia 1 Fiorello con il karaoke, riscuotendo un enorme successo tra i giovani. Io dovevo “resistere” e tentare di tenere agganciato un pubblico più stagionato, continuando a proporre un tipo di bellezza più matura.

Quando poi Fiorello ha lasciato il suo Karaoke al fratello Fiorellino, sono passato all’attacco. Ho cercato di catturare il pubblico di Italia 1 che si sentiva un po’ bidonato perché gli avevano rifilato una sottomarca. Sicuro che il pubblico più “agé” non ci avrebbe certo tradito con Fiorellino, tentai, con un’operazione alla Voronoff, di ringiovanire la trasmissione. Misi il quasi debuttante Iacchetti al posto del maturo Ric e andai a cercare le nuove Veline tra le ragazze di Non è la Rai, quelle smesse da Gianni Boncompagni perché da lui ritenute troppo vecchie. Le nostre Veline, dopo essere venute fuori dai tubi della posta pneumatica, hanno calzato i pattini per visualizzare la velocità della notizia. Poi è stata la volta dello scivolo in plexiglas, che ancora oggi conserviamo in scenografia. Ma abbiamo smesso di usarlo perché le ragazze arrivavano giù con le chiappe che erano due braciole fumanti per l’attrito. Allora abbiamo pensato di usare un po’ di borotalco ma alla fine della corsa al posto del sedere le due Veline avevano due Pierrot Lunaire. Abbiamo chiesto a dei tecnici della Nasa di risolverci il problema e loro, dopo mesi di studi, hanno inventato un acconcio cuscinetto. Le ragazze ci si sedevano sopra e calavano. Andava tutto bene fino a metà, poi si ribaltavano in un sinistro sfrigolio accompagnato da odore di pollo bruciacchiato. Avevamo anche pensato di incollare il cuscino al fondoschiena con l’Attak. Ma poi non se ne fece niente. Comunque lo scivolo resta lì a simboleggiare la resistenza che fa da noi una velina a scivolare. Oggi le Veline non porgono le “veline” ai conduttori, è un gesto che si è perso per strada, a testimoniare che non arrivano più, nelle redazioni, ordini dall’alto, perché ormai tutti sanno come autocensurarsi. Le Veline sono importantissime per Striscia: servono a mantenere la trasmissione nel clima del varietà e ricordano in ogni momento che anche noi siamo spettacolo e non verità.

DA: “LA TORRETTA DI GUARDIA” STRISCIA LA NOTIZIA COME “FORMA SIMBOLICA” Edizioni Dell’Antoniano – Anno XVI

SPECCHIETTI Il manifesto programmatico di "Veline", sigla di “Striscia la Notizia” edizione 2002-2003 Cicciolassi Sca sca... Scadenti Veline In cerca di vetrine Non solo qua Faccine Da qui all’eternità Specchietti Signorine e begli ometti Sculettano qua e là Tronchetti Della felicità GIUDICI MONACI SOCIOECONOMISTI E giornalisti col sorriso frù-frù Politici Neopopulisti Tutti in tivù Per piacersi di più Veline Fan tutti le Veline Non c’è pietà Faine Del nuovo varietà L’è o can du leccia

VELINE STORY

1988 Eliette Mariangelo - Micaela Verdiani

Stefania Dall’Olio - Cristina Prevosti

1989/90 Indra Smith - Jody Gordon

Simonetta Pravettoni -Terry Sessa Annalisa Gambi - Sonia Grey (infermiera)

1990/91 Simonetta Pravettoni -Terry Sessa

Laura Paternoster - Monica Spreafico

1991/92 Simonetta Pravettoni -Terry Sessa-Ana Laura Ribas

Angela Cavagna (Infermiera)

1992/93 Cecilia Belli - Fanny Cadeo

1993/94 Laura Valci - Fanny Cadeo - Cecilia Belli

1994/95 Laura Freddi - Miriana Trevisan

1995/96 Cristina Quaranta - Alessia Merz

1996/97 Marina Graziani - Roberta Lanfranchi

1997/98 Marina Graziani - Alessia Mancini

1998/99 Marina Graziani - Roberta Lanfranchi

1999/2000 Elisabetta Canalis - Maddalena Corvaglia

2000/2001 Elisabetta Canalis - Maddalena Corvaglia

2001/2002 Elisabetta Canalis – Maddalena Corvaglia

2002/2003 Giorgia Palmas – Elena Barolo

2003/2004 Giorgia Palmas – Elena Barolo

2004/2005 Vera Atyushkina – Lucia Galeone

Emanuela Aurizi (la velona)

