La Provvidenza di Dio ha scelto un Vescovo di Sarnico ... · fatto di noi un regno” di Gilberto...

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Ottobre 2013Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da sa-bato 30 Novembre 2013. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 18 Novembre 2013, a [email protected] o la consegna presso la casa parrocchia-le. Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione.

Orario Sante Messe N. Telefonici ed e-mailFestivo

ore 8.00 (Parrocchia) - 9.00 (Ospedale) 9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00 (Parrocchia)

Feriale

8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia)

Vigilia di Festa

ore 18.00 - 20.00

Direttore responsabile: Giuseppe Valli Amministrazione: don Luciano Ravasio - Casa parrocchiale: Tel. 035 910 056 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971

Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, M. Dometti (CIVIS), R. Gusmini e S. Marini. Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G. Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina, G. Schivardi e S. Venchiarutti.Progetto grafico: Studio PéldyUfficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale - Tel. 035 910 056

Parrocchia 035 4262490don Luciano 348 9049113Oratorio 035 912 078don Loris 328 3932361don Giuseppe 347 2659420Sacrista 339 2087660Centro pr. ascolto 035 910916Sala Giochi (Meulì) 035 912107Cine Junior 035 910916Centro Quader 035 912420Centro Famiglia 035 911252Casa di riposo 035 4261453 Il Battello 035 914421www.parrocchiasarnico.it

E-mail sito: [email protected] C.SI.: www.csioratoriosarnico.itE-mail C.S.I.: [email protected] de “ilPorto:[email protected] parroco:[email protected] don Loris:[email protected] don Giuseppe:[email protected] sacrista: [email protected]/c postale Parrocchia: 49089303http://oratorio.parrocchiasarnico.it

Funerali: ore 15.15

SOMMARIO

1 Copertina: La prima Santa Messa da Vescovo - Foto Silvano 2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici 3 Editoriale: Grazie Spirito Santo 4 Commozione ed emozione: don Maurizio è Vescovo 6 L'accoglienza di Sarnico 7 Fotocronaca 8 Vigevano abbraccia Mons. Gervasoni10 Sarai un dono come lo sei stato per Bergamo11 Fotocronaca12 Chiesa Universale e Diocesana16 Calendario e numeri utili17 Festività dei Santi e dei Defunti18 Riflettiamo: Come è bello stare insieme come fratelli20 Il papa ad Assisi: il giorno di Francesco21 Questione di soldi22 Riflettiamo: io so di essere amato24 Ecco don Giuseppe!25 Coro Effatà: un successo internazionale

26 Fotocronaca parrocchiale28 I volti: Franco Serpellini29 Talento d'attore 30 Ordinazione Vescovile: le foto non ufficiali31 Spazio giochi: riaperte le porte 33 L'arcobaleno34 Associazione Anziani e Pensionati35 Ospedale Faccanoni: il guanto riabilitativo36 La Marisa pettinatrice37 Ricordando Carla Giudici38 Le pagine del Comune42 Una mattinata tricolore 43 Etica di fine vita (buona morte) 44 Come eravamo 46 Dott. Tambuscio: un'aggiunta e una precisazione47 Anagrafe parrocchiale52 Ol soer

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E D I T O R I A L E

La Provvidenza di Dio ha scelto un Vescovo di Sarnico: Mons. Maurizio Gervasoni

Ott. 2013 ilPorto - 3

Grazie Spirito Santo!A cura del parroco don Luciano

Foto San Marco

È una Provvidenza per tutti. Dobbiamo guardare con fiducia il presente e il futuro perché, nonostante viviamo tempi difficili, anche per la fede e la religione cristiana, per il mondo con tutte le sue contraddizioni e sto-nature, la cosa sorprendente che ci fa guardare tutto con un briciolo di

entusiasmo è che Dio non si è ancora stancato di noi uomini e vuole ancora fidarsi di noi per continuare la sua opera nel mondo. Dio vuole avere bisogno di noi uomini perché noi impariamo a vivere impe-gnandoci ad attuare il bene e l’amore, che vanno a braccetto con la giustizia e la pace, ben sapendo che Lui è la vera Guida, il Pastore e il Maestro della nostra vita. Lui ci sta accanto ed è felice di essersi fatto uomo: solo così la sto-ria respira il soffio dello Spirito Santo e di sicuro, nella lotta attuale tra il bene

Il bene e l’amore, che vanno a braccetto con la giustizia e la pace

e il male, noi siamo convinti che alla fine l’amore vince l’odio e il bene avrà il suo trionfo. L’importante è che chi è scelto si lasci continuamente plasmare dallo Spirito, guardi sempre in avanti con la saggezza del passato, ma sempre proteso verso un futuro che diven-ta pieno di speranza non tanto per la nostra presenza, a volte ingom-brante, ma perché essendoci Dio che conduce tutto, si può dire che lo spirito del maligno, i contrasti e le guerre, la boria di chi guarda sprez-zante il grido dei poveri, i lucrosi guadagni degli scafisti che specula-no sulla miseria di chi si imbarca per estremo bisogno… tutti coloro che operano per oscurare la bellezza dell’amore e imbrattano la famiglia e i sentimenti degli altri… tutti hanno i giorni contati! Alla fine sarà lo Spirito di Dio che vince perché Lui conduce le perso-ne che ha scelto verso una pienezza di luce e di pace.Grazie Spirito Santo che hai scelto Mons. Maurizio, uomo tra gli uomi-ni, ma per farne strumento della tua azione santificatrice e poter ogni giorno far in modo che gli uomini si alzino per una nuova giornata colmi di stupore per le tue meraviglie.E anche a te, Mons. Maurizio, lascia-ti guidare, plasmare e infiammare perché chiunque avvicini attraverso di te possa sentire il cuore di Dio e sentirsi amato! Grazie di aver detto il tuo “Sì”: fa’ che si ripeta ogni giorno.

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Il Signore passa sul lago d'Iseo...Commozione ed emozione: don Maurizio è Vescovo

Giornate indimenticabili che resteranno nella storia di Sarnico

A cura di Civis - foto SIlvano

«Un nostro amico diventa Vescovo. È un prete, l'abbiamo conosciuto così».

Iniziamo con le parole pronunciate dal Vescovo Mons. Fran-cesco Beschi, nella stupenda omelia in Duomo a Bergamo, questo ampio servizio sull'Ordinazione Vescovile del nostro concittadino "don Maurizio" al quale, anche in questo nume-ro “il Porto” dedica alcune pagine. Non poteva essere altri-menti. Dopo le giornate che abbiamo vissuto con emozione

e commozione il 28 settembre nella Cattedrale di Bergamo per l’ordinazione e poi il giorno successivo nella nostra prepositurale per la prima Santa Messa da Vescovo ed infine, domenica 6 ottobre, con l’abbraccio della folla di Vigevano, era importante condividere attraverso le pagine del nostro mensile, le stesse emozioni con chi non era presente. Per meglio far comprendere la ritualità dei gesti lo scriveremo al “presente” come in una cronaca diretta.Avremmo voluto inoltre pubblicare per intero l’indirizzo di saluto di Mons. Gervasoni, nel rito dell’Ordinazione Episcopale, l'omelia di Mons. Francesco Beschi in Duomo e quella di Mons. Maurizio nella Celebrazione Eucaristica a Sarnico e a Vigevano, ma per ovvi motivi di spazio questo non è stato possibile. I lettori potranno comunque prendere visione dell’intero testo sul sito www.parrocchiasarnico.it che ha riservato, anche con il sussidio di alcuni filmati, una sezione apposita all’evento.Un ringraziamento al vicesindaco Romy Gusmini per il suo prezioso

contributo, ad Aldo Gervasoni per le fotografie ed infine a Paolo Aresi de "l'Eco di Bergamo" per averci autorizzato a pubblicare uno stralcio del suo articolo sull'accoglienza di Vigevano a Mons. Ger-vasoni.

Ordinazione in DuomoL’insediamento del nuovo Vescovo segue una serie di riti della litur-gia di consacrazione. La cerimonia è presieduta dal Cardinal Dio-nigi Tettamanzi arcivescovo di Milano e per più di un anno am-ministratore apostolico di Vigevano, dopo le dimissioni del Vescovo precedente. L’entrata in duomo è introdotta dal canto “Cristo ha fatto di noi un regno” di Gilberto Sessantini.

Cristo ha fatto di noi un regno, sacerdoti per Dio suo Padre,a lui gloria e potenza per sempre lode e onore nei secoli . Amen.

Per tutta la celebrazione Mons. Gervasoni è accompagnato da due sacerdoti assistenti che rappresentano simbolicamente il cammino della comunità ecclesiale: Mons. Maurizio Malvestiti, sottosegretario per le chiese orientali e compagno di ordinazione sacerdotale di Mons. Gervasoni e don Andrea Perletti, vice parroco di Santa Lucia dove Mons. Maurizio era parroco. Dopo la lettura della bolla papale “il mandato del Papa” che autorizza la nomina a vescovo, come l’antica tradizione dei santi padri richiede, l’ordinando Vescovo è in-terrogato, in presenza del popolo, sul proposito di custodire la fede e di esercitare il proprio ministero. Arriva così uno dei momenti più toccanti. Mentre si cantano le litanie dei Santi, chiamati affinché possano intercedere per don Maurizio e per la Chiesa, Monsignor Gervasoni si prostra a terra: è quello un gesto canonico di tutte le ordinazioni, come fa il celebrante che presiede la liturgia della Pas-sione il Venerdì Santo, allorché si prostra in silenzio, imitando Gesù nel Getsemani, così il gesto del prostrarsi è segno di un totale dono di sé a Cristo.Segue il momento culminante della consacrazione episcopale: il Ve-scovo eletto si avvicina al Vescovo celebrante, che per primo gli im-pone le mani sul capo, cosa che fanno anche gli altri vescovi; subito dopo il Vescovo celebrante e i Vescovi consacranti pronunciano la preghiera di consacrazione. Un rito che risale all’epoca apostolica che sta a significare la trasmissione dello Spirito Santo e il conferi-mento del carattere sacro. I Vescovi sono infatti chiamati a sostenere le parti di Gesù stesso, Pontefice, Maestro e Pastore.Quindi la preghiera di ordinazione, l’unzione crismale e la consegna del libro dei vangeli (che durante l’ordinazione viene posto sopra il capo del Vescovo eletto, segno che di questo Vangelo lui deve esse-re servo) affinché possa svolgere il suo servizio di Vescovo portando "la parola" al suo popolo. Poi, come in una festa di nozze, gli viene

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consegnato l’anello episcopale; il Vescovo Maurizio promette fedeltà alla sua Chiesa sposa di Cristo. Con la consegna della Mitria, il co-pricapo che verrà indossato nelle celebrazioni liturgiche, il Vescovo si impegna ad accogliere la Grazia di Dio e a camminare nella san-tità. Segue uno dei gesti più attesi: la consegna del Pastorale dono dalla nostra comunità, il bastone del pastore, di colui che conduce il gregge. Così dovrà fare Mons. Maurizio con il gregge che lo Spirito Santo a lui ha affidato. È l'atto conclusivo sottolineato dagli applausi dell'assemblea.Monsignor Gervasoni, il nostro don Maurizio, è Vescovo! La commozione dei sarnicesi presenti è tangibile. «Sarà per tutti i fedeli una guida, sapiente, saggia e illuminata, conosciamo la sua storia, la sua profonda cultura e la grande fede che ha sempre ispirato il suo ministero pastorale», mi dice una nostra concittadina.Le "spietate" telecamere di Bergamo TV lo inquadrano in primis-simo piano. Abbassa per un momento la testa, quando la rialza è composto ma visibilmente emozionato. Come dargli torto, diven-tare Vescovo significa essere associato al Collegio Apostolico, es-sere vicario dell'amore di Gesù Cristo. Ma non c'è tempo per la commozione, c'è l'abbraccio di pace con tutti i Vescovi presenti che esprime il suo inserimento nell'unico collegio episcopale al quale è affidata la sollecitudine per tutte le Chiese. L'abbraccio con il Vesco-vo Francesco è particolarmente toccante, una delle cose che non dimenticherò mai. Viene quindi il momento della “Professione di Fede”, tutti proclamano il simbolo degli Apostoli, quindi la liturgia eucaristica è introdotta dal canto "Jubilate Deo" di Antonio Lotti eseguito a quattro voci dalla "Cappella Musicale".

Gioite in Dio, abitanti della terra, servite il Signore in letizia.Entrate al suo cospetto in esultanza

I fratelli Claudio, Flavio, Francesco e Maria Giulia portano all'altare il calice insieme al pane e al vino per la consacrazione, anche per loro, come per tutti i parenti seduti in prima fila, è un momento di intensa commozione. Al termine della celebrazione, accompagnato dal Vescovo Francesco e dal Vescovo Lino, Mons. Gervasoni percor-re la navata centrale della cattedrale portando a tutti la sua prima benedizione da Vescovo, a "dire bene" del suo popolo. Il Vescovo è chiamato a stare in mezzo alla gente «A portare "l'odore" del suo gregge» direbbe papa Francesco. Molto bello e simbolico questo cammino in mezzo alla cattedrale. Dice ancora papa Francesco: «Pa-scete il gregge che Dio vi ha affidato sorvegliandolo non per forza ma volentieri, non per vile interesse ma di buon animo, non spadroneggiando sulle persone a voi affidate ma facendovi modelli del gregge. Queste parole di S. Pietro siano scolpite nei vostri cuori. Siamo chiamati non per servire noi stessi ma il gregge che ci è stato affidato, fino a dare la vita come il Cristo Buon Pastore».È il momento dell'indirizzo di saluto del nuovo Vescovo al popolo di Dio. «Ed eccomi vescovo. Il cuore e la mente hanno un sussulto a cui segue una grande sensazione di vuoto e di nebbia. Senza chiari punti di riferimento e senza certezze, senza abitudini e senza suggerimenti. Solo». Queste sono le prime parole del suo intervento con il qua-le ribadisce in modo molto forte il suo desiderio di stare dietro al Signore raccogliendo intorno a questa immagine il servizio del Vescovo. E poi dopo l'annuncio del Cardinal Tettamanzi: «La gioia

del Signore sia la nostra forza. Andiamo in pace» il bagno di folla con parenti e amici, sacerdoti, sindaci, tutti hanno voluto congratular-si con lui. Un pastore deve stare con il suo gregge perché, come diceva ancora papa Francesco: «Il pastore deve camminare davanti per indicare la strada, camminare in mezzo con umiltà, camminare in fondo perché nessuno rimanga indietro». Questa celebrazione sia per tutti, ma in particolare per i più giovani, davvero una provocazione evangelica, come una domanda che ci prende il cuore: «E io, come posso servire la mia Chiesa, a cosa lo Spirito Santo mi chiama, quali sono i bisogni della mia chiesa e dove posso servirla». Che questa grazia caduta su Sarnico possa portare tanta benedizione alla nostra gente e alla nostra Chiesa.

La prima Santa Messa da Vescovo nella chiesa dove fu battezzato

«Lasciatevi provocare dalla povertà, dalla fragilità e dalla debolezza».

«Fatevi attenti e abbiate l'umiltà di cambiare il cuore, di aprire gli oc-chi, di lasciarvi provocare da quello che vediamo nella vita!». Questo è quanto ci ha lasciato Mons. Maurizio Gervasoni come riferimento su cui riflettere nel corso dell'omelia della prima Santa Messa da Vescovo, aggiungendo poi: «Avere l'umiltà di cercare la verità la-sciandoci coinvolgere anche se è contro il nostro interesse, cercare come nostro interesse la verità, cercare come nostro vantaggio l'amore, cerca-re come nostro impegno il perdono e la misericordia».Una domenica "speciale" nella quale Sarnico si è stretta attorno al suo concittadino chiamato a rivestire la carica di Vescovo, l'apostolo che agisce nel nome di Gesù. «In questo momento di comunione - ha detto il parroco - mi sento di esprimere il grazie al Signore che ancora una volta ha voluto passare sul nostro lago per scegliere un successore degli apostoli. A nome anche di tutta la comunità voglio fargli i più affettuosi auguri».La Santa Messa, animata dal coro "Effatà", dal quintetto di ottoni "5/4 Brass" con il maestro Giancarlo Corna all'organo, è stata concele-brata, oltre che dal parroco don Luciano Ravasio, anche da Mons. Piero Sacella, don Loris Fumagalli, Padre Daniele Belussi, don Giu-seppe Fiorentini, Don Paolo Belussi e don Angelo Roncelli.

