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L L A A Q Q U U ART ART A A V V IA IA DI DI G G URDJIEFF URDJIEFF LA LA R R IVIST IVIST A A DEL DEL C C ERCA ERCA TORE TORE L A GUERRA CONTRO IL SONNO DELLA COSCIENZA L A FILOSOFIA DEGLI IHWAN AL-SAFA L’INSENSATO R AIMONDO LULLO GURDJIEFF EMISSARIO DELL ’ASSE DELLE ERE Articolo di Giovanni Quinti che introduce i primi concetti del metodo di G.I.Gurdjieff nel lavoro su di sé. Anno 1 - Numero 0 Rivista pubblicata dall’Associazione di Cultura ed Umanità “La Teca” Roma - Milano - Torino - Genova - Arezzo - Catania - Sassari Maggio 2003 WWW . QUARTAVIA . ORG Traduzione di Sonia Iacoangeli dell’Ars Magna di Raimondo Lullo, l’Arte che è alla base di tutte le arti, per avere la giusta comprensione. Traduzione di Luigi Di Sante del testo di Yves Marquet che ci intro- duce alla filosofia dei Fratelli della Purezza. Articolo di Michele Pirolo sull’esi- stenza di una Guida Spirituale che riceve direttamente le rivelazioni dal Fine Divino.

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LLAA QQUUARTARTAA VVIAIAD ID I GG U R D J I E F FU R D J I E F F

LALA RR IVISTIVISTAA DELDEL CC ERCAERCATORETORE∞ ∞

LA GUERRA CONTRO ILSONNO DELLA COSCIENZA

LA FILOSOFIA DEGLIIHWAN AL-SAFA’

L’INSENSATORAIMONDO LULLO

GURDJIEFF EMISSARIODELL’ASSE DELLE ERE

Articolo di Giovanni Quinti che introduce i primi concetti delmetodo di G.I.Gurdjieff nel lavorosu di sé.

Anno 1 - Numero 0

Rivista pubblicata dall’Associazione di Cultura ed Umanità “La Teca”Roma - Milano - Torino - Genova - Arezzo - Catania - Sassari

Maggio 2003

W W W . Q U A R T A V I A . O R G

Traduzione di Sonia Iacoangelidell’Ars Magna di Raimondo Lullo,l’Arte che è alla base di tutte le arti,

per avere la giusta comprensione.

Traduzione di Luigi Di Sante deltesto di Yves Marquet che ci intro-duce alla filosofia dei Fratelli dellaPurezza.

Articolo di Michele Pirolo sull’esi-stenza di una Guida Spirituale che

riceve direttamente le rivelazioni dal Fine Divino.

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La Quarta Via di GurdjieffOrgano ufficiale d’informa-zione e divulgazione dell’as-sociazione in attesa di regi-strazione presso il tribunaledi Roma edito dall’associa-

zione la Teca di Roma.Direttori di redazione:

Luigi Di SanteSonia Iacoangeli

Comitato Di Redazione:Michele Pirolo, Rosa Borsini,

Alessandro Albanese,Pierluigi Fiori, etc.

Viene distribuito gratuita-mente agli associati in forma-

to elettronico.Il formato cartaceo può esse-re acquistato al prezzo di 7euro direttamente presso la

sede dell’associazione.Per maggiori informazioni

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L’immagine in copertina è: La scala che conduce l’uomo alla Divina Sapienza secondo RaimondoLullo, da De Nova Logica, edizione del 1512

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la nostra evoluzione personale. Siamo solo agliinizi, e molto dobbiamo ancora fare, ma leidee non mancano, né manca la buona volon-tà. Il nostro sforzo sarà rivolto alla diffusionedegli insegnamenti della Quarta Via e delleidee di G.I.Gurdjeff con articoli, traduzioni,commenti, ricerche, sperimentazioni, e studidi varie opere che ci permetteranno di com-prendere meglio i complessi meccanismi dellamacchina umana, e che saranno utili strumen-ti per il Lavoro su di sé. Vi informeremo inmerito a quanto in Italia é stato fatto intornoalla figura di questo Maestro dai suoi primiallievi italiani: prossimamente parleremodella visita in Italia di Gurdjieff.

Pubblicheremo dellerubriche che tratterannovari argomenti comel’Astrologia, l’Alchimia,la Numerologia,etc.Da qui il viaggio sem-bra lungo efaticoso...Ma sfidando inostri limiti e combat-tendo le nostre paure,ritorniamo alla parteessenziale di noi stessiche ci spinge ad avanza-re, e che ci ricorda inogni momento la gioiadi essere in viaggio...Richiamiamo alla mente

le parole della scrittrice ed allieva diGurdjieff, K. Mansfield, che al Prieuré, pochigiorni prima di morire, disse:“Ho compreso che questo è vero e che non vi èaltra verità. Voi sapete che da lungo tempo hoconsiderato tutti noi, senza eccezione alcuna,come naufraghi perduti su un’isola deserta,ma che non lo sanno ancora. Ebbene, quelliche sono qui lo sanno. Gli altri, là, nella vita,pensano ancora che una nave arriverà domanie che tutto ricomincerà come ai bei tempi. Macoloro che sono qui sanno già che non ci saran-no “bei tempi”. Sono molto felice di esserequi”.

L. & S.

F i n a l m e n t e !E’ con il cuore pieno di gioia che vi presen-tiamo il primo numero di “La Quarta Via diGurdjieff” attraverso questo editorale. Il sot-totitolo in copertina “La Rivista del Cercatore”incarna esattamente lo spirito di questa ini-ziativa. E poichè colui che cerca è necessaria-mente in cammino, il nostro invito al viaggioè rivolto a tutti gli amici che hanno coscien-temente scelto di lottare contro la loro mecca-nicità, che hanno scelto con tutto il loro esse-re di vivere nella Realtà nascosta dietro ilvelo delle nostre quotidiane illusioni, per larealizzazione piena e concreta dell’unico evero Sé. A tutte le persone che vivono unagrande nostalgia dellaperduta unità, di quellameravigliosa e commo-vente sensazione di tota-lità dell’Essere che eranostra nel mondo delRicordo. Alla voce silen-ziosa che parla il lin-guaggio del Cuore e chespinge tutti noi a ren-derci conto che il nostrovuoto esistenziale, lenostre paure, le nostrecontraddizioni, lanostra confusione e lenostre ferite d’amoreverranno colmate e gua-rite solo dalla Verità. Ci siamo resi conto dellamancanza di un punto di riferimento edito-riale in termini di testi e pubblicazioni che,spesso, risultano essere parziali e/o introva-bili. Chiediamo pertanto il contributo di tutticoloro che hanno delle conoscenze da tra-smettere, al fine di essere un’unica voce fermae perseverante in questo difficile e lungo per-corso. Per questo ci sembra necessario avereun contatto frequente con gli altri gruppi,non solo in riferimento alle varie attività dilavoro pratico che ci hanno visti impegnatinel corso delle molte iniziative, ma anche alriguardo di uno scambio di lavori dell’intel-letto e di opinioni che ci sembrano vitali per

E D I T O R I A L E“Mi è sempre piaciuto vederenell’arte il poco. Credo che lagrande arte si trovi nel poco.Non c’è grande arte nelmolto. Al contrario, dal picco-lo e dall’insignificante puoi faruscire qualche cosa di moltogrande. Del resto si deve par-tire dalle cose umili, piccole,per salire a quelle alte, invetta. E questo è un percorsodi iniziazione ai segreti delmondo...”

Dmitris Kechaidis

Editoriale

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La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

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Alzati, perchè dolersi di questo caduco umano mondo?Trascorri tutta la vita in gioia e gratitudine.

Se l’umanità fosse libera dal grembo e dalla tomba,Quando verrebbe il tuo turno per vivere e amare?

Non permettere che l’ombra del rimpianto ti offuschi,Né che assurdo dolore oscuri i tuoi giorni.

Non rinunciare a canti d’amore, ai prati, ai baci,Finché l’argilla tua con più vecchia argilla si fonda.