2005/2006 Melissa Satta- Thais Wiggers

2006/2007

Melissa Satta- Thais Wiggers

2007/2008 Melissa Satta- Thais Wiggers - Veridiana Mallmann

EZIO GREGGIO

Note Biografiche Nato a Cossato (Biella) il 7 Aprile 1954, segno zodiacale Ariete con ascendente Ariete. Mezzo busto storico di Striscia la Notizia, Ezio Greggio è giornalista, da oltre ventidue anni iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nell’ottobre del 1978 prende parte a “La sberla” al fianco di Gianfranco D’Angelo, Enrico Beruschi e Gianni Magni. Poi nel 1981 è tra i protagonisti di “Tutto compreso” su Rai Due. Ma il suo vero debutto televisivo arriva nel 1983 con la prima edizione del “Drive in”, il varietà più popolare e innovativo di tutti gli anni ’80, ideato da Antonio Ricci. Nel 1984 con “Drive In” arriva anche il primo dei 22 Telegatti che Greggio ha vinto nella sua carriera. Il 7 novembre 1988 conduce al fianco di Gianfranco D’Angelo la prima edizione di Striscia la notizia, il TG satirico ideato da Antonio Ricci con il quale Greggio, “che incarna meglio di chiunque altro lo spirito del programma” (Aldo Grasso) ha già vinto vari Telegatti e Oscar Tv. Dal 24 settembre 2007 Greggio, al fianco di Enzo Iacchetti, ha aperto la ventesima edizione del tg satirico. In televisione, grande successo anche per "Benedetti dal Signore" (2003), film tv in quattro puntate che Ezio ha interpretato e scritto con Enzo Iacchetti che nel 2004 ha vinto il Telegatto come miglior fiction breve e “O la va o la spacca” (2004). Due sono i riconoscimenti che Ezio Greggio ha ricevuto nella stagione 2006-07 con“Striscia la Notizia”: il “Telegatto” e “L’Oscar tv” . Come attore Greggio ha interpretato numerosi film, diretto dai più importanti registi della comicità italiana come Carlo Vanzina, Castellano e Pipolo, Enrico Oldoini e Neri Parenti. Ha inoltre lavorato in produzioni internazionali come autore, regista e produttore (insieme a Julie Corman) del film “The Silence of the Hams” (1993) e di “The Good Bad Guy” (1997) e come attore nei film “Dracula: Dead and Loving It” (1995) di Mel Brooks e “2001 – A Space Travesty” (2000) di Allan Goldstein, con Leslie Nielsen. Nel 1999 ha prodotto, scritto e diretto la commedia “Svitati”, recitando al fianco del grande Mel Brooks. Nel 2007 è stato impegnato nelle riprese dell’ultimo film diretto da Pupi Avati, “Il padre di Giovanna”, nel quale esordirà in un ruolo drammatico accanto a Francesca Neri e Silvio Orlando. Per la stagione 2007-08 ha ricevuto il Telegatto di Platino per i suoi 30 anni di carriera nonché i Telegatti per le 20 edizioni di Striscia la Notizia e per miglior trasmissione dell’anno. Ha recentemente terminato le riprese della commedia “Un’estate al Mare” film a episodi dei fratelli Vanzina in cui Ezio Greggio recita al fianco di Anna Falchi. Dal 2001 è, inoltre, presidente ed organizzatore del Monte-Carlo Film Festival “de la Comédie”, rassegna cinematografica internazionale interamente dedicata alla commedia che nel novembre 2008 compirà 8 anni.