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Sono stati davvero molti i cittadini della nostra comunità che lo scorso 29 settembre hanno accolto, presso il comune, il Vescovo Monsignor Maurizio Gervasoni. Per questa im-portante occasione è stato convocato un consiglio comu-

nale straordinario.La sala del consiglio comunale era infatti gremita: c’erano i rappre-sentanti delle tante associazioni sarnicesi, i rappresentanti delle for-ze armate, tanti cittadini, amici e familiari del neo Vescovo che andrà ad effettuare la sua opera pastorale a Vigevano. Con il nostro Sin-daco c’erano anche il Sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi a rappresentare la comunità giovanile di Sarnico, i Sindaci precedenti Preneste Gusmini e Alessandro Arcangeli e, naturalmente, tutto il consiglio comunale: tutti si sono dimostrati visibilmente commossi all’idea di accogliere un cittadino così speciale.Il nostro Sindaco Franco Dometti non ha nascosto l’emozione del momento e ha ringraziato il neo Vescovo al quale, per un’ultima occasione, ha voluto dare del “tu”: «Carissimo Vescovo Maurizio, con-cedimi ancora per oggi di darti del tu, con la consueta amicizia e confi-denza di tanti anni passati insieme. La tua nomina, giunta così improv-visa ma altresì meritata, rappresenta per noi una bellissima notizia. È la testimonianza della tua lunga preparazione e del tuo grande impegno ecclesiastico e sociale. I momenti vissuti ieri, in Duomo, sono stati attimi di profonda commozione per tutti noi e non ti nascondo che personal-mente mi sono sentito molto orgoglioso ed onorato di rappresentare, durante quella cerimonia, la nostra cittadina. Oggi è una giornata impor-tante per tutti noi, una giornata lieta, da ricordare: grazie per aver accet-tato il nostro invito ad essere presente nel nostro Municipio. È segno di

vicinanza e attenzione alla comunità civile attraverso il Comune, che è sì l’ultimo e forse l'anello più debole delle istituzioni, ma che rappresenta il collante più forte tra i cittadini e le istituzioni stesse. Permettimi di fare mia una citazione del nostro Vescovo Francesco Beschi, il quale disse che “ I regni li hanno creati gli uomini, i Comuni Dio». Le parole di Monsignor Gervasoni, nel suo intervento, hanno rive-lato tanti ricordi: «Sono uno di voi, un sarnicese, e lo rimarrò anche se per la prima volta sposterò la residenza in un altro Comune, a Vigevano. In questo palazzo, quando ero ragazzino, c’erano le scuole elementari. Ho tanti ricordi della mia Sarnico. Vi auguro di cercare il bene comu-ne e di proseguire, in fattiva collaborazione con la parrocchia, un cammino di continua ricerca della democrazia, della giustizia e della fraternità». Il neo Vescovo non ha nascosto che gli sembrava di vivere un “amar-cord”, soprattutto quando i suoi coscritti del 1953 gli hanno regalato una pergamena e una fotografia della loro classe in quinta elemen-tare.Il nostro primo cittadino, con il parroco Don Luciano, ha voluto do-nare al Vescovo Gervasoni, a nome di tutta la comunità civile e reli-giosa, il bastone pastorale che lo accompagnerà in questa sua nuova e certamente impegnativa missione; il pastorale è stato realizzato da un artista che lo stesso Vescovo sarnicese conosceva e che già aveva forgiato le vetrate dell’ospedale di Bergamo.La cerimonia è stata allietata dalla corale "Il Castello" ed al termine, in corteo, tutti i presenti con il corpo musicale cittadino si sono recati nella chiesa parrocchiale dove il Vescovo ha celebrato, in questa sua nuova veste, la sua prima messa.

L'accoglienza di Sarnico A cura di Sara Venchiarutti - foto San Marco «Sono uno di voi, un sarnicese, e lo rimarrò»

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Un vescovo atteso, una guida che la diocesi di Vigevano aspettava da oltre un anno. Un vescovo atteso e accolto con partecipazione straordinaria nella piazza rinascimen-tale più bella d’Italia sotto un cielo che minacciava acqua,

ma non ne ha lasciata cadere nemmeno una goccia.La piazza ha abbracciato il vescovo bergamasco: lo attendeva una grande folla che lo ha accompagnato in processione dalla chiesa di San Bernardo, sul limite del centro storico, fino al sagrato della Cat-tedrale. Il sindaco della città, Andrea Sala, ha rivolto il suo saluto a monsignor Maurizio Gervasoni proprio sul sagrato, ha detto che «Vigevano accoglie a braccia aperte il suo nuovo pastore. Ne avevamo bisogno». E il presidente della Provincia di Pavia si è rivolto al vescovo che viene da Bergamo, auspicando che rappresenti «un ponte fra società civile e vita religiosa» in un momento particolare per la vita di questa provincia. Il vescovo Gervasoni ha poi varcato la soglia della Cattedrale in processione, preceduto dai preti, accompagnato dal cardinale Dio-nigi Tettamanzi (nell’ultimo anno amministratore apostolico della diocesi), dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi, dal vescovo di Tortona, Martino Canessa, dal vescovo emerito di Vigevano Clau-dio Baggini e dall’arcivescovo Vincenzo Di Mauro, che pure è stato vescovo del capoluogo della Lomellina.Un ingresso festoso del corteo, mentre la cappella della cattedrale cantava "Chiesa di Dio, popolo in festa" con l’orchestra di archi e di fiati. Nei primi banchi le autorità, numerosi i sindaci della diocesi

(che rientra nella provincia di Pavia), in rappresentanza degli 80 pa-esi della zona.Dopo la lettura delle parole del Papa, il cardinal Tettamanzi si è ri-volto ai fedeli, ha detto: «Da questo momento il vescovo monsignor Maurizio Gervasoni è pastore della Santa Chiesa di Vigevano». La folla dei fedeli ha sottolineato questo momento con un lungo applauso. Il vescovo Francesco Beschi ha preso la parola, ha salutato il nuovo vescovo, ha detto che la Chiesa bergamasca lo ha accompagnato, la Chiesa di Bergamo dove don Maurizio è nato, dove tiene le sue radici, dove ha tanto operato. «Ma questo – ha detto il vescovo di Bergamo – non è soltanto un inizio, è un passaggio. Il passaggio dalla diocesi madre alla diocesi che diventa sposa... Siamo certi che sarai un dono buono per la Chiesa di Vigevano come lo sei stato per la Chiesa di Bergamo». E il vescovo Francesco ha detto che il rapporto con la diocesi orobica non si concluderà mai, sebbene «Città Alta sia un po’ troppo lontana per essere vista da qui». Moms. Gervasoni non è il primo vescovo bergamasco di Vigevano: dal 1988 al 2000 pastore della diocesi è stato monsignor Giovanni Locatelli.«Umiltà e franchezza». Il Vangelo di Luca, quindi l’omelia. Poi un’eu-caristia partecipata in modo straordinario, quindi la benedizione, gli applausi, le strette di mano, un momento conviviale nel chiostro del seminario, attiguo alla cattedrale. Due passaggi dall'Omelia del nuovo Vescovo«Carissimi cristiani della Chiesa che vive in Vigevano, carissimi fratelli e sorelle, gentilissime autorità e rappresentanti della società civile e delle comunità di questa nostra chiesa, mi rivolgo a voi con la fede che ani-mava S. Paolo quando scriveva le sue lettere alle chiese che egli aveva fondato e che costantemente seguiva con ardore pastorale e con amore. Anch’io con lui, benché non del tutto come lui, vi dico: «Io, Maurizio, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, alla Chiesa di Dio che è in Vigevano, a coloro che sono stati san-tificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la mani-festazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!». (1Cor 1, 1-9)

[...] Un grato e forte saluto alle persone giunte qui da altre comunità a portare la vicinanza di altre chiese e di istituzioni di altri territori. Mi ricordano il mio cammino di fede a Bergamo e le mie radici personali e cristiane. A partire da questa memoria io sono stato mandato a questa chiesa e in questa missione si attua la cattolicità della Chiesa di Cristo. È come quando ci si sposa: inevitabilmente si abbandona la casa pater-

Un Vescovo atteso. Vigevano abbraccia Mons. Gervasoni

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da l'Eco di Bergamo - Paolo Aresi - Foto Aldo Gervasoni

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Le insegne vescovili di Mons. Maurizio Gervasoni

Le insegne vescovili che vengo-no consegnate all'ordinazione sono contrassegnate anche da alcuni legami affettivi particola-

ri. È ormai una tradizione che la copia di questa croce venga donata a tutti i Vescovi Bergamaschi nel momento del-la loro ordinazione, come profondo e significativo legame con la diocesi nativa.

L'immagine che Mons. Maurizio ha scelto per ricordare la sua ordinazio-ne episcopale raffigura la Madonna col Bambino e Sant’Anna, detta comune-mente “Sant’Anna Metterza” (La Met-terza era una tipologia iconografica dove veniva raffigurata la Madonna col Bambino e sant'Anna "messa a fare da terza" o "medesima terza", cioè dove si evidenziava il rango della santa come terza in ordine di importanza. Si tratta di un affresco del XII secolo preso dalla recinzione presbiterale ritrovata negli scavi che hanno portato alla luce l’an-tica cattedrale di Bergamo.

La croce pettorale e l'anello in argento, opera dello scultore Blumer, sono re-galati dal Vescovo di Bergamo a nome di tutta la diocesi.

La croce pettorale è copia dell'anti-chissima detta di “San Procolo”, custo-dita nel Museo del Tesoro della Catte-drale. È ormai una tradizione che la copia di questa croce venga donata a tutti i Ve-scovi Bergamaschi nel momento della loro ordinazione, come profondo e si-gnificativo legame con la diocesi nativa.

L'anello episcopale invece riporta una copia della moneta medievale bat-tuta a Milano e detta “Ambrogino” che raffigura Sant'Ambrogio, che è anche patrono di Vigevano.

La mitria è dono dei compagni di ordinazione sacerdotale, opera del-la "Scuola d'Arte Beato Angelico" di Milano.

Il pastorale è dono della nostra co-munità (parrocchia e comune). Un fondo di carità invece raccoglie le donazioni di tutti coloro che desidera-vano fare un regalo al nuovo Vescovo, che ha pensato di destinare quanto raccolto per le persone più bisognose.

A proposito della croce pettorale, urge una precisazione. Al termine della prima Santa Messa da Vescovo celebrata a Sarnico, il parroco don Luciano offrì a Mons. Gervasoni la Croce pettorale, custodita da anni nel caveau della chiesa parrocchiale, appar-tenuta all'ultimo Vescovo nativo della nostra cittadina: Mons. Giacinto Arcan-geli (Sarnico 13 febbraio 1833 - Asti, 1908) chiamato, nel 1898 a reggere la

diocesi di Asti.Mons. Maurizio, pur accettandola con riconoscenza, ha ritenuto che l'insegna vescovile restasse ancora in parrocchia per essere custodita.

Ott. 2013 ilPorto - 9

na per costituire una nuova casa. I legami non si spezzano, ma cambiano di figura costituendo nuove re-altà. Ho molti ricordi e molte nostalgie, ho rincrescimenti e domande di scusa, ho la certezza che nessuno e nulla cancellerà questa profonda identità costruita nel tempo e nella fede.Ma ci sono anche persone e autorità di chiese vicine, confratelli nell’e-

piscopato e nel presbiterato. La passione per tutte le chiese ci spinge a portare a tutti i popoli il Vangelo proprio a partire dalla volontà di costru-ire comunione tra noi e tra le comunità di fratelli nella fede. Il grazie per la vostra presenza e per la vostra preghiera diventa impe-gno di comunione e di pace per tutti. Siano rese grazie a Dio.

a cura di Civis

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«Sarai un "dono buono"come lo sei stato per Bergamo»

Dare un futuro bello alle nuove generazioni e agli “altri” che sono nell’ombra o dietro l’angolo

a cura di Romy Gusmini - foto San Marco

Sabato 5 ottobre, Vigevano, ore 13,30: sono arrivata in anticipo nella piazza ancora vuota, ma-gnifica, sontuosa e degna della

migliore accoglienza di un vescovo. Già si avvertiva aria di attesa: qualche pro-va audio, gli ultimi addobbi, la presenza della protezione civile, alcune scale, gli ultimi cavi elettrici da riordinare prima del grande ingresso. La gente si stava preparando pur continuando nelle abi-tuali faccende, ma pronta ad interrom-pere per accorrere. Si capiva che chi doveva arrivare era qualcuno che da tempo si attendeva e con grande tre-pidazione, tante speranze e tante do-mande aperte, e pure tanta gioia tipica di chi non conosce ma si fida. Con il passare del tempo in attesa del grande evento la piazza si è riempita: i primi curiosi, le prime forze dell’ordine, la gente comune, i sindaci della diocesi... Ma quanti erano, da dove sono sbucati? Allora anch’io ho indossato la mia fascia e, come sempre faccio quando devo, mi sono detta: «Sindaco, farò del mio meglio per rappresentare te e i nostri cittadini». Mi sono trovata in un attimo circondata dai sindaci presenti che mi chiedevano, faccia nuova, da dove ve-

nissi. Sentendo pronunciare il nome della cittadina che ha dato i natali al loro nuovo vescovo, le prime indagini sono scattate subito: com’è, è bravo, ci sa fare, ma sa prendere in mano la situazione? No, perché qui ne abbia-mo bisogno. Maurizio, tranquillo, ti ho ben difeso, senza dire bugie. E all’ora stabilita “lui” è arrivato puntuale come un orologio svizzero. «Si vede che è bravo, guarda che puntualità», hanno sussurrato i sindaci al mio fianco, prima ancora che il nuovo vescovo pronun-ciasse qualche parola. Stendardi, bam-bini, ragazzi, giovani, l’intera comunità lo precedeva. Lui, visibilmente emo-zionato, ma deciso e sicuro ha fatto il suo ingresso nel duomo affollatissimo. Mi sono sentita orgogliosa di accom-pagnarlo insieme ai suoi nuovi sindaci. Mentre salivo la navata del duomo nel corteo che seguiva l’ingresso di mons. Maurizio Gervasoni, nuovo vescovo di Vigevano, ho ripercorso la storia che lo ha accompagnato per quel tratto di vita che anch’io ho potuto vivere in-sieme a lui come tutti noi di Sarnico. È stato come se nel corteo sfilassero tutti i volti che lo hanno incontrato e che ora lo stavano consegnando a un nuovo pezzo di storia da scrivere, fatta di persone ancora da conoscere. Caro Maurizio, permettimi di chiamarti così: abbiamo con semplicità fatto fe-sta insieme a te, abbiamo cercato di farti sentire tutto il nostro affetto e la nostra umanità, ma la percezione che la tua nuova comunità sia calorosa è certezza. Saranno tante le difficoltà che dovrai affrontare, ma tu sai che non sarai solo. Insieme a te ci saranno buoni consiglie-ri e, modestamente noi, noi che siamo cresciuti con te e ti abbiamo sempre osservato e sostenuto anche da lonta-no, noi cittadini comuni che per amore del nostro paese abbiamo cercato di realizzare dei progetti e concretizzare

sogni. Spesso ti abbiamo chiesto una mano, mai ce l’hai negata, perché an-che tu come tutti non puoi dimenticare le tue radici. È quello che di meglio sap-piamo offrirti: il nostro lago con il pae-saggio che gli fa da cornice, la memoria del passato e i sogni del futuro, quello che siamo insomma. Qualcuno è chia-mato a lavorare per il Regno, altri per il bene comune, tutti per questo mon-do che chiede ancora di respirare per dare un futuro bello alle nuove genera-zioni e agli “altri” che sono nell’ombra o dietro l’angolo. C’è un’immagine bella che mi sono portata a casa della magnifica giorna-ta trascorsa a Vigevano. In cattedrale proprio davanti a me, c’era il Cardinale Tettamanzi, vero piccolo grande uomo. Allo scambio della pace con semplicità si è rivolto al nuovo vescovo e poi, es-sendoci alle sue spalle un gruppo di ra-gazzi diversamente abili, si è girato, li ha salutati con la mano e poi a qualcuno di loro ha fatto un gesto molto umano: ha strizzato l’occhio e poi ha sussurrato: «Ci vediamo dopo». Bellissimo, questo è l’augurio che mi permetto di dare an-che a te: ricordati di strizzare l’occhio a chi si troverà alle tue spalle.

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Ott. 2013 ilPorto - 11

foto Silvano«Abbiate l'umiltà di cambiare il cuore»

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da “Avvenire"

C H I E S A U N I V E R S A L E

Il "Consiglio dei Cardinali", un gruppo che aiuta il Papa nel governo della Chiesa

Alla vigilia del primo incontro collegiale Papa Francesco ha voluto ufficializ-zare in modo solenne la costituzione del «gruppo» di otto cardinali chia-mati lo scorso aprile ad aiutarlo nel governo della Chiesa Universale e per studiare una riforma delle Curia Romana. Lo ha fatto con un chirografo firmato e pubblicato e in cui ha dato il nome di "Consiglio dieiCardinali" a questo "gruppo". «Tra i suggerimenti emersi nel corso delle Congregazioni generali di Cardinali precedenti il Conclave - è questo l’esordio del docu-mento pontificio - figura la convenienza di istituire un ristretto gruppo di membri dell’episcopato, provenienti dalle diverse parti del mondo, che il Santo Padre potesse consultare, singolarmente o in forma collettiva, su questioni particolari». «Una volta eletto alla Sede romana - prosegue il chi-rografo - ho avuto occasione di riflettere più volte su questo argomento, ritenendo che una tale iniziativa sarebbe stata di notevole aiuto a svolgere il ministero pastorale di Successore di Pietro che i fratelli cardinali avevano voluto affidarmi». «Per questo motivo - scrive il Pontefice - ho annunciato la costituzione del menzionato gruppo, indicando in pari tempo, i nomi-nativi di coloro che erano stati chiamati a farne parte». Come è noto i

cardinali nominati erano e sono, rappresentanti delle Americhe, dell’Asia, dell’Europa, dell’Africa dell’Oceania. Ne è coordinatore l’arcivescovo di Tegucigalpa, il salesiano Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, e ne fa parte anche l’italiano Giuseppe Bertello, mentre ne è segretario il vescovo di Albano, Marcello Semeraro. Nel chirografo Papa Francesco spiega quindi che «ora, dopo matura ri-flessione», ritiene «opportuno che tale gruppo… sia istituito come un “Consiglio dei Cardinali”», con il compito di aiutarlo appunto «nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della Costi-tuzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana». Questo Consiglio «sarà composto dalle medesime persone precedentemente indicate, le quali potranno essere interpellate, sia come Consiglio sia singolarmente, sulle questioni che di volta in volta riterrò degne di attenzione. Detto Con-siglio, che rispetto al numero dei componenti mi riservo di configurare nel modo che risulterà più adeguato - conclude il Papa nel Chirografo - sarà un’ulteriore espressione della comunione episcopale e dell’ausilio al munus petrinum che l’episcopato sparso nel mondo può offrire».