Khayyam La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

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Q.23-24 delle Rubaiyyat di Omar Khayyam

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INTRODUZIONEDa sempre l'uomo si è posto domande su se stesso esull'Universo che lo circonda. Attraverso la filosofia ela religione egli ha avuto due punti di vista contrappo-sti.La prima elogiava il dubbio ed il ragionamento, laseconda l'accettazione di un dogma. Con il passar deltempo però, la filosofia divenne sempre più una sem-plice astrazione dialettica e la religione una strutturapoliticizzata e stereotipata. Eppure, ogni tanto nellastoria umana, sono emersi degli individui che hannoravvivato la Via di Mezzo, quella che sta fra la filoso-fia e la religione.Costoro hanno fatto riemergere il profilo di un inse-gnamento unitario e sempre valido nel tempo e hannoscosso le coscienze del loro tempo. Grazie ad essi laRicerca alle risposte fondamentali ha avuto un impul-so in avanti.Nel nostro secolo G. I. Gurdjieff, ed anche altri maestricontemporanei fra cui l'italiano G., ha fatto riemerge-re questo insegnamento traendolo dal Medioriente(culla della spiritualità occidentale) che, purtroppo,dopo solo 50 anni dalla sua morte è stato dai più malinterpretato e utilizzato come "schema erroneo" per lacrescita di se stessi.Questo "schema" altro non è che l'interpretazione diun uomo su un insegnamento assai più grande evasto, ed oggi si è trasformato in materiale "new age".E' chiaro come la succitata new age o l'occultismosiano a volte un modo per fuggire la realtà. Si va allaricerca di "poteri sconosciuti" o di "entità" di unmondo parallelo creando così individui alienati, schia-vi della loro immaginazione.Ad esempio, la signora P. vede gli angeli e i fantasmi,parla con queste figure invisibili. Agisce davanti aglialtri come se fossero presenti e si arrabbia o gioisce inbase a quello che queste "entità" le comunicano. La

Si va alla ricerca di "poteri sco-nosciuti" o di "entità" di unmondo parallelo creando cosìindividui alienati, schiavi dellaloro immaginazione.

G.I. Gurdjieff

La guerra contro ilsonno della Coscienza.

Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Lo studio di sé

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La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

di Giovanni Quinti

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signora L. vede gli extraterrestri e, quando incontrachicchessia, lo avverte che la sua aurea è blu o rosa.Entrambe hanno iniziato ad avere queste visioni dopoun evento spiacevole, ad esempio la morte di un figlioo di un amato.Questi due casi mostrano che, quando non si tratta di

imbroglioni, un evento insopportabile può spingereverso sentieri di Ricerca alienante. Se tutto ciò va giu-dicato con la massima moderazione, nel rispetto dellasofferenza altrui, questi sistemi pseudospirituali devo-no essere considerati un pericolo per la salute psichicadell'individuo.E’ per questo che la nostra ricerca deve partire dallostudio di noi stessi, attraverso una nuova psicologia.Possiamo trovare un metodo per evolverci senzaincappare in questi errori? Stabiliamo alcuni punti:

1) Dobbiamo partire da uno studio serio di come siamo fatti.

2) Crescita interiore non vuol dire fuggire dal mondo, ma imparare ad essere nel mondo.

3) L'ambiente circostante non va ignorato; è necessario riconciliarsi con esso.

3) Per riconciliarsi con esso dobbiamo prima riconciliarci con noi stessi e riempire le nostre lacune psicologiche.

COME CONOSCERSIQuando vogliamo conoscere noi stessi dobbiamousare un metodo di indagine coerente, frutto di un'os-servazione sperimentale. Vediamo punto per puntoun atteggiamento giusto di osservazione:

1) Innanzi tutto dovremmo decidere di osservare.

2) Dovremmo mettere i nostri risultati alla prova per verificare se essi sono reali o frutto di una nostra interpretazione.

3) Dovremmo essere sinceri con noi stessi.4) Dovremmo imparare a non rifiutare tali dati ed accettarli per quello che sono.

Il primo dato che incontreremo, se inizieremo adosservarci, è che siamo incapaci di farlo. Siamo incapa-ci, cioè, di essere presenti a noi stessi, di rimanere

Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

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Spunti per un metodo di lavoroed osservazione su di sé.

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attaccati al presente, di rimanere con l'attenzione pun-tata sulle nostre azioni e reazioni. Questo possiamodefinirlo "sonno inconscio". Anche se svegli fisicamente è come se dormissimo inpreda di sogni ad occhi aperti, totalmente schiavi diuna "immaginazione involontaria".Facciamo un piccolo test che possa aiutarci nella com-prensione:

TEST SPERIMENTALEPer la prova sperimentale è sufficiente porsi questedomande:

1) sono consapevole di come sono seduto ora?2) ero consapevole della postura del mio corpo

delle mie braccia prima che me lo chiedessi?3) sono qui e ora? Oppure fino a poco fa ero col

legato in modo automatico con altri pensieri?4) posso riuscire a vivere in uno stato di consa

pevolezza del presente e di me stesso per prossi m i10 minuti?

Se ci applicheremo a queste sperimentazione e sare-mo sinceri con noi stessi, ci renderemo conto che nonriusciamo ad essere presenti che per pochi attimi.Infatti la nostra volontà è realmente impotente e nonpossiamo prendere che piccole decisioni di “presen-za” e di “ricordo di sè”.

Questo è il punto di partenza: come possiamo dareuna risposta alle domande fondamentali se colui chedomanda non si conosce? Come posso trovare unarisposta reale se io stesso sono in un mondo di sogno?

SAPERE ED ESSERENel sistema di Gurdjieff la comprensione del principioche differenzia il "sapere" dall' "essere" è fondamenta-le. Cerchiamo di comprenderlo insieme:

LA DIFFERENZA TRA SAPERE ED ESSERE

SAPERE: per "sapere" si intende un'esperienza intel-lettuale. Io "so" la lezione oppure "ho imparato" questamateria oppure "ho appreso" il senso di una discussione.ESSERE: per "essere" si intende quello che siamo, la

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Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Altri spunti per un metodo dilavoro ed osservazione su di sè.

Applicazione pratica per unaverifica del proprio livello di“sonno”.

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nostra ricchezza o povertà interiore, la nostra ricchezza direazioni, il nostro essere in un dato modo nel senso più pro-fondo.Un professore di filosofia che conosce la sua materia

in modo pieno, ma che è un rissoso, un avaro, un egoi-sta, un insensibile alle cose altrui è il classico esempiodi un uomo che ha sviluppato il sapere e poco l'essere.Al contrario un brav'uomo, dolce, gentile e generoso,ma completamente ignorante di molti processi dellavita, dei meccanismi che regolano il pensiero e chenon si è mai posto domande sul mondo circostante èun uomo che ha sviluppato molto l'essere, ma poco ilsapere.Gurdjieff affermava che entrambi questi tipi sono

"parziali" e che il loro sviluppo non è stato armonico.Egli si poneva come scopo la crescita dell'individuo

sia da un punto di vista di "sapere" sia da un punto divista di "essere". Quando incontriamo qualcuno cheafferma di aver compiuto un percorso conoscitivo, fre-giato di diplomi e lauree, ci dimentichiamo che la suainteriorità potrebbe non essere altrettanto sviluppata.Nei circoli new age o nei salotti esoterici, ad esempio,non è difficile incontrare individui culturalmente pre-parati su quell'argomento psicologico o spirituale; digran lunga più raro è trovare persone con un essere insintonia con quella cultura. Ciò dipende dal fatto chelo sviluppo, quando non è ben diretto, produce sem-pre risultati incompleti ed incoerenti.Quando sapere ed essere crescono armoniosamenteinsieme si ha la Conoscenza.

IL LAVORO SU SE STESSI

La crescita armonica di un individuo si ha quando ilsuo sapere cresce proporzionalmente al suo essere.Per far crescere l'essere, il sapere teorico da solo non èsufficiente.Il lavoro sulla linea dell' essere è un'esperienza praticae vissuta; assai diversa dallo studio e dalla ricerca pro-prie della linea del sapere. Si tratta di due crescitedistinte e separate.L'evoluzione di queste due linee forma quello cheviene definito “LAVORO SU DI SE'”.

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Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Gomidas Vartabad.1869-1935.

Un maestro di Gurdjieff

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LAVORO SULLA LINEA DEL SAPERELa crescita del sapere è correlata alle idee che

Gurdjieff ha esposto e alla conoscenza teorica di certimeccanismi che si trovano in molte antichissime scuo-le di pensiero. Più comprendiamo queste idee, piùfacilmente avremo un modello teorico a cui accostarela nostra sperimentazione pratica. Maggiore sarà lacomprensione di quel che dobbiamo fare per la cresci-ta della coscienza, corretta risulterà l'applicazione pra-tica. La mancanza di giusta comprensione è spessocausa di un lavoro sbagliato e parassitario. Quando lanostra preparazione teorica sarà limpida, potremo ini-ziare il lavoro sulla linea dell'essere.

LAVORO SULLA LINEA DELL'ESSEREE' impossibile cambiare il nostro essere, se prima non

comprendiamo come sia strutturato. Più conosceremonoi stessi, più comprenderemo il nostro essere. Perconoscerci dobbiamo osservarci e questo è l'inizio dellavoro su questa linea. Ma cosa vuol dire "svilupparel'essere"? Sviluppo dell'essere significa risveglio, inquanto la nostra caratteristica fondamentale è chesiamo addormentati. Cercando di svegliarci cambiere-mo il nostro essere. Sviluppo dell'essere vuol anchedire: creare unità, non esprimere emozioni negative,osservare, studiare le emozioni negative, cercare dinon identificarsi, evitare discorsi inutili. L'obiettivodel lavoro sull'essere è l'acquisizione della capacità diessere diversi.