Come autore ha scritto 5 libri di grande successo “In una certa manieeera”, “Presto che è tardi!”, “Chi se ne fut-fut”, “E’ lui o non è lui?”, “E su e giù e Trik e Trak”. Con le royalties dei libri ha costituito l’Associazione Ezio Greggio per l’aiuto ai bimbi nati prematuri, con la quale – in collaborazione con l’Associazione “Un calcio al bisogno” – in dieci anni di attività ha donato apparecchiature ai centri neonatali ad oltre 60 ospedali italiani fra cui Genova, Torino, Biella, Milano, Cremona, Pescara, Novara, Olbia, l’Aquila, Bari, Messina, Reggio Calabria, Palermo, Monza, Pavia, Foggia, Avellino, Isernia, Brescia e altre ancora (l’elenco completo con la tipologia di apparecchiature è visibile su www.eziogreggio.it cliccando su “associazione”). Tra le donazioni segnaliamo le incubatrici da trasporto che hanno contribuito a salvare oltre 5.000 neonati prematuri. Nell’ultimo anno l'associazione Ezio Greggio ha donato a una trentina di ospedali riconosciuti quali Centri di Terapia Neonatale di Piemonte e Lombardia saturimetri per uso domiciliare. Questi saturimetri con moderne e avanzate tecniche ventilatorie permettono la sopravvivenza di neonati di bassissimo peso affetti da gravi patologie respiratorie. Nel dicembre 2005 per i 10 anni della sua associazione, è stato insignito "Neonatologo ad Honerem" dalla Soc. Italiana di Neonatologia.

Sul suo sito personale, www.eziogreggio.it, non mancano notizie, foto, videoclip, curiosità su 20 anni di carriera televisiva, cinematografica e di scrittore.

ANTONIO RICCI

Note biografiche Antonio Ricci è il più apprezzato autore della storia della televisione italiana. Come ha scritto il prestigioso "Variety", "Antonio Ricci, con il suo gusto tra la commedia e il varietà, ha cambiato il volto della tv italiana". Infatti, attraverso l’uso del linguaggio e delle immagini e la commistione di generi, ha creato personaggi e modi di dire entrati a far parte dell’immaginario, diventando un marchio di garanzia e un attestato di qualità. Molti neologismi lanciati nelle sue trasmissioni sono stati inseriti nei dizionari della lingua italiana. Nato ad Albenga nel 1950, laureato in Lettere e in Storia dell'Arte, Antonio Ricci ha realizzato sia per la tv di Stato (Rai) che per quella commerciale (Mediaset), molti programmi che hanno fatto la storia della televisione. A soli 28 anni firma già la prima serata del sabato di Raiuno. E' con “Fantastico”(1979,’80,’81), tra i varietà più importanti della televisione italiana di tutti i tempi, che inizia la sua stretta liason artistica con Beppe Grillo, destinata a dare risultati sorprendenti e a saldare un'amicizia durata negli anni. Già nel seguitissimo show di prima serata, Ricci firma testi pungenti e irriverenti, che aprono il varco alla satira per il grande pubblico. Sempre con Grillo quale mattatore, Ricci firma i successivi cult-tv “Te la do io l’America!” (1980) e “Te lo do io il Brasile” (1984), che lanciano l'originale format del presentatore on the road (Grillo) e del "turista per caso" alla scoperta degli usi e costumi, spesso bizzarri e divertenti, dei rispettivi paesi. Dal Bronx al Maracanà, dalla 5th Avenue alle favelas, il programma smitizza luoghi comuni a "stelle e strisce" e verde-oro proponendo un inedito viaggio al di fuori delle guide turistiche, sulla scorta di un'ironia travolgente. Dal 1983 al 1988 è la volta del rivoluzionario “Drive In”: un mito televisivo assoluto, il primo varietà comico-satirico della televisione, un classico che ha travalicato il piccolo schermo suscitando modi di dire, ispirando dibattiti sociologici e prime pagine, incidendo sul costume di allora come, di riflesso, su quello dei nostri giorni. In un’ambientazione di derivazione americana – il Drive In – l’azione si svolge in alcuni luoghi predefiniti: la cassa, il bar, il guardaroba, il parcheggio, il palcoscenico. Qui si muovono e prendono la parola personaggi tipicamente italiani, bozzetti usciti dalla società così come caratterizzazioni di personaggi famosi, entrambi circondati da un pubblico astante che ride di gusto. Personaggi destinati ad entrare nell’immaginario televisivo, ancora oggi indimenticabili e, la maggior parte di loro, incredibilmente attuali. Un avamposto televisivo, un’antologia di volti e risvolti da memorabilia, una miniera di personaggi che ancora oggi “vanta il maggior numero di imitazioni”. Uno “strano” programma che non è un varietà classico, non presenta alcuna matrice teatrale, non si poggia su alcun punto di riferimento, privo di scale e sipario; uno spettacolo a 360 gradi, con continui rimandi, con una conduzione da sit-com in cui il fil-rouge è rappresentato dal gestore del locale che insieme al suo assistente “mettono in mezzo” il “pollo” di turno.