Il Pontefice ufficializza l’organismo di otto porporati

12 - ilPorto Ott. 2013

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«Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri… distesi su letti d’avorio (Am6,1.4), mangiano, devono, cantano, si di-vertono e non si curano dei problemi degli altri. Parole dure queste del profeta Amos, ma ci mettono in guardia da un pericolo che tutti corriamo. Che cosa denuncia questo messaggero di Dio, che cosa met-te davanti agli occhi dei suoi contemporanei e anche davanti ai nostri occhi oggi? Il rischio di adagiarsi, della comodità, della mondanità nella vita e nel cuore, di avere come centro il nostro benessere. ……Come mai gli uomini, forse anche noi, cadiamo nel pericolo di chiuderci, di mettere la nostra sicurezza nelle cose, che alla fine ci rubano il volto, il nostro volto umano? Questo succede quando perdiamo la memoria di Dio….Allora, guardandovi, mi chiedo: chi è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri. È bello questo: fare la memoria di Dio, come la Vergine Maria, davanti all’azione meravigliosa di Dio nella sua vita, non pensa all’onore, al prestigio, alle ricchezze, non si chiude in e stessa. Al contrario, dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo e aver concepito il Figlio di Dio, che cosa fa? Parte, va dall’anziana Elisabetta… : L’anima mia magnifica il Signore…perché ha guardato l’umiltà della sua serva…

Maria ha memoria di Dio. Il catechista allora è un cristiano che porta in sé la memoria di Dio, si lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la sua vita, e la sa risvegliare nel cuore degli altri. È impegnativo questo! Impegna tutta la vita! Lo stesso Catechismo che cos’è se non memoria di Dio, memoria della sua azione nella storia, del suo essersi fatto vicino a noi in Cristo, presente nella sua Parola, nei Sa-cramenti, nella sua Chiesa, nel suo Amore? Cari catechisti, vi domando: siamo noi memoria di Dio? Siamo veramente come sentinelle che ri-svegliano negli altri la memoria di Dio, che scalda il cuore?. Il catechista è uomo della memoria di Dio se ha un costante, vitale rapporto con Lui e con il prossimo, se è uomo di fede, che si fida veramente di Dio e pone in Lui la sua sicurezza; se è uomo di carità, di amore, che vede tut-ti come fratelli, di pazienza, che sa affrontare le difficoltà, le prove, gli insuccessi, con serenità e speranza nel Signore; se è uomo mite, capace di comprensione e di misericordia. ..Preghiamo il Signore perché siamo tutti uomini e donne che custodiscono e alimentano la memoria di Dio nella propria vita e la sanno risvegliare nel cuore degli altri. Amen».Francesco.

Se non ha memoria di Dio l’uomo perde se stessoNell’Eucaristia per la Giornata del Catechista, il Papa dice: «Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità»

Il primo Sinodo del pontificato di Papa Francesco sarà dedicato alla Famiglia. Sarà un Sinodo straordinario. L’annuncio è stato dato con un comunicato della Sala stampa vaticana che sottolinea la data (dal 5 al 19 ottobre 2014) e il tema: "Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione". Padre Lombardi, ha definito «Molto importan-te» l’indizione di questo Sinodo. «È il modo - ha spiegato - in cui il Papa intende portare avanti la riflessione e il camino della comunità della Chiesa, con la partecipazione responsabile dell’episcopato delle diverse parti del mondo. È giusto che la Chiesa si muova comunita-riamente nella riflessione e nella preghiera e prenda gli orientamen-ti pastorali comuni nei punti più importanti - come la pastorale della famiglia - sotto la guida del Papa e dei vescovi. L’indizione del Sinodo straordinario indica chiaramente questa via». La decisine del Papa giun-ge a qualche giorno di distanza della prima riunione del Concilio dei Cardinali (ai quali nella conferenza stampa sul volo religioso di rientro da Rio de Janeiro Papa Francesco aveva preannunciato di voler sot-toporre la questione e dopo la partecipazione di Papa Francesco alla riunione del Consiglio ordinario della segreteria generale del Sinodo . L’assemblea straordinaria del Sinodo, a norma di statuto, si riunisce «se la materia da trattare esige una rapida definizione». Vi prendono parte i patriarchi, gli arcivescovi maggiori, i metropoliti delle Chiese Metropolitane sui iuris delle Chiese Orientali Cattoliche; i presidenti delle singole Conferenze episcopali nazionali e delle Conferenze epi-scopali di più nazioni, costituite per quelle nazioni che non hanno una conferenza propria; tre religiosi in rappresentanza degli Istituti religiosi clericali, eletti dall’Unione dei superiori generali e i capi dei Dicasteri della Curia Romana. In tutto circa 150 persone.

Famiglia e annuncio nel primo Sinodo indetto da Papa Francesco

Dal 5 al 19 ottobre 2014 l’Assemblea straordinaria

Ott. 2013 ilPorto - 13

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da “L’Eco di Bergamo”

C H I E S A D I O C E S A N A

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II Santi nel segno della Misericordia

Domenica 27 aprile 2014, festa della Divina Misericordia. Una data non casuale, quella scelta da Papa Francesco, per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. L’annuncio è stato dato, durante il concistoro, dallo stesso Papa Bergoglio che ha quindi confermato l’ipo-tesi della vigilia, che prospettavano l’elevazione agli onori degli altari dei due papi nello stesso giorno. Misericordia è parola ricorrente nei di-scorsi del Pontefice attuale, che ripercorre il leit motiv del pensiero di Roncalli che insisteva sulla «medicina della misericordia» da parte della Chiesa. Nello stesso tempo ricalca l’insegnamento di Papa Wojtyla, che tra l’altro spirò alla vigilia di questa festa, da lui stesso istituita, e che indica l’influenza sulla sua spiritualità del culto della Divina Misericordia della suora polacca Faustyna Kowalska. Giovanni XXIII, il Papa del Concilio Vaticano II, era stato beatificato il 3 settembre 2000 proprio da Giovanni Paolo II. Wojtyla è stato in-vece proclamato beato da Benedetto XVI il 1° maggio di due anni fa. Per Giovanni XXIII è stata utilizzata la formula ex certa scientia, permettendo a Papa Francesco di usare la sua libertà e di supplire alle

carenze procedurali per interpretare il senso dei fedeli. Nella decisione di Bergoglio appare dunque evidente il significato che il pontefice vuole dare alla santità, che non può essere valutata in via esclusiva in base a un evento miracoloso, ma deve essere più aderente al vissuto quoti-diano. Quando lo scorso giugno, parlando a Papa Francesco, il vescovo monsignor Beschi - facendosi portavoce di un sentimento comune - lo volle accostare alla figura del Papa bergamasco, lo stesso Bergoglio si schermì fino quasi ad arrossire, ma confidando: «di Roncalli mi manca la sua Santità». Santità alla quale Roncalli aspirò fin dagli anni della sua giovinezza come si legge nel «Giornale dell’anima». Portata avanti nel duro lavoro come delegato e poi visitatore apostolico in Oriente. («È lì che si è santificato», ci disse una volta il vice postulatore della causa di beatificazione, monsignor Mario Benigni). Prima che Bergoglio procla-masse la formula e annunciasse la data della canonizzazione, il prefetto per la Congregazione delle cause dei santi, cardinale Angelo Amato, ha tracciato un breve profilo biografico dei due futuri santi, ricordando in particolare «il loro servizio alla pace».

14 - ilPorto Ott. 2013

Siate sempre veri figli di Maria e della Chiesa e dimostratelo con la vo-stra vita, seguendo l’esempio dei santi. A questo proposito, ricordiamo che a Bergamo è stato proclamato Beato Tommaso Acerbis di Olera, frate Cappuccino, vissuto tra i secoli sedicesimo e diciassettesimo. Ren-diamo grazie per questo testimone dell’umiltà e della carità di Cristo. Con queste parole, pronunciate alla preghiera dell’Angelus, durante la sua visita al Santuario della Madonna di Bonaria a Cagliari, Papa Fran-cesco ha parlato di Fra Tommaso di Olera, beatificato in Cattedrale a Bergamo.È stato un «evento straordinario» come ha sottolineato il Vescovo Francesco Beschi, durante la Messa solenne di ringraziamento nella chiesa parrocchiale di Olera, perché per la prima volta nella sua lunga storia una beatificazione è avvenuta in Diocesi. Il vescovo è stato ac-colto sulla piazza dagli applausi dei fedeli. Monsignor Beschi ha recitato una preghiera e ha incensato il monumento dedicato a Fra Tommaso. Poi tutti a piedi verso la chiesa parrocchiale.«Esprimo la mia grande gioia per essere in questo paese e in questa chiesa, per dire grazie al Signore per il dono speciale di Fra Tommaso

- ha detto il vescovo -. La comunità di Olera si allarga ad abbracciare tutte le comunità della nostra diocesi. Questa comunità e queste montagne sono state un passaggio fonda-mentale nella sua vita, che con la beatificazione risplende di luce per chi crede e anche per chi non crede». Tommaso da Acerbis, «il mistico illetterato, come è stato definito, era infatti un umile pastore nato a Olera nel 1563. Entra nell’Ordine dei Cappuccini, dove impara a legge-re e scrivere sommariamente ed emette la professione come fratello laico, facendo i lavori più umili e diventando questuante e predicatore in varie città del Triveneto e del Tirolo. La sua fama si diffonde, tanto da esere richiesto come padre spirituale e consigliere del principe vescovo di Trento, dell’arciduca del Tirolo e dell’imperatore austriaco. Fra Tommaso muore a Innsbruck il 3 maggio 1634. «Fra Tommaso ha scelto una vita “indovinata”, abbandonandosi al Signore, scegliendo gli umili e i poveri, sedendosi fra i principi ma senza diventare un princi-pe», ha detto il vescovo nell’Omelia. «Fra Tommaso, apre alla grandez-za del cuore e all’incontro di tutte le persone. Anche le più lontane».

«Fra Tommaso testimone di carità»

Il 27 aprile 2014, domenica in Albis, la canonizzazione dei due PapiAtteso a Roma oltre un milione di pellegrini: bergamaschi in prima fila

Il Papa a Cagliari ha ricordato la figura del nuovo beato bergamasco. A Olera la Messa solenneIl Vescovo Beschi: ci insegna ad aprire alla grandezza del cuore e all’incontro con tutte le persone

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Ott. 2013 ilPorto - 15

Nasce "Sant’Alessandro" settimanale della diocesi

Un luogo di dialogo e condivisione rivolto a quanti desiderano leg-gere e capire da credenti gli avvenimenti e i cambiamenti della società e della Chiesa, ma aperto anche a quanti, pur da posizioni diverse, sono interessati ad un confronto con il mondo ecclesiale: prende il via il nuovo settimanale online «Sant’Alessandro», diretto da monsignor Alberto Carrara. Il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi ricorda che «l’idea di un settimanale diocesano non è nuova: è una grande tradizione della Chiesa italiana. È l’e-spressione della comunità cristiana che interpreta se stessa con i criteri che le sono propri: della fede, dell’evangelizzazione, della mediazione culturale del vangelo»….Questa iniziativa, rimarca il vescovo di Bergamo, «assume una connotazione particolare per-ché non avviene attraverso un giornale di carta, ma attraverso il

mondo Internet, con una comunicazione immediata a cui tutti pos-sono accedere. È uno spazio di riflessione segnato da questo nuovo mezzo». An-che monsignor Carrara sottolinea come il nuovo settimanale nasca dal «desiderio di prestare attenzione ai problemi della Chiesa e guardare da credenti al mondo. L’obiettivo è contribuire a far cir-colare le diverse esperienze, tentare un esercizio di mediazione culturale per leggere ciò che avviene in un’ottica cristiana». …«Il nostro auspicio è che in tanti ci scrivano e condividano i propri commenti che verranno, poi, pubblicati: vogliamo dare vita ad una piazza virtuale di incontro e discussione». L’editore della pubblica-zione sarà la nuova associazione «Bergamo editoriale», promossa da Litostampa e dal Centro Congressi Giovanni XXIII.

Taglio del nastro in SeminarioIl palazzo dell’ex ginnasio è stato rinnovato. Il vescovo: guardiamo il futuro con speranza

«I muri di una parte del nostro Seminario sono stati rigenerati. Come le mura di Gerusalemme, questi muti esprimono un’identità, un’unità e una capacità di guardare il futuro con speranza. E il Seminario deve es-sere visto come luogo dove si preparano i sacerdoti perché vadano per la strada e nelle case per incontrare la gente e portare la pace e il Van-gelo». Sono le parole del vescovo, durante la Messa, nella chiesa ipogea, prima dell’inaugurazione ufficiale del palazzo dell’ex ginnasio. L’edificio è stato sottoposto a una vasta ristrutturazione. «Quest’anno - ha detto il rettore Monsignor Pasquale Pezzoli all’inizio della Messa - l’inizio dell’an-no scolastico assume un tono speciale. Ci sono nuovi ambienti per la comunità del liceo. Questi lavori esprimono una presenza continua di ragazzi che vogliono essere accompagnati in un Seminario che, a distan-za di cinquant’anni continua a suscitare ammirazione. Il rettore, com-mosso, ha raccontato un episodio. Dopo aver visto la ristrutturazione, un giovane seminarista ha scritto su un biglietto: «Grazie Signore per quelle persone che ci vogliono bene e ci hanno preparato una nuova casa». Monsignor Pezzoli ha espresso «immensa riconoscenza» a tutti

coloro che hanno appoggiato l’opera «con convinzione e pazienza». All’omelia il vescovo ha preso spunto dal vangelo («La messe è molta, ma gli operai sono pochi, pregate per il padrone della messe perché mandi operai). «La Parola ascoltata è proprio adatta a questa giornata - ha detto il vescovo -. È una Parola per noi sacerdoti, per i papà e le mamme che amano questo Seminario, da dove tutti sono inviati a com-piere una grande missione». Il vescovo ha espresso il suo plauso per i lavori eseguiti: «Permettetemi di aggiungere anche il mio grazie per l’o-pera: Per il Seminario, la Diocesi e la nostra comunità, essa esprime un amore radicale. Preghiamo il Signore perché continui a donarci operai per la sua vigna. Auguri per il nuovo ano scolastico in nuovi ambienti e un nuovo cuore con cui abitarli». Dopo l’omelia, vescovo e sacerdoti hanno fatto la professione di fede. Erano presenti numerosi sacerdoti, fra cui il vicario generale monsignor Davide Pelucchi , le famiglie dei seminaristi, docenti e educatori, anche quelli che hanno prestato la loro opera in passato come monsignor Gianni Carzaniga.