LE OTTAVE.All’interno di una scuola della Quarta Via si com-

prende che il Lavoro si svolge su diversi piani. Ilprimo è quello individuale: il lavoro su di sè, per glialtri e per la scuola. Il secondo è quello della compren-sione e dell’apprendimento delle Leggi Cosmiche.In realtà questi due piani non sono distinti. La com-prensione di certe leggi cosmiche permette di com-prendere le Leggi che regolano la macchina umana eviceversa. Analizziamo una legge cosmica che si postula sulprincipio che tutto l’Universo consiste di vibrazioni.

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La crescita armonica di un indi-viduo si ha quando il suo "sape-re" cresce proporzionalmente alsuo "essere".

La maggiore comprensione di ciòche concerne la nostra coscienzaconduce alla corretta applicazio-ne pratica.

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Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia (inquanto tutto è energia) e ammantano tutto l’Universo.In realtà dobbiamo immaginare tutto il creato conti-nuamente pervaso di queste energie vibrazionali, chehanno un aspetto più o meno grossolano, più o menomaterico. Eppure queste vibrazioni non sono costanti,ma mutano, si alzano e si abbassano e le vibrazioniall’interno di un moto crescente prestabilito non cre-scono in modo uniforme. Mettiamo il caso che facciamo agire una certa forzavibrazionale e produciamo un moto di tale vibrazione,ad esempio spingiamo un palla da biliardo su un ter-reno liscio. Quando diamo l’impulso il moto che lapalla assume è crescente. Arrivato al punto massimo,il suo moto decresce fino a fermarsi.La legge delle ottave ci spiega che nella fase, ad esem-pio, della crescita della vibrazione (ma questo è veroanche nella decrescita) questa non è uniforme, bensì visono dei periodi in cui rallenta per poi riprendere inmodo normale sino ad arrivare al punto massimo. Immaginiamo che nella fase della crescita della vibra-zione noi prendiamo due punti a cui attribuiamo unvalore numerico da 1000 a 2000. Cioè in quella fasedella crescita della vibrazione la vibrazione si è rad-doppiata. Se avessimo preso la fase discendente dellavibrazione avremmo usato un valore inverso, cioè, adesempio, da 2000 a 1000. E’ stato accertato che in que-sto intervallo di mutamento delle vibrazioni si produ-ce un rallentamento nella loro progressione. L’uno è abreve distanza dal punto di partenza l’altro quasi allafine.Nel passato molte scuole esoteriche sapevano di que-

sto moto non uniforme ed hanno trasferito questaconoscenza in modo simbolico, con glifi e diagrammi.In essi il moto non uniforme della vibrazione era rap-presentato con uno schema ottagonale composto daotto gradini. Questi otto gradini rappresentano la con-sistenza del moto delle vibrazioni fra due punti. Comevediamo il moto in un certo punto decade per poiriprendere il suo decorso naturale. Questa Legge lapossiamo trovare applicata in moltissimi ambiti: nellaluce, nel calore,nelle vibrazioni chimiche ed anchenella tavola periodica degli elementi. In chimica la

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Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

L’evoluzione si esplica attraversola capacità di essere diversi daciò che normalmente si è...

Le Leggi principali che operanonell’Universo: la legge del Settee la legge del Tre.

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Legge dell'Ottetto accenna alla Legge delle Ottave.Possiamo trovarne applicazione anche nella musica.Nella scala musicale dei sette toni (DO, RE, MI, FA,SOL, LA, SI, DO) tra il MI ed il FA e il SI ed il DO(quasi all'inizio e quasi alla fine della scala dei toni)non esiste un semitono, che invece esiste fra le altrenote.Questa Legge ci spiega perché in tutte le forme vibra-zionali (e quindi in tutto l'universo) vi sono fasi in cuila vibrazione ha bisogno di una spinta maggiore permantenersi lineare. Quando una vibrazione inizia ilsuo percorso ha, a causa della decelerazione momen-tanea e del semitono mancante, una impercettibiledeviazione.Per questo tutto muta in natura ed è anche ciclico.

Infatti se andassimo avanti nel diagramma avremmouna figura chiusa e la direzione primitiva tornerebbesu se stessa.Questa Legge spiega perché nulla, in natura, va inlinea retta e che spesso le nostre azioni, le nostre deci-sioni, il nostro “fare” muti e si distanzi dal propositoiniziale che è stato creato dall’impulso primario.Se è vero per tutto quello che ci circonda, la Leggedelle Ottave investe anche gli esseri umani e le loroazioni. Se immaginiamo qualsiasi iniziativa intrapresacome l'inizio di una scala vibrazionale (un'ottava) tro-viamo in questa Legge uno spunto di riflessione utilee pratico allo studio di sè. Dopo un giusto impulso, una giusta comprensione, ungiusto proposito, una giusta attenzione, una giustacomprensione emozionale ecc. quello che ci proponia-mo diventa invece noioso, perdiamo l’entusiasmo,diventiamo pigri e tralasciamo le cose più difficili. Lestesse cose che ieri potevano essere fonte di stimolo edi sfida oggi diventano ostacoli insormontabili che ral-lentano e deviano leggermente il nostro “fare”.L’impulso continua ad agire e la retta continua a svi-lupparsi fino al successivo semitono mancante e lì illavoro si arresta in modo definitivo, subentrano emo-zioni negative, cambiamenti di programma, aggiusta-menti o correzioni che, in realtà, sono un vera e pro-pria modificazione dell’iniziale proposito.Nei casi peggiori la linea retta continua a fare il suo

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Studio del moto non uniformedelle ottave.

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percorso ormai schiava delle resistenze esterne edinterne e modifica ancora il suo tragitto in concomi-tanza con i semitoni mancanti. Questa "distorsione"diventa talmente radicale da invertirsi e il risultato èesattamente inverso dal proposito. Questa realtà la possiamo notare facilmente nella sto-ria. Gli esempi storici che confermano la veridicità diquesta Legge sono numerosi.Prendiamo ad esempio il Cristianesimo.Immaginiamoci quanto la linea evolutiva dell’amoreper tutte le creature che Cristo ha ordinato sia dovutamutare (sino a raggiungere il suo opposto) quando ilcristianesimo si è trasformato nell’Inquisizione. Anchenella storia politica abbiamo molte dimostrazioni diideali giusti che si sono trasformati (nelle loro ottave)in scuse per perpetuare massacri. Questa Legge cosmica regola il nostro agire e ci rendeincapaci di “fare” qualcosa ESATTAMENTE come cieravamo proposti nell’impulso iniziale. Ciò è invisibi-le all’uomo ordinario che crede, invece, che le linee dilavoro si sviluppino sempre in modo uniforme ecostante. Questo dà l’illusione di poter fare e di esserenoi stessi a scegliere il cambiamento di programma ouna variazione dell’impulso primario, quando in real-tà non potevamo fare altro in quanto sono le influen-ze esterne e i semitoni mancanti che hanno deviato lalinea propositiva iniziale. Soltanto le ottave cosmiche, ascendenti o discendenti,seguono le vibrazioni in modo ordinato e terminano leottave mantenendo la direzione presa all’inizio. Ma diquesto parleremo successivamente.

GLI SHOCK ADDIZIONALI

Se ci basiamo sull’osservazione ci possiamo rendereconto che in talune ottave è possibile che l'azioneintrapresa si mantenga retta e raggiunga lo scopo.Questo però è dato, tranne che in casi particolari diLavoro su di sé, da ottave parallele che, casualmente,entrano in sintonia con l’ottava principale andando acolmare i semitoni mancanti.

Naturalmente i punti in cui gli shock addizionalidevono essere dati dipende dalla ascendenza o discen-

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Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Questa Legge spiega perchénulla, in natura, va in linearetta e che spesso le nostre azio-ni, le nostre decisioni, il nostro“fare” muti e si distanzi dalproposito iniziale che è statocreato dall’impulso primario.

Esempio di distorsione dal pro-posito iniziale, influenzatodalla legge dell’ottava:il Cristanesimo/Inquisizione.

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denza delle ottave.Nell’ottava ascendente i punti in cui i semitoni vanno col-

mati sono fra il MI-FA e SI-DO:Gli shock dell’ottava ascendente devono essere di unaforza tale che permetta al tono di rimanere in linearetta. Quindi nel primo intervallo tale tono deve avereuna certa forza, nel secondo intervallo, invece, deveessere applicata una forza maggiore della prima inquanto il secondo DO è di una vibrazione più alta delFA e necessita di una vibrazione di tono più alto. Nell’ottava discendente i punti, invece, sono fra il DO-SI

ed il FA-MI:Il primo shock dell’ottava discendente deve essere di

un tono alto e di una forza maggiore del secondo. Inrealtà il DO possiede già in sé la vibrazione più bassaed è per questo che le ottave discendenti sono piùsemplici.