Un’unità di tempo e di spazio, “forata” dai filmati proiettati sul grande schermo; un ritmo assolutamente innovativo – da non confondere con la velocità – che porterà il celebre attore Vittorio Gassman a dire: “dopo il ‘Drive In’ ho dovuto cambiare ritmi anche in teatro”. Una metafora dell’Italia degli eccessi degli Anni ’80 – con la truffa quale “tormentone” quasi profetico - filtrata attraverso la satira politica e di costume più spinta, che metterà d’accordo il noto regista Federico Fellini (“è l’unico programma per cui vale la pena di avere la tv”), i poeti Giovanni Raboni e Maurizio Cucchi, così come i semiologi di fama internazionale Umberto Eco e Omar Calabrese. Un fenomeno che travalicherà il piccolo schermo nazionale e verrà proposto anche in Grecia, Canada, Spagna, Francia e nei circuiti alberghieri dell’Unione Sovietica. Dopo lo straordinario successo del "Drive in", la fervida mente di Antonio Ricci crea "Striscia la notizia" (1988), un Tg satirico assolutamente originale destinato a fare la storia del nostro piccolo schermo e a diventare un “unicum” del panorama televisivo anche oltre frontiera. Un cocktail di scoop e battute, inchieste e tormentoni, satira, politica e società, con due comici scelti quali anchor-men a fare il verso ai mezzibusti dei tg tradizionali e un gruppo di inviati sui generis. Tra questi ultimi spicca il pupazzo rosso Gabibbo, diventato l’inviato di riferimento della tv italiana, al quale la gente affida le proprie piccole e grandi ingiustizie scrivendo più di 1500 e-mail al giorno. Nel corso degli anni, lungo 20 edizioni sempre in testa agli ascolti, quella che il regista Federico Fellini ha definito “una trasmissione che risulta più o meno come un reato” e che è stato eletto più volte dai sondaggi come “il telegiornale più credibile per gli italiani”, ha collezionato scoop da “Prima pagina”, come è successo per il filmato inedito sui saccheggi nel campo di Valona in Albania durante la Missione Arcobaleno nel settembre ‘99, tale da scatenare terremoti politici anche a livello internazionale. O addirittura scoop sulla sicurezza nazionale, come quando nel ’91 “Striscia” scoprì due navi irachene ancorate nel porto di La Spezia, con tanto di 80 marinai e 40 ufficiali, in piena Guerra del Golfo! I clamorosi taroccamenti dell'informazione, come quando il Tg satirico svelò che il cronista della CNN si collega con il network indossando la maschera antigas durante la Guerra del Golfo, ma in realtà non c'era alcun pericolo ed era tutta una messa in scena per rendere più sensazionale il servizio, con i colleghi del giornalista alle sue spalle che lavoravano tranquillamente senza maschera e i relativi tentativi di tagliarli dalle inquadrature: il servizio rivelatore del Tg satirico ha fatto il giro del mondo destando scalpore e suscitando dibattiti sull'informazione-spettacolo. “Striscia” ha spesso detto per prima o da sola cose che gli altri non avevano detto o non avevano il coraggio di dire. Il clima è tuttavia quello di un varietà, con due belle ragazze che ballano tra una notizia e l'altra: sono le Veline, un omaggio alle veline che i centri di potere inviavano ai giornali per tenere l'informazione sotto controllo, nonché parodie viventi dei settimanali che da sempre hanno utilizzato donne poco vestite in copertina; figure entrate di diritto nel vocabolario dell'Accademia della Crusca, l'istituto nazionale per lo studio e la salvaguardia della lingua italiana: "il termine velina è divenuto familiare oggi grazie alla crescente efficacia divulgativa di 'Striscia la notizia'.

