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    La psicoterapia cognitivo-costruttivista *

    20.1

    Normalit e psicopatologia: il concetto di compenso-scompenso di un sistema di conoscenza

    Nellottica cognitiva, la funzione fondamentale di ogni sistema indivi- duale di conoscenza pu essere considerata la capacit di costruire anticipazioni (previsioni) rispetto a ci che potr accadere dentro di s ed intorno a s, cos da poter programmare adeguatamente le pro- prie azioni in funzione degli scopi attivati in ogni specifico momento (cfr. PAR. 3.4). Le previsioni costruite possono essere pi o meno vere, rispetto alla realt ontologica, ma ci che conta non la loro maggiore o minore verit, quanto il fatto che rappresentino dei modelli utili per muoversi ed orientarsi allinterno del proprio mon- do.

    Talvolta le nostre previsioni sono invalidate dai vincoli della realt ed proprio grazie a questa invahdazione che possibile arricchire il sistema di conoscenza di nuove informazioni, articolando e comples- sificando i nostri modelli rappresentativi del mondo. Condizione fon- damentale che linvahdazione venga riconosciuta ed accolta come tale e che il sistema sia in grado di adattare le proprie strutture cono- scitive ai nuovi dati. Attraverso questo processo il sistema pu andare incontro ad uno sduppo e ad una crescita personale.

    Da queste premesse possibile affermare che lefficienza, la capa- cit di adattamento alla realt, la salute, lequilibrio (la normulit) di un sistema sono strettamente connessi con la sua capacit di: a) costruire modelli percorribili del mondo; b) formulare anticipazioni degli eventi funzionali al raggiungimento o alleventuale modifica dei propri obiettivi;

    * Questo capitolo i stato scritto da Lorenzo Cionini. Per i Riferimenti biblio- gru& cfr. le pp. 69-71 dd CAP. 3.

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  • PSICOLOGIA CLINICA

    c) accogliere le falsificazioni e modificarsi di conseguenza, in modo da produrre nuove previsioni utilizzabili per gli stessi scopi.

    La definizione di patologia perfettamente speculare a quanto so- pra esposto. Tuttavia i concetti di normalit e di patologia non sono rappresentabili nei termini di una dicotomia: nessun sistema, infatti, sempre in grado di svolgere adeguatamente queste funzioni, cos come non del tutto incapace di farlo. Per questa ragione, nellottica cognitiva si preferisce utilizzare i concetti dinamici - legati al divenire individuale - di compenso e scompenso, anzich quelli statici di nor- malit e psicopatologia.

    Ogni sistema conoscitivo evolve gradualmente verso livelli di mag- giore complessit e ordine interno cercando costantemente di mante- nere un proprio equilibrio owero la propria coerenza sistemica. Tale equihbrio non pu considerarsi raggiunto una volta per tutte, poich deve ristrutturarsi continuamente in rapporto alle validazioni e invali- dazioni cui va incontro nella sua relazione con il mondo, mantenendo integro il senso dellidentit personale (Guidano, 1988). Un processo di crisi o di scompenso pu verificarsi quando nel confronto con la realt alcuni schemi nucleari (sovraordinati) connessi con lidentit personale affrontano un processo di invalidazione che determina la necessit a un riordinamento complessivo talmente ampio da supera- re le loro capacit di ristrutturazione.

    ,

    20.2

    Lintervento terapeutico

    La cornice allintemo della quale si articola il processo terapeutico, nellottica costruttivista, esemplificabile mediante la metafora origi- nariamente proposta da Kelly (1955) delluomo come scienziato. Il la- voro terapeutico concettualizzato come un processo di ricerca al- linterno del quale paziente e terapeuta svolgono i ruoli distinti e complementari rispettivamente di ricercatore e di supervisore alla ri- cerca. La metafora definisce le competenze specifiche di ciascuno dei due membri della relazione: il paziente lesperto rispetto alloggetto della ricerca (il suo sistema di conoscenza, le sue sensazioni, i suoi pensieri, le sue emozioni ecc.) poich lunico ad avere la possibilit di un contatto diretto con esso; il terapeuta lesperto rispetto al me- todo e il suo compito quello di suggerire gli strumenti, le procedu- re e i tempi per portare avanti lintero processo. In questo lavoro la logica quella della ricerca scientifica: non esistono verit, ma solo ipotesi, pi o meno attendibili, che devono essere verificate, ipotesi che saranno considerate valide (il che non significa necessariamente

  • 20. LA PSICOTERAPIA COGNITIVO-COSTRUTTIVISTA

    vere) solo nella misura in cui non si riesca a invalidarle e il paziente le viva come coerenti con le altre regole del suo sistema di conoscen- za e congruenti con le sue sensazioni emotive.