Nell’uomo ordinario questi shock possono esserefrutto del caso. Ottave diverse e parallele che si inter-secano nella principale possono permettere uno svol-gimento in linea retta che dà una fortissima sensazio-ne di poter “fare”. Il problema è che se queste ottaveparallele non ci fossero (ottave che possono essere didiverso tipo sia interiore che esteriore) la linea rettanon si verificherebbe. In effetti l’uomo ordinario è sog-getto al caso che sorregge o meno i semitoni mancantidelle ottave determinando così il successo o l’insucces-so di una azione. Se, però, si costruiscono COSCIENTEMENTE deglishock (senza attenderseli dal caso) e se questi vengo-no costruiti secondo il modello indicato è possibilepermettere all’ottava di proseguire in linea retta. Perfare questo, naturalmente, è necessario riconoscere leottave ascendenti e discendenti della vita ordinaria eporvi rimedio con degli shock o sforzi sufficienti alriempimento del tono mancante. Il compito non è facile in quanto dovremmo conosce-re meglio noi stessi ed essere abbastanza svegli perriconoscere quando una iniziativa riceve una deforma-zione nel tono, modificandosi. Per imparare a fare questo è necessario essere all’inter-no di una scuola dove questi shock vengono azionatinei giusti momenti in cui l’ottava (asc. o disc.) sta

Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Se lavorerete per osservarvi, virenderete conto che anche taleosservazione si postula sul prin-cipio di ottava.

Spiegazione delle ottave discen-denti ed ascendenti.

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mutando il suo percorso. La scuola stessa a sua voltadeve essere costruita secondo il modello dell’ottava ericonoscerne le Leggi che la regolano. Possiamo comunque dire che il primo passo da fare èquello di imparare a riconoscere le ottave che conti-nuamente incontriamo nella vita ordinaria, imparan-do a vederne i semitoni mancanti: i momenti in cuil’impulso di origine cambia. In quel preciso momentosarà necessario fare uno sforzo maggiore e ingegnarsia fare in modo che l’attenzione possa essere mantenu-ta costante e che l’azione trovi nuovo vigore e possaevolversi sino al successivo ostacolo.Ad esempio se lavorerete per osservarvi, vi rendereteconto che anche tale osservazione si postula sul prin-cipio di ottava (tutto in natura si postula su questoprincipio, anche la crescita interiore).Vi renderete conto che nel tentativo di ricordare voi

stessi potrete abbastanza facilmente passare dal DO alRE. Solo con grandi sforzi riuscirete a passare dal REal MI, ma comunque questo vi sarà certamente possi-bile. Appena arriverete, però, al MI immediatamentevi dimenticherete di voi e tornerete al DO di partenza.Non ci sarà scampo, immediatamente vi dimentiche-rete di voi. Se, però, la vostra attenzione e coscienza divoi stessi diventerà uno sforzo corretto riuscirete acapire quando siete vicini al MI e, quindi, vicini alladimenticanza. A quel punto sarà necessario applicare uno shock pre-ciso per il superamento di quella fase.Individualmente parlando non esistono shock identiciper tutti, anche se possono esistere delle tecniche spe-ciali che possono servire da ausilio agli shock addizio-nali individuali. Imparare a vedere nella vita ordinaria questi fenome-ni e a sviluppare l’attenzione sulle ottave in cui siamoimmersi fa parte del Lavoro che viene svolto dentrouna Scuola.

Lo studio di sé La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

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Il pensiero di G.I. Gurdjeff come metodo di lavoro su noi stessi

Se, però, la vostra attenzione ecoscienza di voi stessi diventeràuno sforzo corretto riuscirete acapire quando siete vicini al MIe, quindi, vicini alla dimenti-canza.

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Traduzione dell’Ars Magna di Raimondo Lullo.a cura di

Sonia Iacoangeli

PREFAZIONE1. Dopo aver composto su molte arti in generale, voglio spie-gare più chiaramente l'Arte Ultima, così chiamata perché nonintendiamo fare altra arte più generale di questa, così, abbia-mo compilato questa arte a partire dalle altre arti ed a questaabbiamo aggiunto altro materiale esplicito e nuovo. Le mentiumane sono più dedite alle opinioni che alla scienza, e comeciascuna scienza ha principi differenti da quelli di un’altra, l'in-telletto umano ha bisogno e va alla ricerca di una scienzagenerale con i suoi propri principi generali, nella quale le basidi tutte le altre scienze sono contenute come particolari di ununiversale e che regola i fondamenti delle altre scienze cosìche l'intelletto può basarsi su quelle conoscenze attraverso laloro reale comprensione, e bandire tutte le opinioni erronee.Questa scienza aiuta a stabilire i principi di tutte le altre chia-rificando i loro fondamenti particolari alla luce dei principigenerali di questa arte, alla quale tutti i significati specifici leappartengono come parti di un tutto.

2. Qui sono enunciati i principi di questa arte:Bontà, Grandezza, Eternità, Potenza, Sapienza, Volontà, Virtù,Verità, Gloria, Differenza, Conformità, Opposizione, Inizio,Mezzo, Fine, Superiorità, Uguaglianza e Inferiorità.Noi li chiamiamo generali poiché i diversi tipi di bontà, in tuttele altre scienze, si riferiscono ad una bontà generale, e simil-mente la loro grandezza si riferisce ad una grandezza genera-le e così il resto, ciascuno nella sua propria via.

3. Inoltre, questa scienza è universale a causa delle suedomande, valide per tutte le scienze, le quali sono comuni a

Le menti umane sono più deditealle opinioni che alla scienza...

Questa scienza aiuta a stabilirei principi di tutte le altre chiari-ficando i loro fondamenti parti-colari...

L’insensatoRaimondo Lullo.

Alla riscoperta della Scienza Sacra dell’Artista illuminato

“...Tutti gli errori della filosofia hanno ori-gine dall’ignoranza delle Verità di fede,alla cui luce va interpretato e ordinatotutto il sapere del mondo.” R.Lullo.

Ars Magna

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La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

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tutte le altre domande:tutto è implicito in queste dieci domande, vale a dire:Se? Che Cosa? Da Che Cosa? Perchè? Quanto Grande? DiChe Tipo? Quando? Dove? Come? Con Che Cosa?

4. Inoltre, questa arte è universale perché i suoi principi e lesue regole sono generali, come esposto sotto. Così come il ter-mine "asserzione", ha un suo significato generale, che è comu-ne ad ogni tipo di asserzione, allo stesso modo questi principi,quando combinati l'uno con l'altro e presi in senso generale,sono comuni a tutti principi particolari composti. Per dissipareogni dubbio riguardo a questo, io dico che tutti gli altri fonda-menti sono particolari in confronto ai principi di questa arte,per esempio bontà grande, è un principio composto, comunealla bontà di Pietro, di Guglielmo, dei cavalli e così via.

5. Questa arte ha tredici parti, vale a dire:l'alfabeto, le figure, le definizioni, le regole, la tabella, lo svuo-tamento della figura tre, la moltiplicazione della figura quattro,la mescolanza di principi e regole, i nove soggetti, l’applicazio-ne, le domande, come apprendere questa arte e come inse-gnarla.

Ars Magna La Quarta Via di Gurdjieff Maggo 2003

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Alla riscoperta della Scienza Sacra dell’Artista illuminato

L’alfabeto lulliano completodelle relative figure.

GRUPPO IASSOLUTI

GRUPPO IIRELATIVI

GRUPPO IIIDOMANDE

GRUPPO IVSOGGETTI

GRUPPO VVIRTU’

GRUPPO VIVIZI

B BonitasBontà

DifferentiaDifferenza

UtrumSe?

DeusDio

IustitiaGiustizia

AuaritiaAvarizia

C MagnitudoGrandezza

ConcordantiaConformità

QuidChe cosa?

AngelusAngeli

PrudentiaPrudenza

GulaGola

D AEternitasEternità

ContrarietasOpposizione

De quoDa che cosa?

CaelumCielo

FortitudoFortezza

LuxuriaLussuria

E PotestasPotenza

PrincipiumInizio

QuarePerchè?

HomoUomo

TemperantiaTemperanza

SuperbiaSuperbia

F SapientiaSapienza

MediumMezzo

QuantumQuanto grande?

ImaginatiuaImmaginazione

FidesFede

AccidiaPigrizia

G VoluntasVolontà

FinisFine

QualeDi che tipo?

SensitiuaFacoltà sensitiva

SpesSperanza

InuidiaInvindia

H VirtusVirtù

MaioritasSuperiorità

QuandoQuando?

VegetatiuaFacoltà vegetativa

CaritasCarità

IraIra

I VeritasVerità

AEqualitasUguaglianza

UbiDove?

ElementatiuaFacoltà elementativa

PatientiaPazienza

MendaciumFalsità

K GloriaGloria

MinoritasInferiorità

QuomodoCome?

Con che cosa?

InstrumentatiuaFacoltà istrumenta-

tiva

PietasPietà

InconstantiaIncostanza

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PARTE 1- L'ALFABETOQuesto è l'alfabeto di questa arte.(vedi tabella precedente, n.d.r.)