La pubblicazione, online, è diretta da monsignor Alberto Carrara Il vescovo: «Espressione della comunità»

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Foto Aldo Gervasoni

FESTIVITA' DEI DEI SANTI E DEI DEFUNTI - Vedi programma MAR 05 ore 20.30 Catechesi adulti (in casa parrocchiale) ore 20.45 Incontro catechistiMER 06 ore 16.30 Catechesi adulti (in chiesa) ore 20.45 Consiglio Pastorale ParrocchialeSAB 09 ore 21.00 Concerto del coro "il Castello" DOM 10 Raccolta viveri San MartinoLUN 11 SAN MARTINO NOSTRO PATRONOMAR 12 ore 20.30 Catechesi adulti (in casa parrocchiale)MER 13 ore 16.30 Catechesi adulti (in chiesa) ore 21.00 Incontro genitori dei battezandi VEN 15 Scuola di preghieraDOM 17 FAMILY DAY CRESIMANDI ore 11.00 Battesimi comunitari MAR 19 ore 20.30 Catechesi adulti (in casa parrocchiale)MER 20 ore 16.30 Catechesi adulti (in chiesa) ore 20.00 Ufficio comunitario ore 20.30 Incontro Gruppo MissionarioGIO 21 ore 20.30 Consiglio Pastorale Vicariale DOM 24 SANTA CECILIA ore 14.30 Incontro vicariale chierichetti a SarnicoMAR 26 ore 20.30 Catechesi adulti (in casa parrocchiale)MER 27 ore 16.30 Catechesi adulti (in chiesa)GIO 28 ore 20.45 Incontro Gruppo LettoriSAB 30 Ritiro Catechisti

Novembre 2013

PROTEZIONE CIVILE

Sede operativa: tel. 035 911893 Responsabile operativo: tel. 338 5467160e.mail: [email protected]

BIBLIOTECA COMUNALE tel. 035 912134 lunedì chiusoMartedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00 Giovedì 09.00-12.30 15.00-19.00 Venerdì 15.00-19.00Sabato 09.00-12.30 / 15.00-17.00

NUMERI UTILI UFFICI COMUNALI

tel. 035 924111 - fax 035 924165

Uffici Amministrativi (anagrafe)tel. 035 924126 da lunedì a venerdì 9.00 -12.30lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30

Ufficio Tecnico ComunaleUrbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 92414

Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00Ufficio assistente sociale tel. 035 924152lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30Ufficio tributi tel. 035 924112 lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30

EMERGENZA Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112Caserma Carbinieri: tel. 035 910031 Guardia medica: tel. 035 914553Ospedale: 035 3062111Farmacia: 035 910152 orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30

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La festa di Tutti i Santi, così come la commemorazione dei defunti, ci ricordano che il destino dell’uomo è la santità, è “gioire alla pre-senza di Dio nell’eternità”. La solennità di Tutti i Santi è occasione propizia per elevare lo sguardo

dalle realtà terrene, scandite dal tempo, alla dimensione di Dio, la dimensione dell’eternità e della santità. Benedetto XVI

Ott. 2013 ilPorto - 17

Festività dei Santi e dei Morti

ConfessioniTutti i GIOVEDI dalle ore 8.30 alle ore 11.00 e dalle 16.00 alle 18.00. Possibilmente: prima e dopo la celebrazione delle SS. Messe

Venerdì 1 Novembre "Festa di tutti i Santi"Sante Messe: ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00 - 20.00Vespri cantati e Processione al Cimitero ore 15.00 per benedire e pregare sulla tomba dei nostri morti

Sabato 2 Novembre "Commemorazione di tutti i defunti"Sante Messe nella Chiesa parrocchiale: alle ore 8.00 - 18.00 - 20.00Santa Messa al cimitero: ore 10.00 e 14.30

Ottavario dei mortiDomenica 3Sante Messe nella Chiesa parrocchiale: ore 8.00 - 9.30 - 18.00 - 20.00 Santa Messa al cimitero: ore 11.00

Lunedì 4 - Martedì 5 - Mercoledì 6 - Giovedì 7 - Venerdì 8SS. Messe in Chiesa parrocchiale: ore 08,00 e 20,00S. Messa al cimitero: ore 15.30Lunedì alla cappella dei sacerdotiMartedì per i benefattori della ParrocchiaMercoledì per i defunti delle AssociazioniGiovedi per i defunti dell’anno (un parente per portare il lume)Venerdi per i defunti più dimenticati

Indulgenza plenaria per i defuntiCondizioni richieste:1) Dal mezzogiorno dell'1 a tutto il 2 novembre visitando una chiesa.

Dall' 1 all'8 novembre visitando devotamente un cimitero con la recita del Padre Nostro e del Credo.

2) Confessione sacramentale e Comunione Eucaristica.3) Preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre (almeno un Padre Nostro e un'Ave Maria o altre preghiere a scelta).4) Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.

a cura di don Luciano Ravasio

C O M U N I T À

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Questa la domanda che un rabbino pose ai suoi allievi, per scoprire il momento preciso in cui inizia il giorno. Nessuna

risposta fu adeguata, per cui così concluse il saggio ebreo: «Quando, guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore». La notte è regnata per millenni, e ancora in tante parti regna, là dove non è ricercato il fondamento della fraternità. Lo constata tristemente Martin Luther King: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli». Alla base dell’esperienza della fratellanza c’è la rivelazione di Cristo che Dio è Padre di tutti, come ha ben compreso e vissuto la comunità delle origini: «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. (…) Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e

semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo» (Atti degli Apostoli 2,42-47).

Ha approfondito il fondamento teologico della fraternità l’apostolo Paolo: «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Galati 3,26-29).

«Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Efesini 4,1-6).

La bellezza d’essere fratelli. L’Antico Testamento, al di là di tutte le norme che regolano il vivere da fratelli - 613 precetti! - presenta la bellezza di questa esperienza, con parole che così riassume un canto familiare nelle nostre assemblee liturgiche, tratto dal Salmo 133:

Com'è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme. È come unguento che dal capo discende, giù, sulla barba di Aronne. E' come unguento che dal capo discende, giù, sugli orli del manto. Come rugiada che dall'Ermon discende, giù, sui monti di Sion.

Le cose spirituali, l’amore e la fratellanza non s’impongono con una legge: regnano in virtù propria per quanti, al di là di ogni sentimentalismo, si sentono fratelli perché figli dello stesso Padre, redenti da Cristo, resi uno dallo Spirito Santo. Tutti fratelli. Nessuno superiore all’altro. Tutti grandi in virtù del battesimo che ci rende profeti, sacerdoti, re, missionari e… Cristo. Non cristiani, ma Cristo! E, come Lui, desiderosi di abbattere ogni presunto concetto di superiorità e di grandezza: «Ma voi non fatevi chiamare “Rabbì” perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste» (Matteo 23 8-9).Gesù stigmatizza in questo brano l’errore che rovina la vita: la sete del potere. Propone un capovolgimento di logica: il più grande è colui che serve e che ama di più. Insegna che, per rifiorire, il mondo non ha bisogno di ricchezze, ma di un supplemento d’amore. Una persona è grande quanto è grande la sua capacità d’amare gli altri. Amore traducibile nella divina follia del servizio.

18 - ilPorto Ott. 2013

"Quando finisce la notte?

a cura di don Valentino Salvoldi

R I F L E T T I A M O

Come è bello che i fratelli stiano insieme

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Ott. 2013 ilPorto - 19

Meraviglia, anima della fraternità cristiana. Il cristiano ama i fratelli perché ha una conoscenza viva della paternità di Dio e vive in unità con Cristo, grazie all’Amore che lo sostiene, lo Spirito Santo. L’unità nella Trinità beata è il presupposto perché si senta uno con i fratelli, nella libertà e nell’uguaglianza.Il comportamento etico della fraternità si basa sull’“ordo amoris” che per Sant’Agostino prende questo volto: l’amare se stessi, gli altri e le cose secondo la dignità “ontologica” (che riguarda la conoscenza dell’essere, della realtà, dell’oggetto in sé) che è propria di ciascuno. L’ordo amoris è il principale criterio di riferimento. Nelle vicende dell’uomo e del mondo, la categoria dominante e assoluta non è più quella del sapere, ma è quella dell’amore. Sarebbe interessante approfondire questo tema alla luce del pensiero di Max Scheler: per lui l’ordo amoris è il nucleo fondamentale dei valori, degli atti d'amore e odio dell'individuo e la fonte originaria di ogni sua autentica esperienza etica. All’ordine soggettivo – il centro dinamico della persona –corrisponde un ordo amoris assoluto e universale, capace di strutturare l'intera realtà, dal granello di sabbia fino ad arrivare a Dio. …L’ordo amoris secondo Agostino, Max Scheler, Pascal, con la sua intuizione che il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce… Tema affascinante dal punto di vista filosofico. Tema affrontabile anche da chi non è familiare con la filosofia, ma al buon senso unisce il senso della meraviglia che sfocia in preghiera. Con queste premesse il credente, sperimentando la verità del motto di Sant’Agostino («Ama e capirai»), coglie l’essenza della fraternità cristiana: la gioia di riconoscere l’altro come fratello.

Certo, la “globalizzazione dell’indifferenza” – che impera nella civiltà del benessere, dove i beni materiali hanno ricoperto le orme dell’Uomo di Galilea e hanno depositato una spessa coltre adiposa sui cuori appesantiti – lambisce anche il mondo dei credenti. Dall’alba delle origini ai nostri giorni, abbiamo spesso bisogno di lasciarci inquietare da un richiamo forte che ci interpelli: «Dov’è tuo fratello?».Da uno scritto di Renato Kizito Sesana, missionario comboniano in Africa, riporto: «Riconosco in ogni persona la nostra comune umanità, fonte di dignità e diritti. Solo successivamente vedo le differenze, le quali mi completano, anzi, mi creano e mi danno vita, perché senza non potrei essere me stesso. Mi sento in comunione con Francesco, il papa Pastore che abbraccia i fratelli sofferenti, non per calcoli diplomatici o equilibri geopolitici, ma “solo” perché essi “sono la carne di Cristo”».La porta di Lampedusa è un grande segno di speranza per i vivi.Con Francesco non facciamo solo memoria di quei poveri corpi in fondo al mare. Riconosciamo che loro, che hanno già attraversato un’altra porta – quella che si apre sull’incontro con l’Infinito, con colui che è davvero e definitivamente l’Altro – avevano capito ciò che noi fatichiamo a intravedere: che la fraternità è il nostro orizzonte». Se fisseremo lo sguardo a questo orizzonte, vedremo spuntare quella lama di luce che irromperà nelle tenebre delle nostre notti e ci permetterà di riconoscere nell’altro il nostro fratello. E allora, gioiremo per la paternità universale di Dio, che ci regala una così immensa famiglia.

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Il Papa ad Assisi Il giorno di Francescoda “Avvenire"

Francesco. Si è capito subito, fin dal primo momento dopo l’annuncio, che non era solo un nome, ma un programma pastorale. La magna car-ta di un Pontificato racchiusa in tre sillabe, che però per la storia della Chiesa valgono più dei volumi di un’intera biblioteca. Si è capito cioè che Papa Bergoglio, assumendo quel nome (coraggiosamente, perché nessun Pontefice aveva “osato” farlo prima di lui), stava indicando a se stesso e al mondo una direzione di marcia. E ora che dal 13 marzo sono passati quasi sette mesi sappiamo an-che che sulla strada di san Francesco il Papa venuto «quasi dalla fine del mondo» si è incamminato con decisione. Oggi, tra l’altro, in senso anche letterale, dato che giunge ad Assisi nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del Patrono d’Italia. Nel clima di raccoglimento della giornata del lutto nazionale per la tragedia di Lampedusa, la visita odierna infatti conferma e rilancia. Conferma quanto ha detto e fatto il Papa in que-sto primo scorcio del suo Pontificato. Rilancia, perché - significativa-mente - Francesco porta con sé il “Consiglio dei Cardinali” che devono aiutarlo nella riforma della Curia e nel governo della Barca di Pietro. In sostanza è come se dicesse loro: “Venite con me a vedere la Chiesa

come io la intendo”. …E Francesco è l’uomo della pace. E così, è ve-nuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che amo e custodisce il creato. Del poverello di Assisi, poi, Papa Bergoglio ha parlato in ogni occasione pos-sibile. Il giorno della solenne inaugurazione del suo Pontificato, lo citò ad esempio in relazione alla «vocazione del custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi». Soprattutto, però, ha tenuto a spiegare quale è il cuore di quella magna charta che sta promulgando con la sua infaticabile azione pastorale. Ai giovani di Rio ha ricordato le parole del Crocifisso al giovane Francesco («va e ripara la mia casa») sottolineando che non di una casa di mattoni si tratta, ma della Chiesa e che anche i giovani del terzo millennio devono contribuire a quest’o-pera. Chiesa povera e per i poveri, dunque. Ecco perché Francesco va oggi ad Assisi. «La spiritualità di Bergoglio - scriveva un Gesuita - è fatta di volti umani: Cristo, san Francesco, san Giuseppe, Maria. Guarda caso i volti in cui i poveri (e con essi un intero programma pastorale) maggiormente si identificano».

Il primo Pontefice che ha scelto il nome dell’Assisiate arriva nella città dove anche le pietre parlano del francescanesimo e della radicalità evangelica, evocata da Bergoglio sin dal primo giorno del pontificato

La cripta di San FrancescoPapa Francesco incontra Francesco. Una bellissima immagine che raffigura il Papa in preghiera davanti alla tomba del Santo di Assisi, il cuore del francescanesimo.ll corpo di San Francesco è tumulato sotto l’altare della Basilica Inferiore di Assisi. Alla sua tomba si accede attraverso due rampe di scale. Il luogo, volutamente spoglio, costituisce il centro del santuario francescano. Il Santo morì alla Porziuncola la sera del 3 ottobre del 1226.Il suo corpo fu traslato temporaneamente nella chiesa di San Giorgio, di cui rimangono ancora alcuni elementi architettonici all’interno del chiostro del monastero clariano. Civis

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a cura del C.P.A.E.

R E S T A U R I

Durante i mes di giugno, luglio, agosto e settembre 2013 le offerte pervenute alla parrocchia registrano l’importo di:.......................................................................

Euro 9.255,00

che aggiunte a quelle pervenute dall’inizio dei lavori di restauro di:.................................. e ai depositi infruttiferi (prestiti) dei privati di: .............................................................................

EuroEuro

1.289.591,00 155.000,00

al 30 settembre 2013 ammontano a: .......................................................................................... Euro 1.453.846,00

Alla stessa data risultano spesi:........................................................................................................................___________________________________________________________________

SITUAZIONE DEBITORIA AL 30 SETTEMBRE 2013- ancora da pagare ai fornitori:........................................................................................................................- debito bancario residuo del mutuo:..........................................................................................................- debito bancario del fido di conto corrente:.........................................................................................- debito verso privati per PRESTITI (vedi sopra):................................................................................ Totale debiti con varie scadenze ammontanti al 30 SETTEMBRE 2013 (con varie scadenze):...............................................................................................................................................

Euro____

EuroEuroEuroEuro

Euro

3.320.000,00____________

125.826,00 790.073,00276.349,00 155.000,00

1.347.248,00

Questione di soldi

Ringraziamo come di consueto tutti i benefattori anonimi, che con qualsiasi somma hanno versato il loro contributo anche durante questo periodo.Riteniamo doveroso citare le persone ammalate che non lasciano mai mancare la loro offerta mensile, l’"Associazione Arma Aeronautica" in occasione dell’Aliseo, la "Sezione Cacciatori" in occasione della fiera degli uccelli, la "Rassegna teatrale dialettale" che ha versato l’utile della manifestazione.Un ringraziamento speciale sotto forma di preghiere e suffragi merita la defunta MARIA BUELLI, che dopo aver dedicato la sua vita alle varie attività della parrocchia e delle istituzioni civili del nostro paese, nel suo testamento si è ricordata anche delle necessità finanziarie della parrocchia.

Opere di restauro e di conservazione della chiesa parrocchiale

Ott. 2013 ilPorto - 21

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Il profeta Isaia dice: «Non temere perché io ti ho redento, ti ho chiamato per nome, tu sei mio». Tutti noi cristiani riconosciamo che Dio

è nostro padre: «Padre nostro che sei nei cieli». Comprendiamo veramente quello che preghiamo? Riflettiamoci un poco. La parola "padre" per noi cristiani, da' forza, calore e pienezza. La fede nel paterno amore di Dio sta al centro del Cristianesimo.All'uomo incredulo e razionale del nostro tempo, ripugna ammettere la paternità di Dio. L'uomo è affascinato dalla scienza, ma questa lo prospetta sperduto nell'immensità degli spazi, dove satelliti artificiali hanno incominciato a girare per ogni verso. L'uomo si sente sperduto e solo in questa gigantesca rivoluzione si sente un granellino di polvere, una goccia d'acqua, è consapevole e spaventato dalla

sua piccolezza, si sente insignificante e quindi pensa di non poter attirare su di sé l'attenzione di Dio Padre. Si sente sperduto nel cosmo sconfinato, un piccolo fenomeno senza significato e scopo, un atomo inutile e che fa sorridere, immerso nella vertigine dell'infinito, pauroso al silenzio degli spazi e che non può conseguire alcun risultato eterno.Tale è l'uomo secondo l'ateismo razionalista. Io invece avverto di non vivere in un mondo governato da un determinismo impersonale cieco ed invisibile, da un fatalismo spietato e inflessibile, ma vivo sotto lo sguardo amoroso di un padre buono e accessibile e che t'implora quasi di pregarlo. Signore Padre, dacci sempre una fede rafforzata. Il nostro cuore è piccolo, ma ha bisogno di un grande amore infinito. A quest'uomo, secondo l'ateo, manca il senso

di Dio, manca la presenza affettuosa di un padre che gli vuole bene, vuol bene a lui personalmente.Io penso che il mondo attuale sia abitato da sei o sette miliardi di uomini, è mai possibile che Dio li abbia a cuore uno per uno? Sì, a ciascuno di noi Dio accorda non una particella di attenzione e d'amore, ma la totalità dell'attenzione e dell'amore. Dio è amore infinito che irradia ciascuno di noi. Noi non siamo singoli numeri di una serie, ma creature, creature vive, irriducibilmente personali. Realtà rara e grande. Noi esistiamo davvero agli occhi di Dio, ad ognuno di noi Egli accorda la totalità del suo affetto paterno, ciò è verità pura e semplice, non è retorica. Dio ama l'umanità e Cristo suo figlio ha dato la vita per tutti e per me, come se noi ed io fossimo soli sulla terra. Gesù Cristo per noi ha versato fino all'ultima

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a cura di Pier Luigi Billi

R I F L E T T I A M O

Riflettiamo: io so di essere amato

Comprendiamo veramente quello che preghiamo?