    Lobiettivo della ricerca la ricostruzione delle caratteristiche de- gli schemi prevalenti del sistema di conoscenza del paziente, della loro influenza sul suo comportamento e dei processi di costruzione dei significati. Alcune di queste strutture e di questi processi sono pi facilmente accessibili per la coscienza, altri pi difficili o addirittura impossibili da rappresentare a questo livello. Ad esempio i processi intemi che fanno s che - in un determinato momento - un individuo si comporti nella relazione con un altro precisamente come si sta comportando possono raggiungere il livello della consapevolezza solo in minima parte. Al massimo, focahzando lattenzione sui propri comportamenti, possibile essere consapevoli de& obiettivi generah che li guidano, ma la scelta specifica delle parole pronunciate, della gestualit, della mimica e delle emozioni che li accompagnano deriva- no da un insieme complesso di processi intemi che, per la contempo- raneit e la rapidit del loro svolgersi e per lautomatismo che li con- traddistingue, non sono e non possono essere consapevoli.

    I1 processo di autoconoscenza comporta quindi spesso il tentativo di ricostruire, a posteriori, e in termini inferenziali I, processi messi in atto al di fuori della consapevolezza.

    Comunque, sia che ci si proponga di ricostruire strutture cono- scitive pi facilmente accessibili alla coscienza o strutture della cono- scenza non consapevole, il paziente stesso che dovr effettuare la ricostruzione delle conoscenze relative a se stesso. Compito del tera- peuta aiutarlo ed accompagnarlo nel percorso di autoconoscenza, indirizzandolo (spingendolo a guardare) nelle direzioni potenzial- mente pi utili e sostenendolo nei momenti emotivamente pi diffici- li, senza offrire proprie interpretazioni o conoscenze preconfeziona- te. Anche quando si lavori su materiali altamente simbolici, come i sogni notturni, compito del paziente formulare le interpretazioni, mentre il terapeuta si limiter a facilitarle proponendogli accostamen- ti fra immagini narrate, sensazioni provate, ricordi significativi e fram- menti di autoconoscenze ricostruite nel corso del lavoro terapeutico.

    I . Poich non esiste la possibilit di un accesso diretto alle proprie conoscenze inconsapevoli, la loro ricostruzione passa essenzialmente attraverso un processo indi- retto e inferenziale. Il paziente viene invitato a porsi nella posizione di un osservatore estemo a se stesso, ad adottare metodologie di auto-osservazione (rispetto ai propri comportamenti, pensieri, stati danimo, emozioni) tentando di costruire a posteriori ipotesi esplicative su propri contenuti o processi conoscitivi non compresi in quanto non rappresentabili direttamente nella coscienza (Cionini, 1991).

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  • PSICOLOGlA CLINICA i

    Per risultare efficace ai fini del cambiamento, lacquisizione di nuove conoscenze su di s non pu essere esclusivamente razionale, ma deve essere sentita e rivissuta emotivamente. Una persona pu comprendere razionalmente molte cose relativamente al modo in cui funzionano i propri processi psichici, senza che questo induca cam- biamenti interni significativi. Un conto, ad esempio, capire teorica- mente che molti dei propri problemi attuali derivano da determinate interazioni avute con i genitori durante linfanzia, un altro riuscire - con le attuali potenzialit cognitive - a riattivare e rivivere nel setting terapeutico le sensazioni di abbandono, ostilit o paura che pur aven- do caratterizzato gran parte di quel periodo di vita non sono state espresse e sono state quindi inibite e mascherate. prevalentemente attraverso questo percorso che la modalit di rappresentarsi quelle esperienze, una volta ricostruite a livello di coscienza, pu andare in- contro ad un processo di riorganizzazione che pu tradursi in una modifica dei significati personali.

    Per facilitare il paziente nel passaggio dal capire al sentiie posso- no essere utilizzate tecniche specifiche di lavoro sulle emozioni ed un uso differenziato del setting con lutilizzazione, in determinati mo- menti, di una poltrona reclinabile (cfr. PARR. 20.2.2 e 20.2.7).

    Allintemo di questa cornice teorico-metodologica la lunghezza media di un trattamento psicoterapeutico di circa tre-quattro anni (con frequenza settimanale delle sedute), pur auinterno di unampia variabilit individuale.

    20.2.1. Le prime sedute

    La prima seduta, oltre che alla definizione del contratto terapeutico, dedicata alla raccolta dei dati relativi alle problematiche presentate dal paziente, analizzando soprattutto le caratteristiche del disagio at- tuale e la sua evoluzione nel tempo. Le sedute immediatamente suc- cessive (mediamente tre) vengono utilizzate per raccogliere ulteriori informazioni sul paziente, ripercorrendo la sua storia di vita.

    Prima di iniziare il trattamento necessario che il terapeuta di- sponga di un insieme di dati per inquadrare il problema del paziente e le caratteristiche organizzative del suo sistema di conoscenza in modo da formulare alcune ipotesi esplicative sui possibili processi di scompenso determinanti lattuale disagio emotivo e il significato dei sintomi nella logica interna