B. significa Bontà, Differenza, Se?, Dio, Giustizia e Avarizia.C. significa Grandezza, Conformità, Che cosa?, Angelo,Prudenza e Gola.D. significa Eternità o durata, Opposizione, Da che cosa?,Cielo, Fortezza e Lussuria.E. significa Potenza, Inizio, Perchè?, Uomo, Temperanza eSuperbia.F. significa Sapienza, Mezzo,Quanto grande?,Immaginazione, Fede eAccidia.G. significa Volontà, Fine, Diche tipo?, Facoltà sensitiva,Speranza e Invidia.H. significa Virtù, Superiorità,Quando?, Facoltà vegetativa,Carità e Ira.I. significa Verità,Uguaglianza, Dove?, Facoltàelementativa, Pazienza eFalsità.K. significa Gloria, Inferiorità,Come? Con che cosa?,Facoltà istrumentativa, Pietà eIncostanza.

2. L'alfabeto deve essereconosciuto dal cuore, senzaesso l'Artista non ha modo diutilizzare praticamente questaarte. L’alfabeto è incluso in questa arte in ordine al significatodei principi e delle domande il cui contenuto aiuta a risolverei problemi con vera certezza intellettuale rimossa da ogni dub-bio.

PARTE 2- LE FIGURECAPITOLO 1: LA PRIMA FIGURA

1. Come esposto, ci sono quattro figure. La lettera A da’ nomealla prima figura, che è circolare ed è divisa in nove caselle. Lalettera B è nella prima casella, C nella seconda, e così via. Lafigura è chiamata circolare perché soggetti e predicati sono

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La Prima figura viene denominata dalla lettera A

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reciprocamente convertibili, come quando diciamo "BontàGrande, buona Grandezza, Grandezza eterna, Eternità gran-de, bontà è Dio, Dio è buono", e così via. Questa circolazionepermette all'Artista di discernere ciò che è convertibile e ciòche non è convertibile: per esempio, Dio e Bontà si possonoconvertire, ma non Dio ed Angeli, né Angeli e Bontà, né laBontà e la Grandezza degli Angeli; e similmente con gli altritermini.1)

2. Tutte le cose sono implicite in questa figura, per esempiopossiamo dire: "Dio è buono, grande ed eterno ecc. e gliAngeli sono buoni, grandi e eterni, e l’Avarizia non è buona

ma cattiva", e così via.

3. Le qualità di soggetti e pre-dicati sono conosciute attra-verso questa figura come pro-prie ed adattabili. Le qualitàproprie sono, per esempio:Dio è buono, grande, ecc. egli angeli hanno bontà innata,grandezza, ecc. Le qualitàadattabili sono, per esempio:gli Angeli malvagi hanno adot-tato la morale cattiva; il Fuocoè buono e causa una grandearidità alla terra; l’Uomo habuona, grande morale, pru-denza, giustizia, ecc.

4. L'Artista deve abitualmentevisualizzare questa figura edapplicarla per esporre ledomande, così che l'intelletto

può realmente e propriamenteraggiungere, con essa, la Verità.

CAPITOLO 2: LA SECONDA FIGURA VIENE DENOMINATA DALLA

LETTERA T

5. La seconda figura consiste di tre triangoli, il primo èDifferenza, Conformità, Opposizione, etc. come nella figura.Sopra agli angoli di Differenza, Conformità, Opposizione, sitrovano i termini "sensuale e sensuale", "sensuale ed intellet-tuale", ed "intellettuale ed intellettuale", questi sono stati scritti

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Alla riscoperta della Scienza Sacra dell’Artista illuminato

La Seconda figura viene denominata dalla lettera T

1) I termini Dio, Bontà, etc. quandosono soggetti possono convertirsi tra

loro, solo come termini assoluti; non èpossibile fare delle conversioni tra ter-

mini assoluti e relativi, o tra assoluti esoggetti. Ci sono tre possibilità di rela-zione, la prima è assoluta (p.e.Bontà),

la seconda avviene in modo subordinato(p.e. la Bontà è grande), la terza è un

modo specifico (p.e. la Bontà diFrancesco è grande).

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per spiegare la differenza che esiste tra alcuni esseri sensualied altri, come ad esempio tra un corpo ed un altro, e tra esse-ri sensuali ed intellettuali come ad esempio tra il corpo e l’ani-ma, e tra alcuni esseri intellettuali ed altri come ad esempio traDio e gli Angeli. E la stessa regola si applica a conformità edopposizione.

6. (Il secondo triangolo è Inizio, Mezzo e Fine, n.d.r.) Sopral'angolo di Inizio, sono stati scritti i termini "Causa", "Quantità"e "Tempo". "Causa" da’ il significato principale e sostanziale,vale a dire (che in essa viene identificata, n.d.r.) la causa effi-ciente, materiale, formale e finale. Quantità e Tempo danno ilsignificato ai principi accidentali (o secondari, o subordinati,n.d.r.) come i nove predicati2) ed altre cose simili.

7. Sopra l'angolo di Mezzo sono stati scritti i termini"Congiunzione", "Misura" ed “Estremità” per significare trespecie di Mezzo, vale a dire il mezzo di congiunzione, ilmezzo di misura ed il mezzo tra le estremità. Un mezzo di con-giunzione è, per esempio, un ponte che congiunge due bordi.Un mezzo di misura è come il centro di un cerchio, ugualmen-te distante da ogni punto della circonferenza. Un mezzo tra leestremità è come una linea tra due punti.

8. Sopra l'angolo della Fine, sono stati scritti i termini"Privazione", "Delimitazione" e "Perfezione" (o causa finale )per denotare tre specie di fine. La fine di privazione è come lamorte che mette fine alla vita. La fine di delimitazione è comeil confine di un regno o di un campo. La fine di perfezione ocausa finale è come Dio che è la causa e la fine di tutte le cose.

9. (Il terzo triangolo è Superiorità, Uguaglianza e Inferiorità,n.d.r.) Sopra gli angoli di Superiorità, Uguaglianza e Inferioritàsono scritti i termini "tra Sostanza e Sostanza," che significache una sostanza è più grande di un’altra, come (ad esempio,n.d.r.) la sostanza umana è più grande in bontà, virtù, etc dellasostanza di una pietra. "Tra Sostanza ed Accidente" significache la sostanza è più grande dell’accidente: ad esempio lasostanza di uomo è più grande della sua quantità. E "traAccidente ed Accidente" significa che alcuni accidenti sonopiù grandi di altri: quando per esempio la comprensione è piùgrande del sentire; e lo stesso può essere detto relativamentealla superiorità in opposizione all’inferiorità. C'è uguaglianza,anche, tra una sostanza ed un’altra: per esempio quando

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La seconda figura consiste di tretriangoli, il primo è Differenza,Conformità, il secondo triangoloè Inizio, Mezzo e Fine, il terzo èSuperiorità, Uguaglianza eInferiorità.

2) le nove categorie aristoteliche.

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uomini e pietre appartengono ugualmente allo stesso genere disostanza. E c'è uguaglianza tra un accidente ed un altro, nelcaso in cui, ad esempio, comprensione ed amore appartengo-no nella stessa maniera allo stesso genere di accidenti. E c’èuguaglianza tra sostanza ed accidente: per esempio la quanti-tà ed il suo soggetto sostanziale sono uguali in estensione esuperficie.

10. Il triangolo verde è costituito da Differenza, Confomità eOpposizione, esso è universale rispetto a tutte le cose, poichètutto ciò che esiste possiede differenza, conformità ed opposi-zione. Qualsiasi cosa esistente è implicitamente contenuta inquesto triangolo. La Differenza ha carattere più generale dellaConformità e dell’Opposizione perché più cose possono esse-re differenti piuttosto che conformi o contrarie, come (adesempio, n.d.r.) Pietro e Martino che differiscono numerica-mente ed appartengono alla stessa specie, ma con opposticaratteri morali, così uno di loro è giusto e l'altro è ingiusto, ecosì via.

La Differenza causa molteplicità e la Conformità causa unità:mentre la Differenza distingue una cosa da un’altra, laConformità unisce molte cose diverse in una, e l’Opposizionecorrompe e dissolve le cose. Così come il triangolo verde è ilfondamento in tutti i soggetti naturali, così l'intelletto eseguementalmente attraverso il discernimento e la conservazione letre specie dette di Differenza, Conformità ed Opposizionementre si discende ed ascende attraverso di loro. L'intelletto èsemplicemente e oggettivamente universale con la stessa diffe-renza così come tra la Conformità e l’Opposizione: ma quan-do viene focalizzato sulla scala formata dalle tre specie, essonon è né interamente universale, né interamente specifico,come quando diciamo "tra sensuale e sensuale". Ma quandoesso viene focalizzato mentalmente sugli individui, è piena-mente particolare.