La sua notorietà iniziò quando l'ideatore Antonio Ricci provvide ad animare e ingentilire il notiziario, con artificio metonimico, con pimpanti vallette alle quali assegnò il compito di recapitare in scena ai farseschi conduttori alcuni messaggi provenienti dalle autorità". "Le Veline - secondo Ricci - sono importantissime per Striscia, servono a mantenere la trasmissione nel clima del varietà e ricordano in ogni momento che anche noi siamo spettacolo e non verità". Una trasmissione che nel corso degli anni ha segnato un primato e un'esclusività che hanno catturato l'attenzione delle più importanti televisioni e testate giornalistiche mondiali, dall'inglese BBC al francese "Le Monde", dall'americano "Herald Trubune" al tedesco "Bild", dallo spagnolo "El Pais" alla giapponese Fuji Television, la più importante emittente del Sol Levante. A novembre 2007, la Triennale di Milano ha festeggiato le venti edizioni di "Striscia la notizia" con la mostra in chiave pop "Venti di Striscia", visitata da oltre 30.000 spettatori. Più di 4000 monitor, uno per ogni puntata della storia del Tg satirico, tanti da far entrare la mostra nel Guinness World Records per "la più grande video-installazione del mondo"; 100 Tapiri reinterpretati da 10 grandi designer (James Jarvis, Ian Stevenson, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Michele De Lucchi, Piero e Francesco Lissoni, Alessandro Mendini, Mario Piazza, Italo Rota, Denis Santachiara); una progettazione artistica curata da Margherita Palli: "Venti di Striscia" ha raccontato l'evoluzione del percorso di "Striscia" creando - come ha chiosato il Presidente della Triennale, Davide Rampello - "un universo immateriale in cui le oltre 4000 puntate di 'Striscia' rivivono nello stesso 'contenitore'". In contemporanea, la casa editirice Electa ha pubblicato l'omonimo libro "Venti di Striscia" che racconta il Tg satirico di Antonio Ricci dalla A alla Z lungo un arcobaleno di immagini, segni e simboli che hanno caratterizzato il successo di "Striscia". Tra gli altri programmi ideati da Ricci emerge l'innovativo “Lupo Solitario” (1987), definito da Umberto Eco "il varietà del futuro" durante il Congresso sulle Nuove Tendenze Televisive di Parigi, mentre lo stesso Ricci lo lancia come "un programma ironico e di inquietudine". Il plot dello show ruota attorno ad un'emittente televisiva collocata a bordo di un dirigibile pirata che si inserisce nel sistema dei mass media per trasmettere immagini rubate da tutto il mondo. Con il taglio volutamente underground e piratesco, il programma svaria tra immagini e rubriche che affondano la loro energia nella società e nella cultura, ospitando figure di primissimo piano come l'artista francese Roland Topor, il poeta americano Gregory Corso e il russo Evgenij Evtusenko (i quali declamano versi in un panificio nella rubrica "Il forno della poesia"). Considerato dalla critica un vero e proprio programma cult, non solo per l'originalità dell'impianto scenico e comico-autorale, ma soprattutto perchè ha aperto le porte del surreale e del grottesco sul piccolo schermo, il programma di Ricci ha gettato le basi del successivo “Matrjoska” (1988). Il riferimento alla bambola russa di "Matrjoska" sottintende all'originale format ideato da Ricci come un contenitore di contenitori, ricco di satira graffiante, anticonformista, dissacratoria.

Oltre a far esordire alla conduzione un venditore ambulante abusivo, Ricci fa registrare una serie di cori eseguiti da Comunione e Liberazione, l'Arci-caccia, Boy Scouts, Esperantisti e Giovani Socialisti per mescolarli con le più belle poesie del '900 recitate da un presentatore vecchia maniera, gli spot elettorali, i passaggi della nota pornostar Moana Pozzi, un mostro verde ributtante di nome Scrondo, in modo da decontestualizzarli, privarli di senso e renderli esilaranti per contrasto. Proprio l'insorgere di Comunione e Liberazione, che paventando un dileggio invoca il procedimento d'urgenza per bloccare l'uscita della trasmissione, fa di "Matrjoska" uno dei più clamorosi casi di censura e mistificazione della televisione italiana. Silvio Berlusconi, editore delle Reti Fininvest, blocca il programma, mentre i giornali come causa della mancata trasmissione non indicano il coro di Comunione e Liberazione bensì, per convenienza, il casto nudo di Moana Pozzi. Dalle ceneri di "Matrjoska", Ricci fa nascere “L’Araba Fenice” (1988), con lo stesso impianto e lo stesso cast del programma precedente, compreso l'audio del coro di Comunione e Liberazione suonato al contrario per la sigla "orientaleggiante". Il clou viene raggiunto nella scena finale, in cui si inscenano i funerali di Berlusconi dopo una rissa con i manager di Publitalia (concessionaria pubblicitaria delle reti Fininvest, appartenenti allo stesso Berlusconi). Sempre nel 1988 Ricci firma “Odiens”, che si merita il titolo di "varietà deliquenziale" e il sottotitolo "documentario". Odiens, participio presente del verbo odiare, colui che odia. E odia tutto ciò che fa audience, come gli animali, i fenomeni da baraccone, le malattie. Il programma, contraddistinto da una scenografia hollywoodiana con scalinate e giochi d'acqua, è una rilettura critica di tutto quanto mette in moto la macchina degli ascolti: star, animali, dilettanti, tutti ammaestrati per fare spettacolo. Il simbolo della trasmissione è un enorme salame: carne trita di porco. "Avessi voluto una trasmissione più patinata avrei messo un prosciutto crudo", ha commentato Antonio Ricci. Oltre a cercare di aumentare i dubbi e a distruggere qualunque certezza, lo show mette in scena suggerimenti di disobbedienza civile o di sopravvivenza: come risparmiare sull'acqua calda invertendo il contatore, come rubare scatti alla compagnia telefonica taroccando i telefoni, come riutilizzare i francobolli usati, come giocare alle slot a Montecarlo usando 50 lire anzichè 1 franco visto che hanno lo stesso peso...Non mancano citazioni colte, come le ragazze che fanno da cornice allo show chiamate Littorine, vestite da Giovani Italiane, che rappresentavano il nuovo fascismo: il consenso, la pubblicità, lo sponsor, l'omologazione; una citazione di Godard che diceva che la pubblicità è il nuovo fascismo. Dal 1990 ad oggi, lungo 10 edizioni, Ricci firma “Paperissima”: il varietà più visto della televisione italiana è contraddistinto dai filmati delle gaffe di gente comune e volti celebri. Irresistibili filmati che arrivano da tutto il mondo con protagonisti gli adulti, lo sport, la moda, gli animali e i bambini, la cui innocenza emerge proprio nei filmati amatoriali che genitori e parenti realizzano all'insaputa dei protagonisti.