Dio accorda la totalità della sua attenzione e del suo amore

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Ott. 2013 ilPorto - 23 Ott. 2013 ilPorto - 23

goccia del suo sangue. Ha cominciato con la circoncisione, sangue nell'orto degli ulivi, sangue nella flagellazione, nella coronazione di spine, sulla via del calvario, nella crocifissione e nella lancia al cuore. Tutto ciò per riunirci nel suo regno d'amore, giustizia e pace. Egli padre vuole ognuno di noi salvi.Bisogna credere nell'amore che Dio porta a ciascuno di noi, personalmente. Egli sarebbe morto anche per un solo uomo.Dio non guarda tanto le alleanze degli uomini che mutano, le rivoluzioni politiche, anche se alle volte necessarie, ma l'oggetto primo dell'attenzione di Dio, del Suo sguardo, è l'uomo singolo. Noi ci rivolgiamo a Lui con il nome del Padre, questa è la verità. Egli ama la singola persona umana, la singola anima immortale. Il giorno in cui la terra cessasse di dare a Dio ciò che Egli cerca, la sua storia sarebbe finita, perché non avrebbe più senso. Dio sconvolge il mondo per il bene di ciascuno di noi. La Provvidenza divina si manifesta visibilmente verso la singola creatura, verso ogni singola vita umana, perché fratelli di Cristo e figli del medesimo Padre.Leggevo molto tempo fa su una rivista, che prima di recitare il "Padre nostro", ogni cristiano deve pensare bene: «Non dire Padre», se

ogni giorno non ti comporti da figlio. Non dire «nostro» se vivi isolato nel tuo egoismo. Non dire «che sei nei cieli» se pensi solo alle cose terrene. Non dire «sia santificato il Tuo nome», se non lo onori e lo bestemmi. Non dire «venga il tuo regno» se lo confondi con il successo materiale. Non dire «sia fatta la tua volontà» se non l'accetti quando è dolorosa. Non dire «dona il nostro pane» se non ti preoccupi della gente che ha fame, senza cultura e senza mezzi per vivere. Non dire «perdona i nostri debiti» se conservi rancore verso il fratello. Non dire «non lasciarsi cadere in tentazione» se hai intenzione di continuare a peccare. Non dire «liberaci dal male» se non prendi posizione contro il male. Non dire «Amen», che vuol dire così sia, se non prendi sul serio le parole del Padre Nostro.Cari amici, recitare convinti il Padre Nostro porta a dei comportamenti o atteggiamenti molto riflessivi. Padre confidiamo nel tuo amore per noi. Questa fiducia darà gioia alla nostra anima, una gioia che il mondo non è capace di dare e che mai sarà capace di togliere nonostante la nostra debolezza e pochezza umana.Senza dubbio, è così!

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Soggiorno a Cesenatico con l'Associazione Anziani e Pensionati

L'estate se n'è andata ormai da un po' e delle bellissime giornate di questa piacevole e riposante va-canza, passata insieme sulla riviera romagnola, è rimasto solo un ri-cordo.Accontentiamo la richiesta di que-sto gruppo che ha voluto inviarci la fotografia scattata ai primi di set-tembre presso l'Hotel Villa Marini di Villamarina (non è un errore). «Un grazie all'Associazione per il soggiorno a Cesenatico», hanno scritto su un foglio allegato alla foto.

La Redazione

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A cura di Civis

C O M U N I T À

24 - ilPorto Ott. 2013

Ecco don Giuseppe!

Ciao don Giuseppe e buon lavoro nella nostra comunità. Nel darti il benvenuto, desideriamo prima di tutto ringraziare il Signore che, tramite il Vescovo, ti ha chiamato a venire in mezzo a noi per essere ulteriore guida per la crescita nella fede e, ne siamo conviti, anche amico.

Fra le fotografie scattate da Silvano Marini nel corso della funzio-ne Eucaristica di domenica 6 ottobre dove, come nuovo "Coa-diutore Parrocchiale", ti sei presentato ai fedeli, ho scelto questa. Mi ha colpito la tua espressione da «Ma dove sono capitato?!». Come darti torto. Sei arrivato a Sarnico non proprio nel periodo più tranquillo dell'anno. La domenica della giornata comunitaria; con Messa all'aperto, pranzo comunitario e assemblea dei genitori, e che dire della tua presentazione, avvenuta pochi giorni dopo l'acco-glienza di Mons. Gervasoni come Vescovo, con la Messa cele-brata in Parrocchia. Fare l'Omelia dallo stesso ambone dove la settimana prima aveva predicato "don Maurizio" è un'impresa esistenzialmente difficile, un po' come quando Stramaccioni si è seduto per la prima volta sulla panchina dell'Inter al posto di Murinho. E poi subito coinvolto in prima persona a presiedere la Celebrazione Eucaristica e la Processione della Madonna del

Rosario. E poi dicono che i preti lavorano poco! Comunque non preoccuparti e vedrai che, forse tra San Mauro e Pasqua, qual-che giorno di riposo il Parroco te lo concederà.Non ti nascondo che il tuo arrivo ha sollevato non pochi interro-gativi. Al bar Acli i soliti "ottimisti", tra un bianchino e una sbircia-tina a l'Eco di Bergamo, davano già per avvenuta la partenza del Parroco. Le donne della Messa delle 8, più informate, dicevano di don Loris. «Al va a fà ol preòst, i mè l'ha dit ü fò ‘n Cöria». Tranquillizziamo tutti, i preti a Sarnico sono tre e tali resteranno per lavorare insieme alla pastorale nella nostra comunità. Tutto quello che si sente dire sono fantasie prive di qualsiasi fondamento.

Don Giuseppe, il nostro augurio è che questo tratto di strada che percorrerai insieme a noi e iniziato, come tu hai detto, «sotto lo sguardo di Maria», ci sia di ulteriore aiuto ad essere una comu-nità in cammino e farci sentire in cordata perché il cammino di una comunità, come i sentieri di montagna, può portare alla vi-sta di stupendi panorami, anche se ciò richiede fatica, continuità, fermezza e soprattutto volontà di donarsi e mettersi in gioco. Spesso viene spontaneo sentirsi “in cordata”, tendere a quel co-mando di Gesù: «Amatevi gli uni gli altri»; altre volte però, incomprensioni, difficoltà o semplice superficialità, possono spin-gere a preferire una salita in solitario, a scegliere le mulattiere dell'egoismo, dell’individualismo, della momentanea ricchezza materiale e dell’indifferenza religiosa che, purtroppo, inizia a serpeggiare nelle nostre comunità; ed è anche per questo che noi chiediamo di stare con noi in cordata ed aiutarci ad andare avanti, tutti insieme pur nelle difficoltà.In un momento in cui, per carenze di organico, è difficile in alcu-ne parrocchie vedersi garantito un parroco, accogliamo questo arrivo come un grande dono, che cercheremo di meritarci.

Una cosa della tua omelia è piaciuta alla gente, quando hai detto: «Vi chiedo perdono in anticipo per quelle che sono le mie debo-lezze. Fatemele notare, ci saranno, ma prima di farmele notare, pregate per me e poi venite a dirmi quello che non funziona. Ditemelo! Per piacere ditemelo!, perché così, sia io che voi, tro-veremo la strada per camminare verso Dio. Mi impegno a fare la stessa cosa con voi. Prima la preghiera e poi, se il Signore me lo consiglia, se ne parla. Ci confrontiamo ma sempre con l'umiltà di Maria».

Il Signore ti doni forza ed entusiasmo per questo nuovo cammi-no insieme a noi.

Aiutaci ad essere una comunità in cammino e a farci sentire... in cordata

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a cura della Redazione

C O M U N I T À

Coro EffatàUn successo internazionale

Lo scorso 12 ottobre il “Coro Effatà” ha partecipato al 10° Concorso “IN…CANTO SUL GARDA”, una competizione biennale organizzata dalla “IN-TERKULTUR” di Francoforte a cui hanno partecipa-to oltre 40 cori provenienti da tutta l’Europa.

Il nostro coro, guidato dal maestro Luca Belotti, si è esibito pre-sentando quattro pezzi scritti e arrangiati dallo stesso maestro per quanto riguarda la musica e da alcuni coristi per i testi: MyLord - Won’t be alone - Jesus i trust in you e Where isyour faith?, classificandosi al 2° posto nella categoria “Go-spel“ con il punteggio di 21,46/30 e diploma GOLD I. La va-

lutazione è stata fatta in base ai seguenti criteri: Intonazione, qualità del suono, prassi interpretativa e impressione artistica complessiva. Tale punteggio, attribuito da una giuria internazionale di altissi-mo livello, consente al Coro di partecipare alla prossima com-petizione, nell’estate 2014, denominata “WORLD CHOIR GAMES” il più grande concorso corale del mondo che si ter-rà a Riga in Lettonia.Vivissimi complimenti dalla redazione de “Il Porto” al maestro ed a tutti i coristi per questa bella affermazione ed un in “bocca al lupo” per il prossimo mondiale.

2° posto nella categoria “Gospel “ al 10° Concorso “In... Canto sul Garda”

E adesso via libera per il "World Choir Games"

Ott. 2013 ilPorto - 25 Ott. 2013 ilPorto - 25

Foto Alessandro Bellini

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26 - ilPorto Ott. 2013

A cura di Silvano Marini

F O T O C R O N A C A

Giornata Comunitaria: Giovanni - Luis e Amelia

Giornata Comunitaria: Il gruppo chitarre ...e non solo

Giornata Comunitaria: un momento della Santa Messa

Festa di Santa Teresina: I chierichetti

I docenti di Teologia della "Cattolica" in San PaoloFesta di Santa Teresina: Celebrazione Eucaristica

Giornata della comunità, festa di Santa Teresina, Santa Messa ai Teologi, Madonna del Rosario e don Giuseppe

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Come un fiume...Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo

e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.Sal 1,3

Con lo scorrere del tempo ci si accorge di avere messo sulle spalle un buon bot-tino. Eppure questo “bottino” non è fatto di oggetti, ricchezze, ma piuttosto di esperienze e consapevolezze, certezze. C’è una certezza che vivo, non da solo, in questo momento: condividere la propria fede è qualcosa di estremamente grande! Porta felicità! Il luogo concreto dove percepisco questo sono i gruppi di lavoro che si sono formati per la preparazione dei family day dei sacramenti. C’è la sensazione che fino a quel momento sei stato un fiumiciattolo di poca por-tata, ma l’arrivo di altre sorgenti, piccole oppure più sostenute, danno una nuova vita al fiume, lo rendono forte e vigoroso, capace di irrigare, dare vita e alimentare il fiume anche quando la tua sorgente è arida. È la forza di condividere la fede, di mettere insieme le forze. È la realizzazione di una parola tanto utilizzata nei con-vegni ecclesiali: corresponsabilità. Preparare insieme una serie di incontri, pensare a obiettivi, contenuti, modalità non in solitudine, ma nella vitalità di una chiesa che parla, si confronta, sceglie per il meglio. Ho un grazie sincero da rivolgere a catechi-sti e genitori che si stanno impegnando in questa attività. Mi piace usare l’immagi-ne del fiume perché rende bene l’idea di quale siano le forze messe in campo per questa preparazione. C’è uno scambio continuo, ognuno porta agli altri riflessioni che arricchiscono e ingrossano il fiume. E quando finalmente un fiume scorre non fa altro che irrigare e portare quella possibilità di vita che ci si attende dall’acqua. Crediamo ancora una volta, che questa sia una concreta possibilità di crescita per la nostra comunità: per chi sente la propria fede come un fiume in piena, per chi la sente come un piccolo e timido ruscello, per chi si sente come una sorgente ormai arida. Significa che c’è posto ancora una volta per tutti, e nella confusione dei giorni, nel mezzo della fatica quotidiana si può trovare tempo per riallacciare legami, per cre-arne di nuovi e rimettere la propria vita nelle mani di chi ce l’ha donata!don Loris

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Cari giovani, per favore, non guardate dal balcone la vita

20 ottobre: servizio al Family Day prima comunione27 ottobre: servizio al Family Day prima confessione9-10 novembre: raccolta viveri10 novembre: EVERYBODY!17 novembre: servizio Family Day cresima8 dicembre: EVERYBODY!14-15 dicembre: week-end 3° media a Schilpario23 dicembre: confessioni vicariali adolescenti a Villongo S.F.27-30 dicembre: campo invernale a Precasaglio (’99-’95)12 gennaio: EVERYBODY!19 gennaio: servizio Family Day prima confessione2 febbraio: servizio Family Day prima comunione8 febbraio: Ore 20.30: Fiaccolata e Preghiera con il Vescovo per Adolescenti e Giovani con le reliquie di San Giovanni Bosco9 febbraio: EVERYBODY!16 febbraio: servizio Family Day cresima2 marzo: Carnevale5 marzo: Le Ceneri9 marzo: EVERYBODY!16 marzo: servizio Family Day prima elementare30 marzo: presentazione CRE 201413 aprile: EVERYBODY!14 aprile: confessioni vicariali adolescenti a Foresto17 aprile: veglia del giovedì santo21 aprile: pasquetta a Pompiano30 aprile: termine iscrizioni animatori CER24-25 maggio: week-end animatori CER31 maggio - 8 giugno: Festa dell’Oratorio1 giugno: chiusura anno catechistico e mandato animatori23 giugno - 18 luglio: CER 201417-25 agosto: pellegrinaggio diocesano Assisi-Roma

«Il tuo cuore, cuore giovane, vuole costruire un mondo migliore. Seguo le notizie del mondo e vedo che tanti giovani in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una civiltà più giusta e fraterna. I giovani nelle strade. Sono giovani che vogliono essere protagonisti del cambiamento. Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! Voi… Attraverso di voi entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. Continuate a superare l’apatia, offrendo una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche, che si stanno presentando in varie parti del mondo. Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo miglio-re. Cari giovani, per favore, non “guardate dal balcone” la vita, mettetevi in essa, Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso, non “guardate dal balcone” la vita, immergetevi in essa come ha fatto Gesù».

Papa Francesco

Calendari-ADO 2013-2014

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Eventi ottobre Oratorio

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Il CCR dell’Istituto Comprensivo “E. Donadoni” di Sar-nico impegnato nel sociale e sensibile alla vita dei cittadi-ni, a nome di tutti gli studenti, docenti, collaboratori scola-

stici, preside, non può non guardare ai fatti che stanno accadendo in questi giorni nel nostro pa-ese, a Lampedusa dove sono morte centinaia di persone innocenti: molti bambini e donne incin-te, in fuga dai loro paesi: la Somalia e l’Eritrea (Africa).Il CCR ritiene che sia urgente un intervento di pace da parte di tutti i paesi del mondo per fer-mare un dramma che scuote le coscienze umane.Ci appelliamo alle istituzioni politiche affinché non ci siano altre vittime della miseria e della vio-lenza. Chiediamo di vivere in un mondo di pace e

di solidarietà e in ricordo del-le vittime dedichiamo un mi-nuto di silenzio e di profonda meditazione.

Consiglio Comunale dei ragazzi

DATE DELLE PROIEZIONI26/27 ottobre – Monsters University

1/2/3 novembre – I puffi 216/17 novembre – Cattivissimo me 2

23/24 novembre – Sole a catinelle

ProgrammazioneCINE JUNIOR

DISCORSO DEL CCR PERl’ORDINAZIONE A VESCOVO DI MONS. MAURIZIO GERVASONIIl Consiglio Comunale dei Ragazzi, dell’Istituto Com-prensivo Eugenio Donadoni di Sarnico, porge le più sen-tite congratulazioni a Mons. Maurizio Gervasoni, Vesco-vo eletto di Vigevano.Ringrazia il Santo Padre, Papa Francesco Bergoglio, per averlo consacrato a quest’importante missione affinchè diffonda tra la gente un profondo spirito di solidarietà e di amore.Ringrazia il Padre Celeste per averlo ricolmato dei doni dello Spirito Santo con i quali veglierà sul gregge, curerà la speranza ed effonderà l’amore nei cuori, secondo il disegno di Dio.Ricorda quanto sia importante la fede in una civiltà e la sua armonizzazione con il progresso poiché un mondo senza fede è una civiltà circondata dal dubbio e dalla pau-ra, dove spesso il potere si esprime nella brutalità.Mons. Maurizio Gervasoni, assumendosi la piena respon-sabilità dello sviluppo religioso e dell’educazione morale, inizia, in grazia di Dio, la sua missione episcopale attra-verso la quale conquisterà lo spirito dei fedeli e la gloria del cielo.I nostri più sentiti auguri CCR E. Donadoni

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Ott. 2013 ilPorto - 27

La Madonna del RosarioLa processione con la Madonna del Rosario

Giornata dell'ammalato con la Sacra Unzione degli infermi

I docenti di Teologia dell'Università Cattolica con il Vescovo Beschi al termine della Santa Messa in San Paolo

Accoglienza a don Giuseppe Fiorentini

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Franco Serpellini: sempre a fianco della sua genteUn omaggio ad un uomo disponibile, attento e aperto al prossimo. Entusiasmo e competenza hanno da sempre caratterizzato il suo agire. La sua storia, la sua serietà e l’impegno costante sempre rivolto al territorio e alla collettività, sono il modello a cui tanti giovani dovrebbero ispirarsi.