11. Il triangolo rosso consiste di Inizio, Mezzo e Fine, esso èuniversale a tutte le cose poichè contiene ogni cosa, e tutto ciòche esiste ha un Inizio, un Mezzo e una Fine, così che nullapuò esistere al di fuori di questi termini. Un Inizio o principioè qualche cosa seguito da ogni altra cosa. Non c'è nessunapossibilità che un principio universale possa esistere, sia essonaturale o morale, a meno che esso non includa in manieraintrinseca il suo proprio principio attivo, il suo proprio princi-

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pio passivo e il suo proprio principio funzionale. Ora, nessuncalore può esistere naturalmente senza il soggetto che riscalda,senza l’oggetto che viene riscaldato ed il loro riscaldamento(inteso come il processo del riscaldarsi, n.d.r.); e similmente unfondamento non può esistere in modo naturale senza i suoi trenaturali principi intrinseci. L'Artista deve sapere che i tre cor-relativi intrinseci di ogni principio universale sono le loro pro-prie essenze soggettive causali, e deve conoscere come distin-guere questi correlativi essenziali da quelli moralmente acqui-siti (i principiaccidentali,n.d.r.). I principicausali sono necessari, poichè(i principi accidentali,n.d.r.)sono fortuiti e danno significa-to all’essere. In questo modo,l'Artista può ascendere ediscendere dall'universale alparticolare e viceversa.

12. Il Medio, o Mezzo, comel'Inizio, è universale: qualsiasicosa agisca comincia semprecon l'Inizio, quindi l’interporsidel Mezzo fa in modo cheesso congiunga insieme entitàdistinte in un unico compostoo mistura.

L’azione viene misurata con ilmezzo di misura, per esempiol'intelletto misura il suo atto dicomprensione situato nelmezzo tra l’intellettivo ed il suointellegibile, allo stesso modoin cui un osservatore misura ilsuo atto di guardare, o un pro-duttore misura il suo atto diproduzione, o un giudice il suo atto di giudizio. Il Mezzo tra gli estremi implica essenza e continuità: la Bontàper esempio, è una semplice essenza che si trova nel mezzotra grandezza e durata e contiene il suo proprio atto intrinsecodi essere buono nel mezzo tra colui che da’ Bontà e colui chela riceve, dove tutte e tre sono una Bontà indivisa, che non èil caso della Bontà morale. Queste tre specie di Medio, o

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Raimondo Lullo (1232-1316)ha racchiuso in queste tavole loschema concettuale della provalogica dell'esistenza di Dio.

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Mezzo sono una scala sulla quale l'intelletto ascende e discen-de per indagare nel Mezzo di tutte le cose. Similmente, con laFine, la causa efficiente porta le cose a riposare nell’ultimaméta, ma essi possono non trovare compimento a tutto in unfine che li privi (della loro propria méta, n.d.r.). E alla fine dellimite, esseri diversi riposano in vie disparate. Questo generedi investigazione è molto utile ed è una luce per l'intelletto perafferrare lo scopo finale delle cose.

13. Nel triangolo color zafferano noi comprendiamo che c’èuna Superiorità universale sopra tutte le superiorità particolari.Con la Superiorità, coloro che agiscono fanno cose superiori3)

come essi cominciano le cose con l'Inizio, e lo stesso può esse-re applicato all’Uguaglianza e all’Inferiorità. La Bontà sostan-ziale e gli altri principi sostanziali sono associati con laSuperiorità, mentre la Bontà fortuita, etc., sono associati conl’Inferiorità. Colui che da’ Bontà intrinseca (in quanto caratte-ristica propria, n.d.r.) (bontà attiva), colui che la riceve (bontàpassiva) e lo scambio di Bontà, ossia (atto di bontà) nella Bontàsostanziale sono essenzialmente uguali e lo stesso si applicaall’intelletto ed anche al (fuoco essenziale), e lo stesso sarà nel-l'uguaglianza di accidenti causali e morali. L'intelletto ascendee discende attraverso queste tre specie per afferrare la veritàdelle cose generalmente relazionate alla Superiorità,Uguaglianza e Inferiorità in sostanza ed accidente. Questaascesa e discesa è una potente tecnica artificiale per acquisirescienza.

14. Abbiamo descritto la seconda figura come lo strumentodell'intelletto per lavorare con la prima figura e per fare unadistinzione tra la Bontà, la Grandezza, etc. utilizzando diffe-renze ed armonizzandole, procedendo similmente con gli altriprincipi, ciascuno a suo modo. Inoltre, con la Differenza, l'in-telletto distingue tra colui che da’ la Bontà, tra colui che la rice-ve, e l’atto di Bontà nell'essenza stessa della Bontà e li unisce,armonizzandoli, e trova che essi sono identici in essenza inmodo naturale ma non morale poichè la differenza moralenon è innata, ma acquisita da principi accidentali.

Nel prossimo numero continueremo la traduzione di questopreziosissimo testo pubblicando il capitolo 3 e 4 relativo allestesse figure.

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3) L’agire implica un termine diparagone che può essere applicatocosì come Inizio, Mezzo e Fine,anche Superiorità etc.

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LA FILOSOFIA DI IHWAN AL-SAFÀTraduzione a scopo di studio, critica e discussione deltesto in francese “La philosophie des Ihwan al-Safà” diYves Marquet.

PREFAZIONENel pensiero dell’esoterismo gli Ihwan al-Safàhanno disperso nelle loro lettere gli elementi dellaloro dottrina religiosa. Raccogliendole ho tentato difare una prima sintesi nella mia philosophie desIhwan al-Safà (tesi sostenuta a Parigi nel 1971;prima edizione, offset, Università de Lille III; terzastampa Università di Dakar, 1973; seconda edizio-ne, SNED, Algeri 1975).Questo lavoro mi ha reso accessibili dei trattatiIsmaeliti che fino a quel momento erano per me, adir poco, ermetici. Ma, rendendo loro pienamentegiustizia, le indicazioni fornite da questi trattati mihanno permesso di comprendere meglio certiaspetti della dottrina degli Ihwan. Da parte loro, itrattati di Farabi, anche se non Ismaeliti, mi hannoreso sotto un’altra forma lo stesso genere di servi-zio. Infine, passati più di venti anni, ho approfondito,dopo questi, lo studio di un certo umero di lettere. Se io riscrivessi oggi questo libro, egli resterebbesenza forti dubbi analogo, ma la mia sintesi sareb-

L’uomo completo è “sapiente ecolto, eccellente ed intelligen-te, ha vista penetrante: è per-siano d’origine, arabo perreligione, hanafita per dottri-na, compìto come un irache-no, ebreo per esperienza, cri-stiano per la sua condotta,pio come un siriano, greco peril sapere, indù per la sua vitainteriore, sufi per il compor-tamento, regale per la suamorale, divino nelle sue opi-nioni e conoscenze, e infinesignore di sè medesimo”.

La filosofia degliIhwan al-Safà

Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

I “Fratelli della Purezza” , sono un gruppo di intel-lettuali di tendenza ismaelita. La loro opera, dicarattere enciclopedico, si ispira ed utilizza princi-palmente elementi greci, indù, iraniani e soprat-tutto ebraici e cristiani. Vengono così trattate lacreazione spirituale, il peccato di Adamo e la crea-zione materiale, la caduta, la risalita, la determi-nazione astrale e l’evoluzione fisica, l’evoluzionepsichica, i cicli della profezia e dell’imamato.

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be più coerente e mostrerei più chiaramente ilruolo primordiale che, nella Creazione, gioca l’evo-luzione, rigorosamente determinata dai cicli astraliin conformità alla Volontà divina. In difetto, ne pre-sento qui di seguito, sotto forma di introduzione aquesta terza edizione, una sintesi che, spero, aiute-rà il lettore a sentire meglio il movimento del pen-siero degli Ihwan al-Safà.Alla fine del volume, si troveranno delle note addi-zionali destinate a correggere o a precisare nel det-taglio dei punti più o meno importanti, ed un sup-plemento bibliografico che recensisce i lavori uscitisul soggetto dopo il 1971.

Introduzione alla presente edizione.EVOLUZIONE E CICLI ASTRALI NELLA

CREAZIONE SECONDO GLI IHWAN AL-SAFÀ

IL MONDO SPIRITUALE.Secondo gli Ihwan al-Safà, la Creazione è stataeffettuata in due fasi distinte.La prima, istantanea, fuori dal tempo e dallo spa-zio, fu quella degli esseri spirituali. L’influsso divi-no produsse l’Intelletto universale, contenente (rac-chiuso come in un punto, poiché immateriale edatemporale) gli archetipi di tutti gli esseri e gliavvenimenti del futuro mondo materiale.L’influsso dell’Intelletto, produsse l’Anima univer-sale (vivente nell’essenza, attiva nella natura, esapiente nella potenza). Dall’Anima infine, siemanò la Materia prima (inerte e come inesistente). Questo mondo spirituale doveva essere lo stru-mento della creazione materiale.