Matrimoni memorabili, più che per i “sì”, per le divertenti catastrofi accadute prima, durante o dopo la cerimonia; imprese sportive da guinness delle risate; eroi da strapazzo finiti, più che nella storia, in fiumi o torrenti; scivoloni e cadute degne di Ridolini; animali che sembrano usciti da una sit-com; sganascianti incidenti domestici o randellate involontarie in giardino; gli irriducibili del fai-da-te che finiscono a gambe all’aria. Come non divertirsi con le gaffes e le “papere” dei personaggi dello spettacolo o con i VIP, ripresi durante i ciak sui set o in diretta televisiva, così come nei fuori onda che li coglie nei momenti più improbabili se non, talvolta, imbarazzanti? Uno spettacolo per tutta la famiglia condito, tra un filmato e l'altro, da un varietà in studio in cui si rivisitano in chiave parodistica i grandi classici del cinema e della letteratura, con tanto di effetti molto speciali. Un programma che ha fatto scuola ed è diventato un classico, tanto che il termine "papera" in italiano è diventato sinonimo di gaffe e il format del programma è stato richiesto, tra gli altri, dal network americano ABC. Antonio Ricci ha firmato anche i “casi” televisivi delle ultime estati. “Veline” (2002 e 2004), risultato il programma più visto di sempre di Canale 5 nella calda stagione, è diventato un evento mediatico che ha richiamato l'attenzione delle televisioni e dei media di tutto il mondo (dalla Francia all'Inghilterra, dal Giappone all'America, fino alla prima pagina dell'americano "New York Times"). La ricerca delle due nuove presenze femminili di "Striscia la notizia" ha scatenato il più grande casting televisivo mai realizzato, contando solo nella prima edizione oltre 10.000 richieste da tutta Italia e dall'estero, con il sogno di diventare le nuove Veline del Tg satirico di Antonio Ricci. Da qui l'idea di farlo diventare un programma itinerante nelle piazze italiane in onda ogni sera su Canale 5, una sorta di spin-off estivo on the road di "Striscia la notizia" che è diventata una fotografia variopinta di uno spaccato del Bel Paese e di una generazione. Un viaggio lungo tutta l’estate in più tappe, regione per regione, scoprendo i sogni e le aspirazioni di centinaia di ragazze diverse, ognuna con i suoi gusti, la sua personalità, il suo modo di vestire, di ballare, di sentirsi “velina”, in una selezione che non ha voluto essere un semplice concorso di bellezza. Per diventare veline infatti, la bella presenza conta fino a un certo punto: tra le doti fondamentali per far parte di “Striscia la Notizia” spicca altresì l’ironia (e soprattutto l’autoironia). E così si sono presentate migliaia di ragazze: belle, bellissime, normali, brutte; più o meno alte, simpatiche e spigliate, timide e “alla prima volta”, bionde o more, ma anche, sfidando la tradizione, rosse; italiane e straniere (queste ultime quasi il 20% - tra americane, inglesi, francesi, tedesche, polacche, ucraine, russe, cubane, brasiliane...); studentesse, dottoresse, avvocatesse, infermiere, poliziotte, impiegate, ballerine, operaie, cubiste, attrici o aspiranti tali, mamme, casalinghe in libera uscita. Tutte si sono messe in fila per realizzare lo stesso sogno “strisciante”: diventare le nuove Veline di "Striscia la notizia", scelte da una giuria di giornalisti diversi ogni settimana, presieduta nella finalissima dallo scrittore Ernesto Ferrero (nonchè Presidente della Fiera del Libro di Torino), dall'artista Ugo Nespolo, dallo stilista Elio Fiorucci, dalla top-model Maria Buccellati.