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Ott. 2013 ilPorto - 29

Talento d'attore

a cura di Civis

T E A T R O

L ’associazione "Il Sorriso di Monica" - nata con l'idea di tra-sformare la scomparsa di Monica Fusini (avvenuta sei anni fa a seguito di un incidente stradale) in motivo di gioia at-traverso la solidarietà - ha deciso di finanziare il progetto

“Un sorriso per gli angeli” a favore dell’Istituto di Riabilitazione “Angelo Custode” di Predore. ll progetto consiste nel fornire l’at-trezzatura necessaria a creare un’unità didattica multimediale per bambini disabili ed operatori presso l’Istituto stesso.L’Associazione ha chiesto un supporto per avere la possibilità di at-trezzare il salone riunioni/convegni dell’Istituto con un sistema infor-matizzato di audio-visione (lavagna interattiva multimediale chiama-ta LIM). Questa tipologia di attrezzatura potrà essere di aiuto alla scuola interna, alle realtà dei servizi residenziale, diurno e ambu-latoriale, sarà anche importante per la formazione degli operatori e per realizzare eventi formativi aperti all’esterno. La LIM è uno strumento di integrazione con la didattica d'aula poiché coniuga la forza della visualizzazione e della presentazione tipiche della lavagna tradizionale con le opportunità del digitale e della multimedialità.È uno strumento per tutti, inclusivo, utile con bambini con disa-bilità, con problemi di apprendimento o di attenzione, ma anche per valorizzare le eccellenze. Può infatti offrire a ciascuno percorsi personalizzati, che favoriscano il successo formativo individuale, pur nell’azione didattica condivisa. Si tratta di uno strumento duttile e flessibile, che comporta approcci nuovi alla didattica, con l’uso si-

multaneo di diversi codici comunicativi: immagini, testi, suoni o filmati. Nel caso di bambini con disabilità consente di utilizzare al meglio la modalità comunicativa residua, il canale più congeniale per comprendere e per comunicare. La LIM è inoltre molto efficace nei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), in quanto permette di usufruire della sintesi vocale per la lettura e/o per il supporto alla scrittura.A favore di questo Progetto, l’Associazione sta cercando di orga-nizzare una serata benefica presso il Cine Teatro Junior, con uno spettacolo teatrale con l'attore di casa nostra Alessio Boni.Ora, compatibilmente con i suoi impegni teatrali (dal 27 ottobre andrà in scena con il nuovo spettacolo "Il Visitatore", un testo di Eric Emmanuel Schmitt, con la regia di Valerio Binasco ed un cast d'ec-cezione fra cui: Alessandro Haber, Francesco Bonomo e Nicoletta Robello Bracciforti) e la disponibilità del teatro, avremo modo di ammirare il suo "talento di attore", fatto di sottigliezze, di piccoli ge-sti, pause, senza effetti speciali o costose esagerazioni paranoiche. "Il talento di un attore" non lo si misura con la tecnologia ma da come sa rendere credibili i personaggi che interpreta. "Il talento di attore" è messo a disposizione anche di chi soffre. Ales-sio è stato Goodwill Ambassador dell'UNICEF Italia dal 1° dicem-bre 2005 (in occasione della Giornata mondiale per la lotta all'HIV/AIDS, campagna per la quale si è impegnato con passione fin dall’i-nizio del suo mandato) al febbraio 2012.Abbiamo in redazione una poesia inviataci dalla signora Emanuela Fusi di Milano, lettrice del nostro periodico. È dedicata ad Alessio e si intitola proprio "Talento d'attore"; è da qualche mese che si trova in redazione ma aspettavamo il momento giusto per pubblicarla che è arrivato con questa iniziativa. La possibilità di avere Alessio Boni a Sarnico non dovrà essere sprecata. Riempiremo il teatro e lo fare-mo per Alessio, per i ragazzi dell'Istituto e soprattutto per Monica.

Dal lago d'Iseoluogo dove sei natospinto da un grande sognoper il mondo hai girato

Non ti sentivi tagliatoper conteggi e piastrellecercavi la tua vitaed emozioni belle

Prima il poliziotto in una grande città, poi in America con l'idea di imprenditoreMa una sera in un teatro dicesti"Voglio fare l'attore"

Lo studio in accademiagli enormi sacrificila tua caparbietàti ha dato poi benefici

E passo dopo passohai fatto gran carrierada "La bella gioventù"all'ultima "Odissea"

Da un personaggio all'altrocon maestria sai passareci fai piangere e ridere e anche sognare

Con fiction, film storicie impegni in teatro trovi anche il tempodi far volontariato

Complimenti Alessioper il tuo gran successoveramente meritatoe con impegno conquistato

EmanuelaFusi

Milano: aprile 2013

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30 - ilPorto Ott. 2013

Ordinazione Vescovile - le foto... non ufficiali

«Chè bèl pulover reverendo». «I me l'ha fat la me sorèla!» La risposta italiana a "Man in black"

«Parlì öna ala olta!» «E quando me tochèrà a me!»Sindaci di Sarnico e di Vigevano

Le Marie non potevano mancare

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Ott. 2013 ilPorto - 31

a cura di Carla Casati

C O M U N I T À

Spazio gioco: riaperte le porte

L’associazione inoltre è alla ricerca di mamme, papà e insegnanti in pensione per il progetto dello SPAZIO COMPITI che a breve partirà in Orato-rio. L’anno scorso è stata un’esperienza che ha

dato l’opportunità a bambini e bambine della primaria e ragazzi/e della secondaria del paese, di trovarsi per speri-mentare l’apprendere del fare e dello stare bene insieme e con se stessi, e non solo in condizioni di fragilità di apprendimento. Gli iscritti sono stati 52 per la primaria e una decina per la secondaria; la percentuale degli iscritti è stata del 60% di italiani e 40% stranieri dei quali il 95% nati in Italia da genitori immigrati. Il bisogno è stato rilevato in condivisio-ne con la scuola, l’Oratorio e l’Associazione Laboratorio Famiglie Solidali.I volontari all’opera erano 3 insegnanti in pensione, 7 mamme di bambini che frequentavano “il servizio”, 3 al-tre mamme e 8 ragazze dell’Istituto Riva, guidati e soste-nuti da una figura professionale presente a tutti gli incon-tri, una coordinatrice volontaria e un supervisore.Le mamme volontarie dello scorso anno hanno iniziato quasi per gioco: «ci siamo “buttate” in questa esperienza, con l’incoscienza tipica di chi non sa - dicono nella verifi-

ca finale. Continuano dicendo - credevamo che, all’ini-zio, le uniche cose che ci accomunassero fossero soltanto la buona volontà e il timore di essere inadeguate o non all’altezza del compito. Lungo il cammino, abbiamo natu-ralmente avuto qualche momento di difficoltà e di scon-forto, ma l’appoggio e la condivisione con il gruppo, che si andava via via consolidando ed affiatando, ci ha aiutate ad andare avanti trovando ogni volta gli aggiustamenti ne-cessari».Un altro grande incoraggiamento ci è arrivato dall’impe-gno e dal riscontro positivo e dall’affetto dimostrato da quelli che, con l’andare del tempo, sono diventati un po’ “ i nostri bambini”.Allargare i confini della nostra cerchia familiare, dedican-do ad altri bambini parte del tempo che prima era ap-pannaggio esclusivo dei nostri, ci ha sicuramente aiutate ad ampliare le nostre vedute e a ridimensionare le nostre difficoltà quotidiane.Allora … vi aspettiamo presto e numerosi a condividere questa nuova avventura che sta per iniziare!

Per informazione telefonare a Carlatelefono: 3403113005

LO SPAZIO GIOCO HA RI-APERTO LE PORTE IL 24/09/2013 E SARA’ APERTO TUTTI I:MARTEDI’ E VENERDI’ DALLE 9,30 ALLE 11,30

MERCOLEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 16,00 ALLE 18,00PER TUTTI I BAMBINI DA 0 A 6 ANNI ACCOMPAGNATI DA MAMME O PAPÀ, TATE, NONNE E NONNI.

QUEST’ANNO … CI SARANNO TANTE SOPRESE SIA PER I BIMBI CHE PER I GRANDI!ANCHE QUEST’ANNO L’ASSOCIAZIONE APRE LE PORTE A TUTTI QUANTI VOGLIONO METTERSI IN

GIOCO CONDIVIDENDO DUE ORE ALLA SETTIMANA CON GRANDI E PICCINI.

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Ott. 2013 ilPorto - 33

L'Arcobaleno

C O M U N I T À

A cura della Redazione

Davide Ragazzi - Neo laureato

Il giorno 25 Settembre 2013, presso l'Università degli Studi di Brescia, Davide Ragazzi ha conseguito la laurea in Ingegneria Informatica, discutendo la tesi: "Il linguaggio funziona-le Haskell e la teoria degli insiemi di Cantor".Congratulazioni vivissime dalla famiglia, dai parenti e dagli amici.

Anche la Redazione de "il Porto" si associa a parenti ed amici per congratularsi con Davide per il brillante risultato raggiunto.Laureandoti hai scritto e vissuto una delle pagine più belle e gratificanti che un uomo possa desiderare nella propria vita e siamo felicissimi di complimentarci con te. Non hai bisogno di tanti consigli e raccomandazioni sul prossimo futuro; il nostro augurio è che tu lo viva con la naturalezza, l'onestà, la responsabilità, la gioia e la serenità con cui hai vissuto finora.

I “Canterini del Sebino”Cercasi voci maschili e chitarristaIl coro ha ripreso con entusiasmo l’attività dopo la pausa estiva con nuovi e antichi brani in programma e per questo la direzio-ne del coro si affida alle pagine del “PORTO”: si cercano nuove voci maschili da inserire nel coro. Quindi se leggi queste righe e hai voglia di cantare con noi, ti aspettiamo al martedì sera presso la Scuola della Banda (precisiamo però solo voci maschili). Alcuni canti popolari avrebbero necessità an-che di un chitarrista da alternare al nostro super fisarmo-nicista Piero. La sera del martedì per ogni corista diventa una pausa allegra e utile; unisciti a noi, ti aspettiamo. Ciao da Miriam e da tutto il coro. Miriam Gaspari

"Le gocce di solidarietà" - Gruppo parrocchialeIl gruppo parrocchiale "le gocce di solidarietà", comunica che il consueto banco vendita di oggetti natalizi ed idee regalo, si terrà nell'a-trio del Cinema Junior dal 30 /11 all' 8/12. Vi aspettiamo, come sempre, numerosi e generosi, in quanto il ricavato della vendita verrà interamente devoluto per poter estinguere, in piccola parte, il debito del restauro della nostra magnifica chiesa. GRAZIE ANTICIPATE!!! Luciana Santinelli

Coro "Il Castello". Concerto di San Martino

Il coro Polifonico "il Castello" diretto dal M° Mario Carminati, in occasione della festa di San Martivo Vescovo, nostro patrono, presenterà, sabato 9 novembre alle ore 21.00 presso la nostra chiesa parrocchiale, un concerto di musica sacra.Il programma prevede l'escuzione della "Missa papae Marcelli" (Messa di papa Marcello) e Mottetti vari. La Messa polifonica a 6-7 voci di Giovanni Pierluigi da Palestrina, composta in onore di papa Marcello II, che regnò per sole tre setti-mane nel 1555. Studi recenti suggeriscono che la data di composizione più probabile sia il 1562, quando fu copiata in un manoscritto conservato nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. È forse una delle messe di Palestrina più conosciute e riprodotte, ed è stata sempre cantata durante il rito dell'incoronazione papale (l'ultima fu per Giovanni XXIII).

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Associazione Anziani e Pensionatia cura di Gianfranco Gaspari

A S S O C I A Z I O N I

Trofeo CastelìSi è svolto, dal 30 settembre al 4 ottobre, l’ormai affermato Trofeo Castelì di bocce al quale hanno partecipato 16 concorrenti. Al termine delle gare questa è la classifica:1°Premio: Luciano Cavezza2° Premio: Ignazio Boni3°Premio: Mario FrattiniAi vincitori è stato offerto un cesto di alimentari mentre agli altri concorrenti una confezione di Vini Bredasole.Ci è opportuna l’occasione per rivolgere al nostro sponsor Cav. Gianluigi Galizzi ed alla gentile Signora Chiarisa i nostri più sentiti auguri per la celebrazione delle loro nozze d’oro. Auguri di ogni bene!

Gara di scopone È prevista per i giorni 18-23 novembre l’attesa gara di scopone. I risultati saranno riportati nella prossima rubrica.

34 - ilPorto Ott. 2013

Rubrica del mese di ottobre 2013Tesseramento Il Consiglio Direttivo nella sua ultima ri-unione ha confermato la quota di euro 5,00 per il tesseramento 2014. L’invito a tutti gli iscritti di provvedere tempestivamente con l’eventuale siste-mazione dei sospesi per gli scorsi anni. In caso di difficoltà avvisare i nostri uffici.

Festa SocialeÈ stata stabilita per il 13 novembre sem-pre con il consueto programma:Santa Messa in Parrocchia alle ore 11.00Pranzo sociale alle 12,30 presso il risto-rante Tram. La quota verrà resa nota il più presto possibile

Corso di Elastica........MentePer i nostri anziani è stato studiato un corso speciale di stimolazione conosciti-va per tenere continuamente allenata la nostra mente. È un corso tenuto dalle dott.sse Silvia Nezosi e Francesca Gheza e si svolge in 5 lezioni. Per l’effettuazione sono necessari alme-no 10 iscritti e la quota di iscrizione è fis-sata in Euro 45,00.

Per ogni ammalato, per ogni anziano:da tempo nel meriggio di un settembre accogliente,non più viatico esclusivo verso l’eterno.Appuntamento festante per i viandanti carichi di vita,

attesi ed esclusivi nel tempio vivo di luci,profumato d’incenso giù per la navataormai adusa a comunità esclusive.La mano del presbitero sopra la testati sveste da ogni umano retaggio.L’unzione in fronte e sulle mani proteseti riempie e ti invade di divino,lasciandoti nel cuore, che pure inonda le stanche membra,momenti di intensa commozione.

Vero dono che solo Lui può dare!Il Parroco coi Sacerdoti concelebrantiRivestiti dei paramenti indossati soloPer ogni Natale e per ogni Pasqua!Il coro a cantare per gli atti più intensi.L’Eucarestia celebrata e donata,la benedizione da Lui Velato, impartitasu tutti e su tanti disponibili per loro.Pomeriggio di un tiepido settembre: è tutto un dono!In fraternità gioiosa soffusa in un meriggio sempre atteso,che volge al termine solo sul quadrante terreno,ma denso, ansioso, per il nuovo incontro.Anello gioioso aperto in attesa del prossimo aggancio!

La Sacra Unzione... Un dono totale! poesia di Gianfranco Gaspari

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Mercoledì 9 ottobre è stato presentato, presso Habilita Ospedale di Sarnico, "Gloreha Lite", il guanto riabilita-tivo domiciliare nato da un ambizioso progetto svilup-pato da Idrogenet e Università di Brescia, in collabora-

zione con l’équipe di Medici e Fisioterapisti diretta dal dr. Giovanni Taveggia. «Grazie alla vocazione riabilitativa che da anni caratterizza Habilita - introduce Roberto Rusconi, Presidente di Habilita - e grazie anche al prezioso supporto di Idrogenet e Università degli Studi di Brescia, è stato possibile realizzare questo progetto ambizioso che permette di proseguire la terapia riabilitativa anche a casa del paziente». «Gloreha è un dispositivo innovativo - introduce Carlo Seneci, Dietto-re di Idrogenet- progettato e costruito interamente in Italia a supporto della riabilitazione di pazienti con deficit alla mano. Permette un tratta-mento neuromotorio intenso, precoce, stimolante e flessibile. È un guanto comodo e leggero che mobilizza le articolazioni delle dita, mentre il paziente può seguire l’esercizio in corso tramite l’animazione 3D sullo schermo».

Ai movimenti della mano sono associati stimoli visivi e sonori che favoriscono il recupero neurocognitivo. Gloreha consente terapie varie e prolungate, eseguibili direttamen-te a casa del paziente. Oggi la tecnologia Gloreha permette di rieducare e stimolare il pa-ziente in modo assolutamente innovativo; negli anni passati abbiamo assistito ad una crescente attenzione nella progettazione di sistemi per l’arto superiore e va sottolineata la grande intuizione avuta da tutto il gruppo di ricercatori (medici, ingegneri, terapisti e aziende che hanno finanziato il progetto) in un ambito assai carente della cura della disabilità neurologica.«L’opportunità per il paziente di disporre a domicilio di dispositivi per proseguire il trattamento rieducativo in continuità con la fase ospedaliera è ormai reale - ha sottolineato Chiara Mulè, Medico

fisiatra di Habilita Sarnico, responsabi-le del progetto - Dopo la dimissione dall'ospedale spesso i pazienti hanno ancora margini di miglioramento ed è importante proseguire il trattamento riabilitativo a domicilio. "Gloreha Lite" può aiutarli: è un dispositivo leggero (5 kg), pratico da trasportare, eco-nomico, ma con le stesse funzionalità

della versione professionale. Anche "Gloreha Lite" combina la mobilizzazione delle dita con cin-que motori indipendenti, con una animazione 3D della mano in movimento, la possibilità di svolgere esercizi funzionali come rac-cogliere oggetti con le dita a pinza, afferrare bottiglie o accessori».