CREAZIONE MATERIALE: LA CADUTA.La creazione di un mondo materiale, che cominciòmolto più tardi, doveva a sua volta farsi in duetappe.La prima fu la “caduta” delle anime, punite per unerrore dell’Anima adamitica: lei avrebbe voluto

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Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

La cacciata dal paradiso delMasaccio

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conoscere Dio senza intermediari, quando ancoranon ne era degna.Questa caduta fu in realtà una lenta discesa nellacreazione materiale che ella fu condannata a realiz-zare. Grazie all’influsso divino, ininterrotto, l’Intellettocon questo suo potere trasmise all’Anima, un’edu-cazione che ella accolse molto progressivamente eche le permise di iniziare l’esecuzione del suo com-pito.A causa di questo influsso, l’Anima si scisse pocodopo in due “facoltà”: la “testa”, la sua parte supe-riore, e la “coda” o “Natura”, la sua parte inferiore.In seguito, abbracciando la Materia prima per sem-plice contatto, ne fece il “corpo del mondo”, o“corpo universale”, prima forma della Materiaprima, e la sola che ricevette direttamente, a causadelle tre dimensioni (prima manifestazione dellaquantità).Dopo, il suo apprendistato proseguì e, “moltotempo dopo”, la Materia prima gli donò la formasferica (prima manifestazione della qualità).Grazie all’insegnamento dell’Intelletto, l’Animacontinuò a dividersi progressivamente nelle facoltàche donarono le sue forme alla parte celeste delCorpo del mondo. Le facoltà della “testa” produs-sero successivamente le nove sfere celesti: la sferaesteriore (motrice delle altre sfere), quelle dellozodiaco e delle “stelle fisse”, quelle di Saturno, diGiove, di Marte, del Sole, di Venere, di Mercurio edella Luna (gli astri costituenti il corpo delle facol-tà angeliche).Il mondo basso, essendo occupato dalla “coda”dell’Anima o “Natura”, al centro di quello chedoveva divenire la terra, fu il termine della discesadell’Anima, ed è lì che sarebbe dovuta cominciare“più tardi” la prova della risalita, molto più lenta,dove l’Anima, poco a poco, si divise in innumere-voli facoltà corrispondenti anche queste agli arche-tipi e che costituirono le anime dei generi, delle

Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

La prima fu la “caduta” delleanime, punite per un erroredell’Anima adamitica: leiavrebbe voluto conoscere Diosenza intermediari, quandoancora non ne era degna.

Il mondo basso...fu il terminedella discesa dell’Anima, ed è lìche sarebbe dovuta cominciare“più tardi” la prova della risa-lita...

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specie e degli individui del mondo qui in basso. Questa risalita, durerà fino alla fine del mondomateriale ed assicurerà la salvezza delle anime.

L’EVOLUZIONE FISICA DEGLI ESSERIDEL MONDO INFERIORE.

La formazione materiale degli esseri del mondoinferiore è realizzata dalle facoltà della “Natura”.Ma, essendo troppo annegata nella materia, questiesseri non possono realizzarla da soli. Sono lefacoltà fisiche astrali che trasmettono gli archetipialle facoltà della Natura (“coda dell’Anima”); que-ste, così guidate dagli astri, prendono queste formeloro stesse ed in seguito le mettono nella materiaper semplice contatto.C’è quindi un’organizzazione sempre più comples-sa delle facoltà “naturali”, e sono queste qui che,guidate dall’influsso astrale, costruiscono i loropropri corpi: un corpo è la materializzazione diun’anima.La risalita si fa’ quindi sotto forma di un’intermina-bile evoluzione fisica, poiché la materia, nella suaimperfezione, non può ricevere le forme che una aduna. A partire dalla forma costitutiva di un essere siaccumulano delle facoltà complementari che ungiorno possono divenire forma costitutiva di unnuovo essere, nello stesso modo in cui l’incrociodegli esseri di una specie con quelli di un’altra può,ad un certo livello, produrre un nuovo genere, o“regno”. C’è una gerarchia ininterrotta dallo scali-no più basso delle creature a quello più elevato; daiquattro elementi, ai minerali, in seguito ai vegetali,agli animali ed infine all’uomo, scopo della crea-zione. L’evoluzione va dal semplice al complesso ei generi si riuniscono impercettibilmente. Ciascungradino delle creature “ha un attributo proprio inpiù del subordinato”(sebbene ci siano diverse filie-re di cui alcune, come il legno del letto o il tessutodei vestiti, cambiano rapidamente dopo aver gioca-to i loro ruoli di aiuto all’umanità); solo il genere

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Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

Un corpo è la materializzazionedi un’anima.

A partire dalla forma costituti-va di un essere si accumulanodelle facoltà complementari cheun giorno possono divenireforma costitutiva di un nuovoessere

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umano (in quanto tale, n.d.r.) le ha tutte (ma non gliindividui umani).Così, l’Anima realizza questa risalita dall’influssodegli astri e dalla coordinazione dei loro cicli, chesono di due tipi: la rivoluzione completa di uncorpo celeste e le congiunzioni periodiche dei pia-neti.

I CICLI ASTRALI.Questi cicli sono gli uni lunghi o molto lunghi, glialtri corti o molto corti. Evidenziamo di seguitol’importanza dei 12 segni dello zodiaco da dovepassano tutti questi cicli,e che sono classificati indiversi gruppi (per esem-pio segni di stagione, tri-plicità, ecc.), secondo ilmodo in cui la loro azio-ne si fa sentire per l’inter-mediazione dei pianeti.Il ciclo più lungo è quellodelle stesse stelle fisse(un giro in 36.000 anni,un segno in 3.000 anni,un decano in 1.000 anni,un grado in 100 anni). Lasua azione è duplicataper una congiunzionerelativamente frequente(ogni 20 anni), ma che, su un grande lasso ditempo, forma dei cicli molto più lunghi che vedre-mo: quello di Saturno e di Giove.Si hanno ancora, tra i più importanti, i cicli solare elunare: quello dell’anno solare con il passaggio delSole in uno dei 12 segni ogni mese, e quello dell’an-no lunare con il passaggio della Luna in uno dei 28luoghi per le 24 ore; quello delle stagioni dell’annoe quelle del giorno e della notte; quello delle fasidella Luna (la “respirazione” lunare, assicurata dalSole). Citiamo anche il ciclo settimanale delle ore e

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dei giorni della settimana. Infine non ci dimenti-chiamo gli innumerevoli cicli dei pianeti: rivoluzio-ni, congiunzioni (la più lunga è quella dei 7 piane-ti nell’Ariete ogni 360.000 anni, la più corta quelladel Sole e della Luna), ma anche il coordinamentodi questi cicli diversi. Tutti agiscono in tutti icampi: fisico del globo, formazione degli elementi,formazione degli esseri “generati”, esistenza degliindividui e delle società, ecc. Ma i cicli più lunghi(come quello delle stelle fisse) hanno degli effetti alunga eco (notoriamente cambiamenti di clima,sconvolgimenti geologici); mentre i cicli corti (o leporzioni di cicli) hanno degli effetti rapidi o quasiimmediati, più o meno sensibili. In questi cicli, il numero gioca un ruolo importan-te, come dentro tutta la creazione. Questi sono statibasati sul numero, come il potere dell’Intelletto cheha impresso all’Anima un’armonia numerica che siritrova nel volume degli astri, nei loro rapporti enei loro movimenti, e che altrove produce unamusica celeste ideale (influenza dei Pitagorici),modello della musica da qui in poi. Gli astri, nelloro giro, trasmettono questa armonia numericaagli esseri del mondo inferiore, statici o mobili,materiali, psichici o intellettuali. Gli esseri dellostesso numero hanno tra loro stessi una analogia.In breve, la creazione è come una sinfonia.

STABILITÀ ED INSTABILITÀ.CONTRADDIZIONE E ADATTAMENTO.

Dio ha scelto gli astri come strumento per l’Anima,per la risalita delle anime incarnate, perché il cer-chio è la figura perfetta per eccellenza (ideaPitagorica ripresa da Platone ed Aristotele) e ilmovimento circolare (nel piano o anche nello spa-zio) è il movimento perfetto perché esso non gene-ra né è generato. L’assenza di opposizioni nella lororotazione, congiunta all’estrema rapidità di movi-mento delle particelle della loro materia (la “quin-ta natura”), assicura agli astri la loro immortalità.

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Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

In questi cicli, il numero giocaun ruolo importante, come den-tro tutta la creazione.

Dio ha scelto gli astri come stru-mento per l’Anima, per la risa-lita delle anime incarnate...