“Velone”, nato come parodia esplicita di “Veline”, è stato il programma più visto dell’estate 2003 e ha bissato il successo di “Veline”. Questa volta il programma estivo di Antonio Ricci, concepito come un illuminante documentario, viaggia per le piazze italiane per accendere i riflettori su un'altra generazione rispetto a quella delle Veline, su simpatiche signore over 65 spiritose e divertenti, pronte a mettersi in gioco senza pregiudizi anagrafici in una sfida lungo l’estate, per contendersi il ricco montepremi finale di 250 mila Euro, una cifra che può davvero cambiare la vita! Il programma che a sorpresa è stato più visto dai giovani che dagli anziani (la fascia di pubblico che va dai 20 ai 24 anni è stata quella leader d'ascolto con il 35.7% sul totale), ha visto sfilare ex partigiane, poetesse "per caso", contadine, sarte, fisarmoniciste, cantanti e ballerine di balere, animatrici per anziani, semplici pensionate o vedove. Un format che ha fatto scalpore e suscitato curiosità, tanto che gli inglesi hanno manifestato l'intenzione di acquistarlo ed esportarlo in Gran Bretagna. Alla fine, davanti ad una giuria presieduta dalla regista Lina Wertmuller e composta, tra gli altri, dall'attrice Barbara Bouchet e dall'ex tennista Lea Pericoli, la vittoria è andata ad una contadina analfabeta di Avellino di 72 anni, la quale ha superato sul fil di lana una sarta veneziana di 92 anni appassionata di ballo. "L'intento - come ha spiegato Ricci - era di aprire una finestra su un mondo sconosciuto, ghettizzato e incasellato in una prigione di perbenismo, perchè gli anziani muoiono sì di caldo in estate, ma ancora di più a causa della solitudine". Nell'estate 2006 Antonio Ricci ha dato vita al nuovo programma "Cultura moderna", lo show che si promette provocatoriamente di "dire basta alla tv dove appare chi non sa far niente" risultato in cima agli ascolti per ben 11 settimane consecutive. E' infatti un quiz che rompe gli schemi: per partecipare e aggiudicarsi i 500.000 euro in palio, ci vogliono bravura, perspicacia, attenzione e…cultura moderna. "Cultura moderna" non è solo un programma televisivo ma uno stile di vita. I veri protagonisti sono 5 “talentuosi” partecipanti che si esibiscono in performances più o meno strabilianti: ballerini, cantanti, attori, imitatori, cabarettisti, strumentisti, acrobati, contorsionisti, poeti, addestratori di animali, ventriloqui…La loro esibizione viene valutata da una giuria e in base ai punti raccolti permette di formulare altrettante domande che aiuteranno a comporre una sorta di identi-quiz di un VIP “misterioso” nascosto in una cabina sul palco. Più sono convincenti le loro esibizioni, più domande hanno a loro disposizione. Alla fine della puntata, dopo che i vari talentuosi, in base agli indizi raccolti, hanno espresso a turno il loro parere su chi possa essere il VIP, quest'ultimo viene fatto uscire dalla cabina per verificare la sua identità. Il programma, ha conosciuto il successo anche nella versione di prima serata, intitolata "Cultura moderna slurp", in onda a gennaio e febbraio 2007 su Canale5.