Il progetto è stato molto ambizioso perché non è mai esistito un dispositivo di questo genere per le patologie neuromotorie. Il braccio del paziente può muoversi liberamente nello spazio. Il pal-mo della mano è libero e può toccare e sentire gli oggetti, aumen-tando la percezione e migliorando la velocità di recupero funziona-le, grazie alla possibilità di effettuare movimenti completi, esercizi stimolanti e personalizzati.

Tutti coloro che sono intervenuti hanno auspicato in futuro una diffusione più frequente di nuove opportunità riabilitative come Gloreha, poiché viene così prodotto un grandissimo investimento sociale: l’intenzione è chiedere alle istituzioni la possibilità di acce-dere ai finanziamenti necessari per poter garantire la continuità del programma.

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"Gloreha Lite": il guanto riabilitativo per la riabilitazione a domicilio

S A N I T À

A cura di Francesca Pesenti

Habilita e Idrogenet presentano "Gloreha", il guanto di mobilizzazione passiva per il trattamento riabilitativo dei pazienti neurologici

Un momento della presentazione:

da sinistra: dr. Roberto Rusconi,

Carlo Seneci, dott. Giovanni Traveggia,

dott.ssa Chiara Mulè e l'ing. Alberto Borboni

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Marisa "Pettinatrice": Mezzo secolo di attività A cura di Civis

Voglio raccontarvi la storia di una “Pettinatrice anni ’60”, cresciuta all’ombra del campanile e con le note delle can-zoni di Mina nelle orecchie. Una pettinatrice oggi madre di un “Parrucchiere per Signora”, almeno fino a pochi

anni fa si chiamavano così prima di diventare, per essere al passo con la convulsa evoluzione delle mode e l’infittirsi della concorrenza, “Hair-Stylist” e dopo ancora… “Consulenti d’immagine”, ma che per lei, comunque lo si chiami, è sempre un figlio al quale ha tra-smesso la passione e l’esperienza per questa “nobile arte”.Marisa Bellini ne ha viste di teste, nel corso di questa attività che, giovanissima, iniziò a 18 anni. La maggiore età, ai tempi, era a 21 e la mamma Caterina Belometti, vedova da 6 anni, dovette sotto-scriverle presso la Pretura di Grumello del Monte la “domanda di emancipazione”. Era il 1963, esattamente cinquant’anni fa.«Ho iniziato a lavorare dopo le elementari come apprendista sarta - mi dice sfogliando delle vecchie fotografie - un lavoro che però non mi appagava. Come tante ragazze della mia età, si lavorava spesso gratis pur di imparare il mestiere. Ogni tanto mio padre Lorenzo mi diceva: “Perché invece dè fa la sertùra fet mia 'l mestér dei risulì?”. Purtroppo venne a mancare qualche mese dopo e quindi appena compiuti i quin-dici, trovai un posto di lavoro in magazzino alla manifattura Colombo dove rimasi tre anni. Il mio desiderio rimaneva però quello di poter avere un’attività tutta mia».Si ricordò allora delle parole di papà Lorenzo e il “progetto risulì” tornò alla ribalta. Decise che sarebbe diventata parrucchiera.I primi tempi furono abbastanza duri, il mestiere richiedeva una preparazione tecnica che solamente frequentando i grandi saloni avrebbe potuto avere. Così, ogni mattina prende il pulmann dei la-voratori e raggiunge il salone del suo maestro a Milano. Nel frat-tempo arreda un piccolo negozio ricavato in una stanza all'interno della casa della mamma in Via San Martino, lo tiene aperto solo nel fine settimana. Dopo un anno decide che è venuto il momento di dare il via, a tempo pieno, all’attività a Sarnico. Utilizzando un sinonimo d’u-

so comune all’epoca, diventa così “Padrona” del negozio “Marisa parrucchiera”. La domanda, a quei tempi, era quasi maggiore della risposta e il lavoro non mancava. Le Pettinatrici erano ancora lega-te alle norme comunali che regolavano le distanze di apertura e il mondo del marketing era inesistente. Se si voleva “aprire bottega” bisognava comprarsi la licenza e questa licenza non era mai libera. Marisa però aveva una dote speciale e non ci mise molto a essere la preferita di tante clienti: paziente, minuziosa e attenta. Erano i tempi dei caschi chiusi, antesignani dei moderni asciugacapelli, delle pet-tinate della domenica mattina, delle cotonature, del cachet e della fialetta colorata, delle permanenti “super ricce” e dei primi colpi di sole con la cuffia.Quando negli anni ‘60 nomi famosi quali Vergottini, Elsa Schiapparel-li, le sorelle Fontana, dettavano le prime regole della moda “Made in Italy” e Rita Pavone, Caterina Caselli e Mina erano un punto di riferimento per i capelli, nel negozio di Marisa facevano bella vista prime pagine in bianco e nero di riviste mondane in voga quali: Stop, Oggi e Gente. L’aggiornamento “pettegolo”, allora, si faceva con stuzzicante partecipazione emotiva soprattutto dalla parrucchiera.«Sono passati cinquant’anni da quando ho aperto il negozio - dice ancora Marisa - e grazie a Dio, abbiamo sempre lavorato cercando di venire incontro alle esigenze delle clienti, per cui ferie poche o niente, quando ho partorito Stefano il negozio è stato chiuso solo una settimana. Un lavoro impegnativo che ti occupa tutta la giorna-ta, a volte stancante dove bisogna stare tante ore in piedi». Nel 2001 Marisa Bellini ha detto stop e pur non facendo mancare

la sua esperienza, ha ceduto l’attivi-tà al figlio ed è fe-lice di averlo fatto. Il nome “Marisa parrucchiera” è stato sostituito da un più moderno “Stefano Galiero Air Studio”. Ma “buon sangue non mente”, Ste-fano negli anni ’90 ha iniziato il suo percorso p r o fe s s i o n a l e f re q u e n t a n d o l’accademia e poi il “Mod’s air” a Parigi, un corso di

maestro di taglio presso la sede italiana del-la “Pivot Point” americana, leader mondiale nel campo della formazione per acconcia-tori. Una passione trasmessa dalla mamma che è cresciuta nel tempo fino a proporre le sue acconciature nei più importanti eventi

Anni '60: Marisa al lavoro con una cliente

nel suo negozio. Sullo sfondo i mitici caschi

asciugacapelli

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del settore: “Cosmoprof Worldwide”, “MCB” Parigi e addirittura i “Beauty Africa” in Sud Africa e al Mediterranée a Nizza, eventi dove partecipare è privilegio di pochissimi, un po’ come per un calciatore affrontare la Champions League. Per un pro-

fessionista è un dovere aggiornarsi perché, se è vero che i capelli continueranno a crescere, ci sarà sempre bisogno di qualcuno che li tagli, un’azione che deve essere demandata però non a nomi roboanti dalla scarsa competenza, ma a chi lo sa fare veramente. «I capelli sono materia in movimento - precisa Stefano - e devono continuare ad esserlo, sono convinto che occorra comprendere i desideri dei clienti, anticipare le tendenze e lavorare convinti che non esistono mode o stili comandati e se una regola esiste, ce n'è una che vale per ogni persona».L'atmosfera del vecchio negozio di Marisa è rimasta anche nel nuovo salone, comunque informale: si scherza tra i colleghi che lavorano rapidi sui clienti. Qui il silenzio è bandito: si entra anche

per divertirsi, perché farsi tagliare i capelli non è più vissuto come un trauma, signi-fica invece scommettere su una nuova immagine di sé e le clienti sembrano gra-dire questa interpretazione “New Mil-lennium” del negozio della pettinatrice.

Cara Carla, con un'offerta ed una Santa Messa celebrata a Lecco da Padre Daniele Belussi, abbiamo voluto rendere vivo il tuo ricordo nelle nostre preghiere. La Classe 1958.

Nella foto a lato Stefano Galiero (figlio di Marisa) ad un concorso

Ricordando Carla Giudici

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a cura di Sara Venchiarutti Ufficio Stampa del Comune - Foto S.Marco

D A L C O M U N E

Ègià tempo di bilanci per l’istituto di istruzione Se-rafino Riva.Ad essere sotto la lente d’ingrandimento, a soli due mesi dalla prima campanella dell’anno scola-

stico, sono i numeri relativi agli alunni che frequentano i vari indirizzi. Dati alla mano, i risultati sono più che eviden-ti: l’alberghiero è enormemente la scelta preferita dal suo inserimento nell’offerta formativa, avvenuto nel 2012 con l’inaugurazione alla presenza di Gualtiero Marchesi.Basti pensare che su 701 alunni totali che ad oggi frequen-tano l’istituto, ben 173 siedono dietro i banchi dell’alber-ghiero. In altre parole, uno studente su quattro è un aspi-rante chef. Una cifra esorbitante se si considera che, per ovvie ragioni, ci sono solo classi prime e seconde mentre, tutti gli altri indirizzi, hanno regolarmente classi per tutti gli anni.Componendo il mosaico delle iscrizioni 2013/2014, 173 sono allievi dell’alberghiero, 154 sono studenti che fre-quentano gli indirizzi ITIS/Meccatronica/Informatica, 142 per IPIA/IeFP, 122 alunni all’IGEA/Marketing, 93 per Erica e Turismo e 17 gli studenti del liceo.«È la conferma che l’offerta formativa del nostro istituto inter-cetta le esigenze del territorio- ha commentato il Dirigen-te Scolastico Rosa Romana Marchetti - L’enorme successo dell’alberghiero può infatti essere riconducibile all’attenzione che gli studenti hanno nel valutare le occasioni di lavoro future e alla vocazione turistico-ricettiva di Sarnico».Proprio per gli studenti dell’indirizzo alberghiero, oltre al laboratorio di cucina che è già stato realizzato nel 2012,

verranno creati due nuovi laboratori. Il primo, denominato “retro bar” offrirà agli alunni la chance di cimentarsi con la preparazione e somministrazione di bevande, come se fos-sero dipendenti di un bar, non solo durante le esercitazioni a scuola ma anche in occasioni di eventi extra curriculari. Il secondo invece, la reception, servirà agli studenti per pren-dere dimestichezza con i software della gestione alberghie-ra e, in egual modo, potrà funzionare anche in occasioni di kermesse, per dare accoglienza agli ospiti. Entrambi i labo-ratori, che verranno realizzati entro i primi mesi del 2014 grazie al contributo della Provincia di Bergamo, di sponsor locali e della nostra amministrazione comunale, saranno lo-calizzati all’ingresso dell’istituto.Ma le novità non riguardano solo l’indirizzo alberghiero.Grazie ad un progetto denominato “Scuola Impresa” pro-mosso dall’istituto, dalla nostra amministrazione, da CON-FINDUSTRIA locale e dal distretto della gomma del basso Sebino, a partire dal prossimo anno gli studenti degli in-dirizzi meccanico e meccatronico avranno la possibilità di assistere a “lezioni” pratiche direttamente da alcuni esperti del settore.Imprenditori e addetti ai lavori provenienti dalle nume-rose aziende che compongono il distretto della gomma, arriveranno infatti in classe per spiegare ai giovani alunni le tecniche di base del loro mestiere. Non mancheranno anche visite guidate alle aziende della zona per far avere un primo contatto con il mondo del lavoro, per fare toccare con mano agli studenti gli attrezzi e le apparecchiature e per dare una prospettiva concreta ai loro studi.«L’amministrazione - ha fatto sapere il nostro Assessore alla Cultura Romy Gusmini - crede molto in questo proget-to fortemente voluto da alcuni protagonisti della nostra zona, in stretta collaborazione tra di loro. Si è creata una grande sinergia tra mondo della scuola, mondo del lavoro e mondo istituzionale. Come amministrazione comunale, ci sembra do-veroso stabilire un contatto utile e proficuo con alcune delle imprese che più rappresentano il tessuto produttivo del nostro territorio. È importante che tutti gli studenti che frequentano le nostre scuole possano già intravedere sbocchi lavorativi precisi, senza per forza doversi allontanare dalla nostra zona. Come se non bastasse, questo progetto va anche a favore delle imprese stesse che, in questo modo, iniziano a formare gli imprenditori del domani».

Nuovi laboratori e progetti per il "Serafino Riva"

È già tempo di bilanci per l’istituto di istruzione Serafino Riva.

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Ott. 2013 ilPorto - 39

C’è anche un sarnicese nell’e-quipaggio, bergamasco, che nell’ultimo weekend di set-tembre ha vinto il campio-

nato europeo della classe UFO 22 di vela, sul lago Tegern, in Germania.Ai nastri di partenza c’erano infatti due barche del Circolo Velico di Sarnico: “Dragone” di Ermanno Peruta (già reduce da un brillante secondo posto al campionato italiano) con a bordo i

fratelli Marco e Alessandro Ferrari e “Mojito” con il suo giovane equipaggio composto dal sarnicese Nicolò Passeri, Cesare Togni e Davide Bianchini.Una grande soddisfazione per l’equi-paggio di Mojito che è salito sul primo gradino del podio, dopo aver fatto i conti con assenza di vento e pioggia a catinelle in gran parte delle quattro serratissime prove. Dragone si è invece piazzato al quarto posto.

Il campionato, a cui hanno parte-cipato una tren-tina di equipaggi italiani, austriaci e tedeschi, era una regata monotipo alla quale pote-vano partecipare solamente imbarcazioni UFO 22, ovve-ro barche lunghe circa 7 metri comple-tamente aperte e con un equipaggia-mento composto da tre persone.Ora l’associazione sportiva sarnicese è alle prese con l’organizzazione del campionato invernale che si terrà a Sarnico a partire dal 27 Ottobre e in quattro tappe, fino a marzo 2014. Alla competizione parteciperanno una trentina di equipaggi, soprattutto del lago d’Iseo, bresciani e bergamaschi.Sarà invece il campionato nazionale classe Surprise l’impegno più impor-tante che il Circolo Velico dovrà affron-tare nella primavera 2014: a Sarnico arriveranno infatti equipaggi da tutta Italia, dalla Svizzera e anche dall’Austria.

La vela incorona Sarnico

Nelle foto:La barca Mojito

si aggiudica il primo posto in

Germania. Sotto: la sede

del Circolo Velico Sarnico

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Sono partiti nelle scorse settimane i lavori per la sistemazione dell’area collinare in località Moscatello, dietro alla Chiesetta degli Alpini.Nello specifico l’intervento, promosso dal-

la nostra Amministrazione Comunale, consiste nella posa di 60 metri di rete paramassi, nella demolizione dei massi di dimensioni più grandi e nel consolidamen-to del versante a monte che ha manifestato problemi di stabilità negli anni precedenti.I lavori, che dovrebbero terminare entro quattro mesi, insistono su un’area che già nel 2011 era stata interessata da un intervento simile con la posa di 40 metri di rete.A finanziare i lavori la Regione Lombardia con un con-tributo a fondo perduto di circa 100.000 Euro. La nostra amministrazione ha infatti vinto un bando gestito dalla Comunità Montana dei Laghi Bergama-schi che incentivava interventi di messa in sicurezza e in agibilità di parti del territorio comunale, in partico-

lare aree forestali: il bando teneva conto di numero-si parametri da rispettare, come il potenziale rischio della zona interessata, la vastità dell’area, l’altezza, la pendenza e caratteristiche geomorfologiche del ter-ritorio.Grande soddisfazione da parte del nostro Assessore all’Urbanistica Aurelia Belotti: «Siamo molto felici che la Regione Lombardia, attraverso la Comunità Monta-na, ci abbia dato la possibilità di intervenire su un’area che, pur essendo decentrata rispetto al centro storico di Sarnico, è comunque frequentata soprattutto per la presenza della Chiesa degli alpini. Peraltro si tratta di un’area di pregio, grazie alla meravigliosa vista che offre su Sarnico e sul Sebino.Il finanziamento a fondo perduto è stato fondamen-tale per consentirci di partire con i lavori che rappre-sentano una continuità rispetto all’impegno che già avevamo preso nel 2011».

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Nuovi lavori alla Chiesetta degli AlpiniVerrà messa in sicurezza un'area che in passato aveva manifestato problemi di stabilità

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Sarà un novembre letterario quello che Sarnico si appresta a vivere. La biblioteca comunale ha infatti in cantiere tre nuovi incontri per il prossimo mese.Si parte sabato 9 novembre alle ore 17.30 presso il Centro

Culturale Sebinia: a presentare il suo libro “Nemmeno le galline” ci sarà infatti Alessio Mussinelli, giovane autore di Adrara San Mar-tino con Giorgio Brescianini come moderatore. La presentazione sarà accompagnata da un quintetto di clarinetti. Il weekend successivo, per la precisione sabato 16 novembre 2013 alle ore 17.30 ancora presso il Centro Culturale Sebinia, toccherà invece al sarnicese Stefano Brignoli presentare i suoi due ro-manzi “I frutti della passione” e “La luna in blue-jeans” pubblicati

entrambi per Uni service di Trento. Venerdì 22 novembre alle ore 17.30, presso la biblioteca comunale, lo scrittore e attore teatrale senegalese Mohamed Ba presenterà il suo primo libro scritto in italiano “Il tempo dalla mia parte”, pub-blicato da San Paolo Edizioni. L’incontro si svolge nell’ambito della VII edizione del festival internazionale di cortometraggi “C’è un tempo per…l’integrazione” che si svolgerà a Sarnico il 22 e 23 novembre. Per informazioni è possibile contattare la biblioteca comunale allo 035/912134.