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Al contrario, sebbene tutto sotto la loro influenzasia più o meno rotondeggiante nello spazio e cicli-co nel tempo, qui in basso, le innumerevoli combi-nazioni dei cicli planetari, fanno in modo che spes-so dei pianeti hanno su certe parti del mondo bassodelle influenze opposte, come per esempio i movi-menti ne “le 6 direzioni”.Gli Ihwan al-Safà hanno una coscienza acuta delfatto che l’evoluzione degli esseri sublunari implicauna combinazione di stabilità (senza la quale nonc’è né consistenza, né durata, né memoria) e diinstabilità (nessuna vita materiale senza cambia-mento).Le opposizioni trasformano poco a poco gli esseri“generati” e alla lunga attirano la loro distruzione.Per essere dotato di una certa durata, un essereviene realizzato attraverso l’armonizzazione deicontrari in aspetto al mondo esteriore.L’equilibrio mutevole della configurazione del cieloprovoca un’instabilità del mondo sublunare, cherichiede a tutti gli esseri un adattamento, non sol-tanto alle influenze astrali stesse, ma anche aimondi esteriori ed interiori.L’evoluzione materiale degli esseri, qui in basso, èdunque basata sulla lotta delle forze e sulle con-traddizioni. Queste si armonizzano negli esseri, mail loro equilibrio deve senza cessazione reagire adelle nuove contraddizioni esteriori, e la loro com-plessità si accresce con quella dell’organizzazionedelle facoltà. Gli esseri, ciascuno secondo i propri caratteriacquisiti, ha una recettività e dunque una capacitàdi reazione ininterrotta che si accresce, grazieanche all’aumento progressivo delle facoltà “natu-rali” necessarie. Dal genere, sono creati funzioni edorgani simultaneamente, ma molto lentamente, ecosì si formano, nel corso dell’evoluzione le facoltàpsichiche e morali di una specie. Continueremo con la sintesi del pensiero degli Ihwan adopera di Yves Marquet nel prossimo numero.

Le Lettere degli Ihwan: la summa del Sapere islamico medievale

Gli Ihwan al-Safà hanno unacoscienza acuta del fatto chel’evoluzione degli esseri sublu-nari implica una combinazionedi stabilità...e di instabilità...

L’evoluzione materiale degliesseri, qui in basso, è dunquebasata sulla lotta delle forze esulle contraddizioni.

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È Tradizione radicata di importanti culture orientali emedio-orientali, l’esistenza di una gerarchia di Maestriperdurante da Secoli, la quale in particolari momenti cri-tici interviene a guidare il passaggio del genere umanoattraverso le generazioni, assicurandone l’evoluzione edevitandone la degenerazione e la distruzione. Tale com-pito avverrebbe e sarebbe avvenuto, rendendo fruibilead un più o meno determinato numero di rappresentan-ti del genere umano, l’enorme e preziosissimo bagaglio diConoscenza che tali Maestri si tramandano dalla nottedei tempi.Alcuni, riferiscono a diverse confraternite sufiche questaattribuzione di responsabilità nei confronti del genereumano. In questo caso specifico, tale riflessione è confer-mata dalla affermazione di alcuni Ordini Sufici, comequello dei Naq’shbandi, secondo i quali esiste una GuidaSpirituale, il Kutb i-Zaman, l’Asse delle Ere che, riceven-do direttamente le rivelazioni dal Fine Divino, le trasmet-te alle gerarchie dei Maestri ed ai loro seguaci affinché leveicolino agli uomini in momenti di particolare necessitàper quest’ultimi. Questa trasmissione ultima, avviene daparte dei Maestri adeguando il linguaggio ai periodi edalle mentalità del Tempo e del Luogo.In questo contesto, all’inizio del secolo scorso apparve inoccidente un personaggio enigmatico e dotato di un cari-sma eccezionale, tale da far parlare di sé e del suo mes-saggio ancora oggi e con la singolarità data dal fatto cheil tempo trascorso ha solo amplificato l’interesse attornoa questa figura.Stiamo parlando di George Ivanovitch Gurdjieff e del suo

La prima fu la “caduta” delleanime, punizione per un erro-re dell’Anima adamitica: leiavrebbe voluto conoscere Diosenza intermediari, quandoancora non ne era degna.

Gurdjieff emissariodell’Asse delle Ere

I Guardiani del Destino dell’Uomo

“Quando un uomo comincia a conoscersi un po’,vede in se stesso delle cose che lo fanno inorridi-re…fintanto che un uomo non si fa’ orrore, non saniente di se stesso”.G.I.Gurdjieff

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insegnamento: La Quarta Via.Gurdjieff ebbe la capacità, mai troppo apprezzata e sot-tolineata specificatamente, di aver saputo “tradurre” perla Civiltà Occidentale, frammenti d’insegnamenti e diaverne testimoniato, per tutto l’arco della sua vita, la vali-dità. Era un Uomo eccezionale. Capace di passareindenne attraverso una rivoluzione e due guerre mondia-li, e che nel 1922-23 fondò, tra mille difficoltà, il suo“Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo”, dove siraccolsero numerosi esponenti della cultura europea alloscopo di seguire l’insegnamento del Signor G. Alla base dell’insegnamento vi è la considerazione chel’uomo non è in condizione di “essere” ma solo di essereagito dagli eventi. In questa situazione, per risvegliare sestesso e quindi realizzare il vero scopo della presenzasulla terra, lo stesso uomo ha la necessità di svegliarsi e dicreare un “Sé permanente” che lo ricolleghi con le RealtàSuperiori della Sua Coscienza. Questa necessità, limitatadal lavoro errato della Personalità e dalle funzioni disar-moniche della macchina umana, rappresenta il fulcrofondamentale dello scopo dell’insegnamento, poichérappresenta l’unica via di uscita da false illusioni sulleproprie capacità di “fare” e sul mondo che ci circonda.Si aggiungerà solo, non prima di aver suggerito ai lettoridi prendere nota della (parziale) bibliografia a margine,che il lavoro di Gurdjieff è rappresento dai concetti all’i-nizio di quest’articolo. Loro potranno valutarne per primile coerenze con quanto accennato, qualora vorrannoaffrontarne l’affascinante tema, lasciando a queste pocherighe il compito che si prefiggevano, ossia di sollecitare lacuriosità di chi cerca nelle tenebre del mondo moderno,personaggi straordinari in grado di trasmetterci messaggistraordinari. Michele Pirolo.

Gurdjieff La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

I Guardiani del Destino dell’Uomo

Bibliografia consigliata:G.I.Gurdjieff: Vedute sul Mondo Reale - Neri Pozza

P.D. Ouspenski: L’Evoluzione Superiore dell’Uomo - Mediterranee John Bennet: Gurdjieff - Un Nuovo Mondo - Ubaldini

P.D.Ouspenski: La Quarta Via - Ubaldini P.D. Ouspenski: Frammenti di un Insegnamento sconosciuto - Ubaldini

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Attività dell’Associazione La Quarta Via di Gurdjieff Maggio 2003

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L'Associazione di Umanità e Cultura La Teca di Milano

Laboratorio Trimestrale su

Il Lavoro dell’Attore su se stessoDa Stanislavskij a Gurdjieff

Aspetti Teorici: Storia del Teatro - Grotowsky, Stanislavskij eGurdjieff - Il lavoro su di sé attraverso il Teatro - L'Enneagramma

come strumento di interpretazione cosciente - Il Teatro Alchemico - Lo Psicodramma di Moreno -L'Emorragia creativa della ferita amorosa - L'Arte come strumento di espressione - La disciplinadell'Attore - La libido ed il teatro.

Aspetti Pratici: Il lavoro sul corpo - Tensione muscolare e distensione - Il linguaggio corporeo -Le appercezioni - La presenza scenica ed il ricordo di sé - Lavoro tecnico pratico sugli archetipi dipaura e dolore - L'io indivisibile e la sua espressione - Preparazione di un elaborato da portare inTeatro entro il mese di Luglio.

G L I A L L I E V ID I M O N S I E U R

G U R D J I E F FMonologhi e concerto

Di G.Quinti

2 8 A P R I L E5 M A G G I O

2 0 0 3Teatro le Muse

Via Forlì, 43 - Roma(Zona Piazzale delle Provincie)

Tel. 06 44233649 - Fax 06 44237308 informazioni presso:“La Teca” di Roma

Docente:Giovanni Quinti

Regista, Attore e ProduttoreTeatrale Diplomato alla Scuola

Internazionale di Teatro diRoma

Fondatore della Compagniateatrale "Gli Ascoltatori della

Voce".

Già Accademico Benemeritodell'Antica Accademia (1713)

di S. Andrea di Roma

Fondatore dell'Associazione diUmanità e Cultura "La Teca"con sedi nelle seguenti città ita-liane: Roma - Torino - Milano- Sassari - Arezzo - Genova -

Catania

Il corso avrà inizio il 17Marzo 2003 e si concluderà il

28 Giugno 2003.

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IL NUMERO CHE SI CELA INOGNI COSA

LA FILOSOFIA DEGLIIHWAN AL-SAFA’

L’INSENSATORAIMONDO LULLO

GURDJIEFF IN ITALIA:TESTIMONIANZE

Articolo che introduce alle conce-zioni generali sulla Numerologia esulle possibili applicazioni nei piùdiversi campi dello scibile umano.

Continua la traduzione del sistemalulliano definito nell’Ars Magna.

Continua la traduzione del testo diYves Marquet che ci introduce allafilosofia dei Fratelli della Purezza.

Articolo sul soggiorno italiano diG.I. Gurdjieff.

N E L P R O S S I M O N U M E R O :