Per via della provocatoria intelligenza che caratterizza i suoi programmi, Ricci è riconosciuto dalla critica e dal pubblico quale massimo esponente della qualità televisiva, tanto da essere invitato nei più importanti atenei a raccontare i segreti del mezzo televisivo. Nel dicembre del 1999, è stato chiamato a tenere tre lezioni all'Università Sorbona di Parigi, presso il dipartimento della comunicazione del Celsa (l'istituto dedicato agli studi sull'informazione della prestigiosa università francese). "Formidable": è stato il commento rilasciato alle agenzie di stampa da Francoise Boursin, responsabile del Celsa, al termine delle lezioni di Ricci alla Sorbona. Insignito dei più importanti premi di satira e di spettacolo (tra gli altri, una cinquantina di riconoscimenti tra Telegatti e Oscar Tv, i due più importanti trofei della Tv italiana), Antonio Ricci è stato altresì premiato con i più importanti attestati giornalistici, tra i quali spicca, nel febbraio 2003, il prestigioso "E' Giornalismo" fondato dai padri del giornalismo italiano Indro Montanelli, Enzo Biagi e Giorgio Bocca. Alla consegna del prestigiosissimo premio, di lui Enzo Biagi ha detto: "Con Striscia la notizia, Ricci denuncia coraggiosamente ingiustizie nascoste, porta nel giornalismo italiano l’aspetto paradossale, ironico, l’altra faccia della possibile verità, allarga l’orizzonte della libertà di giudizio e di espressione”. Apprezzato dai più importanti uomini di cultura e di pensiero del panorama italiano, Ricci ha incontrato i più brillanti esponenti del mondo della cultura nel corso di dibattiti e seminari. Tra gli altri, si segnalano il dibattito del novembre 2000 con Umberto Eco intitolato "Paleo e Neo Tv", nell'ambito del Convegno Editoria e Innovazione all'Assolombarda di Milano e l'incontro tenutosi a novembre 2006 al Centro Culturale Europeo di Genova con l'intellettuale francese Bernard Noël, il quale ha definito Ricci "l'Alfred Jarry della tv". Nel corso degli anni, per la sua opera provocatoria, Antonio Ricci ha ricevuto centinaia di denunce, tutte risolte con successo a suo favore. Proprio per la sua attività di infaticabile provocatore, Ricci ha ricevuto l'attestato di stima e di solidarietà da parte dei più illustri nomi della cultura dopo una sentenza liberticida che nel 2002 rischiava di togliere a "Striscia la notizia" il diritto di cronaca e di satira, e al pubblico il diritto di essere informato di un fatto realmente avvenuto. Tra i 30 firmatari di un appello a tutta pagina pubblicato sui più importanti quotidiani italiani, hanno manifestato il loro sostegno i nomi più in vista della cultura italiana: il Premio Nobel Dario Fo, l'architetto Renzo Piano, il Premio Oscar Roberto Benigni e il comico Beppe Grillo (ideatore anche di uno dei blog più cliccati del mondo), il giornalista Enzo Biagi, l'oncologo Umberto Veronesi, i cantanti Giorgio Gaber, Gino Paoli, Vasco Rossi e Ivano Fossati, gli scrittori Ernesto Ferrero, Giuseppe Conte, Maurizio Maggiani e le scrittrici Fernanda Pivano e Gina Lagorio, il commediografo e regista Pietro Garinei, i vignettisti di satira Sergio Staino, Altan, Giorgio Forattini, Vauro, Ellekappa.

Ricci vanta anche una memorabile partecipazione al cinema, quale sceneggiatore del film diretto da Luigi Comencini "Cercasi Gesù" (1982), con protagonisti Beppe Grillo, Maria Schneider e Fernando Rey. La pellicola è stata premiata con il David di Donatello, il prestigioso riconoscimento istituito dall'Accademia del Cinema italiano, e con due Nastri d'Argento, assegnati annualmente dai critici cinematografici.

Da sempre in prima linea per la tutela ambientale e contro gli abusi edilizi, dal 2003 Ricci è testimonial per il FAI, il Fondo per l'Ambiente Italiano. Nel gennaio 2004 si segnala il suo intervento al primo Convegno Nazionale del FAI a Roma, in occasione della presentazione del “Manifesto della Tutela”.

Nell'aprile 2008, partecipa all'inaugurazione della mostra "L'arte per strada. I Manifesti del Maggio francese" a Torino. Per raccontare l'inizio della protesta del Maggio francese, vengono esposti per la prima volta in Italia oltre 92 manifesti e bozzetti della collezione di Antonio Ricci che furono affissi nel ’68 a Parigi, sui muri del Quartiere Latino.