Tris di autori a Sarnico Alessio Mussinelli, Stefano Brignoli e Mohamed Bapresentano le loro opere a Sarnico

Stefano Brignoli alla Fiera internazionale del libro a Torino

Ci viene comunicato dalla locale BANCA POPOLARE DI SONDRIO che sono state istituite due borse di studio dell’importo di € 5.000,00 ed € 40.000,00.La prima borsa di studio è riservata ai laureati dal 1 gennaio 2011 al 30 novembre 2013 che abbiano discusso una tesi di laurea sugli argomenti meglio specificati nel bando di concorso

disponibile sul sito www.fondazionemariorava.eu (scadenza della domanda 15 dicembre 2013).La seconda per coloro che laureati intendano frequentare un corso di perfezionamento all’estero degli studi nel campo della finanza con particolare riferimento ai mercati, agli intermediari e agli strumenti fi-nanziari.Le modalità del bando si trovano sul sito www.arcaonline.it (scadenza domanda 28 febbraio 2014).Eventuali ed ulteriori informazioni potranno essere richieste al Direttore dell’Agenzia di Sarnico della Banca Popolare di Sondrio dott. Floriano Rigamonti o direttamente o attraverso mail [email protected]

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Èstata proprio una bella sorpresa quella che la di-rezione, le insegnanti ed i bambini della nostra scuo-

la materna mi hanno fatto lo scor-so14 ottobre.In quell’occasione infatti sono stato invitato, insieme al nostro Parroco Don Luciano, a partecipare ad una cerimonia presso la scuola materna in occasione dell’esposizione della nuova bandiera tricolore.Quando siamo arrivati abbiamo trovato ad attenderci, oltre alla Pre-sidente ed alla Direttrice, un folto gruppo di alpini capitanati dal mio predecessore Sandro Arcangeli (alpino doc) e, dopo alcuni minuti ecco, con le loro maestre, arrivare loro… i veri protagonisti, i bambini.Tutti indossavano il loro giubbino giallo da passeggio e avevano in mano una bandierina tricolore che sventolavano come solo i bambini sanno fare. Al loro fianco le mae-stre, con una bandiera sulle spalle: che spettacolo e che emozione!Il Parroco ha benedetto la bandiera

che gli alpini reggevano con orgo-glio, bandiera che poi è stata posta sopra l’entrata della scuola. Duran-te questa cerimonia, il nostro con-cittadino Piero Parigi intonava con la sua fisarmonica l’inno di Mameli e tutti, ma proprio tutti compresi i bambini, lo abbiamo accompagnato cantando.In onore degli alpini, abbiamo poi

cantato “sul cappello”.Cosa volete che vi dica, è stato bellissimo. I bambini mi sono ve-nuti incontro mostrandomi le loro mascotte, con i colori bianco, rosso e verde. Tutti mi dicevano il loro nome, tutti bravissimi ma soprat-tutto bellissimi.Mi voglio complimentare con la di-rezione e gli insegnanti della scuo-la materna per questa iniziativa. Come ho detto ai bambini, dobbia-mo sempre volere bene a questa bandiera che rappresenta la nostra Italia. Rispettiamo la bandiera per-chè non è solo un pezzo di stoffa, ma un pezzo importante della no-stra storia nazionale. In essa sono racchiusi tanti sacrifici, tante spe-ranze, tanti sogni.Forse tutto questo non dovremmo solo farlo conoscere ai più piccoli, ma ricordarlo spesso a noi stessi, crederci noi stessi, rispettarlo noi stessi.Una mattinata tricolore, una matti-nata da ricordare. Grazie a tutti bambini, insegnanti, direzione, alpini e Don Luciano.

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Una mattinata tricolore a cura del Sindaco Franco Dometti

Commovente cerimonia alla nostra Scuola Materna

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Ott. 2013 ilPorto - 43

a cura di Alessandro Arcangeli

C O M U N I T À

Sul fenomeno di fine vita i medici sono un punto di riferimento certo ed equilibrato negli orizzonti straordinari, ma anche inquietanti, dei nuovi saperi e dei nuovi poteri della medicina universale.Tre grandi principi guidano, sotto il profilo deontologico, il moder-

no esercizio professionale:- Il principio di giustizia: equa distribuzione e ottimale utilizzo delle risorse. - obbligo inderogabile di tutelare la salute e la vita del malato rispettando la dignità della persona.- autodeterminazione del malato che consegna alla volontà informata e consapevole, il diritto a scegliere o non scegliere se attuare o sospendere le cure. Cioè riconoscere al morente la forza e la capacità di fermare una medicina velleitaria ed aggressiva.In 40 anni di operatore sanitario, cattolico, ho sempre avuto per il malato morente, un progetto di cura della morte, perché troppo spesso la doman-da di terminare la vita è in realtà una disperata richiesta di aiuto a vivere con

Etica di fine vitaNo eutanasia (buona morte)

“Lè mèi öna bröta èta che öna bèla mort”

Il pensiero di Papa Francesco: «La vita umana è sempre sacra»Papa Francesco ha affermato che «la vita umana è sempre, in tutte le sue fasi e a ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede, ma di ragione e di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un siste-ma sanitario – ha aggiunto papa Francesco – non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzio-ne e l’amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile». La redazione

più dignità, con meno sofferenza, la propria fine.Le innovazioni della scienza e della tecnologia, insieme ai cambiamenti culturali e sociali, impongono una riflessione sul momento in cui fini-sce una vita umana. Aiutare il paziente a non soffrire è un dovere, ma non si deve (anche se richiesto dal malato) effettuare, né favorire trattamenti finalizzati a provocare la morte, anche quando il corpo e lo spirito sono sfigurati dal dolore, umiliati dalla perdita di coscienza e devastati dal de-cadimento dell’organismo e della mente.La chiesa nega l’eutanasia o altro: il medico deve salvaguardare il di-ritto a morire curando il malato e accettando il naturale compimento della vita, perché c’è radicale diffe-renza tra dare la morte e consenti-re il morire.Conclusione: garantire la vita del paziente fino all’ultimo momento. L’indipendenza del medico, citta-dino al servizio di altri cittadini, è l’unica garanzia che le richieste di cure e le scelte di valori dei pazien-ti siano accolte nel continuo sforzo di aiutare chi soffre ed ha diritto di essere accompagnato con compe-tenza, solidarietà e amore nel mo-mento della morte.

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a cura della Redazione

F O T O S T O R I C H E

Come eravamo

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Per ricordare l'amico Gianni Carminati A due anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordare l'amico Gianni Carminati attraverso alcune immagini che lo stesso, appassionato di fotografia, aveva scattato negli anni '60 per partecipare ad un concorso fotografico, prima che la rivoluzione digitale rendesse la fotografia sicuramente più alla portata di tutti, ma meno istan-tanea e artificiosa. La capacità di riuscire a catturare in un attimo, con uno scatto fotografico, emozioni e sentimenti, contribuisce a mantenerle per sempre nella memoria. Fotografare vuol dire “amare la vita”. La fotografia deve offrire emozioni e condividerle. Se lo scatto è sottomesso alla tecnica non vale nulla. Nella fotogra-fia a fianco i partecipanti al concorso. Da sinistra: Alfonso Forgia, sconosciuto, sconosciuta, Angelo Vol-pi, Titta Rolli, Fiorella Barcella, Giusi Viglioli, Luigi Barcella, Grazia Barcella e Gianni Carminati. I due ragazzi sono: Pierino Sacella e Luigi Forgia

A Spasso per Nervi

Tre ragazze sarnicesi e un'infiltrata di Paratico a passeggio per la cittadina ligure di Nervi, una piccola locali-

tà sul mare, posta sul versante genovese di levante. Sfuggite alle ire di don Felice (notoriamente contrario, a quei tempi, a gonne sopra il ginocchio e ai pantaloni - indossati dalla ragazze ovviamente -) Era l'anno 1962. Da sinistra Anna Boni, Tina Bresciani, Lina Silini e Rosanna da Pa-ratico.

I pescatori del SebinoBella questa immagine di Gianni Carminati, esposta al concorso di cui sopra, che vede immortalati due pescatori al ritorno dopo una giornata sul lago.

Per non dimenticareA quattro anni dalla morte avvenuta il 19 ottobre del 2009, vi presentia-mo questa foto inedita di don Gian-ni Bellini, scattata da Silvano Marini in Casa parrocchiale nel corso del pranzo di San Mauro del 1987. "Carissimo don Gianni prega per la nostra comunità".

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E-mail alla redazioneBuongiorno, vi scrivo perché avrei il piacere di dare il mio piccolo contributo al bellissimo mensile parrocchiale "IL PORTO" al quale sono abbonato. Io sono un cosiddetto “milanese”, che pendola da Bollate (mia reale residenza) a Sarnico, dal venerdì sera alla domenica sera, per poi riprendere il fine settimana seguente la mia minivacanza a Sarnico. Il tutto fino a quando arrivano le tanto sospirate ferie e allora mi godo Sarnico con tutte le sue bellezze. Ho 51 anni e vengo a Sarnico da quando avevo 6 mesi: con la maturità e le opportunità della vita ora ho la fortuna di avere un appartamento e questo mi fa sentire un po’ di più Sarnicese!Leggendo IL PORTO e vedendo i bellissimi richiami al passato, ho tampinato (termine giusto) i miei genitori alla

ricerca delle “foto ècie” (mia mamma è di Castelleone -Cr, mio papà di Pontecurone -Al, ma per amore di mamma il dialetto ufficiale di famiglia è il castelleonese), e cerca e sfrucuglia ho trovato finalmente una serie di foto risalenti all’estate del 1954. Lascio alla vostra sagacia l’estrazione delle immagini più interessanti magari pubblicandole in tempi diversi, ma mi rendo conto che potrebbe sembrare un album di famiglia…) Grazie di cuore e buon lavoro. Bruno Uberti.

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«No, questo strumento non mi piace!»Era il 1981 e il futuro maestro Belotti aveva 3 anni ma le idee erano già chiare su quale strumento orientarsi. Non era il sax ma il clarinetto, quello suonato da papà Angiolino.Da allora sono passati 32 anni e oggi Marco si è diplomato pro-prio in clarinetto ed insegna agli allievi della "Junior Band". Nella foto sullo sfondo ci sono: Massimo Giudici, Angiolino Be-lotti e Paolo Gusmini. Ci scusiamo con la signora di... spalle se non citiamo il nome ma non siamo riusciti ad identificarla.

I favolosi anni '50 - Grazie BrunoUna bellissima foto del 1954 (inviata da Bruno Uberti - vedi sotto) che ci ricorda lo stile e la moda dell’epoca e l’immagine del vecchio lungolago all'imbarcadero dei battelli (si vede in costruzione la tettoia in cemento). Da sinistra: Antonia Caterina Ferri - detta Rina - mamma di Bruno Uberti e cugina di Santina Avanzi, moglie di Otello Marini), Medea Bolzoni, San-tina Avanzi e il marito Otello Marini, signorina Foresti (dovrebbe esse-re una Magiona) Gianni Avanzi (fratello di Santina) e davanti la bambina Ivana Marini (nostra "lettrice" in chiesa alla quale dedichiamo questa fotografia). Sconosciute la bambina vicino al palo e le due ragazze di spalle con le classiche gonne a ruota. Era la moda di quei tempi.

Squadra di calcio anni '60 ...col VescovoUna foto scattata al campo di Villon-go S. Alessandro, prima della partita fra le classi 1952 e 1953, partico-larmente "in tema" con gli eventi di questo periodo. In alto da sinistra: Mario Vaini, Franco Grassi, Tino Manfredi, Claudio Bastiani, Roberto Scarpella, Mario Paris, Guido Parigi, Cesare Rossi, Mutti e Filippo Son-zogni. In ginocchio: Marini Fausto, Mauro Belussi, Enrico Giudici, S.E. Mons. Maurizio Gervasoni, Bat-tista Cinoni, Gianni Mazza, Cesare Belussi, Guido Cressi e Sergio Duci.

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Dott. Tambuscio: un'aggiunta e una precisazione

Ricordare una persona come il dott. Serafino Tambuscio è sem-pre un piacere e lo è ancor di più se a farlo è colei che per anni le è vissuta accanto e con lui ha condiviso gioie e fatiche, dolori e speranze. Nel numero scorso la giornalista Francesca Pesenti

propose per "Habilita" un'intervista fatta alla signora Osvalda Manfredi, vedova del dott. Tambuscio che apprezzò molto quando scritto. Si rese però conto di non aver detto del marito tutto quanto avrebbe voluto dire. Con piacere le dedichiamo alcune righe.«Chiedo scusa se mi permetto di apportare un'aggiunta ed una precisazione alla mia precedente intervista apparsa sul "il Porto" di settembre, un fatto a cui mio marito teneva molto: la nascita del "Centro Emodialisi" avvenuta nel 1979 in seguito alla richiesta di alcuni avisini di Villongo, che avevano raccolto 7.000.000 di lire a questo scopo, in seguito alla tragica morte di due giovani. Mio marito si adoperò molto per realizzare questo centro e fu tanto felice veder arrivare il primo rene artificiale.Vorrei inoltre rettificare l'affermazione da me fatta, dovuta ad un errore nella dettatura. Vorrei precisare che il "premio della bontà non gli venne assegnato dall'Avis bensì dal "Lions Club Bergano Host" tre giorni dopo la sua scomparsa e la cui somma venne devoluta all'AVIS Autoambulanza. L'AVIS aveva dato precedentemente a mio marito "Il cuore d'oro". Scusate se mi sono troppo dilungata». Osvalda Tambuscio

A cura della Redazione

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Rinati alla vita della Grazia

A N A G R A F E

A cura di Rosalia Modina

17) Ferrari Luca Roberto di Donato e di Lelli AlessandraNato a Brescia l’8. 05.2013Battezzato in questa Parrocchia l’8.09.2013Padrino: Lelli PieroMadrina: Ferrari Marzia

18) Perico Gaia di Andrea e di Visci BeatriceNata a Iseo (BS) il 25.04.2013Battezzata in questa Parrocchia l’8.09.2013Madrina: Balini Teresina

19) Maifredi Ines di Davide e di Bertelli LauraNata a Brescia il 24.06.2013Battezzata in questa Parrocchia l’8.09.2013Madrina: Veschetti Erika

20) Borsetti Matilde di Nicola e di Terruzzi RobertaNata a Calcinate (BG) il 04.04.2013Battezzata in questa Parrocchia l’8.09.2013Padrino: Borsetti Luca Madrina: Terruzzi Licia

21) Scartezzini Matilde di Dario e Scaburri FrancescaNata a Brescia il 21.05.2013Battezzata in questa Parrocchia l’8.09.2013Padrino: Scartezzini MicheleMadrina: Fortini Annamaria

22) Vavassori Rachele di Daniele e Bergomi RobertaNata a Brescia il 02.03.2013Battezzata in questa Parrocchia l’8.09.2013 Madrina: Bergomi Germana

Il Battesimo è l'alba radiosa di una vita nuova ...un luminoso meriggio di vitaeterna (Giov. 31,1-6)

MatildeBorsetti

Luca Roberto

Rachele

Matilde Scartezzini

Ines

Gaia

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47) ) Rech Antonio di anni 82Deceduto il 02.09.2013

48) Ferrini Elisa di anni 94Deceduta il 07.09.2013

49) Finazzi Giulia di anni 49Deceduta il 18.09.2013

50) Bettera Luigina di anni 90Deceduta il 18.09.2013

Nella casa del Padre

51) Duci Gianfranco di anni 82Deceduto il 23.09.2013

52) Arcangeli Walter di anni 66Deceduto il 23.09.2013

Cadei Anna di anni 82Deceduta il 9.09.2013a Chiavari (Ge) Tumulata a Lavagna (Ge)

Parigi Lino di anni 80Deceduto il 19.09.2013a Grosotto (So)

Le parole di Papa Francesco «La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’in-differenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza e all'aneste-sia del cuore».

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Sposi all'altarea cura di Rosalia Modina

A N A G R A F E

Besenzoni Michele via Crodarolo con Bertagna Dianada Cazzago San MartinoData del matrimonio: 31.08.2013Chiesa Natività di Maria Verginea Cazzago San MartinoTestimoni: Besenzoni Paola, Bertagna Mattia

Pezzini Lorenzo via Calchera 4 con Tasca Gloria da Castelli CalepioData del matrimonio: 14.09.2013Parrocchia S. Pietro e Paolo TagliunoTestimoni: Pezzini Riccardo, Marini Nico-letta, Marini Donatella, Tasca Fabio, Fratus Cristina, Zerbini Marta Lorenzo e GloriaMichele e Diana

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"Ol soer" (il bottaio). Un lavoro fino agli anni '60 considerato "privilegiato" e di difficile esecu-zione. In questa fotografia di Gianni Carminati, il falegname Giuseppe Valli alle prese con la realizzazione di una "Brentina" che il contadino portava a spalle a mo' di gerla. Altri tempi!